Le imprese vittime
di criminalità in Italia
A cura di
Giulia Mugellini
Scritto da
Giulia Mugellini
e
Stefano Caneppele
Con il coordinamento
scientifico di
Ernesto U. Savona
Transcrime Report n. 16
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
DI TRENTO
Transcrime Report n. 16
TRANSCRIME – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI MILANO
E UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO
Le imprese vittime
di criminalità in Italia
LUGLIO 2012
© 2012 – Tutti i diritti riservati a
Università degli Studi di Trento
ISBN 978-88-8443-428-9
ISBN 978-88-8443-429-6 (e-book)
Collana Transcrime Reports
Transcrime Report n. 16
Le imprese vittime di criminalità in Italia
A cura di
Giulia Mugellini
Scritto da
Giulia Mugellini
(Introduzione, Parte 1, Capp. 1, 2, 3; Parte 2, Capp. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7)
e
Stefano Caneppele
(Parte 1, Cap. 4)
Con il coordinamento scientifico di
Ernesto U. Savona
Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
e Università degli Studi di Trento
www.transcrime.it
Progetto grafico e impaginazione
Damiano Salvetti
Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
e Università degli Studi di Trento
Indice
INDICE
Il rapporto in sintesi ...............................................................................................................................1
Introduzione ............................................................................................................................................2
Ringraziamenti ........................................................................................................................................3
PARTE 1
I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE DI VITTIMIZZAZIONE SULLE IMPRESE ITALIANE ......5
1. I reati contro le imprese in Italia .......................................................................................................7
1.1 L’entità del fenomeno ....................................................................................................................7
1.2 L’incidenza e la concentrazione della criminalità ........................................................................12
1.3 Le caratteristiche dei reati ...........................................................................................................14
2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia ......................26
2.1 Le caratteristiche delle imprese vittime di reato ..........................................................................26
2.2 Le caratteristiche degli autori di reato .........................................................................................29
3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati .............................................................36
3.1 La soddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine ................................................36
3.2 La denuncia dei reati subiti alle Forze dell’ordine .......................................................................39
4. La percezione della sicurezza tra le imprese in italia ...................................................................49
4.1 Il disordine fisico e sociale ...........................................................................................................49
4.2 La percezione del rischio criminalità ...........................................................................................54
4.3 La preoccupazione di subire un reato .........................................................................................58
PARTE 2
NOTA METODOLOGICA.......................................................................................................................61
1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione ..........................................................63
2. Lo strumento di rilevazione: il questionario ..................................................................................65
3. La tecnica per la raccolta dei dati ...................................................................................................67
4. Il disegno campionario ....................................................................................................................68
4.1 L’universo di riferimento ..............................................................................................................68
4.2 Il metodo di campionamento e la numerosità campionaria .........................................................68
5. La fase di raccolta dei dati ..............................................................................................................70
5.1 L’introduzione all’indagine ...........................................................................................................70
5.2 I solleciti .......................................................................................................................................70
6. L’imputazione delle mancate risposte parziali ..............................................................................71
7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo ...........................................................................72
Glossario ...............................................................................................................................................75
Allegato..................................................................................................................................................76
Il rapporto in sintesi
IL RAPPORTO IN SINTESI
I NUMERI DELL’INDAGINE SULLA CRIMINALITÀ CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA

11.477 imprese italiane intervistate: la più
estesa indagine di vittimizzazione delle
imprese mai compiuta in Italia.

4 imprese italiane su 10 vittime di almeno
un reato nei 12 mesi precedenti l’intervista:
un tasso di vittimizzazione sette volte più alto
rispetto a quello registrato dall’ISTAT per le
persone (5,7%).

Una media di 7 reati in un anno per ogni
impresa vittimizzata: un valore tre volte
superiore a quello registrato per le persone (2
reati in un anno per ogni individuo
vittimizzato).
Alberghi e ristoranti, altri servizi pubblici
sociali e personali e Costruzioni, i settori
più vittimizzati per reati potenzialmente
connessi alle attività della criminalità
organizzata.

Il 32,4% delle imprese italiane che ha subito
almeno un reato lo denuncia alle Forze
dell’Ordine.

vittime di estorsione dichiara che il reato è
stato commesso da gruppi di criminalità
organizzata locale. Nelle regioni del Sud e
delle Isole queste percentuali salgono
rispettivamente al 51,9% e all’83,9%.

Rapine più elevate al Sud con valori più che
doppi rispetto al Nord Italia: 2,9% vs 1,2%;
furti e atti di vandalismo più elevati al Nord.

Il 6,6% e l’1,4% delle imprese che hanno
subito estorsione e concussione denunciano
alle Forze dell’Ordine.

Reati potenzialmente riconducibili alla
criminalità organizzata (intimidazioni e
minacce, estorsione e concussione)
concentrati sulle imprese del Sud Italia
(8,1%), con tassi doppi rispetto al Nord
(3,4%).

Il 30% delle imprese percepisce un rischio
criminalità molto o abbastanza elevato nella
zona in cui opera. Al Sud Italia la percezione
del rischio criminalità sale al 40,7%.

Il 38,6% delle imprese è influenzato dal
rischio criminalità nella propensione ad
investire. Nelle regioni del Sud Italia si sale
al 49%.

Il 25,9% delle imprese vittime di
intimidazione e minacce e il 77,5% di quelle
1
Introduzione
INTRODUZIONE
L’obiettivo di questo rapporto è di illustrare i
principali risultati e la metodologia della prima
indagine sulla vittimizzazione delle imprese in Italia.
Tale indagine rappresenta la prima vera ricerca a
livello nazionale su larga scala utile a stimare quanti
e quali reati subiscono le imprese nel nostro paese.
1
È stata condotta da Transcrime per conto del
Ministero dell’Interno nella Primavera/Estate del
2008, all’interno del progetto “Implementazione
Analisi Criminale”, nell’ambito del Programma
Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del
2
Mezzogiorno d’Italia 2000/2006” .
È un’inchiesta di tipo campionario condotta a livello
regionale e provinciale (al Sud Italia), che ha
intervistato circa 11.500 unità con più di un addetto,
rappresentative delle imprese di tutti i settori
economici italiani.
È la prima di questo tipo in Italia e la quarta, in
ordine di tempo, in Europa dopo quelle realizzate in
Inghilterra e Galles, Scozia e Olanda.
Rappresenta la prima misurazione approfondita a
livello nazionale, compiuta attraverso una fonte
alternativa alle statistiche giudiziarie, delle diverse
1
Joint Research Centre on Trasnational Crime - Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Università degli
Studi di Trento.
2
(http://www.sicurezzasud.it/).
2
forme di criminalità convenzionale e non
convenzionale contro le aziende.
I dati ottenuti attraverso questo tipo di indagine
aiutano a stimare il “numero oscuro” della criminalità
e a far luce su alcune forme di criminalità non
convenzionale e invisibile (come estorsione e
corruzione) che spesso colpiscono le imprese ma
che raramente vengono denunciate alle Forze
dell’ordine.
Rileva, inoltre, informazioni sulle caratteristiche
delle imprese vittimizzate, sugli autori dei reati, sulla
percezione del rischio criminalità, sui livelli di non
denuncia e sulla fiducia nelle Forze dell’ordine.
Può essere intesa come un completamento alle
informazioni raccolte attraverso le indagini di
vittimizzazione condotte dall’Istat sugli individui
perché entrambe hanno rilevato i dati nello stesso
periodo temporale (2008). Questo ha permesso la
comparabilità delle informazioni e il confronto tra
criminalità subita dagli individui e dalle imprese.
Il rapporto si divide in due sezioni: 1) la prima si
focalizza sui principali risultati dell’indagine; 2) la
seconda descrive la metodologia attraverso cui è
stata condotta l’indagine.
Ringraziamenti
RINGRAZIAMENTI
Per la realizzazione di questo rapporto si ringraziano:
•
il Ministero dell’Interno per il supporto e la
collaborazione forniti durante la fasi di
progettazione e svolgimento dell’Indagine. In
particolare, il dott. Enzo Calabria, la dott.ssa
Maria Lodovica De Caro, la dott.ssa Eva Belli, il
Colonnello Paolo Fantini, la dott.ssa Marina
Contino, il dott. Michele Terrana e tutto lo staff
del Servizio Analisi Criminale, dell’Ufficio di
Statistica e dell’Ufficio Informatica del Ministero.
•
Il Professor Roberto Benedetti (Università di
Chieti), il Professor Giuseppe Espa
(Università degli Studi di Trento), il dott.
Enrico Blanzieri (Università degli Studi di
Trento) e il Professor Hans Schadee
(Università Bicocca di Milano) per la
collaborazione fornita durante le fasi di
campionamento, raccolta e pulitura dei dati
dell’Indagine.
•
L’ISTAT per il lavoro svolto durante la fase di
campionamento dell’Indagine. In particolare, il
dott. Manlio Calzaroni, la dott.ssa Linda Laura
Sabbadini, la dott.ssa Danila Filipponi, la
dott.ssa Simonetta Cozzi e tutto lo staff
responsabile del database ASIA unità locali e
del Laboratorio ADELE.
•
•
Il Laboratorio CATI dell’Università di Trento, in
particolare, il Professor Davide la Valle, il dott.
Enzo Loner e il dott. Cristiano Santinello.
Tutto lo staff di Transcrime che ha
collaborato alla progettazione e allo
svolgimento dell’Indagine, alla stesura del
rapporto metodologico e alla revisione del
presente rapporto. In particolare, il Professor
Ernesto Savona, il dott. Francesco Calderoni,
il dott. Stefano Caneppele, il dott. Andrea
Cauduro, il dott. Andrea Di Nicola, il dott.
Marco Dugato, il dott. Francesco Gosetti, il
dott. Michele Riccardi e la dott.ssa Barbara
Vettori.
3
Parte 1
PARTE 1
I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE DI VITTIMIZZAZIONE
SULLE IMPRESE ITALIANE
5
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
1. I REATI CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA
Questo primo capitolo fornisce informazioni
dettagliate riguardanti la frequenza e il tipo di
criminalità contro le imprese in Italia.
La criminalità contro le imprese rappresenta una
grossa fetta della criminalità in generale e dei
conseguenti costi economici e sociali che ne
derivano. Dall’indagine di vittimizzazione sulle
imprese condotta dall’Home Office nel 2002 risulta,
infatti, che 7 imprese su 10 sono state vittime di
almeno un reato nei 12 mesi prima dell’intervista.
Dai risultati dell’indagine di vittimizzazione condotta
sulle imprese italiane, nel 2008, emerge che quasi 4
imprese su 10 sono state vittime di almeno un reato
nei 12 mesi precedenti l’intervista. Un tasso di
vittimizzazione quasi dieci volte più alto rispetto a
3
quello registrato per le persone dall’Istat .
I dati risultanti da questa prima indagine sulle
imprese vittime di reato hanno permesso di stimare
la frequenza con cui si verificano diverse forme di
criminalità; dai furti agli atti di vandalismo, dalle
truffe alle rapine, dalle intimidazioni e minacce ai
reati di estorsione, concussione e usura. Inoltre,
hanno permesso di identificare informazioni
dettagliate sul dove, come, quando e da chi sono
stati commessi questi crimini.
Questo primo capitolo cerca quindi di stimare l’entità
del fenomeno “criminalità contro le imprese” in Italia,
analizzandone le diverse sfaccettature e
focalizzandosi su singole fattispecie di reato.
Il principale livello di disaggregazione territoriale
utilizzato per l’analisi è quello delle ripartizioni o
3
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza.
macroaree geografiche (Nord-ovest, Nord-est,
Centro, Sud e Isole). Tale scelta è stata fatta per
garantire un’adeguata numerosità campionaria per
le analisi svolte e la comparabilità dei dati di questo
studio con quelli sulla vittimizzazione degli inividui
che presentano lo stesso livello di disaggregazione
4
territoriale .
Alcune analisi sono state svolte a livello regionale
per approfondire aspetti di particolare interesse per
le regioni italiane. Altre analisi presentano, invece,
una disaggregazione minore a causa della scarsa
numerosità dei dati per specifiche variabili.
1.1 L’entità del fenomeno
In Italia, circa 4 imprese su 10 sono state vittime di
almeno un reato tra il 2007 e il 2008. Questo valore
risulta essere quasi sette volte superiore rispetto
alla criminalità contro gli individui, registrata
dall’indagine di vittimizzazione Istat nel 20085 (circa
6 reati ogni 100 persone).
6
I tassi più elevati di vittimizzazione si registrano per
i reati appartenenti alla cosiddetta criminalità
7
comune o convenzionale : circa 3 imprese ogni 10
sono state vittime di almeno uno tra i reati inclusi in
questa categoria. Il reato più frequente è il furto
(16,8%), seguito dagli atti di vandalismo (15,1%) e
dalle truffe (7,6%). Anche il reato di contraffazione si
presenta con una frequenza medio alta pari al 7,6%
Meno di 5 imprese su 100 sono state vittime di
almeno un reato tra intimidazioni e minacce,
concussione e estorsione.
4
I tassi percentuali analizzati in questo rapporto si
riferiscono ai dati pesati per i pesi di riporto all’universo
(vedi Capitolo 7), le frequenze assolute non pesate,
suddivise per ripartizione geografica, regione, settore
economico e tipo di reato, sono presentate nell’Allegato
al presente rapporto.
5
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza.
6
Il tasso di vittimizzazione o tasso di diffusione
(prevalence rate) rappresenta il rapporto percentuale tra
il numero di imprese vittime di almeno un reato in un
intervallo di tempo determinato e il numero totale di
imprese rispondenti l’indagine.
7
Ai fini delle analisi presentate in questo rapporto, per
Criminalità comune si intendono i reati di furto, truffa, atti
di vandalismo e rapina.
7
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Tab. 1.1 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi.
Confronto tra ripartizioni geografiche e Italia. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa
8
zona . Anno 2008
Macrocategorie
e tipi di reato
Tasso percentuale di vittimizzazione ultimi 12 mesi
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA
Criminalità totale
37,1%
37,2%
36,0%
35,9%
28,6%
36,0%
Criminalità comune
32,8%
31,7%
30,9%
29,7%
23,9%
30,9%
Furto
19,8%
17,6%
16,7%
13,2%
11,5%
16,8%
Truffa
6,7%
6,3%
10,1%
9,0%
5,5%
7,6%
Rapina
1,0%
0,7%
2,1%
3,2%
1,9%
1,6%
Atti di vandalismo
16,1%
17,2%
12,7%
15,2%
11,5%
15,1%
Criminalità organizzata
2,7%
3,6%
4,2%
9,1%
5,0%
4,5%
Intimidazioni e minacce
1,7%
2,1%
1,9%
4,4%
2,1%,
2,3%
Concussione
1,1%
1,4%
2,4%
5,2%
3,0%
2,3%
Estorsione
0,1%
0,1%
0,1%
1,5%
0,8%
0,4%
Contraffazione
6,8%
10,6%
6,8%
8,0%
4,0%
7,6%
Reati informatici
5,8%
4,3%
4,7%
4,8%
3,8%
4,9%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Osservando i dati in tabella 1.1 si può notare come
il Sud e le Isole presentino valori sotto la media
italiana per quanto riguarda i reati in generale e i
reati di criminalità comune. Tuttavia, i valori del Sud
Italia risultano più del doppio della media italiana
8
8
per quanto riguarda i reati potenzialmente connessi
alle attività della criminalità organizzata. Nordovest
e Nordest sopra la media italiana solo per i reati di
criminalità comune.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.1 –Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto
9
tra ripartizioni geografiche e Italia. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno
2008
25,0%
19,8%
15,1%
ITALIA
10,6%
5,8%
4,3%
4,7%
4,8%
3,8%
4,9%
0,1%
0,1%
0,1%
1,5%
0,8%
0,4%
4,0%
7,6%
6,8%
8,0%
6,8%
5,2%
3,0%
2,3%
2,3%
1,1%
1,4%
2,4%
0,0%
1,7%
2,1%
1,9%
1,0%
0,7%
2,1%
3,2%
1,9%
1,6%
5,0%
4,4%
5,5%
6,7%
6,3%
10,0%
Isole
7,6%
10,1%
9,0%
12,7%
15,2%
Sud
11,5%
16,8%
16,1%
17,2%
Centro
13,2%
11,5%
15,0%
Nord-est
17,6%
16,7%
20,0%
Nord-ovest
0,0%
Furto
Truffa
Rapina
Atti di
vandalismo
Intimidazioni Concussione
e minacce
Estorsione Contraffazione
Reati
informatici
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Osservando le singole fattispecie di reato (Fig. 1.1),
le più marcate differenze tra le diverse ripartizioni
geografiche e la media italiana si riscontrano per i
furti, le rapine e i reati di intimidazioni e minacce,
concussione e estorsione. In particolare:

I furti si concentrano nel Nord Italia;

Le rapine, indicatori di reati violenti, sono molto
più diffuse al Sud, con valori doppi rispetto alla
media italiana. Una maggiore frequenza di
rapine al Sud Italia è confermata anche dai
risultati dell’indagine Istat 2008 sulla
vittimizzazione degli individui: lo 0,8% degli
individui intervistati al Sud Italia dichiara di aver
subito almeno una rapina negli ultimi 12 mesi,
10
contro lo 0,4% di media italiana .
9

Intimidazioni e minacce, concussione ed
estorsione si presentano maggiormente al Sud,
con valori più che doppi rispetto all’Italia, e nelle
Isole.

