Mercatello sul Metauro 21 luglio – 19 agosto 2012 Testi, grafica e impaginazione, Gabriele Muccioli Il testo delle pp. 19-20 è di Giulia Benelli e Rosalba Rombaldoni Referenze fotografiche: Le foto di Musica&Musica 2011 sono di Matteo e Michele Dini dello Studio Picchio Photography di S. Angelo in Vado, quelle delle pp. 9, 16, 19, 22 e 57 di Gabriele Muccioli, quella di p. 48 di Davide Gostoli. L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non identificate. Stampa Arti Grafiche Stibu nche quest’anno, come spesso è avvenuto in passato, la rassegna concertistica promossa dal Museo di San Francesco ruota attorno ad una ricorrenza importante per la storia e la cultura mercatellese e dell’Alto Metauro; stavolta ancor più centrata sulla musica e sul suo radicamento nel nostro territorio: il Bicentenario della Società Filarmonica di Mercatello (poi divenuta Banda Municipale, come meglio evidenziato e descritto nel corposo volume a cura di Alfiero Marchetti che è in uscita proprio in questi giorni). La sua costituzione è infatti fatta risalire, solo a causa del mancato ritrovamento di documentazione precedente, al 1812. In quell’anno la nostra cittadina era ancora occupata dalle truppe napoleoniche che da circa tre anni, dopo aver scacciato i Minori francescani dal loro convento, lo avevano adibito, compresa la magnifica chiesa, a caserma per i soldati della finanza. Forse proprio lo stimolo propagandato dai soldati stranieri - originato oltralpe dalla Rivoluzione Francese con l’intento di celebrare popolarmente le ricorrenze civili - unito alla tradizione locale di accompagnare in musica le solenni processioni religiose, concretizzò la nascita della longeva istituzione finalizzata a enfatizzare tutte le emozioni collettive e gli ideali condivisi; ma non solo. A La necessità di sempre nuovi musicisti per l’organico bandistico diede vita e sviluppò anche una scuola propedeutica finalizzata alla formazione musicale di un’ampia fascia della popolazione, senza nessuna distinzione sociale; fonte principale di quella cultura del pentagramma diffusa a cui si deve l’amore e la passione per le note degli odierni mercatellesi e che si concretizza in varie forme e modi, rappresentate nella nostra rassegna 2012 da Banda e Coro. Proprio a rimarcare il valore formativo delle giovani generazioni si è pensato che per avviare i laboratori didattici che prenderanno vita nella struttura museale, fosse significativo e appagante istituire una formazione orchestrale costituita da musicisti in erba del nostro territorio che, uniti a coetanei dell’intera provincia, potessero svolgere un divertente percorso di avvicinamento ad un loro concerto all’interno del festival. Un vero e proprio laboratorio musicale fatto di incontri, prove, svago e letture in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Alto Metauro. Un bell’inizio per le ulteriori attività che potrà intraprendere il Museo grazie agli spazi integrativi in via di ultimazione; un bel volano per la Dirigenza che dovrà essere al più presto definita con il rinnovamento dell’istituzione e a cui sarà demandata anche Musica&Musica. Gabriele Muccioli (delegato al Museo di San Francesco) manifestazione ideata e promossa dal Museo di San Francesco in Mercatello con il sostegno e il supporto di: Associazione Pro Loco Mercatellese Comune di Mercatello sul Metauro Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro sotto il patrocinio della Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con: Coro Polifonico Icense Mercatello Banda Musicale Mercatello Orchestra Sinfonica G. Rossini Pesaro Parrocchia Santa Veronica Giuliani Mercatello con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro Direzione artistica, Gabriele Muccioli - Guerrino Parri 6 7 8 PRESENTAZIONI Alceo Serafini Presidente, Comunità Montana Alto e Medio Metauro Giovanni Pistola Sindaco, Comune di Mercatello sul Metauro Gabriele Muccioli Delegato alla Cultura, Pro Loco Mercatellese indice 12 16 18 22 24 30 40 IL PROGRAMMA MILLE VOCI UNO STRUMENTO: dal mottetto al musical, da Vivaldi a Bernstein, da Broadway al West End. Coro Polifonico Icense Mercatello diretto da G. Parri / Coro Filarmonico Rossini Pesaro diretto da R. Renili BICENTENARIO BANDA MUSICALE DI MERCATELLO: due giorni di bande, due secoli di feste. Banda Musicale di Mercatello diretta da A. Pagliardini / Banda Musicale di Montefelcino diretta da S. Piersanti / Orchestra di strumenti a fiato di Urbino diretta da M. Mangani È DA PICCOLI CHE SI DIVENTA GRANDI ... : giovani musicisti si incontrano e crescono ascoltandosi. Gioachino Orchestra direttore artistico G. Benelli / Le piccole voci durantine dirette da R. Rombaldoni / M. Sabbatini direttore UN PENTAGRAMMA DI STELLE: The Beatles tribute. Revolver LA SFIDA FRA VIOLA DA GAMBA E VIOLONCELLO: il Settecento di Bach, Geminiani, Telemann e Marais. Perikli Pite violoncello e viola da gamba - Silvia Rambaldi cembalo LA MUSICA NEL MILLEOTTOCENTODODICI: i vertici beethoveniani e la freschezza rossiniana. Orchestra Sinfonica G. Rossini - L. Marcelletti direttore ROSSINI, ROSSINI E ANCORA ROSSINI: comunque la suoni e la canti, una musica che non invecchia. Quartetto d'archi dell'O.S.R. / Paola Antonucci soprano 44 GLI ARTISTI Biografie degli interpreti 58 AMICI E SOSTENITORI Soci ordinari e sostenitori 5 presentazioni rima di assumere l’incarico di Presidente della Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro conoscevo poco Mercatello se non per averlo visitato in qualche occasione. In questi due anni, anche in ragione di un contatto quotidiano col Vice Presidente Marchetti, ho potuto apprezzarne le bellezze architettoniche e la cura con cui ogni cosa è tenuta, al punto che da circa dodici anni il paese detiene il marchio Turistico Ambientale Bandiera Arancione del Touring Club Italia. Ricordo ancora con particolare piacere i concerti della edizione 2011 di Musica&Musica, cui ho voluto prendere parte unitamente alla mia signora, e il piacere che ho condiviso col numerosissimo pubblico nell’ascoltare la straordinaria musica impeccabilmente eseguita dall’Orchestra G. Rossini di Pesaro e dal Coro Polifonico Icense. La cornice e l’acustica della Chiesa di San Francesco hanno poi fatto il resto, rendendo quelle serate straordinarie ed indimenticabili. L’abilità degli organizzatori e degli Enti promotori, credo non sia solo quella di sapersi avvalere della indispensabile collaborazione di veri professionisti, ma da pubblico amministratore ritengo che sia P 6 encomiabile il risultato che riescono ad ottenere facendo leva su risorse molto limitate rispetto ad altre platee necessariamente più importanti. La stessa partecipazione alle serate, garantita anche da amanti della musica di lontana provenienza, è il segno della grande qualità dell’offerta culturale, attenta sempre ad offrire nuove e stimolanti proposte. Apprezzo in modo particolare, anche per una predisposizione naturale e storica dell’Ente che rappresento, il fatto che quest’anno si sia pensato anche ai giovanissimi, dedicando loro uno spazio importante. Voglio anche rendere onore al complesso bandistico di Mercatello cui è dedicata questa edizione della rassegna, con la certezza che, vista la lunghissima tradizione che lo caratterizza, saprà continuare per tanto tempo ancora a dare lustro e decoro ad ogni evento o manifestazione civile e religiosa di Mercatello. Certo del successo anche di questa edizione, ringrazio tutti per le lodevoli iniziative. Alceo Serafini (Presidente Comunità Montana Alto e Medio Metauro) a storia millenaria di Mercatello sul Metauro è costellata di avvenimenti e ricorrenze importanti che il paese non vuole e non deve dimenticare. Negli ultimi anni, il calendario ha voluto regalarci dapprima il 750° anniversario della Fondazione del nostro Comune nel 2007, poi il 350° anno dalla nascita della nostra Patrona Santa Veronica Giuliani nel 2010 e proprio quest’anno vuol rendere omaggio ad uno dei più antichi sodalizi musicali della nostra Regione ricordando il 200° anno dalla fondazione della nostra amata Banda Musicale. La rassegna Musica&Musica, che da sette anni propone durante l’estate concerti e rappresentazioni di grande qualità e di notevole richiamo, ha voluto quest’anno dedicare la manifestazione alla Banda, culla della lunghissima tradizione musicale che da sempre sembra distinguere il nostro paese. Sentimenti di orgoglio e di riconoscenza accomunano tutti noi, quasi legati in modo indissolubile a questa Associazione inizialmente denominata Accademia Filarmonica di Mercatello. Tanti concittadini hanno attraversato il percorso da allievi della Scuola di Musica, nata addirittura nel lontano 1867, a L bandisti, ed alcuni di loro hanno addirittura superato il mezzo secolo di militanza. Mi piace pensare che nulla nasce per caso e che la stessa tradizione musicale abbia avuto origine dall’amore per ogni forma di arte e di cultura che da sempre è nel nostro DNA e che è testimoniato dai tanti tesori, che i mercatellesi di un tempo che fu, ci hanno lasciato e dal fervore con cui noi oggi cerchiamo di conservarli e valorizzarli. Musica&Musica è oggi una realtà quasi unica nel suo genere, che nonostante i tempi di grande crisi il nostro territorio deve sempre coltivare, peraltro ospitata prevalentemente in quel complesso di San Francesco che presto avrà a disposizione una nuova ala il cui intervento di ristrutturazione proprio in questi giorni volge al termine. Augurando quindi alla manifestazione una nuova stagione di successi, rivolgo il mio pensiero e quello dell’Amministrazione che ho l’onore di rappresentare, a tutti gli amanti di quella mirabile arte che è la musica convinto che per molto tempo ancora saprà produrre nel nostro Mercatello musicisti e coristi di valore. Giovanni Pistola (Sindaco del Comune di Mercatello) 7 quella cultura musicale diffusa, figlia della lunga tradizione religiosa e civile mercatellese e metaurense - con particolare riguardo al ruolo rivestito dalla Società Filarmonica di Mercatello, poi Banda Municipale - è in gran parte dedicata l’intera rassegna concertistica del 2012, dove i suoi frutti troveranno spazio e visibilità fin dal primo appuntamento. 21 luglio - Il Coro Polifonico Icense, formazione di più recente costituzione, rispetto alla Filarmonica (1812), ma dalle riconosciute qualità artistiche, sarà protagonista, assieme al prestigioso Coro Filarmonico Rossini di Pesaro, di una splendida e divertente cavalcata musicale che, dalle melodie più “classiche”, ci condurrà fino al “musical” di Broadway; protagonista assoluto della serata con brani tratti da West Side Story (Leonard Bernstein) e dai più riusciti capolavori di Andrew Lloyd Webber. 28-29 luglio - Sarà poi la volta del suono della Banda, anzi delle Bande, visto che ad esse è dedicato l’intero ultimo fine settimana di luglio. Si inizierà sabato sera con un gioioso concerto della Banda Musicale di Mercatello, la grande protagonista del 2012, che nella serata festeggerà assieme ai presenti i suoi due primi secoli di vita. Il giorno seguente, assieme alla formazione musicale mercatellese, vedrà esibirsi altre bande cittadine (quelle di Montefelcino e Urbino), in uno degli otto appuntamenti che quest’anno caratterizzano l’ormai classica manifestazione Bandinsieme, organizzata dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con l’associazione provinciale e regionale della Anbima, (Associazione Nazionale Bande Musicali Autonome). 4 agosto - Ma la musica, anche in un centro apparentemente così decentrato, non si ferma certo allo splendido aspetto “dilettantistico” delle formazioni municipali che ne sono lo stimolo; si radica in profondità e produce frutti sempre nuovi, più nascosti e inaspettati, che possono rivelarsi all’improvviso e che debbono essere messi orgogliosamente in mostra e valorizzati. A 8 È il caso della piccola Gioachino Orchestra, orchestra d’archi che il Museo di San Francesco, attraverso i suoi laboratori didattici e Musica&Musica - con l’apporto determinante, la passione e l’impegno del direttore artistico Giulia Benelli, di istituzioni pubbliche, scolastiche e privati cittadini - è riuscito a costituire con giovanissimi musicisti del territorio. Ad essi è così data una delle rarissime possibilità di esibirsi assieme dopo un percorso educativo e formativo di due mesi; un laboratorio educativo che ha saputo coinvolgere anche la rete provinciale Museo Sarai Tu e il Sistema Bibliotecario Alto Metauro. Per l’occasione, alla nascente formazione si unirà, in quello che è un vero e proprio concerto, un’altra bella realtà già consolidata delle nostre terre; quella de Le piccole voci durantine, coro di voci bianche che, accompagnato dai coetanei musicisti, non mancherà di regalare emozioni ai presenti. 