Quotidiano Regione Basilicata inserto di www.basilicatanet.it Anno 3 Numero 460 del 25/10/2013 Reg. N°268/1999 Tribunale di Potenza. Editore: Regione Basilicata - Via V. Verrastro 6 - 85100 Potenza. Direttore: Giovanni Rivelli - Telefono 0971.668145 - Fax 0971.668155 Un bando destinato alle famiglie che versano in condizioni disagiate Servizio idrico, aiuti sui costi sostenuti Per gli utenti del Servizio idrico integrato con un basso reddito Isee Un contributo sui costi sostenuti per la fornitura di acqua a uso domestico, relativi all’anno 2012: lo si può ottenere facendo domanda al bando appena pubblicato dal Commissario del Servizio idrico integrato (ossia l’ex Aato Basilicata). E’ rivolto ai nuclei familiari che versano in condizioni di disagio economico e hanno i requisiti per ricevere un intervento per la riduzione dei costi relativi all’acqua. Potenziali beneficiari, gli utenti del Servizio idrico integrato residenti nei Comuni della Basilicata, i cui nuclei familiari abbiano un indicatore Isee (per il 2012) non superio- Consorzio Alta Val d’Agri, in arrivo fondi regionali re a 7.500 euro, oppure a 8.500 euro per i pensionati o, infine, a 20.000 euro per i nuclei familiari con più di 3 figli a carico. Nel caso di utenze condominiali, con un unico contatore, occorre allegare apposita dichiarazione dell’amministratore o capocondomino, attestante le somme pagate, per l’utenza idrica nel 2012. Il bando è aperto anche agli eredi conviventi di utenti deceduti nel corso degli anni 2012 e 2013 che non abbiano ancora provveduto a volturare il contratto di fornitura. Il contributo va dai 32 euro per i nuclei di una persona ai 320 per le famiglie di 10 persone (30 euro in più per ogni membro oltre i dieci). Così come è stato indicato nell’apposita tabella, l’aiuto economico sarà scomputato sulla prima fattura utile che Acquedotto lucano Spa emetterà nell’anno 2014, e non potrà in ogni caso, essere superiore ai costi sostenuti per la fornitura nell’anno 2012. Per leggere la copia integrale del bando si può andare ai portali internet del Sistema idrico integrato (www.atobasilicata. it; per rintracciare il documento basta scorrere la pagina principale) oppure di Acquedotto lucano Spa (www.acquedottolucano. it, il bando è nella pagina principale). (bm3) Poliambulatorio Madre Teresa Una fotografia per fermare subito la retinopatia Diabete, il progetto ReAD a Potenza e Venosa Nell’ambulatorio diabetologico del poliambulatorio Madre Teresa di Calcutta di Potenza sarà possibile effettuare in pochi minuti, nel corso delle visite diabetologiche, la fotografia della retina a tutti i pazienti diabetici inviando automaticamente le immagini all’oculista, che richiama così solo i pazienti patologici per effettuare le indagini diagnostico terapeutiche di secondo livello. Questo perché l’ambulatorio e l’Unità operativa complessa di oculistica dell’Asp - Centro di oculistica dell’ospedale di Venosa sono stati selezionati per il progetto Nazionale ReAD (retine e Diabete). Così sarà possibile effettuare uno screening di massa alla popolazione diabetica, cui viene valutata l’eventuale presenza di retinopatia già nel corso della visita diabetologica, evitando loro richieste di visite oculistiche non necessarie (con conseguente attesa per la prenotazione e spostamenti in altre sedi. Si abbattono inoltre i carichi di lavoro e le liste di attesa dei reparti oculistici selezionando i pazienti alla fonte con un impatto positivo su risorse ed organizzazione dei reparti stessi di oculistica, favorendo l’appropriatezza della prestazione. Il diabete è attualmente la principale causa di cecità. (bm3) “Menopausa: Incontriamoci e parliamone” Le risorse serviranno a superare alcune criticità Al via il progetto Asp nei consultori Un decisivo intervento è stato messo in campo dalla Regione Basilicata: sono stati predisposti, infatti, gli atti per il trasferimento di risorse finanziarie al Consorzio di bonifica dell’Alta Val d’Agri. I fondi potranno sbloccare alcune criticità, fra cui la situazione di stallo riguardante l’erogazione degli stipendi. La Regione Basilicata, dopo aver esaminato la documentazione presentata relativamente a vari progetti, si sta muovendo, quindi, per consentire il trasferimento materiale delle risorse nei prossimi giorni. Ha preso il via a Santarcangelo l’attività realizzata dai Consultori di Potenza e Villa D’Agri rivolta alle donne in età perimenopausale. Il progetto prevede incontri interattivi in cui vengono affrontati i diversi aspetti della menopausa. Presso i consultori familiari di Santarcangelo, Villa D’Agri, Marsiconuovo e Corleto Perticara potranno essere effettuati bilanci di salute. Per informazioni è possibile telefonare ai consultori, i recapiti telefonici sono sul sito aziendale www.aspbasilicata. it Obiettivo del progetto: la prevenzione delle patologie correlate alla menopausa quali le malattie cardiovascolari, la sindrome dismetabolica, l’osteoporosi, il malessere psichico. Una mano tesa a chi lascia casa per cercare qui in Basilicata una vita migliore e più sicura Mentre il commercio è in crisi c’è un settore che va molto bene: il business dei matrimoni Progetto candidato da Tolbà e Il Sicomoro di Matera ai finanziamenti dello Sprar E anche a Potenza c’è chi si affida alle cure del “wedding planner” Sostenere accoglienza e integrazione dei migranti, in particolare di quelli che fuggono da situazioni in cui vivere (e anche sopravvivere) è difficile. Questo il senso di un progetto che le associazioni di Matera “Tolbà” e “Il Si- Tra i consigli che i “weddin planner” (letteralmente, “pianificatori di nozze”) danno c’è quello di “non accontentarsi” e “far divertire gli ospiti senza cedere alla noia”. Per seguire questi consigli, non bisogna badare a spese. comoro” hanno candidato ai finanziamenti che passano attraverso lo Sprar, ossia il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il piano dovrebbe avere durata triennale a cominciare dal 2014. La Gazzetta del Mezzogiorno Ed ecco perché il business dei matrimoni non conosce la crisi che paralizza l’economia mondiale: la scusa ufficiale è che “avviene una volta