Il reato di contraffazione è più frequente nel
Nord-est Italia, zona in cui si concentrano molte
aziende tessili delle più rinomate marche
italiane.
Stringendo il focus sulle regioni italiane, i tassi più
alti di vittimizzazione si concentrano in Piemonte,
Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania.
Queste cinque regioni sono tra le prime per
numerosità di imprese presenti sul loro territorio e si
può quindi supporre che presentino una maggiore
concentrazione di potenziali target di reato.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
10
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza, p. 4
9
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig.1.2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato negli ultimi 12 mesi. Confronto tra regioni
11
italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 (quantili)
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Distinguendo tra reati di criminalità comune e reati
12
potenzialmente legati alla criminalità organizzata ,
emergono significative differenze tra le regioni
italiane (Figg. 1.3 e 1.4).
Per quanto riguarda le prime forme di criminalità, le
regioni più a rischio, negli ultimi 12 mesi, risultano
essere principalmente Piemonte, Emilia Romagna,
Trentino Alto Adige, Lazio, Abruzzo e Campania. In
queste regioni si concentrano soprattutto furti, truffe
e atti di vandalismo.
La figura 1.4, evidenzia invece la preponderanza di
imprese vittime di reati potenzialmente connessi alla
criminalità organizzata nelle regioni del Sud Italia.
Calabria, Campania, Puglia e Lazio sono tra quelle
che registrano le percentuali più elevate di imprese
vittime di reati come intimidazioni e minacce,
concussione ed estorsione. Calabria e Campania
sono del resto tra i territori che più di altri negli ultimi
anni hanno evidenziato una forte presenza di
fenomeni criminali soprattutto legati al crimine
organizzato. Ed è proprio in queste regioni che
l’indagine registra le percentuali più elevate di
imprese che dichiarano di aver subito intimidazioni e
minacce ed estorsione da parte di gruppi di
criminalità organizzata locale (il 71,7% in Calabria e
il 60,8% in Campania per il reato di intimidazioni e
minacce; l’85,3% in Campania e l’83% in Calabria
per il reato di estorsione).
È interessante però osservare come queste
fattispecie di reato si trovino con valori elevati anche
in regioni non comunemente riconosciute come ad
alta presenza di criminalità organizzata, quali ad
esempio il Lazio.
Regioni del Nord Italia e in particolare Lombardia,
Veneto ed Emilia Romagna presentano valori medio
alti per questi reati, a dimostrazione del fatto che la
criminalità organizzata è presente anche tra le
imprese operanti nelle regioni del Nord.
11
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
12
Ai fini delle analisi presentate in questo rapporto, per Criminalità organizzata si intendono alcuni reati che, per le loro
caratteristiche, possono essere potenzialmente legati alle attività della criminalità organizzata, come intimidazioni e minacce,
estorsione e concussione.
10
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Figg. 1.3 e 1.4 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato di criminalità comune e imprese che
dichiarano di aver subito almeno un reato di criminalità organizzata negli ultimi 12 mesi. Confronto tra regioni
13
italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008 (quantili)
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
13
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
11
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
1.2 L’incidenza
e la concentrazione della criminalità
Il paragrafo che segue si focalizza sull’incidenza del
fenomeno criminalità contro le imprese (numero
medio di incidenti per impresa rispondente) e sulla
sua concentrazione (numero medio di incidente
per ogni impresa vittimizzata). Quest’ultimo valore,
in particolare, permette di quantificare i livelli di
multi vittimizzazione tra le imprese italiane.
Tab. 1.2 Indici di vittimizzazione tra le imprese in
Italia. Anno 2008
Indici di vittimizzazione
Tasso percentuale di
14
vittimizzazione
15
Incidenza
ITALIA
36,0%
2,4
16
Concentrazione
Tasso percentuale di multi
17
vittimizzazione
6,6
69,8%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di
vittimizzazione imprese in Italia – Ministero
dell’Interno, Transcrime
In Italia, tra il 2007 e il 2008, circa 4 imprese
ogni 10 sono state vittime di almeno un reato.
Nello stesso periodo si sono registrati, in media,
circa 2,4 reati per ogni impresa intervistata
(incidenza). Tra le imprese vittimizzate, il
numero medio di incidenti subiti da ciascuna di
esse è pari a 7. Questo valore è tre volte
superiore rispetto alla criminalità contro gli
individui: il numero medio di reati subiti per ogni
18
persona vittimizzata, infatti, è circa pari a 2 .
La criminalità contro le imprese in Italia non è
caratterizzata da singoli incidenti sporadici ma
da una relativa concentrazione di reati sulle
stesse aziende. Si registra infatti che, sul totale
delle imprese vittimizzate, il 69,8% ha subito più
di un reato nello stesso anno. Anche tra gli
individui si registrano valori simili, leggermente
inferiori, di multi vittimizzazione: il numero di
persone che ha subito più di un reato è pari al
66,7%.
E’ interessante segnalare che il 20% delle
imprese più vittimizzate ha subito il 71% di tutti
19
gli incidenti di reato registrati .
Il numero medio di reati subiti per impresa e i
livelli di multi vittimizzazione variano di molto al
variare della fattispecie di reato considerata.
14
Numero di imprese vittime di almeno un reato ogni 100
imprese rispondenti.
15
Numero medio di reati subiti da ogni impresa
intervistata.
18
16
Numero medio di reati subiti da ogni impresa
vittimizzata.
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza,
p. 20.
19
Da notare che questo 20% è esattamente pari al numero
di imprese vittimizzate che hanno subito, nel periodo
considerato, un numero di reati superiori alla media (7).
17
Numero di imprese che ha subito due o più reati ogni
100 imprese vittimizzate.
12
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.5. Livelli di incidenza e concentrazione della criminalità sulle imprese in Italia. Confronto tra fattispecie di
reato. Anno 2008
8,0
INCIDENZA
7,50
CONCENTRAZIONE
7,0
6,60
6,0
5,0
3,98
4,0
3,30
3,20
3,20
3,0
2,70
2,90
2,93
2,40
1,90
1,26
1,10
0,48
0,51
0,11
0,06
Concussione
Intimidazioni e
minacce
CRIMINALITÀ
COMUNE
Vandalismo
Truffe
Rapine
Furti
0,0
0,01
0,06
0,05
Reati informatici
0,25
CRIMINALITÀ
ORGANIZZATA
0,03
Estorsione
1,0
CRIMINALITÀ
TOTALE
2,0
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
La figura 1.5 illustra come i reati di criminalità
comune siano quelli che presentano i valori più alti
di incidenza e concentrazione. In media ogni
impresa subisce 0,5 reati di criminalità comune in
un anno. Considerando solo le imprese
vittimizzate, la media annuale degli incidenti di
criminalità comune è pari a 4. Tra questi reati è il
furto a presentarsi con la maggior incidenza (1,3
furti per ogni impresa intervistata), e con la
maggior concentrazione (7,5 furti per ogni impresa
vittima di furto), seguito dagli atti di vandalismo. La
rapina è il reato che presenta la minore incidenza,
preceduto solo dall’estorsione, e la minore
concentrazione.
Ogni impresa subisce in media 0,06 reati in anno tra
intimidazioni e minacce, concussione ed estorsione.
Per le imprese vittimizzate almeno una volta per
queste fattispecie, la media annuale dei reati subiti
è pari a 3, superiore a quella delle rapine. Tra i reati
potenzialmente connessi alle attività della criminalità
organizzata, è il reato di intimidazioni e minacce a
presentarsi con la maggiore incidenza e con la
maggiore concentrazione, seguito dall’estorsione e
dalla concussione. Questi risultati confermano la
natura “continuativa” intrinseca di reati come
l’estorsione o il racket che vengono perpetrati
periodicamente ai danni della vittima proprio per la
20
riscossione periodica del pizzo .
20
Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of
protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto
2008, pp. 221–240.
13
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.6 Imprese multi-vittimizzate in Italia. Tassi percentuali. Confronto tra fattispecie di reato. Anno 2008
80,0%
70,0%
70,0%
63,1%
69,8%
63,0%
61,0%
62,4%
58,7%
60,0%
53,8%
50,0%
40,7%
40,0%
36,0%
30,0%
20,0%
11,6%
10,0%
CRIMINALITÀ
TOTALE
Reati informatici
CRIMINALITÀ
ORGANIZZATA
Estorsione
Concussione
Intimidazioni e
minacce
CRIMINALITÀ
COMUNE
Vandalismo
Truffe
Rapine
Furti
0,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
21
Analizzando livelli di multi vittimizzazione in figura
1.6, si può osservare che atti di vandalismo, furti,
concussione ed estorsione, son i reati che
presentano i valori più alti.
In generale, si può osservare che i reati contro la
proprietà (furti e atti di vandalismo) tendono a
concentrarsi sulle stesse vittime con una frequenza
maggiore rispetto ai reati violenti (rapine e
intimidazioni e minacce): 63,1% e 61% contro
40,7% e 36%. I reati contro la proprietà sono, infatti,
molto spesso favoriti dalle caratteristiche specifiche
delle imprese (settore di attività economica e
modalità in cui viene svolta l’attività, disponibilità di
target; misure di sicurezza adottate, etc.) che
possono fungere da fattori di rischio.
Nel caso di estorsione, la multi vittimizzazione è
probabilmente più legata al fatto che alcune imprese
sono target privilegiati delle attività della criminalità
organizzata per il controllo del territorio che richiede
periodicamente una sorta di “tassa” (pizzo) alle sue
vittime e che difficilmente le lascia uscire dalla sua
22
area di influenza . Ricordiamo che il 77,5% delle
imprese vittime di estorsione ha dichiarato che il
reato è stato commesso da gruppi di criminalità
organizzata locale.
1.3 Le caratteristiche dei reati
1.3.1 Un confronto tra reati di criminalità
comune tentati e consumati
Le imprese intervistate mostrano tassi di
vittimizzazione più elevati per i reati tentati rispetto a
quelli consumati, anche se le differenze sono
minime.
22
21
Percentuale di imprese vittimizzate che ha subito più di
un incidente nel periodo considerato.
14
Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of
protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto
2008, pp. 221–240.
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.7 – Confronto tra imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato tentato e imprese che dichiarano
di aver subito almeno un reato consumato di criminalità comune negli ultimi 12 mesi. Tassi percentuali sul
23
numero totale di imprese che ha subito almeno un reato (tentato o consumato) . Anno 2008
20%
REATO TENTATO
18%
17,7%
16,8%
REATO CONSUMATO
16%
14,6%
15,1%
14%
11,6%
12%
10%
7,6%
8%
6%
4%
2,3%
1,6%
2%
0%
Furto
Truffa
Rapina
Atti di vandalismo
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Nel caso dei furti, nel 17,7% dei casi il reato non
è riuscito mentre nel 16,8% si è consumato. Per
quanto riguarda le truffe, la differenza tra
imprese che hanno subito un reato tentato e
quelle per cui si è comsumato è maggiore. Per
le rapine l’1,6% delle imprese ne ha subito una
mentre nel 2,3% dei casi non è
23
Riuscita. Quest’ultimo dato si conferma anche
tra gli individi: sono più numerosi coloro che
hanno subito un tentativo di rapina rispetto a
quelli per cui è andata a “buon fine”. Gli atti di
vandalismo sono l’unica tipologia di reato per cui
la percentuale di imprese vittime di reati
consumati supera quella dei tentati.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
15
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.8 – Confronto tra imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato tentato e imprese che dichiarano
di aver subito almeno un reato consumato di criminalità comune negli ultimi 12 mesi. Tassi percentuali sul
24
numero totale di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
Nordovest
0%
5%
10%
15%
20%
Furto
10,9%
Truffa
Rapina
6,7%
1,9%
1,0%
15,1%
16,1%
Atti di vandalismo
17,3%
17,6%
Nordest
Furto
Truffa
Rapina
11,1%
6,3%
0,7%
2,2%
16,3%
17,2%
Atti di vandalismo
Centro
Furto
16,7%
Truffa
Rapina
10,1%
2,4%
2,1%
14,7%
13,2%
14,2%
Sud
Furto
Truffa
9,0%
3,1%
3,2%
14,4%
15,2%
Atti di vandalismo
Isole
Furto
Truffa
Rapina
20,1%
12,3%
13,0%
12,7%
Atti di vandalismo
Rapina
25%
19,7%
19,8%
5,5%
2,8%
1,9%
Atti di vandalismo
8,7%
11,6%
11,5%
REATO TENTATO
REATO CONSUMATO
12,0%
11,5%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Se a livello nazionale i tentati furti sono di poco più
numerosi dei furti consumati, nel Nordovest e del
Nordest i furti consumati superano i furti tentati.
Per il reato di rapina è interessante osservare che i
24
tentativi sono sempre maggiori degli eventi accaduti
tranne che al Sud Italia, macroarea che tra l’altro
presenta valori, sia per le tentate rapine che per le
consumate, che sono quasi il doppio di quelli
riportati dalle altre macroaree.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
16
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
1.3.2 Quando e come avvengono
i reati contro le imprese
con il dipendente e lo fa mentre questi è al lavoro.
La maggior parte dei furti e degli atti di
vandalismo avvengono, invece, fuori dall’orario di
lavoro, quando dipendenti e dirigenti non sono
presenti all’interno dell’azienda.
Reati di criminalità comune
Furti, rapine e atti di vandalismo vengono
commessi principalmente durante giorni
lavorativi, ma fuori dall’orario di lavoro, tranne le
rapine.
Rifacendosi anche ai dati della vittimizzazione
degli individui si può supporre che questi reati
avvengano principalmente durante le ore serali e
notturne. Secondo l’indagine Istat, infatti, il 33%
dei furti in casa avviene di notte.
Più del 90% delle rapine avvengono durante i
giorni feriali, in orario lavorativo. L’autore deve,
infatti, avere la possibilità di entrare in contatto
Fig. 1.9 Giorno e orario in cui è avvenuto l’ultimo reato subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di
25
imprese che ha subito almeno un reato per ogni tipo nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
100,0%
92,7%
Furti
91,2%
Rapine
90,0%
Atti di vandalismo
80,0%
74,3%
67,7%
70,0%
61,7%
60,0%
54,4%
50,0%
45,6%
38,3%
40,0%
32,3%
30,0%
25,7%
20,0%
7,3%
10,0%
8,8%
0,0%
In un giorno lavorativo
In un giorno festivo
Durante l’orario di lavoro
GIORNO
Fuori dall’orario di lavoro
ORARIO
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime
L’analisi di tali informazioni, soprattutto se svolta
nello specifico di ogni singola impresa, è
fondamentale ai fini della prevenzione di queste
fattispecie di reato. Il fatto che questi reati si
concentrino durante le giornate lavorative, ma fuori
dagli orari di lavoro, può indicare che l’autore
approfitta della mancanza di controllo di dipendenti
e dirigenti e che quindi questa mancanza debba
essere compensata dall’utilizzo di sistemi di
sicurezza adeguati. Sistemi di sicurezza che
25
probabilmente vengono utilizzati o attivati solo
durante i giorni festivi, quando l’assenza del
personale è più prolungata nel tempo, e durante cui
la percentuale di reati consumati risulta inferiore.
Altre informazioni importanti a fini preventivi
riguardano l’oggetto del reato subito dall’impresa,
come nel caso di furti e rapine; e il metodo
attraverso cui è stato commesso, come nel caso di
truffe e reati informatici.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
17
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.10 Oggetto dell’ultimo furto subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito
26
almeno un furto nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
70,0%
65,3%
60,0%
50,0%
40,0%
34,0%
28,6%
30,0%
19,3%
20,0%
19,3%
14,1%
8,1%
10,0%
0,0%
Beni presenti
nell'unità locale
ma non in
magazzino
Denaro
Beni o prodotti
in magazzino
Altro
Beni o prodotti
su veicoli
Veicoli
Parti di veicoli
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Per quanto riguarda i furti, il 21,4% è stato
commesso con scasso. Nella maggior parte dei casi
l’oggetto del furto subito dalle imprese sono beni
26
presenti nell’unità locale ma non in magazzino
(65,3%), seguono denaro (34%) e beni o prodotti
presenti in magazzino (28,6%).
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
18
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.11 Oggetto dell’ultima rapina subita dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno
27
subito almeno una rapina nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
100,0%
93,2%
90,0%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
6,9%
10,0%
6,0%
5,2%
5,0%
2,7%
1,4%
0,7%
Veicolo e
merce
trasportata
Veicolo
dell'impresa
Computer
0,0%
Denaro
Beni o merce
trasportata
Cellulare
Altro
Carte di
credito,
bancomat,
libretto
assegni
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Nella quasi totalità dei casi l’oggetto delle rapine subite
dalle imprese è denaro (93,2%); seguono beni o
merce trasportata (6,9%), cellulari (6%), carte di
27
credito bancomat e libretto degli assegni (5%). I beni
che meno frequentemente sono oggetto di rapine sono
i veicoli dell’impresa (1,4%) e i computer (0,7%).
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
19
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.12 Oggetto dell’atto di vandalismo subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno
28
subito almeno un atto di vandalismo nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
70,0%
62,2%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
27,0%
25,9%
20,0%
17,7%
10,0%
0,0%
Parti dell'edificio
Macchinari e materiale
Veicoli di proprietà
dell'impresa o affittati
dall'impresa
Altro
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Gli atti di vandalismo subiti dalle imprese
intervistate si rivolgono principalmente verso
parti dell’edificio dell’impresa stessa (62% dei
28
casi), oppure verso beni di proprietà
dell’impresa come macchinari e materiale (27%)
o veicoli (26%).
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
20
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.13 Tipo di truffa subita dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito almeno
29
una truffa nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
Emissione assegni a vuoto
34,9%
Pagamento con soldi falsi
25,0%
<Altro>
22,1%
Truffa con carta di credito
7,4%
Assenza dal lavoro con esibizione di falsi
certificati
3,4%
Acquisto di prodotti/forniture mai
consegnati
2,9%
Truffa via e-mail
2,0%
Truffa con carta di addebito (Bancomat)
1,2%
Acquisto di prodotti/forniture difettosi
Richiesta di rimborsi spese gonfiati
0,8%
0,2%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Il 35% dei casi di truffa è rappresentato
dall’emissione di assegni a vuoto, seguito dal 24%
di casi di pagamento con soldi falsi e dal 7,4% di
truffe con carta di credito. Si può supporre, quindi,
che la maggior parte delle truffe alle imprese
29
venga commessa da clienti che imbrogliano
l’impresa nel momento del pagamento per i suoi
prodotti o servizi. È su questi elementi, quindi, che
dovrebbero concentrarsi gli sforzi preventivi
dell’azienda.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
21
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.14 Tipo di reato informatico subito dalle imprese. Tassi percentuali sul numero di imprese che hanno subito
30
almeno un reato informatico nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
Frode informatica attraverso invio di email
41,0%
Accesso non autorizzato
34,9%
Accesso con danneggiamento del
sistema informatico
34,1%
Attacco informatico con interruzione
della continuità del servizio (attacco
DOS)
13,7%
Abuso nell'utilizzo del sistema
informatico da parte del personale
4,4%
Accesso con danneggiamento e furto di
dati
3,8%
Accesso con furto di dati / progetti
0,9%
Altro
0,6%
Reati relativi alla normativa contro la
pedo-pornografia
0,5%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
40,0%
45,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
I reati informatici possono considerarsi una delle
conseguenze negative dello sviluppo tecnologico
in ambito informatico e telematico. In Italia, circa
il 5% delle imprese ha subito almeno un reato
informatico nel 2008.
Tali reati sono spesso causati dall’elevata facilità
di trasferimento di dati e informazioni digitali, resa
possibile soprattutto attraverso lo sviluppo di
30
Internet, e al conseguente sviluppo di attività
economiche e commerciali condotte attraverso la
rete. Tra i diversi tipi di reati informatici, quello
più frequente tra le imprese intervistate, è infatti
la frode informatica attraverso invio di email (41%
dei casi), seguita dall’accesso non autorizzato e
dall’accesso non autorizzato con
danneggiamento del sistema informatico (34,9%
e 31% dei casi).
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
22
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Reati potenzialmente connessi alle attività della
criminalità organizzata
Le analisi delle informazioni relative ai reati di
31
intimidazioni e minacce e concussione , subiti
dalle imprese, permettono di capire come si
manifestano questi fenomeni, quali sono le
richieste più frequenti, da quali soggetti
provengono e a quali soggetti vengono rivolte.
Questo tipo di informazioni, pur presentando dei
limiti di affidabilità dovuti alle caratteristiche
intrinseche allo strumento di rilevazione e alla
delicatezza del tema trattato, è unico nel suo
genere se si considera che le statistiche giudiziarie
ufficiali non raccolgono dati di questo tipo. Inoltre,
intimidazioni e minacce, estorsione, e
concussione, sono i reati che presentano i più alti
tassi di non denuncia e il più esteso numero
oscuro. Problemi che si è cercato di aggirare
proprio attraverso questa indagine di
vittimizzazione.
Fig. 1.15 Come è avvenuto l’ultimo reato di intimidazioni e minacce subito dalle imprese. Tassi percentuali sul
32
numero di imprese che ha subito almeno un reato di intimidazioni e minacce nei 12 mesi precedenti l’intervista .
Anno 2008
50,0%
45,0%
44,8%
38,8%
40,0%
34,7%
35,0%
30,0%
25,0%
20,0%
15,0%
12,4%
10,0%
7,7%
4,1%
5,0%
0,0%
Contatto faccia a
faccia in un luogo
diverso
dall’impresa
Irruzione
nell'impresa
Tramite contatto
telefonico
Altro
Tramite
comunicazione
scritta
Tramite email
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
La figura 1.15 sopra, mostra come nel 45% dei
casi, le intimidazioni e minacce avvengono
attraverso un contatto faccia a faccia tra autore
e vittima e in un luogo diverso dall’impresa in cui
la vittima lavora. Nel 40% dei casi le
intimidazioni e minacce si verificano all’interno
dell’azienda dopo avervi fatto irruzione. Emerge
quindi, come gli autori di questo reato
prediligano un contatto diretto con la vittima,
possibilmente in un ambiente non famigliare.
Metodi che comportano la possibilità di essere in
qualche modo rintracciati, come il telefono, le
email, le comunicazioni scritte, si verificano con
minore frequenza.
31
Per concussione si intende qui la richiesta di denaro, regali e/o altri benefici, da parte di dipendenti della pubblica
amministrazione o politici, con la promessa di snellire le procedure e ottenere più rapidamente ciò a cui l’impresa avrebbe
comunque diritto. In alcuni casi richieste di questo tipo vengono fatte per non applicare sanzioni.
32
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
23
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.16 Chi era coinvolto nell’ultimo reato di concussione. Tassi percentuali sul numero di imprese che sono
33
state coinvolte nel reato di concussione nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
Altro dipendente della
pubblica
amministrazione
61,7%
Membro organo
comunale
42,4%
