3
PROVERBI
ROMANESCHI
M
ABBREVIAZIONI
»
Proverbi Romaneschi
RACCOLTI
GIGGI
ZANAZZO
Noi
Tarla
Romani,
imparata
a
der
me
l'aremo
frego
ne
Signore.....
Nostro
Cap.
V,
Pao.
ROMA
AGENZIA
GIORNALISTICA-LIBRARIA
CERHOMi
DI
35**
—
m
Piazza
Colonna
1886.
DITTA
SOLARO
—
35»
PERINO
9.
u
ti
STABILIMENTO
Proprietà letteraria
dell'Autore
TIPOGRAFICO
E.
PERINO
u
a
"cce((cvi"z"a,
Sxxa
Don
Torlonia
Leopoldo
Qttca
bl ®cZi
f.f.bi Silicico
e
bcCùt,Qittà, bl ctonia,
deputato traila
wicivto
a
covi
®.
Q\A*\,ka"x\xotcì
affetto
"f).
M762765
®.
dtaùawe,
PL
PREFAZIONE
LETTORE
AL
Il
proverbio
scintilla
dei
del
fatti;
nella
via
operare.
è
formano
vero
del
come
la
voce
del
ch'erompe
questa scintilla
e
Io
è
futuro
direi
un
che
per
una
popolo, è la
dal
cozzare
è lume
chiaro
giudicare
raccolta
complesso
di
e
per
di proverbi
leggi che
la scienza
della vita pr attica scientificamente
desunte
da un
nito
infinumero
d'esperienze.Infatti
a
questo detto
che, breve e scultorio nella sica schiettezza
di vedere
in
a fondo
elegante,dà modo
si assorge
che
non
fatti innumerevoli
di singoli avvenimenti
dopo un
lungo esame
tutti segnati di quella nota ch'è
e
V essenza
del
detto.
i
PREFAZIONE
Ma
parole che
teoria, vediamo
senza
usare
pò1 troppo di
tica. Un
proverbio veneto
i veci, i
li fava
i
e
li
fava
sanno
un
nella
prat-
diceì'u^Iproverbi
gent'anni
la
comoda
su
Infatti i
che hanno
suto
lungamente vismemoria
di tanti fatti da
stava
„
vecchi
soltanto
posseggono
assorgere
sintesi. E
a
detto
un
che
ne
sia
là
come
questo detto, pronunciato
d*"po
in
racconto
o
una
disputa popolare
un
certo
così, quasi inconsciemente, dacché
il popolo non
si mette
a
fare studi per
i proverbi, s'imprime forte nella
trovare
V opportunità sua.
di chi sente per
mente
E
quanto più troverà
applicazione nei
casi della vita, tanto
petuto,
più spess) sarà rie
quindi tanto più presto diverrà
dizionali
traparte di quél complesso di sentenze
che formano
i proverbi di
una
città, di una
regione, di una
nazione;
la
il proverbio denota
il
nazione, disse
Gothe.
"
Spesso s'è parlato male
C\,me ? domanda
taluno,
la sapienza del popolo e
Vuno
di
proverbi
due
la
sarà
vostra
essi
erroneo
in
proverbi
voi
invece
sapienza
allora
e
?
E
„
vero
mate
chiaspesso
Se
Vuno
contraddizione
;
li
alValtro.
contraddice
sono
dei
dov'è
che
due
dei
andata
spesso
JS
PREFAZIONE
un
proverbiocontraddice
è pur
vero
che
ad
un
dei due
nessuno
altro,ma
sbaglia.
che
fondamentale moderno
nel
scientifico
e, siccome
campo
nacque
che
fu riconosciuto leggegenerale,passò anartistico è che ogni pronel campo
duzione
Un
concetto
è in
l'ambiente,
gran parte, generata dalcioè dalle condizioni di tempo e
luogo.Ora una data condizione di tempo
cento fatti in un
e di luogopuò generare
dato senso
tra
e
quindi un proverbio; un'alcontrario
cento in senso
può generarne
e
quindi un altro proverbio. Infatti io
di
che
penso
si trovi questa contraddizione
nei
casi
proverbi quasi unicamente
di proverbinon
indigeni ma
importati:
il proverbio importato,prodotto da
biente
amdiverso,contraddice alVindigeno.E
perchè fu importato? Perchè gli uomini
in comunicazione
sono
gli uni coglialtri;
in una
data città,per un
dato caso, possono
gervi
immigrare mille di un1 altra,e strinamicizie
e
congiungervisiin famiglie
tra
da
questa vita
fatticomuni, e comincia
:
e
gVindigeni anche
degliimmigrati.
tra
comune
a
sorgono
così
correre
qualche proverbio
te
10
PREFAZIONE
IL
Vi
raccolte
molte
sono
e
regionali
di
proverbi
sarebbe
e
esaminare
studio
zionali
na-
ressantissi
inte-
le
principali e
intendo
io non
qui difraffrontarle. Ma
fondermi
ragion/ire dei proverbi, pera
chè
ci vorrebbe
un
volume, e chi voglia
di ciò che si può
dire inun'idea
torno
avere
all'argomento, legga la dotta ed efficace
prefazione del Fitrè alla sua
colta
racdi proverbi siciliani.
La
Sicilia, la Sardegna, la Corsica, il
la Liguria, il Napoletano,
il
Piemonte,
hanno
il loro
Veneto, la Toscana, ecc.
libro
agli
di
proverbi,
Ho
reputato
studi
del
dei
Quali
l'ha
non
cora.
an-
perciò far
popolo
utile
opera
aggiungendo la raccolta
Komaneschi
Proverbi
dialettali
Soma
ma
alle altre
esistenti.
già
le
sono
fonti
Komaneschi
? Anche
occorrerebbe
un
di cotesti Proverbi
per
determinare
ciò
terò
lungo studio. Mi contendi dire, alla buona, che vi si
dunque
trovc.no
detti di provenienza
biblica,detti
di provenienza
classica, detti di provenienza
diversa
parti d'Italia.
trovino
molti
sia
E
straniera
che
proverbi
tra
sia
d'altre
i romaneschi
antichi
e
molti
si
im-
PREFAZIONE
portati non
lo sa ?) Eoma
è
la
e
pagana
d'Italia.
cuore
meraviglia,perchè (chi non
due
civiltà :
a
fu madre
la cristiaaa, ed
è il
ora
A
Eoma
vennero
sempre
gente d'ogni parte e tutte s'unificaronoin
mana
RoLei, die tutto assorbe e armonizza.
il mondo
è quanta
gente abita
Romano
dicevano
gliantichi imperatori
dicevano
i papi,
mano
Roè ogni cristiano
diciamo
è ogni italiano*
noi.
E
è
ora
questa è verità storica, e se
"
„
u
"
„
moda
ci onora,
non
rettorica anche
chiamar
è
un'assai
brutta
la verità che
moda,
ed
io
la seguo.
che tra i romaneschi
dunque
debbo
molti proverbi importati;ma
abbiamo
geni,
indianche
soggiungere che i più sono
si può
che
dacché
ammettere
non
ogni proverbio nostro che abbia somiglianza
ci appartiene, sia
altro, il quale non
con
giustamente si può penimportato, ma
sare
Dicevo
che
in
certe
sentenze
verità
siano
state
tradotte
popolari spontaneamente
in
dati
più luoghi, essendo tali da essere,
ambienti
frontand
simili,facilmente vedute. Rafla diversa
testi
espressione di cocomuni
al nostro
proverbi che sono
ad altri dialetti sarebbe facileconoscere
e
le
in
quali di quelli che corrono
per
m
M
12
PREFAZIONE
tamente
popolo nostro, la forma è schietin quali invece
è semplice
romana,
tale
di altra forma dialettravestimento
; e questo, sussidiato dalla storia,dalle
valido
fiabe,dalle tradizioni,sarebbe mezzo
a
distinguere i proverbi indigeni dagli
anche ciò richiederebbe
un
importati. Ma
basta indicare
la via
lungo studio : a me
bocche
e
del
passo
oltre.
studio
utile sarebbe
raffrontare i
co' latini, già raccòlti
proverbi romaneschi
dal
se più
Vannucci, per conoscere
Roma
nelle altre parti d'Italia
sia
a
o
rimasta
forte e nutrita la tradizione della
scienza
prattica del popolo antico. Io non
ho potuto attendervi, ma
quel poco
per
che ho visto, mi
die non
sembra
sia a
Roma
la tradizione
più che altrove rimasta
degli antichi proverbi. E ciò spiego
Altro
considerando
innanzi
tutto
che
noi
non
i
proverbi popolari, (quelli
soltanto
i prodialettali)dei latini,ma
verbi
della letteraticra scritta,i quali spesso
hanno
nulla
di comune.
con
quelli non
Qualche proverbio popolare si potrebbe
è vero
in Plauto
ed in qualche altro
trovare
conosciamo
scrittore
ma
il materiale
resterebbe
pre
sem-
Il filonedi oro
del pentroppo scarso.
siero
popolare latino si perde nelle tene-
Si
PREFAZIONE
bre
fólte del medio
medio
evo
è
ancora
perchè ne possa
propositomio.
evo,
e
la latinità del
troppo poco studiata
venire qualche aiuto al
Del
è
resto, lo ripeto,il mio scopo non
di fare studii,bensì di presentare la
raccolta
agli studiosi.
m.
specialmenteper
dati positivi,
qualisono
vero, con
provar
queste spontanee manifestazionidel pensiero,
il concetto eh1io esporrò intorno alla
indole del popolo romano.
vera
Del popolo romano
prima caratteristica
sprezzo
è una
singolareindifferenza,tra il distare
sdegnoso e V accidia,che lo fa reimpassibileinnanzi ad avvenimenti
i quali infiammerebberofacilmentei popoli
di altre regioni.
Conseguenza in parte
E
la raccolta servirà
di questa è V altra caratteristica di amare
la
ValUgria e il darsi bel tempo, senza
del domani.
faticosacura
MV allegria
generalmentesono propensi
i popoli che una
lunga tirannide,dando
sfogo agli umori della plebe col sollazzo
distolse dalle cure
maggiori.Chi
rumoroso,
sotto il magnifico?
ricorda Firenze
non
n
1*
VL
PREFAZIONE
suoni
Erano
di ruote
e
di
e rumori
allegri
danze e figurestrambe
cavalli
e
e
nesche
buffo-
vestite da
voli
calzonai,cialdonai e dia«
Ridete, godete,gridava Lorenzo
a
reggervi:
«
Senza
E
chiamare.... i mi
sobbarco.
»
la lirica dei canti carnascialeschi:
venne
la vita
godereccia,si cantava
in chiesa,come
in piazza: la stessa musica
serviva per prece
e per
bagordo.
Roma
dunque che per tanti secoli fu
è maraviglia se tende
tiranneggiatanon
al godere : i pretigodevano àfar correre
maschere
e
Ottobre
e
era
sonare
tintinnii carnevaleschi
sentiva
sereno
nelle
campagne
delle
il suono
diffondersi
umide
gaiamente
tamburelle
dai sonagli di latta percosse a
rimbalzo
le canzoni
e
popolane : e sotto i
vigneti,nei solenni vesperi romani, il
vino fresco,limpido come
rubino brillava
un
nei bicchieri agitati.
Ed
i proverbi: Chi sse ne frega?
ecco
dì ventotto
"Trenta
mija e un cojon chi
Cristo
vò così,la mase
ne
donna
pija.
è contenta, oggi maccaroni
e ddomani
pulenta. „ E poi bisogna leggere
tutti quelli sul vino, per vedere quanta
nella
di Noè
parte abbia il tentatore
vita del popolo.
"
„
n
„
m
PRKFAZIONE
Dai
proverbi riferiti traspare anche
quella certa apatia di cui parlavo innanzi.
Questa la credo generata in gran
dal
parte
clima
il cielo grava
come
afoso
vento
le
e
Roma:
di
stesso
sovente
di
piombo e soffiaun
gambe si piegano e gli
occhi si chiudono.
cati:
fiacgli antichi non
ne
erano
il foro palpitava di vita: ogni cittadino
menti
prendeva parte viva agli avvenie
s'infiammava e i moti popolari si
Ma
—
succedevano
ciò
più? Perchè
pubblica è cambiato:
vita
e
alValtro.
è
non
del
Vuno
medio
evo
è
più
non
nella
vita
ha
dello
stato
ora
della
concetto
V individualismo
lasciato tracce
che
vero
il
Perchè
profonde
cittadino
ogni
vive
fosse propria;
come
stolto
dimorto
aveva
perchè il governo
da ogni interesse
alla vita
sociale
sue
pecorelle ben pasciute e perchè anche
(bisogna dirlo) questa città avvezza
ancora
le
a
vedere
si, può
Solo
in
sé
nella
città che
potevano
Pio
IX
senza
ecco
altri
tanto
dominò
unificò nel
cristiano
di due
più
commuovere
e
Ed
la vita
e
nessuno
proverbi
che
gano
pa-
quello
suo
Vittorio
Garibaldi
non
facilnente.
il mondo
grembo
vivere
che
civiltà
nuele,
Ema-
neamente
contemporaci
badasse.
mostrano
la
PREFAZIONE
"
sdegnosa apatia:
so' tutti
Ammazza
u
razza
una
ammazza
Sinistra
ddestra
e
„
è
'na
tutta
minestra
ecc.
„
Altri
contea,
senza
sei?
proverbi,
Conte
der
i
contro
palazzo
senza
!
ca
u
questo
come
e
Conte
che
:
conte
tanti
come
che
sapienti chiappanuvole
aria
perdono
per
portano
la nota
Romani
le bolle di
come
del
altri
si
sapone
prattico, che i
squisitamente. Ciò
senno
posseggono
dagli antichi che per questa
dote furono gli organatoti della giurisprude
della
e V esempio più luminoso
sapiente vita attiva; quella vita attiva
la quiete
troviamo
nella quale noi moderni
ereditato
hanno
alla
dolorosa
del
contrario
è
perciò che
medio
dobbiamo
evo
la Divina
del
è il poema
dell 'animo
tempesta
evo,
eterna
contemplazione,
poema
zione.
del
tempo
nostro
si
cui al
mirare:
la
quale
chiuse
colla
commedia,
medio
e
il Faust
che
si chiude
è il
colVa-
eredità
questa, sotto molti aspetti,buona
nel
degli antichi, altre ne hanno
sangue
i romani
Oltre
a
e
non
^ignoranza
valsero
V alterezza, la
Il
romano
moderni,
a
le
quali la
studiosamente
uccidere:
il
rannide
tiluta
vo-
coraggio
generosità.
non
sopporta insulti, è fa-
PREFAZIONE
bondano
specialmente i siciliani e i veneti abdi sarcasmi
felicicontro i preti
i nostri ne
mancano?
chi più
Eppure
di noi ebbe che fare coi preti? si potrebbe
che per
quella apatia che lo Jia
pensare
indifferentealla cosa pubblica il roreso
mano
e
del ceto
vivamente
così
prete
quindi
e
dirne
colto
non
male
il
mal
sia
non
abbia
non
tito
sen-
del
governo
stato
spinto
a
nei
proverbi.
Ma
i preti, si risponde, non
ebbero
anche
grandissima parte nella vita di
È più giusto quindi pensare
Roma?
cfw
questiproverbi non
perchè non
nacquero
sarebbero
stati permessi
chi ii avesse
e
il gusto
pronunciati avrebbe pagato caro
.
del resto
mordace;
che il posa
polo
ognuno
nelle famose Pasquinate
che si
sfogo
scrivevano, e
chi
avesse
aveva
le
raccolta
poteva sapere
scritte. Chi potessefare una
completa
la
storia
nessuno
delle
di
Pasquinate
Roma
vi
gerebbe
leg-
commentata
da
quello spirito sarcastico,che sgorga
dalla calma
pido
limsprezzante del romano,
bella vena
e placido come
una
tina
argenroccia condidad'acqua salsa da una
mente
,
maestosa.
TU
19
PREFAZIONE
IV.
di
Prima
finire debbo
avvertire
qualche
alia raccolta presente.
intorno
cosa
Questo libretto è il frutto di cinque
anni
di assidue
ricerche e di fatichemolte
durate
specialmente per accertarmi quali
de' numerosi
proverbi toscani die corrono
le nostre
per
popolo
Nel
tenuto
bocche
davvero
sono
il
tra
quali no.
raccoglierecotesti proverbi non
di quelli in forma
conto
di
e
che
abbondano
dei
nei
nostri
ho
nello
stor-
canti
modi
popolari,
dei
proverbiali, né
ho
proverbi pornografici.Di questi non
tenuto
conto, perchè sebbene quel benedetto
ne
peccato
di
mi
addosso
pesi
S. Pietro
come
il
tutto
con
invece
se
avessi
peccato io, pure
la pornografia, quando
resto
dell 'apostolo
affatto
ne
può
fuggo in
non
amo
se
fare a meno, e specialmente la
che desidero
stare
questo volumetto
possa
piacevolmente tra le ,ìiani più delicate e
ho tenuto
conto
gentili.Di
quelli non
perchè intendo
farne raccolta a parte,
Anzi
per
una
popolari la
è assai; ma
giusto e
n
biblioteca delle
materia
da
chi mi
discreto?
me
troverà
Ad
ogni
tradizioni
già
un
modo
raccolta
editore
spero
20
PREFAZIONE
che
volume
cotesto
a
guire
presto sepotranno
Medicina
Popolare, sulle
altri sulla
Superstizioni...
tenni
compilare e nel classificaremi atal metodo
seguito dai dottissimi Pitrè
Pasqualigo.
Nel
e
Nel
trascrivere
che
sia
udissi
sia
di
rado)
sempre
mutai
non
i
in
proverbi
in
ciò
li
toscano
pretto
tali quali
dialetto
(ma
li udissi
che
sillaba
fu
:
ma
quato,
antiassai
trascrivevo
,
nella
erano
bocca
del
popolo.
È mio
dovere, inoltre,avvertire i miei
popolani che se nel capitolo Paesi
bravi
Nazioni
nomi
ho
ecc.
di
scherno
tra
riaccendere
la
avuto
più,
che
si
ho
gli
voluto
odi
di
in
animo
anzi
ora
che
siamo
vivere
Siamo
tuttiromani
solevano
(Dio
civilmente
biare
scam-
ma
quei tempi
barbari
di stimolarli
in
in
steverini..
Tra-
guardi)
scando
rinfre-
ne
antichi,
memoria
saper
gli antichi
Monticiani,
Borghigiani,
non
ho
rammentati
pre
sem-
tempi civili,a
concordia.
egualmente, ami,
—
siamo
tutti
egualmente italiani.
Ed
sere
se
qualche proverbio può esora,
sfuggito alle mie ricerche assidue, io
spero
che
non
ci sarà
me
sempre
ne
rare
rimprove-
vorrete
tempo
a
pubblicare
PREFAZIONE
un'aggiunta. Io credo, ad ogni modo, che
riuscire
le mie fatiche potranno
gradite
prenderla
a
quanti comprendono (e dovrebbero comtutti)l'importanza singolareche
al popolo per
hanno
gli studi intorno
ben
conoscere
la storia d!una
nazione.
20
§r
Novembre
1885.
città,d'una
M
Si
PROVERBI
ROMANESCHI
ABITUDINI.
Si
nuo
er
sei re,
nun
monno
come
USANZE.
—
fa' la
se
legge nova,
trova.
erranti.
Innovasti,
Abbito
Cosa
invecchiato
Culo mio, che
no
La
moda
'Gni
aldiventa
tièttela
rara,
se
ya
nun
e
maravija
Lat
natura.
cara.
ha
la Tede
lassa
e
yvisto
se
la
mai
cambia,
quan-
sm....
viè\
dura
tre
Àssidaum
Chi llassa la yia vecchia
giorni.
mirabile
non
est. Lat
pe' la nova, mala
via
trova.
Vedilo
Er pane
de
casa
stufa.
anche
a
:
Esperienza.
»ROMANESCHI
PROVERBI
ADULAZIONE.
Chi tte fa
LODI.
—
ppiù de
LUSINGHE.
—
o
mamma,
tte
fingeo
tt'in-
ganna.
Chi dise
più de
ingana. Veneziano.
te
marna,
eia la su' festa.
'Gni santo
Cià
:
ci ha.
Ogni agnelloar su' macello.
Er giornoder santo se fa la festa.
Li santi nòvi càccieno li vecchi.
Chi s'inchina troppomette in mostra
er
culo.
Chi tte loda in faccia te dice male dedietro
le
a
spalle.
AFFETTI.
PASSIONI.
—
VOGLIE.
—
GUSTI.
Acqua passatanun
macina
Malorum
Vede'
e
tocca' è 'na
nun
A ssanto vecchio nù'
—
ne
nu'
je se dà
più.
memineris.
cosa
da
Prov.
ànt.
crepa'
je s'accenne lume
più incenso,)
—
(o
Chi la to' ccotta,e echi la yò' ccruda
Su li gustinun
De
ce
se
gustibus
sputa.
non
est
disputandum.Làt.
£
PROVERBI
Ognuno
crede
La
se
spesso
vede
le
due
Apposta
fòco
ar
innammorati
La
passione acceca.
Er
bello
debbono
nun
lasciati
mai
soli, perchè:
tutti.
AGRICOLTURA.
Chi ccià
Terso
pija subbito.
esser
piace a
bbene.
yò
p'er su'
cose
paja accant'
Yvede.
che
quer
Chi s'incontra
Ognuno
ROMANESCHI
—ECONOMIA
RURALE.
vigna eia ttigna.
v
eia
—
:
ci ha.
Chi ccià itera eia guèra.
tera
A
la
vigna
L'occhio
vacce,
der
a
la
Oculos
Chi bbene
terra
guera
—
in
tutti
domini
er
i dialetti
saginat
L'arbero
sementa
poco
che
italiani.
eqtuim.
ariccoje.
Chi mmale
er
guerra.
cavallo.
bbene
sementa
ariccoje;
male
ariccoje.
.
Doppo
:
bbottega stacce.
padrone ingrassa
Sentenza
Chi sementa
:
l'assai.
nun
dà frutto
se
taja.
Lai.
Él
La
vanga
La
tera
eia la
dice
Zàppeme
Quanno
che tte do
ce
e nun
Ne
er
grano.
e
vvatteoe
vigna.
Chi ccià ddenari
Terra
:
sai che ffa pijala zappa
nun
la
a
punta d'oro.
villano
ar
27
ROMANESCHI
PROVERBI
da
stia.
fa bon
nera
via, metti l'opre
bbuttà
grano.
gleba, sed nutria
alba sit
et
fere
nigra Lat
(Vedi: Animali, Metereologia)
ALLEGRIA.
DARSI
Omo
Chi
BEL
TEMPO.
alegro, Iddio l'ajuta.
sse
pija more
ne
di
Spiritustristis
robba
sse
nun
la
è
È
de chi
la
ne
va.
popolare.
canzone
ossa.
sse
se
Prov.
XIII,
fa,ma
2.
dde chi
gode..
dì,went'otto
un
una
exiccat
Frustra
Trenta
echi mmòre
e
Frammento
La
NONCURANZA.
—
cojon chi
habet
qui
non
mija
sse
ne
pija.
utitur. Lat
28
PROVERBI
Cent'anni de
ROMANESCHI
pianto nun
sórdo
pàgheno un
de
dèbbito.
Campa
un'ora
ccàmpela bbona.
e
di
Albano
Laziale.
mia ;
Magna, moje
Sciala mo'
cche cc'è ;
Che quanno
E quanno
c'è sse
c'è
nun
magna
c'è.
nun
Canto
Cristo yò' accusi,la Madonna
maccaroni
Chi
Parole
saporitissime
avute
giovato
nojantriromani
bocca
gnente
a
danne; perchè
sempre
frega
ne
che
in
sempre
mai
si
contenta,oggi
pulenta.
è
frega?
ne
sse
ddomani
e
ddura
e
;
accusi
fa
Noi
Romani
l'aria der
imparata
Su
a
tal
me
ne
a
se
e
omnia
a
seculorum.
moje.
frego l'avemo
Ccristo.
detto
c'è
decenza
Quann'
dì chi
,
per
fece arubbà' la
se
fatto
sempre
„
„
de
resteremo
ce
danno
cianno
forza
a
ciavemo
nun
anzi
;
arimasti
semo
cche
secula
Lassa
popolare.
è notte è 'na
una
mi
storiella
vieta
di
che
la
narrare.
ggiornata.
I®
a
ROMANESCHI
PROVERBI
AMBIZIONE.
Chi arta la
Dua
SIGNORIA.
—
la finisce.
pijabbassa
so' li potenti
:
Chi ccià ttanto
L'onore
è
echi ccià
e
te vie'
vai
indove
l'ombra
ccome
gnente.
appresso.
(ossia,gli onori)
Si Dio
La
ìò', li santi
nun
nobbirtà
ponno.
nun
empie la panza.
nun
(Vedi: Adulazioni,lodi
lusinghe)
AMICIZIA.
Ama
l'amico tuo
L'Amichi
Et frater
se
cor
su' difetto.
conóscheno
ne
canea
Un
trino vadi
se
e
vero
amico
antro
un
regaietto,di
è
un
XVII,
17.
mantiepghi,
quando
mantien
Un
disgrazie.
inangustiiscomprobatur.Trov.
Chi v?Ò' cche l'amicizia
Un
le
fresca
vienghi.
in
quando,
l'amicizia.
tesoro.
Qui invenit illum (amicum)
invenit the san
rum.
Ecclesiastico.
Santi vecchi,santi scordati.
ft§
»
ROMANESCHI
PROVERBI
AMORE.
Amore
è ccieco.
L'Amore
Amore
è bbello si nun
nun
se
amor
con
c'è stato
litigatilo.
paga.
Equam
Andove
è
est ametar
amans.
Lab,
foco ciarimane la puzza
er
d'abbruciaticcio.
Uq
primo Amore
Amore
rogna
e
nun
se
ttosse
nun
scorda mai.
s'anniscóaneno.
Amor
Difficile est
Tira
caelatur
non
tossisque
abscondere pretoria
aest is.
più un pelo de femmina
Lat
Lat.
che ccento para
de bboyi.
Tira
piò ù pelde
p.
...
.
caai che trota.
Chi per
amore
Chi ammira
se
pijape' rabbia
se
lassa.
Chi
mira
tira.
è ccacciatore.
Doppo er
bacio
er
bucio
ma
Bacio
Bergamasco.
attira.
cioè:
L'Omo
che sento
nun
però:
fa bbucio
15
8^
Si
facesse
bacio
un
Nun
c'è la
nun
tutti li
bacio
un
grugni
sbuciati.
sarebbeno
Iadove
31
ROMANESCHI
PKOVERBI
c'è ddouna
c'è l'amore.
ggelosianun
amore
senza
Nun
c'è mmorte
Nun
c'è
dolore
senza
pprato
fiore.
senza
:
oppure
Nun
c'è ssabbito
Nun
c'è ddonna
Nun
c'è
Nun
c'è ccamicia
Lontano
«
senza
pprato
amore,
erba
senza
mmerda.
senza
dall'occhi,lontano dar
'st'aritornellof
ciavemo
Me
sole,
senza
lo diceva
sempre
dall'occhi
Lontano
er
core
Fiore
—
mi*
mòre;
compare
lontano
Qui procul est oculis,procnlest
de
dar
core.
lumine
a
cordig.
