PAROLA E VOCI GENNAIO - FEBBRAIO 2006 ANNO 3 , NUMERO 1 - 2 Mensile di informazione, a cura della Parrocchia del S. Cuore di Gesù in Piano di Mommio Carissimi, ben ritrovati! Perle di innocente saggezza “Abbiamo imparato a volare come gli uccelli e a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli” Martin Luther King Tel. Parrocchia 0584 99029 Don Damiano 333 6348358 STAMPATO IN PROPRIO Il mistero del Natale da poco celebrato ci ha colmato di gioia e di stupore ancora una volta e da qui ci inoltriamo nel nuovo anno. Anno nuovo vita nuova, questo motto lo usiamo anche per la nostra parrocchia che sta vivendo un cammino particolare e sperimentale. Dare centralità alla comunità, una Comunità che attorno al suo Signore diventa luogo ed evento nel quale riconoscersi e crescere umanamente e spiritualmente. Comunità - CRISTO - Casa, le tre "C" attorno a cui incontrarci e lavorare insieme, il progetto pastorale di quest' anno si chiama appunto "Parrocchia formato famiglia", in chiesa potete trovare il libretto fatto stampare con la spiegazione e il calendario delle attività fino a giugno. Il primo incontro comunitario è stato bello, una numerosa partecipazione, circa 200 persone, un buon clima... accompagnati dalla testimonianza di S. Marco e S. Pietro ripercorreremo i passi della chiesa nascente e in modo semplice e coinvolgente ci lasceremo accompagnare in quello che vuoI essere una scuola di vita affidata a Dio! Pur essendo molti siamo un corpo solo, il corpo di Cristo, il popolo di Dio; sono un cristiano che insieme ai miei fratelli nella fede affronto la vita e metto i doni che Dio mi ha dato a servizio, per la vita e la pace del mondo; un cristiano che a partire dalla famiglia e con la propria famiglia annuncio il vangelo della speranza. Un incontro quindicinale per tutti, un sabato al mese con i ragazzi e la celebrazione domenicale sono le occasioni su cui scommettere quest'anno insieme. Nel mese di febbraio avrò il piacere di visitare le famiglie, casa per casa, essendo solo con quattro parrocchie sono costretto da quest'anno a dividere il paese in due tempi, una parte prima di Pasqua e l'altra dopo; prossimamente troverete il calendario delle Benedizioni in chiesa e nei vari negozi del paese. Il 5 di febbraio faremo una giornata di fraternità, con orario che verrà comunicato, con una gita a NOMADELFIA (GR) per osservare lo spirito di questa comunità il cui nome significa “la legge e la fraternità”, l’esperienza di un paese che fa comunità. Sono sicuro che con pazienza e fiducia riusciremo a fare grandi passi!! Anno nuovo vita nuova allora, buon cammino! don Damiano 1 Parola e Voci Vita della Comunità cristiana Preghiera del mese ORARI S. MESSA Se sapessi che è l’ultima volta Ti guarderei mentre ti addormenti, ti rimboccherei le coperte più strettamente, ringrazierei il Signore per la tua vita preziosa. Se sapessi che è l’ultima volta Ti accompagnerei fino alla porta quando esci, ti darei un bacio e un abbraccio e ti chiamerei indietro per dartene un altro. Se sapessi che è l’ultima volta Ascoleterei la tua voce, spegnerei la TV, poserei il giornale e ti dedicherei la mia attenzione. Se sapessi che è l’ultima volta Vorrei dare importanza a ogni istante. Non mi preoccuperei di piatti e bollette, ora vorrei stare sempre con te. Se sapessi che è l’ultima volta Vorrei renderti felice. Ti ricorderei quanto sei importante per me, ti direi che ti amo e ridendo convideremmo i nostri ricordi. Se sapessi che è l’ultima volta… Non so affatto quando sarà l’ultima volta. Aiutami, Signore, a mostrare il mio amore a tutte le persone che hanno inciso sulla mia vita. Questa può essere l’ultima volta Con il nuovo anno pastorale desideriamo sottolineare e dare maggiore attenzione alla liturgia nel Giorno del Signore e durante l’anno liturgico, perché sia evento di comunione con Dio e con i fratelli. Cerchiamo di partecipare con più frequenza a ciò che è fonte e culmine del nostro essere cristiani. La S.Messa festiva (domenica e di precetto) sarà preceduta dalla preparazione spirituale e pratica alla celebrazione (15min.); rimane la S.Messa prefestiva, ma ricordiamoci che questa è stata concessa principalmente per chi non può oggettivamente partecipare alla convocazione della comunità nel Giorno del Signore o di precetto!! Nuovo orario S.Messa festiva: ore 10.00 preparazione spirituale e pratica ore 10.15 inizio celebrazione Sabato o vigilia ore 18.00 Feriale (martedì e giovedì ore 08.30 Che stiamo insieme Calendario Pastorale di Gennaio e ……Febbraio 1 Maria Madre di Dio 5 Giornata di fraternità: Gita 6 Epifania del Signore 10 Incontro comunitario, ore 21 8 Battesimo di Gesù 14 Incontro di sotto zona (Adorazione Eucaristica) ore 21 a Piano di Conca 13 Incontro comunitario, ore 21 18 Incontro mensile per i bambini e ragazzi 17 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava 24 Incontro comunitario, ore 21 21 Incontro mensile per i bambini e ragazzi 26 Celebrazione della Santa Cresima (??) Festa di Carnevale (? ? ? ) 27 Incontro comunitario, ore 21 27 Festa di San Gabriele 31 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava 28 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava 2 Parola e Voci Sentieri di Fede VIVERE LA MESSA Non basta vedere, non basta ascoltare, neppure ci si può accontentare di una partecipazione qualunque: la Messa va vissuta. Quando questo avviene, se ne esce arricchiti da una pace che il mondo non conosce e solo l’incontro con Gesù “nostra pace” ci può dare. Nella Messa avviene l’incontro tra due grandi desideri, quello di Dio e quello dell’ uomo: vivere in comunione! Per questo il Creatore ci ha voluti a sua immagine e somiglianza, per questo l’uomo senza dio è fuori strada, senza pace, vive nell’inquietudine, nell’insoddisfazione, nel disagio interiore. Se ci lasciamo condurre, la liturgia ci prende per mano proprio per farci sentire una cosa sola con Cristo. Il nostro intento è quello appunto di aiutare chi desidera entrare nel mistero liturgico dei vari momenti della Messa, per comprendere meglio il significato delle parole, dei segni e dei simboli che permettono che questo incontro avvenga. Quel segno della croce con l’acqua benedetta che siamo soliti fare entrando in chiesa, oltre a ricordarci che siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, ci fa consapevoli che stiamo entrando in un’atmosfera sacra, che abbiamo bisogno di essere “lavati”, “purificati” ( i musulmani si tolgono le scarpe). Entriamo in un’atmosfera religiosa che ci fa percepire più forte la presenza di Dio. Comè possibile uscire indifferenti dalla Messa come da qualunque ritrovo? Se ciò avviene, è assai probabile che noi l’abbiamo capito e tanto meno vissuta. Non è una delle tante cerimonie religiose: è il punto di partenza, la “pietra angolare” senza la quale non si costruisce, non si è capaci di formare una comunità fraterna e giusta, per superare gli innumerevoli rancori, odi, divisioni, violenze, egoismi e prepotenze che cercano il sopravvento. Chi si siede alla stessa mensa di Cristo e si ciba di Lui, Pane di Vita, non può non sentirsi fratello, non sentirsi impegnato a diffondere il suo Vangelo fondato sull’amore del prossimo, sul rispetto della libertà, della diversità, non sentirsi solidale con chi ha bisogno di aiuto. E tutto questo non si realizza da soli. L’Eucarestia ce ne da la forza, ce ne rende capaci: per questo Giovanni Paolo II affermava “ Non dobbiamo solo celebrare l’ Eucarestia, ma viverla”. ISCRIZIONE NEL DUOMO DI LUBECCA Mi chiamate: IL REDENTORE Mi chiamate: LA LUCE Mi chiamate: LA VIA Mi chiamate: LA VITA Mi chiamate: IL MAESTRO Mi chiamate: LA SAPIENZA Mi chiamate: IL SIGNORE Mi chiamate: L’ONNIPOTENTE e non vi fate redimere e non mi vedete e non mi seguite e non mi desiderate e non mi credete e non mi interrogate e non mi servite e non vi fidate di me ….SE UN DI’ NON VI RICONOSCO, NON VI MERAVIGLIATE !! 