EVENTO PROMOSSO DA
CON IL PATROCINIO DI
Provincia
di Bergamo
C. S. A. di Bergamo
Storia
deiTASSO
La
La
Storia deiTASSO
SPIRITO IMPRENDITORIALE ED INNOVAZIONE
NELLA TERRA BERGAMASCA
a cura di Francesca Del Vitto
Gioco-concorso didattico
per le alunne e gli alunni delle classi seconde
delle scuole secondarie di primo grado
della Provincia di Bergamo
Anno Scolastico 2005-2006
Quaderno di documentazione
per gli insegnanti coordinatori
Disegni di
Antonio Molino
La
Storia deiTASSO
Il moderno servizio postale venne inventato da una famiglia
bergamasca al servizio degli Asburgo, i Tasso di Cornello in
val Brembana, per questo premiati dagli imperatori d’Austria e divenuti nel tempo i principi imperiali Von Thurn
und Taxis. Dal loro cognome vengono le parole “tassa” e
“taxi” che oggi si ritrovano in quasi tutte le lingue moderne.
Caso quasi unico nella storia dell’Europa pre-industriale, i
Tasso seppero affermarsi non in forza di grandi proprietà
terriere o di particolari virtù militari, ma per avere raggiunto l’eccellenza nella prestazione di un servizio tecnico.
La loro capacità di fare impresa, offrendo un servizio per
quei tempi già “globalizzato”, può bene essere assunta quale
simbolo della imprenditoria bergamasca con il suo tipico,
forte radicamento locale e familiare nonché l’altrettanto tipica attitudine ad operare sui mercati internazionali.
Non è quindi un caso che le Banche di Credito Cooperativo
della Provincia di Bergamo - a loro volta frutto ed espressione della radicata cultura del territorio - abbiano voluto offrire quest’anno, a tutti gli studenti delle seconde classi delle
scuole secondarie di primo grado della Provincia, un giococoncorso sulla storia di questo straordinario casato brembano. Un’iniziativa particolarmente in sintonia con la filosofia e l’impegno del Credito Cooperativo, nato per sostenere
la crescita e lo sviluppo del territorio, delle famiglie e delle
nuove generazioni.
Siamo grati sin d’ora alle istituzioni, alle autorità scolastiche e anche, particolarmente, agli insegnanti che con il loro
impegno renderanno possibile alle loro alunne e ai loro alunni la partecipazione all’iniziativa.
I Presidenti delle Banche
di Credito Cooperativo
della Provincia di Bergamo
5
La
Storia deiTASSO
Progetto e realizzazione:
www.staffonline.biz
Stampa: Graficart - Biassono (MI)
Finito di stampare: ottobre 2005
6
La
Storia deiTASSO
Sommario
La storia dei Tasso
9
14
18
20
21
26
28
Le origini
La corrispondenza pontificia
Il servizio presso gli Asburgo
Monopolio di una famiglia
Tramonto dell’«impero postale»
I simboli della posta
Cornello, borgo carovaniero
12
I Tasso, campioni della migrazione bergamasca 16
Il discendente più illustre
18
Il mecenatismo tassiano
24
I Thurn und Taxis e la storia del francobollo
29
Per saperne di più
30
7
La
Storia deiTASSO
IL BORGO DI CORNELLO
IN UNA STAMPA
DEL SETTECENTO.
M
olte parole originariamente italiane (a parte cioè
quelle derivate dal latino) sono state accolte anche
in altre lingue. Tra queste però forse nessuna si è tanto
diffusa quanto le parole tassa e taxi. La parola tassa si
ritrova in vari adattamenti praticamente in tutte le lingue occidentali e pure in alcune lingue asiatiche. La
parola taxi è tale e quale ovunque nel mondo.
Pochi sanno però che tali parole derivano entrambe dal
cognome di un’antica famiglia di imprenditori bergamaschi, i Tasso di Cornello in Val Brembana, oggi frazione
del comune di Camerata Cornello, cui si deve l’invenzione e lo sviluppo del moderno servizio postale pubblico.
La storia si può far cominciare nel ‘200, quando i Tasso
a Cornello avevano probabilmente un’osteria. Già da
secoli le osterie fungevano anche da luoghi di deposito o
rispettivamente di inoltro di corrispondenza soprattutto
di mercanti. Il servizio però era incerto e rudimentale, e
basato su preliminari accordi diretti tra i corrispondenti.
Antesignani in questo senso della moderna imprendito-
9
La
LO
Storia deiTASSO
STEMMA ORIGINARIO
DELLA FAMIGLIA TASSO,
CON L’ANIMALE SIMBOLO
DELLA CASATA
E IL CORNO DI POSTA.
ria bergamasca - tipica per la sua capacità di coniugare il
radicamento sul territorio con la capacità di espansione
all’estero, e una tradizionale solidarietà familiare con l’attitudine alla più avanzata innovazione – i Tasso si impegnarono a migliorare e ad estendere il servizio di posta
organizzandolo in prima persona dapprima nella natìa Val
Brembana, allora parte della Repubblica di Venezia (come
peraltro anche tutto il resto della Bergamasca), e poi sempre più a nord fino a raggiungere i domini imperiali
austriaci della Casa d’Asburgo. A metà del ‘400 i Tasso
erano divenuti i corrieri di fiducia dell’Imperatore finché
nei primi anni del Cinquecento Francesco Tasso venne
incaricato in esclusiva dall’Imperatore Massimiliano
d’Asburgo di organizzare una rete postale internazionale
estesa nei suoi domini ma anche oltre. L’imperatore lo fece
nobile e gli conferì la carica di Mastro Generale delle Poste
dell’Impero. Da allora la buona sorte dei Tasso – in seguito divenuti principi germanici Thurn und Taxis – restò
sempre legata a quella degli Asburgo di cui, come vedremo, gestirono i servizi postali fino al 1867 quando, come
ovunque nel secolo XIX, anche nei domini asburgici le
poste divennero statali.
