LIGURIA
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, - NO /GENOVA – n. 31 anno 2012
Blue Media S.r.l. Gruppo Sagep Editori S.r.l. - Anno IV - Numero 31 - novembre-dicembre 2012 - bimestrale - I E 5,00 - AUT E 7,00 - E E 6,00 - RC 340,00 NT$ - D E 8,50
numero
31
novembre | dicembre 2012
E 5,00
Francesca Biasetton
Erri De Luca
H
cultura E società · leisure & events
Steve McCurry
GLIS
ITALIANO
EN
blue
genova · imperia · la spezia · savona
Lo sky-mullah
di Sestri Levante
Nelle nebbie
del Caucaso Trekking
idee regalo
Ten gift ideas
for a Blue Christmas
10
Historic Enterprise in Liguria
Botteghe e caffè
Itinerari e personaggi alla scoperta delle imprese storiche liguri
An itinerary to discover Shops, Coffee Shops, Bars, and Pastry Bars
blue
interview
Le Magic
maniHands
magiche
Calligrafa e illustratrice, Francesca Biasetton ha l’atelier a Genova ma viaggia per il mondo
dove è molto nota. Può creare il logo delle Olimpiadi, illustrare un ricettario, collaborare con registi
e coreografi, realizzare opere d’arte. Utilizza pennini e inventa strumenti. E del computer dice: «Utile per
riprodurre, lo uso. Ma prima viene la calligrafia. Come mostra la vita di Steve Jobs»
She is a calligrapher and an illustrator. Francesca Biasetton can make the Olympic logo, collaborate
with directors and choreographers, and do works of art. She uses pens and invents instruments. But
her computer is “just for reproduction. Calligraphy comes first. As seen in the life of Steve Jobs.”
Silvia Neonato
foto di Gianni Ansaldi
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chiva e timida, Francesca Biasetton di rado la
si incontra di persona. A volte senza saperlo, è
più facile imbattersi nel suo lavoro, anche in
Liguria: è, ad esempio, autrice dell’immagine copertina dell’ultimo libretto del programma di Genova Palazzo Ducale che riporta le tante attività
della Fondazione per la Cultura. Eppure è un’artista
di fama internazionale. Da grande calligrafa e illustratrice quale è, esige un profilo biografico ridotto all’osso, ma dal suo sito personale se ne intuisce
la complessità e varietà creativa. Francesca Biasetton nutre la convinzione che siano le sue opere
a parlare e dunque intervistarla è arduo. Alla fine
però, quando la saluti, capisci dai suoi occhi grigi,
quanto i suoi pensieri vadano oltre le parole.
Lavora a teatro, ha scritto per i Giochi Olimpici,
realizza logotipi, presta le sue mani nei video e
per eventi live. Senza menzionare altro ancora.
Faccio il mio lavoro. Lo applico. Lettere e illustrazioni mi consentono di spaziare, sia sul piano tecnico, sia su quello applicativo. Il fascino è irresistibile e si accompagna alla severità con cui giudico
ogni mia opera.
Tra le sue tante creazioni, quali predilige?
Non nutro dubbi sulla mia passione per la scrittura. Mi piace esercitarmi pure nello scrivere mille inviti per una sfilata di moda o trecento partecipazioni e buste per un matrimonio o menù di quindici
portate. Quando non mi esercito, adoro scrivere e
disegnare su pareti, mobili, tessuti, corpi, per oltre-
S
hy and retiring, Francesca Biasetton rarely
schedules personal interviews. At times, without
knowing so, it is easier to bump into her on a job.
Even in Liguria. Here she is, for example, the artist
behind the cover image of Genoa’s Ducal Palace’s
latest program (which reports the many activities that
are carried out by the Foundation for Culture). But in
truth, Biasetton is an internationally famous artist. The
great illustrator, famous for her calligraphy, prefers to
give out an extremely reduced biography, but if you go
on her website, you begin to suspect her complexity
and creative variety. Francesca Biasetton feels, with
strong conviction, that her works should speak for
themselves. And this makes interviewing her very
difficult. At the end however, when you are ready to
say goodbye, you see in her gray eyes how much
farther her thoughts go, beyond her words.
