STAGIONE 2014-2015
1.
13 > 23 novembre 2014
T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO
TATO RUSSO
IL FU MATTIA PASCAL
versione teatrale di Tato Russo
dal romanzo di Luigi Pirandello
regia Tato Russo
2.
4 > 7 dicembre 2014
COMPAGNIA CORRADO ABBATI
LA VEDOVA ALLEGRA
libretto di Victor Léon e Leo Stein
da un soggetto di Henri Meilhac
musica di Franz Lehár
regia Corrado Abbati
3.
11 dicembre 2014 > 11 gennaio 2015
I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE
LUIGI DE FILIPPO
LA LETTERA DI MAMMA’
di Peppino De Filippo
regia Luigi De Filippo
4.
LO SPETTACOLO DELLE FESTE
recite del 31 dicembre e del 6 gennaio
fuori abbonamento
5.
15 > 25 gennaio 2015
AR.TE’ TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE
COMPAGNIA DEI GIOVANI
uno spettacolo di
MAURIZIO PANICI e AMBROGIO SPARAGNA
COME VI PIACE (AS YOU LIKE IT)
commedia con musiche dal vivo
di William Shakespeare
traduzione e adattamento
Maurizio Panici e Alice Spisa
musiche originali dal vivo di Ambrogio Sparagna
regia Maurizio Panici!
6.
29 gennaio > 15 febbraio 2015
COMPAGNIA MAURI STURNO
GLAUCO MAURI, ROBERTO STURNO
QUATTRO BUFFE STORIE
da Luigi Pirandello e Anton Cechov
19 febbraio > 1 marzo 2015
CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA
TEATRO DE GLI INCAMMINATI
FRANCO BRANCIAROLI
ENRICO IV
Cecè – La Patente
di Luigi Pirandello
Domanda di matrimonio – Fà male il tabacco regia Franco Branciaroli
regia Glauco Mauri
7.
12 > 22 marzo 2015
LUX TEATRO
ANDREA GIORDANA, GIANCARLO ZANETTI
IL BELL’ANTONIO
di Vitaliano Brancati
regia Giancarlo Sepe
8.
9 aprile > 17 maggio 2015
I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE
LUIGI DE FILIPPO
QURANTA…MA NON LI DIMOSTRA
di Peppino e Titina De Filippo
regia Luigi De Filippo
EVENTO FUORI PROGRAMMA
PREZZO RIDOTTO CRAL E GRUPPI € 16,00 posto unico
23 ottobre > 9 novembre
COMPAGNIA TEATROGIOVANE
NELLO MASCIA
TOMMASO MAESTRELLI, L’ULTIMA PARTITA
uno spettacolo di Giorgio Serafini Prosperi, Roberto Bastanza, Pino Galeotti
regia Giorgio Serafini Prosperi
La storia di Tommaso Maestrelli, di per sè già un romanzo, che ci regala un epilogo degno di un eroe
tragico. Un padre putativo che sceglie di affiliarsi un gruppo di ragazzi scalmanati e rissosi, per condurli in
un breve attimo magico, alla vetta della loro professione, sacrificando a loro, oltre a buona parte della
propria vita privata, anche la propria salute.
PREZZI BIGLIETTI CRAL e GRUPPI 2014-2015
platea € 19,00 anziché 25,00 - galleria € 16,00 anziché 20,00.
Le recite si effettuano dal giovedì al sabato alle h 21.00 e la domenica alle h 17.00
PREZZI E FORMULE ABBONAMENTI 2014-2015
ABBONAMENTO A 8 PRIME GIORNO E POSTO FISSO
Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ●
La lettera di mammà ● Come vi piace
(As you like it) ● Quattro buffe storie ●
Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta
ma non li dimostra
platea
€ 80,00
anziché
€ 116,00
galleria
€ 64,00
anziché
€ 104,00
ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI CON
Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ●
GIORNO E POSTO FISSO
La lettera di mammà ● Come vi piace
con scelta del giorno e del posto al momento
(As you like it) ● Quattro buffe storie ●
dell’acquisto
Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta
1° venerdì serale (1ves) ● 1° sabato serale (1sas) ● 1° ma non li dimostra
domenica diurna (1dod) ● 2° giovedì serale (2gis) ● 2°
venerdì serale (2ves) ● 2° sabato serale (2sas) ● 2°
domenica diurna (2dod).