La famiglia dei principi Thurn und Taxis esiste però tuttora, avendo dimora principale nel suo grande castello di
Ratisbona (Regensburg) in Baviera. E sia a Ratisbona che
nell’altro suo castello di Duino presso Trieste tiene aperti
al pubblico degli interessanti musei sulla storia del suo
plurisecolare servizio di posta. La sua memoria non si è
però spenta nemmeno a Cornello in Val Brembana, che
non a caso già da tempo ha assunto il nome di Cornello
dei Tasso, e dove c’è un piccolo museo a loro dedicato.
La corrispondenza anche a grande distanza tramite messaggi scritti è ovviamente molto antica. La si ritrova nei
10
La
Storia deiTASSO
più antichi imperi della Mesopotamia. Già
nell’antica Roma, il servizio postale di stato
(cursus publicus) a un certo punto venne
messo a disposizione dei privati cittadini previo pagamento - per decadere infine insieme all’impero. Quindi, nel medioevo, tornò
ad aver un certo sviluppo soprattutto grazie
alla rete delle abbazie benedettine. Ciò non
toglie che i Tasso possano essere a ragione
ritenuti gli inventori del moderno servizio di
posta per due motivi. Il primo è tecnico: il loro
sistema di trasporto della corrispondenza si appoggiava a
stazioni di posta tutte quante gestite direttamente da
loro. Grazie a ciò ad ogni stazione (situate ciascuna a
circa trenta chilometri dall’altra) cambiava non solo la
cavalcatura ma anche il messaggero, che quindi non era
mai una persona già affaticata. Ciò consentì di aumentare di molto la velocità del servizio. Il secondo motivo
è di ordine politico-sociale: i Tasso ottennero a un certo
punto dall’Impero l’autorizzazione a trasportare anche
corrispondenza di privati cittadini. Quello che fino ad
allora era un privilegio dei sovrani e dei governi diventò
così un servizio pubblico.
In epoca precedente all’invenzione del francobollo, un
timbro con la scritta “Tasso” impresso sul plico certificava che il mittente aveva pagato la spesa della spedizione.
La parola “Tasso” cominciò così a diventare sinonimo di
“pagamento di pubblico servizio” fino a quando venne
ad assumere il significato che ha oggi. Analogamente
nella versione taxi venne a significare “auto in servizio a
pagamento”.
Questa in sintesi è la storia dei Tasso che ora
ripercorreremo più nel dettaglio.
IL
PALAZZO
DI RATISBONA,
DIMORA DEI PRINCIPI
THURN UND TAXIS.
IL TIMBRO DEI
SU UN’ANTICA
LETTERA.
TASSO
La
Storia deiTASSO
CORNELLO, BORGO CAROVANIERO
circa 30 chilometri da
Bergamo, Camerata di
A
Cornello, detto dei Tasso, si
Foto Pepi Merisio
presenta ancora come un piccolo
agglomerato di stampo
prettamente medievale, poggiato
sopra un dirupo affacciato sul
Brembo. La colpa, o il merito come
diremmo noi oggi, di tale perfetta
conservazione si deve ricercare
nello stato di isolamento in cui il
borgo venne a trovarsi quando, nel
Cinquecento, fu costruita in
fondovalle la strada Priula, che
deviò il flusso dei traffici
commerciali lontano dall’abitato.
Precedentemente infatti, Cornello
era un centro di transito importante
in direzione del passo di San Marco,
percorso da uomini e merci a dorso
di muli e cavalli: un passo allora di
grande importanza internazionale
perché consentiva il collegamento
diretto, senza passare per il
territorio del Ducato di Milano, tra
la Repubblica di Venezia, cui
Bergamo e le sue valli
appartenevano, e la Valtellina
allora soggetta ai Grigioni. Di qui,
attraverso il Maloja, il Bernina e
gli altri passi del suo versante
retico, e quindi la valle del Reno,
Venezia poteva commerciare con
la Germania senza pagare pedaggi
a Milano, con cui spesso era in
cattivi rapporti.
Questo ruolo di “luogo di
passaggio” è, del resto, ancora
scritto nella struttura stessa del
borgo, che lo accomuna ad altri
centri carovanieri delle Alpi e
Prealpi.
La
Storia deiTASSO
NEL
DISEGNO A LATO
SONO EVIDENZIATE
LE STRADE
PER GLI ABITANTI
DI CORNELLO (IN BLU)
E LE VIE COPERTE
DA PORTICI
PER I VIAGGIATORI
(IN ROSSO).
NELLA FOTO
L’INTERNO
IN BASSO:
DEL PERCORSO
CAROVANIERO COPERTO.
Come si può osservare nella pianta
urbana di Cornello, esistono
infatti all’interno dell’abitato due
percorsi “separati”: uno destinato
ai viaggiatori, l’altro riservato agli
abitanti, che venivano in tal modo
protetti dal quel flusso di
forestieri, eterogeneo e talvolta
infido.
Mercanti, viandanti, carovane
venivano così attratti e “confinati”
all’interno di una strada porticata
e coperta, dove potevano trovare
ristoro, riparo e servizi (sellai,
maniscalchi, ecc.), scaricare e
caricare mercanzie, senza entrare
in contatto con la vita quotidiana
degli abitanti locali, che
continuava a svolgersi in una rete
- parallela e indipendente - di vie a
cielo aperto.
Analoga struttura si ritrova
ancora oggi nei nuclei storici di
città nate come borghi
carovanieri. Per esempio in due
città pur così lontane e diverse tra
loro come Bolzano e Varese,
imperniate ambedue su una via
porticata centrale, che stretti
vicoli collegano a due vie parallele
retrostanti.