10 agosto - La solita parentesi spensierata della Notte di S. Lorenzo, che ormai da alcuni anni conclude la riuscitissima Camminata sotto le stelle, è affidata in quest’edizione al duo acustico dei Revolver e alle irresistibili melodie dei Beatles, riarrangiate e reinterpretate con gusto; rispettosamente ripulite e riportate alla loro idea iniziale, che emerge in tutta la sua bellezza e perfezione armonica-melodica. 12 agosto - L’ultima settimana del festival sarà introdotta da un accattivante e attraente programma barocco che, affidato alle interpretazioni e sensibilità del cellista e gambista Perikli Pite e della cembalista Silvia Rambaldi, mette in risalto la romantica “sfida” in atto nella prima metà del Settecento fra l’affermata viola da gamba e l’emergente violoncello; strumenti a cui celebri autori contemporanei dedicano il meglio della loro produzione, caratterizzando un virtuosistico periodo di coesistenza. 14 agosto - Il tema centrale della stagione concertistica, il bicentenario della Banda Municipale, verrà riaffrontato anche dal concerto sinfonico che ormai caratterizza il ferragosto mercatellese. Questo attraverso una suggestiva analisi della musica che si scriveva in Europa in quel 1812, del suo legame con gli avvenimenti storici e politici, della definitiva affermazione del grande Beethoven e dell’affacciarsi alla ribalta del giovane Rossini. Protagonisti della serata saranno l’Orchestra Sinfonica G. Rossini, garanzia di qualità e punto di riferimento costante della nostra manifestazione, e il direttore Lanfranco Marcelletti, grande e fedele amico che nonostante l’accavallarsi frenetico dei suoi importanti impegni, dovuti alle recenti e prestigiose nomine internazionali, non ha voluto privarci della gioia di una sua direzione. Occa- sione da non perdere, visto anche il programma particolarmente festoso, frizzante ed esplosivo; un vero concentrato di musica in crescendo. 19 agosto - In quest’ottica si concluderà anche Musica&Musica 2012, con una serata che la soprano Paola Antonucci e il Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, dedicheranno interamente ai brani ed alle arie più celebri del cigno di Pesaro, altro festeggiato, essendo nato il 29 febbraio 1792, di quest’anno bisesto che da oggi speriam non più funesto. Gabriele Muccioli (delegato Cultura Pro Loco Mercatellese) 9 il programma sabato 21 luglio ore 21,15 chiesa di San Francesco MILLE VOCI UNO STRUMENTO: dal mottetto al musical, da Vivaldi a Bernstein, da Broadway al West End. Coro Polifonico Icense - Mercatello Guerrino Parri . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore Lorenzo Antinori . . . . . . . . . . . . . .organista Antonio Vivaldi (1678-1741) dal Gloria in re maggiore RV 589 - Gloria in excelsis Deo Gregor Aichinger (1564-1628) - Regina Coeli Johann Sebastian Bach (1678-1741) dalla cantata Herz und Mund und Tat und Leben BWV 147 - Jesus bleibet meine Freude Ennio Morricone (1928) arr. Paulo Rowlands - Angele Dei (Gabriel's Oboe) Domenico Bartolucci (1928) - Sicut Cervus Coro Filarmonico Rossini - Pesaro Roberto Renili . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore Alessio Paolizzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .pianista Leonard Bernstein (1918-1990) da West Side Story - New York, Winter Garden Theater, 1957 - Tonight - I Feel Pretty - Maria - America Andrew Lloyd Webber (1914-1982) da The Phantom of the Opera - Londra, Her Majesty's Theatre, 1986 - The Phantom of the Opera da Evita - Londra, Prince Edward Theatre, 1978 - Don't Cry for Me, Argentina da Jesus Christ Superstar - New York, Mark Hellinger Theatre, 1971 - Jesus Christ Superstar da Cats - Londra, New London Theatre, 1981 - Memory 12 a rassegna corale Mille voci uno strumento, che da qualche anno mancava nella stagione concertistica estiva per l’impegno profuso dal Coro Polifonico Icense nel concerto sinfonico ferragostano da tenere assieme all’orchestra, torna in questo 2012 all’interno del nostro cartellone; anzi ad aprirlo. È infatti sembrato indispensabile, oltre che festeggiare il bicentenario della formazione bandistica locale, mettere in luce un altro risultato della cultura musicale diffusa propria dell’Alto Metauro; quel canto corale che riesce a mettere insieme persone totalmente diverse, con differenti interessi, ideali e preparazioni. Un amalgama che, visto lo spirito puramente dilettantistico dei componenti, richiede uno sforzo particolarmente gravoso al paziente e meticoloso direttore, Maestro Guerrino Parri, così come agli stessi coristi che, con solerzia e abnegazione, si preparano ai sempre più numerosi e appaganti impegni che spesso li vedono abbinati con altre formazioni polifoniche dai differenti livelli artistici e dai variegati repertori. Il bisogno ed il piacere di confrontarsi e misurarsi con gli altri, caratteristica che ritroveremo anche la settimana seguente con le bande musicali, è forse il momento di crescita più significativo per un coro, tanto più se ha l’occasione di ritrovarsi, come questa sera, con una compagine prestigiosa: il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. L Un coro della città più grande e capoluogo della provincia assieme ad un altro di una delle cittadine più piccole, un coro di mare con uno dell’estremo entroterra; una festa corale e musicale che abbraccia e fa crescere veramente tutta la Provincia Bella, che pur nelle apparenti differenze si ritrova fondamentalmente unita negli interessi, negli ideali e nel bagaglio culturale. Il programma della serata, dopo una breve ma intensa introduzione del Coro Polifonico Icense, sarà incentrato dal Coro Filarmonico Rossini su di un genere musicale che poche volte ha trovato spazio nella nostra rassegna: il Musical. Questo tipo di rappresentazione teatrale, abbondantemente riproposto e sviluppato dal cinema e da noi noto come commedia musicale, unisce alla recitazione la musica, il canto e la danza; una sorta di derivato dei generi dell’opera, del balletto e dell’operetta, rivisti e riadattati per i teatri statunitensi, per gusti più moderni e per poter attrarre i numerosi immigrati che tra Otto e Novecento approdavano in Nord America senza ancora comprenderne la lingua. La struttura del musical permette infatti a qualsiasi spettatore di seguire agevolmente la storia, che traspare chiaramente e affascina come un varietà. A chi non è mai capitato di farsi prendere dalla trama di un musical in televisione o al cinema senza capire una sola parola delle parti cantate? Da New York, e più precisamente dai teatri di Broadway, nasce una tradizione che si diffonderà a macchia d'olio, portando la cultura del musical anche in Europa, dove negli anni ’20 del Novecento alcuni spettacoli cominciano a raggiungere, per ovvie affinità nella lingua, le sale del West End a Londra; città destinata a diventare la capitale europea del genere teatrale. Proprio da Broadway e dal West End hanno inizio le fortunate messe in scena dei celeberrimi musical proposti dal coro pesarese e universalmente conosciuti grazie alle trasposizioni cinematografiche e alle possibilità tecnologiche da loro offerte per doppiaggi e sottotitoli. West Side Story, nel genere probabilmente lo spettacolo più conosciuto, debuttò a Broadway il 26 settembre 1957. Leonard Bernstein Dopo 732 repliche e la successiva tournée, nel 1961 uscì in versione cinematografica aggiudicandosi, come mai era successo per un film musicale, dieci meritatissimi Academy Awards (Oscar), tra cui quello come miglior film. Il tema tragico che si rifà al più classico Romeo e Giulietta di William Shakespeare, deve gran parte del successo alle popolarissime musiche scritte dal geniale compositore e direttore d’orchestra statunitense Leonard Bernstein, che sottolineano magistralmente la tensione e le istanze sociali esistenti fra i gruppi etnici contrapposti protagonisti della storia (americani e portoricani), e l’osteggiato amore degli sfortunati Tony e Maria, vissuto all’ombra dei giganteschi ed opprimenti palazzi dell’Upper West Side newyorkese. Andrew Lloyd Webber Alla corrente europea del musical appartengono invece le composizioni di Andrew Lloyd Webber, autore londinese di grande successo capace di esportare dal West End a Broadway e in tutto il globo, numerose produzioni divenute punti di riferimento irrinunciabili del genere. Ne è un esempio è The Phantom of the Opera (Il Fantasma dell'Opera), liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Gaston Leroux, che racconta l'amore disperato per una giovane soprano di un geniale musicista dal volto sfigurato che, agli inizi del Ventesimo secolo, vive nascosto nei sotterranei dell'Opéra di Parigi. Messo in scena per la prima volta il 9 ottobre 1986 all'Her Majesty's Theatre di Londra, ha visto susseguirsi numerosissime riprese ovunque, compresa una cinematografica del 2004, anche se per testimoniarne lo strabiliante successo è sufficiente ricordare che dal debutto non sono mai cessate le repliche nel teatro del West End, dove nel 2010 si è festeggiata la decimillesima replica. Ma Lloyd Webber non era certo al suo primo trionfo; già nel 1978 il successo aveva arriso al suo musical Evita, divenuto anch’esso un film nel 1996, con protagonista Madonna. La storia questa volta è ispirata a un personaggio autentico: Evita Perón, moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón. Lo spettacolo originale, che ha chiuso le sue repliche londinesi nel 1986 dopo 2900 esecuzioni, è ricordato soprattutto per la popolarità del brano: Don't Cry for Me, Argentina, cantata dalla protagonista, dal balcone della Casa Rosada, il giorno della proclamazione a presidente del marito. Ancora precedente, 1971, è il celeberrimo e più rockettaro Jesus Christ Superstar, ispirato all'ultima settimana di vita di Gesù, narrata dal punto di vista alternativo di Giuda Iscariota. Dopo il debutto a Broadway il musical, nonostante le polemiche, divenne come i precedenti un film (1973), mentre la produzione londinese dello spettacolo proseguì ininterrottamente per otto anni. Chiudiamo la carrellata sulle opere di Lloyd Webber con Cats, altro musical da inserire fra i più grandi successi di tutti i tempi per longevità, spettatori e incassi. Basato su una raccolta di poesie con protagonisti dei gatti, lo spettacolo è andato in scena a Londra dall'11 maggio 1981 all’11 maggio 2002, oltre che in altri 25 paesi del mondo dove è stato fin di recente riproposto, trovando il suo punto di forza nel brano che ascolteremo per salutarci: Memory, trasposizione in musica delle strofe scritte da Thomas Stearns Eliot e incise da circa 150 cantanti diversi nel mondo. 