L u g l i o 2 0 0 3 , v o l u m e V, n u m e r o 2
Condizioni oculari associate
all’uso delle lenti a contatto
Lenti a contatto:
aspetti clinico-pratici
Poste Italiane. Spedizione in a. p. - 70% - DC/DCI/VC nr 2- 2003
Adrian S. Bruce
Noel A. Brennan
La nascita dei materiali in silicone idrogel,
la sconfitta dell’ipossia e delle condizioni
ad essa associate ci permettono
risultati che erano inimmaginabili fino
a dieci anni fa; questo però non può
esimerci dall'affrontare ogni applicazione
di lenti a contatto con le dovute conoscenze
e adeguata professionalità
lac
lenti a contatto
contact lenses
Codirettori scientifici
L. Lupelli (Roma), N. Pescosolido (Roma)
Comitato scientifico
L. Boccardo (Certaldo), M. Bovey (Palermo),
R. Fletcher (London), A. Fossetti (Firenze),
P. Gheller (Bologna), M. Lava (Roma), S. Lorè (Roma),
A. Madesani (Forte dei Marmi), L. Mannucci (Padova),
U. Merlin (Rovigo), M. Rolando (Genova),
A. Rossetti (Cividale del Friuli), C. Saona (Barcelona),
L. Sorbara (Toronto), A.Vinciguerra (Trieste)
Ringraziamenti
Si ringrazia S.Opt.I. per la collaborazione scientifica
Comitato editoriale
A. Calossi (Certaldo), O. De Bona (Marcon),
M. Lava (Roma), C. Masci (Roma), F. Zeri (Roma)
Segreteria
O. De Bona
Via E. Mattei, 11 30020 Marcon (VE)
Tel. 041.5939411
E-mail: [email protected]
Nome della rivista
LAC
Direttore responsabile
Marco Perini
Proprietario testata
BieBi Editrice
Editore
BieBi Editrice
di Mauro Lampo
Via Losana, 4 - 13900 Biella
Tiratura
Quadrimestrale, 32 pagine
Tipografia
True Color
Via Cave 1 - 28831 Baveno (Verbania)
Registrazione Tribunale
Biella, in data 6/5/99 al n. 487
Sped. gratuita
Numeri arretrati
1
2003, vol. V, n. 2
Presso la segreteria
sommario
luglio 2003
vol. V, n. 2
Indice
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
A. S. Bruce e N. A. Brennan
SEZIONE 1 - PARTE SECONDA
Condizioni oculari associate all’uso
delle lenti a contatto
pag.
5
Dalla A alla Z (continua dal n° 1/2003)
pag.
7
pag.
23
1. Principi d’intervento
pag.
24
2. Raccomandazioni cliniche generali
pag.
25
3. Riferimenti eziologici
pag.
25
SEZIONE 2
Considerazioni sulle modalità d’intervento
3
4. Guida alle soluzioni per la manutenzione
pag.
27
5. Conclusioni
pag.
29
Riferimenti
pag.
29
Indice analitico
pag.
30
Lenti a contatto
Aspetti clinico-pratici
Adrian S. Bruce
Noel A. Brennan
PhD, Victorian College of Optometry, Carlton Australia
PhD, Brennan Cosultants Melbourne Australia
SEZIONE 1
C ONDIZIONI OCULARI ASSOCIATE
ALL’ USO DELLE LENTI A CONTATTO
PARTE S ECONDA
5
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Come
utilizzare questa guida
Gestione - Icone
In questa guida le condizioni oculari associate all’uso di lenti a contatto sono state
elencate in ordine alfabetico per consentire al lettore una rapida individuazione, una
corretta identificazione e la definizione di un idoneo programma di trattamento.
Queste icone, che appaiono in ogni condizione, assistono l’attuazione del
programma di gestione della condizione.
Una spiegazione più dettagliata delle icone è reperibile nella sezione “principi
di intervento”.
In alternativa è possibile ricorrere all’ “indice di consultazione rapida”.
In questo indice le condizioni sono raggruppate sulla base del tessuto interessato e
una condizione con aspetto peculiare può essere identificata e rintracciata nel numero
di pagina indicato.
Per ogni condizione oculare è presente un elenco delle condizioni che hanno eziologia o manifestazioni simili, in modo da favorire una corretta identificazione della
condizione specifica.
Le diverse informazioni sono state raggruppate come segue:
DESCRIZIONE
Descrizione dei tessuti oculari interessati e identificazione delle cause
più comuni della condizione.
SEGNI
Descrizione “oggettiva” della condizione osservata attraverso il biomicroscopio.
SINTOMI
Descrizione “soggettiva” della condizione come potrebbe essere fornita dal portatore.
INCIDENZA
Rara (<0.1%), poco frequente (0.1-3%), occasionale (>3-10%),
comune (>10%).
IMPORTANZA
Severa: normalmente induce una perdita o una riduzione visiva permanente; richiede un intervento terapeutico immediato.
Alta: determina una elevata riduzione del comfort o un abbassamento visivo e/o importanti interruzioni nella normale attività del
portatore (es. visite di controllo non previste o interventi urgenti da
parte di un oftalmologo).
Moderata: causa comfort, visione e aspetto estetico insoddisfacenti
e/o fastidi poco rilevanti per il portatore (es. sospensione temporanea
dell’uso della lente, sostuituzione o variazione del tempo d’uso
durante la visita di controllo programmata).
Bassa: non determina visione, comfort o aspetto estetico insoddisfacente. Non richiede nessuna interruzione dell’uso delle lenti ma
variazioni delle caratteristiche delle lenti o del sistema di manutenzione in uso.
CONFRONTO CON Una lista di condizioni strettamente relate, di grande utilità per facilitare la corretta identificazione della condizione.
Un ulteriore aiuto è fornito dall’ “indice di consultazione rapida”.
GESTIONE
Le raccomandazioni raccolte sotto questa voce sono quelle che vengono considerate come “trattamento tipo” per i portatori di lenti a
contatto. Alle descrizioni dei trattamenti fanno seguito delle icone,
come ausilio visivo e riassuntivo nell’identicazione del possibile
trattamento.
Questo manuale mira ad essere un utile sopporto in sala d’applicazione:
• assiste il professionista, durante le visite di controllo, nel riconoscimento e nella
gestione delle varie condizioni
• aiuta la comprensione dei requisiti fisiologici per un uso sicuro delle lenti a
contatto
• favorisce l’uso delle lenti a contatto quando la loro applicazione ha un esito
positivo
Sebbene questo manuale sia principalmente focalizzato sulle cause che portano all’intolleranza all’uso delle lenti a contatto, è necessario mantenere questi fattori nella giusta
prospettiva e tenere conto del gran numero di successi che, complessivamente, si hanno
nell’uso delle lenti a contatto. Complicanze severe indotte dall’uso di lenti a contatto
sono rare, meno dello 0,1%, e sono messe in risalto in letteratura, ma non per questo
dobbiamo dimenticarci che la maggior parte dei portatori le usano con successo.
Cambiare
cambiare
Cambiare
parametri o
tipo di lente
Cambiare
soluzione
Sostituire
altro
Sostituire
la lente
Altro
trattamento
Interrompere
temporaneamente
l’uso della lente
Consiglio
Consigliare
il portatore
Dk Lac M
Migliorare la
trasmissione
di ossigeno
Lac G
Considerare
l’uso di lenti
giornaliere
Ridurre il
tempo d’uso
UC/UP/UG
UP/UG
UG
Interrompere
UC/UP
Rivedere
Rivedere
Umettabilità
Considerare
l’utilizzo di
lenti ad alta
bagnabilità
I tempi suggeriti per “interrompere temporaneamente l’uso delle lenti” e la
“visita di controllo”, sono indicati a fianco dei simboli; tuttavia i tempi consigliati
da questa guida sono solamente indicativi.
Altre abbreviazioni:
UC Uso Continuo (30 notti)
UP Uso Prolungato (7 notti)
RGP Rigida Gas-Permeabile
Lac G Lente a contatto Giornaliera
UG
Uso Giornaliero (ore di veglia)
Lac M Lente a contatto Morbida
6
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Iperemia - congiuntiva palpebrale
Iperemia - bulbare
(occhio rosso, CLARE: occhio rosso acuto indotto
da lenti a contatto)
Descrizione
• Congestione dei vasi sanguigni congiuntivali associata
ad una reazione acuta dell’occhio esterno con presenza
di infiltrati corneali
• Può includere una reazione dell’uvea anteriore,
un’accentuata infiammazione corneale, o un importante
interessamento della congiuntiva (CLARE pag.19/1)
Descrizione
• Basso grado d’infiammazione della congiuntiva
palpebrale
• Spesso precursore della congiuntivite papillare gigante
(pag. 28/1)
• Può essere una risposta al sistema di manutenzione o
ai depositi sulla lente a contatto
Segni
• Iperemia della congiuntiva bulbare
Segni
• Congestione dei vasi sanguigni palpebrali osservabili
con l’eversione palpebrale
Sintomi
• Possibile riduzione del comfort
Sintomi
• Da nessuno a fastidio
Incidenza
• Poco frequente
Incidenza
• Comune
Importanza
• Da moderata ad alta
Importanza
• Da bassa a moderata
Confronto con • Cheratite infettiva, cheratite infiltrativa, uveite anteriore,
glaucoma ad angolo chiuso
• Blefarocongintivite (quadro clinico moderato)
• Se monolaterale, valutare le condizioni della cornea; se
bilaterale, considerare una possibile reazione tossica o
di ipersensibilità
Gestione
Confronto con • Congiuntivite papillare gigante - GPC
Gestione
• Identificare la causa e trattare nel modo opportuno.
• Considerare la sostituzione della lente o del sistema
di manutenzione
• Interrompere temporaneamente l’uso delle lenti e,
successivamente, riappliacare le lenti
• Passare da UC/UP a UG
• Visita specialistica
UG
UP/UG
1 settimana
7
2003, vol. V, n. 2
Umettabilità
Cambiare
Cambiare
cambiare
Lac G
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Iperemia - limbare
Iperemia - intrapalpebrale
(congestione vascolare del limbus)
Descrizione
• Congestione dei vasi della congiuntiva nella fessura
intrapalpebrale
• Può essere causata dalla disidratazione della
congiuntiva esposta
• Può manifestarsi con l’esposizione ad ambienti
climaticamente avversi
Segni
• Iperemia della congiuntiva intrapalpebrale
Sintomi
• Da nessuno a sensazione di secchezza
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Bassa
Confronto con • Iperemia settoriale o generalizzata
• Pinguecola o pterigio
Gestione
• Ridurre il tempo d’uso
• Avvisare sugli effetti indotti dall’ambiente, ad esempio:
aria condizionata, video terminale, ecc...
