Storia di Novara ai tempi di Bonaparte – Parte III Il contrabbando nel Dipartimento una situazione che in breve tempo avrebbe dell’Agogna prodotto serie di difficili problematiche. Lo stesso direttore dell’Archivio di Stato di Novara, Giovanni Silengo, così si espresse: A causa della sua posizione rispetto ai confini “Il fiume Sesia traversa una regione storica, dello Dipartimento economica, di civiltà, la Valsesia. Stabilire il dell’Agogna fu fortemente soggetto, nel corso confine tra la Cisalpina e il Piemonte, dei quattordici anni della sua vita, al aggregato ormai all’Impero francese, sul fenomeno del contrabbando di merci lungo fiume, non poteva che produrre conseguenze fiumi, laghi e strade. La collocazione del assurde. La popolazione si trovava spesso a confine di stato lungo il fiume Sesia non operare sull’una e l’altra sponda, avendo i costituì, per quanto concerne il successivo beni parte di qua e parte di là dal fiume. Il fenomeno del contrabbando, una soluzione caso più vistoso fu la separazione tra le felice, in quanto, per portata d’acqua e per miniere di Alagna, collocate in territorio conformazione poté francese, sulla sponda destra, e gli impianti di rappresentare solo un fragile diaframma, Scopello, che restarono sulla sponda sinistra, rispetto a quanto avrebbe potuto meglio fare il nel territorio italiano della Cisalpina1”. Lo fiume Ticino. Nel corso della storia il Sesia stesso aveva svolto per lungo tempo la funzione di Osservazioni sul dipartimento dell’Agogna confine fra stato sabaudo e domini di Milano del 1802 aveva scritto: “Si è creduto che il ma l’assenza di una valle scoscesa, simile a corso della Sesia potesse essere un ottimo quella posseduta dal Ticino, non consentì mai confine naturale,e questo è stato un errore, da stato italico, il morfologica, commissario Lizzoli, nelle sue di farne un baluardo efficace. Nel 1800 il Dipartimento dell’Agogna ereditò, pertanto, 1 Silengo, Il dipartimento dell’Agogna cit., pag. 38-39. 1 cui il dipartimento, se non vi si ripara, della storia, il transito anche di notevole risentirà gravissimi danni2”. quantità di merci proprio attraverso il calmo e vasto specchio d’acqua, difficilmente I danni di cui parlò il Lizzoli si verificarono, controllabile. in primo luogo, nel settore commerciale. La Ad occidente, il fiume Sesia non poté facilità con la quale fu possibile traversare i preservare territorio e finanze dall’attività dei confini dello Stato, fece fiorire fin dal 1800 il contrabbandieri, essendo facilmente guadabile fenomeno del contrabbando. A settentrione il per una gran parte del suo tragitto. A Dipartimento dell’Agogna confinava con il meridione, territorio elvetico, formalmente una potenza attraversamento di Valenza, separò lo stato straniera. la Italico dalle altre regioni italiane controllate difficoltà incontrata dai funzionari italiani e dai francesi, nelle quali si trovavano gli svizzeri di posizionare sicuri termini di importanti porti di Genova, La Spezia e di confine fra le due nazioni in un territorio, Livorno3. Attraverso essi giungevano in Italia quello alpino, che rese difficile anche il una gran quantità di merci straniere, molte presidio da parte delle locali forze di polizia. delle quali, anche nel periodo successivo In tal situazione, l’incertezza dei limiti dello all’apposizione Stato contribuì ad aumentare l’indisturbato entrarono nella Penisola in maniera illegale. transito abusivo delle merci attraverso le valli. In base a quanto riferisce lo storico Carlo Inoltre, la presenza del Lago Maggiore, Zaghi, l’Italia Settentrionale poté registrare attraversato anch’esso dalla linea di confine una notevole prosperità economica, nel corso con i cantoni elvetici, costituì un ulteriore 3 Altrove è stata osservata elemento di problematicità per le autorità napoleoniche. Facile si dimostrò, nel corso 2 Lizzoli L., Osservazioni sul Dipatimento dell’Agogna dirette al cittadino F. Melzi d’Eril., Milano, Tipografia di Nobile e Tosi, 1802, pag. 4. il fiume del Po, Blocco con il suo Continentale, Lo storico Melchiorre Gioia così descrisse la situazione dei confini del Dipartimento dell’Agogna: “Lunghissima linea di confine, estesa per acqua e monti verso la Svizzera. Ne nascono sfrosi e fuga di coscritti refrattari. Allorché il tabacco del Piemonte era migliore dell’italiano, succedevano molti sfrosi sulla linea del Po. I malviventi esteri vengono facilmente ad unirsi ai nostri, e i nostri trovano scampo nei paesi vicini”. M. Gioia – V. Cuoco, Il Dipartimento dell’Agogna, Fondazione Monti, 1986, pag. 121. 2 dell’epoca Napoleonica, permettendo così lo provvedimenti adottati dall’amministrazione sviluppo dei traffici commerciali, anche di per prevenire la circolazione di prodotti esteri, quelli della trasportati illegalmente attraverso i confini Lombardia (…), ch’è la regione leader della dello Stato, fu l’apposizione obbligatoria di penisola in campo economico e che pure un apposito bollo sulle merci stesse. Ciò aveva risentito pesantemente dal 1796 al avrebbe permesso alle forze di polizia 1801 i contraccolpi dell’occupazione francese l’immediata ed austriaca, delle operazioni belliche, delle contrabbandati5, poiché privi dei regolari bolli estorsioni, delle a piombo. Questo provvedimento fu avvertito imposizioni, dei carichi fiscali, dei salassi dalla popolazione come un inutile nuovo peso imposti ai pubblici istituti di credito, ecc., poiché sotto il regime napoleonico, rimarginate le passato, un ulteriore aggravio fiscale sulle ferite e riempiti i vuoti provocati nella finanza merci in circolazione. L’economia dello Stato, pubblica e privata, conobbe per molti anni che si basava anche sulla tassazione sugli una prosperità e uno sviluppo che non aveva scambi commerciali, mai conosciuto. Durante la Repubblica e il tollerare una circolazione abusiva di merci Regno essa s’ impone in campo economico tale da provocare un danno al delicatissimo come la regione più dotata, più solida ed sistema fiscale e un rischio non trascurabile avanzata di tutte, dove avevano finito per per la sussistenza della popolazione e dello concentrarsi stesso non regolari: “L’economia delle i requisizioni, capitali commerciali-industriali e ed le attività agricole di identificazione dei prodotti avrebbe comportato, rispetto al regime. Esso, non avrebbe potuto infatti, per poter assicurarsi la sopravvivenza anche dal punto maggior peso4”. di vista militare, si trovò nella necessità di Ripristinata la Repubblica Cisalpina, nel mantenere sotto stretto e costante controllo la corso di una stagione economica particolarmente favorevole, uno dei primi 4 Zaghi, L’Italia di Napoleone cit., pag. 317. 5 “Le mercanzie di estera manifattura devono essere munite del Bollo a piombo di Finanza”. ASN – Fondo Prefettura – 986. 3 consistenza di ogni merce prodotta ed Dipartimento, importata. popolazione ad affidarsi al mercato irregolare Il Dipartimento dell’Agogna, per la sua natura, con il resto della Valle, ormai annessa ai ricoprì un ruolo importantissimo all’interno del domini piemontesi e francesi. Una parte delle più vasto tessuto economico dello stato, ricchezze prodotte dal Novarese provenivano, segnalandosi molto spesso come una regione come accennato, dall’attività estrattiva. In particolarmente ricca e produttiva. Oltre alla campo minerario si osservò l’esistenza di posizione il miniere aurifere nelle località di Cantone di attività Domodossola, Crodo, Fomarco, Rumianca, commerciale illegale fu possibile grazie alla Introna Piana, Valle Anzasca e Macugnaga, ricchezza delle risorse economiche sulle quali oltre a quelle di pirite a Valle Divedro, Pietre la popolazione poteva fare affidamento. Una Gemelle, fiorente economia permise il mantenimento di aggiunsero quelle di rame di Caragliana, un articolato mercato clandestino, che rifornì Introna Piana, Alagna e Rimasco, e anche quelle aree che, come nel caso della ferrose di Loreglia Conchesio, Samburghetto, Valsesia, avevano particolari difficoltà nel Montescheno, reperire le risorse alimentari. Questa regione, Migiadone e Omegna. Nell’estrazione del densamente la marmo si imposero moltissime cave, fra le propria economia in modo compatto. La sua quali ricordiamo quelle di Boca, Romagnano, divisione, ad opera del nuovo confine di stato, Alagna, Canaglia e Ornavasso. Un imponente isolò molte comunità, le quali potevano fare flusso di denaro, frutto di una fiorente attività affidamento su di una non indifferente in campo estrattivo, permise alle zone alpine ricchezza prodotta dalle attività estrattive e del dipartimento di poter disporre delle risorse commerciali. Tutti questi fattori, uniti alla necessarie per acquistare generi di ogni sorta difficoltà di collegamenti diretti con la Bassa anche al mercato illegale. geografica mantenimento Novarese, di abitata, vero e favorevole, una aveva proprio vasta sviluppato granaio spinsero Boccioleto e sempre Varallo, Caravagliana, più cui la si quelle Varallo, del 4 Un ulteriore fattore di amplificazione del dalla repubblica italiana6”. A Parigi non era contrabbando nel Novarese fu costituito dalla stata presa in considerazione, all’atto della facilità con la quale si poteva reperire la demarcazione dei confini della Cisalpina, la materia prima per eccellenza da esportazione cattiva condizione delle vie di comunicazione abusiva: i prodotti agricoli. La pianura del della Valsesia le quali, come osservò il Lizzoli, novarese e della Lomellina fornì importanti costrinsero la popolazione locale, pur soggetta quantitativi di frumento, segale, legumi, all’autorità francese, a gravare sull’economia canapa, lino, gelsi, viti (nella zona collinare) e cisalpina e ad interagire con essa7. riso, oltre ad una fiorente attività nel campo Nel della pastorizia e dell’allevamento. economica del Dipartimento dell’Agogna fu Un complesso la principale attività sicuramente rappresentata dall’agricoltura, sviluppatasi in Regno ma particolare nella zona pianeggiante. Fra estremamente vulnerabile soprattutto a causa l’Agogna e il Sesia, da Proh fino al Po tutto il della sua dislocazione fisica. La collocazione terreno fu adibito alla coltivazione del riso, del nuovo confine di stato lungo il corso del interrotta solo da rari prati, mentre a nord di fiume provocò una situazione di profondo Proh, fino a Grignasco e, più oltre, Varallo, le importante per economico complesso, la vita del disagio per la popolazione, come osservato dal Commissario Lizzoli: “La porzione di Valsesia e Val Biella, posta alla dritta del fiume, è rimasta unita al Piemonte, ed intanto gli abitatori di questa valle, per la sterilità del loro suolo, poverissimi di sussistenza, non possono trarla dal Piemonte, da cui orride montagne ed impraticabili passi per nove mesi dell’anno li separano; e son costretti a trarla 6 Lizzoli, Osservazioni cit., pag. 5. Un’ulteriore osservazione del Lizzoli sul nuovo confine di stato lascia trasparire tutta la critica di un abitante della zona, il quale non riuscì ad accettare l’arbitrio di un sovrano distante migliaia di chilometri: “La Sesia colle piene cagiona frequenti inondazioni, e colla velocità delle acque pericolose corrosioni. Per contenerla sono necessari gli argini. Questi si potrebbero costruire quando ambedue le sponde fossero comprese nello stesso territorio. Appartenendo a due domini diversi, o convien regolar tale affare degli argini con una convenzione particolare, o è necessità prepararsi ad incontrare ogni giorno nuovi ostacoli per parte dei padroni della sponda opposta. Di fatto i Piemontesi non hanno mai permesso che si facessero argini molto forti sulla sponda nostra: essi al contrario hanno bene arginato la sponda propria, e questo loro argine, aggiunto alla naturale pendenza che le acque della Sesia hanno verso la parte italiana, han reso più frequenti, più estese, più dannose le inondazioni”. Ibidem. 