15 ultimo fine settimana di luglio BICENTENARIO BANDA MUSICALE DI MERCATELLO: due giorni di bande, due secoli di feste. sabato 28 luglio ore 21,15 piazza G. Garibaldi CONCERTO DELLA BANDA MUSICALE DI MERCATELLO direttore: Alfredo Pagliardini on è certamente da tutte le comunità cittadine potersi gloriare di una storia musicale plurisecolare, nemmeno da quelle ora molto più grandi e “importanti” di quella di Mercatello. Ciò deriva da una tradizione culturale insita nella “città” (intesa nel più nobile senso di civitas) fin dalla sua fondazione, in seno alla splendida esperienza civile della Massa N 16 Trabaria, e in seguito amplificatasi con quel Duca Federico in essa cresciuto e formatosi. Basi così solide e profonde hanno sempre portato ad aprirsi ad ogni stimolo innovatore. Così è stato anche per la Banda Musicale, una delle prime a nascere nel territorio nazionale e che grazie alla sua capacità di rinnovarsi oggi festeggia i suoi primi Duecento anni. domenica 29 luglio ore 21,15 piazza G. Garibaldi B A N D I N S I E M E 2 0 1 2 : tradizionale concerto-incontro delle bande della Provincia di Pesaro e Urbino. Banda Musicale di Mercatello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Alfredo Pagliardini Banda Musicale di Montefelcino . . . . . direttore .................................. Sauro Piersanti . . . . . . . . . . direttore Orchestra strumenti a fiato di Urbino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Michele Mangani . . . . . . direttore 17 sabato 4 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco È DA PICCOLI CHE SI DIVENTA GRANDI ... : giovani musicisti si incontrano e crescono ascoltandosi. Gioachino Orchestra direttore artistico Giulia Benelli Alberto Aguzzi, Alice Alberti, Eleonora Bartoli, Matteo Bartolucci, Daniela Lorenzetti, Emanuele Maggioli, Clizia Mochi, Daphne Mochi, Luca Pierantoni, Lucia Sperandio, Thomaidha Thomollari, Giacomo Valentini . . . . . . . . violoncelli Vittorio Corraducci, Gabriele Felici, Leonardo Muccioli, Marco Ottaviani, Nicolò Santi, Caterina Vannoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . contrabbasso Michele Santi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . flauto traverso Marialaura Mangani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “giocattoli” Alessandro Alberti, Caterina Damiani, Veronica Damiani, Camilla Piccini, Alessia Ridolfi, Eleonora Ridolfi, Martina Venturi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Alessio Lowenthal, Clori Mochi, Marco Ottaviani, Sofia Ticchi . . . . . . . . . . . . pianoforte violini Le piccole voci durantine direttore Rosalba Rombaldoni voci bianche Gaia Bartoccioni, Sofia Bartoccioni, Marco Boschetti, Viola Boschetti, Arianna Cucchiarini, Caterina Damiani, Veronica Damiani, Lorenza Longhi, Aurora Micalizzi, Clizia Mochi, Clori Mochi, Daphne Mochi, Nephele Mochi, Azra Mustafae, Cendreza Mustafae, Greta Patrignani, Camilla Piccini, Anna Ravaioni, Alessia Ridolfi, Eleonora Ridolfi, Margherita Rossi, Giacomo Tacconi, Martina Venturi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Massimo Sabbatini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore Béla Bartók (1881-1945) C. Henry da Vier kleine Tanzstücke Slowaken Tanz da Zehn leichte Stücke I - Poco Allegretto X - Vivace VI - Allegro energico da Vier kleine Tanzstücke Abend auf dem Lande Sergio Pasteris S. Pasteris Tamburello P.Paolo Scattolin C. Albaut La conta del sonno John Rutter F.S. Pierpoint For the beauty of the Earth 18 Strut / The just average / Lime tree slow / Invention de blanc / Negro baby / It is clearing up Johannes Brahms (1833-1897) da Danze Ungheresi num. II - Allegro non assai num. V - Allegro J.G. Leopold Mozart (1719-1787) Kindersinfonie E. Iacchetti Pulce Gianna Visintin Trois plus trois Allegro / Minuetto / Finale (Presto) Bruno Coulais (1954) C. Barratier da Les Choristes Vois sur ton chemin Caresse sur l’océan Cerf-volant rescere e Musica: un binomio straordinario che, nell'immaginario collettivo, evoca enfants prodiges al pianoforte o al violino, creature dotate di chissà quale talento che possono cantare e suonare in modo invidiabile, solo per grazia ricevuta ... nulla di più sbagliato, soprattutto in Italia, paese culla della musica in cui tuttavia a differenza del resto dell'Europa - la musica, di fatto, non viene inserita come materia integrante del curriculum nelle Scuole di alcun ordine e grado. In realtà, l'apprendimento della Musica dovrebbe cominciare sin dalla più tenera età ed essere frutto di un ambiente favorevole e di un grande lavoro di preparazione impostato da maestri e famiglie attente ed appassionate. Solo un costante esercizio ed un continuo impegno possono forgiare l'abilità da cui si sviluppa il talento. La predisposizione naturale - se non coltivata adeguatamente - non basta a far crescere alcun buon musicista. In questo contesto, sin da piccoli, vale davvero la pena di utilizzare l'unico strumento musicale ricevuto gratuitamente in dono, ma incomprensibilmente trascurato dalla maggioranza dei percorsi educativi: la Voce, così preziosa non solo per comunicare, ma soprattutto per ... cantare! Cantare in coro è un'esperienza entusiasmante, coinvolgente, in C cui si liberano emozioni profonde: quando sono i bambini a farlo, la valenza educativa oltrepassa gli aspetti artistici e ricreativi, perchè attraverso il canto i bambini si allenano all'impegno, al controllo della propria personalità nella ricerca di un'omogeneità di suono e di colore, imparando ad apprezzare le proprie capacità in relazione a quelle degli altri. Ma qui si canta e in più, si suona! Cosa dire allora riguardo all'attività di Musica d'insieme di giovanissimi strumentisti? Beh, innanzitutto suonare insieme impone una disciplina interiore, relativa non solo alla comprensione del testo musicale ed alla sua “traduzione” attraverso lo strumento, ma anche rispetto alla capacità di confrontarsi con gli altri componenti dell'orchestra per armonizzarsi con il gruppo. Imparare dunque a fare musica d'insieme fin dai primi anni di formazione strumentale vuol dire - per i ragazzi - interiorizzare modelli di comportamento, acquisire in modo gratificante il senso di responsabilità verso l'Altro, il rispetto, la solidarietà, l'umiltà e l'esercizio della pazienza, dunque tutti gli elementi costitutivi anche di una vera coscienza civica ... cantare e suonare insieme allora, come momento fondamentale di crescita e di condivisione di bellezza, nella stagione più magica della vita. Giachino Orchestra, prime prove d’insieme 19 La Gioachino Orchestra apre la serata con un programma di brani originali tratti dal repertorio orchestrale "DOC": una grande sfida per una piccola ma grande orchestra di giovanissimi strumentisti. Si inizia con alcuni brevi pezzi di Béla Bartók, compositore ungherese, grande studioso della musica popolare dell'Europa orientale e del Medio Oriente, uno dei fondamentali pionieri dell'etnomusicologia. Bartók, oltre ad essere molto legato alla musica popolare della sua terra d'origine, è stato al contempo compositore estremamente attento alla musica per l'infanzia. Lo spazio viene quindi lasciato a Le piccole voci durantine che, in piena sintonia con la filosofia del concerto propongono un repertorio autentico per voci bianche, cogliendo e rispettando le caratteristiche e le peculiarità della voce infantile, con l’obiettivo di valorizzarle e nobilitarle, esulando da composizioni che scimmiottano la vocalità e l’atteggiarsi degli adulti (moda questa tanto diffusa, purtroppo, da alcuni programmi televisivi). Tamburello, Pulce, La conta del sonno sono pregevoli esempi di canti corali per bambini tratti dal repertorio squisitamente infantile, composizioni pensate e realizzate da autori contemporanei su testi ispirati agli interessi del mondo dei bambini. Un gioioso inno di celebrazione è rappresentato da For the beauty of the Earth, magistralmente arrangiato da John Rutter, compositore inglese vivente, secondo gli influssi della tradizione corale britannica. Un piccolo spazio è lasciato dalla scaletta alla messa in luce dei giovani pianisti. I 6 pezzettini di C. Henry, Trois plus trois, risentono di movenze jazz e blues, e fluiscono attraverso un arrangiamento pianistico piacevole e al contempo originale. Le due celebri Danze ungheresi di Johannes Brahms, così chiamate perché al tempo della loro composizione (1852-1869) il folclore magiaro era del tutto sconosciuto e confuso con la musica zigana, rappresentano dei piccoli gioielli nella letteratura pianistica. 20 Al ritorno dell’Orchestra il concerto prosegue con la Sinfonia dei giocattoli, composizione di travagliata attribuzione: due i possibili padri, Leopold Mozart (padre di Amadeus, genio tra i geni) o Joseph Haydn. Incredibile l'accostamento tra gli archi ed i "giocattoli", ovvero una serie di piccoli strumenti che evocano parallelamente i suoni della natura e la joie de vivre dell'infanzia. A completamento del programma, tre brani per Coro di voci bianche ed Orchestra del compositore francese Bruno Coulais, tratti dalla colonna sonora del film Les Choristes del regista Christophe Barratier (2004). La storia, ambientata nella campagna francese all'interno di un collegio, narra di alcuni ragazzi “difficili” che scoprono, grazie ad un maestro entusiasta e sensibile, la meraviglia e la gioia del cantare insieme, come rivincita ad un destino bizzarro e, a volte, un po' crudele. Mercatello: Scuola di Musica, 1973 MUSEO SARAI TU! attività educative e museali nella provincia di Pesaro e Urbino 21 venerdì 10 agosto UN PENTAGRAMMA DI STELLE: Revolver - The Beatles tribute 22 ore 22,15 Piazza San Francesco Concerto abbinato alla Camminata sotto le stelle di San Lorenzo. Chi volesse partecipare anche all’escursione notturna guidata che precederà il concerto, organizzata dall’associazione Arte e Altro di Mercatello, potrà iscriversi e ricevere maggiori informazioni telefonando al numero 320 8935754 23 domenica 12 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco LA SFIDA FRA VIOLA DA GAMBA E VIOLONCELLO: il Settecento di Bach, Geminiani, Telemann e Marais. Perikli Pite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violoncello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .viola da gamba Silvia Rambaldi . . . . . . . . . . . . . . . . . . .cembalo Johann Sebastian Bach (1685–1750) Fantasia cromatica e fuga in re min. per cembalo BWV 903 - 1720 c. Suite per violoncello solo in re min. n. 2 BWV 1008 - 1720 c. - Prélude - Allemande - Courante - Sarabande - Menuet I/II - Gigue Francesco Geminiani (1687-1762) Sonata per violoncello e cembalo in fa magg. op. 5 n. 5 - 1746 - Adagio - Allegro moderato - Adagio - Allegro Georg Philipp Telemann (1681-1767) Sonata in re magg. per viola da gamba TWV 40:1 - 1728 - Andante - Vivace - Recitativo - Arioso - Vivace Marin Marais (1656 – 1728) Labyrinthe per viola da gamba e cembalo, da Pièces de viole IV - 1717 Johann Sebastian Bach (1685–1750) Sonata in re magg. per viola da gamba e cembalo BWV 1028 - 1720 c. - Adagio - Allegro - Andante - Allegro 24 no degli archi più poliedrici è certamente il violoncello, utilizzato a partire dal Seicento in tutti i generi musicali, fino a quelli a noi contemporanei. Già il suo aspetto, standardizzato nella metà del secolo XVIII, lo identifica come uno dei “violini”, ovvero quegli strumenti ad arco con quattro corde, accordati ad intervalli di quinta, che presentano dei tagli ad "effe" sulla tavola armonica. La forma esteriore e le parti che lo compongono sono infatti simili a quelle del violino e della viola, da cui differisce per le dimensioni notevolmente maggiori che gli donano un timbro profondo e corposo nel registro grave, caldo e brillante in quello medio, intenso e penetrante in quello acuto. Pur se al primo impatto simile, esso si differenzia sostanzialmente dalla viola da gamba, strumento più antico dalla voce morbida e delicata, risalente alla fine del Quattrocento, con tagli a "C", normalmente a sei corde e accordato ad intervalli di quarta. Da questo comunque, dopo i primissimi strumenti a spalla, il violoncello prese la tecnica del suonare da seduti tenendo la cassa fra le gambe e strofinando l’archetto U sulle corde; tecnica poi in parte modificata con l’introduzione, nel secolo XIX, del puntale regolabile per l’appoggio. Già dal primo Settecento, al violoncello vennero dedicate molte composizioni solistiche, benché fosse ancora larga consuetudine utilizzarlo per l’accompagnamento, affidando le parti più melodiche dello stesso registro alla viola da gamba e al suo suono più lieve, e oscillante; situazione presto superata grazie all’importanza raggiunta con la sua introduzione nel quartetto d’archi e in altre formazioni cameristiche. Con il dilagare del gusto orchestrale, la sonorità pronta e rotonda del violoncello soppiantò definitivamente quella della viola da gamba, facendo diventare lo strumento una parte fondamentale dell’orchestra, in cui generalmente accompagna e sostiene l’armonia. Ad esso la musica sinfonica dedica un ampio spazio, stupende melodie e citazioni solistiche, senza dimenticare i molti celeberrimi concerti in cui da protagonista assoluto riesce a mettere in mostra tutto il proprio virtuosismo. 