Enzo Pranzini La spiaggia: istruzioni per l’uso Premessa Questo libretto è stato prodotto nell’ambito della convenzione stipulata tra la Regione Toscana e l’Università degli Studi di Firenze nel quadro del Progetto di cooperazione per l’accessibilità, la fruibilità e la sicurezza della fascia costiera delle regioni transfrontaliere (I-PERLA) del Programma di cooperazione “Italia Francia - marittimo”. Come gli altri prodotti di questo progetto, anche questo costituisce un passo in avanti rispetto agli obiettivi raggiunti nel precedente Progetto PERLA, quando venne pubblicato un volumetto dal titolo “La sicurezza nell’uso della fascia costiera”, dove venivano illustrate le metodologie utilizzate per definire i livelli di rischio dei vari tratti del litorale toscano, fornendo anche le informazioni essenziali per riconoscere ed evitare i pericoli presenti in questa fascia del territorio. Questa nuova pubblicazione riprende ed approfondisce proprio quest’ultimo aspetto e si propone come un vero e proprio manuale d’uso della spiaggia. Si rivolge però anche agli amministratori del territorio costiero, non solo dell’area transfrontaliera ma di tutti i paesi europei e della sponda sud del Mediterraneo, per promuovere l’installazione di una cartellonistica omogenea e certificata, e suggerendo piccoli interventi volti ad aumentare la sicurezza nella balneazione. 3 Introduzione Con i suoi 7500 km di litorali affacciati sul Mediterraneo, l’Italia è uno dei paesi in cui l’uso turistico della fascia costiera è più sviluppato. Si stima che oltre 600 milioni di persone (presenze giornaliere) si affaccino sul mare nei mesi estivi, e la gran parte di queste entra nell’acqua per nuotare o semplicemente per trarne refrigerio durante le ore più calde della giornata; un numero minore, ma sempre consistente, frequenta le falesie, sia per le loro caratteristiche paesaggistiche, sia quale accesso a spiagge particolarmente suggestive o meno frequentate. Marina di Massa San Vincenzo Follonica Procchio Gli ombrelloni che nascono come funghi in ogni tratto costiero costituito da sabbia sono la dimostrazione dell’importanza del turismo balneare in Toscana 4 L’incremento dell’offerta turistica che caratterizza oggi il settore, spinto anche dalla concorrenza con località esotiche ormai facilmente raggiungibili, passa attraverso l’espansione dell’arenile, la creazione di nuovi accessi e lo sviluppo dei servizi alla balneazione. Assai poco viene fatto, invece, per aumentare la sicurezza nell’uso della fascia costiera, nonostante centinaia di persone muoiano ogni anno per la scarsa percezione dei rischi connessi alle varie attività, la carenza o inefficacia delle segnalazioni di pericolo, la presenza di opere di difesa costiera pericolose, l’assenza di vigilanza e il conflitto fra le varie attività che si svolgono lungo le coste (balneazione, pesca, surfing, nautica, ecc.). Solo l’annegamento uccide in Europa circa 35.000 persone l’anno, con un tasso di mortalità pari a 44 casi per milione di abitanti (dati 2007). In Italia questo valore è di circa 400 decessi all’anno (7 casi per milione di abitanti), ma è opportuno sottolineare che molti di questi avvengono in fiumi, laghi e piscine, e di quelli che avvengono in mare spesso non sono note le reali cause, talvolta legate a malori che avrebbero colpito la persona anche fuori dall’acqua. La carenza di dati è però la riprova della scarsa considerazione che trova questo argomento. E’ però certo che una maggiore conoscenza dei pericoli presenti potrebbe ridurre enormemente gli incidenti connessi all’uso turistico della fascia costiera. Da qui nasce un obbligo per la nostra società di investire in attività che aumentino la consapevolezza dei frequentatori, in strutture di controllo e primo intervento e in una rete di segnalazioni in grado di consentire l’accesso e l’uso del litorale in massima sicurezza. I fattori di rischio sono in realtà limitati e facilmente identificabili, tanto che un programma volto all’aumento della sicurezza potrebbe dare risultati consistenti anche con risorse economiche modeste e tempi limitati. 5 Le coste basse Anche se le coste alte rappresentano la quota maggiore dell’intero profilo costiero di molte regioni, fra cui la Toscana (55%), è sui litorali bassi, siano essi sabbiosi o ghiaiosi, che si concentra quel turismo balneare che costituisce una delle risorse maggiori del nostro Paese. I tratti di litorale sabbioso possono svilupparsi per decine di kilometri, oppure limitarsi a pochi metri all’interno di piccole baie; talvolta l’arenile è confinato fra opere di difesa costiera che possono diventare l’elemento prevalente di quel determinato settore costiero, oppure essere le spiagge stesse il risultato di un intervento di difesa del litorale dall’erosione, effettuato con ripascimento artificiale. Tipologia della costa delle varie regioni italiane (fonte: GNRAC) Regione Coste alte e porti [km] Coste basse [km] Liguria 350 256 94 Toscana 442 243 199 Lazio 290 74 216 Campania 480 256 224 Calabria 736 44 692 Sicilia 1623 506 1117 Sardegna 1897 1438 459 Basilicata 68 32 36 Puglia 865 563 302 Molise 36 14 22 Abruzzo 125 26 99 Marche 172 28 144 Emilia Romagna 130 0 130 Veneto 140 0 140 Friuli-Venezia Giulia 111 35 76 7569 3617 3952 Italia 6 Lunghezza totale [km] Foce del Fiume Osa: spiaggia di sabbia fine Fetovaia: pocket beach (spiaggia a tasca) Vada: spiaggia costituita da sabbia carbonatica fine bianca scaricata in mare dalla Solvay Cavo (Isola d’Elba): spiaggia ricostituita con un ripascimento artificiale in ghiaia Marina di Massa: spiaggia delimitata da pennelli Marina di Pisa: tomboli formatisi al riparo di scogliere parallele Diversi tipi di spiaggia presenti lungo la costa della Toscana 7 Su queste spiagge, sia perché spesso date in concessione, sia per l’intervento dei comuni che si fanno carico della gestione, sono in genere presenti operatori professionali addetti all’assistenza alla balneazione. Un arenile apparentemente sicuro e un servizio di vigilanza e soccorso