You work in the theatre, you have written for the
Olympic Games, you create logos, you help out in
videos and live events, and there is so much more…
I do my work. I apply it. Calligraphy and illustrations
allow me space, both on a technical level as upon
application. The fascination is irresistible. And it is
accompanied by the severity with which I judge each
of my works.
Among your many creations, works and
productions, which do you prefer?
I have no doubts about my passion for fonts and
writing. I love to exercise by writing out a thousand
invitations for a fashion parade or three hundred
S
intervista
blue
Francesca Biasetton, classe '61,
illustratrice e calligrafa
professionista. Ha "scritto" per le
Olimpiadi invernali di Torino e il
lettering della Leggenda del
pianista sull'Oceano di Tornatore
Photo Gianni Ansaldi
Francesca Biasetton, born in 1961,
is a professional illustrator and
calligraphist
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blue
interview
L'eleganza dell'alfabeto
The Elegance of the
Alphabet
Nata a Genova nel ’61 e
specializzatasi in Italia, Belgio,
Germania, Inghilterra, Francesca
Biasetton è un’illustratrice con la
“malattia” dell’alfabeto e, al
contempo, una calligrafa che ama
disegnare. Autrice di logotipi,
playoff, lettering per film, video,
libri, decorazioni di muri, mobili,
stoffe e ceramica, sfilate,
illustrazioni e immagini di copertina
per editoria, pubblicità e brochure,
ha “scritto” i titoli di testa per La
leggenda del pianista sull’Oceano di
Giuseppe Tornatore, lavorato con
l’artista iraniana Golnaz Fathi su
opere asemantiche, e con Brody
Neuenschwander per The Children
of Uranium di Peter Greenaway.
Dopo aver debuttato nell’ambito
della moda, disegnando immagini
per periodici specializzati, in teatro
è protagonista con Abbecedario,
spettacolo in cui disegna dal vivo in
videoproiezione e per cui illustra
l’omonimo volume, Premio
Andersen 2003 e Premio
Stregagatto 2004.
Born in Genoa in 1961, Francesca
Biasetton did her specialization in
Italy, Belgium, Germany, and
England. She is an illustrator who is
crazy about the alphabet, and at
the same time, a calligrapher who
loves to draw. She “wrote” the titles
for Giuseppe Tornatore ‘s “The
Legend of 1900”, worked with
Iranian artist, Golnaz Fathi, on
asemantic works, and with Brody
Neuenschwander on The Children
of Uranium by Peter Greenaway.
After her debut in the world of
fashion, designing images for
specialist journals, in the theatre
she was the main character in
Abbecedario, a show in which
drawings were done live, using
video-projection, and for which she
illustrated the book of the same
name that won the Andersen Prize
in 2003 and the Stregagatto Award
in 2004.
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passare il foglio di carta, per confrontarmi con la
tridimensionalità, che non è tanto quella del materiale su cui lavoro, bensì quella della mio pensiero e della mia creatività.
A quali virtù si deve la sua fama?
A un equilibrio ricercato tra capacità innate, studio,
sensibilità estetica, cultura. Alla perseveranza con
cui nobilito e innovo certi modi di saper scrivere e
disegnare. Al rispecchiarmi e al ritrovarmi in quanto faccio.
Nessun grande maestro nella sua complessa formazione?
Nessuno. Qualcosa di più essenziale per l’animo
creativo: il confronto diretto e prolungato con le
cose. Con la calligrafia araba, per esempio, dove il
segno prevale sul simbolo, oppure con l’illustrazione “pulita” che si concretizza nella sintesi dei tratti e dei colori.
