Stagione 2014/2015 spettacoli • formule di abbonamento • biglietti STAGIONE 2014-2015 1. 13 > 23 novembre 2014 T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO TATO RUSSO IL FU MATTIA PASCAL versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello regia Tato Russo 2. 4 > 7 dicembre 2014 COMPAGNIA CORRADO ABBATI LA VEDOVA ALLEGRA libretto di Victor Léon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhac musica di Franz Lehár regia Corrado Abbati 3. 11 dicembre 2014 > 11 gennaio 2015 I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE LUIGI DE FILIPPO LA LETTERA DI MAMMA’ di Peppino De Filippo regia Luigi De Filippo LO SPETTACOLO DELLE FESTE recite del 31 dicembre e del 6 gennaio fuori abbonamento 4. 15 > 25 gennaio 2015 AR.TE’ TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE COMPAGNIA DEI GIOVANI uno spettacolo di MAURIZIO PANICI e AMBROGIO SPARAGNA COME VI PIACE (AS YOU LIKE IT) commedia con musiche dal vivo di William Shakespeare traduzione e adattamento Maurizio Panici e Alice Spisa musiche originali dal vivo di Ambrogio Sparagna regia Maurizio Panici! 6. 5. 29 gennaio > 15 febbraio 2015 COMPAGNIA MAURI STURNO GLAUCO MAURI, ROBERTO STURNO QUATTRO BUFFE STORIE da Luigi Pirandello e Anton Cechov 19 febbraio > 1 marzo 2015 CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA TEATRO DE GLI INCAMMINATI FRANCO BRANCIAROLI ENRICO IV di Luigi Pirandello Cecè – La Patente Domanda di matrimonio – Fà male il tabacco regia Franco Branciaroli regia Glauco Mauri 7. 12 > 22 marzo 2015 LUX TEATRO ANDREA GIORDANA, GIANCARLO ZANETTI IL BELL’ANTONIO di Vitaliano Brancati regia Giancarlo Sepe 8. 9 aprile > 17 maggio 2015 I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE LUIGI DE FILIPPO QURANTA…MA NON LI DIMOSTRA di Peppino e Titina De Filippo regia Luigi De Filippo EVENTO FUORI PROGRAMMA PREZZO RIDOTTO CRAL E GRUPPI € 16,00 posto unico 23 ottobre > 9 novembre COMPAGNIA TEATROGIOVANE NELLO MASCIA TOMMASO MAESTRELLI, L’ULTIMA PARTITA uno spettacolo di Giorgio Serafini Prosperi, Roberto Bastanza, Pino Galeotti regia Giorgio Serafini Prosperi La storia di Tommaso Maestrelli, di per sè già un romanzo, che ci regala un epilogo degno di un eroe tragico. Un padre putativo che sceglie di affiliarsi un gruppo di ragazzi scalmanati e rissosi, per condurli in un breve attimo magico, alla vetta della loro professione, sacrificando a loro, oltre a buona parte della propria vita privata, anche la propria salute. PREZZI BIGLIETTI CRAL e GRUPPI 2014-2015 platea € 19,00 anziché 25,00 - galleria € 16,00 anziché 20,00. Le recite si effettuano dal giovedì al sabato alle h 21.00 e la domenica alle h 17.00 PREZZI E FORMULE ABBONAMENTI 2014-2015 ABBONAMENTO A 8 PRIME GIORNO E POSTO FISSO con scelta del giorno e del posto al momento dell’acquisto Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ● La lettera di mammà ● Come vi piace (As you like it) ● Quattro buffe storie ● platea € 80,00 anziché Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta ma non li dimostra € 116,00 galleria € 64,00 anziché € 104,00 Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ● La lettera di mammà ● Come vi piace (As you like it) ● Quattro buffe storie ● Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta ma non li dimostra platea € 80,00 anziché € 116,00 galleria € 64,00 anziché € 104,00 ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI CON Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ● GIORNO E POSTO FISSO La lettera di mammà ● Come vi piace con scelta del giorno e del posto al momento (As you like it) ● Quattro buffe storie ● dell’acquisto Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta 1° venerdì serale (1ves) ● 1° sabato serale (1sas) ● 1° ma non li dimostra domenica diurna (1dod) ● 2° giovedì serale (2gis) ● 2° venerdì serale (2ves) ● 