Novembre 2009
Parrocchia SS. Carlo e Luigi Pontevecchio di Magenta
anno 8/66
Stampato in proprio
Il Granello di …
L’uomo in attesa di Dio
Dio in attesa dell’uomo
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Domenica 15/11
I domenica d’Avvento: “La venuta del Signore”
Presentazione alla comunità del nuovo Centro di ascolto
Caritas di Magenta
Ore 14.00 – In oratorio: Giochi
Ore 16.00 - Partita del CSI: squadra Top Junior
Domenica 22/11
II domenica di Avvento: “I figli del regno”
Festa della Banda e del Coro e festa del Ringraziamento
Ore 14.00 – In oratorio: Pomeriggio musicale
Ore 16.00 - Partita del CSI: 1^ squadra
Domenica 29/11
III domenica di Avvento: “Le profezie adempiute”
Banco di vendita ADMO (Associazione donatori midollo
osseo)
Ore 14.00 – In oratorio: Giochi
Ore 16.00 - Partita del CSI: squadra Top Junior
Domenica 06/12
IV domenica di avvento: “L’ingresso del Messia”
Ore 14.00 – In oratorio: Costruzione presepe
Ore 16.00 - Partita del CSI: 1^ squadra
Martedì 08/12
Solennità dell’Immacolata
Il coro delle voci bianche e il coro delle adolescenti cantano
alla S. Messa delle ore 10,30
Banco di vendita per le missioni in oratorio (tutto il giorno)
Domenica 13/12
V domenica di avvento: “Il precursore”
Nella S. Messa delle ore 10.30 avremo ospiti i ragazzi della
QUERCIA con le loro famiglie
Ore 14.00 – In oratorio: Giochi…
Ore 16.00 - Partita del CSI: squadra Top Junior
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Sabato 19/12
Ore 21.00 – Concerto di Natale della Banda
Domenica 20/12
VI domenica di avvento: “Dell’Immacolata o della Divina
Maternità di Maria
Ore 14.00 – In oratorio: Spettacolo teatrale degli amici di
Robecco s/N
IN ORATORIO
Giovedì 17/12
Venerdì 18/12
Sabato 19/12
Lunedì 21/12
Martedì 22/12
Mercoledì 23/12
Venerdì
Venerdì
Sabato
13 novembre
13 novembre
14 novembre
ore 7,40 per le medie
ore 8,00 per le elementari
ore 8.30:
ESPOSIZIONE
ore 21.00 – 22.00 ADORAZIONE COMUNITARIA
ore 19.00:
RIPOSIZIONE
Due giorni per stare in silenzio con Gesù, in preparazione del nuovo anno
liturgico che avrà inizio la sera di sabato 14 novembre con la S. Messa delle
ore 20.30.
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Carissimi amici di Pontevecchio, proprio in questi giorni, mentre portavo la S.
Eucaristia ai malati, ho trovato un libretto che riporta i pensieri e le riflessioni
di Don Giovanni. Il titolo: SILENZIOSA ATTESA.
Ho pensato di prendere queste due stupende parole come titolo del nostro
Avvento.
Domenica 15 novembre, domenica prossima, inizia il nostro cammino verso il
Santo Natale.
Auguro a tutti che sia un cammino di “attesa”. Certo, noi attendiamo molte
cose, a volte inutili e superflue, a volte invece “necessarie” come il lavoro, la
guarigione, la soluzione di problemi importanti.
L’attesa del Natale ci dice che il nostro cuore è fatto per le grandi attese. Anzi,
siamo fatti per una GRANDE ATTESA. L’attesa di Dio in noi, l’unico capace di
rispondere al nostro grande bisogno di amore, di pienezza, di saggezza e di
vita.
“Silenziosa”, sì, “silenziosa attesa”, perché questo tempo, che è notoriamente
un tempo agitato, frenetico, può essere vissuto anche nel silenzio, nella
preghiera, nella stanza dell’interiorità.
Solo i poveri nel cuore possono capire e gustare il Natale, perché Dio ha scelto
e sceglie la povertà, l’umiltà, perché solo colui che si fa povero come i pastori e
cercatore di verità come i Magi può giungere a Betlemme, cioè può accogliere
lo Spirito Santo nel suo cuore e dare alla luce il CRISTO.
Il segno di questa silenziosa attesa sarà una strada di fraternità perché il Verbo
si fa carne nell’umanità e nella fraternità.
Buon Avvento.
Don Eusebio
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Un tempo di attesa e
di preparazione al Natale
Annunciazione, vetrata del
Duomo di Milano (Sec. XV)
L’avvento, come tempo di preparazione alla festa di
natale, nasce e si sviluppa sul modello della
quaresima.
Come infatti la più importante delle feste dell’anno
liturgico, la pasqua di risurrezione, prevede un periodo di
preparazione (la quaresima appunto), così, attorno al
secolo VI, la liturgia sentì il bisogno di un periodo di
preparazione anche alla seconda grande festa
dell’anno liturgico, cioè il natale.
E come la quaresima è scandita su sei domeniche, anche
l’avvento fu strutturato su sei domeniche. Fu attorno
al secolo VII-VIII che la Chiesa romana accorciò l’avvento
a quattro settimane, e quest’uso si diffuse poi in tutta la
Chiesa latina occidentale. Tranne che a Milano, però, dove
si conservò il computo più antico, quello appunto delle sei
domeniche.
Lo si chiamò “avvento ambrosiano”, ma solo perché
nel resto della Chiesa occidentale si faceva
diversamente, sul modello del “nuovo” avvento
romano di quattro domeniche.
In realtà – a ben guardare dal punto di vista storico – non si tratta di una
particolarità ambrosiana: a Milano infatti si continuò a fare quello che
anticamente si faceva in tutte le Chiese.