7 5 colline del novarese furono coltivate a vite e generale della polizia del Dipartimento, grano. Lungo le sponde del Sesia molto allarmata dal sempre crescente numero di spazio fu adibito a pascolo, oltre Varallo. piemontesi in cerca di lavoro stagionale nel Molto sviluppata, nella Valsesia, fu la cura Dipartimento, diramò un apposito avviso: “La dei castagni e dei noci. Qualche coltivazione straordinaria di canapa si segnalò, anch’essa, in quest’area. forestieri, e principalmente Tortonesi, che si Tra Terdoppio e Ticino, a sud di Bellinzago portano nel nostro Dipartimento, al fine di fino a Vigevano, al riso fu aggiunto anche attendervi grano e lino. “Le sponde del Lago-maggiore” Campagna, non dovendo essere impedita, notò il commissario Lizzoli nel 1802, “ debbe però richiamare l’attenzione, e la presentano l’aspetto più ridente, e potrebbero vigilanza delle Autorità Costituite, onde dare aranci ed olivi. Vi sono molti alberi di vengano riparati que’ disordini, che ne quest’ultima specie, ma salvatichi, perché potrebbero derivare10”. inculti. Una volta erano coltivati, e del loro Una problematica connessa a quanto fino ad olio ora trovo menzione fin’anche nelle affluenza degli agl’imminenti osservato fu Agricoltori lavori rappresentata, della per il flusso di capitolazioni delle città di Novara8”. medesimo Il dell’agricoltura individui che, per diverse cause e con dipartimentale fu il riso, al fianco del grano. differenti finalità, si trovarono ad attraversare La la regione novarese o a stabilirvisi per qualche prodotto sua principe coltura dipartimentale intensiva comportò nel una territorio ricerca Dipartimento, dal di tempo. Interessante, a tal riguardo, risulta braccianti anche da altri dipartimenti, nel essere il rapporto redatto da Lizzoli su questa corso di alcuni mesi dell’anno9. La direzione tematica 8 campestri a pochi giorni dell’anno, in que’ pochi giorni le braccia del paese non bastano, e si è nella necessità di chiamare gli esteri; cosicché in un paese ove tutto il male nasce dal non aver che fare, quel poco che vi è da fare deve farsi dallo straniero”. Lizzoli, op. cit. pag 32. 10 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986. “Sarebbe follia sperarne tant’olio da farne commercio, ma tanto almeno da risparmiare in parte quello che paghiamo all’estero, almeno per l’olio che usiamo nelle vivande, si potrebbe ritrarre.” Lizzoli, op. cit. pag. 29. 9 “Il peggiore effetto della coltivazione del riso e dei prati è quello, che, restringendosi tutte le operazioni già nel 1802. Egli identifica 6 nell’eccessiva coltivazione dei riso, nel sensibile effetto prodotto dalla presenza di un novarese, elevato numero di forestieri nella regione fu la uno dei mali dell’economia dipartimentale ed una delle cause del transito, necessaria sul alimentari disponibili per la popolazione, territorio, controllabili. di “Il individui peggiore difficilmente delle razioni della specialmente in anni di carestia (“Ho visto il coltivazione del riso e dei prati” spiega pane che è costretta a mangiar la povera Lizzoli “è quello che, restringendosi tutte le gente della Val di Strona e di Val Sesia: qual operazioni giorni pane! Era un composto di crusca di meliga, di dell’anno, in que’ pochi giorni le braccia del ghiande di quercia, e di radici!!! Molte donne paese non bastano, e si è nella necessità di si son trovate morte coll’erba in bocca!!12”, chiamare gli esteri (…) Difatti, noi vediamo spiega ancora Lizzoli). In aggiunta a questo tutti gli abitanti della parte montuosa non fatto, l’ingresso di manodopera stagionale ed aver sussistenza che per tre mesi dell’anno, e il conseguente suo ritorno a casa al termine bene spesso avviene che sul cominciar della dell’estate gli abitanti de’ luoghi piani mal maggiormente, con il transito attraverso i possono difendere i frutti della loro proprietà labili confini di un ingente numero di da orde mosse a rapire da un bisogno più individui imperioso della legge11”. Da questo passo contrabbando già pienamente radicato nel emergono due problematiche connesse alla Novarese. Resisi conto di tale situazione, fin gestione La dal principio le autorità del dipartimento si produzione delle granaglie (riso, grano e adoperarono per cercare di tenere sotto granturco), del lino e la gestione dei molti controllo la massa di emigranti stagionali. In prati richiamavano una notevole quantità di quello stesso 1802, il comandante della forestieri, un polizia di Novara, per tale ragione, si adoperò impiego, sia pure stagionale. Un primo per diramare una lunga disposizione tesa a 11 12 campestri economica spinti a del effetto diminuzione pochi territorio. dall’opportunità Lizzoli, op. cit. pag. 32-33. di stagione dei difficilmente raccolti favorì controllabili, il Ibidem. 7 disciplinare, quanto possibile, i controlli sui da coloro che domandano l’alloggio, e li forestieri. Dall’analisi del documento, appare trasmetteranno un’ora dopo la chiusa delle la preoccupazione che i nuovi venuti, anche se porte della Città unitamente alla nota di temporaneamente coloro che domandano l’alloggio, al Burò del residenti, potessero in qualche modo inserirsi nel circuito, sopra Comandante osservato del contrabbando di generi vari. riconosciute, se siano legali, e valevoli, che “Considerando che qualche mal-intenzionato verificate saranno rimesse a chi sono di potrebbe eludere le vigilanti misure, che per proprietà. Questa misura non sarà praticata il bene della Patria si prendono, e che troppo verso i Militari od altri individui attaccati facilmente si alloggiano persone, sopra le all’Armata, che verranno alloggiati col quali può cadere dei dubbi, biglietto ORDINO della Piazza d’alloggio per essere fornito dall’Amministrazione Centrale. Art 1° Gli Osti, ed Albergatori di questa 3° Dopo la chiusa delle porte della Città non Comune, e suoi Borghi non dovranno si darà alloggio veruno, e posto che si alloggiare persona veruna, di qualunque presentasse qualche persona, si dirigerà dal grado e condizione sia, e sotto qualsiasi comandante, ovvero dall’Ajutante Maggiore aspetto si presenti, se non è munita di per ottenere il permesso d’essere alloggiata. Passaporto, di Rotta, ovvero di Carta di 4° Se qualche Cittadino desse ricovero in sua sicurezza per quelli, che non sono Forestieri, casa a qualche persona, che non fa parte di e che per qualche occorrenza dovessero questa restare all’Osteria. parente, 2° Ad oggetto d’impedire tutta frode, che si denunciarla potesse commettere falsificando, od alterando presentando le Carte giustificative della li suddetti Passaporti, Rotte o Carte di persona alloggiata. sicurezza, tutti gli Osti, Albergatori si faranno 5° Gli Osti, Albergatori, e Proprietari di dare li Passaporti, Rotte o Carte di Sicurezza casa, che si faranno lecito di tenere presso di Comune, od quantunque amico, al Burò sarà del fosse obbligato suo a Comandante 8 se de’ Militari, od altri Individui attaccati diligenti perlustrazioni, ed indagini, ove all’Armata, dopo cessato il tempo, che potessero tentarsi esportazioni, ed illeciti porterà il rispettivo Biglietto d’alloggio ammassi di Grani in contravvenzione della somministrato dall’Amministrazione Legge 8 Messidoro p.p., prevenendovi nel Centrale, e così pure degli Stranieri non tempo stesso che le suddette Guardia autorizzati nella prescritta maniera da’ Nazionali godranno nei casi di quei prodotti precedenti Articoli, saranno denunziati alla che le relative Leggi accordano agli Inventori Polizia civile per essere da essa giudicati, e e le Municipalità dovranno in allora dirigersi puniti di conformità alle Leggi13.” alle Regolatorie Dipartimentali di Finanza Nelle note successive a tale documento si alle quali spetteranno tali affari14”. dispone l’arresto immediato per chiunque L’attenzione verso gli stranieri era stata avesse, la elevata in tutto il territorio dipartimentale fin circolazione o la sosta di forestieri sprovvisti dal 1801, a seguito della destituzione del dei di Commissario Bono. Il clima politico di rigore, Il commissario Lizzoli introdotto nel Novarese già dal Commissario in qualsiasi necessari documenti documenti falsi. integrò la modo, o muniti vista, Borri e mantenuto dai suoi successori, mutò inserendovi una misura destinata a rinforzare profondamente l’atteggiamento delle autorità ulteriormente il contrasto al contrabbando. anche nei confronti dei forestieri, sospettati il “Riconoscendosi dal Governo che l’opera più delle volte di praticare attività di delle Municipalità, massimamente situate nei contrabbando. Paesi egregiamente Per disposizione legislativa, restava proibito il clandestine libero commercio di taluni prodotti, in special di concorrere esportazioni disposizione favorito confine, ad può impedire Grani le sono modo l’esportazione delle granaglie, ritenute pertanto invitate di fare col mezzo delle una risorsa strategica per la sopravvivenza rispettive Guardie nazionali praticare le più dello Stato. Melchiorre Gioia segnalò, nei 13 di appena all’estero, ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986. 14 Ibidem. 9 suoi scritti dell’Agogna, relativi una al notevole Dipartimento attività di erano soliti far attraversare alle loro merci il fragile confine. Questi avevano contrabbando di questa risorsa nel corso dei clandestinamente trasportato, dalla sponda quattordici anni di esperienza napoleonica. Il occidentale a quella orientale del fiume Sesia, fiume Sesia si dimostrò una linea di confine una discreta quantità di vino, senza pagare la troppo facilmente valicabile; tuttavia va dovuta precisato che anche l’attività degli organi di dell’ufficiale responsabile dell’arresto narra polizia, che avrebbero dovuto contrastare gli come questi, posizionatosi al coperto di una attraversamenti, in più di un’occasione non zona boschiva, abbia personalmente assistito brillò certo per efficienza ed efficacia. Nel al guado del fiume da pare dei carri, carichi di 1803 il vice prefetto di Vigevano si lamentò circa “41 bottali” di vino, provenienti dal addirittura della condotta mantenuta dal territorio dell’impero francese e diretti ad distaccamento polacco stanziato proprio in oriente. Intimato l’alt alla colonna, l’ufficiale quell’area, il quale, secondo l’opinione dello chiese l’esibizione delle ricevute comprovanti stesso funzionario, addirittura “fomentava gli il pagamento dell’imposta daziaria. Questi sfrosi de’ generi all’estero, anziché impedirli, sapeva, infatti, che nessuna tassa era stata pel cui effetto era stato colà accantonato in pagata, questo Dipartimento15”. all’attraversamento del fiume e all’ingresso Numerose l’attività sono di le testimonianze contrabbando circa realizzata, in imposta avendo daziaria. Il rapporto personalmente assistito illegale nel territorio dipartimentale. Tuttavia, con sua grande