3 Parola e Voci 31 GENNAIO: SAN GIOVANNI BOSCO (DON BOSCO ) Don Bosco visse nel 1800, il secolo considerato “pedagogico”. Pur non appartenendo ai grandi teorici del tempo (Comenio, Pestalozzi, Montessori, Froebel, Rousseau…) il suo metodo è stato praticato in tutto il mondo. Ancora oggi infatti, esistono 17000 Salesiani, suoi figli spirituali, 17000 religiose del ramo femminile, le Figlie di Maria Ausiliatrice; esistono 1500 opere educative (scuole, parrocchie, oratori), una trentina di congregazioni locali e un totale di 50000 consacrati impegnati a tempo pieno e a piena esistenza nell’educare con lo stile di Don Bosco. Perché? Don Bosco in realtà ha incarnato Gesù nel suo tempo. In pratica si deve partire dal Vangelo: Gesù colloca un fanciullo al centro del gruppo e dice:”Se non diventerete come questo fanciullo, non entrerete nel regno dei cieli” e Don Bosco, sull’esempio del Signore, ha collocato il ragazzo al centro, nella Chiesa e nella società civile. E quale la sua “ricetta”? L’Amore, nient’altro che l’Amore. Per amore, da giovane contadinello, divertiva i suoi compagni facendo il saltimbanco, il giocoliere, il pagliaccio. Per amore cercava di imparare tutti i mestieri del tempo e potere cosi’ insegnarli a chi aveva bisogno di lavorare. Per amore studiava di notte per arricchire le sue conoscenze. E per amore volle diventare Sacerdote: per amore di Dio e dei fratelli. La sua vocazione erano i ragazzi e dedicò a loro tutta la sua vita, convinto che la loro formazione fosse completa solo in tutti e tre gli aspetti della personalità: la mente, il cuore e il corpo. Per Don Bosco non poteva esserci educazione senza proposte di vario tipo ( teatro, musica, sport, catechesi, servizio, volontariato) per aiutare i ragazzi a portare a maturazione le capacità che si portano dentro. Non si può pensare a don Bosco senza abbinarlo all’immagine di un cortile, dove i ragazzi hanno ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. Nel cortile infatti viveva lo spirito distintivo del suo stile: la familiarità. Il cortile era il luogo primario dell’educazione, un cortile aperto al territorio in cui si trovava, perché punto di incontro di tanti giovani con i loro problemi (lavoro, studio, divertimento, devianza…) Era un modo di vivere la missionarietà. Il cortile dove si viveva l’amicizia e l’allegria, diventava “scuola”, cioè ambiente in cui circolavano valori condivisi e rispettati; C’era uno sforzo pedagogico per fare interiorizzare questi valori e preparare alla vita, rendendo il giovane cosciente delle sue capacità e dandogli la possibilità di elaborare un progetto personale in base al quale fare scelte di vita. Tutto questo nella consapevolezza che non può esserci servizio educativo senza testimonianza e presenza di modelli. Oggi molti educatori sostengono “Si educa solo nella misura in cui si ama”. 150 anni fa, don Bosco aveva affermato “l’Educazione è cosa di cuore e poggia sulle parole di S.Paolo…..la carità (l’Amore) è benigna e paziente; soffre tutto ma spera tutto e sostiene tutto”. L’attualità di questo stile è sotto gli occhi di tutti, anzi sembra essere più urgente oggi di quanto lo fosse un secolo fa. L’Educazione è opera faticosa, dai tempi lunghi e con successi e fallimenti alterni; non ha ricette preconfezionate perché deve fare i conti con l’irrepetibilità di ogni persona. Si fonda sulla convinzione che il bene presente in ogni soggetto è un valore tale per cui vale la spesa “dare la vita”: per questo don Bosco vive ancora. 4 Parola e Voci EDUCARE E’ SEMINARE VALORI 3 - IL VALORE OTTIMISMO Ricordate la favola delle due rane? Una volta due rane caddero in una scodella di latte. La prima si mise a gridare:”Oh!, povera me, dove sono caduta, muoio annegata!” , e si lasciò andare sotto il latte. L’altra rana, invece, disse:” Non voglio morire in una scodella!”, e si mise a sgambettare, a muoversi, ad agitarsi, Si agitò cosi’ tanto che il latte si trasformò in burro. E cosi’ la bestiolina si trovò su una piattaforma dura: puntò le gambe e saltò fuori. Libera! La prima rana era pessimista, la seconda ottimista. Ecco: il pessimista non ha futuro; l’ottimista si salva. L’ottimista è un fior fiore d’uomo! E’ creativo. Papa Giovanni XXIII diceva:”Non ho mai conosciuto un pessimista fare un buon lavoro per l’umanità”. L’ottimista è generoso. Il grande pittore spagnolo Pablo Picasso osservava: Alcuni uomini (gli ottimisti) trasformano un punto giallo in sole; altri(i pessimisti) trasformano il sole in un puntino giallo”. L’ottimista è sereno: conta i fiori del giardino, non le foglie che cadono; conta i sorrisi, non le lacrime, conta gli amici, non gli anni ….. Insomma, l’ottimismo è un grande Valore. Vale ben la pena fare di tutto per passarlo al figlio. Ecco alcune proposte CONCRETE: • Non uso parole che rannuvolano: “Uffa”, “che schifo”, “che noia”…. • Non mi lamento. Non dico:”Da quando mi sono messo a vendere cappelli, tutti nascono senza testa!” • Mi dimostro entusiasta: nascere uomo è una favola! • Infondo coraggio: quando sembra che Dio chiuda una porta, in realtà apre un portone. • Dico al figlio che non esiste il male totale: l’ombra stessa può servire a segnare l’ora; un cieco può benissimo accordare un pianoforte; anche il calvo ha un punto buono: non gli succede mai di avere un diavolo per capello….! Mettendo in pratica questi consigli avrete un meraviglioso ragazzo che vede la “o” come la prima lettera di “opportunità” e non come l’ultima di “fallimento”. Avrete realizzato uno dei più alti successi educativi! 