Al di là delle differenze di computo tra cosiddetto “avvento romano” e “avvento
ambrosiano”, può essere interessante e utile, anche dal punto di vista
spirituale, vedere come è strutturato questo periodo di preparazione
alle feste natalizie: sono facilmente distinguibili tre parti nelle quali
l’avvento ambrosiano si articola.
La prima parte, scandita dalle prime tre domeniche, potrebbe essere
definita quella a contenuto “escatologico” .
Infatti, se il significato liturgico dell'avvento nel suo aspetto più ovvio e
naturale è la preparazione immediata alle festività natalizie, nelle quali la
Chiesa commemora il ricordo della prima venuta di Cristo salvatore degli
uomini nell'umiltà della nostra condizione umana, tuttavia le letture bibliche
proposte dalle prime settimane d'avvento offrono alla nostra
riflessione anche il tema della seconda venuta di Cristo, quando tornerà
nella gloria alla fine dei tempi e la storia degli uomini si concluderà.
Del tutto particolare poi è la seconda domenica, quando la liturgia
ambrosiana propone come lettura evangelica l’episodio dell’ingresso di
Gesù in Gerusalemme.
Spontaneamente saremmo portati a considerare questa scelta un poco strana,
perché,
se
consideriamo
l'episodio
dell'ingresso
in
Gerusalemme
esclusivamente secondo le coordinate storico-cronologiche in cui si è
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effettivamente realizzato, esso dovrebbe essere riferito al ciclo delle feste
pasquali (la domenica delle palme, appunto) più che al tempo di preparazione
alle feste natalizie.
Tuttavia già gli antichi Padri della Chiesa videro in questo episodio
quasi una immagine profetica del ritorno di Cristo alla fine della storia,
del suo incontro definitivo con il popolo della città santa.
Pertinente è dunque l'accostamento di questa pagina con il clima tipico
dell'avvento, così come ci viene offerto dalla tradizione liturgica ambrosiana:
infatti l'attuale progressione dei vangeli domenicali, che colloca l'ingresso di
Gesù in Gerusalemme fra due domeniche (la prima e la terza) di spiccato
contenuto escatologico, permette di sottolineare e di rendere al contempo più
evidente la particolare angolatura con cui la liturgia legge ed interpreta questo
episodio della vita di Cristo.
La terza e la quarta domenica formano invece la seconda parte
dell’avvento ambrosiano e sono focalizzate sulla figura di Giovanni
Battista , il profeta che conclude l’Antico Testamento e inaugura il Nuovo con
la venuta di Cristo.
La sua figura infatti domina i vangeli proposti in queste due domeniche.
Dal punto di vista spirituale, il messaggio è di carattere morale:
l’esigenza della conversione, del mutamento di vita, come concreta
forma di preparazione per accogliere il Signore che sta per venire.
Parallelamente alla figura di Giovanni Battista, domina anche la figura del
profeta Isaia, di cui la liturgia propone, in questa sezione centrale
dell’avvento , numerose pagine: in esse siamo invitati a ripercorre le profezie
messianiche che trovano in Cristo Signore la loro piena e completa
realizzazione.
L’ultima parte dell’avvento ambrosiano comincia con il 17 dicembre:
praticamente è quella che popolarmente potrebbe essere definita
“novena di natale” .
Incastonata in questa novena è la sesta domenica, quella che precede
immediatamente il natale e che porta il titolo di “Festa dell’Incarnazione o
della divina maternità di Maria”.
In questo giorno la liturgia ci invita infatti a contemplare il grande mistero del
Verbo eterno del Padre che si incarna nel grembo della Vergine, mostratasi
disponibile ad accogliere la volontà di Dio che la voleva Madre del Messia.
Concludendo, possiamo dire che se “avvento” significa letteralmente
“attesa di Cristo Signore”, allora l’intera vita cristiana può essere definita un
lungo avvento, un’attesa orante del ritorno del Signore.
E allora – a ben guardare – le proposte spirituali dell’avvento devono diventare
il nostro impegno non solo per sei o quattro settimane (in dipendenza dalla
diversità del rito), ma per una vita intera.
mons. Marco Navoni
Dottore della Biblioteca Ambrosiana
Tratto dal sito della arcidiocesi di Milano
Angelo S.
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L’Avvento è questo: Dio è venuto, viene e verrà. Noi, allora, viviamo nell’attesa del suo
ritorno.
Capite tutti quale impegno ci viene presentato per la vita di ogni momento: non potremo
più andarcene a casa e rimanere inerti, insensibili alla voce di chi soffre, alla voce di chi
piange e di chi è afflitto; insensibili a tante sofferenze e dolori. Non possiamo più
disinteressarci degli altri; non possiamo più camminare da soli, dobbiamo camminare
insieme.
Io questa sera voglio dirlo a livello ecclesiale, poi tirate anche le altre conseguenze su tutti i
versanti della vita. Monsignor vicario ha detto nel saluto iniziale: “Qui i sacerdoti sono
pochi …”. Però i laici sono tanti! Siamo tanti: quanti giovani, quante persone, quanta
gente! Tutti battezzati.
“ Non possiamo più tirare … “.
No, quel “più” lo tolgo proprio … non possiamo tirare avanti soltanto noi sacerdoti. È
tutto il popolo di Dio che deve camminare!
Ci vuole una comunione nuova, ci vuole uno sforzo per entrare in una comunità d’intenti
più forte, una cospirazione più radicale, una convergenza più univoca.
Ci vuole davvero impegno per collegare le fila, perché tante volte noi corriamo, ma non
avanziamo. Si può correre, ma non sempre si progredisce: a volte, in una comunità
cristiana si possono anche verificare delle spinte isolate in avanti, ma che non danno
nessun frutto alla comunità.
