Aziz è pakistano, ha ventisei anni, bei modi e buona educazione. Ha il permesso di soggiorno, il libretto sanitario e, a causa del fatto che ha perduto il lavoro possiede anche l'esenzione totale dei disoccupati. Viene da me perchè ha una ipoplasia congenita dell'orecchio esterno di sinistra. E' cioè privo sia del padiglione auricolare che del condotto uditivo esterno. Mi chiede se è possibile, qui in Italia, ricostruire l'orecchio dal punto di vista estetico e acquistare l'udito mancante. E mi chiede di poterlo fare quanto prima, visto che in questo momento possiede una esenzione totale. Lo studio anatomico e funzionale dell'apparato uditivo, mostra che a destra Aziz sente perfettamente e che a sinistra è dotato di un orecchio medio anatomicamente normale. Il consulente ORL ritiene che una sequenza di interventi chirurgici altamente specialistici e l'applicazione di una sofisticata endoprotesi permetterebbero ad Aziz di acquistare la funzione uditiva anche a sinistra. La nostra Costituzione afferma che la Repubblica Italiana tutela la salute per la ragione che essa costituisce un diritto fondamentale della persona umana, non un diritto acquisito legato alla cittadinanza. Per cui chiunque, cittadino italiano e straniero, regolare o irregolare, veda la propria salute seriamente minacciata ha diritto ad essere curato. D'altra parte questo è quanto accade regolarmente. I nostri ambulatori ospitano quotidianamente cittadini stranieri regolari e no. Così i nostri Ospedali. E nessuno viene curato e contemporaneamente denunciato perchè irregolare. Viene curato e basta. Noi non accompagnamo alla frontiera un immigrato che ha un infarto cardiaco, o un cancro dello stomaco. A queste persone il SSN offre le stesse cure riservate al cittadino italiano. Questo non è un principio molto diffuso in occidente. Non accade così per esempio in Svizzera o negli USA. Ma attenzione: una malattia è un conto, l'orecchio di Aziz forse un altro. Davvero noi siamo tenuti, attraverso metodiche altamente specialistiche, e certamente costosissime, a mettere in funzione anche il suo orecchio sinistro? Eleonora ha ventitre anni. E' una ragazza bruttina, complessata, taciturna, piena di percing. Dal momento che ha avuto una infanzia difficile (mamma tossicodipendente e padre psicotico) appena ha potuto ha fatto di tutto per vivere da sola. Lavora per una catena di negozi di elettronica, con un contratto di lavoro precario, guadagnando settecentotrentadue euro al mese. Nonostante sembri incredibile: questi soldi le bastano. Eleonora non chiede nulla a nessuno. Eleonora non ha mai chiesto nulla a nessuno. Sabato pomeriggio, mentre è al lavoro, Eleonora viene colta da dolori addominali e al fianco destro improvvisi e sempre più violenti. Si è fatta accompagnare al pronto soccorso. E' stata visitata dal medico di pronto soccorso, che ha chiesto una Visita di consulenza a un urologo e a un ginecologo. Inoltre ha eseguito un esame radiografico. E' stata al Pronto Soccorso quattro ore e mezzo. Risultato: colica ureterale sinistra. Eleonora fa per tornare a casa, ma prima le viene consegnato un documento che contiene l'ingiunzione di pagare centodiciassette euro di ticket. Come è giusto comportarsi con Aziz ed Eleonora? Cosa dicono leggi e regolamenti? Ognuno di noi ha proprie idee su queste due vicende. E fa bene. Siamo cittadini italiani e sarebbe bello (e utile) che ci confrontassimo su queste cose. Se ci pensiamo bene, questo è un discorso politico. Questa è „politica“. Possiamo anche dire che la politica ci fa schifo. Probabilmente con buone ragioni. E non discutere. Vorrà dire le a scegliere sarà qualcun altro. Ma noi non siamo qui per parlare di politica. Siamo qui perchè siamo medici. E i medici hanno responsabilità diverse. Maggiori. Ogni decisione che prendiamo è maledettamente importante. Ogni ricetta che facciamo, ogni approfondimento diagnostico che richiediamo, ogni certificato che facciamo ha un costo. Non si tratta del gioco dei Monopoli. Si tratta di soldi veri. Denaro sonante. Della gente che si affida a noi (che deve sostenere il costo dei Ticket). Della Collettività (che sostiene tutti gli altri costi). Viene in ambulatorio Laura. E' indisposta. Ha un po' di tosse. La gola