sorpresa, egli si vide particolar modo, attraverso il confine del presentare fiume Sesia. Nel rapporto presentato al daziario di Romagnano Sesia, relative ad una processo contro numerosi cittadini, datato 8 minima quantità della merce trasportata. giugno 1808, si può osservare una delle Rilevata l’incongruenza rispetto al carico, modalità grazie alle quali i contrabbandieri l’ufficiale ricevette la spiegazione secondo la 15 quale non tutti i boccali erano muniti della ASNO – Fondo Prefettura Agogna - 758. alcune ricevute dell’ufficio 10 necessaria bolla “perché il vino era novarese Il contrabbando del vino nel 1808 16 e stato caricato in Romagnano ”. Ricevuta una tale falsa giustificazione, il finanziere procedette all’arresto dei contrabbandieri. Lo stesso ufficiale era testimone del fatto che Itinerario dei contrabbandieri Romagnano Ghemme Tragitto compiuto nessun prodotto era transitato attraverso la Oleggio Tragitto previsto Momo dogana di Romagnano e che l’intero carico Novara aveva attraversato il fiume Sesia nello stesso istante, proveniente dal vercellese. Le ricevute esibite, peraltro in numero insufficiente, dovevano essere state quindi falsificate. Nel giugno del 1808 le forze di polizia del Dipartimento dell’Agogna portarono alla luce una rete di contrabbando di vino proveniente dal Piemonte Francese e diretto al territorio ad oriente del fiume Ticino. Dall’interrogatorio degli arrestati, emerse l’esistenza di un’accurata organizzazione specializzata nel contrabbando del vino, capace di fare attraversare facilmente il confine nelle modalità osservate e di trasportarlo, attraverso Ghemme e Momo, fino al porto fluviale di Oleggio, onde poter entrare nel territorio milanese dopo aver attraversato anche il fiume Ticino. Dalle successive indagini, risultò la responsabilità di alcuni personaggi interni a quelle amministrazioni civili che avrebbero dovuto contrastare tale azione criminale. “Mi si presenta”, scrisse da Milano il consigliere di stato, direttore delle dogane del Regno d’Italia, al Gran Giudice in quello stesso anno, “una nuova occasione di per interporre la valevole autorità dell’E.V. all’oggetto di far avviare la criminale procedura contro due individui che nel loro impiego 16 uno di Ricettore, l’altro di ASNO – Fondo Giudiziario Antico – 60 – Fascicolo 3 11 Consigliere Comunale hanno per lo meno ha tentato coll’abuso di tutti i mezzi in loro somministrando i più forti sospetti di dolo17”. mancato al proprio dovere potere di cooperare alla frode dei diritti di Finanza. Il decorso febbraio pervenne dal Appare qui evidente la fitta rete di complicità confine dell’Impero Francese e segnatamente coinvolgente anche alcuni funzionari di vari da Gattinara una condotta con 41 così detti uffici di amministrazione daziaria del Regno Bottali di vino. Il carico fu osservato da una d’Italia nell’attività contrabbandiera, prova squadriglia varcare il Fiume Sesia, e a ulteriore della fragilità fisica del confine del introdursi nel nostro Regno. Tenuta di mira la Sesia e di un certo grado di corruzione di condotta, e oltrepassata la Ricettoria di taluni soggetti. Romagnano Anche su altri prodotti, ritenuti di primaria al confine, la squadriglia domandò ai conducenti l’ostensione dei importanza ricapiti daziari. Ne venne presentato uno di l’attenzione delle autorità di finanza si fece, dazio esatto pel vino contenuto in venti bottali nel emesso dal Posto di Romagnano: venne pur serrata. I cereali rappresentarono, negli anni in prodotto questione, argomento di una fitta attività un certificato del consigliere per territorio l’economia novarese, italica, particolarmente comunale Donetti egualmente di Romagnano legislativa attestante che il vino contenuto in vent’uno di economico, detti recipienti era stato caricato allo stesso legislative si concentrò sulla necessità di comune. (…) Dal premesso racconto risulta impedire le esportazioni di granaglia che ad evidenza quanto segue: avrebbero potuto compromettere l’attenta I) La falsità dell’attestato e di lo controllo. sguardo Nel delle pianificazione realizzata dai campo autorità ministri di rilasciato dal Consigliere Comunale Donetti Napoleone in campo sia civile che militare. II) La legge del 4 Termidoro dell’anno IX (23 L’abuso in Ufficio del Ricettore De Bonis il quale in diverse guise 17 ASNO – Fondo Giudiziario antico – Cartella 60 – Fascicolo 4. 12 luglio 1801) rappresentò uno dei primi squadra di Finanza unita alla Brigata di provvedimenti tesi a contrastare il fenomeno Gendarmeria colà stazionata che vi era del contrabbando di granaglia (per il quale, accorsa. Dopo replicati colpi d’arma da successivamente, sarebbe stata comminata fuoco di cui riportò due ferite giudicate anche la pena di morte). Il 7 Germinale (28 sanabili marzo 1802), in Recetto, venne effettuato contrabbandieri fuggivano con due barche l’arresto di due cittadini, Bardone e Romerga, cariche di grano, abbandonandone una, che mentre tentavano di attraversare il Sesia con fu presa dalla squadra e dai gendarmi, in cui un mulo “carico di mine otto di meliga18”. vi si trovò il contrabbandiere Benigno Il 6 Fiorile di quello stesso anno (26 aprile Carmine di Giovanni di quello Comune, 1802) un rapporto delle Squadre unite di rimasto estinto nella zuffa, ed otto colli di Romagnano granaglie20”. all’attività e di di Carpignano, vigilanza fiscale, deputate al Gendarme Battaglia, i segnalò Fino al 1811, casi di questo genere si “l’arresto di una Bestia Mulatina carica di segnalarono in modo costante ma non Meliga ed un Asinello carico di Biada in predominante nel quadro del numero dei reati vicinanza della Sesia (…) condotta da un commessi Cavallante Biellese19”. dell’Agogna. A partire da questo anno si L’8 aprile 1806 il Vice-Prefetto d’Arona registrò infatti un incremento massiccio delle comunicò i risultati di un’operazione condotta cause a Canobbio: “A notte delli 3 circa le ore contrabbando di granaglia. In parte la ragione quattro Italiane nelle vicinanze della piazza di tale accadimento sta nella scarsità di di Canobbio seguì una sanguinosa zuffa fra raccolti registrata nel periodo compreso tra il alcuni contrabbandieri di granaglie e quella 1807 e il 1809, così come menzionato dallo all’interno aventi ad del Dipartimento oggetto proprio il storico Zaghi. Il ricordo della difficoltà di 18 ASNO – Fondo Giudiziario Antico – Cartella 5 – Fascicolo 23. 19 ASNO – Fondo Giudiziario Antico – Cartella 5 – Fascicolo 10. assicurarsi 20 una quantità sufficiente di ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 759. 13 alimenti, spinse la della sconfitta subita dall’Armata d’Italia a popolazione a concentrarsi focalizzare sulle Salice (il 13 aprile) e dell’avanzata austriaca granaglie proprio nel momento in cui, a nel Veneto, gran parte del Regno insorse22. La partire dal 1810, iniziò a registrarsi una netta rivolta “in pochi giorni investì oltre i due ripresa della produzione agricola italiana. La terzi del Regno e continuò ad allargarsi a maggior disponibilità di questo prodotto fornì macchia d’olio anche quando il decreto sul agli tentare dazio-macina fu ritirato dal governo nei l’illegale dipartimenti in rivolta23”. Fu una situazione commercio. Anche l’aumento costante dei che mise seriamente in difficoltà il regime prezzi, registratosi nel corso di tutta la vita napoleonico in Italia seriamente. La rivolta dello stato italico, fu un fattore sufficiente a del 1809 coinvolse solo in modo limitato il generare l’esasperazione del fenomeno del Dipartimento dell’Agogna; tuttavia, se in esso contrabbando. Una nota di Zaghi testimonia il non si registrarono i disordini scatenatisi in livello dell’inflazione sul costo dei generi gran alimentari in Italia:“I prezzi del frumento sui poterono osservare, sul piano dell’aumento diversi prezzi vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari e all’esportazione erano più elevati di quelli sul conseguente fenomeno del contrabbando, interni nell’ordine del 5-10%) passano a diversi pesanti contraccolpi. Milano da lire 38,35 al moggio nel 1796, a Oltre alle merci prodotte nel Regno Italico e 43,45 nel 1799, 66,20 nel 1800, 76 nel 1801, nel Piemonte, il contrabbando registrato nel 49,95 nel 1803, 45, 80 nel 1806, 56,65 nel Dipartimento dell’Agogna fu costituito anche 1811, 59, 10 nel ‘1521”.Già a partire dal 1809 dalle la ripresa della guerra contro l’Impero attraverso il porto di Genova. Il 5 aprile 1802, speculatori l’arricchimento mercati comprensibilmente l’occasione per attraverso lombardi (i parte merci dell’Italia provenienti Settentrionale, da oltre si mare Austriaco gettò il Regno d’Italia in una 22 situazione d’improvvisa difficoltà. Sulla scia 21 Zaghi C., L’Italia di Napoleone cit., pag. 296. Il 14 ed il 23 aprile del 1809, l’arciduca Giovanni d’Austria, comandante delle forze austriache, inviò due proclami alle popolazioni italiche invitandole ad insorgere contro il regime napoleonico. 23 Zaghi C., L’Italia di Napoleone cit., pag. 335. 14 infatti, la delegazione medica dipartimentale piemontese venne preferito per l’importazione inviò un rapporto alla prefettura nella quale illegale, il lino della Bassa novarese (prodotto venne segnalata la presenza nel novarese di a Galliate, Trecate, Romentino e Cameri) fu prodotti esteri di contrabbando: “Assicurata indicato da Melchiorre Gioia, unitamente alla che nel porto di Genova, anche nei magazzini granaglia, come bene principe per l’attività di di quel porto-franco siasi introdotta una “sfroso25”. quantità considerevole di una corteccia Il Blocco Continentale ordinato da Napoleone denominata Cascarilla di Lima, che si tenta nel 1807 nei confronti dei prodotti provenienti di far circolare sotto il nome di Corteccia di dalla Gran Bretagna impose ulteriori stretti China. Rende avvisati gli Speziali e i controlli su tutta la rete commerciale degli Droghieri di Questo Dipartimento a non stati napoleonici, ivi compreso il Regno lasciarsi sorprendere da tale falsificazione, e d’Italia. Quello novarese, ne invita i Medici e i Chirurghi ad della sua posizione geografica, fu il più attentamente vigilare, acciò essa, introdotta esposto, fra tutti i dipartimenti italici, che fosse, non venga da alcuno Speziale o all’azione Droghiere ad essere sostituita alla China; soprattutto attraverso porti quali Genova, La avvertendo Spezia inoltre che il trasgressore e del proprio a causa contrabbando Livorno. Nel esercitata 1807 ulteriori pertanto, stilate: incorrerà nelle penali portate dal Piano di disposizioni Regolamento medico-chirurgo-farmaceutico “Riconoscendosi dal Governo che l’opera del 1788 ritenuto tuttora dal Governo per delle Municipalità, massimamente situate nei norma24”. L’azione di contrabbando interessò Paesi anche quelle merci che, per la loro fattura, concorrere primeggiavano esportazioni rispetto a quella degli omologhi prodotti in altri dipartimenti. In base a tale considerazione, se il tabacco 24 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 989. di vennero, confine, ad di può impedire Grani egregiamente le clandestine all’estero. Sono 25 “Il filo è forte e fisso; supera nella bianchezza tutti gli altri e gode la migliore riputazione, cosicché se fosse meglio lavorato, potrebbe ridursi in tele finissime, superiori a quelle tessute coi lini cremaschi”. Gioia M. – Cuoco V., Il Dipartimento dell’Agogna, Fondazione Monti, 1986, pag., 57. 