• Utilizzare una lente con bordo più sottile
Cambiare
Umettabilità
Descrizione
• Vasi limbari congestionati
• Comune nella maggior parte dei portatori di lenti
morbide
• Spesso associata a ipossia corneale
• Altri stimoli chimici, osmotici, irritativi, fisici e
infiammatori, possono determinare un’iperemia
limbare
Segni
• Congestione dei vasi del limbus
Sintomi
• Nessuno
Incidenza
• Comune
Importanza
• Da bassa a moderata
Confronto con • Vascolarizzazione della cornea, ad esempio:
formazione di nuovi vasi
• Altre condizioni caratterizzate da iperemia
Interventi
• Aumentare l’ossigenazione della periferia corneale
applicando lenti con alto Dk/t o lenti RGP
• Ridurre il tempo di utilizzo
• La mancata eliminazione della causa potrebbe portare
alla vascolarizzazione della cornea
Cambiare
Consiglio
UP/UG
Dk Lac M
UP/UG
8
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Iperemia settoriale
Ipoestesia
(reazione allergica)
(riduzione della sensibilità corneale)
Descrizione
• Riduzione della sensibilità corneale che segue un
prolungato periodo d’ uso delle lenti
• È il risultato di una compromissione fisiologica cronica
Segni
• Riduzione della sensibilità tattile alla prova del contatto
con cotone idrofilo
Sintomi
• Nessuno
Incidenza
• Rara
Importanza
• Da moderata ad alta
Confronto con • Infezione erpetica e diabete possono indurre una
riduzione della sensibilità
• Riduzione della sensibilità dei margini palpebrali nei
portatori di lenti rigide
Descrizione
• L’iperemia settoriale è generalmente associata a
cheratite
• Può verificarsi in prossimità di un infiltrato corneale,
nel caso di cheratite marginale o in concomitanza con
reazioni di ipersensibilità al timerosal
Segni
• Iperemia localizzata che irradia dal limbus
• Si osserva spesso ad ore 4 e 8
• L’iperemia settoriale può “indicare” una cheratite
Sintomi
• Fastidio associato alla causa primaria
Incidenza
• Rara
Importanza
• Da moderata ad alta
Interventi
• Applicare lenti con alto Dk/t
• Ridurre il tempo di utilizzo delle lenti
Cambiare
Confronto con • Altri tipi di iperemia, ad esempio intrapalpebrale
Interventi
• Identificare la causa e trattare nel modo opportuno
cambiare
7 giorni
9
2003, vol. V, n. 2
Dk Lac M
UP/UG
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Lente aderente - lac M
Lente aderente - RGP
(lente immobile, binding)
(aderenza, impronta del bordo della lente, binding)
Descrizione
• Strato lacrimale, post lente, statico; lente morbida
bloccata
• Si manifesta con la chiusura delle palpebre, in caso di
lacrimazione eccessiva o dopo il contatto con acqua
(esempio: nuoto)
• Comunemente osservata dopo l’inserimento della lente
• Fattore implicato nella sindrome da lente immobile
Descrizione
• Distorsione della cornea
• Impronta meccanica causata da una lente RGP
immobile, utilizzata con modalità UP
Segni
• Accumulo di fluoresceina nel solco formato
dall’impronta del bordo della lente, in prossimità del
limbus
Segni
• Assenza di movimento durante l’ammiccamento
• Riflesso colorato del film lacrimale post-lente (vedi
figura)
Sintomi
• Il portatore può non avvertire alcun disturbo
• Si rileva l’immobilità della lente
Incidenza
• Occasionale
Sintomi
• Da nessuno a difficoltà nel rimuovere la lente
Importanza
• Moderata
Incidenza
• Comune in UP, occasionale in UG
Importanza
• Da bassa a moderata
Confronto con • Distorsione corneale
Interventi
Confronto con • Lente stretta
Interventi
• Applicare una lente più piatta se il movimento della
lente rimane minimo dopo un certo periodo d’uso.
Considerare l’applicazione di nuove lenti, utilizzando
ad esempio materiali ad alta bagnabilità, o ad alto Dk
• Evitare fattori ambientali predisponenti
• Applicare una lente utilizzando materiale più rigido
• Interrompere l’uso prolungato
• Consigliare al portatore di controllare ogni mattina il
movimento della lente
Cambiare
UG
Umettabilità
Cambiare
Dk Lac M
Consiglio
10
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Lente morbida - applicazione
errata
Lente RGP - applicazione errata
(decentramento, movimento eccessivo, lente immobile)
Descrizione
• Parametri della lente inadeguati ad ottenere una
centratura e movimento ottimale, un flusso d’ossigeno
e passaggio di ioni adeguato
• Tradizionalmente i parametri sui quali si interveniva
erano: il diametro, il raggio base e la curva periferica.
Recenti ricerche hanno messo in luce l’importanza di
fattori quali: lo spessore centrale della lente, lo spessore
al bordo, il materiale e la relativa percentuale
d’idratazione
Segni
• Lente decentrata
• Lente immobile o eccessivamente mobile
• Sollevamento del bordo della lente
Sintomi
• Viene avvertita la presenza della lente
• Visione fluttuante
• Altre complicazioni dovute dall’assenza di movimento
della lente
Incidenza
• Comune
Importanza
• Bassa
Confronto con • Congiuntivite papillare gigante - GPC
• Sindrome da lente immobile
• Lente aderente - lac M
Interventi
• La variazione della curva base, nelle lenti ultrasottili,
è molto più efficace sul centraggio piuttosto che sul
movimento
• Movimento eccessivo - lasciare che la lente si assesti,
aumentare il diametro, diminuire lo spessore della
lente, stringere la curva base
• Movimento insufficiente - Lasciare che le lente si
assesti, diminuire il diametro, aumentare lo spessore,
appiattire la curva base, sostituire con una lente tornita
• Decentramento - aumentare il diametro, stringere la
curva base o applicare una lente con diversa geometria
Cambiare
Descrizione
• Parametri della lente RGP inadeguati che non
permettono una visione stabile e un buon comfort
• Il diametro, il raggio o la curva periferica potrebbero
essere sbagliati
Segni
• Le caratteristiche di una buona applicazione includono
un corretto allineamento fra il raggio base e le curve
corneali; un diametro sufficiente da permettere alla
lente, se possibile, di infilarsi sotto la palpebra
superiore; un sufficiente, ma non eccessivo,
appiattimento periferico e bordi arrotondati
• L’applicazione interpalpebrale, utilizzando un diametro
più piccolo, è una diversa filosofia applicativa, indicata
per coloro che hanno una palpebra superiore alta oppure
quando è richiesto un diametro totale più piccolo, come
nel cheratocono avanzato
Sintomi
• Diminuzione o instabilità del visus
• Maggior percezione della lente
Incidenza
• Comune
Importanza
• Bassa
Confronto con • Distorsione della cornea
• Sindrome da esaurimento corneale
• Cheratocono
Interventi
• La lente scende - diminuire il diametro della lente e lo
spessore
• La lente sale - aumentare il diametro della lente,
aumentare lo spessore centrale, diminuire lo spessore
o il clearance al bordo
• Eccessivo movimento o decentramento della lente aumentare il diametro della lente
• Considerare l’applicazione di lenti RGP toriche se
l’astigmatismo corneale è >2 D
Cambiare
Applicare lenti RGP
11
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Lenti con colorazione
(lenti colorate, lenti con colorazione opaca, lenti con
iride stampata)
Lenti - errato orientamento della
toricità
1.Prisma
4.Dinamica
2.Troncatura e prisma
5.Prisma inverso
3.Periballast
6.Area di stabilizzazione
Descrizione
• Ragioni cosmetiche per un soggetto che vuole coprire
una cicatrice corneale o cambiare il colore degli occhi
Descrizione
• L’asse della lente morbida torica non si posiziona
correttamente o tende a spostarsi
Segni
• Occhio danneggiato o con cicatrice
• Aniridia
• Anomalie oculari che possono causare abbagliamento
debilitante, diplopia o poliopia
• Deviazione degli assi visivi che inducono diplopia non
trattabile
Segni
• I segni di riferimento non sono correttamente
posizionati
• È richiesta una sovrarefrazione sfero-cilindrica
Sintomi
• Visione ridotta o variabile
Incidenza
• Comune
Importanza
• Moderata
Sintomi
• Portatori con occhi scuri interessati ad avere occhi chiari
Incidenza
• Non frequente
Importanza
• Non definibile (legata al beneficio per il portatore)
Confronto con • Le lenti a contatto sono l’unica modalità in grado di
modificare in tutta sicurezza, in maniera effettiva e
reversibile, il colore degli occhi
Interventi
• Vasta scelta di lenti disponibili:
- Le tinte traslucide cambiano il colore di iridi chiare
- Le lenti opache con matrice a punti sono le più efficaci
nel cambiare il colore di occhi normali
- Le lenti con colorazioni particolari “wild” hanno colori
brillanti e immagini adatte ad ogni occasione
- Le lenti con iridi stampate o dipinte a mano vengono
richieste per migliorare l’aspetto estetico di occhi
affetti da particolari condizioni patologiche
- Le lenti con pupilla nera possono essere usate nei casi
non trattabili di diplopia, poliopia e abbagliamento
Cambiare
Confronto con • Variazione della refrazione oculare
• Per una conferma empirica del potere torico della lente
controllare:
(1) rapporto fra le curve corneali e il diametro
(2) relazione con la correzione refrattiva
(3) rapporto fra astigmatismo totale e astigmatismo
corneale
Interventi
• Se asintomatico, nessun trattamento
• Riordinare una nuova lente che compensi la rotazione
dell’asse.
• Cambiare la geometria della lente (la figura in alto ne
mostra alcune. L’ombreggiatura corrisponde alle zone
di stabilizzazione più spesse).
