APOSTOLATO UNIVERSALE. Continuità e sviluppo.
Rivista semestrale dell’Istituto S. Vincenzo Pallotti, anno II, n. 4/2000
EUCARESTIA NEGLI SCRITTI DEL PALLOTTI
Jan Kupka SAC
Roma, 06 aprile 2000
INTRODUZIONE
Nell’elaborazione del tema “Eucarestia negli scritti del Pallotti”, inserito nel programma degli
Incontri di studio e formazione dell’anno 2000, ho incontrato alcune difficoltà. Prima di tutto
attualmente la bibliografia relativa a questo tema è quasi inesistente. Ho trovato solo un contributo
intitolato “San Vincenzo Pallotti e l’Eucarestia”1, pubblicato nel 1965 nella rivista Regina degli
Apostoli. Manca il nome dell’autore, ma dallo stile e dalla presentazione mi sembra che si tratti di
un contributo di d. Francesco Amoroso. Il tema è troppo vasto per poterlo svolgere in modo
esaustivo unicamente con una relazione. Esige una ricerca molto approfondita. In questa sede si
daranno solo alcune tracce.
Fonti della mia analisi sono in primo luogo gli scritti di san Vincenzo Pallotti, pubblicati
nell’edizione delle Opere complete in tredici volumi2. E’ ovvio che in questo mare magnum non
potevo prendere in considerazione tutti gli aspetti dell’Eucarestia. Ho cercato di svilupparne alcuni.
In particolare, non ho preso in considerazione le lettere pubblicate finora3, nonostante in esse si
trovino preziose indicazioni. D. Bruno Bayer, data la sua esperienza, potrà, in futuro, approfondire
questa parte. Nell’analisi degli scritti, inoltre, mi sono state utili le biografie su san Vincenzo per
capire meglio i passi di non facile interpretazione.
Nella presentazione del tema cerco di dare una risposta alle seguenti domande: Come ha
venerato il Santissimo Sacramento san Vincenzo Pallotti? Quale significato ha avuto nella sua vita
la celebrazione eucaristica? Qual è il contenuto essenziale della sua teologia dell’Eucarestia? Qual
è il suo messaggio nell’insegnamento sull’Eucarestia? Ho articolato le risposte in tre parti:
1) La venerazione dell’Eucarestia nella vita del Pallotti;
2) La dottrina del Pallotti sull’Eucarestia;
3) L’Eucarestia e l’apostolato.
I. LA VENERAZIONE DELL’EUCARESTIA NELLA VITA DEL PALLOTTI
L’Eucarestia costituisce nella vita di ogni fedele e della Chiesa un momento di grande portata
spirituale. La celebrazione eucaristica, con i momenti più alti della consacrazione e della comunione,
costituisce il vertice della comunicazione di amore fra Cristo e la Chiesa, fra Dio e l’umanità. La
comunione con Cristo diventa unione con la Trinità stessa, in cui si manifesta la pienezza del mistero
di Dio Trino e Uno.
Non dobbiamo quindi meravigliarci del fatto che san Vincenzo Pallotti abbia dato grande
importanza nella sua vita di unione con Dio proprio all’Eucarestia. L’adorazione del Santissimo
Sacramento e la celebrazione della S. Messa, con il tempo riservato alla preparazione e al
1
Cfr. San Vincenzo Pallotti e l’Eucaristia, in: «Regina degli Apostoli» (Bollettino mensile della Società
dell’Apostolato Cattolico, Pallottini), anno XXX, n. 7/Luglio, Roma 1965, p. 15-21 e n. 8/Agosto, Roma 1965,
p. 21-24.
2
Cfr. San Vincenzo Pallotti, Opere complete (a cura di d. Francesco Moccia), voll. I-XIII, Roma 19641997 (= OOCC).
3
Cfr. San Vincenzo Pallotti, Lettere (a cura di d. Bruno Bayer), voll. I-III, Roma 1995-1999.
ringraziamento, mettono san Vincenzo Pallotti tra i fervidi adoratori di Dio nell’Eucarestia.
I.1 L’adorazione eucaristica
Dalle biografie su san Vincenzo Pallotti emerge come già nella sua famiglia egli ha vissuto
l’amore per Gesù Cristo nel Sacramento dell’Eucarestia. La madre Maddalena e il padre Pietro Paolo
insistevano, affinché i loro figli accompagnassero il sacerdote, che portava il Viatico ai malati. Li
portavano con sé nelle solenni processioni con il Santissimo. Il Pallotti ha appreso sicuramente dai
suoi genitori l’uso di visitare le chiese e di fermarsi per l’adorazione. Era chierichetto nelle chiese
vicine alla casa paterna, spesso serviva la S. Messa nella chiesa di S. Maria in Vallicella. Quando fece
la prima comunione, all’età di dieci anni, la famiglia preparò una grande festa e per il giovane Pallotti
questa fu un’esperienza molto profonda4. La devozione al Santissimo Sacramento ha trovato le sue
fondamenta nella formazione cristiana ricevuta in famiglia.
È significativo che nel 1816, formulando per sé un programma settimanale di esercizi di pietà,
san Vincenzo articoli il suo proposito con queste parole: “Intendo di essere sempre in profondissima
adorazione della SS.a Trinità, di Gesù Sacramentato adorandolo in tutti i luoghi, ove si ritrova”5.
Egli realizza questo proposito nella viva fede, “con cui - come dice Luigi Vaccari - venerava
il N. S. Gesù Cristo nella Santissima Eucaristia... Quanta venerazione, e quanto amore egli portasse
a tanto mistero, l’attestano i testimoni di vista, dicendo, che egli di giorno e di notte, genuflesso
diffondeva innanzi a Gesù in Sacramento le sue preci, il suo cuore”6. Soprattutto la preghiera della
Liturgia delle Ore (il Divino Ufficio), san Vincenzo compiva “ordinariamente genuflesso e quando
poteva innanzi al Ssmo Sagramento”7.
Si narra, come nel Ritiro de’ Divoti di Maria al Gianicolo, dove spesso assisteva coloro che
attendevano agli esercizi spirituali, quando gli altri dormivano, egli pregava tutta la notte
nell’oratorio, dove si conservava il Ssmo Sacramento8.
Anche nell’Eremo de’ Camaldolesi sopra Frascati, dove spesso soggiornava per riposarsi o per
gli esercizi, passava l’intera notte pregando nel coretto della chiesa che guardava il Santissimo
Sacramento9.
Quando era rettore della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, a sue spese aveva fatto
costruire una piccola finestra, che sporgeva nella chiesa, ed era lieto di poter così vedere il
Tabernacolo e adorare il Signore. Nella stanza dove era la detta finestra genuflesso rispondeva di
giorno e di notte alle tante lettere che gli pervenivano, ed altresì metteva in iscritto altre cose che
riguardavano la maggior gloria di Dio. Egli aveva l’abitudine di trattare con Gesù Cristo nel
Sacramento le opere per la salvezza delle anime, prima che cogli uomini10.