Prov.
Procul
Chi
ama
Chi
mme
ex
oculis,procul ex
»
Med.
Lat.
mente.
teme.
yfr' bbene
appresso
vie'.
me
e
Vói fatte ama'
? fratte
Subtrahe
ximi
sospira'.
pedem
de domo
tuum
Prov.
il
proverbio
:
prò-
oderit U.
tui,ne quando satiat us
Vedi
:
XXV,
Cosa
rara
17.
ecc.
PROVERBI
Abbasta
ROMANESCHI
'na favilla
p'abbruc.à''na
di
Detto
Ex
minima
mal
parole
riferite
scintilla nascìtur
magnns
casa.
ignis.
Prov-
Parrà
scintilla magnani
Med.
incendium.
exutavit
ecc.
Lai.
ANIMALI.
Chi ffa mmale
ccani
a
e
ggatti fa minale
li
su' fatti.
La bbestia
Omo
La
a
manza
Chi ffa mmale
Mejo
cavallo
È
Si
mme
ce
so' vvitelle.
le bestie fa mmale
a
che
manzo
mejo
uperta
la notte.
ruspa
so' vacche
ce
padrone
er
cavallo seppurtura
gallinaceca
Indove
ammazza
attempatela che un
giuvinotto matto.
strufini nfarruvini,
si m'ammazzi
culo
li cristiani.
ppolledromatto.
marito
un
a
p'er
ariviengode sicuro,si m' ammazzi
pe' la testa
è frinita la festa
Lo
dice
ragni
c*è
la
pulce.
Ragno porta guadagno
Nelle
^
case
dove
ci
son
guadagno.
»
84
si yvói ch'er
Ogne le rote
Li
Chi
ROMANESCHI
PROVERBI
nu' strilli.
carro
regalitiengheno cuperta
te fa
ccarezze
la magagna.
tte l'ha (fatta
o
tte l'ha
o
dda fa'.
Chi
vya
ppe' frega'aresta fregato.
tutti li momenti.
Succede
Quanuo la
La
donna
poi
vò'
mette
nun
puro
so' ssanti.
ce
chiave, te
sotto
la fa.
La
viperas'arivorta ar ciarlatano.
Consijode vorpe distruzione de galline.
Li ladri de Pisa (o
de breccia)de giorno
la notte vann' arubbà' insieme.
e
litigheno,
—
Gabbie pe' l'uccelli,
e ttrappole
pe' li sorci !
Quanno
quarcuno
micco
ce
vo
je* se
fa
passa pe'
dice
accusi.
Fra cucchieri 'ste frustate ?
Vói caccia'
er
grancioda la pila co' le
mano
de H'antri ?
Sórdo che nu'
É
segno
risponnea pprima yoce
ch'er discorso nu' je piace.
L'uccello ammaltziato
nun
dà
retta
a
la cio-
yetta.
Hanno
!
apertol'occhili gattucci
15
J£
35
ROMANESCHI
PROVERBI
AVARIZIA.
Li
quattriniso'
li dolori : chi
ccome
U'ha
cce
li tiè\
se
Sparagna,sparagna,
Arriva
L'avaro
Li
gatto
er
quatrinivanno
e
lo magna.
se
contento.
è mmai
nun
e
viengono.
fatti
son
Li
quatriniso
per
spendersi.
la 'rena, 'na soffiata e
ccome
vvóleno.
Mejo
Est
in b ascia,qui
dola
mezus
dde
che ddolor
dolor de bborsa
non
core.
dola in core,
Sardo,
Ppiù
cce
ne
Chi è dduro
so'
ppiù sse
de bborsa
BELLEZZA.
è dduro
de
core.
BRUTTEZZA.
—
FATTEZZE
vorébbeno.
ne
CORPO.
DEL
Chi bbella vò' ccomparT,
Quarche
Chi
ccosa
bbella vo'
Pene
e
ha dda
soffrì.
pare
guaje ha
da
paté. Napoletano.
ROMANESCHI
PROVERr.I
Chi è bbella
Cristo l'ha ddetto
Nun
un
minchionate
er
naso
ber
uà
„
s'han-
carità
?
patocco.
perchè
ragazza
una
eia
v'arrisponneràaccusi.
grosso
bbella scarpa
gobbi
bbella
sta bbene
palazzoce
Si
D'una
sfuggì. Che
da
puro
ber
:
so' nati
che
poveracci
no
\
sui
l'apostoli
a
fidate de li segnatimiei.
ye
„
Doppo
poverella.
è ttutta
nun
ciaresta sempre
una
bbella
ciavatta.
Benché
è
Cristo,e
Un
bbella, l'addimostra
stata
bbone
irmonnoso1
cadente, quann*
vecchia
du'
cose
ritornello
Nu'
la
Nu'
la
dice
;
su
che
pelo,
Schizza
m
ch'è
pijate rossa
ch'è
sciapita
ffocosa j
ssaporita.
la bardella
sia, una
giovina, è
mar
ch'è
pijate bianca
co1 la bbellezza der
Brutta
Rosso
pélorosso:
fa bbellezza.
Chi ccià vent'anni
ruga
sempre.
la vitalla moogana.
Pijatela moretta
Grassezza
sole de
una
veleno.
somaro.
donna,
sempre
quann'
è
passabbile.
Du'
ar
cose
87
ROMANESCHI
PROVERBI
se
nun
monno
Essere bbella
de
e
avéne
ponno
sape' ccantane.
*n ari fornello.
dice
Lo
Li nei so' bbellezze.
Belìo in fasce bbrutto
La
fa li
bbrutta
Madre
Bellezza
Er sole
L'omo
va
se
nun
dda
in
b belli.
fiji
magna.
li bbelli.
bbeìlo.
è ssempre
dicheno
Lo
che
Occhio
e
nero
Né
speciarmente
cianno
ne'
ppe' nnaso,
Naso
grosso
Naso
pe' l'insù
de 'sto
monno.
ppe' bbocca,
brutta.
de gran
è ssegno
pe' ccasa
uno
perchè
le ragazze
cervello.
In de la bbótte ciuca
ce
cbe
li bai àttell
sta
cce
l'hanno
Donna
Labbra
se
nun
pelosao
senza
mmatta
colore
Core cattivo
è
misureno
e
o
a
scontente.
preziosa.
rrobba
If Albano
L'ommini
so'
vino bono.
er
picchelie*
più
ppoi non
e
ppropio
Ne
brutto.
marito
er
pò cidi' a 'na donna
Se
le donne
ccapellobionno
bbdlezza
Prima
piazza.
Laziale.
pparmi.
virtuvosa.
:
ttraditore.
38
ROMANESCHI
PROVERBI
Lungo
e
come
ssecco,
sapiens; sfd si
sapiens,sapientissimo».Lat.
Homo
Orecchia
malanno.
er
longus,
raro
longa yita longa
Pecchia
vita curta.
curta
è
bello
pregiudizio
un
e
buono.
L'acqua fa bbelli l' occhi.
Granne
e
ggrossa
Che bianca
Li
facci Iddio
me
rossa
e
fo io.
ce
me
gobbi pórteno furtuna
gobbe sfurtuna.
Le
Se
passa
gobbo
al
Fino
invece
ginocchiopò
ar
deve
Sette bbellezze
e' è
Roma
«
che
Prima
dev'èsse'
Arta
E
La
bbianca
Bfcocca
e
Quella
Larga
Quella
de
se
de
è
che
la
spalle
donna
(Vtdt:
e
donna
Tal liscia*
e
:
fi'occhio bbello:
in
stretta
chiama
pò
la
e
'na
pianella,
senza
dev'esse*
:
possi chiama*
se
senza
spalle
dice
d'ave*
rossa
adosso.
donna.
piccolina
Graziosetta
Larga
la
bbella
;
gnisuno pia.
ccià
bbellezze
Sette
dietro
ogni occhio
su
canto
un
strofinano
si
vvedè'
ave'
tutti
sputano
gli
ginocchioin
E ddar
In
le
gobba
una
'na
stretta
bbella
Donna)
parla' :
ner
in
centurella
donna
de
bbella
cintura,
pe' nnatura.
:
BENEFICENZA.
A
SOCCORERSI.
—
ccavallo donato nu'
Si
qais dat
39
ROMANESCHI
PROVERBI
mannos,
in bbocca.
je se guarda
ne
DONO.
—
in dentibus
quaere
annos.
med.
Prov.
Agùrete bbene che bbene te vie'
Agùrete male
Magna,
acciocché
cavallo
tte
yenghi bbene.
mio, che ll'erba
Specciaon
tratt, el me
bò,
cresce.
che l'erba
cress.
Milanese.
ariccoje
Chi ssementa
Chi ffa bbene
Chi ddà
e
aspettabbene.
ppoi richiede
Martino
San
jetaja er piede.
Lo
•
Chi
dà
e
ripetono
pò1 domanda, ghe
a
Chi
dà
e
la
i
spesso
vien
ragazzi.
la bissa
gamba. Veneziano.
il diavolo lo raccoglie.
ritoglie,
Toscano.
Fa
'Na
scórdete,fa mmale
bbene
lava l'antra
mano
er
e
pénsece
ttutte
e
ddua
laveno
faciem
lavant.
viso.
Manu?
mannm
et
fricat,
ambo
Prov.
ani.
M
40
ROMANESCHI
PROVERBI
Nu'
spojà''n
artare
pe' vestinne
Cerco ajuto e ttrovo
Santa Marta
alla
consijo#
a
San Pietro.
una
chiesuola
che ffa llume
Santa
è
Marta
si
ripete per
di
chi
lo
indicare
avendo
è bbono
nun
pe' se,
orgoglio
schernisce
meno
od
ha
più. Belli.
è
è bbono
nun
vicina
proverbio
sciocco
essendo
o
chi
Chi
Questo
Vaticana.
Basilica
antro.
un
manco
pe' H'antri.
Nequiquam sapit qui
quelParberoche
Beato
se
sibi
sapit.Lat.
non
pò ricoprìeco' le su1
foje.
Beato
quello che
in
pò
Chi ddà
a
li
Un
bicchier
Er
don
poveridà
Uprì la
cassa
mmorto
e
e
soccorre
a
la
sé.
je diede
Ddonato
a
gnisuno.
nepote:
'na
sta
(Vedi; Religione)
n
da
Ddio.
s'arifiuta
d'acqua nun
che fece Marco
Rigala è
a
disgrazia se
una
noce.
ppe' mmorì'.
—
42
ROMANESCHI
PROVERBI
La fame
La
caccia e'
llupoda la tana.
lupo da
caccia lo
famma
am
Necessità abbassa
la
nobbirtà.
tana.
Napoìet.
%
San Bisognino! fa ttrottà' la vecchia.
La fame
raggione.
sente
nun
Panza
affama
Chi ha ffame magna
Sacco vóto
In
tmpo
Genovese.
raxon.
tntto.
s'areggeUritto.
nun
vacanti
Panza
sente
no
pò1 stari
un
a
de carestia pan
Se
dice
de spagna.
de
pan
Taddritta. Siciliano.
pe1 scherzo,
spagna
de di' pane
scuro.
invece
gnisunoè necessario,nemmanco
A 'sto monno
er
A
cacatore.
bbona
pecora'è
ss'acqua?
Oh
—
ttu
nun
tté' site !
Una
un
si
arabbiato
"omo
pieno
era
in
vorja
d'acqua
bbona
e
la campagna,
fosso
un
sete, trovò
mezzo
de
a
domannò
; quello
j'arrispose
un
pecoraro
accusi
:
perchè:
•
Ogni cattiva
a
acqua
leva la sete.
Marchegiano.
*S
BUONA
Piscia
El
nome
Fatte
MALA
leto
poi pissar in
Fatte
Mejo
E
FAMA.
lletttf
e ddice ch'ha
a
va
e
bono
povero
dir
e
e
nomme,
der
Venez.
Napolet.
sputtanato.
panperem
melius
esse
injustedivitem.
est,
Lat
ttutto Toro
monno.
va
l'onuri
va
un
di la franti,
di
vascello
malerba
Iddio
chiese.
riputazioneche
BUONI
La
l'ha sua.
che ricco
onorato
la bbona
Quantn cci
Nnn
che
scassanuo
va
quam
ppiù
ssudato.
rubbà'
a
Hoaeste
Yale
43
ROMANESCHI
PROVERBI
perni
e
damanti.
Siciliano.
CATTIVI.
E
cresce.
li bboni,
s'ariccojì
e
llassa li bbirboni.
„
Nomina
un
tristo,
Mentovato
Er
vvi'sto.
e
giusto fu impiccato
del
da
Storta,
Popolo,
Roma.
tenuta
miglia
nove
gera
mondo
più ppulitoeia
la Storta
con
Stazione
Antica
Ghe
Er
a
un
e
solo
i l'ha
la rogna.
casale
-
ìuori
(romane)
di
porta
distante
vetture.
galantomo
a' sto
picca.Veneziano.
44
PROVERBI
ROMANESCHI
CASA.
Casa
sua
mena
nnn
guera.
Casa accantonata,
Casa
mia,
VICINATO.
—
mia
mamma
chi rumóre
a
ccasa
optima. Lat
sua.
testa cTalicetta che ccoda de storione.
Mejo esse
Melius
!
propria,domus
Domus
Beato
affurtunata.
casa
in
Romae
oppido primus, quam
secundns.
Lat.
P'ogniuccello
Sua
su' nido è bbello.
er
Lat.
ctriqtie
patriajncnndissima est.
Dio te sarvi da cattivi vicini.
Chi ccià'
v
vicini eia
COMPAGNIA
BUONA
Chi bbazzica
cor
prima
li fa
Mejo
soli che minale
ccani
Chi
nun
bbirboni
n
ar
se
impara
-
a
SOCIETÀ.
zzoppicà'.
tte dirò echi ssei.
su' simile
accompagnati.
mózzicheno.
co'
s'impicciaco'
pìja de fumo.
co*
e
CATTIVA
ddoppo l'accoppia.
simile tira
Li
I
zoppo
Ogni
Fra
E
eco' echi vai
Dimme
Dio
spie.
li bbirboni
le frasche
le frasche
:
con
vanno
d'accordo.
la minestra
le creature,
o
je
con
gli scemi, imbecilli, ecc,
te
u
-
PROVERBI
Poca
brigatavita
Poca
Più
ssemo
Meno
bbeata.
brigbéda vita bejètaBomagnólO'
mmejo starno.
e
semo
gallia
Tratta chi è
Er carbone
de te
mmejo
birbone
nun
Tanto
fracica
spese.
fa diventa
guasta cento bbone.
ne
sta bbene
el
corrnmpitovile.
echi scortica.
a
ladro
che
manutengolo
er
pagheno
*'
è mariaolo
Tanto
chi tene
In
compagnia pijòmmoje
in
quando
rifiuta
«
Via
moglie
Guai
a
!
Sa
un
si s'urteno
bene
frate.
le
arrobba
pena.
quanto
Napoletano.
sacco.
società
che
la
frate.
uà
tutti
che
cosa
chi
lo
una
Lat.
paradiso.
in
manco
chi ttié' qaant'
tanto
llui
come
quarche bbojeria.
fa
te
facta pecas, totum
se
a
ffajele
e
tte
o
o
Soli
fa
se
nun
ttigneo scotta.
o
Un
Morbida
ccantà
ggiorno.
mmai
'Na mela
e
—
mmejo starno.
e
ttanti
Quaiino so'
45
ROMANESCHI
fanno
in
qualcuno si
; gli si dice:
compagnia
prese
»
pileaccanto
ar
foco !
allora,addio
brodo
!
ti
46
PROVERBI
Un
po' per
uno
ROMANESCHI
fa male
nun
se
quanno
d'una
spilla
se
in
sta
compagnia,
deve
ne
fa
perchè bisognasse' :
uno;
»
Bruno
gnisuno
a
o
O
un
pezzo
tutti de
ttutti der
puro
per
Ddio,
diavolo.
bbruno,
tanto
per1 uno
Quanno
fa
se
fa
a
in società
se
spesa
la Romana
: Tant'a
ttesta;
una
Chi ordina paga.
Quanno
in
compagnia
chi
Condizioni.
Li stracci
Sorti
—
ordina
ce
rimette.
stracci
li
:
poveretti.
Tale.
eia ppiù raggione.
ppiù strilla,
Chi
Chi ppiù sporca
ppiù ttira
er
Er pesce grosso
Pisces
Piove
A
va
disuguali.
Contro la forza raggione nun
Er
cordo
d'ac-
se
per aria,
Tanno
Li
Chi
nun
sur
vence.
piecèa,
la fa ddivìè'
ppriore.
meno.
se
magna
magni parvulosco
er
me
ciuco.
durit. Prov.
bagnato.
echi ttanto
e a
Napoletano.
echi
gnente.
Ant.
PROVERBI
Cui ccià
er
denti
Dio
manna
Er
monno
è fatto
seenne
Chi
pane.
echi lo sa'e
e
Napoletano.
o
—
scarpette
a
le caccia
se
echi ccià li
scale
a
è fatto
monno
Da
er
denti,e
à chi n' ha diente.
vescuotte
Chi lo
Er
eia
nun
eia li
nun
pane
47
ROMANESCHI
echi
e
se
le mette.
carcerato.
carceriere,
Se
la
'sto
dice
d'una
sorte
proverbio
proposito de
assai,assai
a
mutata
persona,
in
Li
peccatide
li
Paolo
mastro
piagne
peggio.
mastro
Pietro.
eguale agli' altri : Li stracci vanno
Soffre
er
giusto per peccatore.
per aria.
—
A
'sto
'Chi ccampa
dritto campa
Chi
er
affritto.
et
mosca
galantuomo.
su' veleno.
Inest et i'ormicae fel
Habet
da
onestamente,
campa
Gni serpa eia
Et
contenti.
gnissuno semo
monno
—
splenem
mosca
e
—
splenem habet
e
et formica
bilem.
Proo.
Nun
è ttanta ricca la
Che
La
m
nun
regginapare
abbi
riggina
bbisogno de
aviette
Ani.
la vicina.
besogno de la vicina. Napol.
m
48
ROMANESCHI
PROVERBI
Soffre
giustop'er peccatore.
er
Ganis
dependit.Lat.
peccatimisue
Si tte fai
cantone,
te ce vienghenotutti
Addosso
A
ar
cavallo
echi llavora
'na
secco
ppiscià'ssopra.
a
tutti li tafani.
Tanno
ce
*
camicia; a echi
lavora
non
due.
Chi è fijoe echi
Chi
ffijastro.
è
chi
trattato
ccome
bbene,
fijo e echi
echi
e
ccome
mmale;
fijastro.
Tutti li caui pìsceno a 'sto muro,
A
Uno
cani cci
povir'omo ogni
un
fa la pappa
U
e
lo
dice
che, costumo
in
l'antri se la magneno.
'1 fa la sopa
Commare, indove
va
l'òter la
e
chi
schiatta
che
se
Yaleno
ya
er
ppiù
monno
un
de
fatiga a quelli
tutt'er
stanno
ne
de'
llavora
ccome
vas
non
:
ccani.
frangitnr.Lat
!
par
de
carzoni
che
scuffie.
(Vedi
giorno
ccent'anni pe' ccasa.
Malnm
Accusi
mangia. Berg.
sta la musica?
ozio, pretenneno
Pila intronata
abbaja.Siciliano.
Miserie
della
Vita)
ccento
50
Quanno
se
KSCHI
ROMAN
PROVERBI
fa ggiorno,
se
fa
ggiorno pe' ttutti.
(Vedi: Speranza)
CONSIGLIO.
L'arbero
Est
RIPRENSIONE.
—
s'addrizza
da
ESEMPIO.
—
piccolo.
in
trnncas, curvandus
arbuscula, non
uncum.
Lat.
Omo
avvisato
sarvato.
mezzo
Omm
Va
in
piazza
ffa
e
Fa
salva. Parma.
mezz
ppija consijo; aritorna
e
a
ccasa
te pare.
ccome
ch'er
quer
avisà Tè
prete dice, e
nno
quer
ch'er
prete fa.
Il frate
E lai
Li
predicava che
Foca
avea
purciniYann'
I
Ar
cavallo
bbene
infuriato
Si
ya
coecus
rubare,
scapolare.Toscano.
a
la bbiocca.
drio la cioca. Veneziano.
tìrejeer mòrso.
cani brevis tendatnr
copula. Lat
s'appija
Chi bbene
Chi
appresso
pulziniva
Malo
Ar
nello
si dovea
non
appresso
coecum
se
ar
consija.
cieco
ducit,ambo
casca
ner
in foveam
fosso.
caduut.
Bib.
u
PROVBRBI
Chi
bbene
tte yO
fa
te
ppiagne,chi tte yO
te fa ride1.
mmale
Chi
Er
51
ROMAKESCHI
pretedice
me
strapazza
me
ar
Veneziano.
ama.
popolo: diggiuna,
Perchè llui ce U'ha la panza
codesto
proverbio
canzone
che
ebbe
il
cantava
in
1867, anno
piena.
origine da una
popolo nell'anno
il colera
infieriva
cui
in
Roma.
Quantofa er bon esempio,nnn fanno
parole.
vedono ppiù dde due.
Quattr'occhi
Plus vident
Sa
piùer inatto a
ccasa
le bbòne
duo. Lat-
quataor quam
ch'er savio
sua
a ccasa
d'antri.
On matt
ne
on
Qaer che fa
er
I
Dico
a
pussee in casa
savi in ca de olter.
sa
granne
fa
er
sova, che
Milanese]
piccolo.
picoli
impara dai grandi.Veneziano.
tenti.
tte,sòcera,acciocché ttu,nuora, m'inCiò
che quando
significa
riprendere
offendere
sulle
una
persona
si
direttamente
si
volerla
senza
può
vuol
fare
dosi
tenen-
generali.
(Vedi: Ostinazione)
n
52
PROVERhI
CONTENTARSI
Ciii sse
ROMANESCHI
DELLA
contenta
gode.
Satis divitia;um est nihil
Fa
pòi e
ccome
nno
agita si bovem
pò anca1 in
nun
Chi sta bbene
Chi
Cor poco
Gnisuno
a
se
de la su' sorte.
Nemo
Idoio
Chi
sua
pò vede' gnisuno contento (o
Diavolo nun
pò ecc.)
nun
s'accontenta
—
Er
de' l'onesto aresta co' le
in mano.
pò ave' la bbótte piena e la moje imbriaga.
Nun
se
a
'sto
volete esse' contenti
monno
Tardatele
dedietro
Chi ttutto tò, ttutto
e
ddavanti.
nno
perde.
dunque
M*gò accudì cche ppeggio.
(Vidi: Temperanza^
SI
Lat.
sorte contesta*.
nun
mosche
Si
Piemontese.
gnente no.
ccor
ma
è cconteuto
ppiedi.
a
movi.
beD, ch'as bogia nen.
campa,
potes.Lat.
ncn
radi
carozza
se
nun
sta
amplia) velie. Lat
tóì.
rcome
Asinum
( hi
SORTE.
PROPRIA
—
:
m
CONTRATTAZIONI.
Chi
MERCATURA.
—
ddisprezzacompra.
Er bon mercato
gabba
Lu
Carta canta
S' fé
villano.
cr
mercato
negozi tgnì par
un
te
Leccese.
merca.
vvillan dorme.
e
Carta canta,
Chi
53
ROM\NhSc:HI
PROVERBI
ppiù spenne
e
norma
:
villan dorma.
meno
Piaaentino.
spenne.
Chi paga caro, compra
a
bon
Veneziano.
marca.
È ppiù la spesa che l'impresa.
Che
Chi
mostra
nun
nun
nu'
je dole
echi stima
A
ccalà' cc'è ssempre
Chi
nun
eia
(Fra
La
tempo.
disgrazie questa
er
e
pporco
stìmelo
Pija a ffilà'ppe' dda
Ne Io
spacciosta
è
'na
fortuna.)
prezzo.
Rarità*
Mercante
uno
vvenne
perde gnente.
gnente, nun
scarsità fa
la testa.
cent'occhi,
a echi
ttante
profitto.
venne.
A
A echi erompa
il
er
a
pretium facit. Lai.
quann' è mmorto
fila'.
guadagno.
ai
54
PROVERBI
ffusse bona
Si
mmezzo
ROMANESCHI
la
puro
perchè
Le mezzerie
mezzeria
la
:
moje.
Mercanzia
mai
fumo
nun
pijerebbea
se
bbòne.
perchè negli
Amicizia è
conto,Interesse è
un
Cu la Yinniri
'Un
A
La
e
ce' è
no
Che
poi
darse
Che
non
ti
nun
te
Cor
antro.
impressar
Inacidente,
paghi gnente. Veneziano.
eia pprezzo.
E
Cor compra'
:
tempo.
A pagar
bbóna
un
affari
cnmprari
amici né compari.Siciliano.
ppagà' cc'è ssempre
robba
amici.
vuole
non
s'impara a
che
sappiate tutti
:
wenne,
guadagna' s'impara a
spenne.
(Vedi: Debito)
COSCIENZA.
Male
Anima
Chi è
GASTIGO
—
fa,ppavura
nun
nun
DE'
FALLI.
ave'.
tua, coscienza tua.
ccausa
der su' male
piagnise
stesso.
.
Chi è in difetto è in
Chi
nun
eia
sospetto.
la
pulita se
coscenza
che
lo
sanno
crede
tutti.
PROVERBI
Chi ha fatto
peccato facci
er
Peccatum
la forca morì
Chi inventò
55
ROMANESCHI
la
subeat
penitenza.
poenitentìa.Lat.
impiccato.
Captores,saepe ipsicapiuntur. Prov.
Chi la fa la paga.
e :
—
Chi mmale
Ant
fa, mmale
aspetti.
Chi
Chi ha
dorce
er
mmagna
la porpa
magnato
Foecem
Chi
piagne
nnn
paga
sabbito
er
nu'
Dii laneos hahent
tte
una
Chi ammazza,
;
manifesta.
ma
j'avanza nn
Dii
a
de domenica.
patita,accusatio
non
domenica
Cento
Ant
s'accusa.
scasa
Excusatio
Iddio
bibit. Prov.
venerdì, pianzide dimenila. Triestino.
rìd de
sse
rosichi Tosso.
bibat, qui vinum
Chi ride de vennardì
Chi
Tamaro.
caca
quanti' è la
corno
gnisnno.
lenti,sed certi yindices.
pedes,sed
Lat
ferreas manus,
Lat.
Lat.
mme.
a
mòre
ammazzato.
Qui gladio ferit,gladio perit.S, Paolo.
A la
prima
a
la
perdona, la seconna
terza
minaccia,
se
se
se
a
bbastona,
la quarta
se
sculaccia.
Una
dnie tre
e
pò
lecchi. Corso.
56
ROMANESCHI
PROVERBI^
QuaDno
la pera
Qnanno
la fava
da
è ffatta casca
è arivata
culo
Ogni
nodo
vie'
pettine.
ar
fijode le
azione.
su'
Ognuno
è
Peccati
vecchi, penitenza nova.
