PAROLA E VOCI
GENNAIO - FEBBRAIO 2006
ANNO 3 , NUMERO 1 - 2
Mensile di informazione, a cura della Parrocchia del S. Cuore di Gesù in Piano di Mommio
Carissimi, ben ritrovati!
Perle di innocente saggezza
“Abbiamo imparato a volare
come gli uccelli e a nuotare
come i pesci, ma non abbiamo
imparato l’arte di vivere come
fratelli”
Martin Luther King
Tel. Parrocchia 0584 99029
Don Damiano 333 6348358
STAMPATO IN PROPRIO
Il mistero del Natale da poco celebrato ci ha colmato di gioia e di
stupore ancora una volta e da qui ci inoltriamo nel nuovo anno. Anno
nuovo vita nuova, questo motto lo usiamo anche per la nostra
parrocchia che sta vivendo un cammino particolare e sperimentale.
Dare centralità alla comunità, una Comunità che attorno al suo Signore
diventa luogo ed evento nel quale riconoscersi e crescere umanamente
e spiritualmente. Comunità - CRISTO - Casa, le tre "C" attorno a cui
incontrarci e lavorare insieme, il progetto pastorale di quest' anno si
chiama appunto "Parrocchia formato famiglia", in chiesa potete
trovare il libretto fatto stampare con la spiegazione e il calendario delle
attività fino a giugno. Il primo incontro comunitario è stato bello, una
numerosa partecipazione, circa 200 persone, un buon clima...
accompagnati dalla testimonianza di S. Marco e S. Pietro
ripercorreremo i passi della chiesa nascente e in modo semplice e
coinvolgente ci lasceremo accompagnare in quello che vuoI essere una
scuola di vita affidata a Dio! Pur essendo molti siamo un corpo solo, il
corpo di Cristo, il popolo di Dio; sono un cristiano che insieme ai miei
fratelli nella fede affronto la vita e metto i doni che Dio mi ha dato a
servizio, per la vita e la pace del mondo; un cristiano che a partire dalla
famiglia e con la propria famiglia annuncio il vangelo della speranza.
Un incontro quindicinale per tutti, un sabato al mese con i ragazzi e la
celebrazione domenicale sono le occasioni su cui scommettere
quest'anno insieme. Nel mese di febbraio avrò il piacere di visitare le
famiglie, casa per casa, essendo solo con quattro parrocchie sono
costretto da quest'anno a dividere il paese in due tempi, una parte
prima di Pasqua e l'altra dopo; prossimamente troverete il calendario
delle Benedizioni in chiesa e nei vari negozi del paese.
Il 5 di febbraio faremo una giornata di fraternità, con orario che verrà
comunicato, con una gita a NOMADELFIA (GR) per osservare lo spirito
di questa comunità il cui nome significa “la legge e la fraternità”,
l’esperienza di un paese che fa comunità.
Sono sicuro che con pazienza e fiducia riusciremo a fare grandi passi!!
Anno nuovo vita nuova allora, buon cammino!
don Damiano
1
Parola e Voci
Vita della Comunità cristiana
Preghiera del mese
ORARI S. MESSA
Se sapessi che è l’ultima volta
Ti guarderei mentre ti addormenti,
ti rimboccherei le coperte più strettamente,
ringrazierei il Signore per la tua vita preziosa.
Se sapessi che è l’ultima volta
Ti accompagnerei fino alla porta quando esci,
ti darei un bacio e un abbraccio
e ti chiamerei indietro per dartene un altro.
Se sapessi che è l’ultima volta
Ascoleterei la tua voce,
spegnerei la TV, poserei il giornale
e ti dedicherei la mia attenzione.
Se sapessi che è l’ultima volta
Vorrei dare importanza a ogni istante.
Non mi preoccuperei di piatti e bollette,
ora vorrei stare sempre con te.
Se sapessi che è l’ultima volta
Vorrei renderti felice.
Ti ricorderei quanto sei importante per me,
ti direi che ti amo
e ridendo convideremmo i nostri ricordi.
Se sapessi che è l’ultima volta…
Non so affatto quando sarà l’ultima volta.
Aiutami, Signore,
a mostrare il mio amore a tutte le persone
che hanno inciso sulla mia vita.
Questa può essere l’ultima volta
Con il nuovo anno pastorale desideriamo
sottolineare e dare maggiore attenzione alla
liturgia nel Giorno del Signore e durante l’anno
liturgico, perché sia evento di comunione con
Dio e con i fratelli. Cerchiamo di partecipare con
più frequenza a ciò che è fonte e culmine del
nostro essere cristiani. La S.Messa festiva
(domenica e di precetto) sarà preceduta dalla
preparazione
spirituale
e
pratica
alla
celebrazione (15min.); rimane la S.Messa
prefestiva, ma ricordiamoci che questa è stata
concessa principalmente per chi non può
oggettivamente partecipare alla convocazione
della comunità nel Giorno del Signore o di
precetto!!
Nuovo orario S.Messa festiva:
ore 10.00
preparazione spirituale e pratica
ore 10.15
inizio celebrazione
Sabato o vigilia ore 18.00
Feriale (martedì e giovedì ore 08.30
Che stiamo insieme
Calendario Pastorale di Gennaio
e ……Febbraio
1 Maria Madre di Dio
5 Giornata di fraternità: Gita
6 Epifania del Signore
10 Incontro comunitario, ore 21
8 Battesimo di Gesù
14 Incontro di sotto zona (Adorazione Eucaristica) ore
21 a Piano di Conca
13 Incontro comunitario, ore 21
18 Incontro mensile per i bambini e ragazzi
17 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava
24 Incontro comunitario, ore 21
21 Incontro mensile per i bambini e ragazzi
26 Celebrazione della Santa Cresima (??)
Festa di Carnevale (? ? ? )
27 Incontro comunitario, ore 21
27 Festa di San Gabriele
31 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava
28 Incontro di sotto zona (Lectio Divina) ore 21 Stiava
2
Parola e Voci
Sentieri di Fede
VIVERE LA MESSA
Non basta vedere, non basta ascoltare, neppure ci si può accontentare di una partecipazione
qualunque: la Messa va vissuta.
Quando questo avviene, se ne esce arricchiti da una pace che il mondo non conosce e solo
l’incontro con Gesù “nostra pace” ci può dare.
Nella Messa avviene l’incontro tra due grandi desideri, quello di Dio e quello dell’ uomo: vivere in
comunione! Per questo il Creatore ci ha voluti a sua immagine e somiglianza, per questo l’uomo
senza dio è fuori strada, senza pace, vive nell’inquietudine, nell’insoddisfazione, nel disagio
interiore.
Se ci lasciamo condurre, la liturgia ci prende per mano proprio per farci sentire una cosa sola con
Cristo. Il nostro intento è quello appunto di aiutare chi desidera entrare nel mistero liturgico dei vari
momenti della Messa, per comprendere meglio il significato delle parole, dei segni e dei simboli che
permettono che questo incontro avvenga.
Quel segno della croce con l’acqua benedetta che siamo soliti fare entrando in chiesa, oltre a
ricordarci che siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, ci fa
consapevoli che stiamo entrando in un’atmosfera sacra, che abbiamo bisogno di essere “lavati”,
“purificati” ( i musulmani si tolgono le scarpe). Entriamo in un’atmosfera religiosa che ci fa percepire
più forte la presenza di Dio.