sola nella vita”. E dunque, bando al risparmio, si spenda quel che si deve. Il Quotidiano della Basilicata Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013 PAG. 2 BASILICATA PRIMO PIANO I V Venerdì 25 ottobre 2013 IL CASO RELAZIONI «PERICOLOSE» MILLANTERIE Massimiliano Colangelo millantava con il boss calabrese Femia amicizie tra i giudici della Corte di Cassazione 400MILA EURO PER LA SENTENZA L’acconto da 100mila euro è stato incassato Colangelo pretendeva il saldo da 300mila nonostante la condanna del boss Da Pietragalla a Roma per fare un «piattino» al boss della ’ndrangheta FABIO AMENDOLARA l Fece credere al boss della ’ndrangheta che poteva aiutarlo ad aggiustare il processo che lo preoccupava. Massimiliano Colangelo di Pietragalla è tra gli arrestati (ai domiciliari) nell’ambito di un’inchiesta su millantate amicizie in Cassazione. L’accusa: «Millantato credito». Con lui sono stati arrestati a Roma - su ordine del giudice per le indagini preliminari di Bologna - anche Teresa Tommasi, funzionaria della Corte di cassazione e Nicola Paparusso, ex carabiniere, produttore televisivo e consigliere legislativo di Sergio De Gregorio (ai tempi della presidenza della commissione Difesa). Secondo la ricostruzione della procura di Bologna, alla fine del 2011, Colangelo e Paparusso durante un incontro in un hotel di Imola, fecero credere a un boss legato alla ’ndrangheta, Nicola Femia, di poter ammorbidire la condanna a 23 anni e 4 mesi di reclusione inflittagli dalla corte d’appello di Catanzaro per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. In realtà - emergerebbe dalle intercettazioni telefoniche - era solo un bluff. L’idea dei due era quella di tentare di portar via un po’ di soldi al boss. Una truffa. Paparusso e Colangelo chiesero a Femia 400mila euro per sistemare la faccenda tramite le loro conoscenze e riuscirono a farsi anticipare 100mila euro con la promessa di ricevere i restanti 300mila una volta aggiustata la sentenza. Nell’affare Teresa Basilicata Mezzogiorno CASSAZIONE Gli indagati millantavano conoscenza con i giudici della Suprema corte . Tommasi - secondo l’accusa sarebbe stata il braccio di Paparusso e Colangelo nelle stanze della Suprema corte. Quando a febbraio 2012, però, la Cassazione emette la sua sentenza, che annulla solo parte della condanna, rinviando in appello gran parte delle accuse, il boss Femia rimane deluso. E in un sms inviato a un suo collaboratore non nasconde il disappunto nei confronti di coloro che avrebbero dovuto far annullare le sue condanne: «Farci prendere per i fondelli no. A me hanno proposto l’annullamento per delle cose e per delle altre ancora rischio da 8 a 20 anni». E ancora: «Massimiliano ha sbagliato di grosso (…) a oggi non ho più 23 anni, ma ne ho certo 10 o 15 che la Cassazione ha confermato. Da amico fraterno tu al mio posto cosa faresti?”, è lo sfogo del boss che vuole indietro il suo acconto. E scrive direttamente al pietragallese: «Ti do tempo entro il 20 di questo mese a te e a Guido, dopo di che agisco diversamente e ti pentirai di brutto e dopo me li torni con gli interessi». Colangelo e Paparussso invece insistono: vogliono i restanti 300mila euro. La vicenda nasce nell’ambito della maxi-inchiesta «Black Monkey» della Guardia di finanza che il 25 gennaio aveva portato a 29 or- dinanze di custodia per reati associativi legati alle «videoslot» un sodalizio di cui Femia era considerato il vertice. Di lui, tra l’altro, emerse che in una telefonata con un altro arrestato, Guido Torello, si riferiva con toni minacciosi al giornalista della Gazzetta di Modena Giovanni Tizian, da allora sotto protezione. La Procura di Bologna, dopo una serie di accertamenti, ha indagato i tre per millantato credito proprio perché hanno ricevuto del denaro promettendo aiuti nel giudizio di fronte alla Suprema corte. Aiuti che, però pare sia provato dalle indagini - non sono arrivati. I giudici della Suprema corte non sarebbero neanche stati contattati. Dalle stesse indagini è emerso che, proprio come per il caso di Femia, Colangelo, Paparusso e Tommasi avevano intenzione di fare un «pacco» anche a un esponente legato alla camorra. L’operazione dell’altro giorno, però, pare l’abbia sventato. L’INCHIESTA Parte tutto dai videopoker Ieri chiuse le indagini Tra gli indagati un altro potentino: Luigi Tancredi l Chiusa ieri anche l’operazione Black Monkey. L’ipotesi: associazione a delinquere di stampo mafioso (per 24 posizioni), estorsione, violazioni di una serie di leggi sul gioco, intestazioni fittizie di beni e altri reati. Si tratta di un’inchiesta seguita dalla Guardia di finanza di Bologna che a gennaio aveva portato a 29 ordinanze di custodia cautelare. Al vertice dell’organizzazione che faceva profitti con il gioco illegale on line e con le slot manomesse, secondo gli inquirenti (pm Francesco Caleca), c’è Nicola Femia, 52 anni, residente nel Ravennate, ritenuto legato a organizzazioni ’ndranghetiste e attualmente in carcere. Nell’inchiesta era finito anche un imprenditore potentino che da tempo però si è trasferito a Roma: Luigi Tancredi, titolare di società che si occupano di giochi online di scommesse (poi finito anche in un’indagine della Squadra mobile di Potenza). Gli atti dell’inchiesta contengono numerose trascrizioni di intercettazioni telefoniche che riguardano proprio Tancredi. Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013 PAG. 3 Basilicata Mezzogiorno POTENZA CITTÀ I VII Venerdì 25 ottobre 2013 SOS AMBIENTE LE STAZIONI DI TRASFERIMENTO NESSUNA «VAGLIATURA» DEI RIFIUTI I rifiuti sarebbero finiti nelle discariche senza la «vagliatura» prevista per legge, ma gli enti pagavano lo smaltimento a prezzo pieno LA «TRUFFA» Compensi annui di circa 4,5 milioni di euro sarebbero stati percepiti dagli enti locali per smaltire i rifiuti solidi urbani Udienza preliminare per «Monnezzopoli» POTENZA QUATTRO MESI AL COLONNELLO Non denunciò ritrovamento di una pistola Condannato La Procura chiede il rinvio a giudizio per i 12 indagati dell’inchiesta sulle discariche l Per la Procura - che chiede il rinvio a giudizio degli indagati si tratta di una truffa con risvolti ambientali. Un sistema di connivenze, silenzi e negligenze scoperto dai carabinieri del Noe (l’inchiesta è stata coordinata dai pm Francesco Basentini e Sergio Marotta) e che portò anche all’arresto di cinque persone. Tutto ruota attorno al pianeta discariche: compensi annui di circa 4,5 milioni di euro, percepiti dagli enti locali, per smaltire rifiuti solidi urbani senza trattarli prima del conferimento. In sostanza, incassavano i soldi pubblici per garantire la «vagliatura» dell’immondizia, vale a dire il processo di separazione e parziale recupero dei rifiuti (inerti, metalli e frazione organica) allo scopo di ridurre la quantità di materiale da depositare in discarica. Operazione che, secondo l’accusa, non è stata mai fatta. Ieri mattina è cominciata l’udienza preliminare per i 12 indagati. La vicenda si è svolta tra ottobre 2010 e dicembre 2011. Tra gli indagati c’è Giovanni Agoglia, di Savoia di Lucania, responsabile del centro di trasferenza di Tito, Giovanni Castellano, di Matera, titolare dell’azienda che gestiva la discarica di Salandra, Cosimo Guida, di Policoro, titolare dell’azienda che gestiva la discarica di Tricarico, Gaetano Papaleo, di Lagonegro, uno dei responsabili della discarica di Lauria, Bruno Longo, di Policoro, impiegato nella discarica di Tricarico. I rifiuti venivano raccolti nei 28 comuni del Potentino, tra cui il capoluogo, che fanno parte del «Bacino centro», e trasportati nel centro di trasferimento di Tito. L’iter previsto dalla legge imponeva, quindi, la separazione dell’immondizia e la vagliatura, cosa che invece non avveniva, poichè tutto veniva portato «tal quale» nelle discariche lucane, con un falso codice che avrebbe dovuto attestare il trattamento. I contributi dagli enti locali venivano però regolarmente percepi- ti. Per altre cinque persone è stato disposto l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria, e per due il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. L’intera vicenda ha risvolti di natura ambientale. Lo scrive il gip Tiziana Petrocelli nell’ordinanza di custodia cautelare: «Rifiuti, immessi in discarica senza alcuna vagliatura, vengono stoccati e riversati unitamente a tutti i materiali ferrosi e comunque tossici mischiati con il rifiuto fin dall’origine. Il rischio di un inquinamento del suolo e della falda circostante alle discariche è un fattore di probabile se non certo realizzo». [fab.ame.] PM Francesco Basentini [foto Tony Vece] IL CASO ASSEGNI «CONTRAFFATTI» PER 60MILA EURO IN CAMBIO DELLA COLLEZIONE DI OROLOGI DI PREGIO «Pacco» al collezionista di Rolex: a giudizio Luca Lancieri e Sergio Rutella accusati di «truffa». Il processo comincerà a febbraio l Per la Procura gli hanno «soffiato» la sua collezione di orologi di pregio rifilandogli assegni contraffatti. Una truffa. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Potenza ha rinviato a giudizio i due imputati: Luca Lancieri, 49 anni, di Potenza, commerciante, difeso dall’avvocato Gianpaolo Carretta, e Sergio Rutella, 49 anni, assicuratore, di Potenza, difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Marina Rizzo. L’accusa: «Con artifici e raggiri hanno offerto alla parte offesa (rappresentata dall’avvocato Rocco Perrotta, ndr), in pagamento della collezione di orologi di pregio che acquistavano da lui, assegni contraffatti». In cosa consiste la contraffazione? Secondo il pm Gerardo Salvia alcuni assegni «recavano la firma apocrifa di Domenico Lancieri (padre dell’imputato)». Di quegli assegni - dall’importo di quasi 60mila euro - i due imputati «assicuravano la genuinità e la copertura». In particolare «Rutella - secondo l’accusa - li consegnava materialmente alla parte offesa e contestualmente contattava a telefono Lancieri, il quale rassicurava il venditore sul fatto che i titoli gli erano stati consegnati dal padre e che non vi sarebbe stato alcun problema a in- TRIBUNALE Il palazzo di giustizia di Potenza cassarli, inducendo in errore la parte offesa sulla loro solvibilità e sulla regolarità». I due imputati si sono procurati così 17 orologi di pregio, 13 dei quali di marca Rolex. Ma anche un Audemars Puguer, un Tag Heurer, un Tudor e un Iwc. I fatti risalgono al 2009, quando il negozio di Lancieri, un bazar all’angolo del palazzo di città (vendeva cravatte di qualità e profumi ricercati), era ancora aperto. L’inchiesta sulla truffa di Lancieri e Rutella - condotta dai carabinieri dell’aliquota di polizia giudiziaria del tribunale di Potenza - si incrociò con un’indagine su un giro di rolex falsi che in quel periodo erano stati diffusi a Potenza. Quelli «soffiati» alla vittima della truffa, però, erano tutti veri e certificati. Una delle informative giudiziarie contiene il racconto di una seconda vittima. L’assegno scoperto - che l’uomo sostiene, durante la sua audizione davanti ai carabinieri, di aver ricevuto - ammonta a oltre 16mila euro. Sarà uno dei testimoni dell’accusa al processo. La prima udienza è fissata per il 3 [fab. ame.] febbraio. UFFICIALE Antonio Massaro [foto Tony Vece] l Non denunciò subito alla Procura che nel bunker della sezione di polizia giudiziaria che all’epoca comandava c’era una Beretta calibro 22 con matricola cancellata. Il colonnello Antonio Massaro è stato condannato ieri mattina dal giudice del Tribunale di Potenza Natalia Catena a quattro mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) e al pagamento delle spese processuali. Il Procuratore facente funzioni Laura Triassi aveva chiesto una condanna a due mesi. Nel corso dell’arringa però aveva usato parole molto dure nei confronti del colonnello, presente all’udienza. L’ufficiale, secondo l’accusa, avrebbe dovuto denunciare immediatamente alla Procura il ritrovamento di quell’arma, la cui provenienza è ancora oggi misteriosa e non è stata accertata. Il colonnello Massaro, negli atti dell’inchiesta che lui stesso ha condotto subito dopo il ritrovamento della pistola, parla di «gestioni passate poco accorte». Ma a cosa serviva quella pistola con matricola abrasa? E chi era il proprietario? Quell’arma apparteneva a uno dei carabinieri. Perché, come spiega il colonnello Massaro negli atti d’indagine, «il bunker è dotato di una porta d’accesso in ferro assicurata con poderosa serratura che attiva un fermo a diverse mandate. Di fatto si tratta di un locale da considerare di massima sicurezza». Nessun estraneo poteva accedervi. L’errore del colonnello (difeso dall’avvocato Sergio Lapenna)? Un’omissione. Che gli è costata una condanna a quattro mesi. [fab. ame.] Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013 PAG. 4 Basilicata Mezzogiorno E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Basilicata 17 Venerdì 25 ottobre 2013 Respinte quasi tutte le richieste del pm, no a un nuovo sequestro dei beni dei signori della birra Niente fallimento per i Tarricone “Azzoppato” l’impianto dell’accusa, resta solo il capitolo dell’espatrio di “Morena” POTENZA - Nessuna dichiarazione di fallimento, tantomeno un nuovo sequestro di beni. Resta sospeso soltanto un capitolo di tutta la vicenda, ma a breve dovrebbe pronunciarsi la Cassazione e si capirà meglio che ne sarà. Sono state depositate mercoledì le decisioni del collegio fallimentare del Tribunale di Potenza sul caso dei fratelli Tarricone di Muro Lucano, sotto inchiesta per una presunta maxi-frode da almeno una trentina di milioni a fisco e fornitori delle loro società. In realtà gli atti riportano la data del 10 ottobre perciò sarebbero occorse quasi due settimane soltanto per il loro deposito. Poco o nulla rispetto all’anno occorso da quando la procura aveva chiesto la dichiarazione di fallimento di Birra Morena e Drive Food & Drive Beer Franchising srl. Lungaggine che ha suscitato un certo malumore sia da parte degli inquirenti, che a un certo punto “esasperati” hanno dissequestrato le quote societarie che essi stessi avevano fatto bloccare.Sia daparte deisignori della birradi MuroLucano,alleprese inparticolare conle banche,per nonparlare deilavoratori (oltre 200 nelle aziende del gruppo) che attendono di sapere che ne sarà di loro. Il collegio del Tribunale composto dal presidente Lanfranco Vetrone, Giuseppe Losardo e il relatore-delegato Luigi Barrella ha accolto in massima parte le tesi della difesa (del vasto collegio difensivo hanno fatto parte anche numerosi avvocati potentini come Bonito, Cimadomo, Lebotti e Pace). Di fatto è stata respinta l’istanza di fallimento per Drive Food & Drive Una pattuglia della Finanza Beer Franchising srl, all’ingresso del Tribunale considerata il cuore del gruppo, e quella di un nuovo sequestro dei beni dei 5 fratelli, arrestati a febbraio e scarcerati dopo 15 giorni dal Riesame, che ha disposto anche la restituizione del loro patrimonio. Quanto invece all’istanza di fallimento nei confrontidi Birra Morena sagl,che prima di espatriare in Svizzera si chiamava soltanto Birra Morena srl, il Tribunale non ha respinto le richieste del pm Sergio Marotta, ma ha disposto la sospensione del processo in attesa che la Cassazione decida se la competenza spetta ai magistrati italiani o ai colleghi elvetici. I fratelli Tarricone sono accusati di aver architettato e messo in movimento per anni, un complesso meccanismo di «scatole cinesi», con la creazione di 40 società usate per il classico «gioco delle tre carte»: aperture e chiusure repentine, compravendite fittizie di beni aziendali, concentrazione di debiti nella bad company di turno e trasferimento finale in Svizzera, dove la legislazione sulla bancarotta è molto più morbida. Ma adesso, senza una dichiarazione di fallimento, sarebbe quasi impossibile ipotizzare nei loro confronti reati più gravi come quelli di bancarotta, motivo per cui le accuse potrebbero essere degradate a ipotesi più lievi di truffa e frode fiscale. [email protected] Federico Vito e Carlo Tarricone IL COMMENTO DEL PRESIDENTE «Nessuno scontro, c’è soltanto dialettica» Vetrone sulle lungaggini nella procedura: «La sezione è sotto organico» «NESSUNO scontro all’interno della sezione fallimentare, soltanto dialettica sul un problema di carenza di organico che affligge non solo la sezione falimentare tutto il Tribunale». E’ l’amara constatazione a al Quotidiano della Basilicata di Lanfranco Vetrone, presidente del Tribunale di Potenza. Vetrone non si è sottratto a un commento su quanto pubblicato a pagina 11 del 15 ottobre 2013 in relazione al ritardo accumulato per decidere dell’istanza di fallimento delle società dei fratelli Tarricone presentata dalla Procura. Nell’articolo, intitolato “Scontro sul caso Tarricone: il giudice relatore scrive al presidente del Tribunale e lamenta problemi interno all’ufficio”, si faceva menzione anche di una lettera inviata dal magistrato relatore della , Luigi Barrella, che è assegnato in pianta stabile alla sezione fallimentare, al presidente del Tribunale e del collegio investito della vicenda specifica. Nella lettera venivano sottoposti a Vetrone i problemi della sezione fallimentare che impedirebbero la gestione ottimale dell’ufficio col risultato che i fascicoli più importanti si accumulano in attesa di una decisione. Incluso - fino all’altroieri - un caso più unico che raro come quello delle aziende dei fratelli di Muro e del debito da una trentina di milioni di euro delle loro società con il fisco e alcuni fornitori. Soltanto ordinaria amministrazione, secondo Vetrone. Per quanto davvero un po’ triste. [email protected] Il presidente del Tribunale Vetrone Estratto da: La Gazzetta del Mezzogiorno - 25.10.2013 PAG. 5 MATERA CITTÀ I XI Venerdì 25 ottobre 2013 SOLIDARIETÀ Basilicata Mezzogiorno DOVREBBE PARTIRE NEL 2014 ESPERIENZA NEL SETTORE Il programma è stato candidato a finanziamento al Sprar da «Il Sicomoro» e «Tolbà» che sono referenti del Comune Un progetto triennale per trenta migranti L’obiettivo è di sostenere l’accoglienza e l’integrazione ENZO FONTANAROSA l Saranno trenta i migranti destinatari di un progetto triennale che dovrebbe partire nel prossimo anno. Il programma è stato candidato a finanziamento attraverso il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) dall’associazione onlus “Tolbà” e dalla cooperativa sociale “Il Sicomoro”. Si tratta di due realtà materane operanti nel terzo settore che dal 2000 sono i referenti