La Compagnia Ilaria Drago presenta L’inquietudine della bestia scritto, diretto, interpretato da Ilaria Drago voce e percussioni Danila Massimi musiche e ambienti sonori Marco Guidi danzatrice Alessandra Cristiani con le opere di Rossana Borzelli Una performance rovente e sensuale fatta di assenze e presenze, di parole che intrecciano corpi e voci che cantano l’amore nelle sue infinite forme. Una performance dedicata alla poesia, che proietta in un bosco di volti metallici di donne, opere dell’artista Rossana Borzelli. Una performance dove un magma al femminile si rigira in corpo, folle e sanguigno, e sfugge poi dalla bocca come verso detto, ringhiato, cantato, sussurrato. Tratta dall’ omonimo libretto di poesie edito da Nemapress, “la poesia di Ilaria è densa e compatta, abbagliante e sincera, fin troppo sincera, e ciò disturba, perché chi legge vorrebbe abbracci e carezze. Ilaria invece fa spalancare gli occhi e sanguinare il cuore, spalancare finestre e balconi e, proprio perché ha un sacro rispetto della persona, non veste di stracci i sentimenti, ma li dichiara, fino a farli diventare una spada che squarcia le carni, una urticante spina che fa dire sempre la verità.” Dante Maffia Il libro è vincitore del Premio Internazionale di Poesia Premio13 (Campidoglio 2013) e del Premio Internazionale di Poesia Roberto Farina 2014 Inquietudine della bestia, Nemapress 2013 , Prefazione Dante Maffia 1 febbraio 2013, la raccolta inedita vince il Premio Internazionale di poesia Premio13, organizzato dal Centro Poesia di Roma e si aggiudica la pubblicazione con la Nemapress di Neria De Giovanni. Premiazione in Campidoglio. Giugno 2013, esce il libro pubblicato da Nemapress. 7 dicembre 2013, presentazione alla Fiera del Libro di Roma – Sala Corallo - Palazzo dei Congressi, Roma 20 gennaio 2014, presentazione Sala del Carroccio Campidoglio di Roma. 27 aprile 2014, presentazione presso Auditorium Lippiello di Mestre organizzato da Teatro Infolle e Bellezza&Cultura 1 giugno 2014 "L'inquietudine della bestia" si aggiudica la XII Edizione del Premio Internazionale di poesia "Roberto Farina". Roseto Capo Spulico. Motivazione della giuria: "Poesia intensamente vitalistica, quella di Ilaria Drago, asservita alla fedeltà etica del suo dettato,rigorosa e sincera fino allo spasimo, immersa nelle dinamiche pulsionali e ondivaghe di una parola "terrigna" e a un tempo uranica, che si fa carne, sangue, ombra, mistero, potenza e presenza di metamorfosi. L'inquietudine della bestia è uno psicodramma esoterico in 66 stazioni liriche articolate sul proscenio interiore di una "pazza a sonagli" che si abbandona senza freni alla pronuncia interiore della verità. La bestia che le "esce dalla gola" è lo stesso demone che la spinge da dentro, e la plasma, la espande, la fa artista. Le parole urgono di fuoco ma scavano la via sinuosa dell'acqua, raccogliendo tutto il miele e il veleno della nostra condizione. E' il teatro del sé che si fa mondo: il soggetto, intriso di imperfezione, oltrepassa i suoi molteplici impacci – come in un travaso alchemico di energie – nell’unità dinamica del suo ritmo cosmico fondamentale, oltre il precordio palpitante e primitivo delle sillabe perdute, giù, giù, nella profondità, attraverso le più oscure dimensioni, fino alle sorgenti limpide dell’Essere: nella terra di tutti e di nessuno,dove rinascere, e ricomporsi nuovi. Sono poesie affamate e allucinate, che scardinano schemi e fanno esplodere convenzioni, e ringhiano, e tuonano, squarciano, schiantano, accoltellano, oscillando "fra incanto e sfinimento" per tradurre in conoscenza metafisica la lingua muta dei corpi, degli eventi, delle trasformazioni. Il poeta è lo sciamano degli scambi paradossali, martire e carnefice della materia, dove cerca "allacci di magia" da cui possa scaturire una scintilla non illusoria di rivelazione. Ilaria Drago la bestia della Poesia ce l'ha fin dal cognome, ed è una bestia che unisce l'uccello al serpente, il fuoco dell'aria a quello della terra primordiale; ma nel suo nomen c'è anzitutto un omen luminoso di gioia, che la rende come Giordano Bruno - "in tristitia hilaris", capace cioè di estrarre l'oro dal piombo, il cielo dalla carne, la luce dalla tenebra più nera. Ed è proprio questo, in sintesi estrema, il percorso spirituale di cui il libro reca esemplare, straordinaria testimonianza. Marco Onofrio.