Luigi Vaccari riferisce un particolare, espressione della sua peculiare venerazione del
Santissimo: “Portava seco una piccola imagine del Santissimo Sacramento, dipinta a miniatura e
sovente la baciava, ed era desideroso di ricevere la benedizione Eucaristica, e quando poteva, assai
4
Cfr. Josef Frank, Vinzenz Pallotti, Gründer des Werkes vom Katholischen Apostolat, vol. I, Friedberg
bei Augsburg, Pallotti-Verlag 1952, p. 16-25.
5
OOCC X, p. 526.
6
Luigi Vaccari, Compendio della vita del venerabile Servo di Dio Vincenzo Pallotti, Roma 1888, p.
133-134.
7
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 29.
8
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 134.
9
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 134.
10
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 134; anche Josef Frank, Vinzenz Pallotti, op.
cit, vol. II, p. 62.
volentieri la impartiva agli altri”11.
Significativo a proposito è il fatto che si iscrisse alla Pia Unione degli Adoratori del santissimo
Sacramento, un’associazione con lo scopo di adorarlo12.
Quando parlava cercava di trasmettere agli altri la fede e l’amore verso la Santissima Eucaristia,
soprattutto ai membri della Pia Società, ai sacerdoti congregati e alle suore. Ai primi aveva, infatti,
prescritto la visita quotidiana al SS. Sacramentato, sia in comune che in privato, alle seconde, oltre
a questo, aveva posto per regola, di adorarlo13.
I.2 La celebrazione della S. Messa
La venerazione dell’Eucarestia da parte di san Vincenzo Pallotti giunge il culmine nella
celebrazione della S. Messa e soprattutto nel suo modo di celebrarla. Luigi Vaccari dice che “la santa
Messa era celebrata dal Servo di Dio con grande umiltà, esattezza e fervore”14.
In quel tempo circolava un libretto ad uso dei sacerdoti, intitolato Praeparatio ad Missam et
gratiarum actio post ipsam ...15. Molto probabilmente san Vincenzo Pallotti lo conosceva, infatti dai
suoi scritti emerge quanto ritenesse fondamentale la “preparazione” alla celebrazione eucaristica16.
Ricche di significato sono le sue parole in relazione alla preparazione per la S. Messa, cioè:
«Prepararsi a dire bene Domine non sum dignus»... Luigi Vaccari sottolinea l’umiltà del santo
durante la celebrazione eucaristica: “Chi può dire poi con quale umiltà dicesse il Salmo Iudica me
Deus, considerandosi come il più grande peccatore innanzi al Divin Giudice, e meritevole di stare
sotto i piedi di tutti i demoni. Come pure il Confiteor, confessando innanzi al cielo e alla terra, con
un cuore grandemente contrito ed umiliato, le sue colpe, implorando una perfetta contrizione ed il
perdono”17.
La celebrazione eucaristica occupava una posizione centrale nella sua vita, costituiva un
momento di ringraziamento per i doni ricevuti e fonte di rigenerazione per il futuro. Prima di essa,
come momento di preparazione spirituale, recitava l’Ufficio, faceva la meditazione e qualche “breve
considerazione speciale, che teneva stampata e appesa alla porta della stanza, e che dava anche ai
suoi e ad altri sacerdoti, da servire per avanti e dopo la Messa per tutti i giorni del mese”18. Ancora
oggi possiamo vedere il testo di queste brevi considerazioni per ogni giorno del mese sulla parete
nella camera di san Vincenzo Pallotti19.
Puntualmente entrava in sacrestia; preparava il Messale, si lavava le mani, preparava il calice
e, a suo tempo, indossava i sacri paramenti recitando le preghiere ingiunte, guardandosi dal parlare
e invitando gli altri a fare lo stesso. Così preparato, tutto raccolto in Dio, si portava all’altare. Il
tempo che vi impiegava nel celebrare era circa la mezz’ora celebrando in pubblico e circa tre quarti
in privato. Ma sia in privato, sia in pubblico osservava tutto ciò che la Santa Madre Chiesa
prescriveva: pronunciando le parole a voce alta e chiara e metteva una attenzione speciale quando
11
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 135.
12
Cfr. OOCC X, p. 498-499; anche Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 135; Josef Frank,
Vinzenz Pallotti, op. cit. vol. I, p. 179.
13
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 134-135.
14
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 31.
15
Praeparatio ad Missam et gratiarum actio post ipsam quibus accedunt nonnullae piae orationes tam
ante, quam post dicendae, Montispolitiani, ex Typographia Fumi, 1836.
16
Cfr. Josef Frank, Vinzenz Pallotti, op. cit., vol. I, p. 157.
17
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 31.
18
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 32; cfr. anche Josef Frank, Vinzenz Pallotti, op. cit.,
vol. I, p. 159-160.
19
Il testo viene anche riportato nelle Opere complete, cfr. OOCC XI, 441-443.
pronunciava le parole di Gesù20.
Per una persona innamorata totalmente del Santissimo Sacramento, come il Pallotti, non era
cosa difficile celebrare i divini misteri, dramma del medesimo Sacramento con devozione veramente
celestiale. E tale era il fervore di san Vincenzo il quale all’Altare non era più uomo ma diveniva un
serafino d’amore. E infatti si racconta che un religioso, vedendolo per la prima volta celebrare alla
Santissima Trinità dei Monti, la Messa dei Presantificati, e considerando il suo aspetto angelico, le
parole e le azioni così devote disse: “Questo sacerdote dev’essere un Santo”21. I testimoni ci dicono
che all’altare l’abbate Pallotti sembrava un angelo, veniva paragonato a san Filippo Neri o a san
Giuseppe da Copertino, a volte sembrava in estasi dopo l’elevazione e prima della comunione22.
Don Francesco Vaccari che gli serviva la Messa nella cappella di S. Pancrazio lo vide colle
braccia in forma di Croce, sollevato, dopo la elevazione, un palmo da terra, ed Elisabetta Sanna, in
Spirito Santo dei Napoletani ne vide i1 capo circondato di splendidi raggi23.
Voleva che i Crocefissi degli altari non fossero piccoli, ma grandi, così da generare
compunzione nei sacerdoti che celebrano e nei fedeli che assistono24.
Dopo la Messa davanti al Crocefisso e alla Madonnina non dimenticava mai di rendere il suo
ringraziamento al Sommo Sacerdote25.
Ascoltava molto volentieri le Messe sia in preparazione che in ringraziamento della sua, ed
invitava i suoi Congregati a fare altrettanto, ed esortava i secolari ad ascoltare ogni giorno la S.
Messa26.
San Vincenzo Pallotti non trascurava mai di celebrare, se non costretto dal medico per grave
malattia, e perciò nel 1832 ottenne dal Sommo Pontefice Gregorio XVI il privilegio dell’Oratorio
privato nella casa paterna, per poter celebrare o far celebrare da altri, e ricevere la Santa Comunione
anche quando stava male. Quando andava a far gli esercizi dei Confessori nella Casa della Missione,
otteneva la facoltà di poter celebrare anche nei tre giorni in cui gli esercitanti sogliono astenersi, cosa
che volentieri gli era concessa dai Superiori; e nell’ultima malattia, non potendo celebrare la S.
Messa, ottenne di poter ricevere il Ssmo Viatico nei tre giorni consecutivi che precedettero la sua
morte27.
