Le imprese vittime di criminalità in Italia A cura di Giulia Mugellini Scritto da Giulia Mugellini e Stefano Caneppele Con il coordinamento scientifico di Ernesto U. Savona Transcrime Report n. 16 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Transcrime Report n. 16 TRANSCRIME – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO E UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Le imprese vittime di criminalità in Italia LUGLIO 2012 © 2012 – Tutti i diritti riservati a Università degli Studi di Trento ISBN 978-88-8443-428-9 ISBN 978-88-8443-429-6 (e-book) Collana Transcrime Reports Transcrime Report n. 16 Le imprese vittime di criminalità in Italia A cura di Giulia Mugellini Scritto da Giulia Mugellini (Introduzione, Parte 1, Capp. 1, 2, 3; Parte 2, Capp. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7) e Stefano Caneppele (Parte 1, Cap. 4) Con il coordinamento scientifico di Ernesto U. Savona Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Università degli Studi di Trento www.transcrime.it Progetto grafico e impaginazione Damiano Salvetti Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Università degli Studi di Trento Indice INDICE Il rapporto in sintesi ...............................................................................................................................1 Introduzione ............................................................................................................................................2 Ringraziamenti ........................................................................................................................................3 PARTE 1 I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE DI VITTIMIZZAZIONE SULLE IMPRESE ITALIANE ......5 1. I reati contro le imprese in Italia .......................................................................................................7 1.1 L’entità del fenomeno ....................................................................................................................7 1.2 L’incidenza e la concentrazione della criminalità ........................................................................12 1.3 Le caratteristiche dei reati ...........................................................................................................14 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia ......................26 2.1 Le caratteristiche delle imprese vittime di reato ..........................................................................26 2.2 Le caratteristiche degli autori di reato .........................................................................................29 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati .............................................................36 3.1 La soddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine ................................................36 3.2 La denuncia dei reati subiti alle Forze dell’ordine .......................................................................39 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in italia ...................................................................49 4.1 Il disordine fisico e sociale ...........................................................................................................49 4.2 La percezione del rischio criminalità ...........................................................................................54 4.3 La preoccupazione di subire un reato .........................................................................................58 PARTE 2 NOTA METODOLOGICA.......................................................................................................................61 1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione ..........................................................63 2. Lo strumento di rilevazione: il questionario ..................................................................................65 3. La tecnica per la raccolta dei dati ...................................................................................................67 4. Il disegno campionario ....................................................................................................................68 4.1 L’universo di riferimento ..............................................................................................................68 4.2 Il metodo di campionamento e la numerosità campionaria .........................................................68 5. La fase di raccolta dei dati ..............................................................................................................70 5.1 L’introduzione all’indagine ...........................................................................................................70 5.2 I solleciti .......................................................................................................................................70 6. L’imputazione delle mancate risposte parziali ..............................................................................71 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo ...........................................................................72 Glossario ...............................................................................................................................................75 Allegato..................................................................................................................................................76 Il rapporto in sintesi IL RAPPORTO IN SINTESI I NUMERI DELL’INDAGINE SULLA CRIMINALITÀ CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA 11.477 imprese italiane intervistate: la più estesa indagine di vittimizzazione delle imprese mai compiuta in Italia. 4 imprese italiane su 10 vittime di almeno un reato nei 12 mesi precedenti l’intervista: un tasso di vittimizzazione sette volte più alto rispetto a quello registrato dall’ISTAT per le persone (5,7%). Una media di 7 reati in un anno per ogni impresa vittimizzata: un valore tre volte superiore a quello registrato per le persone (2 reati in un anno per ogni individuo vittimizzato). Alberghi e ristoranti, altri servizi pubblici sociali e personali e Costruzioni, i settori più vittimizzati per reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata. Il 32,4% delle imprese italiane che ha subito almeno un reato lo denuncia alle Forze dell’Ordine. vittime di estorsione dichiara che il reato è stato commesso da gruppi di criminalità organizzata locale. Nelle regioni del Sud e delle Isole queste percentuali salgono rispettivamente al 51,9% e all’83,9%. Rapine più elevate al Sud con valori più che doppi rispetto al Nord Italia: 2,9% vs 1,2%; furti e atti di vandalismo più elevati al Nord. Il 6,6% e l’1,4% delle imprese che hanno subito estorsione e concussione denunciano alle Forze dell’Ordine. Reati potenzialmente riconducibili alla criminalità organizzata (intimidazioni e minacce, estorsione e concussione) concentrati sulle imprese del Sud Italia (8,1%), con tassi doppi rispetto al Nord (3,4%). Il 30% delle imprese percepisce un rischio criminalità molto o abbastanza elevato nella zona in cui opera. Al Sud Italia la percezione del rischio criminalità sale al 40,7%. Il 38,6% delle imprese è influenzato dal rischio criminalità nella propensione ad investire. Nelle regioni del Sud Italia si sale al 49%. Il 25,9% delle imprese vittime di intimidazione e minacce e il 77,5% di quelle 1 Introduzione INTRODUZIONE L’obiettivo di questo rapporto è di illustrare i principali risultati e la metodologia della prima indagine sulla vittimizzazione delle imprese in Italia. Tale indagine rappresenta la prima vera ricerca a livello nazionale su larga scala utile a stimare quanti e quali reati subiscono le imprese nel nostro paese. 1 È stata condotta da Transcrime per conto del Ministero dell’Interno nella Primavera/Estate del 2008, all’interno del progetto “Implementazione Analisi Criminale”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del 2 Mezzogiorno d’Italia 2000/2006” . È un’inchiesta di tipo campionario condotta a livello regionale e provinciale (al Sud Italia), che ha intervistato circa 11.500 unità con più di un addetto, rappresentative delle imprese di tutti i settori economici italiani. È la prima di questo tipo in Italia e la quarta, in ordine di tempo, in Europa dopo quelle realizzate in Inghilterra e Galles, Scozia e Olanda. Rappresenta la prima misurazione approfondita a livello nazionale, compiuta attraverso una fonte alternativa alle statistiche giudiziarie, delle diverse 1 Joint Research Centre on Trasnational Crime - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Università degli Studi di Trento. 2 (http://www.sicurezzasud.it/). 2 forme di criminalità convenzionale e non convenzionale contro le aziende. I dati ottenuti attraverso questo tipo di indagine aiutano a stimare il “numero oscuro” della criminalità e a far luce su alcune forme di criminalità non convenzionale e invisibile (come estorsione e corruzione) che spesso colpiscono le imprese ma che raramente vengono denunciate alle Forze dell’ordine. Rileva, inoltre, informazioni sulle caratteristiche delle imprese vittimizzate, sugli autori dei reati, sulla percezione del rischio criminalità, sui livelli di non denuncia e sulla fiducia nelle Forze dell’ordine. Può essere intesa come un completamento alle informazioni raccolte attraverso le indagini di vittimizzazione condotte dall’Istat sugli individui perché entrambe hanno rilevato i dati nello stesso periodo temporale (2008). Questo ha permesso la comparabilità delle informazioni e il confronto tra criminalità subita dagli individui e dalle imprese. Il rapporto si divide in due sezioni: 1) la prima si focalizza sui principali risultati dell’indagine; 2) la seconda descrive la metodologia attraverso cui è stata condotta l’indagine. Ringraziamenti RINGRAZIAMENTI Per la realizzazione di questo rapporto si ringraziano: • il Ministero dell’Interno per il supporto e la collaborazione forniti durante la fasi di progettazione e svolgimento dell’Indagine. In particolare, il dott. Enzo Calabria, la dott.ssa Maria Lodovica De Caro, la dott.ssa Eva Belli, il Colonnello Paolo Fantini, la dott.ssa Marina Contino, il dott. Michele Terrana e tutto lo staff del Servizio Analisi Criminale, dell’Ufficio di Statistica e dell’Ufficio Informatica del Ministero. • Il Professor Roberto Benedetti (Università di Chieti), il Professor Giuseppe Espa (Università degli Studi di Trento), il dott. Enrico Blanzieri (Università degli Studi di Trento) e il Professor Hans Schadee (Università Bicocca di Milano) per la collaborazione fornita durante le fasi di campionamento, raccolta e pulitura dei dati dell’Indagine. • L’ISTAT per il lavoro svolto durante la fase di campionamento dell’Indagine. In particolare, il dott. Manlio Calzaroni, la dott.ssa Linda Laura Sabbadini, la dott.ssa Danila Filipponi, la dott.ssa Simonetta Cozzi e tutto lo staff responsabile del database ASIA unità locali e del Laboratorio ADELE. • • Il Laboratorio CATI dell’Università di Trento, in particolare, il Professor Davide la Valle, il dott. Enzo Loner e il dott. Cristiano Santinello. Tutto lo staff di Transcrime che ha collaborato alla progettazione e allo svolgimento dell’Indagine, alla stesura del rapporto metodologico e alla revisione del presente rapporto. In particolare, il Professor Ernesto Savona, il dott. Francesco Calderoni, il dott. Stefano Caneppele, il dott. Andrea Cauduro, il dott. Andrea Di Nicola, il dott. Marco Dugato, il dott. Francesco Gosetti, il dott. Michele Riccardi e la dott.ssa Barbara Vettori. 3 Parte 1 PARTE 1 I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE DI VITTIMIZZAZIONE SULLE IMPRESE ITALIANE 5 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia 1. I REATI CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA Questo primo capitolo fornisce informazioni dettagliate riguardanti la frequenza e il tipo di criminalità contro le imprese in Italia. La criminalità contro le imprese rappresenta una grossa fetta della criminalità in generale e dei conseguenti costi economici e sociali che ne derivano. Dall’indagine di vittimizzazione sulle imprese condotta dall’Home Office nel 2002 risulta, infatti, che 7 imprese su 10 sono state vittime di almeno un reato nei 12 mesi prima dell’intervista. Dai risultati dell’indagine di vittimizzazione condotta sulle imprese italiane, nel 2008, emerge che quasi 4 imprese su 10 sono state vittime di almeno un reato nei 12 mesi precedenti l’intervista. Un tasso di vittimizzazione quasi dieci volte più alto rispetto a 3 quello registrato per le persone dall’Istat . I dati risultanti da questa prima indagine sulle imprese vittime di reato hanno permesso di stimare la frequenza con cui si verificano diverse forme di criminalità; dai furti agli atti di vandalismo, dalle truffe alle rapine, dalle intimidazioni e minacce ai reati di estorsione, concussione e usura. Inoltre, hanno permesso di identificare informazioni dettagliate sul dove, come, quando e da chi sono stati commessi questi crimini. Questo primo capitolo cerca quindi di stimare l’entità del fenomeno “criminalità contro le imprese” in Italia, analizzandone le diverse sfaccettature e focalizzandosi su singole fattispecie di reato. Il principale livello di disaggregazione territoriale utilizzato per l’analisi è quello delle ripartizioni o 3 Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza. macroaree geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole). Tale scelta è stata fatta per garantire un’adeguata numerosità campionaria per le analisi svolte e la comparabilità dei dati di questo studio con quelli sulla vittimizzazione degli inividui che presentano lo stesso livello di disaggregazione 4 territoriale . Alcune analisi sono state svolte a livello regionale per approfondire aspetti di particolare interesse per le regioni italiane. Altre analisi presentano, invece, una disaggregazione minore a causa della scarsa numerosità dei dati per specifiche variabili. 1.1 L’entità del fenomeno In Italia, circa 4 imprese su 10 sono state vittime di almeno un reato tra il 2007 e il 2008. Questo valore risulta essere quasi sette volte superiore rispetto alla criminalità contro gli individui, registrata dall’indagine di vittimizzazione Istat nel 20085 (circa 6 reati ogni 100 persone). 6 I tassi più elevati di vittimizzazione si registrano per i reati appartenenti alla cosiddetta criminalità 7 comune o convenzionale : circa 3 imprese ogni 10 sono state vittime di almeno uno tra i reati inclusi in questa categoria. Il reato più frequente è il furto (16,8%), seguito dagli atti di vandalismo (15,1%) e dalle truffe (7,6%). Anche il reato di contraffazione si presenta con una frequenza medio alta pari al 7,6% Meno di 5 imprese su 100 sono state vittime di almeno un reato tra intimidazioni e minacce, concussione e estorsione. 4 I tassi percentuali analizzati in questo rapporto si riferiscono ai dati pesati per i pesi di riporto all’universo (vedi Capitolo 7), le frequenze assolute non pesate, suddivise per ripartizione geografica, regione, settore economico e tipo di reato, sono presentate nell’Allegato al presente rapporto. 5 Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza. 6 Il tasso di vittimizzazione o tasso di diffusione (prevalence rate) rappresenta il rapporto percentuale tra il numero di imprese vittime di almeno un reato in un intervallo di tempo determinato e il numero totale di imprese rispondenti l’indagine. 7 Ai fini delle analisi presentate in questo rapporto, per Criminalità comune si intendono i reati di furto, truffa, atti di vandalismo e rapina. 7 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Tab. 1.1 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra ripartizioni geografiche e Italia. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa 8 zona . Anno 2008 Macrocategorie e tipi di reato Tasso percentuale di vittimizzazione ultimi 12 mesi Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA Criminalità totale 37,1% 37,2% 36,0% 35,9% 28,6% 36,0% Criminalità comune 32,8% 31,7% 30,9% 29,7% 23,9% 30,9% Furto 19,8% 17,6% 16,7% 13,2% 11,5% 16,8% Truffa 6,7% 6,3% 10,1% 9,0% 5,5% 7,6% Rapina 1,0% 0,7% 2,1% 3,2% 1,9% 1,6% Atti di vandalismo 16,1% 17,2% 12,7% 15,2% 11,5% 15,1% Criminalità organizzata 2,7% 3,6% 4,2% 9,1% 5,0% 4,5% Intimidazioni e minacce 1,7% 2,1% 1,9% 4,4% 2,1%, 2,3% Concussione 1,1% 1,4% 2,4% 5,2% 3,0% 2,3% Estorsione 0,1% 0,1% 0,1% 1,5% 0,8% 0,4% Contraffazione 6,8% 10,6% 6,8% 8,0% 4,0% 7,6% Reati informatici 5,8% 4,3% 4,7% 4,8% 3,8% 4,9% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Osservando i dati in tabella 1.1 si può notare come il Sud e le Isole presentino valori sotto la media italiana per quanto riguarda i reati in generale e i reati di criminalità comune. Tuttavia, i valori del Sud Italia risultano più del doppio della media italiana 8 8 per quanto riguarda i reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata. Nordovest e Nordest sopra la media italiana solo per i reati di criminalità comune. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.1 –Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto 9 tra ripartizioni geografiche e Italia. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 25,0% 19,8% 15,1% ITALIA 10,6% 5,8% 4,3% 4,7% 4,8% 3,8% 4,9% 0,1% 0,1% 0,1% 1,5% 0,8% 0,4% 4,0% 7,6% 6,8% 8,0% 6,8% 5,2% 3,0% 2,3% 2,3% 1,1% 1,4% 2,4% 0,0% 1,7% 2,1% 1,9% 1,0% 0,7% 2,1% 3,2% 1,9% 1,6% 5,0% 4,4% 5,5% 6,7% 6,3% 10,0% Isole 7,6% 10,1% 9,0% 12,7% 15,2% Sud 11,5% 16,8% 16,1% 17,2% Centro 13,2% 11,5% 15,0% Nord-est 17,6% 16,7% 20,0% Nord-ovest 0,0% Furto Truffa Rapina Atti di vandalismo Intimidazioni Concussione e minacce Estorsione Contraffazione Reati informatici Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Osservando le singole fattispecie di reato (Fig. 1.1), le più marcate differenze tra le diverse ripartizioni geografiche e la media italiana si riscontrano per i furti, le rapine e i reati di intimidazioni e minacce, concussione e estorsione. In particolare: I furti si concentrano nel Nord Italia; Le rapine, indicatori di reati violenti, sono molto più diffuse al Sud, con valori doppi rispetto alla media italiana. Una maggiore frequenza di rapine al Sud Italia è confermata anche dai risultati dell’indagine Istat 2008 sulla vittimizzazione degli individui: lo 0,8% degli individui intervistati al Sud Italia dichiara di aver subito almeno una rapina negli ultimi 12 mesi, 10 contro lo 0,4% di media italiana . 9 Intimidazioni e minacce, concussione ed estorsione si presentano maggiormente al Sud, con valori più che doppi rispetto all’Italia, e nelle Isole. Il reato di contraffazione è più frequente nel Nord-est Italia, zona in cui si concentrano molte aziende tessili delle più rinomate marche italiane. Stringendo il focus sulle regioni italiane, i tassi più alti di vittimizzazione si concentrano in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania. Queste cinque regioni sono tra le prime per numerosità di imprese presenti sul loro territorio e si può quindi supporre che presentino una maggiore concentrazione di potenziali target di reato. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 10 Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza, p. 4 9 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig.1.2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra regioni 11 italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 (quantili) Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Distinguendo tra reati di criminalità comune e reati 12 potenzialmente legati alla criminalità organizzata , emergono significative differenze tra le regioni italiane (Figg. 1.3 e 1.4). Per quanto riguarda le prime forme di criminalità, le regioni più a rischio, negli ultimi 12 mesi, risultano essere principalmente Piemonte, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lazio, Abruzzo e Campania. In queste regioni si concentrano soprattutto furti, truffe e atti di vandalismo. La figura 1.4, evidenzia invece la preponderanza di imprese vittime di reati potenzialmente connessi alla criminalità organizzata nelle regioni del Sud Italia. Calabria, Campania, Puglia e Lazio sono tra quelle che registrano le percentuali più elevate di imprese vittime di reati come intimidazioni e minacce, concussione ed estorsione. Calabria e Campania sono del resto tra i territori che più di altri negli ultimi anni hanno evidenziato una forte presenza di fenomeni criminali soprattutto legati al crimine organizzato. Ed è proprio in queste regioni che l’indagine registra le percentuali più elevate di imprese che dichiarano di aver subito intimidazioni e minacce ed estorsione da parte di gruppi di criminalità organizzata locale (il 71,7% in Calabria e il 60,8% in Campania per il reato di intimidazioni e minacce; l’85,3% in Campania e l’83% in Calabria per il reato di estorsione). È interessante però osservare come queste fattispecie di reato si trovino con valori elevati anche in regioni non comunemente riconosciute come ad alta presenza di criminalità organizzata, quali ad esempio il Lazio. Regioni del Nord Italia e in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna presentano valori medio alti per questi reati, a dimostrazione del fatto che la criminalità organizzata è presente anche tra le imprese operanti nelle regioni del Nord. 11 Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 12 Ai fini delle analisi presentate in questo rapporto, per Criminalità organizzata si intendono alcuni reati che, per le loro caratteristiche, possono essere potenzialmente legati alle attività della criminalità organizzata, come intimidazioni e minacce, estorsione e concussione. 10 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Figg. 1.3 e 1.4 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato di criminalità comune e imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato di criminalità organizzata negli ultimi 12 mesi. Confronto tra regioni 13 italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 (quantili) Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 13 Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 11 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia 1.2 L’incidenza e la concentrazione della criminalità Il paragrafo che segue si focalizza sull’incidenza del fenomeno criminalità contro le imprese (numero medio di incidenti per impresa rispondente) e sulla sua concentrazione (numero medio di incidente per ogni impresa vittimizzata). Quest’ultimo valore, in particolare, permette di quantificare i livelli di multi vittimizzazione tra le imprese italiane. Tab. 1.2 Indici di vittimizzazione tra le imprese in Italia. Anno 2008 Indici di vittimizzazione Tasso percentuale di 14 vittimizzazione 15 Incidenza ITALIA 36,0% 2,4 16 Concentrazione Tasso percentuale di multi 17 vittimizzazione 6,6 69,8% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime In Italia, tra il 2007 e il 2008, circa 4 imprese ogni 10 sono state vittime di almeno un reato. Nello stesso periodo si sono registrati, in media, circa 2,4 reati per ogni impresa intervistata (incidenza). Tra le imprese vittimizzate, il numero medio di incidenti subiti da ciascuna di esse è pari a 7. Questo valore è tre volte superiore rispetto alla criminalità contro gli individui: il numero medio di reati subiti per ogni 18 persona vittimizzata, infatti, è circa pari a 2 . La criminalità contro le imprese in Italia non è caratterizzata da singoli incidenti sporadici ma da una relativa concentrazione di reati sulle stesse aziende. Si registra infatti che, sul totale delle imprese vittimizzate, il 69,8% ha subito più di un reato nello stesso anno. Anche tra gli individui si registrano valori simili, leggermente inferiori, di multi vittimizzazione: il numero di persone che ha subito più di un reato è pari al 66,7%. E’ interessante segnalare che il 20% delle imprese più vittimizzate ha subito il 71% di tutti 19 gli incidenti di reato registrati . Il numero medio di reati subiti per impresa e i livelli di multi vittimizzazione variano di molto al variare della fattispecie di reato considerata. 14 Numero di imprese vittime di almeno un reato ogni 100 imprese rispondenti. 15 Numero medio di reati subiti da ogni impresa intervistata. 18 16 Numero medio di reati subiti da ogni impresa vittimizzata. Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza, p. 20. 19 Da notare che questo 20% è esattamente pari al numero di imprese vittimizzate che hanno subito, nel periodo considerato, un numero di reati superiori alla media (7). 17 Numero di imprese che ha subito due o più reati ogni 100 imprese vittimizzate. 12 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.5. Livelli di incidenza e concentrazione della criminalità sulle imprese in Italia. Confronto tra fattispecie di reato. Anno 2008 8,0 INCIDENZA 7,50 CONCENTRAZIONE 7,0 6,60 6,0 5,0 3,98 4,0 3,30 3,20 3,20 3,0 2,70 2,90 2,93 2,40 1,90 1,26 1,10 0,48 0,51 0,11 0,06 Concussione Intimidazioni e minacce CRIMINALITÀ COMUNE Vandalismo Truffe Rapine Furti 0,0 0,01 0,06 0,05 Reati informatici 0,25 CRIMINALITÀ ORGANIZZATA 0,03 Estorsione 1,0 CRIMINALITÀ TOTALE 2,0 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime La figura 1.5 illustra come i reati di criminalità comune siano quelli che presentano i valori più alti di incidenza e concentrazione. In media ogni impresa subisce 0,5 reati di criminalità comune in un anno. Considerando solo le imprese vittimizzate, la media annuale degli incidenti di criminalità comune è pari a 4. Tra questi reati è il furto a presentarsi con la maggior incidenza (1,3 furti per ogni impresa intervistata), e con la maggior concentrazione (7,5 furti per ogni impresa vittima di furto), seguito dagli atti di vandalismo. La rapina è il reato che presenta la minore incidenza, preceduto solo dall’estorsione, e la minore concentrazione. Ogni impresa subisce in media 0,06 reati in anno tra intimidazioni e minacce, concussione ed estorsione. Per le imprese vittimizzate almeno una volta per queste fattispecie, la media annuale dei reati subiti è pari a 3, superiore a quella delle rapine. Tra i reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata, è il reato di intimidazioni e minacce a presentarsi con la maggiore incidenza e con la maggiore concentrazione, seguito dall’estorsione e dalla concussione. Questi risultati confermano la natura “continuativa” intrinseca di reati come l’estorsione o il racket che vengono perpetrati periodicamente ai danni della vittima proprio per la 20 riscossione periodica del pizzo . 20 Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto 2008, pp. 221–240. 13 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.6 Imprese multi-vittimizzate in Italia. Tassi percentuali. Confronto tra fattispecie di reato. Anno 2008 80,0% 70,0% 70,0% 63,1% 69,8% 63,0% 61,0% 62,4% 58,7% 60,0% 53,8% 50,0% 40,7% 40,0% 36,0% 30,0% 20,0% 11,6% 10,0% CRIMINALITÀ TOTALE Reati informatici CRIMINALITÀ ORGANIZZATA Estorsione Concussione Intimidazioni e minacce CRIMINALITÀ COMUNE Vandalismo Truffe Rapine Furti 0,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 21 Analizzando livelli di multi vittimizzazione in figura 1.6, si può osservare che atti di vandalismo, furti, concussione ed estorsione, son i reati che presentano i valori più alti. In generale, si può osservare che i reati contro la proprietà (furti e atti di vandalismo) tendono a concentrarsi sulle stesse vittime con una frequenza maggiore rispetto ai reati violenti (rapine e intimidazioni e minacce): 63,1% e 61% contro 40,7% e 36%. I reati contro la proprietà sono, infatti, molto spesso favoriti dalle caratteristiche specifiche delle imprese (settore di attività economica e modalità in cui viene svolta l’attività, disponibilità di target; misure di sicurezza adottate, etc.) che possono fungere da fattori di rischio. Nel caso di estorsione, la multi vittimizzazione è probabilmente più legata al fatto che alcune imprese sono target privilegiati delle attività della criminalità organizzata per il controllo del territorio che richiede periodicamente una sorta di “tassa” (pizzo) alle sue vittime e che difficilmente le lascia uscire dalla sua 22 area di influenza . Ricordiamo che il 77,5% delle imprese vittime di estorsione ha dichiarato che il reato è stato commesso da gruppi di criminalità organizzata locale. 1.3 Le caratteristiche dei reati 1.3.1 Un confronto tra reati di criminalità comune tentati e consumati Le imprese intervistate mostrano tassi di vittimizzazione più elevati per i reati tentati rispetto a quelli consumati, anche se le differenze sono minime. 22 21 Percentuale di imprese vittimizzate che ha subito più di un incidente nel periodo considerato. 14 Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto 2008, pp. 221–240. Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.7 – Confronto tra imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato tentato e imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato consumato di criminalità comune negli ultimi 12 mesi. Tassi percentuali sul 23 numero totale di imprese che ha subito almeno un reato (tentato o consumato) . Anno 2008 20% REATO TENTATO 18% 17,7% 16,8% REATO CONSUMATO 16% 14,6% 15,1% 14% 11,6% 12% 10% 7,6% 8% 6% 4% 2,3% 1,6% 2% 0% Furto Truffa Rapina Atti di vandalismo Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Nel caso dei furti, nel 17,7% dei casi il reato non è riuscito mentre nel 16,8% si è consumato. Per quanto riguarda le truffe, la differenza tra imprese che hanno subito un reato tentato e quelle per cui si è comsumato è maggiore. Per le rapine l’1,6% delle imprese ne ha subito una mentre nel 2,3% dei casi non è 23 Riuscita. Quest’ultimo dato si conferma anche tra gli individi: sono più numerosi coloro che hanno subito un tentativo di rapina rispetto a quelli per cui è andata a “buon fine”. Gli atti di vandalismo sono l’unica tipologia di reato per cui la percentuale di imprese vittime di reati consumati supera quella dei tentati. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 15 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.8 – Confronto tra imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato tentato e imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato consumato di criminalità comune negli ultimi 12 mesi. Tassi percentuali sul 24 numero totale di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 Nordovest 0% 5% 10% 15% 20% Furto 10,9% Truffa Rapina 6,7% 1,9% 1,0% 15,1% 16,1% Atti di vandalismo 17,3% 17,6% Nordest Furto Truffa Rapina 11,1% 6,3% 0,7% 2,2% 16,3% 17,2% Atti di vandalismo Centro Furto 16,7% Truffa Rapina 10,1% 2,4% 2,1% 14,7% 13,2% 14,2% Sud Furto Truffa 9,0% 3,1% 3,2% 14,4% 15,2% Atti di vandalismo Isole Furto Truffa Rapina 20,1% 12,3% 13,0% 12,7% Atti di vandalismo Rapina 25% 19,7% 19,8% 5,5% 2,8% 1,9% Atti di vandalismo 8,7% 11,6% 11,5% REATO TENTATO REATO CONSUMATO 12,0% 11,5% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Se a livello nazionale i tentati furti sono di poco più numerosi dei furti consumati, nel Nordovest e del Nordest i furti consumati superano i furti tentati. Per il reato di rapina è interessante osservare che i 24 tentativi sono sempre maggiori degli eventi accaduti tranne che al Sud Italia, macroarea che tra l’altro presenta valori, sia per le tentate rapine che per le consumate, che sono quasi il doppio di quelli riportati dalle altre macroaree. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 16 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia 1.3.2 Quando e come avvengono i reati contro le imprese con il dipendente e lo fa mentre questi è al lavoro. La maggior parte dei furti e degli atti di vandalismo avvengono, invece, fuori dall’orario di lavoro, quando dipendenti e dirigenti non sono presenti all’interno dell’azienda. Reati di criminalità comune Furti, rapine e atti di vandalismo vengono commessi principalmente durante giorni lavorativi, ma fuori dall’orario di lavoro, tranne le rapine. Rifacendosi anche ai dati della vittimizzazione degli individui si può supporre che questi reati avvengano principalmente durante le ore serali e notturne. Secondo l’indagine Istat, infatti, il 33% dei furti in casa avviene di notte. Più del 90% delle rapine avvengono durante i giorni feriali, in orario lavorativo. L’autore deve, infatti, avere la possibilità di entrare in contatto Fig. 1.9 Giorno e orario in cui è avvenuto l’ultimo reato subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di 25 imprese che ha subito almeno un reato per ogni tipo nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 100,0% 92,7% Furti 91,2% Rapine 90,0% Atti di vandalismo 80,0% 74,3% 67,7% 70,0% 61,7% 60,0% 54,4% 50,0% 45,6% 38,3% 40,0% 32,3% 30,0% 25,7% 20,0% 7,3% 10,0% 8,8% 0,0% In un giorno lavorativo In un giorno festivo Durante l’orario di lavoro GIORNO Fuori dall’orario di lavoro ORARIO Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime L’analisi di tali informazioni, soprattutto se svolta nello specifico di ogni singola impresa, è fondamentale ai fini della prevenzione di queste fattispecie di reato. Il fatto che questi reati si concentrino durante le giornate lavorative, ma fuori dagli orari di lavoro, può indicare che l’autore approfitta della mancanza di controllo di dipendenti e dirigenti e che quindi questa mancanza debba essere compensata dall’utilizzo di sistemi di sicurezza adeguati. Sistemi di sicurezza che 25 probabilmente vengono utilizzati o attivati solo durante i giorni festivi, quando l’assenza del personale è più prolungata nel tempo, e durante cui la percentuale di reati consumati risulta inferiore. Altre informazioni importanti a fini preventivi riguardano l’oggetto del reato subito dall’impresa, come nel caso di furti e rapine; e il metodo attraverso cui è stato commesso, come nel caso di truffe e reati informatici. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 17 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.10 Oggetto dell’ultimo furto subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito 26 almeno un furto nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 70,0% 65,3% 60,0% 50,0% 40,0% 34,0% 28,6% 30,0% 19,3% 20,0% 19,3% 14,1% 8,1% 10,0% 0,0% Beni presenti nell'unità locale ma non in magazzino Denaro Beni o prodotti in magazzino Altro Beni o prodotti su veicoli Veicoli Parti di veicoli Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Per quanto riguarda i furti, il 21,4% è stato commesso con scasso. Nella maggior parte dei casi l’oggetto del furto subito dalle imprese sono beni 26 presenti nell’unità locale ma non in magazzino (65,3%), seguono denaro (34%) e beni o prodotti presenti in magazzino (28,6%). Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 18 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.11 Oggetto dell’ultima rapina subita dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno 27 subito almeno una rapina nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 100,0% 93,2% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 6,9% 10,0% 6,0% 5,2% 5,0% 2,7% 1,4% 0,7% Veicolo e merce trasportata Veicolo dell'impresa Computer 0,0% Denaro Beni o merce trasportata Cellulare Altro Carte di credito, bancomat, libretto assegni Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Nella quasi totalità dei casi l’oggetto delle rapine subite dalle imprese è denaro (93,2%); seguono beni o merce trasportata (6,9%), cellulari (6%), carte di 27 credito bancomat e libretto degli assegni (5%). I beni che meno frequentemente sono oggetto di rapine sono i veicoli dell’impresa (1,4%) e i computer (0,7%). Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 19 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.12 Oggetto dell’atto di vandalismo subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno 28 subito almeno un atto di vandalismo nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 70,0% 62,2% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 27,0% 25,9% 20,0% 17,7% 10,0% 0,0% Parti dell'edificio Macchinari e materiale Veicoli di proprietà dell'impresa o affittati dall'impresa Altro Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Gli atti di vandalismo subiti dalle imprese intervistate si rivolgono principalmente verso parti dell’edificio dell’impresa stessa (62% dei 28 casi), oppure verso beni di proprietà dell’impresa come macchinari e materiale (27%) o veicoli (26%). Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 20 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.13 Tipo di truffa subita dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito almeno 29 una truffa nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 Emissione assegni a vuoto 34,9% Pagamento con soldi falsi 25,0% <Altro> 22,1% Truffa con carta di credito 7,4% Assenza dal lavoro con esibizione di falsi certificati 3,4% Acquisto di prodotti/forniture mai consegnati 2,9% Truffa via e-mail 2,0% Truffa con carta di addebito (Bancomat) 1,2% Acquisto di prodotti/forniture difettosi Richiesta di rimborsi spese gonfiati 0,8% 0,2% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Il 35% dei casi di truffa è rappresentato dall’emissione di assegni a vuoto, seguito dal 24% di casi di pagamento con soldi falsi e dal 7,4% di truffe con carta di credito. Si può supporre, quindi, che la maggior parte delle truffe alle imprese 29 venga commessa da clienti che imbrogliano l’impresa nel momento del pagamento per i suoi prodotti o servizi. È su questi elementi, quindi, che dovrebbero concentrarsi gli sforzi preventivi dell’azienda. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 21 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.14 Tipo di reato informatico subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito 30 almeno un reato informatico nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 Frode informatica attraverso invio di email 41,0% Accesso non autorizzato 34,9% Accesso con danneggiamento del sistema informatico 34,1% Attacco informatico con interruzione della continuità del servizio (attacco DOS) 13,7% Abuso nell'utilizzo del sistema informatico da parte del personale 4,4% Accesso con danneggiamento e furto di dati 3,8% Accesso con furto di dati / progetti 0,9% Altro 0,6% Reati relativi alla normativa contro la pedo-pornografia 0,5% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0% 45,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime I reati informatici possono considerarsi una delle conseguenze negative dello sviluppo tecnologico in ambito informatico e telematico. In Italia, circa il 5% delle imprese ha subito almeno un reato informatico nel 2008. Tali reati sono spesso causati dall’elevata facilità di trasferimento di dati e informazioni digitali, resa possibile soprattutto attraverso lo sviluppo di 30 Internet, e al conseguente sviluppo di attività economiche e commerciali condotte attraverso la rete. Tra i diversi tipi di reati informatici, quello più frequente tra le imprese intervistate, è infatti la frode informatica attraverso invio di email (41% dei casi), seguita dall’accesso non autorizzato e dall’accesso non autorizzato con danneggiamento del sistema informatico (34,9% e 31% dei casi). Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 22 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata Le analisi delle informazioni relative ai reati di 31 intimidazioni e minacce e concussione , subiti dalle imprese, permettono di capire come si manifestano questi fenomeni, quali sono le richieste più frequenti, da quali soggetti provengono e a quali soggetti vengono rivolte. Questo tipo di informazioni, pur presentando dei limiti di affidabilità dovuti alle caratteristiche intrinseche allo strumento di rilevazione e alla delicatezza del tema trattato, è unico nel suo genere se si considera che le statistiche giudiziarie ufficiali non raccolgono dati di questo tipo. Inoltre, intimidazioni e minacce, estorsione, e concussione, sono i reati che presentano i più alti tassi di non denuncia e il più esteso numero oscuro. Problemi che si è cercato di aggirare proprio attraverso questa indagine di vittimizzazione. Fig. 1.15 Come è avvenuto l’ultimo reato di intimidazioni e minacce subito dalle imprese. Tassi percentuali sul 32 numero di imprese che ha subito almeno un reato di intimidazioni e minacce nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 50,0% 45,0% 44,8% 38,8% 40,0% 34,7% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 12,4% 10,0% 7,7% 4,1% 5,0% 0,0% Contatto faccia a faccia in un luogo diverso dall’impresa Irruzione nell'impresa Tramite contatto telefonico Altro Tramite comunicazione scritta Tramite email Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime La figura 1.15 sopra, mostra come nel 45% dei casi, le intimidazioni e minacce avvengono attraverso un contatto faccia a faccia tra autore e vittima e in un luogo diverso dall’impresa in cui la vittima lavora. Nel 40% dei casi le intimidazioni e minacce si verificano all’interno dell’azienda dopo avervi fatto irruzione. Emerge quindi, come gli autori di questo reato prediligano un contatto diretto con la vittima, possibilmente in un ambiente non famigliare. Metodi che comportano la possibilità di essere in qualche modo rintracciati, come il telefono, le email, le comunicazioni scritte, si verificano con minore frequenza. 31 Per concussione si intende qui la richiesta di denaro, regali e/o altri benefici, da parte di dipendenti della pubblica amministrazione o politici, con la promessa di snellire le procedure e ottenere più rapidamente ciò a cui l’impresa avrebbe comunque diritto. In alcuni casi richieste di questo tipo vengono fatte per non applicare sanzioni. 32 Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 23 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.16 Chi era coinvolto nell’ultimo reato di concussione. Tassi percentuali sul numero di imprese che sono 33 state coinvolte nel reato di concussione nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 Altro dipendente della pubblica amministrazione 61,7% Membro organo comunale 42,4% Esponente politico 32,0% Esponente delle forze dell'ordine 12,3% Membro organo provinciale 8,4% Membro organo regionale 6,3% Magistrato 0,7% Membro del Parlamento 0,4% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Secondo le imprese intervistate, che sono state coinvolte in almeno un reato di concussione nei 12 mesi precedenti l’intervista, gli esponenti politici sono quelli da cui provengono la maggior parte delle richieste di denaro, regali e/o altri benefici, in cambio di favori utili all’impresa. Tra questi, sono i membri di organi comunali quelli più frequentemente coinvolti. Questo dato può apparire scontato se si considera che l’indagine è stata condotta a livello di unità locali di impresa, che, nella maggior parte dei casi, operano sul territorio comunale. 33 Nel 12,3% dei casi sono coinvolti esponenti delle Forze dell’ordine e in questo caso le richieste vengono solitamente fatte per non applicare sanzioni. La figura 1.17 sotto mostra le percentuali di imprese, per macroarea geografica di appartenenza, che dichiarano di aver pagato dipendenti della pubblica amministrazione o politici per ottenere agevolazioni o favori. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 24 Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia Fig. 1.17 Imprese che hanno pagato dipendenti della pubblica amministrazione o politici. Tassi percentuali sul 34 numero di imprese che sono state coinvolte nel reato di concussione nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 40,0% 34,5% 35,0% 30,0% 28,5% 28,0% 24,3% 25,0% 19,6% 20,0% 17,6% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime A livello nazionale, solo il 24,3% delle imprese che hanno dichiarato di aver subito almeno un reato di concussione (il 2,3% di tutte le imprese italiane) dichiara di aver pagato per ottenere favori, agevolazioni o la non applicazione di sanzioni. Le percentuali più alte di imprese “paganti” si registrano nel Nord-est Italia 34 (34,5%); quelle più basse nel Nord-ovest e al Sud. Questo dato è da ritenersi non del tutto affidabile se si considera che si tratta di un’informazione sensibile, attraverso cui l’impresa autodenuncia il suo coinvolgimento diretto nel reato. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 25 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia 2. LE CARATTERISTICHE DI VITTIME E AUTORI DELLA CRIMINALITÀ CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA 2.1 Le caratteristiche delle imprese vittime di reato Comprendere le caratteristiche delle aziende più vittimizzate può aiutare a capire quali sono i fattori che incrementano il rischio vittimizzazione, così da ridurli o prevenirli. 35 Uno studio di Krkoska e Robeck (2009) condotto utilizzando i risultati della Business Environment 36 and Enterprise Performance Survey (BEEPS) , ha dimostrato che l’incidenza della criminalità contro le imprese è correlata a specifiche caratteristiche delle imprese stesse e in particolare al settore economico di appartenenza, alle sue dimensioni (numero di addetti) e all’andamento del fatturato in un determinato periodo di tempo. I risultati dell’indagine nazionale australiana sulla criminalità contro le imprese (Australian National Survey on Crime Against Business, 1995, p. 9) hanno dimostrato che le aziende manifatturiere che affiancavano a questa attività anche la vendita all’ingrosso, vedevano dimezzato il rischio di subire 35 Krkoska, L. e Robeck, K., 2009, ‘Crime, Business Conduct and Investment Decisions: Enterprise Survey Evidence from 34 Countries in Europe and Asia’, in Review of Law and Economics, 5, 1, pp. 493-516. 36 La Business Environment and Enterprise Performance Survey è un’indagine condotta dalla World Bank in collaborazione con la European Bank for Reconstruction and Development (EBRD), in 25 paesi in transizione, nel 1999, 2002 e 2005 e in 8 paesi non in transizione nel 2004. 26 un reato rispetto alle imprese manifatturiere in generale. L’attività di vendita all’ingrosso, svolta all’interno dell’azienda, comportava un’estensione della giornata lavorativa ed un aumento del numero di impiegati, due fattori che incrementano il controllo informale degli stabilimenti. I paragrafi seguenti mettono in relazione il settore economico e l’ampiezza delle imprese intervistate con i loro tassi di vittimizzazione, per comprendere se questi ultimi ne siano in qualche modo 37 influenzati . 2.1.1 Vittimizzazione e settore economico delle imprese Il settore di attività economica in cui opera un’impresa è tra i principali fattori criminogeni 38 riconosciuti in letteratura . La figura 2.1 mostra come in Italia le imprese operanti nel settore degli alberghi e ristoranti e del commercio all’ingrosso e al dettaglio sono quelle più a rischio per i reati di criminalità in generale e criminalità comune. 37 Per ottenere un campione di dati più solido da poter essere disaggregato per settore economico e tipo di reato, i tassi di vittimizzazione utilizzati in questo paragrafo si riferiscono ai reati subiti dalle imprese negli ultimi 3 anni. La maggior parte dei reati subiti negli ultimi 3 anni è stata, infatti, subita negli ultimi 12 mesi e questo garantisce una comparabilità del dato con le analisi dei paragrafi precedenti. 38 Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto 2008, pp. 221–240; Krkoska, L. e Robeck, K., 2009, ‘Crime, Business Conduct and Investment Decisions: Enterprise Survey Evidence from 34 Countries in Europe and Asia’, in Review of Law and Economics, 5, 1, pp. 493-516. Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Fig. 2.1 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato appartenente alle diverse macrocategorie negli ultimi 3 anni, in Italia. Confronto tra macrosettori economici. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate 39 dello stesso macrosettore . Anno 2008 64,7% 62,6% Alberghi e ristoranti 9,6% Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione… Estrazione di minerali 59,4% 55,8% 6,1% 56,6% 55,9% 3,6% 53,2% 50,1% Altri servizi pubblici, sociali e personali 9,7% 48,0% 45,0% Costruzioni 9,2% 47,6% 44,7% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 5,8% 44,8% Attività manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas… Attività finanziarie 39,9% 6,5% 42,0% 41,4% 2,9% Attività immobiliari, noleggio, informatica,… 0,0% CRIMINALITÀ COMUNE 41,4% 39,1% 3,1% 41,0% Sanità e assistenza sociale Istruzione CRIMINALITÀ TOTALE 36,5% CRIMINALITÀ ORGANIZZATA 5,1% 40,4% 40,4% 1,7% 35,9% 27,9% 7,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime In particolare, i furti si concentrano sulle imprese operanti nel settore degli alberghi e ristoranti, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle costruzioni e dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. Il 58,7% delle imprese operanti nel settore degli alberghi e ristoranti ha dichiarato che l’oggetto dell’ultimo furto subito è stato denaro contante. Per il 72,4% di quelle operanti nel settore del commercio l’oggetto dell’ultimo furto subito sono stati, invece, beni presenti all’interno dell’unità locale di impresa. Nel settore delle costruzioni, il 35,8% delle imprese ha dichiarato che l’oggetto dell’ultimo furto è stato un veicolo o più veicoli. Mentre, per il 38% delle aziende operanti nel settore dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e per il 34% di quelle nel settore delle costruzioni, sono stati beni su veicoli. I dati sottolineano che la disponibilità di target come denaro contante, oggetti facilmente trasportabili, auto o altri mezzi di trasporto; incide sulla probabilità di subire reati appropriativi. La percentuale più alta di imprese vittime di rapine 39 (26%) opera nel settore delle attività finanziarie, in cui sono incluse le banche, vittime privilegiate di questo tipo di reato. Gli atti di vandalismo colpiscono con più frequenza le imprese del settore istruzione (36,3%), in cui sono incluse le scuole e le università, e quelle nel settore alberghi e ristoranti, che include anche pub e locali notturni. La contraffazione si registra soprattutto tra le imprese manifatturiere e quelle operanti nel commercio all’ingrosso e al dettaglio. Per quanto riguarda i reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata (intimidazioni e minacce, estorsione e concussione) i tre settori più a rischio, che presentano valori molto più elevati rispetto agli altri, sono quelli dei servizi pubblici, sociali e personali, degli alberghi e ristoranti e delle costruzioni. Circa 9,5 imprese ogni 100 operanti in questi settori ha subito un reato di criminalità organizzata. Seguono le imprese appartenenti al settore delle attività immobiliari, manifatturiere e del commercio (circa 6 ogni 100). Dati pesati. Vedere tabella 3, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 27 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia 2.1.2 Vittimizzazione e ampiezza delle imprese L’ampiezza delle imprese, in termini di numero di addetti impiegati, è un fattore che esercita una grossa influenza non solo sui tassi di vittimizzazione ma anche sulla percezione della criminalità e sui costi che le imprese devono sostenere come conseguenza dell’aver subito un reato. Le aziende di grandi dimensioni appaiono più esposte a reati come i furti, le rapine, gli atti di vandalismo, probabilmente a causa della mancanza di un “controllo informale” dell’impresa che, soprattutto in quelle di piccole dimensioni può essere svolto dai proprietari stessi o dagli impiegati. Tuttavia, le imprese di piccole dimensioni sono maggiormente influenzate, nella loro propensione ad investire, dai costi in 40 conseguenza della criminalità . Dall’analisi dei dati sulla vittimizzazione delle imprese emerge un maggiore rischio di vittimizzazione per le imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti), per tutte le categorie di reato e in tutte le aggregazione territoriali (Fig. 2.2). Fig. 2.2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato appartenente alle diverse macrocategorie negli ultimi 3 anni. Confronto tra classi di ampiezza. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate della stessa 41 ampiezza . Anno 2008 90,0% 80,0% CRIMINALITÀ TOTALE 79,7% CRIMINALITÀ COMUNE 76,5% CRIMINALITÀ ORGANIZZATA 68,2% 70,0% 61,8% 60,0% 60,7% 57,0% 50,4% 50,0% 47,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 7,0% 7,7% 7,5% 8,4% 0,0% Micro (2 - 9) Piccole (10 - 49) Medie (50 - 249) Grandi (Oltre 250) Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 40 Krkoska, L. e Robeck, K., 2009, ‘Crime, Business Conduct and Investment Decisions: Enterprise Survey Evidence from 34 Countries in Europe and Asia’, in Review of Law and Economics, 5, 1, pp. 493-516. 