Con una soluzione urbana
semplice, che nasceva quasi
istintivamente, Cornello e gli altri
borghi carovanieri avevano
trovato il modo di difendere la
loro intimità senza rinunciare alla
indiscutibile ricchezza che poteva
derivare dal passaggio di uomini e
mercanzie.
13
La
Storia deiTASSO
Le origini
D
Foto Pepi Merisio
UNA VEDUTA D’INSIEME
DELL’ABITATO
DI CORNELLO DEI TASSO.
el primo periodo dell’attività dei Tasso si dispongono notizie frammentarie. Capostipite dei Tasso
“corrieri” è considerato Omodeo Tasso, che nella
seconda metà del Duecento si ritiene avesse già iniziato
autonomamente l’attività di correria tra Bergamo e
Venezia. Prima di essere “corrieri” quasi certamente i
Tasso furono “osti”, in quanto sappiamo che le locande
furono i primi veri e propri uffici postali, dove per forza
di cose l’oste si trovava a riunire e smistare la corrispondenza, per affidarla poi a ospiti di sua fiducia che dovevano recarsi in luoghi prefissati.
Sappiamo che a quel tempo i percorsi affrontati dai corrieri erano tuttaltro che sicuri. Dobbiamo supporre che
ci si affidasse a strade poco agevoli, sentieri tracciati dall’uso locale e soggetti ad interruzioni dovute alle intem-
14
La
Storia deiTASSO
perie stagionali. Nei casi migliori veniva utilizzato ciò
che restava delle antiche vie romane.
In particolare nella Bergamasca, gli itinerari si snodavano sui declivi dei rilievi, in salita e in discesa, e più raramente lungo i fondovalle (l’utilizzo di una cavalcatura,
infatti, induceva a prediligere percorsi asciutti, più facilmente praticabili da muli e cavalli, mentre nei fondovalle non di rado si trovavano zone acquitrinose). Si possono scoprire a tuttoggi tracce dei logorati acciottolati di
antiche mulattiere, sia nei più antichi nuclei storici, sia
lungo le pendici collinari. Quando la strada entrava in un
centro abitato diventava una via porticata, per dare riparo al viaggiatore che qui poteva trovare la fontana, l’osteria, l’abbeveratoio e la stalla per la sua cavalcatura. Vie
porticate superstiti si possono individuare in diversi centri delle valli bergamasche, da Zogno a San Pellegrino, da
Averara (interessante per i resti degli affreschi originari)
allo stesso Cornello dei Tasso.
Un passaggio decisivo nello sviluppo
dell’attività postale di Omodeo
Tasso, e famiglia, fu la sua adesione
alla Compagnia dei Corrieri veneti.
Questi operatori del servizio postale
veneto (che comprendevano per lo
più famiglie bergamasche) seppero
acquisire nel tempo sempre maggiore importanza fino a darsi, nel corso
del Quattrocento, una precisa organizzazione strutturale e un proprio
statuto (la Mariegola).
Pensiamo che a quest’epoca la famiglia dei Tasso avesse già diverse ramificazioni operanti nel servizio postale.
15
PAGINA MINIATA
DELLA “MARIEGOLA
DEI CORRIERI VENETI”,
DOVE È RAFFIGURATA
LA PATRONA
DEI CORRIERI,
SANTA CATERINA.
(BIBLIOTECA
DEL MUSEO CORRER,
VENEZIA).
La
Storia deiTASSO
I TASSO, CAMPIONI DELLA MIGRAZIONE BERGAMASCA
razie al grande successo
della loro impresa e alla loro
G
ascesa da osti della Val Brembana
a principi del Sacro Romano
Impero, i Tasso furono in certo
senso i campioni di una
migrazione bergamasca che,
CURSOR ITALICO, PEDONE POSTALE CON CORNO DI POSTA
E BOLGETTA PER LE LETTERE.
INCISIONE DI FERDINANDO BERTELLI, 1563.
dopo esser durata per secoli, si è
conclusa soltanto da pochi
decenni.
Bergamo e la Bergamasca furono
infatti per secoli terra di grande
emigrazione. La povertà era uno
dei motori di tale fenomeno, ma
non l’unico. Occorre in proposito
non dimenticare qualcosa che
oggi si fatica anche a ricordare: la
Bergamasca fu per secoli terra di
frontiera. Estremo possedimento
occidentale della Repubblica di
Venezia, confinava a ovest con il
Ducato di Milano, dal secolo XV
soggetto alla Spagna, e a nord
con i Grigioni, piccola repubblica
alpina confederata alla Svizzera,
alla quale la Valtellina
apparteneva. Le valli
bergamasche erano perciò
percorse da flussi di commercio
internazionale. Tutto questo
spingeva molti a tentare la
fortuna all’estero, spinti non solo
dalla miseria ma anche dal
desiderio di migliorare una
condizione magari già buona
mettendo a frutto oltre frontiera
il proprio mestiere.
Dalla Bergamasca perciò
migravano non solo braccianti
poveri ma anche – come fu
appunto il caso dei Tasso –
imprenditori, specialisti,
mercanti. Anche nel caso di
16
La
lavori bracciantili, i bergamaschi
tendevano comunque ad
emigrare in modo organizzato
così da meglio garantirsi. Già nel
primo ‘400 sia a Genova che a
Venezia gli scaricatori di porto
erano spesso originari dalla Val
Brembana. Circa un secolo dopo
in entrambe le città si erano
formate delle corporazioni di
scaricatori bergamaschi, come la
Caravana a Genova e la
Compagnia dei Bastagi a
Venezia. Qui i bergamaschi si
erano anche specializzati nel
ruolo di “uomini di fiducia”,
incaricati di portare messaggi e
sbrigare commissioni. Di tali
“uomini di fiducia” bergamaschi
Arlecchino, il noto personaggio
della commedia dell’arte, altro
non è che una caricatura.