del Comune a supporto degli interventi di accoglienza integrata dei migranti attraverso, appunto, lo Sprar. In pratica, a complemento delle azioni basilari di distribuzione di vitto e alloggio, attuano misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento dei migranti. Del progetto se ne è parlato nel corso di un incontro svoltosi ieri nella sede di “Tolbà” al quale sono intervenuti, oltre il presidente della onlus materana Graziella Cormio, anche il responsabile de “Il Sicomoro” Michele Plati, l’assessore comunale alle Politiche sociali Simonetta Guarini e collaboratori dei due sodalizi. Il progetto vuole fornire risposte concrete e organiche con l’insegnamento della lingua italiana, tirocini formativi per adulti e attività scolastiche per minori. «Di fondo c’è la nostra partecipazione all’iniziativa di “Meltin Pot Europa” – ha detto Cormio –. È un progetto di comunicazione indipendente per . L’INCONTRO Un momento della riunione svoltasi nella sede di Tolbà [foto Genovese] la promozione dei diritti di cittadinanza, che mira a un grande “canale umanitario” per dire basta alla vicenda dei migranti, tenendo alta l’attenzione su quei drammatici viaggi che si consumano nel Mediterraneo. Non è più tollerabile che se ne parli solo quando accadono eventi gravi come quello che il 3 ottobre scorso si è consumato al largo di Lampedusa». Anche in queste ore continuano gli sbarchi e gli avvistamenti nel Canale di Sicilia di barconi carichi di uomini e donne d’ogni età. Non migrano per motivi economici: per lo più fuggono da guerre e persecuzioni, ingiustizie e violenze. Cercano su una sponda amica un futuro per loro e i figli. Anelano libertà, democrazia e be- nessere. Affidano i loro destini a personaggi senza scrupoli e su fragili natanti affrontano un mare che può riservare sorti funeste. Molte tragedie resteranno ignote o dimenticate, così come i nomi delle vittime che con la vita pagano il prezzo più alto. Sul tema dell’immigrazione e dei rifugiati, lo stesso Sprar sta adattandosi ai mutati flussi migratori che vedono l’Italia, attraverso la sua estrema propaggine Lampedusa, la “porta” per l’Europa. E così, per concorrere a risolvere almeno in parte i problemi relativi all’accoglienza dei richiedenti asilo, ha ampliato il sistema dagli attuali 3mila posti portandoli a 16mila. Importante è anche la sinergia tra l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) e l’Associazione nazionale dei Comuni (Anci). In tal senso, quello di Matera, «per la sua esperienza, potrebbe avere un ruolo di guida nei confronti degli altri del nostro territorio», ha suggerito Cormio. Mentre per Plati, l’idea «della candidatura a Capitale europea della Cultura 2019 è quella di un traguardo che va ben oltre quella meta, che è quello di cambiare mentalità, puntare a una multiculturalità a 360 gradi». Sul cambiamento culturale si è espressa anche Guarini: «In città c’è ormai la seconda, se non la terza generazione dei migranti che sono giunti nel passato. Sono nostri concittadini, dunque la piena integrazione va vista come una risorsa». LOTTERIE IN UNA RICEVITORIA DI VIA GRAVINA UN’ALTRA VINCITA CHE, IN TEMPO DI CRISI, È UNA BELLA BOCCATA DI OSSIGENO COMUNE SI È SVOLTA LA PRIMA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE Due quarantenni vincono oltre 300 mila euro ad una slot machine Regolamento urbanistico per la sua adozione compiuto il primo passo La fortuna colpisce ancora LA SORTE BENEVOLA Francesco Lisurici, uno dei titolari del New Slot Cafè, mostra il tagliando che attesta la vincita dell’altra sera. Non è la prima volta che nel locale si vincono somme importanti [foto Genovese] CARMELA COSENTINO l La Dea Bendata colpisce ancora e questa volta lo fa in grande stile regalando a due giovani una vincita di oltre 346 mila euro alla slot machine. Il tutto è accaduto l’altra sera, intorno a mezzanotte e mezza, nella zona Paip. Si è festeggiato al New Slot Cafè dei fratelli Lisurici, titolari del bar ricevitoria in via Gravina, dove molte volte si sono registrate vincite notevoli. Come ad esempio la vincita di un milione di euro avvenuta alcuni anni fa, con una Gratta e Vinci da 10 euro. Nello stesso periodo si sono succedute altre vincite felici, come quella da 235 mila euro ottenuta con un sistema del Superenalotto e una da 500 mila euro grazie, ancora una volta, a un Gratta e Vinci, un Miliardario da 5 euro. Ed oggi, nel 2013, la ruota della fortuna continua a girare nella città. «Un mese fa – racconta Francesco Lisurici – sono stati vinti 30 mila euro mentre due sere fa 25 mila euro alla Video Lottery. La Vlt, inserita nel circuito Lot- . tomatica, unisce il gioco delle macchinette a quello della lotteria. Infatti, oltre ai premi del singolo gioco, la video lottery presenta la possibilità di vincere dei premi speciali sotto forma di jackpot perché dispone di un collegamento ad un server centrale che calcola l’ammontare di jackpot progressivi in base alle giocate di tutti i giocatori delle Vlt collegati in quel momento in PREVENZIONE OGGI LA PRIMA LEZIONE ORGANIZZATA DALLA ASM Un corso per raccogliere funghi senza rischiare l Raccogliere i funghi in sicurezza. È l’obiettivo del corso di formazione per la raccolta di funghi epigei spontanei organizzato dalla Asm. L’iniziativa si terrà nella sede dell’Azienda, in via Montescaglioso, e sarà articolata in due giornate fissate per oggi, dalle 14 alle 20, e domani, dalle 8 alle 14. Il programma, svolto da ispettori micologi, prevede nozioni sulla generalità, morfologia, classificazione e valore nutritivo dei funghi. Inoltre, verranno impartite nozioni di biologia e sulla catena alimentare. I corsisti impareranno a conoscere la legislazione del settore, le specie fungine, le possibili confusioni fra specie commestibili e tossiche, le modalità di raccolta e commercializzazione. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato. Per chi vorrà attivare un esercizio di vendita dei funghi è previsto un esame finale. Per [fi.me.] i raccoglitori non è previsto alcun esame. tutta Italia. Esistono tre tipi di jackpot, uno proprio della macchinetta, uno di sala e l’altro nazionale. I 25 mila e i 30 mila euro rientravano nel jackpot di sala, mentre i 346 mila euro vinti l’altra sera, del jackpot nazionale». Il colpo di fortuna «è avvenuto dopo la mezzanotte – precisa Lisurici – quando due materani sulla quarantina, nostri clienti abituali, hanno annunciato la vincita. In sala c’erano altre persone. Con loro e con i loro amici che hanno subito chiamato per dare la notizia, hanno festeggiato la vincita con tanto di spumante». I due fortunati dovranno aspettare poche settimane prima di incassare l’assegno, ma almeno per loro, in tempo di crisi, è arrivata una bella boccata di ossigeno. l Dopo «molti anni di attesa», come ha riconosciuto l’assessore comunale all’Urbanistica, Ina Macaione, si è tenuta ieri mattina, al sesto piano di Palazzo di città, la prima conferenza di pianificazione, «un traguardo molto importante», perché propedeutico all’adozione del regolamento urbanistico. Il gruppo dei progettisti dello Studio Nigro ha illustrato i contenuti del regolamento urbanistico alle autorità che dovranno esprimere i loro pareri. «Con l’incontro di oggi (ieri, ndr) la nostra città – aggiunge Macaione – fa un altro passo in avanti verso la dotazione di strumenti urbanistici utili a mettere ordine e regole in tutti i processi di crescita e IN COMUNE L’incontro con i progettisti trasformazione del tessuto urbano. Ricordo, infatti, che un mese fa si è svolta la prima conferenza di pianificazione del piano strutturale. Nei prossimi giorni verranno pubblicamente presentati i primi risultati degli incontri sul piano strategico. Mentre nel ventennale dell’iscrizione di Matera nell’elenco Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità verrà presentato lo stato di attuazione del piano di gestione del sito Unesco. Tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione – conclude Macaione – sono realizzati in piena sintonia con il dossier di candidatura di Matera a capitale europea della cultura per il 2019 e hanno come tema conduttore le tre parole chiave su cui è particolarmente impegnata l’Amministrazione comunale: re-use, re-duce, re-cycle». Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013 PAG. 6 Basilicata Mezzogiorno E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. Potenza Venerdì 25 ottobre 2013 19 REDAZIONE: Via Nazario Sauro, 102 - 85100 Potenza - Tel. 0971.69309 Il business dei matrimoni continua ad andare a gonfie vele. E nascono anche nuove figure Ecco chi non conosce crisi Anche nel capoluogo c’è chi si affida all’esperienza del “Wedding planner” RISTORANTE: da un minimo di 80 euro a un massimo di 120 a persona. Fotografo professionista: dai 2.000 ai 3.500 euro. Abito: dai 1.000 ai 4.000 euro. Bomboniere: 5 euro a sacchetto se si tratta solo di confetti, massimo 20 euro se si tratta di un oggetto. Fiori: 500 euro, dai 30 ai 35 euro a ciotola. Inviti: il più costoso è in carta d’Amalfi, 5 euro. Segnaposti a tavola: 3 euro. Acconciatura: 300 euro. Trucco: 90 euro più 25 per la prova. Trattamenti estetici: 200 euro. E’ il lungo scontrino degli sposi potentini. Che lascia fuori la musica in sala e in chiesa. Il noleggio dell’auto, l’eventuale pernottamento in albergo la prima notte di nozze e stravaganze varie tipo buffet all’uscita della chiesa e simili. Il totale è di circa 40.000 euro. Tant’è che qualche anno fa il portale matrimoni.it, in una sua inchiesta, metteva la Basilicata in testa per le spese matrimoniali. Si parlava già di crisi ma i suoi effetti ancora non si avvertivano. Oggi, nonostante le tasche vuote dei lucani, la situazione resta invariata. Forse la cinghia si stringe un po’ ma solo su alcune cose. Sempre più spesso segnaposti, sacchetti e inviti sono “fai da te”. Si rinuncia al fiore in più. E forse anche a una portata in più a tavola. Ma a certi lussi proprio no. L’abito da sposa, per esempio, sembra assolutamente non aver subito la scure della crisi. Rari i casi in cui si riesce a riciclare l’abito della mamma. Un po’ per cultura, un po’ perché apportare modifiche a volte può essere ugualmente costoso. Molto più spesso, invece, si scelgono gli atelier per abiti su misura. Le richieste più stravaganti? Certamente quelle sul modello dei royal, con Kate Middleton tra le preferite, riprodotta nell’abito e nell’acconciatura. A dimostrazione dell’importanza che si continua a dare all’abito da sposa, anche in termini di budget, è la sempre maggiore affluenza alle sfilate delle fiere, come quella che si è svolta qualche giorno fa a Lagopesole, e l’attivismo di determinati atelier, come Emozioni di Luciana Pepe, nel cuore della città. Per il secondo anno consecutivo l’imprenditrice ha invitato un esperto del settore abbastanza famoso per permettere alla future spose di avere consigli di tutti i tipi. Quest’anno è toccato al popolare Enzo Miccio, wedding planner e volto noto della televisione. Quello del wedding planner è un profilo nuovo per il capoluogo. Solo di recente giovani creativi si sono buttati in questa avventura. A quanto pare vincente. Anna Martino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ESPERIENZA Vittoriano Perris con Stratego Cose da evitare Un’invitata in abito bianco Troppi fiori nei capelli Scarpe colorate Secondo abito Cose da fare «Sfato il mito che altrove si organizza meglio» Ecco il Made in Basilicata Non accontentarsi Avere un consulente di immagine Far divertire gli ospiti, evitando momenti di noia Una sposa nel suo sfavillante abito A cena con gli Ambasciatori lucani. E c’è anche l’attacco a sorpresa Stasera tornano i briganti LA carovana del gruppo di musica etnopopolare Ambasciatori Lucani è pronta a scaldare i motori per una serie di iniziative. Sulla scia della riuscitissima manifestazione dello scorso anno, un drappello di “AmbasciatoriLucani”, gruppo di marketing territoriale e musicale, celati tra i cespugli sotto il territorio della Grancia, bloccherà con armi e costumi briganteschiuna corriera di ignari Salentini, scortati, dopo la lettura di un appropriato editto, presso “La fattoria Sotto il Cielo”, in quella che è stata battezzata e riproposta come la cena del Brigante. Un cocktail di emozioni gastronomiche del