41 Dati pesati. Vedere tabella 4, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 28 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Tra i reati di criminalità comune le differenze più evidenti nei tassi di vittimizzazione tra imprese di diverse dimensioni emergono per i reati di furto, rapina e atti di vandalismo. In questi casi i livelli di vittimizzazione delle imprese con oltre 250 addetti sono sempre più che doppi rispetto a quelli relativi alle imprese micro: 72,2% contro 27,7% per i furti; 52,6% contro 23,5% per gli atti di vandalismo; 12,9% contro 4,7% per le rapine. Emerge che le imprese di piccole dimensioni sono meno colpite da reati commessi da dipendenti rispetto a quelle di grandi dimensioni: il 12,7% delle imprese con oltre 250 impiegati ha, infatti, subito un furto da dipendenti, contro il 2,4% delle imprese di piccole dimensioni. Si può ipotizzare che la presenza di un maggiore controllo informale nelle imprese di piccole dimensioni, svolto principalmente da proprietari ed impiegati, possa fungere da deterrente verso alcune forme di criminalità comune commesse dai dipendenti stessi. È importante ricordare però che il 20,3% delle imprese intervistate con oltre 250 addetti opera in zone industriali, in cui si registra un maggior rischio di criminalità, contro l’11% delle imprese micro. In questo senso, anche il territorio in cui l’impresa svolge la sua attività, così come il tipo di attività svolta, possono incidere sui tassi di vittimizzazione. Per quanto riguarda i reati potenzialmente legati alla criminalità organizzata, le differenze tra le imprese di diverse dimensioni si appiattiscono notevolmente (Fig. 2.2). In questo caso non è tanto l’ampiezza dell’impresa ad influire in maniera rilevante sulla probabilità di subire un reato, quanto l’appartenenza a specifici settori di attività economica, come si è visto nel paragrafo precedente. Le micro imprese risultano però più preoccupate rispetto a quelle grandi di subire reati di estorsione (11% vs 4,8%), soprattutto nelle regioni del Sud e delle Isole (19,5% vs 6,2%). Inoltre, se la percentuale di micro e piccole imprese vittimizzare risulta inferiore rispetto a quella relativa alle grandi imprese, l’impatto del rischio criminalità sugli investimenti è molto maggiore sulle prime che sulle seconde. Circa il 14% delle micro imprese in Italia dichiara, infatti, che il rischio di subire un reato impatta molto sulla propensione dell’azienda ad investire, contro il 3,7% delle imprese con oltre 250 addetti. 2.2 Le caratteristiche degli autori di reato Capire quali sono gli autori di specifiche fattispecie di reato e come agiscono per portarle a termine, rappresenta un altro importante spettro di informazioni necessario alle aziende per potersi difendere da specifici crimini o per mettere in atto strategie preventive efficaci. Difendersi da un furto commesso da clienti oppure da uno commesso da dipendenti implica l’adozione di misure di sicurezza completamente diverse. Così come cambiano le strategie di difesa e reazione a fenomeni estorsivi messi in atto da imprese rivali oppure da gruppi di criminalità organizzata locale. I paragrafi che seguono analizzano le caratteristiche di autori di reato e loro modus operandi per specifiche forme di criminalità comune e organizzata, Reati di criminalità comune Nella maggior parte dei casi di furti, truffe e reati informatici, l’autore del reato è una persona esterna e sconosciuta all’azienda, nel senso che non si tratta né di dipendenti, né di clienti o fornitori. Interessante il caso delle truffe, che presentano invece un’elevata percentuale di reati commessi da clienti o fornitori (64,5%). Questo dato conferma quanto analizzato in figura 1.13, e cioè che la maggior parte delle truffe contro le imprese italiane viene commessa da clienti o fornitori che emettono assegni a vuoto o pagano con soldi falsi. La percentuale di reati commessi da dipendenti si aggira intorno al 4%, per tutte le fattispecie. Nel caso di truffe si tratta prevalentemente di assenze dal lavoro con esibizione di falsi certificati (3,4% delle truffe subite dalle imprese) e richieste di rimborsi spese gonfiati (0,2%). L’abuso nell’utilizzo del sistema informatico da parte del personale rientra invece tra i più frequenti reati informatici commessi da dipendenti (4,4% dei casi). 29 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Fig. 2.3 – Dipendenti autori di furto, truffa, reato informatico (ultimo reato subito). Tassi percentuali di imprese vittime di questi reati commessi da dipendenti sul numero di imprese che ha subito almeno uno dei reati nei 12 42 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 4,5% 4,0% 4,0% 3,6% 3,5% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% TRUFFE commesse da dipendenti REATI INFORMATICI commessi da dipendenti FURTI commessi da dipendenti Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 42 Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 30 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Focalizzandosi sui reati commessi da dipendenti è interessante capire quali sono i settori economici più colpiti. superano mai il 7%. Si può supporre che si tratti prevalentemente di furti di beni o merce presente all’interno dell’impresa o trasportata altrove, e di denaro, soprattutto nel caso delle attività finanziarie. La figura 2.4 sotto mostra come sanità e assistenza sociale, attività manifatturiere, finanziarie e commercio all’ingrosso e al dettaglio, siano i settori in cui si trovano le percentuali più elevate di furti commessi da dipendenti, con valori che comunque non Se si considerano le truffe, i settori più colpiti da frodi commesse da dipendenti sono quello dell’istruzione e delle costruzioni. Fig. 2.4 – Imprese vittime di furti e truffe commesse da dipendenti in Italia. Confronto tra macrosettori economici. Tassi percentuali sul numero di imprese, dello stesso macrosettore, che ha subito almeno uno dei reati 43 considerati nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 Sanità e assistenza sociale 7,2% 0,0% 5,9% Attività manifatturiere Attività finanziarie TRUFFE commesse da dipendenti 6,4% 5,4% 0,0% Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione… Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas… FURTI commessi da dipendenti 4,9% 4,8% 3,3% 0,0% Altri servizi pubblici, sociali e personali 2,9% 0,8% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni Attività immobiliari, noleggio, informatica,… Costruzioni Alberghi e ristoranti 0,0% 1,9% 1,4% 1,8% 0,6% 1,2% 9,9% 1,1% 1,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Un discorso dettagliato sugli autori di reato e sul loro modus operandi lo meritano le rapine; una fattispecie di reato che, seppur non essendo tra le più frequenti in Italia, presenta grossi costi sia diretti 43 (furto dei beni e danni alle strutture) sia indiretti (danni psicologici sui dipendenti, danni all’immagine) per l’azienda. Dati pesati. Vedere tabella 4 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 31 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Fig. 2.5 – Imprese vittime di rapine commesse con armi da fuoco e da taglio. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno una rapina 44 nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 90,0% 85,0% Nord-ovest 80,0% Nord-est Centro 71,2% 70,0% Sud 65,5% 61,1% 60,0% Isole 59,5% ITALIA 48,5% 50,0% 40,0% 47,1% 39,3% 31,1% 30,0% 26,3% 20,0% 15,5% 18,1% 10,0% 0,0% Armi da fuoco Armi da taglio Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime La figura 2.5 sopra evidenzia come in Italia il 65,5% delle rapine viene commesso con l’ausilio di un’arma da fuoco, che può essere concretamente utilizzata o semplicemente fungere da strumento di minaccia. I tassi più alti di rapine commesse con armi da fuoco si registrano al Centro Italia (85%), seguito dal Sud (71,2%) e dalle Isole (61,1%). 44 Dal grafico 2.6 sotto si nota però come solo nel 3,3% dei casi l’arma da fuoco viene effettivamente utilizzata, la maggioranza di questi nel Sud Italia. Si può quindi supporre che nella maggior parte dei casi l’arma da fuoco serva come ulteriore elemento di minaccia per la commissione del reato. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 32 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Fig. 2.6 – Imprese vittime di rapine commesse con armi da fuoco e da taglio in cui si è sparato e ci sono stati feriti. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che 45 ha subito almeno una rapina nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 12,0% Nord-ovest 10,5% Nord-est 10,0% 9,8% Centro 9,1% Sud 8,0% Isole ITALIA 6,0% 4,9% 4,0% 3,3% 2,4% 2,0% 1,5% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% Arma da fuoco utilizzata per sparare Feriti Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime A conferma del dato sopra riportato si può notare come circa il 5% delle rapine commesse con armi da fuoco o da taglio registri dei feriti. 45 Le percentuali aumentano se si osservano i dati relativi al Sud e alle Isole, dove, rispettivamente, il 10,5% e il 9,8% delle rapine commesse con armi da fuoco o da taglio registrano dei feriti. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 33 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia Fig. 2.7 – Imprese vittime di rapine per numero di rapinatori e loro nazionalità. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno una rapina 46 nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 120,0% Centro Sud 70,7% 56,3% 0,9% 1,3% 8,3% 8,0% 10,2% 28,2% 33,5% 9,4% 9,7% 16,4% 13,9% 0,2% 1,2% 3,2% 20,0% 20,0% 20,0% 21,5% 14,7% 40,0% 1,0% 31,1% 36,4% 48,9% 60,0% 60,4% ITALIA 70,2% 62,0% 71,4% Isole 80,0% 0,6% 6,9% 7,1% Nord-est 100,0% 89,7% 98,1% 84,8% 84,9% 98,6% Nord-ovest 0,0% Uno Due Più di due Italiani Numero Stranieri Italiani e Stranieri Nazionalità Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime La figura 2.7 analizza le percentuali di rapine a seconda del numero di rapinaotori coinvolti e della loro nazionalità. Risulta evidente che nella maggior parte dei casi i rapinatori sono due (74%) e la loro nazionalità è italiana (85%). Il Nord-est è la macroarea in cui si registra la più alta percentuale di rapine commessa da stranieri (33,5%). Reati potenzialmente connessi alle attività della criminalità organizzata Alla domanda: “Da chi proveniva la minaccia subita?”, il 25,9% delle imprese italiane, che hanno dichiarato di aver subito almeno un reato di intimidazioni e minacce, ha risposto “da gruppi di criminalità organizzata locale”. Nelle regioni del Sud e delle Isole, questa percentuale sale rispettivamente al 52% e al 40,6%, circa il doppio della media nazionale. 46 Per il reato di estorsione questi valori risultano ancora più alti. Il 77,5% delle imprese vittime di estorsione dichiara, infatti, che il reato è stato commesso da gruppi di criminalità organizzata locale. Interessante notare che le più alte pecentuali di imprese che hanno subito un’estorsione per opera di gruppi di criminalità organizzata locale si trovano al Nord-ovest e al Centro Italia. Questi valori potrebbero effettivamente rappresentare l’enorme diffusione del fenomeno anche al Nord Italia e l’utilizzo del metodo estorsivo per tenere sotto controllo le attività dell’impresa stessa. Bisogna però notare che le più alte percentuali di intimidazioni e minacce commesse dalla criminalità organizzata local nel Sud e nelle Isole suggeriscono che il fenomeno è molto presente in questi territori e che probabilmente agisce utilizzando maggiormente la forza o perlomeno la minaccia di usare la forza. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 34 Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia 44,7% 48,6% 40,6% 60,0% 85,1% 82,0% 80,1% 77,5% 63,4% 66,6% 52,0% 80,0% 76,6% 83,6% Nordovest Nordest Centro Sud Isole ITALIA 100,0% 93,0% 99,8% Fig. 2.8 – Imprese vittime di intimidazioni e minacce e estorsione per tipo di autore. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno uno dei reati 47 considerati nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008 12,5% 15,4% 19,9% 20,7% 0,2% 0,0% 0,0% 2,4% 2,5% 0,0% 1,8% 7,0% 6,3% 10,1% 11,1% 2,9% 15,1% 7,5% 3,2% 3,7% 0,5% 8,3% 25,9% 22,0% 2,7% 5,5% 20,0% 18,4% 11,2% 40,0% 0,0% Gruppi di criminalità organizzata locale Gruppi di Imprese rivali criminalità organizzata straniera Altro Gruppi di criminalità organizzata locale Intimidazioni e minacce Gruppi di Imprese rivali criminalità organizzata straniera Altro Estorsione Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Un ulteriore dato interessante, riguarda il fatto che tra le imprese del Nord-ovest e Nord-est Italia, il 18,4% e l’11,2% dichiara di aver subito estorsioni da 47 gruppi di criminalità organizzata straniera; sottolineando la presenza di gruppi criminali stranieri soprattutto nei territori del Nord Italia. Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 35 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati 3. LA FIDUCIA NELLE FORZE DELL’ORDINE E LA DENUNCIA DEI REATI dichiara di essere abbastanza soddisfatto nei confronti del lavoro che le Forze dell’ordine svolgono nella zona in cui l’impresa opera. Lavoro che riguarda sia il controllo del territorio, sia il trattamento e la risoluzione dei reati subiti. Solo l’11,3% si dichiara però molto soddisfatto. 3.1 La soddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine Il giudizio sull’operato delle Forze dell’ordine espresso dalle imprese intervistate è abbastanza soddisfacente. Circa il 63,9% delle imprese italiane Fig. 3.1 – Giudizio complessivo sul lavoro delle Forze dell’Ordine nella zona in cui opera l’impresa, confronto tra 48 macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 80,0% Nord-est 63,9% 58,7% 52,7% 60,0% 68,3% 70,0% 66,7% 66,3% Nord-ovest Centro Sud Isole ITALIA 50,0% 4,3% 8,2% 5,2% 5,5% 2,9% 2,1% 20,4% 30,1% 20,1% 14,6% 18,2% 11,3% 10,5% 15,0% 9,0% 10,0% 7,7% 20,0% 12,6% 30,0% 25,6% 40,0% 0,0% Molto soddisfacente Abbastanza soddisfacente Poco soddisfacente Per niente soddisfacente Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Analizzando le percentuali per macroarea si nota come il Sud Italia e le Isole presentino valori di indoddisfazione più elavati rispetto alla media italiana. In particolare, al Sud Italia, le imprese poco o per niente soddisfatte nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine sono circa il 38%, contro il 24,7% 48 di media italiana. Stringendo il focus sulle regioni italiane, si nota come i livelli più alti di insoddisfazione (tra il 30% e il 43,2% di imprese poco o per niente soddisfatte) si concentrino in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 36 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.2 – Livelli di insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’Ordine nella zona in cui opera 49 l’impresa. Confronto tra regioni italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 49 Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 37 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati La figura 3.3 sotto cerca di analizzare le cause di questa insoddisfazione mettendo a confronto il Sud Italia e l’Italia in generale. dalle tempistiche per la risoluzione del caso (30% circa). Una differenza evidente tra il Sud Italia e il livello nazionale riguarda l’insoddisfazione dovuta al coinvolgimento delle Forze dell’ordine in sistemi di corruzione. La percentuale di imprese che si dichiara insoddisfatta per questo motivo è infatti due volte superiore al Sud (11,8%) rispetto alla media nazionale (5,7%). Tra le imprese insoddisfatte, al Sud Italia così come a livello nazionale, il motivo più frequente dell’insoddisfazione è la scarsa presenza delle forze dell’ordine sul territorio (80% circa), seguita dalla mancata cattura degli autori del reato (35% circa) e 83,5% 90,0% 82,3% Fig. 3.3 – Ragioni dell’insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno dichiarato di essere poco o per niente soddisfatte. Anno 2008 Sud N = 1321 ITALIA N = 2691 80,0% 70,0% 60,0% 27,6% 21,8% 35,7% 34,0% 5,7% 11,8% 20,0% 27,0% 30,0% 28,7% 31,3% 40,0% 29,6% 50,0% 10,0% 0,0% Non sono sufficientemente presenti Sono coinvolte in Impiegano troppo Non reagiscono alle Non catturano i sistemi di tempo per risolvere chiamate colpevoli corruzione un caso Troppi problemi nella denuncia Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 38 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Se si osservano i dati regionali (Tab. 3.1) si può notare come tutte le regioni del Sud presentino valori più alti della media italiana in relazione a questo motivo di insoddisfazione, ad eccezione della Sardegna. In Campania più del 14% delle imprese insoddisfatte nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine (che sono il 43,2% delle imprese totali), si dichiara scontento a causa del loro coinvolgimento in sistemi di corruzione. Tab. 3.1 – Ragioni dell’insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno dichiarato di essere poco o per niente soddisfatte (N). Confronto tra regioni italiane. Anno 2008 Ragioni insoddisfazione lavoro Forze dell’ordine Non sono sufficienteme nte presenti Sono coinvolte in sistemi di corruzione Impiegano troppo tempo per risolvere un caso Non reagiscono alle chiamate Non catturano i colpevoli Troppi problemi nella denuncia Campania (N = 495) 87,1% 14,3% 26,7% 27,7% 34,1% 21,2% Puglia (N = 421) 83,0% 9,8% 30,4% 31,7% 32,6% 20,5% Basilicata (N = 53) 87,2% 6,3% 33,4% 29,2% 36,2% 34,4% Calabria (N = 212) 71,3% 13,1% 39,0% 19,7% 34,4% 21,8% Sicilia (N = 398) 78,9% 9,1% 26,3% 22,6% 28,9% 25,2% Sardegna (N = 170) 81,7% 2,1% 32,6% 25,5% 32,9% 24,5% Italia (N = 2691) 83,5% 5,7% 29,6% 27,0% 35,7% 27,6% Regioni italiane Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Questi dati, uniti a quelli relativi alla vittimizzazione delle imprese per il reato di corruzione (Tab. 1.1) e al 12,3% di imprese che dichiara che le Forze dell’ordine erano coinvolte nel reato di concussione subito (Fig. 1.16), confermano ulteriormente la diffusione del fenomeno e la sua influenza sulla fiducia nel settore pubblico, soprattutto al Sud Italia. contro il 53,6% di quelle che hanno 50 comportato ferite sia lievi che gravi . 