DYNAMIC CDS 7683/1-2 - DDD DIGITAL RECORDING Luigi (1805-1859) e Federico Ricci (1809-1877) Crispino e la Comare Melodramma fantastico-giocoso in four acts Libretto by FRANCESCO MARIA PIAVE Publisher: Casa Ricordi, Milan Crispino Annetta La Comare Contino del Fiore Fabrizio Mirabolano Asdrubale Lisetta Bortolo Domenico Colaianni Stefania Bonfadelli Romina Boscolo Fabrizio Paesano Mattia Olivieri Alessandro Spina Carmine Monaco Lucia Conte Francesco Castoro Orchestra Internazionale d’Italia Chorus of the Teatro Petruzzelli di Bari Conductor JADER BIGNAMINI Chorus Master FRANCO SEBASTIANI Tracklist Cd 1 66:56 Atto 1 1 Batti batti, pesta pesta 2 Una volta un ciabattino 3 Istorie belle a leggere 4 Paga i tuoi debiti 5 Vedi per te, brutto vecchiaccio 6 Io sono un po' filosofo 7 Dove vado, ove corro 8 Dapprima figuratevi 9 Crispino dove sei? 10 Vedi o cara tal sacchetto 11 Se trovasti una comare 12 Dal velen crepar mi sento 04:35 01:44 06:44 02:11 01:57 05:24 04:07 05:40 01:04 02:13 02:06 03:54 Atto 2 13 Ora inver non so più cosa pensare 14 Io non sono più l'Annetta 15 Cosa ha scritto mai quel pazzo 16 La Comare in tal momento 17 Non c'è caso egli è perduto 18 Attenti dunque uditemi 19 Quanti baci vorrei dare 20 Sul mio letto quest'uomo portate 00:40 05:52 03:05 02:02 01:59 04:35 02:24 04:40 Cd 2 64:17 Atto 3 1 Dunque a noi, tamburo, andiamo 2 Vediam se in farmacia 3 Ehi contin, come parlate? 4 Presto presto, amico all'opra 5 Dacché questo malnato ciabattino 6 Di Pandolfetti medico 7 Non fu ned'è tra medici 8 Puoi tornare al tuo panchetto 9 Misteri impenetrabili a noi 10 Son tutti medici? 11 Non ha un'ora o due di vita 12 Questa spedita giovane 13 Entrate pure, francamente entrate 14 Piero mio, go qua una fritola 15 Xe qua Piero 02:11 00:40 04:09 01:55 03:03 03:28 03:24 03:38 02:22 03:04 02:24 05:56 03:17 02:00 01:58 Atto 4 16 Eccoci giunti 17 Buonanotte, son perduto 18 Nume benefico salva Crispino 19 Ah Crispino ritorna in te stesso 07:35 04:49 02:16 05:08 3 ella storia, sempre ricchissima di aneddoti, dell’opera lirica italiana dell’Ottocento, la vicenda creativa di Luigi (Napoli, 1805 – Praga, 1859) e Federico Ricci (Napoli, 1809 – Conegliano Veneto, 1877) presenta tratti fortemente caratteristici, e non solo perché i due fratelli, entrambi compositori di solida scuola napoletana, oltre a scrivere opere ciascuno per conto proprio, ne scrissero quattro in collaborazione, secondo una prassi che oggi trova una singolare prosecuzione in ambito cinematografico (si pensi alle opere dei fratelli Taviani o dei fratelli Coen, per fare due soli esempi). In realtà, la vita del più anziano e dotato dei due fratelli, Luigi, presenta tratti che sembrano provenire essi stessi da un’opera buffa o, meglio ancora, da una commedia degli equivoci con risvolti un po’ prude in stile Feydeau. Divenuto celebre a soli ventidue anni con Chiara di Rosemberg, data con successo al Teatro alla Scala nel 1831, e con Un’avventura di Scaramuccia, del 1834, nel 1843 Luigi Ricci si innamorò – ricambiato – di due sorelle gemelle all’epoca diciassettenni, Ludmila e Franziska Stoltz, entrambe cantanti e sorelle maggiori di Teresa Stoltz, che in seguito divenne essa pure cantante e fu assai apprezzata da Verdi, di cui fu probabilmente anche amante. Non potendole sposare entrambe, Luigi Ricci sposò solamente Ludmila, da cui nel 1850 ebbe una figlia, ma mantenne anche rapporti con l’altra sorella, da cui pure ebbe un figlio. Il ménage à trois continuò, con scandalo universale, fino alla morte prematura del compositore, avvenuta nel 1859, all’età di soli N 4 54 anni, che gettò le due sorelle nella desolazione e nelle difficoltà economiche. Meno anticonformista del fratello, Federico ebbe anche lui la sua carriera autonoma di compositore, il cui successo più importanti fu La prigione