EVENTO PROMOSSO DA CON IL PATROCINIO DI Provincia di Bergamo C. S. A. di Bergamo Storia deiTASSO La La Storia deiTASSO SPIRITO IMPRENDITORIALE ED INNOVAZIONE NELLA TERRA BERGAMASCA a cura di Francesca Del Vitto Gioco-concorso didattico per le alunne e gli alunni delle classi seconde delle scuole secondarie di primo grado della Provincia di Bergamo Anno Scolastico 2005-2006 Quaderno di documentazione per gli insegnanti coordinatori Disegni di Antonio Molino La Storia deiTASSO Il moderno servizio postale venne inventato da una famiglia bergamasca al servizio degli Asburgo, i Tasso di Cornello in val Brembana, per questo premiati dagli imperatori d’Austria e divenuti nel tempo i principi imperiali Von Thurn und Taxis. Dal loro cognome vengono le parole “tassa” e “taxi” che oggi si ritrovano in quasi tutte le lingue moderne. Caso quasi unico nella storia dell’Europa pre-industriale, i Tasso seppero affermarsi non in forza di grandi proprietà terriere o di particolari virtù militari, ma per avere raggiunto l’eccellenza nella prestazione di un servizio tecnico. La loro capacità di fare impresa, offrendo un servizio per quei tempi già “globalizzato”, può bene essere assunta quale simbolo della imprenditoria bergamasca con il suo tipico, forte radicamento locale e familiare nonché l’altrettanto tipica attitudine ad operare sui mercati internazionali. Non è quindi un caso che le Banche di Credito Cooperativo della Provincia di Bergamo - a loro volta frutto ed espressione della radicata cultura del territorio - abbiano voluto offrire quest’anno, a tutti gli studenti delle seconde classi delle scuole secondarie di primo grado della Provincia, un giococoncorso sulla storia di questo straordinario casato brembano. Un’iniziativa particolarmente in sintonia con la filosofia e l’impegno del Credito Cooperativo, nato per sostenere la crescita e lo sviluppo del territorio, delle famiglie e delle nuove generazioni. Siamo grati sin d’ora alle istituzioni, alle autorità scolastiche e anche, particolarmente, agli insegnanti che con il loro impegno renderanno possibile alle loro alunne e ai loro alunni la partecipazione all’iniziativa. I Presidenti delle Banche di Credito Cooperativo della Provincia di Bergamo 5 La Storia deiTASSO Progetto e realizzazione: www.staffonline.biz Stampa: Graficart - Biassono (MI) Finito di stampare: ottobre 2005 6 La Storia deiTASSO Sommario La storia dei Tasso 9 14 18 20 21 26 28 Le origini La corrispondenza pontificia Il servizio presso gli Asburgo Monopolio di una famiglia Tramonto dell’«impero postale» I simboli della posta Cornello, borgo carovaniero 12 I Tasso, campioni della migrazione bergamasca 16 Il discendente più illustre 18 Il mecenatismo tassiano 24 I Thurn und Taxis e la storia del francobollo 29 Per saperne di più 30 7 La Storia deiTASSO IL BORGO DI CORNELLO IN UNA STAMPA DEL SETTECENTO. M olte parole originariamente italiane (a parte cioè quelle derivate dal latino) sono state accolte anche in altre lingue. Tra queste però forse nessuna si è tanto diffusa quanto le parole tassa e taxi. La parola tassa si ritrova in vari adattamenti praticamente in tutte le lingue occidentali e pure in alcune lingue asiatiche. La parola taxi è tale e quale ovunque nel mondo. Pochi sanno però che tali parole derivano entrambe dal cognome di un’antica famiglia di imprenditori bergamaschi, i Tasso di Cornello in Val Brembana, oggi frazione del comune di Camerata Cornello, cui si deve l’invenzione e lo sviluppo del moderno servizio postale pubblico. La storia si può far cominciare nel ‘200, quando i Tasso a Cornello avevano probabilmente un’osteria. Già da secoli le osterie fungevano anche da luoghi di deposito o rispettivamente di inoltro di corrispondenza soprattutto di mercanti. Il servizio però era incerto e rudimentale, e basato su preliminari accordi diretti tra i corrispondenti. Antesignani in questo senso della moderna imprendito- 9 La LO Storia deiTASSO STEMMA ORIGINARIO DELLA FAMIGLIA TASSO, CON L’ANIMALE SIMBOLO DELLA CASATA E IL CORNO DI POSTA. ria bergamasca - tipica per la sua capacità di coniugare il radicamento sul territorio con la capacità di espansione all’estero, e una tradizionale solidarietà familiare con l’attitudine alla più avanzata innovazione – i Tasso si impegnarono a migliorare e ad estendere il servizio di posta organizzandolo in prima persona dapprima nella natìa Val Brembana, allora parte della Repubblica di Venezia (come peraltro anche tutto il resto della Bergamasca), e poi sempre più a nord fino a raggiungere i domini imperiali austriaci della Casa d’Asburgo. A metà del ‘400 i Tasso erano divenuti i corrieri di fiducia dell’Imperatore finché nei primi anni del Cinquecento Francesco Tasso venne incaricato in esclusiva dall’Imperatore Massimiliano d’Asburgo di organizzare una rete postale internazionale estesa nei suoi domini ma anche oltre. L’imperatore lo fece nobile e gli conferì la carica di Mastro Generale delle Poste dell’Impero. Da allora