25 26 Questa sera ci concentreremo sul momento di “passaggio” da uno strumento all’altro; su quella prima parte del Settecento che vide convivere creazioni conservatrici e sperimentali, dedicate all’uno o all’altro strumento, quasi istigandoli ad un superbo duello spesso svolto sotto l’arbitrato del cembalo. Prima di iniziare soffermiamoci proprio sullo strumento accompagnatore, quel clavicembalo già protagonista della scorsa stagione di Musica&Musica e al cui uso solistico è dedicato il brano d’apertura. Composta da Johann Sebastian Bach attorno al 1720, la Fantasia Cromatica e Fuga BWV 903 è una composizione unica e irripetibile, talmente ricca di virtuosismi, varianti e contrasti da rendere difficoltosa la distinzione fra canto e armonia. In realtà, nonostante l’onda tempestosa dei passaggi, l’intensità emotiva e le improvvisazioni, la composizione ha una struttura ben definita. Alla fantasia toccatistica introduttiva ricca di scale, accordi, arpeggi e dall’estrema audacia nelle concatenazioni armoniche - segue un drammatico recitativo di esplicita ascendenza vocalistica, prima che gli elementi, come un contrappeso alla precedente e delirante libertà armonica, si combinino nella fuga finale, in cui la scrittura cromatica appare come imprigionata in una struttura di granitica compostezza, quasi a celebrare un rinnovato equilibrio musicale e il recupero dell'ordine e della simmetria. Sempre a Bach, e non poteva essere altrimenti, è destinato il compito di presentare l’uso solistico del violoncello; con uno dei sei capitoli della “Bibbia” e aspirazione di ogni cellista: la Seconda Suite per violoncello. Le composizioni di questa raccolta sono infatti le più note opere per lo strumento e sottolineano proprio la sua evoluzione dall’accompagnamento alle pagine solistiche. Ma proprio la loro prepotente innovazione fu il freno al successo immediato, in anni in cui ancora la viola da gamba era ritenuta l’unico arco di registro grave degno di essere considerato solista. Dal punto di vista della struttura le sei Suites sono una serie di danze sempre identiche: Allemande (cinquecentesca danza tedesca dal ritmo processionale), Courante (danza di corte dinamica evolutasi da modelli popolari), Sarabande (danza lenta e solenne di origini orientali), Gigue (danza vivace di origine irlandese o scozzese); precedute da un Preludio. Unica variante è la coppia di danze del penultimo numero: nel nostro caso Minuetti (danza elegante, “a piccoli passi”, della corte francese). Al di là delle danze, la vera carta d’identità delle Suite sono però i Preludi, ideati con principi sempre differenti e in grado di stabilire le caratteristiche stilistiche ed espressive della composizione. Nel caso della nostra Suite, il numero iniziale stabilisce all’istante quel clima meditativo che, permeato da una tensione drammatica, nel corso del brano raggiunge picchi di particolare intensità. L’uso combinato, violoncello-cembalo, è rappresentato da un autore ancor oggi piuttosto trascurato e dedito esclusivamente alla scrittura strumentale: il lucchese Francesco Geminiani, violinista e teorico dello strumento, già allievo di Corelli e di Scarlatti, divenuto molto celebre in Europa, in particolare a Londra, al pari del contemporaneo Händel. Visti i suoi grandi maestri il fondamento della musica di Geminiani non poteva che essere costituito dalle forme classiche definite fra Sei e Settecento, ma ciò non significa che il musicista toscano sia stato un conservatore; al contrario egli seppe imprimergli uno sviluppo personalissimo, soprattutto con il suo virtuosismo acrobatico del violino, comunque sempre subordinato ai solidi principi contrappuntistici. A tali principi non si sottraggono nemmeno i quattro movimenti della Sonata per violoncello e basso continuo n. 5, tratta dalla serie di sei sonate composte a Parigi e, solo successivamente, trascritte anche per violino. Sonate determinanti per un’altra decisiva spinta nella direzione ormai segnata del passaggio dalla viola da gamba allo strumento più moderno a quattro corde. 27 28 Marin Marais Dopo l’ascolto delle prime composizioni per violoncello, il programma della seconda parte ci riporta alle ultime apparizioni, più o meno contemporanee, della viola da gamba; mitizzata per la sua duttilità e per l’essere stata più volte avvicinata alla voce umana. Nel 1740 si scriveva ancora: “se qualcuno afferma che un pezzo non è eseguibile sulla viola da gamba, vuol dire che non è in grado di suonarlo, perché non esiste alcuna musica che lo strumento non possa fare.” Non si era evidentemente ancora del tutto spenta la competizione sviluppatasi tra i due strumenti ad arco. La parabola artistica della viola da gamba, strumento di storia eccezionalmente ricca, era comunque ormai quasi giunta al termine, non prima di toccare gli ultimi vertici assoluti. È il caso della Sonata in re maggiore di Georg Philipp Telemann, autore che conta una produzione a dir poco miracolosa, di gran lunga superiore a quella non certamente scarsa del coetaneo Bach. È significativo che all’indiscusso predominio in vita di Telemann, la storia abbia sostituito quello altrettanto palese del genio di Bonn, relegando la sua figura in secondo piano, soprattutto a causa del giudizio ottocentesco che, nella romantica rivalutazione di Bach, vedeva la rivincita dell’ispirazione, della razionalizzazione e della perfezione sulla produzione superficiale, agile ed eclettica del primo. Questo riconoscendo a Telemann la capacità di sfruttare la moda del tempo per una vorticosa quanto momentanea fama; tesi che potrebbe essere confermata, nell’ambito della serata, dalla più conveniente scelta di continuare a scrivere per viola da gamba senza addentrarsi in composizioni ancora sperimentali e poco redditizie come quelle per il violoncello. La piacevolezza delle modulazioni armoniche e le gradevoli idee musicali, ben presenti anche nella Sonata in programma, sono invece ora riconosciute come uno stile autonomo che anticipa quello destinato a dominare la musica europea del secondo Settecento. Gambista di fama e personaggio indissolubilmente legato allo strumento è invece il francese Marin Marais, che fu anche uno straordinario e prolifico compositore per viola da gamba. Con i suoi brani egli aveva contribuito in anni precedenti e in maniera determinante a consolidare il dominio dello strumento, come testimoniato da una delle sue composizioni più famose: Labyrinthe, forse ispirato al perduto labirinto dei giardini di Versailles che, attraverso varie chiavi, dissonanze e note incerte, passaggi seri e rapidi, riproduce le sensazioni di una persona intrappolata in un labirinto; il piacere del perdersi, la ricerca sempre più affannosa dell’uscita ed il suo sospirato ritrovamento, rappresentato dalla graziosa ciaccona finale. Per chiudere la serata e il cerchio torniamo al genio di J.S. Bach che assieme alle prime sperimentazioni sul violoncello ritroviamo intento a scrivere anche splendidi spartiti per lo strumento in procinto di cadere in disuso, seguendo lo schema quadripartito di Corelli, tipico del modello tradizionale delle sonate da camera, con il loro alternarsi di movimenti (lento, veloce, lento, veloce). Le tre giunte fino a noi sono dei modelli del genere per strumento solista con clavicembalo obbligato, cui è affidato un ruolo solistico. Nella Seconda Sonata in re maggiore, che assieme alla prima conserva meglio il profilo antico della viola da gamba, la fitta trama sonora è rotta dall’andante ricco di inconsueta serietà e profondo dolore, che potrebbe figurare senza difficoltà in una delle pagine più meditative delle Cantate bachiane. 29 martedì 14 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco LA MUSICA NEL MILLEOTTOCENTODODICI: i vertici beethoveniani e la freschezza rossiniana. Orchestra Sinfonica G. Rossini Lanfranco Marcelletti . . . . . . . . direttore Ludwig van Beethoven (1770-1827) Sinfonia n. 7 in La magg. Op. 92 - 1812 - Poco sostenuto. Vivace - Allegretto - Presto. Assai meno presto - Allegro con brio Gioachino Rossini (1792-1868) da L'inganno felice - Venezia, Teatro San Moisé, 1812 e da Ciro in Babilonia - Ferrara, Teatro Comunale, 1812 - Sinfonia da La scala di seta - Venezia, Teatro San Moisé, 1812 - Sinfonia da L'occasione fa il ladro - Venezia, Teatro San Moisé, 1812 - Sinfonia da La pietra del paragone - Milano, Teatro alla Scala, 1812 - Sinfonia uell’anno 1812, al quale solo per il mancato ritrovamento di documenti precedenti si fa risalire la formazione dell’Accademia Filarmonica di Mercatello, non è certo uno qualunque, e non lo è nemmeno per la Musica, legata come tutte le arti agli avvenimenti storici e alle vicende umane che le scorrono parallele; in questo caso in gran parte legate a quel Napoleone Bonaparte che al tempo stava occupando anche la nostra cittadina. La data è ben impressa nelle menti degli appassionati di musica attraverso le note della conosciutissima Ouverture Q 30 1812, che annovera nell’organico del pirotecnico finale, tra campane e colpi di cannone, perfino ottoni e percussioni di una banda aggiunta all’orchestra. Con essa Tchaikovsky celebrava la rovinosa ritirata delle armate napoleoniche dalla Russia. Una vera e propria svolta nella storia europea che porterà ad un’ampia coalizione antifrancese e alla cruenta battaglia delle Nazioni di Lipsia, da dove l'esercito francese fu costretto a ritirarsi attraverso una Germania in piena insurrezione, mentre la Spagna era ormai stata persa ad opera di Sir Arthur Wellesley, duca di Wellington. J.L. David, Napoleone nel suo studio - 1812 C. Rohling, L’incidente di Teplitz del 1812 Strettamente collegata a tali episodi è l’organizzazione e programmazione della celebre serata musicale viennese in cui fu presentata per la prima volta al pubblico la Settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven, compositore allora vicinissimo al culmine della fama e che nel 1812 impressionò perfino Goethe: «Non avevo mai incontrato un artista così fortemente concentrato, così energico, così interiore [...] Il suo ingegno mi ha stupefatto; ma egli è purtroppo una personalità del tutto sfrenata, che, se non ha certamente torto nel trovare detestabile il mondo, non si rende così più gradevole a sé e agli altri», come del resto dimostra anche il suo sdegnoso rifiuto ad inchinarsi davanti alla famiglia imperiale. Episodio accaduto proprio nel luglio del nostro fatidico anno e testimoniato dal dipinto qui a lato, in cui uno scontroso Beethoven si allontana mentre Goethe è impegnato nel doveroso ossequio. A quel tempo la Settima delle sue sinfonie era stata appena ultimata; distaccandosi nettamente dalle precedenti, composte senza interruzioni tra il 1801 e il 1808, e tornando a valorizzare elementi squisitamente costruttivi; attenuando progressivamente i violenti contrasti dialettici, come quelli dipanati nel finale della Quinta Sinfonia (già ascoltata con gli stessi interpreti della serata in programma nella stagione 2010). Nell’opera proposta quest’oggi non vi sono conflitti da risolvere ma un vortice costante che l’ultimo movimento non concluderà, bensì porterà al parossismo. Una sensazione di vitalità estrema, sicurezza, coraggio, determinazione, apertura alla vita, fiducia nel futuro, gioia strappata con rabbia ai propri fantasmi interiori, come quelli della sordità, dell'incomunicabilità e della solitudine. Nel vigore e nella carica trascinante si susseguono, con improvvise accelerazioni e rasserenati passaggi di tenerezza infinita, colori e suggestioni dinamiche capaci di trasportare l’ascoltatore fuori dal tormento, con masse sonore di vaste proporzioni ottenute con la sconvolgente capacità di orchestrare un organico ridotto rispetto ai precedenti lavori. 