Comè possibile uscire indifferenti dalla Messa come da qualunque ritrovo? Se ciò avviene, è assai
probabile che noi l’abbiamo capito e tanto meno vissuta. Non è una delle tante cerimonie religiose: è
il punto di partenza, la “pietra angolare” senza la quale non si costruisce, non si è capaci di formare
una comunità fraterna e giusta, per superare gli innumerevoli rancori, odi, divisioni, violenze, egoismi
e prepotenze che cercano il sopravvento. Chi si siede alla stessa mensa di Cristo e si ciba di Lui,
Pane di Vita, non può non sentirsi fratello, non sentirsi impegnato a diffondere il suo Vangelo
fondato sull’amore del prossimo, sul rispetto della libertà, della diversità, non sentirsi solidale con chi
ha bisogno di aiuto. E tutto questo non si realizza da soli. L’Eucarestia ce ne da la forza, ce ne
rende capaci: per questo Giovanni Paolo II affermava “ Non dobbiamo solo celebrare l’ Eucarestia,
ma viverla”.
ISCRIZIONE NEL DUOMO DI LUBECCA
Mi chiamate: IL REDENTORE
Mi chiamate: LA LUCE
Mi chiamate: LA VIA
Mi chiamate: LA VITA
Mi chiamate: IL MAESTRO
Mi chiamate: LA SAPIENZA
Mi chiamate: IL SIGNORE
Mi chiamate: L’ONNIPOTENTE
e non vi fate redimere
e non mi vedete
e non mi seguite
e non mi desiderate
e non mi credete
e non mi interrogate
e non mi servite
e non vi fidate di me
….SE UN DI’ NON VI RICONOSCO, NON VI MERAVIGLIATE
!!
3
Parola e Voci
31 GENNAIO: SAN GIOVANNI BOSCO (DON BOSCO )
Don Bosco visse nel 1800, il secolo considerato “pedagogico”.
Pur non appartenendo ai grandi teorici del tempo (Comenio, Pestalozzi,
Montessori, Froebel, Rousseau…) il suo metodo è stato praticato in tutto il mondo.
Ancora oggi infatti, esistono 17000 Salesiani, suoi figli spirituali, 17000 religiose
del ramo femminile, le Figlie di Maria Ausiliatrice; esistono 1500 opere educative
(scuole, parrocchie, oratori), una trentina di congregazioni locali e un totale di
50000 consacrati impegnati a tempo pieno e a piena esistenza nell’educare con
lo stile di Don Bosco. Perché? Don Bosco in realtà ha incarnato Gesù nel suo
tempo. In pratica si deve partire dal Vangelo: Gesù colloca un fanciullo al centro
del gruppo e dice:”Se non diventerete come questo fanciullo, non entrerete nel
regno dei cieli” e Don Bosco, sull’esempio del Signore, ha collocato il ragazzo al centro, nella Chiesa
e nella società civile. E quale la sua “ricetta”? L’Amore, nient’altro che l’Amore.
Per amore, da giovane contadinello, divertiva i suoi compagni facendo il saltimbanco, il giocoliere, il
pagliaccio. Per amore cercava di imparare tutti i mestieri del tempo e potere cosi’ insegnarli a chi
aveva bisogno di lavorare.
Per amore studiava di notte per arricchire le sue conoscenze. E per amore volle diventare
Sacerdote: per amore di Dio e dei fratelli.
La sua vocazione erano i ragazzi e dedicò a loro tutta la sua vita, convinto che la loro formazione
fosse completa solo in tutti e tre gli aspetti della personalità: la mente, il cuore e il corpo.
Per Don Bosco non poteva esserci educazione senza proposte di vario tipo ( teatro, musica, sport,
catechesi, servizio, volontariato) per aiutare i ragazzi a portare a maturazione le capacità che si
portano dentro.
Non si può pensare a don Bosco senza abbinarlo all’immagine di un cortile, dove i ragazzi hanno
ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. Nel cortile infatti viveva lo spirito
distintivo del suo stile: la familiarità.
Il cortile era il luogo primario dell’educazione, un cortile aperto al territorio in cui si trovava, perché
punto di incontro di tanti giovani con i loro problemi (lavoro, studio, divertimento, devianza…) Era un
modo di vivere la missionarietà.
Il cortile dove si viveva l’amicizia e l’allegria, diventava “scuola”, cioè ambiente in cui circolavano
valori condivisi e rispettati; C’era uno sforzo pedagogico per fare interiorizzare questi valori e
preparare alla vita, rendendo il giovane cosciente delle sue capacità e dandogli la possibilità di
elaborare un progetto personale in base al quale fare scelte di vita. Tutto questo nella
consapevolezza che non può esserci servizio educativo senza testimonianza e presenza di modelli.
Oggi molti educatori sostengono “Si educa solo nella misura in cui si ama”.
150 anni fa, don Bosco aveva affermato “l’Educazione è cosa di cuore e poggia sulle parole di
S.Paolo…..la carità (l’Amore) è benigna e paziente; soffre tutto ma spera tutto e sostiene tutto”.
L’attualità di questo stile è sotto gli occhi di tutti, anzi sembra essere più urgente oggi di quanto lo
fosse un secolo fa.
L’Educazione è opera faticosa, dai tempi lunghi e con successi e fallimenti alterni; non ha ricette
preconfezionate perché deve fare i conti con l’irrepetibilità di ogni persona. Si fonda sulla
convinzione che il bene presente in ogni soggetto è un valore tale per cui vale la spesa “dare la vita”:
per questo don Bosco vive ancora.
4
Parola e Voci
EDUCARE E’ SEMINARE VALORI
3
-
IL VALORE OTTIMISMO
Ricordate la favola delle due rane?
Una volta due rane caddero in una scodella di latte. La prima si mise a gridare:”Oh!, povera me, dove sono caduta,
muoio annegata!” , e si lasciò andare sotto il latte.
L’altra rana, invece, disse:” Non voglio morire in una scodella!”, e si mise a sgambettare, a muoversi, ad agitarsi, Si
agitò cosi’ tanto che il latte si trasformò in burro.
E cosi’ la bestiolina si trovò su una piattaforma dura: puntò le gambe e saltò fuori. Libera!
La prima rana era pessimista, la seconda ottimista.
Ecco: il pessimista non ha futuro; l’ottimista si salva.
L’ottimista è un fior fiore d’uomo!
E’ creativo. Papa Giovanni XXIII diceva:”Non ho mai conosciuto un pessimista fare un buon lavoro per l’umanità”.
L’ottimista è generoso. Il grande pittore spagnolo Pablo Picasso osservava: Alcuni uomini (gli ottimisti) trasformano
un punto giallo in sole; altri(i pessimisti) trasformano il sole in un puntino giallo”.
L’ottimista è sereno: conta i fiori del giardino, non le foglie che cadono; conta i sorrisi, non le lacrime, conta gli
amici, non gli anni …..
Insomma, l’ottimismo è un grande Valore. Vale ben la pena fare di tutto per passarlo al figlio.
Ecco alcune proposte CONCRETE:
• Non uso parole che rannuvolano: “Uffa”, “che schifo”, “che noia”….
• Non mi lamento. Non dico:”Da quando mi sono messo a vendere cappelli, tutti nascono senza testa!”
• Mi dimostro entusiasta: nascere uomo è una favola!
• Infondo coraggio: quando sembra che Dio chiuda una porta, in realtà apre un portone.
• Dico al figlio che non esiste il male totale: l’ombra stessa può servire a segnare l’ora; un cieco può
benissimo accordare un pianoforte; anche il calvo ha un punto buono: non gli succede mai di avere un
diavolo per capello….!
Mettendo in pratica questi consigli avrete un meraviglioso ragazzo che vede la “o” come la prima lettera di
“opportunità” e non come l’ultima di “fallimento”.
Avrete realizzato uno dei più alti successi educativi!