di Edimburgo (Trieste, 1838). Crispino e la comare segnò senza dubbio il punto più alto della carriera compositiva di entrambi. Rappresentata per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia il 28 febbraio del 1850, l’opera divenne in brevissimo tempo molto popolare in Italia, guadagnandosi larghi consensi anche all’estero e venendo messa in scena, tra il 1854 e il 1871, a Costantinopoli, Barcellona, Malta, Londra, Cadice, Rio de Janiero, Parigi, New York, Varsavia, New Orleans, Città del Messico, Liegi, Bruxelles, Lisbona, Buenos Aires, Vienna, Santiago del Cile, Baden Baden, Berlino, Calcutta e Melbourne, a conferma della sua popolarità, per così dire, planetaria. Crispino e la comare si basa su un libretto di Francesco Maria Piave, desunto a sua volta dalla commedia di Salvatore Fabbrichesi, del 1825, Il medico e la morte, ossia Le cinque giornate di maestro Crespino Ciabattino. Favola veneta in cinque atti che ha per iscopo morale fare buon uso della fortuna. Nato a Murano nel 1810, dal 1842 Piave era direttore degli spettacoli al Teatro la Fenice di Venezia. A questa attività egli accompagnava anche quella di librettista. Il suo primo libretto, proprio del 1842, era stato quello per Il duca d’Alba di Pacini; la sua collaborazione con Giuseppe Verdi, che l’avrebbe reso celebre, e che si sarebbe concre- tizzata in ben dieci opere, iniziò due anni dopo, nel 1844, con Ernani. Nel 1846 Piave scrisse il primo libretto per Federico Ricci, Estella di Murcia, cui seguì, l’anno successivo, Griselda, la cui stesura precedette di qualche mese quella del Macbeth verdiano. Quando, tra la fine del 1849 e l’inizio del 1850, Piave approntò per i fratelli Ricci il libretto per Crispino e la comare, la sua popolarità come librettista poteva dirsi già pienamente consolidata. Prima di Crispino e la comare, i due fratelli Ricci avevano già lavorato insieme ad altre tre opere: Il colonnello (1835), Il disertore per amore (1836) e L’amante di richiamo (1846). Crispino fu l’ultima opera a cui i due musicisti lavorarono insieme; il suo enorme successo li spinse a tentare di nuovo la fortuna nel campo dell’opera buffa, questa volta ciascuno per conto proprio: ma il l’esito trionfale di Crispino non fu mai più replicato. A questo proposito occorre anche dire che l’apprezzamento da parte del pubblico internazionale non fu sempre ugualmente condiviso dalla critica. L’opera, tuttavia, rimase nel repertorio dei teatri per tutta la metà dell’Ottocento e fino al principio del Novecento, quando tutto il resto della produzione operistica dei due fratelli napoletani era ormai stato completamente dimenticato. Nella seconda metà del Novecento Crispino e la comare è stato ripreso a Wexford (1974), in un piccolo teatro di New York (1980/1982), Venezia (1983 e 1986), Napoli (1984), fino alla ripresa del 2013 del Festival della Valle d’Itria che viene proposta nel nostro DVD. Crispino e la comare non può essere definito semplicemente un caso fortunato, perché fino a quel momento i fratelli Ricci avevano senza dubbio svolto un ruolo di primo piano nell’ambito dell’opera buffa post-rossiniana, che aveva avuto nell’Elisir d’amore (1832) e nel Don Pasquale (1843) di Gaetano Donizetti i suoi esiti più fortunati. Le ragioni del successo di questo melodramma fantastico-giocoso in quattro atti, come testualmente lo definì Francesco Maria Piave sul frontespizio del suo libretto, nascono – come spesso accade – dalla concomitanza di numerosi fattori. Una storia molto originale, innanzitutto, in cui al tradizionale, bonario moralismo dell’opera buffa si unisce uno sfondo di sottile inquietudine determinato dalla presenza della Morte (e infatti anche un personaggio dell’opera, don Asdrubale, muore nel corso della vicenda, fatto estremamente inusuale in ambito comico). Un libretto