31 La prima della Settima venne diretta dal compositore all'Universitätssaal di Vienna l’8 dicembre 1813, durante un concerto benefico a vantaggio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau, combattuta e perduta nel tentativo di tagliare la ritirata da Lipsia di Napoleone, e organizzato da quel Johann Nepomuk Mälzel che proprio in quel periodo stava perfezionando il primo metronomo. Del resto Beethoven, che proprio nel 1812 dedicava all’inventore del prezioso meccanismo il Canone a 4 voci Ta ta ta ta (WoO 162), fu il primo autore ad aggiungere indicazioni di tempo metronomiche alle sue composizioni, generando un acceso dibattito, non ancor spento, sulle sue effettive intenzioni e sull’affidabilità di quei primi strumenti. Certo è che qualsiasi fosse la frequenza di battuta della bacchetta beethoveniana la serata viennese, che si avvaleva di un’orchestra formata dai migliori strumentisti, compositori e solisti disponibili, fu un vero trionfo, il maggiore ottenuto in vita dal compositore; al punto che il celebre Allegretto, una delle più stupende creazioni di tutta la musica, dovette essere per il gran entusiasmo ripetuto, come poi puntualmente si verificò in ogni esecuzione per molti anni a seguire. Con nostra odierna delusione e comprensione, visto il vibrante stimolo patriottico del tempo, la prima dell’opera immortale fu però offuscata dall’occasionale marcia militare la Vittoria di Wellington, con la quale il genio di Bonn volle celebrare i successi degli inglesi sulle truppe francesi attraverso un pastiche di inni nazionali e di effetti onomatopeici appositamente creati da Mälzel ad imitazione delle cannonate, sparate per l’occasione da artisti come Meyerbeer, Hummel e Salieri. Beethoven ci aveva regalato però una partitura maestosa, drammatica e allo stesso tempo luminosa, forse la più perfetta tra le sue sinfonie per ricchezza, varietà ed equilibrio dei temi ma soprattutto per il grande impeto ritmico che la caratterizza e gli conferisce vitalità, ro32 bustezza, nerbo; dove l'energia scatenante è sempre in equilibrio con il dominio formale, spinto qui a miracolosi vertici di controllo. Un tripudio luminescente, un’orgia di ritmo, che i critici contemporanei non colsero appieno, soffermandosi esclusivamente sull’aspetto estroso, ai limiti della stravaganza e del lecito, ed etichettandola come una composizione scritta «in preda ai fumi dell'alcool» da una mente si sublime, ma malata, ormai matura per il manicomio. Solo più tardi Richard Wagner l’etichettò come «l'apoteosi della danza», intesa come sublimazione di una essenza ritmica che pervade per intero la partitura, in un graduale e costante crescendo d'intensità metrica e impeto; accumulando via via energia, dalla lenta messa in moto all’apoteosi finale. Il tutto sottolineato, non da smielate danze settecentesche, ma da vorticosi balli di massa che trascinano sentimenti e passioni risvegliate dalla lotta contro l’oppressione napoleonica. Il successo immediato della composizione è comunque attestato dalle molteplici trascrizioni pubblicatene nel 1816, fra cui anche quella per le numerose bande musicali che stavano nascendo ovunque in quegli anni. Sarebbe interessante verificare se la nostra Accademia Filarmonica di Mercatello, nella sua veste di banda sinfonica abbia mai avuto in repertorio questo capolavoro, o abbia magari utilizzato per le sue funzioni istituzionali l’Allegretto, accompagnando una delle tante meste processioni che ancor oggi attraversano con cadenza regolare le vie del centro storico. 33 Il primo movimento, Poco sostenuto, è aperto dai quattro possenti accordi orchestrali della poderosa e inusualmente lunga introduzione lenta, ai quali, sulle ondate staccate degli archi, oppongono il loro tenero canto i fiati, in un'atmosfera carica di attesa. Su di essa irrompe una fragorosa espansione sonora interrotta momentaneamente da una delicata frase bucolica che poi si dirada e rallenta fino ad indugiare su una sola nota puntata che, nella sua ostinata ripetizione si frantuma nel cambio di ritmo e diventa il geniale avvio della sinfonia. Lo scalpitante Vivace, «il movimento sinfonico più impetuoso e fantastico della storia della musica», è aperto dal flauto che s'invola in un clima gioioso verso quella continuità di tensioni e distensioni armoniche, di alternanze di volumi sonori, di mutamenti di timbro e registro, che attraverso una semplice cellula tematica sottoposta a una stupefacente serie di elaborazioni, cancella i tradizionali confini fra temi principali e secondari; del tutto irrilevanti rispetto all'unicità dello slancio vitale. Il contrasto con il celeberrimo e più intimo Allegretto, inserito al posto del tradizionale Adagio o Andante, è violento e sostanzialmente dovuto alla sua andatura immateriale, a quel suo librarsi in una sorta di stratosfera della coscienza, racchiusa fra i due dolenti accordi di apertura e chiusura. Su un’inarrestabile pulsazione ritmica, in un misurato incedere di marcia che lo costringe a muoversi, si sviluppa un tema inizialmente scarno, basato su una melodia marcata, ripetuta e progressivamente arricchita fino allo splendido fugato, e un altro dall’andamento dolcissimo, tranquillo e cantabile. 34 Il terzo movimento, Presto, è il momento più gioioso, frizzante e danzante della sinfonia. Dopo i toni cupi e riflessivi dell’Allegretto, l'accelerazione ritmica riprende con scatto il sopravvento e tutto si fa leggero, fresco, brioso, con impeti improvvisi, uniti da movimenti veloci e virtuosistici frutto di un uso massiccio della ripetizione che può interessare incisi o singoli frammenti, così come diramarsi alle strutture portanti e influenzare la grande forma. Nel ritornello centrale compare anche una distesa melodia, Assai meno presto, morbida e leggiadra che a quanto sembra riprende un canto popolare dei pellegrini austriaci. Questa non va però ad interrompere la continuità ritmica, per merito della nota del Presto tenuta costantemente dai violini in sottofondo e che riduce il Trio ad un suo indugio o parentesi, senza sfociare in un più classico contrasto. Il movimento finale, Allegro con brio, sullo spunto di una melodia popolare irlandese, riassume e porta a conclusione con una straordinaria vitalità ritmica tutti gli aspetti trascinanti colti dalla definizione wagneriana. In esso gli impulsi dei precedenti tempi arrivano al loro violento dispiegamento in un'esaltazione dionisiaca, un vero e proprio baccanale in cui è unico il senso di sfrenata libertà e potenza. Una festa subito presentata con una variopinta e trascinante girandola sonora, con una scoppiettante fanfara che ingoia voracemente i temi secondari durante il suo sviluppo ascendente ricco di spunti e in cui riappaiono esaltate idee ritmiche ed armoniche già udite e che confluiscono nel luminoso vortice conclusivo che ci conduce all’intervallo, prima del cambio di clima. Pesaro, Teatro G. Rossini Sempre nel 1812, contemporaneamente al consolidamento della fama del compositore di Bonn, sbocciava più a sud un altro genio musicale, destinato in pochi anni a sedurre con la sua spaventosa produttività ed inventiva, i suoi inarrestabili lampi, sogni e giochi, il pubblico italiano, viennese ed europeo: Gioachino Rossini. Egli, uno dei maggiori vanti della nostra bella Provincia, era nato a Pesaro, da madre di Urbino, solo 20 anni prima, l’ultimo di febbraio di un anno bisestile come l’attuale e come quel 1812 che lo rese celebre dall’oggi al domani e lo elevò al grado di uno di quei preziosi maestri in grado di riempire i teatri solo per il loro nome: «un titano di potenza e di audacia, il Napoleone di un’epoca» come lo definì Mazzini, «il musicista più significativo del suo tempo» come ebbe a dire lo stesso Beethoven. La stima reciproca fra i due grandi protagonisti della nostra serata musicale è del resto testimoniata anche dalle parole di Rossini - fin da piccolo soprannominato il Tedeschino per il suo amore verso le musiche di Mozart e Haydn che dopo aver ascoltato la sinfonia Eroica affermò: «si può anche diventare sordi, come colui che l’ha scritta; non c’è nulla di più da sentire!», così come dal celebre incontro fra i due, dieci anni dopo, nel 1822, in cui l’ormai vecchio e sordo maestro, complimentandosi per il lavoro del più giovane collega così lo esortava, senza malizia: «Non cercate di far altro che opere buffe. Voler riuscire in un altro genere sarebbe far forza alla vostra natura». In effetti la produzione drammatica del pesarese, sminuita dai crescenti ideali romantici e realistici, fu in gran parte e per lungo tempo complessivamente incompresa, al contrario di quella buffa che l’aveva reso famoso con le sue farse che, seppur concepite freneticamente in un’ottica di consumo immediato, andarono a costituire il nucleo fondante di un voluminoso repertorio in gran parte riscoperto per merito dell’encomiabile lavoro della Fondazione Rossini e del Rossini Opera Festival. 35 36 Ricche di humour e di nonsense, queste prime composizioni teatrali andate in scena nel 1812, dopo le due esperienze operistiche del biennio precedente, sono infatti gioielli di prodigiosa leggerezza ed energia, artefici di un avvio di carriera sfolgorante e vertiginoso, anche per merito del fortunato incontro, avvenuto l’anno precedente, con una delle prime donne più apprezzate del periodo, il contralto Marietta Marcolini. Comprendendone le doti e divenutane amante, essa lo impose come compositore con evidente profitto di entrambi, destinati ad essere consacrati con la messa in scena de La pietra del paragone e, poi, de L’italiana in Algeri. La mirabolante annata vide la nascita di ben cinque nuovi titoli in cui Rossini affinò il suo personalissimo stile, fatto di un brillante canto fiorito, nonché di una vivacità teatrale e orchestrale capace di sottolineare perfettamente ogni situazione scenica, e già presente nelle fantasiose sinfonie d'apertura e nei loro trascinanti crescendo, divenuti ben presto la firma e la caratteristica più nota del pesarese. Nonostante l’immediato successo il numero delle rappresentazioni delle opere del 1812 sarà comunque destinato a scemare ben presto. Le brillanti messe in scena vennero infatti eclissate e scalzate dalle più celebri opere buffe scaturite di lì a poco dalla mente del compositore. Queste manterranno però in seno i germi della strepitosa inventiva giovanile, sopravvissuta e valorizzata attraverso i frequentissimi autoimprestiti. La prassi di riutilizzare, ritagliare, incollare, riciclare e modificare materiale già utilizzato in composizioni precedenti è frequentissima in Rossini, capace di inserimenti e adattamenti sempre puntuali e azzeccatissimi, e presente fin dai suoi lavori giovanili, come testimonia già il nostro primo ascolto. La sinfonia de L'inganno felice - opera semiseria presentata l’8 gennaio 1812 al Teatro San Moisè di Venezia, palcoscenico in cui Rossini aveva debuttato due anni prima con La Cambiale di matrimonio, e con la quale il pesarese ottiene il suo primo grande successo - è infatti la riproposizione di una Sinfonia scritta nel 1808 quando era ancora studente del Liceo Musicale di Bologna e che verrà nuovamente usata anche per il dramma Ciro in Babilonia, messa in scena due mesi dopo, il 14 marzo, al Teatro Comunale di Ferrara. Visto il successo ottenuto da L’inganno felice, l’esperto impresario del San Moisè, teatro destinato a scomparire nel 1818, si affrettò a garantirsi la collaborazione dell’astro emergenze per altre 3 imminenti opere da mettere in scena entro l’anno: ultima delle quali fu Il Signor Bruschino, rappresentata nel gennaio 1813 ed in questi giorni in scena al ROF con protagonista, come nella nostra serata, l’Orchestra Sinfonica Rossini. Così, il 9 maggio 1812, i veneziani poterono godersi la farsa comica La scala di seta, con librettista lo stesso Giuseppe Maria Foppa che aveva scritto i testi per L’inganno felice e che scriverà quelli de Il Signor Bruschino. 37 Come le altre operine anche La scala di seta cadde però presto nell’oblio, ad eccezione della sua ouverture, entrata fin da subito a diritto nel repertorio sinfonico. Essa è infatti un gioiello dall’inizio bizzarro, con quella rapida cascata di note disegnata dagli archi. Il dialogo fra corno ed oboe porta poi all’allegro con un virtuosistico passo di quest’ultimo e al più dolce e cantabile tema secondario che sfoga nel fatidico crescendo, prima di ripetersi e terminare in fortissimo nella coda. Il dinamismo e lo scatto ritmico sono accompagnati da una straordinaria freschezza melodica che immette nella gioiosa vitalità e vorticosa rapidità della farsa. Completamente differente nel clima è l’apertura musicale, non una vera sinfonia, dell’opera scritta per il San Moisè e andata in scena il 24 novembre del 1812: L’occasione fa il ladro. La deliziosa introduzione orchestrale, che dopo un breve preludio accompagna i tuoni e i lampi che avviano la vicenda teatrale, è basata sul temporale già utilizzato ne La Pietra del paragone e successivamente ripreso per la ben più celebre scena de Il Barbiere di Siviglia. Altra dimostrazione di quanta buona musica fosse già nella testa del giovane Rossini, che il 26 settembre aveva debut- tato con grande successo alla Scala di Milano proprio con il melodramma gioioso La Pietra del Paragone. Questa riprendeva numeri da precedenti lavori e ne proponeva altri del tutto nuovi; una vera miniera di idee da riutilizzare nella sua gloriosa carriera e al contempo causa principale del precipitoso oblio dell’opera milanese. Esempio ne è la stessa Sinfonia, che visto lo svincolo dall’opera, i tempi ristretti e le distanze allora improponibili per i melomani, venne trasferita nel 1813 di sana pianta come inizio del primo importante successo del genere serio rossiniano: il Tancredi per il teatro La Fenice di Venezia, al quale è da allora legata. Il brano si apre con un’introduzione cauta, quasi titubante, che immette nell’allegro dall’esplicito carattere buffo e gioioso, con inflessioni tipiche delle migliori ouvertures rossiniane. Il successo dell’opera milanese fu tanto clamoroso - ben 53 repliche, vicinissime alle 57 del record assoluto ottenuto poi dal Nabucco verdiano - che il comandante francese del