• Aumentare il diametro della lente, entro limiti
ragionevoli, in modo da migliorare la stabilizzazione
Cambiare
12
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Lenti - imperfezione
Lenti - rottura
(difetto)
(lente scheggiata, lacerata)
Descrizione
• La varietà dei difetti riscontrabili nelle lenti RGP e
morbide, sono dovute a lavorazioni inadeguate o
alterazioni durante l’uso
Descrizione
• Lacerazioni delle lenti morbide possono avvenire per
cattiva manipolazione o per adesione della lente al
contenitore
Segni
• Colorazioni fluoresceiniche localizzate spesso si
riscontrano nella regione corneale e congiuntivale
interessata dal difetto
• L’imperfezione della lente può risultare più o meno
evidente ad una osservazione macroscopica
Segni
• Colorazioni fluoresceiniche localizzate spesso si
riscontrano nella regione corneale e congiuntivale
interessata dal difetto
• La lacerazione può essere più o meno visibile ad una
osservazione macroscopica
Sintomi
• Da nessuno a drastica riduzione del comfort durante
l’uso che scompare rapidamente dopo la rimozione
della lente
Sintomi
• Da nessuno a drastica riduzione del comfort durante
l’uso che scompare alla rimozione della lente
Incidenza
• Comune
Incidenza
• Comune
Importanza
• Bassa
Importanza
• Bassa
Confronto con • Lacerazione della lente
• L’utilizzazione di un’altra lente con gli stessi parametri
(eventualmente quella dell’altro occhio) permetterà
di accertare se la lente è difettosa
Confronto con • Difetto della lente
• L'utilizzazione di un’altra lente con gli stessi parametri
(eventualmente quella dell’altro occhio) permetterà di
accertare se la lente è difettosa
Interventi
Interventi
• Di fatto, tutti i difetti comportano la sostituzione della
lente
Sostituire
• Di fatto, tutti i difetti comportano la sostituzione della
lente
• Accertare gli eventi che hanno portato alla lacerazione
della lente e fornire utili consigli al portatore in modo
che l’inconveniente non si ripeta
Sostituire
Consiglio
13
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Mucin balls
Microcisti e vacuoli
(sfere di muco, agglomerato di lipidi, dimple veiling)
Descrizione
• Le microcisti sono cellule non completamente formate
che migrano, attraverso l’epitelio, durante il normale
ricambio cellulare
• Hanno una origine ipossica. Possono anche essere
associate a fenomeni di tossicità con le soluzioni
• I vacuoli sono spazi intracellulari contenenti del
liquido la cui origine è sconosciuta
Descrizione
• Accumuli focali di muco, lipidi e proteine, o una
combinazione di questi, nel film lacrimale post-lente
• Fenomeno molto comune se si utilizzano lenti in
silicone idrogel con modalità UC, ma non esclusivo di
questa modalità d’utilizzo
• Possono essere prodotte dall'interazione fra le forze
di sfregamento e le proprietà di superficie della lente
Segni
• Piccole vescicole visibili in retro-illuminazione
• Le microcisti, in retro illuminazione, presentano
un’illuminazione rovesciata a causa di un elevato indice
di rifrazione
• I vacuoli presentano un’illuminazione “non
rovesciata”, sono più grandi e di forma più rotonda
• Può essere osservata una colorazione fluoresceinica
puntiforme (SEAL - colorazione da tensione palebrale
pag. 19/2)
Segni
• Accumuli sferoidali (particelle che rifraggono la luce)
sotto la lente a contatto, molto comuni sotto la palpebra
superiore
• Presentano un’illuminazione rovesciata se osservate in
retro-illuminazione periferica
• Molte scompaiono alla rimozione della lente, ma
alcune possono rimanere temporaneamente sulla
cornea
• Accumulo di fluoresceina nelle impronte lasciate dalla
mucin balls (vedi pag. 25/1 Dimple veiling)
Sintomi
• Da nessuno a lieve irritazione
Sintomi
• Nessuno
Incidenza
• Occasionale
Incidenza
Importanza
• Da bassa a moderata
• Occasionale, benché comune nell’ utilizzo del silicone
idrogel con modalità UC
Confronto con • Edema microcistico (edema epiteliale)
Importanza
• Bassa
Interventi
Confronto con • Microcisti- mucin balls. La maggior parte delle mucin
balls scompare alla rimozione della lente; le microcisti
rimangono per giorni o settimane
• La presenza di microcisti e vacuoli nel UC/UP, indica
la necessità di aumentare il Dk/t della lente, ridurre il
numero di notti/settimane di utilizzo prolungato o
passare a un utilizzo giornaliero
• Si può osservare un aumento temporaneo del numero
di microcisti dopo l’interruzione dell’uso prolungato o
passando da una lente a basso Dk/t ad una lente con un
valore più alto
Interventi
• Nessuno, controllare
Rivedere
Cambiare
Dk Lac M
UG
14
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Opacità
Ortocheratologia
(cicatrice stromale)
(rimodellamento corneale, riduzione della miopia)
Descrizione
• L’opacità corneale può essere il risultato di diverse
condizioni infiammatorie a carico dello stroma
• Un danno allo stroma, generalmente, lascia una
cicatrice residua
• L’opacità può essere di vecchia data e non avere
nessuna relazione con le attuali abitudini di utilizzo
delle lenti
Descrizione
Segni
• Zona opaca nello stroma
• Possibile colorazione con fluoresceina se la lesione è
attiva
• Particolare tecnica d’impiego delle lenti a contatto
• Riduzione della miopia per mezzo di lenti che
modificano meccanicamente la forma della cornea
• Si applicano lenti a contatto RGP a geometria inversa,
solitamente più piatte, di parecchi decimi di millimetro,
rispetto ai raggi corneali. Ora esistono geometrie
sofisticate, dove la sagittale della lente corrisponde,
in maniera ottimale, a quella della cornea
• Una volta che la forma della cornea è stata modificata,
i portatori necessitano solo di un uso limitato delle lenti
per il controllo dell’errore refrattivo
• Tecnica consigliata per miopie lievi o moderate
Sintomi
• Nessuno se l’opacità è piccola e periferica
• Riduzione della AV e fotofobia in presenza di opacità
estese e centrali
Segni
• Applicazione piatta di una lente a geometria inversa
• La topografia corneale evidenzia un appiattimento
centrale della cornea
Sintomi
• I portatori possono lamentare una visione fluttuante
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Da moderata ad alta
Confronto con •
•
•
•
Interventi
Cheratite ulcerativa
Infiltrati
Sindrome da esaurimento corneale
Emorragia
• Stabilire se è in atto un processo infiammatorio e
trattarne la causa
• La presenza di una regione opaca inattiva, non necessita
di trattamento
• Si devono adottare tutte le precauzioni per evitare che
si presentino nuovamente le condizioni che hanno
determinato la formazione dell’opacità
• Dimensioni e posizione dell’opacità devono essere
annotate con precisione per agevolare i successivi
controlli
Confronto con • Distorsione corneale
• Trattamento con laser a eccimeri, dove l’appiattimento
corneale è più pronunciato
Interventi
• Esistono varie tecniche applicative per ottenere il
miglior risultato
• I portatori presentano elasticità e malleabilità corneali
diverse
• L’uso notturno delle lenti può evitarne l’utilizzo durante
il giorno
Cambiare
Consiglio
15
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Polimegatismo
Pieghe e strie
(pieghe endoteliali, pieghe stromali profonde, strie)
Descrizione
Segni
• Pieghe determinate da un aumento dell’idratazione
dello stroma posteriore
• Le pieghe sono causate da ipossia; si manifestano con
un edema >10%
• Le strie si presentano con un edema stromale >5%. Il
loro numero è correlato al grado di rigonfiamento
corneale
• Visibili al mattino presto nei portatori di lenti a contatto
idrogel con modalità UP o nei portatori di lenti positive
con modalità UG
• Le pieghe appaiono come linee brillanti ad una
illuminazione diretta dello stroma profondo, o come
linee scure se osservate con la riflessione speculare
dell’endotelio
• Nel caso delle pieghe le linee si incrociano o sono
ramificate
• Le strie si presentano, nello stroma profondo, come
linee verticali sottili che non tendono a ramificare
Descrizione
• Variazione della forma e della dimensione delle cellule
endoteliali
• Si ritiene che sia provocato dall’acidosi corneale
cronica conseguente all’uso di lenti a contatto con un
basso Dk/t
• Comune nei portatori che usano lenti a contatto da
lungo tempo, soprattutto lenti in PMMA e morbide di
spessore elevato
Segni
• Variazione della dimensione delle cellule endoteliali
visibili in riflessione speculare
Sintomi
• Nessuno
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Moderata
Sintomi
• Sensibilità alla luce intensa
Confronto con • Altre variazioni endoteliali; vedi l’indice di
consultazione rapida (pag. 7/1)
• Sindrome da esaurimento corneale
Incidenza
• Occasionale
Interventi
Importanza
• Moderata
• Applicare una lente con un alto Dk/t
Confronto con • Terminazioni nervose corneali che possono partire dal
limbus
Interventi
• Passare all’uso giornaliero o aumentare il Dk/t
• Trattare come edema stromale (pag. 27/1)
Dk Lac M
UG
Dk Lac M
UP/UG
16
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Presbiopia
Precipitati cheratici
(deposito di cellule infiammatorie sull’endotelio, uveite)
1. monovisione
L
2. concentrica
V
L
V
3. asferica
Descrizione
Segni
• Deposito di pigmento o materiale infiammatorio sulla
superficie posteriore della cornea
• Indicano un’uveite attiva o pregressa
• Evento poco frequente generato da: trauma, infezione,
reazione allergica, malattia sistemica o altre cause
• L’incidenza dell’uveite attiva è maggiore nella fascia
d’età compresa fra 20 e 50 anni ed è comunemente
associata a condizioni auto-immuni
• Di solito è unilaterale
• Precipitati cheratici
• Se è presente un’uveite attiva: intorbidimento del umor
acqueo, iperemia pericheratica improvvisa, pupilla
dilatata e cornea guttata
• Se grave, può portare ad una riduzione della AV, edema
corneale (strie), ipopion e sinechia dell’iride
Sintomi
• Nessuno se inattiva
• In caso di uveite attiva, oltre al dolore, sarà presente
fotofobia, visione fluttuante e lacrimazione, in uno o
in entrambi gli occhi
Incidenza
• Rara
Importanza
• Da alta a severa
4. RGP traslante
L
L
V
V
Descrizione
• Riduzione, dovuta all’età, dell’ampiezza accomodativa
Segni
• Ampiezza accomodativa insufficiente per la visione da
vicino
• Si presenta, normalmente, dopo i 40 anni
Sintomi
• I soggetti lamentano “braccia troppo corte” o vicino
annebbiato
Confronto con • Insufficienza accomodativa e/o della convergenza in
soggetti più giovani
Interventi
• Scegliere tra le geometrie delle lenti mostrate in alto
quando richieste per un uso occasionale piuttosto che
continuativo
• La monovisione spesso garantisce buoni risultati
• L’astigmatismo non corretto è più problematico con la
monovisione e le lenti bifocali piuttosto che con altri
tipi di correzioni
• È possibile usare modalità correttive diverse, ad
esempio: visione corretta per lontano in un occhio e una
lente bifocale nell’altro (monovisione modificata)
• Usare il “mezzo occhiale” o un’occhiale progressivo
con potere neutro per lontano, se si utilizzano lenti a
contatto
Confronto con • Blebs endoteliali, guttata e depositi
• Condizioni infettive e infiammatorie del segmento
anteriore dell’occhio
Interventi
• Nessuno in assenza di un’infiammazione attiva
• In caso di uveite attiva, interrompere l’utilizzo delle
lenti e trattare con steroidi, cicloplegici e midriatici
• Identificare la causa
• È richiesta una particolare attenzione nell’applicare
lenti a contatto in soggetti che hanno, nella loro
anamnesi, uveiti ricorrenti
altro
e
17
2003, vol. V, n. 2
dove necessario
5. difrattiva
Cambiare
Consiglio
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Pseudopterigio
Riduzione del comfort
Descrizione
• Lesione vascolarizzata, non comune, della periferia
della cornea
• Può manifestarsi in seguito alla cronicizzazione
dell’iperemia ore 3 & 9, nei portatori di lenti RGP
• Si ritiene che si sviluppi in corrispondenza del limbus
in aree non adeguatamente umettate e interessate da
una cheratopatia epiteliale puntiforme
Segni
• Lesione di forma triangolare che invade la cornea
partendo dalla congiuntiva bulbare
• Area di ispessimento dell’epitelio, associata a sviluppo
di vasi e iperemia congiuntivale e limbare
Sintomi
• Il soggetto può osservare un’area arrossata
• Potrebbe avvertire un leggero senso di irritazione o
puntura
Incidenza
• Rara
Importanza
• Da moderata ad alta
Confronto con • Il vero pterigio è una condizione degenerativa e
iperplastica in cui il tessuto congiuntivale invade la
cornea
• Lo Pseudopterigio può anche manifestarsi nella
degenerazione marginale di Terrier, con un trauma
oculare o con un ulcera corneale marginale
Interventi
• Eliminare l’iperemia ore 3 & 9 modificando la
geometria interna della lente RGP
• Passare alle lenti morbide
• Usare soluzioni umettanti o ridurre i tempi d’uso
Caratteristiche
Tipo
Manifestazione
del fenomeno
Lateralità
Alternative
Bruciore
Sabbia
Calore
Irritazione
Prurito
Sfregamento
Dolore
Affaticamento
Fastidio
Lacrimazione
Costante
Intermittente
Notturna
Da Vicino
Da lontano
Senza lente
Monolaterale
Bilaterale
Descrizione
• Sensazione di fastidio provocato dalla lente, dalle
soluzioni per la manutenzione o da fattori oculari
• Le caratteristiche della riduzione del comfort includono
il tipo, la ricorrenza e la lateralità (come indicato nella
tabella)
• La presenza di sintomi quali sfregamento o visione
“acquosa”, è segnalata da meno del 10% dei portatori
di lenti HEMA
Segni
• Variabili, dipendenti dalla causa evidenziata
Sintomi
• Sfregamento, sabbia - solitamente associati a corpo
estraneo, difetti della lente o infezione batterica
• Prurito - solitamente associato a reazioni allergiche
• Calore, bruciore - sintomo associato frequentemente a
infezione virale
• Secchezza - vedere la scheda relativa (pag. 19/2)
• Affaticamento, fastidio o indolenzimento - possono
essere sintomi legati ad anomalie della visione
binoculare
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Da moderata ad alta a seconda dei segni e dei sintomi
associati
Confronto con • Sintomi di secchezza oculare.