Esponente politico
32,0%
Esponente delle forze
dell'ordine
12,3%
Membro organo
provinciale
8,4%
Membro organo
regionale
6,3%
Magistrato
0,7%
Membro del Parlamento
0,4%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Secondo le imprese intervistate, che sono state
coinvolte in almeno un reato di concussione nei 12
mesi precedenti l’intervista, gli esponenti politici sono
quelli da cui provengono la maggior parte delle
richieste di denaro, regali e/o altri benefici, in cambio
di favori utili all’impresa. Tra questi, sono i membri di
organi comunali quelli più frequentemente coinvolti.
Questo dato può apparire scontato se si considera
che l’indagine è stata condotta a livello di unità locali
di impresa, che, nella maggior parte dei casi, operano
sul territorio comunale.
33
Nel 12,3% dei casi sono coinvolti esponenti delle
Forze dell’ordine e in questo caso le richieste
vengono solitamente fatte per non applicare
sanzioni.
La figura 1.17 sotto mostra le percentuali di
imprese, per macroarea geografica di
appartenenza, che dichiarano di aver pagato
dipendenti della pubblica amministrazione o politici
per ottenere agevolazioni o favori.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
24
Parte 1 - 1. I reati contro le imprese in Italia
Fig. 1.17 Imprese che hanno pagato dipendenti della pubblica amministrazione o politici. Tassi percentuali sul
34
numero di imprese che sono state coinvolte nel reato di concussione nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno
2008
40,0%
34,5%
35,0%
30,0%
28,5%
28,0%
24,3%
25,0%
19,6%
20,0%
17,6%
15,0%
10,0%
5,0%
0,0%
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
A livello nazionale, solo il 24,3% delle imprese
che hanno dichiarato di aver subito almeno un
reato di concussione (il 2,3% di tutte le imprese
italiane) dichiara di aver pagato per ottenere
favori, agevolazioni o la non applicazione di
sanzioni. Le percentuali più alte di imprese
“paganti” si registrano nel Nord-est Italia
34
(34,5%); quelle più basse nel Nord-ovest e al Sud.
Questo dato è da ritenersi non del tutto
affidabile se si considera che si tratta di
un’informazione sensibile, attraverso cui
l’impresa autodenuncia il suo coinvolgimento
diretto nel reato.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
25
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
2. LE CARATTERISTICHE DI VITTIME E AUTORI
DELLA CRIMINALITÀ CONTRO LE IMPRESE IN ITALIA
2.1 Le caratteristiche delle imprese
vittime di reato
Comprendere le caratteristiche delle aziende più
vittimizzate può aiutare a capire quali sono i fattori
che incrementano il rischio vittimizzazione, così da
ridurli o prevenirli.
35
Uno studio di Krkoska e Robeck (2009) condotto
utilizzando i risultati della Business Environment
36
and Enterprise Performance Survey (BEEPS) , ha
dimostrato che l’incidenza della criminalità contro le
imprese è correlata a specifiche caratteristiche delle
imprese stesse e in particolare al settore economico
di appartenenza, alle sue dimensioni (numero di
addetti) e all’andamento del fatturato in un
determinato periodo di tempo.
I risultati dell’indagine nazionale australiana sulla
criminalità contro le imprese (Australian National
Survey on Crime Against Business, 1995, p. 9)
hanno dimostrato che le aziende manifatturiere che
affiancavano a questa attività anche la vendita
all’ingrosso, vedevano dimezzato il rischio di subire
35
Krkoska, L. e Robeck, K., 2009, ‘Crime, Business
Conduct and Investment Decisions: Enterprise Survey
Evidence from 34 Countries in Europe and Asia’, in
Review of Law and Economics, 5, 1, pp. 493-516.
36
La Business Environment and Enterprise Performance
Survey è un’indagine condotta dalla World Bank in
collaborazione con la European Bank for Reconstruction
and Development (EBRD), in 25 paesi in transizione, nel
1999, 2002 e 2005 e in 8 paesi non in transizione nel
2004.
26
un reato rispetto alle imprese manifatturiere in
generale. L’attività di vendita all’ingrosso, svolta
all’interno dell’azienda, comportava un’estensione
della giornata lavorativa ed un aumento del numero
di impiegati, due fattori che incrementano il controllo
informale degli stabilimenti.
I paragrafi seguenti mettono in relazione il settore
economico e l’ampiezza delle imprese intervistate
con i loro tassi di vittimizzazione, per comprendere
se questi ultimi ne siano in qualche modo
37
influenzati .
2.1.1 Vittimizzazione e settore economico delle
imprese
Il settore di attività economica in cui opera
un’impresa è tra i principali fattori criminogeni
38
riconosciuti in letteratura .
La figura 2.1 mostra come in Italia le imprese
operanti nel settore degli alberghi e ristoranti e del
commercio all’ingrosso e al dettaglio sono quelle più
a rischio per i reati di criminalità in generale e
criminalità comune.
37
Per ottenere un campione di dati più solido da poter
essere disaggregato per settore economico e tipo di
reato, i tassi di vittimizzazione utilizzati in questo
paragrafo si riferiscono ai reati subiti dalle imprese negli
ultimi 3 anni. La maggior parte dei reati subiti negli ultimi
3 anni è stata, infatti, subita negli ultimi 12 mesi e
questo garantisce una comparabilità del dato con le
analisi dei paragrafi precedenti.
38
Asmundo, A. e Lisciandra, M., 2008, ‘The cost of
protection racket in Sicily’, in Global Crime, 9, 3, Agosto
2008, pp. 221–240; Krkoska, L. e Robeck, K., 2009,
‘Crime, Business Conduct and Investment Decisions:
Enterprise Survey Evidence from 34 Countries in
Europe and Asia’, in Review of Law and Economics, 5,
1, pp. 493-516.
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Fig. 2.1 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato appartenente alle diverse macrocategorie negli
ultimi 3 anni, in Italia. Confronto tra macrosettori economici. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate
39
dello stesso macrosettore . Anno 2008
64,7%
62,6%
Alberghi e ristoranti
9,6%
Commercio all’ingrosso e
al dettaglio; riparazione…
Estrazione di minerali
59,4%
55,8%
6,1%
56,6%
55,9%
3,6%
53,2%
50,1%
Altri servizi pubblici,
sociali e personali
9,7%
48,0%
45,0%
Costruzioni
9,2%
47,6%
44,7%
Trasporti, magazzinaggio
e comunicazioni
5,8%
44,8%
Attività manifatturiere
Produzione e distribuzione
di energia elettrica, gas…
Attività finanziarie
39,9%
6,5%
42,0%
41,4%
2,9%
Attività immobiliari,
noleggio, informatica,…
0,0%
CRIMINALITÀ
COMUNE
41,4%
39,1%
3,1%
41,0%
Sanità e assistenza sociale
Istruzione
CRIMINALITÀ
TOTALE
36,5%
CRIMINALITÀ
ORGANIZZATA
5,1%
40,4%
40,4%
1,7%
35,9%
27,9%
7,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime
In particolare, i furti si concentrano sulle imprese
operanti nel settore degli alberghi e ristoranti, del
commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle
costruzioni e dei trasporti, magazzinaggio e
comunicazioni. Il 58,7% delle imprese operanti nel
settore degli alberghi e ristoranti ha dichiarato che
l’oggetto dell’ultimo furto subito è stato denaro
contante. Per il 72,4% di quelle operanti nel settore
del commercio l’oggetto dell’ultimo furto subito sono
stati, invece, beni presenti all’interno dell’unità
locale di impresa. Nel settore delle costruzioni, il
35,8% delle imprese ha dichiarato che l’oggetto
dell’ultimo furto è stato un veicolo o più veicoli.
Mentre, per il 38% delle aziende operanti nel settore
dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e per
il 34% di quelle nel settore delle costruzioni, sono
stati beni su veicoli.
I dati sottolineano che la disponibilità di target come
denaro contante, oggetti facilmente trasportabili,
auto o altri mezzi di trasporto; incide sulla
probabilità di subire reati appropriativi.
La percentuale più alta di imprese vittime di rapine
39
(26%) opera nel settore delle attività finanziarie, in
cui sono incluse le banche, vittime privilegiate di
questo tipo di reato.
Gli atti di vandalismo colpiscono con più frequenza
le imprese del settore istruzione (36,3%), in cui
sono incluse le scuole e le università, e quelle nel
settore alberghi e ristoranti, che include anche pub
e locali notturni.
La contraffazione si registra soprattutto tra le
imprese manifatturiere e quelle operanti nel
commercio all’ingrosso e al dettaglio.
Per quanto riguarda i reati potenzialmente connessi
alle attività della criminalità organizzata
(intimidazioni e minacce, estorsione e concussione)
i tre settori più a rischio, che presentano valori molto
più elevati rispetto agli altri, sono quelli dei servizi
pubblici, sociali e personali, degli alberghi e
ristoranti e delle costruzioni. Circa 9,5 imprese ogni
100 operanti in questi settori ha subito un reato di
criminalità organizzata. Seguono le imprese
appartenenti al settore delle attività immobiliari,
manifatturiere e del commercio (circa 6 ogni 100).
Dati pesati. Vedere tabella 3, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
27
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
2.1.2 Vittimizzazione e ampiezza delle imprese
L’ampiezza delle imprese, in termini di numero di
addetti impiegati, è un fattore che esercita una
grossa influenza non solo sui tassi di vittimizzazione
ma anche sulla percezione della criminalità e sui
costi che le imprese devono sostenere come
conseguenza dell’aver subito un reato.
Le aziende di grandi dimensioni appaiono più
esposte a reati come i furti, le rapine, gli atti di
vandalismo, probabilmente a causa della mancanza
di un “controllo informale” dell’impresa che,
soprattutto in quelle di piccole dimensioni può
essere svolto dai proprietari stessi o dagli
impiegati. Tuttavia, le imprese di piccole
dimensioni sono maggiormente influenzate, nella
loro propensione ad investire, dai costi in
40
conseguenza della criminalità .
Dall’analisi dei dati sulla vittimizzazione delle
imprese emerge un maggiore rischio di
vittimizzazione per le imprese di grandi dimensioni
(oltre 250 addetti), per tutte le categorie di reato e
in tutte le aggregazione territoriali (Fig. 2.2).
Fig. 2.2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato appartenente alle diverse macrocategorie negli
ultimi 3 anni. Confronto tra classi di ampiezza. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate della stessa
41
ampiezza . Anno 2008
90,0%
80,0%
CRIMINALITÀ TOTALE
79,7%
CRIMINALITÀ COMUNE
76,5%
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
68,2%
70,0%
61,8%
60,0%
60,7%
57,0%
50,4%
50,0%
47,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
7,0%
7,7%
7,5%
8,4%
0,0%
Micro (2 - 9)
Piccole (10 - 49)
Medie (50 - 249)
Grandi (Oltre 250)
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
40
Krkoska, L. e Robeck, K., 2009, ‘Crime, Business Conduct and Investment Decisions: Enterprise Survey Evidence from 34
Countries in Europe and Asia’, in Review of Law and Economics, 5, 1, pp. 493-516.
41
Dati pesati. Vedere tabella 4, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
28
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Tra i reati di criminalità comune le differenze più
evidenti nei tassi di vittimizzazione tra imprese di
diverse dimensioni emergono per i reati di furto,
rapina e atti di vandalismo. In questi casi i livelli di
vittimizzazione delle imprese con oltre 250 addetti
sono sempre più che doppi rispetto a quelli relativi
alle imprese micro: 72,2% contro 27,7% per i furti;
52,6% contro 23,5% per gli atti di vandalismo;
12,9% contro 4,7% per le rapine.
Emerge che le imprese di piccole dimensioni sono
meno colpite da reati commessi da dipendenti
rispetto a quelle di grandi dimensioni: il 12,7% delle
imprese con oltre 250 impiegati ha, infatti, subito un
furto da dipendenti, contro il 2,4% delle imprese di
piccole dimensioni.
Si può ipotizzare che la presenza di un maggiore
controllo informale nelle imprese di piccole
dimensioni, svolto principalmente da proprietari ed
impiegati, possa fungere da deterrente verso alcune
forme di criminalità comune commesse dai
dipendenti stessi.
È importante ricordare però che il 20,3% delle
imprese intervistate con oltre 250 addetti opera in
zone industriali, in cui si registra un maggior rischio
di criminalità, contro l’11% delle imprese micro. In
questo senso, anche il territorio in cui l’impresa
svolge la sua attività, così come il tipo di attività
svolta, possono incidere sui tassi di vittimizzazione.
Per quanto riguarda i reati potenzialmente legati alla
criminalità organizzata, le differenze tra le imprese
di diverse dimensioni si appiattiscono notevolmente
(Fig. 2.2).
In questo caso non è tanto l’ampiezza dell’impresa
ad influire in maniera rilevante sulla probabilità di
subire un reato, quanto l’appartenenza a specifici
settori di attività economica, come si è visto nel
paragrafo precedente.
Le micro imprese risultano però più preoccupate
rispetto a quelle grandi di subire reati di estorsione
(11% vs 4,8%), soprattutto nelle regioni del Sud e
delle Isole (19,5% vs 6,2%). Inoltre, se la
percentuale di micro e piccole imprese vittimizzare
risulta inferiore rispetto a quella relativa alle grandi
imprese, l’impatto del rischio criminalità sugli
investimenti è molto maggiore sulle prime che sulle
seconde. Circa il 14% delle micro imprese in Italia
dichiara, infatti, che il rischio di subire un reato
impatta molto sulla propensione dell’azienda ad
investire, contro il 3,7% delle imprese con oltre 250
addetti.
2.2 Le caratteristiche
degli autori di reato
Capire quali sono gli autori di specifiche fattispecie
di reato e come agiscono per portarle a termine,
rappresenta un altro importante spettro di
informazioni necessario alle aziende per potersi
difendere da specifici crimini o per mettere in atto
strategie preventive efficaci.
Difendersi da un furto commesso da clienti oppure
da uno commesso da dipendenti implica l’adozione
di misure di sicurezza completamente diverse. Così
come cambiano le strategie di difesa e reazione a
fenomeni estorsivi messi in atto da imprese rivali
oppure da gruppi di criminalità organizzata locale.
I paragrafi che seguono analizzano le caratteristiche
di autori di reato e loro modus operandi per
specifiche forme di criminalità comune e
organizzata,
Reati di criminalità comune
Nella maggior parte dei casi di furti, truffe e reati
informatici, l’autore del reato è una persona esterna
e sconosciuta all’azienda, nel senso che non si
tratta né di dipendenti, né di clienti o fornitori.
Interessante il caso delle truffe, che presentano
invece un’elevata percentuale di reati commessi da
clienti o fornitori (64,5%). Questo dato conferma
quanto analizzato in figura 1.13, e cioè che la
maggior parte delle truffe contro le imprese italiane
viene commessa da clienti o fornitori che emettono
assegni a vuoto o pagano con soldi falsi.
La percentuale di reati commessi da dipendenti si
aggira intorno al 4%, per tutte le fattispecie. Nel
caso di truffe si tratta prevalentemente di assenze
dal lavoro con esibizione di falsi certificati (3,4%
delle truffe subite dalle imprese) e richieste di
rimborsi spese gonfiati (0,2%). L’abuso
nell’utilizzo del sistema informatico da parte del
personale rientra invece tra i più frequenti reati
informatici commessi da dipendenti (4,4% dei
casi).
29
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Fig. 2.3 – Dipendenti autori di furto, truffa, reato informatico (ultimo reato subito). Tassi percentuali di imprese
vittime di questi reati commessi da dipendenti sul numero di imprese che ha subito almeno uno dei reati nei 12
42
mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
4,5%
4,0%
4,0%
3,6%
3,5%
3,5%
3,0%
2,5%
2,0%
1,5%
1,0%
0,5%
0,0%
TRUFFE commesse da dipendenti
REATI INFORMATICI commessi
da dipendenti
FURTI commessi da dipendenti
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
42
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
30
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Focalizzandosi sui reati commessi da dipendenti
è interessante capire quali sono i settori
economici più colpiti.
superano mai il 7%. Si può supporre che si tratti
prevalentemente di furti di beni o merce presente
all’interno dell’impresa o trasportata altrove, e di
denaro, soprattutto nel caso delle attività
finanziarie.
La figura 2.4 sotto mostra come sanità e
assistenza sociale, attività manifatturiere,
finanziarie e commercio all’ingrosso e al
dettaglio, siano i settori in cui si trovano le
percentuali più elevate di furti commessi da
dipendenti, con valori che comunque non
Se si considerano le truffe, i settori più colpiti da
frodi commesse da dipendenti sono quello
dell’istruzione e delle costruzioni.
Fig. 2.4 – Imprese vittime di furti e truffe commesse da dipendenti in Italia. Confronto tra macrosettori economici.
Tassi percentuali sul numero di imprese, dello stesso macrosettore, che ha subito almeno uno dei reati
43
considerati nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
Sanità e assistenza sociale
7,2%
0,0%
5,9%
Attività manifatturiere
Attività finanziarie
TRUFFE commesse
da dipendenti
6,4%
5,4%
0,0%
Commercio all’ingrosso e
al dettaglio; riparazione…
Produzione e distribuzione
di energia elettrica, gas…
FURTI commessi da
dipendenti
4,9%
4,8%
3,3%
0,0%
Altri servizi pubblici,
sociali e personali
2,9%
0,8%
Trasporti, magazzinaggio
e comunicazioni
Attività immobiliari,
noleggio, informatica,…
Costruzioni
Alberghi e ristoranti
0,0%
1,9%
1,4%
1,8%
0,6%
1,2%
9,9%
1,1%
1,0%
2,0%
4,0%
6,0%
8,0%
10,0%
12,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Un discorso dettagliato sugli autori di reato e sul
loro modus operandi lo meritano le rapine; una
fattispecie di reato che, seppur non essendo tra le
più frequenti in Italia, presenta grossi costi sia diretti
43
(furto dei beni e danni alle strutture) sia indiretti
(danni psicologici sui dipendenti, danni
all’immagine) per l’azienda.
Dati pesati. Vedere tabella 4 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
31
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Fig. 2.5 – Imprese vittime di rapine commesse con armi da fuoco e da taglio. Confronto tra macroaree
geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno una rapina
44
nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
90,0%
85,0%
Nord-ovest
80,0%
Nord-est
Centro
71,2%
70,0%
Sud
65,5%
61,1%
60,0%
Isole
59,5%
ITALIA
48,5%
50,0%
40,0%
47,1%
39,3%
31,1%
30,0%
26,3%
20,0%
15,5%
18,1%
10,0%
0,0%
Armi da fuoco
Armi da taglio
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
La figura 2.5 sopra evidenzia come in Italia il 65,5%
delle rapine viene commesso con l’ausilio di
un’arma da fuoco, che può essere concretamente
utilizzata o semplicemente fungere da strumento di
minaccia. I tassi più alti di rapine commesse con
armi da fuoco si registrano al Centro Italia (85%),
seguito dal Sud (71,2%) e dalle Isole (61,1%).
44
Dal grafico 2.6 sotto si nota però come solo nel
3,3% dei casi l’arma da fuoco viene
effettivamente utilizzata, la maggioranza di questi
nel Sud Italia. Si può quindi supporre che nella
maggior parte dei casi l’arma da fuoco serva
come ulteriore elemento di minaccia per la
commissione del reato.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
32
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Fig. 2.6 – Imprese vittime di rapine commesse con armi da fuoco e da taglio in cui si è sparato e ci sono stati
feriti. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che
45
ha subito almeno una rapina nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
12,0%
Nord-ovest
10,5%
Nord-est
10,0%
9,8%
Centro
9,1%
Sud
8,0%
Isole
ITALIA
6,0%
4,9%
4,0%
3,3%
2,4%
2,0%
1,5%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
Arma da fuoco utilizzata per sparare
Feriti
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
A conferma del dato sopra riportato si può notare
come circa il 5% delle rapine commesse con armi
da fuoco o da taglio registri dei feriti.
45
Le percentuali aumentano se si osservano i dati
relativi al Sud e alle Isole, dove, rispettivamente, il
10,5% e il 9,8% delle rapine commesse con armi da
fuoco o da taglio registrano dei feriti.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
33
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
Fig. 2.7 – Imprese vittime di rapine per numero di rapinatori e loro nazionalità. Confronto tra macroaree
geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno una rapina
46
nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
120,0%
Centro
Sud
70,7%
56,3%
0,9%
1,3%
8,3%
8,0%
10,2%
28,2%
33,5%
9,4%
9,7%
16,4%
13,9%
0,2%
1,2%
3,2%
20,0%
20,0%
20,0%
21,5%
14,7%
40,0%
1,0%
31,1%
36,4%
48,9%
60,0%
60,4%
ITALIA
70,2%
62,0%
71,4%
Isole
80,0%
0,6%
6,9%
7,1%
Nord-est
100,0%
89,7%
98,1%
84,8%
84,9%
98,6%
Nord-ovest
0,0%
Uno
Due
Più di due
Italiani
Numero
Stranieri
Italiani e Stranieri
Nazionalità
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
La figura 2.7 analizza le percentuali di rapine a
seconda del numero di rapinaotori coinvolti e della
loro nazionalità. Risulta evidente che nella maggior
parte dei casi i rapinatori sono due (74%) e la loro
nazionalità è italiana (85%). Il Nord-est è la
macroarea in cui si registra la più alta percentuale di
rapine commessa da stranieri (33,5%).
Reati potenzialmente connessi
alle attività della criminalità organizzata
Alla domanda: “Da chi proveniva la minaccia
subita?”, il 25,9% delle imprese italiane, che hanno
dichiarato di aver subito almeno un reato di
intimidazioni e minacce, ha risposto “da gruppi di
criminalità organizzata locale”. Nelle regioni del Sud
e delle Isole, questa percentuale sale
rispettivamente al 52% e al 40,6%, circa il doppio
della media nazionale.
46
Per il reato di estorsione questi valori risultano
ancora più alti. Il 77,5% delle imprese vittime di
estorsione dichiara, infatti, che il reato è stato
commesso da gruppi di criminalità organizzata
locale. Interessante notare che le più alte pecentuali
di imprese che hanno subito un’estorsione per
opera di gruppi di criminalità organizzata locale si
trovano al Nord-ovest e al Centro Italia. Questi
valori potrebbero effettivamente rappresentare
l’enorme diffusione del fenomeno anche al Nord
Italia e l’utilizzo del metodo estorsivo per tenere
sotto controllo le attività dell’impresa stessa.
Bisogna però notare che le più alte percentuali di
intimidazioni e minacce commesse dalla criminalità
organizzata local nel Sud e nelle Isole suggeriscono
che il fenomeno è molto presente in questi territori e
che probabilmente agisce utilizzando maggiormente
la forza o perlomeno la minaccia di usare la forza.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
34
Parte 1 - 2. Le caratteristiche di vittime e autori della criminalità contro le imprese in Italia
44,7%
48,6%
40,6%
60,0%
85,1%
82,0%
80,1%
77,5%
63,4%
66,6%
52,0%
80,0%
76,6%
83,6%
Nordovest
Nordest
Centro
Sud
Isole
ITALIA
100,0%
93,0%
99,8%
Fig. 2.8 – Imprese vittime di intimidazioni e minacce e estorsione per tipo di autore. Confronto tra macroaree
geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese della stessa macroarea che ha subito almeno uno dei reati
47
considerati nei 12 mesi precedenti l’intervista . Anno 2008
12,5%
15,4%
19,9%
20,7%
0,2%
0,0%
0,0%
2,4%
2,5%
0,0%
1,8%
7,0%
6,3%
10,1%
11,1%
2,9%
15,1%
7,5%
3,2%
3,7%
0,5%
8,3%
25,9%
22,0%
2,7%
5,5%
20,0%
18,4%
11,2%
40,0%
0,0%
Gruppi di
criminalità
organizzata
locale
Gruppi di Imprese rivali
criminalità
organizzata
straniera
Altro
Gruppi di
criminalità
organizzata
locale
Intimidazioni e minacce
Gruppi di Imprese rivali
criminalità
organizzata
straniera
Altro
Estorsione
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Un ulteriore dato interessante, riguarda il fatto che
tra le imprese del Nord-ovest e Nord-est Italia, il
18,4% e l’11,2% dichiara di aver subito estorsioni da
47
gruppi di criminalità organizzata straniera;
sottolineando la presenza di gruppi criminali
stranieri soprattutto nei territori del Nord Italia.