1° GENNAIO 2006: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE “ NELLA VERITA’, LA PACE “ (Messaggio di Papa Benedetto XVI) “ …. Vorrei ora rivolgermi particolarmente ai credenti in Cristo, per rinnovare loro l’invito a farsi attenti e disponibili discepoli del Signore. Ascoltando il Vangelo, cari fratelli e sorelle, impariamo a fondare la pace sulla verità di una esistenza quotidiana ispirata al comandamento dell’amore. E’ necessario che ogni Comunità si impegni in un’intensa e capillare opera di educazione e di testimonianza che faccia crescere in ciascuno la consapevolezza dell’urgenza di scoprire sempre più a fondo la verità della pace. Chiedo al tempo stesso che si intensifichi la preghiera, perché la pace è anzitutto dono di Dio da implorare incessantemente.Grazie all’aiuto divino, risulterà di certo più convincente e illuminante l’annuncio e la testimonianza della verità della pace. Volgiamo con fiducia e filiale abbandono lo sguardo verso Maria, la Madre del Principe della Pace. All’inizio di questo nuovo anno Le chiediamo di aiutare l’intero Popolo di Dio ad essere in ogni situazione operatore di pace, lasciandosi illuminare dalla Verità che rende liberi. Per sua intercessione possa l’umanità crescere nell’apprezzamento di questo fondamentale bene ed impegnarsi a consolidarne la presenza nel mondo, per consegnare un avvenire più serenoe più sicuro alle generazioni che verranno.” DEDICATA A….TUTTI NOI Questa è la storia di quattro persone di nome: Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. C’era un lavoro importante da fare E Ognuno era sicuro che Qualcuno Lo avrebbe fatto. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Finì che Ciascuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ognuno avrebbe potuto farlo 5 Parola e Voci Il Tavolo del Padre Eterno: AL TELEFONO Il Padreterno è al telefono da un pezzo, molto attento a quanto dice il suo interlocutore dall’altro lato del filo. Annuisce, sorride, gesticola come disegnasse nell’aria qualcosa. L’angiolino segretario socchiude la porta e gli fa cenno che sull’altra linea c’è… Ma il Padreterno fa un gesto con la mano per fargli capire di non interrompere, mentre continua ad annuire, a sorridere e a ridere di cuore. Il segretario ritorna nell’altra stanza. “Il Padreterno è molto occupato,” dice. “Non lo si può interrompere” “Ma glielo hai detto che al telefono c’è il Papa?” “Non me ne ha dato il tempo…” “Prova a farglielo dire dalla BeataVergine, piccolino,” dice il Papa. L’angiolino va a chiamare la Beata Vergine che va, con tutta dolcezza e discrezione, a bussare alla porta dello studio del Padreterno. La socchiude appena. Lui le fa una strizzatina d’occhio e il gesto di pazientare. La Beata Vergine capisce al volo e richiude dolcemente la porta. “E’ impossibile, “ dice. “Si tratta di una persona veramente importante.” L’angiolino va a riferire al Papa che aspetta all’altro telefono con una certa impazienza. “Oh, signore!” supplica il Santo Padre. “Va’ a cercare San Giuseppe, fa entrare in azione Sant’Antonio, vedi se c’è da qualche parte Papa Giovanni… Sbrigati! Sono affari importanti, affari della Chiesa!” Dietro la porta dello studio del Padreterno si è formata una piccola folla di Santi. Ma non c’è nulla da fare: appena qualcuno socchiude l’uscio, Lui fa cenno di non interrompere e di chiudere. Finalmente posa il ricevitore e si butta indietro sulla sua poltrona. “O quella Valentina! Quella Valentina!…” ride divertito. “Ogni sera mi deve raccontare per filo e per segno che cosa ha fatto in tutta la giornata!” Suona il campanello. Entra l’angelo segretario. “Chi era all’altro telefono?” chiede curioso il Padreterno. “il Papa.” “E ora dov’è?” “Si è ritirato. Ha detto che andava a rileggersi ‘La notte oscura’ di S.Giovanni della Croce…” “Presto, portagli da parte mia questo biglietto.” Parla a voce alta mentre scrive: “Affido alla carità del Papa Valentina: quattro anni, madre prostituta, padre carcerato, abitazione ‘baracche dell’Acquedotto Felice.’ E rassicuralo. Stia contento: il Padreterno gli vuole sempre un gran bene, anche se a volte sembra un pochino distratto.” 4 DICEMBRE 2005 – PRANZO DELL’UNITALSI Il 4 dicembre si è tenuto, nelle sale parrocchiali, il pranzo dell’UNITALSI. L’UNITALSI è un’associazione di volontariato nata 100 anni fa con lo scopo di accompagnare gli ammalati a Lourdes e nel tempo anche ad altri santuari internazionali e italiani. Questa è un’associazione riconosciuta a livello nazionale, con un suo statuto ben preciso, una sua divisa e una suddivisione in: direttivo nazionale, le sezioni che sono le varie regioni e le sottosezioni, cioè i vari gruppi all’interno delle regioni. L’UNITALSI è un’associazione completamente senza scopo di lucro, ed ogno volontario auto-finanzia i propro viaggi e mette a disposizione il proprio tempo. Oltre i pellegrinaggi vi sono a livello nazionale vari progetti che gravitano sempre intorno al mondo dei disabili, in cui si coinvolgono giovani, bambini e famiglie, Nel corso del pranzo, al quale hanno partecipato anche iscritti dell’associazione di altre parrocchie, abbiamo festeggiato sia la nonnina ultracentenaria Flaminia Franchini di Torre del Lago, che gli 8 anni di Manuele, condividendo le loro feste con gli altri. Le due generazioni si sono abbracciate e baciate tra la commozione e gli applausi degli organizzatorie dei malati che hanno così vissuto una giornata particolare e piena di festa. 6 Parola e Voci Vita di paese Orari di interesse Donatori di sangue: prelievi ed analisi Appuntamenti: Ven 15:30 – 16:30 Prelievi: Lun 07:30 – 08:30 Ritiro analisi: Mer 15:00 – 16:00 Farmacia 08:00 – 12:30 15:30 – 20:00 IL MERCATINO DI NATALE Quest’anno il nostro comune si è ricordato della nostra scuola elementare e ci ha invitato a partecipare al mercatino natalizio che si è tenuto sabato 26 e domenica 27 novembre nelle vie di Massarosa. Il tempo a disposizione era poco (solo una settimana) ma i bambini, aiutati dagli insegnanti e dai genitori, hanno risposto calorosamente a questo invito e si sono dati un gran da fare per realizzare gli oggetti da esporre e vendere in questo due giornate. Purtroppo il tempo non è stato clemente, sia per la pioggia che per il freddo, ma l’impegno e la voglia di stare insieme ci ha ripagato di molte cose. Speriamo che anche l’anno prossimo il comune ci rinnovi l’invito, magari con un pochino di anticipo; infatti, con i proventi della vendita, verranno finanziati progetti di apprendimento che, con i soli contributi comunali, i bambini non avrebbero potuto fare. L’appuntamento con tutti è previsto per il prossimo anno. (I bambini ed i genitori della scuola elementare) BEFANA 2006 ..MOSTRA D’ARTE A MAGGIO ! ! ! ! !. ...CACCIA AL TESORO IN PROGRAMMA ! ! Per entrambe le manifestazioni attendiamo numerose iscrizioni: divulgate la notizia ed incoraggiate i vostri conoscenti a partecipare 7 Dalla Buca delle Fate da Ritomboli al Marchetti viene a voi lungo le strade e dai vicoli più stretti. La Befana di quest’ anno ritornata un po’ all’ antia col miccetto a coppia vanno passo passo per la via. Busserà di porta in porta per venire a salutare e gli auguri che a voi porta pace amore e benestare. Farà sosta all’ oratorio per volervi rallegrare con i flauti il nostro canto sarem pronti a ringraziare. Se aprirete a noi le porte un saluto a voi faremo che a voi dia una buona sorte il Signore pregheremo. Con l’ aiuto di Damiano nuova linfa s’è creata è un buon parroco, alla mano la parrocchia è già rinata Tanti auguri a lui facciamo che fa tutto con amore la befana che cantiamo tanta pace dia al suo cuore. Parola e Voci Ministoria del mese (Tanto per riflettere un po’) Un bambino voleva conoscere Dio. Sapeva che era