• Vedi tabella di controllo in “indice di consultazione
rapida” (pag. 9/1)
Gestione
• Agire direttamente sulla causa del fastidio
Cambiare
Lac G
UP/UG
18
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
SEAL - lesione epiteliale arcuata
superiore
Secchezza
(occhio secco, disidratazione)
(disepitelizzazione da tensione palpebrale)
Descrizione
• Disepitelizzazione arcuata della zona periferica della
superficie corneale
• Spesso è localizzata nella regione corneale superiore,
normalmente coperta dalla palpebra
• La parte superiore della cornea è, di fatto, sempre
coperta dalla palpebra superiore anche quando l’occhio
è aperto
Segni
• Colorazione corneale arcuata nella regione corneale
superiore
Sintomi
• Da nessuno a lieve fastidio
Incidenza
• Comune
Importanza
• Da bassa a moderata
Descrizione
Segni
Sintomi
• Secchezza
• Più marcata alla fine della giornata
Incidenza
• Comune
Importanza
• Da bassa a moderata dipendentemente dalla gravità dei
sintomi
Confronto con • Altri quadri fluoresceinici
• SLK
Interventi
• Controllare con attenzione, fino alla risoluzione, se si
utilizzano lenti con modalità UC/UP
• Se la disepitelizzazione è grave, può essere necessario
sospendere l’utilizzo delle lenti a contatto
• Ripetere l’applicazione se recidivante
• Sensazione molto comune lamentata dai portatori di
lenti a contatto morbide
• Le cause possono essere molteplici, ma è implicita
un’insufficienza lacrimale
• Maggior frequenza con lenti vecchie
• Maggior frequenza nelle donne che fanno uso di
contraccettivi orali
• Da nessuno a vari a insufficienza lacrimale e
disidratazione dei tessuti nella zona interpalpebrale
• Scarso film lacrimale pre-lente
Confronto con •
•
•
•
Blefarite/ Anomalia dello strato lipidico
Sindrome da occhio secco
Ammiccamento - incompleto
Instabilità del film lacrimale, dellen, colorazione
congiuntivale
• Vedi tabella di controllo in “indice di consultazione
rapida” (pag 8/1)
Interventi
• Lacrime artificiali
• Consigliare l’utilizzo di soluzioni senza conservanti
come il perossido d’idrogeno
• Applicare lenti disposable
• Applicare lenti con diverso contenuto d’acqua
• Applicare lenti RGP
• Esercizi di ammiccamento
Umettabilità
cambiare
Cambiare
Dk Lac M
Lac G
Consiglio
UP/UG
19
2003, vol. V, n. 2
Dk Lac M
altro
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Sindrome da esaurimento
(sindrome da esaurimento corneale)
SLK - cheratocongiuntivite
limbare superiore
Descrizione
• Distorsione corneale in seguito a un lungo periodo di
utilizzo (>10 anni) di lenti in PMMA o lenti in HEMA
molto spesse
• Causata da ipossia cronica e/o ipercapnia
• Compare ogni qual volta c’è uno scompenso corneale
indotto da una disfunzione endoteliale
Descrizione
• Reazione infiammatoria della cornea nella regione
limbare superiore
• Può manifestarsi con soluzioni contenenti timerosal,
in risposta a ipossia o come reazione allergica
• Bilaterale
• Più comune con lenti morbide toriche
Segni
•
•
•
•
Segni
• La regione corneale superiore presenta una cheratite
puntata superficiale che può portare ad opacità
subepiteliali e infiltrati
• Possibile formazione di un panno corneale che può
interessare l’intera cornea
Sintomi
• Intolleranza alle lenti a contatto
• Diplopia monoculare
Sintomi
• Bruciore o sensazione di puntura al momento
dell’inserimento della lente
Incidenza
• Rara
Importanza
• Alta
Improvviso cambiamento della rifrazione
Aumento dell’astigmatismo
Modificazioni endoteliali
Opacità stromale
Incidenza
• Rara
Importanza
• Alta
Confronto con • Distinguere da altre cause che portano a distorsione
corneale
Confronto con • Altri quadri fluoresceinici
Interventi
Interventi
• Limitare il tempo d’uso
• Applicare lenti morbide o RGP ad alto Dk
• Usare soluzioni senza conservanti
• Ridurre il tempo d’uso
• Incrementare il Dk/t delle lenti
Cambiare
Dk Lac M
UP/UG
Lac G
cambiare
UP/UG
20
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Soluzioni - ipersensibilità
Soluzioni - tossicità
(cheratite infiltrativa, sensibilità al timerosal)
Descrizione
• I conservanti, e in particolare il timerosal, possono
scatenare una risposta immunitaria
• Più comune nei portatori di lenti a contatto morbide
• La sensibilizzazione può presentarsi dopo mesi o anni.
• Reazione rapida dopo l’inserimento della lente nei
soggetti sensibili; può essere osservata la presenza di
infiltrati nelle prime 24 ore
• Bilaterale
Segni
• Iperemia congiuntivale bilaterale
• La cheratite infiltrativa nella SLK, può presentarsi
diffusa o isolata
Sintomi
• Prurito e iperemia congiuntivale
Incidenza
• Rara, ora che il timerosal viene utilizzato di rado
Importanza
• Da moderata ad alta
Confronto con • Reazioni tossiche alle soluzioni
• Infiltrati/ cheratite marginale
• Reazione a farmaci topici
Descrizione
• Distruzione localizzata del tessuto epiteliale
• Effetti derivanti dalla tossicità dei componenti delle
soluzioni per la manutenzione quali: perossido
d’idrogeno, timerosal, cloruro di benzalconio,
clorexidina e polyquad
• Gli effetti sono legati alla concentrazione e al dosaggio
dei componenti
• Incidenza pari al 1% nei portatori di lenti morbide
• Si sviluppa generalmente dopo alcuni mesi di uso
• Bilaterale
Segni
• Cheratite puntata superficiale
• Assenza di infiltrati corneali
Sintomi
• Bruciore o sensazione di puntura al momento
dell’inserimento della lente
• Problemi visivi nei casi più gravi
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Moderata
Confronto con • Reazione di ipersensibilizzazione
Interventi
• Utilizzare soluzioni che non contengano timerosal
• L’arrossamento e l’irritazione scompaiono dopo 48 ore
dalla rimozione della lente; gli infiltrati solitamente
dopo una settimana
• Interrompere l’utilizzo delle lenti fino alla scomparsa
degli infiltrati
• Per ridurre i rischi applicare lenti che richiedano una
manutenzione minima come le lenti giornaliere o in
silicone idrogel
Lac G
cambiare
fino alla risoluzione
21
2003, vol. V, n. 2
Dk Lac M
Interventi
• Utilizzare soluzioni senza conservanti
• Consigliare al portatore si sciacquare le lenti con una
soluzione salina prima di indossarle
• Per ridurre i rischi applicare lenti che richiedano una
manutenzione minima come le lenti giornaliere o in
silicone idrogel
cambiare
Consiglio
oppure
Lac G
Dk Lac M
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Vascolarizzazione - superficiale
e dello stroma profondo
Wrinkling / corrugamento
epiteliale, corneale
(neovascolarizzazione)
(pieghe)
Descrizione
• Penetrazione di vasi nella cornea provenienti, in
particolar modo, dalla zona limbare superiore
• È causata da ipossia corneale
• Fenomeno comune associato all’utilizzo di lenti a
contatto morbide
• Generalmente superficiale, ma con; può anche
presentarsi a livello dello stroma profondo
• Bilaterale
Descrizione
• Alterazione della forma della cornea a causa della
pressione meccanica della lente o dagli effetti derivanti
dalla disidratazione
• Può essere più comune con lenti sottili ad alta idrofilia
Segni
• Accumulo di fluoresceina negli avvallamenti
• Mire cheratometriche distorte dopo la rimozione della
lente
• Superficiale: penetrazione nella cornea dei vasi limbari
• Stroma profondo: formazione di vasi sanguigni nello
stroma
Sintomi
• Diminuzione della AV
Incidenza
• Rara
• Nessuno, ma può avere effetti sulla visione a causa
delle opacità associate in caso di vascolarizzazione
dello stroma profondo
Importanza
• Da moderata ad alta
Segni
Sintomi
Incidenza
• Occasionale
Importanza
• Alta
Confronto con • Distorsione corneale
• Altri quadri fluoresceinici
Interventi
• Sostituzione della lente
Confronto con • Iperemia limbare
• Differenziazione fra superficiale e profonda
Interventi
• Applicare lenti con alto Dk/t
Cambiare
Cambiare
Dk Lac M
UG
Dk Lac M
22
2003, vol. V, n.2
SEZIONE 2
C ONSIDERAZIONI SULLE
MODALITÀ D ’ INTERVENTO
23
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
1. Principi
d’intervento
Una volta che una determinata condizione è stata riconosciuta, è importante
tener presente che le alternative d’intervento sono contenute.
Sostituzione delle lenti
Modifica del sistema di manutenzione
INTERVENTO
Visita specialistica e terapia
Variazione del numero d'ore d’uso
MODIFICA
Consigli al portatore
Modifica del sistema di manutenzione
Le attuali soluzioni uniche sono molto efficaci, hanno una
bassissima tossicità e sono il sistema di manutenzione scelto
da molti portatori di lenti a contatto. L’uso di soluzioni per
cambiare
la manutenzione potrebbe essere evitato se si prescrivessero
solo lenti giornaliere e lenti ad alto Dk con modalità UP.
Altri sistemi di manutenzione, potenzialmente, possono
portare a complicazioni.
La disinfezione termica può favorire la formazione di
depositi; un sistema al perossido d’idrogeno può lasciare dei
residui se usato impropriamente; gli ultrasuoni possono
essere inefficaci; una disinfezione a freddo può portare ad
allergie o reazioni tossiche. Un incremento della formazione
di depositi può richiedere l’utilizzo di un trattamento
enzimatico.
Visita di controllo
Nessun altro
problema
Azioni terapeutiche
Occasionalmente possono manifestarsi delle complicazioni
che richiedono un intervento terapeutico dopo che il
altro
soggetto è stato sottoposto a una visita specialistica.
Sostituzione delle lenti
Sostituire
Uno degli interventi più comuni consiste nella sostituzione
delle lenti in uso con altre dello stesso tipo, quando il
portatore utilizza lenti convenzionali o disposable. Questa
soluzione è indicata quando si sospettano problemi legati
alla presenza di depositi o imperfezioni sulla lente.
Cambio delle lenti
Un altro degli interventi più comuni consiste nel cambiare
le lenti utilizzate con altre di diversa tipologia. Le possibilità
sono:
Lac G
Dk Lac M
Umettabilità
Cambiare
Cambiare con una lente giornaliera.