perfettamente congegnato e pieno di fantasia, in secondo luogo. All’epoca del Crispino Francesco Maria Piave era felicemente sopravvissuto a cinque collaborazioni con Verdi (l’ultima era stata quella per il Corsaro, 1848), aveva affinato il suo mestiere sotto la guida dell’incontentabile Bussetano e sapeva schivare con abilità tutti gli scogli della navigazione operistica. Memore dell’esperienza verdiana, Crispino e la comare procede svelto e senza tempi morti, in un incalzare di situazioni che si alternano con vivacità. Last but not least, la musica, ovviamente. Nessun libretto, per quanto buono, basta da solo a giustificare il successo di un’opera, se la musica è scaden5 te. E la musica di Crispino, pur senza contenere nulla di realmente sensazionale, è quasi sempre di ottima qualità, accogliendo al proprio interno anche echi popolareschi e temi ballabili provenienti dalla coeva canzone napoletana. Essa ha in più anche un altro pregio da non sottovalutare: è musica che piace ai cantanti, oltre che al pubblico. La parte di Annetta fu amata da alcuni dei più celebri soprani a cavallo tra i due secoli, come Adelina Patti, Luisa Tetrazzini e Amelita Galli Curci, e la sua celebre aria di bravura Io non sono più l’Annetta è stata spesso incisa come brano a parte (ne esistono registrazioni video degli anni sessanta anche da parte di Joan Sutherland). Quello del protagonista, poi, è uno dei grandi ruoli di basso buffo dell’opera ottocentesca, e richiede un interprete che sappia essere (come nel caso del nostro bravissimo Domenico Colaianni) un ottimo attore oltre che un eccellente cantante. Posto esattamente a metà del XIX secolo, Crispino e la comare è una delle ultime voci originali nell’ambito dell’opera buffa italiana, genere un tempo glorioso e ormai in declino sotto il peso implacabile dei tempi nuovi, e prossimo a trasformarsi in qualcosa di radicalmente diverso. Quarantatre anni dopo, Falstaff, di Giuseppe Verdi, evidenzierà nel modo più clamoroso e paradigmatico l’enorme distanza, psicologica prima ancora che musicale, venutasi ormai a creare tra la nuova commedia lirica e i’opera buffa delle origini. Danilo Prefumo 6 L’azione è ambientata nel XVII secolo, a Venezia. ATTO I Crispino Tacchetto (nomen omen, dicevano gli antichi) di mestiere fa il ciabattino: per lo meno all’atto dell’apertura del sipario, perché di mestieri nella sua vita il povero Crispino ne ha fatti davvero tanti, pur di sbarcare il lunario e mantenere la sua numerosa famiglia. Sua moglie Annetta cerca come può di contribuire al magro bilancio familiare, vendendo in giro per calli e ponti storielle edificanti e canzonette sentimentali. Don Asdrubale, medico e speziale, nonché ricco ed avaro padrone di casa, pretende il pagamento dell’affitto e minaccia lo sfratto e il pignoramento dei mobili: la sua avidità è tale da indurlo a voler sposare la nipote Lisetta al solo fine di intascarne la dote (con grande disappunto del giovane Contino del Fiore, che ne è profondamente innamorato), ma non gli impedisce di far intendere che sarebbe disposto a chiudere un occhio sulla situazione debitoria della famiglia Tacchetto qualora Annetta accettasse le sue avances... Lisetta, intanto, innamorata a sua volta del Contino, deperisce a vista d’occhio e il dottor Fabrizio, convinto della natura psico-somatica del suo malessere, cerca inutilmente di convincere Asdrubale a lasciarle sposare il giovane di cui ella è innamorata. Dal canto suo Crispino, stanco e sfiduciato, ha deciso di farla finita: sta per gettarsi in un pozzo, quando una misteriosa signora, che gli si presenta come Donna Giusta e sua Comare, gli impe- disce di porre fine alla sua vita e gli offre la possibilità di cambiarla, completamente: grazie a lei, infatti, Crispino diventerà un dottore e risolverà tutti i suoi