un lungo viaggio arrivare dove abitava Dio, ed è per questo che un giorno mise dentro il suo cestino dei dolci, marmellata e bibite e cominciò la sua ricerca. Dopo aver camminato per trecento metri circa, vide una donna anziana seduta su una panchina del parco. Era sola e stava osservando alcune colombe. Il bambino gli si sedette vicino ed aprì il suo cestino. Stava per bere la sua bibita quando gli sembrò che la vecchietta avesse fame, ed allora le offrì uno dei suoi dolci. La vecchietta riconoscente accettò e sorrise al bambino. Il suo sorriso era molto bello, tanto bello che il bambino gli offrì un altro dolce per vedere di nuovo il suo sorriso. Il bambino era incantato! Si fermò molto tempo mangiando e sorridendo. Al tramonto il bambino, stanco, si alzò per andarsene, però prima si volse indietro, corse verso la vecchietta e la abbracciò. Ella, dopo averlo abbracciato, gli dette il più bel sorriso della sua vita. Quando il bambino arrivò a casa sua ed aprì la porta, la sua mamma fu sorpresa nel vedere la sua faccia piena di felicità e gli chiese: “Figlio, cosa hai fatto che sei tanto felice?”. Il bambino rispose: “oggi ho fatto merenda con Dio!”. E prima che sua mamma gli dicesse qualche cosa aggiunse: “E sai? Ha il sorriso più bello che ho mai visto!”. Anche la vecchietta arrivò a casa raggiante di felicità. Suo figlio restò sorpreso per l’espressione di pace stampata sul suo volto e le domandò: “Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha reso tanto felice?”. La vecchietta rispose: “Oggi ho fatto merenda con Dio, nel parco!”. E prima che suo figlio rispondesse, aggiunse: “E sai? E’ più giovane di quel che pensavo!”. (Da ”Noi abbiamo le ali” di Bruno Ferrero) IL MIO VANGELO DI GIOVANNI Il nostro vescovo Italo Castellani nelle indicazioni dell’itinerario pastorale 2005-2006, indica come libro dell’anno, il Vangelo di Giovanni. Ci sono stati proposti nella nostra zona, quattro incontri dal 6 al 20 novembre sull’”Introduzione al Vangelo di Giovanni”, tenuta dal relatore Don Luca Bassetti, il quale, con la sua semplicità ci ha trasmesso la profondità di questo Vangelo. Con questo vorrei incoraggiare coloro che come me erano titubanti (o sono titubanti) a partecipare a questi incontri. Ho partecipato a questi incontri perché, dopo un’attenta lettura, non riuscivo a comprenderne il significato in quanto i testi non sono scritti in maniera esplicita e quindi non riuscivo a comprenderne il vero significato. Questi incontri mi hanno aiutata a capire come è importante per il cammino del discepolo, la conoscenza di Gesù che mi TRASFORMA da acqua in vino come nelle nozze di Cana. Inoltre sono stati incontri utili anche nei momenti di preghiera che si svolgono ogni 15 giorni alla Lectio Divina a Stiava. L’augurio che posso trasmettere è quello di mettersi semplicemente in ascolto silenzioso della PAROLA, senza paura di giudizio. Questo libro è pieno di “Segni” che ci aiutano nella comprensione di chi è e che cosa vuole insegnarci Gesù; tra i quattro Vangeli è l’unico che ci dice che “Gesù è il Verbo che si è fatto carne”, dal primo al dodicesimo capitolo si parla di aprirsi alla fede, dal tredicesimo al ventunesimo si dà importanza nel dare fiducia agli altri, e, quest’ultima, è incentrata sull”AMORE”, è lo SPIRITO che genera sotto la croce la famiglia. Ritengo che il Vangelo di Giovanni abbia delle note drammatiche in quanto si parla di fare delle scelte tra luce e tenebre, tra amore e indifferenza. Penso che i segni sono stati fatti per capire la Parola di Gesù. Sin da piccola il capitolo della lavanda dei piedi mi ha affascinato in modo particolare e lo ritengo molto importante per il suo significato, durante l’incontro volevo chiedere maggiori spiegazioni su un passaggio del capitolo (lavanda) ma, senza chiedere niente, il relatore ha dissipato i miei dubbi. Concludo ringraziando di nuovo don Luca Bassetti che, con la sua semplicità, mi ha aiutato a comprendere meglio il Vangelo di Giovanni. (Mirella) 8 Parola e Voci LA GRANDE DOMANDA Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70 …..come hai fatto a sopravvivere ? 1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag... 2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo. 3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo. 4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte. 5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco. 6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale... 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto! 8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile. 9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà). 10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi. 11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare... 12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo. 13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet... Avevamo invece tanti AMICI. 14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare. 15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma. 16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno. 17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità... e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ? IN VISTA DELLA GITA DEL 5 FEBBRAIO: CHE COS'È NOMADELFIA? Un popolo di volontari cattolici che vuole costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo Come le prime comunità cristiane 340 persone - 50 famiglie 4 km2 vicino a Grosseto Fondata da don Zeno Saltini (1900-1981). Nel 1931, diventando sacerdote, si fa padre di un giovane che esce dal carcere. Da allora quasi 5.000 figli sono stati accolti nelle famiglie di Nomadelfia Tutti i beni sono in comune. Non esiste proprietà privata, non circola denaro Si lavora solo all'interno e non si è pagati Le famiglie sono disponibili ad accogliere figli in affido 5 famiglie insieme formano un "gruppo familiare" Le scuole sono interne e l'obbligo scolastico è stato portato a 18 anni Siete invitati ad iscrivervi numerosi. Se ce la facciamo organizziamo un pulman, diversamente ci muoveremo con le auto viaggiando “di conserva” con velocità e distanze di sicurezza per tutti. 