::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 3 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 4 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 5 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 6 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 7 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 8 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 9 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 10 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 11 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 12 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 13 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 14 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 15 ROCKLINE http://www.rockline.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=1199 E’comprensibile se diventerete oltremodo scettici nel momento in cui leggerete la definizione grind-hop. Non si tratta però di una trovata goliardica, bensì del nuovo e innovativo lavoro di Miss Violetta Beauregarde. Odi Profanum Vulgus et Arceo è il titolo dunque di una prova sperimentale che si pone come obbiettivo, quello di unire la violenza del grind con la dinamicità e gli elementi di rottura dell’ elettronica. Ma prima di parlare della musica è necessaria una parentesi sulla personalità estrema, se non addirittura esibizionista, di Violetta, ragazza nata in Svizzera, cresciuta a Bergamo, che comincia a frequentare fin dai primi anni dell’ adolescenza ambienti punk. Da qui, amica al liceo di Roberta (futura Verdena), comincia a bazzicare tra i gruppi della zona e sperimenta con parecchie difficoltà cosa significa stare in gruppo. Da qui abbandona il bergamasco, spostandosi verso Alessandria con il suo ex-ragazzo, dal quale apprende le potenzialità dei sintetizzatori. Dopo le esperienze punk ed elettro-punk, decide quindi che la sua strada sarà quella di una one man-band, sfruttando appieno le possibilità dell’ elettronica, nonostante lei stessa odi il genere e non l’ abbia mai ascoltato. Infatti la sua vera e totale vocazione è il punk-hardcore e di conseguenza il progetto MVB risente molto dell’ aggressività del genere. Dopo un primo lavoro di successo, Violetta (conosciuta anche su Suicide Girls col nome di Aiki) ci delizia con questo album che prende il nome da una frase dei Carmina di Orazio (“ Odio la massa ignorante e la tengo lontana” ). L’ opera si sviluppa in sedici tracce per un totale di sedici minuti di aggressività pura. Le tracks toccano una durata massima di un minuto e cinquanta secondi, in linea quindi con i canoni del grind core, e sono stilisticamente caratterizzate da parti di synths acide, totalmente selvagge, caotiche e dissonanti. Nonostante le apparenze però queste strutture vanno a creare paradossalmente il tessuto melodico dell’ album. Canzoni come Flanger When You Die, Adolf Hitler’ s Emotional Side, Max Cancè and the Cockring Industry, Try To Misunderstand this One, esprimono benissimo l’ eccentricità di OPVEA e mettono soprattutto Violetta in una posizione privilegiata nella scena indie estrema italiana. Nonostante però la davvero breve durata, l’ album è tanto potente e martellante che a fatica si regge la durata complessiva. Bisogna chiedersi però se questo comporti effettivamente un problema, data la figura di questa ragazza punk modello; in effetti con questo platter raggiunge appieno l’ obbiettivo prefissato e se non altro Odi Profanum Vulgus Et Arceo costituisce lo specchio ideale della sua immagine (e quindi della sua personalità?). LOSING TODAY ONLINE http://www.losingtoday.com/it/reviews.php?review_id=3253 Giunta al secondo disco (dopo un primo autoprodotto risalente a qualche tempo fa), mademoiselle Beauregarde ci mette le cose in chiaro fin dal titolo (in latino, alla faccia del vecchio stereotipo del punk ignorante e semianalfabeta). che dovrebbe significare più o meno "odio la 'massa' e ci sputo su" (o qualcosa del genere, il vocabolario di latino l'ho messo in soffitta da anni). Se poi si vuole capire come la gentil donzella la pensi in fatto di musica, basta correre con lo sguardo a Indie Bad, Gabber Good, titolo del nono dei sedici brani qui contenuti, compressi in diciannove minuti circa. Chiamatelo