Ecco, allora: su questi punti ci ritroveremo tante volte, e non soltanto in chiesa ma anche
laddove si veicola la vita ecclesiale, cioè nei gruppi, nelle associazioni, negli incontri
fraterni, affinché si crei questa coscienza comunitaria nuova che ci spingerà avanti, verso il
Regno di Dio che noi chiesa siamo chiamati ad annunciare con gioia.
Questo è il mio augurio, cari fratelli, che faccio rimbalzare di capo in capo: che tutti noi
possiamo essere permeati dalla parola del Signore e andare incontro al destino che Lui ci
ha disegnato.
Mons. Tonino Bello
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Nasce finalmente, per le 5 parrocchie di Magenta, CENTRO
un
DI ASCOLTO(da non
confondere con i Centri di Ascolto che abbiamo in paese, dove gruppi di persone,
periodicamente, si mettono in ascolto della Parola del Signore).
Il Centro di Ascolto che sta per nascere è uno strumento attraverso cui le
nostre comunità cristiane intendono porsi in ascolto del fratello in difficoltà.
C. M. Martini, nella lettera alla diocesi in occasione del S. Natale 1989, scriveva:
"La gente ha bisogno di raccontare i propri problemi a qualcuno che li capisca,
per sdrammatizzarli, per non sentirsi sola di fronte a situazioni angoscianti, per
confrontarsi sui modi di uscirne. I problemi personali, quando non si trova a chi
manifestarli, possono diventare giganteschi, paurosi, affievoliscono il senso della vita,
soffocano la speranza".
Il centro di ascolto vuole essere allora quel luogo dove una persona chiede di essere
aiutata per riuscire a far fronte alla sua situazione, in quanto ritiene di non avere le
risorse necessarie per poterlo fare in modo autonomo.
I volontari del Centro svolgeranno una funzione di mediazione fra la persona che vive
il disagio e le risorse che saranno possibili attivare sul territorio.
Ma il compito dei volontari sarà anche quello di richiamare l'intera comunità alla
propria responsabilità nei confronti dei bisogni individuati.
II centro avrà sede presso la Parrocchia dei Padri Somaschi in via Casati 49 e Padre
Gianni ne sarà il Presidente.
All'inizio il Centro sarà aperto una volta alla settimana con la disponibilità ad
aumentarel'apertura secondo le richieste.
I volontari che si alterneranno nel servizio sono circa una trentina e la nostra
Parrocchia èpresente con Ernestina e Vittorina.
Se condividi le finalità di questo gruppo e vuoi avvicinarti, contattale.
Sarai libero di offrire quanto ti è possibile.
Ernestina Radice
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sintesi di “un percorso lungo sei mesi”
Si sono da poco conclusi gli eventi che hanno caratterizzato la recente visita Pastorale ed è come se gli
interrogativi da essa suscitati nelle nostre comunità parrocchiali siano rimasti ancora in sospeso; almeno
questa è l’impressione di chi scrive. Proviamo qui a sintetizzare le questioni più significative per evitare di
archiviare un avvenimento tutt’altro che superficiale.
Non v’è dubbio che le sfide che offuscano l’orizzonte della chiesa italiana in generale e della chiesa
Ambrosiana in particolare non siano di poco conto e naturalmente queste problematiche hanno
doverosamente inciso sull’andamento della visita. Due a mio parere le questioni più importanti: la continua
perdita dei valori cristiani della società (compresa la nostra) e la continua diminuzione delle vocazioni
sacerdotali con conseguente impossibilità di una presenza capillare dei sacerdoti sul territorio.
Sin dall’annuncio dell’imminente visita pastorale, in occasione della stesura della relazione richiesta ai
consigli Pastorali e Amministrativi quale primo atto della visita, ci si è accorti che rispondendo al
questionario pervenuto alle parrocchie non ci si poteva ridurre ad una semplice fotografia della situazione
parrocchiale. Lo sforzo che si chiedeva riguardava le prospettive future delle singole comunità, proprio per
spronare le realtà locali a fare i conti con le sfide culturali e sociali dei prossimi anni. Per quanto riguarda la
nostra relazione, in merito al problema “educativo”, c’è da sottolineare l’importanza attribuita ad alcune
interessanti esperienze sviluppatesi recentemente (incontri di coppie di giovani maturati a seguito del corso
fidanzati, percorso di catechisti a sostegno della Pastorale Giovanile Cittadina e famiglie impegnate a
sostenere l’esperienza dell’oratorio) esperienze da cui traspare una lodevole assunzione di responsabilità che
fanno ben sperare per il futuro. Va subito detto che molto merito spetta al nostro parroco che in modo
lungimirante ha favorito la crescita di queste ed altre iniziative che qui non menziono, ed è certo che il suo
sforzo profuso a favore di ragazzi e giovani non potrà che dare buoni frutti a tempo debito.
Nell’incontro col Decano i membri del consiglio pastorale ed amministrativo, dopo la doverosa lettura delle
relazioni, non hanno mancato di sollevare dubbi e richieste. Don Mario, mentre ha sottolineato il carattere
stimolante del lavoro, non ha potuto evitare di tratteggiare a grandi linee quella che secondo lui dovrebbe
essere la chiesa locale del domani: una chiesa dai confini meno marcati degli attuali dove le diverse comunità
si rapporteranno frequentemente e dove il ruolo dei laici cristiani avrà un’importanza sempre maggiore. Del
resto è in questa prospettiva che da anni lavora il Decanato con il suo consiglio e le sue commissioni.