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
35
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
3. LA FIDUCIA NELLE FORZE DELL’ORDINE E LA DENUNCIA DEI REATI
dichiara di essere abbastanza soddisfatto nei
confronti del lavoro che le Forze dell’ordine
svolgono nella zona in cui l’impresa opera. Lavoro
che riguarda sia il controllo del territorio, sia il
trattamento e la risoluzione dei reati subiti. Solo
l’11,3% si dichiara però molto soddisfatto.
3.1 La soddisfazione nei confronti
del lavoro delle Forze dell’ordine
Il giudizio sull’operato delle Forze dell’ordine
espresso dalle imprese intervistate è abbastanza
soddisfacente. Circa il 63,9% delle imprese italiane
Fig. 3.1 – Giudizio complessivo sul lavoro delle Forze dell’Ordine nella zona in cui opera l’impresa, confronto tra
48
macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
80,0%
Nord-est
63,9%
58,7%
52,7%
60,0%
68,3%
70,0%
66,7%
66,3%
Nord-ovest
Centro
Sud
Isole
ITALIA
50,0%
4,3%
8,2%
5,2%
5,5%
2,9%
2,1%
20,4%
30,1%
20,1%
14,6%
18,2%
11,3%
10,5%
15,0%
9,0%
10,0%
7,7%
20,0%
12,6%
30,0%
25,6%
40,0%
0,0%
Molto soddisfacente
Abbastanza soddisfacente
Poco soddisfacente
Per niente soddisfacente
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Analizzando le percentuali per macroarea si nota
come il Sud Italia e le Isole presentino valori di
indoddisfazione più elavati rispetto alla media
italiana. In particolare, al Sud Italia, le imprese poco
o per niente soddisfatte nei confronti del lavoro delle
Forze dell’ordine sono circa il 38%, contro il 24,7%
48
di media italiana.
Stringendo il focus sulle regioni italiane, si nota
come i livelli più alti di insoddisfazione (tra il 30% e il
43,2% di imprese poco o per niente soddisfatte) si
concentrino in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
36
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.2 – Livelli di insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’Ordine nella zona in cui opera
49
l’impresa. Confronto tra regioni italiane. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona .
Anno 2008
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
49
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
37
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
La figura 3.3 sotto cerca di analizzare le cause di
questa insoddisfazione mettendo a confronto il Sud
Italia e l’Italia in generale.
dalle tempistiche per la risoluzione del caso (30% circa).
Una differenza evidente tra il Sud Italia e il livello
nazionale riguarda l’insoddisfazione dovuta al
coinvolgimento delle Forze dell’ordine in sistemi di
corruzione. La percentuale di imprese che si
dichiara insoddisfatta per questo motivo è infatti due
volte superiore al Sud (11,8%) rispetto alla media
nazionale (5,7%).
Tra le imprese insoddisfatte, al Sud Italia così come
a livello nazionale, il motivo più frequente
dell’insoddisfazione è la scarsa presenza delle forze
dell’ordine sul territorio (80% circa), seguita dalla
mancata cattura degli autori del reato (35% circa) e
83,5%
90,0%
82,3%
Fig. 3.3 – Ragioni dell’insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine. Tassi percentuali sul
numero di imprese che hanno dichiarato di essere poco o per niente soddisfatte. Anno 2008
Sud
N = 1321
ITALIA
N = 2691
80,0%
70,0%
60,0%
27,6%
21,8%
35,7%
34,0%
5,7%
11,8%
20,0%
27,0%
30,0%
28,7%
31,3%
40,0%
29,6%
50,0%
10,0%
0,0%
Non sono
sufficientemente
presenti
Sono coinvolte in Impiegano troppo Non reagiscono alle Non catturano i
sistemi di
tempo per risolvere
chiamate
colpevoli
corruzione
un caso
Troppi problemi
nella denuncia
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
38
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Se si osservano i dati regionali (Tab. 3.1) si può
notare come tutte le regioni del Sud presentino
valori più alti della media italiana in relazione a
questo motivo di insoddisfazione, ad eccezione
della Sardegna. In Campania più del 14% delle
imprese insoddisfatte nei confronti del lavoro
delle Forze dell’ordine (che sono il 43,2% delle
imprese totali), si dichiara scontento a causa del
loro coinvolgimento in sistemi di corruzione.
Tab. 3.1 – Ragioni dell’insoddisfazione nei confronti del lavoro delle Forze dell’ordine. Tassi percentuali sul
numero di imprese che hanno dichiarato di essere poco o per niente soddisfatte (N). Confronto tra regioni italiane.
Anno 2008
Ragioni insoddisfazione lavoro Forze dell’ordine
Non sono
sufficienteme
nte presenti
Sono
coinvolte in
sistemi di
corruzione
Impiegano
troppo tempo
per risolvere
un caso
Non
reagiscono
alle chiamate
Non
catturano i
colpevoli
Troppi
problemi
nella
denuncia
Campania (N = 495)
87,1%
14,3%
26,7%
27,7%
34,1%
21,2%
Puglia (N = 421)
83,0%
9,8%
30,4%
31,7%
32,6%
20,5%
Basilicata (N = 53)
87,2%
6,3%
33,4%
29,2%
36,2%
34,4%
Calabria (N = 212)
71,3%
13,1%
39,0%
19,7%
34,4%
21,8%
Sicilia (N = 398)
78,9%
9,1%
26,3%
22,6%
28,9%
25,2%
Sardegna (N = 170)
81,7%
2,1%
32,6%
25,5%
32,9%
24,5%
Italia (N = 2691)
83,5%
5,7%
29,6%
27,0%
35,7%
27,6%
Regioni italiane
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Questi dati, uniti a quelli relativi alla vittimizzazione
delle imprese per il reato di corruzione (Tab. 1.1) e
al 12,3% di imprese che dichiara che le Forze
dell’ordine erano coinvolte nel reato di concussione
subito (Fig. 1.16), confermano ulteriormente la
diffusione del fenomeno e la sua influenza sulla
fiducia nel settore pubblico, soprattutto al Sud Italia.
contro il 53,6% di quelle che hanno
50
comportato ferite sia lievi che gravi .
3.2 La denuncia dei reati subiti alle
Forze dell’ordine
Uno dei valori aggiunti dell’utilizzo delle indagini di
vittimizzazione per l’analisi della criminalità contro le
imprese consiste nell’aggirare il problema delle
mancate denunce dei reati alle Forze dell’ordine,
che si riscontra nelle statistiche ufficiali.
2.
entità del danno subito in conseguenza del
reato. Gli individui tendono a denunciare
tra il 60% e il 90% dei reati che
comportano una perdita economica
51
superiore a €500 .
3.
presenza di un’assicurazione contro il
reato subito. Il furto di auto, camion, moto
e motorino è tra i reati più denunciati, così
come il furto in abitazione. La denuncia è
infatti necessaria per ottenere un
risarcimento da parte dell’assicurazione.
4.
fiducia nelle Forze dell’ordine. La sfiducia
nella professionalità delle Forze dell’ordine
o peggio ancora la percezione della loro
collusione con la criminalità può fungere da
52
forte disincentivo alla denuncia dei reati .
Sono diversi i motivi che incidono sulla propensione
del cittadino, o dell’impresa, a denunciare o meno
alle Forze dell’ordine il reato subito. Tali motivi
possono essere ricondotti a sei principali fattori:
1.
natura e gravità percepita del reato subito.
I reati consumati vengono denunciati più
spesso rispetto a quelli tentati e più il reato
è grave più si tende a denunciarlo. Dai
risultati dell’ultima indagine Istat sulla
vittimizzazione dei cittadini condotta nel
2008, emerge che solo il 13,8% delle
aggressioni senza ferite viene denunciato
50
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza,
p. 4.
51
Ibidem.
52
Gruszczyńska, B., 2004, ‘Crime in Central and Eastern
European countries in the Enlarged Europe’, in
European Journal on Criminal Policy and Research, 10,
pp. 123-136.
Gruszczyńska, B. e Gruszczyński, M., 2005, ‘Crime in
Enlarged Europe: Comparison of Crime Rates and
39
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
5.
6.
motivi personali come vergogna oppure
parziale coinvolgimento nel reato. In
alcune società è considerato inappropriato
e umiliante per le vittime denunciare certi
tipi di reato come ad esempio le violenze
53
domestiche oppure le violenze sessuali .
Un altro motivo che può limitare la
propensione alla denuncia è legato al
parziale coinvolgimento della vittima nel
reato stesso, come nel caso dei reati di
estorsione, corruzione e concussione.
vantaggi nel denunciare. La propensione
alla denuncia aumenta quanto si è
consapevoli di trarne qualche vantaggio o
evitare ulteriori svantaggi in conseguenza
del reato. Si denunciano spesso rapine,
aggressioni o minacce, con la speranza
che il colpevole venga arrestato; furti di
auto o in abitazione per ritrovare i beni
rubati; scippi o borseggi per evitare che i
proprio documenti vengano utilizzati per la
54
commissione di altri reati .
Dai risultati dell’indagine sulle imprese italiane
emerge che, sul totale dei reati considerati, solo il
32,4% delle imprese vittimizzate li denuncia alle
Forze dell’ordine. Questa percentuale varia però
notevolmente al variare del tipo di reato subito
(Fig. 3.4).
Victimization Risks’, in Transition Studies Review, 12, 2,
Sep. 2005, pp. 337-345.
53
Holmes, L., 2009, ‘Crime, organised crime and
corruption in post-communist Europe and the CIS’, in
Communist and Post-Communist Studies, 42, p 257.
40
54
Istat, 2010, Reati, vittime e percezione della sicurezza,
p. 11
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.4 – Imprese che dichiarano di aver denunciato 1’ultimo reato subito. Tassi percentuali sul numero di
55
imprese che hanno subito almeno uno tra i diversi reati considerati . Anno 2008
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
CRIMINALITÀ TOTALE
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0% 100,0%
32,4%
Rapina
95,0%
Furto
64,0%
Intimidazioni e minacce
35,6%
Atti di vandalismo
27,4%
Truffa
26,3%
Reati informatici
19,0%
Contraffazione
Estorsione
16,5%
6,6%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
In Italia, il 95% delle imprese che ha subito una
rapina l’ha anche denunciata alle Forze
dell’ordine. Come nel caso degli individui, si
conferma anche tra le imprese, l’elevata
propensione a denunciare questo tipo di reato
caratterizzato da una componente appropriativa e
da una violenta.
Come sottolineato dal grafico sotto, uno dei
55
motivi principali che spinge le imprese a
denunciare questo reato è di impedire al
colpevole di farlo ancora (63,5%) e per ottenere il
risarcimento dall’assicurazione (51,5%).
Tra le più frequenti ragioni della non denuncia si
nota una generale sfiducia nei confronti
dell’azione delle Forze dell’ordine (“le Forze
dell’ordine non avrebbero fatto nulla”, 35,7%).
Dati pesati. Vedere tabella 2 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
41
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.5 – Motivi denuncia e non denuncia dell’ultima rapina subita. Tassi percentuali sul numero di imprese che
hanno denunciato almeno una rapina subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
82,7%
Denuncia
Per impedire al colpevole di farlo ancora
63,5%
Per rintracciare l'autore del reato
61,3%
Per avere il risarcimento dall'assicurazione
51,5%
Per recuperare la proprietà
N = 198
Altro
25,8%
0,2%
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
35,7%
No prove/le FdO non potevano fare nulla
31,4%
Non denuncia
Precedente esperienza negativa
19,5%
Non abbastanza importante/grave
8,3%
Timore e paura di rappresaglie
8,3%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
8,1%
N = 16
100,0%
Non si era/è assicurati
6,0%
Non si voleva perdere tempo
1,1%
L'impresa ha agito per conto proprio
1,0%
Altro
0,2%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
0,0%
RAPINA
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
I furti sono il secondo reato più denunciato, con una
percentuale di denunce alla Forze dell’ordine pari al
64% dei reati subiti. Questo perché spesso la merce
o i beni rubati sono assicurati e ciò rappresenta un
forte incentivo alla denuncia per l’ottenimento di un
rimborso (il 38,4% delle imprese dichiara di aver
42
denunciato il furto subito per ottenere il risarcimento
da parte dell’assicurazione). Tuttavia, dai dati
raccolti emerge che la propensione alla denuncia è
influenzata soprattutto dal dovere di informare le
Foze dell’ordine (82%) oppure dalla volontà di
rintracciare l’autore del reato (54,4%).
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.6 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo furto subito. Tassi percentuali sul numero di imprese che
hanno denunciato almeno un furto subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
Denuncia
54,4%
Per impedire al colpevole di farlo ancora
51,1%
Per avere il risarcimento dall'assicurazione
38,4%
Per recuperare la proprietà
34,8%
Altro
2,6%
Non abbastanza importante/grave
60,2%
No prove/le FdO non potevano fare nulla
47,7%
Non denuncia
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
26,6%
Precedente esperienza negativa
19,1%
Non si voleva perdere tempo
18,2%
Non si era/è assicurati
17,8%
Altro
7,3%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
4,6%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
4,5%
N = 593
100,0%
82,1%
Per rintracciare l'autore del reato
N = 1593
80,0%
L'impresa ha agito per conto proprio
1,9%
Timore e paura di rappresaglie
1,0%
FURTO
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Tra i reati di criminalità comune meno denunciati vi
sono le truffe (26,3%) e gli atti di vandalismo
(27,4%). È lecito supporre che di fronte a simili
reati manchino molti degli incentivi a denunciare.
Si tratta, infatti, di reati relativamente poco gravi,
contro i quali le imprese sono raramente
assicurate e per i quali è peraltro difficile
identificare l’autore. Tra le motivazioni delle
imprese per giustificare la mancata denuncia di
questi reati quella che si presenta più
frequentemente è “non era abbastanza importante
o abbastanza grave” seguita da “non c’erano
abbastanza prove le Forze dell’ordine non
potevano fare nulla, era inutile”.
43
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.7 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultima truffa subita. Tassi percentuali sul numero di imprese che
hanno denunciato almeno una truffa subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
68,3%
Denuncia
Per impedire al colpevole di farlo ancora
68,3%
Per rintracciare l'autore del reato
52,3%
Per recuperare la proprietà
N = 49
47,5%
Altro
6,3%
Per avere il risarcimento dall'assicurazione
6,2%
Non abbastanza importante/grave
36,7%
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
26,3%
Non si voleva perdere tempo
23,3%
Non denuncia
No prove/le FdO non potevano fare nulla
22,2%
Precedente esperienza negativa
15,7%
L'impresa ha agito per conto proprio
12,6%
Altro
12,3%
Non si era/è assicurati
11,5%
Timore e paura di rappresaglie
5,6%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
N = 613
4,1%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
TRUFFA
2,0%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime
Fig. 3.8 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo atto di vandalismo subito. Tassi percentuali sul numero di
imprese che hanno denunciato almeno un atto di vandalismo subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
Denuncia
56,4%
Per rintracciare l'autore del reato
54,9%
Per avere il risarcimento dall'assicurazione
Altro
36,2%
0,8%
Non abbastanza importante/grave
55,7%
No prove/le FdO non potevano fare nulla
43,2%
Non denuncia
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
25,2%
Precedente esperienza negativa
14,4%
Non si voleva perdere tempo
14,0%
Non si era/è assicurati
L'impresa ha agito per conto proprio
9,0%
5,5%
Timore e paura di rappresaglie
2,1%
Altro
2,0%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
2,0%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
1,4%
N = 1174
100,0%
79,4%
Per impedire al colpevole di farlo ancora
N = 568
80,0%
ATTI DI VANDALISMO
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno, Transcrime
44
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Interessante osservare che il reato di intimidazioni e
minacce è il terzo più denunciato, con una media
italiana pari al 35,6%. Come nel caso delle rapine, è
un reato che implica un contatto diretto con l’autore.
La maggiore tendenza a denunciarlo può essere
dovuta alla capacità della vittima di descrivere
l’autore del reato alle Forze dell’ordine e accentuata
dalla volontà di impedire al colpevole di reiterare il
reato (questa la motivazione che si presenta con la
maggiore frequenza, 78,3%, tra le imprese vittime di
questo reato). Tra i motivi della mancata denuncia,
la paura di rappresaglie si trova al terzo posto
(21%).
Fig. 3.9 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo reato di intimidazioni e minacce subito. Tassi percentuali
sul numero di imprese che hanno denunciato almeno un reato di intimidazioni e minacce subito nei 12 mesi
precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0%
Per impedire al colpevole di farlo ancora
78,3%
Denuncia
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
59,0%
Per rintracciare l'autore del reato
Perché consigliatomi dalle associazioni antiracket ed usura
Per accedere ai fondi anti-racket ed usura del Ministero…
Per avere il risarcimento dall'assicurazione
N = 169
Altro
23,8%
5,5%
4,5%
4,5%
1,9%
No prove/le FdO non potevano fare nulla
40,3%
Non denuncia
Non abbastanza importante/grave
Timore e paura di rappresaglie
21,0%
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
20,6%
Precedente esperienza negativa
8,8%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
7,9%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
6,1%
Non si voleva perdere tempo
5,6%
L'impresa ha agito per conto proprio
Altro
N = 267
36,6%
Non si era/è assicurati
5,1%
3,7%
INTIMIDAZIONI E MINACCE
1,5%
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Concussione ed estorsione sono i reati che
presentano i valori più alti di non-denuncia. Anche
se tra i motivi della non denuncia dichiarati dalle
imprese emerge con maggiore frequenza “non
c’erano abbastanza prove, le Forze dell’ordine non
potevano fare nulla, era inutile”, è ragionevole
pensare che uno dei motivi principali sia dovuto
all’omertà nel denunciare reati molto spesso
connessi alle attività della criminalità organizzata e
che implicano un coinvolgimento diretto della vittima
nel loro svolgimento (pagamento di denaro o di altri
56
beni o favori) .
A supporto di questa ipotesi, i dati dimostrano che
nel caso di estorsione e concussione, la paura di
rappresaglie rappresenta rispettivamente il primo
(34,1%) e il secondo motivo (30%) motivo di non
denuncia.
56
Le frequenze assolute per queste variabili non sono
sufficientemente consistenti da considerare i risultati
statisticamente significativi.
45
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.10 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultimo reato di concussione subito. Tassi percentuali sul numero
di imprese che hanno denunciato almeno un reato di concussione subito nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno
2008
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
Denuncia
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
66,3%
Altro
Per rintracciare l'autore del reato
58,3%
2,7%
No prove/le FdO non potevano fare nulla
47,5%
Timore e paura di rappresaglie
29,8%
Non denuncia
Non abbastanza importante/grave
27,4%
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
14,1%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
13,0%
Non si voleva perdere tempo
Precedente esperienza negativa
120,0%
95,6%
Per impedire al colpevole di farlo ancora
N= 7
100,0%
11,7%
8,4%
L'impresa ha agito per conto proprio
4,0%
Altro
3,0%
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
0,4%
Non si era/è assicurati
0,0%
CONCUSSIONE
N = 321
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
46
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.11 – Motivi denuncia e non denuncia del1’ultima estorsione subita. Tassi percentuali sul numero di imprese
che hanno denunciato almeno un’estorsione subita nei 12 mesi precedenti l’intervista. Anno 2008
0,0%
N = 11
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
Per impedire al colpevole di farlo ancora
45,7%
Denuncia
Per il dovere di informare le Forze dell'ordine
42,2%
Per recuperare la proprietà
35,7%
Per rintracciare l'autore del reato
11,1%
Perché consigliatomi dalle associazioni antiracket ed usura
Altro
50,0%
7,7%
3,3%
Per accedere ai fondi antiracket ed usura del Ministero… 0,0%
N = 75
Timore e paura di rappresaglie
34,1%
Le FdO non avrebbero comunque fatto nulla
31,7%
Precedente esperienza negativa
31,1%
Non denuncia
No prove/le FdO non potevano fare nulla
28,2%
Non abbastanza importante/grave
19,7%
Non si voleva essere condotti in situazioni di giustizia
17,3%
L'impresa ha agito per conto proprio
9,6%
Non si voleva perdere tempo
8,3%
Altro
Non si era/è assicurati
Le FdO hanno sconsigliato di fare la denuncia
Valori così bassi di denuncia alle Forze
dell’ordine per reati come concussione ed
estorsione, che colpiscono prevalentemente le
imprese, sottolineano l’importanza di questa
prima misurazione della criminalità contro le
aziend. Tra i suoi obiettivi principali vi era, infatti,
di arricchire il quadro parziale sui reati di
criminalità organizzata, fornito dalle statistiche
giudiziarie.
Conoscendo i livelli di non denuncia per
7,6%
0,9%
ESTORSIONE
0,0%
specifiche fattispecie di reato è infatti possibile
stabilire l’entità del numero oscuro e provare a
stimare la diffusione di alcune fattispecie di reato,
integrando statistiche ufficiali e tassi di non
denuncia registrati con i dati delle indagini di
57
vittimizzazione (Walker, 1997).
Grazie alla consistenza dei dati relativi alle
denunce per i reati di criminalità comune è
possibile approfondire l’analisi anche a livello
regionale.
57
Walker, J., 199, ‘Estimates of the costs of crime in
Australia in 1996’, in Australian Institute of Criminology
(a cura di), Trends and Issues in Crime and Criminal
Justice, 72, Canberra.
47
Parte 1 - 3. La fiducia nelle Forze dell’ordine e la denuncia dei reati
Fig. 3.12 – Imprese che dichiarano di aver denunciato 1’ultimo reato subito. Tassi percentuali sul numero di
58
imprese che hanno subito almeno uno tra i diversi reati considerati . Confronto tra regioni italiane. Anno 2008
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Le imprese situate in Lombardia, Trentino Alto
Adige, Toscana e Umbria mostrano i tassi più
elevati di denuncia per reati come furti, truffe, atti di
vandalismo e rapine (Fig. 3.12). Tassi bassi di
denuncia per queste fattispecie di reato si registrano
in particolare nelle regioni del Sud Italia, ma anche
nel Nord del Paese, come in Veneto, Friuli Venezia
Giulia e Piemonte.
58
La regione che presenta i tassi più ridotti di
denuncia per i reati di criminalità comune è la
Calabria (21,5%), in cui si registrano anche i tassi
più bassi di soddisfazione nei confronti del lavoro
delle Forze dell’ordine, uno dei motivi principali delle
mancate denunce. Il 41,4% delle imprese operanti
in Calabria giudica non soddisfacente il lavoro delle
Forze dell’ordine nella loro zona di attività, contro il
24,7% di media italiana (Fig. 3.2).
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
48
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
4. LA PERCEZIONE DELLA SICUREZZA TRA LE IMPRESE IN ITALIA
Un ulteriore valore aggiunto delle indagini di
vittimizzazione, rispetto alle statistiche giudiziarie
penali, consiste nella possibilità di misurare non
solo la criminalità subita ma anche quella percepita.
La percezione del rischio di subire un reato e il
senso di insicurezza sono fortemente correlate e
possono influenzare le abitudini quotidiane di un
individuo così come le attività e gli investimenti di
un’impresa.
Il presente capitolo analizza diversi aspetti e
problematiche che possono incidere sul senso di
sicurezza delle imprese italiane e che permettono di
valutare le sue numerose sfaccettature.
4.1 Il disordine fisico e sociale
In letteratura è conosciuta l’importanza che il
disordine sociale e fisico possono avere sulla
percezione di sicurezza degli individui.