2° sabato serale (2sas) ● 2° domenica diurna (2dod). platea € 104,00 anziché € 156,00 galleria € 80,00 anziché € 120,00 Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ● La lettera di mammà ● Come vi piace GIORNO E POSTO LIBERO (As you like it) ● Quattro buffe storie ● il giorno e il posto vengono scelti di volta in Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta volta, prenotando al botteghino giorni disponibili: giovedì ore 21.00 ● venerdì ore 21.00 ma non li dimostra ● sabato ore 21.00 ● domenica ore 17.00 platea € 92,00 anziché € 132,00 galleria € 68,00 anziché € 104,00 Il turno della “prima” coincide solo con il1° giovedì serale (1gis) DISPONIILITA’ TERMINATA ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI 2° GIOVEDI’ SERALE con scelta del posto al momento dell’acquisto solo ed esclusivamente il secondo giovedì serale alle ore 21.00. ABBONAMENTO A 8 SPETTACOLI ABBONAMENTO A 5 PRIME A SCELTA con giorno e posto fisso. Al momento dell’acquisto verranno scelti i 5 spettacoli ed il posto tra quelli dell’intero cartellone. Il turno della “prima” coincide solo con il1° giovedì serale (1gis) Spettacoli del cartellone completo: Il fu Mattia Pascal ● La vedova allegra ● La lettera di mammà ● Come vi piace (As you like it) ● Quattro buffe storie ● Enrico IV ● Il bell’Antonio ● Quaranta ma non li dimostra I vecchi abbonati potranno confermare il loro posto entro e non oltre il 30 settembre. 13 > 23 novembre 2014 T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO TATO RUSSO IL FU MATTIA PASCAL versione teatrale di Tato Russo dal romanzo di Luigi Pirandello con Katia Terlizzi, Francesco Acquaroli, Renato De Rienzo, Sara Falanga, Marina Lorenzi Peppe Mastrocinque, Adriana Ortolani, Antonio Rampino, Carmen Pommella Francesco Ruotolo, Massimo Sorrentino scene Tony Di Ronza costumi Giusi Giustino platea € 100,00 galleria € 80,00 musiche Alessio Vlad regia Tato Russo “Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:- Io mi chiamo Mattia Pascal.” “Ma cosa corrisponde a un semplice nome proprio? È questa la domanda alla quale intende rispondere il protagonista del romanzo di Pirandello che così inizia il suo viaggio attraverso i vari modi d’apparire di se stesso a se stesso e agli altri, il viaggio tra gli intrighi di una vita moltiplicata forse all’infinito che ci impedisce tra convenzioni e compromessi di capire chi siamo veramente. Alla ricerca dell’ ES, dell’altra parte di sé, o della propria vera identità. Morire per vivere una vita diversa. Ritrovare attraverso mille morti la propria unica ragione d’esistere. Scoprire la propria vera identità al di là delle convenzioni che ci hanno formato. Insomma viaggiare a ritroso dei sé o dei risultati di sé abbandonando la scorza delle apparenze per tentare una scoperta definitiva del proprio io. Questo il viaggio di Mattia Pascal, nell’abisso della contraddizione tra essere e apparire. La riduzione in commedia tralascia la tecnica della narrazione propria del romanzo e trasferisce ad una dimensione teatrale il racconto. Insomma liberandosi dalla pesantezza d’una proposta troppo vincolata alla struttura letteraria Tato Russo fa propria la materia del testo per riscriverla in commedia nello stesso linguaggio drammaturgico che sarebbe stato di Pirandello nello sforzo palese e riuscito di una costruzione per il teatro, alla maniera insomma che immaginariamente avrebbe operata lo stesso autore del romanzo nel momento in cui avesse scelto di trasferirla in commedia. Il romanzo sembra così recuperato e acquisito al repertorio delle commedie del Nostro in modo definitivo. Mattia Pascal è Tato Russo nel doppio ruolo di Mattia Pascal e di Adriano Meis, ma anche gli altri personaggi che concorrono alla sua vicenda si rincorrono nella storia, interpretata così dagli stessi attori in identità e personaggi diversi, quasi a scegliere di non chiarire affatto, nello spettro delle rassomiglianze, la distinzione tra i vari aspetti della realtà. Mattia e i suoi coinquilini della storia muoiono tutti per rincontrarsi identici nella storia di Adriano Meis e rivivere poi in quella nuova di Pascal”. 