Dalle valli bergamasche
emigravano inoltre a Venezia
falegnami, intagliatori e artigiani
dell’edilizia. Bergamasche erano
anche molte compagnie di
“terrazzieri”, ossia di operai che
giravano l’Europa dal Baltico alla
Terraferma veneziana lavorando
alla costruzione di argini e dighe.
Il fatto di essere sudditi della
Repubblica di Venezia, i cui
possedimenti si estendevano da
Bergamo alla Dalmazia fino a
Cipro e altre isole dell’Egeo,
Storia deiTASSO
apriva notevoli prospettive a chi
aveva attitudine al commercio.
Passata la frontiera tra Venezia e
l’Austria si entrava poi nel vasto
insieme dei domini asburgici, che
andavano da Budapest a
Cracovia e da Praga a Trieste.
Muovendosi tra i domini di
Venezia e quelli degli Asburgo,
artigiani, muratori, decoratori,
stuccatori e mercanti
bergamaschi crearono una rete di
insediamenti in tutte le maggiori
città sia della Repubblica di San
Marco che dell’Impero. Giunsero
poi anche in Russia. A un
architetto nativo della valle
Imagna, Giacomo Quarenghi, si
devono molti dei più importanti
monumenti di Sanpietroburgo, a
partire dal palazzo
dell’Hermitage. E con lui furono
centinaia i muratori e gli
artigiani bergamaschi impegnati
nella costruzione della città
voluta dallo zar Pietro il Grande
come sua nuova capitale.
Una Via dei Bergamaschi e una
tuttora esistente
Arciconfraternita dei
Bergamaschi conserva la
memoria della radicata presenza
a Roma di immigrati da
Bergamo. Opera di un architetto
di origine bergamasca è tra l’altro
la celebre Fontana di Trevi.
17
La
Storia deiTASSO
La corrispondenza pontificia
U
IN BASSO:
TORQUATO TASSO
IN UN DIPINTO
DI
ALESSANDRO ALLORI.
(UFFIZI, FIRENZE).
n caso particolare è quello di Cristoforo Tasso, che,
nella seconda metà del XV secolo, ebbe un ruolo direttivo nell’attività della citata Compagnia dei Corrieri e,
quale “professionista del settore”, cominciò a ricevere
importanti incarichi dal Pontefice che non disponeva di un
servizio postale proprio. La crescita di queste mansioni
esterne determinò il distaccarsi di Cristoforo dalla
Compagnia veneta, per dare vita ad un’impresa di famiglia
impegnata stabilmente al servizio del Papa.
Grazie a questo ruolo – ricoperto, anche se in maniera
non esclusiva, fino al 1539 – Cristoforo e i discendenti
ottennero costantemente dalla Santa Sede benefici e
privilegi (tra cui la licenza di vendere vino esentasse nelle
IL DISCENDENTE PIÙ ILLUSTRE
ra i numerosi membri della
famiglia Tasso (che hanno
T
spesso gli stessi nomi), è difficile
individuare con sicurezza il ramo al
quale appartiene il celebre poeta
Torquato Tasso. Sappiamo che il
padre Bernardo, anch’egli
illustre letterato, era nato a
Venezia, ma è probabile
una sua diretta
discendenza dai Tasso di
Cornello: nei documenti
ufficiali, infatti, le sorelle
Lucia e Bordalisia sono
dette “dei Tasso del
Cornello”.
Torquato nacque a Sorrento l’11
marzo 1544, nel periodo in cui il
padre era al servizio del principe
San Severino di Salerno.
I suoi primi maestri furono i gesuiti
di Napoli. In seguito studiò a
Padova, perfezionandosi quindi
all’università di Bologna.
Il suo talento letterario si manifestò
in giovane età: a 18 anni pubblicò il
poema romanzesco Rinaldo, e a 29
anni poteva dirsi già celebre grazie
alla rappresentazione del suo
dramma pastorale Aminta sulle
scene del teatro Ducale di Ferrara.
In quegli anni, in cui si trovava al
servizio del duca di Ferrara, diede
alle stampe anche la Gerusalemme
Liberata, il poema epico che
18
La
Storia deiTASSO
proprie stazioni di posta).
All’organizzazione postale tassiana spetta il merito di
aver innovato in modo decisivo il servizio delle comunicazioni nello stato pontificio, soprattutto mediante il
sistema delle staffette, con il quale i dispacci viaggiavano senza interruzione di posta in posta, trasferiti da
corrieri impegnati lungo il tratto loro assegnato.
La gestione delle poste pontificie, da parte dei discendenti di Cristoforo Tasso, venne sospesa, come già
accennato, nella prima metà del Cinquecento: probabilmente anche in seguito al fallimento di un istituto bancario romano da loro fondato. La famiglia interruppe così
i suoi rapporti d’affari con Roma stabilendosi definitivamente a Bergamo, dove si dedicò ad incrementare il suo
patrimonio grazie ad operazioni finanziarie e immobiliari.
rappresenta il suo capolavoro.
Da quel momento in poi - siamo
nel 1576 – Torquato iniziò a
manifestare quei segni di squilibrio
mentale a causa dei quali resterà
rinchiuso, per ben sette anni,
nell’ospedale di Sant’Anna a
Ferrara. A questo proposito,
sappiamo che la sua dimissione
dall’ospedale fu determinata
proprio dall’intercessione di amici e
familiari, in particolare quelli di
Bergamo con i quali sembra abbia
avuto rapporti più stretti che con gli
altri rami della famiglia.