Ha collaborato con Peter Greenaway e Giuseppe Tornatore, solo per citare due esempi. Oggi
con chi collaborerebbe?
Con i registi che stimo, per film e teatro. Con quei
fotografi sensibili alla mia arte, in cui prevalgono
segni e movimenti, in cui il mio tratto si trasforma
in immagine. Con coreografi e danzatori realizzerei
dialoghi tra il “gesto” della danza e “il gesto” della
scrittura.
Lei utilizza diversi strumenti, da quelli tradizionali come i pennini, a quelli “inusuali”, che costruisce lei stessa, come le penne di latta. Quali
sentimenti prova nei loro confronti? L’amore lo
riservo alle persone, al creare e allo scrivere. Guardo
gli strumenti con affetto e complicità perché con loro condivido i miei gesti e senza alcuna rabbia. E’ il
computer a scatenare irritazione in me. Detesto la
sua “rigidità”. Al contrario, matite e pennini sono
versatili, amplificano i cinque sensi e le potenzialità
delle mani, insieme alle idee, alla tecnica, alla logica. Il computer serve per riprodurre. Non vi è nulla di
rivoluzionario nella serializzazione.
La calligrafia sta attraversando un momento
magico. Per questo lei vorrebbe sbarazzarsi del
computer?
Non mi fraintenda, posso scrivere a mano e poi utilizzare il computer per far sì che la mia creazione
(come nel caso dei logotipi) diventi riproducibile. Ma
trovo aberrante usare i caratteri del computer che
imitano la scrittura a mano. C’è un’importante differenza tra imitare e creare: chi non lo sa, non sa godere dell’estetica dell’unicità e della vita. Un grande
creatore e creativo è stato Steve Jobs: come lui stesso ha dichiarato, alla sua passione per la calligrafia
si deve la bellezza tipografica del primo Macintosh.
Come si diventa calligrafa professionista?
Il calligrafo professionista vanta una formazione di
invitations (with their envelopes) to a wedding, or
even a menu with fifteen courses. When I am not
exercising, I love to write and draw on walls, furniture,
textiles, bodies, anything to get beyond the sheet of
paper. I like to confront tri-dimensionality, which is not
so much the material on which I work, but more my
thoughts and creativity.
What is the secret of your success?
A much sought-after balance between innate abilities,
studies, esthetic sensitivity, and culture. The tenacity
with which I make certain ways of writing and
drawing innovative and noble.
There was no great maestro behind your complex
training?
No, no one. But I had something that is more essential
for the creative soul – a direct and prolonged
confrontation with things. With, for example, Arab
calligraphy, where the sign prevails over the symbol.
Or with “clean” illustrations which become solidified
by the synthesis of traits and colors.
You have worked with Peter Greenaway and
Giuseppe Tornatore, just to cite a few examples.
Today with whom would you work?
With directors who I esteem in cinema and theatre.
With those photographers who are sensitive to my art,
in which signs and movements prevail, in which my
traits are transformed into images. With dancers and
choreographers I would create dialogues between the
“gesture” of dance and the “gesture” of writing.
You use many differing instruments, from
traditional ones such as pens, to unusual ones
which you make yourself, like your tin pen. What
do you feel when you compare them?
Love, for me, is reserved for people, for creating, and
for writing. I look at my instruments with affection
and complicity. They share my gestures, without any
anger. The computer, on the other hand, irritates me.
I hate its “rigidity”. While pencils and pens are
versatile, and enhance the five senses and the
potential of one’s hands – adding ideas, technique,
logic – the computer just reproduces. And there is
nothing revolutionary in serialization.
Calligraphy is going through a “magic moment”. Is
this why you would like to throw away your
computer?