Decanato che purtroppo da molti è visto come organismo lontano e poco incidente nella vita pratica delle
comunità parrocchiali: a tale riguardo don Mario ha raccolto l’invito di migliorare la conoscenza dell’attività
decanale.
E veniamo ai momenti più intensi della visita: l’incontro del cardinale con i rappresentanti dei consigli
pastorale ed amministrativi delle 19 parrocchie decanali (preceduto dall’incontro con i sacerdoti) e la
celebrazione eucaristica del Vescovo con tutti i sacerdoti del decanato (momento conclusivo tenutosi nella
chiesa di San Martino). A mio parere, soprattutto per il primo di questi momenti, vi è da segnalare la
semplicità, l’efficacia e lo spessore delle osservazioni del nostro Cardinale proprio in merito alle
preoccupazioni per gli sviluppi che potrebbero interessare le nostre comunità prossimamente. Il forte
richiamo rivolto ai laici per mostrare il lato migliore della Chiesa fondato sulla Comunione fraterna rivela
il giusto atteggiamento da tenere per quanti hanno a cuore la vita della Chiesa e operano in tale senso.
Comunione che richiama immediatamente il problema di una corresponsabilità che si sviluppa in un
confronto corretto, coraggioso e leale fra le diverse componenti parrocchiali (siano esse associazioni,
movimenti, ecc.); è proprio in virtù della ricerca della verità delle diverse esperienze, sostiene il nostro
Vescovo, che si può giungere alla comune fede in Gesù Cristo unico vero punto di incontro. Della
celebrazione eucaristica mi piace ricordare l’accenno a Santa Gianna Beretta Molla quale esempio concreto
di operosità e generosità nella fede quotidiana ed il significativo strascico di piccoli incontri personali col
Cardinale succedutisi al termine della messa.
Francesco Umbelli
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GRUPPI DI ASCOLTO
ABRAMO (GEN. 11, 27 - 12, 9)
La storia di Abramo è molto suggestiva. Per molto tempo essa fu raccontata a voce, di
generazione in generazione. Gli eventi narrati risalgono al 1800 a. C. e la loro prima
stesura al 1000 a. C. circa. La forma attuale del testo risale invece al periodo
successivo all’esilio di Babilonia, intorno al 400 a. C.
In ebraico Abramo significa “padre dei popoli” ed egli è veramente nostro padre nella
fede, in quanto rappresenta Israele che cerca Dio, ma anche ciascuno di noi quando ci
mettiamo in ascolto della parola. Abramo è il modello dell’uomo che accoglie la
chiamata di Dio e risponde con la sua piena disponibilità.
Dio sceglie Abramo non perché egli sia in una condizione di privilegio (Abramo è infatti
un uomo come tanti), ma perché ha un’importante caratteristica: una grande
disponibilità alla fede. Abramo è chiamato ad una conversione radicale: Dio gli chiede
di abbandonare tutte le sue sicurezze per andare verso un futuro la cui unica garanzia
è la Parola del Signore. Di fronte ad essa Abramo non esita, né pone domande,
semplicemente parte. Dio indica ad Abramo dove andare, solo dopo che egli si è
messo in viaggio.
La fede di Abramo è totale. La moglie Sara è sterile: come potrà avverarsi la
promessa di una discendenza? La terra di Canaan, che Dio indica come meta, è già
abitata: come potrà diventare la terra promessa di Abramo? Eppure tutto si realizza
perché nulla è impossibile a Dio.
Questo brano ci fa riflettere sulla fede: credere chiama in causa tutto il nostro essere,
la nostra vita, i nostri sentimenti, i nostri dubbi, la nostra disponibilità ad affidarci a
Dio e a fidarci di Lui. La fede non nasce dal nulla, ma dalla nostra capacità di leggere
nel profondo del nostro cuore e di cogliere una presenza viva che dia significato alla
nostra vita. Solo nel profondo di noi stessi possiamo incontrare Dio, ascoltare ciò che
ci dice e affidarci a Lui con la certezza di poter affrontare ogni situazione contando sul
suo aiuto. La fede però va alimentata e ciò è possibile se si ha una relazione di
amicizia profonda con Gesù, attraverso la conoscenza della sua Parola e, soprattutto,
l’Eucaristia.
Chi crede sa che tutto è nelle mani di Dio, un Dio fedele e misericordioso, che
desidera per noi solo il bene.
Mariangela Barenghi
GRUPPI DI ASCOLTO
Per chi volesse partecipare ad un Gruppo di Ascolto (sono 12), questo è
l’elenco delle famiglie che li ospitano:
BERRA GIOCONDA – Via San Francesco; BOSCHETTI ANGELA – Via Brocca;
CATENAZZI GIULIANO – Via don Barberi, ROVEDA FIORENZA Via Giulietti;
GARAVAGLIA PAOLA – Via Ticino; LOVATI MARIUCCIA – Via don Barberi;
NOSOTTI ALESSANDRA – Via Foppa; OTTAIANO DAMIANO – Via San Luigi
PELLEGATTA PIERINO – Via don Barberi; RIMOLDI CARMELINA – Via
Montenero;
SASSI ANGELO – Via don Barberi; BERRA ROSINA – Via Tagliamento.
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SEMINAIRE "ENFANT JESUS"
Peres Carmes Dechaux
7 ottobre 2009
B.P. 196 - Bouar – Yol
é
Bouar-Yolé
Republique Centrafricaine
Carissimi,
Quando arriviamo alla fine dell'anno civile, tutti si augurano che l’anno nuovo sia migliore di
quello passato. Noi della Yolé non possiamo lamentarci: il Seminario ha avuto il 100% di promossi
agli esami Statali e quindi ci auguriamo che quest'anno appena iniziato sia buono almeno quanto
quello terminato. E vero che ogni anno fa storia a sé, ma forse il Bambino Gesù, al quale questo
Seminario è dedicato, ha voluto benedirci in modo particolare.