come volete: terrorismo elettronico? Caos industriale (dis)organizzato? Al di là delle definizioni, ciò che resta è l'attacco senza soste sferrato dalla 'Miss', che su un sottofondo di beat ossessivi, scariche elettriche, sincopi e frastagliamenti dà sfogo alla sua carica. Acida e corrosiva, certo, più che mai nervosa, ma spesso e volentieri dai tratti irridenti, con parentesi canzonatorie. Tra la scoperta dell' Adolf Hitler's Emotional Side, citazioni fumettistiche (I'm Wolverine and you're a walrus...), parodie letterarie (The Unbearable Lightness of a Farm Tractor), digressioni naturalistiche degne di Angela padre e figlio (I can't believe, hedgehogs have a bone inside their cock) e il 'sentito omaggio'di The man who shot at the squirrels - a tribute to Glen Benton (voce dei Deicide), Violetta come l'eroina di un romanzo d'appendice ci accompagna nel suo mondo 'trasognato e un pò ingenuo'... e noi beatamente ci facciamo prendere per mano... ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 16 ROCKIT http://www.rockit.it/pub/r.php?x=00005145 Lei è nata in Svizzera, parla italiano, canta in inglese e ha inciso per un’ etichetta americana un disco a cui ha dato un titolo in latino. Ce n’ è abbastanza per parlare di multiculturalità? Bene, non è questa la chiave di lettura del disco. Se dovessi usare una parola userei “ punk” . Non nel senso di moda che furoreggiava a Londra nel 1977, naturalmente, piuttosto nel senso di attitudine, qualcosa di universale che trascende i popoli, le epoche e le culture. Trascende anche le ere storiche, se è vero che il titolo è un citazione di Orazio che tradotta fa più o meno: “ Odio la massa ignorante e la tengo lontana”(Per la cronaca l’ Orazio in questione non è il cugino di Paperino…). Nel XXI secolo il punk si fa con l’ elettronica, prendendo spunto da Atari Teenage Riot, ad esempio, o dal giro della Tigerbeat6 (Kid 606, Blectum from Blechdom…) Ideologicamente modello di riferimento sono Peaches e la raunch culture in genere. Del resto Violetta ha poco da imparare in questo senso, vista la sua presenza sul sito Suicidegirls.com, per tacere di certi video che ha diffuso in internet… Il suo talento musicale non va però sottovalutato. Violetta condensa campioni sonori fino a farli esplodere ad imitazione di una supernova. Nel processo, la sua voce infonde quel tanto di isterismo e acidità che servono per conferire alla fredda materia elettronica un tono espressionista. A quel punto aggiunge un tocco di sana misantropia e il gioco è fatto. Manca forse solo un’ hit epocale a rendere questo disco perfetto. L’ ascolto è comunque d’ obbligo, con l’ avvertenza di non esagerare col volume. MUSICCLUB http://www.darkclub.it/musicclub/jsp/rubriche/default_one.jsp?id_rubrica=5&id_numero=11577077451980& id_testo=11577092909850 È proprio il caso di affermare: tanto rumore per nulla! Dove il rumore è sia mediatico (dichiarazioni sin troppo entusiastiche da parte di certa stampa) che sonoro (quello prodotto da Miss Violetta Beauregarde, qui impegnata con il secondo disco, fatto di sedici micro pezzi). L’ opzione scelta è quella del pastiche electro in odore di Digital Hardcore Recordings, ma con molta meno convinzione rabbiosa, una volontà pop lo-fi mal celata e quel sentore da riot girl per il puro gusto di fare la “ monella” , che si sgonfia già dopo un paio di ascolti. Album finto. Ridateci Hanin Elias! Altra donna solitaria, sebbene collocata in un diverso ambito sonoro e pur se supportata da un gruppo esteso di musicisti per l’ esecuzione dei brani dai lei ideati e prodotti, è Shara Worden (ovvero My Brightest Diamond). Leggendo la biografia ci fa piacere apprendere dei suoi trascorsi (sin dalla più tenera età prescolare), che l’ hanno vista protagonista nelle vesti di musicista e di donna creativa, sognatrice e persa nei locali “ avant in”di New York. Tutto molto bello, tutto appropriato per darsi quel tocco naif che sembra andare tanto per la maggiore oggigiorno. Così come i termini di paragone o ispirazione, messi lì come se (all’ apparenza) dovessero passare inosservati, quando poi in realtà si tratta di PJ Harvey, Portishead, Kate Bush, Nina Simone e via discorrendo. Tutto estremamente cool. Peccato che al sottoscritto interessino solo le undici canzoni di ‘ Bring Me The Workhorse’e queste sono, alla resa dei conti, normalissime ballate malinconiche, un po’rock, un po’folk, un po’wave e un po’notturne, come se ne sono già sentite a iosa. E non sarà certo l’ interpretazione vocale buona, ma non eccezionale, di Shara Worden a salvare il lavoro dalla mediocrità e dal dimenticatoio in cui precipiterà nel giro di pochi mesi e dopo qualche articolo sulle “ trend riviste” . ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 17 MUSICAPERDROGATI/BLOG http://musicaperdrogati.blogspot.com/ Esce a settembre, o almeno così ho capito io. Non ci parliamo molto io e Violetta. Però me lo ha dato. E ora me lo sto ascoltando. Cortissimo e concitato come d'uso. 19 minuti, cazzo! Dicevo. Me l'ha dato. L'altro giorno al MiAmi. Dopo aver suonato sul palco principale alle 19. Anzi un pochino prima delle 19, inspiegabilmente c'è stato uno scarto di anticipo....Mah! Insomma, vagavo vestito a guisa di indie victim appena arrivato dal deserto, facendo finta di niente giravo attorno al banchetto dove stava seduta, accanto a colui che forse è uno dei personaggi del suo blog: l'agente. Congetture, come dicevo pocanzi ci si parla quasi un cazzo io e lei. Dicevo, giravo intorno. Dopo la sua brillante performance (molto dopo in realtà, non mi decidevo). Mi vede e mi porge il manufatto. Poi mi dice di salutarla col baciamano. E li sbaglio, perchè oso toccare con le labbra la sua manina. Come tutti voi sapete, non si deve fare. Vabbè. C'ho il disco ed è potente e sfrontato come il precedente "Evidentemente Non Abito A San Francisco". Ma anche meglio. Perchè c'è dietro Rico dei Uochi Toki, che l'ha registrato e mixato. E si sente. Tutto è potente e limpido, nella sua sporcizia formale, nelle sue interferenze, nel suo affastellarsi di beat grassi filtrati, manipolati, svuotati e riempiti (tipo le sacche di grasso che i due protagonisti rubano da una clinica per liposuzioni per fabbricare sapone in Fight Club). Lei urla sempre. Tanto. Tanto quanto fa sul palco, ma purtroppo sul cd non la potete vedere. Ecco, il cd è finito. Un'attimo che lo faccio ripartire e poi sono subito da voi. Ecco è ripartito. Ho messo il repeat così non mi devo più alzare e interrompere il flusso di minchiate che il dischetto mi stimola. Insomma, questo secondo dischetto esce per la rinomata Temporary Residence. Label che ha ospitato tra gli altri gente come Fridge, Bellini, Cex, Mono, Explosion In The Sky, Tarentel, Envy (gli amici giapponesi dei Mogwai) e molte altre stupende e inascoltabili bellezze del creato. A novembre la ragazza si farà un tour di qualche settimana in America: notizia carpita a tradimento (perchè non lo stava dicendo a me, ma a un esponente di Knifeville, anche se io ero li ad ascoltare...). Insomma, 19 minuti dicevo. Un turbine. Perfetto. Titoli lunghi e apparentemente senza senso (quello che ho è un promo e non c'è il libretto coi testi, mannaggia!). Copertina e grafica stra-cool dell'amico Altro Baronciani (con lui si parla di più: grazie Ale, e grazie per il libro, poi ne ho comprata una copia per una mia amica...). Titolo in latino. Il bello è che se lo mettete per intero su Google compare tra i primi link un sito che sembra russo (o polacco, mah!), corrispondente a una pagina su cui si ascolta un brano dal medesimo titolo. Io non riesco ad ascoltarlo, quindi non vi so dire cosa sia. A seguire un link dove viene svelato il mistero del significato:"odio la massa ignorante e la tengo lontana" (espresso da Orazio in Carmina, III, 1: figa, anche le citazioni latine illustri adesso. Sei troppo figa Violè...). E tutto fila, se seguite minimamente le gesta del rinomato blog della mi urlatrice preferita. Ed è la rai con un articolo di approfondimento sul Rinascimento, in cui si disserta di plebeo e volgare. Dateci un'occhio potreste imparare qualcosa. Già di parole ne ho spese fin troppe. E il bello è che non ho ancora detto molto del disco in se. Sapete cosa vi dico: compratevelo quando lo trovate in giro (su qualche sito si scova già), perchè io non mi sogno certo di metterlo in condivisione. E poi, cazzo, il solo fatto che se ne parli su questo favoloso blog dovrebbe essere per voi tutti estimatori sintomatico