Mercatello sul Metauro
21 luglio – 19 agosto 2012
Testi, grafica e impaginazione, Gabriele Muccioli
Il testo delle pp. 19-20 è di Giulia Benelli e Rosalba Rombaldoni
Referenze fotografiche:
Le foto di Musica&Musica 2011 sono di Matteo e Michele Dini dello Studio Picchio Photography di S. Angelo in Vado,
quelle delle pp. 9, 16, 19, 22 e 57 di Gabriele Muccioli, quella di p. 48 di Davide Gostoli.
L’editore resta a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non identificate.
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nche quest’anno, come spesso
è avvenuto in passato, la rassegna concertistica promossa dal
Museo di San Francesco ruota attorno
ad una ricorrenza importante per la storia e la cultura mercatellese e dell’Alto
Metauro; stavolta ancor più centrata
sulla musica e sul suo radicamento nel
nostro territorio: il Bicentenario della Società Filarmonica di Mercatello (poi divenuta Banda Municipale, come meglio
evidenziato e descritto nel corposo volume a cura di Alfiero Marchetti che è in
uscita proprio in questi giorni).
La sua costituzione è infatti fatta risalire, solo a causa del mancato ritrovamento di documentazione precedente,
al 1812. In quell’anno la nostra cittadina
era ancora occupata dalle truppe napoleoniche che da circa tre anni, dopo
aver scacciato i Minori francescani dal
loro convento, lo avevano adibito, compresa la magnifica chiesa, a caserma
per i soldati della finanza.
Forse proprio lo stimolo propagandato
dai soldati stranieri - originato oltralpe
dalla Rivoluzione Francese con l’intento
di celebrare popolarmente le ricorrenze
civili - unito alla tradizione locale di accompagnare in musica le solenni processioni religiose, concretizzò la nascita
della longeva istituzione finalizzata a enfatizzare tutte le emozioni collettive e gli
ideali condivisi; ma non solo.
A
La necessità di sempre nuovi musicisti
per l’organico bandistico diede vita e
sviluppò anche una scuola propedeutica finalizzata alla formazione musicale
di un’ampia fascia della popolazione,
senza nessuna distinzione sociale; fonte
principale di quella cultura del pentagramma diffusa a cui si deve l’amore e
la passione per le note degli odierni mercatellesi e che si concretizza in varie
forme e modi, rappresentate nella nostra rassegna 2012 da Banda e Coro.
Proprio a rimarcare il valore formativo
delle giovani generazioni si è pensato
che per avviare i laboratori didattici che
prenderanno vita nella struttura museale, fosse significativo e appagante
istituire una formazione orchestrale costituita da musicisti in erba del nostro territorio che, uniti a coetanei dell’intera
provincia, potessero svolgere un divertente percorso di avvicinamento ad un
loro concerto all’interno del festival. Un
vero e proprio laboratorio musicale fatto
di incontri, prove, svago e letture in collaborazione con il Sistema Bibliotecario
Alto Metauro.
Un bell’inizio per le ulteriori attività che
potrà intraprendere il Museo grazie agli
spazi integrativi in via di ultimazione; un
bel volano per la Dirigenza che dovrà
essere al più presto definita con il rinnovamento dell’istituzione e a cui sarà demandata anche Musica&Musica.
Gabriele Muccioli
(delegato al Museo di San Francesco)
manifestazione ideata e promossa dal
Museo di San Francesco in Mercatello
con il sostegno e il supporto di:
Associazione Pro Loco Mercatellese
Comune di Mercatello sul Metauro
Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro
sotto il patrocinio della
Provincia di Pesaro e Urbino
in collaborazione con:
Coro Polifonico Icense Mercatello
Banda Musicale Mercatello
Orchestra Sinfonica G. Rossini Pesaro
Parrocchia Santa Veronica Giuliani Mercatello
con il contributo di:
Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro
Direzione artistica, Gabriele Muccioli - Guerrino Parri
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PRESENTAZIONI
Alceo Serafini Presidente, Comunità Montana Alto e Medio Metauro
Giovanni Pistola Sindaco, Comune di Mercatello sul Metauro
Gabriele Muccioli Delegato alla Cultura, Pro Loco Mercatellese
indice
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IL PROGRAMMA
MILLE VOCI UNO STRUMENTO: dal mottetto al musical, da Vivaldi a Bernstein, da Broadway al West End.
Coro Polifonico Icense Mercatello diretto da G. Parri / Coro Filarmonico Rossini Pesaro diretto da R. Renili
BICENTENARIO BANDA MUSICALE DI MERCATELLO: due giorni
di bande, due secoli di feste.
Banda Musicale di Mercatello diretta da A. Pagliardini / Banda
Musicale di Montefelcino diretta da S. Piersanti / Orchestra di
strumenti a fiato di Urbino diretta da M. Mangani
È DA PICCOLI CHE SI DIVENTA GRANDI ... : giovani musicisti
si incontrano e crescono ascoltandosi.
Gioachino Orchestra direttore artistico G. Benelli / Le piccole voci
durantine dirette da R. Rombaldoni / M. Sabbatini direttore
UN PENTAGRAMMA DI STELLE: The Beatles tribute. Revolver
LA SFIDA FRA VIOLA DA GAMBA E VIOLONCELLO: il Settecento di Bach, Geminiani, Telemann e Marais.
Perikli Pite violoncello e viola da gamba - Silvia Rambaldi cembalo
LA MUSICA NEL MILLEOTTOCENTODODICI: i vertici beethoveniani e la freschezza rossiniana.
Orchestra Sinfonica G. Rossini - L. Marcelletti direttore
ROSSINI, ROSSINI E ANCORA ROSSINI: comunque la suoni e
la canti, una musica che non invecchia.
Quartetto d'archi dell'O.S.R. / Paola Antonucci soprano
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GLI ARTISTI
Biografie degli interpreti
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AMICI E SOSTENITORI
Soci ordinari e sostenitori
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presentazioni
rima di assumere l’incarico di Presidente della Comunità Montana
dell’Alto e Medio Metauro conoscevo poco Mercatello se non per
averlo visitato in qualche occasione. In
questi due anni, anche in ragione di un
contatto quotidiano col Vice Presidente
Marchetti, ho potuto apprezzarne le bellezze architettoniche e la cura con cui
ogni cosa è tenuta, al punto che da
circa dodici anni il paese detiene il marchio Turistico Ambientale Bandiera Arancione del Touring Club Italia.
Ricordo ancora con particolare piacere i concerti della edizione 2011 di Musica&Musica, cui ho voluto prendere
parte unitamente alla mia signora, e il
piacere che ho condiviso col numerosissimo pubblico nell’ascoltare la straordinaria musica impeccabilmente eseguita
dall’Orchestra G. Rossini di Pesaro e dal
Coro Polifonico Icense.
La cornice e l’acustica della Chiesa di
San Francesco hanno poi fatto il resto,
rendendo quelle serate straordinarie ed
indimenticabili.
L’abilità degli organizzatori e degli Enti
promotori, credo non sia solo quella di
sapersi avvalere della indispensabile collaborazione di veri professionisti, ma da
pubblico amministratore ritengo che sia
P
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encomiabile il risultato che riescono ad
ottenere facendo leva su risorse molto limitate rispetto ad altre platee necessariamente più importanti.
La stessa partecipazione alle serate,
garantita anche da amanti della musica
di lontana provenienza, è il segno della
grande qualità dell’offerta culturale, attenta sempre ad offrire nuove e stimolanti proposte.
Apprezzo in modo particolare, anche
per una predisposizione naturale e storica dell’Ente che rappresento, il fatto
che quest’anno si sia pensato anche ai
giovanissimi, dedicando loro uno spazio
importante.
Voglio anche rendere onore al complesso bandistico di Mercatello cui è dedicata questa edizione della rassegna,
con la certezza che, vista la lunghissima
tradizione che lo caratterizza, saprà continuare per tanto tempo ancora a dare
lustro e decoro ad ogni evento o manifestazione civile e religiosa di Mercatello.
Certo del successo anche di questa
edizione, ringrazio tutti per le lodevoli iniziative.
Alceo Serafini
(Presidente Comunità Montana
Alto e Medio Metauro)
a storia millenaria di Mercatello sul
Metauro è costellata di avvenimenti e ricorrenze importanti che
il paese non vuole e non deve dimenticare. Negli ultimi anni, il calendario ha
voluto regalarci dapprima il 750° anniversario della Fondazione del nostro Comune nel 2007, poi il 350° anno dalla
nascita della nostra Patrona Santa Veronica Giuliani nel 2010 e proprio quest’anno vuol rendere omaggio ad uno
dei più antichi sodalizi musicali della nostra Regione ricordando il 200° anno
dalla fondazione della nostra amata
Banda Musicale.
La rassegna Musica&Musica, che da
sette anni propone durante l’estate concerti e rappresentazioni di grande qualità e di notevole richiamo, ha voluto
quest’anno dedicare la manifestazione
alla Banda, culla della lunghissima tradizione musicale che da sempre sembra
distinguere il nostro paese.
Sentimenti di orgoglio e di riconoscenza accomunano tutti noi, quasi legati in modo indissolubile a questa
Associazione inizialmente denominata
Accademia Filarmonica di Mercatello.
Tanti concittadini hanno attraversato il
percorso da allievi della Scuola di Musica, nata addirittura nel lontano 1867, a
L
bandisti, ed alcuni di loro hanno addirittura superato il mezzo secolo di militanza.
Mi piace pensare che nulla nasce per
caso e che la stessa tradizione musicale
abbia avuto origine dall’amore per ogni
forma di arte e di cultura che da sempre
è nel nostro DNA e che è testimoniato
dai tanti tesori, che i mercatellesi di un
tempo che fu, ci hanno lasciato e dal
fervore con cui noi oggi cerchiamo di
conservarli e valorizzarli.
Musica&Musica è oggi una realtà
quasi unica nel suo genere, che nonostante i tempi di grande crisi il nostro territorio deve sempre coltivare, peraltro
ospitata prevalentemente in quel complesso di San Francesco che presto avrà
a disposizione una nuova ala il cui intervento di ristrutturazione proprio in questi
giorni volge al termine.
Augurando quindi alla manifestazione
una nuova stagione di successi, rivolgo il
mio pensiero e quello dell’Amministrazione che ho l’onore di rappresentare, a
tutti gli amanti di quella mirabile arte che
è la musica convinto che per molto
tempo ancora saprà produrre nel nostro
Mercatello musicisti e coristi di valore.
Giovanni Pistola
(Sindaco del Comune di Mercatello)
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quella cultura musicale diffusa,
figlia della lunga tradizione religiosa e civile mercatellese e
metaurense - con particolare riguardo
al ruolo rivestito dalla Società Filarmonica di Mercatello, poi Banda Municipale - è in gran parte dedicata l’intera
rassegna concertistica del 2012, dove i
suoi frutti troveranno spazio e visibilità fin
dal primo appuntamento.
21 luglio - Il Coro Polifonico Icense, formazione di più recente costituzione, rispetto alla Filarmonica (1812), ma dalle
riconosciute qualità artistiche, sarà protagonista, assieme al prestigioso Coro Filarmonico Rossini di Pesaro, di una
splendida e divertente cavalcata musicale che, dalle melodie più “classiche”,
ci condurrà fino al “musical” di Broadway; protagonista assoluto della serata
con brani tratti da West Side Story (Leonard Bernstein) e dai più riusciti capolavori di Andrew Lloyd Webber.
28-29 luglio - Sarà poi la volta del
suono della Banda, anzi delle Bande,
visto che ad esse è dedicato l’intero ultimo fine settimana di luglio.
Si inizierà sabato sera con un gioioso
concerto della Banda Musicale di Mercatello, la grande protagonista del 2012,
che nella serata festeggerà assieme ai
presenti i suoi due primi secoli di vita.
Il giorno seguente, assieme alla formazione musicale mercatellese, vedrà esibirsi altre bande cittadine (quelle di
Montefelcino e Urbino), in uno degli otto
appuntamenti che quest’anno caratterizzano l’ormai classica manifestazione
Bandinsieme, organizzata dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione
con l’associazione provinciale e regionale della Anbima, (Associazione Nazionale Bande Musicali Autonome).
4 agosto - Ma la musica, anche in un
centro apparentemente così decentrato, non si ferma certo allo splendido
aspetto “dilettantistico” delle formazioni
municipali che ne sono lo stimolo; si radica in profondità e produce frutti sempre nuovi, più nascosti e inaspettati, che
possono rivelarsi all’improvviso e che
debbono essere messi orgogliosamente
in mostra e valorizzati.
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È il caso della piccola Gioachino Orchestra, orchestra d’archi che il Museo
di San Francesco, attraverso i suoi laboratori didattici e Musica&Musica - con
l’apporto determinante, la passione e
l’impegno del direttore artistico Giulia
Benelli, di istituzioni pubbliche, scolastiche e privati cittadini - è riuscito a costituire con giovanissimi musicisti del
territorio. Ad essi è così data una delle
rarissime possibilità di esibirsi assieme
dopo un percorso educativo e formativo di due mesi; un laboratorio educativo che ha saputo coinvolgere anche
la rete provinciale Museo Sarai Tu e il Sistema Bibliotecario Alto Metauro.
Per l’occasione, alla nascente formazione si unirà, in quello che è un vero e
proprio concerto, un’altra bella realtà
già consolidata delle nostre terre; quella
de Le piccole voci durantine, coro di
voci bianche che, accompagnato dai
coetanei musicisti, non mancherà di regalare emozioni ai presenti.