3.2 La denuncia dei reati subiti alle Forze dell’ordine Uno dei valori aggiunti dell’utilizzo delle indagini di vittimizzazione per l’analisi della criminalità contro le imprese consiste nell’aggirare il problema delle mancate denunce dei reati alle Forze dell’ordine, che si riscontra nelle statistiche ufficiali. 2. entità del danno subito in conseguenza del reato. Gli individui tendono a denunciare tra il 60% e il 90% dei reati che comportano una perdita economica 51 superiore a €500 . 3. presenza di un’assicurazione contro il reato subito. Il furto di auto, camion, moto e motorino è tra i reati più denunciati, così come il furto in abitazione. La denuncia è infatti necessaria per ottenere un risarcimento da parte dell’assicurazione. 4. fiducia nelle Forze dell’ordine. La sfiducia nella professionalità delle Forze dell’ordine o peggio ancora la percezione della loro collusione con la criminalità può fungere da 52 forte disincentivo alla denuncia dei reati . Sono diversi i motivi che incidono sulla propensione del cittadino, o dell’impresa, a denunciare o meno alle Forze dell’ordine il reato subito. Tali motivi possono essere ricondotti a sei principali fattori: 1. natura e gravità percepita del reato subito. I reati consumati vengono denunciati più spesso rispetto a quelli tentati e più il reato è grave più si tende a denunciarlo. Dai risultati dell’ultima indagine Istat sulla vittimizzazione dei cittadini condotta nel 2008, emerge che solo il 13,8% delle aggressioni senza ferite viene denunciato 50 Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza, p. 4. 51 Ibidem. 52 Gruszczyńska, B., 2004, ‘Crime in Central and Eastern European countries in the Enlarged Europe’, in European Journal on Criminal Policy and Research, 10, pp. 123-136. Gruszczyńska, B. e Gruszczyński, M., 2005, ‘Crime in Enlarged Europe: Comparison of Crime Rates and 39 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati 5. 6. motivi personali come vergogna oppure parziale coinvolgimento nel reato. In alcune società è considerato inappropriato e umiliante per le vittime denunciare certi tipi di reato come ad esempio le violenze 53 domestiche oppure le violenze sessuali . Un altro motivo che può limitare la propensione alla denuncia è legato al parziale coinvolgimento della vittima nel reato stesso, come nel caso dei reati di estorsione, corruzione e concussione. vantaggi nel denunciare. La propensione alla denuncia aumenta quanto si è consapevoli di trarne qualche vantaggio o evitare ulteriori svantaggi in conseguenza del reato. Si denunciano spesso rapine, aggressioni o minacce, con la speranza che il colpevole venga arrestato; furti di auto o in abitazione per ritrovare i beni rubati; scippi o borseggi per evitare che i proprio documenti vengano utilizzati per la 54 commissione di altri reati . Dai risultati dell’indagine sulle imprese italiane emerge che, sul totale dei reati considerati, solo il 32,4% delle imprese vittimizzate li denuncia alle Forze dell’ordine. Questa percentuale varia però notevolmente al variare del tipo di reato subito (Fig. 3.4). Victimization Risks’, in Transition Studies Review, 12, 2, Sep. 2005, pp. 337-345. 53 Holmes, L., 2009, ‘Crime, organised crime and corruption in post-communist Europe and the CIS’, in Communist and Post-Communist Studies, 42, p 257. 40 54 Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza, p. 11 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.4 – Imprese che dichiarano di aver denunciato 1’ultimo reato subito. Tassi percentuali sul numero di 55 imprese che hanno subito almeno uno tra i diversi reati considerati . Anno 2008 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% CRIMINALITÀ TOTALE 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0% 100,0% 32,4% Rapina 95,0% Furto 64,0% Intimidazioni e minacce 35,6% Atti di vandalismo 27,4% Truffa 26,3% Reati informatici 19,0% Contraffazione Estorsione 16,5% 6,6% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime In Italia, il 95% delle imprese che ha subito una rapina l’ha anche denunciata alle Forze dell’ordine. Come nel caso degli individui, si conferma anche tra le imprese, l’elevata propensione a denunciare questo tipo di reato caratterizzato da una componente appropriativa e da una violenta. Come sottolineato dal grafico sotto, uno dei 55 motivi principali che spinge le imprese a denunciare questo reato è di impedire al colpevole di farlo ancora (63,5%) e per ottenere il risarcimento dall’assicurazione (51,5%). Tra le più frequenti ragioni della non denuncia si nota una generale sfiducia nei confronti dell’azione delle Forze dell’ordine (“le Forze dell’ordine non avrebbero fatto nulla”, 35,7%). Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 41 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.5 – Motivi denuncia e non denuncia dell’ultima rapina subita. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno una rapina subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% Per il dovere di informare le Forze dell'ordine 82,7% Denuncia Per impedire al colpevole di farlo ancora 63,5% Per rintracciare l'autore del reato 61,3% Per avere il risarcimento dall'assicurazione 51,5% Per recuperare la proprietà N = 198 Altro 25,8% 0,2% Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 35,7% No prove/le FdO non potevano fare nulla 31,4% Non denuncia Precedente esperienza negativa 19,5% Non abbastanza importante/grave 8,3% Timore e paura di rappresaglie 8,3% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 8,1% N = 16 100,0% Non si era/è assicurati 6,0% Non si voleva perdere tempo 1,1% L'impresa ha agito per conto proprio 1,0% Altro 0,2% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia 0,0% RAPINA Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime I furti sono il secondo reato più denunciato, con una percentuale di denunce alla Forze dell’ordine pari al 64% dei reati subiti. Questo perché spesso la merce o i beni rubati sono assicurati e ciò rappresenta un forte incentivo alla denuncia per l’ottenimento di un rimborso (il 38,4% delle imprese dichiara di aver 42 denunciato il furto subito per ottenere il risarcimento da parte dell’assicurazione). Tuttavia, dai dati raccolti emerge che la propensione alla denuncia è influenzata soprattutto dal dovere di informare le Foze dell’ordine (82%) oppure dalla volontà di rintracciare l’autore del reato (54,4%). Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.6 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo furto subito. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un furto subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% Per il dovere di informare le Forze dell'ordine Denuncia 54,4% Per impedire al colpevole di farlo ancora 51,1% Per avere il risarcimento dall'assicurazione 38,4% Per recuperare la proprietà 34,8% Altro 2,6% Non abbastanza importante/grave 60,2% No prove/le FdO non potevano fare nulla 47,7% Non denuncia Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 26,6% Precedente esperienza negativa 19,1% Non si voleva perdere tempo 18,2% Non si era/è assicurati 17,8% Altro 7,3% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 4,6% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia 4,5% N = 593 100,0% 82,1% Per rintracciare l'autore del reato N = 1593 80,0% L'impresa ha agito per conto proprio 1,9% Timore e paura di rappresaglie 1,0% FURTO Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Tra i reati di criminalità comune meno denunciati vi sono le truffe (26,3%) e gli atti di vandalismo (27,4%). È lecito supporre che di fronte a simili reati manchino molti degli incentivi a denunciare. Si tratta, infatti, di reati relativamente poco gravi, contro i quali le imprese sono raramente assicurate e per i quali è peraltro difficile identificare l’autore. Tra le motivazioni delle imprese per giustificare la mancata denuncia di questi reati quella che si presenta più frequentemente è “non era abbastanza importante o abbastanza grave” seguita da “non c’erano abbastanza prove le Forze dell’ordine non potevano fare nulla, era inutile”. 43 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.7 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultima truffa subita. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno una truffa subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% Per il dovere di informare le Forze dell'ordine 68,3% Denuncia Per impedire al colpevole di farlo ancora 68,3% Per rintracciare l'autore del reato 52,3% Per recuperare la proprietà N = 49 47,5% Altro 6,3% Per avere il risarcimento dall'assicurazione 6,2% Non abbastanza importante/grave 36,7% Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 26,3% Non si voleva perdere tempo 23,3% Non denuncia No prove/le FdO non potevano fare nulla 22,2% Precedente esperienza negativa 15,7% L'impresa ha agito per conto proprio 12,6% Altro 12,3% Non si era/è assicurati 11,5% Timore e paura di rappresaglie 5,6% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia N = 613 4,1% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia TRUFFA 2,0% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Fig. 3.8 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo atto di vandalismo subito. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un atto di vandalismo subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% Per il dovere di informare le Forze dell'ordine Denuncia 56,4% Per rintracciare l'autore del reato 54,9% Per avere il risarcimento dall'assicurazione Altro 36,2% 0,8% Non abbastanza importante/grave 55,7% No prove/le FdO non potevano fare nulla 43,2% Non denuncia Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 25,2% Precedente esperienza negativa 14,4% Non si voleva perdere tempo 14,0% Non si era/è assicurati L'impresa ha agito per conto proprio 9,0% 5,5% Timore e paura di rappresaglie 2,1% Altro 2,0% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 2,0% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia 1,4% N = 1174 100,0% 79,4% Per impedire al colpevole di farlo ancora N = 568 80,0% ATTI DI VANDALISMO Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 44 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Interessante osservare che il reato di intimidazioni e minacce è il terzo più denunciato, con una media italiana pari al 35,6%. Come nel caso delle rapine, è un reato che implica un contatto diretto con l’autore. La maggiore tendenza a denunciarlo può essere dovuta alla capacità della vittima di descrivere l’autore del reato alle Forze dell’ordine e accentuata dalla volontà di impedire al colpevole di reiterare il reato (questa la motivazione che si presenta con la maggiore frequenza, 78,3%, tra le imprese vittime di questo reato). Tra i motivi della mancata denuncia, la paura di rappresaglie si trova al terzo posto (21%). Fig. 3.9 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo reato di intimidazioni e minacce subito. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un reato di intimidazioni e minacce subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0% Per impedire al colpevole di farlo ancora 78,3% Denuncia Per il dovere di informare le Forze dell'ordine 59,0% Per rintracciare l'autore del reato Perché consigliatomi dalle associazioni antiracket ed usura Per accedere ai fondi anti-racket ed usura del Ministero… Per avere il risarcimento dall'assicurazione N = 169 Altro 23,8% 5,5% 4,5% 4,5% 1,9% No prove/le FdO non potevano fare nulla 40,3% Non denuncia Non abbastanza importante/grave Timore e paura di rappresaglie 21,0% Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 20,6% Precedente esperienza negativa 8,8% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 7,9% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia 6,1% Non si voleva perdere tempo 5,6% L'impresa ha agito per conto proprio Altro N = 267 36,6% Non si era/è assicurati 5,1% 3,7% INTIMIDAZIONI E MINACCE 1,5% Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Concussione ed estorsione sono i reati che presentano i valori più alti di non-denuncia. Anche se tra i motivi della non denuncia dichiarati dalle imprese emerge con maggiore frequenza “non c’erano abbastanza prove, le Forze dell’ordine non potevano fare nulla, era inutile”, è ragionevole pensare che uno dei motivi principali sia dovuto all’omertà nel denunciare reati molto spesso connessi alle attività della criminalità organizzata e che implicano un coinvolgimento diretto della vittima nel loro svolgimento (pagamento di denaro o di altri 56 beni o favori) . A supporto di questa ipotesi, i dati dimostrano che nel caso di estorsione e concussione, la paura di rappresaglie rappresenta rispettivamente il primo (34,1%) e il secondo motivo (30%) motivo di non denuncia. 56 Le frequenze assolute per queste variabili non sono sufficientemente consistenti da considerare i risultati statisticamente significativi. 45 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.10 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo reato di concussione subito. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un reato di concussione subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% Denuncia Per il dovere di informare le Forze dell'ordine 66,3% Altro Per rintracciare l'autore del reato 58,3% 2,7% No prove/le FdO non potevano fare nulla 47,5% Timore e paura di rappresaglie 29,8% Non denuncia Non abbastanza importante/grave 27,4% Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 14,1% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 13,0% Non si voleva perdere tempo Precedente esperienza negativa 120,0% 95,6% Per impedire al colpevole di farlo ancora N= 7 100,0% 11,7% 8,4% L'impresa ha agito per conto proprio 4,0% Altro 3,0% Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia 0,4% Non si era/è assicurati 0,0% CONCUSSIONE N = 321 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 46 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.11 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultima estorsione subita. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un’estorsione subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008 0,0% N = 11 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% Per impedire al colpevole di farlo ancora 45,7% Denuncia Per il dovere di informare le Forze dell'ordine 42,2% Per recuperare la proprietà 35,7% Per rintracciare l'autore del reato 11,1% Perché consigliatomi dalle associazioni antiracket ed usura Altro 50,0% 7,7% 3,3% Per accedere ai fondi antiracket ed usura del Ministero… 0,0% N = 75 Timore e paura di rappresaglie 34,1% Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla 31,7% Precedente esperienza negativa 31,1% Non denuncia No prove/le FdO non potevano fare nulla 28,2% Non abbastanza importante/grave 19,7% Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia 17,3% L'impresa ha agito per conto proprio 9,6% Non si voleva perdere tempo 8,3% Altro Non si era/è assicurati Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia Valori così bassi di denuncia alle Forze dell’ordine per reati come concussione ed estorsione, che colpiscono prevalentemente le imprese, sottolineano l’importanza di questa prima misurazione della criminalità contro le aziend. Tra i suoi obiettivi principali vi era, infatti, di arricchire il quadro parziale sui reati di criminalità organizzata, fornito dalle statistiche giudiziarie. Conoscendo i livelli di non denuncia per 7,6% 0,9% ESTORSIONE 0,0% specifiche fattispecie di reato è infatti possibile stabilire l’entità del numero oscuro e provare a stimare la diffusione di alcune fattispecie di reato, integrando statistiche ufficiali e tassi di non denuncia registrati con i dati delle indagini di 57 vittimizzazione (Walker, 1997). Grazie alla consistenza dei dati relativi alle denunce per i reati di criminalità comune è possibile approfondire l’analisi anche a livello regionale. 57 Walker, J., 199, ‘Estimates of the costs of crime in Australia in 1996’, in Australian Institute of Criminology (a cura di), Trends and Issues in Crime and Criminal Justice, 72, Canberra. 47 Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati Fig. 3.12 – Imprese che dichiarano di aver denunciato 1’ultimo reato subito. Tassi percentuali sul numero di 58 imprese che hanno subito almeno uno tra i diversi reati considerati . Confronto tra regioni italiane. Anno 2008 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Le imprese situate in Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana e Umbria mostrano i tassi più elevati di denuncia per reati come furti, truffe, atti di vandalismo e rapine (Fig. 3.12). Tassi bassi di denuncia per queste fattispecie di reato si registrano in particolare nelle regioni del Sud Italia, ma anche nel Nord del Paese, come in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. 58 La regione che presenta i tassi più ridotti di denuncia per i reati di criminalità comune è la Calabria (21,5%), in cui si registrano anche i tassi più bassi di soddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine, uno dei motivi principali delle mancate denunce. Il 41,4% delle imprese operanti in Calabria giudica non soddisfacente il lavoro delle Forze dell’ordine nella loro zona di attività, contro il 24,7% di media italiana (Fig. 3.2). Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 48 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia 4. LA PERCEZIONE DELLA SICUREZZA TRA LE IMPRESE IN ITALIA Un ulteriore valore aggiunto delle indagini di vittimizzazione, rispetto alle statistiche giudiziarie penali, consiste nella possibilità di misurare non solo la criminalità subita ma anche quella percepita. La percezione del rischio di subire un reato e il senso di insicurezza sono fortemente correlate e possono influenzare le abitudini quotidiane di un individuo così come le attività e gli investimenti di un’impresa. Il presente capitolo analizza diversi aspetti e problematiche che possono incidere sul senso di sicurezza delle imprese italiane e che permettono di valutare le sue numerose sfaccettature. 