Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it
Anno 3 Numero 460 del 25/10/2013
Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155
Un bando destinato alle famiglie che versano in condizioni disagiate
Servizio idrico, aiuti
sui costi sostenuti
Per gli utenti del Servizio idrico integrato con un basso reddito Isee
Un contributo sui costi
sostenuti per la fornitura
di acqua a uso domestico,
relativi all’anno 2012: lo si
può ottenere facendo domanda al bando appena
pubblicato dal Commissario del Servizio idrico
integrato (ossia l’ex Aato
Basilicata).
E’ rivolto ai nuclei familiari
che versano in condizioni
di disagio economico e
hanno i requisiti per ricevere un intervento per la
riduzione dei costi relativi
all’acqua.
Potenziali beneficiari, gli
utenti del Servizio idrico
integrato residenti nei
Comuni della Basilicata,
i cui nuclei familiari abbiano un indicatore Isee
(per il 2012) non superio-
Consorzio Alta Val
d’Agri, in arrivo
fondi regionali
re a 7.500 euro, oppure a
8.500 euro per i pensionati o, infine, a 20.000 euro
per i nuclei familiari con
più di 3 figli a carico.
Nel caso di utenze condominiali, con un unico
contatore, occorre allegare apposita dichiarazione
dell’amministratore o capocondomino, attestante le somme pagate, per
l’utenza idrica nel 2012. Il
bando è aperto anche agli
eredi conviventi di utenti
deceduti nel corso degli
anni 2012 e 2013 che non
abbiano ancora provveduto a volturare il contratto di fornitura.
Il contributo va dai 32
euro per i nuclei di una
persona ai 320 per le famiglie di 10 persone (30 euro
in più per ogni membro
oltre i dieci).
Così come è stato indicato
nell’apposita tabella, l’aiuto economico sarà scomputato sulla prima fattura
utile che Acquedotto lucano Spa emetterà nell’anno
2014, e non potrà in ogni
caso, essere superiore ai
costi sostenuti per la fornitura nell’anno 2012.
Per leggere la copia integrale del bando si può
andare ai portali internet
del Sistema idrico integrato (www.atobasilicata.
it; per rintracciare il documento basta scorrere la
pagina principale) oppure
di Acquedotto lucano Spa
(www.acquedottolucano.
it, il bando è nella pagina
principale). (bm3)
Poliambulatorio Madre Teresa
Una fotografia
per fermare subito
la retinopatia
Diabete, il progetto ReAD a Potenza e Venosa
Nell’ambulatorio diabetologico del poliambulatorio
Madre Teresa di Calcutta di Potenza sarà possibile
effettuare in pochi minuti, nel corso delle visite diabetologiche, la fotografia della retina a tutti i pazienti
diabetici inviando automaticamente le immagini
all’oculista, che richiama così solo i pazienti patologici per effettuare le indagini diagnostico terapeutiche
di secondo livello.
Questo perché l’ambulatorio e l’Unità operativa
complessa di oculistica dell’Asp - Centro di oculistica dell’ospedale di Venosa sono stati selezionati per
il progetto Nazionale ReAD (retine e Diabete). Così
sarà possibile effettuare uno screening di massa alla
popolazione diabetica, cui viene valutata l’eventuale
presenza di retinopatia già nel corso della visita diabetologica, evitando loro richieste di visite oculistiche non necessarie (con conseguente attesa per la
prenotazione e spostamenti in altre sedi. Si abbattono inoltre i carichi di lavoro e le liste di attesa dei reparti oculistici selezionando i pazienti alla fonte con
un impatto positivo su risorse ed organizzazione dei
reparti stessi di oculistica, favorendo l’appropriatezza della prestazione. Il diabete è attualmente la principale causa di cecità. (bm3)
“Menopausa: Incontriamoci e parliamone”
Le risorse serviranno a superare alcune criticità
Al via il progetto
Asp nei consultori
Un decisivo intervento è stato messo in campo dalla
Regione Basilicata: sono stati predisposti, infatti, gli
atti per il trasferimento di risorse finanziarie al Consorzio di bonifica dell’Alta Val d’Agri. I fondi potranno
sbloccare alcune criticità, fra cui la situazione di stallo
riguardante l’erogazione degli stipendi.
La Regione Basilicata, dopo aver esaminato la documentazione presentata relativamente a vari progetti,
si sta muovendo, quindi, per consentire il trasferimento materiale delle risorse nei prossimi giorni.
Ha preso il via a Santarcangelo l’attività realizzata dai Consultori di
Potenza e Villa D’Agri rivolta alle donne in età perimenopausale. Il
progetto prevede incontri interattivi in cui vengono affrontati i diversi
aspetti della menopausa. Presso i consultori familiari di Santarcangelo, Villa D’Agri, Marsiconuovo e Corleto Perticara potranno essere effettuati bilanci di salute. Per informazioni è possibile telefonare ai consultori, i recapiti telefonici sono sul sito aziendale www.aspbasilicata.
it Obiettivo del progetto: la prevenzione delle patologie correlate alla
menopausa quali le malattie cardiovascolari, la sindrome dismetabolica, l’osteoporosi, il malessere psichico.
Una mano tesa a chi lascia casa
per cercare qui in Basilicata
una vita migliore e più sicura
Mentre il commercio è in crisi
c’è un settore che va molto bene:
il business dei matrimoni
Progetto candidato da Tolbà e Il Sicomoro
di Matera ai finanziamenti dello Sprar
E anche a Potenza c’è chi si affida
alle cure del “wedding planner”
Sostenere accoglienza e
integrazione dei migranti, in particolare di quelli
che fuggono da situazioni in cui vivere (e anche
sopravvivere) è difficile.
Questo il senso di un progetto che le associazioni
di Matera “Tolbà” e “Il Si-
Tra i consigli che i “weddin
planner” (letteralmente,
“pianificatori di nozze”)
danno c’è quello di “non
accontentarsi” e “far divertire gli ospiti senza cedere
alla noia”. Per seguire questi consigli, non bisogna
badare a spese.
comoro” hanno candidato
ai finanziamenti che passano attraverso lo Sprar,
ossia il Sistema di protezione per richiedenti asilo
e rifugiati.
Il piano dovrebbe avere
durata triennale a cominciare dal 2014.
La Gazzetta
del Mezzogiorno
Ed ecco perché il business
dei matrimoni non conosce la crisi che paralizza
l’economia mondiale: la
scusa ufficiale è che “avviene una volta sola nella
vita”. E dunque, bando al
risparmio, si spenda quel
che si deve.