Una maggiore percezione del disordine sociale e
fisico produce livelli più alti di paura della criminalità
e, sebbene non sempre ciò accada, può anche
incidere sui livelli di criminalità.
Il disordine sociale riguarda comportamenti che
violano le regole condivise di uno spazio urbano e la
semplice presenza di persone che vivono situazioni
di marginalità sociale (senza fissa dimora, prostitute
di strada, tossicodipendenti, etc.). In questa
indagine è stato misurato attraverso i seguenti
fenomeni: a) persone che si drogano; b) persone
che spacciano; c) prostitute in cerca di clienti; d)
girovaghi, vagabondi, persone senza fissa dimora.
Il disordine fisico riguarda invece i simboli di
negligenza e di degrado incontrollato. In questa
indagine è stato misurato attraverso i seguenti
fenomeni: a) atti di vandalismo (panchine
imbrattate, impianti di illuminazione pubblica
distrutta, cabine rotte, cassonetti, bruciati, ecc.); b)
aree degradate e c) zone scarsamente illuminate.
La figura 4.1 riporta i livelli di percezione del
disordine sociale per macroarea geografica. Come
si può osservare, il fenomeno di disordine sociale
maggiormente percepito dalle imprese risulta
essere la presenza di girovaghi, vagabondi e
persone senza fissa dimora (42,1%). Tale
fenomeno supera la media nazionale nel Nord-ovest
Italia (45,9%), seguito da Nordest e Centro (41,7%)
e Sud Italia (39,8%).
La presenza di disordine legata al consumo e
spaccio di stupefacenti è decisamente meno diffusa
a livello nazionale (17,3%). Tale fenomeno è
superiore nelle regioni del Sud (il 23,5% vede
persone che si drogano, il 13% persone che
spacciano) mentre è minimo per le Isole
(rispettivamente 12,6% e 6,9% per gli stessi
fenomeni). A livello intermedio si collocano
Nordovest e Italia Centrale, mentre la situazione
sembra essere leggermente migliore per le imprese
del Nordest che, nella zona in cui operano, vedono
meno persone che si drogano (13,1%) e che
spacciano (9,5%).
La visibilità di fenomeni quali la prostituzione
sembra invece più concentrata nell’area
settentrionale del Paese. Il 20% delle imprese del
Nordovest sono situate in zone dove
frequentemente si vedono prostitute in cerca di
clienti. Questa percentuale è molto più bassa
nelle altre macroaree italiane. In Sicilia e
Sardegna la visibilità di questo fenomeno è
ridotta al minimo (5,9%).
49
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
42,1%
35,5%
Centro
40,0%
41,7%
Nord-est
45,0%
41,7%
Nord-ovest
39,8%
50,0%
45,9%
Fig. 4.1 – Percentuale di imprese che dichiarano di vedere spesso o abbastanza nella zona in cui opera l’unità
locale di impresa i seguenti fenomeni di disordine sociale. Confronto tra macroaree. Tassi percentuali sul numero
59
di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
Sud
Isole
35,0%
Italia
14,2%
11,1%
5,8%
12,3%
13,6%
6,9%
11,2%
13,0%
12,0%
9,5%
10,0%
12,1%
17,3%
17,8%
12,6%
15,0%
13,1%
20,0%
17,9%
25,0%
20,0%
23,5%
30,0%
5,0%
0,0%
Persone che si drogano
Persone che spacciano
Prostitute in cerca di clienti
Girovaghi, vagabondi,
persone senza fissa dimora
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
59
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
50
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Se si osserva il livello regionale si può notare
come le regioni in cui si registrano livelli di
percezione del disordine sociale più alti della
media italiana (tra il 19,8% e il 26,6% delle
imprese intervistate) sono (in ordine decrescente)
l’Abruzzo, la Campania, la Lombardia, il Piemonte,
il Lazio, la Liguria, il Veneto e il Piemonte.
Considerando che, a parte l’Abruzzo e la Campania,
si tratta di imprese operanti nel Nord Italia, si può
ipotizzare che tali valori siano anche dovuti ad una
maggiore sensibilità degli imprenditori in queste
regioni verso determinati tipi di fenomeni.
60
Fig. 4.2 – Percezione del disordine sociale .Media dei tassi percentuali di imprese che dichiarano di vedere
“spesso” e “talvolta” persone che si drogano, persone che spacciano, persone che si prostitutiscono, girovaghi e
61
vagabondi . Confronto tra regioni italiane. Anno 2008
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Il disordine fisico sembra invece essere
maggiormente percepito dalle imprese del Sud e
delle Isole. In particolare, per quanto riguarda gli atti
di vandalismo, le imprese del Sud sono quelle che li
registrano più spesso nella propria zona (50,6%),
seguite da quelle del Nordovest (48,4%). Per
quanto riguarda le aree degradate, invece, le
imprese del Sud e delle Isole si distinguono per le
maggiori condizioni di degrado in cui operano.
Un’impresa su tre dichiara che nella propria zona
sono presenti aree degradate. La differenza tra
macroaree si assottiglia per le zone scarsamente
illuminate che sono segnalate maggiormente dalle
imprese del Centro (48,1%), del Sud (47,6%) e delle
Isole (48,6%) rispetto alle imprese del Nord. In
questo contesto la condizione migliore è vissuta
dalle imprese del Nordest che vedono nella propria
zona meno atti di vandalismo (39,3% delle imprese
intervistate), aree degradate (15,3%) e zone
scarsamente illuminate (42,8%).
60
La percezione del disordine sociale è stata ottenuta calcolando la media delle percentuali di imprese che hanno dichiarato di
vedere con frequenza pari a “spesso” e “talvolta” persone che si drogano, persone che spacciano, persone che si
prostituiscono, girovaghi e vagabondi.
61
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
51
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Tab. 4.3 – Percentuale di imprese che dichiarano di vedere nella zona in cui opera l’unità locale di impresa i
seguenti fenomeni di disordine fisico. Confronto tra macroaree. Tassi percentuali sul numero di imprese
62
intervistate nella stessa zona . Anno 2008
60%
33,3%
45,4%
Italia
48,6%
Isole
42,8%
48,1%
Sud
47,6%
Centro
43,4%
45,2%
43,1%
33,4%
40%
39,3%
43,6%
48,4%
50%
Nord-est
50,6%
Nord-ovest
20%
22,0%
22,0%
15,3%
17,8%
30%
10%
0%
Atti di vandalismo
Aree degradate
Zone scarsamente illuminate
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
62
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
52
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
I dati a livello regionale approfondiscono quanto
osservato a livello di macroaree e mostrano come le
regioni che presentano un livello di disordine fisico
superiore alla media italiana siano (in ordine
decrescente): Campania, Calabria, Lazio, Sicilia,
Sardegna, Puglia e Piemonte.
63
Fig. 4.4 – Percezione del disordine fisico .Media dei tassi percentuali di imprese che dichiarano la presenza di
64
atti di vandalismo, aree degradate e zone scarsamente illuminate che nella zona in cui operano . Confronto tra
regioni italiane. Anno 2008
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
63
La percezione del disordine fisico è stata ottenuta calcolando la media delle percentuali di imprese che hanno dichiarato la
presenza di atti di vandalismo, aree degradate e zone scarsamente illuminate nella zona in cui operano.
64
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
53
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
criminalità molto o abbastanza elevato nella zona in
cui opera. Anche in questo caso la ripartizione
territoriale incide notevolmente sulle diverse
percezioni; al Sud Italia la percezione del rischio
criminalità sale al 40,7%.
4.2 La percezione
del rischio criminalità
Alle imprese intervistate è stato chiesto di esprimere
anche una valutazione del rischio criminalità nella
zona in cui operano. Con il concetto di rischio si è
inteso richiedere una valutazione più generale,
riferita al contesto territoriale in cui l’impresa opera.
Esso si distingue dalla preoccupazione di subire un
reato, che sarà illustrata nel paragrafo successivo,
perché quest’ultima è riferita concretamente
all’impresa intervistata
Anche l’indagine sulla vittimizzazione degli individui
condotta dall’Istat registra diverse percezioni
all’interno del territorio italiano. Infatti, se a livello
nazionale circa il 29% dei cittadini si sente insicuro
camminando per strada quando è buio, al Sud
questa percentuale sfiora il 34% evidenziando come
in queste regioni il senso di insicurezza sia più
marcato e probabilmente anche dovuto all’elevata
frequenza con cui si verificano reati di strada.
I risultati dimostrano che il 30% delle imprese
intervistate dichiara di percepire un rischio
57,9%
Nord-ovest
Nord-est
53,3%
60,0%
60,8%
59,8%
70,0%
62,6%
Fig. 4.5 – Rischio criminalità nella zona in cui opera l’impresa. Tassi percentuali sul numero di imprese
65
intervistate . Anno 2008
47,0%
Centro
50,0%
Sud
Isole
40,0%
6,1%
17,6%
0,0%
Molto
Abbastanza
Poco
Per niente
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
65
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
54
11,7%
11,0%
11,0%
5,0%
3,5%
2,5%
10,0%
4,6%
10,5%
10,8%
20,0%
12,3%
25,4%
23,0%
30,2%
22,8%
30,0%
25,6%
24,8%
ITALIA
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
A livello regionale, si evidenzia come, con l’unica
eccezione della Basilicata, la percezione del
rischio risulti essere sensibilmente più alta nelle
regioni meridionali, a cui si aggiungono, Veneto e
Umbria (Fig. 4.6).
Fig. 4.6 – Percentuale di imprese che dichiarano di percepire un rischio criminalità molto o abbastanza presente
nella zona in cui operano. Confronto regionale. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa
66
zona . Anno 2008
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
In particolare, le due regioni che presentano la
percentuale più elevata di imprese che dichiarano di
percepire un rischio criminalità molto o abbastanza
presente sono la Calabria (54,4%) e la Campania
(49,7%). Questi due territori sono del resto anche
quelli che più di altri negli ultimi anni hanno
evidenziato una forte presenza di fenomeni
criminali, soprattutto legati al crimine organizzato.
Così come la paura della criminalità può portare un
individuo a modificare le sue abitudini quotidiane,
66
alla stesso modo la percezione del rischio
criminalità nella zona in cui opera un’impresa può
influire enormemente sulla sua propensione ad
investire (Fig. 4.7).
Il 38,6% delle imprese è influenzato nella
propensione ad investire dal rischio criminalità
percepito. Tale influenza negativa raggiunge picchi
del 49% nelle regioni del Sud Italia. Ancora una
volta i valori più elevati si registrano in Calabria
(55,8%) e Campania (55,9%).
Dati pesati. Vedere tabella 1 in Allegato per frequenze assolute non pesate.
55
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Fig. 4.7 – Influenza del rischio criminalità percepito sulla propensione ad investire delle imprese. Confronto tra
67
macroaree geografiche. Tassi percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
29,2%
30,4%
31,2%
29,5%
30,8%
32,2%
31,1%
28,2%
25,2%
28,4%
25,0%
22,8%
ITALIA
20,7%
Isole
25,0%
23,3%
24,3%
Sud
25,8%
Centro
30,0%
35,8%
Nord-est
30,6%
35,0%
Nord-ovest
33,6%
40,0%
10,0%
13,4%
13,5%
14,1%
9,7%
15,0%
11,4%
20,0%
5,0%
0,0%
Molto
Abbastanza
Poco
Per niente
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Tuttavia, qualche segnale positivo sembra
emergere dalla percezione dell’andamento della
criminalità (Fig. 4.8). Infatti, se a livello italiano,
solo il 4,6% delle imprese ritiene che la criminalità
sia diminuita rispetto all’anno precedente, nel Sud
67
e nelle Isole questo dato risulta maggiore (8% al
Sud e 10,5% nelle Isole). Al contrario questa
percentuale risulta molto più bassa nel centro
nord, registrando valori minimi nel Nord Ovest
(1,9%).
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
56
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Tab. 4.8 – Percentuale di imprese che dichiarano di percepire un aumento, una stabilità o una diminuzione dei
livelli di criminalità nella zona in cui operano rispetto a un anno prima. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi
68
percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
90,0%
80,0%
Nordovest
Nordest
70,0%
76,9%
76,8%
Centro
73,9%
75,0%
76,7% 75,8%
Sud
Isole
60,0%
Italia
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
21,3% 21,9%
19,0%
19,5%
16,9%
12,8%
10,5%
8,0%
10,0%
4,1%
4,2%
4,6%
1,9%
0,0%
In aumento
Stabile
In diminuzione
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
La Fig. 4.9 divide la percezione del rischio per
l’ubicazione dell’azienda (centro abitato, zona
industriale, altro). Come si può osservare in tutte
le macroaree, la percezione del rischio nelle
zone industriali risulta più elevata. Il valore più
alto si registra nel Sud (44,4% delle imprese
localizzate in zone industriali percepisce un
rischio molto o abbastanza elevato), il valore più
68
basso si rileva nel Nord-Est (30,9%). Tra le
imprese situate nel centro abitato la percezione
del rischio criminalità è minore. I valori più bassi
in assoluto si osservano nelle regioni del Centro,
dove è il 23,7 delle imprese che dichiarano di
percepire un rischio molto o abbastanza elevato.
I valori più elevati si registrano invece al Sud
(39,9%).
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
57
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Fig. 4.9 – Percentuale di imprese che dichiara di percepire un rischio criminalità molto o abbastanza presente
nella zona in cui operano per zona di residenza dell’unità locale. Confronto tra macroaree geografiche. Tassi
69
percentuali sul numero di imprese intervistate nella stessa zona . Anno 2008
50,0%
Nord-ovest
Nord-est
45,0%
Sud
Isole
Italia
41,3%
39,9%
40,0%
36,6%
35,0%
Centro
44,4%
33,5%
36,5%
35,2%
34,0%
30,9%
30,0%
28,5%
27,0%
29,1%
27,4%
32,1%
30,0%
31,7%
25,2%
23,7%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
5,0%
0,0%
Zona industriale
Centro abitato
Altro
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
4.3 La preoccupazione
di subire un reato
Se la domanda sulla percezione del rischio
criminalità richiede di formulare un giudizio sui livelli
di pericolosità della zona in cui opera l’impresa, la
preoccupazione di subire un reato è invece
espressamente riferita alle strutture dell’impresa
stessa. Nell’indagine si è misurata la
preoccupazione di subire furti, rapine, truffe o atti di
vandalismo.
Come si può vedere, le preoccupazioni degli
intervistati variano a seconda del tipo di reato e
dell’area geografica di appartenenza (Fig. 4.10) e
sono spesso influenzate dalla reale probabilità di
accadimento di un evento. Il reato più temuto è
infatti il furto (54%); quello per cui si registrano i più
alti tassi di vittimizzazione. I furti preoccupano di più
le imprese del Centro (il 58,4% si definisce molto o
69
abbastanza preoccupata di subirli), seguita da
quelle del Nordest (57,3%), del Nordovest (54,3%) e
del Sud (50,6%). Molto più distanti sono invece le
imprese delle Isole (39,5%). Al secondo posto vi
sono gli atti di vandalismo, che generano più
preoccupazione al Nordovest (39,5%) e al Centro
(39,3%) e molta meno nelle Isole (30,4%). Il
discorso cambia per quanto riguarda le rapine che
vedono tra le imprese più preoccupate quelle del
Sud (37,2%), seguite dal Centro (34,7%), dal
Nordovest (34%) e dalle Isole (31,3%). Valori che
rispecchiano la distribuzione delle imprese
vittimizzate per questo stesso tipo di reato.
Le imprese del Nordest invece sono le meno
preoccupate di subire rapine e truffe (in questo
caso, insieme a quelle delle Isole). Per quest’ultimo
reato si contendono il primato della preoccupazione
le imprese del Centro (36,4%) e quelle del Sud
(36,1%).
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
58
Parte 1 - 4. La percezione della sicurezza tra le imprese in Italia
Se per i reati di criminalità comune, analizzati sopra,
le percentuali di rischio percepito non variano più di
tanto tra una ripartizione territoriale e l’altra, è
invece evidente la differenza tra la percentuale di
imprese preoccupate di subire un’estorsione tra il
Sud Italia e il resto del paese (20,9% contro 10,9%).
Questi risultati, letti insieme a quelli relativi ai reati di
estorsione subiti dalle imprese, rivelano come i
fenomeni estorsivi siano un problema reale nelle
regioni del Sud Italia, che influisce fortemente sul
sentimento di sicurezza e sulle attività delle imprese
stesse.
Fig. 4.10 – Imprese che dichiarano di percepire il rischio di subire specifici tipi di reato. Tassi percentuali sul
70
numero di imprese intervistate . Anno 2008
70,0%
Nord-est
54,0%
Centro
Sud
Isole
37,5%
39,5%
36,5%
39,3%
36,6%
ITALIA
10,0%
13,4%
19,1%
12,7%
7,7%
7,4%
9,9%
20,0%
10,9%
15,2%
20,9%
30,4%
32,9%
34,7%
37,2%
31,3%
34,0%
32,3%
27,5%
30,0%
24,8%
27,1%
33,4%
40,0%
36,4%
36,1%
39,5%
50,0%
12,6%
11,5%
12,5%
60,0%
54,3%
57,3%
58,4%
50,6%
Nord-ovest
0,0%
Furto
Truffa
Rapina
Vandalismo
Estorsione
Altro
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
70
Dati pesati. Vedere tabella 2, Cap. 7, per frequenze assolute non pesate.
59
Parte 2
PARTE 2
NOTA METODOLOGICA71
71
Per approfondimenti di natura tecnico-statistica consultare il Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N. Progetto Implementazione
analisi criminale Macroattività 1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.;
Gosetti F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno, Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta).
61
Parte 2 - 1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione
1. I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DELLE INDAGINI DI VITTIMIZZAZIONE
Le indagini di vittimizzazione rappresentano
un’importante strumento di misurazione alternativo
e complementare alle statistiche giudiziarie
72
ufficiali .
Intervistando direttamente un campione di
popolazione sulle esperienze di vittimizzazione
subite, riescono ad aggirare il problema del
“numero oscuro”, o sommerso, della criminalità. Il
numero oscuro è rappresentato da tutti quei reati
che avvengono in un determinato territorio ma che,
per diverse ragioni, non sono registrati nelle
73
statistiche ufficiali .
Reati come le frodi, la contraffazione, la criminalità
informatica, la corruzione, l’estorsione, l’usura e
altri tipi di criminalità economica e finanziaria, sono
quelli che più difficilmente vengono denunciati e
74
quindi rappresentati nelle statistiche ufficiali . La
mancanza di dati “ufficiali” affidabili su questi tipi di
criminalità non convenzionale, e spesso
organizzata, e il fatto che le imprese sono i target
privilegiati di queste fattispecie di reato, sono stati
due dei principali motori di sviluppo delle indagini
di vittimizzazione sulle imprese.
72
Per statistiche amministrative o ufficiali si intendono
quelle statistiche prodotte dalle istituzioni governative
con obiettivi di contabilità, o di controllo delle loro attività
(Starr, 1987). Le statistiche amministrative sulla
criminalità sono quelle raccolte dalle agenzie istituzionali
che si occupano direttamente o indirettamente di tale
fenomeno: i diversi Ministeri (Interno, Giustizia, Affari
Esteri, Finanza), gli istituti di statistica e gli istituti
sanitari. Tali statistiche vengono contrapposte alle
statistiche derivanti dalle indagini di vittimizzazione.
Indagini condotte su campioni di popolazione con
l’obbiettivo specifico di raccogliere informazioni sulle
vittime di reato in un determinato periodo di tempo.
73
Questo di solito accade perché i reati non sempre
vengono scoperti dalla polizia, non sempre vengono
denunciati alla polizia, oppure, anche se denunciati, non
sempre vengono registrati nelle statistiche giudiziarie
(Grünhut, 1951; Tierney, 2006). Il sommerso della
criminalità varia a seconda del tipo di reato e della sua
gravità, a seconda del danno subito in conseguenza del
reato, a seconda del territorio e del periodo in cui
avviene il reato (Estrada e Westfelt, 2006; Istat, 2010).
74
Aromaa, K. e Joutsen, M., 2003, ‘Introduction’, in HEUNI
(a cura di) Crime and Criminal Justice in Europe and
North America 1995-1997: Report on the Sixth United
Nations Survey on Crime Trends and Criminal Justice
Systems, Helsinki, p.6; Maguire, M., 2006, ‘Crime Data
and Statistics’, in Maguire, M.; Reiner, R. e Morgan, R.
(a cura di), The Oxford Handbook of Criminology Fourth
edition, Oxford: Oxford University Press, pp.279-284.
Come tutti gli strumenti di misurazione della
criminalità, anche le indagini di vittimizzazione
presentano alcuni limiti e svantaggi. Si tratta,
infatti, di indagini campionarie che raccolgono
informazioni così come percepite e memorizzate
dagli intervistati.
Considerando che il crimine è un costrutto sociale
e la sua percezione e interpretazione possono
variare da paese a paese, ma anche da regione a
regione all’interno di uno stesso paese, si possono
ottenere risultati fuorvianti dovuti alla diversa
percezione della criminalità. Anche la propensione
a riportare i reati subiti può incidere sull’affidabilità
delle informazioni raccolte attraverso un’indagine
75
di vittimizzazione .
Oltre ai problemi di percezione dei reati e alla
propensione a riportarli da parte degli intervistati,
esistono alcuni problemi di tipo metodologico,
principalmente dovuti al metodo di campionamento
e alla metodologia utilizzata per la raccolta dei
dati, che risultano spesso in una sotto-stima del
numero di reati riportati dalle vittime.
L’errore di campionamento può incidere
sull’affidabilità delle stime campionarie. Il “memory
decay”, fenomeno per cui l’intervistato tende a
riportare in maniera più numerosa eventi che sono
accaduti in un periodo temporalmente più vicino a
quello dell’intervista rispetto ad eventi accaduti
molto tempo prima e il “telescoping effect”, quando
l’intervistato tende ad attribuire eventi che sono
accaduti molti anni prima ad un periodo di tempo
più vicino al momento dell’intervista, possono
causare una sovrastima del numero di eventi
75
Lynch, J.P., 1993, ‘Secondary analysis of international
crime survey data’, in Alvazzi del Frate, A.; Zvekic, U. e
van Dijk (a cura di), J.J.M., Understanding crime:
Experiences of crime and crime control, Rome: United
Nations Interregional Crime and Justice Research
Institute (UNICRI); Howard, G.J. e Smith, T., 2003,
‘Understanding Cross-national Variations of Crime
Rates in Europe and North America’, in Aromaa, K.;
Leppa, S.; Nevala, S. e Ollus, N. (a cura di), Crime and
Criminal Justice In Europe and North America 19951997, 40, pp. 23-70, Helsinki, Finland: European
Institute for Crime Prevention and Control (HEUNI).
63
Parte 2 - 1. I vantaggi e gli svantaggi delle indagini di vittimizzazione
riportati durante il periodo più prossimo a quello
76
dell’intervista .
In un certo senso, le indagini di vittimizzazione
sono caratterizzate dal loro “numero oscuro”,
anche se in maniera molto più lieve rispetto alle
statistiche ufficiali. Le due fonti di dati non devono,
perciò, essere considerate in contrapposizione ma
misure complementari di uno stesso fenomeno che
possono essere sintetizzate in indicatori più robusti
e statisticamente più validi e affidabili.
76
Alvazzi del Frate, A., Zvekic, U. e Van Dijk, J.J.M., 1993,
Understanding crime: Experiences of crime and crime
control. Rome: United Nations Interregional Crime and
Justice Research Institute; Zvekic, U. e Alvazzi del
Frate, A., 1995, Criminal victimisation in the developing
world, Rome: United Nations Interregional Crime and
Justice Research Institute.
64
La misurazione alternativa ed integrata di reati di
criminalità non convenzionale (in particolare di
criminalità organizzata) è stato uno dei motivi
principali a spingere il Ministero dell’Interno, in
collaborazione con il centro di ricerca Transcrime,
a lanciare la prima indagine sulla vittimizzazione
delle imprese in Italia. Il tutto in un’ottica di
miglioramento delle politiche di prevenzione della
criminalità contro le aziende per la promozione
dello sviluppo economico delle regioni del Sud
Italia e delle Isole.
Parte 2 - 2. Lo strumento di rilevazione: il questionario
