Equipaggi Antonio Scaccio Essere cuoco con stile In questa numero entriamo nella cucina di bordo di uno dei più importanti chef di bordo italiani Antonio Scaccio, sin da bambino si è appassionato alla cucina, oggi chef a bordo della Regina d’Italia Pietro Angelini 32 settembre 2011 A ntonio Scaccio, cuoco di origine siciliana, con grandi esperienze con nomi della ristorazione in tutta la penisola, da alcuni anni al libretto della Regina d’Italia yacht di Stefano Gabbana (D&G). Come si diventa cuoco di un megayacht? Intanto per potersi imbarcare su di un battello, yacht nave che sia, soprattutto che batta bandiera Italiana bisogna essere forniti di un libretto di navigazione rilasciato dalla capitaneria di porto della regione di residenza. Dopo aver passato questo passo bisogna conseguire degli esami per l’abilitazione ai sistemi di sicurezza in mare come antincendio base e avanzato, primo soccorso, sopravivenza e salvataggio. Questa è la base per potere salire a bordo di un natante, la seconda fase è l’impostazione del proprio curriculum vitae che verrà dato a mano o all’imbarcazione scelta o compagnia appartenente oppure avvalersi delle agenzie specializzate in ricerca di personale per yacht. Chiaramente più professionalità ed esperienze lavorative ci sono e più possibilità si hanno, comunque avere almeno la conoscenza di una lingua straniera come [email protected] 32 l’inglese è necessario. La gavetta a bordo è sempre utile per chi ha avuto non molta esperienza anche nella vita terrena, perciò consiglierei yacht di stazza media dove l’impegno c’è ma non eccessivo e complicato, su mega yacht del resto c’è una ricerca peculiare, di solito desiderano chef veri e propri dove gestione del servizio e i costi di budget a disposizione devono sempre collimare perfettamente. Le mie esperienze lavorative in mare sono state adottate già a una età esperta e consapevole del lavoro in qualsiasi campo culinario, quindi non ho avuto difficoltà, anche se poi a bordo cambiano tante cose, come un equipaggio che ha chiaramente esigenze diverse da un lavorante a terra, dovute anche alla difficoltà che si incontrano in barca stessa. Quali sono le difficoltà del cucinare a bordo? Intanto il mare, bisogna essere resistenti, l’ondeggiamento potrebbe causare nausee e giramenti di testa, allora si smette e non si cucina, ma intanto bisogna cucinare perché c’è gente che è abituata e mangia, io ho avuto fortuna in questo, cucino anche con mare mosso (ciò che è possibile). Dopo bisogna avere conoscenza degli spazi a disposizione, sia per Antonio Scaccio Chef di origine siciliana, sin da bambino si è appassionato alla cucina, dal 1992 conduce corsi e stage di cucina in Toscana, Emilia Romagna, Trentina Alto Adige, dove insegna il suo metodo a cuochi e anche agli amanti della buona cucina. Ha ideato e creato il primo corso di formazione professionale del “Cuoco Naturista Bio”. Dal 2006, richiamato dallo spirito di avventura e dal mare, è tornato sugli yacht, e da tre anni sta lavorando in uno dei più prestigiosi yacht Italiani, il Regina d’Italia di proprietà di Stefano Gabbana (D&G), senza tralasciare il bisogno di estendere le collaborazioni e gli interessi. Ultima e molto importante è la collaborazione con la Amedei di Pontedera (PI), di Alessio e Cecilia Tessieri, maestri e produttori del cioccolato premiato dalla Chocolate Accademy di Londra con la Golden Award, come migliore cioccolato al mondo. 