la buona sorte dei Tasso – in seguito divenuti principi germanici Thurn und Taxis – restò sempre legata a quella degli Asburgo di cui, come vedremo, gestirono i servizi postali fino al 1867 quando, come ovunque nel secolo XIX, anche nei domini asburgici le poste divennero statali. La famiglia dei principi Thurn und Taxis esiste però tuttora, avendo dimora principale nel suo grande castello di Ratisbona (Regensburg) in Baviera. E sia a Ratisbona che nell’altro suo castello di Duino presso Trieste tiene aperti al pubblico degli interessanti musei sulla storia del suo plurisecolare servizio di posta. La sua memoria non si è però spenta nemmeno a Cornello in Val Brembana, che non a caso già da tempo ha assunto il nome di Cornello dei Tasso, e dove c’è un piccolo museo a loro dedicato. La corrispondenza anche a grande distanza tramite messaggi scritti è ovviamente molto antica. La si ritrova nei 10 La Storia deiTASSO più antichi imperi della Mesopotamia. Già nell’antica Roma, il servizio postale di stato (cursus publicus) a un certo punto venne messo a disposizione dei privati cittadini previo pagamento - per decadere infine insieme all’impero. Quindi, nel medioevo, tornò ad aver un certo sviluppo soprattutto grazie alla rete delle abbazie benedettine. Ciò non toglie che i Tasso possano essere a ragione ritenuti gli inventori del moderno servizio di posta per due motivi. Il primo è tecnico: il loro sistema di trasporto della corrispondenza si appoggiava a stazioni di posta tutte quante gestite direttamente da loro. Grazie a ciò ad ogni stazione (situate ciascuna a circa trenta chilometri dall’altra) cambiava non solo la cavalcatura ma anche il messaggero, che quindi non era mai una persona già affaticata. Ciò consentì di aumentare di molto la velocità del servizio. Il secondo motivo è di ordine politico-sociale: i Tasso ottennero a un certo punto dall’Impero l’autorizzazione a trasportare anche corrispondenza di privati cittadini. Quello che fino ad allora era un privilegio dei sovrani e dei governi diventò così un servizio pubblico. In epoca precedente all’invenzione del francobollo, un timbro con la scritta “Tasso” impresso sul plico certificava che il mittente aveva pagato la spesa della spedizione. La parola “Tasso” cominciò così a diventare sinonimo di “pagamento di pubblico servizio” fino a quando venne ad assumere il significato che ha oggi. Analogamente nella versione taxi venne a significare “auto in servizio a pagamento”. Questa in sintesi è la storia dei Tasso che ora ripercorreremo più nel dettaglio. IL PALAZZO DI RATISBONA, DIMORA DEI PRINCIPI THURN UND TAXIS. IL TIMBRO DEI SU UN’ANTICA LETTERA. TASSO La Storia deiTASSO CORNELLO, BORGO CAROVANIERO circa 30 chilometri da Bergamo, Camerata di A Cornello, detto dei Tasso, si Foto Pepi Merisio presenta ancora come un piccolo agglomerato di stampo prettamente medievale, poggiato sopra un dirupo affacciato sul Brembo. La colpa, o il merito come diremmo noi oggi, di tale perfetta conservazione si deve ricercare nello stato di isolamento in cui il borgo venne a trovarsi quando, nel Cinquecento, fu costruita in fondovalle la strada Priula, che deviò il flusso dei traffici commerciali lontano dall’abitato. Precedentemente infatti, Cornello era un centro di transito importante in direzione del passo di San Marco, percorso da uomini e merci a dorso di muli e cavalli: un passo allora di grande importanza internazionale perché consentiva il collegamento diretto, senza passare per il territorio del Ducato di Milano, tra la Repubblica di Venezia, cui Bergamo e le sue valli appartenevano, e la Valtellina allora soggetta ai Grigioni. Di qui, attraverso il Maloja, il Bernina e gli altri passi del suo versante retico, e quindi la valle del Reno, Venezia poteva commerciare con la Germania senza pagare pedaggi a Milano, con cui spesso era in cattivi rapporti. Questo ruolo di “luogo di passaggio” è, del resto, ancora scritto nella struttura stessa del borgo, che lo accomuna ad altri centri carovanieri delle Alpi e Prealpi. La Storia deiTASSO NEL DISEGNO A LATO SONO EVIDENZIATE LE STRADE PER GLI ABITANTI DI CORNELLO (IN BLU) E LE VIE COPERTE DA PORTICI PER I VIAGGIATORI (IN ROSSO). NELLA FOTO L’INTERNO IN BASSO: DEL PERCORSO CAROVANIERO COPERTO. Come si può osservare nella pianta urbana di Cornello, esistono infatti all’interno dell’abitato due percorsi “separati”: uno destinato ai viaggiatori, l’altro riservato agli abitanti, che venivano in tal modo protetti dal quel flusso di forestieri, eterogeneo e talvolta infido. Mercanti, viandanti, carovane venivano così attratti e “confinati” all’interno di una strada porticata e coperta, dove potevano trovare ristoro, riparo e servizi (sellai, maniscalchi, ecc.), scaricare e caricare mercanzie, senza entrare in contatto con la vita quotidiana degli abitanti locali, che continuava a svolgersi in una rete - parallela e indipendente - di vie a cielo aperto. Analoga struttura si ritrova ancora oggi nei nuclei storici di città nate come borghi carovanieri. Per esempio in due città pur così lontane e diverse tra loro come Bolzano e Varese, imperniate ambedue su una via porticata centrale, che stretti vicoli collegano a due vie parallele retrostanti. Con una soluzione urbana semplice, che nasceva quasi istintivamente, Cornello e gli altri borghi carovanieri avevano trovato il modo di difendere la loro intimità senza rinunciare alla indiscutibile ricchezza che poteva derivare dal passaggio di uomini e mercanzie. 