Eccomi qui a raccontarvi i fatti più belli e importanti degli ultimi mesi nel Seminario della Yolé,
dove Wilfried sta crescendo bene.
Padre Maurice, rettore dei seminaristi piccoli, e Padre Mesmin, responsabile dei grandi, sono
le guide di oltre 70 ragazzi: 64 nel primo ciclo (i piccoli) e 10 nel secondo ciclo (i liceali).
"L'equipe" dei Padri formatori dimostra molto entusiasmo e buona intesa, questo ci aiuta a
portare il peso di una continua assistenza ai ragazzi, senza un giorno di riposo. L'ambiente è sereno
e l'impegno spirituale buono, così ci assicura Padre Giovanni Tornasi, che è il confessore ordinario
dei seminaristi.
Siamo contenti anche dei ragazzi liceali: si sono dimostrati studiosi, impegnati, sereni, oltre
che obbedienti.
Non sono mancate le difficoltà: pensate che proprio due mesi prima della fine dell'anno
scolastico è improvvisamente mancato il professore di matematica. Gli alunni del Seminario che
dovevano sostenere l'esame statale rischiavano di perdere l'anno. La prontezza di Padre Maurice,
Preside della scuola, ha risolto la situazione grazie ad un professore che si è offerto di aiutarci sino
alla fine dell'anno.
In primavera ci aveva rattristati la partenza di Suor Lisieux, chiamata a lavorare in Tanzania
come vicaria della Delegazione Generale CMC, e dì Suor Paulsy, rientrata in India dopo 16 anni di
vita missionaria. Erano arrivate insieme, la prima dirigeva la nostra cucina, la seconda il guardaroba
dei ragazzi, ci hanno lasciato dopo anni di servizio generoso, non senza sacrificio, dimostrando
quanto loro costasse partire. Due nuove suore sono arrivate, Sr. Teresina e Sr. Alice, piene di
entusiasmo e buona volontà, colmeranno il vuoto lasciato dalle consorelle partite.
Riguardo ai lavori, abbiamo realizzato il nuovo acquedotto che assicurerà l'acqua per l'orto e i
bisogni della casa e in futuro speriamo possa essere sfruttato anche per l'energia elettrica. E stato un
lavoro non da poco, una canalizzazione di 900 metri profonda, per assicurare la pendenza
necessaria, fino a 4 metri. A lavori finiti il costo è stato di poco meno di 10.000 euro. La
realizzazione è stata possibile grazie al fedele aiuto del nostro amico e benefattore Enrico Massone,
che da ormai 20 anni dedica ogni anno due mesi di lavoro per noi, insieme con lui c'era anche il
suo, e ormai anche nostro, amico Piero Scasso.
A marzo scorso sono arrivati finalmente i container partiti a novembre 2008 dall'Italia (li
aspettavamo da Natale!) contenenti materiale necessario alle missioni. Un viaggio via nave e via
terra lungo mesi e mesi... E stato un piacere per tutti, Padri, ragazzi, suore e operai poter toccare e...
gustare quello che voi benefattori e amici avete portato ad Arenzano affinchè i nostri collaboratori li
facessero pervenire in Centrafrica.
Con il cuore grato per la vostra vicinanza e sostegno, invoco la Benedizione di Gesù Bambino
sulla vostra famiglia!
Cari saluti!
P. Renato Aldegheri
superiore del Seminano di Gesù Bambino a Bouar Yolé
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Vangelo senza confini
Ottobre, mese missionario per antonomasia, ha
portato al nostro Gruppo piacevoli impegni, novità e
progetti.
In primis il cambio di vertice; infatti il nuovo Presidente ANDREA OLDANI, veterano per anni di
esperienza e fattiva attività nel Gruppo Missionario, ha occupato il posto di Luigi Catenazzi,
attualmente impegnato in altre attività parrocchiali.
Un progetto, fortemente sostenuto da Francesco Bigogno – fratello
di Maristella, suora laica che dirige il Dispensario in Togo – e
attuato grazie al patrocinio comunale, in prima persona dal Sindaco
Luca Del Gobbo, è stata la stampa di una brochure, denominata la
“carta d’identità” dei dieci GRUPPI Missionari che operano nel
Magentino.
A questo libretto intitolato “TU SEI MIO FRATELLO” abbiamo
partecipato anche noi perché riteniamo importante entrare nelle
case e nei cuori delle persone per sensibilizzarle sui bisogni di
realtà lontane e vicine che soffrono, che non hanno neppure il
necessario per sopravvivere e alle quali è decisivo riportare dignità
e sussistenza. Comprendiamo che in tempi di recessione, come quello che stiamo vivendo, non è
facile sostenere altri bisogni se non i propri, ma riteniamo che non sia importante quanto si dona,
ma come lo si dona, cioè tante piccole offerte che contribuiscono a realizzare progetti rilevanti per
aiutare chi è meno fortunato di noi.
Sulla scia di questo stampato è stata allestita - dal 23 al 25 ottobre, in Casa Giacobbe - una Mostra
dove queste dieci realtà Missionarie hanno testimoniato tramite fotografie le proprie esperienze, le
finalità e le opere per le quali sono impegnate.
L’affluenza di persone, nel pomeriggio di
domenica 25, quando era prevista la nostra presenza di testimonianza, è stata notevole e questo ha
dimostrato che attraverso messaggi costanti e concreti la popolazione non è insensibile, anzi con il
suo sostegno ci aiuta e ci stimola a continuare a dare speranze tramite le nostre attività.