9 Parola e Voci Ricette di casa nostra LA BOURGUIGNON TORTA DELLA BEFANA Oltre ad essere una buona e golosa cena, è quasi un intrattenimento. Penso sia indicata per quelle serate in cui abbiamo ospiti, parenti o amici, con cui ci piace passare un po’ di tempo mangiando e scambiando quattro chiacchiere. Ingredienti: bocconcini di carne (manzo o pollo); verdure impanate (carciofi zucchine, cipolle); olio d’oliva. Per accompagnare i caldi bocconcini appena cotti, occorrono diversi tipi di salse che ci divertiremo a preparare e e sistemare lungo la tavola con al centro il set da fonduta contenente l’olio d’oliva ben caldo. Le Salse: Tonnata: maionese, tonno e capperi. Pomodoro: pomodori rossi tagliati a dadini, aglio, basilico e olio extravergine. Tartara: maionese e sottaceti. Verde: uovo sodo, prezzemolo, acciughe, capperi e cipolline sottaceto, aglio, olio extravergine. Rosa: maionese e ketchup. Questa ricetta ci è stata offerta da Lara FONDUTA Ingredienti: 400 g di Fontina, 4 rossi d'uovo, un bicchiere di latte, un cucchiaio di farina bianca (facoltativo). Preparazione: Tagliate a dadini la Fontina (che dev'essere a temperatura ambiente) e mettetela in una casseruola con la farina; mescolate bene con un cucchiaio di legno e aggiungete il latte freddo. Dopo aver mescolato accuratamente il tutto, lasciate riposare per un po' (meglio se per alcune ore). Fate cuocere il preparato a fuoco moderato, mescolando sempre con il cucchiaio di legno e facendo attenzione che la Fontina non bolla. Quando la Fontina sarà sciolta, togliete la pentola dal fuoco, aggiungete i tuorli d'uovo e amalgamate con l'aiuto di un frustino. Rimettete la casseruola sul fuoco (senza superare i 60-70°) e, quando la fonduta sarà diventata vellutata, servitela in piatti fondi molto caldi. Accompagnate con fettine di pane tostate o crostini fritti nel burro. Potete utilizzare la fonduta anche per riempire i vol-au-vent, per condire la polenta, il riso bollito, gli gnocchi o per insaporire le verdure. Vi consigliamo di provarla con gli asparagi, con gli spinaci o con i cavolfiori. CARBONE DELLA BEFANA Un dolce speciale per la festa dell' Epifania: il carbone della Befana. Dedicato a buoni e cattivi! Ingredienti: 1 Kg di zucchero semolato; 300 g di acqua; uova; colorante naturale nero Preparazione: Fare bollire 1kg di zucchero con 300 g di acqua fino allo stadio di caramello e mettere del colorante nero. Preparare il bianco d'uovo e lo zucchero a velo aggiungere al preparato di prima e spegnere il fuoco. Appena duro rompere a pezzetti. 10 Ingredienti: Per la pasta: farina g 500; zucchero g 100; burro g 100; lievito di birra g 25; un quarto di latte; tre uova; un limone; sale. Per il ripieno: frutta secca (nocciole e noci sgusciate, mandorle) g 350; zucchero g 200; burro g 80; cinque uova; uvetta sultanina g 80; un quinto di panna liquida; un limone; un pizzico di cannella in polvere; due bicchierini di Rum. Preparazione della pasta: mettete in una ciotola il lievito, fatelo sciogliere in poco latte tiepido, unitevi lo zucchero e un pizzico di sale. In un’altra terrina mettete la farina, aggiungete il composto con il lievito e il latte sufficiente per impastare, raccogliete l’impasto a palla, copritelo e fatelo lievitare in luogo tiepido finché sarà raddoppiato di volume. Riversatelo sulla spianatoia e incorporatevi i tuorli, il rimanente latte, il burro ammorbidito e la buccia di limone grattugiata. Impastate, poi raccogliete la pasta a palla, praticate sulla superficie un taglio a croce e rimettetela a lievitare finché sarà raddoppiata di volume, quindi impastatela nuovamente e rimettetela ancora a lievitare. Preparazione del ripieno: se le nocciole non sono già sbucciate fatele tostare in forno, poi strofinatele contro le maglie di un setaccio per eliminare la pellicina, sbucciate anche le mandorle e tritate tutta la frutta secca comprese le noci. Ammollate l’uvetta nel Rum. Mettete in una terrina il burro a pezzetti con 50 grammi di zucchero e lavorate con un cucchiaio di legno. Sbattete a lungo quattro tuorli con il resto dello zucchero e uniteli al burro. Montate la panna, aggiungetela al composto al quale unirete anche qualche pizzico di cannella, poca buccia di limone grattugiata, l’uvetta sgocciolata e metà della frutta secca tritata. Montate a neve quattro albumi e incorporateli per ultimo al composto. Riprendete la pasta, lavoratela ancora per pochi minuti e stendetela. Dividetela in due rettangoli della lunghezza della placca del forno, stendetevi sopra l’impasto ottenuto e spolverizzate con la rimanente frutta secca tritata. Arrotolate i rettangoli per il lungo, lucidateli con un uovo sbattuto e poneteli sulla placca imburrata del forno, teneteli fuori al forno ancora una decina di minuti, poi infornate alla temperatura di 190°C per un’ora circa. Accompagnate questa torta con vino dolce. Parola e Voci Pagine dei Lettori Desidero fare una mia introduzione alla spazio dedicato alle riflessioni personali. Questa rubrica è nata per sottoporre al parroco e/o alla redazione delle domande o “lettere aperte” su tematiche ritenute importanti dai lettori. Ritengo indispensabile chiedere a tutti un certo stile di proporsi o di rispondere, affinché questa pagina sia luogo di incontro e non di scontro tra idee diverse, una sorta di “piazza” dove ci ritroviamo e ognuno esprime la sua opinione, senza pretesa di rispondere agli altri o peggio ancora trasformare questo prezioso strumento in un “campo di battaglia”, lasciando a tutti la libertà di ascoltare e riflettere e eventualmente aggiungere la propria idea al riguardo. Desideriamo che “Parola e voci” sia strumento di confronto e di unione, di diversità che mettendosi in dialogo diventano una ricchezza per tutti. 10 GENNAIO 2005 – ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL FUMO E’ trascorso un anno da questa data che ci ha cambiato la vita; in meglio per chi, come me, non fuma e, da anni aveva intrapreso una crociata contro il fumo ed i fumatori, ed in peggio per i fumatori, che hanno avuto bisogno di una legge per capire che i non fumatori erano stanchi di questa situazione paradossale. Infatti, pur sapendo che il fumo provoca gravi malattie, i fumatori non rinunciavano a fumare in presenza degli altri anzi, quasi quasi, si divertivano e ti beffeggiavano quando gli facevi notare che tu, non fumatore, non avevi piacere di vivere in un ambiente malsano. In questo anno, finalmente, siamo potuti ritornare a bere un caffè al bar senza l’assillo di vederci accendere una sigaretta sotto il naso, nonostante ci fossero dei bambini piccoli, o siamo potuti ritornare al ristorante riassaporando il profumo del cibo e non quello della nicotina, siamo andati a lavorare, senza dover litigare con il collega che non capiva (o meglio faceva finta di non capire) che anche il fumo passivo fa male; insomma siamo tornati a respirare. E’ vero che anche lo smog, i gas di scarico e l’inquinamento nuocciono alla salute ma noi abbiamo la fortuna di non abitare in una grande città o in un centro cittadino, dove il problema è maggiormente sentito, e poi cosa dobbiamo fare, continuare a rovinarci con le nostre mani, o meglio con i nostri fumi? Perché non cercare di migliorare la qualità della nostra vita? Non me ne vogliano i fumatori ma ringraziamo il Ministro che è riuscito a far approvare una legge sulla quale si è discusso molti anni, ma che non sarebbe stato necessario approvare se solo avessimo usato intelligenza, educazione e rispetto per gli altri. ( M.D.L. ) I NUOVI ANALFABETI Sentire parlare di analfabetismo ai giorni nostri sembra anacronistico. Impossibile non saper leggere e scrivere, colpevole non aver fatto nulla per superare questo scolglio. Questi, forse, i pensieri che vengono in mente quando si leggono le statistiche percentuali di nostri connazionali in queste condizioni di disagio. Comunque è una condizione che non ci riguarda: noi sappiamo leggere, scrivere, fare di conto e ......e forse qualcosa