Nel suo quarantesimo anno di vita, san Vincenzo Pallotti fa un esame di coscienza e tra le
domande che si pone, troviamo le seguenti relative alla S. Messa: “Come ti sei disposto a celebrare
il divin Sagrifizio? Hai fatto sempre come si deve la preparazione alla S. Messa? Hai celebrato sempre
come si deve la S. Messa? Hai fatto sempre il Ringraziamento come si deve dopo la S. Messa?
Ricevendo ogni giorno Gesù Cristo al S. Altare hai imitato Gesù Cristo nelle sue qualità virtuose di
sacerdote? Ti sei preparato all’amministrazione del SS. Sagramento della Eucaristia? Come lo hai
20
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 32; cfr. anche, Josef Frank, Vinzenz Pallotti,
op. cit., vol. I, p. 158.
21
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 33.
22
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 33.
23
Cfr., Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 33; cfr. anche, Josef Frank, Vinzenz Pallotti,
op. cit., vol. II, p. 558-559; San Vincenzo Pallotti e l’Eucaristia, in: «Regina degli Apostoli» (Bollettino
mensile della Società dell’Apostolato Cattolico, Pallottini), anno XXX, n. 8/Agosto, Roma 1965, p. 22.
24
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 33.
25
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 33-34; Josef Frank, Vinzenz Pallotti, op. cit.,
vol. I, p. 161-162; San Vincenzo Pallotti e l’Eucaristia, in: «Regina degli Apostoli» (Bollettino mensile della
Società dell’Apostolato Cattolico, Pallottini), anno XXX, n. 8/Agosto, Roma 1965, p. 23.
26
27
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 34.
Cfr. Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 34; Josef Frank, Vinzenz Pallotti, op. cit., vol.
I, p. 156.
amministrato? Ne hai profittato?”28.
E mentre si trovava a Osimo nel 1840 malato, chiede la grazia a chi lo assisterà nell’infermità
riconosciuta con il pericolo di morte: “Che ogni giorno mi legga, o mi faccia leggere la Messa del
giorno corrente, e ciò dal primo giorno in cui per la Infermità non potrà celebrare”29.
I.3 Esperienze mistiche durante o dopo la celebrazione eucaristica
Le parole della rivelazione e l’insegnamento della Chiesa attribuiscono all’Eucaristia una serie
di profondi significati: unione con la Trinità, comunione con Cristo nel suo sacrificio, congiunzione
con le altre membra del suo Corpo, alleanza sponsale dell’amore di Cristo con la Chiesa. Tutto ciò
noi lo crediamo per fede, ma non lo sperimentiamo attraverso una visione soprannaturale. Tuttavia
ci sono nella Chiesa alcuni fedeli ai quali Dio rivela, rende visibile e percepibile, con una particolare
lucidità e con una squisita certezza, con immediatezza e semplicità, per puro dono, irraggiungibile
con le sole forze umane, le verità e le realtà divine, alle quali si aderisce per la fede e per l’amore.
Questi sono i mistici.
San Vincenzo Pallotti ha vissuto tali momenti di esperienza mistica, prima, durante o dopo la
celebrazione eucaristica. Riporto in seguito alcuni esempi, nei quali si attua una significativa
espressione di san Vincenzo Pallotti: “Dopo la S. Messa Dio mi ha fatto sentire...”.
Prima di tutto si deve affermare che san Vincenzo ha vissuto il ringraziamento dopo la S.
Messa come momento di rinnovamento spirituale. Egli si propone: “Ogni mattina dopo la Messa
rinnovare lo spirito; eccitarne la fiducia; e sebbene supponga tale accrescimento pure ad ogni
momento sia nella sua pienezza”30.
Il 9 gennaio 1835, dopo la santa Messa si sente chiamato a promuovere un’opera
dell’apostolato che abbracci tutto il mondo cristiano. Ecco come egli descrive questo momento
d’ispirazione: “Dio mio dopo le innumerabili, e inconcepibili misericordie che mi avete usate sino al
presente momento di questo giorno (Venerdì dopo la S. Messa celebrata per particolarissimo tratto
della divina Misericordia il di 9. Gennaro 1835) Voi vedete la mia ingratitudine, la mia negligenza
in profittarne, i miei peccati, scelleragini, empietà... Sì, mio Dio, lo credo, le vostre Misericordie non
sono abbreviate, ma credo con certezza che ora incomincino sopra di me: il primo tratto di
misericordia che vi domando è che vi sia fra le vostre creature chi collo spirito vostro mi disprezzi,
mi batta, mi percuota, mi umilii per tenere in freno le mie malvagie passioni, e specialmente la
superbia... L’altro tratto di misericordia che vi domando è questo, che a forza di patimenti, tormenti,
martiri etc. etc. senza numero, senza misura di gravezza e senza fine vi degniate di darmi tutto per
distruggere ogni peccato, ed ogni altro male esistente o che sarebbe per esistere, e promuovere ogni
bene possibile in tutto il Mondo adesso e sempre”31. In tale esperienza di profonda unione con Dio,
dopo la santa Messa, san Vincenzo Pallotti decide di promuovere l’opera dell’Apostolato Cattolico.
Il 14 luglio 1839, dopo la santa Messa sente che il prodigio di misericordia ha operato in lui
ed egli deve desiderarlo per tutti. Ecco le parole di san Vincenzo Pallotti: “... per quel prodigio di
misericordia che la infinita Misericordia ha operato in me ed opererà in me per tutta la Eternità,
prodigio che credo fermamente come la Misericordia infinita me ne ha assicurato in questa mattina
(Domenica VIII dopo la Pentecoste dell’an: 1839, giorno sagro alla memoria del divoto di Maria SS.
S. Bonaventura Dottore) dopo la S. Messa mentre considerava che per la SS. Comunione Eucaristica
la Misericordia infinita, coi suoi infiniti attributi tutti infinitamente misericordiosi si è fatto cibo,
alimento, e nutrimento dell’Anima mia, ed ho sentito che la stessa infinita Giustizia di Dio, è
infinitamente misericordiosa; ho sentito dico che il prodigio di misericordia, che la infinita
28
OOCC X, p. 635-636.
29
OOCC X, p. 386.
30
OOCC X, p. 152.
31
OOCC X, p. 196-198.
misericordia ha operato in me doveva desiderarlo per tutti, e sento una fiducia che ciò oltre a riuscire
di gran vantaggio per molti IDDio resterà glorificato come si fosse operato, e si operasse in tutti per
tutta la Eternità, e tutto per i meriti di Gesù, di Maria SS., degli Angeli, e dei Santi”32.