Il Quotidiano
della Basilicata
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013
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BASILICATA PRIMO PIANO I V
Venerdì 25 ottobre 2013
IL CASO
RELAZIONI «PERICOLOSE»
MILLANTERIE
Massimiliano Colangelo millantava con il
boss calabrese Femia amicizie
tra i giudici della Corte di Cassazione
400MILA EURO PER LA SENTENZA
L’acconto da 100mila euro è stato incassato
Colangelo pretendeva il saldo da 300mila
nonostante la condanna del boss
Da Pietragalla a Roma
per fare un «piattino»
al boss della ’ndrangheta
FABIO AMENDOLARA
l Fece credere al boss della
’ndrangheta che poteva aiutarlo ad aggiustare il processo che lo preoccupava.
Massimiliano Colangelo di
Pietragalla è tra gli arrestati
(ai domiciliari) nell’ambito di
un’inchiesta su millantate
amicizie in Cassazione. L’accusa: «Millantato credito».
Con lui sono stati arrestati
a Roma - su ordine del giudice
per le indagini preliminari di
Bologna - anche Teresa Tommasi, funzionaria della Corte
di cassazione e Nicola Paparusso, ex carabiniere, produttore televisivo e consigliere legislativo di Sergio De
Gregorio (ai tempi della presidenza della commissione
Difesa).
Secondo la ricostruzione
della procura di Bologna, alla
fine del 2011, Colangelo e Paparusso durante un incontro
in un hotel di Imola, fecero
credere a un boss legato alla
’ndrangheta, Nicola Femia, di
poter ammorbidire la condanna a 23 anni e 4 mesi di
reclusione inflittagli dalla
corte d’appello di Catanzaro
per associazione a delinquere
finalizzata al traffico di droga. In realtà - emergerebbe
dalle intercettazioni telefoniche - era solo un bluff. L’idea
dei due era quella di tentare
di portar via un po’ di soldi al
boss. Una truffa.
Paparusso e Colangelo
chiesero a Femia 400mila euro per sistemare la faccenda
tramite le loro conoscenze e
riuscirono a farsi anticipare
100mila euro con la promessa
di ricevere i restanti 300mila
una volta aggiustata la sentenza. Nell’affare Teresa
Basilicata Mezzogiorno
CASSAZIONE
Gli indagati
millantavano
conoscenza
con i giudici
della
Suprema
corte
.
Tommasi - secondo l’accusa sarebbe stata il braccio di
Paparusso e Colangelo nelle
stanze della Suprema corte.
Quando a febbraio 2012, però,
la Cassazione emette la sua
sentenza, che annulla solo
parte della condanna, rinviando in appello gran parte
delle accuse, il boss Femia
rimane deluso. E in un sms
inviato a un suo collaboratore
non nasconde il disappunto
nei confronti di coloro che
avrebbero dovuto far annullare le sue condanne: «Farci
prendere per i fondelli no. A
me hanno proposto l’annullamento per delle cose e per
delle altre ancora rischio da 8
a 20 anni». E ancora: «Massimiliano ha sbagliato di
grosso (…) a oggi non ho più
23 anni, ma ne ho certo 10 o 15
che la Cassazione ha confermato. Da amico fraterno
tu al mio posto cosa faresti?”,
è lo sfogo del boss che vuole
indietro il suo acconto. E scrive direttamente al pietragallese: «Ti do tempo entro il 20
di questo mese a te e a Guido,
dopo di che agisco diversamente e ti pentirai di brutto e
dopo me li torni con gli interessi». Colangelo e Paparussso invece insistono: vogliono i restanti 300mila euro.
La vicenda nasce nell’ambito della maxi-inchiesta
«Black Monkey» della Guardia di finanza che il 25 gennaio aveva portato a 29 or-
dinanze di custodia per reati
associativi legati alle «videoslot» un sodalizio di cui Femia era considerato il vertice. Di lui, tra l’altro, emerse
che in una telefonata con un
altro arrestato, Guido Torello, si riferiva con toni minacciosi al giornalista della
Gazzetta di Modena Giovanni
Tizian, da allora sotto protezione.
La Procura di Bologna, dopo una serie di accertamenti,
ha indagato i tre per millantato credito proprio perché hanno ricevuto del denaro promettendo aiuti nel
giudizio di fronte alla Suprema corte. Aiuti che, però pare sia provato dalle indagini - non sono arrivati. I
giudici della Suprema corte
non sarebbero neanche stati
contattati.
Dalle stesse indagini è
emerso che, proprio come per
il caso di Femia, Colangelo,
Paparusso e Tommasi avevano intenzione di fare un
«pacco» anche a un esponente
legato alla camorra. L’operazione dell’altro giorno, però, pare l’abbia sventato.
L’INCHIESTA
Parte tutto dai videopoker
Ieri chiuse le indagini
Tra gli indagati un altro potentino: Luigi Tancredi
l Chiusa ieri anche l’operazione Black Monkey.
L’ipotesi: associazione a delinquere di stampo mafioso
(per 24 posizioni), estorsione, violazioni di una serie
di leggi sul gioco, intestazioni fittizie di beni e altri
reati.
Si tratta di un’inchiesta seguita dalla Guardia di
finanza di Bologna che a gennaio aveva portato a 29
ordinanze di custodia cautelare.
Al vertice dell’organizzazione che faceva profitti
con il gioco illegale on line e con le slot manomesse,
secondo gli inquirenti (pm Francesco Caleca), c’è Nicola Femia, 52 anni, residente nel Ravennate, ritenuto
legato a organizzazioni ’ndranghetiste e attualmente
in carcere.
Nell’inchiesta era finito anche un imprenditore potentino che da tempo però si è trasferito a Roma:
Luigi Tancredi, titolare di società che si occupano di
giochi online di scommesse (poi finito anche in un’indagine della Squadra mobile di Potenza).
Gli atti dell’inchiesta contengono numerose trascrizioni di intercettazioni telefoniche che riguardano
proprio Tancredi.
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013
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Basilicata Mezzogiorno
POTENZA CITTÀ I VII
Venerdì 25 ottobre 2013
SOS AMBIENTE
LE STAZIONI DI TRASFERIMENTO
NESSUNA «VAGLIATURA» DEI RIFIUTI
I rifiuti sarebbero finiti nelle discariche senza
la «vagliatura» prevista per legge, ma gli enti
pagavano lo smaltimento a prezzo pieno
LA «TRUFFA»
Compensi annui di circa 4,5 milioni di
euro sarebbero stati percepiti dagli enti
locali per smaltire i rifiuti solidi urbani
Udienza preliminare
per «Monnezzopoli»
POTENZA QUATTRO MESI AL COLONNELLO
Non denunciò
ritrovamento
di una pistola
Condannato
La Procura chiede il rinvio a giudizio
per i 12 indagati dell’inchiesta sulle discariche
l Per la Procura - che chiede il
rinvio a giudizio degli indagati si tratta di una truffa con risvolti
ambientali. Un sistema di connivenze, silenzi e negligenze scoperto dai carabinieri del Noe
(l’inchiesta è stata coordinata dai
pm Francesco Basentini e Sergio
Marotta) e che portò anche all’arresto di cinque persone. Tutto
ruota attorno al pianeta discariche: compensi annui di circa 4,5
milioni di euro, percepiti dagli
enti locali, per smaltire rifiuti solidi urbani senza trattarli prima
del conferimento. In sostanza, incassavano i soldi pubblici per garantire la «vagliatura» dell’immondizia, vale a dire il processo
di separazione e parziale recupero dei rifiuti (inerti, metalli e
frazione organica) allo scopo di
ridurre la quantità di materiale
da depositare in discarica. Operazione che, secondo l’accusa,
non è stata mai fatta. Ieri mattina
è cominciata l’udienza preliminare per i 12 indagati.