non sono comunque sufficienti a garantire la sicurezza dei bagnanti, se questi non assumono comportamenti responsabili e sono ben consci dei pericoli presenti nell’ambiente costiero. Ciò non può prescindere da una conoscenza dei processi fisici che agiscono sulle coste, dalle forzanti del moto ondoso alla risposta morfologica che ne dà la spiaggia. Purtroppo questi fenomeni, ed i pericoli che dietro ad essi si nascondono, raramente vengono spiegati nelle scuole, e pochi nel territorio costiero intervengono per colmare queste lacune, magari con brevi conferenze tenute la sera presso gli stabilimenti balneari o con una cartellonistica didattica adeguata. Come è fatta una spiaggia La spiaggia è un accumulo di sabbia, ghiaia o ciottoli, in genere portati dai fiumi alla loro foce e ridistribuiti lungo costa dalle correnti indotte dal moto ondoso. Solo una piccola parte di questi materiali è prodotta dall’erosione delle falesie ed un’altra piccola parte può arrivare dai fondali, dove la sabbia costituisce antiche spiagge sommerse dal mare durante la sua risalita dopo l’ultima fase glaciale, o dove viene creata in continuazione dagli organismi che hanno un guscio o uno scheletro calcareo. Il profilo di una spiaggia con mare calmo (linea continua) e con mare mosso (linea tratteggiata) 8 La spiaggia non ha una superficie liscia in discesa verso il mare, come potrebbe apparire a prima vista, ma è costituita da una serie di scalini (berme) sempre più alti con l’allontanarsi dalla battigia. Se osserviamo quanto avviene sulla spiaggia durante una forte mareggiata ci accorgiamo che le onde di tempesta, alte e ripide, risalgono la battigia e penetrano in profondità sulla spiaggia, raggiungendo quote elevate. Sulla via del ritorno parte dell’acqua s’infiltra nella sabbia e la corrente non riesce a riportare verso il basso tutti quei granelli che erano stati spinti verso l’ alto; ecco che si forma un cordone (cresta della berma di tempesta) che scende gradualmente verso terra ma che è ben più ripido verso il mare. Queste onde riescono comunque ad asportare la sabbia dalla fascia più prossima a riva e trasferirla verso il largo, dove va a formare delle barre sommerse. Sulla coda della mareggiata, o con onde meno aggressive, queste barre si muovono verso riva e possono attaccarsi ad essa determinandone una crescita. Dato che queste onde sono più basse, la sabbia che riportano andrà a costituire una berma meno elevata. Mareggiate di intensità progressivamente minore costruiranno quelle berme che danno alla spiaggia l’aspetto di una scalinata in discesa verso il mare. Cresta di berma di tempesta sulla spiaggia di Macchiatonda Nel punto in cui l’acqua che ridiscende dalla battigia incontra la successiva onda in arrivo si ha una grande turbolenza e la formazione di uno scalino (scalino di battigia), che con sabbia grossolana o con ghiaia determina un rapido approfondimento del fondale. 9 Pendenza della battigia Uno degli aspetti da prendere in considerazione quando si valuta la sicurezza di un arenile è la pendenza della battigia e del primo tratto della spiaggia sommersa, dato che esso influenza direttamente la facilità con la quale si può entrare ed uscire dall’acqua. La forma di una spiaggia è condizionata dall’energia del moto ondoso che la colpisce e dalle dimensioni dei sedimenti presenti: spiagge ad alta energia hanno generalmente una pendenza minore di quelle a bassa energia, il tutto modulato dalla granulometria dei sedimenti: quelli più fini (sabbia) determinano una battigia a pendenza minore, mentre quelli più grossolani (ghiaia e ciottoli) ne fanno una più ripida. Marina di Pietrasanta: spiaggia con battigia a debolissima pendenza per la presenza di sabbia fine Marina di Pisa: spiaggia con battigia molto ripida costituita da ghiaia e ciottoli In quest’ultimo caso si può avere una pendenza tale da mettere in difficoltà bambini, anziani e disabili, in particolare durante mareggiate anche non molto intense. A ciò si aggiunge la difficoltà di camminare su materiali grossolani, che portano spesso a perdere l’equilibrio, cosa che può essere pericolosa in presenza di moto ondoso. A questo riguardo bisogna ricordare una raccomandazione che gli esperti di salvamento danno: mai entrare ed uscire dall’acqua con lo sguardo rivolto verso terra, perché vi è sempre la possibilità di essere sorpresi da un’onda più grande che potrebbe farci perdere l’equilibrio. 10 Morfologia del fondale Un altro aspetto della morfologia della spiaggia connesso con il rischio di annegamento è la presenza di barre dall’andamento irregolare o, comunque, non parallele alla riva. Un esempio è dato dalle barre festonate quando le loro punte sono connesse a terra: chi entra nell’acqua in questi punti può allontanarsi da riva camminando senza rendersi conto che lateralmente il fondale si approfondisce; dopo una breve nuotata parallelamente alla costa, si trova immediatamente in acque più profonde nelle quali non si tocca. Se la persona è poco esperta o stanca, può correre seri rischi. Altre volte si formano barre oblique alla riva che possono invitare il bagnante ad allontanarsi dalla costa camminando su di esse; ma se il ritorno avviene poi lungo un altro percorso è facile che si Tipi di barre che è possibile trovare vicino a riva possa trovare in acque più profonde. Le barre di questo tipo si formano quando la spiaggia non ha un andamento rettilineo ma è caratterizzata da grandi cuspidi; è proprio a questi promontori sabbiosi che si collegano le punte delle barre. Questo non deve spingere i bagnanti poco esperti ad entrare in mare in corrispondenza dalle insenature presenti fra le cuspidi, perché qui, come vedremo, si collocano quelle rip current che sono responsabili del maggior numero di annegamenti sulle coste di tutto il mondo. In ogni caso prima di immergersi in mare è bene osservare attentamente il modo nel quale frangono le onde, che può indicare la presenza e la forma delle barre, dato che i frangenti si formano proprio su di esse. 11 Rip current Risulta