PERIODICO D'INFORMAZIONE DELLA FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI DI TORINO Anno XIII - n. 4 ANNO 2010 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 Sommar io Sommario IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE Periodico d’informazione della Federazione Malattie Rare Infantili Anno XIII - n. 4 Anno 2010 Registrato presso il Tribunale di Torino, n. 5167 del 12 giugno 1998 Editoriale pag. 2 Nasce A.L.D.E.S. Associazione Laica di Etica Sanitaria pag. 3 NOTIZIE: DA EURORDIS pag. 4 Da Sanità News pag. 5 Direzione e Redazione: Via Susa 37 - 10138 Torino [email protected] LO SPORTELLO DELLA SCUOLA pag. 6 Direttore Responsabile: Maria Antonietta Ricci Redazione: Prof. Alberto Musso Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI: - Federazione Sindrome di Prader Willi pag.9 - Associazione S.PWP. Piemonte pag. 11 - A.N.I.P.I.: PATOLOGIA IPOTALAMO-IPOFISARIA Realizzato da: Associazione Culturale Carta e Penna Via Susa, 37 - 10138 Torino Tel.: 011.434.68.13 www.cartaepenna.it [email protected] SCARTABELLANDO pag. 15 Le Ricette di Elena pag. 19 GIOCHI pag. 21 Stampa: AGV - Torino L’isola dei desideri pag. 24 FEDERAZIONE MALATTIE RARE C.so Galileo Galilei, 38 - 10126 Torino Tel. 011 67 6002 - Fax: 011 678 70 52 www.malattie-rare.org - [email protected] GLI AMICI DI VALENTINA (Atassia Teleangiectasia o Sindrome di Louis-Bar ) Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO) Tel. fax: 011 4152920 www.atassia-teleangiectasia.it - [email protected] ASSOCIAZIONE ITALIANA LAFORA Via F.lli Sardi, 19 14041 Agliano Terme (AT) Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS Via Cafasse, 28 10074 - LANZO T.SE - TO Tel. 0123.28995 - Fax 0123.320149 [email protected] - www.niemannpick.org ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi Sede del Piemonte: Sig. Mostacci Tel - fax: 011 411 36 43 www.neurofibromatosi.org ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie Dott. Walter Zaccagnini C.so Matteotti 23 - Torino Cell.: 335 330 087 [email protected] APADEST - Sindrome di Turner Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 188 10094 - Giaveno (TO) Tel.: 011 9339873- [email protected] ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte Sig.ra Domenica Palermo presso Ospedale Regina Margherita Tel. 011 313 53 45 [email protected] Federazione Associazione Soggetti Prader-Willi Presidente: Silvano Ciancamerla Cell.: 333.120.68.02 Sede: L.go G. Veratti, 24 – 00146 Roma www.praderwilli.it - [email protected] EAMAS European Association Friends of McCuneAlbright Syndrome Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO) Tel.-fax: 011 969 72 58 [email protected] META - Associazione Malattie Metaboliche Ereditarie OIRM Clinica Pediatrica Tel.: 011 313 53 63 [email protected] 1 Impegno per una vita migliore EDITORIALE PROF. ALBERTO MUSSO nella carriera con concorsi pilotati figli, mogli, “amiche”. La scuola e l’università funzionano male, è sotto gli occhi di tutti. Se poi andiamo a vedere come sono trattati i nostri figli più deboli dal mondo della scuola c’è veramente da deprimersi. E la colpa non è del sistema, della società, della Gelmini, dei tagli all’istruzione: questo è un alibi per dire che è colpa degli altri. La colpa è dei singoli, degli insegnanti che trovano troppo gravoso occuparsi di un bambino con difficoltà (non tocca a me, deve occuparsene l’insegnante di sostegno) dei genitori che non dimostrano alcuna solidarietà per il compagno di classe difficile che disturba l’adorato figlioletto, ed anche e forse soprattutto di noi che abbiamo questo figlio difficile e che non osiamo agire in modo che a lui siano riservati lo stesso trattamento e lo stesso tempo che viene dato agli altri bambini. Mi piacerebbe raccogliere in un libro denuncia quanto non funziona nel mondo della scuola per quanto riguarda i nostri bambini con difficoltà sia fisiche sia neurologiche. Raccontatemi storie, aneddoti, esempi che avete vissuto, con nomi e date, perché vorrei far emergere le responsabilità dei singoli nelle cose che non vanno e non nascondermi dietro l’alibi della colpa del sistema, della società, dei tagli alla scuola e via dicendo. Scrivetemi. - VOX CLAMANTIS IN DESERTUM - VOX CLAMANTIS IN DESERTUM - ASSOCIAZIONI CI SIETE? FATEVI SENTIRE! VOX CLAMANTIS IN DESERTUM VOX CLAMANTIS