4.1 Il disordine fisico e sociale In letteratura è conosciuta l’importanza che il disordine sociale e fisico possono avere sulla percezione di sicurezza degli individui. Una maggiore percezione del disordine sociale e fisico produce livelli più alti di paura della criminalità e, sebbene non sempre ciò accada, può anche incidere sui livelli di criminalità. Il disordine sociale riguarda comportamenti che violano le regole condivise di uno spazio urbano e la semplice presenza di persone che vivono situazioni di marginalità sociale (senza fissa dimora, prostitute di strada, tossicodipendenti, etc.). In questa indagine è stato misurato attraverso i seguenti fenomeni: a) persone che si drogano; b) persone che spacciano; c) prostitute in cerca di clienti; d) girovaghi, vagabondi, persone senza fissa dimora. Il disordine fisico riguarda invece i simboli di negligenza e di degrado incontrollato. In questa indagine è stato misurato attraverso i seguenti fenomeni: a) atti di vandalismo (panchine imbrattate, impianti di illuminazione pubblica distrutta, cabine rotte, cassonetti, bruciati, ecc.); b) aree degradate e c) zone scarsamente illuminate. La figura 4.1 riporta i livelli di percezione del disordine sociale per macroarea geografica. Come si può osservare, il fenomeno di disordine sociale maggiormente percepito dalle imprese risulta essere la presenza di girovaghi, vagabondi e persone senza fissa dimora (42,1%). Tale fenomeno supera la media nazionale nel Nord-ovest Italia (45,9%), seguito da Nordest e Centro (41,7%) e Sud Italia (39,8%). La presenza di disordine legata al consumo e spaccio di stupefacenti è decisamente meno diffusa a livello nazionale (17,3%). Tale fenomeno è superiore nelle regioni del Sud (il 23,5% vede persone che si drogano, il 13% persone che spacciano) mentre è minimo per le Isole (rispettivamente 12,6% e 6,9% per gli stessi fenomeni). A livello intermedio si collocano Nordovest e Italia Centrale, mentre la situazione sembra essere leggermente migliore per le imprese del Nordest che, nella zona in cui operano, vedono meno persone che si drogano (13,1%) e che spacciano (9,5%). La visibilità di fenomeni quali la prostituzione sembra invece più concentrata nell’area settentrionale del Paese. Il 20% delle imprese del Nordovest sono situate in zone dove frequentemente si vedono prostitute in cerca di clienti. Questa percentuale è molto più bassa nelle altre macroaree italiane. In Sicilia e Sardegna la visibilità di questo fenomeno è ridotta al minimo (5,9%). 49 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia 42,1% 35,5% Centro 40,0% 41,7% Nord-est 45,0% 41,7% Nord-ovest 39,8% 50,0% 45,9% Fig. 4.1 – Percentuale di imprese che dichiarano di vedere spesso o abbastanza nella zona in cui opera l’unità locale di impresa i seguenti fenomeni di disordine sociale. Confronto tra macroaree. Tassi percentuali sul numero 59 di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 Sud Isole 35,0% Italia 14,2% 11,1% 5,8% 12,3% 13,6% 6,9% 11,2% 13,0% 12,0% 9,5% 10,0% 12,1% 17,3% 17,8% 12,6% 15,0% 13,1% 20,0% 17,9% 25,0% 20,0% 23,5% 30,0% 5,0% 0,0% Persone che si drogano Persone che spacciano Prostitute in cerca di clienti Girovaghi, vagabondi, persone senza fissa dimora Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 59 Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 50 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Se si osserva il livello regionale si può notare come le regioni in cui si registrano livelli di percezione del disordine sociale più alti della media italiana (tra il 19,8% e il 26,6% delle imprese intervistate) sono (in ordine decrescente) l’Abruzzo, la Campania, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio, la Liguria, il Veneto e il Piemonte. Considerando che, a parte l’Abruzzo e la Campania, si tratta di imprese operanti nel Nord Italia, si può ipotizzare che tali valori siano anche dovuti ad una maggiore sensibilità degli imprenditori in queste regioni verso determinati tipi di fenomeni. 60 Fig. 4.2 – Percezione del disordine sociale .Media dei tassi percentuali di imprese che dichiarano di vedere “spesso” e “talvolta” persone che si drogano, persone che spacciano, persone che si prostitutiscono, girovaghi e 61 vagabondi . Confronto tra regioni italiane. Anno 2008 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Il disordine fisico sembra invece essere maggiormente percepito dalle imprese del Sud e delle Isole. In particolare, per quanto riguarda gli atti di vandalismo, le imprese del Sud sono quelle che li registrano più spesso nella propria zona (50,6%), seguite da quelle del Nordovest (48,4%). Per quanto riguarda le aree degradate, invece, le imprese del Sud e delle Isole si distinguono per le maggiori condizioni di degrado in cui operano. Un’impresa su tre dichiara che nella propria zona sono presenti aree degradate. La differenza tra macroaree si assottiglia per le zone scarsamente illuminate che sono segnalate maggiormente dalle imprese del Centro (48,1%), del Sud (47,6%) e delle Isole (48,6%) rispetto alle imprese del Nord. In questo contesto la condizione migliore è vissuta dalle imprese del Nordest che vedono nella propria zona meno atti di vandalismo (39,3% delle imprese intervistate), aree degradate (15,3%) e zone scarsamente illuminate (42,8%). 60 La percezione del disordine sociale è stata ottenuta calcolando la media delle percentuali di imprese che hanno dichiarato di vedere con frequenza pari a “spesso” e “talvolta” persone che si drogano, persone che spacciano, persone che si prostituiscono, girovaghi e vagabondi. 61 Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 51 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Tab. 4.3 – Percentuale di imprese che dichiarano di vedere nella zona in cui opera l’unità locale di impresa i seguenti fenomeni di disordine fisico. Confronto tra macroaree. Tassi percentuali sul numero di imprese 62 intervistate nella stessa zona . Anno 2008 60% 33,3% 45,4% Italia 48,6% Isole 42,8% 48,1% Sud 47,6% Centro 43,4% 45,2% 43,1% 33,4% 40% 39,3% 43,6% 48,4% 50% Nord-est 50,6% Nord-ovest 20% 22,0% 22,0% 15,3% 17,8% 30% 10% 0% Atti di vandalismo Aree degradate Zone scarsamente illuminate Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 62 Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 52 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia I dati a livello regionale approfondiscono quanto osservato a livello di macroaree e mostrano come le regioni che presentano un livello di disordine fisico superiore alla media italiana siano (in ordine decrescente): Campania, Calabria, Lazio, Sicilia, Sardegna, Puglia e Piemonte. 63 Fig. 4.4 – Percezione del disordine fisico .Media dei tassi percentuali di imprese che dichiarano la presenza di 64 atti di vandalismo, aree degradate e zone scarsamente illuminate che nella zona in cui operano . Confronto tra regioni italiane. Anno 2008 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 63 La percezione del disordine fisico è stata ottenuta calcolando la media delle percentuali di imprese che hanno dichiarato la presenza di atti di vandalismo, aree degradate e zone scarsamente illuminate nella zona in cui operano. 64 Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 53 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia criminalità molto o abbastanza elevato nella zona in cui opera. Anche in questo caso la ripartizione territoriale incide notevolmente sulle diverse percezioni; al Sud Italia la percezione del rischio criminalità sale al 40,7%. 4.2 La percezione del rischio criminalità Alle imprese intervistate è stato chiesto di esprimere anche una valutazione del rischio criminalità nella zona in cui operano. Con il concetto di rischio si è inteso richiedere una valutazione più generale, riferita al contesto territoriale in cui l’impresa opera. Esso si distingue dalla preoccupazione di subire un reato, che sarà illustrata nel paragrafo successivo, perché quest’ultima è riferita concretamente all’impresa intervistata Anche l’indagine sulla vittimizzazione degli individui condotta dall’Istat registra diverse percezioni all’interno del territorio italiano. Infatti, se a livello nazionale circa il 29% dei cittadini si sente insicuro camminando per strada quando è buio, al Sud questa percentuale sfiora il 34% evidenziando come in queste regioni il senso di insicurezza sia più marcato e probabilmente anche dovuto all’elevata frequenza con cui si verificano reati di strada. I risultati dimostrano che il 30% delle imprese intervistate dichiara di percepire un rischio 57,9% Nord-ovest Nord-est 53,3% 60,0% 60,8% 59,8% 70,0% 62,6% Fig. 4.5 – Rischio criminalità nella zona in cui opera l’impresa. Tassi percentuali sul numero di imprese 65 intervistate . Anno 2008 47,0% Centro 50,0% Sud Isole 40,0% 6,1% 17,6% 0,0% Molto Abbastanza Poco Per niente Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 65 Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 54 11,7% 11,0% 11,0% 5,0% 3,5% 2,5% 10,0% 4,6% 10,5% 10,8% 20,0% 12,3% 25,4% 23,0% 30,2% 22,8% 30,0% 25,6% 24,8% ITALIA Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia A livello regionale, si evidenzia come, con l’unica eccezione della Basilicata, la percezione del rischio risulti essere sensibilmente più alta nelle regioni meridionali, a cui si aggiungono, Veneto e Umbria (Fig. 4.6). Fig. 4.6 – Percentuale di imprese che dichiarano di percepire un rischio criminalità molto o abbastanza presente nella zona in cui operano. Confronto regionale. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa 66 zona . Anno 2008 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime In particolare, le due regioni che presentano la percentuale più elevata di imprese che dichiarano di percepire un rischio criminalità molto o abbastanza presente sono la Calabria (54,4%) e la Campania (49,7%). Questi due territori sono del resto anche quelli che più di altri negli ultimi anni hanno evidenziato una forte presenza di fenomeni criminali, soprattutto legati al crimine organizzato. Così come la paura della criminalità può portare un individuo a modificare le sue abitudini quotidiane, 66 alla stesso modo la percezione del rischio criminalità nella zona in cui opera un’impresa può influire enormemente sulla sua propensione ad investire (Fig. 4.7). Il 38,6% delle imprese è influenzato nella propensione ad investire dal rischio criminalità percepito. Tale influenza negativa raggiunge picchi del 49% nelle regioni del Sud Italia. Ancora una volta i valori più elevati si registrano in Calabria (55,8%) e Campania (55,9%). Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate. 55 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Fig. 4.7 – Influenza del rischio criminalità percepito sulla propensione ad investire delle imprese. Confronto tra 67 macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 29,2% 30,4% 31,2% 29,5% 30,8% 32,2% 31,1% 28,2% 25,2% 28,4% 25,0% 22,8% ITALIA 20,7% Isole 25,0% 23,3% 24,3% Sud 25,8% Centro 30,0% 35,8% Nord-est 30,6% 35,0% Nord-ovest 33,6% 40,0% 10,0% 13,4% 13,5% 14,1% 9,7% 15,0% 11,4% 20,0% 5,0% 0,0% Molto Abbastanza Poco Per niente Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Tuttavia, qualche segnale positivo sembra emergere dalla percezione dell’andamento della criminalità (Fig. 4.8). Infatti, se a livello italiano, solo il 4,6% delle imprese ritiene che la criminalità sia diminuita rispetto all’anno precedente, nel Sud 67 e nelle Isole questo dato risulta maggiore (8% al Sud e 10,5% nelle Isole). Al contrario questa percentuale risulta molto più bassa nel centro nord, registrando valori minimi nel Nord Ovest (1,9%). Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 56 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Tab. 4.8 – Percentuale di imprese che dichiarano di percepire un aumento, una stabilità o una diminuzione dei livelli di criminalità nella zona in cui operano rispetto a un anno prima. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi 68 percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 90,0% 80,0% Nordovest Nordest 70,0% 76,9% 76,8% Centro 73,9% 75,0% 76,7% 75,8% Sud Isole 60,0% Italia 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 21,3% 21,9% 19,0% 19,5% 16,9% 12,8% 10,5% 8,0% 10,0% 4,1% 4,2% 4,6% 1,9% 0,0% In aumento Stabile In diminuzione Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime La Fig. 4.9 divide la percezione del rischio per l’ubicazione dell’azienda (centro abitato, zona industriale, altro). Come si può osservare in tutte le macroaree, la percezione del rischio nelle zone industriali risulta più elevata. Il valore più alto si registra nel Sud (44,4% delle imprese localizzate in zone industriali percepisce un rischio molto o abbastanza elevato), il valore più 68 basso si rileva nel Nord-Est (30,9%). Tra le imprese situate nel centro abitato la percezione del rischio criminalità è minore. I valori più bassi in assoluto si osservano nelle regioni del Centro, dove è il 23,7 delle imprese che dichiarano di percepire un rischio molto o abbastanza elevato. I valori più elevati si registrano invece al Sud (39,9%). Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 57 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Fig. 4.9 – Percentuale di imprese che dichiara di percepire un rischio criminalità molto o abbastanza presente nella zona in cui operano per zona di residenza dell’unità locale. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi 69 percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 50,0% Nord-ovest Nord-est 45,0% Sud Isole Italia 41,3% 39,9% 40,0% 36,6% 35,0% Centro 44,4% 33,5% 36,5% 35,2% 34,0% 30,9% 30,0% 28,5% 27,0% 29,1% 27,4% 32,1% 30,0% 31,7% 25,2% 23,7% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% Zona industriale Centro abitato Altro Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 4.3 La preoccupazione di subire un reato Se la domanda sulla percezione del rischio criminalità richiede di formulare un giudizio sui livelli di pericolosità della zona in cui opera l’impresa, la preoccupazione di subire un reato è invece espressamente riferita alle strutture dell’impresa stessa. Nell’indagine si è misurata la preoccupazione di subire furti, rapine, truffe o atti di vandalismo. Come si può vedere, le preoccupazioni degli intervistati variano a seconda del tipo di reato e dell’area geografica di appartenenza (Fig. 4.10) e sono spesso influenzate dalla reale probabilità di accadimento di un evento. Il reato più temuto è infatti il furto (54%); quello per cui si registrano i più alti tassi di vittimizzazione. I furti preoccupano di più le imprese del Centro (il 58,4% si definisce molto o 69 abbastanza preoccupata di subirli), seguita da quelle del Nordest (57,3%), del Nordovest (54,3%) e del Sud (50,6%). Molto più distanti sono invece le imprese delle Isole (39,5%). Al secondo posto vi sono gli atti di vandalismo, che generano più preoccupazione al Nordovest (39,5%) e al Centro (39,3%) e molta meno nelle Isole (30,4%). Il discorso cambia per quanto riguarda le rapine che vedono tra le imprese più preoccupate quelle del Sud (37,2%), seguite dal Centro (34,7%), dal Nordovest (34%) e dalle Isole (31,3%). Valori che rispecchiano la distribuzione delle imprese vittimizzate per questo stesso tipo di reato. Le imprese del Nordest invece sono le meno preoccupate di subire rapine e truffe (in questo caso, insieme a quelle delle Isole). Per quest’ultimo reato si contendono il primato della preoccupazione le imprese del Centro (36,4%) e quelle del Sud (36,1%). Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 58 Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia Se per i reati di criminalità comune, analizzati sopra, le percentuali di rischio percepito non variano più di tanto tra una ripartizione territoriale e l’altra, è invece evidente la differenza tra la percentuale di imprese preoccupate di subire un’estorsione tra il Sud Italia e il resto del paese (20,9% contro 10,9%). Questi risultati, letti insieme a quelli relativi ai reati di estorsione subiti dalle imprese, rivelano come i fenomeni estorsivi siano un problema reale nelle regioni del Sud Italia, che influisce fortemente sul sentimento di sicurezza e sulle attività delle imprese stesse. Fig. 4.10 – Imprese che dichiarano di percepire il rischio di subire specifici tipi di reato. Tassi percentuali sul 70 numero di imprese intervistate . Anno 2008 70,0% Nord-est 54,0% Centro Sud Isole 37,5% 39,5% 36,5% 39,3% 36,6% ITALIA 10,0% 13,4% 19,1% 12,7% 7,7% 7,4% 9,9% 20,0% 10,9% 15,2% 20,9% 30,4% 32,9% 34,7% 37,2% 31,3% 34,0% 32,3% 27,5% 30,0% 24,8% 27,1% 33,4% 40,0% 36,4% 36,1% 39,5% 50,0% 12,6% 11,5% 12,5% 60,0% 54,3% 57,3% 58,4% 50,6% Nord-ovest 0,0% Furto Truffa Rapina Vandalismo Estorsione Altro Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 70 Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate. 59 Parte 2 PARTE 2 NOTA METODOLOGICA71 71 Per approfondimenti di natura tecnico-statistica consultare il Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N. Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività 1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno, Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta). 