La vicenda si è svolta tra ottobre 2010 e dicembre 2011. Tra gli
indagati c’è Giovanni Agoglia, di
Savoia di Lucania, responsabile
del centro di trasferenza di Tito,
Giovanni Castellano, di Matera,
titolare dell’azienda che gestiva
la discarica di Salandra, Cosimo
Guida, di Policoro, titolare
dell’azienda che gestiva la discarica di Tricarico, Gaetano Papaleo, di Lagonegro, uno dei responsabili della discarica di Lauria,
Bruno Longo, di Policoro, impiegato nella discarica di Tricarico.
I rifiuti venivano raccolti nei
28 comuni del Potentino, tra cui il
capoluogo, che fanno parte del
«Bacino centro», e trasportati nel
centro di trasferimento di Tito.
L’iter previsto dalla legge imponeva, quindi, la separazione
dell’immondizia e la vagliatura,
cosa che invece non avveniva,
poichè tutto veniva portato «tal
quale» nelle discariche lucane,
con un falso codice che avrebbe
dovuto attestare il trattamento. I
contributi dagli enti locali venivano però regolarmente percepi-
ti. Per altre cinque persone è stato disposto l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, e
per due il divieto di contrattare
con la pubblica amministrazione. L’intera vicenda ha risvolti di
natura ambientale. Lo scrive il
gip Tiziana Petrocelli nell’ordinanza di custodia cautelare: «Rifiuti, immessi in discarica senza
alcuna vagliatura, vengono stoccati e riversati unitamente a tutti
i materiali ferrosi e comunque
tossici mischiati con il rifiuto fin
dall’origine. Il rischio di un inquinamento del suolo e della falda circostante alle discariche è
un fattore di probabile se non certo realizzo».
[fab.ame.]
PM Francesco Basentini [foto Tony Vece]
IL CASO ASSEGNI «CONTRAFFATTI» PER 60MILA EURO IN CAMBIO DELLA COLLEZIONE DI OROLOGI DI PREGIO
«Pacco» al collezionista di Rolex: a giudizio
Luca Lancieri e Sergio Rutella accusati di «truffa». Il processo comincerà a febbraio
l Per la Procura gli hanno «soffiato» la sua collezione di orologi di
pregio rifilandogli assegni contraffatti.
Una
truffa.
Il
giudice
dell’udienza preliminare del Tribunale di Potenza ha rinviato a giudizio
i due imputati: Luca Lancieri, 49
anni, di Potenza, commerciante, difeso dall’avvocato Gianpaolo Carretta, e Sergio Rutella, 49 anni, assicuratore, di Potenza, difeso dagli
avvocati Sergio Rotundo e Marina
Rizzo.
L’accusa: «Con artifici e raggiri
hanno offerto alla parte offesa (rappresentata dall’avvocato Rocco Perrotta, ndr), in pagamento della collezione di orologi di pregio che acquistavano da lui, assegni contraffatti».
In cosa consiste la contraffazione?
Secondo il pm Gerardo Salvia alcuni
assegni «recavano la firma apocrifa
di Domenico Lancieri (padre dell’imputato)».
Di quegli assegni - dall’importo di
quasi 60mila euro - i due imputati
«assicuravano la genuinità e la copertura».
In particolare «Rutella - secondo
l’accusa - li consegnava materialmente alla parte offesa e contestualmente contattava a telefono Lancieri,
il quale rassicurava il venditore sul
fatto che i titoli gli erano stati consegnati dal padre e che non vi sarebbe stato alcun problema a in-
TRIBUNALE Il palazzo di giustizia di Potenza
cassarli, inducendo in errore la parte
offesa sulla loro solvibilità e sulla
regolarità».
I due imputati si sono procurati
così 17 orologi di pregio, 13 dei quali
di marca Rolex.
Ma anche un Audemars Puguer, un
Tag Heurer, un Tudor e un Iwc.
I fatti risalgono al 2009, quando il
negozio di Lancieri, un bazar all’angolo del palazzo di città (vendeva
cravatte di qualità e profumi ricercati), era ancora aperto.
L’inchiesta sulla truffa di Lancieri
e Rutella - condotta dai carabinieri
dell’aliquota di polizia giudiziaria
del tribunale di Potenza - si incrociò
con un’indagine su un giro di rolex
falsi che in quel periodo erano stati
diffusi a Potenza. Quelli «soffiati»
alla vittima della truffa, però, erano
tutti veri e certificati.
Una delle informative giudiziarie
contiene il racconto di una seconda
vittima. L’assegno scoperto - che
l’uomo sostiene, durante la sua audizione davanti ai carabinieri, di
aver ricevuto - ammonta a oltre
16mila euro. Sarà uno dei testimoni
dell’accusa al processo.
La prima udienza è fissata per il 3
[fab. ame.]
febbraio.
UFFICIALE Antonio Massaro [foto Tony Vece]
l Non denunciò subito alla Procura che
nel bunker della sezione di polizia giudiziaria che all’epoca comandava c’era una
Beretta calibro 22 con matricola cancellata. Il colonnello Antonio Massaro è stato
condannato ieri mattina dal giudice del
Tribunale di Potenza Natalia Catena a
quattro mesi di reclusione (pena sospesa e
non menzione) e al pagamento delle spese
processuali. Il Procuratore facente funzioni Laura Triassi aveva chiesto una condanna a due mesi. Nel corso dell’arringa
però aveva usato parole molto dure nei
confronti del colonnello, presente
all’udienza. L’ufficiale, secondo l’accusa,
avrebbe dovuto denunciare immediatamente alla Procura il ritrovamento di
quell’arma, la cui provenienza è ancora oggi misteriosa e non è stata accertata.