tempo, ricercate ed organizzate da i divertiti coniugi Colizzi-Di Lorenzo, ormai esperti nel trattare i “Briganti”. Ovviamente, la cena è aperta a tutti coloro che vi vorranno partecipare. Tutto si svolgerà alla luce delle sole fiaccole, e tutto il personale e proprietari della struttura saranno vestiti da briganti e contadini. La sala sarà allestita con feticci del brigantaggio con l’ormai scontata competenza della sarta specializzata del settore, la signora Antonella Agatiello e del coniuge. Il gruppo musicale in costume, e questa volta strumenti musicali, eseguirà un legato musicale, tra racconto e movimenti scenici, si rivivrà la nostra storia tornando indietro nel tempo a circa 200 anni fa, storia ormai riconosciuta ed apprezzata nelle regioni circonvicine, anche per il merito di mamma Grancia che ha fatto scuola. Chi vorrà, potrà prenotare il passaggio al Pantano con la Corriera lucana musicata, delle autolinee Tesoro, che iconografia sull’esterno ed amplificata l suo interno, condurrà i graditi ospiti Potentini a tempo di musicae quindi allegramente. Le fermate previste sono: alle 19 presso il Bar Sant’Antonio La Macchia, alle 19:10 al Waikiki caffè, alle 19,20 al Bar Santa Maria, alle 19:40 al Bar EX Ospedale Verderuolo e alle 19:55 al Bar L'Incontro. Tuttavia vale la pena prenotarsi al numero 346.2451506. Il giorno dopo i nostri visitatori saranno accompagnatia Potenza da guida specializzata, visiteranno ancora Brindisi Di Montagna per le giornate medioevali. Carmine Pepe ULTIM’ORA Un fumo acre nella zona industriale ma c’è mistero sulla sua provenienza INTORNO alle 20.30 di ieri sera un fumo acre ha avvolto tutta la zona industriale del capoluogo. Un odore fortissimo che in alcune aree - viale del Basento ma anche via Nazario Sauro - ha reso l’aria irrespirabile. Sicuramente un incendio alla base, ma difficile capire dove siano divampate le fiamme: difficile anche per i Vigili del fuoco, allertati dalle telefonate di diversi cittadini preoccupati. Una squadra ha perlustrato tutta l’area non riuscendo però a trovar tracce utili. Qualche cittadino ha avanzato l’ipotesi che possa trattarsi dei fumi della SiderPotenza, ma quella di ieri era una serata senza vento: come è possibile che i fumi della fabbrica siano arrivati così lontano? L’unica certezza, per ora, è quel forte odore di bruciato. Vittoriano Perris, il wedding planner lucano, tra due spose QUALCHE anno fa non immaginava affatto che davvero sarebbe riuscito a vivere con ciò che amava fare. Poi un bel giorno, con 400 euro in tasca, ha deciso di provarci. Si è formato e poi, semplicemente, si è buttato. E’ così che nasce Stratego – Strategie di marketing e comunicazione, di Vittoriano Perris. Vittoriano è un creativo pubblicitario. Dopo quattro anni di attività a Potenza e in Basilicata decide, un anno e mezzo fa, di dare un’altra direzione alla sua passione: il wedding planner. In un periodo di crisi Vittoriano investe in uno dei settori che nonostante le difficoltà sopravvive. Il segreto, come lui stesso racconta, non è tanto nel fatto che in questo settore i prezzi siano rimasti invariati. Gli abiti da sposa hanno raggiunto anche i 6.000 euro di spesa così come il trucco sfiora i 600. Le tasse sono aumentate, i fitti lo stesso. Le aziende sono in difficoltà. A salvare la situazione ci pensano le famiglie, e non tanto in termini economici. Gli sposi festeggiano per loro. Per i familiari. E quindi non si bada a spese. Con lo scopo, tuttavia, di andare incontro agli sposi e allo stesso tempo alle aziende che gravitano nel settore viste le difficoltà del momento, Vittoriano raggruppa 40 aziende lucane oculatamente scelte in un unico consorzio che ha lo scopo di trasformare i sogni in realtà. Come funziona. Gli sposi vengono seguiti in tutto l’iter di preparazione. Con un servizio navetta, il “wedding tour”, vengono portati in giro tra le aziende accreditate per scegliere ristorante, addobbi floreali, abito, trucco, acconciatura, bomboniera, viaggio di nozze. Qualsiasi cosa venga richiesta. Figure professionali come personal shopper, make up artist, consulente di immagine e arredatore conducono per mano gli sposi verso un matrimonio che sia il più possibile vicino ai propri gusti, lasciandosi consigliare e qualche volta, perchè no, osare. «In un periodo di crisi – dice Vittoriano – non diminuiscono i budget ma le idee». E Vittoriano ne ha sempre una a portata di mano. Un gadget particolare, come la playing list da regalare agli invitati, o altro «l’importante è non fare troppo –suggerisce –perché altrimenti si finisce per non curare il bello». Sono gli sposi a proporre il budget in base al quale il gruppo propone l’idea e la realizza. A oggi, in un anno e mezza d’attività, ha realizzato matrimoni dai 25.000 (compreso l’arredo) ai 90.000 euro. Nessun costo aggiuntivo per l’attività di weddin planner che guadagna, invece, sulla percentuale di vendita. Tutto firmato made in Basilicata. «Spesso la gente pensa di andare fuori per risparmiare, con i nostri pacchetti dimostriamo che è l’esatto contrario». Gli sposi, infatti, vengono agevolati con uno sconto presso le aziende di Stratego, pari al 70 per cento sulla spesa complessiva. Prossimo passo, la realizzazione di un piccolo centro commerciale dove gli sposi potranno incontrare le aziende tutte insieme e cominciare a condividere con loro il proprio sogno. an. mart. Estratto da: Il Quotidiano della Basilicata - 25.10.2013 PAG. 7 Basilicata Mezzogiorno E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. 