1° GENNAIO 2006: GIORNATA MONDIALE DELLA PACE “ NELLA VERITA’, LA PACE “
(Messaggio di Papa Benedetto XVI)
“ …. Vorrei ora rivolgermi particolarmente ai credenti in Cristo, per rinnovare loro l’invito a farsi attenti e disponibili
discepoli del Signore.
Ascoltando il Vangelo, cari fratelli e sorelle, impariamo a fondare la pace sulla verità di una esistenza quotidiana
ispirata al comandamento dell’amore. E’ necessario che ogni Comunità si impegni in un’intensa e capillare opera di
educazione e di testimonianza che faccia crescere in ciascuno la consapevolezza dell’urgenza di scoprire sempre
più a fondo la verità della pace.
Chiedo al tempo stesso che si intensifichi la preghiera, perché la pace è anzitutto dono di Dio da implorare
incessantemente.Grazie all’aiuto divino, risulterà di certo più convincente e illuminante l’annuncio e la
testimonianza della verità della pace.
Volgiamo con fiducia e filiale abbandono lo sguardo verso Maria, la Madre del Principe della Pace.
All’inizio di questo nuovo anno Le chiediamo di aiutare l’intero Popolo di Dio ad essere in ogni situazione operatore
di pace, lasciandosi illuminare dalla Verità che rende liberi. Per sua intercessione possa l’umanità crescere
nell’apprezzamento di questo fondamentale bene ed impegnarsi a consolidarne la presenza nel mondo, per
consegnare un avvenire più serenoe più sicuro alle generazioni che verranno.”
DEDICATA A….TUTTI NOI
Questa è la storia di quattro persone di nome:
Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.
C’era un lavoro importante da fare
E Ognuno era sicuro che
Qualcuno Lo avrebbe fatto.
Ciascuno avrebbe potuto farlo,
ma Nessuno lo fece.
Finì che Ciascuno incolpò Qualcuno
perché Nessuno fece ciò che
Ognuno avrebbe potuto farlo
5
Parola e Voci
Il Tavolo del Padre Eterno: AL TELEFONO
Il Padreterno è al telefono da un pezzo, molto attento a quanto dice il suo interlocutore dall’altro lato del filo.
Annuisce, sorride, gesticola come disegnasse nell’aria qualcosa.
L’angiolino segretario socchiude la porta e gli fa cenno che sull’altra linea c’è… Ma il Padreterno fa un gesto
con la mano per fargli capire di non interrompere, mentre continua ad annuire, a sorridere e a ridere di cuore.
Il segretario ritorna nell’altra stanza.
“Il Padreterno è molto occupato,” dice. “Non lo si può interrompere”
“Ma glielo hai detto che al telefono c’è il Papa?”
“Non me ne ha dato il tempo…”
“Prova a farglielo dire dalla BeataVergine, piccolino,” dice il Papa.
L’angiolino va a chiamare la Beata Vergine che va, con tutta dolcezza e discrezione, a bussare alla porta dello
studio del Padreterno. La socchiude appena. Lui le fa una strizzatina d’occhio e il gesto di pazientare.
La Beata Vergine capisce al volo e richiude dolcemente la porta.
“E’ impossibile, “ dice. “Si tratta di una persona veramente importante.”
L’angiolino va a riferire al Papa che aspetta all’altro telefono con una certa impazienza.
“Oh, signore!” supplica il Santo Padre. “Va’ a cercare San Giuseppe, fa entrare in azione Sant’Antonio, vedi se
c’è da qualche parte Papa Giovanni… Sbrigati! Sono affari importanti, affari della Chiesa!”
Dietro la porta dello studio del Padreterno si è formata una piccola folla di Santi. Ma non c’è nulla da fare:
appena qualcuno socchiude l’uscio, Lui fa cenno di non interrompere e di chiudere.
Finalmente posa il ricevitore e si butta indietro sulla sua poltrona.
“O quella Valentina! Quella Valentina!…” ride divertito. “Ogni sera mi deve raccontare per filo e per segno che
cosa ha fatto in tutta la giornata!”
Suona il campanello. Entra l’angelo segretario.
“Chi era all’altro telefono?” chiede curioso il Padreterno.
“il Papa.”
“E ora dov’è?”
“Si è ritirato. Ha detto che andava a rileggersi ‘La notte oscura’ di S.Giovanni della Croce…”
“Presto, portagli da parte mia questo biglietto.”
Parla a voce alta mentre scrive:
“Affido alla carità del Papa Valentina: quattro anni, madre prostituta, padre carcerato, abitazione ‘baracche
dell’Acquedotto Felice.’ E rassicuralo. Stia contento: il Padreterno gli vuole sempre un gran bene, anche se a
volte sembra un pochino distratto.”
4 DICEMBRE 2005 – PRANZO DELL’UNITALSI
Il 4 dicembre si è tenuto, nelle sale parrocchiali, il pranzo dell’UNITALSI.
L’UNITALSI è un’associazione di volontariato nata 100 anni fa con lo scopo di accompagnare gli ammalati a
Lourdes e nel tempo anche ad altri santuari internazionali e italiani.
Questa è un’associazione riconosciuta a livello nazionale, con un suo statuto ben preciso, una sua divisa e
una suddivisione in: direttivo nazionale, le sezioni che sono le varie regioni e le sottosezioni, cioè i vari gruppi
all’interno delle regioni.
L’UNITALSI è un’associazione completamente senza scopo di lucro, ed ogno volontario auto-finanzia i propro
viaggi e mette a disposizione il proprio tempo.
Oltre i pellegrinaggi vi sono a livello nazionale vari progetti che gravitano sempre intorno al mondo dei disabili,
in cui si coinvolgono giovani, bambini e famiglie,
Nel corso del pranzo, al quale hanno partecipato anche iscritti dell’associazione di altre parrocchie, abbiamo
festeggiato sia la nonnina ultracentenaria Flaminia Franchini di Torre del Lago, che gli 8 anni di Manuele,
condividendo le loro feste con gli altri.
Le due generazioni si sono abbracciate e baciate tra la commozione e gli applausi degli organizzatorie dei
malati che hanno così vissuto una giornata particolare e piena di festa.
6
Parola e Voci
Vita di paese
Orari di interesse
Donatori di sangue:
prelievi ed analisi
Appuntamenti: Ven 15:30 – 16:30
Prelievi: Lun 07:30 – 08:30
Ritiro analisi: Mer 15:00 – 16:00
Farmacia
08:00 – 12:30 15:30 – 20:00
IL MERCATINO DI NATALE
Quest’anno il nostro comune si è ricordato della nostra scuola elementare e ci ha invitato a partecipare al
mercatino natalizio che si è tenuto sabato 26 e domenica 27 novembre nelle vie di Massarosa.
Il tempo a disposizione era poco (solo una settimana) ma i bambini, aiutati dagli insegnanti e dai genitori, hanno
risposto calorosamente a questo invito e si sono dati un gran da fare per realizzare gli oggetti da esporre e
vendere in questo due giornate.
Purtroppo il tempo non è stato clemente, sia per la pioggia che per il freddo, ma l’impegno e la voglia di stare
insieme ci ha ripagato di molte cose.
Speriamo che anche l’anno prossimo il comune ci rinnovi l’invito, magari con un pochino di anticipo; infatti, con i
proventi della vendita, verranno finanziati progetti di apprendimento che, con i soli contributi comunali, i bambini
non avrebbero potuto fare.
L’appuntamento con tutti è previsto per il prossimo anno. (I bambini ed i genitori della scuola elementare)
BEFANA 2006
..MOSTRA D’ARTE A MAGGIO ! ! ! ! !.
...CACCIA AL TESORO IN PROGRAMMA ! !