platea
€ 104,00
anziché
€ 156,00
galleria
€ 80,00
anziché
€ 120,00
ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI
platea
€ 92,00
anziché
€ 132,00
galleria
€ 68,00
anziché
€ 104,00
con scelta del giorno e del posto al momento
dell’acquisto
Il turno della “prima” coincide solo con il1° giovedì
serale (1gis)
Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ●
GIORNO E POSTO LIBERO
La lettera di mammà ● Come vi piace
il giorno e il posto vengono scelti di volta in
(As you like it) ● Quattro buffe storie ●
volta, prenotando al botteghino
Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta
giorni disponibili: giovedì ore 21.00 ● venerdì ore 21.00 ma non li dimostra
● sabato ore 21.00 ● domenica ore 17.00
ABBONAMENTO A 5 PRIME A SCELTA
con giorno e posto fisso.
Al momento dell’acquisto verranno scelti i 5 spettacoli
ed il posto tra quelli dell’intero cartellone.
Il turno della “prima” coincide solo con il1° giovedì serale
(1gis)
Spettacoli del cartellone completo:
Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ●
La lettera di mammà ● Come vi piace
(As you like it) ● Quattro buffe storie ●
Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta
ma non li dimostra
platea
€ 100,00
galleria
€ 80,00
Gli abbonamenti possono essere prenotati e acquistati dal 12 giugno al 31 luglio presso il
botteghino del teatro in Via G. Borsi, 20 – tel 06.8073040 orario dal lunedì al venerdì
h 10-14 e 15-19. La vendita riprende lunedì 1 settembre.
I vecchi abbonati potranno confermare il loro posto entro e non oltre il 30 settembre.
INFO E PRENOTAZIONI – UFFICIO PROMOZIONE
Anna Maria Emanuele – Filippa Piazza
lunedì-venerdì 10-14 / 15-19 06.96045644 – 06.96045680 - 334.7620796
[email protected][email protected]
13 > 23 novembre 2014
T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO
TATO RUSSO
IL FU MATTIA PASCAL
versione teatrale di Tato Russo
dal romanzo di Luigi Pirandello
con Katia Terlizzi, Francesco Acquaroli, Renato De Rienzo, Sara Falanga, Marina Lorenzi
Peppe Mastrocinque, Adriana Ortolani, Antonio Rampino, Carmen Pommella
Francesco Ruotolo, Massimo Sorrentino
scene Tony Di Ronza
costumi Giusi Giustino
musiche Alessio Vlad
regia Tato Russo
“Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi
chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o
conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche
consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:Io mi chiamo Mattia Pascal.”
“Ma cosa corrisponde a un semplice nome proprio? È questa la domanda alla quale
intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio
attraverso i vari modi d’apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi
di una vita moltiplicata forse all’infinito che ci impedisce tra convenzioni e compromessi di
capire chi siamo veramente. Alla ricerca dell’ ES, dell’altra parte di sé, o della propria vera
identità. Morire per vivere una vita diversa. Ritrovare attraverso mille morti la propria
unica ragione d’esistere. Scoprire la propria vera identità al di là delle convenzioni che ci
hanno formato. Insomma viaggiare a ritroso dei sé o dei risultati di sé abbandonando la
scorza delle apparenze per tentare una scoperta definitiva del proprio io. Questo il viaggio
di Mattia Pascal, nell’abisso della contraddizione tra essere e apparire. La riduzione in
commedia tralascia la tecnica della narrazione propria del romanzo e trasferisce ad una
dimensione teatrale il racconto. Insomma liberandosi dalla pesantezza d’una proposta
troppo vincolata alla struttura letteraria Tato Russo fa propria la materia del testo per
riscriverla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che sarebbe stato di
Pirandello nello sforzo palese e riuscito di una costruzione per il teatro, alla maniera
insomma che immaginariamente avrebbe operata lo stesso autore del romanzo nel
momento in cui avesse scelto di trasferirla in commedia. Il romanzo sembra così
recuperato e acquisito al repertorio delle commedie del Nostro in modo definitivo. Mattia
Pascal è Tato Russo nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, ma anche gli altri
personaggi che concorrono alla sua vicenda si rincorrono nella storia, interpretata così
dagli stessi attori in identità e personaggi diversi, quasi a scegliere di non chiarire affatto,
nello spettro delle rassomiglianze, la distinzione tra i vari aspetti della realtà. Mattia e i
suoi coinquilini della storia muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano
Meis e rivivere poi in quella nuova di Pascal”.