13 La Storia deiTASSO Le origini D Foto Pepi Merisio UNA VEDUTA D’INSIEME DELL’ABITATO DI CORNELLO DEI TASSO. el primo periodo dell’attività dei Tasso si dispongono notizie frammentarie. Capostipite dei Tasso “corrieri” è considerato Omodeo Tasso, che nella seconda metà del Duecento si ritiene avesse già iniziato autonomamente l’attività di correria tra Bergamo e Venezia. Prima di essere “corrieri” quasi certamente i Tasso furono “osti”, in quanto sappiamo che le locande furono i primi veri e propri uffici postali, dove per forza di cose l’oste si trovava a riunire e smistare la corrispondenza, per affidarla poi a ospiti di sua fiducia che dovevano recarsi in luoghi prefissati. Sappiamo che a quel tempo i percorsi affrontati dai corrieri erano tuttaltro che sicuri. Dobbiamo supporre che ci si affidasse a strade poco agevoli, sentieri tracciati dall’uso locale e soggetti ad interruzioni dovute alle intem- 14 La Storia deiTASSO perie stagionali. Nei casi migliori veniva utilizzato ciò che restava delle antiche vie romane. In particolare nella Bergamasca, gli itinerari si snodavano sui declivi dei rilievi, in salita e in discesa, e più raramente lungo i fondovalle (l’utilizzo di una cavalcatura, infatti, induceva a prediligere percorsi asciutti, più facilmente praticabili da muli e cavalli, mentre nei fondovalle non di rado si trovavano zone acquitrinose). Si possono scoprire a tuttoggi tracce dei logorati acciottolati di antiche mulattiere, sia nei più antichi nuclei storici, sia lungo le pendici collinari. Quando la strada entrava in un centro abitato diventava una via porticata, per dare riparo al viaggiatore che qui poteva trovare la fontana, l’osteria, l’abbeveratoio e la stalla per la sua cavalcatura. Vie porticate superstiti si possono individuare in diversi centri delle valli bergamasche, da Zogno a San Pellegrino, da Averara (interessante per i resti degli affreschi originari) allo stesso Cornello dei Tasso. Un passaggio decisivo nello sviluppo dell’attività postale di Omodeo Tasso, e famiglia, fu la sua adesione alla Compagnia dei Corrieri veneti. Questi operatori del servizio postale veneto (che comprendevano per lo più famiglie bergamasche) seppero acquisire nel tempo sempre maggiore importanza fino a darsi, nel corso del Quattrocento, una precisa organizzazione strutturale e un proprio statuto (la Mariegola). Pensiamo che a quest’epoca la famiglia dei Tasso avesse già diverse ramificazioni operanti nel servizio postale. 15 PAGINA MINIATA DELLA “MARIEGOLA DEI CORRIERI VENETI”, DOVE È RAFFIGURATA LA PATRONA DEI CORRIERI, SANTA CATERINA. (BIBLIOTECA DEL MUSEO CORRER, VENEZIA). La Storia deiTASSO I TASSO, CAMPIONI DELLA MIGRAZIONE BERGAMASCA razie al grande successo della loro impresa e alla loro G ascesa da osti della Val Brembana a principi del Sacro Romano Impero, i Tasso furono in certo senso i campioni di una migrazione bergamasca che, CURSOR ITALICO, PEDONE POSTALE CON CORNO DI POSTA E BOLGETTA PER LE LETTERE. INCISIONE DI FERDINANDO BERTELLI, 1563. dopo esser durata per secoli, si è conclusa soltanto da pochi decenni. Bergamo e la Bergamasca furono infatti per secoli terra di grande emigrazione. La povertà era uno dei motori di tale fenomeno, ma non l’unico. Occorre in proposito non dimenticare qualcosa che oggi si fatica anche a ricordare: la Bergamasca fu per secoli terra di frontiera. Estremo possedimento occidentale della Repubblica di Venezia, confinava a ovest con il Ducato di Milano, dal secolo XV soggetto alla Spagna, e a nord con i Grigioni, piccola repubblica alpina confederata alla Svizzera, alla quale la Valtellina apparteneva. Le valli bergamasche erano perciò percorse da flussi di commercio internazionale. Tutto questo spingeva molti a tentare la fortuna all’estero, spinti non solo dalla miseria ma anche dal desiderio di migliorare una condizione magari già buona mettendo a frutto oltre frontiera il proprio mestiere. Dalla Bergamasca perciò migravano non solo braccianti poveri ma anche – come fu appunto il caso dei Tasso – imprenditori, specialisti, mercanti. Anche nel caso di 16 La lavori bracciantili, i bergamaschi tendevano comunque ad emigrare in modo organizzato così da meglio garantirsi. Già nel primo ‘400 sia a Genova che a Venezia gli scaricatori di porto erano spesso originari dalla Val Brembana. Circa un secolo dopo in entrambe le città si erano formate delle corporazioni di scaricatori bergamaschi, come la Caravana a Genova e la Compagnia