Un’altra iniziativa è stata il “ Mercatino Missionario” di
sabato 24 ottobre in Piazza Formenti: anche in
quest’occasione la nostra presenza è stata testimoniata da
un banchetto di solidarietà.
Infine
l’apice
di
proclamazione di Fede, che ha coronato tutto il percorso illustrato
in precedenza, si è consolidato nella SS. Messa delle ore 10.30 di
domenica 25 ottobre celebrata nella nostra Chiesa parrocchiale
dove il tema scelto per la 83^ GIORNATA MISSIONARIA
MONDIALE: “Vangelo senza confini” è stato pienamente illustrato dal volto a poco a poco
scoperto dai ragazzi della nostra comunità e dall’abbraccio di tanti profili colorati (i colori del Santo
Rosario Missionario) che rappresentano i bimbi del mondo.
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Il Granello di …
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Non ci sono confini, diversità o terre lontane che possano
fermare la Parola di Dio, radicata nel cuore di ogni credente
che è missionario ovunque si trovi se annuncia e testimonia la
propria Fede di cristiano mettendo in pratica le parole del
Vangelo.
La giornata si è conclusa all’oratorio con un gruppo di giovani di Milano che ha rallegrato la
comunità con canti e ritmi africani, frutto di un anno di volontariato sociale presso i missionari del
Camerun.
GRAZIE PER IL VOSTRO APPOGGIO E SUSSIDIO CONTINUO.
Il Gruppo Missionario
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L’imperatrice Irene, rimasta vedova dell’Imperatore Leone IV e reggente in nome del figlio Costantino VI,
decise di abbandonare la politica iconoclasta. In nome del figlio sedicenne e in accordo con il nuovo
patriarca, Irene convocò un nuovo concilio in cui furono invitati il papa Adriano I (772-795) ed i tre
patriarchi orientali, che inviarono i propri rappresentanti all’assemblea.
Il concilio si riunì a Nicea nel 787 e si svolse in 8 sessioni, dal 4 settembre al 23 ottobre. L’ultima seduta del
concilio ebbe luogo a Costantinopoli, nel palazzo imperiale, ove gli imperatori firmarono solennemente gli
atti e le decisioni conciliari.
Vi fu la partecipazione di 367 tra vescovi, monaci ed abati; questi ultimi, pur non avendo diritto di voto,
ebbero un ruolo molto importante nelle discussioni.
I vescovi presenti al concilio appartenevano tutti all’impero bizantino (ridotto a quell’epoca ai suoi territori
dell’Asia Minore, dei Balcani e della Sicilia). Il papa era rappresentato da due legati.
All’inizio del concilio furono lette due lettere del papa Adriano I. Ambedue difendevano la legittimità delle
sante immagini e impegnavano i loro destinatari a restaurarle.
Così scriveva il Papa Adriano: <<Per il tramite di un volto visibile, il nostro spirito sarà trasportato per
attrazione spirituale verso la maestà invisibile della divinità attraverso la contemplazione dell’immagine, in
cui è rappresentata la carne che il Figlio di Dio si è degnato di prendere per la nostra salvezza, così
adoriamo e insieme lodiamo, glorificandolo in spirito, questo medesimo Redentore, poiché, come è scritto,
“Dio è spirito”, ed è per questo che adoriamo spiritualmente la sua divinità>>.
Il concilio dichiarò di aderire al contenuto di queste lettere.
Dalla quarta sessione si passò all’esame della dottrina sulle immagini: il concilio si concentrò sullo sforzo di
mostrare come essa fosse giustificata dalla Scrittura e dalla Tradizione, in quanto i Padri della Chiesa le
avevano lodate ed il popolo cristiano non aveva cessato di venerarle e di sperimentarne la potenza
miracolosa.
Vennero letti in gran quantità estratti di scritti dei Padri e numerosi racconti di miracoli ottenuti per mezzo
delle immagini di Cristo, della Vergine e dei santi.
Le sessioni quinta e sesta continuarono l’esame dottrinale, contestando il concilio di Hieria.
Venne respinta la pretesa di ecumenicità di quel concilio. Gli iconoclasti pretendevano di affermare che il
Cristo incarnato non poteva essere rappresentato e la sua immagine era blasfema, perché intendeva
circoscrivere l’essere illimitato; non dipingendo altro che la carne, la si separava dalla divinità, si divideva il
Cristo unico. Le immagini religiose erano ritenute pericolose, quasi un passaggio all’idolatria. Essi
puntarono anche sul fatto che le icone non fossero più efficaci, avendo perso il loro potere di difendere e
curare i veri fedeli cristiani.
Non senza contraddizione e ambiguità, si proibivano la rappresentazione del Cristo e le immagini religiose in
genere, ma si continuavano ad ammettere le immagini profane, in particolare quelle dell’imperatore con i
segni di riverenza che vi erano connessi.
Il concilio di Nicea rispose riprendendo il pensiero di San Giovanni Damasceno, che l’incarnazione del
Figlio di Dio permetteva la raffigurazione di Cristo secondo le sembianze che egli aveva preso in terra.
L’incarnazione, cioè, ha reso Dio visibile nelle limitazioni della natura umana; rappresentarlo in forma
umana significa testimoniare che l’incarnazione è reale e non apparente. Questa immagine non si confonde
con il proprio modello; rinvia al modello e onorandola si onora il modello.
Fu chiarito pertanto che la venerazione delle immagini significa la venerazione delle persone rappresentate e
non delle icone materiali in quanto tali.
Gli iconofili rimarcavano la circostanza che i cristiani potessero essere innalzati ad una consapevolezza più
alta del divino attraverso la venerazione delle icone.