Cambiare con lenti morbide ad alto DK. Queste lenti offrono
una trasmissibilità all’ossigeno e una biocompatibilità
migliori di quelle offerte dalle lenti convenzionali.
Tempo o modalità d’uso
Complicazioni croniche indotte dalle lenti a
contatto, quali la neovascolarizzazione o la
congiuntivite papillare, possono rendere
UP/UG
indispensabile una riduzione delle ore d’uso
o della modalità con cui vengono indossate.
UG
Questi interventi possono essere effettuati in
combinazione con altri. Spesso il portatore
non si rende conto del legame tra le
complicazioni che possono insorgere è il tempo di utilizzo
delle lenti. È possibile, inoltre, modificare il tempo d’uso,
passando dalla modalita UC alla UG o alla sospensione
dell’uso delle lenti a contatto.
Consigli
Consiglio
Sostituire con lenti ad alta bagnabilità e con una ridotta
disidratazione in vivo.
Altri cambiamenti consistono nel: sostituire la geometria
della lente, la curva base e il diametro; la sostituzione con
lenti più specifiche, come le lenti toriche, bifocali e
asferiche; la sostituzione di una lente morbida con una RGP,
come ad esempio nel cheratocono; passare da lenti
disposable a lenti convenzionali se sono necessari parametri
particolari, come nel caso di astigmatismi elevati.
Dare consigli al portatore ad ogni visita di controllo e
assicurarsi che siano stati compresi. Gli aspetti sui quali
vale la pena insistere sono: indicazioni su una corretta
manutenzione, possibili interazioni con i farmaci , con
l’ambiente, con alcuni sport come il nuoto o lo squash,
nonché gli eventuali interventi citati in questa sezione.
I vari consigli dovrebbero essere sempre annotati sulla
scheda del portatore.
Visita di controllo
Ad ogni visita di controllo è opportuno concordare con il
Rivedere
portatore la data della visita successiva in moda da garantire
la continuità del trattamento. Le visite di controllo sono
una parte essenziale della gestione del portatore sia nel caso
in cui l’appuntamento sia necessario per valutare la
risoluzione della complicazione, e venga preso per lo stesso
giorno o il giorno successivo, sia nel caso in cui si tratti
di una regolare visita di controllo (6 o 12 mesi). Deve essere
fatto sia nel caso in cui l’appuntamento sia necessario per
valutare l’evoluzione di una complicazione legata all’uso
delle lenti.
24
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
2. Raccomandazioni
cliniche generali
3. Riferimenti
eziologici
Applicazione
1.
Il diametro è il parametro più importante nelle lenti RGP, molto più
della curva base.
2.
Non esiste una lente che vada bene per tutti.
3.
La lente per il porto continuo perfetto non è stata ancora inventata.
Ogni condizione descritta in questa guida è stata identificata in base alle
cause (eziologia) più probabili che la hanno determinata. In questa sezione
cercheremo di descrivere brevemente i cinque fattori eziologici comuni.
Questo dovrebbe facilitare la comprensione dell’insorgenza e dell’evoluzione
di un particolare quadro clinico, nonché la scelta delle strategie di intervento
più idonee.
La pressione parziale di anidride carbonica negli strati corneali anteriori è
molto bassa quando l’occhio è aperto, mentre, quando l’occhio è chiuso, la
tensione della anidride carbonica, nell’intera cornea, è generalmente
uniforme e ha un valore di 55mmHG. La permeabilità all’anidride carbonica
è proporzionale alla permeabilità all’ossigeno del materiale della lente a
contatto; è numericamente superiore di 21 volte per le lenti morbide è di 7
volte per le lenti RGP.
Il grafico mostra l’accumulo di anidride carbonica sotto vari tipi di lenti in
condizione di occhio aperto. Le lenti disposable in commercio sono
equiparabili alle lenti “Z-67”. Il valore espresso dalle nuove lenti in silicone
idrogel è paragonabile al dato “no lente” sia per l’occhio chiuso che per
quello aperto.
Tipo di lente
25
2003, vol. V, n. 2
No lente
PMMA
Occhio
chiuso
Boston IV
Equalens
Advent
Occhio Aperto
Z-67
Consigli al portatore
1.
Scrivere sempre i suggerimenti dati al portatore e gli appuntamenti
concordati.
2.
Far eseguire, al momento del risveglio, l’autovalutazione ai portatori
di lenti con modalità UC/UP: “I miei occhi stanno bene (occhi
bianchi), mi sento bene, vedo bene?”
Ad occhio chiuso la disponibilità di ossigeno si riduce a circa 55mmHg,
un terzo rispetto a quella ottenibile a occhi aperti. Considerando questi
valori, la lente a uso prolungato (UC/UP) ideale dovrebbe avere un Dk/t
cinque volte superiore a quello di una lente a uso giornaliero (UG) vale a
dire circa 75x10-9 Barrer/cm. La trasmissibilità minima suggerita per un
porto continuo (UC/UP) dovrebbe essere di circa 125x10-9 Barrer/cm. Le
nuove lenti in silicone idrogel hanno un Dk/t superiore a 100 e dovrebbero,
quindi, garantire un uso continuo sicuro per tutti i portatori.
zero-6
Soluzioni per la manutenzione delle lenti
1.
Controllare le date di scadenza delle soluzioni.
2.
Applicare un’etichetta sul contenitore delle lenti e annotare la data
di sostituzione, nome del portatore e dell’applicatore.
3.
I vantaggi del ricambio frequente sono minimi se la soluzione e il
contenitore porta lenti non sono sostituiti regolarmente.
4.
Gli utilizzatori occasionali dovrebbero disinfettare le lenti almeno
una volta ogni quindici giorni, anche se le lenti non vengono
utilizzate.
5.
Il totale rispetto delle regole legate alla manutenzione è un utopia.
6.
Ricordare ai portatori di non usare l’acqua del rubinetto e soluzioni
saline non preservate così da ridurre i rischi di contaminazione.
7.
Per i portatori che vogliono sciacquare le lenti prima di indossarle,
consigliare una soluzione salina preservata. Per i portatori di lenti a
contatto morbide con modalità UC/UP, consigliare le nuove soluzioni
disinfettanti monodose.
La normale domanda di ossigeno viene soddisfatta, nell’uso giornaliero
(UG), dalle numerose lenti a contatto morbide o RGP attualmente disponibili
in commercio, caratterizzate da una trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) >
25x10-9 Barrer/cm. Notare che la trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) di una
lente a contatto, dipende direttamente della permeabilità all’ossigeno del
materiale (Dk) ed è inversamente proporzionale allo spessore della lente (t).
Una lente positiva tende ad avere un ridotto Dk/t perché ha un maggior
spessore centrale.
No lente
Diagnosi
1.
Accertare se il disturbo diminuisce alla rimozione della lente.
2.
Accertare se il fastidio è presente anche senza ammiccamento o ad
occhi chiusi.
3.
Comparare la miglior AV ottenuta con le lenti a quella ottenuta con
gli occhiali.
4.
Monolaterale o bilaterale.
5.
Scambiare le lenti del portatore in maniera da evidenziare le cause
del fastidio o della riduzione della AV.
1. Ipossia e ipercapnia
La ridotta disponibilità di ossigeno (ipossia) e l’accumulo di anidride
carbonica (ipercapnia) sotto la lente a contatto, sono tra le cause principali
delle patologie indotte dalle lenti a contatto. L’ossigeno necessario alla cornea
per il metabolismo è assicurato dall’aria, quando gli occhio sono aperti, e
dai vasi sanguigni della congiuntiva tarsale, quando gli occhi sono chiusi.
La pressione parziale dell’ossigeno, necessaria alla cornea umana per le sue
normali funzioni, è di circa 75 mmHg, anche se questo valore può presentare
notevoli variazioni individuali.
Pressione dell’anidride carbonica (mmHg)
Controllo
1.
Per prima cosa misurare il visus.
2.
Un controllo senza la lampada a fessura e senza la fluoresceina è
inadeguato.
3.
La valutazione della colorazione fluoresceinica deve essere fatta
utilizzando un’illuminazione blu cobalto e un filtro d’osservazione
giallo Wratten #12.
4.
L’eversione palpebrale è una parte essenziale di ogni visita di
controllo.
5.
I 4 segni più importanti, osservabili in lampada a fessura, che indicano
una condizione di stress corneale sono: iperemia,, microcisti/vacuoli,
alterazione endoteliale e colorazione fluoresceinica.
6.
PEDAL. Per differenziare un’ulcera da un infiltrato, considerare:
dolore (Pain), alterazione dell’epitelio (Epithelial defect), secrezione
(Discharge), reazione in camera anteriore (Anterior chamber reaction)
e localizzazione (Location).
7.
È facilmente riscontrabile una differenza di comfort fra i due occhi.
Sostituire simultaneamente le lenti in modo che abbiano sempre la
stessa età.
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Tabella:Trasmissibilità all’ossigeno (Dk/t) delle lenti più comuni con potere
di -3.00D. Lo spessore delle lenti varierà a seconda del potere e della
geometria; il valore di Dk/t espresso in questa tabella deve essere considerato
come un valore indicativo.
Produttore
Contenuto
d’acqua
Spessore
nominale centrale (mm)
(%)
at -3.00
Dk/T
medio *
Focus Night & Day CIBA Vision
24
0.08
175
PureVision
Bausch & Lomb
36
0.09
110
Menicon Z (RGP)
Menicon
-
0.20
95
Boston XO (RGP)
Bausch & Lomb
-
0.18
80
Boston EO (RGP)
Bausch & Lomb
-
0.18
46
Proclear
Biocompatibles
62
0.05
29
Acuvue
Johnson & Johnson
58
0.06
22
Freshlook
Opaque Coloured
CIBA Vision
55
0.06
20
Precision UV
CIBA Vision
74
0.13
20
Acuvue Bifocal
Johnson & Johnson
58
0.08
18
Focus Dailies
CIBA Vision
69,4
0.10
26
Focus Monthly
CIBA Vision
55
0.10
16
Focus Monthly
Toric
CIBA Vision
55
0.14
11
* Dk/t medio calcolato in un’area di 6 mm
* Per calcolare il Dk/t in ectopascal, ridurre il valore di Dk/t di circa il
25%
Interessante il fatto che le due nuove lenti ad alto Dk, Focus ® Night & Day
e Pure Vision, non sono uguali. Le lenti Focus ® Night & Day sono in
Fluorosilicone-idrogel (FDA I gruppo) mentre le Pure Vision sono in
Silicone-idrogel (FDA III gruppo).
2. Infezione e infiammazione
Ci sono rare ma gravi complicazioni indotte dall’uso delle lenti a contatto.
Perché una infezione si verifichi devono essere presenti due fattori
importanti: un organismo patogeno e una lesione epiteliale. L’utilizzo di lenti
idrogel, con modalità uso prolungato, mostra un incremento del rischio di
infezione se confrontato con l’uso giornaliero.
Le lenti a contatto morbide ad alto Dk sono state progettate per risolvere
questi problemi, attraverso un elevato incremento della trasmissibilità
all’ossigeno, il miglioramento sia del movimento della lente che del ricambio
lacrimale. L’avvento delle lenti disposable ha ridotto la presenza di depositi
sulla lente, riducendo la potenziale colonizzazione batterica. L’aumento
del flusso lacrimale e la riduzione dei depositi dovrebbero ridurre l’incidenza
delle reazioni infiammatorie. Sorgenti potenziali di contaminazione batterica
come: mani, palpebre, contenitore porta lenti o soluzioni dovrebbero essere
mantenuti il più possibile puliti o sostituiti regolarmente.