IN DESERTUM BUONGIORNO A TUTTI Come editoriale di questo numero avevo intenzione di lasciare la pagina bianca con l’inserto, in fondo, del disperato appello alle associazioni, ma mentre me ne tornavo a casa ho trovato sulla mia strada un blocco stradale di studenti che manifestavano contro la riforma dell’università proposta dalla Gelmini e, nell’attesa di liberarmi, ho buttato giù alcune note. La prima è che nei cartelli e negli slogan si ripete in continuazione la parola diritti, diritti, diritti, e non ho visto o sentito mai in quell’oretta trascorsa in macchina la parola “doveri”. OK: però poi non è coerente lamentarsi se dopo tanti anni di studio ci si ritrova con un diploma che non apre al mondo del lavoro. Chi cerca un ragioniere vuole che conosca la ragioneria, e chi vuole un geometra vuole che sappia tirare due righe su un foglio da disegno e il diploma ormai viene considerato solo una indicazione di massima che il candidato ha studiato da geometra e non da cuoco. Ma di questo nella manifestazione nulla emerge. Nel mitico ‘68 si lottava contro i privilegi della classe docente, contro programmi obsoleti (ma anche purtroppo per il 18 politico…) oggi si manifesta per mantenere i privilegi della classe docente, per stabilizzare precari che mai hanno vinto un concorso e che forse dovrebbero dedicarsi ad altro, per mantenere i docenti in servizio fino a 75 anni, per consentir loro di inserire - VOX CLAMANTIS IN DESERTUM - VOX CLAMANTIS IN DESERTUM 2 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 NASCE A.L.D.E.S. ASSOCIAZIONE LAICA DI ETICA SANITARIA di LUCA NAVE La rivoluzione bio-tecno-scientifica che caratterizza la medicina contemporanea, ha generato una serie di problematiche di ordine etico, esistenziale e giuridico che impongono la necessità di fermarsi a riflettere - in vista di un agire - al fine di poterle affrontare in tutta la propria complessità. Alla luce di questa necessità nasce A.L.D.E.S., un’associazione laica di etica sanitaria che riunisce al proprio interno nomi illustri nel panorama medicoinfermieristico, singoli cittadini e associazioni di pazienti particolarmente interessati ai temi bioetici attinenti la salute e l’assistenza sanitaria, e mossi dal profondo desiderio di promuovere l’inalienabile libertà di opinione e l’autonomia di scelte e decisioni delle cure. È questo il senso del termine “laico”, che non è sinonimo di “ateo” o “agnostico”, bensì piuttosto si riferisce al fondamentale atteggiamento di coloro che ragionano e agiscono “Etsi Deus non daretur”, che intendono cioè mettere da parte o tra parentesi l’esistenza di Dio in tutti quegli argomenti che riguardano la società nel suo complesso. Una società che è sempre più popolata da quelli che T. Engelhardt definisce come “stranieri morali”, ovvero da cittadini appartenenti alle più diverse religioni o che credono in una morale, appunto, laica, ai quali crediamo debba essere garantita la summenzionata libertà di opinione e di autonomia nelle cure. Sul sito www.associazionealdes.it leggiamo infatti che in uno “Stato laico le religioni, le ideologie o la morale di una parte anche maggioritaria della popolazione non devono influire sulla società nel suo complesso, ma hanno valore solo per le persone, e al limite per le comunità formate da quelle persone, che credono in una certa religione, in una certa ideologia o in una certa morale. Lo Stato laico deve prodigarsi perché nessuna parte della società prevarichi su un’altra, anche se minoritaria, per ragioni ideologiche”. Alla luce di tali idee e valori, tra i principali obiettivi di ALDES sottolineiamo in particolare l’impellente necessità: - di sottoporre a riflessione critica i principali quesiti etici dibattuti nel Paese (come, ad esempio, quanto previsto dalla legge 194, dalla sospensione delle terapie, dalla contraccezione d’emergenza, l’impiego della RU486, della fecondazione assistita, l’assistenza al grave pretermine) alla luce del principio di autodeterminazione e di disponibilità della propria vita; - di approfondire criticamente all’interno all’Associazione temi futuri (come, ad esempio, l’eutanasia e gli aspetti etici di nuove acquisizioni biomediche) per un confronto di opinioni interno in vista di scenari futuri da proporre all’opinione pubblica; - di coinvolgere le Associazioni dei pazienti favorendo lo scambio di opinioni sulle questioni bioetiche; - di fornire ai soci eventuale consulenza etico-giuridica su casi specifici. Per aderire all’associazione, per partecipare alle sue attività e per ricevere la newsletter periodica che contiene le principali notizie, segnala gli eventi e recensisce le recenti pubblicazioni in materia di etica sanitaria, è possibile consultare il sito http:// www.associazionealdes.it/iscrizione_soci_6.html e seguire le istruzioni riportate. 