4 > 7 dicembre 2014 COMPAGNIA CORRADO ABBATI LA VEDOVA ALLEGRA libretto di Victor Leon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhac musica di Franz Lehàr scene Stefano Maccarini costumi Artemio Cabassi coreografie Giada Bardelli direzione musicale Marco Fiorini adattamento e regia Corrado Abbati “Centocinquanta anni fa, nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet), scrisse un piacevole vaudeville che però divenne famosissimo solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lehár: era nata La Vedova Allegra. "Non si offenda , ma questa non è musica". Questa frase, dettata dallo stesso Lehár, apparve incisa sulle medaglie omaggio che la direzione del Teatro An der Wien offrì in occasione della trecentesima replica de La Vedova Allegra: una rivincita che il musicista volle concedersi nei confronti della direzione del teatro stesso e dei critici, che la sera della prima gli avevano rivolto quello scettico e non lungimirante apprezzamento. Ma forse avevano ragione. La Vedova Allegra non è musica, è molto di più: è una emozione, una esperienza sensitiva che si stampa a lungo nella memoria di chi l'ascolta. La Vedova Allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in una operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l'aitante diplomatico Danilo. Così, nel finale, tutti cantano la celeberrima marcetta "E' scabroso le donne studiar!" in una Parigi elegante e spensierata, come elegante e spensierata vuole essere questa edizione de La Vedova Allegra, dove si va da Maxim (ancora oggi simbolo mondano-turistico parigino), si danno nomi capricciosi alle donnine che allietano le serate piccanti dei diplomatici, si cantano valzer pervasi da un erotismo scintillante, si ballano indemoniati can-can e si ama con assoluta gaiezza in una atmosfera spensierata e contagiosa che assimila attori e pubblico. Ed è in questa sinergia che l'operetta vola sulle ali del canto, della danza, della prosa, della maschera, del gesto facendosi teatro perfetto o, in modo meno presuntuoso, perfettamente teatrale. E dopo 150 anni la storia della Vedova Allegra è ancora qui fra di noi ed è ancora oggi uno degli spettacoli più rappresentati al mondo; cosa è dunque successo? Nulla nella partitura di Lehár, molto in chi capisce che si può tranquillamente accettare la dimensione intellettuale della nostalgia che rende più sereni.....e chi, di questi tempi, non ne ha bisogno? Buon divertimento”. (Corrado Abbati) 11 dicembre 2014 > 11 gennaio 2015 I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE LUIGI DE FILIPPO in LA LETTERA DI MAMMA’ commedia in due atti di Peppino De Filippo con 9 attori della “Compagnia di Teatro Luigi De Filippo” regia Luigi De Filippo Una lettera-testamento lasciata dalla madre di nobile casata, al giovane baroncino, provoca spassosi equivoci. “La lettera di mammà”, fu rappresentata per la prima volta nel 1933 dai fratelli De Filippo al Teatro Sannazaro di Napoli. La vicenda divertentissima dei due nobili spiantati, che cercano di sistemarsi e di scrollarsi di dosso la miseria che li opprime, sposando le due ereditiere di una famiglia di ricchi commercianti desiderosi di vantare un titolo nobiliare, fu accolta festosamente dal pubblico napoletano che scoprì nei giovani fratelli De Filippo quel talento e quella comicità pervasa di amarezza che, col tempo, li avrebbe resi celebri e ammirati in Italia e all’estero. Ora, Luigi De Filippo, la ripropone al pubblico di oggi in una sua personale interpretazione con la sua