Per entrambe le manifestazioni attendiamo
numerose iscrizioni: divulgate la notizia ed
incoraggiate i vostri conoscenti a partecipare
7
Dalla Buca delle Fate
da Ritomboli al Marchetti
viene a voi lungo le strade
e dai vicoli più stretti.
La Befana di quest’ anno
ritornata un po’ all’ antia
col miccetto a coppia vanno
passo passo per la via.
Busserà di porta in porta
per venire a salutare
e gli auguri che a voi porta
pace amore e benestare.
Farà sosta all’ oratorio
per volervi rallegrare
con i flauti il nostro canto
sarem pronti a ringraziare.
Se aprirete a noi le porte
un saluto a voi faremo
che a voi dia una buona sorte
il Signore pregheremo.
Con l’ aiuto di Damiano
nuova linfa s’è creata
è un buon parroco, alla mano
la parrocchia è già rinata
Tanti auguri a lui facciamo
che fa tutto con amore
la befana che cantiamo
tanta pace dia al suo cuore.
Parola e Voci
Ministoria del mese (Tanto per riflettere un po’)
Un bambino voleva conoscere Dio. Sapeva che era un lungo viaggio arrivare dove abitava Dio, ed è per
questo che un giorno mise dentro il suo cestino dei dolci, marmellata e bibite e cominciò la sua ricerca. Dopo
aver camminato per trecento metri circa, vide una donna anziana seduta su una panchina del parco. Era sola
e stava osservando alcune colombe.
Il bambino gli si sedette vicino ed aprì il suo cestino. Stava per bere la sua bibita quando gli sembrò che la
vecchietta avesse fame, ed allora le offrì uno dei suoi dolci.
La vecchietta riconoscente accettò e sorrise al bambino. Il suo sorriso era molto bello, tanto bello che il
bambino gli offrì un altro dolce per vedere di nuovo il suo sorriso.
Il bambino era incantato! Si fermò molto tempo mangiando e sorridendo.
Al tramonto il bambino, stanco, si alzò per andarsene, però prima si volse indietro, corse verso la vecchietta
e la abbracciò. Ella, dopo averlo abbracciato, gli dette il più bel sorriso della sua vita. Quando il bambino
arrivò a casa sua ed aprì la porta, la sua mamma fu sorpresa nel vedere la sua faccia piena di felicità e gli
chiese: “Figlio, cosa hai fatto che sei tanto felice?”. Il bambino rispose: “oggi ho fatto merenda con Dio!”. E
prima che sua mamma gli dicesse qualche cosa aggiunse: “E sai? Ha il sorriso più bello che ho mai visto!”.
Anche la vecchietta arrivò a casa raggiante di felicità. Suo figlio restò sorpreso per l’espressione di pace
stampata sul suo volto e le domandò: “Mamma, cosa hai fatto oggi che ti ha reso tanto felice?”.
La vecchietta rispose: “Oggi ho fatto merenda con Dio, nel parco!”. E prima che suo figlio rispondesse,
aggiunse: “E sai? E’ più giovane di quel che pensavo!”. (Da ”Noi abbiamo le ali” di Bruno Ferrero)
IL MIO VANGELO DI GIOVANNI
Il nostro vescovo Italo Castellani nelle indicazioni dell’itinerario pastorale 2005-2006, indica come libro
dell’anno, il Vangelo di Giovanni.
Ci sono stati proposti nella nostra zona, quattro incontri dal 6 al 20 novembre sull’”Introduzione al Vangelo di
Giovanni”, tenuta dal relatore Don Luca Bassetti, il quale, con la sua semplicità ci ha trasmesso la profondità
di questo Vangelo.
Con questo vorrei incoraggiare coloro che come me erano titubanti (o sono titubanti) a partecipare a questi
incontri. Ho partecipato a questi incontri perché, dopo un’attenta lettura, non riuscivo a comprenderne il
significato in quanto i testi non sono scritti in maniera esplicita e quindi non riuscivo a comprenderne il vero
significato. Questi incontri mi hanno aiutata a capire come è importante per il cammino del discepolo, la
conoscenza di Gesù che mi TRASFORMA da acqua in vino come nelle nozze di Cana. Inoltre sono stati
incontri utili anche nei momenti di preghiera che si svolgono ogni 15 giorni alla Lectio Divina a Stiava.
L’augurio che posso trasmettere è quello di mettersi semplicemente in ascolto silenzioso della PAROLA,
senza paura di giudizio.
Questo libro è pieno di “Segni” che ci aiutano nella comprensione di chi è e che cosa vuole insegnarci Gesù;
tra i quattro Vangeli è l’unico che ci dice che “Gesù è il Verbo che si è fatto carne”, dal primo al dodicesimo
capitolo si parla di aprirsi alla fede, dal tredicesimo al ventunesimo si dà importanza nel dare fiducia agli altri,
e, quest’ultima, è incentrata sull”AMORE”, è lo SPIRITO che genera sotto la croce la famiglia.
Ritengo che il Vangelo di Giovanni abbia delle note drammatiche in quanto si parla di fare delle scelte tra
luce e tenebre, tra amore e indifferenza.
Penso che i segni sono stati fatti per capire la Parola di Gesù.
Sin da piccola il capitolo della lavanda dei piedi mi ha affascinato in modo particolare e lo ritengo molto
importante per il suo significato, durante l’incontro volevo chiedere maggiori spiegazioni su un passaggio del
capitolo (lavanda) ma, senza chiedere niente, il relatore ha dissipato i miei dubbi.
Concludo ringraziando di nuovo don Luca Bassetti che, con la sua semplicità, mi ha aiutato a comprendere
meglio il Vangelo di Giovanni. (Mirella)
8
Parola e Voci
LA GRANDE DOMANDA
Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70 …..come hai fatto a sopravvivere ?
1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...
7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e,
a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema.
Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno
poteva rintracciarci. Impensabile.
9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).
10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti.
La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di
soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...
12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby
surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet... Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o
semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e
palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli
scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo
psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività;
semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità... e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ?
IN VISTA DELLA GITA DEL 5 FEBBRAIO: CHE COS'È NOMADELFIA?
Un popolo di volontari cattolici che vuole costruire una nuova civiltà fondata sul Vangelo
Come le prime comunità cristiane
340 persone - 50 famiglie
4 km2 vicino a Grosseto
Fondata da don Zeno Saltini (1900-1981). Nel 1931, diventando sacerdote, si fa padre
di un giovane che esce dal carcere. Da allora quasi 5.000 figli sono stati accolti nelle
famiglie di Nomadelfia
Tutti i beni sono in comune. Non esiste proprietà privata, non circola denaro
Si lavora solo all'interno e non si è pagati
Le famiglie sono disponibili ad accogliere figli in affido
5 famiglie insieme formano un "gruppo familiare"
Le scuole sono interne e l'obbligo scolastico è stato portato a 18 anni
Siete invitati ad iscrivervi numerosi.
Se ce la facciamo organizziamo un pulman, diversamente ci muoveremo con le auto viaggiando
“di conserva” con velocità e distanze di sicurezza per tutti.
9
Parola e Voci
Ricette di casa nostra
LA BOURGUIGNON
TORTA DELLA BEFANA
Oltre ad essere una buona e golosa cena, è quasi un
intrattenimento. Penso sia indicata per quelle serate in cui
abbiamo ospiti, parenti o amici, con cui ci piace passare un
po’ di tempo mangiando e scambiando quattro chiacchiere.
Ingredienti: bocconcini di carne (manzo o pollo); verdure
impanate (carciofi zucchine, cipolle); olio d’oliva.
Per accompagnare i caldi bocconcini appena cotti, occorrono
diversi tipi di salse che ci divertiremo a preparare e e
sistemare lungo la tavola con al centro il set da fonduta
contenente l’olio d’oliva ben caldo.