15 pertanto invitate di fare col mezzo delle costretto a rivolgermi, Sig. Prefetto, alla di rispettive Guardie nazionali praticare le più Lei autorità per quelle provvidenze che diligenti perlustrazioni, ed indagini, ove possono essere nelle di Lei mani, onde evitare potessero tentarsi esportazioni ed illeciti i mali che purtroppo ne va a soffrire la ammassi di Grani26”. La difficile situazione popolazione27”. Negli ultimi anni di vita del economica apertasi a partire dal 1808, la Regno l’esplosione di questo crimine non ripresa della guerra nel 1809 e nel 1812, interessò aggiuntasi al costante impegno militare in contrabbandieri di professione ma anche terra di Spagna produsse una situazione di quella improvvisata di semplici cittadini, progressiva difficoltà per l’economia del spinti da esigenze di pura sopravvivenza Regno d’Italia. Il 2 dicembre 1810, di fronte eloquente testimonianza della crisi ormai alle ennesime pressioni imperiali volte ad irreversibile nella quale era ormai scivolato lo irrigidire ulteriormente il Blocco Continentale Stato. e a contrastare la crescente attività dei rilevate fu incalcolabile. Con il deteriorarsi contrabbandieri, l’intendente di Novara, in del potere napoleonico in Italia, fra il 1813 e una lettera indirizzata al Prefetto, oppose il 1814, le autorità di Polizia del Dipartimento queste semplici considerazioni: “Per la on furono più in grando di contrastare mancanza di diciannove Guardie di Squadra efficacemente questo reato lungo tutte le linee di quest’Intendenza, parte delle quali sono in di confine. Il più unicamente numero delle l’opera di contravvenzioni carcere sotto processo, e parte in servizio straordinario fuori del Dipartimento, la sorveglianza sul confine non può essere attiva Le carceri dipartimentali in modo da impedire lo sfroso; anzi quello del Granturco di vietata esportazione si è reso si frequente, si pubblico e rilevante, che sono 26 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 986. 27 ASNO – Fondo Prefetture Agogna – 759. 16 Nel corso dei quattordici anni della sua storia, della il la meglio di molti altri, il centro politico ed costruzione o il mantenimento, nel proprio istituzionale della città, avendo ospitato nel territorio, di ben quattordici istituti carcerari, corso dei secoli situati in Arona, Borgomanero, Domodossola, amministrative29. Intra, Mortara, Mede, Novara, Oleggio, conseguenza Pallanza, particolarmente complesso: “ …a Nord il Dipartimento dell’Agogna Robbio, Romagnano, vide Varallo, storiografia novarese, rappresenta, le maggiori cariche Il della suo aspetto propria risulta, storia, Vigevano, Vogogna. Palazzo dell’Arengo (XIII-XIV sec.); a Sud il La struttura identificata dai documenti quale Palazzo del Podestà (fine XIV sec. – inizio XV “Carcere di Novara” si trovava nel complesso sec.); a E il ‘Palazzo dei Paratici’ – edificio noto col nome di Broletto. Una precisa che attualmente ospita i Musei Civici – da identificazione del settore dedicato alla ascriversi alla seconda metà del XIII sec.; a reclusione, numerose Ovest i locali occupati dal 1618 dagli Uffici ristrutturazioni susseguitesi nel corso degli della Referenderia (fine XIV – XV sec.)30”. A ultimi secoli, non è certa, non essendo il causa dei numerosi interventi di restauro, Broletto un unico palazzo bensì un complesso come detto, non è oggi possibile identificare di edifici più volte rimaneggiati ancora in con assoluta certezza i vecchi locali adibiti a epoca moderna28. Esso, secondo una parte carcere a seguito delle anche permettono di se alcune stabilirne informazioni una probabile 28 “L’edificio noto in città con il nome di “Broletto”, collocato nella zona centrale dell’antico nucleo urbano, è composto in realtà da quattro costruzioni di epoche diverse e con elementi architettonici e decorativi disomogenei. L’aspetto di compattezza e di organizzazione urbana delle strutture dei quattro nuclei deriva dai lavori di restauro condotti nel secolo XX (1928-1935) che hanno attenuato le caratteristiche particolari degli edifici e hanno creato nuove relazioni fra i quattro corpi, disposti attorno al cortile quadrangolare.” Tomea Gavazzoli M. L., a cura di , Museo Novarese, Istituto Geografico De Agostini, Novara 1987, pag. 521. “Nella sua prima conformazione aveva sei porte, tre delle quali verso mezzodì e tre verso tramontana.(…) Nel cortile, che si è l’antichissimo broletto della città, si teneva anche prima dell’edificazione di questo palazzo il mercato collocazione. Una nota scritta dalla studiosa Tomea Gavazzoli fornisce un primo indizio: de’cereali, dei commestibili e la gadellina del sale; di sotto i grand’archi delle porte i collegj de’giudici e de’notaj avevano i loro banchi distinti co’segni del leone, dell’aquila, dell’orso.”Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di Novara cit., pag. 157-158. 29 “Tomasino da Lampugnano podestà del comune e distretto di Novara nel 1346 fece edificare questo palazzo di città e della ragione” Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di Novara, cit., pag. 157. 30 Tomea Gavazzoli op. cit., pag. 521. 17 “La ricerca archivistica documenta come, già (1800) nel 1803, il Municipio propose di trasferire le Giustizia Civile e Criminale (1807)32”. pubbliche carceri dal palazzo Pretorio al Gli Castello31”. Si può, quindi, indicare nel solo riguardarono gli interni, rimaneggiati per far Palazzo Pretorio, appartenente al complesso posto a tutti gli uffici ivi trasferiti. “Nel del Broletto, lo stabile destinato ad ospitare le principio di questo secolo” scrisse, nel 1828, celle del Carcere di Novara. Testimoni lo affermano che, al di sotto del pian terreno definitivamente avendo il Municipio questa dell’intero complesso, si trovino ben due piani sua interrati, oltre ad un imponente reticolo di occupata ed adattata all’uso de’ tribunali dai cantine, probabilmente utilizzate per ospitare i differenti governi nella città nostra istituiti33. reclusi, anche se questa tesi, identificante Dai verbali delle visite compiute mensilmente nelle segrete del complesso il carcerario, non dalle autorità competenti è possibile ricavare trova una precisa conferma. molti dati, che permettono di comprendere, in Il complesso interventi storico antica principali di Bianchini residenza, la Corte di quest’epoca “abbandonata fu la medesima modo almeno parziale, la conformazione di profondamente ristrutturato anche nell’epoca detto edificio. Nel rapporto del 4 ottobre napoleonica uffici 1807, alla vigilia del loro trasferimento nella dipartimentali. “Le opere più impegnative nuova sede del Castello Visconteo-Sforzesco, risalgono però agli inizi del XIX sec., quando si nel Broletto sono collocati gli Uffici del localizzazione dell’infermeria, posta al pian ospitò Broletto successivamente venne ed del e importanti può constatare, ad esempio, la Tribunale per l’avvenuto trasferimento in Palazzo Cabrini degli uffici Municipali (1798). Nel Broletto devono così essere 32 sistemate la Pretura e la Magistratura d’Appello per il Dipartimento dell’Agogna 31 Tomea Gavazzoli, op. cit., pag. 508. Tomea Gavazzoli, op. cit., pag. 523. Degna di osservazione è ancora in oggi l’aula delle udienze, nella quale nei di poco trascorsi tempi la corte di giustizia del dipartimento dell’Agogna, che per autorità della legge giudicava della vita e della morte, teneva i veramente imponenti pubblici giudizj”. Bianchini, Le cose rimarchevoli cit., pag 159. 33 18 terreno34. Emerge, dalle carte, anche un dato ad affermare, in quello stesso luogo, la che smentirebbe le testimonianza finora presenza dei locali del tribunale d’appello. raccolte: pare infatti che le stanze di Purtroppo da queste visite non si è ancora in reclusione non fossero posizionate nei locali grado di stabilire quanti e quali locali fossero delle cantine, due piani sotto il livello impiegati per la reclusione, né affrontare stradale, come da alcuni è testimoniato, ma in un’analisi dello stato dei locali, costantemente ambienti rialzati, rispetto al terreno. Prova ne definito sarebbe una richiesta, avanzata dal carceriere igieniche. Le sole note presentate, quasi nel corso della medesima visita, di procedere costantemente, tendono a soffermarsi sulla alla riparazione di alcune finestre appartenenti carenza delle coperte e sulla più o meno Carceri35. Dall’ulteriore sufficiente quantità e qualità del vitto si potrebbe somministrato. Poco o nulla emerge, dagli addirittura avanzare l’ipotesi che i reclusi stessi documenti, sulle malattie presenti fossero segregati nel primo piano del Palazzo all’interno del carcere. Un’unica notazione, il Pretorio. Nel resoconto di questa visita si tredici luglio 1807, afferma: “Recatisi nel legge infatti: “… portativi ad un locale locale superiore del detto Pretorio si sono fatti infermeria si è osservato non occorrervi né presentare dal Custode in più riprese tutti li riparazione né opera veruna per rendere il detenuti ed interrogati individualmente…36”. detto locale più salubre, né esistervi fra gli Parrebbe individuarsi, quindi, nel piano nobile ammalati alcuno che abbia dato segno del palazzo, il luogo di reclusione della città d’essere di Novara, anche se alcune fonti continuino attaccaticcia…37”. alle stesse interpretazione degli scritti “adeguato”, a piano o delle terreno infetto condizioni destinato da per malattia Va precisato che la gestione di dette strutture 34 “Recatosi nell’infermeria post a piano terreno si è osservato che il locale è in ottimo stato e ben riparato….”. ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 931. 35 “Si è poi fatto riflettere dallo stesso custode che avanzandosi la stagione fa di bisogno ch si ad alcune riparazioni alle finestre delle Carceri…” Ibidem. 36 Ibidem. rappresentò uno dei doveri di ogni prefetto. Il 23 marzo 1804, infatti, un appunto dei 37 Ibidem. 