Notizie dal mondo della sanità...
di Maurizio Neri
Consigliere
Fonte: Sole 24 Ore Sanità
Risparmi per 250 milioni con la sanità
ecosostenibile
Incrementi dell’efficienza energetica taglierebbero i
costi per le aziende sanitarie del 10% con un risparmio complessivo che si aggirerebbe tra i 250 e i 300
milioni di euro all’anno. Le proposte per raggiungere il risultato vanno dall’introduzione di incentivi
economici per le strutture che optano per soluzioni
ecosostenibili alla promozione del risparmio energetico e idrico, sino ad una efficiente gestione dei
rifiuti ospedalieri. In Italia il 50% del costo del Ssn
è attribuibile al servizio ospedaliero e l’incidenza
dei costi imputabile all’impiego di energia è del
5-6% del totale. Gli investimenti per ristrutturazioni e impianti sarebbero ingenti ma i frutti si raccoglierebbero nel medio e lungo termine. Ma tra le
priorità immediatamente realizzabili c’è quella della
eliminazione delle inefficienze. Gli ospedali sono responsabili di elevati consumi per il riscaldamento,
climatizzazione e illuminazione; ingente consumo
di acqua calda; produzione di vapore per sterilizzazione e umidificazione; produzione di rifiuti speciali.
Tutte le strutture di ricovero del Ssn producono un
consumo, relativo ai vettori energetici, pari a circa
2,6 miliardi l’anno. Energia termica ed elettrica coprono rispettivamente l’80% e il 20% del consumo
di energia totale. Il 20% dell’energia si potrebbe risparmiare, in quanto attribuibile alle perdite dovute
12 . N.3/2011 - IO INFERMIERE
ad inefficienze gestionali e obsolescenza delle apparecchiature.
Il Regno Unito ha già adottato molteplici iniziative
nell’ambito della riduzione dei costi e delle emissioni. Dal 2008 nell’organigramma del National Health
Service esiste un’unità dedicata allo sviluppo sostenibile. Uno degli obiettivi è quello di ridurre le emissioni di carbonio, essendo il sistema sanitario uno
dei maggiori produttori di emissioni. Le iniziative
riguardano la ristrutturazione o sostituzione degli
edifici ospedalieri, minore mobilità di pazienti e professionisti, utilizzo di energia rinnovabile, riduzione
dei rifiuti farmaceutici attraverso miglioramenti nelle modalità di somministrazione e imballaggi/confezionamento, revisione delle attrezzature mediche
la cui efficienza riduce gli approvvigionamenti del
20% in combinazione con la condivisione delle
strumentazioni specialistiche tra strutture sanitarie,
massimizzazione delle procedure di efficienza, adozione di diversi modelli di cura promuovendo il passaggio a modelli di cura meno intensivi.
Crescita dei rifiuti ospedalieri
I rifiuti sanitari sono prodotti per il 90% dagli ospedali e i costi di smaltimento aumentano annualmente
del 10% sino ad arrivare a circa quota 200 milioni di
euro. Il costo di smaltimento è quantificabile in circa
700 euro per posto letto. Per abbattere tale costo,
dovuto al fatto che la percentuale massima di incenerimento è del 5-7%, occorre utilizzare tecnologie
e metodologie innovative, che consentano di incrementare la percentuale di smaltimento. Anche da
un punto di vista quantitativo i rifiuti sanitari stanno
aumentando, in modo particolare quelli speciali,
con un incremento dei rifiuti pericolosi sul totale
dei rifiuti sanitari. Si registra che nella produzione di
rifiuti per posto letto, le strutture pubbliche ne pro-
ducono il doppio rispetto a quelle private, tale differenza non trova spiegazione se non nella maggiore
attenzione ai costi da parte delle case di cura private. Il che dimostra che ci sarebbero notevoli margini
di riduzione della quantità di rifiuti prodotta nelle
strutture pubbliche. Considerando le differenti attività produttive ospedaliere, la maggior produzione
si riscontra nei reparti ospedalieri: il 7,3% dei rifiuti
è prodotto dalle varie specialità; il 9,2% da medicina interna; il 10% da chirurgia; il 10,5% da pediatria;
l’11,8% da ostetricia e ginecologia e il 51,2% per
l’emodialisi (notevole quantità di filtri usa e getta).