Le Salse:
Tonnata: maionese, tonno e capperi.
Pomodoro: pomodori rossi tagliati a dadini, aglio, basilico e
olio extravergine.
Tartara: maionese e sottaceti.
Verde: uovo sodo, prezzemolo, acciughe, capperi e cipolline
sottaceto, aglio, olio extravergine.
Rosa: maionese e ketchup.
Questa ricetta ci è stata offerta da Lara
FONDUTA
Ingredienti: 400 g di Fontina, 4 rossi d'uovo, un bicchiere di
latte, un cucchiaio di farina bianca (facoltativo).
Preparazione: Tagliate a dadini la Fontina (che dev'essere a
temperatura ambiente) e mettetela in una casseruola con la
farina; mescolate bene con un cucchiaio di legno e
aggiungete il latte freddo. Dopo aver mescolato
accuratamente il tutto, lasciate riposare per un po' (meglio se
per alcune ore). Fate cuocere il preparato a fuoco moderato,
mescolando sempre con il cucchiaio di legno e facendo
attenzione che la Fontina non bolla. Quando la Fontina sarà
sciolta, togliete la pentola dal fuoco, aggiungete i tuorli d'uovo
e amalgamate con l'aiuto di un frustino. Rimettete la
casseruola sul fuoco (senza superare i 60-70°) e, quando la
fonduta sarà diventata vellutata, servitela in piatti fondi molto
caldi. Accompagnate con fettine di pane tostate o crostini fritti
nel burro.
Potete utilizzare la fonduta anche per riempire i vol-au-vent,
per condire la polenta, il riso bollito, gli gnocchi o per
insaporire le verdure. Vi consigliamo di provarla con gli
asparagi, con gli spinaci o con i cavolfiori.
CARBONE DELLA BEFANA
Un dolce speciale per la festa dell' Epifania: il carbone della
Befana. Dedicato a buoni e cattivi!
Ingredienti: 1 Kg di zucchero semolato; 300 g di acqua;
uova; colorante naturale nero
Preparazione: Fare bollire 1kg di zucchero con 300 g di
acqua fino allo stadio di caramello e mettere del colorante
nero. Preparare il bianco d'uovo e lo zucchero a velo
aggiungere al preparato di prima e spegnere il fuoco.
Appena duro rompere a pezzetti.
10
Ingredienti:
Per la pasta: farina g 500; zucchero g 100; burro g 100;
lievito di birra g 25; un quarto di latte; tre uova; un limone;
sale.
Per il ripieno: frutta secca (nocciole e noci sgusciate,
mandorle) g 350; zucchero g 200; burro g 80; cinque
uova; uvetta sultanina g 80; un quinto di panna liquida; un
limone; un pizzico di cannella in polvere; due bicchierini di
Rum.
Preparazione della pasta: mettete in una ciotola il lievito,
fatelo sciogliere in poco latte tiepido, unitevi lo zucchero e
un pizzico di sale.
In un’altra terrina mettete la farina, aggiungete il composto
con il lievito e il latte sufficiente per impastare, raccogliete
l’impasto a palla, copritelo e fatelo lievitare in luogo tiepido
finché sarà raddoppiato di volume.
Riversatelo sulla spianatoia e incorporatevi i tuorli, il
rimanente latte, il burro ammorbidito e la buccia di limone
grattugiata.
Impastate, poi raccogliete la pasta a palla, praticate sulla
superficie un taglio a croce e rimettetela a lievitare finché
sarà raddoppiata di volume, quindi impastatela
nuovamente e rimettetela ancora a lievitare.
Preparazione del ripieno: se le nocciole non sono già
sbucciate fatele tostare in forno, poi strofinatele contro le
maglie di un setaccio per eliminare la pellicina, sbucciate
anche le mandorle e tritate tutta la frutta secca comprese
le noci.
Ammollate l’uvetta nel Rum.
Mettete in una terrina il burro a pezzetti con 50 grammi di
zucchero e lavorate con un cucchiaio di legno.
Sbattete a lungo quattro tuorli con il resto dello zucchero e
uniteli al burro.
Montate la panna, aggiungetela al composto al quale
unirete anche qualche pizzico di cannella, poca buccia di
limone grattugiata, l’uvetta sgocciolata e metà della frutta
secca tritata.
Montate a neve quattro albumi e incorporateli per ultimo al
composto.
Riprendete la pasta, lavoratela ancora per pochi minuti e
stendetela.
Dividetela in due rettangoli della lunghezza della placca
del forno, stendetevi sopra l’impasto ottenuto e
spolverizzate con la rimanente frutta secca tritata.
Arrotolate i rettangoli per il lungo, lucidateli con un uovo
sbattuto e poneteli sulla placca imburrata del forno,
teneteli fuori al forno ancora una decina di minuti, poi
infornate alla temperatura di 190°C per un’ora circa.
Accompagnate questa torta con vino dolce.
Parola e Voci
Pagine dei Lettori
Desidero fare una mia introduzione alla spazio dedicato alle riflessioni personali. Questa rubrica è nata per sottoporre al
parroco e/o alla redazione delle domande o “lettere aperte” su tematiche ritenute importanti dai lettori. Ritengo
indispensabile chiedere a tutti un certo stile di proporsi o di rispondere, affinché questa pagina sia luogo di incontro e non
di scontro tra idee diverse, una sorta di “piazza” dove ci ritroviamo e ognuno esprime la sua opinione, senza pretesa di
rispondere agli altri o peggio ancora trasformare questo prezioso strumento in un “campo di battaglia”, lasciando a tutti la
libertà di ascoltare e riflettere e eventualmente aggiungere la propria idea al riguardo. Desideriamo che “Parola e voci” sia
strumento di confronto e di unione, di diversità che mettendosi in dialogo diventano una ricchezza per tutti.
10 GENNAIO 2005 – ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SUL FUMO
E’ trascorso un anno da questa data che ci ha cambiato la vita; in meglio per chi, come me, non fuma e, da anni aveva
intrapreso una crociata contro il fumo ed i fumatori, ed in peggio per i fumatori, che hanno avuto bisogno di una legge per
capire che i non fumatori erano stanchi di questa situazione paradossale. Infatti, pur sapendo che il fumo provoca gravi
malattie, i fumatori non rinunciavano a fumare in presenza degli altri anzi, quasi quasi, si divertivano e ti beffeggiavano
quando gli facevi notare che tu, non fumatore, non avevi piacere di vivere in un ambiente malsano.
In questo anno, finalmente, siamo potuti ritornare a bere un caffè al bar senza l’assillo di vederci accendere una sigaretta
sotto il naso, nonostante ci fossero dei bambini piccoli, o siamo potuti ritornare al ristorante riassaporando il profumo del
cibo e non quello della nicotina, siamo andati a lavorare, senza dover litigare con il collega che non capiva (o meglio
faceva finta di non capire) che anche il fumo passivo fa male; insomma siamo tornati a respirare.
E’ vero che anche lo smog, i gas di scarico e l’inquinamento nuocciono alla salute ma noi abbiamo la fortuna di non abitare
in una grande città o in un centro cittadino, dove il problema è maggiormente sentito, e poi cosa dobbiamo fare, continuare
a rovinarci con le nostre mani, o meglio con i nostri fumi? Perché non cercare di migliorare la qualità della nostra vita? Non
me ne vogliano i fumatori ma ringraziamo il Ministro che è riuscito a far approvare una legge sulla quale si è discusso molti
anni, ma che non sarebbe stato necessario approvare se solo avessimo usato intelligenza, educazione e rispetto per gli
altri. ( M.D.L. )
I NUOVI ANALFABETI
Sentire parlare di analfabetismo ai giorni nostri sembra anacronistico. Impossibile non saper leggere e scrivere,
colpevole non aver fatto nulla per superare questo scolglio. Questi, forse, i pensieri che vengono in mente quando
si leggono le statistiche percentuali di nostri connazionali in queste condizioni di disagio.