Pare infatti che, uscito da questo
periodo di reclusione, abbia
soggiornato presso i parenti di
Borgo Pignolo a Bergamo, dove era
STEMMA DEI TASSO
DIPINTO
SULLA FACCIATA
DEL PALAZZO
AL BRETTO
(FRAZIONE
DI CORNELLO).
già passato appena tredicenne
durante un viaggio con il padre in
Francia.
Il resto della sua vita, fino alla
morte avvenuta a Roma nel 1595,
fu caratterizzato dal continuo
viaggiare, attività che - dobbiamo
supporre – gli venne facilitata
proprio grazie al sistema delle
stazioni di posta di proprietà dei
Tasso. Possiamo infatti immaginare
che - in un periodo in cui il viaggio
comportava ancora molti imprevisti
- ovunque si recasse, Torquato
potesse godere di un trattamento
privilegiato presso tali stazioni
(abbinate a locande, osterie e stalle
per i cavalli), in quanto illustre
esponente della famiglia titolare.
19
La
Storia deiTASSO
Il servizio presso gli Asburgo
S
FRANCESCO DE TASSIS,
XVI SECOLO.
empre a partire dalla seconda metà del Quattrocento,
altri esponenti della assai ramificata famiglia Tasso iniziarono a prestare i loro servizi all’imperatore Federico III
d’Asburgo, in Tirolo e nella Stiria. La collaborazione proseguì con il successore Massimiliano I, particolarmente sensibile alla necessità di disporre di collegamenti efficienti all’interno del suo impero, ampliatosi grazie al matrimonio con
Maria di Borgogna, erede dei Paesi Bassi. Non sorprende
quindi scoprire che nel 1501 un Francesco Tasso (o de
Tassis) venisse nominato Generale delle Poste in tutti gli
stati dell’impero. Questi è considerato il vero fondatore
della posta tassiana nell’impero asburgico, colui che compì
l’ascesa sociale del casato ottenendo il titolo nobiliare e divenendo il capostipite della linea principale dei principi Thurn
und Taxis. Per conto del figlio di Massimiliano, Filippo il
Bello (che aveva acquisito anche il regno di Spagna tramite la consorte Giovanna d’Aragona), Francesco organizzò
tutti i collegamenti postali nel centro Europa - dietro un
compenso annuo di 12.000 Libbre - come da contratto del
1505, che prevedeva in ogni stazione almeno un cavallo
fresco a disposizione del corriere.
Dieci anni dopo, il successore di Filippo, Carlo V, avrebbe
confermato tale contratto ampliandolo a tutti i settori territoriali in seguito acquisiti dall’impero. Il contratto
prevedeva tempi di trasporto fissi sui diversi percorsi
(in media si percorrevano 80-90 km al giorno).
Nel 1512, Massimiliano I aveva concesso a Francesco Tasso la dignità nobiliare ereditaria e i suoi territori ereditari con il titolo di conte palatino. È questo
il momento in cui lo stemma dei Tasso (un tempo costituito semplicemente dal piccolo animale emblema di fami-
20
La
Storia deiTASSO
glia e dal corno postale) si arricchisce con aquile nere
rampanti.
Il successo di questa “stirpe di corrieri” si spiega
anche con la compatta alleanza che si era venuta a creare all’interno della famiglia stessa.
L’attività di correria postale presupponeva una
rete di punti di riferimento sicuri nel territorio e
va sottolineato che la costruzione di un servizio
postale articolato ed efficiente venne favorita proprio
dalla stretta collaborazione tra i vari membri familiari
impegnati nelle più importanti città dell’impero. Dai documenti risulta infatti che i diversi rami della casata riconobbero sempre come “capo-famiglia” indiscusso dapprima
Francesco Tasso, poi il nipote Giovanni Battista e i suoi
diretti discendenti, sottomettendosi così ad un’unica guida
per dirimere tutte le possibili questioni o contese interne.
Monopolio di una famiglia
C
on la conferma del contratto da parte di Carlo V, la
posizione dei Tasso come gestori delle poste dell’impero è ormai consolidata e assume sempre più carattere di
monopolio, nell’ambito della politica centralizzatrice voluta dall’imperatore. Si organizzano grandi linee internazionali
sotto il loro controllo: Roma – Venezia – Innsbruck (attraverso il Brennero); Vienna – Praga – Ratisbona –
Augusta – Lione – Madrid; Vienna
– Praga – Nuremberg – Francoforte
– Colonia – Bruxelles.
Altre confraternite postali spagnole ven-
21
STEMMA PRINCIPESCO
DEI THURN UND TAXIS.
DUE ESPONENTI DELLA
FAMIGLIA DE TASSIS:
SIMONE, XVII SECOLO
(A SINISTRA)
E DOMENICO,
XVIII SECOLO
(A DESTRA).
La
Storia deiTASSO
gono estromesse e più volte nel tempo manifestano la loro
protesta, ma senza successo. Ciò accade in particolare in
Spagna dove la concessione ai Tasso del monopolio del servizio di posta comporta l’annullamento di privilegi che la
precedente dinastia aragonese aveva sempre rispettato.
Oltre alla posta imperiale, i Tasso trasportano con la stessa affidabilità e correttezza anche la posta di privati, mettendosi a disposizione soprattutto di uomini d’affari, banchieri e commercianti che erano grandi fruitori dei corrieri postali. Grazie alla condizione di monopolio di cui godono, possono rendere più sicuri, regolari e veloci i contatti.