19 ministeri di giustizia e dell’interno stabilì, in potestà di effettuare sopralluoghi nelle stesse modo piuttosto minuzioso, il ruolo centrale strutture ogni della figura prefettizia, la quale, tra l’altro, necessità, purché dopo aver opportunamente avrebbe informato avuto l’incarico di redigere, il qualvolta ne sentisse la Luogotenente Commissario regolarmente, un rapporto sullo stato degli presso i Tribunali. istituti visitati da inviare, tra l’altro, agli stessi Malgrado questo meccanismo, volto anche a ministeri: “Le visite trimestrali agli Ergastoli, preservare condizioni umane di reclusione, e alle case di forza ordinate colla Circolare risulta, dall’analisi dei documenti, una visione del Ministero dell’Interno 18 luglio p.p. 1803, piuttosto cruda della vita dei carcerati. Da una si eseguiscono personalmente dal Prefetto, o serie di documenti redatti nei primi mesi del dal Luogotenente Legale Commissario presso 1805 i Tribunali coll’intervento di suoi Protettori Novara, emerge il problema procedurale, oltre de’Carcerati, la che finanziario, circa l’acquisto di venti Giudicatura criminale del Comune, in cui si coperte da riservarsi ai detenuti stessi. Lo trova la casa di forza. A norma della stessa spostamento a Novara , avvenuto nel tardo Circolare si erige sempre il processo verbale, autunno del 1803, di venti condannati di cui si rimette una copia al Luogotenente prelevati dal carcere di Mantova aveva avuto Commissario presso i Tribunali, e questi la l’effetto di generare una problematica che si inoltra al Gran Giudice Ministro della sarebbe dimostrata di difficile soluzione Giustizia. Il Prefetto rimette pure una simile anche nel lungo periodo. In una lettera redatta copia al Ministero dell’Interno, il quale dietro dall’amministrazione carceraria di Novara al l’esame dà le provvidenze che possono essere Prefetto, datata 29 ottobre 1804, del caso, e che da lui dipendono38”. Più oltre “Sin dallo scorso ottobre 1803 in cui col viene specificato che, oltre alle obbligatorie pregiato vostro Foglio N 15500 eccitate visite trimestrali, il Prefetto fu investito della questa 38 all’Economo di codesto vostro ufficio venti che esistono presso ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 931. sull’amministrazione amministrazione carceraria a di si legge: consegnare 20 coperte ad uopo da condannati detenuti nelle coperte che fin dal 1803 vennero rimesse al Carceri di questa Comune, vi eravate Vostro Economo, non v’è finora riuscito compiaciuto di assicurarla della restituzione l’ottenerla…40”. Un’immagine, questa, di d’altrettante coperte della medesima qualità o sicuro impatto, soprattutto considerando lo in difetto del pagamento del loro valore39” Lo stato precario dei luoghi detentivi della città scrivente invitò il Prefetto a provvedere, colla di Novara in quegli anni che precedettero la massima solerzia, a reintegrare la dotazione di realizzazione del nuovo carcere, ottenuto coperte destinate ai detenuti, anche in vista riadattando dell’inverno Visconteo-Sforzesco. ormai incombente. Sorvolò, locali dell’antico castello oltretutto, il fatto che l’istituto penitenziario Dalle carte conservate nell’Archivio di Stato era stato costretto a farne a meno nel corso di Novara è stato possibile giungere ad una della precedente stagione fredda, provocando stima sul numero dei detenuti del carcere immaginabili disagi alle persole lì ospitate. della città i Novara. L’11 febbraio 1803 il Dal tono pressante della missiva, si potrebbe responsabile dedurre che la questione, non eccessivamente Pasquale Moreschi, inviò al pretore della città dispendiosa va precisato, si fosse risolta una breve ma eloquente missiva: “Estimo in felicemente in quello stesso 1804, eppure, nel questa Carcere N. 100 dittenuti, cioè 16 sotto carteggio relativo all’anno successivo si processo e 14 condannati. Sessanta e più de ritrova, in data 24 aprile 1805, una nuova questi sono mancanti de pagliericci e in parte missiva tale anche di Coperte. (…) Giornalmente vengono questione: “Malgrado le replicate istanze che tradutti in questa, dalli Carceri delli Distretti da questa Amministrazione fin dallo scorso di questo Dipartimento, delli dittenuti per 1804 vennero fatte al vostro ufficio, Sig. essere giudicati dalla Seduta Pubblica, privi Prefetto, per la restituzione in natura o in de Pagliaricci e Coperte nella presente denaro come più vi gradirebbe delle venti Stagione Frigida. Famo [sic] dei Riclami ad 39 40 ritornante nuovamente ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 897. su della struttura in esame, Ibidem. 21 alta voce contro detti Ammonistratori della dell’edificio carcerario, posto proprio al Carcere41”. Pochi giorni dopo giunse la centro della città, proseguirono per mesi, risposta a questa pressante richiesta d’aiuto. A mentre i detenuti furono costretti, il più delle seguito appositamente volte, a dover fare affidamento sulle proprie organizzata per rilevare le carenza denunciate, risorse, fisiche e finanziarie, per poter venne posto mano alla situazione in un modo sopravvivere che solo parzialmente (ed, occorre rilevare, in custodia. Già al principio del 1803 il Prefetto, minima parte) riuscì a risolvere la questione. all’interno di un lungo rapporto da lui vergato L’amministrazione sulla di un’ispezione dipartimentale così alle difficili situazione qui condizioni analizzata, si di era argomentò la propria decisione: “…previa soffermato, in tono quasi rassegnato, sulle l’opportuna ricognizione e li convenienti difficoltà concerti ingranaggi col cittadino Pretore abbiamo da questi della incontrate burocrazia con gli locale: immediatamente provvisto a tale urgenza “…Ciononostante per ubbidire all’ordine del avendo però limitata la previsione da voi Ministro, ho nuovamente eccitato il Pretore a fattasi eseguire proporzionalmente al numero presentarmi uno stato degli oggetti necessari de’ ditenuti sotto processo, poiché a termini alla vita dei carcerati, ristretto precisamente dell’articolo 178 della legge 22 luglio p.p. all’attuale loro bisogno. (…) Intanto però è ricorre il mantenimento dei detenuti dopo la passato l’anno 1802, e siamo entrati nel condanna della 1803, e quindi siccome si era già prevenuto Nazione42”. Ben pochi, quindi, furono i che per il principio del 1803 le spese per la carcerati che ricevettero immediatamente i sussistenza dei carcerati dovevano sostenersi generi indispensabili anche solo per poter far a carico non più del Tesoro Nazionale bensì fronte al freddo dei locali nei mesi invernali. del Le rivolgermi per la provvista di detti effetti a 41 42 definitiva discussioni sulle a carico scarse dotazioni Dipartimento, così ho stimato di Ibidem. Ibidem. 22 voi Cittadini Amministratori43”. Il tempo, ampiamente problematica di questi edifici: come scorreva “Voi potete insieme convincervi meglio anche inesorabilmente, alternando stagioni calde a col mezzo di un oculare ricognizione del quelle ovviamente, numero dei miserabili rinchiusi in dette producevano maggiori sofferenze ai detenuti. Carceri il quale, anziché diminuire, deve Su queste il prefetto soffermò la propria giornalmente andar crescendo per la ragione attenzione, compiendo un’esortazione nella che, giusto il nuovo Piano dei Giudizi quale, per cercare di smuovere l’animo dei Criminali, devono essere presenti al giudicio concittadini, fece appello anche ad una forma tutti li carcerati del dipartimento prevenuti di di orgoglio locale. “Voi ben comprenderete delitti il titolo de’ quali eccede la pena di un quanto sia incongruo che, mentre li ditenuti anno di carcere45”. Dopo aver rilevato i nelle altre carceri sono provveduti, quelli soli bisogni di natura pratica, e sottolineava la che si trovano nelle Carceri di Novara necessità di evitare che il governo potesse abbiano a languire ulteriormente per il formarsi freddo e per la mancanza dei Pagliericci, e sull’amministrazione conoscerete insieme che il Governo non vorrà dell’Agogna, il Prefetto volle distinguere la ora prestarsi ad anticipare egli stesso li fondi propria posizione rispetto a quanti avevano per far fronte alle suddette spese44”. Oltre a giustificato il cattivo stato di questa parte queste considerazioni, il lungo rapporto di della giustizia invocando ragioni ed interessi Paravicini pose l’attenzione anche su di di natura economica: “Io non sono per un’ulteriore quella oppormi, ed anzi approverò moltissimo, che carcerati voi medesimi, riconosciuta la detta necessità, rilevato fredde, dell’aumento dal le Prefetto, quali, problematica, del numero dei una della cattiva del opinione Dipartimento novaresi, incremento che avrebbe provocato v’incarichiate provvista de’narrati ulteriori difficoltà nella gestione, già peraltro effetti e procuriate così la maggiore economia a vantaggio del Dipartimento, ma insieme 43 44 Ibidem. Ibidem. 45 Ibidem. 23 non posso non prendere interesse affinché li pane e minestra ai detenuti sotto processo detti infelici siano esauditi in questa giusta anziché cumulargli per la fornitura delle loro dimanda46”. razioni di pane di maggior peso per li Un’ulteriore problematica presa in esame nel detenuti condannati che sta a carico del Novarese, fu Tesoro Nazionale47”. Non si può fare a meno rappresentata dalla necessità o meno di di notare che la povera alimentazione fornita mantenere un differente regime di trattamenti dal carcere veniva differenziata a seconda del nei confronti dei detenuti in attesa di giudizio tipo di reclusione, attribuendo una minor rispetto a quello applicato ai condannati. Da quantità di pane (non viene specificato se in un appunto indirizzato al prefetto, redatto nel ragione di una differente qualità dello stesso o corso dei primi mesi del 1803, emerge una a causa di una minor porzione dello stesso serie di dati di sicuro interesse riguardo fornito ai detenuti in attesa di giudizio) ai all’alimentazione dei carcerati di Novara. condannati in sede definitiva rispetto a coloro “Quest’amministrazione meglio che si trovavano, per differente ragione, nelle conveniente nell’interesse del Dipartimento, celle del Broletto. Il Ministro degli Interni ed al fine eziandio di rendere più semplici le della Repubblica, subito interessato della operazioni della sua contabilità il fare questione dallo stesso Prefetto Paravicini, separatamente gli appalti per fornitura di dopo già a partire dal ravvisa 1803, aver sottolineato che gli altri dipartimenti dello stato si erano adoperati 46 Ibidem. Va precisato che questo interessantissimo rapporto fu inoltrato, non senza coraggio, dallo stesso Paravicini al Ministro della Giustizia, a Milano, il quale, il 9 luglio 1803, si premurò di inviare le proprie osservazioni positive allo stesso Prefetto: “Dal rapporto di codesta Amministrazione Dipartimentale (…) ho potuto con piacere accertarmi del plausibile di lei interessamento per quanto concerne lo stato delle carceri ed il mantenimento de’ detenuti apparendomi altresì che le disposizioni da essa impartite in ordine al trattamento degli ammalati, siccome tendenti a togliere gli abusi e le dilapidazioni senza mancare ai soccorsi dovuti all’umanità languenti, non sono che un risultato delle prudenti viste di economia dalle quali è diretta per la indennità dell’interesse Dipartimentale”. Ibidem. sulla soluzione di un unico “appalto promiscuo per gli alimenti dei detenuti sotto processo”, diede comunque carta bianca al Prefetto per la risoluzione di tale incombenza negli istituti di detenzione presenti nel Dipartimento. 47 Influenzato dall’invito del Ibidem. 24 ministro ad uniformarsi alla procedura adottata in tutte le carceri dello stato, pur Aule del Tribunale d’Appell e della Corte Criminale Il palazzo del Broletto mancando un dato legislativo su cui poter fare Came affidamento, il Paravicini, nonostante il desiderio di mantenere un regime differente fra condannati e detenuti in attesa di giudizio, decise di applicare un'unica modalità di trattamento per tutti gli ospiti delle carceri Locali delle carceri Loc pa novaresi. All’amministrazione dipartimentale inviò, nel maggio di quello stesso anno, le seguenti disposizioni: “…debbo del resto riscontrarvi che non mi sembra conveniente per l’interesse della Nazione di adottare quanto alle Carceri destinate precipuamente alla Custodia dei Detenuti sotto processo di far contratti e tener conti separati pel pane, pagliericci e simili ad uso dei detenuti da quelli dei condannati, troppo chiara ravvisandosi la ragione che, essendo questi di gran lunga minori di numero dei primi, la Nazione sarebbe privata da que’ vantaggi che un solo contratto sì per gli uni che per gli Nella seconda metà del 1807, lo spostamento del carcere cittadino nei locali del Castello Visconteo-Sforzesco permise alle autorità di disporre di esclusivamente un edificio adibito a che struttura fosse di reclusione, superando l’antico caos presente 48 altri le arrecherebbe ”. nel complesso del Broletto. L’antico castello, trasformato nel periodo spagnolo in fortezza, aveva perso, nel corso del secolo precedete, la 48 Ibidem. 