Il 17 luglio 1839, dopo la santa Messa, Dio gli fa sentire che l’opera della redenzione si compie
nel sacrificio della S. Messa: “Prego tutti gli Angeli, e tutti i Santi, e la loro Regina Maria SS. Madre
di Misericordia... di ringraziare per sempre la infinita Misericordia, e la Sapienza infinita poiché in
questa mattina per torre ogni dubbio dalla mia mente, e ogni timore dal mio cuore, per confermarmi
nella fiducia, e sicurezza della partecipazione, e della comunicazione di tutte le grazie, favori, doni,
comunicazioni, e trasformazioni divine, e dell’essere fatto prodigio, trofeo, e Abisso della divina
Misericordia in contraposto a Maria SS. che è abisso di Grazia, in questa mattina 17. Luglio 1839
dopo la SS. Comunione fatta nella Messa celebrata per pura misericordia di Dio ... la stessa infinita
Misericordia fatta cibo, alimento, e nutrimento dell’Anima mia mi ha fatto sentire che ... per la sua
infinita misericordia si è degnata con amore infinito... operare l’opera della Redenzione non solo per
tutto il genere umano, ma tutto ha fatto per ciascuna creatura, e per tutte ogni giorno rinnova il
Sagrifizio incruento di valore ...”33.
Il 10 ottobre 1840 (san Vincenzo sta a Osimo), dopo la santa Messa, Dio fa sentire a san
Vincenzo che Egli nell’Eucarestia è cibo e nutrimento per la vita: “Il dì dieci Ottobre 1840 dopo la
S. Messa in raccoglimento il N. S. G. C. mi ha fatto sentire che Egli nel SS. Sagramento Eucharistico
è mio cibo, e nutrimento non solo per ciò che risguarda la comunicazione della sua santità, e
perfezione, ma eziamdio col comunicarmi la sua vita, la sua fortezza, e col darmi tanto di forze da
vivere più o meno sano conforme la maggiore sua gloria, e vantaggio delle Anime secondo
l’adorabile sua santissima volontà, e un tal sentimento mi ha cagionato una più tranquilla sicurezza
che qualunque è, o sarà per essere lo stato di mia salute corporale, sarà come lo vuole IDDio
secondo la sua misericordia, e non secondo la sua giustizia come ho meritato per i miei innumerabili
peccati”34.
Il 19 ottobre 1842, durante la preparazione alla santa Messa, san Vincenzo sente vivo il
desiderio che Dio dovrà essere glorificato e lui stesso dimenticato: “Nell’anno 1842. il di 19. Ottobre
Festa di S. Pietro di Alcantera..., mi portai a celebrare l’Incruento Sagrifizio nella Chiesa delle
Teresiane in Regina Coeli in Roma..., mentre mi tratteneva genuflesso avanti il SS. Sagramento in
preparazione alla S. Messa mi venne in cuore di domandare quello spirito, e quella virtù per la quale
S. Pietro era sì caro a Dio; poco dopo ebbi un pacifico, e dolce sentimento del cuore, onde intesi il
vivo desiderio che Iddio fosse glorificato e io perfino dimenticato, e quindi passai a pregare IDDio
così «Memento tui, et obliviscere mei» [Ricordati di Te, e dimentica me]... Quindi mi venne in mente
che il più impegno efficace di promuovere la maggiore gloria di Dio, e l’entrare negli interessi di Dio
colla dimenticanza di se stesso fosse quella virtù per la quale S. Pietro di Alcantera tanto piacque a
Dio - e perciò - Dio mio da tutta la Eternità, e per tutta la Eternità ad ogni momento infinitesimo
intendo di avere fatto, e di fare la stessa Preghiera - Memento tui et operum tuorum, et obliviscere
mei - etc. etc. - e intendo avere operato, ed operare collo spirito della stessa Preghiera”35.
II. DOTTRINA DEL PALLOTTI SULL’EUCARESTIA
Si può presentare la dottrina di san Vincenzo Pallotti sull’Eucarestia sulla base delle narrazioni
autobiografiche. Si tratta delle sue esperienze straordinarie dell’Eucarestia, della sua percezione del
mistero della presenza di Cristo nell’Eucarestia. Qui assumono importanza gli appunti spirituali di
san Vincenzo Pallotti, dove sono attestati la sua fede nell’Eucarestia e il suo insegnamento su essa.
32
OOCC X, p. 321-322.
33
OOCC X, p. 353-355.
34
OOCC X, p. 450.
35
OOCC X, p. 217-219.
San Vincenzo Pallotti parlava dell’Eucaristia con grande rispetto e profonda venerazione, come
attesta il frequente uso di superlativi, p. e. “augustissima e sacrosanta Eucarestia”36, “santissimo
Sacramento dell’Eucarestia”37.
Secondo san Vincenzo Pallotti, nell’Eucarestia è presente Dio, nell’interezza del mistero della
Santissima Trinità e con tutti i suoi attributi divini. Nell’Eucarestia è presente non solo Gesù Cristo,
ma anche il Padre e lo Spirito Santo. Questa sua fede la esprime in un testo scritto a Osimo nel 1840:
“IDDio fatto Uomo si è fatto ancora Cibo dell’Anima mia così vuole nutrirmi con tutto Se stesso
colla sua Essenza e Natura Divina, e coi suoi infiniti Attributi tutti infinitamente misericordiosi; e
poiché nella SS. Eucaristia per la Circonsessione non solo v’è la Persona divina del Verbo incarnato,
ma ancora il Padre, e lo Spirito Santo; e poiché IDDio eternamente, e infinitamente contempla Se
stesso, così Egli misericordiosamente mi nutrisce colla sua Eterna, Infinita Contemplazione”38.
E’ molto significativa in questo passo l’espressione del Pallotti: “nella SS. Eucarestia per la
Circonsessione”. E’ un termine teologico che viene dal latino circuminsessio e che al tempo del
Pallotti veniva usato per esprimere l’esistenza delle tre persone divine le une nelle altre, secondo le
parole di Gesù Cristo: “Il Padre è in me e io nel Padre” (Gv 10, 38)39.
Continuando la contemplazione di Dio nell’Eucarestia, san Vincenzo afferma che proprio
nell’Eucarestia Dio si comunica interamente all’uomo e si fa suo cibo. Nell’Eucarestia sono cibo
dell’uomo: la santità di Dio - “Nella SS. Eucaristia mi nutrisce misericordiosamente colla stessa sua
Santità infinita, e distrugge tutta la mia malvagità, e distrutto tutto io rimane in me IDDio santità
infinita, immensa, eterna, incomprensibile”40 ; la perfezione di Dio - “IDDio è Perfezione infinita,
eterna, immensa, e infinitamente misericordiosa, e nella SS. Eucaristia misericordiosamente mi
nutrisce colla stessa sua Perfezione infinita, e distrugge tutte le mie innumerabili imperfezioni, e tutte
le loro orribili conseguenze” 4 1 ; la giust izia di Dio - “Nella SS. Eucaristia mi nutrisce
misericordiosamente colla stessa sua Giustizia, e distrugge in me tutte le mie ingiustizie, e tutte le
loro orrendissime conseguenze”42; la purezza di Dio - “IDDio è Purità per essenza, Purità infinita,
ed io sono impurità per essenza. Egli è che nella SS. Eucaristia mi nutrisce colla stessa sua Purità
Infinita eterna, e infinitamente misericordiosa, e distrugge in me tutta la mia Impurità, e tutte le
orribili conseguenze di essa”43; l’eternità di Dio - “IDDio mi nutrisce colla sua Eternità nella SS.
Eucaristia, e distrugge in me tutte le perdite del tempo”44.
San Vincenzo Pallotti crede profondamente nella presenza viva di Gesù Cristo nell’Eucarestia.