3. Allergia e tossicità
Benché i materiali utilizzati per la costruzione delle lenti a contatto siano
biologicamente inerti, l’accumulo di depositi nel film lacrimale fra lente e
cornea o la contaminazione della lente stessa da parte dei conservanti, quali
timerosal, possono provocare una risposta immunitaria. Tale risposta è
generalmente associata a sintomi, come prurito, e segni, come infiltrati
corneali.
Una reazione tossica è, invece, dovuta ad una cheratite d’origine chimica,
e gli effetti sono conseguenti al dosaggio e al tempo. Gli effetti della tossicità
si possono manifestare con il cloruro di Benzalconio (BAC), cloruro di
ammonio alchil trietanolo (ATAC), clorexidina e disodio edatato (EDTA).
Anche se la soluzione in sé non è tossica, la combinazione e l’accumulo di
sostanze chimiche in una lente morbida o nei depositi presenti, può
successivamente portare ad effetti tossici.
I depositi che si formano sulle lenti, sono un elementi molto importanti nella
maggior parte dei processi infiammatori che colpiscono i portatori di lenti
idrogel. Questi sono implicati nella principale complicazione non corneale,
indotta delle lenti a contatto: la congiuntivite papillare gigante (GPC).
26
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
4. Guida alle soluzioni
per la manutenzione
Fra tutte le complicazioni, quelle allergiche e tossiche sono quelle che sono
state maggiormente ridotte, grazie all’introduzione delle lenti disposable
e di nuove soluzioni. L’introduzione delle lenti disposable ha permesso di
ridurre al minimo le reazioni allergiche e tossiche.
4. Effetti meccanici
Per la sua natura morbida e malleabile, il tessuto corneale è suscettibile a
variazioni di forma a causa di una applicazione errata. Analogamente, il
fatto che le cellule epiteliali non sono cheratinizzate, spiega l’elevata
incidenza di danni provocati alla superficie corneale da corpi estranei, unghie
o ciglia che possono entrare a contatto con la cornea durante la
manipolazione della lente.
Poiché gli strati superficiali dell’epitelio corneale non sono innervati, il
portatore può non accorgersi di lievi traumi.
5. Effetti osmotici
La trasparenza e lo spessore della cornea sono il risultato di delicati rapporti
di equilibrio, che possono essere facilmente alterati dalla variazione della
concentrazione di sali (osmolarità) nel film lacrimale; inoltre la salute della
cornea e della congiuntiva dipende anche dalla presenza di un film lacrimale
integro su tutta la regione dell’occhio non coperta dalla lente.
Un’eccessiva lacrimazione, indotta da un’applicazione non adatta, può
portare a una riduzione del visus e a una maggior predisposizione
all’abbagliamento. Al contrario, una diminuzione della frequenza degli
ammiccamenti, un aumento dell’evaporazione lacrimale o un
ammiccamento incompleto, possono portare a lesioni epiteliali circoscritte
della congiuntiva o della cornea. L’eccessiva evaporazione del film lacrimale
può essere responsabile dei sintomi di secchezza oculare riportati da alcuni
soggetti.
Questo capitolo elenca i conservanti e gli agenti pulenti più utilizzati 1 nelle
soluzioni per la manutenzione. Saranno evidenziati i limiti dei conservanti
più vecchi e lo sviluppo delle nuove soluzioni.
1. Alcool
Es. 20% Alcool isopropilico - Miraflow (CIBA Vision), Omnicare Daily
Cleaner (AMO), Instantcare (CIBA Vision)
Agenti di questa natura hanno efficaci performance antibatteriche e nella
dissoluzione dei lipidi. Presentano un’alta citotossicità, perciò è essenziale
un attento risciacquo delle lenti. Può non essere compatibile con alcuni
materiali per lenti RGP.
2. Agenti chelanti
Es. Acido etilendiamminotetracetico (EDTA) e sali
(es. Edatato bisodico)
Gli agenti chelanti inibiscono lo sviluppo batterico legandosi agli ioni
metallo rimuovendoli dalla soluzione. Non si accumulano e non si legano
alla matrice delle lenti morbide e non sono state evidenziate reazioni
allergiche o irritazioni oculari; ad ogni modo L’EDTA non è efficace se usato
da solo; esso deve essere, infatti, utilizzato in sinergia con agenti
antibatterici. Le soluzioni saline che utilizzano L’EDTA come unico
conservante, rischiano la contaminazione dopo una settimana dall’apertura.
3. Composti a base di cloro
Es. Halane - dicloroisocianurato Softab (Alcon),
Halazone - 4 (diclorosulfamol), Acido Benzoico - Aerotab (Sauflon)
Distribuiti in compresse, devono essere disciolti in soluzione salina. Sistema
di disinfezione diffuso (specialmente nel Regno Unito) grazie al basso costo
e la semplicità d’uso. Scarsa efficacia antibatterica. Il cloro è reso inefficace
da sostanze organiche come il muco, quindi è fondamentale pulire e
risciacquare, accuratamente, le lenti prima della procedura di disinfezione.
4. Perossido d’idrogeno
Es. 3% H2O2 - AOsept (CIBA Vision), Omnicare 1-Step (AMO),
Oxysept (AMO)
I sistemi di disinfezione al perossido d’idrogeno, sono complessi. Il
perossido d’idrogeno al 3% è un efficace disinfettante, ma deve essere
neutralizzato prima del contatto con i tessuti oculari affinché sia
fisiologicamente compatibile. Gli attuali sistemi variano principalmente nel
modo in cui si effettua la neutralizzazione. I sistemi monofase hanno il
vantaggio di dare inizio automaticamente al processo di neutralizzazione,
anche se questo riduce il tempo d’esposizione al perossido attivo,
diminuendone quindi l’efficacia antibatterica.
5. Composti mercuriali
Es. Nitrato di Fenilmercurio (PMN);
Timerosal (THI) Etil-mercuriosalicilato
Sono agenti antibatterici non particolarmente efficaci ma con proprietà
fungicide. La loro efficacia si deve agli ioni di mercurio che, penetrando
nella cellula, inibiscono l’attività degli enzimi respiratori. Il timerosal è
un conservante anionico la cui citotossicità è bassa se paragonata a quella
di alcuni conservanti cationici. Ad ogni modo, il timerosal, utilizzato nella
manutenzione delle lenti a contatto, è, notoriamente, responsabile delle
reazioni allergiche. Anche dopo mesi dalla sospensione, una sola goccia
di soluzione conservata con timerosal può evocare una forte reazione in
soggetti sensibilizzati.
1 Alcuni dei prodotti elencati non sono commercializzati nel territorio italiano.
27
2003, vol. V, n. 2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
6. Acido sorbico/Sorbato di potassio
Es. Sensitive Eyes Saline (Bausch & Lomb), Pliagel Daily Cleaner
(Alcon), Sensitive Eyes Daily Cleaner (Bausch & Lomb)
L’acido sorbico è un efficace agente batteriostatico per soluzioni saline e
detergenti, anche se non abbastanza efficace per la disinfezione e la
conservazione delle lenti. Con un pH di circa 4.5 ha ottime proprietà
battericide e fungicide, mentre risulta meno efficace quando il pH è superiore
a 6.5; la capacità di conservare può diminuire se la soluzione rimane esposta
alla luce diretta del sole o se la soluzione è conservata in contenitori non
idonei.
Papaina
Es. Hydrocare tablets (AMO), Effervescent Protein tablets (Bausch &
Lomb)
La papaina è stata il primo enzima pulente sviluppato per le lenti a contatto
e deriva dal lattice prodotto dall’albero della papaia. Ha una marcata
specificità al substrato - peptide, amido, esteri, tioesteri. Oggi non è
comunemente usata a causa della sensibilità riscontrata in alcuni soggetti,
del caratteristico odore sulfureo degli attivatori e della necessità di limitare
il tempo d’immersione delle lenti ad alta idrofilia. Un’accurata pulizia con
un surfatante, dopo l’utilizzo, può aiutare ad evitare reazioni.
7. Composti di ammonio quaternario
Es. Alchil trietanolo ammonio cloruro (ATAC) - Hydrocare AMO),
Cloruro di benzalconio (BAC) 0.001-0.10% - Duracare (AMO)
L’ATAC, avendo proprietà surfatanti, è adatto all’utilizzo combinato con
soluzioni disinfettanti e pulenti. In passato, combinato con il timerosal,
era commercializzato con il nome di Hydrocare Solution (Allergan),
prodotto di successo distribuito attorno agli anni ‘80, nonostante
un’incidenza, relativamente alta, di reazioni allergiche. Di contro, BAC (un
conservante cationico) era scarsamente utilizzato nelle soluzioni per la
manutenzione delle lenti, perchè si legava ad alcuni materiali delle lenti
morbide ed era la causa di alcune reazioni tossiche. È utilizzato
comunemente nelle preparazioni terapeutiche.
Pancreatina
Es. Opti-Free Enzimatic Cleaner (Alcon), Polizym (Alcon), Opti-pluss
Active Cleaner daily liquid enzyme (Alcon)
Contiene estratti del pancreas di maiale. Sono 3 i gruppi di enzimi: Proteasi
(tripsina, chimotripsina, carboxipeptidasi); Lipasi (desossiribonucleasi);
Amilasi -effetti mucolitici. Complessivamente, le performance dipendono,
soprattutto, dall’efficacia della proteasi.
8. Biguanide
Es. Clorexidina digluconato (CHX) - Optymeyes (Capricornia), Boston
Simplicity e Boston Advance Comfort (Polymer technology Corp)
I biguanidi sono disinfettanti cationici attivi in superficie. Causano la morte
delle cellule legandosi alla superficie della cellula batterica, spesso caricata
negativamente. La molecola di clorexidina si lega al muco o ai depositi
proteici presenti sulla superficie della lente, a causa delle cariche opposte;
producendo effetti tossici determinati dalle elevate concentrazioni.
9. Agenti contenenti azoto polimerico
Es. PAPB = Poliamminopropilbiguanide HCI (Dymed o Polyhexanide)
- ReNu multi-porpose Solution (Bausch & Lomb), Solocare (CIBA
Vision)
PHMB = Poliexametilenbiguanide HCI (Trischem) Complete (AMO)
Polyquad = Poliquaternum - Opti-Free express, Optisoak (Alcon)
PAPB, PHMB e Polyquad sono lunghe catene polimeriche sintetiche
contenenti azoto. Sono molecole troppo grandi per poter penetrare nei pori
della matrice delle lenti idrogel. Per esempio il polyquad ha una dimensione
molecolare di 225 Angstrom mentre, la misura dei pori del materiale idrogel
è di 30-50 Angstrom. Contengono molecole di CHX o ATAC le quali hanno
eccellenti proprietà antimicrobiche anche in concentrazioni molto basse
(non tossiche); questi agenti sono stati ampiamente utilizzati come
disinfettanti durante gli anni ‘90.
Subtilisina A
Es. Sensitive Eyes Protein Removal Tablets (Bausch & Lomb),
Ultrazyme (AMO), Complete Protein removal tablet (AMO), Boston
one step liquid enzymatic cleaner (Polimer Technology Corporation)
Deriva dal Bacillus licheniformis. La Subtilisina è la più efficace fra le
proteasi attualmente disponibili in commercio e ha il vantaggio di essere una
molecola anionica, con una bassa affinità ai polimeri delle lenti (nessuna
adesione).