Le icone venivano baciate e adorate: di fronte a loro si accendevano candele; si bruciava incenso, e si
rivolgevano preghiere ai santi che vi erano rappresentati.
Nella settima sessione si approvò il Decreto di Nicea II.
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Il Granello di …
Novembre 2009
Decreto del concilio di Nicea II
Noi intendiamo custodire gelosamente intatte tutte le tradizioni ecclesiastiche, sia scritte che orali. Una di
queste, in accordo con la predicazione evangelica, è la pittura delle immagini, che giova senz'altro a
confermare la vera e non fantastica incarnazione del Verbo di Dio, e ha una simile utilità per noi; infatti,
le cose, che hanno fra loro un rapporto di somiglianza, hanno anche senza dubbio un rapporto
scambievole di significato.
In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo in tutto e per tutto l'ispirato insegnamento dei nostri
santi padri e la tradizione della chiesa cattolica riconosciamo, infatti, che lo Spirito santo abita in essa
noi, definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le
venerande e sante immagini sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere
esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case
e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della
immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini.
Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti attraverso la rappresentazione iconica, tanto più
quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad
essi rispetto e venerazione. Non si tratta, certo, secondo la nostra fede, di un vero culto di latria [cioè
“adorazione”], che è riservato solo alla natura divina, ma di un culto simile a quello che si rende alla
immagine della preziosa e vivificante croce, ai santi evangeli e agli altri oggetti sacri, onorandoli con
l'offerta di incenso e di lumi, com'era uso presso gli antichi. L'onore reso all'immagine, infatti, passa a
colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto.
Il concilio decise anche alcuni canoni di riforma. Tra essi i più significativi furono: che l’elezione dei
vescovi dovesse essere libera da ogni ingerenza laica (ogni elezione effettuata dai principi secolari fu ritenuta
invalida); il divieto ai vescovi di raccogliere oro o denaro; l’obbligo annuale di indire sinodi provinciali per
discutere di problemi comuni; che un sacerdote non potesse lasciare la sua parrocchia senza una decisione
del vescovo, reggere due parrocchie contemporaneamente, che dovesse vestire in modo decoroso ma non
raffinato o ricco; il divieto di lasciare il proprio monastero per un altro.
Venne riconfermato una volta di più il simbolo niceno-costantinopoliano e sconfessate le eresie condannate
nei precedenti Concili Ecumenici.
DEFINIZIONE DI CONCILIO ECUMENICO
Durante il II Concilio di Nicea per la prima volta furono stabiliti criteri di ecumenicità dei Concili.
Nella sesta sessione, per confutare la pretesa di ecumenicità del Sinodo di Hieria del 754, i Padri conciliari
affermarono che quel sinodo non poteva dirsi ecumenico, per i seguenti motivi: “Non ebbe come
collaboratore il papa della Chiesa romana di allora, o i sacerdoti che sono con lui, né per mezzo di suoi
legati, né per mezzo di una sua enciclica, come è la norma del concilio”…“neanche vi acconsentirono i
patriarchi dell’Oriente, di Alessandria, di Antiochia e della Città Santa, o i consacrati che sono con loro e i
vescovi. Come può essere settimo quello che non è in armonia con i sei santi concili ecumenici prima di
esso? Infatti quello che sarebbe stato celebrato come settimo, deve essere coerente con il novero delle cose
decise prima di esso”.
I Padri conciliari definirono pertanto come ecumenico un concilio che avesse queste caratteristiche: doveva
avere il papa come collaboratore, o direttamente, tramite la sua presenza, od anche indirettamente, tramite
dei rappresentanti papali; dovevano essere presenti i rappresentanti di tutti i Patriarchi della cristianità;
doveva essere recepito dai fedeli, dalla base; e, soprattutto, doveva essere coerente con i precedenti concili
ecumenici, porsi cioè in linea di continuità teologica, morale e disciplinare.
Oggigiorno il Codice di diritto canonico prevede i seguenti principi nella definizione e nella composizione di
concilio ecumenico: spetta solo al Papa convocare, presiedere, trasferire, sospendere, sciogliere un Concilio
ecumenico, come pure approvarne i decreti; spetta solo al Papa determinare le questioni da trattare nel
Concilio ecumenico, ed approvare eventuali questioni aggiunte dai Padri conciliari; possono partecipare al
Concilio ecumenico i Vescovi membri del Collegio dei Vescovi, ed altre persone chiamate a parteciparvi;
solo i decreti conciliari approvati e confermati dal Papa e da lui promulgati hanno forza obbligante.
(2 – continua)
Paolo Garavaglia
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Novembre 2009
La parrocchia invita i bambini e i ragazzi delle elementari e delle medie con tanta
voglia di cantare ad unirsi al CORO DI VOCI BIANCHE di Pontevecchio diretto da
Lucia Marinoni. Un’esperienza bella e formante che avvicina al mondo della musica nel
modo più semplice e diretto. Le prove si svolgono il sabato pomeriggio presso
l’oratorio. Per informazioni telefonare ai numeri: 02/9792792 – 340/5785136.
Prima Comunione Pontevecchio
1° maggio 2009
Ricordiamo che la prossima uscita de “Il Granello di …” sarà domenica 20
dicembre 2009. La preparazione del giornale avverrà dal 14 al 18 dicembre
2009
Pertanto, ringraziando anticipatamente, preghiamo tutti coloro che volessero
pubblicare un articolo, di consegnarlo alla redazione entro il 14 dicembre
2009
Per l’invio degli articoli che scriverete potrete utilizzare anche il nuovo
[email protected] .
indirizzo e-mail
Grazie ancora e buona lettura a tutti.
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La Redazione
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Il Granello di …
Novembre 2009
Cristo è gioia
e
ogni uomo che
nel grembo della sua anima
accoglie lo Spirito di salvezza
lo dà alla luce.