Sul percorso Bruxelles-Roma riescono a ridurre al minimo
il tempo di percorrenza sfruttando scorciatoie ben studiate, fino a raggiungere una velocità media di 135 chilometri al giorno. Sino alla fine del secolo XVI quella dei Tasso
tra Bruxelles e Roma via Trento (con diramazioni da qui
rispettivamente per Venezia e per Milano) fu ad esempio
l’unica linea di posta regolare lungo cui veniva settimanalmente inoltrata la corrispondenza nelle due direzioni, con
orari fissi di partenza e di arrivo.
Originari di una valle che era allora sotto il dominio della
Repubblica di Venezia, i Tasso fecero fortuna sviluppando
il loro servizio di posta soprattutto nei territori dell’Impero
e, giocando la carta della fedeltà agli Asburgo, ne furono
largamente premiati ma anche ne seguirono la sorte: la rete
dei loro servizi postali si ampliò seguendo l’ampliarsi dei
domini asburgici per poi ridursi di pari passo al loro declino. Non per questo però, come vedremo più avanti, i
Thurn und Taxis scomparvero dalla scena. Ancora oggi
infatti sono una ricca e nota famiglia dell’aristocrazia germanica. Non solo gli Asburgo, soddisfatti dei loro servigi,
sempre li favorirono (perfino estendendo, fatto straordinario per quei tempi, l’ereditarietà delle concessioni ricevute
22
La
Storia deiTASSO
anche ai discendenti di sesso femminile) ma a un
certo punto cominciarono, come abbiamo visto, a
dare loro anche delle patenti di nobiltà.
Nell’ottobre 1695 l’imperatore Leopoldo I elevò i
Tasso dal rango di conti al rango di principi imperiali ereditari, il grado massimo dell’aristocrazia
asburgica. Mai prima era accaduto, né mai dopo
accadde, che una famiglia raggiungesse una posizione del genere non per meriti militari o in forza
della vastità dei suoi possessi terrieri bensì per l’eccellenza raggiunta nella fornitura al sovrano di un
servizio tecnico.
Come è noto, dopo Carlo V il Sacro Romano
Impero cominciò il suo declino; e con la pace di
Westfalia del 1648, pur continuando a esistere de
jure, cessò di esistere de facto. A lungo andare,
come si diceva, le poste dei Thurn und Taxis ne
seguirono la sorte. La sede centrale dell’impresa si
spostò da Bruxelles a Francoforte e infine a
Ratisbona, e alla vigilia della Rivoluzione Francese
la rete postale tassiana ormai non andava molto al
di là della Germania e dei domini diretti degli Asburgo.
Nondimeno alla riduzione dell’estensione aveva corrisposto
un’intensificazione del servizio. Grazie a ciò anche nel secolo XVIII gli abili discendenti dei Tasso di Cornello non smisero di prosperare. Fu infine Napoleone a porre termine al
loro plurisecolare “feudo postale imperiale” che non a caso
uscì dalla storia insieme al Sacro Romano Impero. Quando
infatti nel 1806 Napoleone impose l’estinzione anche de jure
del Sacro Romano Impero, da ciò conseguì l’estinzione di
tutti i feudi imperiali, tra cui pure il “feudo postale imperiale” dei Thurn und Taxis. L’impresa sopravvisse, ma senza più
godere dei diritti di monopolio che da tale feudo derivavano.
23
PARTICOLARE
DEL CASTELLO
DEI THURN UND
A RATISBONA.
TAXIS
La
Storia deiTASSO
IL MECENATISMO TASSIANO
l mecenatismo dei Tasso
comincia a manifestarsi nella
Iseconda
metà del Quattrocento,
dopo i primi soggiorni della
famiglia presso gli Asburgo in
Austria e in Germania, durante i
quali i Tasso hanno modo di
venire in contatto con gli
orientamenti ideologici ed estetici
della corte imperiale.
La loro attività di committenti di
PARTICOLARE DI UNA TRASCRIZIONE GRAFICA
DELL’ARAZZO CHE RAPPRESENTA LA LEGGENDA
DELLA STATUA MIRACOLOSA DELLA CHIESA
DI NOSTRA SIGNORA DEL SABLON
(CONSERVATO AL MUSEO DI BRUXELLES).
SI NOTI, A SINISTRA, FRANCESCO DE TASSIS,
AL CENTRO FILIPPO IL BELLO.
opere d’arte manifesta fin
dall’inizio una sorta di sintonia
con il gusto dell’ambiente
asburgico, alla quale non è forse
estranea anche la necessità di
ribadire la propria fedeltà e
adesione a sostegno di un’idea
politica: quella della monarchia
cattolica.
Si spiega così la predilezione dei
Tasso per generi espressivi
particolarmente celebrativi, quali:
il ritratto ufficiale e idealizzato; il
monumento funebre ricco di
riferimenti araldici, di motti
commemorativi e di allegorie di
Virtù; l’arazzo come racconto
tessuto di imprese significative; a
cui si aggiungevano dipinti
d’ispirazione religiosa
commissionati per varie chiese
d’Europa, con l’intento di
affermare il forte legame con la
Chiesa Cattolica nel momento
delle trasgressioni protestantiche.
La scelta stessa degli artisti
incaricati di realizzare tali opere
appare significativa: Francesco De
Tassis viene ritratto da Bernard
van Orley, pittore di corte di
Margherita d’Austria; lo stesso
artista realizza un arazzo che
rappresenta “La leggenda di
Nostra Signora del Sablon e la
statuetta miracolosa a Bruxelles”,
24
La
Storia deiTASSO
opere, nel 1508
in cui Francesco
commissiona ad uno
compare con lo scettro
dei più autorevoli
postale a fianco della
maestri della “Scuola
stessa Margherita, di
milanese”, il
Filippo il Bello e di
Bergognone, il
altri importanti
polittico per la chiesa
personaggi che
di S. Spirito a
sanciscono i suoi
Bergamo e, più tardi,
legami con la famiglia
nel 1521, incarica il
imperiale.
già affermato Lorenzo
Anche nei secoli
Lotto di realizzare
successivi, la
due quadri religiosi in
committenza tassiana
pendant: la “Natività”
continua a far ricorso
RITRATTO
DI MARIA LUISA DE TASSIS,
(oggi all’Accademia di
ai maestri più
DIPINTO DA ANTON VAN DYCK
Venezia) e il
affermati che operano
(1628-1632).