regia e la sua Compagnia di Teatro di 11 attori. Anche in questa circostanza, Luigi De Filippo, bravissimo, si rivela in tutto degno della grande dinastia dei De Filippo. Il Teatro non si fa con la tecnica, ma con la fantasia e Napoli e i De Filippo, di fantasia ne hanno sempre avuta da vendere. (Luigi De Filippo) 15 > 25 gennaio 2015 AR.TE’ TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE COMPAGNIA DEI GIOVANI/ LA VERSILIANA FESTIVAL ORCHESTRA GIOVANILE DI MUSICA POPOLARE uno spettacolo di MAURIZIO PANICI e AMBROGIO SPARAGNA COME VI PIACE (As you like it) Commedia con musiche dal vivo di William Shakespeare traduzione e adattamento Maurizio Panici e Alice Spisa musiche originali dal vivo di Ambrogio Sparagna con (i.o.a.) Camilla Alisetta, Sergio Basile, Mauro Bernardi, Alessandro Federico, Massimiliano Franciosa, Massimiliano Iacolucci, Leonardo Lidi, Rocco Piciulo, Daniele Pilli, Alba Maria Porto, Rocco Rizzo, Annamaria Troisi fisarmonica Sandro Paradisi, chitarre Giuseppe Copia, flauti e tamburelli Fabio Soriano, tamburelli Alessia Salvucci scene Tiziano Fario - progetto visivo Andrea Giansanti costumi Marta Genovese, Valentina Zucchet luci Roberto Rocca regia Maurizio Panici Il nuovo progetto della Compagnia dei Giovani – in cui sono inseriti alcuni attori di consolidata esperienza - prevede un grande spettacolo che ha debuttato al Festival della Versiliana di Marina di Pietrasanta nell’agosto 2013: AS YOU LIKE IT, affascinante viaggio sul tema dell’identità e del doppio, con le musiche di Ambrogio Sparagna eseguite dal vivo da un gruppo che fa parte della sua Orchestra Giovanile di Musica Popolare. Dodici attori e quattro musicisti danno vita ad una rappresentazione vitale, cinica e disincantata sul tema dell’amore e dell’inganno, una serie di riflessioni sull’esercizio del potere e sulla necessità di trovare un’alternativa ad un mondo corrotto e violento, espressione di una corte crudele dominata dal malaffare. “Il doppio che c'è in ognuno di noi, il maschile e il femminile, l'amore e la violenza, il desiderio e il possesso. Ancora una volta il più grande autore di tutti i tempi parla di noi, delle nostre malvagità, del nostro bisogno d'amore, ancora una volta ci racconta le nostre debolezze: e lo fa con quella sapienza che ci trascina da una scena all'altra in cerca di un indizio che ci indichi la via d'uscita dalle nostre ossessioni. AS YOU LIKE IT è una commedia con musiche, così nasce il progetto condiviso con Ambrogio Sparagna: il nostro spettacolo vuole restituire il senso profondo della scrittura, la musica non è cornice ma è protagonista tra i protagonisti, un linguaggio che ha la forza di parlare direttamente al cuore delle persone modificando i percorsi. La musica lenisce la ferita d'amore, accompagna l'allegria e la scoperta, si fa intima con i luoghi del cuore. Un allestimento vivo e pulsante come la vita”. (Maurizio Panici) 29 gennaio > 15 febbraio 2015 COMPAGNIA MAURI STURNO GLAUCO MAURI, ROBERTO STURNO QUATTRO BUFFE STORIE da Luigi Pirandello e Anton Cechov Cecè – La patente – Domanda di matrimonio – Fà male il tabacco scene Giuliano Spinelli musiche Germano Mazzocchetti regia Glauco Mauri “Dire cose utili divertendo”, come diceva Orazio, potrebbe essere il sottotitolo di Quattro buffe storie, spettacolo tratto da opere di Cechov e Pirandello legate insieme dalla “comica follia” dei personaggi. La tenerezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita ad un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo. Nei folgoranti atti unici di Pirandello, la comicità e il grottesco sono lo specchio deformante della realtà, vista con la “pietas” per i suoi personaggi. Ne La patente vive una delle tematiche più care all’autore siciliano: il contrasto tra ciò che veramente siamo e ciò che invece gli altri pensano di