4 > 7 dicembre 2014
COMPAGNIA CORRADO ABBATI
LA VEDOVA ALLEGRA
libretto di Victor Leon e Leo Stein
da un soggetto di Henri Meilhac
musica di Franz Lehàr
scene Stefano Maccarini
costumi Artemio Cabassi
coreografie Giada Bardelli
direzione musicale Marco Fiorini
adattamento e regia Corrado Abbati
“Centocinquanta anni fa, nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac
(lo stesso della Carmen di Bizet), scrisse un piacevole vaudeville che però divenne
famosissimo solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lehár: era nata La
Vedova Allegra. "Non si offenda , ma questa non è musica". Questa frase, dettata dallo
stesso Lehár, apparve incisa sulle medaglie omaggio che la direzione del Teatro An der
Wien offrì in occasione della trecentesima replica de La Vedova Allegra: una rivincita che il
musicista volle concedersi nei confronti della direzione del teatro stesso e dei critici, che la
sera della prima gli avevano rivolto quello scettico e non lungimirante apprezzamento. Ma
forse avevano ragione. La Vedova Allegra non è musica, è molto di più: è una emozione,
una esperienza sensitiva che si stampa a lungo nella memoria di chi l'ascolta.
La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono
coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di
rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si
ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e
l'aitante diplomatico Danilo.
Così, nel finale, tutti cantano la celeberrima marcetta "E' scabroso le donne studiar!" in
una Parigi elegante e spensierata, come elegante e spensierata vuole essere questa
edizione de La Vedova Allegra, dove si va da Maxim (ancora oggi simbolo mondanoturistico parigino), si danno nomi capricciosi alle donnine che allietano le serate piccanti
dei diplomatici, si cantano valzer pervasi da un erotismo scintillante, si ballano indemoniati
can-can e si ama con assoluta gaiezza in una atmosfera spensierata e contagiosa che
assimila attori e pubblico. Ed è in questa sinergia che l'operetta vola sulle ali del canto,
della danza, della prosa, della maschera, del gesto facendosi teatro perfetto o, in modo
meno presuntuoso, perfettamente teatrale. E dopo 150 anni la storia della Vedova Allegra
è ancora qui fra di noi ed è ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo;
cosa è dunque successo? Nulla nella partitura di Lehár, molto in chi capisce che si può
tranquillamente accettare la dimensione intellettuale della nostalgia che rende più
sereni.....e chi, di questi tempi, non ne ha bisogno? Buon divertimento”.
(Corrado Abbati)
11 dicembre 2014 > 11 gennaio 2015
I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE
LUIGI DE FILIPPO in
LA LETTERA DI MAMMA’
commedia in due atti di Peppino De Filippo
con 9 attori della “Compagnia di Teatro Luigi De Filippo”
regia Luigi De Filippo
Una lettera-testamento lasciata dalla madre di nobile casata, al giovane baroncino,
provoca spassosi equivoci.
“La lettera di mammà”, fu rappresentata per la prima volta nel 1933 dai fratelli De Filippo
al Teatro Sannazaro di Napoli.
La vicenda divertentissima dei due nobili spiantati, che cercano di sistemarsi e di scrollarsi
di dosso la miseria che li opprime, sposando le due ereditiere di una famiglia di ricchi
commercianti desiderosi di vantare un titolo nobiliare, fu accolta festosamente dal pubblico
napoletano che scoprì nei giovani fratelli De Filippo quel talento e quella comicità pervasa
di amarezza che, col tempo, li avrebbe resi celebri e ammirati in Italia e all’estero.