3 Impegno per una vita migliore NOTIZIE DA EURORDIS la scuola è dedicata ai bambini portatori di diversi tipi di handicap. Ad esempio, comunica con tutti utilizzando il linguaggio dei segni e vengono utilizzate moltissime immagini – il che è molto positivo per i bambini “, racconta Jane. Jane Villemoes è il neo eletto presidente dell’Organizzazione Danese Angelman, dopo esserne stato membro del consiglio per 3 anni. L’associazione è stata creata nel 1995 e conta un totale di 70 famiglie come membri. “Abbiamo diverse attività per le famiglie come fine settimana e campi estivi. C’è un fine settimana senza i bambini, dove ‘viziamo’ un pò i genitori (un buon hotel, buon cibo e vari esperti dai quali apprendere). Organizziamo anche una giornata per insegnanti, educatori, ecc, dove forniamo informazioni e assistenza sulla sindrome di Angelman, dove è possibile condividere esperienze e aiutare le persone che sono a contatto quotidiano con i nostri figli a capire meglio questa malattia. “Questi incontri aiutano Jane a confrontarsi meglio con la sindrome di Cecilie. “E’ incredibile quanto una buona conversazione con un altro genitore mi possa motivare. Perché lì, di fronte a me, c’è qualcuno che comprende in pieno cosa vuol dire vivere con la sindrome di Angelman”. Cecilie sta facendo bene in questi giorni. Ama la sua scuola e Mr. Bean. “E’ una dei pochi bambini affetti da Angelman che io conosca, che sia in grado di pronunciare qualche parola. Inoltre è possibile comprendere abbastanza chiaramente, anche per chi non la conosce, cosa voglia dire quando usa il suo linguaggio dei segni”, dice Jane Villemoes . Ma la paura più grande per la madre di Cecilie rimane il futuro e afferma, con sincerità estrema e straziante: ”Spero che ci sarà un posto confortevole e piacevole per lei quando lascerà casa, che ci saranno belle persone intorno a lei che si prenderanno cura di lei, soprattutto quando noi, i suoi genitori, non ci saremo più. Spero che qualche persona gentile le porterà un regalo per il suo compleanno, la porterà VIVERE CON LA SINDROME DI ANGELMAN Cecilie sembra essere una normale bambina di 4 anni: questa biondina sorridente dagli occhi blu guarda la TV , le piace dar da mangiare alle anatre sul lago vicino la sua casa nei pressi di Copenaghen e pronuncia poche parole (di cui le più importanti sono sì e no). Ma Cecilie ha 12 anni e soffre di Sindrome di Angelman , una malattia genetica complessa che colpisce principalmente il sistema nervoso. Tratti caratteristici di questa condizione sono il ritardo dello sviluppo, il ritardo mentale, disturbi del linguaggio e problemi motori e di equilibrio. “Cecilia è nata molto esile, circa 2,5 kg. Dopo il suo primo compleanno, un fisioterapista, e successivamente una logopedista, ha iniziato a visitare Cecilie per sottoporla ad esercitazioni periodiche, in quanto non riusciva a camminare e aveva difficoltà nel parlare. Tuttavia non ci siamo preoccupati avendo attribuito la causa di ciò alla sue piccole dimensioni e peso alla nascita, una situazione di svantaggio momentaneo ma che alla fine lei avrebbe superato “, ricorda sua madre, Jane Villemoes. Ma Cecilie non faceva progressi e prima del suo quarto compleanno le fu diagnosticata la sindrome di Angelman. Jane e Peter non avevano mai sentito parlare prima d’ora della sindrome di Angelman, nè di qualsiasi altra malattia rara. “Dopo la diagnosi, tornati a casa, abbiamo subito iniziato a cercare notizie su Internet. Abbiamo trovato l’associazione danese di Angelman e abbiamo letto tutto ciò che era sul sito “, ricorda Jane. Jane avrebbe imparato in seguito che, nonostante la sindrome di Angelman sia generalmente causata da una mutazione genetica spontanea, la sua famiglia presentava un caso molto raro di Sindrome di Angelman ereditaria – a un altro membro della sua famiglia