noi. L’uomo, a volte, per sopravvivere, è costretto a mettersi una maschera che gli è stata plasmata dagli altri. Chiàrchiaro, il protagonista della storia, per i pregiudizi, l’ignoranza e la cattiveria della società è condannato a una finzione che diventa per lui l’unica risorsa possibile di vita. Qui dramma e farsa convivono in un’amara risata. E Cecè, il personaggio dell’omonimo atto unico concepito e scritto da Pirandello direttamente per il teatro nel 1913, è il degno rappresentante di una società frivola e corrotta, dove ingannare e imbrogliare è la normalità. Ambientato in una Roma (come oggi?) invischiata in scandali e allegra corruzione politica, esplode un’insolita, divertentissima “pochade” in cui il cinismo di una situazione diventa non solo fonte di comicità ma anche di condanna. Un’ironia grottesca è sempre alla radice sia delle opere immortali di Cechov che di alcuni suoi brevi atti unici come in Una domanda di matrimonio - scherzo in un atto – così lo sottotitola lo scrittore. Un’invenzione di una comicità al limite dell’assurdo che rappresentata a Mosca nel 1889, fu da L.N. Tolstoj così definita: “La domanda di matrimonio è la personificazione della comicità”. Anche in Fa’ male il tabacco (certamente un piccolo capolavoro) il grottesco dona in modo mirabile quella “leggerezza” che, anche nel dramma, Cechov chiedeva ai registi e agli interpreti delle sue opere. Una conferenza sui danni che provoca il tabacco, sfocia nella confessione di una triste vita, inutile e meschina… E il grottesco di Cechov diventa poesia. 19 febbraio > 1 marzo 2015 CTB TEATRO STABILE DI BRESCIA - TEATRO DE GLI INCAMMINATI FRANCO BRANCIAROLI ENRICO IV di Luigi Pirandello con Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio, e con (i.o.a.) Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo D'Alessandro, Mattia Sartoni scene e costumi Margherita Palli luci Gigi Saccomandi regia Franco Branciaroli Franco Branciaroli, dopo i recenti successi ottenuti con Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro portando sulla scena l’Enrico IV, dramma in 3 atti di Luigi Pirandello, scritto nel 1921 e rappresentato per la prima volta il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano. Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verità. In una lettera che Pirandello scrive a Ruggero Ruggeri - uno degli attori più noti dell'epoca - il drammaturgo agrigentino dopo avergli raccontato la trama, conclude dicendogli che vede in lui il solo attore in grado d’interpretare e dare corpo e anima al ruolo del titolo. Scrive infatti: “Circa vent'anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell'aristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una "cavalcata in costume" in una villa patrizia: ciascuno di quei signori s'era scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i costumi dell’epoca. Uno di questi signori s'era scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio possibile, s'era dato la pena e il tormento d'uno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato. (...) Senza falsa modestia, l'argomento mi pare degno di Lei e della potenza della Sua arte.” Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identità fittizia, è descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico è vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilità di adeguarsi ad una realtà che non gli si confà più, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di ‘interpretare’ ruolo fisso del pazzo. 