che la gran parte degli annegamenti avviene con mareggiate di media intensità, dato che con il mare calmo il rischio è oggettivamente limitato, mentre con mare molto mosso sono poche le persone che si allontanano da riva e, in genere, si tratta di nuotatori più esperti. Anche se i frangenti delle onde maggiori possono mettere in pericolo i bagnanti, trascinandoli su scogli, fondali ciottolosi o determinando l’impatto con oggetti portati in mare (canoe, tavole da surf, ecc.), non sono le onde le responsabili del maggior numero di decessi, bensì le correnti da esse generate. Una migliore comprensione del funzionamento di queste correnti da parte dei bagnanti è la condizione essenziale per non trovarvisi dentro o, in caso contrario, per uscirne incolumi. Rip current sul litorale del Cilento Le onde che provengono dal largo si deformano avvicinandosi a riva per l’attrito esercitato dal fondale: diventano progressivamente più corte, più alte e asimmetriche, con la cresta che viaggia più velocemente del cavo, finchè questa non cade in avanti producendo un frangente. Da questo punto si genera un flusso d’acqua verso riva, che 12 determina un innalzamento del livello del mare, in parte compensato da una corrente che sul fondale scorre verso il largo. Molto spesso, però, si hanno anche correnti concentrate, o rip current, che si sviluppano fino alla superficie e che possono raggiungere velocità di alcuni metri al secondo, superiori a quelle tenute anche dai nuotatori più allenati. Queste correnti sono state ritenute responsabili di oltre l’80% degli interventi di salvataggio in mare e sono il primo fra i pericoli naturali in Florida (USA). In Australia muoiono molte più persone per le rip current che non per serpenti velenosi e coccodrilli. Le rip current sono descritte come correnti circolari in cui il flusso verso costa si sviluppa nella zona di maggiore intensità dei frangenti, mentre la corrente di ritorno si concentra nelle zone caratterizzate da minor frangimento. La componente in uscita di tali correnti può essere identificata ad alcuni fattori: - acqua più scura per la maggiore profondità del canale di rip; - diverso colore dell’acqua causato dai sedimenti portati in sospensione; - presenza di una linea di schiuma o di alghe che si estende in mare aperto; - interruzione o indebolimento della linea di frangimento delle onde; - acqua che si vede scrorrere verso il largo. Contrariamente a quanto si pensa, le rip current non trascinano sott’acqua, cosa che può invece avvenire in corrispondenza dei frangenti. Circolazione dell’acqua in una rip current 13 Cartello che spiega la formazione delle rip current e i modi per uscirne se catturati Nelle grandi spiagge lineari la posizione delle rip current, e delle forme della spiaggia ad esse associate, si sposta lentamente lungo riva, in particolare in presenza di onde oblique, mentre risulta stabile in prossimità di promontori, sia che essi delimitino spiagge rettilinee sia che racchiudano pocket beach (spiagge poste all’interno di una baia). Nelle spiagge in cui le rip current sono frequenti, dovrebbero essere poste delle bandiere gialle e rosse a delimitare i tratti in cui si può entrare in mare in sicurezza; operazione che dovrebbe essere affidata a bagnini esperti. In Australia gli operatori delle associazioni di salvamento spostano in continuazione queste bandiere, dato che le rip current migrano lungo la costa. Lo studio della morfodinamica costiera e l’analisi storica degli incidenti balneari possono fornire informazioni utili ad identificare i siti ad elevata probabilità di formazione delle rip 14 current. Questi siti necessiteranno dell’installazione di opportuni segnali al loro ingresso e, possibilmente, di cartelli esplicativi sul fenomeno e sul comportamento da adottare. Anche se riconoscere le rip current è essenziale per evitare di esserne catturati, è opportuno sapere come uscirne fuori, e anche questo dovrebbe essere insegnato a tutti, forse nei corsi di Educazione fisica delle scuole inferiori. È in genere inutile opporsi al trasporto da parte della rip current, in particolare se la sua velocità è elevata; meglio è farsi trasportare verso il largo, sapendo che oltre la linea dei frangenti la sua velocità si annulla. Da qui si dovrà nuotare parallelamente alla riva per portarsi in un tratto privo di correnti e dirigersi quindi verso la costa in una zona non percorsa dalla rip current. La presenza di cuspidi lungo la spiaggia è spesso associata a quella delle rip current (vi è una coevoluzione rip current/cuspidi), sebbene la formazione di queste correnti sia dovuta anche ad altri fattori difficilmente valutabili anche da operatori esperti. Un ulteriore rischio: le difese costiere Flussi d’acqua concentrati e diretti verso il mare aperto vengono innescati anche da strutture di difesa costiera, come i pennelli, dove l’acqua che si accumula sopraflutto tende ad uscire con una corrente concentrata diretta verso il largo. Rip current indotta dalla presenza di un pennello Durante le mareggiate con onde oblique sarà quindi opportuno fare il bagno nel tratto di spiaggia riparato dal pennello, ma non troppo vicino ad esso, perché vi 15 possono essere scogli dispersi sui fondali. È per questo che in prossimità di tali opere devono essere posti cartelli che indicano ai bagnanti il pericolo presente. Ancor più pericolose sono le scogliere parallele, dato che l’acqua che comunque si accumula dietro ad esse, per tracimazione o per infiltrazione, fuoriesce prevalentemente dai varchi, dove si formano correnti estremamente veloci. Se un bagnante è preso in carico da queste correnti e viene trasportato all’esterno delle scogliere, non gli sarà certo possibile riguadagnare la riva passando dai varchi, ma altre vie non ve ne sono a meno di non venir scaraventati contro la scogliera stessa. Recentemente sulla costa toscana, in una zona difesa da scogliere parallele emerse, un adulto è annegato perché trascinato via dalla corrente sebbene si trovasse in un metro d’acqua. Buca