rossa. E' stanca, affaticata, irritata. Ce l'ha col mondo: col compagno che non è più gentile come prima e forse ha un'altra, con la mamma anziana che per ogni cosa chiama lei perchè è l'unica figlia femmina, col datore di lavoro che le chiede ogni giorno di fare straordinari senza mai pagarli (tanto di impiegate al giorno d'oggi ne trovo quante ne voglio e magari le pago meno). Predisponendo una ricetta per il mal di gola e un certificato di malattia di cinque giorni noi abbiamo emesso un assegno bancario di settecentotrenta euro. Noi medici possiamo avere dunque le nostre idee. Ma dobbiamo rispettare le regole. E avere molta cura del nostro lavoro. I soldi che spendiamo non debbono ossessionarci. Ma non debbono neppure essere rimossi dai nostri pensieri. Occorre monitorare i nostri numeri. Cercare di migliorarsi. Tutto questo è fondamentale, perchè costituisce l'igiene intima del Sistema Sanitario al quale apparteniamo. Fatta questa premessa, ora studiamo un po' di numeri... E cerchiamo di comprenderne il significato. Un luogo comune: „ I medici di famiglia sono spreconi. Prescrivono un sacco di medicine.“ Vero o falso? Vero! Rapporto Osmed 2011 ed EBR. Nel 2011 si sono prescritte 30 confezioni di farmaci pro capite, per un costo di 434 euro. Otto bambini su dieci ricevono farmaci con regolarità. Il consumo di farmaci è pari a 963 DDD ogni 1000 abitanti/ die. Uno studio ha preso in esame gli ospiti delle case di riposo della provincia di Treviso. Il 25% assume da 2 a 5 farmaci al giorno. Il 41% da 6 a 9 farmaci al giorno. Il 16% da 10 a 11 farmaci. Il 9% da 12 a 13 farmaci. Il 5% da 14 a 16. Come si spiegano questi numeri? E l'EBM? La verità è che nonostante le tante chiacchiere, l'EBM con la medicina generale c'entra poco. Non esistono studi clinici controllati sull'efficacia dei farmaci in pazienti anziani. Non esistono studi clinici controllati su pazienti multiproblematici, per gran parte costituiti da donne, in politerapia cronica. Ricordiamo inoltre che la durata media dei trials è di 2,2 anni. Solo pochissimi raggiungono i 4,8. Ricordiamo inoltre che la durata media dei trials è di 2,2 anni. Solo pochissimi raggiungono i 4,8. Il medico di famiglia può contare sulla EBM in meno del 15% dei suoi contatti. Per il tipo di pazienti, ma anche per il tipo di quesiti che si deve porre: sintomi e problemi e non hard end point. Un altro (grave) problema. Una epidemia di linee guida e … di malati per decreto. Numero di cittadini americani ipertesi in base alle Linee Guida: 2000: 36 milioni; 2004: 46 milioni; 2006: da 65 a 135 milioni. Non è possibile per il medico di famiglia seguire tutte le linee guida e tutto quanto raccomandano. Ne uscirebbe una medicina senza senso. Una cosa che i formatori di appropriatezza nella prescrizione fingono di non sapere. La percentuale di pazie nti che seguono le nostre indicazioni . Non segue la cura: 51% degli ipertesi 40% dei depressi 43% degli asmatici in acuto Come regola possiamo ritenere che un terzo segue la cura fedelmente, un terzo solo in parte e un terzo per nulla. E' sempre molto difficile stabilire con certezza se è la cura a non funzionare o il pazie nte a non assumerla. Al medico di famiglia occorre quindi una medicina basata sulla ragionevolezza. Questa è una delle ragioni più grandi per cui i medici di famiglia dovrebbero lavorare insieme. Più un malato è problematico più medici di famiglia dovrebbero occuparsi di lui, come secondo e terzo parere. Ricordate la trappola nella quale noi medici siamo costretti a muoverci? - Il tasso di errore tollerabile in medicina è zero; - ogni errore in medicina è un errore umano; - l'errore umano è inevitabile. E ricordate l'assioma di fondo: - La medicina non è una scienza bensì un mestiere; - essa ammette più soluzioni giuste e più soluzioni sbagliate. Questo è dunque il messaggio: Poichè lavorando da soli è più facile sbagliare e più difficile correggersi è utile a tutti che i medici lavorino insieme. Ragionevolezza non è sinonimo di arbitrio. Oggi la medicina moderna è identificata nella tecnologia. Questa è presente ovunque nel percorso diagnostico dei nostri pazienti. Meno che da noi. L'ambulatorio del medico di famiglia è lo stesso del secolo scorso. Singolarmente privo di tecnologia. Anche il