Tanto
la
va
baccelio.
al
:
moje de lladro.
ride la
sempre
e
—
culo allora è {fatta.
ar
ar
Nun
se.
gatta
a
finché
llardo
sbatte
cce
er
muso.
Lo
sorice tanto
Nsi
Una
Chi
Come
a
va
che
attuorno
nce
rimane
che vie' le paga
impiccia la
lo
Napoletano.
naso.
tutte.
matassa
se
la
sbroji.
fai trovi.
Come
Chi s'ammazza
lo
Ar
lo caso,
a
co1 le
fa.
mane
se
troenva
sue
Milanese-
chi
trova
non
piagne.
cancello
li
se
se
pagheno
le mozzatóre
—
(o
—
traversóni.)
ar
cancello
:
le
Chi ccià la camicia
culo.
all'uscita
dome
smerdata
-
che
le
mozzatóre
mozzano
:
Tua.
je s'appiccicaar
M
58
PROVERBI
Er fòco fa
ROMANESCHI
allegria.
Legna de fascio,
Presto m'accenno
Chi dde
paja er
empie casa
prestote lascio.
e
fòco fa
de fumo
'Na favillaabbrucia
'na
e
antro
casa.
Vedilo
Rossi de foco dureno
Er carbone
o
Er
Er
.
e
è
Cor fòco
Compagnia
—
è ssempre
ce se
fresco.)
freddo.
ruzza.
Cn la foca
L'acqua sciacqaae
er
nun
si joca.Siciliano.
sole asciutta.
lava.
acqua
Nun
mette Pesca accant'ar fòco.
Ha
senso
metaforico.
Passione,Voglie ecc.
Vedi
In
il Proverbio
accant'ar
Er fòco
E
:
:
Affetti,
La
foco
paja
ecc.
purifica,
Er verde è speranza, e'
er
rosso
bianco la pace der
Frammento
sr
ecc.
fonno.
ssenza
nun
a:
llatte ggiovine
(o
.
mare
Amore.
a:
ttigneo scotta.
de le femmine
cu.
anche
poco.
vedilo
Cacio vecchio
ha.
nun
d'una
amore
core.
canzone
popolare.
ROMANESCHI
PROVERBI
Ogni
fòco è fiamma.
Indove
c'è
sole c'è ll'ombra.
er
c'è
Indove
llui
c'è Ilei.
Indove
è 'na
compa?niat,
mezza
c'è ffóco c'è
ffume,
fumo
Dal
in
metaforico.
senso
E' llume
Detto
—
COSTANZA.
fuoco
s'argomenta.
Dante,
Purg. XXXILI,
97.
FERMEZZA.
—
PERSEVERANZA.
Chi la dura la vince
Chi la tira la
Tutto sta
a
strappa.
incomincia'.
Omne
Intignasempre
B0111 incudine
incudine:
k
e
initium
difficile.Prov.
nn' scommette
ha ppavura
nun
resistenza
Incus
robusta,maUeum
Incus
maxima
non
non
metuit
ggociaa goccias'incava
Gatta cayat
mai.
der martello.
martello:
—
temnit
violenza
Prov.
Ani.
Prov.
strcpitus.
la
Ani.
Ant.
pietra.
lapidem,non
saepe
una
cadendo.
sed
Lat.
SS
60
ROMANESCHI
PROVERBI
l'avaro.
vince
L'impurtuno
Er
trotto de U'as^no
Br
più dduro
dura
poco.
scorticasse è la coda.
a
In cauda
sordato
bon
Er
Sopra
morto
er
pe' Turtimo.
chi ride
bbene
Ride
esequie.
la
canta
se
Lat.
in gaera.
conosce
se
venenum.
'ssequie ; esequie.
ajp.
Daje daje le cipòllediventeno
Dai
e
dai,la
loda
Nun
Nun
ariva
barca
giórno si
er
ai pai
è nnotte.
nun
sino
loda' Tomo
Veneziano,
(pali.)
la morte.
a
finem.
Lauda
CUPIDITÀ.
la
A echi ppreme
A
A
cui
echi
nun
cci ardi
Cui mmdre
Pecora
Chi
muore
spina
e
la
come
se
la cacci.
spina si
fangaia
Fùggelo
EGOISMO.
—
la
la
muore,
pecora
chi
scippa.Siciliano.
t'impresta,
nun
pesta.
mòre, chi ccampa
nera,
Lat.
bianca
campa
campa.
:
campa
Umbro,
PROVERBI
Chi
to'
Ccristo, se lo preghi ;
Chi vò'
diavolo
se
lo
Cristo, se
lo ammazzi.
io, accidenti
Me
l'ammazzi.
Tturchi,se
Chi yuo1
Morto
ROMANESCHI
tuo'
il
Umbro.
echi
a
preghi; chi
cciaresta.
mortilo, terra misceatur
incendio.
Lat
Chi amministra, amminestra.
È pp:ù vvicino
er
So chiù becino
Panza
dente, ch'er parente.
li diente che
piena nuii
Lo sazio
crede
non
San Pietro prima
ddiggiano.
a
crede
se
li pariente,
Napoletano
lo djnno.
a
Napoletano.
faceva la harha
pe' sé, e
ppoi pe' lPantri.
San
Franzéch
el faséa la barba
ai
pò
e
Ognuno pe' sse, Ddio pe'
Tati pensa
Indove
per
Chi ha
Chi mmagna
Contento
Ognuno
solo
se
io contenti
tira
fra.
a
Bergamasco,
Dio
per tati. Veneto.
fa l'inverno.
goduto, pgoda, Toscani.'
strozza.
tutti.
l'acqua ar
lii,
ttutti.
sé, e
hai fatto Pestate
so
prima
su1 mulino.
Ognun penssa
per chiel. PiemonUse.
vt
PROVERBI
La
ROMANESCHI
porta è apertapo'echi porta;
E echi
porta fora de la porta.
nun
Lat.
portayeritis,
Bene veneritis si bene
miele
Chi
mmaneggia
Chi
ppiù ccià più spera,
er
La
sse
sarra
se
prima carità
lecca le deta.
Prov. Ant.
habet,pluscupit.
Qui multum
Chi
se
sam.
è sse
stesso.
Lat
Charitas incipit
a seipsa.
Quer ch'è
mmio
è minio
e
ch'è ttuo è
quer
mmio.
Nun
fa
se
gnentepe1 gnente.
Indole c'è mmèle
so1
ce
mmosche,
taggio.
C'è echi to' ppassà'assai p'eryicolo der Van-
Vicolo
Iddio
me
der
vojibbene
Vantaggio
Donna
nn
Ripetta.
;
Che dde li santi poco
Chi ha buono
presso
Dio, ha in
me
ne
preme.
tasca i santi. Toscano.
Olimpias'ariteneva
dono
e
presente.
Donna
Olimpia Pamphily, cognata
Ecco
il popolo come
X.
codesto proverbio :
« Dice,che
interpreta
de
conoscente
o
quarche amico
quanno
d'Innocenzo
-
H
SI
ROMANKSCHI
PROVERBI
Olimpia je mannava
quarche arigaio dar paggio, lei prima se pijava er
rigalo,poi si er paggio je garbava ce
faceva quello che je passava
pe' la testa,
Donna
e
via,
faceva
lo
chetto
potevaa?è'
min
ddonara.
che tte danno.
deto te
pe1 ddaje un
Si je ne
trabboc-
un
strane.
Pijainsino
mano
mannava
pelle.» Su donna
le più terribili
le voci
correno
Papa Sisto quelloche
Si yrai
lo
fa la
je faceva
e
Olimpia
e
finito,che
passa' ssopra
aveva
quanno
se
la
pijenotutta
e
—
dai
un1 ogna
te
se
màgneno tutt'er
braccio.
Si
invadet. Lai.
manum
digitumporresceris,
DEBITO.
MALLEVADORIE.
—
IMPRESTITO.
Credenza
è
mmorta, il mal pagator l'accise.
Sta
scritto
Oppuramente
dice
ce
credenza
:
c'è
Quanno
se
farà.
credenza, domani
Nun
nun
t'impiccia,
si
Debbiti
nun
e
la vói
le
su
mura
de
gallo dipinto
un
'sto
gallo canterà
Oppuro : Oggi nun
e
:
ssotto
allora
se
fa
si.
nun
t'intriga1,
fa' ssicurtà'
paga'.
ppeccatichi
ll'osterie
li fa li paga.
SI
64
PROVERBI
robba arigalata.
imprestata,
Robba
A la
ROMANESCHI
parola se
conosce
bòn
er
pagatore.
È mmejo ave' dd'avè',ch'ave' dda da',
Li
quatrinichi l'ha dd'avè',li vò\
Pe' fatte d'un
amico
un
nnemmico, impresteje
li quatrini.
Vói nimicizia
?
acquistali
Pe' ddebbiti
nun
Pippa,cane
e
s'è
mmoje
Vedilo
Li
-
Mpresta dinari.
impiccatomai gnisuno.
s'imprestenomai.
nun
anche
piacerili fa lo speziale.
nun
So'
ppiù sbirri che ppreti.
eia
ddebbiti,nun
E'
ccerca
capitale.
—
domestica)
VIGILANZA.
trova,e echi sseguitapija.
invenit. S.
Qui quaerit,
Chi ddorme
il
ha avuto.
Economia
DILIGENZA.
eia ccrediti.
più il debito, che
aùt chi ha avuto
(Vedi:
Chi
matriiuonio.
Donna,
a:
Chi
Aùt
Sicil.
nun
Matt.
Evang.
pijapesce.
Vedilo
anche
a:
Ozio.
66
ROMANESCHI
PROVERBI
Chi ddisse
disse malanno
omo
ciavemo
Chi
Uomo.
ritornelli
àu1
la disse
Chi
Donna.
disse
La Donna
ne
sa
che
si pu
si
Donna
un
cui
a:
gran
monne
malanno,
lo
la donna
a
Astuzia
«
'na
come
è, ppoco
nnn
monne
se
»
ecc.
quaja
sbaja.
lo calo
l'abballa,
è pn.....diavolo falla. Napoletano.
nnn
de quarantanni
Buttel'
La
anche
er
Quaono
lo
de
punto più der Diavolo.
un
smena
disse
ddicheno:
danno,
primo guajo de
lo
Vedilo
Donna
rovina
la
omo
disse
disse
donna
ddisse
che
Donna
è
a
la
ccome
Bbella de
La
ffiume co1 ttutti li panni.
castapa
fora,e ddrento
:
la magagna.
castagna
D' fora al 'è bela
e
drenta
e
1' ha la magagna.
Piemontese.
Donna
risarèlla,
Pu
puttanella.
A la fimmina
La
donna, quann
Se
U
ca
capiscear
ridi 'un ci aviri fidi. Siciliano.
'è
bbella,
cammina9:
li
Si la
sgrullala gonnella
Senti la pozza
donne
Le
anche
de bbaccalà.
di
mala
chiamate:
«
di
Frammento
La donna
La donna tira
La dona
La
e
le Belle
una
la
al pezo le
vaca
com' è
taca. Veneziano.
se
è ffilata.
com*
figghia
La
stappacom'
er
è
addivata,
è ffilata.Siciliano.
piantoin
so' bbandiere
fa
popolare.
avvezzata,
La
cianno
La dona
mare
»
canzone
saccoccia.
lagTemein
Veneziano
Er
sono
je sona.
La dona tien le
Lo donne
Roma
peggio.
ar
stoppa com9
Le donne
in
vita
è bbóna
nun
si la zàcchera nu7
La donna
67
ROMANKSCHI
PROVERBI
er
Le donne
xe
scarsel•.
Triestino.
e
de tutti li venti.
volubile per
natura.
Veneziano.
sale,
fanno
Di In mari
er
male.
nasci In
e di
sali,
la fimmina
ogni mali. SiciliafW.
Tre
femmine
fanno mercato.
Tres mnlieres faciunt nnndinas. Prov. med.
'Na femmena
n
e
'na papera revntarono
Napole.
Napolitano.
«8
PROVERBI
Le femmine
ROMANESCHI
danno
spiriti
come
sette
Le femmine
lo
hanno
li
spirito
per
gatti.
traverso.
Abruzzese.
Né donna
né
ttela,
guàrdeno a llume de
se
Né
a
femmena, né tela
de Carmela.
lnmme
Sante in chiesa,diavole
linguade
La
le donne
L'ermi
Omo
che
Malizia
ce
con
soprafina
ccuce.
9u' la
lingua.Siciliano.
crede
accidente.
un
anche
Astuzia
«
a:
dona
che zara,
ecc.
pianze;
le franze. Veneziano.
a
Uimoncello ;
spicchioa questo e
er
core
se
ne
quello,
a
ra.
Canto
El
che
»
de le Jonne
È fatto
E
ccasa.
taja e
Volpe che dorme, ebreo
Un
Napolitano.
ggiura,cavallo che ssuda, donna piaVedilo
core
a
di la donna
gnènte,nu/
Er
cannéla.
cor
Le Bbelle
de le done
ze
fato
a
pop.
melon.
Veneziano.
pe'ddiletto,
Le bbrutte pe9 ddispetto.
se
màriteno.
vi
PROVERBI
69
ROMANhSCHI
Matrimogni e yyescovati
cielo destinati.
so' ddar
et divitiae dantnr
Domus
proprieuxor
aotem
À
a
prudens.Prov.
ppìjà'mmoje pènsece un
Chi
pija moje
e
a Domiao
parentibup,
anno
bbene,
ccasca
14.
XIX,
e uà
giorno.
nnn
pò sta'
ppeggio.
(Fìgurete
Chi
chi
male!)
ccasca
s'assomijase pija.
similes. Lai.
Jungit amor
Chi
nun
mr:ioje
Chi
quatrininnn
ha
eia,moje
Z iella che ddnra
Che
Chi nu'
onestamente
dicheno
Lo
prenne.
sione
perde l'occa-
non
maritarsi.
yò, nu'
mme
nnn
perde ventura.
nun
vive
di
mmoje guverna.
mme
merita.
le regazze,
quanno
nun
tro-
marito.
veno
'Na bbella
è
manco
nnata,
Che la Tedi maritata.
Capranondom
haedus
peperit,
autem
in tectis ludit.
Prof?. Ani.
È mmejo
a
ddì'
:
ppoyerettome, che ppoyeretti
noi.
n
«
PROVERBI
Chi
ROMANESCHI
se
marita,
ppè'crapiccio
stenta
tutta
la
Yita.
Cq
soi
a
si marita,
capricci
Stenta tutta la so' vita. Siciliano.
Chi
eia bbòna
nun
Monica
faccia
Do
La bbòna
moje fa
fa la
Er marito
nun
L'ommini
nun
L'ommo
granne
mmarito
se
se
nun
prima
A la
fa H'omo.
a
pparmi.
Napolitano.
panne.
Broma,
è
corona.
ma
mmoje
da sta1 ssoli.
moli
stari sali Siciliano.
yonnu
scopa
è scopa
de casa,
de
casa
signora ch'amata.
Marchigiano.
prudenza,
moje pazi nza.
Nel marito
prudenza,nella moglie pazienza.
Toscano.
ir
e
signorachiamata.
la seconda
marito
a
mesura
hanno
seconna,
La
Ar
misunno
prima (moje)la
La
bbòno.
la donna
e
cuscinu. Leccese.
porta pe' fiocco de
se
e
nu
marito
quant'
Mariti
La
càpure a
er
donna,
cuscino.
un
de Sant'Ustino
Moneci
Casa
marita.
se
de Sant'Agustno,
(o frate)
Co' du' teste sopra
L'omo
nun
ROMANESCHI
PROVERBI
Moje, pippa
e
ccane,
s'imprestamanco
duq
ar
compare.
Moje
bbuo
e
Der
tuo.
paese
Uxorem
Indove
sta
dncturas
papa
sta
Dove
è
il marito
moje
Chi ccià
bbella
Chi ccià le
robba
La
corna
va
Perde
Marito
Me
la dote
lo
a
fa
C
è
e
bbono
fa
nun
o
la
sórdo
La
de
de
bbeato
Marche.
pija:
guardi Iddio.
sórdo
morte
nelle
ggattivo,
de pane
la
moje
e
chi lo prova.
Laziale.
Albano
Laziale.
bajocco d'ombra.
un
è
Albano
che bbrilla.
pa' e mmarito
Di
Mezzo
vento:
er
ffamija.
Di
Un
ssapello.
anche
echi vecchia
a
o
conta.
H'ha tutta pe' ssé.
ce
ccome
moglie.
canta
sempre
nun
popolare.
mio,
la
esser
bbella fa N'orno contento.
donna
Cusl succede
dev*
è lFurtim1
vviè1
e
Stornello
li cardinali)
:
jpochi quatrìni sempre
Chi ccià la moje bbella
La
Roma(o
er
Chi ccià la
respicias.Lat.
in vicinos
un
gran
dolore, ma
72
ROMANESCHI
PROVERBI
de gómmito,
Battuta
dolor
marito.
de
Dolor
A
dura
(T gomo
da
Assai
Tre
fin
l'uss
de
Doglia
dole
guveto
e
Piagne
penitenza
a
Chi vvò
la
vedovanza,
morto
marito
er
Chi
la
vvo
la
vvo
Cammilla
Tutti
la
Con
ragazze
gli
e
pensa
!a maire.
fijaaccarezzi
Fiore
sóra
ecc.
»
menza,
lu morto
chianci
stornello
Uno
La
de
pensa.
Siciliano.
lo vivu.
Chi
vivo
ar
e
Fiore
«
(vedova)
cattiva
la
Napolitano.
è ffinita.
popolare:
La
mogliere
ccornuti.
e
nun
la vedovella
Stornello
Piemontese.
s'arimarita.
la vedova
Piagne
porta.
de
e
tene.
poco
Buffoni, ruffiani
La
la
a
morta,
veduti:
so1 li bben
Quanno
"T fomna
e
fija
tali
che
e
-
ne
va
la
accarezza
La
dice:
canna,
se
canna
(o
vonno
de
pop.
sóra
a
la
vigna,
mamma.
Maria)
gnissuno la pija.
parole
si vantano
si
dà
la
baja
a
quelle
d'innamorare
uomini.
(Vedi: Famiglia).
tutti
§1
74
PROVERBI
Chi ssemina
Ar
caca
ROMANESCHI
miseria.
quatriniariccoje
n'accorgemo!
se
A lo conto facimo
lo
o:
-
pianto.
Che ccià cche ffa1 la gatta
si la
padrona è
Chi ddà la robba
In testa
mmatta?
prima che
sua
je sii data
la mazzola.
Chi ddà
la robba
Pija un
majo
e
sua
se
in sei
magna
La
robba
Li
pazzifanno
ne
se
va
le
nozze
piommo
pesa
sse
protesta
testa.
Albano
Laziale.
in sette.
magna
padrone.
ccor
Chi
Er
se
e
ddajeloin
Di
Indoye
mmora
e
li savi
fa la festa
dodici oncie
se
non
a
le magneno.
se
libbra
la
gode.
coni
la
bbambace.
A
ttempo de peste,
so'
ppiù le viggijeche
Chi
sciupa
il denaro
giorni de
ie viggije che le
poi
dei
Ar poni la robba
Ch'arme'
La
rcbba
dice:
in
continuamente
peste
in
cui
son
er
mme
terzo dì
più
feste.
la su'
staggione.
bbuttà'
cche
bbutto,
so' bbona
ha
cantone
un
ssempre
nun
le feste.
ddoppo
che puzzo.
nun
te
PROVERBI
Chi roppe paga
e
75
ROMANESCHI
li cocci so' li sui.
Er gargarozzo
è stretto ma
co' ttutto er tetto.
Chi
ffa,echi gguasta e
Ricchezza
A
cce
cape
la
casa
echi Fariccommida.
disposta
mar
ppovertà s'accosta.
Scopa nova,
bbene.
scopa
'Gni carcio in culo
'un passo avanti.
numi
Ogni
ERRORE.
FALLACIA
—
GIUDIZI.
cosa
è
DI DISEGNI
INSUFFICIENZA
—
Chi ffa li conti
Toscano.
cosa.
E DEI
DE'
POSITI.
PRO-
l'oste li rifa ddu' Torte.
senza
Chi fa lo canto
senza
Toste,lo
fa
doje vote.
Napoletano.
Chi inferra inchioda.
Siamo
Chi
mmaneggia
Chi ccammina
Chiude
tutti fallibili.
roppe.
casca.
la stalla
doppo
che
je
so'
scappati li
bbovi.
Ce yò antro, Monsignore,che
É
ff~
insufficiente
YYestì dde paonazzo!
l'apparenza ci vogliono
fatti.
p®
ROMANESCHI
PROVERBI
Da
oggi in là
Dio
Doppo
sa
che ssarà.
quer
la morte
chiama
se
nun
Prometheus
damno
Er libbro der Perchè
januam
sta ssotto
Il libro del
squino.
culo de Pa-
perchè,
è. Toscano.
non
pìja storni
cacciatore,quanno
Ant.
clandit. Lat.
er
Stampato ancor
Er
medico.
confectas. Prov.
post res
Àccepto
er
e
quanno
starne, a ccaccia.
Pamm'
indovina
Indove
nun
Er rospo
L'omo
che tte fo
ciarivo
indove
propone
tiro
ce
Ddio
bisognamai
Nun
serve
Ni
er
er
fasse
morto
anche
piscia.
ce
Religione.»
; «
a
gabbo de gnissuno.
piagne
vivo consola'.
Frammento
di
c'è cche Ddio
Nun
pijàfischi pe' ffiaschi.
Nun
pijàllucciole pe' llenterne.
nun
senza
pop.
moriva, campava.
Si la ècia
La
canzone
difetti.
Nun
Si la vecchia
«
cappello.
iadispone.
Indispone, dispone. Vedilo
Nun
er
ciariva
nun
e
riggina.
sarav
no
ancamò
morìa,
via. Bergamasco.
te
Sfe
PROVERBI
Sbaja
er
Tartare.
pretesu
le
Tutte
dormita
bonus
Quando que
Tutti ciayemo
77
ROMANESCHI
t Homerus.
Lat
li difetti-nostri.
riescheno
pallenu'
tonne.
(Vedi: Esperienza)
ESPERIENZA.
Chi ha fatto trenta facci trentuno.
Qui tannini
vitulum
sustulit,
tollero
Lat.
potest.
Chi llassa la strala vecchia pe' la nòfa
Pentito s'aritrova.
Chi
nun
prova
Chi
nun
sa
Cni
cn
no
Co1 lo
sa
crede.
nun
ffa' nun
fa, noi
sa
sa
ccommannà'.
Friulano.
sbajà's'impara.
Àrtur
Gnisuno
semo
nati
Errando
discitnr. Lat
discantnr
Lat
peccando.
impariti.
Nimn
L'asino
indove
casca
Vale
comanda.
nanchie
nasce
c'è ccascato
una
imparatn.Corso,
vorta
nun
ce
ppiù.
ppiù la praticarhe la grammatica.
Val
più la praticache
la
gramatica.Veneziano.
*
78
PROVERBI
Ppiù
sta
sse
'sto monno
a
K
nnoi
dimo
sta
i
sempre
cose
impara'a
se
nova,
questa
più veci.
nun
Veneziano.
spese d'antri eh'
Feliciter sapitqui alieno
Si le
notte
li vecchi.
B:sogna scoltar
a
sentimouna
ne
quanno
sènteno.
ne
sapevo.
Pga consijoda
È mmejo
ppiù se
e
Si mmorivo
:
la
ce
ROMANESCHI
a
le sue.
Lai.
periculosapit.
du' Torte!
potessinofa
(Magara !)
Ppiù
'Gni
s:e
ppiù s'impara
e
campa
giorno che ppassa
se
(Senza
-
e :
n'impara una
contacce
le
nova.
bbojerìe).
Chi è dell'arte
Ce pò entra'
Per
Chi
pparte.
a
giudicare bisogna
le carte
cconosce
S'imparappiù
ccor
parlider giòco.
fa' cche
El far
Tutt' è bbóno
a
Passero vecchio
Vedi
al cap.
"i
ccor
dì'
insegnafar.
Veneziano.
ssapesse.
nun
Astuzia
Annosa
competenti.
esser
entra
in
», Ucello
gabbia.
ammabtfiato}
ecc.
vulpeshaud capitarlaqueo.Lai.
(Vedi: Gioventù, Vecchiezza).
1*
PROVERBI
ROMANESCHI
FALSE
APPARENZE.
L'Apparenza inganna.
Chiesa
Er
diavolo
ddivuzione
e
granne
bbrutto
è ttanto
nun
poca.
pe1 quanto
se
dipigne.
L'abbito
fa
nun
Habitus
Nun
Nun
La
e
Med.
Prov.
che riluce.
quer
è sempar
Pare'
facit monachum
non
è tutt'oro
Un
monico.
er
tótt* òr
quéllch'arlas. Romagnolo.
1
esse'
nun
È
ccome
c'è
rosa
fila9 e
spina.
senza
defora
cerasa
tèsse9.
nun
è
bbella
ddrento
e
è
yyer-
minosa.
fa yyede
Tonno
che Ccristo è mmorto
quann'era
dice
Si
neddoto
Se Tede
Ma
Chi
nun
quando
su
è
codesta
riuscito
di
la mantella
nno
vede
le bbud^lla.
nun
de la
persone
esserci,senza
Deve
non
padrone
delle
vittime
a
-
er
crede.
poi
de freddo
legnara.
che
si
è tutto
dubbio,
sentenza,
conoscere.
atteggiano
il contrario.
qualche
che
a
a
me
PROVERBI
Er
ROMANESCHI
ggiudica da l'apparenza.
monno
La
Siciliano.
giudica di l'apparenza.
manna
(Vedi: Regoli
dbl
giudicare).
FAMIGLIA.
Bbeata
che
quela verga
Biata.dda
porta fiji.
nun
panza
chi
fici mai
nan
figghi.
Siciliano.
Crescete
e
mmortipricate, (popolo cencioloso).
Lo
Chi li
caca
I
A
li
se
figli.E
la
n'ha
cce
Chi
Chi ccià
Donna
e
se
anche
stesso
senso:
la cacci.
a:
«
Cupidità
»
ecc.
fijol'alleva matto,
nn
Chi alleva
Chi
nello
pure
spina
Vedilo
Chi alleva
Signore.
tienghi.
si dice
echi ppreme
Nostro
disse
un
n'ha
fijiccià
grasso.
l'alloca.
ccento
mmalanni.
de bbdna
razza
doppo
maschio.
er
ralleva
l'affoca
una
cce
porco
fa
pprima
la femmina
Fortunata
quela sposa
Se la prima xe una
tosa.
Coji la
rosa
e
Nel
llassa la
matrimonio
Veneziano*
spina.
ci
son
rose
e
spine.
82
Le
PROVERBI
crature
stanno
tra la
pace
Darà
La
socera
e
quanto la
nnòra
e
Fu
marzarola.
ssii è
fanno
nun
diavolo
er
Che
scrisse
fa
nun
etra
e
cane
nnora,
e
'un 'ora.
bben
che
ssocera
accidente.
un
in
carta
co1 la
bbene
Di
So
mmòllo
a
la nòra,
neve
che
bbona
socera,
Socera
bbecco
a
sempre
Pucelli.
come
La
ROMANESCHI
e
nora.