10 agosto - La solita parentesi spensierata della Notte di S. Lorenzo, che ormai
da alcuni anni conclude la riuscitissima
Camminata sotto le stelle, è affidata in
quest’edizione al duo acustico dei Revolver e alle irresistibili melodie dei Beatles, riarrangiate e reinterpretate con
gusto; rispettosamente ripulite e riportate alla loro idea iniziale, che emerge
in tutta la sua bellezza e perfezione armonica-melodica.
12 agosto - L’ultima settimana del festival sarà introdotta da un accattivante
e attraente programma barocco che,
affidato alle interpretazioni e sensibilità
del cellista e gambista Perikli Pite e della
cembalista Silvia Rambaldi, mette in risalto la romantica “sfida” in atto nella
prima metà del Settecento fra l’affermata viola da gamba e l’emergente
violoncello; strumenti a cui celebri autori
contemporanei dedicano il meglio della
loro produzione, caratterizzando un virtuosistico periodo di coesistenza.
14 agosto - Il tema centrale della stagione concertistica, il bicentenario della
Banda Municipale, verrà riaffrontato
anche dal concerto sinfonico che ormai
caratterizza il ferragosto mercatellese.
Questo attraverso una suggestiva
analisi della musica che si scriveva in Europa in quel 1812, del suo legame con
gli avvenimenti storici e politici, della definitiva affermazione del grande Beethoven e dell’affacciarsi alla ribalta del
giovane Rossini.
Protagonisti della serata saranno l’Orchestra Sinfonica G. Rossini, garanzia di
qualità e punto di riferimento costante
della nostra manifestazione, e il direttore
Lanfranco Marcelletti, grande e fedele
amico che nonostante l’accavallarsi frenetico dei suoi importanti impegni, dovuti alle recenti e prestigiose nomine
internazionali, non ha voluto privarci
della gioia di una sua direzione. Occa-
sione da non perdere, visto anche il programma particolarmente festoso, frizzante ed esplosivo; un vero concentrato
di musica in crescendo.
19 agosto - In quest’ottica si concluderà anche Musica&Musica 2012, con
una serata che la soprano Paola Antonucci e il Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, dedicheranno
interamente ai brani ed alle arie più celebri del cigno di Pesaro, altro festeggiato, essendo nato il 29 febbraio 1792,
di quest’anno bisesto che da oggi speriam non più funesto.
Gabriele Muccioli
(delegato Cultura Pro Loco Mercatellese)
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il programma
sabato 21 luglio
ore 21,15 chiesa di San Francesco
MILLE VOCI UNO STRUMENTO: dal mottetto al musical,
da Vivaldi a Bernstein, da Broadway al West End.
Coro Polifonico Icense - Mercatello
Guerrino Parri . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore
Lorenzo Antinori . . . . . . . . . . . . . .organista
Antonio Vivaldi (1678-1741)
dal Gloria in re maggiore RV 589
- Gloria in excelsis Deo
Gregor Aichinger (1564-1628)
- Regina Coeli
Johann Sebastian Bach (1678-1741)
dalla cantata Herz und Mund und Tat und Leben BWV 147
- Jesus bleibet meine Freude
Ennio Morricone (1928) arr. Paulo Rowlands
- Angele Dei (Gabriel's Oboe)
Domenico Bartolucci (1928)
- Sicut Cervus
Coro Filarmonico Rossini - Pesaro
Roberto Renili . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore
Alessio Paolizzi . . . . . . . . . . . . . . . . . .pianista
Leonard Bernstein (1918-1990)
da West Side Story - New York, Winter Garden Theater, 1957
- Tonight
- I Feel Pretty
- Maria
- America
Andrew Lloyd Webber (1914-1982)
da The Phantom of the Opera - Londra, Her Majesty's Theatre, 1986
- The Phantom of the Opera
da Evita - Londra, Prince Edward Theatre, 1978
- Don't Cry for Me, Argentina
da Jesus Christ Superstar - New York, Mark Hellinger Theatre, 1971
- Jesus Christ Superstar
da Cats - Londra, New London Theatre, 1981
- Memory
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a rassegna corale Mille voci uno
strumento, che da qualche anno
mancava nella stagione concertistica estiva per l’impegno profuso dal
Coro Polifonico Icense nel concerto sinfonico ferragostano da tenere assieme
all’orchestra, torna in questo 2012 all’interno del nostro cartellone; anzi ad
aprirlo. È infatti sembrato indispensabile,
oltre che festeggiare il bicentenario
della formazione bandistica locale, mettere in luce un altro risultato della cultura
musicale diffusa propria dell’Alto Metauro; quel canto corale che riesce a
mettere insieme persone totalmente diverse, con differenti interessi, ideali e
preparazioni. Un amalgama che, visto lo
spirito puramente dilettantistico dei
componenti, richiede uno sforzo particolarmente gravoso al paziente e meticoloso direttore, Maestro Guerrino Parri,
così come agli stessi coristi che, con solerzia e abnegazione, si preparano ai
sempre più numerosi e appaganti impegni che spesso li vedono abbinati con
altre formazioni polifoniche dai differenti
livelli artistici e dai variegati repertori.
Il bisogno ed il piacere di confrontarsi
e misurarsi con gli altri, caratteristica che
ritroveremo anche la settimana seguente con le bande musicali, è forse il
momento di crescita più significativo per
un coro, tanto più se ha l’occasione di
ritrovarsi, come questa sera, con una
compagine prestigiosa: il Coro Filarmonico Rossini di Pesaro.
L
Un coro della città più grande e capoluogo della provincia assieme ad un
altro di una delle cittadine più piccole,
un coro di mare con uno dell’estremo
entroterra; una festa corale e musicale
che abbraccia e fa crescere veramente tutta la Provincia Bella, che pur
nelle apparenti differenze si ritrova fondamentalmente unita negli interessi,
negli ideali e nel bagaglio culturale.
Il programma della serata, dopo una
breve ma intensa introduzione del Coro
Polifonico Icense, sarà incentrato dal
Coro Filarmonico Rossini su di un genere
musicale che poche volte ha trovato
spazio nella nostra rassegna: il Musical.
Questo tipo di rappresentazione teatrale, abbondantemente riproposto e
sviluppato dal cinema e da noi noto
come commedia musicale, unisce alla
recitazione la musica, il canto e la
danza; una sorta di derivato dei generi
dell’opera, del balletto e dell’operetta,
rivisti e riadattati per i teatri statunitensi,
per gusti più moderni e per poter attrarre
i numerosi immigrati che tra Otto e Novecento approdavano in Nord America
senza ancora comprenderne la lingua.
La struttura del musical permette infatti
a qualsiasi spettatore di seguire agevolmente la storia, che traspare chiaramente e affascina come un varietà.
A chi non è mai capitato di farsi prendere dalla trama di un musical in televisione o al cinema senza capire una sola
parola delle parti cantate?
Da New York, e più precisamente dai
teatri di Broadway, nasce una tradizione
che si diffonderà a macchia d'olio, portando la cultura del musical anche in
Europa, dove negli anni ’20 del Novecento alcuni spettacoli cominciano a
raggiungere, per ovvie affinità nella lingua, le sale del West End a Londra; città
destinata a diventare la capitale europea del genere teatrale.
Proprio da Broadway e dal West End
hanno inizio le fortunate messe in scena
dei celeberrimi musical proposti dal coro
pesarese e universalmente conosciuti
grazie alle trasposizioni cinematografiche e alle possibilità tecnologiche da
loro offerte per doppiaggi e sottotitoli.
West Side Story, nel genere probabilmente lo spettacolo più conosciuto, debuttò a Broadway il 26 settembre 1957.
Leonard Bernstein
Dopo 732 repliche e la successiva
tournée, nel 1961 uscì in versione cinematografica aggiudicandosi, come mai
era successo per un film musicale, dieci
meritatissimi Academy Awards (Oscar),
tra cui quello come miglior film.
Il tema tragico che si rifà al più classico Romeo e Giulietta di William Shakespeare, deve gran parte del successo
alle popolarissime musiche scritte dal
geniale compositore e direttore d’orchestra statunitense Leonard Bernstein,
che sottolineano magistralmente la tensione e le istanze sociali esistenti fra i
gruppi etnici contrapposti protagonisti
della storia (americani e portoricani), e
l’osteggiato amore degli sfortunati Tony
e Maria, vissuto all’ombra dei giganteschi ed opprimenti palazzi dell’Upper
West Side newyorkese.
Andrew Lloyd Webber
Alla corrente europea del musical appartengono invece le composizioni di
Andrew Lloyd Webber, autore londinese
di grande successo capace di esportare dal West End a Broadway e in tutto
il globo, numerose produzioni divenute
punti di riferimento irrinunciabili del genere. Ne è un esempio è The Phantom of
the Opera (Il Fantasma dell'Opera), liberamente ispirato all'omonimo romanzo
di Gaston Leroux, che racconta l'amore
disperato per una giovane soprano di
un geniale musicista dal volto sfigurato
che, agli inizi del Ventesimo secolo, vive
nascosto nei sotterranei dell'Opéra di
Parigi. Messo in scena per la prima volta
il 9 ottobre 1986 all'Her Majesty's Theatre
di Londra, ha visto susseguirsi numerosissime riprese ovunque, compresa una cinematografica del 2004, anche se per
testimoniarne lo strabiliante successo è
sufficiente ricordare che dal debutto
non sono mai cessate le repliche nel
teatro del West End, dove nel 2010 si è
festeggiata la decimillesima replica.
Ma Lloyd Webber non era certo al suo
primo trionfo; già nel 1978 il successo
aveva arriso al suo musical Evita, divenuto anch’esso un film nel 1996, con
protagonista Madonna. La storia questa
volta è ispirata a un personaggio autentico: Evita Perón, moglie del presidente
argentino Juan Domingo Perón.
Lo spettacolo originale, che ha chiuso
le sue repliche londinesi nel 1986 dopo
2900 esecuzioni, è ricordato soprattutto
per la popolarità del brano: Don't Cry for
Me, Argentina, cantata dalla protagonista, dal balcone della Casa Rosada, il
giorno della proclamazione a presidente del marito.
Ancora precedente, 1971, è il celeberrimo e più rockettaro Jesus Christ Superstar, ispirato all'ultima settimana di
vita di Gesù, narrata dal punto di vista
alternativo di Giuda Iscariota. Dopo il
debutto a Broadway il musical, nonostante le polemiche, divenne come i
precedenti un film (1973), mentre la produzione londinese dello spettacolo proseguì ininterrottamente per otto anni.
Chiudiamo la carrellata sulle opere di
Lloyd Webber con Cats, altro musical da
inserire fra i più grandi successi di tutti i
tempi per longevità, spettatori e incassi.
Basato su una raccolta di poesie con
protagonisti dei gatti, lo spettacolo è andato in scena a Londra dall'11 maggio
1981 all’11 maggio 2002, oltre che in altri
25 paesi del mondo dove è stato fin di
recente riproposto, trovando il suo
punto di forza nel brano che ascolteremo per salutarci: Memory, trasposizione in musica delle strofe scritte da
Thomas Stearns Eliot e incise da circa
150 cantanti diversi nel mondo.
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ultimo fine settimana di luglio
BICENTENARIO BANDA MUSICALE DI MERCATELLO:
due giorni di bande, due secoli di feste.
sabato 28 luglio
ore 21,15 piazza G. Garibaldi
CONCERTO DELLA BANDA MUSICALE DI MERCATELLO
direttore: Alfredo Pagliardini
on è certamente da tutte le
comunità cittadine potersi
gloriare di una storia musicale plurisecolare, nemmeno da
quelle ora molto più grandi e “importanti” di quella di Mercatello.
Ciò deriva da una tradizione culturale insita nella “città” (intesa nel
più nobile senso di civitas) fin dalla
sua fondazione, in seno alla splendida esperienza civile della Massa
N
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Trabaria, e in seguito amplificatasi
con quel Duca Federico in essa cresciuto e formatosi.
Basi così solide e profonde hanno
sempre portato ad aprirsi ad ogni
stimolo innovatore. Così è stato
anche per la Banda Musicale, una
delle prime a nascere nel territorio
nazionale e che grazie alla sua capacità di rinnovarsi oggi festeggia i
suoi primi Duecento anni.
domenica 29 luglio
ore 21,15 piazza G. Garibaldi
B A N D I N S I E M E 2 0 1 2 : tradizionale concerto-incontro
delle bande della Provincia di Pesaro e Urbino.
Banda Musicale di Mercatello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Alfredo Pagliardini
Banda Musicale di Montefelcino
. . . . . direttore
..................................
Sauro Piersanti
. . . . . . . . . . direttore
Orchestra strumenti a fiato di Urbino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Michele Mangani
. . . . . . direttore
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sabato 4 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
È DA PICCOLI CHE SI DIVENTA GRANDI ... : giovani musicisti si incontrano e crescono ascoltandosi.