scavata dalla corrente in uscita dal varco fra le scogliere parallele (scala verticale esagerata) 16 Rilievi batimetrici di dettaglio di quel tratto di costa mostrano come all’uscita di quei varchi vi possano essere buche profonde anche 12 metri, a riprova della velocità che l’acqua può avere durante le mareggiate maggiori. Altri due annegamenti si sono verificati in un altro tratto in condizioni analoghe, pur con acqua leggermente più profonda. In Israele, dove sono in corso ricerche approfondite su questo tema, risulta che i casi di annegamento sono assai più frequenti proprio dove vi sono le scogliere parallele, in quanto in molti vi vanno durante le mareggiate proprio perché si sentono erroneamente più protetti. Il gradimento che ottiene questo tipo di difesa costiera da parte degli utilizzatori della spiaggia, messo in evidenza anche da interviste fatte nell’ambito di progetti europei (Eurosion), è dovuto anche all’illusorio senso di sicurezza che queste barriere forniscono. Solco sul fondale in corrispondenza di una soglia ribassata in una scogliere sommersa parallela Sarebbe opportuno porre in questi varchi delle sagole con galleggianti in modo che lo sprovveduto bagnante che si è avventurato in mare in condizioni di pericolo possa aggrapparsi ed aspettare i soccorsi. 17 Non molto diversa è la situazione indotta da scogliere sommerse in cui siano presenti varchi più o meno profondi, come dimostrato da rilievi fatti lungo la costa toscana dopo l’abbassamento di vecchie barriere parallele emerse: dove la cresta della scogliera soffolta era più bassa si evidenziava una profonda buca all’esterno dell’opera, frutto dell’erosione dovuta al flusso di acqua in uscita; un solco meno profondo era visibile anche all’interno della scogliera e dovuto all’acqua che si concentrava in direzione del varco. Ovviamente il monitoraggio di questi fenomeni ha fornito indicazioni per la chiusura del varco e l’eliminazione del pericolo. Nel caso in cui non sia possibile chiudere i varchi, ad esempio per consentire l’accesso dall’esterno delle imbarcazioni di soccorso, la possibilità di sviluppo di rip current dovrebbe essere segnalata con appositi cartelli posti all’ingresso della spiaggia. Altri pericoli sulle scogliere Anche la presenza di altre opere sommerse dovrebbe essere appositamente segnalata, indipendentemente dal fatto che inducano la formazione di rip current. Questo per impedire che chi nuota o chi s’immerge vi vada a sbattere contro, procurandosi ferite che, fuori dall’acqua potrebbero essere poco importanti, ma che potrebbero dimostrarsi letali in mare. Le scogliere sono spesso bagnate e scivolose 18 Altro pericolo, che spesso viene sottovalutato, è quello che si incontra camminando sopra alle scogliere realizzate in massi, siano esse parallele o ortogonali a riva: la superficie degli scogli è quasi continuamente bagnata dalle onde e vi si sviluppano alghe che la rendono estremamente scivolosa. Data l’irregolarità di queste superfici e la frequenza di profondi buchi, il cadere può avere serie conseguenze. Il problema è che le scogliere sono spesso utilizzate per stendersi al sole, pescare o per sentirsi “in mezzo al mare” e i divieti di accesso, quando presenti, non vengono mai rispettati e tali comportamenti ancor più raramente sanzionati. Rimane comunque la necessità di utilizzare una cartellonistica uniforme e facilmente comprensibile. Dato comunque che sarà necessario continuare a costruire difese costiere, e a mantenere quelle attuali, sarebbe opportuno progettarle in modo da ridurre i pericoli che esse generano e renderle percorribili a piedi in sicurezza. Trasformare opere di pura difesa costiera in arredi urbani pienamente fruibili dai visitatori ha un costo assai contenuto e un ritorno in termini di qualità e fruibilità dell’ambiente costiero estremamente elevato. I nuovi pennelli di Marina di Cecina con percorsi pedonali Anche i pennelli permeabili presentano problemi, come dimostrato sulla costa del Baltico, dove queste opere di difesa sono assai numerose. Le correnti lungo riva possono trascinare i bagnanti su queste strutture, dove i bivalvi che vi si sviluppano, agendo come lame taglienti, possono ferirli in modo anche grave, tanto da aver causato anche alcuni decessi. 19 Pennelli permeabili Le opere di difesa costituite sull’arenile con materiali rigidi (scogli, calcestruzzo e legno) possono risultare pericolose per chi frequenta la spiaggia, in particolare quando sono sommerse da un velo di sabbia, poiché possono procurare ferite a chi cammina o corre sulla spiaggia. Anche in questo caso una buona segnaletica può ridurre notevolmente gli incidenti. Il palo rosso indica la posizione di un pennello realizzato con pali di legno che può essere coperto da un velo di sabbia e ferire chi cammina o corre sulla spiaggia 20 I bambini: i soggetti più esposti da non perdere d’occhio Purtroppo non sono solo questi i pericoli per chi frequenta le spiagge, in particolare per i bambini che trovano grande divertimento nello scavare buche e tunnel nella sabbia, sia sull’arenile sia nella duna. Pochi anni fa un bambino è morto sulla costa livornese per il crollo della volta di una piccola grotta che stava scavando ai piedi della duna; a niente sono valsi i soccorsi prestati dai genitori e da altri bagnanti per estrarlo, dato che la sabbia lo ha soffocato in un In alcuni paesi del tempo brevissimo. Nord Europa vengono posti cartelli Un simile rischio si corre anche scavando non solo per sebuche sulla spiaggia, in particolare gnalare questo pericolo, ma anse ci si sporge dal bordo e si infilano che per impedire entrambe le braccia e la testa nel buco: che vengano scavate buche sulle il crollo delle pareti può intrappolarci dune e determinarne il crollo, con grave danno per la stabilità della duna stessa con la testa immersa nella sabbia. I bordi delle buche possono franare e trascinare sul fondo chi le sta scavando. Ciò può essere molto pericoloso, in particolare se il bambino ha la testa dentro alla buca Le probabilità di crollo sono elevate quando la buca raggiunge il livello del mare: in questo caso l’acqua presente sul fondo riduce l’attrito fra i granuli fino a determinarne lo scivolamento con il conseguente allargamento del fondo della buca. La sabbia sovrastante poggia quindi sul vuoto e può franare di colpo. 