Laziale.
Albano
gatto, lima
nova
raspa.
Ahòne, ahòne,
La
Panza
A
matregna è ppiù agra
de Uimone.
pizzuta:Fijo maschio.
'gni madre
Quauno
er
bbello
je pare
piccoloparla er
er
fijosuo.
granne
ha
pparlato.
Majali e ffiji
Ct me
Tre C
rallevi
li
piji.
Cuggini,Compari e Ccugnati.
pericolosi:
'Na madre
nun
è bbóna
so' bboni
Chi ppresto addenta
Fiji piccoli,pene
pe* ccento fiji,
e ccento fiji
pe'
'na madre.
presto sparenta.
piccole; fijigranni
granne.
L'acqua
coire
e
'r sangue
striglie.
pene
M
UPROVERBI
83
ROMANESCHI
femmine co' la madre,
fije
Li fiji
maschi cor padre.
Le
Li dolori dtr
Li
parto se scordeno presto.
parentiso1 ttormenti.
Chi
n' ha
cce
Nnn
ce
uno
n' ha
gnisuno.
Fapparlà'l'innocenza.
Vói sape'la yerità?
Fijie
Da
affanni scórteno Tanni.
ggente che
Nnn danna'
fanno
nnn
ni
fiji
ni ppe'cconsij'.
ppe'ppiaceri
di
Proverbio
Albano
Laziale.
(Vedi: Cisi).
E
FATTI
A D'antri la noce,
Agli
a
PAROLE.
la
mme
altri le lodi
yocp.
a
Fama
Antro è
il
guadagno.
Lat
major rebus.
pparlà'dde morte antr' è mmorì'.
Cane che
Nemo
me
mozzica.
abbajanun
canem
timeat
qui non
laedit Disi latret.Lat.
Quid canis oblatrat tolero dum
nil mihi
Prov.
patrat.
Med.
Chi lo dice nu' lo fa.
Dar
di'
ar
fa'
ce
'è
un
ber
passa'.
SS
SI
:
?*"
PROVERBI
È bbello
Si
ROMANESCHI
giòco
er
fatti assai
fanno
se
Le chiacchiere
èmpieno la
nun
Le chiacchiere stanno
èmpieno la
de
raggiona.
pijassier
PIACERE.
Come
Dar
e' riso vie1
passa
b
ne
amia'
So' ppene
Ma
Chi
ha
Li dolori
se
provato
nnn
Li fatti de la
a
-
muti).
BENE.
pianto.
er
passa
male.
infernale :
ce
Er bene vali'
tutti
male
ar
dar male
Presto
er
!
DOLORE.
—
bene
er
monte
INFELICITÀ.
—
Lat.
'
saressimo
(Allora, addio!
Doppo
(o-ddemano).
core
volant,scriptamanent.
sse
Si le chiacchiere le
FELICITÀ.
maccaroni
la carta aresta.
e
Yerba
de mena1
o:
-
panza.
paroleyòleno
Prima
panza.
gnente, li
a
Largo de bbocca, stretto
Le
chiacchiere poco.
ar
bene
riè1.
il male
ccerca
gusta
; er
male
meglio
il bene.
stali 'a aspetta1.
ammàzzeno.
pilali sa
er
i
uperchio
-
o :
solo
Dio
le
sa
de la Madonna.
cose
Nemo
scit ubi calcens urat, Disi
Mejo
esse
Invidiati che
invidos
Praestafc
Mejo
Nun
*na
se
Qaam
siot
cara
bene
er
conosce
misericordiam.
qnam
te che
mor
bona,
portai Lat
qui enm
ccompatiti.
habere
bbóna
85
ROMANESCHI
PROVERBI
si
mala
na
vita.
s'è pperso.
nun
homines
Lat
carendo
intelligent.
Lat.
Ogni
che
acqua
vie1
abbagna.
strigne la scarpa, antro che
quelloche la porta ar piede.
Gnisuno
Quanno
Si li
indove
sa
fa
se
guai
se
ggiorno
Tutti Tucelli
conóscano
Gua\
si tutti
grano
!)
Guai
i
o
volessero
Amico
Fidasse
e
nno
de tutti
è
er
l'ucelli
tutti
se
FIDUCIA
Amicizia
ggiorno pe' tntt;.
piazza,ognuno
cor fagottello
suo.
ccas»
nun
i beni
fa
in
vennessero
a
ne
se
gli
uomini
offre
loro
la
il mondo
parte.
E DIFFIDENZA.
bbene,
de
nun
gnisuno è ttutt' uno.
fidasse
è
(o
-
er
conoscessero
ppratica.
e
-
conoscessino
piaceri che
godere
grano
tornerebbe
at-
mmejo.
e
PROVERBI
l'amichi
Da
ffede ar
s*nto
e
bbutta
Si
I difident i è
se
no
Tutti
io.
strampelle.
vedi, min
S.
come
crede.
Tornas,no
i crede
Veneziano.
fida.
se
nun
la robba
galantommini ma
Nun te fida9 nemmanco
le
nun
i fica '1 nas.
te fida9 dde chi
Nun
guardo
me
San Tomasso:
Come
cSCHI
guardi Iddio
me
li nemmichi
Da
Dà
ROMAN
m'amanca.
de la camicia
che
pporti
addosso.
No
De
bisogna fidarse
quelloche
de
gnanca
yyedi
Oculis param,
Patti
Prima
de
credi,
crede
nun
a
gnente.
anribas nil crede. Lat.
ffonno 'na persona
sette rubbia de sale
conosce
de di' d'un
bbene
omo
FORTUNA
furtuna
bbisogna
a
o
-
o :
mmale
tre rubbia
Bisogna magoacce
La
Veneziano.
pare.
chiari,amicizia looga.
magoarce
Prima
ne
poco
quelloche ssenM,
De
so
de sa'e.
E SFORTUNA.
è 'na ròta:
a
echi
je ggira male
a
echi bbene.
Fortuna
Si
mme
metto
senza
n
a
fa 'r
la testa.
volabilis. Lai.
nascheno
cappQllaro
tutti
La
sorte
è
come
Frutnnam
faber
sé.
fortnnae.
suae
Lai
quisque parat. Lai.
suam
ddorme.
e
A
la fa dda
se
uno
Quisquisest
Furtuna
87
ROMANESCHI
PROVERBI
chi
tene
ventura
Qaanno dorme, perzì chiove lo bene. Napoletauo.
Chi ccià ffortuDa
Yale
ppiù
è nnato
chiappe.
fortunato, che ricco sfonnato.
esse
proestat favor
rentennis
Marcia
co1 ttre
Pulcrius
est
ornine levis
favoris habere.
monimenta
aere
Med.
Prov.
Chi ccià
e
neo
un
meglio
Andrebbe
se
lo Tede
è {fortunato
lo crede.
se
nun
nun
e
Prov.
Bellezza
a:
Bruttezza,
e
ecc.
Lo vói sape' echi ccià ffurtuna ?
Li
Chi
cce
ppiù
de la luna.
in
....
d'oro, chi
l'ha
echi
fu
je
danno
ce
Ce yò la fortuna
Chi sfortunato
e
un
nasce,
cce
d'argento,e
l'ha
li card
drento.
diavolo
che tte
sfortunato
Eppure
«
sfortunato
nnato
Ecco
la
ritornello
in
lo sfortunato
La
fortuna
vie' ttre vorte.
La
furtuna
curre
appresso
a
le
de
me
mammana
porti.
more.
Un
So
a
che
lo
dice:
fasce
plissé:
ramo
li ciechi.
nasce.
»
Si
PROVERBI
ROMANESCHI
La fortuna è dde chi la
La fortuna
agguanta.
sa
bisognaciaparlaco
Quanno tutto
bbene
va
so1 ttutti bravi !
Col bon vento tati
So fortunato
la vien. Veneziano.
navigar.Triestino.
sa
li cani in chiesa.
come
(Che appena c'entreno
bbastonate).
a
Chirico li pija1
er
Bisogna avecce
largoer dedietro de la vita.
Mejo fortunato
nasce,
che de bbon
parentado
esse'.
di
Proverbio
Quanno
Laziale.
la fortuna te vò bbè'
Furo
Lsino
Albano
a
che
se
ricerca tte vie1.
a
ccasa
tratta de
trovo sempre
roppèmme
indove annà'
FRODE.
Quelloche vviè'
Se
ne
va
ne
fanferanfà.
va
Senza acqua torbida
(o
Si
-
non
disgraziato.
finfirinfì,
Quel che vien de
Se
il
RAPINA.
—
ccor
ccor
collo,
sbatte.
a
Dice
er
tinche
tanche,
de ninche nanche.
er
fiume
cresce).
nun
Veneziano:
s'ingrossa
si
90
ROMANESCHI
PROVERBI
Er diavolo
La
dia vaio
Don
eia le pecore
nun
havj lana
nun
la lana.
venne
vinili pecari.Siciliano.
ffa,si nnó bburla.
si ffa
Znrla
e
e
latra,s'an è vista,arrobba; s'è vista,
cà joca. Siciliano.
La
dici
Vir ani frandolenter nocet amico
fuerit
deprehensusdicit;ludens
Prov.
Se comincia
de
Chi è ccapace
trovata
Robba
Quer
che
cum
feci.
XXVI,
19.
finisce co9 Tassai.
è ccapace
uno
de cento.
è arnbbata.
nun
li bbarberi
feceno
nun
sse
e
poco
cor
suo,
lo feceno
li
Bbarberioi.
E
superfluo dire l'originedi
Orsini,Colonna
Riscòteno
e
oggi e ppagheno dimane.
cebi ha rubbato,
a
Il
rubi
mette
un
or
nun
Medioevale.
fai
peccato.
il governo
che
popolino convinto
cotesta
sentenza
e
ripete spesso
spessissimo in pratica.
E
GIORNO
k
proverbio.
Frangipane
Proverbio
Si arubbi
tal
la
NOTTE.
de notte
Sonno
li vivi
a
Un'ara
Paci
a
di
e
requiea
li morti.
notti,
li vivi
e
requiea
limorti. Siciliano.
J§
PROVERBI
Chi
la notte
yya
Va
Chi
la morte.
a
ha pperso la
pperdela mmatinata,
Aperi oculos
De
ROMANESCHI
tuos et satarare
panibus.Prov.
note le vache
La
notte è ffatta
La
notte
tate
xe
porta consijo.
Nun
per i alochi
xe
c'è
Quanno
(o
mai
nocte. Sardo.
sa
zoete).Veneziano.
séra.
fa chi
scarassi. Siciliano.
nan
l'avemmaria
sona
Chi sta
a
tale
Dice
quanno
strada
ma
faceva
se
notte
che
de
colPojo
pasta
ner
e
fa
una
metteva
co
er
che
mai
Fa
sera.'
mette
a
a
la
'na
ccoce
pizza
e
prio
pro-
commare
ssede, lei
fasse
trava
ensenza
vede', prese e je schiaffò sopra
sedia la pizza calla calla. Figurate ve
commare,
che
sse
la
Quell'antra abbozza
che
momento
sse
la
casa,
ll'an-
vizio
trovava
nun
d'annassenevia.
abbozza,
de
una
pjrò cciaveva
una
aneddoto:
un
ttrova
a
vadi yia.
vecine
commare,
sempre
ne
se
c'è
sentenza
ddu*
che
s'annaveno
tra;
de irantri
ccasa
Su
«
per le
-
ggiorno senza
Jorna
ad
la notte.
lupi,caramineno
La note
Veneziano.
more.
pe' dormi1.
Su pensare
Li
13.
XX,
gattiso1 ccennerini.
notte tutti li
De
ggiornata.
sentiva
scotta
la
la
tutto
li
92
ROMANESCHI
PROVERBI
bottanico, si quanto ce soffriva!
ppe*pprudenza però non diceva gneute.
l'orto
Ma
Quant'ècchete
l'antra
che
l'avemmaria.
in
sta
fece:
commare
ffece
e
per
arzasse;
subbito:
disse
Nun
dico
State
Nun
Ma
A
la
puro
è IPora
la
se
che
pizza
vadi
ne
via
-
ve
comcnare
pare
je
;
:
v'importa,
vve
scotta.
j'abbastòquela lezione;
commare
in poi, come
quela sera
l'incommido
l'avemmaria, levava
e,
Chi
quell'antra
sora
quanto
che
ssonata
-
ma
vvoi,
a
E
-
j'arispose:
11'antri
de
casa
Ilei
E
-
lora
Al-
l'avemmaria.
sonò
da
sonava
a
la
vicina.
GIOVENTÙ.
Moreno
ppiù agnelliche
Créscheno Panni
e
nun
fa
Chi
ppecore.
ccrésch^no li malanni.
I ani vien
Chi
VECCHIAIA.
—
co
i' so
malani.
Veneziano.
ppazzie in gioventù le fa in
no
chiaia.
vec-
le fa de carneval,
le fa de quaresema.
Veneziano.
Giovine ozioso,vecchio
bbisognoso.
vecio
Giovine ozioso,
Triestino.
pedocioso.
Gallina vecchia fa bbon brodo.
Galina
n
vejaa
fa bon brod. Piemontese.
Jt
PROVERBI
Gioventù
ba
ROMANESCHI
fa vvecchiajatribbolata.
ddisordinata,
nun
yecchiaja
ggioco
yò
Tò Yvino callo
fòco.
e
voi tre C:
El vedo
comodità, caldo
e
carezze.
.
Veneziano.
La
vó
ggioventù
Le crature
La
La Francia
In
le galline.
piscieno
parlenoquanno
vie'
'sperienza
I
sfógo.
su'
er
eco1 L'anni.
s'arivede in
yecchiaja.
vecchiaia.
in
peccati di gioventù si pagano
yecchiajalivormijoni(vaiuoli)o:
-
Invecchiènno, impazzènno.
Dicesi
Non
c'è
che
vecchi
dei
s'innamorano.
peggiore,
cosa
Che in vecchie membra
d'Amore.
il pizzicor
Toscano.
Anni
e
bbicchieri de
mai.
vino
se
nun
conteno
o :
-
Vecchi so' li panni!
Dicesi
A ccane
conforto
a
quelloche
Chi de venti
ranta
de
chi
vecchio la vorpe
Adqos
Fa
di
deglianni.
je pisciaaddosso.
insnltant.
lepores
Lat.
tte dicheno li ppiù vecchi de te.
nun
nun
leoni et
si duole
fa, de trenta
farà
quarantanun
e
e
ppo
mmai
(o
ccr?pà').
averà
nun
ha
ha, de qua
nun
-
15
8S_
-ife
ROMANESCHI
PROVERBI
Quanno
vecchi aridiventamo
semo
Bis
Er
giovineha
Li
compagni der
puerisenes.
vecchio
bastone
so :
'r
e
pallone.
quatro novissimi de
scatola,poi '1 bastoD,terzo
Cbi
nun
prima la
quarto
ociali,
l'omo
i
Veneziano.
daggiovine diggiunada vecchio.
suda
Vecchia zitella fa
ggiovinemadre.
Sentenza
Chi
chiali,
scatola,l'oc-
La
I
'1 balon.
Lat.
morì',er vecchio deve.
ddr
er
crature.
Albano
di
Laziale.
in gioventù,ggode in vecchiaja.
ffatiga
GIUOCO.
Carta bbottata
Carta para
è ccarta
ttièttela
ggiocata.
cara.
ddebbotto.
Chi
ggiòcaa
Chi
nnn
Chi
pperde se gratti.
Chi
sseguitaa ggiócà'pperdela bborsa.
Furtunato
Er
llotto in ruvina
va
giocaguadagna.
in
amore
giòcofinisce
cor
giòchia
nun
coarto.
fòco.
Il
giuoco è
guerra.
Toscano.
Si
La
La
è dde li pupazzi
prima
dde li regazzi
La
seconna
La
terza de li cazzacci
de li
prima
regazzi
seconna
de li pupazzi
La
terza de li chiacchieroni
quarta de li minchioni.
La
prima
porta c'è ssempie
Una
Partita
Per
o:
-
La
E la
'Na
95
ROMANESCHI
PROVERBI
un
dei
xe
putei.Veneziano.
uperta.
speranza
ci rimane
sempre.
impattatanun se pò ddì' vvinta.
quattro un cinquee un sei
Perse
palazzoer
er
Su
deve
Mattei.
esserci
evidentemente
aneddoto.
un
Possi vince
Uu
tal detto
Duca
terno
un
ambo
al
e
ppossi perde' la giocata!
lòt,Tè la maledissiù di Genoés.
Bergamasco.
Un
ber
giòco dura poco.
Dum
lus bonus
est,ipsum dimittere fas
Prov.
Sei
e
tre
Hai
nun
vince.
est.
Med.
»
96
ROMANESCHI
PROVERBI
GIUSTIZIA
Accidenti
echi ha
a
mille
-
LITI.
—
raggione:
se
Battete avanti
Vale:
Chi ccià
Chi
adduci
sollecite
scuse
e
inopportune.
spara.
sfugge la ggiustiziase
e
condanna.
sente
nun
l'antra è
brutto sono.
Testis unus,
testis nullas. Lai.
ha ppiù raggione.
ppiù strilla,
Vedi
Condizioni,
strilla più forte,ecc.
a
eia gnente da
nun
e
eco'
Pecuniosus
pperde ha
Chi
la pijacor bboja
perde',
inumi
va
etiam, nocens
se
er
litiganti
Inter duos
carcerato.
non
damnatur.
Lat,
torto.
ssempre
Chi ha avute le sue
De li du'
disuguali:
sorti
Tajutante.
Chi ccià quatrininun
Chi
echi ha
e
sangue
casca' indietro.
pe'nun
ppiù pporvere
un
Chi
n' hai
cce
la bbevi.
Chi ssente 'uà campana
Chi
ttu
e :
Chi ha raggione cachi
ttorto
e
le
tienghi.
terzo
gode.
tertius gandet.Lat.
litigantes
98
KOMANESCHI
PROVERBI
,
in
Pane
Re
piazza e ggfustfziaa ppalazzo.
ppè nnatura
Chi
fa la
ccoramaDna
Sorto
un
Vedilo
fa
anche
Io so1 de chi
a:
ne* mali.
Conforti
«
se
dda
dà
mme
antro.
un
parte indoye
Io so' de la
ventura.
y
lègge.
ne
se
papa
È mmejo
Ppapa pè
e
magna,
—
e :
magna9.
che
parente de lladro
esse
»
Io
dde
sbirro.
Sinistra
ddestra
e
il
Tamburri,
in
Jeri
E
so'
ddu'
Me
l'ha
Su
le
a
a
mmesso
sinistra
era
quella a
ho
All'oste
Bisogna
di'
brodo
ddetto:
Qua
eh' è
ttutta
pportato
:
la
sarvietta,
ss'è
squajato.
po' sciapetta,
un
er
Toretta;
era
sinistra
'na
arabbiato,
e
ddestra,
minestra.
E INGRATITUDINE.
bbencScato,
dichiarato.
Nnemmico
Avuta
e
ddestra
GRATITUDINE
Amico
la
a
ppranzo
s'è
romanesco,
dice:
minestre, Toste, m'ha
mmesse
davanti, e,
spalle
Quella
De
stato
artista
noto
così
ottava
un
'na minfstra.
è ttutta
la
grazzia gabbato lo santo.
Ohi
ringrazia è ffor d'obbrigo.
Chi
ppiù ffa
Maggiore
mmeno
il
fa.
beneficio, maggiore
l'ingratitudin*
«
Alliscia
er
gatto te caccia le granfie.
Chi ffa bbene
Va
a
Nun
aspettimale.
ffa bbene
pporchi!
a
fa mmale
Nun
99
ROMANESCHI
PROVERBI
ch'è
fa bbene
ppeccato,
eh1 è
spregato.
Quann' ha ppartoritola ggiudia: Fora
Maria
de li cristiani.
Si
dice
le Israelite
che
prese
dai
lori
do-
Maria
sogliono invocare
dei cristiani,
acciocché
quello abbia esito
ciamela,
terminate
felice. A cose
poi, per discacdel
parto
«
la
scopano
«
Fora, Maria, de
GUADAGNO
'Gai fatica merita
ripetendo:
casa
li cristiani.
»
MERCEDI.
—
premio.
Chi ppaga
e
Chi ppaga
pe* pprimo
echi strapaga.
pe'urtimo.
è sservito
Ogne
1* rota si vvói che cammini
Auffa
nnn
canta
Et nummi
carro.
concinuisse doctnt. Lat
caecos
a
ddoppo pasqua
E 'gni morto
er
cieco.
Ajutetf»,
povets, insin'
Che
»
de
Ppasqua
'gni poveta abbusca
sonno
se
ne
casca.
Stornello
pop.
u.
100
PROVEBRI
Co1 piente nun
Senza che
Poco
ROMANESCHI
fa
se
lavorazìo.
pagazio,
poco
sirvizio.Siciliano.
pagazio,
Secunno
Lavoro
fatto qnatrini
appetta.
Chi ha ssudato vò
pagato.
esse
finché t'arivorto
Arèggetemuro,
spiegazionedi
La
domandarla
le
nuove
necessario
di
prendere
Nun
il denaro
dì* a
fenmina
na
Si la saccoccia
Nun
dì
a
di
e
a na
femmina:
frauda9 la mercede
una
mar
me
va
a
n
messa
a
fai morì9.
di
donni
canto
pop.
nninni
senza
Siciliano.
jitivinni.
llavorante.
ggiornata.
volentieri e subbito :
Pochi,ma
La
din,
trista mesata
Che 'na ricca
Pochi
il
voltargli
quanto se' bbclla :
Havi ditta :
mmejo
poveretto,
un
fa: din,
nun
Chi
E
le
il tempo
anno:
Frammento
Nun
nuova,
la scarsella
te sòia
nun
Roma
affibbiarla
sogna
bi-
che fabbricano
un
appena
di
sentenza
cotesta
la
per
cu...
er
coloro
a
case
durano
quali
Si
e ;
-
fa che.
se
nun
gneute
se
dice
che i
se
p' er pretee
toca.
nno
Veneziano.
p' er morto.
te
PROVERBI
Ponti longhi e bben
so'
101
ROMANESCHI
tirati
quatriniguadagnati.
fresco, tanto San
Tanto
pane
Tanto
pane,
Francesco
-
o :
tanto cacio.
Poco
lavoro, poca
la
quanto
quanta
Poco
la
il guadagno
Tanto
il
tanto
spesa,
retribuzione.
Sant'Antonio.
pan, poco
Zero via zzerò, fa
paga.
lavoro,
Veneziano.
zzerò.
(Vedi: Ozio,Industria,eie.)
GUERRA
Argent futtù la
L'orgiòf...la
e
de
vecchia,onor
Bandiera
Pane
MILIZIA.
—
guerra,
capitano.
dicheno li fraucesi.
-
dicinn li Torchi.
guerra,
sputo, e ppace
a
mia.
ccasa
Melior est baccella sicca
domns
gaudio,quam
jargio.
pienavictinis cum
cum
Prov.
M*jo fuggì con
Chi
In
va
in
onore
Siciliano.
XVII,
1.
che arestà co' mrgogna.
guèra magaa
male
e
ddorme
in tèra.
tempo de guera,
Imbrojipe'mmare
e
Malta
imbrojipe'tèra.
in bellis inania. Lai.
M
102
ROMANESCHI
PROVERBI
INGIURIA
Chi
Me
la fa
me
la segno
Nun
me
OFFESE.
—
la paga.
mme
deto !
ar
mozzica
che
cane
medico
mme
nun
cor
sa' pelo.
Cani»
qui mordet
Còce
più 'na paroladie 'na
Nua
dite mai
pover'omo
er
stoccata
gola.
in
chi è mmorto
a
Perchè si ha fatto
Lat.
mordetnr.
danno
am-
mazz
;)
l'ha ppagato.
Mejo sona' ch'ariceye.
Chi non
Nun
s'arisente nun
porta'mmai
C è echi tira
Le malazzione
a
è
ccasa.
sasso
er
è
fijode bbóna ggente.
mejo
la
e
annisconne
a
ricevette che
a
mano.
ffalle.
perchè :
Le malazzione
so' de chi le
fa,no de chi l'ari.
ceve.
Chi
ccerca
Bbastonate
rogna
tro*a
manco
Je disse Costantino
Conserva
chi
je la gratta.
li cani.
a
a
Spada
Franca:
l'odio che l'ocrasion
nua
manca.
(Vedi: Benigniti,Perdono)
n
PROVERBI
IRA
Acqua che
COLLERA.
—
ccóre
103
ROMANESCHI
porta veleno,
nun
ma:
Acqua quieta Termini
A
callo
ssangue
A
la
ha
paja dureno
de
er
gozzo
servitore
Cattivo
Er
Er
iadove
se
in boca.
è
Veneziano.
la
collera. Toscano.
sua
poco.
ppieno bbisogna
—
che
pazienza,ar padrone prude
padrone
fa coattivo
pane
de U'antri eia sette groste.
e
ssalato,
-
e :
ucello de fratta che ucello de
L'ucello che sta in
gabbia.
gabbia
Nun
canta
la mmatina
Nun
cauta
per
amore
pe' la nebbia.
m%
pe'rabbia.
Stornello
Chi dda
La
U'antri
libbertà
za.
servitore.
de U'antri
esse
sbotti.
SERVITÙ.
pane
Mejo
mena.
paja.
mosca
LIBERTI
Ar
sa
colera,aqua
addivenga
grano
Qaann'
in
omo
Anco
Fochi
se
in bocca.
Acqua
Ogni
nun
mena.
prende
sua
se
venne.
pop.
104
MALDICENZA
A
ROMANESCHI
PROVERBI
MALIGNITÀ
—
ccavallo bbiastimato
Era
preferitodi
il detto
Chi dedietro
pelo.
Olimpia Pamphyli.
lo
tengo.
fiele
er
pò sputa'er mele.
Nun
fa
mar
" r
sparla,dedietro
me
Chi cria in bocca
Chi
je luce
Donna
INVIDIA.
—
mar
pensa,
e :
-
Er gatto de credenza
Quelloche
Male commune,
Nun
misurate
Prima
fa pensa.
gaudio.
mezzo
l'antri co' la
parla'de
quellide casa
de
La
peggio rota
La
lingua nun
der
li fatti de
è
carro
habet
e
rompe
ossa
moje de ll'antri è ssempre
La
d'indove
precissione,
Blasphemia non
dda
Nun
esce
nocet
Tosso.
et secat
de
le campane
la corda.
si
er
ossa.
Lai.
ppiù bbella.
entra.
blasphemato.Lat
ll'antri è ssegno
dì' de li fatti sui.
sòneno
fra
ll'antri,
guarda
quellache strilla.
La
Chi ddice male
vostra.
canna
tua.
eia H'osso
Lingua non
mezza
che ce' è
campanaro
nun
Ti
106
ROMANESCHI
PROVERI-.I
pe' tutti,(o
L'occhio invidioso fa mmale
mmale
li granili
e
a
MESTIERI
fa
li piccoli).
a
PROFESSIONI
—
-
DIVERSE.
Chi ddisegna squadra.
Le serve, so'
spiepagate.
hominis, domestici ejus.
Inimici
de montagna caccia cavallo de stalla.