dei Bastagi a Venezia. Qui i bergamaschi si erano anche specializzati nel ruolo di “uomini di fiducia”, incaricati di portare messaggi e sbrigare commissioni. Di tali “uomini di fiducia” bergamaschi Arlecchino, il noto personaggio della commedia dell’arte, altro non è che una caricatura. Dalle valli bergamasche emigravano inoltre a Venezia falegnami, intagliatori e artigiani dell’edilizia. Bergamasche erano anche molte compagnie di “terrazzieri”, ossia di operai che giravano l’Europa dal Baltico alla Terraferma veneziana lavorando alla costruzione di argini e dighe. Il fatto di essere sudditi della Repubblica di Venezia, i cui possedimenti si estendevano da Bergamo alla Dalmazia fino a Cipro e altre isole dell’Egeo, Storia deiTASSO apriva notevoli prospettive a chi aveva attitudine al commercio. Passata la frontiera tra Venezia e l’Austria si entrava poi nel vasto insieme dei domini asburgici, che andavano da Budapest a Cracovia e da Praga a Trieste. Muovendosi tra i domini di Venezia e quelli degli Asburgo, artigiani, muratori, decoratori, stuccatori e mercanti bergamaschi crearono una rete di insediamenti in tutte le maggiori città sia della Repubblica di San Marco che dell’Impero. Giunsero poi anche in Russia. A un architetto nativo della valle Imagna, Giacomo Quarenghi, si devono molti dei più importanti monumenti di Sanpietroburgo, a partire dal palazzo dell’Hermitage. E con lui furono centinaia i muratori e gli artigiani bergamaschi impegnati nella costruzione della città voluta dallo zar Pietro il Grande come sua nuova capitale. Una Via dei Bergamaschi e una tuttora esistente Arciconfraternita dei Bergamaschi conserva la memoria della radicata presenza a Roma di immigrati da Bergamo. Opera di un architetto di origine bergamasca è tra l’altro la celebre Fontana di Trevi. 17 La Storia deiTASSO La corrispondenza pontificia U IN BASSO: TORQUATO TASSO IN UN DIPINTO DI ALESSANDRO ALLORI. (UFFIZI, FIRENZE). n caso particolare è quello di Cristoforo Tasso, che, nella seconda metà del XV secolo, ebbe un ruolo direttivo nell’attività della citata Compagnia dei Corrieri e, quale “professionista del settore”, cominciò a ricevere importanti incarichi dal Pontefice che non disponeva di un servizio postale proprio. La crescita di queste mansioni esterne determinò il distaccarsi di Cristoforo dalla Compagnia veneta, per dare vita ad un’impresa di famiglia impegnata stabilmente al servizio del Papa. Grazie a questo ruolo – ricoperto, anche se in maniera non esclusiva, fino al 1539 – Cristoforo e i discendenti ottennero costantemente dalla Santa Sede benefici e privilegi (tra cui la licenza di vendere vino esentasse nelle IL DISCENDENTE PIÙ ILLUSTRE ra i numerosi membri della famiglia Tasso (che hanno T spesso gli stessi nomi), è difficile individuare con sicurezza il ramo al quale appartiene il celebre poeta Torquato Tasso. Sappiamo che il padre Bernardo, anch’egli illustre letterato, era nato a Venezia, ma è probabile una sua diretta discendenza dai Tasso di Cornello: nei documenti ufficiali, infatti, le sorelle Lucia e Bordalisia sono dette “dei Tasso del Cornello”. Torquato nacque a Sorrento l’11 marzo 1544, nel periodo in cui il padre era al servizio del principe San Severino di Salerno. I suoi primi maestri furono i gesuiti di Napoli. In seguito studiò a Padova, perfezionandosi quindi all’università di Bologna. Il suo talento letterario si manifestò in giovane età: a 18 anni pubblicò il poema romanzesco Rinaldo, e a 29 anni poteva dirsi già celebre grazie alla rappresentazione del suo dramma pastorale Aminta sulle scene del teatro Ducale di Ferrara. In quegli anni, in cui si trovava al servizio del duca di Ferrara, diede alle stampe anche la Gerusalemme Liberata, il poema epico che 18 La Storia deiTASSO proprie stazioni di posta). All’organizzazione postale tassiana spetta il merito di aver innovato in modo decisivo il servizio delle comunicazioni nello stato pontificio, soprattutto mediante il sistema delle staffette, con il quale i dispacci viaggiavano senza interruzione di posta in posta, trasferiti da corrieri impegnati lungo il tratto loro assegnato. La gestione delle poste pontificie, da parte dei discendenti di Cristoforo Tasso, venne sospesa, come già accennato, nella prima metà del Cinquecento: probabilmente anche in seguito al fallimento di un istituto bancario romano da loro fondato. La famiglia interruppe così i suoi rapporti d’affari con Roma stabilendosi definitivamente a Bergamo, dove si dedicò ad incrementare il suo patrimonio grazie ad operazioni finanziarie e immobiliari. rappresenta il suo capolavoro. Da quel momento in poi - siamo nel 1576 – Torquato iniziò a manifestare quei segni di squilibrio mentale a causa dei quali resterà rinchiuso, per ben sette anni, nell’ospedale di Sant’Anna a Ferrara. A questo proposito, sappiamo che la sua dimissione dall’ospedale fu determinata proprio dall’intercessione di amici e familiari, in particolare quelli di Bergamo con i