Ora, Luigi De Filippo, la ripropone al pubblico di oggi in una sua personale interpretazione
con la sua regia e la sua Compagnia di Teatro di 11 attori.
Anche in questa circostanza, Luigi De Filippo, bravissimo, si rivela in tutto degno della
grande dinastia dei De Filippo.
Il Teatro non si fa con la tecnica, ma con la fantasia e Napoli e i De Filippo, di fantasia ne
hanno sempre avuta da vendere.
(Luigi De Filippo)
15 > 25 gennaio 2015
AR.TE’ TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE
COMPAGNIA DEI GIOVANI/ LA VERSILIANA FESTIVAL
ORCHESTRA GIOVANILE DI MUSICA POPOLARE
uno spettacolo di
MAURIZIO PANICI e AMBROGIO SPARAGNA
COME VI PIACE (As you like it)
Commedia con musiche dal vivo
di William Shakespeare
traduzione e adattamento Maurizio Panici e Alice Spisa
musiche originali dal vivo di Ambrogio Sparagna
con (i.o.a.) Camilla Alisetta, Sergio Basile, Mauro Bernardi, Alessandro Federico,
Massimiliano Franciosa, Massimiliano Iacolucci, Leonardo Lidi, Rocco Piciulo, Daniele Pilli,
Alba Maria Porto, Rocco Rizzo, Annamaria Troisi
fisarmonica Sandro Paradisi, chitarre Giuseppe Copia,
flauti e tamburelli Fabio Soriano, tamburelli Alessia Salvucci
scene Tiziano Fario - progetto visivo Andrea Giansanti
costumi Marta Genovese, Valentina Zucchet
luci Roberto Rocca
regia Maurizio Panici
Il nuovo progetto della Compagnia dei Giovani – in cui sono inseriti alcuni attori di
consolidata esperienza - prevede un grande spettacolo che ha debuttato al Festival della
Versiliana di Marina di Pietrasanta nell’agosto 2013: AS YOU LIKE IT, affascinante viaggio
sul tema dell’identità e del doppio, con le musiche di Ambrogio Sparagna eseguite dal vivo
da un gruppo che fa parte della sua Orchestra Giovanile di Musica Popolare. Dodici attori e
quattro musicisti danno vita ad una rappresentazione vitale, cinica e disincantata sul tema
dell’amore e dell’inganno, una serie di riflessioni sull’esercizio del potere e sulla necessità
di trovare un’alternativa ad un mondo corrotto e violento, espressione di una corte crudele
dominata dal malaffare.
“Il doppio che c'è in ognuno di noi, il maschile e il femminile, l'amore e la violenza, il
desiderio e il possesso.
Ancora una volta il più grande autore di tutti i tempi parla di noi, delle nostre malvagità,
del nostro bisogno d'amore, ancora una volta ci racconta le nostre debolezze: e lo fa con
quella sapienza che ci trascina da una scena all'altra in cerca di un indizio che ci indichi la
via d'uscita dalle nostre ossessioni.
AS YOU LIKE IT è una commedia con musiche, così nasce il progetto condiviso con
Ambrogio Sparagna: il nostro spettacolo vuole restituire il senso profondo della scrittura, la
musica non è cornice ma è protagonista tra i protagonisti, un linguaggio che ha la forza di
parlare direttamente al cuore delle persone modificando i percorsi. La musica lenisce la
ferita d'amore, accompagna l'allegria e la scoperta, si fa intima con i luoghi del cuore. Un
allestimento vivo e pulsante come la vita”.
(Maurizio Panici)
29 gennaio > 15 febbraio 2015
COMPAGNIA MAURI STURNO
GLAUCO MAURI, ROBERTO STURNO
QUATTRO BUFFE STORIE
da Luigi Pirandello e Anton Cechov
Cecè – La patente – Domanda di matrimonio – Fà male il tabacco
scene Giuliano Spinelli
musiche Germano Mazzocchetti
regia Glauco Mauri
“Dire cose utili divertendo”, come diceva Orazio, potrebbe essere il sottotitolo di
Quattro buffe storie, spettacolo tratto da opere di Cechov e Pirandello legate
insieme dalla “comica follia” dei personaggi.
La tenerezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto
profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita ad un sorprendente
caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è
l’uomo.
Nei folgoranti atti unici di Pirandello, la comicità e il grottesco sono lo specchio
deformante della realtà, vista con la “pietas” per i suoi personaggi.
Ne La patente vive una delle tematiche più care all’autore siciliano: il contrasto tra
ciò che veramente siamo e ciò che invece gli altri pensano di noi. L’uomo, a volte,
per sopravvivere, è costretto a mettersi una maschera che gli è stata plasmata
dagli altri. Chiàrchiaro, il protagonista della storia, per i pregiudizi, l’ignoranza e la
cattiveria della società è condannato a una finzione che diventa per lui l’unica
risorsa possibile di vita. Qui dramma e farsa convivono in un’amara risata.
E Cecè, il personaggio dell’omonimo atto unico concepito e scritto da Pirandello
direttamente per il teatro nel 1913, è il degno rappresentante di una società frivola
e corrotta, dove ingannare e imbrogliare è la normalità. Ambientato in una Roma
(come oggi?) invischiata in scandali e allegra corruzione politica, esplode
un’insolita, divertentissima “pochade” in cui il cinismo di una situazione diventa
non solo fonte di comicità ma anche di condanna.
Un’ironia grottesca è sempre alla radice sia delle opere immortali di Cechov che di
alcuni suoi brevi atti unici come in Una domanda di matrimonio - scherzo in un atto
– così lo sottotitola lo scrittore. Un’invenzione di una comicità al limite dell’assurdo
che rappresentata a Mosca nel 1889, fu da L.N. Tolstoj così definita: “La domanda
di matrimonio è la personificazione della comicità”.
Anche in Fa’ male il tabacco (certamente un piccolo capolavoro) il grottesco dona
in modo mirabile quella “leggerezza” che, anche nel dramma, Cechov chiedeva ai
registi e agli interpreti delle sue opere. Una conferenza sui danni che provoca il
tabacco, sfocia nella confessione di una triste vita, inutile e meschina… E il
grottesco di Cechov diventa poesia.
19 febbraio > 1 marzo 2015
CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA - TEATRO DE GLI INCAMMINATI
FRANCO BRANCIAROLI
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
con Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti,
Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio,
e con (i.o.a.) Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli,
Pier Paolo D'Alessandro, Mattia Sartoni
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
regia Franco Branciaroli
Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo di scena, Il Teatrante e
Don Chisciotte, continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla
scena l’Enrico IV, dramma in 3 atti di Luigi Pirandello, scritto nel 1921 e rappresentato per
la prima volta il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Considerato il capolavoro
teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV è uno studio
sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine
inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità.
In una lettera che Pirandello scrive a Ruggero Ruggeri - uno degli attori più noti dell'epoca
- il drammaturgo agrigentino dopo avergli raccontato la trama, conclude dicendogli che
vede in lui il solo attore in grado d’interpretare e dare corpo e anima al ruolo del titolo.
Scrive infatti: “Circa vent'anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell'aristocrazia
pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una "cavalcata in costume" in
una villa patrizia: ciascuno di quei signori s'era scelto un personaggio storico, re o principe,
da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i
costumi dell’epoca. Uno di questi signori s'era scelto il personaggio di Enrico IV; e per
rappresentarlo il meglio possibile, s'era dato la pena e il tormento d'uno studio
intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato. (...) Senza
falsa modestia, l'argomento mi pare degno di Lei e della potenza della Sua arte.”
Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero
nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello.
Enrico è vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilità di
adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più, stritolato nel modo di intendere la vita di
chi gli sta intorno e sceglie quindi di ‘interpretare’ ruolo fisso del pazzo.