era stata, infatti, già diagnosticata la stessa sindrome. La maggior parte dei malati affetti da sindrome di Angelman ha grande difficoltà a dormire. Il sonno di Cecilie è migliorato molto, anche se a volte si sveglia durante la notte. “Si riaddormenta solo se viene nel mio letto. Devo ammettere che l’educazione di notte, su dove dormire ... non è la mia priorità. Così lei viene nel mio letto e si addormenta e io provo a dormire “, dice Jane. Ma su questo punto sono pronta a scommettere che molti madri fanno la stessa cosa! Soprattutto le mamme che lavorano come Jane, la quale è un responsabile delle vendite. Cecilie frequenta una scuola speciale. “Ci sono solo circa 100 bambini nella scuola. Non ci sono servizi specifici per Cecilie, ma 4 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 a casa per Natale e a vedere posti che la riempiranno di gioia. Per essere completamente onesto, spero che mia figlia verrà a mancare prima di me, perché io possa lasciare questo mondo e non dovermi preoccupare di mia figlia. So che è un desiderio molto strano, ma non riesco a immaginare altrimenti. E ‘una cosa molto cruda da dire e spero di cambiare idea con il passare degli anni”. DA SANITÀ NEWS DA TELETHON CURE CON TERAPIA GENICA PER SETTE MALATTIE RARE forum della Piccola Industria tenutosi a Prato. “Questo è quello - ribadisce Dompè - che stanno facendo molte imprese nel mondo, anche noi italiani non siamo rimasti indietro, soprattutto per quanto riguarda le terapie oncologiche, la neurologia, per quanto riguarda le malattie rare, dove abbiamo una vera e propria vocazione. Possiamo dire onestamente di aver fatto parecchio e aver recuperato qualche posizione internazionale”. Farmindustria in particolare “ha seguito questo trend - ha continuato Dompè - e quindi ha cercato di assecondare questa vocazione al biotech, sia per la parte commerciale, facendo delle collaborazione stabili con leader internazionali, sia per quanto riguarda la ricerca, collaborando con una serie di centri in giro per il mondo dagli Stati Uniti ai paesi più lontani”. Le malattie genetiche rare, comprese quelle più gravi come la patologia dei “bimbi in bolla”, hanno troppi pochi pazienti perché le aziende farmaceutiche investano soldi per trovare una cura. Ora questo paradigma sta per cambiare, grazie al primo accordo al mondo siglato tra La “Charity” Telethon, GlaxoSmithKline (Gsk) e l’Istituto San Raffaele di Milano hanno siglato un accordo che prevede un finanziamento di dieci milioni di euro da parte di Gsk per i test, e l’eventuale commercializzazione delle cure basate sulla terapia genica, per sette malattie genetiche, a cui seguiranno altri finanziamenti a seconda dei risultati raggiunti dai ricercatori. Gsk terrà per sé invece la licenza esclusiva per lo sviluppo e la commercializzazione dei protocolli di terapia genica, ovvero le “ricette” con cui i ricercatori arrivano a poter produrre la cura. A ricevere il finanziamento sarà l’Istituto Telethon per la terapia genica del San Raffaele (Hsr-Tiget), che con una prima sperimentazione ha già dimostrato l’efficacia di una cura su 14 bambini colpiti da Ada-Scid, la malattia dei “bimbi in bolla”: questi sono così chiamati perché costretti a vivere in un ambiente completamente isolato dato che qualsiasi infezione, anche la più piccola, può trasformarsi in mortale. Il Tiget, grazie ai fondi di Gsk, sperimenterà tecniche analoghe per cercare di curare anche altre sei malattie genetiche rare, come la beta talassemia, la leucodistrofia globoide, la mucopolisaccaridosi I, la granulomatosi cronica, la sindrome di WiskottAldrich e la leucodistrofia metacromatica. Per le ultime due, in particolare, gli studi clinici sono gia’ partiti la scorsa primavera, mentre per le altre quattro si sta già lavorando per far partire i test sull’uomo. TERAPIA BASATA SULL’ORMONE DELLA CRESCITA PER LA SINDROME DI PRADER WILLI 07 Dicembre 2010 Sul numero di novembre della rivista Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism l’equipe del professor Ramsus Sode-Carlsen ha riportato i dati di uno studio randomizzato su un trattamento a base di ormone della crescita GH nella cura della sindrome di Prader Willi. I risultati hanno mostrato che il trattamento a lungo termine con GH effettivamente ha migliorato la composizione corporea e