21 Un altro pericolo per i bambini sulle spiagge affollate è quello di perdersi e di camminare lungo riva nella direzione sbagliata, allontanandosi sempre più dai genitori. Per questo in alcune spiagge del Nord Europa (ad es. Olanda e Belgio) sono stati posti su alti pali dei segnali ben riconoscibili dai bambini, come una palla, una banana o una ciambella da mare a forma di paperetta. Al momento di fermarsi in un punto della spiaggia i genitori mostrano ai figli il segnale più vicino e dicono loro di tornare sotto ad esso nel caso in cui si perdano. Le strutture presenti lungo costa (punti di salvamento, chioschi, circoli nautici ed altro) issano sui pennoni, non solo le bandiere che indicano la possibilità o il divieto di balneazione, ma anche, nel caso in cui un bambino si sia perso e che sia stato portato in quel luogo, una bandiera con disegnato un punto interrogativo. Pali con alla sommità figure facilmente riconoscibili dai bambini consentono loro di identificare, in caso di smarrimento, un punto di ritrovo precedentemente concordato Assistenza alla balneazione Il rischio durante la balneazione non può essere completamente eliminato e la funzione dei bagnini, meglio definiti “assistenti alla balneazione professionisti”, rimane essenziale nell’aiutare i bagnanti in difficoltà. Tutto ciò è possibile se la densità dei bagnanti non è eccessiva tanto da impedire 22 il loro continuo controllo visivo, se la torretta di avvistamento è posta in luogo opportuno e le attrezzature di soccorso sono idonee. È inoltre necessario che le torrette siano ben identificabili e possibilmente di una tipologia ricorrente lungo tutte le coste, in modo che la richiesta di soccorso da parte di altri possa giungere immediatamente. Questo è particolarmente importante sulle spiagge italiane date in concessione, dove l’arenile è spesso affollato di ombrelloni che possono coprire la vista della torretta. Le torrette di sorveglianza devono essere alte e facilmente riconoscibili, in modo da venire localizzate rapidamente da chi deve chiedere aiuto. Dovremmo arrivare ad avere forme e colori omogenei su tutte le coste La professionalità dei bagnini deve essere fuori discussione e percepita dai bagnanti che devono avere stima e rispetto verso coloro che si trovano a dare consigli o richiamare comportamenti pericolosi. Quando i bagnini servivano al bar, dipingevano le cabine e piantavano gli ombrelloni non venivano visti come “esperti uomini di mare”, cosa che contrastava con la stima riposta nelle guide alpine, i cui consigli sono seguiti con deferenza da coloro che vanno sui sentieri di montagna. Questa situazione è quasi ovunque cambiata, dato che i piani di sicurezza adottati a livello comunale prevedono proprio l’impiego di operatori professionali. Rimane il fatto preoccupante che la maggior parte degli annegamenti (54,4%) avvenga davanti agli stabilimenti balneari, anche se bisogna tener conto del fatto che la gran parte dei bagnanti si addensa in questi tratti del litorale e che, purtroppo, le spiagge libere sono una rarità in molti tratti del litorale italiano. 23 Segnaletica sulle coste basse Molto deve essere fatto per quanto riguarda la segnaletica, che dovrebbe essere posta ad ogni accesso alla costa, con in buona evidenza il nome della spiaggia in modo che questo possa essere comunicato senza indugio ai soccorritori. Lungo le coste italiane è possibile vedere cartelli dalle forme più differenti e dai contenuti più cervellotici, spesso posti più per tutelare chi ha la responsabilità di quella costa, che non per avvisare i bagnanti in modo chiaro dei pericoli presenti. Cartelli difficili da interpretare Non basta installare i cartelli; altrettanto importante è la loro manutenzione 24 La simbolistica dovrebbe poi essere standardizzata, in modo da essere immediatamente percepita e comprensibile da chiunque, sia esso italiano che straniero, mentre le scritte dovrebbero essere nelle lingue più diffuse, tenendo conto non solo della provenienza dei turisti, ma anche dell’origine di coloro che giungono in Italia per lavorare e che, speriamo, sempre più spesso possano trasformarsi in turisti estivi. Un evidente caso di sovraffollamento di cartelli che ne scoraggia la lettura (non in Italia, … questa volta!) Purtroppo anche in tratti di litorale adiacenti si trovano cartelli completamente diversi, essendo diverse e non coordinate le autorità responsabili della sicurezza sulle spiagge. Sebbene l’informazione sia importante, è opportuno non riempire la spiaggia di cartelli: la loro efficacia si riduce nel caso di un loro eccessivo addensamento, che porta il visitatore della costa a ritenerli inutili e ridondanti, e, infine, a trascurarli. 25 Le coste rocciose Le coste alte costituiscono la tipologia costiera maggiormente diffusa a livello globale (80%), ed anche nel Mar Mediterraneo le coste rocciose sono le più frequenti (54%), percentuale non molto diversa da quella delle coste italiane, dove circa il 48% è costituito da falesie o scarpate più o meno ripide (compresi i moli portuali). La forma di queste coste è estremamente varia, sia per quanto riguarda il loro sviluppo longitudinale, con tratti quasi rettilinei e tratti estremamente frastagliati, sia per il loro profilo verticale, con falesie a strapiombo e scarpate più o meno dolci che s’immergono in mare. Talvolta alla base, fra la linea dell’alta e quella della bassa marea, si trovano piattaforme rocciose create, non tanto dall’abrasione dei sassi che le onde vi muovono sopra, quanto dalla frantumazione della roccia causata dai cristalli di sale che si formano nei suoi pori quando si dissecca durante la bassa marea. Falesia sulla costa meridionale dell’Isola di Capraia Piattaforma rocciosa all’estremità settentrionale di Cala del Ceppo Alcuni tratti del litorale sabbioso, anche toscano, sono orlati da una fascia di roccia formatasi di recente (anche negli ultimi millenni) per la cementazione dei granelli di sabbia della spiaggia ad opera del carbonato di calcio precipitato; prende il nome di beach rock, ma in Italia viene chiamata “panchina”. Dato che questo processo avviene proprio all’interno della spiaggia, il vederla in prossimità della battigia o direttamente in mare dimostra che dopo la sua formazione la spiaggia ha avuto una fase di erosione. 