problemi. Crispino - che non sa né leggere, né scrivere - è comprensibilmente perplesso, ma la Comare lo rassicura: il mondo è pieno di medici asini che non capiscono un bel nulla e si danno un sacco di arie. Quello che Crispino dovrà fare, un volta divenuto dottore, sarà solo accorrere al capezzale del malato e dare un’occhiata in giro: se vedrà lei, la Comare, nei paraggi, vorrà dire che la prognosi è nefasta e il paziente morirà; se invece non la vedrà, sarà il segno che - qualunque rimedio egli prescriva - la guarigione sarà assicurata. La misteriosa Comare è la Morte in persona, che intende servirsi di Crispino per vendicarsi della malasanità del tempo, ma Crispino questo non lo sa e non lo immagina nemmeno: intasca i soldi che la Comare gli ha anticipato per pagare i suoi debiti e avviare la sua nuova attività e comunica la bella notizia alla moglie che, dopo qualche esitazione dettata da incredulità e gelosia, ne esulta di gioia. ATTO II Il ciabattino e la venditrice di canzonette non esistono più: Crispino appende la targa da dottore che la Comare gli ha procurato, si cambia il cognome in De Tacchetti e comincia a pavoneggiarsi per tutto il campiello; Annetta si sente già dottoressa e pregusta il momento in cui potrà avere abiti, carrozze, ospiti e spasimanti a volontà. Tutti prendono in giro il neodottore, ma Crispino non si scompone e con l’aiuto sovrannaturale della Comare inaugura con successo la sua carriera di medico garantendo la guarigione di Bortolo, un povero operaio caduto giù da un’impalcatura, che i medici veri avevano dato per spacciato. Crispino comincia a denigrare i suoi colleghi medici, e la gente del quartiere che, incredula, lo aveva sin lì preso in giro, adesso lo solleva di peso e lo porta in trionfo. ATTO III La casa di Crispino è stata completamente rimessa a nuovo ed anche Crispino è diventato un’altra persona: presuntuoso e scorretto nel lavoro, irascibile ed insopportabile in famiglia. I medici e i farmacisti sono in subbuglio perché Crispino, assai poco deontologicamente, parla male dei ‘colleghi’ e - quel che è peggio - porta via loro i pazienti: prima il signor Pandolfetti, in cura dal dottor Mirabolano, poi Don Asdrubale, del quale Crispino, con l’aiuto della Comare, prevede la morte; circostanza, quest’ultima, che puntualmente si verifica, con grande gioia di Lisetta e del Contino i quali così potranno finalmente sposarsi. Annetta, dal canto suo, è profondamente irritata dal comportamento del marito che, da quando s’è messo a fare il dottore, è diventato avaro, bisbetico e pure manesco. In sua assenza, per distrarsi un po’, riunisce in casa per Carnevale un po’ di parenti ed amici che intrattiene offrendo frittelle e malvasìa e cantando una delle canzonette che vendeva un tempo per strada: una canzonetta in dia7 letto veneziano in cui si allude - un po’ maliziosamente e neanche tanto velatamente - ad una frittella un po’ speciale... Proprio in quel momento Crispino ritorna e fa ad Annetta una scenata. Fuori di sé dalla rabbia e dalla gelosia, si rivolge sgarbatamente alla Comare, la quale, indispettita per l’ingratitudine di Crispino, gli dà un colpetto sulla spalla: il corpo del ciabattino-medico rimane riverso su di una sedia, in mezzo ai parenti costernati, mentre il suo spirito viene trascinato giù, in un oscuro sotterraneo, nel quale la Comare gli rivela la propria identità e gli comunica che è giunta la sua ora. Crispino chiede di poter rivedere un’ultima volta la sua Annetta e i suoi bambini e la Comare glieli mostra, in uno specchio magico, nell’atto di piangere e pregare per lui. Dopo aver visto quanto è amato, Crispino proprio non se la sente di morire e supplica la Comare di lasciarlo andare via. Il corpo di Crispino si rianima, nella felicità generale. Daniela Rota 8 n the history of Italian 