di più. Poi sfogliando un qualsiasi giornale, vediamo la pubblicità di un computer portatile, un cellulare e scorrendo tutte le caratteristiche tecniche, le potenzialità, le funzioni ci accorgiamo di non capirci niente, di non saper leggere le informazioni che ci vengono date con un linguaggio che non riusciamo a decodificare: All'improvviso realizziamo che il concetto di analfabetismo riguarda anche molti di noi, i nuovi analfabeti informatici. Devo dire che io faccio molta fatica a mettermi davanti al computer a leggere quelle schermate anonime, schematiche; la tastiera mi intimorisce, ho paura di pigiare un tasto di cui non conosco la funzione e annullare, cancellare tutto irrimediabilmente. Temo mille fregature telematiche di addebiti inconsapevoli, di virus che devastano i programmi....insomma le tipiche paure dovute all'ignoranza e che quindi può essere dominata solo dalla conoscenza che fornisce gli strumenti per governare tutti questi eventi paurosi. Ma in fondo, penso, io potrei benissimo fare a meno del computer, vuoi mettere un bel libro, carta, penna, cancellare, riscrivere rileggere, sottolineare, soffermarsi a riflettere su una frase, una parola, cioè avere a che fare con la consuetudine delle cose che conosci già. Sicuramente in tutto questo c'è una componente di pigrizia mentale per l'apprendimento del Nuovo che sicuramente non è tutto positivo e di cui ci sarebbe tanto da dire riguardo all'inaridimento dei rapporti interpersonali che sicuramente il computer non favorisce. Ma, a prescindere da questo, è necessario prendere consapevolezza del fatto che è indispensabile fare i conti con questa realtà, perché, purtroppo presto, molto presto, non riusciremo più a capire ed a entrare in contatto con il mondo esterno. Ci saranno precluse molte possibilità e saremo anche nell'impossibilità di assolvere ad alcuni obblighi di tipo fiscale (dichiarazione dei redditi ) o ad usufruire di servizi accessibili solo on-line. Anche il linguaggio sta cambiando, nuove parole provenienti da questo mondo sono diventate di uso comune ed è necessario conoscerle. Non c'è niente da fare bisogna affrontare il problema e cercare di risolverlo: è mica disponibile qualche esperto informatico di buona volontà per fare un piccolo corso in Parrocchia ? (Angela) 11 Parola e Voci DIALOGANDO CON IL DON Carissimo don Damiano, mi rivolgo a te in questo momento così importante per la nostra parrocchia e, come penso, anche per te personalmente. Dopo aver ringraziato Dio che ti ha inviato in mezzo a noi, anche perché sono sempre più convinto che tu sei il pastore giusto per la nostra comunità, vorrei incoraggiarti a prendere serenamente le tue decisioni, ricordandoti ancora una volta che, qualunque esse siano, ci sarà sempre qualcuno che ne rimarrà scontento. Questo, purtroppo, è insito nella natura del genere umano. Tranquillo! So che Dio è con te e ti illuminerà. Ho seguito in diverse riunioni la tua disanima della situazione della nostra comunità che condivido al cento per cento e questo mi ha portato a rileggere la nota pastorale della Conferenza Episcopale Italiana del 2004, dove il punto di partenza non è la ripresa della fede ma la sua rifondazione. E questa, mi sembra di aver capito, è anche la nostra esigenza. A questo proposito, e con l’unico scopo di esserti in qualche modo di aiuto, credimi, vorrei riportare, qui di seguito, alcune frasi di tale nota: - Se prima il territorio viveva all’ombra del campanile, oggi è la parrocchia a doversi situare nei diversi territori della gente, per capirne i problemi e le possibilità. - La presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel tessere rapporti diretti con tutti i suoi abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini. - La parrocchia deve fuggire la tentazione di chiudersi in se stessa, paga dell’esperienza gratificante di comunione, che può realizzare tra quanti ne condividono l’esplicita appartenenza. Con lo stesso scopo vorrei riportare alcuni pensieri di Giovanni Paolo II nel suo “Alzatevi, andiamo!”, che mi hanno colpito molto: - La catechesi deve nascere sia dalla riflessione sul Vangelo sia dalla comprensione delle cose di questo mondo. Bisogna comprendere le esperienze degli uomini e il linguaggio con il quale essi comunicano tra loro. La catechesi è amore e responsabilità e deve porre sempre al primo posto l’uomo. Cristo è il simbolo della sollecitudine del Pastore per ogni pecora, piena di pazienza, quanta se ne richiede per raggiungere il singolo uomo. - I laici possono realizzare la propria vocazione nel mondo e raggiungere la santità, trasformando in preghiera la loro quotidianità. - Gli esercizi spirituali sono una grossa opportunità per incontrare Dio e mettersi in ascolto di Lui soltanto. Proprio per questo non si deve far pressione su qualcuno ma destare in lui il bisogno interiore di una simile esperienza. - (G.V. 10,4-5,16) Le pecore non seguono un estraneo, perché conoscono la voce del loro pastore. Egli tuttavia sa di avere altre pecore che non sono del suo ovile. Anche quelle egli deve condurre. Come ho già avuto modo di dire in alcune riunioni, io penso che una comunità, per essere tale, deve percorrere un’unica strada. Una strada magari con diverse corsie, che permettano ad ognuno di sfruttare la propria velocità, ma con una sola corsia di emergenza e, soprattutto, con tante aree di sosta comuni. Come è possibile aiutare a rialzarsi colui che inciampa e cade, se camminiamo su strade diverse, anche se parallele? Quanta gente non incontreremmo mai? Per quanta gente non saremmo mai né testimoni né missionari? A ben pensarci, mi sembra che fino ad oggi è successo proprio questo nel nostro amato paese. Troppo spesso ci siamo riconosciuti in gruppi e gruppetti, parrocchiali e non, ritrovandoci a percorrere strade diverse, anche se a volte sembravano tendere alla stessa meta. Si! Penso proprio che ci voglia un’unica strada, che abbia come pavimentazione tutti i valori cristiani come l’amore, l’amicizia, la fratellanza, la giustizia, il rispetto, l’umiltà, l’accoglienza. L’accettazione del diverso, la carità, la condivisione. In fondo non ho ancora ben capito se sono la fede e la preghiera i mezzi necessari per comprendere e vivere tali valori, o se sono loro a far maturare la nostra fede. Non vorrei essere nei tuoi panni,Don, credimi perché capisco benissimo che un conto è dire che ci vorrebbe un’unica strada e un altro conto è riuscire a realizzare una strada dove si possa camminare tutti, cristiani, cristiani all’acqua di rosa come me, e non cristiani. So che tu ci proverai! Ecco perché posso dirti in tutta franchezza che qualunque siano le decisioni che caratterizzeranno la tua linea pastorale, tu sei e rimarrai sempre il mio pastore. Ciao Paolo 12 Parola e Voci FAMIGLIA CRISTIANA Chi non conosce almeno il titolo di questa rivista? E’ stata quasi sempre presente nella mia vita, come credo anche in quella di molti di noi. Ricordo quando, da piccolo, la trovavo in casa dei miei nonni: era una presenza fissa, fedele, affascinante. In quel