2. LO STRUMENTO DI RILEVAZIONE: IL QUESTIONARIO
Il questionario della prima indagine di
vittimizzazione delle imprese in Italia è stato
costruito prendendo spunto dai questionari di due
principali indagini sulla vittimizzazione delle
imprese: la CBS (Crime Business Survey)
77
dell’Home Office (2002) e la CCBS (Crime and
Corruption Business Survey) dell’Ufficio delle
Nazioni Unite che si occupa di Droga e Criminalità
78
(UNODC) (2005) . È stato considerato anche il
questionario dall’Indagine multiscopo sulle famiglie
79
“Sicurezza dei cittadini” dell’Istat (2002) ,
soprattutto per definire le domande relative alla
percezione della sicurezza. Ciò ha permesso di
mantenere una certa continuità rispetto alle
esperienze esistenti in questo settore e di garantire
la comparabilità dei dati raccolti a livello italiano con
quelli raccolti dall’indagine inglese e dall’indagine
internazionale.
A partire dai contenuti delle indagini esistenti, il
questionario dell’inchiesta italiana è stato costruito
in modo da coprire specifici aspetti del contesto
nazionale relativi ai rischi di degrado e di
insicurezza per le aziende, ai tipi di reato subiti dalla
imprese, alla tendenza a denunciare i reati subiti e
al loro livello di fiducia nel lavoro delle Forze
dell’ordine.
6.
intimidazioni e minacce;
7.
la criminalità organizzata (concussione,
estorsione, usura);
8.
la fiducia nelle istituzioni e nelle Forze
dell’ordine;
9.
l’assicurazione contro i rischi;
10. le misure di prevenzione della criminalità
adottate dall’unità locale d’impresa.
Per ogni tipologia di reato inclusa nell’indagine
(furto, truffa, rapina, atti di vandalismo,
contraffazione, criminalità informatica, intimidazioni
e minacce, concussione, estorsione, usura) è stata
fornita una definizione operativa del fenomeno sotto
osservazione che lo descrive in un linguaggio
semplice e non legale e attraverso l’utilizzo di
80
esempi pratici (vedi Glossario).
Per ogni reato considerato è stata prevista una
sequenza standard di domande che rilevasse il suo
accadimento negli ultimi tre anni e negli ultimi dodici
mesi, per poi raccogliere informazioni più dettagliate
sull’ultimo episodio subito:
a.
l’oggetto del reato (che cosa è stato
rubato, l’oggetto della truffa);
Il questionario è costituito da dieci sezioni principali:
b.
1.
le caratteristiche dell’unità locale
d’impresa;
quando è stato commesso (durante un
giorno lavorativo/durante l’orario di lavoro);
c.
da chi è stato commesso;
2.
la percezione della sicurezza e del
disordine urbano;
d.
quante ore sono andate perse in
conseguenza dell’ultimo reato;
3.
la criminalità comune (furto, truffa, rapina,
atti di vandalismo);
e.
qual è stata l’entità del danno;
4.
la contraffazione;
5.
la criminalità informatica;
77
Shury, J.; Speed, M.; Vivian, D.; Kuechel, A. e Nicholas,
S., 2002, Crime against retail and manufacturing
premises: findings from the 2002 Commercial
Victimisation Survey, Home Office Online Report 37/05.
78
http://www.unodc.org/unodc/en/data-andanalysis/Crime-and-Corruption-Business-Surveys.html
79
Istat, 2002, La sicurezza dei cittadini, scaricato a
Dicembre 2004 dal sito
http://www.istat.it/dati/catalogo/20040915_00/La_sicurez
za_dei_cittadini.pdf
80
Ad esempio, gli atti di vandalismo sono stati così definiti:
“Per atti di vandalismo si intende ogni danneggiamento
o distruzione della struttura dell'unità locale d'impresa o
parti di essa, di macchinari e merce eventualmente
presenti presso l'unità locale d'impresa o ai veicoli
appartenenti all'impresa presso l'unità locale d'impresa o
altrove senza alcuna finalità precisa se non per il
piacere di commetterli. Non rientrano tra gli atti di
vandalismo quelli commessi a scopo estorsivo. Sono
esempi di atti vandalici mura imbrattate, finestre rotte,
porte graffiate, incendio contro parti dell'edificio dell'unità
locale d'impresa, carrozzeria graffiata, finestrini rotti,
parti meccaniche rovinate, copertoni squarciati”
(Glossario).
65
Parte 2 - 2. Lo strumento di rilevazione: il questionario
f.
se è stata fatta denuncia ad una
compagnia di assicurazioni;
g.
se è stato ottenuto un risarcimento, la sua
entità e l’ammontare del premio
assicurativo pagato;
h.
se è stata fatta denuncia/non denuncia alle
Forze dell’ordine;
i.
i motivi di denuncia/non denuncia;
j.
il livello di soddisfazione nei confronti del
lavoro delle Forze dell’ordine.
Il questionario è stato testato attraverso un’indagine
pilota per verificarne la completezza dei contenuti e
l’attinenza al contesto economico-imprenditoriale
66
italiano; nonché la proprietà di linguaggio, la
chiarezza nella formulazione delle domande e la
coerenza interna tra le domande stesse.
L’indagine pilota si è svolta attraverso 2 fasi
principali:
1.
Indagine pilota attraverso intervista
telefonica (CATI) su 100 imprese
campionate.
2.
Indagine pilota attraverso intervista online
(CAWI) su 100 imprese campionate.
I risultati dell’indagine pilota hanno permesso di
riformulare alcune domande secondo l’opinione e i
suggerimenti delle imprese intervistate.
Parte 2 - 3. La tecnica per la raccolta dei dati
3. LA TECNICA PER LA RACCOLTA DEI DATI
La principale tecnica di rilevazione utilizzata per
l’indagine è stata basata sul CAWI (Computer
Assisted Web Interviewing). Tale metodo consiste
nell’utilizzo di un sito web dedicato su cui viene
caricato il questionario da compilare direttamente
online.
L’intervistato accede al questionario utilizzando uno
username e una password personali (inviatogli
precedentemente via email o via posta ordinaria) e
procede alla sua compilazione, che può essere
interrotta e ripresa in un momento successivo,
senza perdere le informazioni precedentemente
riportate.
Tale metodologia è stata scelta per consentire la
copertura di un campione di imprese molto ampio,
con costi proporzionalmente limitati rispetto ad altre
metodologie come l’intervista telefonica. Inoltre, è il
metodo utilizzato dall’Istat per la raccolta di
informazioni sulle imprese in Italia, e incluse nel
database ASIA (Registro Statistico delle Unità
81
Locali d’Impresa) .
L’intervista on-line permette di poter compilare il
questionario da una qualsiasi postazione
computerizzata con accesso a internet. Questo
garantisce non solo un maggior senso di
riservatezza per l’intervistato nel rispondere a
domande particolarmente delicate, come ad
esempio quelle relative al coinvolgimento in reato di
concussione, ma fornisce al rispondente anche il
tempo necessario per il reperimento delle
informazioni necessarie alla compilazione delle
diverse parti del questionario (la compilazione può
essere interrotta e ripresa in diversi momenti).
81
Istat, 2009, Nota metodologica, Registro Statistico delle
Unità Locali d’Impresa (ASIA), scaricato a Febbraio
2011 dal sito
<http://www.istat.it/dati/dataset/20090312_00/Nota%20
metodologica.pdf>.
67
Parte 2 - 4. Il disegno campionario
4. IL DISEGNO CAMPIONARIO
4.1 L’universo di riferimento
L’universo di riferimento dell’indagine italiana sulla
vittimizzazione delle imprese è costituito da tutte le
82
unità locali delle imprese italiabe con più di un
addetto, per un totale di circa 2 milioni di unità
(basandosi sui dati del 2005).
I dati utilizzati derivano dal Registro Statistico delle
Unità Locali d’Impresa (ASIA ), che raccoglie dati
sulle imprese e sulle unità locali (ASIA – unità
83
locali ) con riferimento a: localizzazione geografica,
attività economica svolta e numero di addetti
impiegati.
ASIA – unità locali raccoglie informazioni sulle
imprese appartenenti a tutte le attività industriali,
commerciali e dei servizi, tranne quelle relative a:
82
Il campionamento riguarda la selezione di un
insieme delle unità oggetto dell’indagine dalla
popolazione o universo di riferimento.
La scelta del tipo di campionamento, quindi il
metodo utilizzato per la selezione delle unità dalla
popolazione di riferimento, deriva dalla
caratteristiche dell’indagine che si intende condurre:
periodicità, sistema di rilevazione, modalità di
rilevazione, popolazione di riferimento, dettaglio
geografico di riferimento, tasso di risposta, errori
campionari, tassi di copertura, tempestività, etc.
agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A
della classificazione NACE Rev.1.1);
2.
pesca, piscicoltura e servizi annessi
(sezione B);
3.
amministrazione pubblica (sezione L);
Il metodo di campionamento utilizzato per l’indagine
italiana è di tipo stratificato semplice.
4.
attività di organizzazioni associative
(divisione 91);
I criteri di stratificazione seguiti sono:
5.
attività svolte da famiglie e convivenze
(sezione P);
6.
organizzazioni ed organismi extraterritoriali
(sezione Q);
7.
le unità classificate come istituzioni
pubbliche e istituzioni private non profit.
Per unità locale d'impresa si intende il luogo fisico nel
quale un'unità giuridico-economica (impresa, istituzione)
esercita una o più attività economiche. L'unità locale
corrisponde ad un'unità giuridico-economica o ad una
sua parte, situata in una località topograficamente
identificata da un indirizzo e da un numero civico.
Istat 2009, Nota metodologica, Registro Statistico delle
Unità Locali d’Impresa (ASIA), scaricato a Febbraio
2011 dal sito
<http://www.istat.it/dati/dataset/20090312_00/Nota%20
metodologica.pdf>.
68
4.2 Il metodo di campionamento
e la numerosità campionaria
1.
Unità locali di impresa possono quindi essere: i) imprese
che esercitano tutta l’attività economica in un’unica sede;
ii) sedi centrali di imprese con più sedi operative; iii) sedi
operative diverse dalla sede centrale.
83
L’archivio è aggiornato annualmente con un lag
temporale di 16 mesi e integra le informazioni
amministrative dell’Anagrafe Tributaria, delle
Camere di Commercio, dell’INPS e della SEAT –
Pagine gialle.
1.
La localizzazione dell’unità locale
d’impresa. In particolare, sono state
individuati come criteri di localizzazione le
34 province appartenenti alle regioni
Campania, Basilicata, Puglia, Calabria,
Sicilia, Sardegna e le restanti 14 regioni
italiane (per un totale di 48 strati).
2.
L’attività economica dell’unità locale. In
particolare, si sono considerate le 12
sezioni (C, D, E, F, G, H, I, J, K, M, N, O)
della classificazione NACE Rev.1.1.
Nello specifico si tratta delle seguenti
sezioni: C: Estrazione di minerali; D:
Attività manifatturiere; E: Produzione e
distribuzione di energia elettrica, gas e
acqua; F: Costruzioni; G: Commercio
all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli, motocicli e di beni personali
e per la casa; H: Alberghi e ristoranti; I:
Trasporti, magazzinaggio e
comunicazioni; J: Attività finanziarie; K:
Attività immobiliari, noleggio, informatica,
Parte 2 - 4. Il disegno campionario
ricerca, servizi alle imprese; M:
Istruzione; N: Sanità e assistenza
sociale; O: Altri servizi pubblici, sociali e
personali (L’attività del personale
domestico presso famiglie e convivenze
nell’Ateco ’91 era inclusa nella sezione P
– Attività svolte da famiglie e convivenze;
nell’Ateco 2002 invece è compresa nella
sezione O.).
3.
4.
L’ampiezza dell’unità locale (numero di
addetti impiegati). Si sono definite le
seguenti 4 classi di addetti: 2–9, 10–19,
20– 49 e 50–249.
L’appartenenza dell’unità locale ad un
comune capoluogo. Per un totale di 2
strati: appartenenza o non appartenenza al
comune capoluogo.
Dai precedenti criteri di stratificazione sono emersi
66 diversi strati, che sono poi stati incrociati tra loro.
Considerato l’elevato numero di modalità assunto
dalle variabili di stratificazione la popolazione di
riferimento è ripartita in un alto numero di celle della
tabella multi-way destinate a ricevere l’allocazione
84
delle unità campionarie . Per evitare i principali
problemi dovuti a questa “parcellizzazione” della
popolazione di riferimento che avrebbero potuto
ripercuotesi sull’affidabilità delle stime campionarie
(passaggio delle unità da uno strato all’altro;
presenza di strati con una scarsa numerosità
campionaria; presenza di strati vuoti), è stato
concepito un disegno campionario stratificato con
vincoli sulle marginali.
84
Vedi pp. 47-50, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N.
Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività
1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da
Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti
F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno,
Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta).
Il campione è stato poi estratto con selezione
casuale semplice in modo che rispettasse i totali
marginali prestabiliti (logica dei vincoli sulle
marginali) per le variabili considerate.
I totali marginali, e la numerosità campionaria, sono
stati stabiliti sulla base degli obiettivi dell’indagine,
del budget destinato alla ricerca, dei costi da
sostenere per la rilevazione del dato, nonché dai
risultati delle indagini esistenti sulla criminalità
contro le imprese condotte a livello internazionale o
in altri paesi europei.
Sulla base di queste considerazione di è stabilita
una numerosità campionaria complessiva pari a
83.136 unità locali. Di queste unità, le unità locali
con più di 249 addetti (3.136 unità locali) sono state
censite, mentre per le rimanenti (unità locali con
meno di 250 addetti) si è estratto un campione
casuale di 80.000 unità.
Considerando che uno degli obiettivi principali del
progetto era quello di misurare la criminalità contro
le imprese nelle province delle regioni Basilicata,
85
Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna , è
stato previsto un sovra–campionamento di 50.000
unità locali di impresa da allocare in queste regioni
ed una numerosità di 30.000 unità da allocare nelle
restanti regioni italiane.
Una volta stabilità la numerosità campionaria, si è
proceduto all’allocazione delle unità campionarie
nelle singole celle che costituiscono la
stratificazione sulle marginali, utilizzando un
algoritmo iterativo sviluppato ad hoc dagli esperti
86
statistici che hanno collaborato al progetto .
85
Le regioni del Sud e delle Isole si riferiscono qui alle
regioni Obiettivo 1, quelle regioni italiane che nel
periodo di programmazione 2000-2006 hanno avuto
accesso ai fondi strutturali dell’Unione Europea per la
“promozione dello sviluppo e l'adeguamento strutturale
delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo”. Nel
periodo di programmazione 20002006Rappresentavano quelle regioni in cui il prodotto
interno lordo (PIL) pro-capite era inferiore al 75% della
media comunitaria.
86
Vedi pp. 53-57, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N.
Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività
1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da
Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti
F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno,
Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta).
69
Parte 2 - 5. La fase di raccolta dei dati
5. LA FASE DI RACCOLTA DEI DATI
La fase di raccolta dati dell’indagine è iniziata il 9
giugno 2008 ed è durata fino al 31 luglio 2008.
della stessa, la notizia è stata pubblicata anche
sul sito del Ministero dell’Interno e sul sito di
Transcrime.
5.1 L’introduzione all’indagine
Il 3 giungo 2008 è stata mandata, alle 83.136 unità
locali di impresa campionate, una lettera cartacea di
introduzione all’indagine redatta dal Ministero
dell’Interno e da Transcrime, tramite posta target.
Tale lettera è servita per:
a.
individuare e informare i responsabili della
sicurezza di ogni unità locale di impresa,
dei contenuti dell’indagine, dei reati su cui
si sarebbe focalizzata e riassumendo le
principali domande cui avrebbero dovuto
rispondere;
b.
fornire le credenziali (indirizzo sito internet,
username e password personale) per
l’accesso alla compilazione del
questionario online.
c.
rassicurare sull’affidabilità della raccolta
dati e sul rispetto della privacy.
Inoltre, per diffondere ulteriormente le
informazioni relative all’indagine e all’affidabilità
70
5.2 I solleciti
Al fine di sollecitare le aziende alla compilazione del
questionario online, sono stati effettuati i seguenti
tipi di solleciti. Alcuni sono stati costanti lungo tutto il
periodo della rilevazione dei dati; altri sono stati
eseguiti ad hoc.
1.
un sollecito telefonico, seguito dall’invio
delle lettera di introduzione del Ministero
via fax o posta elettronica è stato svolto
costantemente nel corso del bimestre;
2.
due solleciti via posta elettronica, in data
19 giugno 2008 e in data 28 luglio 2008
alle unità locali di impresa per le quali si
disponeva degli indirizzi email e che non
avevano ancora compilato il questionario
online;
3.
un sollecito via posta prioritaria, ad un
sottogruppo di unità locali di impresa, in
quelle province per cui i tassi di risposta
risultavano ancora bassi.
Parte 2 - 6. L’imputazione delle mancate risposte parziali
6. L’IMPUTAZIONE DELLE MANCATE RISPOSTE PARZIALI
Le mancate risposte parziali ad alcune domande
del questionario, sono state imputate attraverso la
metodologia del “donatore”. L’imputazione da
“donatore” consiste nel sostituire il dato mancante
con il dato di una unità con risposte complete e
corrette che presenti caratteristiche simili all’unità
con il dato mancante. La similitudine tra l’unità
“donatore” e l’unità “ricevente” è definita
individuando delle variabili di matching, che siano
in relazione statistica con la variabile per cui non è
stata fornita risposta, e calcolando una distanza tra
unità sulla base delle variabili scelte. L’unità
“donatrice” è quindi quella più vicina a quella
ricevente. Allo scopo di limitare il calcolo delle
distanze ad un ristretto numero di unità, sono
generalmente individuati degli strati di unità
omogenee sulla base di variabili rilevate, chiamate
di strato, e connesse alla variabili da imputare. La
distanza tra le unità, sulla base della quale
individuare l’unità donatrice più simile, è calcolata
all'interno dello strato di appartenenza dell'unità
ricevente.
Per questa indagine sono state scelte come
variabili di strato: la localizzazione e l’attività
economica dell’unità locale e come variabili di
matching gli addetti dell’impresa e dell’unità
87
locale
87
Vedi pp. 63-64, Rapporto Metodologico In.Vi.P.O.N.
Progetto Implementazione analisi criminale Macroattività
1 - Sottoattività 1, Livello 1 e 2, 2008, scritto da
Benedetti R.; Di Nicola A.; Espa G; Filipponi D.; Gosetti
F.; Mugellini G.; a cura di Ministero dell’Interno,
Transcrime (non pubblicato; disponibile su richiesta).
71
Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo
7. I TASSI DI RISPOSTA E I PESI DI RIPORTO ALL’UNIVERSO
Dopo circa due mesi di raccolta dati, sono stati
raccolti 11.477 questionari compilati, su 83.136
imprese campionate, per un tasso di risposta medio
pari al 14%.
La tabella 1 sotto riporta l’ampiezza del campione
iniziale, il numero di imprese rispondenti e il tasso di
riposta finale mettendo a confronto quelli registrati
nelle regioni del Sud e delle Isole e nelle restanti
regioni italiane con la media nazionale.
Tab. 1 –numero di unità locali d’impresa inizialmente campionate, rispondenti e relativo tasso percentuale di
risposta. Anno 2008
Aggregazione
territoriale
Numero di unità locali
d’impresa campionate
Numero di unità locali
d’impresa rispondenti
Tasso di risposta
Sud e Isole
44.824
5.466
12%
Altre regioni Italiane
38.312
6.011
16%
Italia
83.136
11.477
14%
88
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Per tenere sotto controllo alcuni problemi relativi alla
probabilità di selezione delle unità campionate e per
rendere rappresentativo della popolazione di
riferimento il sottoinsieme delle unità della
popolazione campionata rispondente (11.477 unità
locali di impresa), è stato attribuito ad ogni unità
locale d’impresa rispondente un peso di riporto
all’universo, che può essere
88
definito come il numero di elementi della
popolazione di riferimento rappresentati da tale
unità. Le elaborazioni dei risultati presentati in
questo rapporto tengono in considerazione le
frequenze percentuali pesate per i pesi di riporto
all’universo. Le frequenze assolute non pesate sono
presentate nell’Allegato al rapporto.
Le regioni del Sud e delle Isole si riferiscono qui alle regioni Obiettivo 1, quelle regioni italiane che nel periodo di
programmazione 2000-2006 hanno avuto accesso ai fondi strutturali dell’Unione Europea per la “promozione dello sviluppo e
l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo”. Nel periodo di programmazione 2000-2006
rappresentavano quelle regioni in cui il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite era inferiore al 75% della media comunitaria.
72
Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo
Le tabelle 2 e 3 che seguono, mettono a
confronto il campione finale dell’indagine, che
rappresenta il numero di imprese rispondenti, e la
popolazione di riferimento, che rappresnta il
numero di imprese esistenti in Italia nel 2005 (ad
esclusione di quelle mono-personali). Le
percentuali presentate nell’ultima colonna di ogni
tabella rappresentano la proporzione di imprese
intervistate dall’indagine sul totale delle imprese
esistenti in Italia. Ad esempio, a livello nazionale
sono state intervistate 11.477 imprese, che
rappresentano lo 0,6% delle imprese esistenti in
Italia; all’interno del settore costruzioni, sono
state intervistate 1.164 imprese, che
rappresentano lo 0,3% delle imprese esistenti in
questo settore in Italia.
Tab. 2 – Campione finale (numero di imprese rispondenti l’indagine) e popolazione di riferimento (numero di
imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze % del campione finale
sulla popolazione di riferimento. Anno 2008
Regioni e
macroaree italiane
Campione finale (unità
locali rispondenti) (N)
Popolazione di riferimento
% campione finale su
popolazione di riferimento
Nord-ovest
2.326
608.126
0,4%
Nord-est
1.918
473.177
0,4%
Centro
1.170
417.217
0,3%
Sud
3.924
339.062
1,2%
Isole
2.139
163.866
1,3%
11.477
2.001.448
0,6%
ITALIA
Tab. 3 – Campione finale (numero di imprese rispondenti all’indagine) e popolazione di riferimento (numero di
imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra settori economici coperti dall’indagine. Frequenze % del campione
finale sulla popolazione di riferimento. Anno 2008
Regioni e macroaree italiane
Estrazione di minerali
Istruzione
Popolazione di
riferimento
% campione
finale su
popolazione di
riferimento
38
1.187
3,2%
Campione finale
74
12.264
0,6%
Sanità e assistenza sociale
498
45.886
1,1%
Altri servizi pubblici, sociali e personali
342
60.164
0,6%
3.710
113.645
3,3%
119
1.004
11,9%
Costruzioni
1.164
339.217
0,3%
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa
2.311
880.609
0,3%
Alberghi e ristoranti
640
214.637
0,3%
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
687
39.497
1,7%
Attività finanziarie
339
26.434
1,3%
1.393
233.523
0,6%
162
33.382
0,5%
11.477
2001448
0,6%
Attività manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e
acqua
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
servizi alle imprese
Altro
ITALIA
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
73
Parte 2 - 7. I tassi di risposta e i pesi di riporto all’universo
Tab. 4 – Campione finale (numero di imprese rispondenti all’indagine) e popolazione di riferimento (numero di
imprese italiane) dell’indagine. Confronto tra ampiezza (numero di addetti) delle imprese coperte dall’indagine.
Frequenze % del campione finale sulla popolazione di riferimento. Anno 2008
Regioni
e macroaree italiane
Campione finale
Popolazione di
riferimento
% campione finale su
popolazione di
riferimento
Micro (2 - 9)
5.097
1.608.667
0,3%
Piccole (10 - 49)
3.647
335.811
1,1%
Medie (50 - 249)
1.998
49.606
4,0%
735
7.364
10,0%
11.477
2.001.448
0,6%
Grandi (Oltre 250)
ITALIA
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
74
Glossario
GLOSSARIO