Il colonnello Massaro, negli atti dell’inchiesta che lui stesso ha condotto subito
dopo il ritrovamento della pistola, parla di
«gestioni passate poco accorte». Ma a cosa
serviva quella pistola con matricola abrasa? E chi era il proprietario? Quell’arma
apparteneva a uno dei carabinieri. Perché,
come spiega il colonnello Massaro negli
atti d’indagine, «il bunker è dotato di una
porta d’accesso in ferro assicurata con poderosa serratura che attiva un fermo a diverse mandate. Di fatto si tratta di un locale da considerare di massima sicurezza».
Nessun estraneo poteva accedervi. L’errore del colonnello (difeso dall’avvocato Sergio Lapenna)? Un’omissione. Che gli è costata una condanna a quattro mesi.
[fab. ame.]
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013
PAG. 4
Basilicata Mezzogiorno
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Basilicata 17
Venerdì 25 ottobre 2013
Respinte quasi tutte le richieste del pm, no a un nuovo sequestro dei beni dei signori della birra
Niente fallimento per i Tarricone
“Azzoppato” l’impianto dell’accusa, resta solo il capitolo dell’espatrio di “Morena”
POTENZA - Nessuna dichiarazione di fallimento, tantomeno un nuovo sequestro di
beni. Resta sospeso soltanto un capitolo di
tutta la vicenda, ma a breve dovrebbe pronunciarsi la Cassazione e si capirà meglio
che ne sarà.
Sono state depositate mercoledì le decisioni del collegio fallimentare del Tribunale di Potenza sul caso dei fratelli Tarricone
di Muro Lucano, sotto inchiesta per una
presunta maxi-frode da almeno una trentina di milioni a fisco e fornitori delle loro società. In realtà gli atti riportano la data del
10 ottobre perciò sarebbero occorse quasi
due settimane soltanto per il loro deposito.
Poco o nulla rispetto all’anno occorso da
quando la procura aveva chiesto la dichiarazione di fallimento di Birra Morena e Drive Food & Drive Beer Franchising srl. Lungaggine che ha suscitato un certo malumore sia da parte degli inquirenti, che a un certo punto “esasperati” hanno dissequestrato le quote societarie che essi stessi avevano
fatto bloccare.Sia daparte deisignori della
birradi MuroLucano,alleprese inparticolare conle banche,per nonparlare deilavoratori (oltre 200 nelle aziende del gruppo)
che attendono di sapere
che ne sarà di loro.
Il collegio del Tribunale composto dal presidente Lanfranco Vetrone, Giuseppe Losardo e
il relatore-delegato Luigi Barrella ha accolto in
massima parte le tesi
della difesa (del vasto
collegio difensivo hanno fatto parte anche numerosi avvocati potentini come Bonito, Cimadomo, Lebotti e Pace). Di
fatto è stata respinta
l’istanza di fallimento
per Drive Food & Drive
Una pattuglia della Finanza
Beer Franchising srl,
all’ingresso del Tribunale
considerata il cuore del
gruppo, e quella di un
nuovo sequestro dei beni dei 5 fratelli, arrestati a febbraio e scarcerati dopo 15 giorni
dal Riesame, che ha disposto anche la restituizione del loro patrimonio.
Quanto invece all’istanza di fallimento
nei confrontidi Birra Morena sagl,che prima di espatriare in Svizzera si chiamava
soltanto Birra Morena srl, il Tribunale non
ha respinto le richieste del pm Sergio Marotta, ma ha disposto la sospensione del
processo in attesa che la Cassazione decida
se la competenza spetta ai magistrati italiani o ai colleghi elvetici.
I fratelli Tarricone sono accusati di aver
architettato e messo in movimento per anni, un complesso meccanismo di «scatole
cinesi», con la creazione di 40 società usate
per il classico «gioco delle tre carte»: aperture e chiusure repentine, compravendite
fittizie di beni aziendali, concentrazione di
debiti nella bad company di turno e trasferimento finale in Svizzera, dove la legislazione sulla bancarotta è molto più morbida.
Ma adesso, senza una dichiarazione di fallimento, sarebbe quasi impossibile ipotizzare nei loro confronti reati più gravi come
quelli di bancarotta, motivo per cui le accuse potrebbero essere degradate a ipotesi
più lievi di truffa e frode fiscale.
[email protected]
Federico Vito e Carlo Tarricone
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
«Nessuno scontro, c’è soltanto dialettica»
Vetrone sulle lungaggini nella procedura: «La sezione è sotto organico»
«NESSUNO scontro all’interno della
sezione fallimentare, soltanto dialettica sul un problema di carenza di
organico che affligge non solo la sezione falimentare tutto il Tribunale».
E’ l’amara constatazione a al Quotidiano della Basilicata di Lanfranco
Vetrone, presidente del Tribunale di
Potenza.
Vetrone non si è sottratto a un
commento su quanto pubblicato a
pagina 11 del 15 ottobre 2013 in relazione al ritardo accumulato per decidere dell’istanza di fallimento delle
società dei fratelli Tarricone presentata dalla Procura.
Nell’articolo, intitolato “Scontro
sul caso Tarricone: il giudice relatore scrive al presidente del Tribunale
e lamenta problemi interno all’ufficio”, si faceva menzione anche di una
lettera inviata dal magistrato relatore della , Luigi Barrella, che è assegnato in pianta stabile alla sezione
fallimentare, al presidente del Tribunale e del collegio investito della
vicenda specifica.
Nella lettera venivano sottoposti a
Vetrone i problemi della sezione fallimentare che impedirebbero la gestione ottimale dell’ufficio col risultato che i fascicoli più importanti si
accumulano in attesa di una decisione. Incluso - fino all’altroieri - un caso più unico che raro come quello
delle aziende dei fratelli di Muro e del
debito da una trentina di milioni di
euro delle loro società con il fisco e alcuni fornitori.
Soltanto ordinaria amministrazione, secondo Vetrone. Per quanto
davvero un po’ triste.