periodo nelle case entravano poche riviste, ancor meno quotidiani e perfino scarsi libri. La TV poi era alle prime armi e, al mio paese, non era presente in nessuna casa privata; chi la voleva vedere andava o in canonica dal prete o al bar. Mi è sempre ben presente il ricordo, in modo particolarissimo, della trasmissione “Lascia o raddoppia” con un giovane Mike Buongiorno che è ancora sulla breccia. Quando, coi miei genitori, entravamo nella sala TV della canonica, bisognava mettere nella cassettina all’ingresso un’offerta (se non sbaglio, si mettevano 10 lire!). Ma la TV non era per tutte le sere; invece tutti i giorni andavo dai miei nonni (io abitavo in fondo e loro in cima al paese) perlopiù accompagnato da mia madre. Che semplici ma dolci ricordi! Si dà per scontato che si andava a piedi, parlando fra noi, salutando i paesani che si incontravano. L’illuminazione pubblica era molto scarsa: pochi e radi lampioni illuminavano stancamente una strada che si conosceva peraltro a memoria. A causa della scarsa luce artificiale era perciò molto ben visibile la luna e il cielo stellato: mi affascinava lo spettacolo del cielo. Nelle serate terse la luna brillava di una luce più che sufficiente a rischiararci il cammino ed io mi occupavo sovente a contare le stelle. Al braccio di mia madre, camminavo con la testa per aria per contarle o anche (ma questo a mia madre non lo dicevo) mi divertivo a chiudere gli occhi e a camminare così, senza veder nulla, facendomi guidare dal braccio sicuro ma inciampando ad ogni piè sospinto, coi relativi brontolii “Ma che fai?! Guarda dove metti i piedi!”. Dalla nonna gli adulti parlavano ed io, per lo più , leggevo Famiglia Cristiana. Per la verità più che leggere gli articoli che mi apparivano noiosi, ammiravo i disegni e le foto che mi aprivano un po’ il mio piccolo mondo. Quando, da adulto, ho ritrovato Famiglia Cristiana mi è sembrato di ritrovare qualcosa di familiare, una cosa – oserei dire: una persona – cara. Non ho più smesso di leggerla. Mi informa, mi istruisce, mi accompagna, mi presenta le cose e le idee da un punto di vista chiaramente di parte (il titolo è tutto un programma!) ma è una parte e una visone che mi conviene, che condivido. Non sempre, è vero, sono pienamente d’accordo con tutti i contenuti e le opinioni espresse. La trovo però sempre una rivista stimolante, che pone delle domande e che ti invita a riflettere. Addirittura talvolta la trovo fin temeraria: capisco che può spiazzare qualche persona e può suscitare qualche perplessità ma non è certo per questo che l’abbandono per legger le “Novello duemila o tremila”. Con ciò, non voglio condannare o criticare chi legge anche queste riviste di pura evasione, capita anche a me; voglio dire che se una persona, una famiglia, vuole avere uno spunto o una provocazione dal punto di vista cristiano non può fare a meno di leggerla. Un mio collega, professore di scuola media, nelle serate del festival di Sanremo mi chiese, due anni or sono, come avevo passato la serata, aggiungendomi che lui aveva stancamente seguito il festival; ad un mio sguardo perplesso aggiunse: “D’altronde che altro si poteva fare?”. Mi è venuta immediata la risposta: “Io ho letto Famiglia Cristiana!”. Non vi dico la faccia che ha fatto quando gli ho assicurato che era una battuta: era vero!. Dimenticavo di dire che questo professore è un laico orgoglioso di esserlo e un “mangiapreti” convinto. Da allora non mi ha più chiesto come passo le serate. La conclusione è scontata: leggete Famiglia Cristiana 13 Parola e Voci Un ripasso di Educazione Civica e…Stradale Vi sarà capitato che qualcuno si apassato con il ROSSO proprio davanti a voi mentre percorrevate la strada al VERDE ? Putroppo molti potrebbero dire di percorrerle sempre al…verde, ma qui si parla del VERDE di un semaforo! A me è capitato. Cosa fare in questi casi? La risposta più conveniente sarebbe far finta di nulla e proseguire per la propria strada. A me non è, tuttavia riuscito ed ho detto a colui che mi è passato sotto il naso con il rosso: “….Lei è un incivile! ” . Non ci crederete si è pure offesso: “Io non l’ho offesa perché mi offende?”. Prima di tutto il suo comportamente ha offeso la comunità che, essendosi data delle regole, è offesa dal non rispetto di queste regole. Secondariamente, come definire una persona dal simile comportamento ? Minimo come un incivile, se non proprio un criminale. Allora ripassiamo alcune cose da non dimenticare per mostrare buon senso civico e rispettare le regole del codice stradale: 1) Percorrere la propria corsia di marcia mantenendo strettamente la destra; 2) Non occupare l’incrocio se davantoi la file è ferma, non permetteresti a chi arriva di passare ed aumenteresti solo la confusione che sulle strada è già tanta; 3) Se davanti hai un mezzo più piccolo, ad esempio una bicicletta, un motorino, non pensare di poterti spostare liberamente senza tener conto di chi proviene dalla direzione opposta e che ha precedenza; 4) Dai la precedenza ai pedoini che attaversano le strisce pedonali rallentando e fermandoti qualche metro prima, almeno un paio di metri prima; 5) Se un mezzo è parcheggiato sulla careggiata devi rallentare perché il restringimento di corsia non ti da diritto a occupare parte dell’altra corsia; 6) Non sostare sulle strisce pedonali e pensa che potrebbe arrivare una persona che con scarsa mobilità o una persona con una carrozzina, ecc. alla quale creeresti un problema; 7) Non parcheggiare dove sai di non poterlo fare, non pensare alla multa, pensa piuttosto ai disagi che causi agli altri: vi è sempre una ragione per avere posto un divieto di parcheggio; 8) Se il semaforo è rosso è inutile sorpassare chi ti sta davanti, tanto dovrai fermarti: sorpassare significa solo consumare carburante e freni… inutilmente; 9) Non usare il telefono in macchina: non perché se sorpeso ti tocca una multa e la perdita di punti sulla patente, il motivo è molto più semplice: diventi pericoloso per gli altri oltre che per te stesso e per chi è in macchina con te. La diostrazione in auto può essere fatale. 