Àsino
Cappellie
maestranza
gguasta diventa
Chi ffa e
de penna
Presto
Roba
Chi ccià
e
ariva
de
robba
se
la
stola,
more
de stòla
che la svola.
va
pe' le
de
mai
Àrtem
Bbella bbotta, nua
«
E
Dio te
sr
a
ucello.
li
che
falliscono
H'arte sua,
scampi da
fame.
quaevisalit terra. Lai.
Ars portilainopiae.
Lat.
sentenza
che
e
Veneziano.
mane,
ammazza
una
cacciatori
mastra.
pprestovola.
e
mestiere
er
Nun
Ognuno
rasa.
empieno la panza.
Nun
Robba
che ccià 'na chirica
quela casa
Bbeata
han
pronta
il segno.
llupoa
",
Pitrè.
le pecore.
arifatti.
pidocchi
quei
"
u
PROVERBI
Dio te
t07
ROMANHSCHI
scampi da male
dda
e
pesta.
E da villano vestito da festa.
Loda lo
e
mare
attacchete
Laadetur mare,
la tera.
a
sed teneantar
littora. Lat.
Er lunedì de li carzolari
Er sabbito de l'abbref.
Gli
fanno
uni
glialtri nei
suindicati
giorni
festa.
Er carzolaro sta
Bburino
e
le scarpe.
senza
scarpe grosse,
e
ccervello fino.
Chi tajataja,
E echi
ccuce
ragguaja.
"
*
Er sartore der.bergarbetto,
D'un mantello
fece
ne
Fa U'arte che ssai,no
un
zucchetto.
quellache
ha?.
nun
frati e ppasseri
Pret»,
Indove li trovi ammàzeeli.
Er
mare
E
pe'echi lo naviga
la tèra pe'echi la zzappa.
Impara l'artee mmettela da parte.
Arte
cani
Sbirri,
e
Quanno
quaevisterra
alt. Lat.
pu
so' vecchi
moreno
de fame.
La fia d'un bon cavallo è la caretta,
SI
108
PROVERBI
La
Indove
ROMANESCHI
fin de ia pu
so' ccampane
ce
Chi cria ll'arte eia
Nun
è villano
Ma
Robba
chi
imbastita
ce
so' pu.....
pparte.
la villa
a
è villano
Er voto
la trassoletta.
chi dde
robba
dtr marinaro
nasce
villania
cucita.
dura
quanto la bbnrasra.
Quanno
er
Chiama
Mastro
la
Maestro
che
Barbieri
e
non
marinaro
vede
che
vale
de
zappa
Maestro
ar
d'occhio,
lavora
re
so pu
e
ruffiani
vllano.
l'opra.
è echi ccommanna
METEOROLOGIA
—
fina
A
(Febraio)la
li 2
gabba
De
l'inverno
Ma
si
villani.
cannelora
semo
ppiove o
Ne l'inverno
STAGIONI
DELL'ANNO.
Acqua
maestro
nulla.
cammerie
TEMPI
»
pidocchio
mestiere.
La
bburasca
lassista.
che
madonna
d'occhio,mastro
popolare:
stornello
Uno
«
pasce.
se
fora
ttira vento
semo
drento.
pe'
»PKOVE!
109
ROMANESCHI
Bi
Pe' la cannelora
'Gni
gallinafa l'ova.
Aprile,dorce dormire.
Aprilefa
ride
A
e
gatta de San Giuvanni:
la
ccome
celie ppiagne.
quattro cose
portatefede:
nnn
Sole d'inverno
nnuvole
e
Pianto de donna
Cielo rosso, piove
o
d'estate,
ccarità de frate.
e
L' hanno
identico
i Siciliani.
soffia.
t'alleggerì',
D'Aprilenun
De
Marzo
De
Giugno bbutta
adacio
Tacce
ria
Arcobbaleno, bon tempo
Nebbia
bbassa
Nebbia
de
Si
che
sera
bon
cuticugno.
mena.
trova
come
er
tempo
lassa.
mena.
ppiovepe'li quattro Aprilanti
Piove quaranta dì duranti.
Tempo
rim°sso
Nun
Cielo
ro"so
de notte
vale 'na
pilade fave
de swa,
bon
Il rasoio de la
0 yiento
1 san
o
tempo
cotte.
mena.
sera
pioggiamena.
Marchigiano.
Martano
Opre
la bbotte
e
assaggiaer vino.
HO
ROMANhSCHI
PROVERBI
San
Grippinode
li carzolari
San Martino
Prima
de Natale
de li ruffiani.
ni freddo
E dda Natale in
De Carnovale
Ni callo,ni
e
fame
quanta
'gnibbnrla
vale.
gelo
imi
Aresta
a
poi,freddo
vói.
ne
Cielo
ni fame
in celo.
ppecorelle
Acqua
Pregamo
a
ccal'arelle.
Padre
er
Eterno
Ch'estate sia d'istate e l'inverno sia d'in-
(verno;)
Pebbraro
corto
e amaro.
Febraro
Li mesi
co
11'R
curto
so' bbone
e
amaro.
Veneziano.
le ranocchie
e
le
trije.
Né di
Si
Tenere, né di Marte
Nun
se
sposa
Nan
se
dà
Nun
se
parte e
e nun
parte,
all'opra,
principio
nun
ppioveer giorno de
Piove
se
se
santa
sposa.
Bibbiana
quaranta ggiorni e
'na
settimana.
n
u
«
111
ROMa*EcCHI
PROVERBI
de l'anno li conta
er primo
Chircontaquatrini
tutto l'anno.
Pasqua Bbefanìa
Tutte le feste se le porta via.
Quanno vie' san
un
N'ariporta
Benedetto
ber sacchetto.
Marzo marseggia.
parlare di
pecorai quando debbono
Marzo, per non
nominarlo, tanto è loro
1
funesto,lo
Aprile.
Si Mmarzo
C'è
Natale
e
Si
«
il
mese
accanto
a
»
marseggia
nun
Aprileche
con
dicono
mmar
pensa.
i tuoi
Ppasqua iadò'
ppiovepè la
luna
Pe' sette lune
te trovi.
settembrina,
l'acquase stracina.
A la luna settembrina
Sette lune
La
neve
je s'inchina.
marzarola
La notte
La notte de
san
casca
e
giornonun
se
trova.
Giuvanni d'inverno è la
longa,quellade
la
er
san
ppiù
Giuvanni d'htate è
ppiù curta.
18
8*_
112
Non
PROVERBI
e' è ssabbito
ROMANESCHI
c'è ddonna
Nun
sole
senza
senza
amore.
Vedilo
La luna de
Maggio fa
a
Che
Chi
Chi
chiama
se
nun
giovinetto innamorato.
dice:
!
ladro
»
panni.
cresce
nnn
D'Aprile
De
stornello
de Marzo è mmatto.
nnasce
À Marzo
donne
chiama
Se
»
d'arubbà* le donne
bbella luna
arubba
Amore.
bbelle le donne.
Uno
«
e
t'alleggerì,
Maggio fa
te pare.
ccome
lallalléro,
Tirituppete
Er carciofoloha
L'ha
messo
Fora
Aprilee
mmesso
er
pelo,
d'ayantaggio
drento
Maggio.
zoccoli e ppredicatori
Broccoli,
doppo pasqua
nun
so' ppiù bboni.
Qaanno san
de
Pietro mette
esce
er
Quarchevvecchia
a
g
e
segno
sole
fa l'atòore.
luna calante,
lleyante,
Gobba
Doppo
cappelloò
temporale.
Quanno piovee
Gobba
er
a
pponente,luna crescente.
llampo,er
tono.
n
PROVERBI
«
l'arberi
«
er
«
sape.
ROMANESCHI
in
diavolo,
che
cerase,
San
passa
fiate intorno
sì, accusi:
«
cu
«
smagnato,
la
dice:
ppè
«
E
tutto
accusi
E
du'
appartata,
ppijà'
a
mme.»
l'ar-
bbenedì
gni
a
spose,
j 'ari-
fa' a
e
se
papa
cerase,
indove
state
ne
spunta
sarebbe
dice,
sapemo
Marco
San
prese
Bon
accusi, ac-
ì lassàteme
dicenno
bbona
»
vve
questo
bero ; e ècchete
bbizzefte. Er
a
'na
nun
«
»
magnasse
testa.
«
dice:
quell'arcero?
a
papa,
de
sbattesse
«
er
in-
arbero
un
Succede
«
nnoi, dice,
e
«
giardino, e,
je fa,
e
llui, je fa, dice:
E
nun
dice,
pò
se
ppe' combinazione,
che
Marco,
che
omo,
e
guardanno
stava
ecchete
de
sa
in
va
le vorte,
a
se
min
Infatti
»
tratanto
«
giardino,
cerase
ramo
fece
ne
subbito
quella vorta
giorno de San
pe' ddivuzione,
da
e
in
poi tutti li papi er
le cerase
Marco, magneno
cristiani
le màgneno
tutti li bboni
come
che
li quatrini pe* crom
ci anno
pure
palle.EpSan
Marco
(a
da quella vorta:
«
fiV
le
ppiù
In
vuole
pe'
cerase
in
giù.
altro
San
significareche
bisogna
o
è
nun
annato
chinare
Marco
fa
ffa,ecc.,
dinanzi
al
bisogno,
c'è santo,
forza,nun
e rassegnarsi.
capo
alla
il
de
(17 Gennaio)
San Lorenzo
»
»
senso:
alla necessità
Sant'Antonio
forza
la gran
(11 Agosto)de
freddura,
la gran
car-
dura,
L'uno
e
l'antro poco dura.
Sentenza
di
tutti i dialetti
italiani.
n
PROVERBI
Quanno
De
gatto ruzza
er
Settembre
Se matura
è
Marzo,
chi acconcia
echi
gguasta.
vò
ppiove.
fa cattivo istate.
fiore
er
Maggio
E
e
è rossa
Cattivo inverno
Aprilefa
asciatto,
de li somari.
mese
la luna
Quanno
o
pplove.
ogni frutto.
Maggio
er
che ttò
è sspgno
callo
o
115
ROMANESCHI
dà
l'odore.
Pioggie d'istate
De
curte
le
Quanno
durate.
so'
mosche
porfidioseer
ttempo
cambia.
XuYola
Primo
vacante
d'Agostocapo
V Settembre
La
porta.
nun
acqua
d'Inverno.
l'uà è ffatta
quaja d'Agosto eia
la
'r fico penne.
e
frebbe
gialla su
la
coda.
de* cacciatori.
Detto
a
cacciare
e
il soverchio
gli
la
Avverte
quaglie d'Agosto
strapazzo
perniciosa,
e
a
che
chi
va
il caldo
produrpossono
che
perciò se ne
astenga.
Chi magna
De
l'uà
d'Agosto
Settembre
caca
lo mosto.
Proverbio
di
Albano
Laziale.
«f
$B
PROVEREI
ROMANESCHI
MISERIE
DELLA
DELL'UMANITÀ.
CONDIZIONI
A
l'ora
ognuno
sua.
Stat
Ogni artare
eia la su'
Ognuno
eia le su' croce.
Ognuno
tira
Chi
Cento
e
e guai nun
Capelli
Aspetta'e
Coena
Er
vacane,
monno
Apposta
Chi
yò
nun
Doppo
er
se
er
una
insomma,
vò, chi
nun
ne
more.
amancheno
torus
come
Chi pò
croce.
uno
reni' è
nun
Lat
echi ride.
nasrheno
ne
cuiquedies.
sua
peggio.
ar
ppiagne e
VITA
mai.
pena da morì'.
inutilis angunt.
Prov.
Med.
mora
pijase lassa.
sa
monno
ppatì nun
canto yiè' er
nun
fa,
male
va.
nasce.
pianto.
Li tribbolati so' dde Ddio.
Peggio
nun
è
dedietro
mmorto
a
la
disgrazianun
(o
-
sta
ssempre
porta).
Vedilo
'Na
mai
anche
yiè' mmai
a:
Governo,
ecc.
soia.
Apposta
je
se
dice*.
117
ROMANESCHI
PKOVERBI
Benvenuta, si sei sola.
Le
so'
disgrazie
Li
pensieriimbiancheno
Nua
Uà
sa
se
monno
Nun
c'è mmele
Nun
c'è rosa
cce
tocca.
po'dde bbè',
passa
e
la morti
vie'.
mosche.
senza
spine.
senza
tutti li ggiorni è ffesta.
Mica
Nun
se
pò ccautà'
Non
se
po' ddà
Pò ffa ssangue
Poi
che
qner
po' dde male, un
Er
li capelli
presto.
denti in bocca
cciavemo
Finché
pronte.
ssempre
pportà'la
e
in cielo.
pugno
un
croce.
'na rapa?
ffa',
ppoi di',ppoi magne,
Ma
la
fa
cèrqua nun
bbrugne.
cèrqua: quercia.
Oggi
a
ddomani
mme
a
tte.
Ogni frasca fa fumo.
Tutti ciavemo
«Jnisuno
li*difettisu*.
conosce
'sta minestra,
0 mmagna
0 zompa
In un'ora
Chi ccà
li difettinostri.
'sta finestra.
nasce
ppecore
un
fongò.
eia liana.
H
118
PROVERBI
ROMANhSCHt
Chi ccià bboyi eia le
Ogni
Chi
erba
ccroce
Ce so' ccroce,
A echi mòre
Chi
crocette
ppe'socera,
p'er
Er
ce
ppe'Tassai,
poco.
è ccontento
nnozze
che
pianto.
vie' pe'tutti.
e
'gnicosa
accade
nun
more.
senza
C è echi fa da Marta
À 'sto monno
se
canto,
senza
L'ora der minchione
Quer
guai.
ffajeonore.
e
c'è mmorto
Nun
addio.
ppieno de bbaron futtuti.
è
so'
ccrocioni.
tutti li nostri
dura
L'allegria
Nun
ccercanno.
craparola.
freddo? Trema
Quann' uno
:
va
ppe'nnora,
chi
poco chi
monno
e
dice
tutti de
Ciavemo
Hai
le
se
je se
Semo
Chi
fieno.
addiventa
eia
duu
corna.
dda Madalena.
vie' a ffine.
in
anno
un
accade
in
un'ora.
Indove
Nun
Er
vai trovi
gode
monno
La
er
guai.
si nun
poverello
è
ppe'ddisgrazia.
l'areggeIddio,
croce
io.
l'areggo
n
PROVERBI
Semo
119
ROMANESCHI
d'Adamo.
tatti fiji
Si l'oste ne
coce
Pe' ttutti ce n'è.
e' è
Nun
ggiornosenza
Chi ccammina
sera.
casca.
Morte tua, vita mia.
MORTE.
Chi
De
rinasce
more.
qui a cent'anni
Se cammini
cu'o, ma
cor
Tacai
La
morte
De Uà
tutti
semo
la vita stanno
e
c'è
nun
Oggi
Se
in
figuradomani
indove
sa
se
tornano.
non
in
seppurtura.
non
nasce,
Toscano.
mai.
venne
nun
de Ddio.
de ritorno.
ccarozza
desiderata
v.vi. Veneziano.
in mano
I morti
Morte
naso.
campi.
sse
ciodo,ma
un
a
senza
se
sa
indove
more.
A
echi
Maro
Chi
La
m
echi
a
!
mmore
ggiacee echi
mmore
vive
se
Morte è scordarella.
Ppiù
A
tera addosso.
mmore
uno
ccfie morì9
a
uno
se
nun
ne
se
vanno
pò.
tutti.
dà ppace.
se
Jf
ROMANESCHI
PROVERBI
Su
aneddoto
:
marito
er
veva
marito
e
s'alletta. Lei,
se
nun
E
ne
che
Ilei
qua,
de
peggio
seguitava
prima; e
che
punto
su
cene
ccasa,
a
bbardorie
e
faje
a
dde
le fuse
s'era
HI dàlia
ppiù
rito
ma-
cche
torte
aridotta
ar
veni'
insinenta
e
a
der
Uà
dde
faceva
sse
er
pe1 bbene.
poveraccio
ppiù
stava
ne
che
d'addolorassene,
pe1 'na picchia.
manco
quer
cia-
Ecchete
s'ammala
invece
prese
intanto
se
l'amico.
e
'sta donna
de
7na donnaccia
che
«: Dice
il seguente
c'è
proverbio
cotesto
fa
a
mico
l'a-
ppranzi,
Un
posso.
nun
giorno, intanto che tutt' e ddua se stàveno
ber
a ttavola, pe* strozzasse
un
pe' mette
piatto de gnocchi, ecchete eh* er marito
de straveri,
fiV un
incomincia
sacco
a
a
com'
urla
cure
è:
addannato,
un
rappiggionanti. Chedè
j'aveva presa 'na stretta. Lei
tutti
ggente,
cure
fece
nun
sconnè
sotto
che
era
poveretto
quer
lo chiameno,
lo fanno,
fenito
pija,aveva
a
Allora
che
a
che
a
uno
la
uno
uno
acceso
a
se
a
nun
Ilei
che
dubbitate,
strillava ppiù
a
ito:
vall'ari-
li vicini
ne
ma
«
a
li
strilla':
via.
«
Ah!
tutti;ah!
tutti.
vanno
nno;
e
piedi, a
annàssene
qui
prima e
starno
de
cosato,
vanno
ne
se
uno
Quelli je faceveno:
a
messe
se
uno
che
pena'.Quanno
de
incominciorno
moje
troveno
e
si!
ma
l'anniEntreno
bbello
vistito, l'ebbeno
la lampena
l'ebbeno
j'ebbeno
Uà
de
l'appiggionanii,vanno
ttanto,
e
marito.
der
nun
sentenno
gnocchi
letto
a
ffece
che
che
antro
li
de
piatto
er
prese
uno
che
tanto
mma
nnoi.
sse
»
nno;
E
»
dispe-
st
PROVERBI
Tutt'er monno
ROMANESCHI
è un
ppaese.
Tut mond
Tutto
er
è ccasa
monno
NATURE
che
e
paia.Piemontese.
nostra.
DIVERSE.
Ommini, bisommini
In
è
ccazzabbùbboli.
e
vi
mondo
questo
uomini
uomini,
sono
da
uomini, più
nulla,vigliacchi
galantuomini. Pitrè*
Chi ffa bbene pe' ppavura,
Gnente vale
Li
lupinon
Tante
e
ppoco
càcheno
dura.
agnelli.
tanti cervelli.
teste,
Pìjateer Tino da
la botte ch'esce.
Ognuno è ppadronede
fa quer che
je
pare.
Ognuno s'ajutaco9 H'ogna sue.
Tolto
leone
dalla favola indecentissima
e
l'asino.
Tutte le deta de la
Chi dde
NAZIONI.
Tudeschi magna
A Roma
nun
Er
so9 ccompagne.
conviè' cche
PAESI.
-
«
»
mano
gallina
nasce,
:
—
ruspi.
CITTÀ.
seco.
stanno bbene frati e pu.....
Chi yO li ladri se
ne
va
a
Lloreto.
15
PROVERBI
Napoletano,
Largo de
ROMANESCHI
bbocca
Napoletani,
magna
Vedi
stretto de
e
maccaroni.
Napolie ppoi mori.
in fronte.
cotti
Tirolesi,
Dice
«
e
in
che
e
li
fumàveno
nisconnèrno
dietro
le
a
uscirno
chiamati
però
poi
:
a
tivolesi
ccara
salata.
'gni
lo
giorno
in
se
che
!
in
ne
ar
tivolesi,
'e resto
da
tornò
quer
fumo
cconto
l'avesseno
dubbità
che
a
mai
li
ro
in
fronte.
»
Ecco
proposito, chi
faccia.
sette Torte villani.
Vellttrani,
con
E
da
chiamorno
li romani
vuol
ma
par-
Tivoli
incontronno,
cotti-in-fronte.
raccolto
vicino
n'annorno
mercorno
poi
tramente
fajela paga
ccara,
defatti un
giorno se
Roma,
merco,
de
de
E
tivolese
Nu'
te
nun
giurorno
da
all'acqua.Je
-
mani
in der
'sto fatto li Romani
de
fatto ! Perchè
timo
tradimento
1l'acqua. E
a
Caca
li
ppoi
scàppeno, e, creponte, punfete! vann' a
er
drento
in
ponte
s'an-
romani
de tro'à'
giorno
la
se
un
passa Ilo,li
e je diedeno
de
carlino; li
schizza
ppe1
lloro
staveno
ne
se
credennose
denno
servì*
che
pe' pìjallia
spalle.Defatti
mmazzati,
der
ttivolesi
tradimento
je sfasciorno
da
passa" e
e
li romani
ponte
pe* un
fugge je
intanto
ciaveveno
indove
fra
guera
brutti boja, je feceno
tivolesi,
'na cavalletta
s'i
er
E
companatico.
che
una
li romani
romani,
ciabbuscorno
®«J)
mano.
quanto
far
e
un
quer
li tivolesi
ho
menti
com-
ROMANESCHI
PROVERBI
Tenni Cristoper
Palestinesi,
Romani,
la
nota
de
lupini.
strada
alla via
Regolanti,magna
còde.
così
maestrevolmente
del
Rione
del
Giulia.
che
vivanda
succolente
ccorata.
e
sinistra
riva
sulla
Tevere, prossima
Dalla
precedente.
fritto
dell'Armata,
magna
Armata,
Romani
sacco
all'acqua.
caca
Vedi
Rimani
un
sanno
lanti
Rego-
preparare.
Regola.
Tresteverini,
magna
ventricelli.
Romani
Tresteverini,
magna
matricola.
Romani
der borgo de
Tresteverini,
Romani
der
Tresteverini,
R
mani
Essendo,
i
Der
difensori
abitanti
alla
«
del
sostenitori
e
Faenza,
»
sede.
santa
fossero
Panonto,
per
tempi,
perchè in quella
vuole, esistesse un
Borgo i cui
attaccati
in special modo
erano
Perchè
de
altri
disprezzo chiamati:
ptr
de
Borgo
città,si
fosso de Panonto.
in
Trasteverini,
gli sviscerati
Papato, erano
«
Faenza.
Fosso
»
de
chiamati
non
«
Fosso
dire. Almeno
so
Panonto,
»
che,
volessero, per
il Tevere.
dispregio, intendere
Der
Ciò
è
che
probabile.
Rettifica.
Il
esistito
tosso
in
di
quel
Panonto
tratto
di
è
ramente
ve-
terreno
il Politeama
mano.
Ropocanzi occupava
Era una
ceva
specie di fogna che condunel Tevere
gli scoli della prossima
Trastevere.
L'uomo, addetto alla polizia
che
L
n
del così detto fosso
Panonto. Da
de Fanontc.
fosso
125
ROMANESCHI
PROVERBI
era
per ischerno
ciò
:
mato
chia-
der
Tresteverini,
Avverto, se ce n'è di bisogno, che nel
lo feci (Dio
ripescare certe anticaje,non
me
ne
guardi !)per ridestare antiche ire,
solo
ma
che
Romani
Romani
lasciare
per
non
più
possono
Borghiciaui,
magna
tempi
tornare
pulenta.
Borghigiani,
magna
magna
di
ricordo
un
o
sanguinacci,
sangue.
Borghigiani,del
chiamati
«
Chiese
Erano
Borgo.
pulenta »
magna
di due
campane
Rione
di
perchè, le
Borgo, nel
loro
che
Dicono
linguaggio,lo affermavano.
la campana
della Traspontina suoni :
Dò'
la pulenta.' dò' se ma«
gna
se
magna
pulenta ? » E l'altra di S. Pietro
Borgo, in Borgo, in Borgo! »
la
«
Romani
In
Popolanti
magna
Poj.olanti
:
gatti.
coloro
chiamati
son
nelle strade
adiacenti
alla
tano
che abi-
piazzadel
Popolo.
Romani
Honticiani,
magna
Romani
arnbba crocifissi.
Monticiani,
Si
racconta
un
sotto
a
dello
che
camallo.
alcuni
crocifisso
e
bassero
montigiani ru-
Io nascondessero
stabbio. Un'antica
tarantella
comincia:
«
Li
so* tutti
Monticiani
Staccamadonne
e
arubba
grevacci,
»
crocifissi,
ecc.
H
PROVERBI
ROMANESCHI
Genzanesi,cucuzzari.
Di
Genzano.
Ricciaroli,faciolari.
Dell'Arida.
Albanesi,lumacari.
Castellani,ranocchiari.
Castel
Di
Gandolfo.
Marinesi, cipollari.
Tivoli der
0
che
conforto
senza
da morto.
sona
Qaanno Fermo
de
donne
vó
donne
che
ssóna
piove,o
fa ttremà'.
la testa
e
VANITÀ.
—
Chi ffa ttant'
sse
un
er
sse
scròpeno
culo.
er
asino
loda
se
neus
s'avanta
et
er
sole.
PRESUNZIONE.
—
dotto,
debbotto.
sbroda.
te alieni? et
Landet
Chi
che sventa,
de Montefiore
ORGOGLIO.
Chi
mmorto.
Veneziano.
Lògreno l'ojoe sprègheno
È
a
Hontesicuro,
Se copreno
Le
o
o
ffermà'
la Marca
Tutta
Le
tfciravento
ppiove,o
Seraval
o
conforto
mar
non
non
labia tna. Prov.
eia ccattivi vicini.
os
tnum,
extra-
-P^0
PROVERBI
Chi s'avanta
se
ROMANESCHI
spianta.
Lana in
propriovilescit
ore
La
superbiaè fijade l'ignoranza.
La
trojache
credo
nun
ar
Er yino bboDO
Lat
l'avemmaria, impara
sa
er
porco.
ha
nun
bbisogno de frasca.
Vino vendibili suspensa hedera nihil opus. Lat
la formica vò mmerì'
Qaanno
Pe' wolè'
sape'ttanto
ddà la testa
Protenne,e
Nun
fo
e
se
sa
se
ar
mmette
de
ppuro
l'ale.
mme
muro,
pò nnegà1 a gnisuno.
H'asino mio.
dirsi in
Suol
in
dispregioa
tutti momenti,
Vio
in
mettono
di
vantandosi
mille
coloro
che,
evidenza
cose.
Le puree che ccianno la tosse,
che cianno
E li pitocchi
si
Generalmente
er
dice
cataro.
ragazzi che
ai
troppo,che pretendono
presumono
di far
l'amore,ecc.
OSTINAZIONE.
Animo
arisoluto nun
Chi vvive de
nun
vò
RICREDERSI.
cconsijo.
crapiccio
S'aritrova ne
Chi
—
sente la
Pimpiccio.
raggionesente
er
bastone.
93
128
PROVERBI
ROMANESCHI
È mmejo tardi che mmai.
Fraestat
aero
Pecca' è da omo,
Tu
qnam
Prov.
numqnam.
intigna'dda bbestia.
Francesco, intanto
yiengo !
risdoa, san
nun
ce
diciamo
Lo
Eh
chi
a
mmessa
a
anche:
O
c'importuna.
eco' 'sti nerbetti!
rifrega,ciocia',
Dice
«
1l'osteria
ll'oste
dice:
E
che
Tna
pe'
mmagnà'
che
vorta,
cciaveva
Ciavemo
—
quello:
ciavete
antro
in
e
E
—
quello
U'oste
:
padella, nerbetti
a
Messo.