[email protected]
Il presidente del Tribunale Vetrone
Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013
PAG. 5
MATERA CITTÀ I XI
Venerdì 25 ottobre 2013
SOLIDARIETÀ
Basilicata Mezzogiorno
DOVREBBE PARTIRE NEL 2014
ESPERIENZA NEL SETTORE
Il programma è stato candidato a finanziamento al Sprar da «Il Sicomoro» e
«Tolbà» che sono referenti del Comune
Un progetto triennale
per trenta migranti
L’obiettivo è di sostenere l’accoglienza e l’integrazione
ENZO FONTANAROSA
l Saranno trenta i migranti destinatari
di un progetto triennale che dovrebbe partire nel prossimo anno. Il programma è
stato candidato a finanziamento attraverso il Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati (Sprar) dall’associazione
onlus “Tolbà” e dalla cooperativa sociale
“Il Sicomoro”. Si tratta di due realtà materane operanti nel terzo settore che dal
2000 sono i referenti del Comune a supporto degli interventi di accoglienza integrata dei migranti attraverso, appunto,
lo Sprar. In pratica, a complemento delle
azioni basilari di distribuzione di vitto e
alloggio, attuano misure di informazione,
accompagnamento, assistenza e orientamento dei migranti. Del progetto se ne è
parlato nel corso di un incontro svoltosi
ieri nella sede di “Tolbà” al quale sono
intervenuti, oltre il presidente della onlus
materana Graziella Cormio, anche il responsabile de “Il Sicomoro” Michele Plati, l’assessore comunale alle Politiche sociali Simonetta Guarini e collaboratori
dei due sodalizi. Il progetto vuole fornire
risposte concrete e organiche con l’insegnamento della lingua italiana, tirocini
formativi per adulti e attività scolastiche
per minori. «Di fondo c’è la nostra partecipazione all’iniziativa di “Meltin Pot
Europa” – ha detto Cormio –. È un progetto di comunicazione indipendente per
.
L’INCONTRO Un momento della riunione svoltasi nella sede di Tolbà [foto Genovese]
la promozione dei diritti di cittadinanza,
che mira a un grande “canale umanitario” per dire basta alla vicenda dei migranti, tenendo alta l’attenzione su quei
drammatici viaggi che si consumano nel
Mediterraneo. Non è più tollerabile che se
ne parli solo quando accadono eventi gravi come quello che il 3 ottobre scorso si è
consumato al largo di Lampedusa». Anche in queste ore continuano gli sbarchi e
gli avvistamenti nel Canale di Sicilia di
barconi carichi di uomini e donne d’ogni
età. Non migrano per motivi economici:
per lo più fuggono da guerre e persecuzioni, ingiustizie e violenze. Cercano su
una sponda amica un futuro per loro e i
figli. Anelano libertà, democrazia e be-
nessere. Affidano i loro destini a personaggi senza scrupoli e su fragili natanti
affrontano un mare che può riservare sorti funeste. Molte tragedie resteranno ignote o dimenticate, così come i nomi delle
vittime che con la vita pagano il prezzo
più alto. Sul tema dell’immigrazione e dei
rifugiati, lo stesso Sprar sta adattandosi ai
mutati flussi migratori che vedono l’Italia, attraverso la sua estrema propaggine
Lampedusa, la “porta” per l’Europa. E
così, per concorrere a risolvere almeno in
parte i problemi relativi all’accoglienza
dei richiedenti asilo, ha ampliato il sistema dagli attuali 3mila posti portandoli
a 16mila. Importante è anche la sinergia
tra l’Alto commissariato delle Nazioni
unite per i Rifugiati (Unhcr) e l’Associazione nazionale dei Comuni (Anci). In tal
senso, quello di Matera, «per la sua esperienza, potrebbe avere un ruolo di guida
nei confronti degli altri del nostro territorio», ha suggerito Cormio. Mentre per
Plati, l’idea «della candidatura a Capitale
europea della Cultura 2019 è quella di un
traguardo che va ben oltre quella meta,
che è quello di cambiare mentalità, puntare a una multiculturalità a 360 gradi».
Sul cambiamento culturale si è espressa
anche Guarini: «In città c’è ormai la seconda, se non la terza generazione dei
migranti che sono giunti nel passato. Sono nostri concittadini, dunque la piena
integrazione va vista come una risorsa».
LOTTERIE IN UNA RICEVITORIA DI VIA GRAVINA UN’ALTRA VINCITA CHE, IN TEMPO DI CRISI, È UNA BELLA BOCCATA DI OSSIGENO
COMUNE SI È SVOLTA LA PRIMA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE
Due quarantenni vincono oltre 300 mila euro ad una slot machine
Regolamento urbanistico
per la sua adozione
compiuto il primo passo
La fortuna colpisce ancora
LA SORTE
BENEVOLA
Francesco Lisurici, uno
dei titolari del
New Slot
Cafè, mostra
il tagliando
che attesta
la vincita
dell’altra sera. Non è
la prima volta che
nel locale
si vincono
somme
importanti
[foto Genovese]
CARMELA COSENTINO
l La Dea Bendata colpisce ancora e questa volta lo fa in grande stile regalando a due giovani
una vincita di oltre 346 mila euro alla slot machine. Il tutto è
accaduto l’altra sera, intorno a
mezzanotte e mezza, nella zona
Paip.
Si è festeggiato al New Slot
Cafè dei fratelli Lisurici, titolari
del bar ricevitoria in via Gravina, dove molte volte si sono
registrate vincite notevoli. Come ad esempio la vincita di un
milione di euro avvenuta alcuni
anni fa, con una Gratta e Vinci
da 10 euro. Nello stesso periodo
si sono succedute altre vincite
felici, come quella da 235 mila
euro ottenuta con un sistema del
Superenalotto e una da 500 mila
euro grazie, ancora una volta, a
un Gratta e Vinci, un Miliardario da 5 euro. Ed oggi, nel 2013,
la ruota della fortuna continua a
girare nella città.
«Un mese fa – racconta Francesco Lisurici – sono stati vinti
30 mila euro mentre due sere fa
25 mila euro alla Video Lottery.
La Vlt, inserita nel circuito Lot-
.
tomatica, unisce il gioco delle
macchinette a quello della lotteria. Infatti, oltre ai premi del
singolo gioco, la video lottery
presenta la possibilità di vincere dei premi speciali sotto forma
di jackpot perché dispone di un
collegamento ad un server centrale che calcola l’ammontare di
jackpot progressivi in base alle
giocate di tutti i giocatori delle
Vlt collegati in quel momento in
PREVENZIONE OGGI LA PRIMA LEZIONE ORGANIZZATA DALLA ASM
Un corso per raccogliere
funghi senza rischiare
l Raccogliere i funghi in sicurezza. È l’obiettivo del corso di
formazione per la raccolta di funghi epigei spontanei organizzato dalla Asm. L’iniziativa si terrà nella sede dell’Azienda, in
via Montescaglioso, e sarà articolata in due giornate fissate per
oggi, dalle 14 alle 20, e domani, dalle 8 alle 14. Il programma,
svolto da ispettori micologi, prevede nozioni sulla generalità,
morfologia, classificazione e valore nutritivo dei funghi. Inoltre,
verranno impartite nozioni di biologia e sulla catena alimentare.
I corsisti impareranno a conoscere la legislazione del settore, le
specie fungine, le possibili confusioni fra specie commestibili e
tossiche, le modalità di raccolta e commercializzazione. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato. Per chi vorrà attivare
un esercizio di vendita dei funghi è previsto un esame finale. Per
[fi.me.]
i raccoglitori non è previsto alcun esame.
tutta Italia. Esistono tre tipi di
jackpot, uno proprio della macchinetta, uno di sala e l’altro nazionale. I 25 mila e i 30 mila euro
rientravano nel jackpot di sala,
mentre i 346 mila euro vinti l’altra sera, del jackpot nazionale».