Gioachino Orchestra
direttore artistico Giulia Benelli
Alberto Aguzzi, Alice Alberti, Eleonora Bartoli, Matteo Bartolucci, Daniela
Lorenzetti, Emanuele Maggioli, Clizia Mochi, Daphne Mochi, Luca Pierantoni, Lucia Sperandio, Thomaidha Thomollari, Giacomo Valentini . . . . . . . .
violoncelli
Vittorio Corraducci, Gabriele Felici, Leonardo Muccioli, Marco Ottaviani,
Nicolò Santi, Caterina Vannoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
contrabbasso Michele Santi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
flauto traverso Marialaura Mangani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
“giocattoli”
Alessandro Alberti, Caterina Damiani, Veronica Damiani, Camilla Piccini,
Alessia Ridolfi, Eleonora Ridolfi, Martina Venturi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Alessio Lowenthal, Clori Mochi, Marco Ottaviani, Sofia Ticchi . . . . . . . . . . . .
pianoforte
violini
Le piccole voci durantine
direttore Rosalba Rombaldoni
voci bianche Gaia Bartoccioni, Sofia Bartoccioni, Marco Boschetti, Viola Boschetti,
Arianna Cucchiarini, Caterina Damiani, Veronica Damiani, Lorenza Longhi, Aurora Micalizzi, Clizia Mochi, Clori Mochi, Daphne Mochi, Nephele
Mochi, Azra Mustafae, Cendreza Mustafae, Greta Patrignani, Camilla Piccini, Anna Ravaioni, Alessia Ridolfi, Eleonora Ridolfi, Margherita Rossi, Giacomo Tacconi, Martina Venturi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Massimo Sabbatini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . direttore
Béla Bartók (1881-1945)
C. Henry
da Vier kleine Tanzstücke
Slowaken Tanz
da Zehn leichte Stücke
I - Poco Allegretto
X - Vivace
VI - Allegro energico
da Vier kleine Tanzstücke
Abend auf dem Lande
Sergio Pasteris
S. Pasteris
Tamburello
P.Paolo Scattolin
C. Albaut
La conta del sonno
John Rutter
F.S. Pierpoint
For the beauty of the Earth
18
Strut / The just average / Lime tree
slow / Invention de blanc / Negro
baby / It is clearing up
Johannes Brahms (1833-1897)
da Danze Ungheresi
num. II - Allegro non assai
num. V - Allegro
J.G. Leopold Mozart (1719-1787)
Kindersinfonie
E. Iacchetti
Pulce
Gianna Visintin
Trois plus trois
Allegro / Minuetto / Finale (Presto)
Bruno Coulais (1954)
C. Barratier
da Les Choristes
Vois sur ton chemin
Caresse sur l’océan
Cerf-volant
rescere e Musica: un binomio
straordinario che, nell'immaginario collettivo, evoca enfants
prodiges al pianoforte o al violino, creature dotate di chissà quale talento che
possono cantare e suonare in modo invidiabile, solo per grazia ricevuta ... nulla
di più sbagliato, soprattutto in Italia,
paese culla della musica in cui tuttavia a differenza del resto dell'Europa - la musica, di fatto, non viene inserita come
materia integrante del curriculum nelle
Scuole di alcun ordine e grado.
In realtà, l'apprendimento della Musica dovrebbe cominciare sin dalla più
tenera età ed essere frutto di un ambiente favorevole e di un grande lavoro
di preparazione impostato da maestri e
famiglie attente ed appassionate. Solo
un costante esercizio ed un continuo impegno possono forgiare l'abilità da cui si
sviluppa il talento. La predisposizione naturale - se non coltivata adeguatamente - non basta a far crescere alcun
buon musicista.
In questo contesto, sin da piccoli, vale
davvero la pena di utilizzare l'unico strumento musicale ricevuto gratuitamente
in dono, ma incomprensibilmente trascurato dalla maggioranza dei percorsi
educativi: la Voce, così preziosa non
solo per comunicare, ma soprattutto per
... cantare! Cantare in coro è un'esperienza entusiasmante, coinvolgente, in
C
cui si liberano emozioni profonde:
quando sono i bambini a farlo, la valenza educativa oltrepassa gli aspetti artistici e ricreativi, perchè attraverso il
canto i bambini si allenano all'impegno,
al controllo della propria personalità
nella ricerca di un'omogeneità di suono
e di colore, imparando ad apprezzare le
proprie capacità in relazione a quelle
degli altri.
Ma qui si canta e in più, si suona! Cosa
dire allora riguardo all'attività di Musica
d'insieme di giovanissimi strumentisti?
Beh, innanzitutto suonare insieme impone una disciplina interiore, relativa
non solo alla comprensione del testo
musicale ed alla sua “traduzione” attraverso lo strumento, ma anche rispetto
alla capacità di confrontarsi con gli altri
componenti dell'orchestra per armonizzarsi con il gruppo.
Imparare dunque a fare musica d'insieme fin dai primi anni di formazione
strumentale vuol dire - per i ragazzi - interiorizzare modelli di comportamento, acquisire in modo gratificante il senso di
responsabilità verso l'Altro, il rispetto, la
solidarietà, l'umiltà e l'esercizio della pazienza, dunque tutti gli elementi costitutivi anche di una vera coscienza civica
... cantare e suonare insieme allora,
come momento fondamentale di crescita e di condivisione di bellezza, nella
stagione più magica della vita.
Giachino Orchestra, prime prove d’insieme
19
La Gioachino Orchestra apre la serata
con un programma di brani originali
tratti dal repertorio orchestrale "DOC":
una grande sfida per una piccola ma
grande orchestra di giovanissimi strumentisti.
Si inizia con alcuni brevi pezzi di Béla
Bartók, compositore ungherese, grande
studioso della musica popolare dell'Europa orientale e del Medio Oriente, uno
dei fondamentali pionieri dell'etnomusicologia. Bartók, oltre ad essere molto legato alla musica popolare della sua
terra d'origine, è stato al contempo
compositore estremamente attento alla
musica per l'infanzia.
Lo spazio viene quindi lasciato a Le
piccole voci durantine che, in piena sintonia con la filosofia del concerto propongono un repertorio autentico per
voci bianche, cogliendo e rispettando
le caratteristiche e le peculiarità della
voce infantile, con l’obiettivo di valorizzarle e nobilitarle, esulando da composizioni che scimmiottano la vocalità e
l’atteggiarsi degli adulti (moda questa
tanto diffusa, purtroppo, da alcuni programmi televisivi). Tamburello, Pulce, La
conta del sonno sono pregevoli esempi
di canti corali per bambini tratti dal repertorio squisitamente infantile, composizioni pensate e realizzate da autori
contemporanei su testi ispirati agli interessi del mondo dei bambini. Un gioioso
inno di celebrazione è rappresentato da
For the beauty of the Earth, magistralmente arrangiato da John Rutter, compositore inglese vivente, secondo gli
influssi della tradizione corale britannica.
Un piccolo spazio è lasciato dalla scaletta alla messa in luce dei giovani pianisti. I 6 pezzettini di C. Henry, Trois plus
trois, risentono di movenze jazz e blues, e
fluiscono attraverso un arrangiamento
pianistico piacevole e al contempo originale. Le due celebri Danze ungheresi
di Johannes Brahms, così chiamate perché al tempo della loro composizione
(1852-1869) il folclore magiaro era del
tutto sconosciuto e confuso con
la musica zigana, rappresentano dei piccoli gioielli nella
letteratura pianistica.
20
Al ritorno dell’Orchestra il concerto
prosegue con la Sinfonia dei giocattoli,
composizione di travagliata attribuzione: due i possibili padri, Leopold Mozart (padre di Amadeus, genio tra i geni)
o Joseph Haydn. Incredibile l'accostamento tra gli archi ed i "giocattoli", ovvero una serie di piccoli strumenti che
evocano parallelamente i suoni della
natura e la joie de vivre dell'infanzia.
A completamento del programma,
tre brani per Coro di voci bianche ed
Orchestra del compositore francese
Bruno Coulais, tratti dalla colonna sonora del film Les Choristes del regista
Christophe Barratier (2004). La storia,
ambientata nella campagna francese
all'interno di un collegio, narra di alcuni
ragazzi “difficili” che scoprono, grazie
ad un maestro entusiasta e sensibile, la
meraviglia e la gioia del cantare insieme, come rivincita ad un destino bizzarro e, a volte, un po' crudele.
Mercatello: Scuola di Musica, 1973
MUSEO
SARAI
TU!
attività
educative
e museali
nella provincia
di Pesaro
e Urbino
21
venerdì 10 agosto
UN PENTAGRAMMA DI STELLE:
Revolver - The Beatles tribute
22
ore 22,15 Piazza San Francesco
Concerto abbinato alla Camminata sotto le stelle di San Lorenzo.
Chi volesse partecipare anche all’escursione notturna guidata che precederà
il concerto, organizzata dall’associazione Arte e Altro di Mercatello, potrà iscriversi e ricevere maggiori informazioni telefonando al numero
320 8935754
23
domenica 12 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
LA SFIDA FRA VIOLA DA GAMBA E VIOLONCELLO:
il Settecento di Bach, Geminiani, Telemann e Marais.
Perikli Pite
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violoncello
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .viola
da gamba
Silvia Rambaldi . . . . . . . . . . . . . . . . . . .cembalo
Johann Sebastian Bach (1685–1750)
Fantasia cromatica e fuga in re min. per cembalo BWV 903 - 1720 c.
Suite per violoncello solo in re min. n. 2 BWV 1008 - 1720 c.
- Prélude
- Allemande
- Courante
- Sarabande
- Menuet I/II
- Gigue
Francesco Geminiani (1687-1762)
Sonata per violoncello e cembalo in fa magg. op. 5 n. 5 - 1746
- Adagio
- Allegro moderato
- Adagio
- Allegro
Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Sonata in re magg. per viola da gamba TWV 40:1 - 1728
- Andante
- Vivace
- Recitativo - Arioso
- Vivace
Marin Marais (1656 – 1728)
Labyrinthe per viola da gamba e cembalo, da Pièces de viole IV - 1717
Johann Sebastian Bach (1685–1750)
Sonata in re magg. per viola da gamba e cembalo BWV 1028 - 1720 c.
- Adagio
- Allegro
- Andante
- Allegro
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no degli archi più poliedrici è
certamente il violoncello, utilizzato a partire dal Seicento in
tutti i generi musicali, fino a quelli a noi
contemporanei. Già il suo aspetto, standardizzato nella metà del secolo XVIII, lo
identifica come uno dei “violini”, ovvero
quegli strumenti ad arco con quattro
corde, accordati ad intervalli di quinta,
che presentano dei tagli ad "effe" sulla
tavola armonica.
La forma esteriore e le parti che lo
compongono sono infatti simili a quelle
del violino e della viola, da cui differisce
per le dimensioni notevolmente maggiori che gli donano un timbro profondo
e corposo nel registro grave, caldo e
brillante in quello medio, intenso e penetrante in quello acuto.
Pur se al primo impatto simile, esso si
differenzia sostanzialmente dalla viola
da gamba, strumento più antico dalla
voce morbida e delicata, risalente alla
fine del Quattrocento, con tagli a "C",
normalmente a sei corde e accordato
ad intervalli di quarta.
Da questo comunque, dopo i primissimi strumenti a spalla, il violoncello
prese la tecnica del suonare da seduti tenendo la cassa fra le
gambe e strofinando l’archetto
U
sulle corde; tecnica poi in parte modificata con l’introduzione, nel secolo XIX,
del puntale regolabile per l’appoggio.
Già dal primo Settecento, al violoncello vennero dedicate molte composizioni solistiche, benché fosse ancora
larga consuetudine utilizzarlo per l’accompagnamento, affidando le parti più
melodiche dello stesso registro alla viola
da gamba e al suo suono più lieve, e
oscillante; situazione presto superata
grazie all’importanza raggiunta con la
sua introduzione nel quartetto d’archi e
in altre formazioni cameristiche.
Con il dilagare del gusto orchestrale,
la sonorità pronta e rotonda del violoncello soppiantò definitivamente quella
della viola da gamba, facendo diventare lo strumento una parte fondamentale dell’orchestra, in cui generalmente
accompagna e sostiene l’armonia.
Ad esso la musica sinfonica dedica un
ampio spazio, stupende melodie e citazioni solistiche, senza dimenticare i molti
celeberrimi concerti in cui da protagonista assoluto riesce a mettere in mostra
tutto il proprio virtuosismo.
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26
Questa sera ci concentreremo sul momento di “passaggio” da uno strumento
all’altro; su quella prima parte del Settecento che vide convivere creazioni
conservatrici e sperimentali, dedicate
all’uno o all’altro strumento, quasi istigandoli ad un superbo duello spesso
svolto sotto l’arbitrato del cembalo.
Prima di iniziare soffermiamoci proprio
sullo strumento accompagnatore, quel
clavicembalo già protagonista della
scorsa stagione di Musica&Musica e al
cui uso solistico è dedicato il brano
d’apertura. Composta da Johann Sebastian Bach attorno al 1720, la Fantasia
Cromatica e Fuga BWV 903 è una composizione unica e irripetibile, talmente
ricca di virtuosismi, varianti e contrasti da
rendere difficoltosa la distinzione fra
canto e armonia. In realtà, nonostante
l’onda tempestosa dei passaggi, l’intensità emotiva e le improvvisazioni, la composizione ha una struttura ben definita.
Alla fantasia toccatistica introduttiva ricca di scale, accordi, arpeggi e dall’estrema audacia nelle concatenazioni
armoniche - segue un drammatico recitativo di esplicita ascendenza vocalistica, prima che gli elementi, come un
contrappeso alla precedente e delirante libertà armonica, si combinino
nella fuga finale, in cui la scrittura cromatica appare come imprigionata in
una struttura di granitica compostezza,
quasi a celebrare un rinnovato equilibrio
musicale e il recupero dell'ordine e della
simmetria.