Frodi in Sanità
Le frodi in sanità costano all’Unione Europea 56 miliardi di euro l’anno, e a livello globale le frodi costano 180 miliardi l’anno, con i quali si potrebbero
costruire 1500 ospedali. Il mercato dei medicinali
contraffatti ha raggiunto quota 60 miliardi, di cui
10,5 in Europa. Le frodi pesano di più in Germania
(13 miliardi), seguita da Francia (10,5 miliardi), Inghilterra (8,5 miliardi) e Italia (7 miliardi). Le cifre sono in
aumento ma non è ancora chiaro se ciò è dovuto
alla crescita delle frodi o al miglioramento dei sistemi messi in campo per scoprirle. Protagonisti delle
frodi sono pazienti, ospedali, aziende, organizzazioni criminali e operatori sanitari. Il maggior numero
di frodi è stato registrato in Belgio e Paesi Bassi, dove
i pagamenti vengono effettuati sulla base dei servizi
resi, il che inventiva i medici a fornire il maggior numero di trattamenti possibili. In Belgio una recente
legge ha conferito maggiori responsabilità agli operatori sanitari nel contrasto alle frodi.
Italiani i più depressi
Un sondaggio dell’Eurobarometro sul tema della
salute mentale afferma che gli italiani sono i più
depressi in Europa. L’indagine ha intervistato 1044
connazionali, e un numero superiore alla media
afferma di aver provato tutte le emozioni negative
proposte dall’inchiesta “sempre” o “la maggior parte
del tempo”. Ciononostante la percentuale di intervistati che è ricorsa all’aiuto di un professionista non
è superiore alla media europea, così come l’uso di
antidepressivi, ai quali gli italiani però ricorrono in
misura superiore alla media per curare stati d’ansia
piuttosto che veri e propri stati depressivi.
Calo dei ricoveri ospedalieri
Dal rapporto preliminare pubblicato dal ministero
della Salute sui dati SDO 2010 si registra un calo di
oltre mezzo milione di ricoveri (-4,9%) che, se sommato a quello del 2009, si è rivelato essere di circa
un milione in soli due anni. A ridursi sono anche le
giornate di degenza (-3,7%) e il tasso di ospedalizzazione che passa dai 185,4 ricoveri per mille abitanti
del 2009 ai 174,5 del 2010. Il calo maggiore dei ricoveri si ha tra quelli per acuti, a seguire i ricoveri di
lungodegenza e infine le degenze in riabilitazione.
La degenza media rimane sostanzialmente stabile
intorno ai 6,7 giorni. Le strutture di ricovero si sono
numericamente ridotte, di 83 nell’anno 2010 sulle
1542 presenti, di cui ben 74 nella sola Sicilia per la
razionalizzazione legata al piano di rientro. Alcuni
dati: in Italia nel 2010 si sono registrati 10.223.000 ricoveri per acuti (di cui 28% in day hospital) con una
differenza rispetto al 2009 di -5,1%; 347.000 ricoveri
in riabilitazione con una flessione del 3,3% rispetto
al 2009; 105.300 in lungodegenza con una flessione
del 4,6% rispetto al 2009.
Referti on line
Nei prossimi mesi le Asl dovranno rendere possibile ai cittadini il pagamento on line delle prestazioni sanitarie e la consegna via web dei referti
medici. In seguito le aziende del Ssn consegneranno referti medici solo in forma di gitale tranne
se l’interessato chieda esplicitamente il cartaceo,
anche a domicilio. Una norma prevede anche che
il Comune, in caso di trasferimento di residenza di
persona fisica e su richiesta dei cittadini interessati, dovrà comunicare all’Asl la variazione anagrafica per via telematica. L’aggiornamento del libretto
sanitario è effettuato dall’Asl, con l’invio all’intestatario del nuovo libretto. Il decreto recentemente
approvato prevede anche l’unificazione definitiva
tra carta di identità e tessera sanitaria elettronica.