12 > 22 marzo 2015 LUX TEATRO ANDREA GIORDANA e GIANCARLO ZANETTI IL BELL’ANTONIO da Vitaliano Brancati adattamento teatrale di Antonia Brancati e Simona Celi con Luchino Giordana, Elena Callegari, Simona Celi, Michele Dè Marchi, Natale Russo Alessandro Romano, Giorgia Visani scene Carlo De Marino light designer Franco Ferrari regia Giancarlo Sepe Sessant’anni fa, giovanissimo, moriva un grande scrittore italiano, Vitaliano Brancati. Nel mondo, il secondo romanzo romano italiano più letto e amato, dopo il Gattopardo, risulta essere il Bell’Antonio. Un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una micro storia in Sicilia di una famiglia e del suo Bell’Antonio. Un personaggio reso celebre dall’interpretazione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini, pieno di fascino, quasi enigmatico, chiuso in un destino contrario alla propria natura. Una storia iperbolica in una Sicilia che viene raccontata con grande amore, lontana dagli stereotipi e dai facili ammiccamenti. Antonio, bellissimo e privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità. Il padre decanta la virilità di questo figlio unico, la gente pensa che lui sia vicino a Mussolini ed influente, Catania non parla altro che delle sue doti. Un fascismo locale, macchiettistico ed inadeguato. Una madre mite ma pronta a mordere per difendere il figlio. Uno zio filosofo. Un matrimonio non consumato, porterà due famiglie di Catania al centro di una tragedia al contrario in cui l’eroe lo è nonostante se stesso e il motivo della tragedia, in sé non esiste se non in una incomprensibile difficoltà di Antonio di amare. La sensualità, la carnalità, le cose taciute e quelle che non si possono dire, i segreti del talamo, l’impotenza o il peso di un ruolo non voluto, sono solo una chiave di lettura che invece di risolvere il romanzo apre la mente del lettore, e in questo case dello spettatore, alla ricerca di variabili in cui la fine potrebbe non essere nota. In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati, Antonia, e da Simona Celi, si è voluto fortemente riportare in palcoscenico la scrittura brancatiana senza fare operazioni di interpretazione. Un progetto importante che riporta in teatro una grande coppia: Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, due meravigliosi attori, che per anni hanno messo in scena grandissimi allestimenti. Un cast di ottimi attori per uno spettacolo che nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero. 9 aprile > 17 maggio 2015 I DUE DELLA CITTA’ DEL SOLE SRL LUIGI DE FILIPPO QUARANTA…MA NON LI DIMOSTRA commedia in due atti di Peppino e Titina De Filippo con 9 attori della “Compagnia di Teatro Luigi De Filippo” regia Luigi De Filippo “Questa commedia di Peppino e Titina De Filippo, andata in scena per la prima volta al Teatro Sannazaro di Napoli nel 1933, la ripropongo con la mia regia al pubblico di oggi, non solo perché la ritengo fra le più significative del repertorio dei fratelli De Filippo allora giovanissimi, ma anche perché racconta il dramma di una donna. E’ poiché il tema è svolto in tono umoristico, è singolare. E’ una piccola storia domestica intimamente drammatica che contrappone le sfumature e pudiche timidezze del sentimento agli allegri colori della commedia di colore e carattere. Sembrerebbe quasi che il personaggio di ‘’Sesella ‘’, il suo mondo interiore, le sue rinunce, i suoi grigiori, la sua stessa rassegnazione, sia ispirato ad una di quelle poetiche figure che popolano le novelle di Cechov, solo che qui invece parla napoletano. Oggi il mondo è cambiato. Ed è giusto che anche la donna sia cambiata. Tuttavia per molti, ne sono certo, il dramma di ‘’ Sesella ‘’ e quello di suo padre, Don Pasquale, che lotta per donare alla figlia un po’ di felicità, finisce comunque sempre per commuovere, intenerirci e darci un senso di nostalgia per modi e tempi oramai perduti per sempre. E’ uno spettacolo divertente ed anche amaro, com’è nella tradizione dell’umorismo di classe. Ed io lo rappresento con l’intenzione di creare un rapporto strettissimo con il pubblico attraverso il gusto di divertire con capacità “. (Luigi De Filippo)