(COLLEZIONE DEI REGNANTI
“Commiato di Cristo”
nelle Fiandre, da
DEL LIECHTENSTEIN, VADUZ).
(allo Staatlichee
Horst (ritratti incisi di
Museen di Berlino),
Lamoral Claudio
dove compaiono i due
Francesco de Tassis e Giovanni
committenti, lo stesso Domenico
Battista de Tassis) a Van Dyck
e la moglie Elisabetta.
(ritratti di Antonio de Tassis e
della figlia Maria Luisa, databili
tra il 1630 e il 1632).
Analogia di intenti, gusti e
interessi ritroviamo nel ramo
bergamasco dei Tasso, le cui prime
grandi commissioni artistiche
riguardano i monumenti funebri
della famiglia e i dipinti di
carattere religioso. Questo è il
ramo di Alessandro Tasso maestro
delle poste pontificie, il cui nipote
Domenico, cavaliere Apostolico e
conte Palatino, all’inizio del
Cinquecento accresce molto la
PARTICOLARE DEL MONUMENTO FUNEBRE DEL VESCOVO
magnificienza e il mecenatismo
LUIGI TASSO, RAFFIGURATO NEL DIPINTO (1524).
CHIESA DI S. SPIRITO, BERGAMO.
della casata. Tra le numerose
25
La
Storia deiTASSO
Tramonto dell’«impero postale»
N
BORSA IN CUOIO
PER IL TRASPORTO
DI CORRISPONDENZA,
XIX SECOLO.
È VISIBILE
IL PESANTE CHIAVISTELLO
CON IL QUALE VENIVA
ASSICURATA LA BORSA.
(MUSEO DELLE POSTE,
ROMA).
BUCA MARMOREA
PER L’IMPOSTAZIONE
DELLE LETTERE NELLA
REPUBBLICA VENETA,
FINE XVIII SECOLO.
on solo la filosofia politica di Napoleone ma anche lo
spirito dei tempi giocava ormai a sfavore della gestione
privata dei servizi di posta: tanto è vero che la statalizzazione delle poste continuò un po’ dappertutto anche dopo la sua uscita di scena. Già da tempo
la stagione del servizio postale gestito da corrieri privati era finita in Inghilterra, dove sin nel 1677 la
Corona aveva avocato a sé la gestione delle linee di
posta principali, pur lasciando ai privati quella degli
uffici periferici minori nonché la consegna minuta
della corrispondenza ai destinatari.
All’inizio del ‘700, nel quadro del loro crescente rafforzamento, un po’ tutti gli Stati europei avevano cominciato a
mirare anche alla gestione diretta del servizio postale. Già
in quel secolo a storiche società di corrieri, tra cui i vari
rami della famiglia Tasso, non erano più state rinnovate le
patenti di concessione, e la posta era divenuta un monopolio dello Stato. Una delle prime statalizzazioni del servizio
postale nell’Europa continentale è quella decretata nel
1710 nel Piemonte sabaudo da Vittorio Amedeo II. Molto
precoce è anche la statalizzazione del servizio nel Regno
delle Due Sicilie, avvenuta nel 1723, tra
l’altro proprio nel periodo in cui Napoli
fu sotto il governo degli Asburgo. In
genere gli Stati giustificarono l’avocazione a sé del servizio postale adducendo
esigenze di capillarità e di sicurezza del
servizio. In realtà sia una cosa che l’altra
si sarebbero potute garantire anche con
un efficace sistema di nuove concessioni
e di vigilanza sulla loro applicazione. La
26
La
Storia deiTASSO
ragione di fondo di tale scelta era un’altra: in un periodo in
cui l’amministrazione pubblica veniva sempre più centralizzata, con una conseguente forte crescita della corrispondenza tra la città capitale e i funzionari dello Stato inviati
nelle province, la posta diventava uno strumento tecnico di
importanza fondamentale, su cui i governi volevano avere
un pieno e diretto controllo. Grazie ai loro stretti legami
con gli Asburgo dentro l’Impero i Thurn und Taxis riuscirono – dicevamo - a sopravvivere come gestori generali del
servizio postale, ma appunto si trattò di una seppur brillante sopravvivenza.
Un po’ ovunque in Europa il ‘700 e l’800 videro il progressivo trasformarsi del servizio postale in monopolio di
Stato. Entro gli anni ’60 del secolo XIX il servizio postale privato era ormai praticamente scomparso. Insieme a un
altro grande monopolio statale, quello delle ferrovie, la
Posta divenne allora anche un simbolo dell’amministrazione statale e della sua presenza capillare sul territorio.
E’ perciò significativo che adesso - in un’epoca che vede
l’incipiente tramonto degli Stati, premuti dal basso dalla
ripresa di vigore delle comunità locali e dall’alto da entità
sovra-nazionali come tipicamente l’Unione Europea – sia
il monopolio delle ferrovie che quello delle poste stiano
venendo meno. Ormai una rete di corrieri privati internazionali copre tutte le città e tutte le regioni sviluppate del
mondo garantendo la consegna di lettere e plichi trasportati per via aerea in un arco di tempo compreso tra le poche
ore e il paio di giorni nel caso delle massime distanze. Tutta
la corrispondenza più importante e urgente di aziende (e
anche di privati di agiata condizione) viaggia non più tramite la storica Posta bensì tramite questi rinati corrieri
veloci privati, eredi, forse senza saperlo, dell’antica epopea
dei servizi postali dei Tasso.