19th-century opera, always rich in anecdotes, the creative spans of Luigi (Naples, 1805 – Prague, 1859) and Federico Ricci (Naples, 1809 – Conegliano Veneto, 1877) are rather peculiar, and not only because the two brothers, both fine composers of the Neapolitan school, each wrote their own operas and four more together – a modus operandi that nowadays, curiously, has some followers in cinema, such as the Taviani and Coen brothers – but also because the life of the elder and more skilled Luigi seems taken straight from an opera buffa, or rather from a spicy comedy of errors à la Feydeau. Having gained success at the age of 22 with Chiara di Rosemberg, staged at La Scala in 1831, and with Un’avventura di Scaramuccia, dated 1834, in 1843 Luigi Ricci fell in love – reciprocated – with seventeenyear-old twin sisters, Ludmila and Franziska Stoltz, both singers and elder siblings of Teresa Stoltz, who would also become a singer, much appreciated by Verdi (and who was probably also Luigi’s lover). As he could not marry them both, Luigi chose Ludmilla as his lawful wife, who bore him a daughter in 1850, while keeping up his relationship with Franziska, who gave him a son. This scandalous ménage à trois continued until the composer’s untimely death, in 1859 at the age of 54, which left the sisters bereaved and in economic difficulties. Less eccentric than his brother, Federico had his own successes, the most important being La prigione di Edimburgo (Trieste, 1838). Crispino e la I comare undoubtedly marked the highest point in the careers of both brothers. First staged at Venice’s Teatro di San Benedetto on 28th February 1850, the opera quickly gained popularity in Italy but was also appreciated abroad, where it was performed, between 1854 and 1871, in Constantinople, Barcelona, Malta, London, Cádiz, Rio de Janeiro, Paris, New York, Warsaw, New Orleans, Mexico City, Liège, Brussels, Lisbon, Buenos Aires, Vienna, Santiago de Chile, Baden Baden, Berlin, Calcutta and Melbourne: virtually a planetary success. Crispino e la comare is based on a libretto by Francesco Maria Piave taken from Salvatore Fabbrichesi’s 1825 comedy Il medico e la morte, ossia Le cinque giornate di maestro Crespino Ciabattino. Favola veneta in cinque atti che ha per iscopo morale fare buon uso della fortuna (The Doctor and Death, or else The five days of Master Crespino Cobbler. A Venetian tale in five acts, the moral of which is how to make good use of fortune). Born in Murano in 1810, Piave had been stage manager at Venice’s La Fenice since 1842. As a side activity, he also wrote libretti. His first libretto, indeed from 1842, was for Pacini’s Il duca d’Alba; two years later, with Ernani, he began to collaborate with Giuseppe Verdi, a partnership that would make him famous and would yield as many as ten operas. In 1846 Piave wrote his first libretto for Federico Ricci, Estella di Murcia, followed one year later by Griselda, created a few months prior to Verdi’s Macbeth. When, between the end of 1849 and the beginning of 1850, Piave wrote the libretto of Crispino e la comare, his popularity as a librettist was indeed well established. Before Crispino e la comare, the Ricci brothers had co-written three other operas: Il colonnello (1835), Il disertore per amore (1836) and L’amante di richiamo (1846). Crispino was the last work they wrote in collaboration. Its enormous success drove them to try their luck again separately, but Crispino’s triumphant accomplishment would not be repeated. It also ought to be said that the public’s worldwide enthusiasm was not always shared by the critics. The opera, however, remained in the repertoire until the beginning of the 20th century, long after all the other operas of the Ricci brothers had gone into oblivion. In the second half of the 20th century