26 Beach rock sulla costa occidentale del Golfo di Follonica Spesso ha una superficie scabrosa e non è agevole camminarci sopra, in altri casi può essere liscia, coperta di alghette e bagnata, tanto che è molto facile scivolare. In mare può avere dei varchi attraverso i quali si concentrano delle correnti in uscita, e comunque è bene starci alla larga perché le onde possono trascinarci su di essa dove ci procureremmo, nella migliore delle ipotesi, delle brutte ferite. Dei 442 km di litorale toscano, 243 km sono costituiti da coste alte. In questi tratti, generalmente, non sono presenti servizi di assistenza diretta e l’incolumità delle persone è legata al loro comportamento e alle informazioni che vengono loro fornite. Anche se costituite da rocce resistenti, cosa che non sempre avviene, gli strati superficiali sono soggetti all’alterazione meteorica che ne riduce la resistenza e i crolli delle pareti sono sempre possibili. Ecco perché la distanza a cui arrivare dal bordo deve essere attentamente valutata sulla base di conoscenze geologiche, geomorfologiche e geotecniche, per evitare che crolli improvvisi possano coinvolgere i visitatori, sia quelli che si affacciano dall’alto, sia quelli che stazionano alla base. Inoltre, la superficie è spesso coperta da sassi e detriti che possono fare scivolare chi vi cammina sopra e possono volare verso il basso anche a seguito di una involontaria 27 pedata. Ecco perché qui bisogna muoversi con estrema attenzione e controllare in modo diretto, quando non tenerli per mano, i bambini. L’evoluzione morfologica delle coste rocciose è determinata da processi marini e processi sub-aerei, l’azione morfogenetica dei quali è strettamente condizionata dalle caratteristiche dell’ammasso roccioso, sia nei settori emersi che in quelli sommersi. La valutazione della sicurezza della falesia è un passaggio essenziale nella pianificazione delle attività turistiche e la chiusura di un tratto di litorale determina spesso incomprensione o ostilità e, pertanto, deve essere fatta a seguito di indagini approfondite ed indipendenti. Un’apposita cartellonistica didattica dovrà affiancare quella puramente vincolistica, in modo da giustificare le scelte e aumentare il consenso dei visitatori. Segnaletica sulle coste alte Cartelli in cui si spiega il motivo delle restrizioni, oltre che a rendere più consapevoli e quindi più rispettosi i vari soggetti, possono contribuire ad accrescere la cultura ambientale degli ospiti di un determinato territorio. Le recinzioni sono sconsigliate in aree di rilevante valore paesaggistico, elemento di richiamo delle falesie, mentre le staccionate con passamano possono costituire elementi di delimitazione ad anche di sussidio per il superamento dei tratti più difficoltosi. I cartelli dovrebbero suggerire anche i comportamenti da tenere per la tutela degli altri visitatori che potrebbero trovarsi nei successivi tratti del sentiero o sulla spiaggia sottostante. Scegliere un percorso sicuro La lunghezza e la difficoltà del percorso devono essere segnalate con esattezza all’inizio del sentiero per impedire che gli escursionisti si avventurino su tratti al di fuori dalle loro possibilità. Simbologia utilizzata nella cartellonistica I-PERLA per indicare il grado di difficoltà dei percorsi (ripresa da cartelli australiani) 28 Ripido sentiero per raggiungere Cala del Ceppo, sull’Isola di Capraia Per mettere i visitatori nelle condizioni di valutare le difficoltà del percorso, sono state sperimentate nuove forme di comunicazione che prevedono l’uso di rappresentazioni tridimensionali del terreno, tali da offrire all’utente una percezione diretta di quegli aspetti, quali pendenze, dislivelli e difficoltà relative ai singoli accessi al mare, non direttamente valutabili dalle ordinarie mappe bidimensionali. Modello tridimensionale del terreno con proiettata la fotografia e tracciato il percorso per raggiungere il mare (Sassi piatti, Livorno) 29 Sostare, e anche passare, ai piedi delle falesie è estremamente pericoloso Altro discorso si pone per spiagge, o comunque per tratti di costa, posti ai piedi delle falesie. Qui devono essere indicati chiaramente i pericoli connessi con il crollo di blocchi e di singoli sassi, e determinate le distanze di sicurezza a cui porsi. Molto spesso per l’affollamento di queste piccole spiagge, o nella ricerca dell’ombra nei momenti più caldi della giornata, vi sono persone che stazionano ai piedi della scarpata, esponendosi ad un rischio che anche di recente ha determinato numerosi decessi. 30 Cosa dicono gli esperti Abbiamo chiesto ad esperti di sicurezza della balneazione che operano in diversi paesi del mondo di dare le cinque raccomandazioni più importanti per evitare incidenti durante la balneazione. 1. Se devi scegliere fra due spiagge, scegli quella sorvegliata da bagnini. 2. Se ti trovi per la prima volta su una spiaggia sconosciuta, informati presso i bagnini su quali pericoli vi sono. 3. Non fare il bagno quando il mare è mosso o c’è bandiera rossa, e ... 4. ... se proprio non puoi farne a meno, resta vicino alla battigia con i piedi sul fondale. 5. Se hai dei bambini, quando fanno il bagno non perderli di vista neanche per pochi secondi. Giuseppe Marino Presidente della Società Nazionale di Salvamento Andy Short Prof. of Marine sciences and Geosciences at the University of Sydney 1. Always swim at beaches that are patrolled by lifeguards. Nuotate sempre in spiagge dove vi è un servizio di vigilanza. 