Il colpo di fortuna «è avvenuto
dopo la mezzanotte – precisa Lisurici – quando due materani
sulla quarantina, nostri clienti
abituali, hanno annunciato la
vincita. In sala c’erano altre persone. Con loro e con i loro amici
che hanno subito chiamato per
dare la notizia, hanno festeggiato la vincita con tanto di spumante».
I due fortunati dovranno
aspettare poche settimane prima di incassare l’assegno, ma
almeno per loro, in tempo di crisi, è arrivata una bella boccata
di ossigeno.
l Dopo «molti anni di attesa», come ha riconosciuto l’assessore
comunale all’Urbanistica, Ina Macaione, si è tenuta ieri mattina, al sesto piano di Palazzo di città, la prima conferenza di
pianificazione, «un traguardo molto importante», perché propedeutico all’adozione del regolamento urbanistico. Il gruppo dei
progettisti dello Studio Nigro ha illustrato i contenuti del regolamento urbanistico alle autorità
che dovranno esprimere i loro pareri.
«Con l’incontro di
oggi (ieri, ndr) la nostra città – aggiunge
Macaione – fa un altro passo in avanti
verso la dotazione di
strumenti urbanistici utili a mettere ordine e regole in tutti i
processi di crescita e IN COMUNE L’incontro con i progettisti
trasformazione del
tessuto urbano. Ricordo, infatti, che un mese fa si è svolta la
prima conferenza di pianificazione del piano strutturale. Nei
prossimi giorni verranno pubblicamente presentati i primi risultati degli incontri sul piano strategico. Mentre nel ventennale
dell’iscrizione di Matera nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità verrà presentato lo stato di attuazione del
piano di gestione del sito Unesco. Tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione – conclude Macaione – sono realizzati in piena sintonia con il dossier di candidatura di Matera a
capitale europea della cultura per il 2019 e hanno come tema
conduttore le tre parole chiave su cui è particolarmente impegnata l’Amministrazione comunale: re-use, re-duce, re-cycle».
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013
PAG. 6
Basilicata Mezzogiorno
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Potenza
Venerdì 25 ottobre 2013
19
REDAZIONE: Via Nazario Sauro, 102 - 85100 Potenza - Tel. 0971.69309
Il business dei matrimoni continua ad andare a gonfie vele. E nascono anche nuove figure
Ecco chi non conosce crisi
Anche nel capoluogo c’è chi si affida all’esperienza del “Wedding planner”
RISTORANTE: da un minimo di 80 euro a un massimo
di 120 a persona. Fotografo professionista: dai 2.000
ai 3.500 euro. Abito: dai
1.000 ai 4.000 euro. Bomboniere: 5 euro a sacchetto
se si tratta solo di confetti,
massimo 20 euro se si tratta di un oggetto. Fiori: 500
euro, dai 30 ai 35 euro a ciotola. Inviti: il più costoso è
in carta d’Amalfi, 5 euro.
Segnaposti a tavola: 3 euro.
Acconciatura: 300 euro.
Trucco: 90 euro più 25 per
la prova. Trattamenti estetici: 200 euro.
E’ il lungo scontrino degli sposi potentini. Che lascia fuori la musica in sala
e in chiesa. Il noleggio
dell’auto, l’eventuale pernottamento in albergo la
prima notte di nozze e stravaganze varie tipo buffet
all’uscita della chiesa e simili. Il totale è di circa
40.000 euro.
Tant’è che qualche anno
fa il portale matrimoni.it,
in una sua inchiesta, metteva la Basilicata in testa
per le spese matrimoniali.
Si parlava già di crisi ma i
suoi effetti ancora non si
avvertivano. Oggi, nonostante le tasche vuote dei
lucani, la situazione resta
invariata. Forse la cinghia
si stringe un po’ ma solo su
alcune cose.
Sempre più spesso segnaposti, sacchetti e inviti
sono “fai da te”. Si rinuncia
al fiore in più. E forse anche
a una portata in più a tavola. Ma a certi lussi proprio
no.
L’abito da sposa, per
esempio, sembra assolutamente non aver subito la
scure della crisi. Rari i casi
in cui si riesce a riciclare
l’abito della mamma. Un
po’ per cultura, un po’ perché apportare modifiche a
volte può essere ugualmente costoso. Molto più
spesso, invece, si scelgono
gli atelier per abiti su misura.
Le richieste più stravaganti? Certamente quelle
sul modello dei royal, con
Kate Middleton tra le preferite, riprodotta nell’abito e
nell’acconciatura.
A dimostrazione dell’importanza che si continua a
dare all’abito da sposa, anche in termini di budget, è
la sempre maggiore affluenza alle sfilate delle fiere, come quella che si è svolta qualche giorno fa a Lagopesole, e l’attivismo di
determinati atelier, come
Emozioni di Luciana Pepe,
nel cuore della città.
Per il secondo anno consecutivo l’imprenditrice ha
invitato un esperto del settore abbastanza famoso
per permettere alla future
spose di avere consigli di
tutti i tipi. Quest’anno è
toccato al popolare Enzo
Miccio, wedding planner e
volto noto della televisione.
Quello del wedding planner è un profilo nuovo per il
capoluogo. Solo di recente
giovani creativi si sono
buttati in questa avventura. A quanto pare vincente.
Anna Martino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ESPERIENZA
Vittoriano Perris con Stratego
Cose da evitare
Un’invitata in abito bianco
Troppi fiori nei capelli
Scarpe colorate
Secondo abito
Cose da fare
«Sfato il mito che altrove
si organizza meglio»
Ecco il Made in Basilicata
Non accontentarsi
Avere un consulente di immagine
Far divertire gli ospiti, evitando momenti di noia
Una sposa nel suo sfavillante abito
A cena con gli Ambasciatori lucani. E c’è anche l’attacco a sorpresa
Stasera tornano i briganti
LA carovana del gruppo di musica etnopopolare Ambasciatori Lucani è pronta a
scaldare i motori per una serie di iniziative.