TRUFFA
C'è il reato di truffa quando qualcuno ottiene un beneficio ingiusto a danno di altri, ingannandoli attraverso la
simulazione e la distorsione dei fatti, inducendoli in errore con artifici o raggiri. In questa sede si considerano truffe
anche quei casi in cui la simulazione o la distorsione dei fatti è avvenuta attraverso lo strumento informatico.

RAPINA
L'unità di impresa è stata vittima di una rapina nel caso in cui i criminali, aggredendo o minacciando il proprietario o i
dipendenti, hanno sottratto beni di proprietà aziendale.

ATTI DI VANDALISMO
Per atti di vandalismo si intende ogni danneggiamento o distruzione della struttura dell'unità locale d'impresa o parti
di essa, di macchinari e merce eventualmente presenti presso l'unità locale d'impresa o ai veicoli appartenenti
all'impresa presso l'unità locale d'impresa o altrove senza alcuna finalità precisa se non per il piacere di commetterli.
Non rientrano tra gli atti di vandalismo quelli commessi a scopo estorsivo.

CONTRAFFAZIONE
L'unità locale è vittima di contraffazione se qualcuno realizza prodotti molto simili ai suoi, copiandone le
caratteristiche e il marchio registrato. Questo può ingenerare confusione nei consumatori, che credono di acquistare
gli originali.