Comunque è una condizione che non ci riguarda: noi sappiamo leggere, scrivere, fare di conto e ......e forse
qualcosa di più. Poi sfogliando un qualsiasi giornale, vediamo la pubblicità di un computer portatile, un cellulare e
scorrendo tutte le caratteristiche tecniche, le potenzialità, le funzioni ci accorgiamo di non capirci niente, di non
saper leggere le informazioni che ci vengono date con un linguaggio che non riusciamo a decodificare:
All'improvviso realizziamo che il concetto di analfabetismo riguarda anche molti di noi, i nuovi analfabeti
informatici.
Devo dire che io faccio molta fatica a mettermi davanti al computer a leggere quelle schermate anonime,
schematiche; la tastiera mi intimorisce, ho paura di pigiare un tasto di cui non conosco la funzione e annullare,
cancellare tutto irrimediabilmente.
Temo mille fregature telematiche di addebiti inconsapevoli, di virus che devastano i programmi....insomma le
tipiche paure dovute all'ignoranza e che quindi può essere dominata solo dalla conoscenza che fornisce gli
strumenti per governare tutti questi eventi paurosi.
Ma in fondo, penso, io potrei benissimo fare a meno del computer, vuoi mettere un bel libro, carta, penna,
cancellare, riscrivere rileggere, sottolineare, soffermarsi a riflettere su una frase, una parola, cioè avere a che fare
con la consuetudine delle cose che conosci già. Sicuramente in tutto questo c'è una componente di pigrizia
mentale per l'apprendimento del Nuovo che sicuramente non è tutto positivo e di cui ci sarebbe tanto da dire
riguardo all'inaridimento dei rapporti interpersonali che sicuramente il computer non favorisce. Ma, a prescindere da
questo, è necessario prendere consapevolezza del fatto che è indispensabile fare i conti con questa realtà, perché,
purtroppo presto, molto presto, non riusciremo più a capire ed a entrare in contatto con il mondo esterno. Ci
saranno precluse molte possibilità e saremo anche nell'impossibilità di assolvere ad alcuni obblighi di tipo fiscale
(dichiarazione dei redditi ) o ad usufruire di servizi accessibili solo on-line.
Anche il linguaggio sta cambiando, nuove parole provenienti da questo mondo sono diventate di uso comune ed è
necessario conoscerle. Non c'è niente da fare bisogna affrontare il problema e cercare di risolverlo: è mica
disponibile qualche esperto informatico di buona volontà per fare un piccolo corso in Parrocchia ? (Angela)
11
Parola e Voci
DIALOGANDO CON IL DON
Carissimo don Damiano, mi rivolgo a te in questo momento così importante per la nostra parrocchia e, come
penso, anche per te personalmente.
Dopo aver ringraziato Dio che ti ha inviato in mezzo a noi, anche perché sono sempre più convinto che tu sei il
pastore giusto per la nostra comunità, vorrei incoraggiarti a prendere serenamente le tue decisioni, ricordandoti
ancora una volta che, qualunque esse siano, ci sarà sempre qualcuno che ne rimarrà scontento.
Questo, purtroppo, è insito nella natura del genere umano.
Tranquillo! So che Dio è con te e ti illuminerà. Ho seguito in diverse riunioni la tua disanima della situazione
della nostra comunità che condivido al cento per cento e questo mi ha portato a rileggere la nota pastorale della
Conferenza Episcopale Italiana del 2004, dove il punto di partenza non è la ripresa della fede ma la sua
rifondazione. E questa, mi sembra di aver capito, è anche la nostra esigenza. A questo proposito, e con l’unico
scopo di esserti in qualche modo di aiuto, credimi, vorrei riportare, qui di seguito, alcune frasi di tale nota:
- Se prima il territorio viveva all’ombra del campanile, oggi è la parrocchia a doversi situare nei diversi territori
della gente, per capirne i problemi e le possibilità.
- La presenza della parrocchia nel territorio si esprime anzitutto nel tessere rapporti diretti con tutti i suoi
abitanti, cristiani e non cristiani, partecipi della vita della comunità o ai suoi margini.
- La parrocchia deve fuggire la tentazione di chiudersi in se stessa, paga dell’esperienza gratificante di
comunione, che può realizzare tra quanti ne condividono l’esplicita appartenenza.
Con lo stesso scopo vorrei riportare alcuni pensieri di Giovanni Paolo II nel suo “Alzatevi, andiamo!”, che mi
hanno colpito molto:
- La catechesi deve nascere sia dalla riflessione sul Vangelo sia dalla comprensione delle cose di questo
mondo. Bisogna comprendere le esperienze degli uomini e il linguaggio con il quale essi comunicano tra loro.
La catechesi è amore e responsabilità e deve porre sempre al primo posto l’uomo. Cristo è il simbolo della
sollecitudine del Pastore per ogni pecora, piena di pazienza, quanta se ne richiede per raggiungere il singolo
uomo.
- I laici possono realizzare la propria vocazione nel mondo e raggiungere la santità, trasformando in preghiera
la loro quotidianità.
- Gli esercizi spirituali sono una grossa opportunità per incontrare Dio e mettersi in ascolto di Lui soltanto.
Proprio per questo non si deve far pressione su qualcuno ma destare in lui il bisogno interiore di una simile
esperienza.
- (G.V. 10,4-5,16) Le pecore non seguono un estraneo, perché conoscono la voce del loro pastore. Egli tuttavia
sa di avere altre pecore che non sono del suo ovile. Anche quelle egli deve condurre.
Come ho già avuto modo di dire in alcune riunioni, io penso che una comunità, per essere tale, deve percorrere
un’unica strada. Una strada magari con diverse corsie, che permettano ad ognuno di sfruttare la propria
velocità, ma con una sola corsia di emergenza e, soprattutto, con tante aree di sosta comuni. Come è
possibile aiutare a rialzarsi colui che inciampa e cade, se camminiamo su strade diverse, anche se parallele?
Quanta gente non incontreremmo mai? Per quanta gente non saremmo mai né testimoni né missionari? A ben
pensarci, mi sembra che fino ad oggi è successo proprio questo nel nostro amato paese. Troppo spesso ci
siamo riconosciuti in gruppi e gruppetti, parrocchiali e non, ritrovandoci a percorrere strade diverse, anche se a
volte sembravano tendere alla stessa meta.
Si! Penso proprio che ci voglia un’unica strada, che abbia come pavimentazione tutti i valori cristiani come
l’amore, l’amicizia, la fratellanza, la giustizia, il rispetto, l’umiltà, l’accoglienza. L’accettazione del diverso, la
carità, la condivisione.
In fondo non ho ancora ben capito se sono la fede e la preghiera i mezzi necessari per comprendere e vivere
tali valori, o se sono loro a far maturare la nostra fede.
Non vorrei essere nei tuoi panni,Don, credimi perché capisco benissimo che un conto è dire che ci vorrebbe
un’unica strada e un altro conto è riuscire a realizzare una strada dove si possa camminare tutti, cristiani,
cristiani all’acqua di rosa come me, e non cristiani.
So che tu ci proverai! Ecco perché posso dirti in tutta franchezza che qualunque siano le decisioni che
caratterizzeranno la tua linea pastorale, tu sei e rimarrai sempre il mio pastore. Ciao Paolo
12
Parola e Voci
FAMIGLIA CRISTIANA
Chi non conosce almeno il titolo di questa rivista?