L’azione antiproteica è potenziata in soluzione al 3% di perossido d’idrogeno
e ha, inoltre, effetti antibatterici.
Agenti umettanti
Es. Alcool polivinilico (PVA), Polivinil pirrolidone (PVP)
Questi agenti mirano a migliorare la natura idrofila delle superficie delle
lenti e fungono anche da cuscinetto fra lente e cornea. Le proprietà attive
di superficie possono contribuire alla pulizia delle lenti. Da notare che, dopo
15-30 minuti dall’inserimento della lente, lo strato mucoso delle lacrime
funge da umettante mentre l’agente umettante, presente nella soluzione,
ha la funzione di rendere la lente confortevole e la visione chiara. Il ruolo
di agente umettante nella soluzione è di apportare comfort iniziale e visione
chiara.
Agenti viscosanti
Es. Metil cellulosa, Idrossietil o Idrossipropil cellulosa, Povidone,
Gelatina
Gli agenti viscosanti aumentano il tempo di residenza di una soluzione sulla
superficie oculare o delle lenti. Si comportano come agenti cuscinetto e
lubrificanti, rendendo la soluzione scivolosa e con una certa consistenza.
PAPB e PHMB sono entrambi biguanidi, costituiti da più unità di CHX.
PAPB è una molecola identica a PHMB anche se le catene polimeriche si
rompono in punti diversi dando origine a differenti nomi chimici necessari
per identificare le unità monomeriche PHMB, con una concentrazione dello
0.02% è efficace nel trattamento delle cheratiti da acantameba.
Polyquad è derivato del gruppo ammonio quaternario. Ha buone proprietà
antibatteriche ma è poco efficace come funghicida. Per questo motivo OptiFree express contiene anche un agente funghicida e anti-acantameba
(Aldox).
28
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
5. Conclusioni
Riferimenti
Le lenti a contatto assicurano una correzione dell’ametropia, sicura e di alta
qualità, a circa 70 milioni di persone nel mondo. Tutti i tipi di vizi refrattivi
possono essere corretti con un elevato grado di precisione, di comfort e
risultato estetico soddisfacente. Le lenti a contatto rappresentano
un’importante alternativa alla correzione con occhiali e sono, chiaramente,
la modalità di correzione preferita nello sport e in molte altre occupazioni.
Questo manuale nasce dallo sviluppo di vari articoli scientifici, in particolare:
Se la manutenzione delle lenti è eseguita correttamente e con la massima
igiene, se le lenti sono controllate regolarmente e sostituite spesso,
l’incidenza di complicazioni oculari è estremamente bassa.
Studi effettuati su soggetti che portano lenti a contatto a uso giornaliero o
prolungato, dimostrano che la stragrande maggioranza dei portatori
raggiungono:
• Una completa correzione dell’errore refrattivo (± 0.25D).
• Una AV = 10/10, senza perdita di sensibilità al contrasto.
Altri vantaggi delle lenti a contatto:
• Semplice sostituzione della lente se cambia l’errore refrattivo.
• Capacità di correggere l’astigmatismo, la presbiopia e il cheratocono.
In questa guida abbiamo cercato di mantenere un equilibrio tra l’attenzione
dedicata alle complicazioni gravi e quelle di lieve entità. Le complicazioni
gravi, quali le infezioni, sono rare ma tendono a essere più complesse e a
richiedere maggiori spiegazioni, se paragonate a quelle di lieve entità. Per
i professionisti che lavorano in ambito ospedaliero, questo tipo di
complicazioni sono di primaria importanza, mentre i professionisti che
lavorano in ambito privato hanno, generalmente, a che fare con condizioni
croniche di lieve entità e, raramente, si trovano ad affrontare complicazioni
acute.
Considerando che la priorità è preservare la AV del portatore o ottimizzare
le performance delle lenti a contatto, una conoscenza delle problematiche
legate all’uso delle stesse, rappresenta una base importante per chiunque
operi nel settore.
In questa edizione, abbiamo cercato di mettere in evidenza l’evoluzione del
rapporto post-applicativo che ha permesso un continuo miglioramento delle
lenti a contatto. L’obbiettivo è di costruire lenti semplici e sicure in moda
da ridurre le esigenze legate alla manutenzione. Le lenti giornaliere e le lenti
a contatto, ad alto Dk, per il porto continuo, evidenziano questo nuovo corso.
La varietà delle lenti in commercio ha permesso l’evoluzione di nuove lenti,
in particolare con materiali ad alta bagnabilità, lenti per la correzione della
presbiopia e lenti cosmetiche. I nuovi sistemi di manutenzione sono molto
più facili da usare e più sicuri di quelli presenti, sul mercato, fino a qualche
hanno fa.
Le lenti a contatto sono ora più sicure, facili da usare, permettono la
risoluzione di molte applicazioni e possono essere usate da molte più persone
rispetto al passato.
29
2003, vol. V, n. 2
Bruce A.S., Brennan N.A., Surv Ophtalmol 35:25-58, 1990
Golding T.R., Bruce A.S., Fletcher E.L., Clin Exp Optom 73:178-183, 1990
Brennan N.A., Efron N., Problems in Optometry 2: 221-242, 1990
L’esperienza, raccolta in questa guida, è il frutto del lavoro costante di
contattologi e ricercatori in Australia e nel mondo.
Si ringraziano,in particolar modo, Michael Collins, Nathan Efron, Richard
Lindsay, Russell Lowe, Ross Grant e Peter Swann per aver gentilmente
fornito alcune delle fotogarfie.
La guida alle soluzione è stata sviluppata sulle indicazioni fornite da Russell
Lowe.
Gli autori e gli editori si sono assicurati della correttezza dei suggerimenti
e della loro compatibilità con gli standard di trattamento generalmente
accettati al momento della pubblicazione. Tuttavia, a causa della continua
evoluzione delle informazioni, potranno rendersi necessarie modifiche nei
metodi di trattamento.
Indirizzo degli Autori
Adrian S. Bruce, PhD
Victorian College of Optometry
The University of Melbourne
Cnr Keppel and Cardigan streets
Carlton, Vic 3053
AUSTRALIA
Noel A. Brennan, PhD
Brennan Consultants
Suite 2/517 St Kilda Rd
Melbourne, Vic 3004
AUSTRALIA
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
Indice analitico
abrasione, 12/1, 20/1, 20/1, 21/1, 21/1, 29/1
disidratazione, 21/1, 25/1
Acantameba, 29/1
ore 3 e 9, 21/1, 22/1, 22/1,18/2
aderenza
tensione palpebrale, 14/2, 19/2
lente morbida, 10/2
lente RGP, 10/2
tossicità alla soluzioni, 14/2, 21/2, 21/2
corrugamento, wrinkling
aloni, 12/1, 27/1
corneale, 26/1, 22/2
allergica, reazione
epiteliale, 22/2
disidratazione, 13/1, 22/1, 25/1, 8/2, 19/2
colorazione, 21/1, 25/1
distorsione
cheratocono, 26/1, 19/1, 11/2, 24/2
distorsione corneale, 19/1, 26/1, 10/2, 11/2,
15/2, 20/2, 22/2
esaurimento corneale, sindrome da, 26/1
GPC, 24/1, 27/2
cheratocono, 19/1, 26/1, 11/2
SLK, 19/1, 20/2, 21/2
CLARE, 19/1
Timerosal, 9/2, 20/2, 21/2, 21/2, 27/2,
CLPC, 28/1
distorsione, ortocheratologia, 26/1, 15/2
28/2
CLPU, 14/1, 19/1, 20/1
disturbi della visione, 26/1
ammiccamento, 13/1, 22/1, 25/1, 30/1, 19/2,
coalescente, colorazione, 21/1, 21/1
edema
25/2
con colorazione, lenti, 12/2
endoteliale, 13/1
applicazione errata, 11/2, 11/2
congiuntiva
epiteliale, 27/1, 14/2, 20/2, 22/2
arcuata, colorazione, 19/2
astigmatismo irregolare, 19/1
blebs, 13/1, 17/2
blefarite marginale, 14/1, 30/1, 30/1,19/2
bulbare, iperemia della congiuntiva, 19/1, 7/2,
18/2,
iperemia bulbare, 7/2
iperemia palpebrale, 7/2
congiuntivite
giganto papillare, 28/1, 7/2, 13/2, 27/2
papillare indotta da lenti a contatto, 28/1
cornea
RGP, adesione, 10/2
wrinkling/ corrugamento, 26/1, 22/2
microcistco, 27/1, 14/2
stromale, 27/1, 27/1, 16/2
emorragia, intracorneale, 28/1
endotelio,
blebs, 13/1, 17/2
cellule infiammatorie, 13/1, 17/2
calcoli, 23/1
colorazione, (vedi:colorazione)
edema, 13/1
cheratite
distorsione, (vedi: distorsione corneale)
pieghe, 27/1, 16/2
infettiva, 14/1, 7/2
edema, 17/2
infiltrativa, 30/1, 7/2, 21/2
emorragia, 28/2
marginale, 19/1, 20/1, 30/1, 9/2, 17/2, 21/2
esaurimento, 20/2, 16/2
colorazione, (vedi: colorazione)
polimegatismo,13/1, 16/2
epitelio
microbica, 20/1, 14/1, 7/2
infezione, 30/1
edema,27/1
puntata superficiale, 21/2, 20/2
opacità, 15/2
microcisti, 27/1, 14/2
SLK, 20/2
rigonfiamento, 16/2
wrinkling / corrugamento, 22/2
tossica, 23/1
ulcera periferica, 20/1
ulcerativa, 14/1, 15/2
cheratocongiuntivite limbare superiore, 20/2
sensibilità, riduzione, 9/2
corpo estraneo, 18/1, 14/1, 20/1, 29/1, 18/2
colorazione, 29/1
graffi, 29/1
erosione
congiuntivale, 19/1
epiteliale, 12/1, 25/1, 27/2
puntiforme, 25/1
cicatrice corneale, 12/02
dellen, 22/1, 22/1, 19/2
errato orientamento della toricità, 12/2
comfort, riduzione del, 18/2
depositi, lenti con
esaurimento corneale, sindrome da, 19/1, 25/1,
colorazione
calcoli, 23/1
11/2, 15/2, 16/2, 20/2
abrasione, 12/1, 20/1, 20/1, 21/1, 21/1, 29/1
funghi, 23/1
film lacrimale, anomalia, 13/1
arcuata, 19/2
inorganici, 23/1, 24/1
film lacrimale, instabilità, 30/1, 19/2
cheratite superficiale puntata, 20/2, 21/2
jelly bump, 24/1
fluoresceina, (vedi: colorazione)
coalescente, 21/1, 21/1
proteine, 24/1, 24/1, 28/1, 30/1, 28/2
fluoresceina, accumulo di, 25/1, 26/1, 10/2, 22/2
corpo estraneo, 29/1
difetto, lenti, 27/1, 13/2, 13/2, 18/2
aderenza RGP, 26/1, 10/2
dellen, 22/1, 22/1, 19/2
dimple veiling, 25/1, 14/2
dimple veiling, 25/1, 14/2
dimple veiling, 25/1, 14/2
disepitelizzazione (vedi: colorazione)
funghi, depositi, 23/1
30
2003, vol. V, n.2
Lenti a contatto: aspetti clinico-pratici
GPC, 24/1, 28/1, 7/2
Meibomite, 14/1
9/2, 13/2, 18/2, 19/2, 25/2
imperfezione, lente, 12/1, 12/2, 24/2
microcisti, 27/1, 14/2, 14/2, 25/2
secchezza, 13/1, 21/1, 22/1, 25/1, 8/2, 18/2,
