Suggestioni Scenografiche
Roberta Corbetta è nata a Bergamo nel 1978, risiede in Valtrighe di Mapello, ma negli ultimi due anni ha
domiciliato a Milano.
Dopo la maturità presso il Liceo Artistico di Bergamo, decide di confrontarsi con il vivace mondo artistico
milanese e s’iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, nella sezione di studio in scenografia. Roberta è
affascinata dalla prospettiva di questa professione, che ritiene interessante perché le consente di sviluppare
complesse competenze sia artistiche sia tecniche. Sin dall’inizio del corso di studi, scopre quanto la materia
si adatti alle sue aspettative, predisposizioni e capacità, ricevendo anche dall’accademia la gratificazione di
una borsa di studio per merito. Nel frattempo continua a dipingere per vari committenti trompe l’oil e
decorazioni.
Durante il percorso di studi all’Accademia di Brera partecipa a mostre collettive: “Abitare il tempo” Verona,
1999; “Tante idee per un Trovatore” Milano, Parma, Malvagio, Iesi, Falconara, 2001.
Partecipa a concorsi e riceve dei riconoscimenti con l’opera “Il vascello fantasma” di R. Wagner. Al “Salon
I – 130 artisti espongono per la prima volta”, Accademia di Belle Arti di Brera (Milano, 2001) vince il
premio come migliore scenografia, offerto dalla Fondazione Adolfo Pini. Al “Premio Agazzi”, XIX concorso
nazionale di pittura (Mapello, 2003), vince il premio speciale della giuria per gli studenti di scuole d’arte e
riceve due segnalazioni nella sezione di pittura con “Alexander Nevski” e “Di scena in Piazza Vecchia”.
Roberta Corbetta, bozzetto per “Il vascello fantasma” di R. Wagner
Nel 2002 si laurea in scenografia con il massimo dei voti e proposta di pubblicazione della tesi dal titolo “Un
autobus per fondale – il teatro tra piazze, viaggio, tv” che da vita all’opera “Un autobus per fondale”,
bozzetto scenografico per “Sei personaggi in cerca d’autore” di L. Pirandello.
Roberta Corbetta, “Un autobus per fondale” bozzetto scenografico per “Sei personaggi in cerca d’autore, L. Pirendello
Concluso il corso di studi all’Accademia di Brera, decide di ottimizzare le sue competenze tecniche
frequentando un corso d’informatica applicata alla scenografia, presso l’Accademia d’Arti e Mestieri per lo
spettacolo del Teatro alla Scala.
Nel periodo successivo, effettua uno stage a Mediaset nella Direzione servizi e coordinamento scenografico
dove ha la possibilità di conoscere e confrontarsi con le tecnologie virtual set seguendo la produzione de “La
macchina del tempo”.
Vince una borsa di studio al Teatro alla Scala come scenografo realizzatore per la stagione 2004/2005,
proprio durante la riapertura del Piermarini. Nel frattempo collabora anche come assistente nella
progettazione dei programmi RAI: “Italia sì, Italia no” e “L’isola dei famosi”.
Durante il 2005 ha tenuto un seminario all’Accademia di Belle Arti di Brera, per incarico del vicedirettore
docente ordinario G. Mariani, dal titolo: “Gli strumenti informatici dello scenografo”.
Suggestioni scenografiche è una mostra di impianti scenici, bozzetti scenografici, costumi e quadri
ispirati al mondo del teatro interamente ideati e realizzati da Roberta Corbetta.
Alla domanda “Cosa è esattamente la scenografia?”, l’autrice risponde affermando che “La
scenografia è l’arte che idea e crea uno spazio per lo svolgersi di una determinata azione. La
natura di quest’azione può essere molto varia: teatrale, musicale, cinematografica, televisiva, ... In
tutti questi casi, comunque, la scenografia ha lo scopo di suggerire un tempo e un luogo con
caratteristiche estremamente varie a seconda dello scopo comunicativo prefissato”.