Sempre a Bach, e non poteva essere
altrimenti, è destinato il compito di presentare l’uso solistico del violoncello;
con uno dei sei capitoli della “Bibbia” e
aspirazione di ogni cellista: la Seconda
Suite per violoncello.
Le composizioni di questa raccolta
sono infatti le più note opere per lo strumento e sottolineano proprio la sua evoluzione dall’accompagnamento alle
pagine solistiche. Ma proprio la loro prepotente innovazione fu il freno al successo immediato, in anni in cui ancora
la viola da gamba era ritenuta l’unico
arco di registro grave degno di essere
considerato solista.
Dal punto di vista della struttura le sei
Suites sono una serie di danze sempre
identiche: Allemande (cinquecentesca
danza tedesca dal ritmo processionale),
Courante (danza di corte dinamica
evolutasi da modelli popolari), Sarabande (danza lenta e solenne di origini
orientali), Gigue (danza vivace di origine irlandese o scozzese); precedute
da un Preludio. Unica variante è la coppia di danze del penultimo numero: nel
nostro caso Minuetti (danza elegante,
“a piccoli passi”, della corte francese).
Al di là delle danze, la vera carta
d’identità delle Suite sono però i Preludi,
ideati con principi sempre differenti e in
grado di stabilire le caratteristiche stilistiche ed espressive della composizione.
Nel caso della nostra Suite, il numero iniziale stabilisce all’istante quel clima meditativo che, permeato da una tensione
drammatica, nel corso del brano raggiunge picchi di particolare intensità.
L’uso combinato, violoncello-cembalo, è rappresentato da un autore
ancor oggi piuttosto trascurato e dedito
esclusivamente alla scrittura strumentale: il lucchese Francesco Geminiani,
violinista e teorico dello strumento, già
allievo di Corelli e di Scarlatti, divenuto
molto celebre in Europa, in particolare a
Londra, al pari del contemporaneo Händel. Visti i suoi grandi maestri il fondamento della musica di Geminiani non
poteva che essere costituito dalle forme
classiche definite fra Sei e Settecento,
ma ciò non significa che il musicista toscano sia stato un conservatore; al contrario egli seppe imprimergli uno sviluppo
personalissimo, soprattutto con il suo virtuosismo acrobatico del violino, comunque sempre subordinato ai solidi principi
contrappuntistici.
A tali principi non si sottraggono nemmeno i quattro movimenti della Sonata
per violoncello e basso continuo n. 5,
tratta dalla serie di sei sonate composte
a Parigi e, solo successivamente, trascritte anche per violino. Sonate determinanti per un’altra decisiva spinta nella
direzione ormai segnata del passaggio
dalla viola da gamba allo strumento più
moderno a quattro corde.
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28
Marin Marais
Dopo l’ascolto delle prime composizioni per violoncello, il programma della
seconda parte ci riporta alle ultime apparizioni, più o meno contemporanee,
della viola da gamba; mitizzata per la
sua duttilità e per l’essere stata più volte
avvicinata alla voce umana.
Nel 1740 si scriveva ancora: “se qualcuno afferma che un pezzo non è eseguibile sulla viola da gamba, vuol dire
che non è in grado di suonarlo, perché
non esiste alcuna musica che lo strumento non possa fare.” Non si era evidentemente ancora del tutto spenta la
competizione sviluppatasi tra i due strumenti ad arco.
La parabola artistica della viola da
gamba, strumento di storia eccezionalmente ricca, era comunque ormai quasi
giunta al termine, non prima di toccare
gli ultimi vertici assoluti.
È il caso della Sonata in re maggiore
di Georg Philipp Telemann, autore che
conta una produzione a dir poco miracolosa, di gran lunga superiore a quella
non certamente scarsa del coetaneo
Bach. È significativo che all’indiscusso
predominio in vita di Telemann, la storia
abbia sostituito quello altrettanto palese
del genio di Bonn, relegando la sua figura in secondo piano, soprattutto a
causa del giudizio ottocentesco che,
nella romantica rivalutazione di Bach,
vedeva la rivincita dell’ispirazione, della
razionalizzazione e della perfezione sulla
produzione superficiale, agile ed eclettica del primo. Questo riconoscendo a
Telemann la capacità di sfruttare la
moda del tempo per una vorticosa
quanto momentanea fama; tesi che
potrebbe essere confermata, nell’ambito della serata, dalla più conveniente
scelta di continuare a scrivere per viola
da gamba senza addentrarsi in composizioni ancora sperimentali e poco redditizie come quelle per il violoncello.
La piacevolezza delle modulazioni armoniche e le gradevoli idee musicali,
ben presenti anche nella Sonata in programma, sono invece ora riconosciute
come uno stile autonomo che anticipa
quello destinato a dominare la musica
europea del secondo Settecento.
Gambista di fama e personaggio indissolubilmente legato allo strumento è
invece il francese Marin Marais, che fu
anche uno straordinario e prolifico compositore per viola da gamba.
Con i suoi brani egli aveva contribuito
in anni precedenti e in maniera determinante a consolidare il dominio dello strumento, come testimoniato da una delle
sue composizioni più famose: Labyrinthe,
forse ispirato al perduto labirinto dei giardini di Versailles che, attraverso varie
chiavi, dissonanze e note incerte, passaggi seri e rapidi, riproduce le sensazioni di una persona intrappolata in un
labirinto; il piacere del perdersi, la ricerca sempre più affannosa dell’uscita
ed il suo sospirato ritrovamento, rappresentato dalla graziosa ciaccona finale.
Per chiudere la serata e il cerchio torniamo al genio di J.S. Bach che assieme
alle prime sperimentazioni sul violoncello
ritroviamo intento a scrivere anche
splendidi spartiti per lo strumento in procinto di cadere in disuso, seguendo lo
schema quadripartito di Corelli, tipico
del modello tradizionale delle sonate da
camera, con il loro alternarsi di movimenti (lento, veloce, lento, veloce). Le
tre giunte fino a noi sono dei modelli del
genere per strumento solista con clavicembalo obbligato, cui è affidato un
ruolo solistico.
Nella Seconda Sonata in re maggiore,
che assieme alla prima conserva meglio
il profilo antico della viola da gamba, la
fitta trama sonora è rotta dall’andante
ricco di inconsueta serietà e profondo
dolore, che potrebbe figurare senza difficoltà in una delle pagine più meditative delle Cantate bachiane.
29
martedì 14 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
LA MUSICA NEL MILLEOTTOCENTODODICI:
i vertici beethoveniani e la freschezza rossiniana.
Orchestra Sinfonica G. Rossini
Lanfranco Marcelletti
. . . . . . . . direttore
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 7 in La magg. Op. 92 - 1812
- Poco sostenuto. Vivace
- Allegretto
- Presto. Assai meno presto
- Allegro con brio
Gioachino Rossini (1792-1868)
da L'inganno felice - Venezia, Teatro San Moisé, 1812
e da Ciro in Babilonia - Ferrara, Teatro Comunale, 1812
- Sinfonia
da La scala di seta - Venezia, Teatro San Moisé, 1812
- Sinfonia
da L'occasione fa il ladro - Venezia, Teatro San Moisé, 1812
- Sinfonia
da La pietra del paragone - Milano, Teatro alla Scala, 1812
- Sinfonia
uell’anno 1812, al quale solo
per il mancato ritrovamento di
documenti precedenti si fa risalire la formazione dell’Accademia Filarmonica di Mercatello, non è certo
uno qualunque, e non lo è nemmeno
per la Musica, legata come tutte le arti
agli avvenimenti storici e alle vicende
umane che le scorrono parallele; in questo caso in gran parte legate a quel Napoleone Bonaparte che al tempo stava
occupando anche la nostra cittadina.
La data è ben impressa nelle menti
degli appassionati di musica attraverso
le note della conosciutissima Ouverture
Q
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1812, che annovera nell’organico del pirotecnico finale, tra campane e colpi di
cannone, perfino ottoni e percussioni di
una banda aggiunta all’orchestra.
Con essa Tchaikovsky celebrava la rovinosa ritirata delle armate napoleoniche dalla Russia. Una vera e propria
svolta nella storia europea che porterà
ad un’ampia coalizione antifrancese e
alla cruenta battaglia delle Nazioni di
Lipsia, da dove l'esercito francese fu costretto a ritirarsi attraverso una Germania
in piena insurrezione, mentre la Spagna
era ormai stata persa ad opera di Sir Arthur Wellesley, duca di Wellington.
J.L. David, Napoleone nel suo studio - 1812
C. Rohling, L’incidente di Teplitz del 1812
Strettamente collegata a tali episodi
è l’organizzazione e programmazione
della celebre serata musicale viennese
in cui fu presentata per la prima volta al
pubblico la Settima Sinfonia di Ludwig
van Beethoven, compositore allora vicinissimo al culmine della fama e che nel
1812 impressionò perfino Goethe: «Non
avevo mai incontrato un artista così fortemente concentrato, così energico,
così interiore [...] Il suo ingegno mi ha stupefatto; ma egli è purtroppo una personalità del tutto sfrenata, che, se non ha
certamente torto nel trovare detestabile
il mondo, non si rende così più gradevole a sé e agli altri», come del resto dimostra anche il suo sdegnoso rifiuto ad
inchinarsi davanti alla famiglia imperiale.
Episodio accaduto proprio nel luglio del
nostro fatidico anno e testimoniato dal
dipinto qui a lato, in cui uno scontroso
Beethoven si allontana mentre Goethe
è impegnato nel doveroso ossequio.
A quel tempo la Settima delle sue sinfonie era stata appena ultimata; distaccandosi nettamente dalle precedenti,
composte senza interruzioni tra il 1801 e
il 1808, e tornando a valorizzare elementi
squisitamente costruttivi; attenuando
progressivamente i violenti contrasti dialettici, come quelli dipanati nel finale
della Quinta Sinfonia (già ascoltata con
gli stessi interpreti della serata in programma nella stagione 2010).
Nell’opera proposta quest’oggi non vi
sono conflitti da risolvere ma un vortice
costante che l’ultimo movimento non
concluderà, bensì porterà al parossismo.
Una sensazione di vitalità estrema, sicurezza, coraggio, determinazione, apertura alla vita, fiducia nel futuro, gioia
strappata con rabbia ai propri fantasmi
interiori, come quelli della sordità, dell'incomunicabilità e della solitudine.
Nel vigore e nella carica trascinante si
susseguono, con improvvise accelerazioni e rasserenati passaggi di tenerezza
infinita, colori e suggestioni dinamiche
capaci di trasportare l’ascoltatore fuori
dal tormento, con masse sonore di vaste
proporzioni ottenute con la sconvolgente capacità di orchestrare un organico ridotto rispetto ai precedenti lavori.
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La prima della Settima venne diretta
dal compositore all'Universitätssaal di
Vienna l’8 dicembre 1813, durante un
concerto benefico a vantaggio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau, combattuta e perduta
nel tentativo di tagliare la ritirata da Lipsia di Napoleone, e organizzato da quel
Johann Nepomuk Mälzel che proprio in
quel periodo stava perfezionando il
primo metronomo.
Del resto Beethoven, che proprio nel
1812 dedicava all’inventore del prezioso
meccanismo il Canone a 4 voci Ta ta ta
ta (WoO 162), fu il primo autore ad aggiungere indicazioni di tempo metronomiche alle sue composizioni, generando
un acceso dibattito, non ancor spento,
sulle sue effettive intenzioni e sull’affidabilità di quei primi strumenti.
Certo è che qualsiasi fosse la frequenza di battuta della bacchetta beethoveniana la serata viennese, che si
avvaleva di un’orchestra formata dai
migliori strumentisti, compositori e solisti
disponibili, fu un vero trionfo, il maggiore
ottenuto in vita dal compositore; al
punto che il celebre Allegretto, una
delle più stupende creazioni di tutta la
musica, dovette essere per il gran entusiasmo ripetuto, come poi puntualmente si verificò in ogni esecuzione per
molti anni a seguire.
Con nostra odierna delusione e comprensione, visto il vibrante stimolo patriottico del tempo, la prima dell’opera
immortale fu però offuscata dall’occasionale marcia militare la Vittoria di Wellington, con la quale il genio di Bonn
volle celebrare i successi degli inglesi
sulle truppe francesi attraverso un pastiche di inni nazionali e di effetti onomatopeici appositamente creati da Mälzel
ad imitazione delle cannonate, sparate
per l’occasione da artisti come Meyerbeer, Hummel e Salieri.
Beethoven ci aveva regalato però
una partitura maestosa, drammatica e
allo stesso tempo luminosa, forse la più
perfetta tra le sue sinfonie per ricchezza,
varietà ed equilibrio dei temi ma soprattutto per il grande impeto ritmico che la
caratterizza e gli conferisce vitalità, ro32
bustezza, nerbo; dove l'energia scatenante è sempre in equilibrio con il dominio formale, spinto qui a miracolosi
vertici di controllo.
Un tripudio luminescente, un’orgia di
ritmo, che i critici contemporanei non
colsero appieno, soffermandosi esclusivamente sull’aspetto estroso, ai limiti
della stravaganza e del lecito, ed etichettandola come una composizione
scritta «in preda ai fumi dell'alcool» da
una mente si sublime, ma malata, ormai
matura per il manicomio.