22 Potenza Pubblichiamo un articolo tratto dal Corriere della Sera: la lealtà che manca a Vigili e Comuni Venerdì 25 ottobre 2013 Se il cittadino diventa un pollo Manuale di sopravvivenza per non farsi spennare dalle continue multe MI è capitato l'altro giorno di ricevere una contravvenzione dai vigili urbani in via del Gallitello a Potenza. Ero appena rientrata dalla trasmissione andata in onda a Trm, avevo fretta di rientrare al giornale. Arrivata in redazione mi sono accorta di aver dimenticato gli occhiali. Sono tornata indietro. Nel saliscendi non ho messo la cintura di sicurezza, meno di un chilometro a 20 m all'ora. Alt dei vigili: ho chiesto comprensione, spiegando che stavo lavorando come loro aggiungendo che le regole, a mio avviso, devono essere applicate con buon senso. Tra l'altro quasi cento euro dal proprio reddito di questi tempi non è per nulla piacevole. E' andata peggio a un altro collega che, alle tre di notte, ha accompagnato un amico attraversando via Pretoria: l’agguato alla ztl (a che serve di notte?) gli ha procurato 500 euro di sanzione. A parte i punti sulla patente. Intransigenza o valutazione che tenga conto degli spazi della città, del tipo di infrazione, delle conseguenze economiche del tartassamento dei vigili che diventa spesso vessatorio? Vi offro questa lettura di un articolo del Corriere della sera di ieri. Esattamente quello che avrei voluto scrivere io. Sono in buona compagnia (l. s.) di GIANGIACOMO SCHIAVI I CITTADINI multati, tartassati, ingiustamente spremuti che aspettano la sentenza sui «furbetti del semaforino», quelli che a Segrate taroccavano i tempi di attesa agli incroci, avranno certamente incorniciato la requisitoria del pm Alfredo Robledo contro politici, funzionari e imprenditori uniti in un cartello truffaldino: usare il cittadino come pollo da spennare per arricchimenti personali, «con un’inequivocabile volontà dell’amministrazione comunale di fare cassa». Se non l’hanno fatto possono appuntarsi solo le parole che danno conferma a una sensazione diffusa: fare cassa. Attorno alle multe, doverosamente date a chi infrange le regole, c’è anche l’esempio negativo di uno Stato che «per fare cassa» diventa un nemico: della buona fede, del buon senso, della buona amministrazione. In tempi di fiducia vacillante la questione delle multe non è laterale: indica un rapporto alterato tra istituzioni e cittadini, alimentato da rancori e paradossi burocratici. Pagare due volte una semplice infrazione per il versamento fatto in ritardo, per esempio, fa parte dell’atteggiamento punitivo che da tempo accompagna il rapporto tra automobilisti, vigi- Vigili urbani con il temuto libretto delle contravvenzioni li e Comuni. Una volta bastavano gli interessi di mora, adesso si va di raddoppio in raddoppio. Oppure: veder triplicato l’importo di una multa per non aver letto quel che sta scritto a caratteri invisibili sul retro di un normale bollettino, e cioè presentarsi al comando per verificare chi ha effettivamente lasciato l’auto in sosta vietata, appare come una pura e semplice vessazione: potrebbe essere corretta, con una formula un po’meno sleale per il cittadino che comunque ha già pagato la normale contravvenzione. È doveroso fare tutto il possibile per ridurre l’indisciplina sulle strade e sono sempre troppi gli automobilisti che violano le norme. Ma servono anche lealtà e semplificazioni burocratiche per evitare titoli come questo, «Come sopravvivere a un’ingiustizia», fornito da un lettore del Corriere inchiodato dal multavelox a San Vincenzo, provincia di Livorno. Il suo racconto è la spia di un rapporto incrinato che comincia a metà giugno e dura ancora oggi. Riceve una raccomandata. Eccesso di velocità sulla superstrada per San Vincenzo. Può essere, pensa. Da Milano era diretto all’Elba ed era fuori di 3 chilometri rispetto al limite consentito, 110 orari. Il multavelox non perdona: sono 37 euro. È un legalitario e paga subito. Due giorni dopo altra raccomandata, stessa intestazione: corpo di polizia municipale di San Vincenzo. C’è un altro eccesso di velocità: identico tratto, direzione inversa. Sempre 3 chilometri oltre il consentito. Altri 37 euro di multa. Possibile questa precisione millimetrica? Il lettore guarda il foglio ricevuto: è un prestampato, tipo ciclostile. Così s’intigna: sospetta che dietro la procedura adottata dal Comune ci sia un eccesso persecutorio. Non è che questi hanno deciso una mattanza a tavolino? Va sul sito e clicca per trovare la foto che documenta l’infrazione. C’è la sua auto, ma non è indicata la velocità. Possibile? Decide di ricorrere al giudice di pace di Piombino e aspetta la notifica per la convocazione. Un mese dopo, eccola. Deve pagare i 37 euro di multa più altri 8 di bollo.È lalegge. El’udienza? Fissata per fine novembre, alle 9.45. Con quale criterio, si domanda. Vengo da Milano, per essere lì a quell’ora devo partire alle 5 di mattina. In auto, perché non ci sono treni diretti. E i costi di quella che considera un’ingiustizia, carburante, autostrada, spuntino? Se parte il giorno prima c’è anche l’albergo. E la giornata di lavoro persa? Per evitare una multa di 37 euro ne deve spendere almeno 300. Ne vale la pena? Beh, solo un matto può dire di sì. Il cittadino lettore è un po’matto: ci proverà, consapevole di fare un buco nell’acqua, perché ogni paradosso della burocrazia in Italia diventa un intoccabile tabù. È l’insieme di questi paradossi ad alimentare sfiducia e diffidenza nei cittadini, la slealtà di cui parla il pm Robledo che ha smascherato la truffa del T-red di Segrate, il semaforo tarato per le multe a grappolo che ha portato gli incassi del Comune da 700 mila a 2 milioni e quattrocentomila euro. C’è un famelico assalto dei Comuni alle tasche dell’utente, ma c’è anche un’Italia che si sente inutilmente vessata: non fa il gesto dell’ombrello come Maradona, chiede solo di distinguere tra furbi e legalitari e di non essere riserva di caccia. E i vigili? Le direttive sulle multe sono diventate politiche: loro eseguono. Fanno quel che i superiori dicono di fare. Fare cassa. Se certe multe, triplicate a causa di una scritta che bisogna cercare con la lente, avessero un avviso stampigliato come si fa con le sigarette («Attenzione, rischia pesanti sanzioni») il cittadino sarebbe correttamente avvertito e le sue tasche ne avrebbero un beneficio. Ma i Comuni incasserebbero di meno. Chi governa deve scegliere da che parte stare. Se va avanti a stare dalla parte della cassa, ed è sleale, rischia di perdere il cittadino. 25.10.2013 N. 460 PAG. 8 Comune di Matera Provincia di Matera a Provincia di Potenz Basilicata Mezzogiorno a Comune di Potenz i sassi, primo sito del sud patrimonio unesco incantevole luogo d’arte da visitare e ammirare