quali sembra abbia avuto rapporti più stretti che con gli altri rami della famiglia. Pare infatti che, uscito da questo periodo di reclusione, abbia soggiornato presso i parenti di Borgo Pignolo a Bergamo, dove era STEMMA DEI TASSO DIPINTO SULLA FACCIATA DEL PALAZZO AL BRETTO (FRAZIONE DI CORNELLO). già passato appena tredicenne durante un viaggio con il padre in Francia. Il resto della sua vita, fino alla morte avvenuta a Roma nel 1595, fu caratterizzato dal continuo viaggiare, attività che - dobbiamo supporre – gli venne facilitata proprio grazie al sistema delle stazioni di posta di proprietà dei Tasso. Possiamo infatti immaginare che - in un periodo in cui il viaggio comportava ancora molti imprevisti - ovunque si recasse, Torquato potesse godere di un trattamento privilegiato presso tali stazioni (abbinate a locande, osterie e stalle per i cavalli), in quanto illustre esponente della famiglia titolare. 19 La Storia deiTASSO Il servizio presso gli Asburgo S FRANCESCO DE TASSIS, XVI SECOLO. empre a partire dalla seconda metà del Quattrocento, altri esponenti della assai ramificata famiglia Tasso iniziarono a prestare i loro servizi all’imperatore Federico III d’Asburgo, in Tirolo e nella Stiria. La collaborazione proseguì con il successore Massimiliano I, particolarmente sensibile alla necessità di disporre di collegamenti efficienti all’interno del suo impero, ampliatosi grazie al matrimonio con Maria di Borgogna, erede dei Paesi Bassi. Non sorprende quindi scoprire che nel 1501 un Francesco Tasso (o de Tassis) venisse nominato Generale delle Poste in tutti gli stati dell’impero. Questi è considerato il vero fondatore della posta tassiana nell’impero asburgico, colui che compì l’ascesa sociale del casato ottenendo il titolo nobiliare e divenendo il capostipite della linea principale dei principi Thurn und Taxis. Per conto del figlio di Massimiliano, Filippo il Bello (che aveva acquisito anche il regno di Spagna tramite la consorte Giovanna d’Aragona), Francesco organizzò tutti i collegamenti postali nel centro Europa - dietro un compenso annuo di 12.000 Libbre - come da contratto del 1505, che prevedeva in ogni stazione almeno un cavallo fresco a disposizione del corriere. Dieci anni dopo, il successore di Filippo, Carlo V, avrebbe confermato tale contratto ampliandolo a tutti i settori territoriali in seguito acquisiti dall’impero. Il contratto prevedeva tempi di trasporto fissi sui diversi percorsi (in media si percorrevano 80-90 km al giorno). Nel 1512, Massimiliano I aveva concesso a Francesco Tasso la dignità nobiliare ereditaria e i suoi territori ereditari con il titolo di conte palatino. È questo il momento in cui lo stemma dei Tasso (un tempo costituito semplicemente dal piccolo animale emblema di fami- 20 La Storia deiTASSO glia e dal corno postale) si arricchisce con aquile nere rampanti. Il successo di questa “stirpe di corrieri” si spiega anche con la compatta alleanza che si era venuta a creare all’interno della famiglia stessa. L’attività di correria postale presupponeva una rete di punti di riferimento sicuri nel territorio e va sottolineato che la costruzione di un servizio postale articolato ed efficiente venne favorita proprio dalla stretta collaborazione tra i vari membri familiari impegnati nelle più importanti città dell’impero. Dai documenti risulta infatti che i diversi rami della casata riconobbero sempre come “capo-famiglia” indiscusso dapprima Francesco Tasso, poi il nipote Giovanni Battista e i suoi diretti discendenti, sottomettendosi così ad un’unica guida per dirimere tutte le possibili questioni o contese interne. Monopolio di una famiglia C on la conferma del contratto da parte di Carlo V, la posizione dei Tasso come gestori delle poste dell’impero è ormai consolidata e assume sempre più carattere di monopolio, nell’ambito della politica centralizzatrice voluta dall’imperatore. Si organizzano grandi linee internazionali sotto il loro controllo: Roma – Venezia – Innsbruck (attraverso il Brennero); Vienna – Praga – Ratisbona – Augusta – Lione – Madrid; Vienna – Praga – Nuremberg – Francoforte – Colonia – Bruxelles. Altre confraternite postali spagnole ven- 21 STEMMA PRINCIPESCO DEI THURN UND TAXIS. DUE ESPONENTI DELLA FAMIGLIA DE TASSIS: SIMONE, XVII SECOLO (A SINISTRA) E DOMENICO, XVIII SECOLO (A DESTRA). La Storia deiTASSO gono estromesse e più volte nel tempo manifestano la loro protesta, ma senza successo. Ciò accade in particolare in Spagna dove la concessione ai Tasso del monopolio del servizio di posta comporta l’annullamento di privilegi che la precedente dinastia aragonese aveva sempre rispettato. Oltre alla posta imperiale, i Tasso trasportano con la stessa affidabilità e correttezza anche la posta di privati, mettendosi a disposizione soprattutto di uomini d’affari, banchieri e commercianti che erano grandi fruitori dei corrieri postali. Grazie alla condizione di monopolio di cui godono, possono rendere più sicuri, regolari e veloci i