24/08/11 12.14 [email protected] 33 essere richieste più settoriali. Ci sono cucine particolarmente apprezzate e/o richieste (italiana, giapponese, ecc)? Le più richieste sono la Italiana e quello Indo/Cina/ Giapponese, ma anche Francese e versante tropico occidentale, ma tutto dipende dall’esigenze degli ospiti alle richieste stesse, ma se si è muniti di una vera è propria conoscenza e sicurezza tra i fornelli, diventeremo ottimi interpreti intuitivi. Servono particolari strumenti o macchinari a bordo per cucinare rispetto a quelli di terra? Gli strumenti sono quasi soprattutto dalla resistenza che lo stress lavorativo in quegli ambienti implicita. Sono contratti stagionali o a tempo indeterminato? I contratti sono entrambi usati, dopo il classico periodo di prova ci si addentra nel vero e proprio contratto, ma quello di solito si viene a conoscenza subito al colloquio è al dopo che si vedrà se un contratto potrà durare o terminare, di solito è sempre l’armatore a decidere la sorte dei propri dipendenti anche se spesso delegano ai loro comandanti o agenzie di charter a prendere certe decisioni, ma loro hanno sempre l’ultima parola. settembre 2011 l’approvvigionamento che per la loro locazione sistemata e ben fissata, avere sempre delle scorte per la sicurezza a lunga scadenza. Gli spazi in cucina a volte non sono come quelle a terra, siamo alimentati o da un generatore o da una alimentazione da terra quando siamo attraccati in porto, ma bisogna adeguarsi alle esigenze della barca, la difficoltà comunque e che non c’è la stabilità della terra ferma ma in grandi yacht si riesce sempre. Bisogna avere tante attenzioni e sapere come risolvere in ogni momento il problema. Quali corsi e dove si possono fare? Come ho citato prima, per cuochi a bordo c’è la marina mercantile che organizza corsi due volte l’anno in alcune città, soprattutto Genova. Quali specializzazioni sono più richieste? Di solito il cuoco è unico e deve sapere fare tutto, dal panettiere al pasticcere, cuoco multietnico, più è grosso lo yacht è più cresce l’equipaggio, cresce la cucina e chi ci lavora ed ecco che si hanno cuoco per l’equipaggio e chef capo con i suoi aiuti. Magari ci possono Si cambia spesso barca? Dipende dall’esperienze che si desidera fare o dall’andamento della barca stessa, la compatibilità con l’equipaggio o le esigenze che ne conseguono, come lontananza, desiderio di andare in barche di stazza diversa dalla propria, possibilità di un ingaggio migliore, ma vedo che se ci sono tutti i presupposti per rimanere sempre nella stessa, ci si va anche in pensione. C’è possibilità di carriera? La carriera la fai con l’esperienza e con le capacità che metti in atto, oltre allo studio e i corsi conseguiti, di solito negli yacht come in qualsiasi posto per i cuochi è la professionalità e il proprio talento che vanno premiati. Che differenza c’è fra una barca che batte bandiera italiana e una che batte bandiera straniera? Le differenze le fanno le leggi in vigore delle nazioni dove battono bandiera, quindi saremo obbligati a prenderne conoscenza allora che abbiamo trovato un imbarco; le differenze oramai sono minime, perché i trattati internazionali cercano sempre più di equiparare il più possibile le leggi che ogni paese attua. Quanto si guadagna? Gli stipendi sono buoni, visto che le difficoltà sono tante e le ore di lavoro sono imprevedibili e considerare anche una buona dose di disponibilità di servizio, ma la fanno sempre da padrona gli yacht maxi soprattutto degli Sceicchi, poi dipende dai gradi ed esperienza lavorativa e dalle mance che vengono regalate dagli ospiti a fine crociera. F 33 sempre molto simili a quelli che si hanno nei ristoranti o addirittura a casa per quelli più piccoli, oramai gli yacht di stazza sono veri e propri alberghi galleggianti non manca nessun tipo di confort e arredamento tanto meno per chi deve operare nei propri settori come in questo caso la cucina. Quanto dura in media questo lavoro? Se parli del lavoro di ognuno come capacità, dipende dal contratto che si ha e dalla bravura del cuoco stesso, ma © RIPRODUZIONE RISERVATA 24/08/11 12.14