Sì,
—
:
OZIO.
che
Fintanto
se
INDUSTRIA.
—
nun
nerbetti
sugo,
spazientì, e je fece:
rifrega,ciocia, co* 'sti nerbetti
quello
Ma
—
betti
Ner-
betti
Sicuro, Ner-
—
ar
ummido.
in
.'
a
Quello
bbono.
antro
a
ddomannò
nerbetti
ì E
nerbetti
arosto,
agnede
uno
de
Gnenf
—
acconditi.
A
ant.
Eh
—
!
tu
»
LAVORO.
—
'gni tristo zappatore
Ogni
Chi
nnn
zappa
sa
Chi è llesto
cche
Chi ddorme
fa
ppeggiore.
pettinali
cani.
mmagnà'.
a
È llesto
va
a
nun
Uarorà'.
pija pesce.
Qui dormit, non
Chi ffa dda
se,
fa ppè ttre.
piscat.Sardo.
ROMANESCHI
PROVERBI
Campa co' le tu' ladre fatighe.
Voja de lavora'
Motteggio
voglia
Voja
«
tLu
E
fiamme
Lavora
cche
aspetta'
s'ingegnanun
nun
Quanno
diavolo
er
poca
Stornello
o
suna
nes:
addosso
che
mmeno
che
mme,
ha
abbandona',
min'
sei bbono
nun
Nun
le
ppe
lavorare.
ssàrteme
lavora
tu
Quelloche
Chi
di
pigrizianu'
E
chi
contro
lavora'
de
addosso.
ssàrteme
a
io
posso
o
posso.
nun
ffa' dda
-
»
te,
tte lo faccino l'antri.
s'impregna.
cche ffa' se
sa
nun
gratta
corna.
Allònghetepunto
Che
ssabbito è ggiunto.
Chi nu' Ilavora nu' mmagna.
Tempo passato,perchè nun
Er
k
è
sonno
Martino
ssan
Ppiù
sse
A
di
de la morte.
compagno
er
a
la Pulinara
studia
la
e
mmeno
Pulinara:
Roma,
aritorni ?
in
cui
s'impara.
piazza
all'Apollinare,
tora,
tuteranvi, e vi sono
scuole.
Le
mano
incallite da llavoro so' bbenedette
da
Ddio.
Chi
ccerca
trova.
Er llavoro è ccaccia
srf
Yoje.
te
ROMANESCHI
PROVERBI
Er lunedi
me
persila conocchia,
nu' la
Er martedì
la ritrovai rotta,
Er mercordì
Er
giovedìla portaia accommidà',
ciaccommidai
Er yennardì
Er sabbito
la
stoppa,
la testa,
pettinai
me
nu' llavorai perchèera
La domenica
Chi
non
Perde
PARLARE.
Chi ccià
poteitroyà,
vogliadi lavorare,
l'agoe il ditale. Toscano.
ha
TACERE.
—
in
llinguava
festa.
Sardegna.
Lingua dux pedis.Lat.
Chi ddice
quelloche
Sente
Chi
nun
quelloche
doverebbe,
nun
direbbe.
ppiù pparlappiù sgarra.
A cciarlà' ttutti so1 bboni.
A cchiacchierà'
è
nun
ffatiga.
Chi ttace acconsente,
(E
echi
nun
parla nun
Qui
Testa che
nun
n
gnente).
tacet consentire videtur. Lat
parla è cchiamata
Homo
'Na
dice
mutua
parolatira l'antra.
cucuzza.
est simulacrum.
Lat.
M
132
PROVEBRI
parole so'
Le
Er
*
parola è
dì, tira
Bò
ppoca,
detta
piji una
ne
e
cento.
so' troppe.
e
ddua
e
e' llupose
la magna.
:
Li fatti de casa,
Parola
:
di'.
ar
radice
e
cerase
appresso
fa la pecora
„
Pane
le
ccome
yiengheno
ne
Una
ROMANESCHI
nun
se
nun
aritorneno
lo tu'
peccato.
tirato
e ssasso
dice.
più
indietro.
S'nai payura
d'esse tradito
confessane
Nun
mai
Stornello
f
«
E
s' hai
Nu*
La
La
Nun
bbocca
so'
de
fa
lingua
a
ppoi
tradito,
lo tu' peccato.
'na
pe' cchiacchierà'.
parole,pe' quante
parola, la lingua domanni
licenza
ccasa.
»
schiatta.
prese.
sette Torte
La
e
mmai
dette le
mar
mmar
d'esse
c'entreno mosche.
nun
è ffatta
so' ttanto
Prima
canta,
chiusa
Io bocca
sfiorato,
pavura
confessa*
lo
cicala canta
Fiore
:
ar
cervello.
PROVERBI
PAURA.
ROMANESCHI
POCHEZZA
—
CORAGGIO.
A ttela
D'ANIMO.
ARDIRE.
—
ordita,Dio ih e' ripieno.
A tela ordita Dio manda
A mmali
Boa
Chi
estremi,estremi arimedi.
incudine
cce
il filo. Toscano.
ha ppavura
nan
prova
Ha
ppavura
e
La
pellesta
ar
de martello.
nan
è ccarogna.
nun
ce
stima.
nummero
Chi ccià la coda de
uno.
paja ha
ssempre
che
payura
je pijifòco.
Vedilo
anche
Chi è stato scottato da
de
yura
a:
Coscienza.
«
H'acqua calla
»
ha ppa-
quellafredda.
Chi è stato mozzicato
da la serpa ha
ppavura
de la lucertola.
Chi ha ppavura
Chi
corre
corre
Chi ppecora
Hnmilis
Chi
Chi
nun
ha
se
vadi in guera.
nun
echi
; ma
fa
animus
e
ffuggeyola.
llupose
lo magna.
fitcontumeliae
opportunus.LaL
risica,nu' rosica.
ppavura
de
l'ucellinun
sementa
er
grano.
Non
venit ad
Sylvain,
qui cancta
rubeta veretnr.
Prov.
n
med.
n
184
ROMANESCHI
PROVERBI
Si tt9hai
in
d'affoga',
affoghete
un
mare
granne.
'ntra li granfidi la
Megghia murire
liuir,
chi satta la cada di l'asina. Siciliano.
PAZIENZA.
Bisogna fa
RASSEGNAZIONE.
—
dde necessità virtù.
Fac de necessitate virtutem.
YYÌYe
Chi yvO
Pijier
ccainpà'
bbè',
e
monno
Yiè\
come
Sii pe' l'amor d'Iddio
Quanno
Lat.
cascò
la
disse
—
Isidoro,
moje da
somaro.
Sii fatta la volontà dde Ddio.
La
Si
pazienzaè ppe' li frati.
ciai antri moccoli
nun
a
Io
te
ne
pOi annà'
a
Uetto
scoro.
Ossia
:
Se
«
hai
non
Li Padreterni fanno
altra
speranza,
»
ecc.
li fiji
crocifissi.
Pazienza,yita mia, si ppaghi pena
Annera
hai fatto yita bbòna.
ppe' quanno
Stornello.
Li tribbolatì so' dde Ddio.
Quer che
San Marco
ffa Ddio
fa ffa' le
Vedi
fatto.
è bben
cerase
al capo
sentenza
: «e
con
pe' fforza.
Meteorologia »
la
relativa
la
desima
me-
nota.
H
u
PROVERBI
Quanno
antro
Quanno nun
c'è
nun
Aduramus
135
ROMANESCHI
tè.
n' è
ce
cce
perderàla cchiesa.
(Vedi: Riflessione).
POVERTÀ.
Chi ccade in
povertàpperdel'amico.
Se yolè che
Chi
A
casca
diga,ve la digo:
perdeTamigo.
povertà,
?e
in
de San
ccasa
mai
RICCHEZZA.
—
la
Francesco
nun
Veneziano.
ciamancheno
tozzi.
So1 ccascatil'anelli,
ma
cce so' arimaste le deta.
bboni li parenti,
l'amichi,
Bhoni
Ha ppovera
la
che
casa
nun
eia
gnente.
Chi ccià è ;
Chi
Povero
ce
nun
fu
Carnuto
eia nun
Ddio,
Papa Pio,
Poverello
Li
è.
ce
so* io.
fanno annà' U'acquape'l'insù.
quatrini
Lu dinaro fa scinniri a Gesù Cristo di la cela.
Siciliano.
Chi
nnasce
co'la camicia è affortunato.
Con
ar
la camicia:
Con
averi.
wL
136
PROVERBI
Chi
nun
prova
ROMANhSCHI
crede.
nun
Qaatrinifanno quatrini.
L'acqua va
ar
Conte,senza
mare.
contea, senza
palazzo:che
ccontc
sei?
Virtus sine
A
echi
eia
nun
Gnisuno
dà.
je ne
Chi ccià bbon
cavallo
d'annà'a
Li
Guardatelo
cura
ràzzicheno.
e
p' er pover'omo.
bbene, guardatelotutto,
L'omo
quatriniquant'è
senza
L'omm
Homo
senza
sine
danée
bbrutto.
Tè brutt. Milanese.
pecuniaest imago
moitis. Lat.
gnente
J' è
Chi
ppiù
Nun
dà
a
pparente.
cce
n' ha
echi
se
Robba
se
è yyergogna.
nun
L'inferno è stato fatto
e
stalla,nun
bbisogno.
quatriniso' ttonni
Poco
in
ppiedi.
Povero è echi ha de
Povertà
langnetubique. Lat.
censu
cce
ne
fa robba.
ppiù ne
n' ha
ride.
yO
ave'.
ppiù dde
volo
te eh' er dia-
138
PROVERBI
ROMANESCHI
Chi ccià la camicia
e
Nun
de tutto
dde tutti.
promette si nun
Che ssi
La
chiacchiera
pulita,
ciai
promettibbisognache ddai.
parola de' re
aritorna indietro.
nun
Pe' la gola s'infilaer pesce.
L'onore
la salute
e
nun
in spez-
venneno
se
zieria.
Chi yviye
senza
PRUDENZA.
Quanno piove e
Chi sta
È
-
un
gran
si
matto
Bisogna annà' eco' la
Chi ssoffia
Chi bben
Chi
nun
se
su
la
piove,
sse
move.
ccayoli.
stanno
cennere
a
ccasa.
se ne
lo
j'empie l'occhi.
guarda.
testa,eia bbone gamme.
Pedibus
«
e
guarda,Iddio
eia bbóna
ccasa
eurente.
ccrapa
ne
eia
e
cupertoquanno
se
SENNO.
—
ffa ttempesta,chi nun
ar
Bisogna sarvà'
vergogna.
SPENSIERATEZZA.
—
la cerca,
Li minchioni
senza
ACCORTEZZA.
—
TEMERITÀ.
se
mòre
onore,
compensanda memoria.
—
Lai.
r.
PROVERBI
Er
è ffatto
monno
Chi
Chi
nun
yya
tonno,
nnayigà' se
sa
ccaccia
a
139
ROMANESCHI
ne
mie'
cani
senza
Nun
stuzzica' li cani che ddormeno.
Non
fa
d'ogni erba
l'asino,
e
Chi ccià
À
sto
fonno.
a
ccasa
lepri.
senza
Cerchi
a
ya
un
fascio.
yai
cce
a
ccayallo?
ppià prudenza l'addropa.
bisogna
nun
monuo
occhi, né
né
avecce
lingua, né orecchia.
Quello che yyedi,Tedi,quello che
Cautela
pòi.
Ajutete come
De' du' mali
Chi
non
eligendum
est
occhio
yO
er
Chi
ccammina
Una
yorta
Nun
se
sine
ar
gatto
duobus
e
stultornm.
ore
tienghila
Lai.
gnocchi!
antro
un
malia.
ar
Lai.
pesce.
cagna.
co' ll'occhi chiusi
capitòmmola.
passò Ccarlo pe' Ffucina!
frega
er
santaro.
l'origine.«
Eccone
c'era
de
est in
causa
cane,
ex
ffatto li
ha
mmamma
RÌ8us
uu
più ppiccolo.
er
Minimum
Dà
senti.
proggiudica.
nun
Ridi, che
senti
le
un
santaro
chiese,
li santi,
e
indove
che
annava
c'era
strillava:
che
Dice
«e
su
la
Un
ttempo
fa
li scalini
festa,a
sordo
venne
dieci
PROVERBI
santi
«
e
lliscio
che
diede
sur
e' ebbe
cantato
un
arilassato
solito
tini
in
dieci
che
santi.
forse
fece,
che
:
Nun
«
dieci
se
E
santi.
fu
stri Hanno
:
'Na
un
vorta
po'
che
un
giorno
sicconno
e
er
bburatma
sordo
Un
«
forestiere,
spia, je
dde
auffa
?
»
M;i
llui,
foja, j'arispose
!
santaro
er
tato
agguan-
su* mestiere,
er
Un
Doppo
mesi,
er
un
frega
ttanto
guverno.
Lui,
papa,
la
magnata
«
aveva
«
»
passò
a
bbaracca
fa'
a
puzzava
dice
de
libbertà.
soltanto
annava
ar
catorbia.
par
s'arimesse
e
insino
santaro
s*ari prese
suo,
L'affare
»
naso
in
mmesso
!
pezzo,
giorno, defatti,er
e
«
ber
un
per
auffa
Papa
er
nun
ber
fu
ROMANESCHI
Un
:
sordo
»
(Vedi: Riflessioni?).
REGOLE
Ar
trotto ariconoschi
L'ucello
E
se
dar
bon
er
dar
conosce
H'omo
GIUDICARE.
DEL
canto
pianto.
A canta
Da
la matina
Ar
sono
Chi
nun
se
se
cavallo.
vede
er
conoscheno
è stato bon
avis
bon
dignoscitur. Lai.
giorno.
le campane.
abbreo
nun
cristiano.
Chi
sfugge la bbóna compagnia,
È lladro,o sbirro o spia.
pò esse9 bbon
PROVERBI
chi so' e
Dimme
ROMANESCHI
echi so' stato.
ubo
Quatrinie ssantità,mm»tà
Chi è freddo
Chi ccià le
de
Orecchia
dritta
Orecchia
manca
Vale
core.
fredde è innammorato,
mano
calle è ammalato.
mano
di' quattro si
Si è
è ffreddo de
mano
Chi ccià le
Nun
ppe'mmetà.
min
ir hai
ce
ner
sacco.
lingua trista.
linguasanta.
fiorirà.
rosa
più
testimonio
un
de
che
viso
ccento
d'orecchia.
Plaris et oculatus testis una?,
Un
fiore costa
un
auriti decem. Lat
quam
quatrinoe nu'
sta bbene
in
petto a ttutti.
Le
lettere
se
guardeno da
la
soprascritta.
Vultas
Da
Nun
U'opra se
mette
er
conosce
mastro.
davanti
carro
c'è frasca
Indove
er
index animi. Lat.
a
li bbovi.
c'è vvino.
Cani,gattie fijide mi
Non
La
mala
chiudeno
nova
so' le
n
mai
le
porte.
presto ariva, (o
prime
a
-
ssapesse).
le male
nòve
PROVERBI
DEL
REGOLE
DEL
E
hSCHI
ROMAN
TRATTARE
CONVERSARE.
A bbon' intenaitor
poche paroK
Dictum
IndoYe sei vorsuto
corri
sat
sapienti
est
Lat
stacce.
e
è dduro l'aspetta'!
Quanti'
par mille
Ogni ora
Tu
laudare
nuu
Io
Chi
Y?a
indoye
w
aspetta.Toscano»
dignaretè.
nun
Volete
chi
me.
è cchiamato
nun
0 è mmatto
"
a
se
Rispettaer
dice
o
spiritato.
a
l'ammalati.
der
pe'yvia
cane
padrone.
Saluta' è ccortesia,
Arisponneè obbrigo.
Scherzi co' le
\ ccasa
mia
Le
mano
La
mmerda
a
so' scherzi da villano,
mano
se
-
chiama
e
nun' s'abbussa.
ccasa.
Arispettasi
ppiù
se
smùcina
e
ppiù ppuzza.
yòi esse' arispettato.
Gratia
Imb asciatene
nun
paga
Nuntio
U
e
paritgratiam. Lat.
pena.
nihil
imputandum.
Lat.
K
schifoso
Porco
Vedilo
A
ttavola
al
anche
cap.:
oculus
in
Agurete male
charta,nec
acciocché
Augurete bbene
L'anni
de le donne
Quindi
Chi
La
morte
nun
Chi
ss'attacca
Nun
se
ha
a
va
un
occhio
Lai,
mai.
domandarglieli
mai.
tuo
guai.
cercanno
ILLIBATEZZA.
—
tte stesso.
come
se
crede.
la Madonna
ppayura
de le
De
C'è
arca
te vie'.
sanio
non
vede, Iddio
se
in
venghi bbene.
VIRTÙ.
—
prossimo
er
sposta.
ri-
arca.
manus
che bbene
Co9 la lenterna
RELIGIONE.
»
li fatti artrui
s'impicciade
Ama
te
educazione
è
bbona
'na
in
mmano
rapina.
e
parla de morti.
se
nun
Frode
«
amico, che
bon
carta, ni
Ni occhio in
Nec
s'ingrassa.
nun
M»*joperde1 un
148
ROMANESCHI
PROVERBI
che ttutto
tttuto sente.
Sarà
quer
cche Ddio
vO.
O^ni
bbene
da Ddio
viè\
le
corna.
corna:
del
diavolo.
vede, un'orecchia
che
144
ROMANESCHI
PROVERBI
disprezzaIddio.
Chi
ddisprezzaer
Chi
peccati ariduna,
ddiggiuna,
E antro nua
fa,eh' a l'inferno se
Iodove
c'è
nun
povero,
opre
e
va.
e' è ppeccato.
mmalizia,nun
Iddio chiude 'na porta
ne
un
portone.
Fug$i l'occasione
Si vvói sarvazzione.
co' li fanti
Ruzza
sta' li santi.
Massa
e
Crii gguarda Iddio è gguardato da Ddio.
Dar
tetto in
Iddio vede
Mdio
su
gnente.
gnisuno sapemo
tutto.
solo è
ggiusto.
La grazzia de Ddio
mai.
amanca
num
Lassa fa' Iddio eh' è ssanto vecchio.
Er
pentimento scancella
Co' llavoro de la festa
I idio varda
er
Martello d'oro
Ne
K
n
core
er
ce
se
peccato.
veste
de la ggente.
opre le porte der
nun
prodernnt dintiae
paradiso.
in die ultionis. Prov.
mmejo ubbidì' cche ssantificà'.
In
Nun
un'ora,Iddio lavora.
se
L'omo
fojache Ddio
move
propone
e
Iddio
nun
voja.
indispone.
Indispone: dispone. Vedilo
de'
ir
diavolo.
er
propositi.
»
a:
«
ficienza
Insuf-
PROVERBI
Cento misure
Chi
tajo.
e un
ppiano va
vva
Chi
*
ROMANESCHI
ssano
e
fforte va
T?a
Crai,crai
la morte.
a
fa la cornacchia.
,
Crai,crai,dice
Cor tempo
eco' la
e
Se matùreno
la curnacchia.
le sorbe
e
sopra
fa
gattapresciolosa
Tanto
ariva
Prima
de
er
soma.
hai
Chi
pensa
nun
Ya
a
li
cèchi.
fiji
Lat
paritcatulos.
caecos
che lo sciancato.
zoppo
parla'ppensa
Quanno
Nun
canaja.
ppoi porta risposta.
e
Ganis festinans
Er
la
ttempo ar tempo.
Dòrmece
La
Leccese.
paja,
Strada facenno s'aggiusta
la
Dà
Uontano.
vva
quelloeh' hai
a
presciaer diavolo
ce
se
da di'.
mette.
futuro
ar
ddormì'
lo
a
scuro.
tempo porta consijo.
mette
Ogni
cosa
Pensece
er
a
carro
davanti
a
li bbovi.
ssu' tempo.
prima pe'nun
pentitte
pòi.
consulto.
Antequam incipias
Chi ha
ppresciase metti
a
Lat
ssede.
»
PROVERBI
RISOLUTEZZA.
—SOLLECITUDINE.
COGLIER
Chi ccià
Nun
ne
serre,
trova confessore che Passonre.
aspettitempo.
Chi bben comincia sta
Chi ttardi kriva mal'
Chi
se
e nun
Chi ccià ttempo nun
Chi
OCCASIONI.
LE
commido
er
147
ROMANESCHI
a
la metà
dde
l'opra.
alloggia.
pprima ariva prima alloggia.
Tanca
arza
Perde la bbanca.
La furtuna
s'acchiappa
pe'li capelli.
Vedilo
L'occassioie fa U'omo
Er
anche
«
a:
Fortuna.
»
ladro.
tempo vola.
È mmejo oggi Poto
che ddomani
Sentenza
di
la
gallina.
tutti i dialetti.
Finché ddura fa vrentura.
ferro quann' è ccallo.
Fermm
cnm
ijrnicandet,tundito. Lai.
Dum
candet ferrum,velocins est feriendam.
Bbisognabbatte
ei
Frov.
Qaanno
se
sta
ner
ballo
med.
bbisognabballà\
0 ttutto,
o gnente.
0 snic,o
snac.
A
I
148
ROMANESCHI
PROVERBI
0 ssì,o
nno.
0 ddrento
0 ttutti de
Nun
ffòra.
o
ttutti der diavolo.
Ddìo, o
chiude
la stalla quanno
scappatili
so'
bbovi.
'Gui lassata è ppersa.
Tempo passato nun
Tutto sta
Pochi
Quanno
'na
L'urtimo
a
ppiù.
incomincia1.
a
sarti
ariviè'
e
bbrutti.
è vecchia
cosa
pijavizio.
ccomparì fu Mmardoccheo, (o
-
Gammacorta).
Chi
fa quanno
nun
Quanno pisciaer
La
céra
se
pò,
cane
logra e
Quer eh' è ffatto nun
'Na
nun
fa quanno
e
scappa
mmorto
er
vò.
llepre.
cammina.
nun
fa1.
s' ha dda
provaturacosta du' bbajocchi.
SANITÀ.
Tigna
rogna,
e
A la salute
Se dice
—
a
N'ammazza
nun
MALATTIE.
antro male
IGIENE.
—
nun
ce
abbisogna.
e1 è pprezzo.
l'ammalato
:
poco
e
spesso.
ppiù la gola che la spada.
Piedi calli e ttesta fredda.
te
Gasa
sole,
senza
Medico
ttutte Tore.
a
c'entra
Indove
nun
Frebbe
quartana
Dieta
collo
ar
e
crede
nun
tutti li mali.
tre
rosalìa
E ttre
Lascia
Chi mmagna
ar
È mmejo
È mmejo
A
Finché
echi
e
pietosofa
fornaro
che
il danaro
ddiggiuna crepa.
la
a
piaga puzzolente.
lo
speziale.
meglio
darlo
al
fornaro,
ecc.
ppuzzà' dde vino che d'atqua santa.
a
a
ssudà',cche
ppisciachiaro
mmale
partorente.
pe' lFocchi.
è bbono
Ossia:
Chi
ddonna
a
campa
Er medico
Hejo
ggiorni cresce,
ggiorni cala.
corri
E
su' corso.
er
foco ardente
er
Gnente
dolore,guardi er colore.
ar
de?e fa'
Er male
La
sana.
lletto.
a
ggamma
medico.
gioyini li
li
e
er
sserriziali
e
Guarischeno
Chi
sole c'entra
er
li vecchi
Ammazza
Braccia
149
ROMANESCHI
PROVERBI
a
stranutà'.
fa la fica
ar
medico.
fresco e9 è arimedio.
ce9 è
campa.
ojo
a
la
lampena, l'ammalato
150
Un
tira l'antro.
sonno
è
L'appetito
Er
bbon
ccontinuo
Er male
Tomo.
le
longhe consumeno
case.
'na cannonata,ma
yadi e'è dda fa'.
come
ama
che
ssegno.
ammazza
Le mmalatie
Chi
ROMANESCHI
PROVERBI
se
ne
sbayijaha ffame
pprima
sonno.
o
Hai sbayijato?
Hai
Er
fame,
medico
è
ccome
ssei innammorato?
o
sonno
boja se
er
paga
per
esse
ammazzati.
chiede
l'ammalato
Guai quanno
È mmejo 'na bbona
er
Tino !
cac...
Che 'na bbona
magnata.
L'osso stia bbè'
Che la
carne
va
E' llatte yiè' ppe'le
E
ppe'le
nno
Sempre
bbene
nun
vriè'.
e
minestre,
finestre.
pò sta',ssempre
se
male
nemmeno.
Er sangue
'St'anno
llassa la magagna.
stagaa, ma
pedicellósa,
St'antr' aano
spòsa.
nun
Quanno s'aricconta,
Mejo logrà'le
scarpe
è
gnente.
che le ssedie.
m
Acqua
Trino
e
Bbeato
ingrassa er bambino.
parto
quer
Che
in
yentiquattr'oreè ffatto.
lo stommico
specchiode
Lo
Ojo
de
lume, 'gnimale
Bbocca
Chi dde Tenti
ppiù
Chi
Chi
IGNORANZA.
fa, de trenta
farà, e
ssa
ffa bbene
a
nun
eia de quaranta
ciayerà mmai.
nun
parla.
mmeno
ssa
lingua.
consuma.
—
nun
nun
ppiù
è la
tièttela cara.
amara,
SAPERE.
Chi
151
ROMANESCHI
PROVERBI
mmeno
sa.
U'asini
ciarimette
liscia
e
ssapone.
Chi
È
Nun
E
sa
nun
somaro
un
un
asino
raji de lfasino
Vale
la su' scrittura
de natura.
ppe'U'asini
so'
mmejo
Li
Uegge
ppiù 'na
li confetti.
tìto che
nun
cacata
un
ameno
de
bboTe
dottore morto.
in cielo.
che
ddieci de
pecora.
Chi
sse
la
perde pe'la troppa sapienzae
troppa ignoranzità.
echi
ppe'
J§
PROVERBI
ppiù la
Pesa
che la zzappa.
penna
Er minchione
conosce
ROMANESCHI
nun
se
conosce
posta te stesso.
Chi
fa l'affari
sui
sa
nasce, se
cresce.
quanno
Indove vai
non
quanno
nun
po'ffa'mmanco
de irantri.
quelli
A
ccasa
de li ciechi bbeato chi
Inter
Chi
nun
sa
SAVIEZZA
Er savio
se
Tede.
regnat strabns. Lai.
caecos
ffa'gnente nun
cce
è bbòno
da
gnente.
E MATTIA.
vince co' la raggionee
er
matto
cor
bastone.
Tutti
ce
n'avemo
ramo.
un
Li matti so' ssempre
d'un sentimento.
Li matti fanno li fatti,
E li savi fanno li cacchi.
È mmejo patì'dde stommico, che dde pazzia.
Co' li matti
Chi ccanta
nun
a
se
fanno
ttavola
È mmatto
e a
patti.
lletto
perfetto.
(Vedi: Nature Diverse).
8#
SI
154
PROVERBI
Quelloche
sse
ROMANESCHI
Tede co'U'occhi nun
pò anni
se
scoDne.
Indoye dice la verità
er
buciardo
ce
nasce
er
sale.
La verità è ssempre
una.