Sulla scia della riuscitissima manifestazione dello scorso anno, un drappello
di “AmbasciatoriLucani”, gruppo di
marketing territoriale e musicale, celati
tra i cespugli sotto il territorio della
Grancia, bloccherà con armi e costumi
briganteschiuna corriera di ignari Salentini, scortati, dopo la lettura di un appropriato editto, presso “La fattoria Sotto
il Cielo”, in quella che è stata battezzata e
riproposta come la cena del Brigante. Un
cocktail di emozioni gastronomiche del
tempo, ricercate ed organizzate da i divertiti coniugi Colizzi-Di Lorenzo, ormai
esperti nel trattare i “Briganti”. Ovviamente, la cena è aperta a tutti coloro che vi
vorranno partecipare. Tutto si svolgerà
alla luce delle sole fiaccole, e tutto il personale e proprietari della struttura saranno vestiti da briganti e contadini. La sala
sarà allestita con feticci del brigantaggio
con l’ormai scontata competenza della
sarta specializzata del settore, la signora
Antonella Agatiello e del coniuge.
Il gruppo musicale in costume, e questa volta strumenti musicali, eseguirà
un legato musicale, tra racconto e movimenti scenici, si rivivrà la nostra storia
tornando indietro nel tempo a circa 200
anni fa, storia ormai riconosciuta ed apprezzata nelle regioni circonvicine, anche per il merito di mamma Grancia che
ha fatto scuola. Chi vorrà, potrà prenotare il passaggio al Pantano con la Corriera
lucana musicata, delle autolinee Tesoro,
che iconografia sull’esterno ed amplificata l suo interno, condurrà i graditi
ospiti Potentini a tempo di musicae quindi allegramente. Le fermate previste sono: alle 19 presso il Bar Sant’Antonio La
Macchia, alle 19:10 al Waikiki caffè, alle
19,20 al Bar Santa Maria, alle 19:40 al
Bar EX Ospedale Verderuolo e alle 19:55
al Bar L'Incontro. Tuttavia vale la pena
prenotarsi al numero 346.2451506. Il
giorno dopo i nostri visitatori saranno
accompagnatia Potenza da guida specializzata, visiteranno ancora Brindisi Di
Montagna per le giornate medioevali.
Carmine Pepe
ULTIM’ORA
Un fumo acre nella zona industriale
ma c’è mistero sulla sua provenienza
INTORNO alle 20.30 di ieri sera un fumo acre ha avvolto tutta la zona industriale del capoluogo. Un odore fortissimo che in alcune aree - viale del Basento
ma anche via Nazario Sauro - ha reso
l’aria irrespirabile. Sicuramente un incendio alla base, ma difficile capire dove
siano divampate le fiamme: difficile anche per i Vigili del fuoco, allertati dalle
telefonate di diversi cittadini preoccupati. Una squadra ha perlustrato tutta
l’area non riuscendo però a trovar tracce utili. Qualche cittadino ha avanzato
l’ipotesi che possa trattarsi dei fumi della SiderPotenza, ma quella di ieri era
una serata senza vento: come è possibile
che i fumi della fabbrica siano arrivati
così lontano? L’unica certezza, per ora, è
quel forte odore di bruciato.
Vittoriano
Perris, il
wedding
planner
lucano, tra
due spose
QUALCHE anno fa non immaginava affatto
che davvero sarebbe riuscito a vivere con ciò
che amava fare. Poi un bel giorno, con 400
euro in tasca, ha deciso di provarci. Si è formato e poi, semplicemente, si è buttato. E’
così che nasce Stratego – Strategie di marketing e comunicazione, di Vittoriano Perris.
Vittoriano è un creativo pubblicitario. Dopo quattro anni di attività a Potenza e in Basilicata decide, un anno e mezzo fa, di dare
un’altra direzione alla sua passione: il wedding planner. In un periodo di crisi Vittoriano investe in uno dei
settori che nonostante le difficoltà
sopravvive. Il segreto, come lui stesso
racconta, non è tanto
nel fatto che in questo settore i prezzi
siano rimasti invariati. Gli abiti da sposa hanno raggiunto
anche i 6.000 euro di
spesa così come il
trucco sfiora i 600.
Le tasse sono aumentate, i fitti lo
stesso. Le aziende sono in difficoltà. A salvare la situazione ci
pensano le famiglie,
e non tanto in termini economici. Gli sposi festeggiano per loro.
Per i familiari. E quindi non si bada a spese.
Con lo scopo, tuttavia, di andare incontro
agli sposi e allo stesso tempo alle aziende che
gravitano nel settore viste le difficoltà del
momento, Vittoriano raggruppa 40 aziende lucane oculatamente scelte in un unico
consorzio che ha lo scopo di trasformare i
sogni in realtà.
Come funziona. Gli sposi vengono seguiti
in tutto l’iter di preparazione. Con un servizio navetta, il “wedding tour”, vengono portati in giro tra le aziende accreditate per scegliere ristorante, addobbi floreali, abito,
trucco, acconciatura, bomboniera, viaggio
di nozze. Qualsiasi cosa venga richiesta. Figure professionali come personal shopper,
make up artist, consulente di immagine e
arredatore conducono per mano gli sposi
verso un matrimonio che sia il più possibile
vicino ai propri gusti, lasciandosi consigliare e qualche volta, perchè no, osare.
«In un periodo di crisi – dice Vittoriano –
non diminuiscono i budget ma le idee». E
Vittoriano ne ha sempre una a portata di
mano.
Un gadget particolare, come la playing list da regalare agli invitati, o altro «l’importante è non fare troppo –suggerisce –perché
altrimenti si finisce per non curare il bello».
Sono gli sposi a proporre il budget in base al
quale il gruppo propone l’idea e la realizza.
A oggi, in un anno e mezza d’attività, ha realizzato matrimoni dai 25.000 (compreso
l’arredo) ai 90.000 euro. Nessun costo aggiuntivo per l’attività di weddin planner che
guadagna, invece, sulla percentuale di vendita. Tutto firmato made in Basilicata.
«Spesso la gente pensa di andare fuori per
risparmiare, con i nostri pacchetti dimostriamo che è l’esatto contrario».
Gli sposi, infatti, vengono agevolati con
uno sconto presso le aziende di Stratego, pari al 70 per cento sulla spesa complessiva.
Prossimo passo, la realizzazione di un piccolo centro commerciale dove gli sposi potranno incontrare le aziende tutte insieme e cominciare a condividere con loro il proprio
sogno.
an. mart.
Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013
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22 Potenza
Pubblichiamo un articolo tratto dal Corriere della Sera: la lealtà che manca a Vigili e Comuni
Venerdì 25 ottobre 2013
Se il cittadino diventa un pollo
Manuale di sopravvivenza per non farsi spennare dalle continue multe
MI è capitato l'altro giorno di ricevere una contravvenzione dai vigili urbani in via del Gallitello a Potenza. Ero appena rientrata dalla trasmissione andata in onda a Trm,
avevo fretta di rientrare al giornale. Arrivata in redazione mi sono accorta di aver dimenticato gli occhiali. Sono
tornata indietro. Nel saliscendi non ho messo la cintura
di sicurezza, meno di un chilometro a 20 m all'ora. Alt dei
vigili: ho chiesto comprensione, spiegando che stavo lavorando come loro aggiungendo che le regole, a mio avviso, devono essere applicate con buon senso. Tra l'altro
quasi cento euro dal proprio reddito di questi tempi non è
per nulla piacevole. E' andata peggio a un altro collega
che, alle tre di notte, ha accompagnato un amico attraversando via Pretoria: l’agguato alla ztl (a che serve di notte?) gli ha procurato 500 euro di sanzione. A parte i punti
sulla patente. Intransigenza o valutazione che tenga conto degli spazi della città, del tipo di infrazione, delle conseguenze economiche del tartassamento dei vigili che diventa spesso vessatorio? Vi offro questa lettura di un articolo del Corriere della sera di ieri. Esattamente quello
che avrei voluto scrivere io. Sono in buona compagnia
(l. s.)
di GIANGIACOMO SCHIAVI
I CITTADINI multati, tartassati, ingiustamente spremuti che aspettano la sentenza
sui «furbetti del semaforino», quelli che a Segrate taroccavano i tempi di attesa
agli incroci, avranno certamente incorniciato la requisitoria del pm Alfredo Robledo contro politici, funzionari
e imprenditori uniti in un
cartello truffaldino: usare il
cittadino come pollo da spennare per arricchimenti personali, «con un’inequivocabile volontà dell’amministrazione comunale di fare
cassa». Se non l’hanno fatto
possono appuntarsi solo le
parole che danno conferma a
una sensazione diffusa: fare
cassa. Attorno alle multe, doverosamente date a chi infrange le regole, c’è anche
l’esempio negativo di uno
Stato che «per fare cassa» diventa un nemico: della buona fede, del buon senso, della
buona amministrazione.
In tempi di fiducia vacillante la questione delle multe non è laterale: indica un
rapporto alterato tra istituzioni e cittadini, alimentato
da rancori e paradossi burocratici. Pagare due volte una
semplice infrazione per il
versamento fatto in ritardo,
per esempio, fa parte dell’atteggiamento punitivo che da
tempo accompagna il rapporto tra automobilisti, vigi-
Vigili urbani con il temuto libretto delle contravvenzioni
li e Comuni. Una volta bastavano gli interessi di mora,
adesso si va di raddoppio in
raddoppio. Oppure: veder
triplicato l’importo di una
multa per non aver letto quel
che sta scritto a caratteri invisibili sul retro di un normale bollettino, e cioè presentarsi al comando per verificare chi ha effettivamente lasciato l’auto in sosta vietata,
appare come una pura e semplice vessazione: potrebbe
essere corretta, con una formula un po’meno sleale per il
cittadino che comunque ha
già pagato la normale contravvenzione.
È doveroso fare tutto il possibile per ridurre l’indisciplina sulle strade e sono sempre
troppi gli automobilisti che
violano le norme. Ma servono anche lealtà e semplificazioni burocratiche per evitare titoli come questo, «Come
sopravvivere a un’ingiustizia», fornito da un lettore del
Corriere inchiodato dal multavelox a San Vincenzo, provincia di Livorno. Il suo racconto è la spia di un rapporto
incrinato che comincia a metà giugno e dura ancora oggi. Riceve una raccomandata. Eccesso di velocità sulla
superstrada per San Vincenzo. Può essere, pensa. Da Milano era diretto all’Elba ed
era fuori di 3 chilometri rispetto al limite consentito,
110 orari. Il multavelox non
perdona: sono 37 euro. È un
legalitario e paga subito.
Due giorni dopo altra raccomandata, stessa intestazione: corpo di polizia municipale di San Vincenzo. C’è un
altro eccesso di velocità:
identico tratto, direzione inversa. Sempre 3 chilometri
oltre il consentito. Altri 37
euro di multa. Possibile questa precisione millimetrica?
Il lettore guarda il foglio ricevuto: è un prestampato, tipo ciclostile. Così s’intigna:
sospetta che dietro la procedura adottata dal Comune ci
sia un eccesso persecutorio.
Non è che questi hanno deciso una mattanza a tavolino?
Va sul sito e clicca per trovare la foto che documenta l’infrazione. C’è la sua auto, ma
non è indicata la velocità.
Possibile? Decide di ricorrere al giudice di pace di Piombino e aspetta la notifica per
la convocazione. Un mese dopo, eccola. Deve pagare i 37
euro di multa più altri 8 di
bollo.È lalegge. El’udienza?
Fissata per fine novembre,
alle 9.45. Con quale criterio,
si domanda. Vengo da Milano, per essere lì a quell’ora
devo partire alle 5 di mattina.
In auto, perché non ci sono
treni diretti. E i costi di quella che considera un’ingiustizia, carburante, autostrada,
spuntino? Se parte il giorno
prima c’è anche l’albergo. E
la giornata di lavoro persa?
Per evitare una multa di 37
euro ne deve spendere almeno 300. Ne vale la pena? Beh,
solo un matto può dire di sì. Il
cittadino lettore è un po’matto: ci proverà, consapevole di
fare un buco nell’acqua, perché ogni paradosso della burocrazia in Italia diventa un
intoccabile tabù.
È l’insieme di questi paradossi ad alimentare sfiducia
e diffidenza nei cittadini, la
slealtà di cui parla il pm Robledo che ha smascherato la
truffa del T-red di Segrate, il
semaforo tarato per le multe
a grappolo che ha portato gli
incassi del Comune da 700
mila a 2 milioni e quattrocentomila euro. C’è un famelico
assalto dei Comuni alle tasche dell’utente, ma c’è anche un’Italia che si sente inutilmente vessata: non fa il gesto dell’ombrello come Maradona, chiede solo di distinguere tra furbi e legalitari e
di non essere riserva di caccia. E i vigili? Le direttive sulle multe sono diventate politiche: loro eseguono. Fanno
quel che i superiori dicono di
fare. Fare cassa. Se certe
multe, triplicate a causa di
una scritta che bisogna cercare con la lente, avessero un
avviso stampigliato come si
fa con le sigarette («Attenzione, rischia pesanti sanzioni») il cittadino sarebbe correttamente avvertito e le sue
tasche ne avrebbero un beneficio. Ma i Comuni incasserebbero di meno. Chi governa deve scegliere da che parte stare. Se va avanti a stare
dalla parte della cassa, ed è
sleale, rischia di perdere il
cittadino.
25.10.2013 N. 460
PAG. 8
Comune di Matera
Provincia di Matera
a
Provincia di Potenz
Basilicata Mezzogiorno
a
Comune di Potenz
i sassi, primo sito del sud
patrimonio unesco
incantevole luogo d’arte
da visitare e ammirare
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