Crispino e la comare was revived in Wexford (1974), in a small New York theatre (1980/1982), in Venice (1983/1986) and Naples (1984). The production of the present DVD was staged at the Valle d’Itria Festival in 2013. Crispino e la comare cannot simply be defined a chancy success, for up to that moment the Ricci brothers had certainly had a prominent role in post-Rossini opera buffa, the finest examples of which had been Gaetano Donizetti’s Elisir d’amore (1832) and Don Pasquale (1843). As it is often the case, the reasons of the success of this melodramma fantastico-giocoso in quattro atti, as Francesco Maria Piave defines it in the libretto’s title page, are multiple. First of all its story is quite original, blending the 9 traditional good-natured moralism of opera buffa with a subtle vein of angst produced by the presence of Death (indeed, before the end of the opera, there is even the demise of a character, Don Asdrubale, which is highly unusual in the comic field). Secondly, the libretto is well-written and quite imaginative. At the time, Francesco Maria Piave came after five collaborations with Verdi (the last being Il Corsaro of 1848) and had thus honed his craft under the guidance of the exacting composer from Busseto, learning to avoid all the stumbling blocks of opera writing. Mindful of that experience, Crispino e la comare proceeds swiftly and without idle periods, with situations that follow one another at a lively pace. Last but not least, the music: no libretto, no matter how fine, can by itself justify the success of an opera; the music of Crispino may not be sensational but is of excellent quality, with popular echoes and dancing themes from contemporary Neapolitan song. In addition, it has a merit that should not be underestimated: singers like it as much as the audiences. The part of Annetta was a favourite with some of the most famous sopranos from the end of the 19th and beginning of the 20th centuries, such as Adelina Patti, Luisa Tetrazzini and Amelita Galli Curci, and the bravura aria Io non sono più l’Annetta was often recorded as a standalone piece (there are even video recordings of it with Joan Sutherland dating from the 1960s). The protagonist’s role, moreover, is one of the great bass roles of 19th-century opera buffa, requiring an interpreter equally versed in acting 10 and singing (as is this production’s Domenico Colaianni). Composed exactly in the middle of the 19th century, Crispino e la comare is one of the last examples of Italian traditional opera buffa, a once glorious genre in decline under the shunt of new times, and which would turn into something radically different. Forty-three years later, Giuseppe Verdi’s Falstaff would clearly show the enormous gap, psychological as much as musical, which stood between the new lyrical comedy and the initial opera buffa. Danilo Prefumo (Translated by Daniela Pilarz) The action takes place in 18th-century Venice. ACT ONE Crispino Tacchetto is a cobbler: or that is his occupation when the curtain rises, for in his life the poor Crispino has done a number of jobs to make ends meet and support his large family; his wife Annetta does what she can to help out, going around Venice selling story books and love songs. Don Asdrubale, Crispino’s rich but miserly landlord, threatens the cobbler to evict him and keep his furniture if he won’t pay the rent; he is such a greedy man that he would want to marry his ward Lisetta only so that he can have her dowry (to the disappointment of the young Count del Fiore, who is in love with the girl); Don Asdrubale, however, lets understand that he’d be willing to close an eye on the debts of the Tacchetto family if Annetta accepted his advances… Lisetta, who returns the Count’s love, is getting worse and worse and Doctor Fabrizio, who