12 > 22 marzo 2015
LUX TEATRO
ANDREA GIORDANA e GIANCARLO ZANETTI
IL BELL’ANTONIO
da Vitaliano Brancati
adattamento teatrale di Antonia Brancati e Simona Celi
con Luchino Giordana, Elena Callegari, Simona Celi, Michele Dè Marchi, Natale Russo
Alessandro Romano, Giorgia Visani
scene Carlo De Marino
light designer Franco Ferrari
regia Giancarlo Sepe
Sessant’anni fa, giovanissimo, moriva un grande scrittore italiano, Vitaliano Brancati. Nel
mondo, il secondo romanzo romano italiano più letto e amato, dopo il Gattopardo, risulta
essere il Bell’Antonio. Un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un
meccanismo concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande
difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una micro storia in Sicilia di una famiglia e
del suo Bell’Antonio.
Un personaggio reso celebre dall’interpretazione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini,
pieno di fascino, quasi enigmatico, chiuso in un destino contrario alla propria natura.
Una storia iperbolica in una Sicilia che viene raccontata con grande amore, lontana dagli
stereotipi e dai facili ammiccamenti.
Antonio, bellissimo e privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità. Il
padre decanta la virilità di questo figlio unico, la gente pensa che lui sia vicino a Mussolini
ed influente, Catania non parla altro che delle sue doti. Un fascismo locale, macchiettistico
ed inadeguato. Una madre mite ma pronta a mordere per difendere il figlio. Uno zio
filosofo. Un matrimonio non consumato, porterà due famiglie di Catania al centro di una
tragedia al contrario in cui l’eroe lo è nonostante se stesso e il motivo della tragedia, in sé
non esiste se non in una incomprensibile difficoltà di Antonio di amare. La sensualità, la
carnalità, le cose taciute e quelle che non si possono dire, i segreti del talamo, l’impotenza
o il peso di un ruolo non voluto, sono solo una chiave di lettura che invece di risolvere il
romanzo apre la mente del lettore, e in questo case dello spettatore, alla ricerca di variabili
in cui la fine potrebbe non essere nota. In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati,
Antonia, e da Simona Celi, si è voluto fortemente riportare in palcoscenico la scrittura
brancatiana senza fare operazioni di interpretazione. Un progetto importante che riporta in
teatro una grande coppia: Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, due meravigliosi attori,
che per anni hanno messo in scena grandissimi allestimenti. Un cast di ottimi attori per
uno spettacolo che nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero.
9 aprile > 17 maggio 2015
I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE SRL
LUIGI DE FILIPPO
QUARANTA…MA NON LI DIMOSTRA
commedia in due atti di Peppino e Titina De Filippo
con 9 attori della “Compagnia di Teatro Luigi De Filippo”
regia Luigi De Filippo
“Questa commedia di Peppino e Titina De Filippo, andata in scena per la prima volta al
Teatro Sannazaro di Napoli nel 1933, la ripropongo con la mia regia al pubblico di oggi,
non solo perché la ritengo fra le più significative del repertorio dei fratelli De Filippo allora
giovanissimi, ma anche perché racconta il dramma di una donna. E’ poiché il tema è svolto
in tono umoristico, è singolare. E’ una piccola storia domestica intimamente drammatica
che contrappone le sfumature e pudiche timidezze del sentimento agli allegri colori della
commedia di colore e carattere.
Sembrerebbe quasi che il personaggio di ‘’Sesella ‘’, il suo mondo interiore, le sue rinunce,
i suoi grigiori, la sua stessa rassegnazione, sia ispirato ad una di quelle poetiche figure che
popolano le novelle di Cechov, solo che qui invece parla napoletano.
Oggi il mondo è cambiato. Ed è giusto che anche la donna sia cambiata. Tuttavia per
molti, ne sono certo, il dramma di ‘’ Sesella ‘’ e quello di suo padre, Don Pasquale, che
lotta per donare alla figlia un po’ di felicità, finisce comunque sempre per commuovere,
intenerirci e darci un senso di nostalgia per modi e tempi oramai perduti per sempre.
E’ uno spettacolo divertente ed anche amaro, com’è nella tradizione dell’umorismo di
classe. Ed io lo rappresento con l’intenzione di creare un rapporto strettissimo con il
pubblico attraverso il gusto di divertire con capacità “.
(Luigi De Filippo)
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