nostro approccio al paziente è lo stesso del secolo scorso. Anzi si direbbe che il nostro contributo alla diagnosi e all'impostazione della terapia dei nostri pazienti è addirittura inferiore a quello di un tempo. Quale altra figura del Sistema Sanitario Nazionale non si è evoluta come noi? “ Se la medicina generale non cambierà in fretta, il campo delle cure primarie sarà affidato agli infermieri. O ad altre figure non mediche.” N. Engl. J. Med. 2004 351:710.12 Nonostante questo noi rimaniamo una figura a reddito alto, sia in senso relativo che assoluto. E godiamo di una autonomia lavorativa molto forte. Come si spiega tutto questo? E soprattutto: potrà essere ancora così? Noi medici di famiglia svolgiamo nel SSN il ruolo che i linfociti T Helper svolgono nell'organismo. La figura chiave, che ne permette l'esistenza. Chi di noi riterrebbe di guadagnare di più in un mercato libero alzi la mano. Cosa ci accadrebbe dal punto di vista economico se cadesse il SSN? Chi è disposto a pagare per avere una visita che dura pochi minuti, senza strumentazione, senza esame obiettivo. Una visita che è sempre stata vissuta come “di smistamento”? Occorre fare molta attenzione ai grandi cambiamenti del clima. Ne va della salute. VI REPORT HEALTH SEARC ISTITUTO DI RICERCA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA GENERALE Anno 2009/2010 Contatti/anno medico-assistito: popolazione generale: 7,1 fascia 75-84 anni: 14,5 fascia 0ver 84 anni: 11,6 Numero di contatti anno: numero di assistiti per numero medio di accessi. Considerata una percentuale di over 75 del 15%, un medico di famiglia con 1500 assistiti ha una media di 11.605 contatti/anno. Questo significa una media di 46,42 contatti al giorno. Prescrizione farmaceutica: popolazione generale: 72 su cento fascia 15-24 anni: 54 fascai over 84: 82 Prescrizione indagini strumentali: 23 ogni 100 contatti Prescrizione visite specialistiche: 14 ogni 100 contatti Cifre enormi: 8355 prescrizioni di farmaci, 2669 indagini strumentali e 1624 visite specialistiche. Ora integriamo questi dati generali coi miei numeri. Analisi di tre giorni di lavoro (ottobre 2009). Ci sono stati 70 accessi. La media è stata di 8 accessi/ora. Ogni assistito ha avuto a disposizione 7,29 minuti. Il 17,14% aveva lo scopo di ottenere una prescrizione o un atto di natura amministrativa (certificati di malattia e di altro tipo) L'82,76% aveva necessità di parlare col proprio medico per sottoporgli uno o più problemi. La grande maggioranza delle persone che si mette in contatto con noi ha necessità di esporci problemi. Ma dispone di 7,29 minuti. (E intanto suona il telefono, il cellulare, chiama la segretaria, l'infermiera e la gente ti ferma lungo il corridoio). La percentuale di assistiti portatori a mio giudizio di problemi “seri” è stato del 10%. La percentuale di assistiti che anche nei giorni o nei mesi precedenti era venuto a proporre gli stessi problemi è stato del 10% Ho ritenuto di far accomodare sul lettino per una qualche forma di esame obiettivo il 12,8%. C'è una netta sproporzione tra medico e paziente a proposito del rilievo che viene dato all'entità dei problemi. Il 75,7 % degli accessi è esitato in una prescrizione farmacologica. L'analisi delle mie prescrizioni ha dimostrato che: – nel 23, 6% si è trattato di nuove prescrizioni, – nel 76,4% di reiterazione di terapie pregresse. Reiterazione di terapie pregresse: – trattamenti prolungati aspecifici, (PPI, antistaminici, antidepressivi, FANS, metabolici) – terapie croniche specifiche. trattamenti prolungati aspecifici prevezione primaria farmaci “a domanda” terapie croniche prevenzione secondaria trattamenti acuti 37% 31% 11% 8,5% 5,7% 5,7% Esiste uno spostamento del peso prescrittivo verso le terapie in cui il farmaco assume il rilievo minore in termini di riduzione della morbilità-mortalità della popolazione. Lo stesso trattamento con Statine ha un NNT di 29 in corso di prevenzione secondaria (Studio CARE) e un NNT di 823 in Prevenzione primaria (Studio WOSCOPS). In Inghilterra dal 1996 al 2001 l'utilizzo di statine è passato da 50 a 350 persone per mille abitanti. Eppure il tasso standardizzato di infarti cardiaci non è significativamente diminuito. Assommiamo i trattamenti prolungati