61 Parte 2 - 1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione 1. I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DELLE INDAGINI DI VITTIMIZZAZIONE Le indagini di vittimizzazione rappresentano un’importante strumento di misurazione alternativo e complementare alle statistiche giudiziarie 72 ufficiali . Intervistando direttamente un campione di popolazione sulle esperienze di vittimizzazione subite, riescono ad aggirare il problema del “numero oscuro”, o sommerso, della criminalità. Il numero oscuro è rappresentato da tutti quei reati che avvengono in un determinato territorio ma che, per diverse ragioni, non sono registrati nelle 73 statistiche ufficiali . Reati come le frodi, la contraffazione, la criminalità informatica, la corruzione, l’estorsione, l’usura e altri tipi di criminalità economica e finanziaria, sono quelli che più difficilmente vengono denunciati e 74 quindi rappresentati nelle statistiche ufficiali . La mancanza di dati “ufficiali” affidabili su questi tipi di criminalità non convenzionale, e spesso organizzata, e il fatto che le imprese sono i target privilegiati di queste fattispecie di reato, sono stati due dei principali motori di sviluppo delle indagini di vittimizzazione sulle imprese. 72 Per statistiche amministrative o ufficiali si intendono quelle statistiche prodotte dalle istituzioni governative con obiettivi di contabilità, o di controllo delle loro attività (Starr, 1987). Le statistiche amministrative sulla criminalità sono quelle raccolte dalle agenzie istituzionali che si occupano direttamente o indirettamente di tale fenomeno: i diversi Ministeri (Interno, Giustizia, Affari Esteri, Finanza), gli istituti di statistica e gli istituti sanitari. Tali statistiche vengono contrapposte alle statistiche derivanti dalle indagini di vittimizzazione. Indagini condotte su campioni di popolazione con l’obbiettivo specifico di raccogliere informazioni sulle vittime di reato in un determinato periodo di tempo. 73 Questo di solito accade perché i reati non sempre vengono scoperti dalla polizia, non sempre vengono denunciati alla polizia, oppure, anche se denunciati, non sempre vengono registrati nelle statistiche giudiziarie (Grünhut, 1951; Tierney, 2006). Il sommerso della criminalità varia a seconda del tipo di reato e della sua gravità, a seconda del danno subito in conseguenza del reato, a seconda del territorio e del periodo in cui avviene il reato (Estrada e Westfelt, 2006; Istat, 2010). 74 Aromaa, K. e Joutsen, M., 2003, ‘Introduction’, in HEUNI (a cura di) Crime and Criminal Justice in Europe and North America 1995-1997: Report on the Sixth United Nations Survey on Crime Trends and Criminal Justice Systems, Helsinki, p.6; Maguire, M., 2006, ‘Crime Data and Statistics’, in Maguire, M.; Reiner, R. e Morgan, R. (a cura di), The Oxford Handbook of Criminology Fourth edition, Oxford: Oxford University Press, pp.279-284. Come tutti gli strumenti di misurazione della criminalità, anche le indagini di vittimizzazione presentano alcuni limiti e svantaggi. Si tratta, infatti, di indagini campionarie che raccolgono informazioni così come percepite e memorizzate dagli intervistati. Considerando che il crimine è un costrutto sociale e la sua percezione e interpretazione possono variare da paese a paese, ma anche da regione a regione all’interno di uno stesso paese, si possono ottenere risultati fuorvianti dovuti alla diversa percezione della criminalità. Anche la propensione a riportare i reati subiti può incidere sull’affidabilità delle informazioni raccolte attraverso un’indagine 75 di vittimizzazione . Oltre ai problemi di percezione dei reati e alla propensione a riportarli da parte degli intervistati, esistono alcuni problemi di tipo metodologico, principalmente dovuti al metodo di campionamento e alla metodologia utilizzata per la raccolta dei dati, che risultano spesso in una sotto-stima del numero di reati riportati dalle vittime. L’errore di campionamento può incidere sull’affidabilità delle stime campionarie. Il “memory decay”, fenomeno per cui l’intervistato tende a riportare in maniera più numerosa eventi che sono accaduti in un periodo temporalmente più vicino a quello dell’intervista rispetto ad eventi accaduti molto tempo prima e il “telescoping effect”, quando l’intervistato tende ad attribuire eventi che sono accaduti molti anni prima ad un periodo di tempo più vicino al momento dell’intervista, possono causare una sovrastima del numero di eventi 75 Lynch, J.P., 1993, ‘Secondary analysis of international crime survey data’, in Alvazzi del Frate, A.; Zvekic, U. e van Dijk (a cura di), J.J.M., Understanding crime: Experiences of crime and crime control, Rome: United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI); Howard, G.J. e Smith, T., 2003, ‘Understanding Cross-national Variations of Crime Rates in Europe and North America’, in Aromaa, K.; Leppa, S.; Nevala, S. e Ollus, N. (a cura di), Crime and Criminal Justice In Europe and North America 19951997, 40, pp. 23-70, Helsinki, Finland: European Institute for Crime Prevention and Control (HEUNI). 63 Parte 2 - 1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione riportati durante il periodo più prossimo a quello 76 dell’intervista . In un certo senso, le indagini di vittimizzazione sono caratterizzate dal loro “numero oscuro”, anche se in maniera molto più lieve rispetto alle statistiche ufficiali. Le due fonti di dati non devono, perciò, essere considerate in contrapposizione ma misure complementari di uno stesso fenomeno che possono essere sintetizzate in indicatori più robusti e statisticamente più validi e affidabili. 76 Alvazzi del Frate, A., Zvekic, U. e Van Dijk, J.J.M., 1993, Understanding crime: Experiences of crime and crime control. Rome: United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute; Zvekic, U. e Alvazzi del Frate, A., 1995, Criminal victimisation in the developing world, Rome: United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute. 64 La misurazione alternativa ed integrata di reati di criminalità non convenzionale (in particolare di criminalità organizzata) è stato uno dei motivi principali a spingere il Ministero dell’Interno, in collaborazione con il centro di ricerca Transcrime, a lanciare la prima indagine sulla vittimizzazione delle imprese in Italia. Il tutto in un’ottica di miglioramento delle politiche di prevenzione della criminalità contro le aziende per la promozione dello sviluppo economico delle regioni del Sud Italia e delle Isole. Parte 2 - 2. Lo strumento di rilevazione: il questionario 2. LO STRUMENTO DI RILEVAZIONE: IL QUESTIONARIO Il questionario della prima indagine di vittimizzazione delle imprese in Italia è stato costruito prendendo spunto dai questionari di due principali indagini sulla vittimizzazione delle imprese: la CBS (Crime Business Survey) 77 dell’Home Office (2002) e la CCBS (Crime and Corruption Business Survey) dell’Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di Droga e Criminalità 78 (UNODC) (2005) . È stato considerato anche il questionario dall’Indagine multiscopo sulle famiglie 79 “Sicurezza dei cittadini” dell’Istat (2002) , soprattutto per definire le domande relative alla percezione della sicurezza. Ciò ha permesso di mantenere una certa continuità rispetto alle esperienze esistenti in questo settore e di garantire la comparabilità dei dati raccolti a livello italiano con quelli raccolti dall’indagine inglese e dall’indagine internazionale. A partire dai contenuti delle indagini esistenti, il questionario dell’inchiesta italiana è stato costruito in modo da coprire specifici aspetti del contesto nazionale relativi ai rischi di degrado e di insicurezza per le aziende, ai tipi di reato subiti dalla imprese, alla tendenza a denunciare i reati subiti e al loro livello di fiducia nel lavoro delle Forze dell’ordine. 6. intimidazioni e minacce; 7. la criminalità organizzata (concussione, estorsione, usura); 8. la fiducia nelle istituzioni e nelle Forze dell’ordine; 9. l’assicurazione contro i rischi; 10. le misure di prevenzione della criminalità adottate dall’unità locale d’impresa. Per ogni tipologia di reato inclusa nell’indagine (furto, truffa, rapina, atti di vandalismo, contraffazione, criminalità informatica, intimidazioni e minacce, concussione, estorsione, usura) è stata fornita una definizione operativa del fenomeno sotto osservazione che lo descrive in un linguaggio semplice e non legale e attraverso l’utilizzo di 80 esempi pratici (vedi Glossario). Per ogni reato considerato è stata prevista una sequenza standard di domande che rilevasse il suo accadimento negli ultimi tre anni e negli ultimi dodici mesi, per poi raccogliere informazioni più dettagliate sull’ultimo episodio subito: a. l’oggetto del reato (che cosa è stato rubato, l’oggetto della truffa); Il questionario è costituito da dieci sezioni principali: b. 1. le caratteristiche dell’unità locale d’impresa; quando è stato commesso (durante un giorno lavorativo/durante l’orario di lavoro); c. da chi è stato commesso; 2. la percezione della sicurezza e del disordine urbano; d. quante ore sono andate perse in conseguenza dell’ultimo reato; 3. la criminalità comune (furto, truffa, rapina, atti di vandalismo); e. qual è stata l’entità del danno; 4. la contraffazione; 5. la criminalità informatica; 77 Shury, J.; Speed, M.; Vivian, D.; Kuechel, A. e Nicholas, S., 2002, Crime against retail and manufacturing premises: findings from the 2002 Commercial Victimisation Survey, Home Office Online Report 37/05. 78 http://www.unodc.org/unodc/en/data-andanalysis/Crime-and-Corruption-Business-Surveys.html 79 Istat, 2002, La sicurezza dei cittadini, scaricato a Dicembre 2004 dal sito http://www.istat.it/dati/catalogo/20040915_00/La_sicurez za_dei_cittadini.pdf 80 Ad esempio, gli atti di vandalismo sono stati così definiti: “Per atti di vandalismo si intende ogni danneggiamento o distruzione della struttura dell'unità locale d'impresa o parti di essa, di macchinari e merce eventualmente presenti presso l'unità locale d'impresa o ai veicoli appartenenti all'impresa presso l'unità locale d'impresa o altrove senza alcuna finalità precisa se non per il piacere di commetterli. Non rientrano tra gli atti di vandalismo quelli commessi a scopo estorsivo. Sono esempi di atti vandalici mura imbrattate, finestre rotte, porte graffiate, incendio contro parti dell'edificio dell'unità locale d'impresa, carrozzeria graffiata, finestrini rotti, parti meccaniche rovinate, copertoni squarciati” (Glossario). 65 Parte 2 - 2. Lo strumento di rilevazione: il questionario f. se è stata fatta denuncia ad una compagnia di assicurazioni; g. se è stato ottenuto un risarcimento, la sua entità e l’ammontare del premio assicurativo pagato; h. se è stata fatta denuncia/non denuncia alle Forze dell’ordine; i. i motivi di denuncia/non denuncia; j. il livello di soddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine. Il questionario è stato testato attraverso un’indagine pilota per verificarne la completezza dei contenuti e l’attinenza al contesto economico-imprenditoriale 66 italiano; nonché la proprietà di linguaggio, la chiarezza nella formulazione delle domande e la coerenza interna tra le domande stesse. L’indagine pilota si è svolta attraverso 2 fasi principali: 1. Indagine pilota attraverso intervista telefonica (CATI) su 100 imprese campionate. 2. Indagine pilota attraverso intervista online (CAWI) su 100 imprese campionate. I risultati dell’indagine pilota hanno permesso di riformulare alcune domande secondo l’opinione e i suggerimenti delle imprese intervistate. Parte 2 - 3. La tecnica per la raccolta dei dati 3. LA TECNICA PER LA RACCOLTA DEI DATI La principale tecnica di rilevazione utilizzata per l’indagine è stata basata sul CAWI (Computer Assisted Web Interviewing). Tale metodo consiste nell’utilizzo di un sito web dedicato su cui viene caricato il questionario da compilare direttamente online. L’intervistato accede al questionario utilizzando uno username e una password personali (inviatogli precedentemente via email o via posta ordinaria) e procede alla sua compilazione, che può essere interrotta e ripresa in un momento successivo, senza perdere le informazioni precedentemente riportate. Tale metodologia è stata scelta per consentire la copertura di un campione di imprese molto ampio, con costi proporzionalmente limitati rispetto ad altre metodologie come l’intervista telefonica. Inoltre, è il metodo utilizzato dall’Istat per la raccolta di informazioni sulle imprese in Italia, e incluse nel database ASIA (Registro Statistico delle Unità 81 Locali d’Impresa) . L’intervista on-line permette di poter compilare il questionario da una qualsiasi postazione computerizzata con accesso a internet. Questo garantisce non solo un maggior senso di riservatezza per l’intervistato nel rispondere a domande particolarmente delicate, come ad esempio quelle relative al coinvolgimento in reato di concussione, ma fornisce al rispondente anche il tempo necessario per il reperimento delle informazioni necessarie alla compilazione delle diverse parti del questionario (la compilazione può essere interrotta e ripresa in diversi momenti). 81 Istat, 2009, Nota metodologica, Registro Statistico delle Unità Locali d’Impresa (ASIA), scaricato a Febbraio 2011 dal sito <http://www.istat.it/dati/dataset/20090312_00/Nota%20 metodologica.pdf>. 67 Parte 2 - 4. Il disegno campionario 4. IL DISEGNO CAMPIONARIO 4.1 L’universo di riferimento L’universo di riferimento dell’indagine italiana sulla vittimizzazione delle imprese è costituito da tutte le 82 unità locali delle imprese italiabe con più di un addetto, per un totale di circa 2 milioni di unità (basandosi sui dati del 2005). I dati utilizzati derivano dal Registro Statistico delle Unità Locali d’Impresa (ASIA ), che raccoglie dati sulle imprese e sulle unità locali (ASIA – unità 83 locali ) con riferimento a: localizzazione geografica, attività economica svolta e numero di addetti impiegati. ASIA – unità locali raccoglie informazioni sulle imprese appartenenti a tutte le attività industriali, commerciali e dei servizi, tranne quelle relative a: 82 Il campionamento riguarda la selezione di un insieme delle unità oggetto dell’indagine dalla popolazione o universo di riferimento. La scelta del tipo di campionamento, quindi il metodo utilizzato per la selezione delle unità dalla popolazione di riferimento, deriva dalla caratteristiche dell’indagine che si intende condurre: periodicità, sistema di rilevazione, modalità di rilevazione, popolazione di riferimento, dettaglio geografico di riferimento, tasso di risposta, errori campionari, tassi di copertura, tempestività, etc. agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A della classificazione NACE Rev.1.1); 2. pesca, piscicoltura e servizi annessi (sezione B); 3. amministrazione pubblica (sezione L); Il metodo di campionamento utilizzato per l’indagine italiana è di tipo stratificato semplice. 4. attività di organizzazioni associative (divisione 91); I criteri di stratificazione seguiti sono: 5. attività svolte da famiglie e convivenze (sezione P); 6. organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione Q); 7. le unità classificate come istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit. Per unità locale d'impresa si intende il luogo fisico nel quale un'unità giuridico-economica (impresa, istituzione) esercita una o più attività economiche. L'unità locale corrisponde ad un'unità giuridico-economica o ad una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. Istat 2009, Nota metodologica, Registro Statistico delle Unità Locali d’Impresa (ASIA), scaricato a Febbraio 2011 dal sito <http://www.istat.it/dati/dataset/20090312_00/Nota%20 metodologica.pdf>. 68 4.2 Il metodo di campionamento e la numerosità campionaria 1. Unità locali di impresa possono quindi essere: i) imprese che esercitano tutta l’attività economica in un’unica sede; ii) sedi centrali di imprese con più sedi operative; iii) sedi operative diverse dalla sede centrale. 83 L’archivio è aggiornato annualmente con un lag temporale di 16 mesi e integra le informazioni amministrative dell’Anagrafe Tributaria, delle Camere di Commercio, dell’INPS e della SEAT – Pagine gialle. 1. La localizzazione dell’unità locale d’impresa. In particolare, sono state individuati come criteri di localizzazione le 34 province appartenenti alle regioni Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e le restanti 14 regioni italiane (per un totale di 48 strati). 2. L’attività economica dell’unità locale. In particolare, si sono considerate le 12 sezioni (C, D, E, F, G, H, I, J, K, M, N, O) della classificazione NACE Rev.1.1. Nello specifico si tratta delle seguenti sezioni: C: Estrazione di minerali; D: Attività manifatturiere; E: Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua; F: Costruzioni; G: Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa; H: Alberghi e ristoranti; I: Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; J: Attività finanziarie; K: Attività immobiliari, noleggio, informatica, Parte 2 - 4. Il disegno campionario ricerca, servizi alle imprese; M: Istruzione; N: Sanità e assistenza sociale; O: Altri servizi pubblici, sociali e personali (L’attività del personale domestico presso famiglie e convivenze nell’Ateco ’91 era inclusa nella sezione P – Attività svolte da famiglie e convivenze; nell’Ateco 2002 invece è compresa nella sezione O.). 3. 4. L’ampiezza dell’unità locale (numero di addetti impiegati). Si sono definite le seguenti 4 classi di addetti: 2–9, 10–19, 20– 49 e 50–249. L’appartenenza dell’unità locale ad un comune capoluogo. Per un totale di 2 strati: appartenenza o non appartenenza al comune capoluogo. Dai precedenti criteri di stratificazione sono emersi 66 diversi strati, che sono poi stati incrociati tra loro. Considerato l’elevato numero di modalità assunto dalle variabili di stratificazione la popolazione di riferimento è ripartita in un alto numero di celle della tabella multi-way destinate a ricevere l’allocazione 84 delle unità campionarie . Per evitare i principali problemi dovuti a questa “parcellizzazione” della popolazione di riferimento che avrebbero potuto ripercuotesi sull’affidabilità delle stime campionarie (passaggio delle unità da uno strato all’altro; presenza di strati con una scarsa numerosità campionaria; presenza di strati vuoti), è stato concepito un disegno campionario stratificato con vincoli sulle marginali. 