SIMULAZIONE.
In bocca miele in
—
Chi
fiele.
core
Acqua quietavermini
IPOCRISIA.
mena.
parlain faccia è ttraditore.
nun
San Pavolo quanno
volevo
cascò da cavallo disse:Intanto
seenne.
prima t'ammazza
Er
coccodrillo
Dio
piagne.
te scampi da chi tte fa ddu' partein commedia.
Chi
ne
fa
una
ne
e
ppoi
te
fa ccento;
e ccollistorti,
Ggesuviti
vivi
Buggiaralli
Da
dominine.
gioventùar casino
In
sr
mmorti.
collistorti e dda gnègnè,
Libberamus
In
e
Cristo e wino.
vecchiaia,
n
La
ddice
Quann'
:
E
dda
Vardete
da
chi ttiè' la
scampi
E
C1 è ccld
dar
colera
che
predica
de Cristo
è ttutto
scrupolo
ppòi
va
a
cca...
SOLLIEVI
Si
Sette
Gni
ore
cosa
Ha
è 'na
nun
se
parla
senza
la guera,
da
e
for
de
tera.
per
la castità
fa
E' Hetto
mane.
tte
vvardeno
sse
C'è echi
in
corona
in faccia.
quelli che
dda
Santaccia
e
fa romito.
se
quela gente che
guardatte
te
«'hnecchia
fijide putt...
Da
Dio
ppuzza.
de mulo,
card
da
Vardete
che
nu' la yojo
diavolo
er
pò agguanta' la gallina,
nun
quanno
rorpe
155
ROMANESCHI
PROVERBI
a
che
le rondine
d'anima.
piscia in sagrestia,
in chiesa.
E
RIPOSI.
rosa
dorme
le dorme
un
s'ariposa.
corpo,
otto
è wanità
lo strascino
!
è ccommodità.
un
porco.
m.
PROVERBI
ROMANESCHI
SPERANZA.
Chi ccampa
Chi dde speranza
L'urtima
more
speranno,
a
campa
pperdesseè
Speranno speranno,
cacanno.
more.
disperato
la speranza.
passeno
li
giorni,e
li
ggiornifanno l'anno.
Chi spera assai magna
poco.
TAVOLA.
0 dde
paja o
CUCINA.
—
dde fieno
Basta ch'er corpo sii pieno.
Ni
a
ttavola ni
Nun
A ttayola
se
nun
a
Detto
porta rispetto.
ce
s'invecchia mai.
Bon foco fa bbravo
er
Uovo
doppo Pasqua.
Cara
è bbono
me
puro
costa la mi'
coco.
ragusta.
Carne fa ccarne, vino fa ssangue
Se magna
strozza
La fame è la
mejo pietanza.
1
e
erba famm...
ppe'ccrepà'.
Quer che nu'
Latte
^
pe' ccampà',nno
e
ingrassa.
vvino,veleno fino.
H
Li
mejo
La
pietanzader
Magna
so' dder
bbocconi
poco
In bocca è
e
157
ROMANESCHI
PROVERBI
coco.
è H'insalata.
coco
spesso.
ppeccato quelloche ce' esce
no
quello
che c'entra.
Minestra
ariscallàta
fumo
Accosta
Che
Acqua
e
s'arisente.
la fame
vita da
ppane
Insalata;poco
aceto
Lo
se
campa
che
de
non
fico
E la
fame
fretta.
nun
abbotta.
bocconi
-
in
piedi).
:
mmeloni.
capato a l'amico
persicaar nemmico.
l'avemo
Ce resta sempre
si
cata).
SpiritoSanto.
Fico,persicae
La
la sbran-
svelta,in
s'areggedritto,(o
Tre sso' li bbon
er
alla
a
appetiscenutrisce.
Sacco voto
Dà
bben' ojata,
la sbrandalata:
SpiritoSanto
Quer
e
cane.
quattrobbocconi
Va mmagnata
Nun
aripijatanun
dente
ar
pane
A
sserva
bbòne.
mai
er
e
patitatutti.
un
budelluccio
ydto.
te
ai
158
PROVERBI
Come
ROMANESCHI
magni cachi.
significatometaforico
Nel
va
anche
a:
Maldicenza.
Li salumi
Vale
mettono
sete.
piattode
ppiù un
céra che ttutte le
bbóna
pietanzeder Farcone,(o
Falcone,
antica
-
der
monno).
in
trattoria
piazza dei
Caprettari.
L'omo
Chi
vive de pane
nun
mmàgna
Più erba
Ovo
de
se
solo.
bbeye
senza
ammura
ppiù bbestie
magna,
a
se
ssecco.
diventa.
ggiornata,
Pagnotta sfornata,
Vino
so' ftatti pe'minchioni.
Nun
Sette
maccaroni,
ro^so,
fa la zuppa
cose
Leva
la fame
e
:
la sete
tutta,
Sciacquaer dente,
Empie
La
er
ventre,
Fa
smartire,fa abbellire,
Fa
le
fame
guanciecolorire.
vie1 mmagnanno.
Gallina che
Vedilo
becca è ssegno eh1 ha bbeccato.
nun
a:
«
Affetti,passioni,voglie, ecc.
»
PROVERBI
Er gargarozzo
Ha
Indoye
se
Er
La
cce
cape la
co' tutt' er tetto.
casa
magnuca
der pesce è la
tiettela
amara
Bbeyo
stretto,
cielo ce conduca.
morte
Cosa
è
159
ROMANESCHI
padella.
cara.
perchèho dda magna' IFovo,bbero perchè
mmagnoll'oYO,bbevo perchè hommagnato
da bbeve perchèo dda
Poto, (o Damme
magna ll'ovo,
ecc.)
-
Sulle
Nóce
e
Farina
e
volte.
sovrano.
so'
ssemmolella,
maccaroni, so' la
e
A. la bbraciola la
E' riso
Chi yO
tre
ppane
Pasto da
Tino
beverci
bisogna
uova
ya
ccotto
attura
pe' li pormoni.
cara
ar
gratticola,
e
bbudella.
fritto la padella.
mmagnato.
impara'a mmagnà',
da li pretibbisogna
annà'.
TEMPERANZA.
Credevo che
—
ma
ppiovesse,
S'intende acqua,
MODERAZIONE.
nno
non
cche ddlluviasse.
tempesta. Toscano.
te
160
PROVERBI
ROMANESCHI
Chi ttutto vó tutto
Camelus
perde.
desiderans cornila, etiam
Chi ttutt' abbraccia
Chi
sse
mette
Lat
perdidit.
aures
gnente stiigne.
ssede fra ddu' ssedie da
a
er
culo
per tera.
Chi la tira la
strappa.
Arcus
La
strada de
Er suverchio
Er
nimium
intensus,rumpitur.Lat
è la
mezzo
cuperchio.
er
roppe
ppiù dritta.
troppo è ttroppo.
Nu' llassà' er
certo
rendi
In modio
non
pe' l'incerto.
est vola
pienasciendi. Trov.
med.
Si llassi er poco per ayè' Tassai,
L'uno
Nu' mmette
À l'ucello
Nun
se
U'antro
e
tanta
perderai.
carne
ingordoje
er
crepa
seryì' ddu'
ponno
ccoce.
a
gozzo.
padroni.
potestdigne dominis
Nemo
servire daobus.
Prov.
assai s'affoga.
Chi mmagna
Gnente
è
ttroppopoco.
Bbisogna campa'
frati
Preti,
Nun
Mejo poco
n
med.
e
e
llassà'
ccampà'.
ppólli
so' mmai
che
satólli.
gnente.
*s
m
FOMÀNfcSCHI
PROVERBI
Omo
de vino
vale
nun
L'acquafa minale
er
C'è
bbevì
compagno,
fa mmale
L'acqua
fa
vino
er
ccantà',
de la cresta
sugo
fa ggirà*
la testa
Er
Te
Chi
Ar
ccià
su
er
bicchiere
in
mano
impresta,ecc.
compagno
bbevì, compagno,
Bbevì
li pontie
L'acquaarovina
Tino
—
bbeverò.
Ch'adesso
Er
ccompagno
m'ammazza',
Nun
ddice:
popolare che
canto
n'ammazzerò.
Sinnò
-
Tino fa ccantà\
un
Bbevì
€
quatrino.
un
er
ammazza
er
»
ecc.
vino la testa.
Termine
e
ingrassa la
cratura.
E, dicesi
:
Er
ischerzo, anche
per
vino
posto
all'op-
ingrassa er vermine, ecc.
Er vino è la zinna de li vecchi.
Vinnm
Vino amaro,
Bon
seirom.
sangue.
bbòno fino a la pezza,
Er vino bbòno
fino
a
la feccia.
vecchio,(e quanno
imbriaco méttete a lletto).
Moje ggiovinee
La
sera
Lai.
tièttelo caro.
vino fa bbon
Er panno
lac
vvino
sei
orsi,
La mmatina
arsi.
§#
IV
echi mmagna
mmagoà'
Chi bbeve
le bbe-
; ma
magna
der paro.
sieno
vute
163
ROMANESCHI
PROVERBI
du' verte
s'affoga.
(Vedi: Tavola, Cucina).
VIZI.
Bbacco, tabbarco
E
e
llupo muta
Vvenere
in cerniere.
Tomo
Riduce
pelo
er
ABITI.
MALI
—
er
vizio mai.
Lupus piluramntat
Chi
nun
eia bbon
Chi ccomincia
Carezze
de
aniraum.
non
principio,nun
male
finisce
ruffiane,amore
eia bbon
Lai.
fine.
peggio.
de pa.....se
paghino
care.
Carezze
de pu
Amore
*
Te
de
quarche sculo.
costa
REGOLE
cornuto,
VARIE
PER
LA
CONDOTTA
.
PRATICA
cavallo
A
bbon
A
nnimico
che
nun
DE
LA
VITA.
bisogna dijetrotta
fugge ponte
d'oro.
Fujentem
hostem
adjuva. Lai.
tè
164
PROVERBI
Da lo
ROMANESCHI
assaggia,ddar feraro
nim
speziale
nun
tocca'.
Lega l'as'no
indove
vo
padrone,e
er
si
sse
scortica diavolo scortichete.
Per
popolomatto
un
yò
ce
un
spiritato.
sovrano
Fa orecchia da mercante.
Come
soni te bballo.
me
Come
Tte pago
Chi
me
canti te
sono.
de la moneta
more
s'impiccia
che mmeriti.
co' la
Lo
Chi
nun
Chi
ccerca
E
pò
ne
a
Magna
E
Nun
je la gratta.
temè'.
nun
vince
ne
impatta'.
deto che la
'na bbetta
mano.
cerchio
ar
e un
antro
la bbótte.
quer che
wòi,
spenniquer
mette la
che
ppòi.
paja accant'
Vedilo
Nun arrinnovà' le
Sf
li denti.
godè',
nun
mmèjo tajà'er
Bbisogna dà
ai francesi.
mmostra
rogna, trova chi
De minacce
se
dicevamo
mmozzicà',nu'
vò
De promesse
Nun
pelliccia.
ar
anche
a:
fòco.
«
»
Affetti,
ecc.
piaghe.
ss
PROVERBI
Non
te
Tutte
165
ROMANESCHI
pijà'ggattia ppelà'.
le strade
Qaanno
pórteno a Roma.
sei invitato a ppranzo
che si tt'hanno
a
magna
invitato de
core
ccrepà'
te ciarin-
yiteno,e ssi tt'hanno invitato pe'finzione
poco
Un
Nun
ciamanca
che tte càcceno
via.
diavolo scaccia l'antro.
te fa ppovero
e
te pò fa' ricco,
co' echi n\m
te fa ricco co' echi
nun
te pò fa'
nun
ppovero.
Chi
de
s'impiccia
li fatti artrui,
Invece d'un male
Chi
nun
la
vò
se
nun
pijadue.
ppuzzà'dde lupo nun
se
ne
metti
pelle.
Chi vò assai addimanna
Chi
ne
sa
poco.
fa' li fatti sui
Co' la lenterna
va
Sono
Nun
confonne
Nun
esse' banniera
Nun
pija'U'acqua cor
Nun
te mette
l'ossa in
er
ca...
guai.
ccercanno
cor
in
un
canto
pop.
patrennostro.
de tutti venti.
canestro.
cani drento
casa, che tte porteno
giro.
R
st_
M
PROVERKI
ROMANESCHI
SENTENZE
Tutti 11 sarmi
Tutti
Da
finiscono in
nasce
ffatto è
Er
tempo
ggalantomo.
Er
tempo passa
Le
montagne
è
e
e
ffatto,
nun
che Tcitta
Fiore
Che
mmò
pensa
più
er
nun
Narra
la
tte
a
ppensò,
filava.
Bberta
Uno
«
è
se
spenneva).
se
ppiù er ttempo che
Nun
ce
s'incontreno.
nun
Che ppoco
-
pe'ccammioà'.
s'avvicina.
la morte
tempo Enea
quer
(o
Nun
è
tera
cosa.
Quelloeh'è
ppiù.
Passò
grolla.
bbisogno de la
arano
cosa
GENERALI.
de
tempo
fila
tradizione
stornello:
mela,
che
ppiù
Bberta
ttesse
che
filava;
la tela.
allorché
»
Berta
pagnò
Savoja moglie di Enrico
IV, accomlo sciagurato sposo
a
Canossa,
in quella crudele
valicando
stagione le
Alpi, presso Montignano s'imbattè in una
di
donnicciuola,
povera
Berta, occupata
al
racconto
ne
ordinando
di
a
chiamata
ed
filare,
essa
pure
interessatasi
di
pina,
quella taaccettò
il fuso
pieno di filato,
che il comune
per compensamela,
delle
sventure
le assegnasse
tanto
Montignano
in lunghezza ed in larghezza quanto
terreno
desse
demisurare
e
ne
quel filo,
poteva
m
PROVERBI
167
ROMANESCHI
alla Reale sua
dell'acquisto
persona.
della
vecchia
filatrice
restò
non
L'esempio
senza
imitatori;fusi a bizzeffe vennero
offerti alla regina, la quale, rifiutandoli
sorriso
un
con
rispondeva: Non è più il
filava. (Vedi: Berta di
che Berta
tempo
Galletti
Savoja,saggiocritico di Arturo
bito
Cambiagi.
'Gni
a
cosa
ssu'
'Gni dritto eia
'Sto monno
Se
tempo.
riverso.
su
er
è 'na
gabbiade
fatigappiù ppe' fa'
matti.
minale
che ppe' fa'
bbene.
loda1
Nun
Vedilo
Semo
Un
giornosino
loda' U'omo
Nun
Chi nu'
er
anche
tutti de
in
noce
fa
un
e
dd'ossa.
flos non
sacco
nun
e
llassa
'sto
monno
gravido.
ir
Prov.
med.
fa rimore.
vox
populi,
Dei. Lat.
campa1.
Tutto pò sta9 forche mmorì
A
facit ver.
de Ddio.
Vox
Campa
»
pprimavera.
popolo,voce
Voce de
la morte.
a
Costanza, fermezza, ecc.
«
carne
Unus
Una
sino
s'arivede.
mmore
fiore nun
a:
la notte
a
tutto
e
risuscita.
pò sta.' forche H'omo
168
PROVERBI
Nini
ROMANESCHI
pò annà' in paradisoa ddispettode
se
li
santi.
passato è ppassato.
Er
Uno
fa
nun
nnummero.
Er
monno
Li
proverbiso'
À
è granne.
ch'avuto
un
principiodeve ave'
SCHERZI.
Cusì
vvojo e
Puro
un
fine.
MOTTEGGI.
—
sia
accusi
Ggesù a Mmaria.
Disse
L'urtimo
provati.
tutto passa.
'sto monno
Quer
ttutti
è ppe
echi mniòre.
boja è mmastro.
er
Che cc'è
asino solo
un
Vergogna è
Pija la
arubbà'
e
indove
robba
ar
menno?
poi restituì'.
sta
e
ccampa
onorata-
mente.
.
More
Penso
chi ce' è
e
avvezzo.
ripensoe
ccor
ppensà' m' impazzo :
Quann' hai pensato tanto,ch'hai pensatoP
Bbona
notte
Su
ggesù cche H'ojo è
tal
detto
c'è
un
ccaro.
bellissimo
aneddoto.
JS
170
ROMANESCHI
PROVERBI
Addio,
Una
echi
a
yorta
more.
sse
tocca
uno
per
ttutti.
a
Sciala,Checco mio,
t'ho
È
mia
quanno
il
precedente
un
mare
ccasa
a
Questo
e
motteggio
ccotto l'ova!
si
si fan
che
coloro
a
piove!
ce
ripetono per
grandi, senza
esserlo.
Tira, Titta, eh'
Lo
•
che
pazzientearifiata.
er
intesi
dire
passando
da
un
tale
un
tamente,
strada, inavverti-
una
per
a
ragazzo
ruttò.
A
compà^
yvòi sona' !
mmo
C'era
«
minatine
'na
che
che
che
uno
annava
vicino, je diceva:
paese
la
a
"
piacere crompateme
le
ttutte
passa' dda
vvedeva
suo
compare
vorta
casa
er
fiera der
Compà,
fateme
ghitarra. »
Er
so
però nun
perchè se
ne
compare
scordava
Quell'antro je lo 'diceva
sempre.
e
ridiceva, e llui manco
pe' sogno. Ma un
giorno che lo vidde passa* e cche je fece,
e
er
dice:
«
je
«
Sta ssempre
in
Si
il
Quanno
naso
Dicesi
"^:e
ghitana?
Ahaha!
mò
mezzo
dice
fumetta
da
'na
crompate
«
come
coloro
a
da
per
fuma
a
grandi.
dieci
eccheve
Compà',
fece:
una
scudi
Er
»
compare
sona'!
vvoi
me
»
Ccacco.
che
vogliono
ficcare
tutto.
tutta la
quei
bimbi
trema.
casa
che
la
pretendano
PROVERBI
pe'le
Cristo
Er
case
ROMANESCHI
e
ddiayolo
eia ccento
de Gonnella
cavallo
pe' li tetti.
mali
sotto
a
la coda.
Seppurtura a ccavallo,omo
ingordo jè
Ar
gozzo
Yó
ppiove,ruzzeno
Si
in
Quod
gatti.
ischerzo
per
età in cui
un
bbntiro
YARIANTI
Co' lo
La
Chi
E
e
fa il matto
permesso-.
llatte.
RACCOLTE
AGGIUNTE
STAMPA.
LA
tiè'
mmoje
ppe' ccasa
Martino.
san
sbajà's'impara.
lumaca
sse
indoye
sogoa
scarpe
passa
ce
lassa
er
segno.
la bbeata
l'anno è ttribbolata.
Tutto
Le
gli sarebbe
non
DURANTE
Chi ccià
chi
a
d'arte,
di natura
Mraerda
l'acello.
crepa
li
ripete
uperto.
so' nuove,
un
Dije de
sì e
Quanao
la yita è stracca
saluto
ar
beccamorto.
ddaje da bbeve.
addolorati.
l'urtimi
passi se fanno
F
172
ROMANESCHI
PROVERBI
Qaann' a
ttordi
quann' a grilli
e
Disse la madre
Sotto li lenzoli
mala
La
nova
se
nun
va
nun
miseria.
conosce
strada facenno.
cresce
Carne de culo
li su' fiji.
a
in cielo.
.
Te credi d'ave' ttrovo Cristo
mntfte
la
e
donna
ma-
riccojele spighe?
a
Otto lo
a
vecchio
er
venne
E ddodici lo stravecchio.
Bballo
soni
senza
Bballo
Si ttar
da minchioni.
scordaténne.
pensieroha' fatto,
Intendere
La
carta
Er
monno
fascina,
non
nun
fa
se
come
se
intendere portare.
rossa.
trova
lassa.
se
L'occhi so' ffatti pe'gguardà*.
Fai
Ccecco
come
Che ttira er mantice
Che
A
la
domannate
vigna de
a
e
ssona
ll'oste: è bbono
li minchioni
l'orgheno?
er
vino?
ogn'ucello
ce
fa
er
nido.
Ringraziamo
maschio
C
è
un
lo cielo
la
aneddoto
e
la tera
ch'ha
fatto
poverella.
che
per
brevità
non
riferisco.
#!
PROVERK1
Caro
Uà
caro
Sabbito
'na sassata.
e
è
nun
La
dì' ccarogua.
vor
tordo
bborsa
Anche
ROMANESCHI
e' è.
nun
codesto
il
ha
proverbio
aneddoto.
suo
Chi llavora fa la gobba
Chi
lavora fa la robba.
nun
Pigriziavói
brodo?
er
la tazza.
Sì.
—
Nu' lo
—
Preciutti mancheno
ppvja
vojoppiù.
de
ma
;
Vati' a
—
rampini
ce
so'
ne
ttanti.
Doppo
li quaranta
Nun
se
Scuse magre,
fischia
e nun
se
de Yennardì
er
Variante:
Un
Vennardì!
mogli^
Scuse
di
un
e
gli
lo
in
tornando
parlava
che
imbarazzato
del
baccalà
er
magre,
domandò
Vorrei
!
de
corteggiava la bella
Pizzicagnolo. Un giorno di
mentre
L'amante
salame
tale
Venerdì, questi
l'amante
canta.
salame.
servì
ma
Il
con
bottega colse
sua
nioglie
desiderava.
cosa
ripiegò dicendo:
Pizzicagnolo prudente
mentre
affettava
peteva
ri-
j
tra* denti
nardì
Chi
Più
sse
Scuse
magre,
salame.
da galera perde er posto.
esce
Tarde
er
:
nun
fumo
pensa
mai
e mmeno
graziedivine.
se
fa.
de
Ven-
u.
174
V
PROVERBI
©MANESCHI
,
Farame
tte
e
mago
Eguale
fo
tte
l'altro: Fammi
a
faccia nun
ppiantala
se more
mai de fame.
lamenta.
se
eh' ave' ddebbiti.
Mejo avanza'
de
Occhio de gatto,gamma
padre de
er
che
indovina
menta
Tutto l'anno
L'ozzio è
carozza,
riggina.
Chi ccia bbona
Chi
in
mauno
lepre.
tutti li vizii
lo
e
sciupo
de li bergi.
Bergi: soldi.
s'ariceve come
L'adducazione
L'artista
Li
se
conosce
fanno
panni nun
Varda
panni.
frate.
Mejo romiti
che
Se cciai
scrope.
ppreti.
ccurta,la morte
der morì'
Li morti
se
yòi fa' ssapè''na cosa, nu' la fa'.
nun
vita è
spia de H'anima.
presto o ttardi
bbucia
Quanno
La
er
sente.
l'amico in de IPocchio.
L'occhi so' la
La
da li
se
sse
e
H'ora
sa.
parleno,no H'ommini
nun
un.
nun
è ssicnra
der
monno.
segretodillo a l'amico
Che tte
e
ciaggiontapreciutto
ffico.
_1
PROVERBI
Crompa
a
in
e vvenne
ppoco
176
ROMANEcCHI
Si yyóì li fiji
bboni
tempo de carestia.
assai.
mena
fu ppres'
Pe' l'ingordizia
er pesce.
Tira tu cche ttiro
(o
Chi
-
io,ecc.)
tu cche mmagno
mmagna
tonno
nnasce
mio
io,tira tu scompagno
quadrato.
more
avvocati
Notari,curiali,
So' 'na
L'ora de
se
er
crede
quellade
è
oggi nun
Er riso fa bbon
Nun
d'ammazzati.
massa
domani.
sangue.
santo insino che
er
vede
se
nun
miracolo.
Er morto
fa la tera
li vivi se
pe'li ceci,
limà-
gneno.
Amore
Er
è ccoine er brodo senza
pe'le scale
de li preti è
mejo bboccone
er
sale.
der
naso
curato.
Naso
der
curato:
il culo
della
gallina.
se ppotete-diceva
Fermateve,regazzi,
san
lippo
Fi-
(Neri).
de
Quatriniprestati,
Campana
a
squajat1'.
ciccia fredda.
ttocchi,
Campana
Chi vvive spera,
n
sicuro
a
ttocchi
:
che
suona
a
morto.
^
176
PROVERBI
Chi arubba
Pe' bbono
ROMANESCHI
in
ya
bbono
cattivo nu'
A btr vede' cciamanca
Arme
Male vursuto
Quann'
Er
A
so' mmica
hanno
è ssera
villano
Roma
è mmai
non
giucarelli.
troppo.
tutti.
magnato
stretto de
e
lassa'.
mme
poco.
ccortelli,nun
e
pijà',
me
nun
Pe' coattivo
galèra.
cu...
llargode
e
mano.
pe'ttesta
A
Nnapoli pe'gamme.
Chi
vuol
ricorra
gambe
ai
un'infermità
da
un'infermità
da
guarire
di
medici
alla
testa
alle
Napoli, e chi
a
quelli di
Roma.
arifatto,
pidocchiostantivo.
Pane
Amore
e
ffede
Dieci oncia
Chi ha
Er
er
ccerca
Indove
male
Promette
la
e' è echi
prete.
crede.
cce
l'amichi,unnici
der
serva
a
ttutti,dodici
ppresciacure.
ognuno
Che
a
nun
che
gnissuno.
a
A
fora
fa bbrodo
Tutto
er
magni
nun
e nun
suo.
porco?
-
La
Janna.
cachi.
vie' ssempre
dà' è 'na
pe'ffa' mmale.
cosa
che
nun
se
pò ffa.
SI
178
PROVERBI
Chiamo
ROMANESCHI
Giuvanni,m'arisponnePietro;chiamo
Pietro,
m'arisponneAntogno.
Acqua morta fregaturasicura.
Mejo la
Parole
e
fame
che li debbiti.
bbotte
So' ssempre
fótte.
preteeh' er
Dà
da bbeye
Un
conto è
Chi
mmistica,mastica.
ar
conto è
un
pparlà',
Indoye te rode
«
Chirico
ssete.
a
raggionà'.
gràttete.
confessore
Un
inutili
domande
dove
chiese
dopo
una
a
fatto mille
aver
penitente le
sua
le mani
tenesse
Quella gli rispose: « Tengo le
«
Un
petto,
prato d'erba
e
e
de lo
Sale
indove
pozzo
un
rode
me
la
notte.
mano
sur
gratto.
me
d'acquaè
»
la ricchezza
speziale.
ojo
e
Si
Cioè
nun
so'
so' ccordojo.
ddisgrazie,
si
quando
in
versa
l'olio
terra
e
il sale.
Chi ttocca leva,
Mejo magna ppane
Ch' ave' 'na
Li
de
quatrini
Ar
porco la
stf
e
in
ccipolle
serva
l'avaro
Janna, ar
d'una cantina
pe'la cucina.
se
li magna
somaro
lo sciupone.
la cicoria.
n
SI
PROVERBI
Chi
gode,(e sse grattaer
contenta
sse
179
ROMANESCHI
si
cu...
je rode).
Chi da llotto spera
Mett'
Io fo
Er
pelo com'
er
ghiro,tu fa
er
er
orso.
un
boja.
è ffatto tonno
monno
Chi s^à
Li
soccorso
Chi HaYora
fonno.
quelloche
fa ;
se
yO
se
nun
fa.
se
nnn
yò
sse
a
yita de H'omo.
quatriniso' la
Quelloche
echi sta
ggallae
a
chi
magna,
lavora
nun
magna
du'
Yorte.