La scenografia, servendosi di tutte le arti e le tecnologie a disposizione della conoscenza umana
(dalla scultura alla pittura, dalla meccanica all’illuminotecnica, dalla prospettiva alla progettazione
a computer), conduce e valorizza i movimenti degli attori nello spazio scenico, dando maggiore
incisività alla forza comunicativa delle loro azioni e aiutando l’immaginazione, il coinvolgimento
del pubblico. Uno spazio teatrale, infatti, può ritenersi tale solo nel momento in cui un attore agisce
in esso ed uno spettatore assiste e partecipa.
Pertanto, la corretta fruizione delle suggestioni scenografiche proposte dalla mostra, richiede allo
spettatore lo “sforzo immaginifico” del rendere vivi questi spazi agendo su di essi con un atto
creativo: “dialogate con gli ambienti ed i personaggi, fate sedere l’attore su quella sedia, fatelo
scendere dalla gradinata ed aprire la portiera dell’autobus… entrate in ognuno di questi dipinti…
animateli, siatene spettatori… quando riterrete concluso il vostro percorso all’interno della mostra
calerà il sipario…”
L’insieme delle opere, che compongono l’esposizione, potrebbe apparire eterogeneo e non ben
definito, perché i lavori esposti, oltre ad essere stati realizzati in diverse fasi della pur breve
esperienza artistica dell’autrice, costituiscono il frutto delle diverse fasi di creazione e di
progettazione che lo scenografo si concede.
Per tale motivo può essere utile accennare ad una sommaria suddivisione nelle quattro principali
categorie:
-
impianti scenici
-
bozzetti scenografici
-
costumi
-
quadri
Gli impianti scenici sono progetti scenografici ideati per un’azione teatrale non definita. Sono stati
realizzati senza pensare ad una determinata opera lirica o specifico testo teatrale e sono, pertanto, il
frutto di una libera ispirazione ed immaginazione.
I bozzetti scenografici, al contrario, creano uno spazio d’azione per un testo teatrale o un’opera
lirica ben definita. Nascono dall’attenta analisi di un testo teatrale, di un libretto d’opera,
dall’ascolto di una determinata musica o dalla visione di specifiche coreografie. I bozzetti, pertanto,
sono il frutto di una ricerca interpretativa quanto più accurata possibile, che cerca di fondersi con
l’approfondita analisi tecnica delle esigenze di scena. Fanno parte di questa sezione opere come
“Alexander Nevski”, “Sulla strada maestra”, “Il vascello fantasma”, “Un autobus per fondale”.
I costumi rappresentano un’importante tappa nel percorso di materializzazione di un personaggio
presente in un’opera teatrale. I disegni dei costumi, infatti, non solo cercano di descrivere
concretamente il taglio del costume che dovrà indossare l’attore cui è stato assegnato quel ruolo, ma
anche, cercano di trasmettere nei tratti somatici, e nella gestualità, i principali caratteri del
personaggio. Nella mostra i costumi sono collocati vicini al bozzetto scenografico che rappresenta il
loro specifico spazio d’azione.
I quadri nascono da una libera ispirazione e rappresentano degli spazi che sono parte del nostro
quotidiano. Anche queste opere tendono a caricarsi di forza teatrale, poiché gli spazi sono definiti
da ombre e luci analoghe a quelle di scena, ed in loro agiscono dei personaggi-attori che, per certi
versi, richiamano le persone del nostro quotidiano, che interpretano la parte assegnata loro dalla
vita. Fanno parte di questa sezione “Di scena in piazza vecchia”, “Aspetta!”, “Madonna
Addolorata”.
Appare evidente come il filo conduttore di tutta la mostra è dunque la teatralità, che ha scandito le
tappe del pur breve percorso artistico dell’autrice e che ha cambiato il suo modo d’osservare e
percepire il mondo, impadronendosi della sua produzione artistica.
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