contatti. Sul percorso Bruxelles-Roma riescono a ridurre al minimo il tempo di percorrenza sfruttando scorciatoie ben studiate, fino a raggiungere una velocità media di 135 chilometri al giorno. Sino alla fine del secolo XVI quella dei Tasso tra Bruxelles e Roma via Trento (con diramazioni da qui rispettivamente per Venezia e per Milano) fu ad esempio l’unica linea di posta regolare lungo cui veniva settimanalmente inoltrata la corrispondenza nelle due direzioni, con orari fissi di partenza e di arrivo. Originari di una valle che era allora sotto il dominio della Repubblica di Venezia, i Tasso fecero fortuna sviluppando il loro servizio di posta soprattutto nei territori dell’Impero e, giocando la carta della fedeltà agli Asburgo, ne furono largamente premiati ma anche ne seguirono la sorte: la rete dei loro servizi postali si ampliò seguendo l’ampliarsi dei domini asburgici per poi ridursi di pari passo al loro declino. Non per questo però, come vedremo più avanti, i Thurn und Taxis scomparvero dalla scena. Ancora oggi infatti sono una ricca e nota famiglia dell’aristocrazia germanica. Non solo gli Asburgo, soddisfatti dei loro servigi, sempre li favorirono (perfino estendendo, fatto straordinario per quei tempi, l’ereditarietà delle concessioni ricevute 22 La Storia deiTASSO anche ai discendenti di sesso femminile) ma a un certo punto cominciarono, come abbiamo visto, a dare loro anche delle patenti di nobiltà. Nell’ottobre 1695 l’imperatore Leopoldo I elevò i Tasso dal rango di conti al rango di principi imperiali ereditari, il grado massimo dell’aristocrazia asburgica. Mai prima era accaduto, né mai dopo accadde, che una famiglia raggiungesse una posizione del genere non per meriti militari o in forza della vastità dei suoi possessi terrieri bensì per l’eccellenza raggiunta nella fornitura al sovrano di un servizio tecnico. Come è noto, dopo Carlo V il Sacro Romano Impero cominciò il suo declino; e con la pace di Westfalia del 1648, pur continuando a esistere de jure, cessò di esistere de facto. A lungo andare, come si diceva, le poste dei Thurn und Taxis ne seguirono la sorte. La sede centrale dell’impresa si spostò da Bruxelles a Francoforte e infine a Ratisbona, e alla vigilia della Rivoluzione Francese la rete postale tassiana ormai non andava molto al di là della Germania e dei domini diretti degli Asburgo. Nondimeno alla riduzione dell’estensione aveva corrisposto un’intensificazione del servizio. Grazie a ciò anche nel secolo XVIII gli abili discendenti dei Tasso di Cornello non smisero di prosperare. Fu infine Napoleone a porre termine al loro plurisecolare “feudo postale imperiale” che non a caso uscì dalla storia insieme al Sacro Romano Impero. Quando infatti nel 1806 Napoleone impose l’estinzione anche de jure del Sacro Romano Impero, da ciò conseguì l’estinzione di tutti i feudi imperiali, tra cui pure il “feudo postale imperiale” dei Thurn und Taxis. L’impresa sopravvisse, ma senza più godere dei diritti di monopolio che da tale feudo derivavano. 23 PARTICOLARE DEL CASTELLO DEI THURN UND A RATISBONA. TAXIS La Storia deiTASSO IL MECENATISMO TASSIANO l mecenatismo dei Tasso comincia a manifestarsi nella Iseconda metà del Quattrocento, dopo i primi soggiorni della famiglia presso gli Asburgo in Austria e in Germania, durante i quali i Tasso hanno modo di venire in contatto con gli orientamenti ideologici ed estetici della corte imperiale. La loro attività di committenti di PARTICOLARE DI UNA TRASCRIZIONE GRAFICA DELL’ARAZZO CHE RAPPRESENTA LA LEGGENDA DELLA STATUA MIRACOLOSA DELLA CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DEL SABLON (CONSERVATO AL MUSEO DI BRUXELLES). SI NOTI, A SINISTRA, FRANCESCO DE TASSIS, AL CENTRO FILIPPO IL BELLO. opere d’arte manifesta fin dall’inizio una sorta di sintonia con il gusto dell’ambiente asburgico, alla quale non è forse estranea anche la necessità di ribadire la propria fedeltà e adesione a sostegno di un’idea politica: quella della monarchia cattolica. Si spiega così la predilezione dei Tasso per generi espressivi particolarmente celebrativi, quali: il ritratto ufficiale e idealizzato; il monumento funebre ricco di riferimenti araldici, di motti commemorativi e di allegorie di Virtù; l’arazzo come racconto tessuto di imprese significative; a cui si aggiungevano dipinti d’ispirazione religiosa commissionati per varie chiese d’Europa, con l’intento di affermare il forte legame con la Chiesa Cattolica nel momento delle trasgressioni protestantiche. La scelta stessa degli artisti incaricati di realizzare tali opere appare significativa: Francesco De Tassis viene ritratto da Bernard van Orley, pittore di corte di Margherita d’Austria; lo stesso artista realizza un arazzo che rappresenta “La leggenda di Nostra Signora del Sablon e la statuetta miracolosa a Bruxelles”, 24 La Storia deiTASSO opere, nel 1508 in cui Francesco commissiona ad uno compare con lo scettro dei più autorevoli postale a fianco della maestri della “Scuola