Solo più tardi Richard Wagner l’etichettò come «l'apoteosi della danza»,
intesa come sublimazione di una essenza ritmica che pervade per intero la
partitura, in un graduale e costante crescendo d'intensità metrica e impeto; accumulando via via energia, dalla lenta
messa in moto all’apoteosi finale. Il tutto
sottolineato, non da smielate danze settecentesche, ma da vorticosi balli di
massa che trascinano sentimenti e passioni risvegliate dalla lotta contro l’oppressione napoleonica.
Il successo immediato della composizione è comunque attestato dalle molteplici trascrizioni pubblicatene nel 1816,
fra cui anche quella per le numerose
bande musicali che stavano nascendo
ovunque in quegli anni.
Sarebbe interessante verificare se la
nostra Accademia Filarmonica di Mercatello, nella sua veste di banda sinfonica abbia mai avuto in repertorio
questo capolavoro, o abbia magari utilizzato per le sue funzioni istituzionali l’Allegretto, accompagnando una delle
tante meste processioni che ancor oggi
attraversano con cadenza regolare le
vie del centro storico.
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Il primo movimento, Poco sostenuto, è
aperto dai quattro possenti accordi orchestrali della poderosa e inusualmente
lunga introduzione lenta, ai quali, sulle
ondate staccate degli archi, oppongono il loro tenero canto i fiati, in un'atmosfera carica di attesa. Su di essa
irrompe una fragorosa espansione sonora interrotta momentaneamente da
una delicata frase bucolica che poi si dirada e rallenta fino ad indugiare su una
sola nota puntata che, nella sua ostinata ripetizione si frantuma nel cambio
di ritmo e diventa il geniale avvio della
sinfonia.
Lo scalpitante Vivace, «il movimento
sinfonico più impetuoso e fantastico
della storia della musica», è aperto dal
flauto che s'invola in un clima gioioso
verso quella continuità di tensioni e distensioni armoniche, di alternanze di volumi sonori, di mutamenti di timbro e
registro, che attraverso una semplice
cellula tematica sottoposta a una stupefacente serie di elaborazioni, cancella i
tradizionali confini fra temi principali e
secondari; del tutto irrilevanti rispetto all'unicità dello slancio vitale.
Il contrasto con il celeberrimo e più intimo Allegretto, inserito al posto del tradizionale Adagio o Andante, è violento e
sostanzialmente dovuto alla sua andatura immateriale, a quel suo librarsi in
una sorta di stratosfera della coscienza,
racchiusa fra i due dolenti accordi di
apertura e chiusura. Su un’inarrestabile
pulsazione ritmica, in un misurato incedere di marcia che lo costringe a muoversi, si sviluppa un tema inizialmente
scarno, basato su una melodia marcata, ripetuta e progressivamente arricchita fino allo splendido fugato, e un
altro dall’andamento dolcissimo, tranquillo e cantabile.
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Il terzo movimento, Presto, è il momento più gioioso, frizzante e danzante
della sinfonia. Dopo i toni cupi e riflessivi
dell’Allegretto, l'accelerazione ritmica riprende con scatto il sopravvento e tutto
si fa leggero, fresco, brioso, con impeti
improvvisi, uniti da movimenti veloci e
virtuosistici frutto di un uso massiccio
della ripetizione che può interessare incisi o singoli frammenti, così come diramarsi alle strutture portanti e influenzare
la grande forma.
Nel ritornello centrale compare anche
una distesa melodia, Assai meno presto,
morbida e leggiadra che a quanto sembra riprende un canto popolare dei pellegrini austriaci. Questa non va però ad
interrompere la continuità ritmica, per
merito della nota del Presto tenuta costantemente dai violini in sottofondo e
che riduce il Trio ad un suo indugio o parentesi, senza sfociare in un più classico
contrasto.
Il movimento finale, Allegro con brio,
sullo spunto di una melodia popolare irlandese, riassume e porta a conclusione
con una straordinaria vitalità ritmica tutti
gli aspetti trascinanti colti dalla definizione wagneriana.
In esso gli impulsi dei precedenti tempi
arrivano al loro violento dispiegamento
in un'esaltazione dionisiaca, un vero e
proprio baccanale in cui è unico il senso
di sfrenata libertà e potenza.
Una festa subito presentata con una
variopinta e trascinante girandola sonora, con una scoppiettante fanfara
che ingoia voracemente i temi secondari durante il suo sviluppo ascendente
ricco di spunti e in cui riappaiono esaltate idee ritmiche ed armoniche già
udite e che confluiscono nel luminoso
vortice conclusivo che ci conduce all’intervallo, prima del cambio di clima.
Pesaro, Teatro G. Rossini
Sempre nel 1812, contemporaneamente al consolidamento della fama
del compositore di Bonn, sbocciava più
a sud un altro genio musicale, destinato
in pochi anni a sedurre con la sua spaventosa produttività ed inventiva, i suoi
inarrestabili lampi, sogni e giochi, il pubblico italiano, viennese ed europeo:
Gioachino Rossini.
Egli, uno dei maggiori vanti della nostra bella Provincia, era nato a Pesaro,
da madre di Urbino, solo 20 anni prima,
l’ultimo di febbraio di un anno bisestile
come l’attuale e come quel 1812 che lo
rese celebre dall’oggi al domani e lo
elevò al grado di uno di quei preziosi
maestri in grado di riempire i teatri solo
per il loro nome: «un titano di potenza e
di audacia, il Napoleone di un’epoca»
come lo definì Mazzini, «il musicista più significativo del suo tempo» come ebbe
a dire lo stesso Beethoven.
La stima reciproca fra i due grandi
protagonisti della nostra serata musicale
è del resto testimoniata anche dalle parole di Rossini - fin da piccolo soprannominato il Tedeschino per il suo amore
verso le musiche di Mozart e Haydn che dopo aver ascoltato la sinfonia
Eroica affermò: «si può anche diventare
sordi, come colui che l’ha scritta; non
c’è nulla di più da sentire!», così come
dal celebre incontro fra i due, dieci anni
dopo, nel 1822, in cui l’ormai vecchio e
sordo maestro, complimentandosi per il
lavoro del più giovane collega così lo
esortava, senza malizia: «Non cercate di
far altro che opere buffe. Voler riuscire
in un altro genere sarebbe far forza alla
vostra natura».
In effetti la produzione drammatica
del pesarese, sminuita dai crescenti
ideali romantici e realistici, fu in gran
parte e per lungo tempo complessivamente incompresa, al contrario di
quella buffa che l’aveva reso famoso
con le sue farse che, seppur concepite
freneticamente in un’ottica di consumo
immediato, andarono a costituire il nucleo fondante di un voluminoso repertorio in gran parte riscoperto per merito
dell’encomiabile lavoro della Fondazione Rossini e del Rossini Opera Festival.
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36
Ricche di humour e di nonsense, queste prime composizioni teatrali andate in
scena nel 1812, dopo le due esperienze
operistiche del biennio precedente,
sono infatti gioielli di prodigiosa leggerezza ed energia, artefici di un avvio di
carriera sfolgorante e vertiginoso, anche
per merito del fortunato incontro, avvenuto l’anno precedente, con una delle
prime donne più apprezzate del periodo, il contralto Marietta Marcolini.
Comprendendone le doti e divenutane amante, essa lo impose come
compositore con evidente profitto di entrambi, destinati ad essere consacrati
con la messa in scena de La pietra del
paragone e, poi, de L’italiana in Algeri.
La mirabolante annata vide la nascita
di ben cinque nuovi titoli in cui Rossini affinò il suo personalissimo stile, fatto di un
brillante canto fiorito, nonché di una vivacità teatrale e orchestrale capace di
sottolineare perfettamente ogni situazione scenica, e già presente nelle fantasiose sinfonie d'apertura e nei loro
trascinanti crescendo, divenuti ben presto la firma e la caratteristica più nota
del pesarese.
Nonostante l’immediato successo il
numero delle rappresentazioni delle
opere del 1812 sarà comunque destinato a scemare ben presto. Le brillanti
messe in scena vennero infatti eclissate
e scalzate dalle più celebri opere buffe
scaturite di lì a poco dalla mente del
compositore. Queste manterranno però
in seno i germi della strepitosa inventiva
giovanile, sopravvissuta e valorizzata attraverso i frequentissimi autoimprestiti.
La prassi di riutilizzare, ritagliare, incollare, riciclare e modificare materiale già
utilizzato in composizioni precedenti è
frequentissima in Rossini, capace di inserimenti e adattamenti sempre puntuali e
azzeccatissimi, e presente fin dai suoi lavori giovanili, come testimonia già il nostro primo ascolto.
La sinfonia de L'inganno felice - opera
semiseria presentata l’8 gennaio 1812 al
Teatro San Moisè di Venezia, palcoscenico in cui Rossini aveva debuttato due
anni prima con La Cambiale di matrimonio, e con la quale il pesarese ottiene il
suo primo grande successo - è infatti la
riproposizione di una Sinfonia scritta nel
1808 quando era ancora studente del
Liceo Musicale di Bologna e che verrà
nuovamente usata anche per il
dramma Ciro in Babilonia, messa in
scena due mesi dopo, il 14 marzo, al
Teatro Comunale di Ferrara.
Visto il successo ottenuto da L’inganno felice, l’esperto impresario del
San Moisè, teatro destinato a scomparire nel 1818, si affrettò a garantirsi la collaborazione dell’astro emergenze per
altre 3 imminenti opere da mettere in
scena entro l’anno: ultima delle quali fu
Il Signor Bruschino, rappresentata nel
gennaio 1813 ed in questi giorni in scena
al ROF con protagonista, come nella nostra serata, l’Orchestra Sinfonica Rossini.
Così, il 9 maggio 1812, i veneziani poterono godersi la farsa comica La scala
di seta, con librettista lo stesso Giuseppe
Maria Foppa che aveva scritto i testi per
L’inganno felice e che scriverà quelli de
Il Signor Bruschino.
37
Come le altre operine anche La scala
di seta cadde però presto nell’oblio, ad
eccezione della sua ouverture, entrata
fin da subito a diritto nel repertorio sinfonico. Essa è infatti un gioiello dall’inizio
bizzarro, con quella rapida cascata di
note disegnata dagli archi. Il dialogo fra
corno ed oboe porta poi all’allegro con
un virtuosistico passo di quest’ultimo e al
più dolce e cantabile tema secondario
che sfoga nel fatidico crescendo, prima
di ripetersi e terminare in fortissimo nella
coda. Il dinamismo e lo scatto ritmico
sono accompagnati da una straordinaria freschezza melodica che immette
nella gioiosa vitalità e vorticosa rapidità
della farsa.
Completamente differente nel clima
è l’apertura musicale, non una vera sinfonia, dell’opera scritta per il San Moisè
e andata in scena il 24 novembre del
1812: L’occasione fa il ladro.
La deliziosa introduzione orchestrale,
che dopo un breve preludio accompagna i tuoni e i lampi che avviano la vicenda teatrale, è basata sul temporale
già utilizzato ne La Pietra del paragone
e successivamente ripreso per la ben più
celebre scena de Il Barbiere di Siviglia.
Altra dimostrazione di quanta buona
musica fosse già nella testa del giovane
Rossini, che il 26 settembre aveva debut-
tato con grande successo alla Scala di
Milano proprio con il melodramma gioioso La Pietra del Paragone.
Questa riprendeva numeri da precedenti lavori e ne proponeva altri del
tutto nuovi; una vera miniera di idee da
riutilizzare nella sua gloriosa carriera e al
contempo causa principale del precipitoso oblio dell’opera milanese.
Esempio ne è la stessa Sinfonia, che
visto lo svincolo dall’opera, i tempi ristretti e le distanze allora improponibili
per i melomani, venne trasferita nel 1813
di sana pianta come inizio del primo importante successo del genere serio rossiniano: il Tancredi per il teatro La Fenice
di Venezia, al quale è da allora legata.
Il brano si apre con un’introduzione
cauta, quasi titubante, che immette nell’allegro dall’esplicito carattere buffo e
gioioso, con inflessioni tipiche delle migliori ouvertures rossiniane.
Il successo dell’opera milanese fu
tanto clamoroso - ben 53 repliche, vicinissime alle 57 del record assoluto ottenuto poi dal Nabucco verdiano - che il
comandante francese del presidio di
Milano esentò Rossini degli obblighi del
servizio militare: vantaggio certamente
non trascurabile, specie in quel 1812 così
fortemente segnato dalla disfatta napoleonica in Russia.
Mappa di Mercatello subito dopo la cacciata dei Francesi (1814)
domenica 19 agosto
ore 21,15 chiesa di San Francesco
ROSSINI, ROSSINI E ANCORA ROSSINI: comunque la
suoni e la canti, una musica che non invecchia mai.