27
DIVISA DA PORTALETTERE
PER IL PERSONALE
FEMMINILE IN SERVIZIO
DURANTE LA PRIMA
GUERRA MONDIALE.
La
Storia deiTASSO
I simboli della posta
I
IN ALTO:
CORNO DA POSTIGLIONE
DEL GRANDUCATO
DI TOSCANA,
METÀ XIX SECOLO.
SOTTO:
SIMBOLO
DELLA STAFFETTA
IMPRESSO
SULLA COPERTA
DI UN ANTICO DISPACCIO.
l classico simbolo delle poste è il corno,
che veniva suonato dal corriere per
avvertire del suo passaggio. Segni
distintivi dei corrieri tassiani erano le
insegne della casata e la pelle del tasso
sulla fronte dei loro cavalli.
L’immagine del corriere stesso, sul
cavallo al galoppo, divenne un emblema di dinamismo,
velocità e informazione aggiornata, che si protrasse a
lungo nel tempo (non a caso molte testate di quotidiani si
sono identificate in questa definizione).
In effetti i corrieri dovevano possedere requisiti ben precisi, come racconta nel 1608 Ottavio Codogno (Luogotenente del Corriere Maggiore di Milano) nella sua
guida dal titolo: “Nuovo itinerario delle Poste per tutto il
Mondo”: “Quanto al corpo, non ogni persona è atta a questo esercizio; però che devono correre Corrieri di complessione gagliarda, che non stimino piogge, nebbie, venti, caldi,
freddi o ghiacci, sprezzatori del riposo, vigilanti e simili a
custodi dei greggi…”
e aggiungeva “Similmente è necessario siano fedeli e segreti, non lasciandosi uscir di bocca con chi si sia, da chi et
perché spediti siano…”
Altri simboli, che si ritrovano sulla coperta in cui venivano chiusi gli antichi dispacci, erano:
- la croce di Sant’Andrea, formata da due coppie di tratti
paralleli, che indicava “per cavalcata”;
- un triangolo, che, rappresentando in modo semplificato
una staffa, indicava “per staffetta”;
- la scritta cito (=svelto) che indicava il grado di urgenza
del messaggio, e poteva essere ripetuta fino a 5 volte.
28
La
Storia deiTASSO
I THURN UND TAXIS E LA STORIA DEL FRANCOBOLLO
ome già abbiamo ricordato,
l’avvenuto pagamento del
C
prezzo per la spedizione dei plichi
affidati alle poste dei Tasso veniva
originariamente certificato con
l’apposizione di un timbro al cui
centro era appunto stampata la
parola “Tasso”. Il francobollo non
venne dunque inventato da loro
bensì dalle Poste reali inglesi che
nel 1840 emisero il primo
francobollo, il famoso “penny
nero”. Tuttavia, ormai a pochi
anni dalla fine della loro
plurisecolare impresa postale,
quando soltanto nei Principati
tedeschi e nei domini della Casa
d’Austria ci si avvaleva ancora dei
loro servizi, i Thurn und Taxis
emisero dei francobolli entrando
così pure nella storia della filatelia.
La vicenda risale al 1849-1851
quando i maggiori Principati
tedeschi, dopo aver assunto la
gestione diretta delle poste,
ispirandosi al modello inglese
cominciarono ad emettere dei
francobolli. Nel 1852 i Thurn
und Taxis emisero allora essi pure
dei francobolli validi per
l’affrancatura della
corrispondenza in quei Principati
minori di cui continuavano a
gestire il servizio postale. Le
emissioni dei francobolli Thurn
und Taxis erano in duplice serie:
la serie “Stati del Nord” dove la
moneta ufficiale era il tallero
diviso in trenta Silbergroschen;
la serie “Stati del Sud” dove
invece era in corso il fiorino
(Gulden) diviso in sessanta
Kreuzer.
Questi francobolli restarono in
uso fino al 1867 quando la
Prussia, in cambio di un notevole
indennizzo, riscattò gli ultimi
distretti postali che erano ancora
gestiti dai Thurn und Taxis. A
questo punto, attenta come
sempre a valorizzare tutto il
valorizzabile, la famiglia mise in
vendita sul mercato filatelico le
partite di francobolli inutilizzati
di cui ancora disponeva. E
tuttora questi francobolli si
ritrovano nei cataloghi delle
rarità filateliche, classificati
insieme a quelli degli “Antichi
Stati” della Germania.
LE DUE SERIE
DI FRANCOBOLLI EMESSI
DAI THURN UND TAXIS,
PER GLI STATI DEL NORD
(A SINISTRA)
E PER GLI STATI DEL SUD
(A DESTRA).
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La
Storia deiTASSO
Per saperne di più
Per avere ulteriori informazioni consultare i seguenti siti
internet:
www.brembana.info/borghi/borghi.html
www.castellodiduino.it
www.museodeitasso.com
www.staffonline.biz
www.tuttobaviera.it/regensburg.html
Bibliografia essenziale
AA.VV., Con i Tasso da Cornello all’Europa, Bergamo
1982
AA.VV., Le Poste dei Tasso, un’impresa in Europa, contributi in occasione della mostra “I Tasso e l’evoluzione delle
poste”, Bergamo, 1984
Tarcisio Bottani, I Tasso e le Poste Pontificie, Camerata
Cornello, 2000
Enrico Mangili, I Tasso e le poste, 1942, Bergamo
Si ringrazia per la collaborazione
la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo
30
EVENTO PROMOSSO DA
CON IL PATROCINIO DI
Provincia
di Bergamo
C. S. A. di Bergamo
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