Tali innovazioni sono considerate a costo zero, ma
il Servizio bilancio del Senato ha espresso delle
perplessità.
IO INFERMIERE - N.3/2011 .
13
Italia: 21° posto per numero di infermieri e
11° per numero di medici
In pochi anni l’Italia ha perso il primato per il maggior numero di medici rispetto agli altri Paesi dell’area
Ocse. Si trova all’undicesimo posto (su 34) a pari merito con Danimarca e Israele. Il primato spetta ora alla
Grecia, con 6,1 medici ogni mille abitanti, segue l’Austria con 4,7 e la Norvegia con 4 medici per mille abitanti. Poi Portogallo e Svizzera (3,8), Svezia e Islanda
(3,7), Germania e Repubblica Ceca (3,6); infine prima
di noi anche la Spagna con 3,5. Il crollo si spiega anche
con l’introduzione del numero chiuso nell’accesso al
corso di laurea e con il blocco del turn over nel Ssn
che impedisce la sostituzione di chi va in pensione.
Va considerato che in questo ultimo rapporto sono
stati presi in considerazione solo i medici che svolgono realmente la professione e non anche quelli che
fanno “altro”, come avvenuto invece in passato.
Per quanto riguarda la carenza di infermieri la tendenPaese
Medici Infermieri
Laureati
x 1.000 ab. x 1.000 ab. medicina
x 100mila ab.
Australia
3,0
Austria
4,7
Belgio
2,9
Canada
2,4
Cile
1,0
Corea
1,9
Danimarca 3,4
Estonia
3,3
Finlandia
2,7
Francia
3,3
Germania
3,6
Giappone
2,2
Grecia
6,1
Irlanda
3,1
Islanda
3,7
Israele
3,4
Italia
3,4
Lussemburgo 2,7
Messico
2,0
Norvegia
4,0
Nuova Z.
2,6
Paesi bassi
2,9
Polonia
2,2
Portogallo
3,8
RegnoUnito 2,7
Rep. Ceca
3,6
Rep. Slovacca 3,0
Slovenia
2,4
Spagna
3,5
Svezia
3,7
Svizzera
3,8
Turchia
1,6
Ungheria
3,0
Usa
2,4
10,2
7,6
14,8
9,4
0,5
4,5
14,8
6,1
9,6
8,2
11,0
9,5
3,3
12,7
15,3
4,5
6,4
10,9
2,5
14,2
10,5
8,4
5,2
5,6
9,7
8,1
6,0
8,1
4,9
11,0
15,2
1,5
6,2
10,8
10,8
23,6
7,9
7,0
6,5
8,8
15,3
9,0
9,4
6,0
12,5
5,9
14,3
16,2
11,6
4,0
11,3
-
-
10,7
7,8
9,9
7,3
10,4
9,3
12,6
8,5
8,0
8,5
10,7
9,4
7,0
9,2
6,5
Diplomati
Letti
infermiera per acuti
x 100mila ab. x 1000 ab.
75,9
58,7
37,1
-
7,5
-
78,3
35,2
57,6
34,4
27,5
36,8
-
33,1
64,8
11,4
18,4
18,0
-
72,2
30,6
39,3
22,1
32,9
30,0
13,9
152,0
-
20,6
-
67,8
6,0
31,5
-
3,5
5,6
4,2
1,8
-
5,5
2,9
3,6
1,8
3,5
5,7
8,1
4,1
2,6
3,7
2,0
3,0
4,3
1,6
2,4
-
3,1
4,4
2,8
2,7
5,0
4,8
3,8
2,5
2,0
3,3
2,4
4,1
2,7
Il dato è riferito all’anno 2009. Ove non disponibile si fa riferimento all’ultimo anno utile
14 . N.3/2011 - IO INFERMIERE
za non è invertita considerando che l’Italia si trova al
21esimo posto su 34 per numero di infermieri ogni
mille abitanti (6,4), contro i 15,2 della Svizzera o i 14,8
di Belgio e Danimarca.