Paola Antonucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . soprano
Quartetto d’archi dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini
Henry Domenico Durante . . . . . . . . . . . . . . . . . . I violino
Francesco Pellegrini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . II violino
Noris Borgogelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . viola
Francesco Alessandro De Felice . . . . . . violoncello
Niccolò Paganini (1782-1840)
- Cantabile in re maggiore
Gioachino Rossini (1792-1868)
da Otello - Napoli, Teatro dal Fondo, 1816
- Assisa a pie d'un salice, aria di Desdemona
da Il barbiere di Siviglia - Roma, Teatro Argentina, 1816
- Sinfonia
- Una voce poco fa, cavatina di Rosina
da L'italiana in Algeri - Venezia, Teatro San Benedetto, 1813
- Sinfonia
da Semiramide - Venezia, Teatro la Fenice, 1823
- Bel raggio lusinghier, cavatina di Semiramide
da Guglielmo Tell - Parigi, Théâtre de l'Académie Royale de Musique, 1829
- Sinfonia
da Les soirées musicales, 1830-35
- La danza (tarantella)
roseguendo sul solco tracciato
dal concerto precedente, per
salutare tutti quelli che ci hanno
seguito e sostenuto anche in quest’ultima edizione, abbiamo pensato di dedicare la serata conclusiva al “nostro”
Gioachino Rossini.
Del resto la sua presenza è ormai così
abituale da farcelo sentire vicino, quasi
un compagno di avventura; fors’anche
per quella sua data di nascita (29 febbraio) che, come amava scherzare, gli
consentiva di invecchiare più lentamente; un anno ogni quattro.
P
40
Dunque Buon cinquantacinquesimo
compleanno Rossini; a te che sembri
ancor più giovane, fresco e attuale nelle
note che hai saputo regalarci. Tanti auguri e un altro modesto omaggio, dopo
quello della nascente Gioachino Orchestra; piccolo ma significativo segno per
chi tanto ha dato per l’insegnamento
della musica nella nostra terra.
Un programma serrato, una carrellata
di melodie memorabili e conosciutissime, divenute patrimonio di tutti e arrangiate per quartetto d’archi dal M.
Henry Domenico Durante.
Il brano introduttivo è riservato ad un
sincero amico del pesarese, quel Niccolò Paganini, così famoso per il virtuosismo nel suono del suo violino ma non
altrettanto per le sue doti di compositore. Tra i suoi lavori si è scelto il Cantabile in re maggiore, prezioso modello di
suggestivo e malinconico mèlos, tutto
pervaso da elegante intimismo e sinuosità liriche che, pur nella vicinanza ai
modelli rossiniani, ben rappresentano
l'aspetto più squisitamente romantico
del bizzarro animo paganiniano.
La produzione di Rossini è in gran
parte riservata al teatro lirico e pertanto
non poteva mancare nella nostra serata
attenzione per una delle voci più amate
nel genere, quel “soprano” che ne è
forse una delle caratteristiche distintive
più evidenti, anche grazie alle molte
prime donne succedutesi nel tempo.
Certamente fra le romanze più celebri e
struggenti dedicategli è La canzone del
salice (Assisa a piè d’un salice), cantata
da Desdemona nel momento di stasi e
di attesa che precede la sua uccisione
da parte del gelosissimo Otello.
Tutt’altro clima si respira invece ne Il
Barbiere di Siviglia, opera che al contrario della precedente, a lungo offuscata
dal successivo capolavoro verdiano,
segna l’apice più popolare dell’arte rossiniana, capace di spazzare via tutto
quanto si era fatto nell’opera buffa. La
geniale Sinfonia sembra mettere immediatamente in luce gli indimenticabili
personaggi creati da Beaumarchais,
anche se in realtà, per la nota e magistrale pratica dell’autoimprestito, era già
stata utilizzata per ben due volte in altrettante opere serie.
Simile è il caso della celebre cavatina
di Rosina - Una voce poco fa - dove il
carattere della giovane innamorata di
Lindoro è delineato alla perfezione dall’iniziale cantabile, non privo di tenerezza e determinazione, e ancor meglio
dalla successiva cabaletta, la cui melodia principale aveva già dato voce,
con la stessa sorprendente pertinenza,
ai propositi bellicosi di Arsace nell’Aureliano in Palmira come ai palpiti d’amore
di Elisabetta regina d’Inghilterra.
Altra Sinfonia ricca di altrettanta inventiva è quella de L’italiana in Algeri,
scintillante e giocosa premessa a quella
“follia organizzata” che Stendhal riconobbe nel lavoro definito come “la perfezione del genere buffo”.
Apice del genere serio rossiniano in
Italia può invece essere considerata la
splendida Semiramide, che conclude
trionfalmente la carriera del pesarese
nella nostra penisola. La cavatina della
protagonista, Bel raggio lusinghier, tra le
più virtuosistiche, espressive e impegnative per una cantante, è un magnifico
esempio della perfezione formale e stilistica raggiunta in quest’opera.
Se pur rallentata la produzione lirica di
Rossini continuò anche in Francia, fino al
vertice massimo del Guillaume Tell, di
cui la Sinfonia rappresenta il momento
universalmente riconosciuto.
Oltralpe il celebre Gioachino preferì
godersi gli sforzi dei suoi frenetici anni
giovanili, regalandoci sempre più sporadiche perle, come la trascinante Tarantella con cui vi diamo appuntamento
alla prossima stagione musicale.
41
gli artisti
Paola Antonucci
Soprano con al suo attivo 22 anni di
brillante carriera che l’hanno vista interprete di importanti produzioni in prestigiosi teatri e sale da concerto: in Italia tra gli altri il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna e quello di Firenze, il
Rossini Opera Festival di Pesaro, lo Sferisterio di Macerata, il Regio di Torino, il
Verdi di Trieste - e all’estero - New National Theatre di Tokyo, Bayerische Staatsoper di Monaco, Opera di Seul, Helsinky,
Stuttgart, Berlino, Madrid, ecc.
In questi luoghi si è esibita nei ruoli mozartiani di Susanna, Despina, Zerlina e Tamiri; rossiniani di Rosina, Desdemona,
Berenice, Sofia e Teti; donizettiani di Norina, Adina, Adelia.
P. Antonucci
Da non dimenticare le interpretazioni
della mitica pucciniana Musetta (piu’ di
20 allestimenti in tutto il mondo) e i ruoli
di Nedda (San Diego – agosto 2003) e
Traviata - tournèe in Giappone e in diverse città italiane ed estere.
Interessante anche la sua attività discografica di cui si evidenziano: Le
nozze di Figaro (Susanna), diretto da Gustav Kuhn per ARTENOVA; Don Pasquale
(Norina), per la BMG; Il mondo della
Luna di Haydn (Flaminia), diretto da Salvatore Accardo per FONÉ; Il mondo
della Luna di Galuppi e Paisiello, per la
BONGIOVANNI; La serva padrona e lo
Stabat Mater di Pergolesi, per ARTENOVA; Die Fledermaus di J. Strass
(Adele), registrazione dal vivo diretta da
Gustav Kuhn per ARTENOVA.
Banda Musicale Mercatello
Banda Musicale Mercatello
I primi documenti in cui viene nominata l’Accademia Filarmonica di Mercatello risalgono al 16 aprile 1812 e dagli
stessi si può ben interpretare che questa
esistesse già da tempo.
Il corpo bandistico, dopo due secoli,
è ancora attivo e vivace.
È formato da circa 30 componenti di
tutte le generazioni, con un’età media
vicina ai 25 anni. I musicisti sono stati formati grazie ai “Corsi Musicali” organizzati
dal Comune in collaborazione con la
Provincia, la Regione Marche e l’AMBIMA; conseguentemente ed orgogliosamente la composizione vede soli
musicisti “nostrani” che partecipano alla
banda musicale per pura e semplice
passione.
Nel paese non c’è festa, processione
o manifestazione religiosa che non sia
accompagnata dalle note della
banda. L’attività musicale si svolge
nell’ambito della provincia e di quelle vicine, partecipando inoltre ad importanti
eventi musicali (Tromba d’oro, Bandeinsieme, Gemellaggi, ecc.).
Ha all’attivo varie registrazioni ed è
stata protagonista della sigla della trasmissione televisiva RAI “Giorno di festa”.
Il Maestro Alfredo Pagliardini, anch’esso di Mercatello sul Metauro, dirige
la banda musicale da oltre vent’anni.
Banda Musicale Montefelcino
Fu fondata a Montemontanaro di
Montefelcino per lodevole iniziativa del
parroco don Giuseppe Rossi e della signorina Giuseppina Bartoli, insegnante
elementare.
In questa località suonò per la prima
volta in occasione della festa patronale,
il 24 gennaio del 1914.
Agli inizi degli anni venti passò alla parrocchia di Montefelcino per volere di
don Giuseppe Brocanelli e, ancor prima
della seconda guerra mondiale, acquistò la tanto desiderata autonomia, divenendo "Banda Musicale Cittadina".
Illustri Maestri la diressero, fra i quali Iacomacci Astro (primo direttore fino agli
anni '30) e Leo Liverani (che rimase per
più di vent'anni).
Dal 1953, per merito del direttore Vincenzo Abruzzese e del presidente Sandrino Santi, arricchì il suo repertorio
conquistando l'affetto e la simpatia di
tutta la cittadinanza.
Successe poi alla direzione dell'organico il Maresciallo Cav. Michele Ieluzzi e
quindi Gianfranco Moscardi di Cagli.
Nel frattempo la Banda veniva incrementata da giovani diplomati al Conservatorio Rossini di Pesaro, apportando
così entusiasmo e qualità all’organico
attualmente sapientemente guidato
dal Maestro Sauro Piersanti.
45
Giulia Benelli
Dopo il diploma in Violino conseguito
sotto la guida di Ida Coppola, ha collaborato per alcuni anni con l’Orchestra
Sinfonica Abruzzese dell’Aquila.
In seguito si è dedicata alla storia e
pratica del Violino barocco con l’insigne
violinista e musicologo Luigi Rovighi, svolgendo attività concertistica in formazioni cameristiche in Italia e in Europa,
occupandosi particolarmente del repertorio del XVII e XVIII secolo.
Ha parallelamente conseguito la Laurea Magistrale con lode in Lingue e Letterature straniere presso l’Università di
Urbino, sotto la guida di Giovanni Bogliolo. Ha poi studiato Etnomusicologia,
Sociologia della musica, Estetica e Metodologia della critica della musica
presso il DAMS di Bologna.
Dal 1978 è docente di Violino, prima
al Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo
e, dal 1983, al Conservatorio G. Rossini di
Pesaro dove ha tenuto anche i corsi di
Storia e tecnologia degli strumenti ad
arco, Pedagogia dell’apprendimento
musicale e didattica del Violino, Pedagogia dell’apprendimento strumentale,
Lingua francese applicata al canto. Alcuni dei suoi allievi sono attualmente
prime parti o componenti di prestigiose
orchestre e ensemble da camera.
All’interno del Conservatorio di Pesaro, ha dato vita alla “Orchestra Junior”, formazione di giovanissimi musicisti
per la quale ha ideato e portato a compimento numerose produzioni.
Da svariati anni si occupa di divulgazione della musica e di produzione musicale ed ha elaborato progetti promossi
dal Comune di Pesaro (Kindeross - avvicinamento al teatro rossiniano per giovanissimi in collaborazione con il R.O.F.
e la Fondazione Rossini; L’Arte incontra
la Musica - concerti e conversazioni
sull’arte; I colori della musica - guardare
la musica e ascoltare le immagini). Tiene
corsi di ascolto musicale presso l’Università dell’Età Libera della sua città.
Ha fondato i corsi “Vacanze musicali
a Urbino” di cui cura la direzione artistica
insieme a Giovanni Valentini.
46
G. Benelli
Coro Filarmonico Rossini
Fondato a Pesaro dall’attuale direttore, Roberto Renili, nel 1996 è composto
da circa 60 coristi.
Il suo repertorio è costituito da produzioni con orchestra quali: opere sinfonico-corali (Stabat Mater di Rossini,
Nona Sinfonia e Fantasia Corale di Beethoven, Carmina Burana di Orff); messe
e oratori per soli coro e orchestra (Petite
Messe Solennelle di Rossini, Requiem,
Messa dell’Incoronazione e Messa in do
min. di Mozart, Requiem di Verdi, Requiem di Fauré, Messa di Gloria di Puccini, Messa di Gloria di Mascagni, Te
Deum di Charpentier, Gloria di Vivaldi,
Transitus Animae e L’entrata di Cristo a
Gerusalemme di Perosi, Magnificat di
Bach): opere liriche (L’Elisir d’amore,
Sonnambula, Traviata, Cavalleria Rusticana, Lucia di Lammermoor). Inoltre il
coro affronta e propone con continuità
pagine musicali di autori contemporanei (Ramirez, Bacalov, Bellucci, ecc.)
Tali opere sono state eseguite in numerosissime sedi, sotto la guida di illustri
direttori d’orchestra (Penderecki, Gutter,
Lucantoni, Samale, Saura, Sciutto) e in
collaborazione con importanti orchestre
(Filarmonica di Dublino, Filarmonica
Ucraina, Lithuanian Philharmonic, Filarmonica Nazionale Moldava, Verdi di Milano, Sinfonica della Provincia di Bari, Pro
Arte Marche, Filarmonica Marchigiana,
Sinfonica delle Marche, Sinfonica di Pesaro, B. Marcello di Teramo).
É stato invitato a partecipare a festival, rassegne e stagioni musicali organizzate da alcuni tra i più importanti Enti
Lirici italiani e stranieri, tenendo concerti
a: Parigi, Grenoble, Losanna, Liegi, all’Arena di Nimes, all’Auditorium Verdi di
Torino, al Teatro Verdi di Milano, al Regio
di Parma, al Comunale di Ravenna, al
Piccinni di Bari, al Duni di Matera, al Ventidio Basso di Ascoli, al Rossini di Pesaro,
al Gentile di Fabriano, al Conservatorio
di Bolzano, oltre che in sale da concerto
di Roma, Udine, Padova, Bologna, Avezzano, Rimini, Frosinone, Pescara, Brunico,
Bressanone, Imola, Busseto, Terni, Andria,
Foligno, Ancona, Macerata e Fermo.