stessa Margherita, di milanese”, il Filippo il Bello e di Bergognone, il altri importanti polittico per la chiesa personaggi che di S. Spirito a sanciscono i suoi Bergamo e, più tardi, legami con la famiglia nel 1521, incarica il imperiale. già affermato Lorenzo Anche nei secoli Lotto di realizzare successivi, la due quadri religiosi in committenza tassiana pendant: la “Natività” continua a far ricorso RITRATTO DI MARIA LUISA DE TASSIS, (oggi all’Accademia di ai maestri più DIPINTO DA ANTON VAN DYCK Venezia) e il affermati che operano (1628-1632). (COLLEZIONE DEI REGNANTI “Commiato di Cristo” nelle Fiandre, da DEL LIECHTENSTEIN, VADUZ). (allo Staatlichee Horst (ritratti incisi di Museen di Berlino), Lamoral Claudio dove compaiono i due Francesco de Tassis e Giovanni committenti, lo stesso Domenico Battista de Tassis) a Van Dyck e la moglie Elisabetta. (ritratti di Antonio de Tassis e della figlia Maria Luisa, databili tra il 1630 e il 1632). Analogia di intenti, gusti e interessi ritroviamo nel ramo bergamasco dei Tasso, le cui prime grandi commissioni artistiche riguardano i monumenti funebri della famiglia e i dipinti di carattere religioso. Questo è il ramo di Alessandro Tasso maestro delle poste pontificie, il cui nipote Domenico, cavaliere Apostolico e conte Palatino, all’inizio del Cinquecento accresce molto la PARTICOLARE DEL MONUMENTO FUNEBRE DEL VESCOVO magnificienza e il mecenatismo LUIGI TASSO, RAFFIGURATO NEL DIPINTO (1524). CHIESA DI S. SPIRITO, BERGAMO. della casata. Tra le numerose 25 La Storia deiTASSO Tramonto dell’«impero postale» N BORSA IN CUOIO PER IL TRASPORTO DI CORRISPONDENZA, XIX SECOLO. È VISIBILE IL PESANTE CHIAVISTELLO CON IL QUALE VENIVA ASSICURATA LA BORSA. (MUSEO DELLE POSTE, ROMA). BUCA MARMOREA PER L’IMPOSTAZIONE DELLE LETTERE NELLA REPUBBLICA VENETA, FINE XVIII SECOLO. on solo la filosofia politica di Napoleone ma anche lo spirito dei tempi giocava ormai a sfavore della gestione privata dei servizi di posta: tanto è vero che la statalizzazione delle poste continuò un po’ dappertutto anche dopo la sua uscita di scena. Già da tempo la stagione del servizio postale gestito da corrieri privati era finita in Inghilterra, dove sin nel 1677 la Corona aveva avocato a sé la gestione delle linee di posta principali, pur lasciando ai privati quella degli uffici periferici minori nonché la consegna minuta della corrispondenza ai destinatari. All’inizio del ‘700, nel quadro del loro crescente rafforzamento, un po’ tutti gli Stati europei avevano cominciato a mirare anche alla gestione diretta del servizio postale. Già in quel secolo a storiche società di corrieri, tra cui i vari rami della famiglia Tasso, non erano più state rinnovate le patenti di concessione, e la posta era divenuta un monopolio dello Stato. Una delle prime statalizzazioni del servizio postale nell’Europa continentale è quella decretata nel 1710 nel Piemonte sabaudo da Vittorio Amedeo II. Molto precoce è anche la statalizzazione del servizio nel Regno delle Due Sicilie, avvenuta nel 1723, tra l’altro proprio nel periodo in cui Napoli fu sotto il governo degli Asburgo. In genere gli Stati giustificarono l’avocazione a sé del servizio postale adducendo esigenze di capillarità e di sicurezza del servizio. In realtà sia una cosa che l’altra si sarebbero potute garantire anche con un efficace sistema di nuove concessioni e di vigilanza sulla loro applicazione. La 26 La Storia deiTASSO ragione di fondo di tale scelta era un’altra: in un periodo in cui l’amministrazione pubblica veniva sempre più centralizzata, con una conseguente forte crescita della corrispondenza tra la città capitale e i funzionari dello Stato inviati nelle province, la posta diventava uno strumento tecnico di importanza fondamentale, su cui i governi volevano avere un pieno e diretto controllo. Grazie ai loro stretti legami con gli Asburgo dentro l’Impero i Thurn und Taxis riuscirono – dicevamo - a sopravvivere come gestori generali del servizio postale, ma appunto si trattò di una seppur brillante sopravvivenza. Un po’ ovunque in Europa il ‘700 e l’800 videro il progressivo trasformarsi del servizio postale in monopolio di Stato. Entro gli anni ’60 del secolo XIX il servizio postale privato era ormai praticamente scomparso. Insieme a un altro grande monopolio statale, quello delle ferrovie, la Posta divenne allora anche un simbolo dell’amministrazione statale e della sua presenza capillare sul territorio. E’ perciò significativo che adesso - in un’epoca che vede l’incipiente tramonto degli Stati, premuti dal basso dalla ripresa di vigore delle comunità locali e dall’alto da entità sovra-nazionali come tipicamente l’Unione Europea – sia il monopolio delle ferrovie che quello delle poste stiano venendo meno. Ormai una rete di corrieri privati internazionali copre tutte le città e tutte le regioni sviluppate del mondo garantendo la consegna di lettere e plichi trasportati per via aerea in un arco di tempo compreso tra le poche ore e il paio di giorni nel caso delle massime distanze. Tutta la corrispondenza più importante e urgente di aziende (e anche di privati di agiata condizione) viaggia non più tramite la storica Posta bensì tramite questi rinati corrieri veloci privati, eredi, forse senza saperlo, dell’antica epopea dei servizi postali dei Tasso. 