2. If waves are breaking beware of rip currents. Se ci sono i cavalloni state attenti alle rip current. 3. Beware of any current as it can move you into deeper water. Fate attenzione ad ogni corrente che potrebbe trasportarvi in acque profonde. 4. Do not dive in shallow water. Non tuffatevi in acque basse. 5. If you are a poor or non-swimmer do not go deeper than waist depth. Se non siete buoni nuotatori non avventuratevi in acque che superano la vostra vita. 31 Stephen Leatherman Prof. in the Department of Earth & Environment, University Camilo Mateo Botero Satltaren Water and Coastal Management, PlayaCorps, Colombia 32 1. Any surf beach can be dangerous on any given day as the ocean is not a swimming pool. Ogni spiaggia può essere pericolosa in qualsiasi giorno poiché il mare non è una piscina. 2. Small children should be covered with clothes and/or plastered with sunscreen to protect their delicate skin from sunburn and the danger of developing melanoma cancer later in life. I bambini devono ripararsi dal sole con i vestiti e/o spalmarsi creme solari per proteggere la loro pelle delicata dalle bruciature e prevenire lo sviluppo del melanoma in età avanzata. 3. Rip currents are the biggest threat to swimmers, so swim near a lifeguard. Le rip current costituiscono il pericolo maggiore per i bagnanti ed è opportune nuotare sempre vicino ai bagnini. 4. Shorebreaks can break your neck, so avoid bathing where large plunging waves break directly on the beach face, especially on a steep beach foreshore. I cavalloni possono romperti l’osso del collo: evitare di entrare in acqua quando vi sono grosse onde che frangono vicino a riva, specialmente in spiagge con il profilo ripido. 5. Never turn your back to the sea, especially when there are waves approaching 5 feet or higher (old Hawaiian saying). Non girare mai le spalle al mare, specialmente se vi sono onde più alte di 1,5 m (vecchio detto Hawaiano). 1. Swimming drunk is so smart than flying without wings. Nuotare ubriachi è una cosa così intelligente come volare senza ali. 2. Swimmers and boats are not compatible, avoid to swim in transit areas. Bagnanti e barche non sono compatibili, evita di nuotare nelle zone di transito. 3. Swim at night is like swim blind, prevent surprises. Nuotare di notte è come nuotare ciechi; evita le sorprese. 4. Scorpion fish is beautiful, but it hurts don’t touch it! Il pesce scorpione è bello, ma punge. Non toccarlo! 5. If water is going, be careful Tsunami is coming! Se il mare si ritira scappa: sta arrivando uno tsunami! Uno di loro, Daniel Hartmann, sull’esperienza del proprio lavoro, ritiene che sia opportuno rivolgere ammonimenti anche alle istituzioni, che hanno il dovere di tutelare la sicurezza dei cittadini. Ecco I suoi 5 punti. 1. A public beach is an economic entity for the tourism industry and therefore the regulators and operators (national and local levels) have the legal and ethical responsibilities to safeguard the lives of the beach users. Una spiaggia pubblica è una risorsa per l’industria turistica e perciò gli amministratori e i gestori (a livello nazionale e locale) hanno la responsabilità legale e morale di salvaguardare l’incolumità dei bagnanti. Daniel Hartmann Safety Management & Engineering Unit, Ben-Gurion University, Beer-Sheva, Israele 2. Beach scientists and beach professionals should actively accompany the regulatory and operational activities regarding any sort of beach use. Gli studiosi delle spiagge e i professionisti che vi operano devono seguire attivamente i procedimenti normativi e le attività gestionali che riguardano l’uso della spiaggia. 3. After a professional beach risk assessment, the regulators and operators have to perform an efficient risk management plan and its constant implementation. Dopo l’identificazione e la quantificazione dei rischi fatta in modo professionale, amministratori ed operatori devono sviluppare un piano di gestione del rischio e il suo costante aggiornamento. 4. The public should be rigorously allowed to bath only in beaches with active, effective and efficient beach risk management. Al pubblico deve essere permesso di nuotare solo in spiagge che abbiano in funzione un reale ed efficiente piano di gestione del rischio. 5. The public has to be actively informed about the hazards and the risk associated with a particular beach. Il pubblico deve essere continuamente informato dei pericoli e dei rischi presenti su ciascuna spiaggia. 33 Conclusioni Come abbiamo precedentemente detto, i pericoli a cui siamo esposti lungo i percorsi che giungono al mare, quando siamo sulla spiaggia o in acqua sono numerosi e non sempre conosciuti. La prevenzione passa attraverso la formazione e l’informazione: la prima deve rendere gli utenti consapevoli dei pericoli, in modo da evitarli o di ridurre i danni da essi causati; la seconda deve indicare in modo comprensibile a tutti la presenza di pericoli stabili o statisticamente probabili. Oltre al processo di formazione, l’educazione dei bagnanti può avvenire anche attraverso volantini distribuiti negli alberghi, nei camping e nei locali pubblici, in modo da insegnare i comportamenti da tenere sulla spiaggia e in mare, fino a spiegare il significato dei vari simboli posti sui cartelli; sempre sui volantini devono essere indicati i numeri di telefono dei centri di soccorso. Tutto ciò servirà a ben poco se non verrà accompagnato da una campagna che raggiunga la popolazione, fin dall’età scolare, e che spieghi i processi connessi con il moto ondoso, i rischi associati e come evitarli. Coloro per i quali il turismo costiero è fonte di reddito non possono tirarsi fuori da questo processo culturale e dovrebbero collaborare con le istituzioni fornendo tutto quanto è necessario per la sicurezza dei loro ospiti, in modo da evitare che una vacanza si trasformi in una tragedia. I Progetti PERLA hanno mostrato l’importanza di una cartellonistica chiara ed uniforme in grado di indicare all’utente i pericoli che può