Piccione de
primo sarto,
Gallina de primo canto,
Paje la
In
festa com'
groliafra Giuvanni,che in cielo te
bi
Per
Chi
pprima
L'omo
ariva
ricco è
te fida' der
Nun
te Uà'
Grosso
e
origine detta
se
capa
er
vò
Ggesù.
l'aneddoto,
sentenza.
posto.
ppieno d'affanni.
Nun
medico
riferisco
evita, non
cui ebbe
da
Ar
santo.
un
che ddorme.
cane
de chi
pparla assai.
la visita
ccazzaccio.
a
lo
la ricetta.
speziale
M
180
PROVERBI
Ar fatto
Tede Tomo.
se
A la conclusione
Amichi
e
ROMANESCHI
se
discarso.
capisceer
pparentiso' ggran
ttormenti.
Oggettoche ppùocica,amicizia
sballata.
Crature,croce.
Formica providente
nun
Ggenovese,anima
Porta
Omo
er
persa;
Cristo
nun
sollecito,
Morte
de fame.
mai
more
a
la
roversa.
fu mmai
poveromo.
yienga e gguai coYla pala.
nun
Chi pparlapoco; poca pena paga.
Chi
pparlapoco
Occhi bbassi
ficca bene.
e ccore
contrito,
La bbizzoca vò' mmarito.
Nun te li do
te li nego
nun
te li do cche tte li spreghi.
Nun
Bbaràttolo
triaca bbona.
piccolo,
passo de cane.
Natale
le giornate comincianoa
Natale,slongaun
Per
crescere
Paradiso
insensibilmente.
perduto,inferno aperto.
smezzata, è
Messa
ccome
'na
minestra
ari-
scallata.
A la
trippala menta, ar
E
ssu
ttutt' e ddua
er preciutto,
pisello
méttece
un
gotto.
15
Pu
Cascata
Ar
ruffiane so'
e
de
morto
spallafamije.
foje,cataletto ammannite.
frate
ar
cataletto,
er
camorto
Prima
181
ROMANESCHI
PROVERBI
li
de morì7
la cera,
ar
bec-
quatrini,a li parentili guai.
scrive: penna
carta,volontà
in
fatta.
La
cchiesa
lo
è ccome
bbutti
sciacqnatore,ppiù
cce
ppiù ariceve.
e
Dicesi
che
f
origine
di
codesto
bio
prover-
dall'epoca in cui Leone
X, per
di
fabbrica
della
sopperire alle spese
le indulgenze a pronti
S. Pietro, vendeva
dati
contanti.
L'acqua der
C è echi
echi
s'affogae
cce
echi
e' è
è ttanta
mare
s'aricchisce
cce
canta
cce
echi
e
(o
-
se
cce
spianta).
Cantanti,gargarozzi d'oro.
Disseno
li sette
ppensa
a
Bbada
savi:
echi
a
Hai
da
Guarda
La
À
fa*
chi
Fior
de
stornello
e
pulenta, panza
'gni campana
er
dice
:
giunchiji
ppiù ppianti
llassi
lassi
piji.
Uno
€
echi
che
ppensa
ciai
min
bbè'
abbotta,
su' sono;
e
a
er
capei!i
echi
cu...
piji.»
allenta.
e
SI
188
PROVERBI
La
'Gai
raggioneud po'pper
campanilevó
de pecora
Mozzico
Un
ROMANESCHI
omo.
la su' campana.
nu' sbucia la
pelle.
legnoin piededritto,
T'areggeppiù d'un soffitto.
Cappone de Natale,anguillade Quaresima.
Stagnari,
spazzacamminie mmuratori,
Cianno la morte
Chi mmagna
pronta
troppo stima
Stima
a
ttutte Tore.
casa.
casa:
vomita
per
la
casa.
e robivecchi, ggiudiie mmordivoi,
Rigattieri
Pàgheno gnente, e cchiacchiereno
insi-
(nentache yyóì).
Pesce de fiume
sciapo,pesce de
E ognuno
Struviscete e
mare
saporito,
bbeae acconnito.
va
imparerai
; fa
l'ozioso e
ssomaro
aresterai.
Botta
in fughenzia,
nun
sparatae llepre
s'aric-
ppiù.
chiappeno
Si to'
e
in
cojelo
llepre,
de le gamme.
è H'agreddorce.
llepre
La morte
de
La robba
è vvostra
E arestamo
e
li quatrini
so' li mia,
amichi
ppiù cche pprima.
Libbro sentenzioso è bbono
n
pe' l'ozzioso.
ss
Si
PROVERBI
Bisogna fa
li libbri
Indove
amanca
Indove
e' è
bisogno cure,
svort'
e
senza
indove
e' è bbu-
raggione, so9
ave'
pòi
nun
le lamentazione
ccome
A
de li talenti.
all'incontrano.
santo
er
Qaanno te lagni e
Qua trini
siconna
a
natura, arte precura.
er
riana
183
ROMANESCHI
Ogieremia.
de
proveguenza,
sponnelli
poco
se
ce
pensa.
Cristo disse : Io te fo, ttu fatte ;
E ssi
va
bbè' vatt'
disse
all'uomo:
te
nun
Cristo
ffa fótte.
a
Io
ti creo,
tu
ecc.
riproduciti,
Er diavolo
Mejo
vede'
Chi lo
sse
e nun
sa
pile,e
che
ggode
Chi tte sente
Chi
ffa le
sa
nno
li
cuperchi.
ppenà'.
te vede
che
quer
se
crede.
fida,se pente.
Si vói l'avventori fatteli.
Chi lo pò ffa' lo fa.
E
Pe'
na
vorta
per
ischerzo:
tutti ce
se
Chi
ppò
lloffià lloffa.
casca.
Cristo bbiastimato,
Inferno
Chi
sfuggela
spalancato.
fatica
sfugge la fortuna. \
SI
184
PROVEHRI
ROMANESCHI
Co' la pacienza s'impara la scienzia.
Bbisogn'esse prima garzonie ppoimaestri.
Cristo
se
fece nega7 dda Pietro pe' ttre vorte,li
debbitori
L'omo
'gni sempre.
che ha ccrompa
pazienzaè ricco de
la
prndenzia.
Nun
dà
er
cardo
farso
echi t' è amico
a
pe'
ddayero.
Ossia
Sgrinfiaco'
:
non
tradire,ecc.
ir occhi,pistaco7 li piedi,
e
pparla
co' le deta.
Se
in
vuoi
amore
ottenere
qualcosa.
È mmejo ariggirasse
er talento che ffa'la muffa
a
Ojo
La
ccasa.
de lucerna
casa
de la
'gnimale
guyerna.
sapienza eia psette colonne, tre
qquadre e quattro tonne, queletonne
so'
ffatte pe'le donne.
L'omo
propone
À H'omo
e
Cristo guyerna.
impunito,
Ggiudizioammannite.
È mmejo abbassa' l'ale
Quanno de
casa
te
e
nun
se
arzà' ttan'
aria,
fa la storia.
Uno
stornello
:
186
PROVERBI
Chi
A
ROMANESCHI
ottiè'.
ppiù vvo',mmeno
l'avemmaria,
Chi sta
Nun
a
dico
yadi via,
se ne
vvo' ccommare,
a
State puro
Maia
de l'antri
ccasa
quanto
ss1 io stass'
a
vve
pare,
vostra
ccasa
e
vvoi
a
(ccasamia,)
Pigerebbe er
cappelloe
n'annere
mme
(rebbevia.)
Variante
e
L'ugnone
'Gni
Notte.
all'altro che
a
«
Giorno
»
accresce
la forza.
e ccome
scappellotto
Mma
trovasi
la testa
Gallina che ccanta
sse
da
Innizio certo de
che
gnente,
n'arisente.
gallo,
quarche sballo.
Mmejo lavora7 de schina che dde testa.
Ar
punto
se
vede la
sartora,ar bbusto la bbu-
stara.
Er
passamontagne,
Crope magagne.
'Ndove ce' è ciccia,
sse sta ccalli.
Callo cche ddole,ppioggiavicina.
Cavallo sfrezzato
"
Nun
Sotto
La
assicurato.
è mmai
cucina
è
pp'
pp'
er
Magna quelloche
Se yede
se
Vann'
le donne
che ttocc'
sentenza,
sse
Bon
cui
ebbe
posso
Chi fa
er
per
yita
e
mammone
origine
decenza
detta
riferire.
scortato.
aristrigne.
nno
strignie ppiù mmori
gloria de
Fico,
mmamma
da
po' slarga
sale ffa H'ossa
foco
a
manna.
lo
non
Io t'arimiro, e ttu
Er
sa
Fidirico,
je
ingropponato,dde
tte
se
monte
che
L'aneddoto
Ppiù
ccercà'
nun
nun
dde
eco' don
la bborza
fatto
mma
magna,
ddormì
a
stasera
Bbucio
e
cucina.
se
Sì, tte dico, ttutte
Ayaro
riceve
è ffatto.
ccome
Ecco
da
ccammera
cciai davanti
quello che
E
la
coco,
padrone.
er
ccom'
li bbovi.
attacca
caretto
ar
187
ROMANHSCHI
PROVERBI
presto.
m'arimpappi.
e
ll'ossa lo schertro.
coco.
a
fforza
d'imbroji e
dde
(bbucie)
Ha
ppavura
che
sse
Er
scropino le
mammone:
su' por-
cheri
il danaro.
ROMANESCHI
PROVERBI
Ne sballa
ppiù la jottoniziaeh'
A Uayoro
fatto
mette
se
pecca.
Si
Si
sai fa
nun
er
mette
critica.
si
pecca:
mette.
ce
cambiale
Obbrigo preso,
Chi ccià
te
min
cortello.
er
firmata.
yecchio,e lo spasseggioder
marito
(paino)
De
Chiude
certo attacca
la finestra
Porta uperta,
Più
sse
quann'
a
Mmartino.
san
è uscito er
fumé.
è llibera l'entrata.
Ggesù Cristo,
Chi bbiastima
a
voto
spalancata
casa
Pe' ognuno
Ya
er
l'inferno
bbiastima
er
cculo dritto.
a
santo
e
ppiù
s'entra
in
grollasua.
Chi ccià
er
tempo
e
aspetta
er
tempo, perde
tempo.
Cristo è
uno
li santi so'
Bbiastima
Omo
questie
impiccatoè
mmezzo
assai,
llassa fa' llui.
perdonato.
Mejo abbità' in d'un deserto che
moje
Chi
sse
stizzosa
tie' la
e
a
ccasa
co' la
llinguacciuta.
lingua ar
posto, s'ariparadar
giudiziode Ddio.
*
ROMANESCHI
PROVERBI
de
Omo
Risate
amancheno
pelleè
Chi
Prima
sapienza.
gguai
e
Nun
La
de
omo
ggiudizio,
mai.
una
la
sse
guarda9
sa
pe' tte
pensa
è 'na gran
furtuna.
ppoi pe' ll'antri.
e
Co' l'avanzi de credenza
Pe' li poveretti
pensa.
L'omo
onesto
ppagà'è llesto.
a
Chi sta tra irre
Non
Pariscallati
Fora
Discarso
Carne
a
discore.
sa
ddrento l'infreddoliti.
saputo.
stantiva.
Uesso
che
a
un
dipresso.
ddichi,come
Gnisuno
se
che fai
contenta
mai.
sverte,quatriniassai.
Mano
Cristo
morse
a
ffuria de tormenti
E U'ommeni
Più
nun
passato,conserva
Lavativo
Come
e
curto,omo
Pummidoro
De
orre
e
pparlà'e
sa
.
come
er
campeno
stai,nun
n' ha
padre
te
a
ffuria de lamenti.
lagna'mmai.
ffatte,ppiù
avvezza
bbè'
lifiji.
?
m
d'5
190
ROMANESCHI
PROVERBI
Paini
so'
e rose
de cucina.
fumo
er
ccome
svaniscono.
Presto
L'arosto
scattato
va
a
detto,e
scotta
vva
ppappato.
Chi
sfregnape' llavorane,
sse
J' entra l'arte in de le
Quanno
e
l'acquasta
vvicina.
bbono.
Ppoco ma
Acqua
gatto zompa,
er
mane.
insalata è ttutta 'na
Co' li broccoli
l'arenga.
tó
ce
A ffa bbene s'ariceveno sempre
Disse Tomo
pisciata.
carci in faccia.
Ccristo: ajuteteche m'ajuto.
a
Motteggio.
Mejo un patrennostroin grazziade Ddio,
ccento cannele intorno
ar
che
cataletto.
sapienziae opre l'orecchia
la pmdenzia.
Sta attento
Chi
sse
a
la
scorda de
de Mortera
Marco
e sse
ne
scivola
a
Marco
di
Mortera:
ll'osteriade
Pruto:
Morte.
Osteria
de
Inferno.
ossa
ggiuventù,
ammaccata,
Cascata de vecchio morte
avantaggiata.
Tiette chi ppiù te fa vvantaggio.
sr
in bocca
Pruto.
Casa
Cascata de
mette la casa
Cristo,
a
PROVERBI
Mòrti
191
ROMANESCHI
pochi,fanno
'n assai.
Quatrino arisparammiato,
Du' vorte
A
bbona
'na
guadambiato.
layannara
je amancò
nun
minai
pietra.
A
Trillano scanzafatica
Si
Tvanghi male, mieterai
Chi ha
Chi
tto
Er
ffà
ppresto
che
lento
nun
insieme.
tempo.
er
je
ce
manni,
ssia assai.
o
eia li
che
bbene, sso' ddu'
ffa
tvo
eia mmai
nun
Sia poco
nnn
e
vanno
pia quer
ccorpo
Chi
peggio.
pprescia,radi adacio.
cose
Omo
j'èffatics.
'gni zappa
quatrininun
se
metta
fre...ppe'
la testa.
A
La
'gni noya
bbellezza
usanzia
è ccome
Ppresto nasce
Pe' supravanzane
e
Ddimme
nun
er
e
bisogna
cure.
fiore,
ppresto
more.
'gnibbellezza,cce to' onestà
ggentilità.
che vita
fai,e tte dirò
la morte
che
tte tocca.
Si ffai
ccome
er
prete cche ppenzi a tte ssolo,
gnissuno trovi che tt'ami.
192
ROMANESCA
PROVERBI
Chi
fa
cce
se
paranza
er
Cchi ce' inzurta
Si 'n
dà
cceco
cascheno
Amico
la
se
de?e
sfoggi,
deve soffrì.
all'antro,tutteddue
mano
'n der fosso.
certo,
Se
Er fa è
io de l'incerto.
conosce
er
mejo ppe' impara'.
mezzo
Ssi vvo1 li piaceri,
ffalli.
Er servizzio aritorna
Ccristo llassa fa, e
Pparlà'vale
La
ssempr1 a
ccasa
cor
strafa1.
nno
'n grosso, stasse zitto 'n
superbia ccurze
dammo.
gua-
ccavallo
a
e
ppapetto.
aritornò
a
ppiede.
Chi
Dar
nun
sa
stasse
non
zitto,
sa
pparlà'.
sape',vie' U'avè'.
è
L'ignoranzità
la madre
de la
Du' deta de cervello vincheno
L'onore
è dde chi
Son
molto
Ner paese
a
un
da
la miccheria.
lo sa ffà.
sse
Vipera de montagna
guitterìa.
e
ttaràntola de
temere
più
delle
maremma.
altre
perchè
nocive.
de li cechi
se
fa ttanto de
ccappello
guercio.
QM
194
PROVERBI
Dì'
fa' na'
e
ROMANhSCHI
magneno
la medema
a
sempre
tavola.
Lacrapa de la
eia ssempre
commare
ppiù
Natte
che la nostra.
Troppo
grano,
bbucìa
La
piega'cche
pigritàè
Chi
sacco.
è zzoppa.
È mmejo
La
er
roppe
vvO
er
roppe.
la chiave
de la
povertà.
bbisogna che
pesce
s'azzoppi li
piedi.
Chi ddice la verità
Chi
vva
a
conto
Taja
ll'osteria de 'na
pacioccona,pagaer
doppio.
tu' fieno quanno
er
sole scotta.
er
Mmejo proferì'l'amichi che
C
pija le
è echi
role
der diavolo.
ha ppavura
nun
dovette
pe' sserpe
li
parenti.
pe' nnòttole
e
le fiena-
d'acqua.
Fienarole
così
son
chiamate
alcune
piccole serpi.
A
Nnatale
gran
pulita,a
Ladro
una
'Gni vaga
Da
un
fame,
le Pentecoste
vorta, ladro
d'uà
Ppasqna,
a
eia
er
cuscienza
abbiti nòvi.
'gni sempre.
diavolo.
pulledroscazzato
ce
se
fa
un
bon
vallo.
ca-
ROMANESCHI
PROVERBI
pazienzase
La
se
tiè' ffino ar
lassa.
è ccome
ggiustizia
l'acqua.
Uà
re
Un
omo
è
'ducazione
senza
ccome
un
brodo
senza
è ttale e
corpo
cqualear
sale.
giornata,presto scordata.
Amicizia de 'na
ppiù ppiantichi
ccià
er
Ch'er cataletto d'un
mammone,
cojone.
ave' ddolori che rimorsi
mmejo
senza
l'anima.
'Na pn
E
fiume
un
ssenza
senza
Cià
ppoi
e
gargarozzo
de cusrienza.
4.
Mejo
La
alegriche in
sta' in
un
bucio
indove
se
piagne.
ssdna
meno.
L'apparenza è
vvòto
Dua
uno
Nun
Chi
La
e
ccome
so' le cose
e
er
pecore.
tammuro,
drento
è
ffa rimore.
è ssomaro
sole
quellache
è ssempre
Troppi pecorariintisichisclienole
Più
palazzo
f
ppiù grossa
campana
un
tùO
e
che
ppiù ccià orsojo.
nun
se
ponno
guarda':
er
la morte.
te'fida' dde le promesse.
scanza
mano
l'acquaincontra
eh'
arigalaè
ar
la
grannina.
desopra de quella
eh'ariceve.
TU
196
PROVERBI
Chi s'arza in
ROMANESCHI
se
collera,
alletto co1 U'ossa
mette
rotte.
Chi sputa in c'elo,sputa addosso
cchiacchiera
Chi
de
dice 'na
assai
se.
de
massa
bbucie.
È mmejo
piaghe
È mmejo
un
da
regazzi che
pettirossoin
vecchi.
da
che ddieci su1
mano
n' arbero.
Mejo
Pacelli
Tutti
Non
da 'n occhio
cèco
che
dda
tutt'
dua.
e
pènseno de canta' bbene.
se
butta7 le scarpe
vecchie
insino
che
nun
te
porteno quele nòve.
Er
gallo che
de
che ccanta
argento in
e
Mànneno
De tu'
è
male
quello che
ccanta
ppiù.
Gallina
Oro
ccanta
moje
a
assai,òva
core
spasso
esse
gnente.
fede,speranza
rocchio
dritto
e
e amore.
Ilei
quello
sinistro.
'Na
donna
marito
senza
è ccome
la testa.
Chi Uavora
Quanno
nun
Nun
dorme
se
v6
ariposato.
ppagà'
bisogna sta1
a
ttirà'.
er
corpo
senza
u
Cassetta de
Amore
ar
Er male
197
ROMANESCHI
PROVERBI
farebbe fa1 er
uperta,
quatrini
santo.
puro
a
un
core,
e
speronia le coste.
vie' a
cato
pec-
Uibbre,e
sse
ne
va
a
oncia
a
oncia.
bisogna soffrì1.
P^nuicì1
Yale de
bicchier de viao che ttutta
ppiù un
l'acquader fiume.
A la filatoranu'
A la
mai
j'amanca
camicia.
pigrizia
je pare tutto indificilea llavoro
tutto facile.
L'oro sbrilluccicapuro in de la
Méttete da parteun
fanga.
pe'quanno
po' dde quatrini
sei vecchio.
È mmejo
da
Magna
E
Carne
Nun
ave'
un
occhio bbòno,che ddua bboni
gnente.
bbene
ca..
forte
ave ppavura
nun
mar
insaccata,
e' è
ppiaceresenza
de la morte.
ggiudicata.
rimissione dice
giudìo.
Chi ha
raggione
Paga
E
fi
la
ddorme
piggione,
pe'le scale.
er
m
_198
ROMANESCHI
PROVERBI
Si Roma
ci
avesse
Napolisarebbe
Nun
se
dice: Putta
Si
nun
un
è ppoca
Chi s'impicciafra
porto
tr
o
ccarne
orto
tutta.
e
N' ariesce co' vvergogna.
a
ogna
199
INDICE
INDICE
PAG.
Al Lettore
Abitudini
7
Usanze
—
Adulazione
Affetti
Lodi
—
Passioni
—
23
Lusinghe
—
—
Economia
Agricoltura
—
Noncuranza
Allegria
—
Ambizione
Gusti
Voglie
—
24
ivi
...
Rurale
—
Darsi bel
26
tempo.
27
.
Signoria
—
29
Amicizia
ivi
Amore
30
Animali
32
Astuzia
Inganno
—
33
Avarizia
Bellezza
33
Bruttezza
—
Beneficenza
—
Soccorrersi
—
Fattezze del corpo
—
Dono
ivi
.
39
....
Benignità
Bisogno
Buona
Buoni
ir
e
e
—
Perdono
—
Necessità
mala
fama
cattivi
41
ivi
43
ivi
r
a
*00
INDICE
PAG.
Gasa
Vicinato
—
44
Compagnia buona
Condizioni
cattiya
e
ivi
...
disuguali
Sorti
—
Società
—
46
......
49
Conforti ne' mali
Consiglio
Esempio.
Riprensione
—
—
50
...
Contentarsi della
propriasorte
52
Contrattazioni
Mercatura
53
Gastigo de* falli
54
Coscienza
—
—
Cose fisiche
Costanza
Fermezza
—
—
Mallevadorie.
—
Diligenza
63
...
Vigilanza
—
64
Matrimonio
—
Economia
domestica
-
65
Parsimonia
-
Prodigalità73
Fallacia di disegnie dei
Errore
Insufficienzade' propositi
—
giudizi
—
75
Esperienza
77
False appparenze
79
Famiglia
80
Fatti
83
parole
e
Felicità
Infelicità
-
Fiducia
e
-
Piacere
Vecchiaia.
Giuoco
Gì stizia
.
84
88
•
notte
—
Dolore
86
rapina.
e
-
sfortuna
Frode
Gioventù
Bene
85
e
e
-
diffidenza
Fortuna
Giorno
ST
59
...
60
Imprestito
—
Donna
Perseveranza
—
Egoismo
Cupidità
Debito
57
•
...
.
.
,
90
92
94
—
Liti
96
202
INDICE
PAG.
Risolutezza
Sanità
Malattie
-
Sapere
Sollecitudine
-
Coglierle occasioni
Igiene
—
Saviezza
.151
raattia
e
,
Schiettezza
Verità
—
Simulazione
—
.
.
154
155
riposi
e
156
Speranza
Tavola
ivi
Cucina
—
Temperanza
Vesti
159
Moderazione
—
161
Addobbi
—
ivi
Vino
Vizi
152
153
Bugia
Ipocrisia
—
147
148
Ignoranza
—
Sollievi
-
Mali
—
Regole
varie
Varianti
per
la condotta
praticadella
.
Motteggi
—
e
aggiunte
vita.
163
166
generali
Sentenze
Scherzi
163
abiti
raccolte
168
durante
,
...
la
stampa 171
IS
BRINDISI
Io, ppé parla' ccome
oggi
pè
me
ddì'
a
eh'
quello
ma
ve
farebbe
ce
er
però
siccome
lo
dirò
a
la
gente,
mio
core
qua,
musnrmano,
bbóna
sta
parla
se
v6
je
da
Romano,
esterna
;
ciariesco,
min
in
mejo
romanesco.
dal
Tolto
MILANO
A
RUGANTINO
ROMANESCA
CHIACCHIERATA
DI
ZANAZZO
GIGGI
con
bWface"i
"timfi
DI
SIGNORINI
PEPPE
Opuscolo
50:
dipagine
Dirigersi
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PERINO
Colonna,
Grande
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Oerroni
3$8,
CINQUANTA
CENTESIMI
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ditta
Piazza
Eh
A
che
aditemelo!...
pensate, Tresteverinelle,
v'incontro
quanno
Saranno
cosettine
bbelle
Saranno
cosettine
assai
pe' favve
censì
sta'
TresteYerine
Tolto
pensierose?..
tutte
bbelle,
bbelle?
sugose,
tutt'incantate?...
pensate?
che
a
dalle
SMORFIE
STUZZICHINI
PE'LE
SCELTA
RACCOLTA
DI POESIE
DONNE
ROMANESCHE
DI
(Qiggi (ganazzo
Volume
Dirigersi
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Grande
alla
PERINO
Colonna,
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oerroni
358.
di
pagine
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UNA
LIRA
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ditta
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-òa
JrassateWa
-4*
famo
La
Pe'
dda
!
-
Ggiù
cinque, dieci,
chi?
dda
Pe'
-
ferme
-
le
dieci..
Va
Er
—
padrone
Toto
Giachimo
Tolte
Ah!
ttocca
er
Tuscano.
sarà
scòla
sse
er
'r
otto
Bbuzicotto.
a
Checco
sarà
l'avvocato
Ccusì
—
là, cche
mano
dicidotto
Un, dua, tre, quattro, ccinqne, sei, sett'
—
e
aranti
-
tre, dù
Dna,
—
?
•»
er
Decano,
sotto.
nitro
sano.
dal
eh9 è
sente
BOtfANBSCHE
BBOJEBLE
NUOVE
dórce!...
DB
ZANAZZO
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facezie,aneddoti, Racconti ameni,
Sfitti,goesie giocose, ecc.
UNA
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—
ecc.
LIRA
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Dirigersi
FRASCATI)
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Giornalistica-Libraria
e
Solaro,
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Piazza
GIOACCHINO
GIUSEPPE
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che contiene
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Chi vuole divertirsi
risate di
Scruni:
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Roma.
Mestieri
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pensierinoiosi, chi vuol far
il buon
sangue
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ore,
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rismo
meglio, tutto il più simpaticodell'umodi tutti i paesi. Questa Biblioteca si raccomanda
plicemente
semcol suo
catalogo,che offre opere mai raccolte fino
in parte originalidei nostri migliori scrittori,e
a qui, opere
in parte tratte da edizioni
grafiche.
delle vere
rarità biblioche sono
dera
Collezione
(Chi desicompleta volumi 45: L. 10.
il Catalogo dei Volumi
avere
pubblicatipuò richiederlo
all'Editore E. PERINO, Vicolo Sciarra,
62.)
tutto
il
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Dirigersi
alla
PERINO
Colonna,
Agenzia Giornalistica-Libraria ditta
Piazza
Cenoni
e
Solaro,
Grande
di
358.
ROMANESCHE
POESIE
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SMORFIE
STUZZICHINI
Sonetti
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DONNE:
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Popolari
Bozzetti
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ROMANESCA
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Fattucchieri
Streghe;Stregoni,
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Tradizioni
Popolari
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Scenette
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