CRIMINALITA' INFORMATICA
Per criminalità informatica intendiamo quei reati commessi ai danni della rete e dei sistemi di comunicazione
informatici dell'unità locale di impresa. È reato informatico un attacco in rete ad una banca dati aziendale per carpirne
le informazioni, oppure un danneggiamento del sito Internet aziendale dell'unità locale di impresa. Non includiamo
nei reati informatici i reati ordinari perpetrati attraverso la rete di comunicazione.

INTIMIDAZIONE E MINACCE
Con minacce intendiamo quelle rivolte al personale dell'unità locale d'impresa quando queste prefigurano danni
potenzialmente realizzabili contro loro stessi, familiari e/o conoscenti in relazione allo svolgimento delle loro attività
lavorative. La minaccia può essere realizzata con diverse forme e mezzi (con parole, scritti, disegni, gesti, atti, in modo
espresso o tacito, con gli sms, mms, posta elettronica, internet).

CONCUSSIONE
Può accadere che alcune volte, vi siano dipendenti della pubblica amministrazione o politici, che con la promessa di
snellire le procedure e ottenere più rapidamente ciò a cui l'unità locale d'impresa avrebbero comunque diritto,
richiedano denaro, regali e/o altro. In altri casi richieste di questo tipo vengono fatte per non applicare sanzioni.

ESTORSIONE
Il reato di estorsione si configura quando qualcuno, con minacce e intimidazioni, obbliga qualcun altro, traendone un
ingiusto profitto, a fare od omettere qualcosa arrecandogli danno.

USURA
Per usura si intende prestiti a tassi di interesse illegali e che rendono molto difficile o impossibile il loro rimborso.
75
Allegato
ALLEGATO
Tab. 1 – Imprese rispondenti all’indagine e imprese che dichiarano di aver subito almeno un reato negli ultimi 12
mesi. Confronto tra regioni, ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008
Regioni
e macroaree italiane
Piemonte
Valle d'aosta
Lombardia
Liguria
Totale rispondenti
all’indagine
Vittme criminalità
totale
Vittime criminalità
comune
Vittime criminalità
organizzata
609
264
225
24
49
12
10
2
1446
655
553
61
222
87
83
10
2326
1018
871
97
Trentino alto adige
215
71
62
9
Veneto
833
345
270
40
Friuli venezia giulia
193
68
54
4
NORD-OVEST
Emilia romagna
677
294
253
27
1918
778
639
80
Toscana
499
187
159
20
Umbria
131
48
38
5
Marche
224
73
58
8
NORD-EST
Lazio
316
146
128
29
CENTRO
1170
454
383
62
Abruzzo
464
148
131
23
Molise
133
34
25
6
Campania
1293
515
416
140
Puglia
1234
438
344
110
259
61
50
11
Basilicata
Calabria
541
190
144
83
SUD
3924
1386
1110
373
Sicilia
1308
396
323
89
Sardegna
831
235
213
25
ISOLE
2139
631
536
114
ITALIA
11477
4267
3539
726
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
76
Allegato
Tab. 2 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto
tra ripartizioni geografiche e Italia. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008
Macrocategorie e tipi
di reato
Frequenze assolute (non pesate) – Imprese vittime di reato negli ultimi 12 mesi
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
ITALIA
1018
778
454
1386
631
4267
Criminalità comune
871
639
383
1110
536
3539
Furto
621
437
245
597
286
2186
Truffa
108
82
92
266
114
662
Rapina
23
29
19
106
37
214
435
306
186
549
266
1742
Criminalità organizzata
97
80
62
373
114
726
Intimidazioni e minacce
74
61
39
197
65
436
Concussione
27
19
27
200
55
328
2
5
4
59
17
87
Contraffazione
97
86
41
87
11
322
Reati informatici
99
88
43
128
63
421
Criminalità totale
Atti di vandalismo
Estorsione
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
Tab. 3 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno uno tra i diversi tipi di reato negli ultimi 12 mesi. Confronto
tra settori economici. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008
Regioni e macroaree italiane
Estrazione di minerali
Istruzione
Sanità e assistenza sociale
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Vittme
criminalità
totale
Vittime
criminalità
comune
18
16
Vittime
criminalità
organizzata
4
28
26
3
167
143
30
131
112
40
1.389
1.074
204
59
57
5
Costruzioni
402
339
107
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa
959
850
133
Alberghi e ristoranti
278
255
45
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
290
266
48
99
86
13
398
277
90
Attività manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e
acqua
Attività finanziarie
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
servizi alle imprese
Altro
ITALIA
49
38
4
4267
3539
726
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
77
Allegato
Tab. 4 – Imprese che dichiarano di aver subito almeno un furto e almeno una truffa negli ultimi 12 mesi.
Confronto tra settori economici. Frequenze assolute (non pesate). Anno 2008
Regioni e macroaree italiane
Estrazione di minerali
Istruzione
Furti
Truffa
10
1
9
2
Sanità e assistenza sociale
82
8
Altri servizi pubblici, sociali e personali
58
17
732
142
52
1
Costruzioni
241
33
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli,
motocicli e di beni personali per la casa
509
272
Alberghi e ristoranti
140
58
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
176
44
19
29
148
35
Attività manifatturiere
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
Attività finanziarie
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle
imprese
Altro
ITALIA
10
20
2186
662
Fonte: elaborazione dell’autore di dati Indagine di vittimizzazione imprese in Italia – Ministero dell’Interno,
Transcrime
78
ISBN 978-88-8443-428-9
ISBN 978-88-8443-429-6 (e-book)
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Le imprese vittime di criminalità in Italia