presidio di Milano esentò Rossini degli obblighi del servizio militare: vantaggio certamente non trascurabile, specie in quel 1812 così fortemente segnato dalla disfatta napoleonica in Russia. Mappa di Mercatello subito dopo la cacciata dei Francesi (1814) domenica 19 agosto ore 21,15 chiesa di San Francesco ROSSINI, ROSSINI E ANCORA ROSSINI: comunque la suoni e la canti, una musica che non invecchia mai. Paola Antonucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . soprano Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini Henry Domenico Durante . . . . . . . . . . . . . . . . . . I violino Francesco Pellegrini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . II violino Noris Borgogelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . viola Francesco Alessandro De Felice . . . . . . violoncello Niccolò Paganini (1782-1840) - Cantabile in re maggiore Gioachino Rossini (1792-1868) da Otello - Napoli, Teatro dal Fondo, 1816 - Assisa a pie d'un salice, aria di Desdemona da Il barbiere di Siviglia - Roma, Teatro Argentina, 1816 - Sinfonia - Una voce poco fa, cavatina di Rosina da L'italiana in Algeri - Venezia, Teatro San Benedetto, 1813 - Sinfonia da Semiramide - Venezia, Teatro la Fenice, 1823 - Bel raggio lusinghier, cavatina di Semiramide da Guglielmo Tell - Parigi, Théâtre de l'Académie Royale de Musique, 1829 - Sinfonia da Les soirées musicales, 1830-35 - La danza (tarantella) roseguendo sul solco tracciato dal concerto precedente, per salutare tutti quelli che ci hanno seguito e sostenuto anche in quest’ultima edizione, abbiamo pensato di dedicare la serata conclusiva al “nostro” Gioachino Rossini. Del resto la sua presenza è ormai così abituale da farcelo sentire vicino, quasi un compagno di avventura; fors’anche per quella sua data di nascita (29 febbraio) che, come amava scherzare, gli consentiva di invecchiare più lentamente; un anno ogni quattro. P 40 Dunque Buon cinquantacinquesimo compleanno Rossini; a te che sembri ancor più giovane, fresco e attuale nelle note che hai saputo regalarci. Tanti auguri e un altro modesto omaggio, dopo quello della nascente Gioachino Orchestra; piccolo ma significativo segno per chi tanto ha dato per l’insegnamento della musica nella nostra terra. Un programma serrato, una carrellata di melodie memorabili e conosciutissime, divenute patrimonio di tutti e arrangiate per quartetto d’archi dal M. Henry Domenico Durante. Il brano introduttivo è riservato ad un sincero amico del pesarese, quel Niccolò Paganini, così famoso per il virtuosismo nel suono del suo violino ma non altrettanto per le sue doti di compositore. Tra i suoi lavori si è scelto il Cantabile in re maggiore, prezioso modello di suggestivo e malinconico mèlos, tutto pervaso da elegante intimismo e sinuosità liriche che, pur nella vicinanza ai modelli rossiniani, ben rappresentano l'aspetto più squisitamente romantico del bizzarro animo paganiniano. La produzione di Rossini è in gran parte riservata al teatro lirico e pertanto non poteva mancare nella nostra serata attenzione per una delle voci più amate nel genere, quel “soprano” che ne è forse una delle caratteristiche distintive più evidenti, anche grazie alle molte prime donne succedutesi nel tempo. Certamente fra le romanze più celebri e struggenti dedicategli è La canzone del salice (Assisa a piè d’un salice), cantata da Desdemona nel momento di stasi e di attesa che precede la sua uccisione da parte del gelosissimo Otello. Tutt’altro clima si respira invece ne Il Barbiere di Siviglia, opera che al contrario della precedente, a lungo offuscata dal successivo capolavoro verdiano, segna l’apice più popolare dell’arte rossiniana, capace di spazzare via tutto quanto si era fatto nell’opera buffa. La geniale Sinfonia sembra mettere immediatamente in luce gli indimenticabili personaggi creati da Beaumarchais, anche se in realtà, per la nota e magistrale pratica dell’autoimprestito, era già stata utilizzata per ben due volte in altrettante opere serie. Simile è il caso della celebre cavatina di Rosina - Una voce poco fa - dove il carattere della giovane innamorata di Lindoro è delineato alla perfezione dall’iniziale cantabile, non privo di tenerezza e determinazione, e ancor meglio dalla successiva cabaletta, la cui melodia principale aveva già dato voce, con la stessa sorprendente pertinenza, ai propositi bellicosi di Arsace nell’Aureliano in Palmira come ai palpiti d’amore di Elisabetta regina d’Inghilterra. Altra Sinfonia ricca di altrettanta inventiva è quella de L’italiana in Algeri, scintillante e giocosa premessa a quella “follia organizzata” che Stendhal riconobbe nel lavoro definito come “la perfezione del genere buffo”. Apice del genere serio rossiniano in Italia può invece essere considerata la splendida Semiramide, che conclude trionfalmente la carriera del pesarese nella nostra penisola. La cavatina della protagonista, Bel raggio lusinghier, tra le più virtuosistiche, espressive e impegnative per una cantante, è un magnifico esempio della perfezione formale e stilistica raggiunta in quest’opera. Se pur rallentata la produzione lirica di Rossini continuò anche in Francia, fino al vertice massimo del Guillaume Tell, di cui la Sinfonia rappresenta il momento universalmente riconosciuto. Oltralpe il celebre Gioachino preferì godersi gli sforzi dei suoi frenetici anni giovanili, regalandoci sempre più sporadiche perle, come la trascinante Tarantella con cui vi diamo appuntamento alla prossima stagione musicale. 41 gli artisti Paola Antonucci Soprano con al suo attivo 22 anni di brillante carriera che l’hanno vista interprete di importanti produzioni in prestigiosi teatri e sale da concerto: in Italia tra gli altri il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna e quello di Firenze, il Rossini Opera Festival di Pesaro, lo Sferisterio di Macerata, il Regio di Torino, il Verdi di Trieste - e all’estero - New National Theatre di Tokyo, Bayerische Staatsoper di Monaco, Opera di Seul, Helsinky, Stuttgart, Berlino, Madrid, ecc. In questi luoghi si è esibita nei ruoli mozartiani di Susanna, Despina, Zerlina e Tamiri; rossiniani di Rosina, Desdemona, Berenice, Sofia e Teti; donizettiani di Norina, Adina, Adelia. P. Antonucci Da non dimenticare le interpretazioni della mitica pucciniana Musetta (piu’ di 20 allestimenti in tutto il mondo) e i ruoli di Nedda (San Diego – agosto 2003) e Traviata - tournèe in Giappone e in diverse città italiane ed estere. Interessante anche la sua attività discografica di cui si evidenziano: Le nozze di Figaro (Susanna), diretto da Gustav Kuhn per ARTENOVA; Don Pasquale (Norina), per la BMG; Il mondo della Luna di Haydn (Flaminia), diretto da Salvatore Accardo per FONÉ; Il mondo della Luna di Galuppi e Paisiello, per la BONGIOVANNI; La serva padrona e lo Stabat Mater di Pergolesi, per ARTENOVA; Die Fledermaus di J. Strass (Adele), registrazione dal vivo diretta da Gustav Kuhn per ARTENOVA. Banda Musicale Mercatello Banda Musicale Mercatello I primi documenti in cui viene nominata l’Accademia Filarmonica di Mercatello risalgono al 16 aprile 1812 e dagli stessi si può ben interpretare che questa esistesse già da tempo. Il corpo bandistico, dopo due secoli, è ancora attivo e vivace. È formato da circa 30 componenti di tutte le generazioni, con un’età media vicina ai 25 anni. I musicisti sono stati formati grazie ai “Corsi Musicali” organizzati dal Comune in collaborazione con la Provincia, la Regione Marche e l’AMBIMA; conseguentemente ed orgogliosamente la composizione vede soli musicisti “nostrani” che partecipano alla banda musicale per pura e semplice passione. Nel paese non c’è festa, processione o manifestazione religiosa che non sia accompagnata dalle note della banda. L’attività musicale si svolge nell’ambito della provincia e di quelle vicine, partecipando inoltre ad importanti eventi musicali (Tromba d’oro, Bandeinsieme, Gemellaggi, ecc.). Ha all’attivo varie registrazioni ed è stata protagonista della sigla della trasmissione televisiva RAI “Giorno di festa”. Il Maestro Alfredo Pagliardini, anch’esso di Mercatello sul Metauro, dirige la banda musicale da oltre vent’anni. Banda Musicale Montefelcino Fu fondata a Montemontanaro di Montefelcino per lodevole iniziativa del parroco don Giuseppe Rossi e della signorina Giuseppina Bartoli, insegnante elementare. In questa località suonò per la prima volta in occasione della festa patronale, il 24 gennaio del 1914. Agli inizi degli anni venti passò alla parrocchia di Montefelcino per volere di don Giuseppe Brocanelli e, ancor prima della seconda guerra mondiale, acquistò la tanto desiderata autonomia, divenendo "Banda Musicale Cittadina". Illustri Maestri la diressero, fra i quali Iacomacci Astro (primo direttore fino agli anni '30) e Leo Liverani (che rimase per più di vent'anni). Dal 1953, per merito del direttore Vincenzo Abruzzese e del presidente Sandrino Santi, arricchì il suo repertorio conquistando l'affetto e la simpatia di tutta la cittadinanza. Successe poi alla direzione dell'organico il Maresciallo Cav. Michele Ieluzzi e quindi Gianfranco Moscardi di Cagli. Nel frattempo la Banda veniva incrementata da giovani diplomati al Conservatorio Rossini di Pesaro, apportando così entusiasmo e qualità all’organico attualmente sapientemente guidato dal Maestro Sauro Piersanti. 45 Giulia Benelli Dopo il diploma in Violino conseguito sotto la guida di Ida Coppola, ha collaborato per alcuni anni con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese dell’Aquila. In seguito si è dedicata alla storia e pratica del Violino barocco con l’insigne violinista e musicologo Luigi Rovighi, svolgendo attività concertistica in formazioni cameristiche in Italia e in Europa, occupandosi particolarmente del repertorio del XVII e XVIII secolo. Ha parallelamente conseguito la Laurea Magistrale con lode in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Urbino, sotto la guida di Giovanni Bogliolo. Ha poi studiato Etnomusicologia, Sociologia della musica, Estetica e Metodologia della critica della musica presso il DAMS di Bologna. Dal 1978 è docente di Violino, prima al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo e, dal 1983, al Conservatorio G. Rossini di Pesaro dove ha tenuto anche i corsi di Storia e tecnologia degli strumenti ad arco, Pedagogia dell’apprendimento musicale e didattica del Violino, Pedagogia dell’apprendimento strumentale, Lingua francese applicata al canto. Alcuni dei suoi allievi sono attualmente prime parti o componenti di prestigiose orchestre e ensemble da camera. All’interno del Conservatorio di Pesaro, ha dato vita alla “Orchestra Junior”, formazione di giovanissimi musicisti per la quale ha ideato e portato a compimento numerose produzioni. Da svariati anni si occupa di divulgazione della musica e di produzione musicale ed ha elaborato progetti promossi dal Comune di Pesaro (Kindeross - avvicinamento al teatro rossiniano per giovanissimi in collaborazione con il R.O.F. e la Fondazione Rossini; L’Arte incontra la Musica - concerti e conversazioni sull’arte; I colori della musica - guardare la musica e ascoltare le immagini). Tiene corsi di ascolto musicale presso l’Università dell’Età Libera della sua città. Ha fondato i corsi “Vacanze musicali a Urbino” di cui cura la direzione artistica insieme a Giovanni Valentini. 