25 sua funzione militare, ed i suoi molti locali La nuova struttura, o, meglio, l’antica fortezza vuoti, avrebbero fornito un luogo ideale per la rimaneggiata ebbe una capienza più limitata, custodia dei detenuti. Lo storico Bianchini ne rispetto fa questa breve descrizione: “Un gran masso disposizione laterizio quadrato da larga e profonda fossa facilmente gestibili. Lo stesso Bianchini, più difeso, di moti sotterranei provveduto con volte vasta piazza nel mezzo si è l’avanzo che ci favorevole circa il trasferimento delle carceri, rimane di quella rocca, della quale se ne in questo breve giudizio: “Con ottimo trova menzione sotto l’anno 1259, stata ora consiglio furon le carceri traslocate al son più di cinque secoli con insano consiglio, castello50”. Recentemente sono ricomparsi, e per rendersi da protettore padrone, da all’interno di una collezione privata, cinque Francesco Della Torre accresciuta, e che tavole rappresentanti i progetti originari del segnò l’epoca delle disgrazie, anzi della restauro, datato 1807, redatte dall’ingegnere perdizione della sua famiglia. Sopra del muro Melchioni, e controfirmate dal Prefetto di tramontana dal governo del regno d’Italia Mocenigo. I documenti sono datati 21 si fabbricarono le pubbliche carceri quanto gennaio sicure, altrettanto salubri; nell’interno vi ritrovate si nota che solo una porzione della esiste una salnitriera, e sulla porta vedesi fortezza scolpita in marmo una parte dello stemma frontespizio della tavola II del progetto reca la de’Visconti; e comeché dopo tante vicende seguente scritta: “Disegno in pianta al piano altro in oggi questo fortilizio non presenti che terreno d’una porzione di Fabbricato nel lo scheletro dell’antico suo corpo, pure Luogo di questo Comune chiamato Castello, guarnito dalle artiglierie nel 1821 protesse nell’estensione della così detta Polveriera ed l’armate Reali contro l’irruzione del campo adiacenze di Alessandria49”. 49 Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di alla precedente, locali citato, più esprime 1807. venne ma ebbe capienti e il suo Dall’analisi adibita rilevato da me più giudizio delle a a tavole carcere. Il Ingegnere Novara, Girolamo Miglio Ed., Novara, 1828, pag. 165. 50 Bianchini, Le cose rimarchevoli della città di Novara cit., pag. 159. 26 sottoscritto in Misura dipendentemente dal - Nella Prima-------------------6 Cenno della Prefettura di cui (…) ed in - Seconda-----------------------5 seguito alla Visita del 4 successivo Novembre - Terza--------------------------6 di Ministro - Quarta------------------------5 dell’Interno (…). Progetto di adattamento - Prima della torre------------3 d’una porzione di Fabbricato ad uso di - Seconda-----------------------8 Carceri in seguito delle Carceri presentanee - Delle donne------------------3 riconosciute insufficienti51”. Dall’analisi dei - Infermieria------------------1052”. progetti non pare esser stato necessario un In questa lista si possono osservare alcuni imponente restauro. Solo pochi muri furono importanti dati. Rispetto ai rapporti presentati necessari per la separazione di vani e celle sullo stato delle carceri del Broletto, si nota all’interno dei grossi saloni. Le due ali l’elencazione delle singole celle componenti impiegate per la creazione del carcere, infatti, la struttura detentiva, prova del fatto che, in presentavano già una fitta serie di locali, questo carcere, i reclusi non venivano posti in ideali per la segregazione dei carcerati. pochi Nel verbale della visita compiuta dalle considerazione, in base alla penultima riga, autorità il 7 aprile 1811 si ha modo di può essere fatta sulla menzione delle donne, constatare, piuttosto nel dettaglio, gli aspetti isolate dai carcerati maschi. Si ignora se tali del nuovo carcere di Novara. Il numero dei dati siano mancanti nei rapporti dei primi anni detenuti registrati in quell’occasione fu di 63 del Dipartimento dell’Agogna a Novara a (contro i 100 che, come osservato nei causa di una scarsa accuratezza delle autorità documenti relativi alle ispezioni prefettizie, o per via del reale cattivo stato delle carceri affollavano i locali del Broletto), ripartiti del cittadine, le quali imponevano la reclusione seguente modo: degli individui in un unico locale, senza “- Nella Comune------------17 distinzione fra sessi o fra reclusi e detenuti in 51 52 Sua Eccellenza il Tavola II – Collezione privata. Signor locali collettivi. Una ulteriore ASNO – Fondo Prefettura Agogna – 897. 27 attesa di giudizio. Il verbale della visita medico, il quale ha assicurato non esservi prosegue stato alcun pericolo di male contagioso53”. In dell’infermeria, ospitante come visto ben 10 generale, con esclusione di poche notazioni individui. Dall’analisi generale delle carte relative alle piccole riparazioni, non si sono relative ai carceri del Dipartimento, emerge, a ritrovate notizie relative ad un cattivo stato tal estremamente dei luoghi, responsabile di tentativi di fuga da interessante: la prigione, nell’Italia del primo parte dei detenuti. Pochi e di non eccessiva Ottocento fu un luogo interessato da un tasso onerosità di malattie estremamente rilevante. Nel caso manutenzione registrati nel corso degli anni. di Novara, si nota che in una struttura Due mesi più tardi, una nuova visita al carceraria relativamente nuova, in quanto a Castello registrò la presenza di 58 reclusi, di lavori di manutenzione e di riallestimento, i cui 8 in infermeria. Ancora una volta “il detenuti nell’infermeria medico assicurò che le dette malattie non rappresentavano un sesto del totale dei somministrassero alcun dubbio di contagio, reclusi. ma ciò nullameno vengono tenute in attenta soffermandosi proposito, un dato presenti L’attenzione delle sullo autorità nei furono gli interventi di confronti di questo dato fu senza dubbio osservazione54”. notevole rapporto Nei primi anni di vita del Dipartimento si proveniente da ciascuna visita compiuta registrarono solo saltuarie proteste avanzate tralasciò le opportune notazioni sullo stato dai detenuti circa dell’infermeria, sul numero degli ospitati, all’interno delle carceri. Nel corso degli anni, sulla natura dei mali e, soprattutto, sul tuttavia, le annotazioni relative a tali proteste pericolo derivante dallo scatenarsi di malattie si fecero via via più numerose. Senza mai contagiose. Anche nel caso qui analizzato, le citarli autorità novaresi registrarono ben sei casi su generalità, i documenti fanno emergere una tanto che nessun le condizioni di vita esplicitamente, con le relative dieci di febbri fra i ricoverati, precisando però 53 che “tutti sono stati diligentemente visitati dal 54 Ibidem. Ibidem. 28 serie di istanze da parte dei detenuti in attesa negli edifici di reclusione secondari del di giudizio i quali richiesero una conclusione dipartimento. più rapida dei relativi processi, nella speranza Dal Carcere di Pallanza, il 6 febbraio 1803, che, giudicati innocenti, potessero lasciare un rapporto sullo stato degli immobili e dei quanto prima quel luogo di pena55. La reclusi soffermò la propria attenzione sulla richiesta di una conclusione più celere dei cattiva qualità dell’acqua fornita ai detenuti procedimenti fu, come accadde il 7 giugno dal pozzo dello stabile in determinati periodi 1811, giustificata dagli stessi detenuti con lo dell’anno. stato miserevole della loro detenzione. In precipitazioni, si legge nella nota redatta da questa occasione le autorità riconobbero la un ufficiale, la qualità dell’acqua erogata dal fondatezza pozzo peggiorava a tal punto che si dovette, di talune rivendicazioni e In occasione di copiose concessero loro un maggior numero di per indumenti e di dotazioni, promettendo, al proveniente da altri edifici esterni al carcere contempo, nei stesso, con grave dispendio di forze e di procedimenti. Purtroppo non ci è dato sapere risorse per la sua acquisizione: “Io ebbi già a se dirvi, Cittadino Pretore, fin dalli sette tale una maggior promessa si celerità sia realmente concretizzata. Rispetto tempo, ricorrere a quella corrente il mio giudizio relativamente al la Pozzo che esiste nella prima corte di queste documentazione relativa agli altri istituti di carceri onde tenere sana l’acqua in occasione pena del dipartimento dell’Agogna è più rara di grandi piogge, medianti le quali l’acqua e discontinua. Non consente una ricostruzione eccede il livello del terreno56”. cronologica completa delle vicende relative a Dalla cittadina di Mortara, in quelle stesse ciascuna struttura. E’ tuttavia possibile trarre settimane del 1803, il Pretore inviò un alcuni dati interessanti sulle condizioni di vita rapporto all’Amministrazione Dipartimentale 55 al lungo carcere di Novara, “…alcuni riclamarono l’ultimazione de’ loro processi, ai quali dal Giudice Delegato vennero resi noti li motivi del ritardo”. Ibidem all’interno del quale pose l’attenzione sulle 56 Ibidem. 29 spese sanitarie incontrate dallo stesso istituto documento, lo stesso amministratore precisò: penitenziario decisamente “Più di questo io non saprei che fare, giacché sovrabbondanti: “Mi ha sempre fatto senso posso del resto assicurarvi che, in mezzo agli l’enorme somma molteplici ed importanti affari d’ufficio che ammonta l’importo e ritenute a cui che incessantemente mi occupano, non lascio un vengono a questi ditenuti somministrati, e non istante di estendere pure la mia vigilanza su ho mancato di metterne più volte in tutti gli oggetti, che interessano la buona avvertenza il medico, ed il chirurgo perché si amministrazione delle pubbliche sostanze, per limitassero nelle lor prescrizioni entro i cui continui, e veramente sensibili sono i confini della pura necessità. La parcella di disturbi che si fatta controlleria mi arreca: Marzo poi ha oltremodo fermata la mia ma contro gli effetti del fatale egoismo attenzione dimodochè, troppo standomi a purtroppo dominante ci vorrebbero gli occhi cuore il pubblico interesse, mi sono d’allora di Argo58”. in poi assunto il penoso incarico di vedere il documenti, risulta essere la frequenza con la stesso ricette, quale i governanti locali stimarono la bontà richiamando il medico e chirurgo alle dovute del proprio operato in virtù della economicità cautele, e diffidando che non dia sfogo ad dei provvedimenti adottati, più della loro alcuna opportunità. giornalmente di dette de’ mensualmente le medicinali relative ricette, preventivamente vidimate57”. se non L’attenzione documenti Impressionante, in tutti questi Emerge, dalla mole dei conservati negli archivi, la del Pretore fu rivolta, in questo caso, non problematica, ancor oggi drammaticamente tanto alle reali esigenze di natura medica attuale, della cronica mancanza di fondi interessanti i detenuti, quanto alla necessità, sofferta dagli organi che, anche in questo ancora una volta sottolineata, di ridurre il più ambito, si trovarono ad operare. possibile Rari sono pure i documenti conservati le spese sostenute dall’amministrazione carceraria. Più oltre, nel riguardo 57 58 Ibidem. all’edificio del carcere di Ibidem. 