is convinced that her illness is psychosomatic, tries in vain to convince Asdrubale to let her marry the young man she loves. Meanwhile Crispino, tired and desperate, has decided to put an end to his sufferings: he is about to dive headlong into a well, when a mysterious woman, who introduces herself as an evenhanded Lady and a Fairy, stops him and offers him a chance to change his life: with her help Crispino will become a doctor and solve all his problems. Crispino, who cannot read or write, is understandably perplexed, but the Fairy reassures him: the world is full of incompetent doctors, who don’t understand a thing but put on airs. All Crispino has to do, once he is a doctor, is to go to his patient and look around: if he sees her, the Fairy, it will mean that the patient is about to die; if she is not there, whatever cure he gives, the patient will live. The mysterious Lady is Death, who intends to use Crispino to punish the bad doctors of the day, but Crispino does not know this: he takes the money the Fairy gives him to repay his debts and informs his wife, who, after a moment of hesitation due to disbelief and jealousy, rejoices. ACT TWO The cobbler and story books seller no longer exist: outside his door Crispino has hung a “doctor” sign and has changed his surname to the more noble-sounding De Tacchetti. Annetta feels important and taken by all the nice things she is now be able to afford: dresses, coaches, feasts and suitors. All mock the new doctor, but Crispino doesn’t care and, with the help of the Fairy, scores his first success by saving the life of Bortolo, a worker who has fallen down from a roof and of whom the real doctors had given up all hope. Crispino begins to denigrate his colleagues, and the people, who up to that moment had pulled his leg, now lift him up and carry him in triumph. ACT THREE Wealthy and famous, Crispino has renovated his house but has become a different person: he is self-conceited and unfair as a doctor, and quick-tempered and unbearable at home. The doctors and pharmacists are angry because he is anything but deontological: he speaks badly of them and – what is worse – steals their patients. First Mr. Pandolfetti, who was Doctor Mirabolano’s patient; then Don Asdrubale, whose demise Crispino, with the help of the Fairy, predicts. Asdrubale does indeed die, and Lisetta and Count del Fiore can finally marry. Annetta, however, is annoyed by her husband’s behavior: ever since he has become a doctor, Crispino is stingy, mean and violent. In his absence, to have some fun, she throws a party for relatives and friends, offering “frittelle” and malvasia and singing one of the songs she used to sell: it is in Venetian dialect and mischievous11 ly hints at a very special “frittella” which many would like to take a bite of… Just then Crispino returns and makes a scene. Out of himself with anger and jealousy, he even rebukes the Fairy, who, irritated by his ingratitude, touches him on the shoulder: immediately Crispino falls unconscious on a chair, to the consternation of his relatives, while his spirit is dragged down into a dark underground place, where the Fairy reveals to him her real identity and tells him that his death is near. Crispino begs her to let him see for one last time Annetta and his children, and the Fairy shows them to him in a magic mirror, weeping and praying for him. Seeing how much they love him, Crispino pleads with the Fairy to let him live. His wish is granted, and to everyone’s happiness, Crispino regains consciousness. Daniela Rota (Translated by Daniela Pilarz) Romina Boscolo (La Comare) and Domenico Colaianni (Crispino) 12 CDS 7675/1-2 Dynamic Srl Via Mura Chiappe 39, 16136 Genova - Italy tel.+39 010.27.22.884 fax +39 010.21.39.37 [email protected] visit us at www.dynamic.it