aspecifici, quelli “a domanda” e i trattamenti di prevenzione primaria: il 79% della mia prescrizione può essere oggetto di rivalutazione critica. Focalizziamo bene quello che i numeri ci dicono essere un grande equivoco... Studio delle lettere di dimissione provenienti dai reparti medici dell'Ospedale di Guastalla nel gennaio 2007 (Medicina, Geriatria, Lungodegenza, Cardiologia) Sono stati dimessi 131 pazienti, con una media di 4,8 al giorno. Turnover pari a 8,5%. Sono stati dimessi 131 pazienti, con una media di 4,8 al giorno. Turnover pari a 8,5%. L'età media dei pazienti nei tre reparti differisce di un solo anno (75 anni Medicina - 76 anni Geriatria e Lungodegenza). La media complessiva dei farmaci in terapia giornaliera è stata di 5,7. Ma il 48% è stato dimesso con sei o più farmaci. Considerando una posologia giornaliera media di 1,5 co./die, questi pazienti debbono gestire mediamente 8,5 compresse al giorno. Considerando una posologia giornaliera media di 1,5 co./die, questi pazienti debbono gestire mediamente 8,5 compresse al giorno. Nessun paziente è stato dimesso con terapie esclusivamente acute, cioè a tempo definito. Mentre il 64% ha assommato a trattamenti cronici anche trattamenti acuti. Il 39% è stato dimesso con farmaci indicatori di particolare complessità terapeutica (insuline, coumarinici, antiblastici). Esiste una popolazione di persone molto ammalate, con terapie croniche, plurime e complesse, in condizione di precario equilibrio fisico che sovrautilizza l'ospedale. I vari reparti ospedalieri gestiscono ormai una stessa popolazione di assistiti che in continuazione entra ed esce. Da un reparto all'altro. Ma la componente “terapie croniche propriamente dette” non ha un peso preponderante nella nostra attività prescrittiva. Confrontare i numeri. Parte seconda. Analizziamo l'induzione di spesa di quattro medici del gruppo di Medicina 2000 nei primi otto mesi di quest'anno. Nella prima colonna la loro spesa farmaceutica. Nella seconda quella per esami strumentali e visite specialistiche. A B C D 214.509 211.307 165.416 171.470 123.003 144.606 114.190 78.012 L'analisi frazionata dei costi per singola voce dimostra che il medico A rispetto al medico D prescrive più farmaci per ogni categoria terapeutica. L'analisi frazionata dei costi per singola voce dimostra che il medico A rispetto al medico D prescrive più esami e visite per ogni categoria del catalogo SOLE. La differenza dei costi indotti /anno tra medico A e medico D è di 64.558 per i farmaci e 67.486 per gli approfondimenti diagnostici. L'Azienda USL (terzo pagante) sostiene un incremento di costi pari a 132.044. Più dello stipendio annuale di un mdf. In quale azienda del mondo due comportamenti così diversi vengono pagati allo stesso modo? Ricordiamo: la competizione tra medici la paga l'Azienda. E' assolutamente folle che essa incentivi i comportamenti spreconi. Un'idea di fondo: – far lavorare i medici insieme, – con una regola nuova. Ridurre la competizione economica dei medici sul singolo assistito e introdurre una competizione economica sulla qualità e il rispetto del budget. Per il medico lavorare meglio e rispettare il budget deve essere vantaggioso quanto avere più assistiti. Proposte per contenere i costi. (Elementi di valutazione per ottenere il premio). Parte terza. 1) Esiste una relazione stretta tra il numero di consulenze richieste dal medico e la sua spesa farmaceutica. Il rispetto del budget su esami e visite di consulenza è parte integrante di ogni comportamento virtuoso. Occorre quindi adottare (indurre) un atteggiamento critico su ogni iniziativa prescrittiva. 