impronta, bordo della lente, 10/2
miopia, riduzione della, 15/2
19/2, 27/2
incompleto, ammiccamento, 13/1, 22/1, 25/1,
mucin balls, 14/2
visione, 19/1, 26/1, 26/1, 27/1, 27/1, 28/1,
30/1, 19/2
neovascolarizzaione, 22/2
11/2, 12/2, 15/2, 17/2, 17/2, 22/2, 25/2, 26/2,
inferiore, SPK, 20/1
occhio Rosso, 14/1, 19/1, 7/2
27/2, 28/2
infettiva, cheratite, 14/1, 7/2
infezione
Acantameba, 29/1, 28/2
infiltrati
acuto, 19/1, 7/2
SEAL, 19/2
occhio secco, 14/1, 30/1, 18/2
secchezza, 13/1, 21/1, 22/1, 25/1, 8/2, 18/2,
opaca, lente, 13/2
19/2, 27/2
opacità corneale, 15/2
sensibilità corneale, 9/2
cheratite marginale, 19/1, 20/1, 21/2
ore 3&9, colorazione, 21/1, 22/1, 22/1, 18/2,
SLK, 19/1, 19/2, 20/2, 21/2
sterile, 17/2
Ortocheratologia, 26/1, 15/2
soluzioni, ipersensibilità, 21/2
infiltrativa, cheratite, 30/1, 7/2, 21/2
OrtoK, 15/2
soluzioni tossicità, 14/2, 21/2, 21/2
inorganici, depositi, 23/1, 24/1
strie, 27/1, 16/2, 17/2,
SPK, (vedi: colorazione)
iperemia
palpebra, tensione, 19/2
sterile, ulcera, 30/1
palpebrale, congiuntiva
stretta, lente, 10/2
bulbare, 7/2, 18/2
congiuntiva palpebrale, 7/2
Iperemia, 7/2
strie, 16/1, 27/1, 17/2
interpalpebrale, 8/2, 9/2
papille, 28/1
toricità, errato orientamento, 12/2
limbare, 26/1, 8/2, 18/2,
pre-lente, film lacrimale, 30/1,19/2
Timerosal, sensibilità al, 9/2, 20/2, 21/2, 21/2,
pericheratica improvvisa, 17/2
pieghe
26/2, 28/2
settoriale, 8/2, 9/2
ipersensibilità
endoteliali, 27/1, 16/2
tossicità alla lente, sindrome, 30/1
stroma profondo, 16/2
tossicità, soluzioni, 21/2
soluzioni, 21/2
polimegatismo, 13/1, 16/2
ulcera sterile, 30/1
Timerosal, 9/2, 21/2
precipitati cheratici, 17/2
ulcerativa, cheratite, 14/1
ipoestesia, 9/2
presbiopia, 25/1, 17/2
umor aqueo, intorbidimento del, 14/1, 17/2
iride, lente stampata, 13/2
pseudopterigio, 22/1, 18/2
utilizzo eccessivo, 20/1
jelly bump, depositi, 24/1
proteine, depositi, 24/1, 24/1, 28/1, 30/1, 28/2
uveite, 17/2
lacrima, instabilità, 30/1
puntata superficiale, cheratite,
vascolarizzazione
lente immobile, sindrome da, 19/1, 20/1, 10/2,
(vedi: colorazione)
11/2
riduzione del comfort, 12/1, 13/1, 21/1, 22/1,
lente
23/1, 23/1, 24/1, 25/1, 27/1, 7/2, 7/2, 9/2, 13/2,
visione, (vedi: sintomi; visione)
depositi, (vedi: depositi, lenti con)
18/2, 19/2, 25/2
visione annebbiata con gli occhiali, 26/1
difetto, 13/1, 12/2, 13/2, 18/2
rigonfiamento corneale, 16/2
visione offuscata, 12/1, 14/1, 17/2, 22/2
imperfezione, 12/1, 12/2, 24/2
rotta, lente, 13/2
vacuoli, 14/2
impronta del bordo, 10/2
Sattler, velo di, 27/1
wrinkling, corrugamento
morbida, applicazione errata, 11/2
sintomi,
RGP, applicazione errata, 11/2
abbagliamento, 12/1, 14/1, 17/2, 22/2
rottura, 12/2, 13/2
errato orientamento della toricità, 12/2
lente non bagnabile, 30/1
presbiopia, 17/2, 25/2
limbare, iperemia, 26/1, 8/2, 18/2,
prurito, 14/1, 28/1, 18/2
marginale, infiltrato 30/1
riduzione del comfort, 12/1, 13/1, 21/1,
Meibomio, disfunzione delle ghiandole di, 14/1
22/1, 23/1, 23/1, 24/1, 25/1, 27/1, 7/2, 7/2,
31
2003, vol. V, n. 2
profonda, 22/2
superficiale, 22/2
corneale, 22/2
epiteliale, 26/1, 22/2
Note per gli autori
Lenti a contatto (lac) è una rivista il cui obiettivo è fornire ai professionisti del settore, ricercatori e studenti, informazioni aggiornate sulle
ricerche cliniche e scientifiche nell’ambito dell’area contattologica, nella
fisiologia e patologia dell’occhio esterno.
Sono benvenuti tutti gli articoli originali a carattere clinico, di ricerca,
rassegne bibliografiche, casi clinici ed editoriali che trattino argomenti
legati alla contattologia. Possono anche essere pubblicate lettere attinenti lo sviluppo professionale e la sua evoluzione, l’educazione e
gli eventi del settore.
Tutti gli articoli devono essere inviati all’attenzione di:
Marica Lava o Oscar De Bona
CIBA Vision s.r.l.
Via E. Mattei, 11, 30020 Marcon (VE)
I lavori inviati non devono essere stati precedentemente pubblicati
su altre riviste o presentati per la pubblicazione contemporaneamente
ad altri giornali. Il testo dell’articolo, corredato da eventuali immagini, deve essere inviato in duplice copia per essere esaminato.
Il lavoro deve pervenire anche su supporto magnetico. Dopo la revisione dei referees, l’autore corrispondente sarà informato sull’esito
della revisione. Nel caso d’accettazione del lavoro presentato, farà
seguito la documentazione necessaria per la cessione dei diritti.
Dattiloscritto, dischetto e immagini originali, anche se non pubblicati,
non saranno necessariamente restituiti.
Preparazione del dattiloscritto e del supporto magnetico
I dattiloscritti devono pervenire su fogli A4.
Impostazione margine superiore 2,50 cm, inferiore e laterale, destro e
sinistro, 2 cm.
Per il frontespizio, il sommario, il testo, i ringraziamenti, la bibliografia, le tabelle e le didascalie delle illustrazioni utilizzare il carattere Times New Roman corpo 12. Le pagine devono essere numerate
in modo progressivo iniziando dal frontespizio. Tutti i lavori accettati per la pubblicazione debbono pervenire anche su supporto magnetico, nei formati Macintosh e IBM compatibili elencati:
MacWrite, Microsoft Word, Solo testo, R.T.F.
Frontespizio
La prima pagina deve includere il titolo per esteso, ed eventualmente
anche ridotto, il nome e cognome, per esteso, degli autori nella
sequenza desiderata, eventuali istituti o enti d’appartenenza, il nome,
l’indirizzo ed il numero di telefono dell’autore cui fare riferimento per
la corrispondenza.
Sommario
Il sommario in lingua italiana, che non deve contenere più di 130
parole, deve essere riportato su una pagina separata. È auspicabile che
l’autore sottoponga anche un sommario più esteso, massimo 230
parole, in lingua inglese. Entrambi devono contenere la parte centrale
del tema trattato, il metodo di lavoro, i risultati e le conclusioni.
Parole chiave
Per facilitare la schedatura degli articoli indicare da 3 a 7 parole chiave
per ogni articolo. Tali parole chiave, in lingua italiana ed inglese, debbono seguire i relativi sommari.
Testo
Gli articoli di ricerca dovranno essere comprensivi di: introduzione,
descrizione del materiale, metodo di lavoro, risultati e discussione.
L’introduzione deve riportare in modo conciso gli obiettivi dello studio.
Il materiale e i metodi utilizzati devono essere descritti in dettaglio,
mentre i risultati dovrebbero essere descritti in maniera succinta. La
discussione deve essere limitata all’osservazione dei dati presentati.
Articoli di rassegna bibliografica, casi clinici, descrizioni di nuovi stru-
menti o procedure dovrebbero essere costituiti da: sommario, introduzione, testo e commenti.
Bibliografia
I riferimenti nel testo dovranno essere soltanto numerici e riportati con
un corpo più piccolo ad apice.
L’elenco dei riferimenti deve essere riportato in pagine separate del
testo e dovrà essere redatto secondo le modalità sotto elencate, rispettando la punteggiatura e lo stile indicati:
Articoli di riviste
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo dell’articolo, titolo
della rivista abbreviato secondo le norme codificate, anno, volume,
prima e ultima pagina in cui appare l’articolo.
Nel caso che la numerazione delle pagine della rivista non segua un
ordine annuale, accanto al numero del volume indicare, tra parentesi, anche il numero del fascicolo.
Esempio di articolo da rivista
Simmons PA, Tomlinson A e Seal DV. The role of Psedomonas aeruginosa biofilm in the attachment of Acanthamoeba to four types of
hydrogel contact lens materials. Optom Vis Sci, 1998; 75: 860-866
Libri
Cognome e iniziale del nome dell’autore/i, titolo e sottotitolo dell’opera con iniziali maiuscole, luogo di edizione, editore, anno, n. pagine.
Esempio di libro
Fletcher R e Still DC. Eye Examination and Refraction.
Oxford, Blackwell Science, 1998, 58-60.
Nel caso che si faccia riferimento ad un capitolo di libro:
Woodward G. Clinical applications of contact lenses. In Edwards K.
e Llewellyn R. Optometry. London, Butterworth, 1988, 486-500.
Tutte le citazioni devono essere organizzate sulla base della numerazione
del testo e non secondo l’ordine alfabetico.
Illustrazioni
Per illustrazioni si intende materiale come: fotografie, disegni, grafici, tracciati, ecc.
La qualità delle immagini deve essere elevata, i disegni e i grafici professionali.
Ogni illustrazione deve essere numerata con lo stesso numero citato nel testo.
Sono accettate fotografie in bianco e nero mentre immagini a colori devono
pervenire, preferibilmente, in diapositiva.
Le immagini devono essere tutte corredate di didascalia.
Il retro di ogni immagine deve riportare le seguenti informazioni:
- titolo del lavoro
- numero della figura
- nome del primo autore e una freccia indicante la parte alta della
fotografia.
Organizzazione e spedizione del supporto magnetico
È indispensabile che il file rispecchi le caratteristiche finali dell’articolo.
L’etichetta del supporto deve riportare:
- il nome dell’autore corrispondente
- un titolo dell’articolo, eventualmente ridotto
- il sistema operativo
- il formato
- il processore word utilizzato, con versione e numero
Materiale aggiuntivo come tabelle, legende, bibliografia ecc. devono
essere salvati su file individuali, uno per ogni categoria; particolarmente
gradita è la preparazione di un file legenda.
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2003, vol. V, n.2
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