Nei suoi scritti si evidenzia fortemente l’aspetto cristologico dell’Eucarestia. Gesù Cristo nel
Sacramento dell’Altare è per lui fratello e amico che lo aspetta e vuole parlare con lui: “Gesù con
amore infinito notte e giorno mi sta aspettando nel SS. Sagramento dell’Altare e vi fa premura che
voi stesso o Angelo santo mi portiate a visitarlo”45.
San Vincenzo Pallotti ha espresso la dimensione cristologica dell’Eucarestia in tutta la sua
ampiezza nelle meditazioni per i sacerdoti prima e dopo la Santa Messa. Si tratta di brevi
36
OOCC X, p. 183.
37
OOCC III, p. 37.
38
OOCC X, p. 451.
39
Cfr. Enciclopedia ecclesiastica (a cura di Pietro Piaton), Venezia 1862, vol. VII, voce “Trinità”, p.
40
OOCC X, p. 459.
41
OOCC X, p. 459.
42
OOCC X, p. 456.
43
OOCC X, p. 456.
44
OOCC X, p. 457.
45
OOCC XI, p. 55; cfr. anche XI, p. 58-62, dove il Pallotti parla della visita al SS. Sacramento.
438.
considerazioni per ciascun giorno del mese, da tenersi presenti durante il giorno, per vivere sempre
in preparazione e ringraziamento46. In esse sono formulate le verità teologiche relative all’Eucarestia
e nello stesso tempo le indicazioni per la vita sacerdotale. Ecco il testo del Pallotti: “1. Gesù
Sagrificio, e Sacramento nell’Eucaristia; 2. Gesù figura, e verità nell’Eucaristia; 3. Gesù Sacerdote,
e vittima nell’Eucaristia; 4. Gesù nell’Eucaristia, Sagrificio, Olocausto, ed Eucaristia; 5. Gesù
Sagrificio propiziatorio, ed impetratorio nell’Eucaristia; 6. Gesù nostro Dio, e nostro Re
nell’Eucaristia; 7. Gesù nostro Creatore, e Redentore nell’Eucaristia; 8. Gesù nostro Pastore, e Padre
nell’Eucaristia; 9. Gesù nostro Sposo, e Fratello nell’Eucaristia; 10. Gesù nostro Maestro, e
Salvatore nell’Eucaristia; 11. Gesù nostro Convito, e Viatico nell’Eucaristia; 12. Gesù nostro
Medico, e rimedio nell’Eucaristia; 13. Gesù nostro Consigliere, ed amico nell’Eucaristia; 14. Gesù
nostra guida, e compagno nell’Eucaristia; 15. Gesù nostro mediatore, e pace nell’Eucaristia; 16. Gesù
nell’Eucaristia, testimonio, e giudice di nostre Operazioni; 17. Gesù nostro prezzo, e ricompenso
nell’Eucaristia; 18. Gesù vita, e morte nell’Eucaristia; 19. Gesù nostro cibo, e grazia nell’Eucaristia;
20. Gesù nostro rifugio, e speranza nell’Eucaristia; 21. Gesù nostro tesoro, e felicità nell’Eucaristia;
22. Gesù nostro modello, e fine nell’Eucaristia; 23. Gesù nell’Eucaristia è il dono da offerirsi dagli
Uomini a Dio, e il Dono di Dio, da darsi agli Uomini; 24. La potenza, e sapienza di Gesù
nell’Eucaristia; 25. La bontà, e l’amore di Gesù nell’Eucaristia; 26. L’ubbidienza, e pazienza di Gesù
nell’Eucaristia; 27. La povertà, e l’umiltà di Gesù nell’Eucaristia; 28. Gesù infinitamente adorante,
ed adorabile nell’Eucaristia; 29. Gesù infinitamente amante, ed amabile nell’Eucaristia; 30. Gesù
nell’Eucaristia il più grande, il più Santo di tutti li nostri Misterj; 31. Lo stato di Gesù nell’Eucaristia,
e il potere dei Sacerdoti in questo Mondo”47.
L’Eucarestia è per il Pallotti la continuazione della vita di Gesù Cristo e l’opera della
redenzione. Nello scritto Memoria pratica egli dice: “Ricordiamo sempre la infinita misericordia e
l’amore infinto del N. S. G. C., che per continuare la sua vita santissima in noi, si è degnato rimanere
fra noi nel SS. Sagramento della Eucarestia, e si comunica a noi come cibo e nutrimento dell’anima
nostra”48.
Un riassunto della dottrina del Pallotti sull’Eucarestia troviamo nello scritto intitolato Fervorini
per la comunione eucaristica49. A quelli che si sono già comunicati, san Vincenzo raccomanda di
spiegare il significato dell’Eucarestia per la vita cristiana e nello stesso tempo esprime la sua dottrina
sull’Eucarestia. “S. Fede! E’ il corpo, il sangue, l’anima, la divinità di Gesù Cristo vivo, vero e
glorioso come sta in cielo”50. “La Fede mi dice che voi siete cibo spirituale dell’anima... Dunque
alimentate la fede, la speranza”51. “La Chiesa mi dice che per questo Sagramento si forma una unione
strettissima dell’anima con Gesù... Dunque trasformatemi e fatemi sentire quelle parole che
risuonarono agli orecchi del penitente S. Agostino non ego mutabor in te sed tu mutaberis in me
[Non io sarò trasformato in Te, ma Tu ti trasformerai in me]”52 . “La Fede mi dice che questo
Sagramento è un pegno di resurrezione e di gloria”53. “La Chiesa mi dice che questo Sagramento est
antidotum quo a peccatis mortalibus praeservamur [è antidoto per il quale siamo preservati dai
peccati mortali]”54.
46
Cfr. OOCC XI, p. 441-443.
47
Ibidem.
48
OOCC III, 37-38; cfr. anche X, p. 153.
49
Cfr. OOCC XII, p. 188-193.
50
OOCC XII, p. 188.
51
OOCC XII, p. 192.
52
OOCC XII, p. 192.
53
OOCC XII, p. 192.
54
OOCC XII, p. 193.
Davanti a un tesoro così ricco di grazie, l’Eucarestia, san Vincenzo Pallotti non si sente degno
e chiede l’aiuto di Gesù Cristo, affinché possa saper profittare tutti i meriti dell’Eucarestia:
“Confesso, e intendo confessare per tutta la eternità innanzi al Cielo, e alla terra, che io non ho
profittato giammai del SS. Sagramento della Eucaristia, anzi mi confesso reo d’innumerabili
profanazioni di ogni specie, e reo di tutte le profanazioni passate, presenti, future, e possibili di tutto
il Mondo, perché sono io la causa principalissima di tutti i Mali fisici, e morali, ma in unione dei vostri
meriti infiniti o mio Gesù Cristo offro adesso e sempre ad ogni momento infinitesimo all’Eterno
vostro divin Padre il merito, le virtù, e il frutto che dal SS. Sagramento dell’Altare, e dall’Incruento
Sagrifizio in qualsivoglia modo, e con qualunque divota pratica hanno ricavato, e ricaveranno, e
potrebbono ricavare tutte le Creature passate, presenti, e future se tutte ne avessero profittato”55. E’
significativo il fatto che voglia apprendere a trarre i meriti dall’Eucarestia dalle sante donne, dai laici
e dai secolari: “Mio Dio fate che dalle Sante Donne, Laici e Secolari io impari a profittare del SS.