Il Coro Filarmonico Rossini Pesaro organizza ogni anno, a luglio l’Estate Musicale Pesarese e a dicembre I Concerti
del Filarmonico: manifestazioni promosse in collaborazione con le istituzioni
locali, a cui prendono parte musicisti e
cantanti di fama nazionale.
Coro Filarmonico Rossini
47
Coro Polifonico Icense
Coro Polifonico Icense
Costituito nel 1980 da don A. Lucciarini, dopo una lunga interruzione ha ripreso la sua attività nel 2004, per volontà
di alcuni suoi componenti e dell’attuale
presidente, don F. Bricca, che ne ha saputo mettere a frutto l’entusiasmo.
La corale, composta da circa 35 elementi e diretta da Guerrino Parri, ha
avuto l'onore, anche grazie alla collaborazione con l'organista Lorenzo Antinori,
di esibirsi in importanti chiese, tra le quali:
la Basilica di San Pietro in Vaticano, la
Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi, la Basilica della Santa Casa di Loreto,
la Basilica Cattedrale di Urbino, il Duomo
di Orvieto, la Basilica di Sant’Apollinare
in Classe di Ravenna, la Basilica di San
Petronio in Bologna.
Lo studio di un repertorio che, oltre a
quello sacro, spazia tra generi musicali
di epoche diverse, ha consentito inoltre
48
al coro di organizzare la rassegna Mille
voci uno strumento, dove si è potuto esibire assieme a gruppi vocali di grande
valore e prestigio.
Ha poi con successo partecipato al
festival regionale I colori della Musica,
alla Rassegna Corale Autunnale di Pergola, alla Rassegna Nazionale Cantar la
Voce di Urbania, alla Rassegna Canti di
Natale di Serra San Quirico e al festival I
Suoni e la Parola di Fano.
Da ricordare, tra le altre, le esibizioni
all’interno di Musica&Musica - con l’Orchestra da Camera delle Marche diretta da A. Cavuoto (2006) e l’Orchestra
Sinfonica G. Rossini diretta da D. Agiman
(2008) e da L. Marcelletti (2009, 2010,
2011) - nonchè i concerti tenuti, sempre
con l’Orchestra G. Rossini negli splendidi
scenari della Corte Malatestiana di Fano
(2010) e nel sagrato della Basilica della
Santa Casa di Loreto (2011).
Le piccole voci durantine
Il coro di voci bianche nasce ufficialmente nell’Ottobre del 2009, in seno al
Coro Polifonico Durantino di Urbania, ad
opera della sua attuale direttrice Rosalba Rombaldoni, attingendo da un
nucleo già esistente formato da bambine della scuola primaria e secondaria.
Le voci facenti parte del gruppo ricevono una formazione musicale che oltre
al cantare in coro include educazione
all’ascolto, lettura, teoria, pratica strumentale e tecnica vocale.
Il repertorio comprende prevalentemente brani di polifonia profana, popolare e contemporanea.
Il coro ha esordito con ottimi apprezzamenti nell’ambito di eventi letterari ad
Urbania, nel Dicembre 2009, e da allora
si è esibito in concerto in varie località
(Urbania, Fermignano, Cagli, Macerata
Feltria, Sassocorvaro, Urbino, Senigallia,
Riccione, Camerino, Belvedere Fogliense, ecc.), ricevendo sempre consensi e valutazioni molto positive.
É stato protagonista con i musicisti dell’Ujazzquartet dello spettacolo “Oh che
bel castello … a spasso tra luci ed
ombre dell’infanzia”, a favore della
Lega del Filo d’oro di Osimo, e dal 2010
prende parte alla rassegna regionale
dell’Arcom (Associazione Regionale
Cori Marchigiani).
Promuove la diffusione della musica
corale infantile con la Rassegna Nazionale per Cori di voci bianche “Voci d’infanzia”, la cui prima edizione si è tenuta
nell’Aprile 2012 ad Urbania.
Le piccole voci durantine
49
Lanfranco Marcelletti
Considerato gran surpresa dalla critica spagnola, direttore d’orchestra e
pianista, è uno degli artisti brasiliani più
conosciuti a livello internazionale, acclamato per le sue coinvolgenti esecuzioni
nel repertorio orchestrale e operistico.
Ha diretto molte orchestre tra cui: Orchestra Sinfonica del Brasile, Orchestra
del Teatro Nazionale di Brasilia, Orchestra Sinfonica del Cile, Orchestra del
Teatro Comunale di Bologna, Orchestra
Sinfonica di Galicia, Haydn Chamber
Orchestra di Londra e Orchestra del Festival Eleazar de Carvalho.
Il successo ottenuto al Glimmerglass
Opera Festival nel 2000, dove ha iniziato
la sua carriera operistica, lo ha portato a
lavorare per altri importanti teatri europei e americani; tra questi il Teatro Real
di Madrid, il Teatro Calderón di Valladolid, la Commonwealth Opera in Massachusetts e la Vlaamse Opera di Anversa,
dove sarà impegnato nel febbraio 2013
per il Nabucco verdiano.
Ha assistito il grande compositore A.
Coppola, nella prima dell’opera Sacco
e Vanzetti ed ha ideato, in collaborazione con l’attrice C. Bermejo, lo spettacolo per bambini www.mozart.deus.
Ha iniziato gli studi musicali in Brasile,
al Conservatorio Pernambucano di Recife, la sua città natale, dove si è diplomato in pianoforte. Si è quindi trasferito
in Europa, perfezionandosi nel suo strumento alla Musik Akademie di Zurigo e
alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Vienna, dove ha studiato
anche composizione.
Infine ha ultimato gli studi di direzione
alla Yale University, negli Stati Uniti
d’America, dove ha ricoperto fino allo
scorso anno il ruolo di professore di direzione d’orchestra e direttore della University Orchestra di Amherst.
Numerosi sono i premi e riconoscimenti ottenuti in tutto il Mondo sia come
direttore d’orchestra che come pianista.
Tra gli altri una menzione speciale rilasciata dall’Assemblea del suo Stato natale per l’attività di promotore della
musica classica da lui svolta, riconosciu50
tagli anche con la recente nomina
(2010) a direttore principale della Orquestra Criança Cidadã, progetto sociale avviato sulla scia del successo
venezuelano di El Sistema e destinato ai
più sfortunati fra i bambini brasiliani.
È inoltre direttore principale della Cayuga Chamber Orchestra (U.S.A.) e, da
quest’anno, anche dell’Orchestra Sinfonica di Xalapa (Messico).
Invitato nel 2004 a Pesaro per dirigere
Il Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival, vi ha diretto anche la farsa Arrighetto di C. Coccia, e vi è ancor oggi
impegnato nel ruolo di assistente del
maestro e musicologo Alberto Zedda
nella direzione della prestigiosa Accademia Rossiniana.
L. Marcelletti
Orch. strumenti a fiato - Urbino
La Cappella Musicale del SS. Sacramento in Urbino, fondata alla fine del
sec. XV, ebbe già dal 1507, ad opera
del Duca Guidubaldo I da Montefeltro,
propri statuti, patrimonio e privilegi.
Nel 1865, il Consiglio di Reggenza, con
nuove norme, favorì la creazione di una
scuola, l'Istituto Musicale, nella cui sede
ancora oggi funziona con grande efficacia la Scuola di Musica e tutte quelle
attività strettamente collegate ad essa.
Al 1798 risale la fondazione del Concerto Cittadino, che in anni recenti ha
cambiato la sua denominazione in "Orchestra di strumenti a fiato", diretta dal
1994 dal Maestro Michele Mangani.
Nel gruppo strumentale attuale si è
voluto da un lato rinnovare la tradizione,
proponendo un complesso con caratteristiche differenziate rispetto alle Bande
tradizionali (pur rappresentandone la
spontanea e naturale evoluzione), dall'altro creare una "nuova sensibilità musicale", con l'abbandono di ogni possibile
riferimento o connotazione "militare", per
evidenziare con maggior forza l'aspetto
sinfonico e concertante in una concezione tipicamente "orchestrale".
L'Orchestra, composta da una quarantina di elementi - amatori e diplomati
- si è esibita in varie località italiane riscuotendo costantemente unanimi consensi per la varietà del repertorio e per
la qualità delle esecuzioni.
Orchestra Sinfonica G. Rossini
Orchestra Sinfonica G. Rossini
É l'orchestra della Provincia di Pesaro
e Urbino ed è riconosciuta dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali dal 2005.
Nata nella città di Rossini, l’orchestra,
la cui direzione principale è affidata a D.
Agiman, è specializzata nell'esecuzione
del periodo classico; ma con l’affidamento della direzione artistica per l'innovazione a R. Molinelli, la formazione ha
sviluppato anche un settore dedicato
alla commistione tra i generi e alla musica contemporanea.
Di prestigio la presenza costante nel
cartellone del Rossini Opera Festival.
L'attività, in continuo sviluppo, conta di
circa 90 esecuzioni l'anno, in Italia e all’estero. In particolare la formazione è divenuta orchestra di riferimento per le
produzioni concertistiche nelle città di
Pesaro (Teatro Rossini e Rocca Costanza), di Fano (Teatro della Fortuna e
Corte Malatestiana), di Urbino (Teatro
Raffaello Sanzio), di Cagli (Teatro Comunale), di Mercatello sul Metauro (stagione concertistica Musica&Musica) e
di numerosi altri teatri storici della Provincia di Pesaro e Urbino. Negli ultimi anni si
52
è esibita con successo in Corea del Sud,
Malta, Turchia ed Austria.
Di grande soddisfazione la collaborazione con artisti come: Dimitra Theodossiou, Nicola Alaimo, Andrea Battistoni,
Simonide Braconi, Roberto Cappello, Enrico Dindo, Mario Marzi, Denia Mazzola
Gavazzeni, Massimo Quarta, Corrado
Rovaris e Alberto Zedda.
Dal 2008 è parte fondamentale di Musica&Musica, dove è stata diretta dai
maestri Daniele Agiman, Louis Salemno,
James Caraher e Lanfranco Marcelletti.
Nell’agosto 2012 sarà fra le orchestre
principali del Rossini Opera Festival,
dove eseguirà le opere Il signor Bruschino e Il viaggio a Reims, oltre che accompagnare il soprano Mariella Devia
nel suo atteso recital.
Quartetto d’archi dell’O.S.R.
È formato dalle prime parti dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini (O.S.R.), che
dopo anni di attività all’interno dell’orchestra hanno sentito l’esigenza di sviluppare, seguendo l’esempio delle più
grandi orchestre italiane e internazionali,
un discorso musicale cameristico.
Guerrino Parri
Perikli Pite
P. Pete
Formatosi al Conservatorio Rossini di
Pesaro con F. Mondelci, con cui studia
sassofono, si dedica poi a comporre e
realizzare “musica per immagine” per
vari ambiti artistici e televisivi (Telemontecarlo e RAI), e collaborare con il compositore Lanfranco Perini.
Fra le esperienze svolte si segnalano:
la preparazione e direzione del Piccolo
Coro Pop, con cui inciderà La vera storia
di Babbo Natale (L. Perini - E. Iacchetti);
la realizzazione di Culla Sonora (a cura
di M. Spaccazocchi), per la Sony Music.
Particolarmente attivo nella promozione della musica, nel 1998 ha fondato
Arte in Musica, progetto musicale volto
a far scoprire la musica ai più giovani, e
nel 2010 dato vita ad Aria Italiana, organizzazione per la creazione e gestione di
eventi musicali e culturali.
Dal 2004 dirige con crescente successo il Coro Polifonico Icense e dal 2006
è direttore artistico, assieme a Gabriele
Muccioli, della stagione concertistica
Musica&Musica, creata per la valorizzazione del Museo di San Francesco per
conto della Pro-Loco Mercatellese, di
cui è attualmente Presidente.
Inizia lo studio del violoncello nel Liceo
Artistico di Tirana; dove segue anche
corsi Composizione. In seguito vince il
concorso di violoncello presso l’Accademia di Belle Arti di Tirana e si diploma,
con Claudio Casadei, al Conservatorio
G. Rossini di Pesaro con il massimo dei
voti e lode. Stessa valutazione ottiene
anche per la viola da gamba, strumento per il quale si è diplomato al
Conservatorio Arrigo Boito di Parma con
la guida di Roberto Gini.
Ha ottenuto borse di studio dalle Fondazioni G. Rossini e Cecilia Ugolini Paci
di Pesaro, oltre che dalla Fondazione
Giorgio Cini di Venezia.
Tra le collaborazioni di rilievo quelle
con gli ensemble Europa Galante (diretto da Fabio Biondi), Concerto, Terre
d’Otranto, La Calandria e Armonie delle
Sfere, oltre che con gli artisti Jeanne Loriod, Luca Scandali, Alessandro Ciccolini, Gloria Banditelli e Valentina Cortese.