Don’t get me wrong, I can write by hand or use a
computer in order to make my creations (as in the
case for logos) easily reproducible. But there is more
to it, I find it aberrant to use computer fonts to
imitate human handwriting. There is an important
difference between imitation and creation. Those who
do not understand this, do not know how to
appreciate the esthetics of uniqueness and of life. A
great creative creator was Steve Jobs. As he himself
has declared, his passion for calligraphy was the
blue
Photo Gianni Ansaldi
intervista
anni e anni, continua ad aggiornarsi e mira all’alta
qualità. Non tutti sono tali. Purtroppo c’è chi prova addirittura a vendere un’atmosfera di “antico”,
sfoggiando finte pergamene.
Sogni nel cassetto?
Tutti, per fortuna, realizzabili a breve: dall’intensificare le collaborazioni con calligrafi di altre tradizioni al disporre di più tempo per costruire mostre
sui miei lavori. Immaginare fa parte del mio mestiere ed è un modo di sognare. I sogni devono
uscire dal cassetto.
La sua casa e il suo atelier si trovano a Genova,
ma lavora spesso in trasferta.
Sono legata alla città e alla Liguria e vorrei donare
loro qualcosa di più significativo rispetto a quanto
mi sia stato finora concesso. Ho un legame particolare col mare e come ogni buon marinaio navigo sulle rotte interessanti.
E quando non lavora?
Viaggio. Con occhi bene aperti. E trovo ispirazioni.
Quando viaggio, registro immagini che appaiono nei
miei carnet di viaggio e anche, in modo implicito, in
ogni mio lavoro. Traduco molto della mia esistenza
“vagabonda” in creatività e metodo. Un’esistenza
che mi ha condotto a studiare l’arabo, lingua seducente fin dall’infanzia. Mia nonna lo parlava bene,
aveva vissuto per lunghi anni in Egitto. La vedo ancora nella sua casa genovese, popolata di oggetti e
scritte arabe. Ricordo bene anche la sua calligrafia».
Se le dicessi che lei ha mani magiche?
Sono “magicamente” allenate».
reason for the first Macintosh’s beautiful typography.
How do you become a professional calligrapher?
The professional calligrapher must train for years and
years. He must stay abreast with new trends. He must
aim for top quality. Not all make it. Unfortunately
some even try to sell an “antique” feeling by sporting
fake quills and fake parchment.
Your home and your studio are both in Genoa, but
you often work out of town.
There are ties that bind me to my city and to Liguria,
and I would like to give them something that more
significant than what I have been able to do up till
now. I am particularly attracted to the sea, and like
all good sailors, I navigate interesting routes. In
other words, my continual voyages are necessary and
inevitable in order to be able to work on projects of
a greater depth.
And when you are not working?
I travel. With my eyes wide open. And I find
inspiration. When I travel, I draw, draw, draw. I register
the images that appear in my travel notebooks. And
also, in an implicit way, in each of my works. I translate
much from my “vagabond” existence into creativity
and method. An existence that brought me to study
Arabic, a language that has seduced me since my
childhood. My grandmother spoke it well, as she had
lived long years in Egypt. I still see here in her house in
Genoa, surround by Arab objects and Arabic writing. I
remember her calligraphy well.
And if I told you that you have magic hands?
They have been “magically” trained.
Lettere per Nicla
Letters for Nicla
Tra i lavori più recenti di Francesca
Biasetton ci sono le illustrazioni di
Conversazioni (Mimesis Edizioni,
Collana Volti, pp. 106, euro 10),
dialogo a cura di Anna Longo sui
contenuti del pensiero della
filosofa genovese Nicla Vassallo.
Dal 2011 presidente
dell’Associazione Calligrafica
Italiana, la Biasetton in rete si trova
su www.biasetton.com
Among Francesca Biasetton’s most
recent works are the illustrations,
Conversazioni (Mimesis Edizioni,
Collana Volti, 106 pages , 10
euros), a dialogue curated by Anna
Longo on the contents of the
thoughts of Genoese philosopher,
Nicla Vassallo.
Since 2011 she is the president of
the Italian Calligraphy Association.
You can find her on internet at
www.biasetton.com
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Intervista a Francesca Biasetton