Scarsa inclinazione per l’acquisto on line dei
farmaci
In una recente ricerca condotta a giugno da Eurisko emerge che anche in Italia l’e-commerce si stia
consolidando sempre più, con circa 8 milioni di italiani che acquistano on line. Tra le leve principali che
motivano l’acquisto vi sono il risparmio 8non solo di
denaro ma anche di tempo) e il superamento delle
barriere spazio- temporali, ovvero la possibilità di acquistare quando e dove si vuole. Vi sono però due
aree in particolare verso le quali vi è maggior chiusura: da una parte la spesa alimentare, dall’altra i prodotti legati al benessere e alla salute, come i farmaci
acquistabili senza ricetta. Infatti la maggioranza degli
italiani
(69%)
non sa se la vendita on line dei farmaci
Rmn
Tac
Spesa
x milioneda
x milione
bancofarmaci
sia consentita. Comunque 1 italiano su 5
ab.
ab.
pro-capite ($)
considererebbe utile l’acquisto on line dei farmaci.
5,9
38,7
3.445
Questa
resistenza
all’acquisto si può spiegare con
18,4
29,3
4.289
la
mancanza
in
primis
del farmacista, figura di riferi-
-
3.946
8,0
13,9
4.363
mento per avere consigli (lo pensano 8 italiani su 10),
-
-
1.186
anche1.879
garante di qualità e autenticità del farma19,0 ma
37,1
15,4
4.348
co.23,7
I timori
sono infatti orientati verso la possibilità di
7,5
14,9
1.393
truffe,
rischio
16,9
20,4
3.226 di manomissione dei prodotti durante
6,4 la 11,1
3.978
consegna, scadenza entro breve. Inoltre, poiché
-
-
4.218
del farmaco avviene in genere “al bisogno”
43,1 l’acquisto
97,3
2.878
21,7 e 33,8
non in 2.724
un’ottica di scorta, il web non è ancora in
11,9
15,3
3.781
un’immediata disponibilità/fruibi21,9 grado
34,5 di soddisfare
3.538
1,9 lità9,4
2.164
del prodotto. C’è da dire che l’Italia, nel settore del
21,6
31,7
3.137
alla contraffazione, è all’avanguardia aven14,2 contrasto
26,3
4.808
1,9 do4,3
avviato918
una seri e di iniziative tra le quali l’istituzio-
-
5.352
ne
di
una
task
9,7
14,6
2.983 force nazionale di cui fanno parte l’Aifa,
11,0 il Ministero
11,3
4.914
della Salute, i NAS, l’Istituto superiore di
3,7
12,4
1.394
Sanità,
il
Ministero
dell’Interno ed altri. La legislazione
8,9
26,0
2.508
5,6 italiana
7,4
3.487
vieta
di fatto le farmacie on line ma non riesce
5,7
14,1
2.108
impedire
6,1 ad13,3
2.084il ricorso a quelle estere.
4,5
-
-
-
8,9
2,8
25,9
11,9
-
-
32,8
11,6
7,2
34,3
2.579
3.067
3.722
5.144
902
1.511
7.960
Congedo per cure oncologiche
Per le oltre 300.000 persone che ogni anno in Italia si
ammalano di tumore esiste un diritto in più, ovvero
la possibilità di fruire di un periodo di 30 giorni, anche
frazionato, per sottoporsi alle cure, mantenendo la
retribuzione calcolata secondo il regime economico delle assenze per malattia. Tale diritto spetta ai
lavoratori cui viene riconosciuta una riduzione della
capacità lavorativa superiore al 50%.