Ti amo, oh mio, Dio,
e il mio unico desiderio è di amarti
fino all’ultimo respiro della mia vita.
Ti amo, oh infinitamente amabile Dio,
e preferirei morire amandoti
piuttosto che vivere senza amarti.
Ti amo, Signore,
e la sola grazia che chiedo
è di amarti per l’eternità (…)
Dio mio, se la mia lingua non può dirTi
Ogni momento che Ti amo
Voglio che il mio cuore te lo ripeta
Tanto spesso quanto il mio respiro.
Ti amo, oh Dio!
Ti amo, oh Dio!
Ti amo, oh Dio!
Jean-Marie Vianney
Santo Curato d’Ars
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CAMMINO DEI FIDANZATI 2009
Io e Te
verso la libertà dei figli di Dio
CALENDARIO:
Da Martedì 19 Gennaio
A Martedì 23 Febbraio
(Sei incontri più la S. Messa di Domenica 28 Febbraio)
ORARIO:
Ore 21,00 – 22,30
SEDE:
Casa parrocchiale di Pontevecchio
Via Isonzo, 41
TELEFONO:
02/97298767
349/1754597
ISCRIZIONI:
Le coppie sono invitate ad iscriversi prima di Natale.
Don Eusebio attende le coppie interessate in chiesa
dopo le S. Messe.
Il Corpo Musicale
S. Cecilia di Pontevecchio
Organizza il tradizionale
Pranzo Sociale
Il giorno 22 Novembre 2009 alle ore 12,30
presso il Ristorante Bellaria
L’invito è rivolto a tutti
Il costo del pranzo di € 30,00
Le iscrizioni si ricevono presso il ristorante
entro e non oltre il 19 Novembre p.v.
Il Presidente
Luciano Oldani
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Gruppo sportivo oratorio Pontevecchio
Dopo due partite senza vittorie si affaccia il derby in casa del Miani.
Alla fine della partita abbiamo guardato i tifosi, amareggiati per l’esito del derby perso malamente.
Purtroppo nella domenica più importante dell’anno abbiamo sbagliato la partita per colpa
soprattutto del brutto atteggiamento iniziale; siamo partiti troppo molli mentre loro sono scattati
fortissimo, mettendo in campo tutto quello che avevano in termini di intensità e cattiveria.
Solo dopo il gol ci siamo svegliati, ma era troppo tardi. Comunque domenica in casa con la squadra
del Victor di Milano sarà un bel test, anche sul piano mentale e dovremo dimostrare grande forza di
carattere perché saremo privi di entrambi i portieri.
Sicuramente dopo certe partite si deve reagire da uomini veri e da squadre di rango.
Top Junior giovani
Se la squadra dei grandi non va bene, non si può certo dire che i giovani se la passino meglio.
Perdono la prima partita in casa, ma si riscattano subito nel secondo turno, andando a vincere per 4
a 2 in trasferta.
Bisogna mettere in conto che la nostra squadra è giovane ed è al primo anno di campionato.
Ma ricordiamo che sono più importanti lo spirito di gruppo e l’impegno rispetto al risultato; e con
pazienza ed applicazione verranno tempi migliori.
Renato Rossini
Bravo Marco
Ai campionati italiani di nuoto UISP che si sono tenuti a
Riccione dal 17 al 21 giugno scorso, il nostro Marco Lovati
(della società Nuoto Club di Magenta) ha vinto i 50 metri
farfalla nella categoria esordienti B con il tempo di 35”63 e
si è classificato terzo nella gara dei 100 metri misti.
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Giorno Data
Ora
Via
Lunedì
16/11
15.00 Vallata - Bellaria
Martedì
17/11
17.00 Ticino – Strada Valle (16a ÷ 51)
Mercoledì 18/11
15.00 S. Luigi – Marinelli – Einaudi - Romero
Giovedì
19/11
17.00 L. Brocca – Magellano
Venerdì
20/11
17.00 Puecher – Miglioli
Lunedì
23/11
17.00 Ruspoli – Cecchi
Martedì
24/11
17.00 Giulietti
Mercoledì 25/11
17.00 S. Francesco
Giovedì
26/11
17.00 Valle(1 ÷ 16) – Vicolo Valle
Venerdì
27/11
Lunedì
30/11
Martedì
01/12
16.00 Pellegatta(1 ÷ 69) – Farinati – Foppa
Pellegatta(71 ÷ 85) – Vespucci
17.00
C.na Limido–Peralza
15.00 Mainaga – Mob. Oldani – Gessi - Robecchi
Mercoledì 02/12
15.00 Galliano
Giovedì
03/12
17.00 Isonzo (1 ÷ 20) – Gorizia
Venerdì
04/12
17.00 Isonzo (12 ÷ 38) – Monte Nero
Lunedì
07/12
Giovedì
10/12
17.00 Isonzo (42 ÷ 94) – Tagliamento
Per P. Vecchio – Croce – Risorgimento
15.00
F.lli di Dio – Negri - Circolino
17.00 Don Barberi 3 – 5 – 7 – 9
Venerdì
11/12
17.00 Don Barberi 11 – 13 – 15 – 17
Lunedì
14/12
17.00 Don Barberi 19 – 21 – 23
Martedì
15/12
17.00 Don Barberi 84 ÷ 90 ÷ 94
Mercoledì 09/12
Mercoledì 16/12
17.00 Don Barberi 10 ÷ 80
Giovedì
17/12
17.00 Via Isonzo 65 ÷ 69
Venerdì
18/12
17.00 Via Isonzo 71 ÷ 75
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L`uomo in attesa di Dio Dio in attesa dell`uomo