2) Gli effetti avversi dei farmaci e le interrelazioni negative costituiscono una delle cause più importanti di morbilità-mortalità. Monitoraggio delle reazioni avverse da farmaco nei Pronto Soccorso lombardi. Giornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione 2012; 4 (3): 51-64 “ Il costo delle ADR giunte nei PS lombardi per l’anno 2007 è stimato sull'ordine di 20.178.000 euro.” Una causa di morbilità- mortalità facilmente prevenibile, con grandi vantaggi per la popolazione e per noi medici, che ne dovremmo rispondere in sede giudiziaria. Esempio limpido di come si può ottenere un miglioramento qualitativo dell'assistenza e insieme un contenimento dei costi. L'uso del pc permette il rispetto molto accurato della corretta prescrizione, in tema di interrelazioni tra farmaci. Ma occorre una continua opera di accurata manutenzione della cartella clinica. Ricordo che nel 2013 il 60% delle ricette dovranno essere virtuali. L'80% nel 2014. E dal 2015 tutta la prescrizione. Allo stesso modo: nel microchip della tessera elettronica dovrà essere contenuta la scheda sanitaria dei pazienti. Anticipare il nostro adeguamento a queste normative significa miglioramento qualitativo dell'assistenza e contenimento dei costi. Il controllo della qualità della cartella clinica elettronica deve costituire uno degli elementi più pesanti nella determinazione del premio. 3) Il rischio di reazioni avverse ai farmaci è correlato in modo indipendente al numero di farmaci assunti e al numero di medici prescrittori. Risultati di uno studio proposto dall'AIFA e condotto da SGG, SGO, SIMI, FADOI col coordinamento dell'Istutito Mario Negri. Occorre stabilire una priorità nelle patologie da trattare. Non è affatto detto che sia possibile o opportuno trattarle tutte. Limitare l'uso di più farmaci insieme. Al quinto farmaco in terapia deve scattare l'allarme per una attenta rivalutazione. 4) I farmaci inseriti nei criteri di Beers vanno evitati. 5) Occorre illustrare “visivamente” al paziente l'esistenza di una interazione negativa e operare insieme a lui una scelta. E' molto utile avere a disposizione materiale informativo da mostrare (o dare) al paziente. Apriamo una parentesi, al fine di spiegarci bene... Signora di 80 anni autosufficiente, con insufficienza renale cronica lieve, parkinsonismo vascolare, MRGE, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, spondiloartrosi. Amlodipina, Clopidogrel, Duloxetina, Escitalopram, Levotiroxina, Madopar, Sinemet, Metoprololo, Omeprazolo, Lorazepam e Atorvastatina. 14 compresse al giorno, 11 farmaci 7 interazioni pericolose e … non c'è niente da fare! Voglio molto bene a quella signora. Questa è la ragione per cui io ho circa 5 assistiti così. Non ne reggerei di più. E infatti non ne ho di più. A volte accade di trovare assistiti che non intendono ragioni e ci considerano addetti ad un supermercato (dove non si paga il conto). Allora occorre ricordare una regola basilare dell'economia: quanta benzina vi danno al distributore se consegnate 10 euro? Ricordiamo che il compenso mensile per un assistito è di euro: 3,22 Il nostro benessere, il nostro equilibrio, la nostra autostima (e dunque anche la nostra performance lavorativa) potrebbero giovarsi della scelta di rinunciare a qualche assistito. E per questi assistiti può essere educativo faticare per trovare un medico sempre accondiscendente .. 6) Tre scelte farmacologiche precise: – shift da Sartani ad ACEi – utilizzo di Simva o Atorva – utilizzo ciclico dei PPI. Vediamo di calcolare gli effetti delle nostre supposizioni. E avremo delle sorprese... Immaginiamo di convincere 50 medici ad applicare a 5 dei propri pazienti ognuna delle tre linee di indirizzo. Sostituzione dell'Olmesartan (il più costoso dei sartani) col Ramipril (il meno costoso degli Ace-i). Sostituzione della Rosuvastatina (la più costosa delle statine) con la Simvastatina (la meno costosa). Passare dal trattamento continuo col Lansoprazolo a uno ciclico (due mesi tre volte l'anno). Il risparmio ottenuto sarebbe di euro 54.750 + 74.825 + 25.650: 155.225 euro. Un effetto modesto: l'1,24% del volume prescrittivo. Una cifra nell'ordine della differenza di spesa prodotta da due medici (che non sono agli estremi della curva di distribuzione). 7) Non è possibile operare risparmi decisivi senza un intervento diretto sui singoli medici. E' necessario che ci sia un meccanismo che incentivi i comportamenti virtuosi e disincentivi gli altri. Meccanismi individuali e di gruppo. Ma è necessario anche fornire una “consulenza personalizzata” ai singoli medici che la richiedano. Iniziative uguali per tutti e premi uguali per tutti a cosa hanno portato? A irritare chi prescrive correttamente e a non scalfire chi prescrive meno correttamente. La chiave di tutto: – il forte incentivo a rispettare i budget, – una assistenza personalizzata per raggiungere gli obiettivi.