E’ stata quasi sempre presente nella mia vita, come credo anche in quella di molti di noi.
Ricordo quando, da piccolo, la trovavo in casa dei miei nonni: era una presenza fissa, fedele,
affascinante.
In quel periodo nelle case entravano poche riviste, ancor meno quotidiani e perfino scarsi libri. La TV
poi era alle prime armi e, al mio paese, non era presente in nessuna casa privata; chi la voleva vedere
andava o in canonica dal prete o al bar. Mi è sempre ben presente il ricordo, in modo particolarissimo,
della trasmissione “Lascia o raddoppia” con un giovane Mike Buongiorno che è ancora sulla breccia.
Quando, coi miei genitori, entravamo nella sala TV della canonica, bisognava mettere nella cassettina
all’ingresso un’offerta (se non sbaglio, si mettevano 10 lire!).
Ma la TV non era per tutte le sere; invece tutti i giorni andavo dai miei nonni (io abitavo in fondo e loro
in cima al paese) perlopiù accompagnato da mia madre. Che semplici ma dolci ricordi!
Si dà per scontato che si andava a piedi, parlando fra noi, salutando i paesani che si incontravano.
L’illuminazione pubblica era molto scarsa: pochi e radi lampioni illuminavano stancamente una strada
che si conosceva peraltro a memoria. A causa della scarsa luce artificiale era perciò molto ben visibile
la luna e il cielo stellato: mi affascinava lo spettacolo del cielo. Nelle serate terse la luna brillava di una
luce più che sufficiente a rischiararci il cammino ed io mi occupavo sovente a contare le stelle. Al
braccio di mia madre, camminavo con la testa per aria per contarle o anche (ma questo a mia madre
non lo dicevo) mi divertivo a chiudere gli occhi e a camminare così, senza veder nulla, facendomi
guidare dal braccio sicuro ma inciampando ad ogni piè sospinto, coi relativi brontolii “Ma che fai?!
Guarda dove metti i piedi!”.
Dalla nonna gli adulti parlavano ed io, per lo più , leggevo Famiglia Cristiana. Per la verità più che
leggere gli articoli che mi apparivano noiosi, ammiravo i disegni e le foto che mi aprivano un po’ il mio
piccolo mondo.
Quando, da adulto, ho ritrovato Famiglia Cristiana mi è sembrato di ritrovare qualcosa di familiare, una
cosa – oserei dire: una persona – cara.
Non ho più smesso di leggerla. Mi informa, mi istruisce, mi accompagna, mi presenta le cose e le idee
da un punto di vista chiaramente di parte (il titolo è tutto un programma!) ma è una parte e una visone
che mi conviene, che condivido.
Non sempre, è vero, sono pienamente d’accordo con tutti i contenuti e le opinioni espresse. La trovo
però sempre una rivista stimolante, che pone delle domande e che ti invita a riflettere. Addirittura
talvolta la trovo fin temeraria: capisco che può spiazzare qualche persona e può suscitare qualche
perplessità ma non è certo per questo che l’abbandono per legger le “Novello duemila o tremila”. Con
ciò, non voglio condannare o criticare chi legge anche queste riviste di pura evasione, capita anche a
me; voglio dire che se una persona, una famiglia, vuole avere uno spunto o una provocazione dal
punto di vista cristiano non può fare a meno di leggerla.
Un mio collega, professore di scuola media, nelle serate del festival di Sanremo mi chiese, due anni or
sono, come avevo passato la serata, aggiungendomi che lui aveva stancamente seguito il festival; ad
un mio sguardo perplesso aggiunse: “D’altronde che altro si poteva fare?”. Mi è venuta immediata la
risposta: “Io ho letto Famiglia Cristiana!”. Non vi dico la faccia che ha fatto quando gli ho assicurato
che era una battuta: era vero!.
Dimenticavo di dire che questo professore è un laico orgoglioso di esserlo e un “mangiapreti” convinto.
Da allora non mi ha più chiesto come passo le serate.
La conclusione è scontata: leggete Famiglia Cristiana
13
Parola e Voci
Un ripasso di Educazione Civica e…Stradale
Vi sarà capitato che qualcuno si apassato con il ROSSO proprio davanti a voi mentre percorrevate la strada al
VERDE ? Putroppo molti potrebbero dire di percorrerle sempre al…verde, ma qui si parla del VERDE di un
semaforo! A me è capitato.
Cosa fare in questi casi? La risposta più conveniente sarebbe far finta di nulla e proseguire per la propria
strada. A me non è, tuttavia riuscito ed ho detto a colui che mi è passato sotto il naso con il rosso: “….Lei è un
incivile! ” . Non ci crederete si è pure offesso: “Io non l’ho offesa perché mi offende?”.
Prima di tutto il suo comportamente ha offeso la comunità che, essendosi data delle regole, è offesa dal non
rispetto di queste regole. Secondariamente, come definire una persona dal simile comportamento ? Minimo
come un incivile, se non proprio un criminale.
Allora ripassiamo alcune cose da non dimenticare per mostrare buon senso civico e rispettare le regole del
codice stradale:
1) Percorrere la propria corsia di marcia mantenendo strettamente la destra;
2) Non occupare l’incrocio se davantoi la file è ferma, non permetteresti a chi arriva di passare ed
aumenteresti solo la confusione che sulle strada è già tanta;
3) Se davanti hai un mezzo più piccolo, ad esempio una bicicletta, un motorino, non pensare di poterti
spostare liberamente senza tener conto di chi proviene dalla direzione opposta e che ha precedenza;
4) Dai la precedenza ai pedoini che attaversano le strisce pedonali rallentando e fermandoti qualche
metro prima, almeno un paio di metri prima;
5) Se un mezzo è parcheggiato sulla careggiata devi rallentare perché il restringimento di corsia non ti da
diritto a occupare parte dell’altra corsia;
6) Non sostare sulle strisce pedonali e pensa che potrebbe arrivare una persona che con scarsa mobilità
o una persona con una carrozzina, ecc. alla quale creeresti un problema;
7) Non parcheggiare dove sai di non poterlo fare, non pensare alla multa, pensa piuttosto ai disagi che
causi agli altri: vi è sempre una ragione per avere posto un divieto di parcheggio;
8) Se il semaforo è rosso è inutile sorpassare chi ti sta davanti, tanto dovrai fermarti: sorpassare significa
solo consumare carburante e freni… inutilmente;
9) Non usare il telefono in macchina: non perché se sorpeso ti tocca una multa e la perdita di punti sulla
patente, il motivo è molto più semplice: diventi pericoloso per gli altri oltre che per te stesso e per chi è
in macchina con te. La diostrazione in auto può essere fatale.
10) Modera sempre la tua velocità: la vita ti è stata donata. Se non vuoi far buon uso del tuo dono almeno
preoccupati di non danneggiare chi invece ne vuol far buon uso;
11) Non costringere coloro che usano le moto a passarti sulla destra: se lo fanno è perché sei proprio
vicino alla linea di suddivisione della careggiata, ricordati che devi stare a destra;
12) Se devi svoltare a sinistra, fallo solo se ti è consentito: se è presente la doppia striscia continua NON
PUOI FARLO anche se ti sembra che la strada sia libera;
13) La musica a tutto volume in macchina, e di più anche, non è un segno di civiltà o di superiorità: è solo
indice di maleducazione. Pensa solo ai tanti ai quali non piace il tuo genere di musica. Perché
costringerli ad ascoltarlo ? Ma questo comportamento è anche pericoloso perché ti distrae dalla guida
e non ti lascia sentire i segnali acustici della strada o quelli di emergenza;
14) QUANDO SENTI UNA SIRENA (ambulanza, polizia, vigili del fuoco, ecc.) non immobilizzarti come un
salame ma fa la cosa più giusta: spostati a destra più che puoi, se non hai spazio a destra accelera un
poco e spostati un po’ più in la, l’importante è n on creare condizioni di ingorgo che potrebbero
risultare fatali gli sfortunati che contano sulla rapidità di quel mezzo di emergenza;
Vi sarebbero mille altre avvertenze, come ad esempio non usare gli abbaglianti o i fari fendinebbia e
retronebbia quando non consentito, ma varrà per tutte le circostanze una considerazione fondamentale:
NON FARE AGLI ALTRI CIO’ CHE DESIDERI NON VENGA FATTO A TE STESSO
Non è richiesto niente di straordinario, solo di comportarsi con educazione e con senso civico. (gmc)
14
Parola e Voci
Questo mese
Il Personaggio del mese: PITAGORA
1 x 1 = 1 ;…8x8 = 64 … etc. Ricordate la tabellina Pitagorica ,che ossessione impararla. Forse oggi
non si usa più studiarla , si usa la calcolatrice!