Si è esibito in importanti palcoscenici
quali: il Teatro Stavovské di Praga, il Konzerthaus di Vienna, l’Auditorium Pedrotti
di Pesaro, la Reggia di Racconigi a Torino, il Concertgebouw di Amsterdam, il
Gran Auditorium Gulbenkian di Lisbona,
il Barbican Centre di Londra, la Philharmonic Concert Hall di Varsavia, il Palazzo Ludovico il Moro di Ferrara, il Teatro
delle Muse di Ancona, l’Auditorio Nacional de Musica di Madrid, le Università di
Perugia ed Urbino, oltre che a Lucerna
e in numerosi festival, fra cui quello di
Budva (Montenegro), Magie Barocche
di Catania, Sagra Malatestiana di Rimini,
Adriatico Mediterraneo di Ancona.
Con il pianista e compositore Paolo
Marzocchi ha una lunga attività nel
campo cinematografico per la partecipazione a film di registi quali Michal Kosakowski, Roland May e Silvana Zancolò.
Ha al suo attivo registrazioni per Clavis,
Brillant e Bongiovanni.
È docente all’Accademia Marchigiana di Musica Antica - a Urbino, dove
insegna violoncello e viola da gamba.
Si dedica allo studio ed alla ricostruzione di archi barocchi e classici.
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Silvia Rambaldi
È docente di clavicembalo, clavicordo e pratica del basso continuo al
Conservatorio G.B. Martini di Bologna,
dove, dopo il diploma di pianoforte, si è
dedicata allo studio del clavicembalo
con Annaberta Conti, ottenendo all’esame finale il massimo dei voti e la
lode. Si è quindi perfezionata nella prassi
della realizzazione del basso continuo
con Jesper Christensen.
Ha tenuto corsi di perfezionamento e
seminari presso l’Università degli Studi di
Ferrara, i Conservatori di Pesaro, di Benevento, di Campobasso e di Ferrara,
oltre che per Enti e Associazioni.
Svolge attività concertistica come solista e con varie formazioni cameristiche
e orchestrali, partecipando ad importanti rassegne musicali italiane ed estere
(in Turchia, Spagna, Svezia, Giappone).
Ha effettuato registrazioni per la RAI,
la NHK giapponese ed altre emittenti.
È membro di giurie di concorso nazionali ed internazionali.
Ha curato l’edizione moderna del manoscritto musicale seicentesco ”Libro di
fra Gioseffo da Ravenna”, per le edizioni
dell’Associazione Clavicembalistica Bolognese, e svolge attività musicologica
per l’Associazione Culturale Bal’danza di
Ferrara, dove attua ricerche ed esecuzioni di danza storica (ricostruzione del
“Balletto della Duchessa” con Barbara
Sparti e Laura Fusaroli Pedrielli).
Con cantanti e musicologi, ha dato
vita al Concerto segreto, formazione variabile che si dedica all’esecuzione e
alla registrazione (Madrigali per Laura
Peperara, Tactus) del repertorio madrigalistico tardo rinascimentale ferrarese.
Per Tactus ha registrato, come solista:
Variationi e partite di Bernardo Pasquini,
Libro di fra Gioseffo da Ravenna (entrambi premiati dalla Critica Discografica Tedesca 1999/1 e 2002/2) e Le
sonate per clavicembalo di Antonio Ferradini. Con il controtenore Tadashi Miroku: Madrigali diminuiti e passaggiati
tra voce e cembalo, L’armonia della Sirene, cantate amorose, di G.B. Bassani
e Ariette op. VI di Barbara Strozzi che ha
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S. Rambaldi
recentemente vinto il premio speciale
"Heavy Rotation" della rivista giapponese Record Gheigiutsu (Arte dei dischi,
feb. 2012). Il Cd è stato scelto dal musicologo Akira Mizutani come uno dei 5
migliori dischi del 2011. In duo con Andreina Di Girolamo ha inciso le Sonate
per clavicembalo a quattro mani di W.
A. Mozart.
Ha realizzato per duo clavicembalistico tutte le Sonate con basso numerato di Domenico Scarlatti e, con la
clavicembalista Andreina Di Girolamo,
la danzatrice Rita Marchesini e il chitarrista Alberto Rodriguez, le ha proposte in
concerto per evidenziarne le radici flamenche, ottenendo entusiastici consensi sia da parte del pubblico che di
eminenti studiosi, come Emilia Fadini (Cd
e video Tactus, prossima uscita).
Con il flautista Daniele Salvatore ha
fondato il gruppo Armonia delle sfere e
ha collaborato a far rivivere il suono
degli antichi strumenti della Collezione
Tagliavini nell’ambito delle manifestazioni tenute al Museo di S. Colombano a
Bologna dal 2009 ad oggi.
Ha costituito con Carlo Mazzoli un duo
che presenta musiche per fortepiano e
clavicembalo e fortepiano a 4 mani.
Si dedica allo studio e all’esecuzione
del canto gregoriano.
Revolver
Nascono nel 1999 a Urbino dall'unione
di tre musicisti e si presentano con un
primo cd demo - The Beatles cover
band - 12 intepretazioni fedeli dei brani
che ben presto gli fanno guadagnare il
riconoscimento del fun club italiano.
Nel 2001, l'etichetta discografica PmA
pubblica e distribuisce il primo disco ufficiale: "Egg", 7 composizioni originali (in
stile 60's) e un tributo ai Beatles di 13
cover. La tournè di prensentazione
parte da Urbino e qui si conclude - dopo
aver toccato Marche, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo,
Calabria e Campania - con l’inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport.
Nel 2003, la Sony, in compagnia della
Cassiopea Music, decide di inserire un
loro brano inedito, “Ciao Mama”, nella
compilation "Flying Blind", dove la band
compare anche con un brano estratto
da Egg, “Little Girl”. La tournè conseguente porterà il gruppo ad esibirsi nelle
principali Fnack d'Italia.
Negli anni successivi la band si è sempre più concentrata sulle esibizioni dal
vivo: arriva comunque la pubblicazione
di "Because", disco prodotto da Cassiopea Music e distribuito in Italia ed all'estero da Self.
Dal 2005 iniziano ad esibirsi anche in
versione acustica, decidendo di riarrangiare e reinterpretare gran parte del repertorio beatlesiano con il solo utilizzo di
strumenti acustici (due chitarre e in alternanza un basso), e naturalmente le voci.
L’idea di base nasce da un attenta
analisi dei brani del quartetto di Liverpool e dalla sua evidente predilezione,
almeno nella fase iniziale, per il sound
acustico. Quello che ne viene fuori è un
piacevole ascolto fatto di versioni “alternative”, che sembrano ricordare le diverse fasi di completamento dei brani, o
meglio ancora lo stadio di iniziale stesura
degli stessi: tutto questo senza perdere
di vista il rispetto per la canzone, che
anzi emerge in tutta la sua bellezza e
perfezione armonica/melodica.
Revolver
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Roberto Renili
Ha compiuto gli studi musicali presso il
Conservatorio Rossini di Pesaro, conseguendo i diplomi in Composizione e in
Musica Corale e Direzione di coro. Ha
frequentato corsi di perfezionamento in
direzione d'orchestra e direzione di coro
con i maestri Couraud, Bertola e Gandolfi. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza.
Nel 1980 ha fondato il suo primo coro
e da allora ha svolto un'intensa attività
che l'ha portato a dirigere numerose formazioni con le quali si è esibito in Italia e
all'estero. Attualmente è direttore del
Coro Filarmonico Rossini di Pesaro.
Con i gruppi da lui diretti ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali, rassegne musicali, stagioni
liriche e concertistiche in alcuni fra i più
prestigiosi teatri italiani, oltre che effettuato tournées in Francia, Germania,
Belgio, Spagna, Slovenia, Croazia, Svizzera e Lussemburgo.
Ha diretto numerose orchestre - tra le
quali spiccano la Filarmonica Ucraina, la
Filarmonica Nazionale Moldava, l'Orchestra Sinfonica delle Marche, l'Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro - in
pagine sinfonico-corali di Vivaldi, Bach,
Mozart e Rossini.
Ha collaborato, come maestro di
coro, con vari direttori d'orchestra (Penderecki, Gutter, Samale, Lucantoni,
Saura) e con il Rossini Opera Festival per
La gazza ladra e Il Turco in Italia.
Ha fatto parte di giurie in concorsi corali nazionali e ha tenuto corsi di perfezionamento per direttori di coro e per
insegnanti di scuola elementare e secondaria.
Già presidente dell'Associazione Regionale Cori delle Marche, è attualmente membro della commissione
artistica della stessa ARCOM e, come
tale, ha collaborato con l'Orchestra Filarmonica Marchigiana, nella Stagione
Sinfonica 2004-2005, in qualità di direttore del Coro Regionale delle Marche.
È titolare della cattedra di armonia e
analisi musicale presso il Conservatorio
Statale di musica G. Rossini di Pesaro.
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R. Renili
Rosalba Rombaldoni
Si forma presso il Conservatorio “Rossini” di Pesaro, dove consegue i diplomi
di canto e pianoforte.
Dopo aver fatto parte di numerose
formazioni vocali - Coro Polifonico Durantino di Urbania, Coro Laboratorio 87
di Fano, Coro pro Arte di Fano, Coro polifonico della Cappella del SS Sacramento di Urbino, Coro Lirico M. Agostini
di Fano, Concert Choir e Community
Choir dell’Università di New Paltz (USA) e
di New Britain (USA)- con le quali si è esibita in Italia e all’estero sia in qualità di
cantante che di direttrice, negli ultimi
anni si è dedicata alla formazione musicale dell’infanzia, approfondendo il percorso educativo del metodo Suzuki,
nell’ambito del quale ha conseguito
l’abilitazione di secondo livello per la Ritmica Strumentale.
Ha recentemente collaborato con il
Conservatorio “Rossini“ di Pesaro nella
realizzazione di un progetto sulla lettura
musicale e la vocalità delle voci bianche, applicate all’opera Don Giovanni
di Mozart - Mettiamoci all’opera.
É attualmente responsabile del corso
di Ritmica Strumentale Suzuki, presso il
Centro Studi Danza l’Etoile di Urbania, e
del corso di orientamento musicale di
tipo corale presso lo stesso comune.
Dirige sin dalla fondazione il coro di
voci bianche Le Piccole Voci Durantine
di Urbania.
É docente di Scienza delle finanze
presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Urbino.
Massimo Sabbatini
Diplomato in violino presso il Conservatorio di Musica "Gioachino Rossini" di
Pesaro, ha studiato anche composizione e direzione d'orchestra.
Ha al suo attivo una pluriennale attività come violinista, direttore d'orchestra
e di coro ed ha insegnato Esercitazioni
Orchestrali ed Esercitazioni Corali in diversi Conservatori d'Italia.
È da sempre impegnato nella valorizzazione di tutte le realtà musicali dell’entroterra pesarese, non da ultima quella
dei giovanissimi musicisti. Per questo è
stato scelto come primo direttore della
Gioachino Orchestra.
usica&Musica è promossa dal
Museo di S. Francesco e volta
a valorizzare il proprio patrimonio storico-artistico, quello di Mercatello e del territorio circostante. Gli amici
e i sostenitori del Museo in possesso della
tessera annuale avranno pertanto diritto
ad accedere gratuitamente alle serate
in programma. Anche per questo La invitiamo ad entrare da subito a far parte
del gruppo di persone che con un modesto impegno finanziario supportano il
Museo e tutte le sue attività.
M
I titolari della tessera socio ordinario*,
personale e non trasferibile, potranno:
•visitare ogni volta che vorranno, gratuitamente, il Museo di San Francesco;
•usare senza alcuna spesa l’audioguida
del Museo per la visita dello stesso e del
centro storico di Mercatello;
•usufruire di uno sconto del 10% su tutte
le pubblicazioni in vendita al bookshop;
58
•trovare pubblicato il proprio nome sul
sito web di Musica&Musica;
•avere la possibilità di scegliere il proprio
posto e prenotare biglietti aggiuntivi per
i familiari o ospiti, con una settimana di
anticipo rispetto al pubblico pagante.
Gli enti, i privati o le attività commerciali che intendono diventare soci sostenitori*, otterranno:
•quattro tessere non nominative (potranno essere cedute di volta in volta a
dipendenti, amici, clienti, ospiti, ecc.)
che daranno diritto alle stesse agevolazioni e benefici riservati ai soci ordinari.
* La quota per i soci ordinari è di € 25,00.
Per rinnovo tessere, giovani sotto i 26 anni,
componenti Coro Polifonico Icense, Banda
Musicale di Mercatello, possessori di UNPLIcard e soci Touring Club Italiano, € 20,00.
* La quota per i soci sostenitori è di € 150,00.
amici e sostenitori
Aggiungiti anche tu! Sei sempre in tempo, anche ora
59
Palazzo Montani Antaldi, sede della Fondazione
Gli organizzatori si riservano di apportare al programma eventuali
variazioni imposte da ragioni tecniche o da cause di forza maggiore.
I biglietti per i concerti a pagamento saranno acquistabili presso la sede della ProLoco Mercatellese, piazza Garibaldi, o il Museo di San Francesco, piazza San Francesco, a partire dal 28 luglio.
I possessori della tessera amici e sostenitori del Museo di San Francesco, che hanno
diritto ad accesso gratuito, potranno confermare la loro presenza e scegliere il posto
desiderato a partire dal 21 Luglio.
informazioni e prenotazioni: ProLoco Mercatellese, tel. 0722 89819 - 345 5626403
www.proloco-mercatello.it
[email protected]
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