Sagramento della Eucaristia, e della Penitenza, e del Divin Sagrifizio”56.
E’ stato già detto sul modo di celebrare l’Eucaristia e sul significato che aveva la santa Messa
per il cammino spirituale di san Vincenzo Pallotti. Per la nostra riflessione è importante mettere in
evidenza il contenuto teologico della S. Messa, possiamo quasi dire la teologia della celebrazione
eucaristica.
Parlando della celebrazione della S. Messa, Luigi Vaccari dice: “grandissimo il fervore con cui
il Servo di Dio celebrava l’incruente Sacrificio avendo una fede vivissima che in quello si rinnuova
il Sacrificio che si compì sul Calvario, non che tutti i misteri, tutta l’opera della Redenzione, come
lo dice la Chiesa nella Secreta della Messa della nona domenica dopo Pentecoste: Quoties hujus
hostiae commemoratio celebratur, opus nostrae redemptionis exercetur”57. Nel Messale in uso al
tempo del Pallotti, il testo di questa preghiera, chiamato Secreta, è il seguente: “Concedi a noi, o
Signore, di partecipare degnamente a questi misteri, perché ogni volta che viene celebrato il
memoriale di questo sacrificio, si attua l’opera della nostra redenzione”58. Come si vede dagli scritti,
san Vincenzo Pallotti credeva profondamente in questa verità e celebrava la santa Messa come
sacrificio di Cristo Redentore che è morto sulla croce per la salvezza del mondo.
San Vincenzo Pallotti comprendeva la santa Messa come “il Sacrificio di Gesù Cristo”59, “il
divino Sacrificio”60, “l’incruente Sacrificio”61, “santo Sacrificio”62, “Mensa eucaristica”63. Con questi
termini cercava di esprimere tutto il mistero della celebrazione eucaristica.
Il significato del sacrificio della santa Messa, così come era stato compreso al tempo del
Pallotti, trova fondamento nel libretto del beato Leonardo da Porto Maurizio che con molta
probabilità san Vincenzo Pallotti conosceva64. Ivi si spiega che nella santa Messa “non si fa una
semplice rappresentanza, ma si fa lo stesso Sacrifizio incruentemente, che si fece sulla Croce con
effusione di Sangue. Quello stesso numero corpo, quello stesso sangue, quello stesso Gesù, che si
55
OOCC X, p. 361.
56
OOCC X, p. 266.
57
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 31.
58
Messale Romanum, ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini, Macerate 1826, p. 233.
59
Cfr. OOCC X, p. 673..
60
Cfr. OOCC X, p. 148, 193, 655, 724.
61
Cfr. OOCC X, p. 361; anche XI, p. 55.
62
Cfr. OOCC X, p. 571.
63
Cfr. OOCC XI, p. 53.
64
Si tratta del libretto intitolato Il tesoro nascosto ovvero I pregj e l’eccellenza della Santa Messa, con
un modo pratico e divoto per ascoltarla con frutto del beato Leonardo da Porto Maurizio, 9/ ed., Roma, nella
Tipografia Perego-Salvoni, 1828, p. 211. Viene conservato tra i libri nella camera di san Vincenzo Pallotti.
offrì allora sul Calvario, si offerisce ora nella Santa Messa”65.
San Vincenzo Pallotti raccomanda ai sacerdoti di celebrare la santa Messa come ci fosse il
compimento del sacrificio di Gesù Cristo. In un testo indirizzato ai sacerdoti, in cui parla sul modo
della disposizione per celebrare con devozione la santa Messa, egli scrive: “Consideriamo
divotamente la corrispondenza fra le azioni di Gesù nella sua passione e quelle del sacerdote
all’altare... Il sacerdote: và all’altare - Gesù sommo ed eterno Sacerdote: và all’Orto di Getsemani;
[il sacerdote] ascende i gradini, prega e bacia l’altare - avanzano i soldati, Gesù è pronto per
sacrificarsi al Padre e Giuda lo tradisce col bacio; ... [il sacerdote] innalza l’Ostia consagrata - [Gesù]
è levato in alto sulla Croce...”66.
Il sacrificio eucaristico è quindi il sacrificio di Cristo: Egli è la vittima ed è anche il sacerdote
che opera tramite i ministri che agiscono in suo nome.
III. EUCARESTIA ED APOSTOLATO
L’Eucarestia è la presenza viva di Cristo, è la vita di Cristo nel presente. Da questa vita di
Cristo scaturisce l’energia e la forza per ogni apostolato. Di questo era convinto san Vincenzo
Pallotti. Per lui, l’uomo apostolico prende il suo alimento proprio dall’Eucarestia. Perciò, nelle
indicazioni riguardanti l’azione apostolica nei diversi campi non manca mai un riferimento
all’Eucarestia. Lo possiamo vedere in alcuni esempi.
In primo luogo si deve dire che san Vincenzo Pallotti era veramente l’apostolo dell’Eucarestia.
Egli si sforzava di preparare bene il popolo ad accogliere con amore Gesù presente nell’Eucarestia.
All’offertorio proponeva di pronunciare le seguenti parole: “Apritevi o cieli, e prima che noi
riceviamo Gesù fatecelo vedere come egli siede alla destra del Padre... Ecco Gesù che sta per venire.
Ma da chi viene? E cosa fai per riceverlo? Prega gli Angeli, i Santi e la Regina degli Angeli e dei
Santi Maria SS. che per te faccino quegli atti di amore”67. Mentre il sacerdote somministrava l’Ostia
ai comunicanti, san Vincenzo proponeva di eccitare il popolo con le parole: “Ascoltate una voce che
viene dal S. Altare, ed è la voce del vostro fratello Gesù Cristo - pax vobis nolite timere - remittuntur
tibi peccata tua, vade in pace, noli amplius peccare [che vi dice: pace a voi, non temete, vi sono
rimessi i vostri peccati, andate in pace e non peccate più...] Lo sentite dentro di voi che pace, che
consolazione vi ha apportato il vostro fratello Gesù Cristo, ecco che avete dentro di voi il Verbo
eterno fatto uomo, il figlio della Madonna, il vostro Dio, Re, e Padre. Sentite cosa sta facendo dentro
di voi? Purifica il vostro intelletto, la vostra memoria, la vostra volontà, i vostri occhi. Adoratelo
profondamente coll’anima e col corpo, e adoratelo coll’adorazione degli Angeli, dei Santi, di Maria
SS., e colla stessa adorazione di Gesù”68. Questo è il suo modo di portare i fedeli all’intima unione
con Dio nell’Eucarestia.
San Vincenzo Pallotti si impegnava ad approfondire la fede in diversi campi di vita cristiana.
E questa azione apostolica era sempre accompagnata dalla venerazione al Santissimo Sacramento,
anzi la considerava come culmine di ogni impegno apostolico.