27 DIVISA DA PORTALETTERE PER IL PERSONALE FEMMINILE IN SERVIZIO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE. La Storia deiTASSO I simboli della posta I IN ALTO: CORNO DA POSTIGLIONE DEL GRANDUCATO DI TOSCANA, METÀ XIX SECOLO. SOTTO: SIMBOLO DELLA STAFFETTA IMPRESSO SULLA COPERTA DI UN ANTICO DISPACCIO. l classico simbolo delle poste è il corno, che veniva suonato dal corriere per avvertire del suo passaggio. Segni distintivi dei corrieri tassiani erano le insegne della casata e la pelle del tasso sulla fronte dei loro cavalli. L’immagine del corriere stesso, sul cavallo al galoppo, divenne un emblema di dinamismo, velocità e informazione aggiornata, che si protrasse a lungo nel tempo (non a caso molte testate di quotidiani si sono identificate in questa definizione). In effetti i corrieri dovevano possedere requisiti ben precisi, come racconta nel 1608 Ottavio Codogno (Luogotenente del Corriere Maggiore di Milano) nella sua guida dal titolo: “Nuovo itinerario delle Poste per tutto il Mondo”: “Quanto al corpo, non ogni persona è atta a questo esercizio; però che devono correre Corrieri di complessione gagliarda, che non stimino piogge, nebbie, venti, caldi, freddi o ghiacci, sprezzatori del riposo, vigilanti e simili a custodi dei greggi…” e aggiungeva “Similmente è necessario siano fedeli e segreti, non lasciandosi uscir di bocca con chi si sia, da chi et perché spediti siano…” Altri simboli, che si ritrovano sulla coperta in cui venivano chiusi gli antichi dispacci, erano: - la croce di Sant’Andrea, formata da due coppie di tratti paralleli, che indicava “per cavalcata”; - un triangolo, che, rappresentando in modo semplificato una staffa, indicava “per staffetta”; - la scritta cito (=svelto) che indicava il grado di urgenza del messaggio, e poteva essere ripetuta fino a 5 volte. 28 La Storia deiTASSO I THURN UND TAXIS E LA STORIA DEL FRANCOBOLLO ome già abbiamo ricordato, l’avvenuto pagamento del C prezzo per la spedizione dei plichi affidati alle poste dei Tasso veniva originariamente certificato con l’apposizione di un timbro al cui centro era appunto stampata la parola “Tasso”. Il francobollo non venne dunque inventato da loro bensì dalle Poste reali inglesi che nel 1840 emisero il primo francobollo, il famoso “penny nero”. Tuttavia, ormai a pochi anni dalla fine della loro plurisecolare impresa postale, quando soltanto nei Principati tedeschi e nei domini della Casa d’Austria ci si avvaleva ancora dei loro servizi, i Thurn und Taxis emisero dei francobolli entrando così pure nella storia della filatelia. La vicenda risale al 1849-1851 quando i maggiori Principati tedeschi, dopo aver assunto la gestione diretta delle poste, ispirandosi al modello inglese cominciarono ad emettere dei francobolli. Nel 1852 i Thurn und Taxis emisero allora essi pure dei francobolli validi per l’affrancatura della corrispondenza in quei Principati minori di cui continuavano a gestire il servizio postale. Le emissioni dei francobolli Thurn und Taxis erano in duplice serie: la serie “Stati del Nord” dove la moneta ufficiale era il tallero diviso in trenta Silbergroschen; la serie “Stati del Sud” dove invece era in corso il fiorino (Gulden) diviso in sessanta Kreuzer. Questi francobolli restarono in uso fino al 1867 quando la Prussia, in cambio di un notevole indennizzo, riscattò gli ultimi distretti postali che erano ancora gestiti dai Thurn und Taxis. A questo punto, attenta come sempre a valorizzare tutto il valorizzabile, la famiglia mise in vendita sul mercato filatelico le partite di francobolli inutilizzati di cui ancora disponeva. E tuttora questi francobolli si ritrovano nei cataloghi delle rarità filateliche, classificati insieme a quelli degli “Antichi Stati” della Germania. LE DUE SERIE DI FRANCOBOLLI EMESSI DAI THURN UND TAXIS, PER GLI STATI DEL NORD (A SINISTRA) E PER GLI STATI DEL SUD (A DESTRA). 29 La Storia deiTASSO Per saperne di più Per avere ulteriori informazioni consultare i seguenti siti internet: www.brembana.info/borghi/borghi.html www.castellodiduino.it www.museodeitasso.com www.staffonline.biz www.tuttobaviera.it/regensburg.html Bibliografia essenziale AA.VV., Con i Tasso da Cornello all’Europa, Bergamo 1982 AA.VV., Le Poste dei Tasso, un’impresa in Europa, contributi in occasione della mostra “I Tasso e l’evoluzione delle poste”, Bergamo, 1984 Tarcisio Bottani, I Tasso e le Poste Pontificie, Camerata Cornello, 2000 Enrico Mangili, I Tasso e le poste, 1942, Bergamo Si ringrazia per la collaborazione la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo 30 EVENTO PROMOSSO DA CON IL PATROCINIO DI Provincia di Bergamo C. S. A. di Bergamo