46 G. Benelli Coro Filarmonico Rossini Fondato a Pesaro dall’attuale direttore, Roberto Renili, nel 1996 è composto da circa 60 coristi. Il suo repertorio è costituito da produzioni con orchestra quali: opere sinfonico-corali (Stabat Mater di Rossini, Nona Sinfonia e Fantasia Corale di Beethoven, Carmina Burana di Orff); messe e oratori per soli coro e orchestra (Petite Messe Solennelle di Rossini, Requiem, Messa dell’Incoronazione e Messa in do min. di Mozart, Requiem di Verdi, Requiem di Fauré, Messa di Gloria di Puccini, Messa di Gloria di Mascagni, Te Deum di Charpentier, Gloria di Vivaldi, Transitus Animae e L’entrata di Cristo a Gerusalemme di Perosi, Magnificat di Bach): opere liriche (L’Elisir d’amore, Sonnambula, Traviata, Cavalleria Rusticana, Lucia di Lammermoor). Inoltre il coro affronta e propone con continuità pagine musicali di autori contemporanei (Ramirez, Bacalov, Bellucci, ecc.) Tali opere sono state eseguite in numerosissime sedi, sotto la guida di illustri direttori d’orchestra (Penderecki, Gutter, Lucantoni, Samale, Saura, Sciutto) e in collaborazione con importanti orchestre (Filarmonica di Dublino, Filarmonica Ucraina, Lithuanian Philharmonic, Filarmonica Nazionale Moldava, Verdi di Milano, Sinfonica della Provincia di Bari, Pro Arte Marche, Filarmonica Marchigiana, Sinfonica delle Marche, Sinfonica di Pesaro, B. Marcello di Teramo). É stato invitato a partecipare a festival, rassegne e stagioni musicali organizzate da alcuni tra i più importanti Enti Lirici italiani e stranieri, tenendo concerti a: Parigi, Grenoble, Losanna, Liegi, all’Arena di Nimes, all’Auditorium Verdi di Torino, al Teatro Verdi di Milano, al Regio di Parma, al Comunale di Ravenna, al Piccinni di Bari, al Duni di Matera, al Ventidio Basso di Ascoli, al Rossini di Pesaro, al Gentile di Fabriano, al Conservatorio di Bolzano, oltre che in sale da concerto di Roma, Udine, Padova, Bologna, Avezzano, Rimini, Frosinone, Pescara, Brunico, Bressanone, Imola, Busseto, Terni, Andria, Foligno, Ancona, Macerata e Fermo. Il Coro Filarmonico Rossini Pesaro organizza ogni anno, a luglio l’Estate Musicale Pesarese e a dicembre I Concerti del Filarmonico: manifestazioni promosse in collaborazione con le istituzioni locali, a cui prendono parte musicisti e cantanti di fama nazionale. Coro Filarmonico Rossini 47 Coro Polifonico Icense Coro Polifonico Icense Costituito nel 1980 da don A. Lucciarini, dopo una lunga interruzione ha ripreso la sua attività nel 2004, per volontà di alcuni suoi componenti e dell’attuale presidente, don F. Bricca, che ne ha saputo mettere a frutto l’entusiasmo. La corale, composta da circa 35 elementi e diretta da Guerrino Parri, ha avuto l'onore, anche grazie alla collaborazione con l'organista Lorenzo Antinori, di esibirsi in importanti chiese, tra le quali: la Basilica di San Pietro in Vaticano, la Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi, la Basilica della Santa Casa di Loreto, la Basilica Cattedrale di Urbino, il Duomo di Orvieto, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe di Ravenna, la Basilica di San Petronio in Bologna. Lo studio di un repertorio che, oltre a quello sacro, spazia tra generi musicali di epoche diverse, ha consentito inoltre 48 al coro di organizzare la rassegna Mille voci uno strumento, dove si è potuto esibire assieme a gruppi vocali di grande valore e prestigio. Ha poi con successo partecipato al festival regionale I colori della Musica, alla Rassegna Corale Autunnale di Pergola, alla Rassegna Nazionale Cantar la Voce di Urbania, alla Rassegna Canti di Natale di Serra San Quirico e al festival I Suoni e la Parola di Fano. Da ricordare, tra le altre, le esibizioni all’interno di Musica&Musica - con l’Orchestra da Camera delle Marche diretta da A. Cavuoto (2006) e l’Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta da D. Agiman (2008) e da L. Marcelletti (2009, 2010, 2011) - nonchè i concerti tenuti, sempre con l’Orchestra G. Rossini negli splendidi scenari della Corte Malatestiana di Fano (2010) e nel sagrato della Basilica della Santa Casa di Loreto (2011). Le piccole voci durantine Il coro di voci bianche nasce ufficialmente nell’Ottobre del 2009, in seno al Coro Polifonico Durantino di Urbania, ad opera della sua attuale direttrice Rosalba Rombaldoni, attingendo da un nucleo già esistente formato da bambine della scuola primaria e secondaria. Le voci facenti parte del gruppo ricevono una formazione musicale che oltre al cantare in coro include educazione all’ascolto, lettura, teoria, pratica strumentale e tecnica vocale. Il repertorio comprende prevalentemente brani di polifonia profana, popolare e contemporanea. Il coro ha esordito con ottimi apprezzamenti nell’ambito di eventi letterari ad Urbania, nel Dicembre 2009, e da allora si è esibito in concerto in varie località (Urbania, Fermignano, Cagli, Macerata Feltria, Sassocorvaro, Urbino, Senigallia, Riccione, Camerino, Belvedere Fogliense, ecc.), ricevendo sempre consensi e valutazioni molto positive. É stato protagonista con i musicisti dell’Ujazzquartet dello spettacolo “Oh che bel castello … a spasso tra luci ed ombre dell’infanzia”, a favore della Lega del Filo d’oro di Osimo, e dal 2010 prende parte alla rassegna regionale dell’Arcom (Associazione Regionale Cori Marchigiani). Promuove la diffusione della musica corale infantile con la Rassegna Nazionale per Cori di voci bianche “Voci d’infanzia”, la cui prima edizione si è tenuta nell’Aprile 2012 ad Urbania. Le piccole voci durantine 49 Lanfranco Marcelletti Considerato gran surpresa dalla critica spagnola, direttore d’orchestra e pianista, è uno degli artisti brasiliani più conosciuti a livello internazionale, acclamato per le sue coinvolgenti esecuzioni nel repertorio orchestrale e operistico. Ha diretto molte orchestre tra cui: Orchestra Sinfonica del Brasile, Orchestra del Teatro Nazionale di Brasilia, Orchestra Sinfonica del Cile, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra Sinfonica di Galicia, Haydn Chamber Orchestra di Londra e Orchestra del Festival Eleazar de Carvalho. Il successo ottenuto al Glimmerglass Opera Festival nel 2000, dove ha iniziato la sua carriera operistica, lo ha portato a lavorare per altri importanti teatri europei e americani; tra questi il Teatro Real di Madrid, il Teatro Calderón di Valladolid, la Commonwealth Opera in Massachusetts e la Vlaamse Opera di Anversa, dove sarà impegnato nel febbraio 2013 per il Nabucco verdiano. Ha assistito il grande compositore A. Coppola, nella prima dell’opera Sacco e Vanzetti ed ha ideato, in collaborazione con l’attrice C. Bermejo, lo spettacolo per bambini www.mozart.deus. Ha iniziato gli studi musicali in Brasile, al Conservatorio Pernambucano di Recife, la sua città natale, dove si è diplomato in pianoforte. Si è quindi trasferito in Europa, perfezionandosi nel suo strumento alla Musik Akademie di Zurigo e alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna, dove ha studiato anche composizione. Infine ha ultimato gli studi di direzione alla Yale University, negli Stati Uniti d’America, dove ha ricoperto fino allo scorso anno il ruolo di professore di direzione d’orchestra e direttore della University Orchestra di Amherst. Numerosi sono i premi e riconoscimenti ottenuti in tutto il Mondo sia come direttore d’orchestra che come pianista. Tra gli altri una menzione speciale rilasciata dall’Assemblea del suo Stato natale per l’attività di promotore della musica classica da lui svolta, riconosciu50 tagli anche con la recente nomina (2010) a direttore principale della Orquestra Criança Cidadã, progetto sociale avviato sulla scia del successo venezuelano di El Sistema e destinato ai più sfortunati fra i bambini brasiliani. È inoltre direttore principale della Cayuga Chamber Orchestra (U.S.A.) e, da quest’anno, anche dell’Orchestra Sinfonica di Xalapa (Messico). Invitato nel 2004 a Pesaro per dirigere Il Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival, vi ha diretto anche la farsa Arrighetto di C. Coccia, e vi è ancor oggi impegnato nel ruolo di assistente del maestro e musicologo Alberto Zedda nella direzione della prestigiosa Accademia Rossiniana. L. Marcelletti Orch. strumenti a fiato - Urbino La Cappella Musicale del SS. Sacramento in Urbino, fondata alla fine del sec. XV, ebbe già dal 1507, ad opera del Duca Guidubaldo I da Montefeltro, propri statuti, patrimonio e privilegi. Nel 1865, il Consiglio di Reggenza, con nuove norme, favorì la creazione di una scuola, l'Istituto Musicale, nella cui sede ancora oggi funziona con grande efficacia la Scuola di Musica e tutte quelle attività strettamente collegate ad essa. Al 1798 risale la fondazione del Concerto Cittadino, che in anni recenti ha cambiato la sua denominazione in "Orchestra di strumenti a fiato", diretta dal 1994 dal Maestro Michele Mangani. Nel gruppo strumentale attuale si è voluto da un lato rinnovare la tradizione, proponendo un complesso con caratteristiche differenziate rispetto alle Bande tradizionali (pur rappresentandone la spontanea e naturale evoluzione), dall'altro creare una "nuova sensibilità musicale", con l'abbandono di ogni possibile riferimento o connotazione "militare", per evidenziare con maggior forza l'aspetto sinfonico e concertante in una concezione tipicamente "orchestrale". L'Orchestra, composta da una quarantina di elementi - amatori e diplomati - si è esibita in varie località italiane riscuotendo costantemente unanimi consensi per la varietà del repertorio e per la qualità delle esecuzioni. Orchestra Sinfonica G. Rossini Orchestra Sinfonica G. Rossini É l'orchestra della Provincia di Pesaro e Urbino ed è riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal 2005. Nata nella città di Rossini, l’orchestra, la cui direzione principale è affidata a D. Agiman, è specializzata nell'esecuzione del periodo classico; ma con l’affidamento della direzione artistica per l'innovazione a R. Molinelli, la formazione ha sviluppato anche un settore dedicato alla commistione tra i generi e alla musica contemporanea. Di prestigio la presenza costante nel cartellone del Rossini Opera Festival. L'attività, in continuo sviluppo, conta di circa 90 esecuzioni l'anno, in Italia e all’estero. In particolare la formazione è divenuta orchestra di riferimento per le produzioni concertistiche nelle città di Pesaro (Teatro Rossini e Rocca Costanza), di Fano (Teatro della Fortuna e Corte Malatestiana), di Urbino (Teatro Raffaello Sanzio), di Cagli (Teatro Comunale), di Mercatello sul Metauro (stagione concertistica Musica&Musica) e di numerosi altri teatri storici della Provincia di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni si 52 è esibita con successo in Corea del Sud, Malta, Turchia ed Austria. Di grande soddisfazione la collaborazione con artisti come: Dimitra Theodossiou, Nicola Alaimo, Andrea Battistoni, Simonide Braconi, Roberto Cappello, Enrico Dindo, Mario Marzi, Denia Mazzola Gavazzeni, Massimo Quarta, Corrado Rovaris e Alberto Zedda. Dal 2008 è parte fondamentale di Musica&Musica, dove è stata diretta dai maestri Daniele Agiman, Louis Salemno, James Caraher e Lanfranco Marcelletti. Nell’agosto 2012 sarà fra le orchestre principali del Rossini Opera Festival, dove eseguirà le opere Il signor Bruschino e Il viaggio a Reims, oltre che accompagnare il soprano Mariella Devia nel suo atteso recital. Quartetto d’archi dell’O.S.R. È formato dalle prime parti dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini (O.S.R.), che dopo anni di attività all’interno dell’orchestra hanno sentito l’esigenza di sviluppare, seguendo l’esempio delle più grandi orchestre italiane e internazionali, un discorso musicale cameristico. Guerrino Parri Perikli Pite P. Pete Formatosi al Conservatorio Rossini di Pesaro con F. Mondelci, con cui studia sassofono, si dedica poi a comporre e realizzare “musica per immagine” per vari ambiti artistici e televisivi (Telemontecarlo e RAI), e collaborare con il compositore Lanfranco Perini. Fra le esperienze svolte si segnalano: la preparazione e direzione del Piccolo Coro Pop, con cui inciderà La vera storia di Babbo Natale (L. Perini - E. Iacchetti); la realizzazione di Culla Sonora (a cura di M. Spaccazocchi), per la Sony Music. Particolarmente attivo nella promozione della musica, nel 1998 ha fondato Arte in Musica, progetto musicale volto a far scoprire la musica ai più giovani, e nel 2010 dato vita ad Aria Italiana, organizzazione per la creazione e gestione di eventi musicali e culturali. Dal 2004 dirige con crescente successo il Coro Polifonico Icense e dal 2006 è direttore artistico, assieme a Gabriele Muccioli, della stagione concertistica Musica&Musica, creata per la valorizzazione del Museo di San Francesco per conto della Pro-Loco Mercatellese, di cui è attualmente Presidente. Inizia lo studio del violoncello nel Liceo Artistico di Tirana; dove segue anche corsi Composizione. In seguito vince il concorso di violoncello presso l’Accademia di Belle Arti di Tirana e si diploma, con Claudio Casadei, al Conservatorio G. Rossini di Pesaro con il massimo dei voti e lode. Stessa valutazione ottiene anche per la viola da gamba, strumento per il quale si è diplomato al Conservatorio Arrigo Boito di Parma con la guida di Roberto Gini. Ha ottenuto borse di studio dalle Fondazioni G. Rossini e Cecilia Ugolini Paci di Pesaro, oltre che dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Tra le collaborazioni di rilievo quelle con gli ensemble Europa Galante (diretto da Fabio Biondi), Concerto, Terre d’Otranto, La Calandria e Armonie delle Sfere, oltre che con gli artisti Jeanne Loriod, Luca Scandali, Alessandro Ciccolini, Gloria Banditelli e Valentina Cortese. Si è esibito in importanti palcoscenici quali: il Teatro Stavovské di Praga, il Konzerthaus di Vienna, l’Auditorium Pedrotti di Pesaro, la Reggia di Racconigi a Torino, il Concertgebouw di Amsterdam, il Gran Auditorium Gulbenkian di Lisbona, il Barbican Centre di Londra, la Philharmonic Concert Hall di Varsavia, il Palazzo Ludovico il Moro di Ferrara, il Teatro delle Muse di Ancona, l’Auditorio Nacional de Musica di Madrid, le Università di Perugia ed Urbino, oltre che a Lucerna e in numerosi festival, fra cui quello di Budva (Montenegro), Magie Barocche di Catania, Sagra Malatestiana di Rimini, Adriatico Mediterraneo di Ancona. Con il pianista e compositore Paolo Marzocchi ha una lunga attività nel campo cinematografico per la partecipazione a film di registi quali Michal Kosakowski, Roland May e Silvana Zancolò. Ha al suo attivo registrazioni per Clavis, Brillant e Bongiovanni. È docente all’Accademia Marchigiana di Musica Antica - a Urbino, dove insegna violoncello e viola da gamba. Si dedica allo studio ed alla ricostruzione di archi barocchi e classici. 