della qualità "drogata" di questo pezzo di plastica! Anche se scrivendo ste cose son sicuro di aver compromesso ancora di più il mio rapporto con la ragazza che da nome a questo post...o forse no...mah, non so ancora se scansionare la copertina e farvela vedere...in fondo, lei mica mi ha detto di non pubblicare nulla prima di una data precisa, no? Non mi ha dato ordini di blindare il disco e non farlo vedere, sentire, parlarne con nessuno. Sono combattuto tra la voglia di fare il figo e lo sborone e pubblicare sto post (così da essere il primo in assoluto a parlare del dischetto in questione)- cosa che se state leggendo questo ammasso di bitume vuol dire che è accaduta - e il non farlo e chiedere a lei il permesso - cosa molto improbabile-. Sono messo proprio male. Nevvero? Intanto lo pubblico così questo post, con un'immagine di lei con vacca finta...Teniamoci in contatto...Boh, alla fine ho scansionato anche la copertina: godetevela, è bellissima! ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 18 SENTIREASCOLTARE http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2006/recensioni/MissViolettaBeauregarde.html Eccola, dunque. Miss Violetta Beauregarde. L’ ex Suicide Girl sboccata, dirompente, esaltata. Una punk band in una ragazzina alta così, per usare l’ azzeccata definizione di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Quella di cui tutti amano (s)parlare, perché donna, perché se non figa certamente bona, perché ama scopare e non lo nasconde. D’ altronde, non si capisce per quale motivo dovrebbe farlo. È impagabile il piacere di prendere in giro quelli che la sanno lunga e che ammiccano furboni a un certo video spuntato chissà come su internet e diventato pura mitologia per tutti gli erotomani dell’ indie rock (“ Ehi, dammi retta, quella là è brava solo a fare la porca a letto” , come se fosse una cosa negativa). Ma viva le donne che amano il sesso, cazzo. E viva Violetta, che con questo disco –Odi Profanum Vulgus Et Arceo –manda a quel paese i paesanotti pettegoli di casa nostra, se ne va in America –dice niente il nome Temporary Residence Limited? –e produce sedici brani per diciannove minuti di musica. E che musica: puro punk sintetico, buttato all’ interno di un instabile commodore 64, frullato-processato-digitalizzato con sadica cattiveria e infine ridisegnato nella sua confezione –ma non nella sua anima –secondo i dettami della techno di dieci anni fa. Questa è Violetta: una che urla, urla e ancora urla (The Man Who Shot At The Squirrels), che manipola tastiere e computer come se fossero martelli pneumatici (How To Use A Good Idea Till It Turns Into A Bad Idea), che sferra violentissime sequenze di cassa rotterdam manco fossero ripetuti calci nello stomaco (I'm Wolverine And You're A Walrus And I'm Kicking Your Ass). Diciannove minuti, quindi. Pochi, diremmo in circostanze normali. Ma non è questo il caso. Perché arrivati alla sedicesima traccia, ci ritroviamo già con la maglietta –rigorosamente a righe, tanto per confermare la nomea di prevedibilità che accompagna l’ indie rocker –decorata da colate di sudore e adrenalina sotto le ascelle. Se invece il display dello stereo avesse segnato i canonici quaranta minuti, ci sarebbe stato bisogno della barella. O di una pasticca. Di viagra, naturalmente. KRONIC http://www.kronic.it/artGet.aspx?aID=2&sID=13894 Chi conosce questa artista nostrana sa già bene o male prima di ascoltare un suo nuovo lavoro quale può essere l’ atmosfera surreale che potrà respirare. Nota anche come la prima Suicide Girl italiana, Miss Violetta propone un electro-punk grind-hop dalle tinte grottesche, una sorta di incontro virtuale tra i Locust e Kid 606, una Tying Tiffany in versione cattiva. Il nuovo disco della nostra Miss suona come un pugno nello stomaco e quello che colpisce è la sua predilezione per la sperimentazione che sembra legata ad un futurismo che nella musica di oggi può prendere forma solo nell’ elettronica. Fa piacere che sia un’ artista italiana la portabandiera di questo surreale sperimentalismo dove il punkhardcore incontra la techno per urlare coloriti deliri come “ Albanian on radar (la quiete remix)”o “ Indie bad, gabber good” . Sedici tele cubiste compongono questa galleria d’ arte dal titolo latino “ Odi profanum vulgus et arco” , disco che prosegue in un certo senso quel discorso lasciato in sospeso dal primo suo lavoro “ Evidentemente non abito a San Francisco” . Miss Violetta Beauregarde continua a stupire con la sua passione per il caos e la sua insana interpretazione dell’ hardcore. Album iper-consigliato! ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: MISS VIOLETTA BEAUREGARDE TITLE: ODI PROFANUM VULGUS ET LABEL: TEMPORARY RESIDENCE ARCEO PAG. 19 KDCOBAIN http://www.kdcobain.it/pagine/recensioni/missviolettabeauregarde.htm Miss Violetta,aka Heidi666 (sul blog),aka Aiki (su Suicide Girl), è una ragazza con una personalità estrema, che dice in faccia ciò che pensa e fa quel che vuole, senza limiti, in libera sperimentazione, come suonano i suoi pezzi. Non nutre molta simpatia per le indie-rock band e le fa schifo l'elettronica (anche se alcuni potrebbero accusarla di usare la stessa nei suoi album). Lei spiega semplicemente: "Faccio elettronica perchè uso strumenti elettronici, ma l'attitudine è quella punk: se campiono qualcosa lo campiono da gruppi harcore punk". Una ventina di minuti la durata complessiva delle sedici tracce ,durante le quali corde vocali in fiamme vomitano urla rabbiose e deliranti. Atmosfere cupe e grottesche miscelate a sprazzi di sadica cattiveria infantile che spiegano la citazione di Orazio "Odio la massa ignorante e la tengo lontana". Il caos che pugnala lo stomaco impreziosito da quei bassi sparati a mille che fan tremare le casse. Insomma, non rientrerebbe facilmente fra le colonne sonore del "buon risveglio". Il Commodore 64 dà all'album quelle sonorità tipiche dei videogiochi anni '80 in preda a qualche insidioso virus informatico. Genere stilistico a cui si rifà anche la grafica del sito ufficiale. La carica acida,corrosiva e ironica di Violetta si esprime totalmente nei titoli delle tracce, come "indie bad, gabber good","Non posso credere che i porcospini abbiano un osso nel loro cazzo", o "La sporcizia fra le dita dei miei piedi". Un disco violento, immediato, potente e martellante, che quasi a fatica regge l'ascolto continuato. Sconsigliato sia ai bradicardici che ai tachicardici. KALPORZ http://www.kalporz.com/recensioni/odiprofanumvulgusetarceo-missviolettabeauregarde.htm Un’ intera punk band in una tipa di un metro e mezzo. L’ hanno definita così, Miss Violetta Beauregarde, e non sono andati molto lontano dal vero: dietro alle urla scomposte e all’ elettronica a basso costo, c’ è una ragazza che ha l’ aria di divertirsi un mondo, facendo musica volutamente fastidiosa (ma mai inascoltabile) o sputando veleno attraverso il frequentatissimo blog Heidi666. Intanto, nonostante il personaggio sia diventato tremendamente cool, Violetta fa sul serio: smette i panni da Suicide Girl e si accasa alla Temporary Residence, un’ etichetta di solito abituata a gentilezze di pop stranito o a grantici post-rockers emozionali, e getta in faccia a tutti sedici bozzetti strillati a tutta gola. Pare quasi di vederla, Violetta, mentre stringe il microfono e si agita sulle assi del palco facendo saltare le basi: “ Odi profanum vulgus et arceo”(citazione di Orazio quanto mai appropriata, “ odio la massa ignorante e me ne tengo lontana” ) è una devastante scheggia di diciannove minuti, capace di mettere assieme la furia punk delle Bikini Kill con l’ hardcore digitale degli Atari Teenage Riot, ma senza l’ ansia politicizzata di entrambe queste band. Qui tutto sembra fatto solo per sfogarsi divertendosi, dalle esagerazioni di “ Flanger when you die”ai bassi gommosi di “ Try to misunderstand this one” , dai delay di “ The dirt between my feet’ s fingers”ai geniali titoli (dopo la “ Sesso illustrato per Silvestrin”del primo album, ora la nostra se ne esce con un pazzesco Non posso credere che i porcospini abbiano un osso nel loro cazzo). Se è vero che il punk e l’ estetica DIY hanno trovato casa nell’ elettronica, questo disco allora né è un simbolo efficace: forse vale meno di quanto l’ hype ti fa credere, ma è comunque irrinunciabile. E comunque, poco importa: tra un momento Violetta ricomincerà a vomitare parole di fuoco, su voi e anche su questa recensione. Con un sorriso beffardo a incorniciare il tutto.