Tra i compiti del Procuratore sotto la protezione di s. Giovanni evangelista c’è la promozione
degli oratori notturni. Il Pallotti scrive che per coltivare la devozione del popolo bisogna procurarsi
di aprire nella Città uno o più Oratori, secondo il bisogno, per soli uomini. Dopo la lezione spirituale,
le preghiere del Rosario si fanno gli esercizi devoti: da domenica a mercoledì il catechismo, “nel
giovedì tributo di ossequio per la istituzione del SS. Sagramento della Eucarestia, e breve discorso
65
Il tesoro nascosto ovvero pregj ed eccellenze della Santa Messa, operetta composta dal beato
Leonardo da Porto Maurizio, Roma 1853, p. 12.
66
OOCC II, p. 331-335.
67
OOCC XII, p. 188-189.
68
OOCC XII, p. 190-191.
analogo”69. Negli oratori notturni ogni esercizio finisce con l’atto di contrizione, quindi si cantano
le litanie della B. V. Maria, il Tantum ergo Sacramentum, “e si comparte in ultimo la benedizione di
Gesù Sagramentato nella Pisside”70.
I contadini che vengono nella città per diversi bisogni nei giorni festivi, hanno bisogno della
formazione religiosa. Il procuratore sotto la protezione di s. Filippo per eccitare lo zelo del clero e
del popolo, per promuovere la cultura religiosa della campagna del distretto e dei contadini in città
nei giorni festivi, “impegnerà lo zelo e la carità di zelanti sacerdoti, cherici e pii secolari, i quali in
tutti i giorni festivi distribuiti per le varie piazze ove si riuniscono i contadini si presteranno a fare
quanto possono per la santificazione di quelle povere anime”71 . Le prediche si faranno in piazza, il
catechismo in chiesa. In chiesa, “appena terminato il catechismo vi sarà la S. Messa, e nel tempo della
S. Messa si reciterà una terza parte del S. Rosario colla Salve Regina, e le litanie della Beatissima
Vergine, in suffragio dei contadini defonti, e in ultimo si leggerà una breve meditazione delle massime
eterne, o della passione del N. S. G. C. In ultimo cantato il Tantum ergo si darà la benedizione con
Gesù Sagramentato nella Pisside”72.
Durante gli esercizi per i militari ogni pomeriggio, come ultima funzione, “accese almeno sei
candele si aprirà il S. Ciborio, si leggerà dal sacerdote all’altare una preghiera di visita al SS.
Sagramento, cinque Pater noster, Ave, e Gloria e con tuono corale le litanie della Madonna SS. Tantum ergo Sagramentum etc. - col Versetto e Orazione e si da la S. Benedizione col SS.
Sagramento nella Pisside; e nel momento della elevazione della SS. Ostia, e Calice nella Messa, e
della benedizione si canta «Sia lodato ogni momento il SS. e divinissimo Sagramento. Vi adoro ogni
momento o vivo Pane del Cielo gran Sagramento, o vivo Pane del Cielo gran Sagramento»”73.
Secondo Vaccari “La sua viva fede verso un tanto Sacramento a preferenza si appalesava,
quando amministrava la Santa Eucaristia ai condannati a morte: poiché il praticava con tanta
commozione, da piangere egli stesso, e da far piangere i circostanti”74. Il compito del procuratore
sotto la protezione di s. Bartolomeo è di promuovere le preghiere per i condannati a morte. “Quando
il Procuratore Deputato arriva ad avere la notizia della sentenza di morte di alcun reo deve procurare
di fare e promuovere l’esercizio di molte preghiere... In quelle città o luoghi in cui non vi fosse l’uso
di esporre il SS. Sagramento alla pubblica venerazione con preci private e pubbliche nella mattina che
si eseguisce la sentenza di morte sino al momento della esecuzione si procuri di fare la esposizione
anche in più chiese nel maggior numero possibile”75.
Una delle esponenti opere di san Vincenzo Pallotti è l’istituzione del solenne Ottavario
dell’Epifania. “Alle ore 12 italiane (nota: partendo dall’Avemaria della sera) si apre la chiesa e si dà
il primo segno della predica colla campana. Dopo un quarto si dà il secondo segno e si celebra la
prima Messa letta colla recita della terza parte del S. Rosario: colla Salve Regina: litanie della
Beatissima Vergine: gli atti delle virtù teologali coll’atto di contrizione e con la preghiera analoga
alla solennità del giorno corrente del sagro Ottavario. Terminata la S. Messa v’è la predica morale
atta alla capacità del popolo basso, e analoga al SS. Mistero, e diretta a disporre il popolo alla
confessione e comunione generale... Finita la predica si canta il salmo 116 - Laudate Dominum
omnes gentes etc. Gloria Patri etc. - il Tantum ergo col versetto e orazione e si dà al popolo la
benedizione di Gesù Sagramentato nella Pisside”76. Nell’ultimo giorno dell’Ottavario. “Si espone il
69
OOCC I, p. 235.
70
OOCC I, p. 236.
71
OOCC I, p. 286.
72
OOCC I, p. 287-288.
73
OOCC I, p. 325.
74
Luigi Vaccari, Compendio della vita, op. cit., p. 135.
75
OOCC I, p. 297.
76
OOCC I, p. 341-342.
SS. Sagramento con grande illuminazione. Si cantano le litanie della beatissima Vergine coll’orazione
del tempo natalizio e colle orazioni pro papa e pro quacumque necessitate. Un Eminentissimo
Porporato assistito dai ministri con dalmatiche preceduto dal clero si porta all’altare per compartire
al popolo la trina benedizione secondo il rito della S. Chiesa Romana”77.
San Vincenzo Pallotti raccomanda di promuovere l’adorazione del Santissimo Sacramento
nelle chiese, ove è istituita la procura della pia Società e nelle chiese dei ss. ritiri. “Ogni giorno ad
ora comoda pel popolo, per averlo più frequente, si reciterà una terza parte del S. Rosario colla
Salve Regina, colla preghiera alla Beatissima Vergine Regina degli Apostoli, le litanie lauretane,
e la visita al SS. Sagramento e in fine la benedizione col SS. Sagramento nella pisside”78. “In tutte
le domeniche e altri giorni festivi di precetto vi sarà la Messa cantata con canto gregoriano, un’ora
e mezza prima del mezzogiorno... In ultimo si espone il SS. Sagramento, si cantano le litanie
lauretane della Beatissima Vergine coll’Oremus del tempo, il Tantum ergo e si dà la
benedizione”79.
CONCLUSIONE
In conclusione vorrei riportare un testo del Pallotti80, in cui viene presentato il modo di
adorazione del Santissimo Sacramento, la sua spiritualità eucaristica e il suo desiderio di
trasmettere agli altri la fede nella presenza di Dio nell’Eucarestia e un’autentica adorazione del
Santissimo. Emergono cinque punti.
1) Prima di tutto, con grande umiltà, il Pallotti riconosce la sua nullità, il suo essere indegno
e inadeguato all’incomprensibile Amore di Dio che si rivela nell’Eucarestia: “Oh il Mostro
incomprensibile d’ingratitudine, di sconoscenza, di empietà, e di sagrilegio che io sono stato
sempre, e sono verso il SS. Sagramento della SS. Eucaristia nella Comunione, negli Altari, nelle
Processioni, nel Viatico e sempre, e da per tutto notte e giorno. Oh Mostro di durezza di cuore,
che io sono dopo innumerabili, e infinite prove dell’Amore infinito di Gesù”.