53 Silvia Rambaldi È docente di clavicembalo, clavicordo e pratica del basso continuo al Conservatorio G.B. Martini di Bologna, dove, dopo il diploma di pianoforte, si è dedicata allo studio del clavicembalo con Annaberta Conti, ottenendo all’esame finale il massimo dei voti e la lode. Si è quindi perfezionata nella prassi della realizzazione del basso continuo con Jesper Christensen. Ha tenuto corsi di perfezionamento e seminari presso l’Università degli Studi di Ferrara, i Conservatori di Pesaro, di Benevento, di Campobasso e di Ferrara, oltre che per Enti e Associazioni. Svolge attività concertistica come solista e con varie formazioni cameristiche e orchestrali, partecipando ad importanti rassegne musicali italiane ed estere (in Turchia, Spagna, Svezia, Giappone). Ha effettuato registrazioni per la RAI, la NHK giapponese ed altre emittenti. È membro di giurie di concorso nazionali ed internazionali. Ha curato l’edizione moderna del manoscritto musicale seicentesco ”Libro di fra Gioseffo da Ravenna”, per le edizioni dell’Associazione Clavicembalistica Bolognese, e svolge attività musicologica per l’Associazione Culturale Bal’danza di Ferrara, dove attua ricerche ed esecuzioni di danza storica (ricostruzione del “Balletto della Duchessa” con Barbara Sparti e Laura Fusaroli Pedrielli). Con cantanti e musicologi, ha dato vita al Concerto segreto, formazione variabile che si dedica all’esecuzione e alla registrazione (Madrigali per Laura Peperara, Tactus) del repertorio madrigalistico tardo rinascimentale ferrarese. Per Tactus ha registrato, come solista: Variationi e partite di Bernardo Pasquini, Libro di fra Gioseffo da Ravenna (entrambi premiati dalla Critica Discografica Tedesca 1999/1 e 2002/2) e Le sonate per clavicembalo di Antonio Ferradini. Con il controtenore Tadashi Miroku: Madrigali diminuiti e passaggiati tra voce e cembalo, L’armonia della Sirene, cantate amorose, di G.B. Bassani e Ariette op. VI di Barbara Strozzi che ha 54 S. Rambaldi recentemente vinto il premio speciale "Heavy Rotation" della rivista giapponese Record Gheigiutsu (Arte dei dischi, feb. 2012). Il Cd è stato scelto dal musicologo Akira Mizutani come uno dei 5 migliori dischi del 2011. In duo con Andreina Di Girolamo ha inciso le Sonate per clavicembalo a quattro mani di W. A. Mozart. Ha realizzato per duo clavicembalistico tutte le Sonate con basso numerato di Domenico Scarlatti e, con la clavicembalista Andreina Di Girolamo, la danzatrice Rita Marchesini e il chitarrista Alberto Rodriguez, le ha proposte in concerto per evidenziarne le radici flamenche, ottenendo entusiastici consensi sia da parte del pubblico che di eminenti studiosi, come Emilia Fadini (Cd e video Tactus, prossima uscita). Con il flautista Daniele Salvatore ha fondato il gruppo Armonia delle sfere e ha collaborato a far rivivere il suono degli antichi strumenti della Collezione Tagliavini nell’ambito delle manifestazioni tenute al Museo di S. Colombano a Bologna dal 2009 ad oggi. Ha costituito con Carlo Mazzoli un duo che presenta musiche per fortepiano e clavicembalo e fortepiano a 4 mani. Si dedica allo studio e all’esecuzione del canto gregoriano. Revolver Nascono nel 1999 a Urbino dall'unione di tre musicisti e si presentano con un primo cd demo - The Beatles cover band - 12 intepretazioni fedeli dei brani che ben presto gli fanno guadagnare il riconoscimento del fun club italiano. Nel 2001, l'etichetta discografica PmA pubblica e distribuisce il primo disco ufficiale: "Egg", 7 composizioni originali (in stile 60's) e un tributo ai Beatles di 13 cover. La tournè di prensentazione parte da Urbino e qui si conclude - dopo aver toccato Marche, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Calabria e Campania - con l’inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport. Nel 2003, la Sony, in compagnia della Cassiopea Music, decide di inserire un loro brano inedito, “Ciao Mama”, nella compilation "Flying Blind", dove la band compare anche con un brano estratto da Egg, “Little Girl”. La tournè conseguente porterà il gruppo ad esibirsi nelle principali Fnack d'Italia. Negli anni successivi la band si è sempre più concentrata sulle esibizioni dal vivo: arriva comunque la pubblicazione di "Because", disco prodotto da Cassiopea Music e distribuito in Italia ed all'estero da Self. Dal 2005 iniziano ad esibirsi anche in versione acustica, decidendo di riarrangiare e reinterpretare gran parte del repertorio beatlesiano con il solo utilizzo di strumenti acustici (due chitarre e in alternanza un basso), e naturalmente le voci. L’idea di base nasce da un attenta analisi dei brani del quartetto di Liverpool e dalla sua evidente predilezione, almeno nella fase iniziale, per il sound acustico. Quello che ne viene fuori è un piacevole ascolto fatto di versioni “alternative”, che sembrano ricordare le diverse fasi di completamento dei brani, o meglio ancora lo stadio di iniziale stesura degli stessi: tutto questo senza perdere di vista il rispetto per la canzone, che anzi emerge in tutta la sua bellezza e perfezione armonica/melodica. Revolver 55 Roberto Renili Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio Rossini di Pesaro, conseguendo i diplomi in Composizione e in Musica Corale e Direzione di coro. Ha frequentato corsi di perfezionamento in direzione d'orchestra e direzione di coro con i maestri Couraud, Bertola e Gandolfi. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Nel 1980 ha fondato il suo primo coro e da allora ha svolto un'intensa attività che l'ha portato a dirigere numerose formazioni con le quali si è esibito in Italia e all'estero. Attualmente è direttore del Coro Filarmonico Rossini di Pesaro. Con i gruppi da lui diretti ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali, rassegne musicali, stagioni liriche e concertistiche in alcuni fra i più prestigiosi teatri italiani, oltre che effettuato tournées in Francia, Germania, Belgio, Spagna, Slovenia, Croazia, Svizzera e Lussemburgo. Ha diretto numerose orchestre - tra le quali spiccano la Filarmonica Ucraina, la Filarmonica Nazionale Moldava, l'Orchestra Sinfonica delle Marche, l'Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro - in pagine sinfonico-corali di Vivaldi, Bach, Mozart e Rossini. Ha collaborato, come maestro di coro, con vari direttori d'orchestra (Penderecki, Gutter, Samale, Lucantoni, Saura) e con il Rossini Opera Festival per La gazza ladra e Il Turco in Italia. Ha fatto parte di giurie in concorsi corali nazionali e ha tenuto corsi di perfezionamento per direttori di coro e per insegnanti di scuola elementare e secondaria. Già presidente dell'Associazione Regionale Cori delle Marche, è attualmente membro della commissione artistica della stessa ARCOM e, come tale, ha collaborato con l'Orchestra Filarmonica Marchigiana, nella Stagione Sinfonica 2004-2005, in qualità di direttore del Coro Regionale delle Marche. È titolare della cattedra di armonia e analisi musicale presso il Conservatorio Statale di musica G. Rossini di Pesaro. 56 R. Renili Rosalba Rombaldoni Si forma presso il Conservatorio “Rossini” di Pesaro, dove consegue i diplomi di canto e pianoforte. Dopo aver fatto parte di numerose formazioni vocali - Coro Polifonico Durantino di Urbania, Coro Laboratorio 87 di Fano, Coro pro Arte di Fano, Coro polifonico della Cappella del SS Sacramento di Urbino, Coro Lirico M. Agostini di Fano, Concert Choir e Community Choir dell’Università di New Paltz (USA) e di New Britain (USA)- con le quali si è esibita in Italia e all’estero sia in qualità di cantante che di direttrice, negli ultimi anni si è dedicata alla formazione musicale dell’infanzia, approfondendo il percorso educativo del metodo Suzuki, nell’ambito del quale ha conseguito l’abilitazione di secondo livello per la Ritmica Strumentale. Ha recentemente collaborato con il Conservatorio “Rossini“ di Pesaro nella realizzazione di un progetto sulla lettura musicale e la vocalità delle voci bianche, applicate all’opera Don Giovanni di Mozart - Mettiamoci all’opera. É attualmente responsabile del corso di Ritmica Strumentale Suzuki, presso il Centro Studi Danza l’Etoile di Urbania, e del corso di orientamento musicale di tipo corale presso lo stesso comune. Dirige sin dalla fondazione il coro di voci bianche Le Piccole Voci Durantine di Urbania. É docente di Scienza delle finanze presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Urbino. Massimo Sabbatini Diplomato in violino presso il Conservatorio di Musica "Gioachino Rossini" di Pesaro, ha studiato anche composizione e direzione d'orchestra. Ha al suo attivo una pluriennale attività come violinista, direttore d'orchestra e di coro ed ha insegnato Esercitazioni Orchestrali ed Esercitazioni Corali in diversi Conservatori d'Italia. È da sempre impegnato nella valorizzazione di tutte le realtà musicali dell’entroterra pesarese, non da ultima quella dei giovanissimi musicisti. Per questo è stato scelto come primo direttore della Gioachino Orchestra. usica&Musica è promossa dal Museo di S. Francesco e volta a valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico, quello di Mercatello e del territorio circostante. Gli amici e i sostenitori del Museo in possesso della tessera annuale avranno pertanto diritto ad accedere gratuitamente alle serate in programma. Anche per questo La invitiamo ad entrare da subito a far parte del gruppo di persone che con un modesto impegno finanziario supportano il Museo e tutte le sue attività. M I titolari della tessera socio ordinario*, personale e non trasferibile, potranno: •visitare ogni volta che vorranno, gratuitamente, il Museo di San Francesco; •usare senza alcuna spesa l’audioguida del Museo per la visita dello stesso e del centro storico di Mercatello; •usufruire di uno sconto del 10% su tutte le pubblicazioni in vendita al bookshop; 58 •trovare pubblicato il proprio nome sul sito web di Musica&Musica; •avere la possibilità di scegliere il proprio posto e prenotare biglietti aggiuntivi per i familiari o ospiti, con una settimana di anticipo rispetto al pubblico pagante. Gli enti, i privati o le attività commerciali che intendono diventare soci sostenitori*, otterranno: •quattro tessere non nominative (potranno essere cedute di volta in volta a dipendenti, amici, clienti, ospiti, ecc.) che daranno diritto alle stesse agevolazioni e benefici riservati ai soci ordinari. * La quota per i soci ordinari è di € 25,00. Per rinnovo tessere, giovani sotto i 26 anni, componenti Coro Polifonico Icense, Banda Musicale di Mercatello, possessori di UNPLIcard e soci Touring Club Italiano, € 20,00. * La quota per i soci sostenitori è di € 150,00. amici e sostenitori Aggiungiti anche tu! Sei sempre in tempo, anche ora 59 Palazzo Montani Antaldi, sede della Fondazione Gli organizzatori si riservano di apportare al programma eventuali variazioni imposte da ragioni tecniche o da cause di forza maggiore. I biglietti per i concerti a pagamento saranno acquistabili presso la sede della ProLoco Mercatellese, piazza Garibaldi, o il Museo di San Francesco, piazza San Francesco, a partire dal 28 luglio. I possessori della tessera amici e sostenitori del Museo di San Francesco, che hanno diritto ad accesso gratuito, potranno confermare la loro presenza e scegliere il posto desiderato a partire dal 21 Luglio. informazioni e prenotazioni: ProLoco Mercatellese, tel. 0722 89819 - 345 5626403 www.proloco-mercatello.it [email protected]