incontrare nell’accesso e nella fruizione della fascia costiera. La cartellonistica posta in passato sui nostri litorali era spesso impostata più per tutelare l’autorità in caso di incidenti che non per prevenirli. Solo così si spiegano testi estremamente lunghi, in linguaggio giuridico-amministrativo, incomprensibili ai più. Inoltre, la difformità della segnaletica, sia nella sua impostazione grafica, sia nei simboli adottati, non richiama l’attenzione e rende ancor più difficile la comprensione da parte degli utenti. Per ovviare a ciò il Progetto PERLA e il successivo I-PERLA hanno sviluppato ed introdotto una segnaletica che è stata sviluppata, non solo sulla base delle conoscenze scientifiche sul litorale, ma anche in accordo con gli enti preposti alla tutela dei 34 bagnanti ed alla protezione dell’ambiente. I cartelli che sono stati progettati, sia nella forma sia nei contenuti, sono stati presentati e discussi in riunioni alle quali hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni, della Capitaneria di Porto e del Corpo Forestale dello Stato. Sono stati adottati i simboli ISO 20712 “Water safety signs and beach safety flags”, inserendoli in un layout grafico leggermente difforme da quello adottato in altri paesi, per rispettare alcune esigenze normative delle varie autorità responsabili di questa parte del territorio. La tipologia dei cartelli e la loro colorazione, dai pali allo sfondo di testi e simboli, rispetta comunque la normativa ISO. Una cartellonistica simile è presente, ad esempio, in tutte le spiagge del Regno Unito e tutti gli utenti sono abituati ad identificarli ed interpretarne i vari simboli; in Australia i simboli sono spesso simili e uguale è il colore della varie parti dei cartelli. Dopo la sperimentazione nel Progetto PERLA e la successiva estensione Uno dei cartelli prodotti e installati nell’ambito nel Progetto I-PERLA, per non del Progetto PERLA dimenticare l’esperienza britannica, questa cartellonistica è pronta per essere adottata a livello nazionale ed europeo, per estendersi poi anche agli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Una cartellonistica chiara e conosciuta a livello internazionale è un elemento essenziale per rendere i cittadini, anche stranieri, consapevoli dei pericoli che si incontrano nella frequentazione della fascia costiera. Certo è che tutto ciò dovrà essere accompagnato da una continua attività di informazione e di sensibilizzazione. Troppi sono gli incidenti che trasformano una 35 vacanza in una tragedia, ed è tempo che le istituzioni, dal livello locale a quello europeo, s’impegnino per porre fine a questa assurda strage. In quei Paesi in cui una simile attività è stata portata avanti con convinzione, come in Australia, i risultati non sono tardati a venire. L’esperienza maturata fino a questo momento, i contatti con le Istituzioni e con i portatori d’interesse sono una garanzia per una ricaduta estremamente positiva della prosecuzione della attività dei Progetti PERLA. 36 Riassunto Questo volumetto è rivolto sia ai frequentatori della aree costiere sia agli amministratori che ne devono garantire l’accesso e la fruizione nella massima sicurezza. Nella prima parte vengono spiegati i processi attivi lungo il litorale e i rischi che essi pongono per i bagnanti, sia per l’effetto di fenomeni naturali (onde, correnti, morfologia dei fondali, dimensioni dei sedimenti) sia per la presenza di scogliere costruite per le difesa dei litorali dall’erosione. Una particolare attenzione è posta nella spiegazione di come si formano e di come si riconoscono le rip-currents, che sono responsabili della maggior parte degli annegamenti in mare. Un capitolo è dedicato ai bambini, che sono esposti a rischi, non solo durante la balneazione, ma anche quando giocano sulla spiaggia e sulle dune. Altro problema affrontato è la sicurezza nell’accesso alle coste alte, dove i pericoli vengono dall’instabilità delle falesie e dalla difficoltà dei percorsi. Nel volumetto viene spiegata anche la cartellonistica che è stata posta lungo le coste, uno degli obiettivi principali del Progetto I-PERLA, e che è stata sviluppata seguendo le normative ISO 20712. Vengono riportati anche esempi di buone pratiche di gestione della sicurezza attuate in altri Paesi. Il volumetto si chiude con una serie di raccomandazioni fatte da esperti di vari Paesi finalizzate a sensibilizzare i bagnanti sui pericoli a cui possono andare incontro nell’uso ricreativo delle coste. 37 Résumé Cette brochure s’adresse à ces deux amateurs de zones côtières est qu’administrateurs doivent assurer l’accès à et l’utilisation en toute sécurité. La première partie explique les processus actifs le long de la côte et les risques qu’elles posent aux nageurs et l’effet des phénomènes naturels (vagues, courants, la morphologie des fonds marins, taille des sédiments) et la présence de falaises, construit pour la protection du littoral contre l’érosion. Une attention particulière est accordée à l’explication de comment ils font et comment reconnaître les rip-currents, qui sont responsables de la majorité de la noyade en mer. Un chapitre est consacré aux enfants, qui sont exposées à des dangers, non seulement pendant la baignade, mais aussi lorsqu’ils jouent sur la plage et les dunes. Un autre problème auquel sont confrontés est la sécurité dans l’accès au haut, où les dangers sont l’instabilité de la falaise et par la difficulté des itinéraires. La brochure explique aussi les signes qui a été placée le long de la côte, l’un des principaux objectifs du projet I-perla et qui a été élaboré conformément à l’ISO 20712. Comprend également des exemples de pratiques de gestion de sécurité mis en place dans d’autres pays. Le livre se termine par une série de recommandations faites par des experts de différents pays, visant à sensibiliser les baigneurs des dangers auxquels ils peuvent se rencontrer dans l’utilisation récréative des rivages. 38 Note 39 Finito di stampare nel mese di Aprile del 2015 presso Tipografia Il Bandino