84 Vedi pp. 47-50, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N. Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività 1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno, Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta). Il campione è stato poi estratto con selezione casuale semplice in modo che rispettasse i totali marginali prestabiliti (logica dei vincoli sulle marginali) per le variabili considerate. I totali marginali, e la numerosità campionaria, sono stati stabiliti sulla base degli obiettivi dell’indagine, del budget destinato alla ricerca, dei costi da sostenere per la rilevazione del dato, nonché dai risultati delle indagini esistenti sulla criminalità contro le imprese condotte a livello internazionale o in altri paesi europei. Sulla base di queste considerazione di è stabilita una numerosità campionaria complessiva pari a 83.136 unità locali. Di queste unità, le unità locali con più di 249 addetti (3.136 unità locali) sono state censite, mentre per le rimanenti (unità locali con meno di 250 addetti) si è estratto un campione casuale di 80.000 unità. Considerando che uno degli obiettivi principali del progetto era quello di misurare la criminalità contro le imprese nelle province delle regioni Basilicata, 85 Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna , è stato previsto un sovra–campionamento di 50.000 unità locali di impresa da allocare in queste regioni ed una numerosità di 30.000 unità da allocare nelle restanti regioni italiane. Una volta stabilità la numerosità campionaria, si è proceduto all’allocazione delle unità campionarie nelle singole celle che costituiscono la stratificazione sulle marginali, utilizzando un algoritmo iterativo sviluppato ad hoc dagli esperti 86 statistici che hanno collaborato al progetto . 85 Le regioni del Sud e delle Isole si riferiscono qui alle regioni Obiettivo 1, quelle regioni italiane che nel periodo di programmazione 2000-2006 hanno avuto accesso ai fondi strutturali dell’Unione Europea per la “promozione dello sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo”. Nel periodo di programmazione 20002006Rappresentavano quelle regioni in cui il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite era inferiore al 75% della media comunitaria. 86 Vedi pp. 53-57, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N. Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività 1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno, Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta). 69 Parte 2 - 5. La fase di raccolta dei dati 5. LA FASE DI RACCOLTA DEI DATI La fase di raccolta dati dell’indagine è iniziata il 9 giugno 2008 ed è durata fino al 31 luglio 2008. della stessa, la notizia è stata pubblicata anche sul sito del Ministero dell’Interno e sul sito di Transcrime. 5.1 L’introduzione all’indagine Il 3 giungo 2008 è stata mandata, alle 83.136 unità locali di impresa campionate, una lettera cartacea di introduzione all’indagine redatta dal Ministero dell’Interno e da Transcrime, tramite posta target. Tale lettera è servita per: a. individuare e informare i responsabili della sicurezza di ogni unità locale di impresa, dei contenuti dell’indagine, dei reati su cui si sarebbe focalizzata e riassumendo le principali domande cui avrebbero dovuto rispondere; b. fornire le credenziali (indirizzo sito internet, username e password personale) per l’accesso alla compilazione del questionario online. c. rassicurare sull’affidabilità della raccolta dati e sul rispetto della privacy. Inoltre, per diffondere ulteriormente le informazioni relative all’indagine e all’affidabilità 70 5.2 I solleciti Al fine di sollecitare le aziende alla compilazione del questionario online, sono stati effettuati i seguenti tipi di solleciti. Alcuni sono stati costanti lungo tutto il periodo della rilevazione dei dati; altri sono stati eseguiti ad hoc. 1. un sollecito telefonico, seguito dall’invio delle lettera di introduzione del Ministero via fax o posta elettronica è stato svolto costantemente nel corso del bimestre; 2. due solleciti via posta elettronica, in data 19 giugno 2008 e in data 28 luglio 2008 alle unità locali di impresa per le quali si disponeva degli indirizzi email e che non avevano ancora compilato il questionario online; 3. un sollecito via posta prioritaria, ad un sottogruppo di unità locali di impresa, in quelle province per cui i tassi di risposta risultavano ancora bassi. Parte 2 - 6. L’imputazione delle mancate risposte parziali 6. L’IMPUTAZIONE DELLE MANCATE RISPOSTE PARZIALI Le mancate risposte parziali ad alcune domande del questionario, sono state imputate attraverso la metodologia del “donatore”. L’imputazione da “donatore” consiste nel sostituire il dato mancante con il dato di una unità con risposte complete e corrette che presenti caratteristiche simili all’unità con il dato mancante. La similitudine tra l’unità “donatore” e l’unità “ricevente” è definita individuando delle variabili di matching, che siano in relazione statistica con la variabile per cui non è stata fornita risposta, e calcolando una distanza tra unità sulla base delle variabili scelte. L’unità “donatrice” è quindi quella più vicina a quella ricevente. Allo scopo di limitare il calcolo delle distanze ad un ristretto numero di unità, sono generalmente individuati degli strati di unità omogenee sulla base di variabili rilevate, chiamate di strato, e connesse alla variabili da imputare. La distanza tra le unità, sulla base della quale individuare l’unità donatrice più simile, è calcolata all'interno dello strato di appartenenza dell'unità ricevente. Per questa indagine sono state scelte come variabili di strato: la localizzazione e l’attività economica dell’unità locale e come variabili di matching gli addetti dell’impresa e dell’unità 87 locale 87 Vedi pp. 63-64, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N. Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività 1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno, Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta). 71 Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo 7. I TASSI DI RISPOSTA E I PESI DI RIPORTO ALL’UNIVERSO Dopo circa due mesi di raccolta dati, sono stati raccolti 11.477 questionari compilati, su 83.136 imprese campionate, per un tasso di risposta medio pari al 14%. La tabella 1 sotto riporta l’ampiezza del campione iniziale, il numero di imprese rispondenti e il tasso di riposta finale mettendo a confronto quelli registrati nelle regioni del Sud e delle Isole e nelle restanti regioni italiane con la media nazionale. Tab. 1 –numero di unità locali d’impresa inizialmente campionate, rispondenti e relativo tasso percentuale di risposta. Anno 2008 Aggregazione territoriale Numero di unità locali d’impresa campionate Numero di unità locali d’impresa rispondenti Tasso di risposta Sud e Isole 44.824 5.466 12% Altre regioni Italiane 38.312 6.011 16% Italia 83.136 11.477 14% 88 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Per tenere sotto controllo alcuni problemi relativi alla probabilità di selezione delle unità campionate e per rendere rappresentativo della popolazione di riferimento il sottoinsieme delle unità della popolazione campionata rispondente (11.477 unità locali di impresa), è stato attribuito ad ogni unità locale d’impresa rispondente un peso di riporto all’universo, che può essere 88 definito come il numero di elementi della popolazione di riferimento rappresentati da tale unità. Le elaborazioni dei risultati presentati in questo rapporto tengono in considerazione le frequenze percentuali pesate per i pesi di riporto all’universo. Le frequenze assolute non pesate sono presentate nell’Allegato al rapporto. Le regioni del Sud e delle Isole si riferiscono qui alle regioni Obiettivo 1, quelle regioni italiane che nel periodo di programmazione 2000-2006 hanno avuto accesso ai fondi strutturali dell’Unione Europea per la “promozione dello sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo”. Nel periodo di programmazione 2000-2006 rappresentavano quelle regioni in cui il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite era inferiore al 75% della media comunitaria. 72 Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo Le tabelle 2 e 3 che seguono, mettono a confronto il campione finale dell’indagine, che rappresenta il numero di imprese rispondenti, e la popolazione di riferimento, che rappresnta il numero di imprese esistenti in Italia nel 2005 (ad esclusione di quelle mono-personali). Le percentuali presentate nell’ultima colonna di ogni tabella rappresentano la proporzione di imprese intervistate dall’indagine sul totale delle imprese esistenti in Italia. Ad esempio, a livello nazionale sono state intervistate 11.477 imprese, che rappresentano lo 0,6% delle imprese esistenti in Italia; all’interno del settore costruzioni, sono state intervistate 1.164 imprese, che rappresentano lo 0,3% delle imprese esistenti in questo settore in Italia. Tab. 2 – Campione finale (numero di imprese rispondenti l’indagine) e popolazione di riferimento (numero di imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze % del campione finale sulla popolazione di riferimento. Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Campione finale (unità locali rispondenti) (N) Popolazione di riferimento % campione finale su popolazione di riferimento Nord-ovest 2.326 608.126 0,4% Nord-est 1.918 473.177 0,4% Centro 1.170 417.217 0,3% Sud 3.924 339.062 1,2% Isole 2.139 163.866 1,3% 11.477 2.001.448 0,6% ITALIA Tab. 3 – Campione finale (numero di imprese rispondenti all’indagine) e popolazione di riferimento (numero di imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra settori economici coperti dall’indagine. Frequenze % del campione finale sulla popolazione di riferimento. Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Estrazione di minerali Istruzione Popolazione di riferimento % campione finale su popolazione di riferimento 38 1.187 3,2% Campione finale 74 12.264 0,6% Sanità e assistenza sociale 498 45.886 1,1% Altri servizi pubblici, sociali e personali 342 60.164 0,6% 3.710 113.645 3,3% 119 1.004 11,9% Costruzioni 1.164 339.217 0,3% Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa 2.311 880.609 0,3% Alberghi e ristoranti 640 214.637 0,3% Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 687 39.497 1,7% Attività finanziarie 339 26.434 1,3% 1.393 233.523 0,6% 162 33.382 0,5% 11.477 2001448 0,6% Attività manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese Altro ITALIA Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 73 Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo Tab. 4 – Campione finale (numero di imprese rispondenti all’indagine) e popolazione di riferimento (numero di imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra ampiezza (numero di addetti) delle imprese coperte dall’indagine. Frequenze % del campione finale sulla popolazione di riferimento. Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Campione finale Popolazione di riferimento % campione finale su popolazione di riferimento Micro (2 - 9) 5.097 1.608.667 0,3% Piccole (10 - 49) 3.647 335.811 1,1% Medie (50 - 249) 1.998 49.606 4,0% 735 7.364 10,0% 11.477 2.001.448 0,6% Grandi (Oltre 250) ITALIA Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 74 Glossario GLOSSARIO TRUFFA C'è il reato di truffa quando qualcuno ottiene un beneficio ingiusto a danno di altri, ingannandoli attraverso la simulazione e la distorsione dei fatti, inducendoli in errore con artifici o raggiri. In questa sede si considerano truffe anche quei casi in cui la simulazione o la distorsione dei fatti è avvenuta attraverso lo strumento informatico. RAPINA L'unità di impresa è stata vittima di una rapina nel caso in cui i criminali, aggredendo o minacciando il proprietario o i dipendenti, hanno sottratto beni di proprietà aziendale. ATTI DI VANDALISMO Per atti di vandalismo si intende ogni danneggiamento o distruzione della struttura dell'unità locale d'impresa o parti di essa, di macchinari e merce eventualmente presenti presso l'unità locale d'impresa o ai veicoli appartenenti all'impresa presso l'unità locale d'impresa o altrove senza alcuna finalità precisa se non per il piacere di commetterli. Non rientrano tra gli atti di vandalismo quelli commessi a scopo estorsivo. CONTRAFFAZIONE L'unità locale è vittima di contraffazione se qualcuno realizza prodotti molto simili ai suoi, copiandone le caratteristiche e il marchio registrato. Questo può ingenerare confusione nei consumatori, che credono di acquistare gli originali. CRIMINALITA' INFORMATICA Per criminalità informatica intendiamo quei reati commessi ai danni della rete e dei sistemi di comunicazione informatici dell'unità locale di impresa. È reato informatico un attacco in rete ad una banca dati aziendale per carpirne le informazioni, oppure un danneggiamento del sito Internet aziendale dell'unità locale di impresa. Non includiamo nei reati informatici i reati ordinari perpetrati attraverso la rete di comunicazione. INTIMIDAZIONE E MINACCE Con minacce intendiamo quelle rivolte al personale dell'unità locale d'impresa quando queste prefigurano danni potenzialmente realizzabili contro loro stessi, familiari e/o conoscenti in relazione allo svolgimento delle loro attività lavorative. La minaccia può essere realizzata con diverse forme e mezzi (con parole, scritti, disegni, gesti, atti, in modo espresso o tacito, con gli sms, mms, posta elettronica, internet). CONCUSSIONE Può accadere che alcune volte, vi siano dipendenti della pubblica amministrazione o politici, che con la promessa di snellire le procedure e ottenere più rapidamente ciò a cui l'unità locale d'impresa avrebbero comunque diritto, richiedano denaro, regali e/o altro. In altri casi richieste di questo tipo vengono fatte per non applicare sanzioni. ESTORSIONE Il reato di estorsione si configura quando qualcuno, con minacce e intimidazioni, obbliga qualcun altro, traendone un ingiusto profitto, a fare od omettere qualcosa arrecandogli danno. USURA Per usura si intende prestiti a tassi di interesse illegali e che rendono molto difficile o impossibile il loro rimborso. 75 Allegato ALLEGATO Tab. 1 – Imprese rispondenti all’indagine e imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra regioni, ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Piemonte Valle d'aosta Lombardia Liguria Totale rispondenti all’indagine Vittme criminalità totale Vittime criminalità comune Vittime criminalità organizzata 609 264 225 24 49 12 10 2 1446 655 553 61 222 87 83 10 2326 1018 871 97 Trentino alto adige 215 71 62 9 Veneto 833 345 270 40 Friuli venezia giulia 193 68 54 4 NORD-OVEST Emilia romagna 677 294 253 27 1918 778 639 80 Toscana 499 187 159 20 Umbria 131 48 38 5 Marche 224 73 58 8 NORD-EST Lazio 316 146 128 29 CENTRO 1170 454 383 62 Abruzzo 464 148 131 23 Molise 133 34 25 6 Campania 1293 515 416 140 Puglia 1234 438 344 110 259 61 50 11 Basilicata Calabria 541 190 144 83 SUD 3924 1386 1110 373 Sicilia 1308 396 323 89 Sardegna 831 235 213 25 ISOLE 2139 631 536 114 ITALIA 11477 4267 3539 726 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 76 Allegato Tab. 2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008 Macrocategorie e tipi di reato Frequenze assolute (non pesate) – Imprese vittime di reato negli ultimi 12 mesi Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA 1018 778 454 1386 631 4267 Criminalità comune 871 639 383 1110 536 3539 Furto 621 437 245 597 286 2186 Truffa 108 82 92 266 114 662 Rapina 23 29 19 106 37 214 435 306 186 549 266 1742 Criminalità organizzata 97 80 62 373 114 726 Intimidazioni e minacce 74 61 39 197 65 436 Concussione 27 19 27 200 55 328 2 5 4 59 17 87 Contraffazione 97 86 41 87 11 322 Reati informatici 99 88 43 128 63 421 Criminalità totale Atti di vandalismo Estorsione Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime Tab. 3 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra settori economici. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Estrazione di minerali Istruzione Sanità e assistenza sociale Altri servizi pubblici, sociali e personali Vittme criminalità totale Vittime criminalità comune 18 16 Vittime criminalità organizzata 4 28 26 3 167 143 30 131 112 40 1.389 1.074 204 59 57 5 Costruzioni 402 339 107 Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa 959 850 133 Alberghi e ristoranti 278 255 45 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 290 266 48 99 86 13 398 277 90 Attività manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Attività finanziarie Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese Altro ITALIA 49 38 4 4267 3539 726 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 77 Allegato Tab. 4 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un furto e almeno una truffa negli ultimi 12 mesi. Confronto tra settori economici. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008 Regioni e macroaree italiane Estrazione di minerali Istruzione Furti Truffa 10 1 9 2 Sanità e assistenza sociale 82 8 Altri servizi pubblici, sociali e personali 58 17 732 142 52 1 Costruzioni 241 33 Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa 509 272 Alberghi e ristoranti 140 58 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 176 44 19 29 148 35 Attività manifatturiere Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua Attività finanziarie Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese Altro ITALIA 10 20 2186 662 Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime 78 ISBN 978-88-8443-428-9 ISBN 978-88-8443-429-6 (e-book)