30 Domodossola. Il verbale della visita effettuata dal Vice-prefetto il 10 novembre del 1807 afferma la presenza di un’unica stanza, La “macchina decollatrice” confinante con l’abitazione del carceriere, all’interno della quale venivano sistemati tutti Le esecuzioni capitali vennero eseguite in i reclusi, senza distinzione fra condannati e Francia, a partire dalla Rivoluzione, semplici detenuti in attesa di giudizio. avvalendosi dell’aiuto di un particolare Nonostante le condizioni di questa vita strumento, che divenne l’emblema del Regno forzatamente collettiva, il verbale tese a del Terrore: la ghigliottina. Anche dopo la precisare che “non è emerso alcun riclamo caduta di Robespierre, e la sua conseguente intorno al modo col quale vengono trattati li esecuzione proprio attraverso tale strumento, detenuti dal custode e che del pari non fu la ghigliottina seguitò ad essere impiegata per fatta veruna lagnanza sulla qualità dei tutte le esecuzioni capitali avvenute entro il commestibili che loro vengono territorio della Repubblica. somministrati59”. Lo stato italico, definito da alcuni storici La dislocazione degli edifici carcerari del Dipartimento dell’Agogna Il Dipartimento dell’Agogna ospitò, nel corso dei quattordici anni della sua storia ben quattordici edifici destinati alla custodia di reclusi e detenuti in attesa di giudizio. La città di Novara, capoluogo della Prefettura, fu interessata, a partire dal 1807, da importanti lavori interessanti il complesso, ormai in rovina, del castello visconteo-Sforzesco, riadattato a carcere, in sostituzione dell’ormai insufficiente edificio del Broletto come appendice di quello francese, adottò la Domodossola ghigliottina per le proprie esecuzioni già a Vogogna Pallanza Intra Varallo partire dai primi anni del XIX secolo. Le Arona Romagnano Borgomanero Oleggio esecuzioni capitali si verificavano in modi Novara differenti a seconda della natura dei suoi Robbio Vigevano Mortara Mede destinatari e delle regioni in cui avvenivano. Per quanto concerne le sentenze emesse dai tribunali militari, l’evento si realizzava attraverso la fucilazione mentre per quello che riguarda le questioni interessanti gli altri 59 ASNO – Fondo Prefettura Agogna – Cartella 931. 31 organi giudicanti, la morte del condannato esecuzione. Un’operazione, questa, troppo veniva conseguita mediante l’operato di una articolata e costosa per le finanze di ciascun scure dalla lama ben affilata e di due braccia dipartimento. L’analisi delle note di spesa molto robuste. registrate L’esecuzione così descritta presupponeva la Dipartimento dell’Agogna indica un fatto presenza di personale specializzato: non curioso. Il 29 ottobre 1803 l’ufficio di polizia doveva essere da tutti, infatti, staccare la testa del Comune di Novara inviò al Prefetto una di un uomo a colpi d’accetta. La figura del missiva contenente l’elencazione delle spese carnefice, di colui, cioè, che si sarebbe relative all’esecuzione effettuata di due prestato ad un simile servizio, divenne un criminali: “Il Bargello delle Carceri Pretorie elemento indispensabile, dagli uffici giudiziari del anche se di questo comune riferisce la pretesa di questi panorama della per l’esecuzione da Essi questa notte data giustizia dipartimentale. Fino all’anno 1803 alla sentenza di morte di due individui ogni esecuzione capitale nel Dipartimento profferta da questo Tribunale Criminale dell’Agogna risultò essere sempre complessa d’Appello, e sono cioè: ed estremamente dispendiosa. Un rapporto del Per l’Esecutore maestro prefetto di polizia del Dipartimento d’Olona Giornata £ 180 riporta la spesa di 90 lire come sufficiente Primo taglio £ 165 solo per l’ingaggio del carnefice, il suo Secondo taglio £ 75 viaggio dalla propria abitazione al capoluogo Per l’esecutore in seconda del Dipartimento sotto la scorta di 12 soldati. Giornata £ 78 Il prefetto in questione rammentò che a questa Primo taglio £ 41 prima spesa si sarebbe dovuto aggiungere Secondo taglio £ 18 estremamente raro, nel quella relativa all’indennizzo dei soldati di scorta, al trasporto del condannato e all’innalzamento del palco per la pubblica 32 £ 558”60. Totale costruzione di una macchina decollatrice che avrebbe notevolmente ridotto lo spese inerenti In questa circostanza si nota immediatamente le condanne capitali, superando, col suo come, a parità di prestazioni svolte dallo utilizzo, il complesso meccanismo anche stesso individuo, la seconda decapitazione burocratico fio a quel momento in uso: “Ho costasse meno della metà rispetto alla prima. ordinato a questa Ragioneria d’Ufficio Il Prefetto del Dipartimento dell’Agogna l’emissione di un mandato di lire 1499, 16 a inviò al ministero delle finanze, nel periodo vostro favore in saldo delle spese da voi compreso tra il 1800 e il 1803, numerose note anticipate per la costruzione e trasporto della riguardanti macchina decollatrice61”. le spese necessarie per l’allestimento delle pubbliche esecuzioni, Dopo aver costruito la macchina decollatrice, onde l’indispensabile un ulteriore problema si presentò, nel indennizzo. Si trattò di un volume di spesa Dipartimento dell’Agogna, a causa della notevole, giustificato dal rilevante numero di scarsità condannati del esecuzioni62.Il 30 giugno 1803 il Ministro Dipartimento. Considerato quanto già esposto degli Interno dovette intervenire per porre riguardo alle necessità di razionalizzare e rimedio ridurre quanto maggiormente possibile le dell’avvertenza fatta col vostro rapporto n. spese di cui si fece carico il ministero della 176 sulla difficoltà di ritrovare così delle giustizia, apparve indispensabile porre mano persone capaci alle esecuzioni di giustizia ho anche a quanto speso in tema di condanne scritto, come già vi dissi, al Gran Giudice capitali. Per tale ragione, una tantum, il 61 poterne a ottenere morte all’interno dei alla carnefici necessari situazione. “In alle vista ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859. “Espongo al Gran Giudice gli ostacoli nel rinvenire dei soggetti che vogliano assumere l’esercizio di Esecutore di giustizia in codesto Dipartimento e che abbiano la corrispondente abilità, invitando la di lui compiacenza a scanso di qualunque inconveniente derivante dal ritardo della nomina , a dar conto alle istruzioni, che egli aveva già disposte per la sollecita spedizione di questo carnefice, volta che si presenti il bisogno della di lui opera”. A.S.N. Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 849, Anno 1803. 62 ministero della giustizia decise di inviare a Novara, il 18 novembre 1803, una determinata somma di denaro per finanziare la 60 ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859. 33 Ministro della Giustizia il quale ora riscontra all’interno della stessa famiglia) che si di aver dato corso all’invito già disposto per potesse il Commissario del Tribunale di Cassazione esecuzioni capitali. Per tale motivo le perché sia spedito da qui il carnefice amministrazioni all’occorrenza di dover eseguire qualche ingaggiare esecutori provenienti da altre zone sentenza di morte. Riflette per altro lo stesso dello stato i cui nomi, purtroppo, non sono Gran Giudice che non essendo ancora stati registrati all’interno dei documenti informato se la macchina decollatrice sia relativi alle paghe assegnate. Per tale motivo costruita, tarderà ad attivarsi un tal metodo non è possibile, oggi, ricostruire un quadro di esecuzione finché questa non sia pronta, e dettagliato relativo ai fatti ed ai personaggi quindi che materialmente si occuparono di questo non essere improbabile che nell’intervallo si riesca di provvedere colla occupare costantemente napoleoniche delle dovettero aspetto della giustizia dipartimentale. proposta di un Carnefice, che in ogni caso non tarderebbe ad inoltrare a questo Ministro”63. Una volta ottenuto da Milano il “personale qualificato”, le esecuzioni capitali nel Dipartimento dell’Agogna poterono svolgersi in modo regolare, senza più accorpamenti o altri artifici volti a ridurre il più possibile i costi. A differenza di altri centri abitati, Novara non poté contare su carnefici propri. Mancò, nel tessuto sociale, una “dinastia” (termine utilizzato per indicare come questo mestiere si tramandasse nelle generazioni 63 ASNO Fondo Prefettura dell’Agogna, Cartella 859. 34 Capitano UGO FERRANDI di Stefano Tosi Ugo Ferrandi nacque a Novara, nell’abitazione familiare all’angolo fra l’odierno Corso Cavour e via del Contado, detto allora Angolo del Crocifisso, il 16 gennaio 1852. Frequentò il Liceo Convitto, sull’attuale Baluardo Partigiani ma, a 14 anni restò orfano di madre. Fu allora che decise di seguire la propria indole di girovago iscrivendosi all’Istituto Nautico di Genova, dove, a 22 anni, conseguì il brevetto di Capitano di Lungo Corso. Dopo quindici anni di navigazione Ferrandi iniziò a sentire il richiamo dell’Africa Orientale, meta dei suoi sogni di esplorazione. L’inaugurazione del Canale di Suez, nel 1869, ridusse notevolmente il viaggio per l’Africa Orientale agli esploratori europei desiderosi di tentare l’avventura nel Corno d’Africa ancora relativamente sconosciuto. Appena otto anni dopo la propria unificazione, l’Italia avviò la sua politica coloniale proprio nelle terre dell’Africa Orientale. Nel 1869, infatti, la Società di Navigazione FlorioRubattino acquisò concessioni nella baia di Assab. Una spedizione militare, inviata nel 1885, occupò Massaua ma questa prima penetrazione militare italiana fu arrestata a Dogali. In questo clima convulso e confusionario si aprì la prima spedizione in grande stile in terra d’Africa del nostro esploratore novarese. Il suo famoso collega Augusto Franzoi, nato nel vicino San Germano Vercellese, lo scelse come compagno di viaggio per la spedizione in terra d’Africa del 1886, nella regione dello Uebi Scebeli in Somalia. I giornali locali diedero ampio risalto all’impresa. Sul periodico La Libertà del 17 aprile di quell’anno, si legge: “Come tutti sanno, il valoroso viaggiatore Franzoi è attualmente a Genova di dove partirà a giorni per l’Africa: scopo del suo nuovo viaggio di esplorazione, si è di internarsi a Zeila, giungendo per la via di Kaffa ai grandi laghi equatoriali. Oltre il suo inseparabile negro Wolda Mariam (nome che significa Consacrato a Maria) il Franzoi avrà a compagni di 35 avventure e di pericoli il signor Armandi Rondani, ex tenente del 7° Reggimento Cavalleria e un nostro Novarese, il signor Ugo Ferrandi. Del sig. Ferrandi, ben noto pei varii suoi viaggi di circumnavigazione ed uno dei più briosi collaboratori della Concordia, così parla il cronista del Caffaro: ‘Si trova a Genova da alcuni giorni il signor Ugo Ferrandi, novarese, che insieme con il signor Rondani, di cui ho già parlato, accompagnerà l’ardito viaggiatore Augusto Franzoi nella sua spedizione in Africa. Il signor Ferrandi, esperto marinaio, è un giovanotto pieno di coraggio, nutrito di sode cognizioni, e dotato d’ingegno pronto e versatile. Egli appartiene ad una distinta famiglia, e si propone di aggiungere, con nuovi atti lodevoli, nuovo decoro al nome stimato ch’egli porta. Augusto Franzoi giustamente ripone anche in lui molte delle sue migliori speranze per il buon esito della perigliosa impresa a cui si accingerà tra breve?. Lieti di vedere quanta stima siasi già saputo acquistare il nostro concittadino, gli auguriamo propizia la fortuna accompagnandolo coi nostri voti nelle inospiti