10) Modera sempre la tua velocità: la vita ti è stata donata. Se non vuoi far buon uso del tuo dono almeno preoccupati di non danneggiare chi invece ne vuol far buon uso; 11) Non costringere coloro che usano le moto a passarti sulla destra: se lo fanno è perché sei proprio vicino alla linea di suddivisione della careggiata, ricordati che devi stare a destra; 12) Se devi svoltare a sinistra, fallo solo se ti è consentito: se è presente la doppia striscia continua NON PUOI FARLO anche se ti sembra che la strada sia libera; 13) La musica a tutto volume in macchina, e di più anche, non è un segno di civiltà o di superiorità: è solo indice di maleducazione. Pensa solo ai tanti ai quali non piace il tuo genere di musica. Perché costringerli ad ascoltarlo ? Ma questo comportamento è anche pericoloso perché ti distrae dalla guida e non ti lascia sentire i segnali acustici della strada o quelli di emergenza; 14) QUANDO SENTI UNA SIRENA (ambulanza, polizia, vigili del fuoco, ecc.) non immobilizzarti come un salame ma fa la cosa più giusta: spostati a destra più che puoi, se non hai spazio a destra accelera un poco e spostati un po’ più in la, l’importante è n on creare condizioni di ingorgo che potrebbero risultare fatali gli sfortunati che contano sulla rapidità di quel mezzo di emergenza; Vi sarebbero mille altre avvertenze, come ad esempio non usare gli abbaglianti o i fari fendinebbia e retronebbia quando non consentito, ma varrà per tutte le circostanze una considerazione fondamentale: NON FARE AGLI ALTRI CIO’ CHE DESIDERI NON VENGA FATTO A TE STESSO Non è richiesto niente di straordinario, solo di comportarsi con educazione e con senso civico. (gmc) 14 Parola e Voci Questo mese Il Personaggio del mese: PITAGORA 1 x 1 = 1 ;…8x8 = 64 … etc. Ricordate la tabellina Pitagorica ,che ossessione impararla. Forse oggi non si usa più studiarla , si usa la calcolatrice! Ma chi era Pitagora.Sembra sia nato 600 anni prima di Gesù, studiò in Egitto,ed imparo la filosofia, e la matematica. Ritornato in Patria vi trovo un tiranno e decise di venire a Crotone che allora era una colonia Greca.Con altri formo una comunità con fini morali e religiosi.Non si sa molto di lui solo che era filosofo , matematico e geniale. Il suo motto era che le cose sono numeri. Bello il suo concetto di punto e della diversità intrinseca degli stessi a seconda della materia a cui si riferiscono. Nasce cosi il concetto di fisica matematica.. Fu il primo ad elevare la matematica al disopra delle necessità commerciali facendone pura scienza. Grandi sono i teoremi che egli e la sua scuola ci hanno lasciato e che noi adesso studiamo senza sapere da quanto tempo esistono e chi li ha enunciati. Cito ad esempio, il teorema dei triangoli rettangoli, La somma degli angoli interni di un triangolo,la costruzione delle figure cosmiche, etc. Sarebbe molto bello che nelle scuole gli insegnanti accanto alla nozione arida avessero la pazienza di avviare i ragazzi a chiedersi il perché ed il chi è stato. Dando cosi luogo alla crescita della curiosità e soprattutto facendo capire con riferimenti all’uso quotidiano a che cosa serve quello che studiano o nel campo matematico e delle scienze in senso generale. La Storia ci insegna che generalmente le grandi esperienze matematiche sono avvenute in un contesto di carattere fiolosofico o addirittura ne sono diventate l’ espressione tangibile. La espressione pratica e tangibile della filosofia è la scienza che si chiama Analisi infinitesimale , nata appunto con Pitagora. Pitagora morì sembra a settanta anni. Il libro del mese UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA di Tiziano Terzani Ho scoperto questo autore circa 10 anni fa leggendo per caso un suo libro dal Titolo ”Un indovino mi disse” cronaca di un anno vissuto viaggiando in Asia senza mai prender aerei per evitare le possibili nefaste conseguenze di una profezia. Rimasi impressionato dalla sua facilità di espressione anche nel descrivere sensazioni ed emozioni profonde. Viaggiavo con lui. Incuriosito ho letto altri suoi libri, non ne ha scritti molti forse meno di dieci. Tutti caratterizzati dalla narrazione delle sue esperienze non solo professionali, e non romanzi ma saggi e cronache. Egli era li presente e non riferiva di fatti o esperienze altrui. Uno dei pochi giornalisti italiani coerente nelle scelte di vita e capace di una crescita interiore davvero straordinaria , direi aperta alla spiritualità intima del creato. Un altro giro di giro di giostra è l’ ultimo libro , che racconta la sua preparazione al grande viaggio . Nel suo viaggiare alla ricerca di una guarigione nei suoi incontri racconta come ogni cultura ha il suo modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore. Cosi, si avvicina alla omeopatia, alla medicina tibetana, cinese, ayurveda,qi gong, etc . Nella presentazione di copertina si legge ” Alla fine il viaggio esterno si trasforma in un viaggio interiore, un ritorno alle radici interiori dell’ uomo ……” Terzani arriva alla conclusione che si tratta soprattutto di esser in armonia con se stessi ; che si tratta di saper guardare il cielo ed esser una nuvola, che si tratta di ”sentire la melodia“ La cura di tutte le cure è quella di cambiare punto di vista, di cambiare se stessi e con questa rivoluzione interiore dare il proprio contributo alla speranza in un mondo migliore…” Un bellissimo libro anzi tanti libri assieme. 15 Parola e Voci La pagina della Redazione IMPORTANTE Se volete pubblicare vostri articoli sul giornalino, e non sapete a chi consegnarli, metteteli nella cassetta “POSTA GIORNALINO” che da fine Gennaio troverete al fondo della chiesa, vicino a quella delle missioni. Se non vi sentite portati a scrivere l’articolo è sufficiente una traccia, l’esposizione dei fatti, la notizia, una ricorrenza , lo stato della frazione e quanto altro che possa essere di interesse: alla stesura penserà la redazione. In tale cassetta potrete metter anche le Vostre opinioni sul giornalino e quanto altro vi interessa far sapere per essere pubblicato. Unica richiesta mettete sempre il vostro nome e telefono. Raccomandiamo di NON METTERE SOLDI, la cassetta è aperta. Se volete fare delle offerte lasciatele nella buca della Stampa indicando , se avete da scrivere, che sono per il giornalino. Nuove Iniziative: avete avuto modo di partecipare ad una caccia al tesoro? NO? Allora potrete partecipare alla CACCIA AL TESORO che stiamo organizzando per la metà di giugno. Lo scopo della caccia, oltre che naturalmente trovare il tesoro, contribuire alla raccolta di fondi per la nostra Parrocchia nel Burkina Faso. Per l’organizzazione ci stiamo attrezzando. Per i premi premi pure …e donazioni in tal senso saranno gradite ed accettate. Nel frattempo potete diffondere la notizia. MOSTRA DI ARTE VARIA Poiché sappiamo che nella nostra frazione ed in quelle della unità pastorale ci sono molte persone che si dedicano all’arte ed alla fotografia, vorremmo organizzare per inizio estate una mostra di arti visive, quali pittura, scultura, fotografia e realizzazioni varie. Il soggetto è a tema libero ma ciascuno tenga conto delle finalità della mostra e dei luoghi in cui svolgerà. Questo per dare luce a quanto ognuno di noi tiene nascosto nel cassetto, ma anche e soprattutto per dare stimolo a tutti di avvicinarsi all’ arte nelle sue varie forme. La manifestazione, inoltre, ci permetterà di raccogliere fondi per la nostra Parrocchia in Burkina Faso mettendo all’asta un’opera per ciascun autore che parteciperà alla manifestazione. * A.A.A. Cercasi collaboratori Coordinatore: Angelo Arnaboldi Sede: c/o la parrocchia SITO INTERNET: www.pastorale.it Per scrivere alla redazione o inviare materiale da pubblicare via e-mail: o [email protected] tramite FAX al numero 0584 44442 I Vostri contatti in Redazione: - don Damiano – 333 6348358 Angelo – 0584 99050 Antonella - 347 5601966 Giorgio Marraccini - 0584 99481 Mauro – 339 3963121 - 16 Giorgio Paolini – 349 6172082 Gualtiero – 0584 996753 Mara - 333 4987238 Paolo - 393 5055222