2) In un secondo passo risveglia in sé i sentimenti di fede e di fiducia, e chiede al Signore
la grazia di essere sempre con Gesù presente nell’Eucarestia: “Mio Dio, misericordia mia sebbene
io abbia infinitamente infinite volte meritato di restare privo della SS. Eucaristia nei SS. Altari,
nelle Comunioni, e sempre pure ho fiducia che Voi mi farete stare sempre d’appresso a Voi
Sagramentato mio Gesù, e Bene infinito, che mi farete comunicare ogni giorno sino all’ultimo
della mia Vita, e che mi stabilirete la più viva presenza di spirito alla SS. Eucaristia come se
sempre fosse nel mio petto realmente come sempre si trova nelle SS. Pissidi, e in me come cibo
dell’Anima mia”.
3) Poi, presenta al Signore due domande che hanno un fine apostolico: “mi darete la grazia
di accrescere gli Adoratori, e participatori della SS. Eucaristia e formarete in me una Vita di
perpetua preparazione, di perpetua nutrizione, di perpetua azione di grazie, di perpetua
partecipazione degl’infiniti effetti della SS. Eucaristia”.
4) Poi, offre se stesso per riparare le offese fatte a Dio nell’Eucarestia: “a costo di mia
umiliazione infinita, eterna, immensa, e universale, e d’infiniti, ed eterni, immensi, e universali miei
tormenti riparate l’Onore, e le adorazioni, e le partecipazioni non fatte della SS. Eucaristia”.
5) Infine, esprime la fiducia che la Santissima Eucarestia opererà in lui e in tutti gli uomini
nel futuro: “che per un Prodigio di Misericordia opererà in me la SS. Eucaristia ad ogni momento
tutti quegli effetti, che averebbe operato, e opererebbe in tutte le creature passate, presenti, e
future, e possibili se tutte sempre colle più perfette disposizioni avessero profittato, e profittassero
77
OOCC I, p. 344-345, cfr. anche OOCC I, p. 346.
78
OOCC I, p. 377.
79
OOCC I, p. 378.
80
Per tutto testo, vedi OOCC X, p. 721-723; cfr. anche OOCC XI, p. 51-55.
della SS. Eucaristia ad ogni momento per tutta la Eternità... questa è la fiducia ferma che mi ispira
la vostra infinita Misericordia, fiducia che non posso rigettare senza offendere la stessa
misericordia, e l’amore infinito di Gesù, col quale ha istituito la SS. Eucaristia”.
L’Eucarestia è stata per san Vincenzo Pallotti punto centrale della vita spirituale ed
apostolica, il mistero della fede che supera l’intelligenza umana. Dio gli ha concesso per pura
grazia e in vista della sua missione di vivere e di contemplare questo dono ineffabile. Nei momenti
più alti della celebrazione eucaristica o del ringraziamento dopo la celebrazione una luce svelava
a lui le profondità del mistero eucaristico e lo spingeva alla totale dedizione. In forza di questa
esperienza ha potuto anche testimoniare che l’Eucarestia, dono del Padre, presenza viva di Cristo
e l’effusione dello Spirito Santo, ci introduce nella comunione con la Santissima Trinità e
costituisce il fondamento dell’unione tra i fratelli e sorelle in Cristo. Perciò non è da meravigliarsi
che ha dato tanta importanza all’Eucarestia nella vita dei membri dell’Opera dell’Apostolato
Cattolico.
“
SUMMARY of the relation of Jan Kupka SAC - Eucharist in the writings of Saint Vincent
Pallotti.
In the presentation of the theme I tried to give an answers to the following questions: How
did Saint Vincent Pallotti revere the Holy Sacrament? What significant had the celebration of the
Eucharist in his life? What was for him the theological concept of the Eucharist? What are the
massage and the purpose?
St. Vincent Pallotti had given great importance to the Eucharist in his life. The adoration
of the Holy Sacrament and the celebration of the Holy Mass, with the time reserved to the
preparation and to thanks giving, put him among the fervent worshippers of God in the adoration
of the Holy Eucharist.
From the biographies of the Saint it emerges as it was already in his family, he lived for the
love for Jesus Christ in the Sacrament of the Eucharist. It is notable that in 1816, while
formulating for himself a weekly program of exercises of piety, Saint Vincent writes: “I intend to
be always in deep adoration of the Holy Trinity, of Jesus signified, adoring him in all places, where
he can be found” (OOCC X, 526).
When he was rector of the Church of the Holy Spirit of the Neapolitans, on his own
expenses he built a small window, that stuck out in the church to enable him to see through to the
Tabernacle and to adore the Lord. It was not by chance that he enrolled himself in the Pious Union
of the Worshippers of the Holy Sacrament, an association with the purpose to adore it.
The veneration of the Eucharist for Saint Vincent Pallotti reached it highest peak in the
celebration of the Holy Mass and especially in the way of celebrating it. The celebration of the
Eucharist constituted a moment of thanksgiving for the gifts received and the source of life, so
much that he would have desired to celebrate it in the point of death.
Always on the occasion of the celebration of the Eucharist Saint Vincent Pallotti had lived
moments of mystical experiences. Meaningful by the way he expressed, “After the Holy Mass he
said, God has let me feel”.
According to Saint Vincent Pallotti, in the Eucharist is present not only Jesus Christ, but
also the Father and the Spirit Saint, the Holy Trinity. He affirms, further, in the Eucharist God is
entirely communicated to man and is made his food. It constitutes for him the continuation of the
life of Jesus Christ and the work of the redemption. From the writings it emerges that Saint
Vincent Pallotti conceived the holy Mass as sacrifice of Christ who died on the cross for the
salvation of the world. Therefore he recommended to priests to celebrate it as if such sacrifice was
renewed.
The Eucharist is the life of Christ in the present. From it spring the energy and the strength
of every apostolate. Saint Vincent Pallotti was so much convinced of this reality. For him, the
apostle takes his proper nourishment from the Eucharist. The Holy Eucharist constituted for him,
the central moment during the activities of the nighttime oratories, in the religious formation of
peasants, in the popular missions, in pastoral activities to the sick in hospitals, in the assistance to
the inmates in death row, in the celebration of the Octave of the Epiphany, in all moments of life
of the communities promoted by him and above all of the pious Society of the Catholic
Apostolate.
The Eucharist was for Saint Vincent Pallotti a central point of the spiritual and apostolic life,
the mystery of the faith that overcame the human intelligence. God granted to him the grace and
vision of the mission to live and to contemplate this ineffable gift. By the strength he gained from
this experience, Vincent Pallotti was able to say that the Eucharist, Father's gift, living presence
of Christ and the effusion of the Spirit Saint, introduces us in the communion with the Holy Trinity
and constitutes the fundament of the union between brothers and sisters in Christ. Therefore, he
had given so much importance to Eucharist in the life of members and the work of the Catholic
Apostolate.
“
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APOSTOLATO UNIVERSALE. Continuità e sviluppo. Rivista