e in parte inesplorate regioni che esso sta per visitare”. L’inizio di questa spedizione non fu dei migliori: il gruppo di Franzoi e Ferrandi fu bloccato ad Aden per lunghe settimane, a causa delle difficoltà frapposte dalle autorità inglesi e francesi. Ai primi di giugno del 1886, la spedizione prese terra ad Oboc e si mise in marcia verso Harrar, in Etiopia. A causa degli scarsi mezzi a disposizione, l’impresa si dimostrò ardua. Dalla Somalia, il gruppo avrebbe dovuto percorrere 900 miglia, 750 delle quali ancora completamente inesplorate. Il capitano Ferrandi, nel frattempo, era diventato l’effettivo comandante della spedizione, soprattutto grazie alle nozioni nautiche ed astronomiche acquisite nel corso della sua carriera marinara. Essi erano i soli rilevamenti scientifici sui quali il gruppo poteva fare affidamento. Finalmente, il 21 agosto 1886 il gruppo Franzoi-Ferrandi si mise in marcia. Le sempre maggiori difficoltà incontrate e l’aggravarsi delle condizioni di salute del Rondoni, oltre alla riduzione delle disponibilità economiche costrinsero il Ferrandi a far ritorno in patria anticipatamente. Abbandonato il proposito di dare il via ad una seconda esplorazione in quelle terre, Ferrandi partecipò alla spedizione del Generale di San Marzano in Eritrea, come corrispondente di giornali. Grazie alla sua precedente esperienza in terra 36 d’Africa, ebbe modo di dimostrare le proprie doti. Una carta dell’Oltre Giuba nella prima metà del XX secolo La sua opera fu considerata molto favorevolmente anche dalla Società di Esplorazione Commerciale in Africa, con sede a Milano, cui il Ferrandi stesso aveva inviato una gran quantità di appunti raccolti nel corso del precedente viaggio. Nel 1890 la Società affidò, quindi, al Ferrandi l’incarico di mappare la situazione idrologica dell’intera Somalia e l’8 dicembre di quell’anno prese avvio la nuova impresa. Dopo un viaggio irto di pericoli e difficoltà, segnato anche dalla diserzione di una gran parte dei componenti della sua carovana, il 6 settembre 1891 l’esploratore novarese giunse sul fiume Giuba, nella Somalia meridionale. La sua presenza fu interpretata dal sultano di Bardera come il tentativo di vendicare l’eccidio della spedizione europea di von Deckner, ordinato dallo stesso sultano. Bardera organizzò un attacco, che fu in qualche modo respinto. Le straordinarie doti diplomatiche del novarese riportarono la pace e permisero alla carovana di essere accettata dalle tribù locali. L’8 ottobre 1891 ciò che restava della spedizione giunse a Brava e, da lì, Ferrandi riprese la via dell’Italia. Malgrado il parziale fallimento dell’impresa, la Società di Esplorazioni Commerciali in Africa assegnò all’esploratore novarese una nuova missione, che partì da Genova nel 1892. Questa volta riuscì a percorrere 400 km in territorio inospitale in terra di Somalia. Tra il 1892 e il 1895 l’attività di Ferrandi fu più che altro diplomatica e commerciale, con frequenti viaggi lungo le coste della Somalia meridionale. Nel frattempo la ripresa della guerra fra italiani ed abissini terminò con la disastrosa giornata di Adua (1° marzo 1896) e tale fatto compromise molto il prestigio che l’Italia aveva acquisito negli anni precedenti proprio grazie alla presenza di Ferrandi, tanto che lo stesso esploratore fu coinvolto in una serie di scontri armati nella zona del Lugh, dove si trovava al comando dell’ennesima spedizione. Nella zona dello Uebi Scebeli la spedizione italiana di Antonio Cecchi fu massacrata dalle bande somale. Il 24 dicembre 1896 gli abissini tentarono di sopraffare definitivamente l’esploratore novarese e la sua carovana nel corso di uno scontro estremamente cruento dal quale, però, furono sconfitti. Il capitano Ugo Ferrandi fu decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare per il 37 contengo mantenuto nel corso degli scontri a fuoco. Grazie al successivo impegno della sua carovana, la regione del Lugh fu pacificata dal Ferrandi. Questi ritornò a Novara per trascorrere un periodo di meritato riposo, accolto da festose manifestazioni della popolazione. Nel 1903 pubblicò il volume Lugh emporio commerciale sul Giuba che fornì un importante contributo per la conoscenza della regione dell’Oltregiuba. Nel frattempo, il Regno d’Italia avviò la conquista coloniale anche nella Somalia centromeridionale, in qualche modo agevolata dalle spedizioni di Ferrandi e di altri esploratori. Nel 1910, in riconoscimento dell’opera svolta, il Governo nominò Ugo Ferrandi commissario regionale per l’Alto Giuba, con residenza proprio a Lugh, ma il negus, ancora una volta, si oppose, temendo che il novarese, come in passato, avrebbe saputo conquistare le simpatie dei locali. Così la nomina fu revocata. Tuttavia, se uscì dalla porta, il novarese poté rientrare nell’amministrazione della regione somala dalla finestra. Infatti, nel 1913 il Ministero delle Colonie creò il Commissariato Civile della Somalia Settentrionale a direzione del quale, manco a dirlo, chiamò appunto il Ferrandi. Il novarese si impegnò a fondo nella risoluzione dei problemi pratici del territorio, da poco sottoposto ad amministrazione italiana tuttavia il raggiungimento dei limiti d’età imposti a quell’ufficio decretarono il definitivo ritorno in patria dell’esploratore novarese. La lapide commemorativa a UGO FERRANDI all’angolo via Dominioni-C.so Mazzini in Novara Tuttavia, nel 1923 Ferrandi venne di nuovo inviato in Somalia in missione speciale diplomatica, dal momento che il suo approccio con le popolazioni indigene era stato riconosciuto quale migliore rispetto a tutti gli altri sistemi in precedenza adottati. Fu la sua ultima missione in terra d’Africa. Si incontrò con i capi indigeni e discusse a lungo per la sistemazione dei confini. Ferrandi, ormai carico di gloria e di soddisfazioni, rientrò nella sua Novara al termine di quell’anno e vi rimase fino alla morte, il 26 ottobre 1928. 38 Novara ricorda il suo esploratore? Un secolo di esploratori di Stefano Tosi di Stefano Tosi Ugo Ferrandi morì a Novara il 26 ottobre 1928. Nel 1931 l’Amministrazione Comunale della città intitolò al famoso esploratore il nuovo edificio scolastico costruito sul Baluardo nel tipico stile del Littorio, ancor oggi ospitante la Scuola elementare Ugo Ferrandi e posta proprio nella via dedicata al famoso esploratore. Il XIX secolo, nel quale si svolsero le più importanti esplorazioni del novarese Ugo Ferrandi, fu un secolo di grandi esplorazioni anche per merito degli italiani. L’Africa nella seconda metà dell’800 stava subendo la colonizzazione europea, anche sulla scia delle prime esplorazioni moderne che mapparono il territorio, permettendo alle spedizioni militari di insediarsi in modo stabile. Nei primi anni del XIX secolo giunse in Egitto un personaggio estremamente versatile, che avrebbe lasciato un impronta indelebile nella storia della regione e nella cultura umana. Si trattava di Giovanni Battista Belzoni. La Società Storica Novarese pose in memoria dell’esploratore la lapide ritratta nella pagina precedente. Anche in Somalia si fece qualcosa per ricordare il famoso novarese. Lugh, dove Ferrandi si distinse come esploratore, come militare e come diplomatico divenne, nel 1932 LUGHFERRANDI. Nacque a Padova il 15 novembre 1778. Per evitare la coscrizione napoleonica, 39 si rifugiò in Inghilterra dove si guadagnò da vivere lavorando in un circo. Dopo una serie di viaggi, giunse in Egitto, al servizio del pascià Mohammed Alì. Propose al signore locale la costruzione di una pompa d’acqua per alimentare l’agricoltura egiziana ma il suo progetto fallì. Fu, quindi, incaricato dalle autorità britanniche del trasporto dell’imponente testa di Ramesse II dal Ramesseum a Londra. Il monolite, pesante 12 tonnellate, fu portato con successo, malgrado le precarie condizioni e i mezzi assolutamente deficitari a disposizione dell’italiano. L’Egitto, in quei primi anni del nuovo secolo, rappresentava una realtà assolutamente sconosciuta, con ricchezze antiquarie (l’archeologia, come scienza, ancora non esisteva) a completa disposizione per chiunque. La spedizione di Napoleone Bonaparte del 1799-1800 aveva iniziato a svelare alla cultura europea un Paese dal passato favoloso e dalle ricchezze incredibili. Belzoni, giunto in Egitto solo pochi anni dopo la partenza dei francesi, cavalcò questo nuovo entusiasmo occidentale. Il padovano iniziò a girare in lungo e in largo l’Egitto, alla ricerca ed alla scoperta delle antiche vestigia del glorioso mondo dei faraoni. Risalì il corso del Nilo fino a scoprire il fantastico tempio di Abu Simbel, semisepolto nella sabbia e abbandonato da secoli di oblio. Esplorò la Valle dei Re, dove scoprì la tomba di Seti I. Inviò a Londra migliaia di reperti, fra i quali l’obelisco che permise a Champollion di verificare le proprie traduzioni. Nel 1818 penetrò per primo nella piramide di Chefren. Dal momento che alcune sue scoperte erano state, per invidia o per svista, attribuite ad altri esploratori europei, decise di lasciare un segno indelebile nella sala della piramide. L’interno della piramide di Chefren con l0iscrizione lasciata da Belzoni Si guadagnò la stima ed il rispetto anche delle popolazioni locali, delle quali adottò molti costumi. Tuttavia le sue scoperte non lo arricchirono. Rientrò in Inghilterra ma presto partì nuovamente per l’Africa. Morì in 40 Nigeria, nei pressi di Timbuctù, il 3 dicembre 1823 mentre, con una spedizione, era alla ricerca delle sorgenti del Nilo. Augusto Franzoj nacque a San Germano Vercellese nel 1848, da famiglia agiata. Ottenuta la maturità classica, invece di seguire i desideri paterni che lo avrebbero portato all’università a Torino, a 18 anni si arruolò volontario nell’esercito italiano per combattere la Terza Guerra d’Indipendenza (giugno 1866). con varie gazzette. La sua attenzione iniziò a focalizzarsi sull’Africa, sulla scia dell’enorme successo dell’Aida di Giuseppe Verdi e, malgrado la difficile situazione delle avventure coloniali italiane, riuscì a realizzare il sogno di partire per l’Etiopia nel 1882, avventura dalla quale scaturiranno i suoi libri Continente nero e Auree Africane che lo renderanno celebre. Il sacro impegno che lo aveva portato in Africa era di poter restituire alla famiglia le spoglie dell’esploratore Chiarini. Tornò in Africa ma il disastro di Dogali rese impossibile la realizzazione di una nuova esplorazione. Fallì pure il suo tentativo di negoziare la restituzione dei prigionieri italiani nelle mani di Menelik. Per questa infruttuosa impresa fu addirittura costretto ad intentar causa allo stato italiano per ottenere il rimborso delle somme spese. La sentenza che gli darà ragione arrivò solo nel 1901. Aderì al partito socialista nel corso delle agitazioni del 1900, culminate nell’assassinio di Re Umberto I. Spentasi ormai la sua aura di notorietà, prostrato dall’artrite deformante, si suicidò il 13 aprile 1911. A seguito della sollevazione di Piacenza e Pavia (1870) viene degradato e recluso nella fortezza di Fenestrelle. In novembre riesce ad evadere con una ventina di compagni, ma una disgraziata storta ad una gamba lo condusse nuovamente in fortezza. Tenta il suicidio, sparandosi in pieno petto ma ne rimase solamente ferito. L’evento fornisce all’esercito il pretesto per allontanarlo dalle armi. Si stabilì a Torino e iniziò a collaborare 41 42