Ma chi era Pitagora.Sembra sia nato 600 anni prima di Gesù, studiò in Egitto,ed imparo la filosofia, e
la matematica. Ritornato in Patria vi trovo un tiranno e decise di venire a Crotone che allora era una
colonia Greca.Con altri formo una comunità con fini morali e religiosi.Non si sa molto di lui solo che
era filosofo , matematico e geniale. Il suo motto era che le cose sono numeri. Bello il suo concetto di
punto e della diversità intrinseca degli stessi a seconda della materia a cui si riferiscono. Nasce cosi
il concetto di fisica matematica.. Fu il primo ad elevare la matematica al disopra delle necessità
commerciali facendone pura scienza.
Grandi sono i teoremi che egli e la sua scuola ci hanno lasciato e che noi adesso studiamo senza
sapere da quanto tempo esistono e chi li ha enunciati. Cito ad esempio, il teorema dei triangoli
rettangoli, La somma degli angoli interni di un triangolo,la costruzione delle figure cosmiche, etc.
Sarebbe molto bello che nelle scuole gli insegnanti accanto alla nozione arida avessero la pazienza
di avviare i ragazzi a chiedersi il perché ed il chi è stato. Dando cosi luogo alla crescita della curiosità
e soprattutto facendo capire con riferimenti all’uso quotidiano a che cosa serve quello che studiano
o nel campo matematico e delle scienze in senso generale. La Storia ci insegna che generalmente le
grandi esperienze matematiche sono avvenute in un contesto di carattere fiolosofico o addirittura ne
sono diventate l’ espressione tangibile. La espressione pratica e tangibile della filosofia è la scienza
che si chiama Analisi infinitesimale , nata appunto con Pitagora.
Pitagora morì sembra a settanta anni.
Il libro del mese
UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA di Tiziano Terzani
Ho scoperto questo autore circa 10 anni fa leggendo per caso un suo libro dal Titolo ”Un indovino mi
disse” cronaca di un anno vissuto viaggiando in Asia senza mai prender aerei per evitare le possibili
nefaste conseguenze di una profezia. Rimasi impressionato dalla sua facilità di espressione anche
nel descrivere sensazioni ed emozioni profonde. Viaggiavo con lui. Incuriosito ho letto altri suoi libri,
non ne ha scritti molti forse meno di dieci. Tutti caratterizzati dalla narrazione delle sue esperienze
non solo professionali, e non romanzi ma saggi e cronache. Egli era li presente e non riferiva di fatti
o esperienze altrui. Uno dei pochi giornalisti italiani coerente nelle scelte di vita e capace di una
crescita interiore davvero straordinaria , direi aperta alla spiritualità intima del creato.
Un altro giro di giro di giostra è l’ ultimo libro , che racconta la sua preparazione al grande viaggio .
Nel suo viaggiare alla ricerca di una guarigione nei suoi incontri racconta come ogni cultura ha il suo
modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore. Cosi, si avvicina alla
omeopatia, alla medicina tibetana, cinese, ayurveda,qi gong, etc . Nella presentazione di copertina si
legge ” Alla fine il viaggio esterno si trasforma in un viaggio interiore, un ritorno alle radici interiori dell’
uomo ……” Terzani arriva alla conclusione che si tratta soprattutto di esser in armonia con se stessi ;
che si tratta di saper guardare il cielo ed esser una nuvola, che si tratta di ”sentire la melodia“
La cura di tutte le cure è quella di cambiare punto di vista, di cambiare se stessi e con questa
rivoluzione interiore dare il proprio contributo alla speranza in un mondo migliore…” Un bellissimo
libro anzi tanti libri assieme.
15
Parola e Voci
La pagina della Redazione
IMPORTANTE
Se volete pubblicare vostri articoli sul giornalino, e non sapete a chi consegnarli, metteteli nella
cassetta “POSTA GIORNALINO” che da fine Gennaio troverete al fondo della chiesa, vicino a quella
delle missioni. Se non vi sentite portati a scrivere l’articolo è sufficiente una traccia, l’esposizione dei
fatti, la notizia, una ricorrenza , lo stato della frazione e quanto altro che possa essere di interesse:
alla stesura penserà la redazione.
In tale cassetta potrete metter anche le Vostre opinioni sul giornalino e quanto altro vi interessa far
sapere per essere pubblicato. Unica richiesta mettete sempre il vostro nome e telefono.
Raccomandiamo di NON METTERE SOLDI, la cassetta è aperta. Se volete fare delle offerte
lasciatele nella buca della Stampa indicando , se avete da scrivere, che sono
per il giornalino.
Nuove Iniziative: avete avuto modo di partecipare ad una caccia al tesoro?
NO? Allora potrete partecipare alla CACCIA AL TESORO che stiamo
organizzando per la metà di giugno. Lo scopo della caccia, oltre che
naturalmente trovare il tesoro, contribuire alla raccolta di fondi per la nostra
Parrocchia nel Burkina Faso. Per l’organizzazione ci stiamo attrezzando. Per i
premi premi pure …e donazioni in tal senso saranno gradite ed accettate. Nel
frattempo potete diffondere la notizia.
MOSTRA DI ARTE VARIA
Poiché sappiamo che nella nostra frazione ed in quelle della unità
pastorale ci sono molte persone che si dedicano all’arte ed alla
fotografia, vorremmo organizzare per inizio estate una mostra di arti
visive, quali pittura, scultura, fotografia e realizzazioni varie. Il soggetto è
a tema libero ma ciascuno tenga conto delle finalità della mostra e dei
luoghi in cui svolgerà.
Questo per dare luce a quanto ognuno di noi tiene nascosto nel
cassetto, ma anche e soprattutto per dare stimolo a tutti di avvicinarsi
all’ arte nelle sue varie forme.
La manifestazione, inoltre, ci permetterà di raccogliere fondi per la nostra Parrocchia in Burkina Faso
mettendo all’asta un’opera per ciascun autore che parteciperà alla manifestazione.
* A.A.A. Cercasi collaboratori
Coordinatore: Angelo Arnaboldi
Sede: c/o la parrocchia
SITO INTERNET:
www.pastorale.it
Per scrivere alla redazione o inviare materiale da pubblicare via e-mail: o [email protected]
tramite FAX al numero 0584 44442
I Vostri contatti in Redazione:
-
don Damiano – 333 6348358
Angelo – 0584 99050
Antonella - 347 5601966
Giorgio Marraccini - 0584 99481
Mauro – 339 3963121
-
16
Giorgio Paolini – 349 6172082
Gualtiero – 0584 996753
Mara - 333 4987238
Paolo - 393 5055222
Scarica

parola e voci - Zona Pastorale Camaiore