Aumento della sopravvivenza media ai tumori
Negli ultimi quarant’anni la sopravvivenza media,
a cinque anni, per tutti i tipi di tumore, è aumentata del 18%: questo significa che due pazienti su
tre vivono almeno cinque anni dopo la diagnosi di
malattia. Così il Presidente dell’Asco (American society of clinical oncology) ha aperto il 47° congresso annuale. Un vero e proprio crollo dell’indice di
mortalità per il cancro al seno passato da un indice
di 32,1 su 100.000 abitanti nel 1971 al 22,8 di oggi;
con una sopravvivenza a cinque anni che è aumentata dal 75% al 90%. Stesso dicasi per il tumore del
colon-retto con un indice di mortalità passato dal
29,2 del 1971 all’attuale 16,7. Questi risultati positivi
dipendono da un lato nei progressi nella diagnosi e
dall’altro da terapie sempre più efficaci.
Una svolta importante c’è stata nel trattamento del
melanoma, che in Italia fa registrare 7000 nuovi casi
ogni anno con 1500 decessi.
Si è evidenziato come, nella forma metastatica,
l’immunoterapia (incremento dell’aggressività del
sistema immunitario verso il cancro, attraverso il
suo potenziamento) e la terapia a bersaglio molecolare siano efficaci nel migliorare la sopravvivenza.
Infatti l’associazione di chemioterapico tradizionale
e un nuovo anticorpo monoclonale ha portato la
sopravvivenza a tre anni al 20,8% rispetto al 12,2%
ottenuto con il solo trattamento chemioterapico.
È stato presentato al congresso anche uno studio
relativo ad una molecola, vemurafenib, che ha dimostrato di migliorare la sopravvivenza in quei pazienti colpiti da melanoma metastatico positivi alla
mutazione del gene Braf V600 (presente in circa
metà di tutti i casi di melanoma), con una riduzione
del rischio di decesso del 63%.
La scelta del primo tipo di terapia (potenziamento
del sistema immunitario) o del secondo tipo (azione
della molecola direttamente sul tumore) dipende
dalle caratteristiche biologiche del paziente e dallo
stadio della malattia. Si continua però a trascurare la
prevenzione, poiché la sopravvivenza è migliorata
ma l’incidenza si mantiene stabile.
Si è poi posta l’attenzione sulla relazione tra cancro
e peso: una donna obesa al momento della diagnosi di cancro al seno ha il 78% in più di rischio di avere
recidive. Il peso in eccesso è un fattore di rischio sia
per l’insorgenza del tumore che per una limitata sopravvivenza della malattia. In generale le neoplasie
collegate all’eccesso di peso sono il cancro al seno,
alla prostata, all’endometrio e i tumori gastrointestinali.
Incremento delle malattie professionali
Nel rapporto annuale Inail 2010 si evince l’incremento del 22% delle denunce di malattie professionali da parte dei lavoratori. Il risultato è considerato
con soddisfazione dall’Istituto poiché gli esperti
consideravano quello delle malattie professionali
un fenomeno da sempre sottostimato.
Tale risultato sarebbe la conseguenza delle iniziative
messe in atto per informare e sensibilizzare i lavoratori e datori di lavoro. In particolare sono emerse le
patologie muscolo-scheletrico, dovute prevalentemente a sovraccarico biomeccanico o a movimenti
ripetuti, e che sono passate dai diecimila casi del
2006 ai 26000 casi del 2010.
Tali patologie rappresentano il 60% delle denunce.
Le denunce per disturbi psichici da stress lavoro correlato nel 2010 sono state solo 500, fenomeno che
si ritiene essere sottostimato. Gli incidenti sul lavoro
sono in calo dell’1,9% che si somma all’importante
risultato dei decessi sul lavoro inferiore ai mille casi.
Trattamento dei dati personali
In una recente sentenza la Corte di cassazione si
è espressa sostenendo che l’assoggettamento alla
norma in tema di divieto di diffusione dei dati sensibili riguardi tutti indistintamente i soggetti entrati in
possesso dei dati, i quali saranno tenuti a rispettare
sacralmente la privacy di altri soggetti.
Così deve rispondere del reato previsto dalla legge
un imputato che era stato ritenuto colpevole del
reato di utilizzo illecito dei dati personali per aver
diffuso attraverso una chat-line pubblica il numero
dell’utenza personale cellulare della persona offesa.
IO INFERMIERE - N.3/2011 .
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