rappresenta una possibile opzione terapeutica in virtù del fatto che risolve alcune delle conseguenze negative del Prader Willi.TEMPI LUNGHISSIMI PER OTTENERE UNA DIAGNOSI DI MALATTIA RARA 07 Dicembre 2010 Un paziente su dieci affetto da una malattia rara deve aspettare dieci anni prima di ottenere una corretta diagnosi e la giusta terapia, quando e’ ancora possibile. E una persone su due passa per anni da un medico all’altro che gli attribuisce malattie che non ha. E’ il risultato di una ricerca su 600 malati dell’organizzazione non profit inglese Rare Disease UK. Secondo i risultati, il 20% convive per 5 anni con la malattia prima che sia individuata e il 26% riceve una diagnosi giusta in 3 mesi. FARMINDUSTRIA INVITA A PUNTARE SULLE MALATTIE RARE Puntare sulla ricerca, sulle malattie rare, sulle terapie oncologiche e nella neurologia, è uno degli obiettivi primari di Farmindustria. Lo ha detto Sergio Dompè, presidente di Farmindustria a margine del 5 Impegno per una vita migliore LO SPORTELLO DELLA SCUOLA DA SUPERANDO.IT comuni hanno una situazione di stress inferiore a quella dei coetanei che frequentano le scuole speciali, come ha dimostrato con numerose ricerche Renzo Vianello, già preside della Facoltà di Psicologia all’Università di Padova. Inoltre, gli alunni con disabilità che studiano nelle scuole comuni con tutti i supporti previsti dalla normativa conseguono risultati di apprendimento insperati e migliorano il rendimento dei compagni, come dimostrano numerose ricerche condotte da Andrea Canevaro dell’Università di Bologna e da Dario Ianes dell’Università di Bolzano, oltre a varie altre. Un’ottima riprova l’ha avuta anche recentemente la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), con il concorso Le chiavi di Scuola , già giunto alla sua quarta edizione, che ha selezionato centinaia di progetti di buone prassi di integrazione scolastica, premiando solo i migliori fra i tanti di qualità. A questo punto si chiede agli elettori dell’Assessore di Chieri e al Ministero dell’Istruzione per il docente del Conservatorio lombardo se ritengano di confermare la loro fiducia in persone di cultura che, nel terzo millennio, ragionano ancora come si faceva a Sparta nel primo millennio avanti Cristo. Queste persone, infatti, ferma restando in uno stato democratico la libertà di manifestazione del pensiero - anche se abnorme - quali garanzie possono dare ai cittadini di serietà culturale in posti di responsabilità quali quelli da loro ricoperti? Come mai ancora nessun elettore del Comune di Chieri e nessun parlamentare ha rivolto interrogazioni al Governo per conoscere se intendano rimuovere dalle loro attuali responsabilità - spostandole ad altre, meno “inquinanti” - queste persone che non fanno onore alla politica e alla cultura italiana e se intendano assicurare nelle scuole tutte le misure previste dalla normativa vigente per garantire la qualità dell’integrazione scolastica e il rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09. Se gli alunni con disabilità e i loro compagni non si trovano a loro agio nelle classi comuni, ciò è dovuto al mancato allestimento da parte delle istituzioni scolastiche e degli Enti Locali dei servizi predisposti dalla normativa che i tagli indiscriminati alla spesa pubblica sociale ed educativa stanno paurosamente riducendo. IL PREGIUDIZIO, I TAGLI ALLA SCUOLA E L’INSEGNAMENTO DI SOCRATE DI SALVATORE NOCERA È ormai universalmente comprovato che gli alunni con disabilità nelle scuole comuni italiane soffrono di uno stress inferiore a quello dei coetanei che frequentano le scuole speciali in altri Paesi. E che se supportati di tutto quanto prevede la normativa, possono ottenere risultati insperati, migliorando il rendimento dei compagni non disabili. Ma tutto ciò sembra essere bellamente ignorato da alcuni personaggi che ricoprono ruoli pubblici ufficiali e che recentemente si sono resi protagonisti di “esternazioni” a dir poco discutibili. La realtà, invece, è assai più semplice ed è che se gli alunni con disabilità non si trovano a loro agio nelle classi comuni, ciò è dovuto al mancato allestimento da parte delle istituzioni scolastiche e degli Enti Locali dei servizi predisposti dalla normativa, che i tagli indiscriminati alla spesa pubblica sociale ed educativa stanno paurosamente riducendo. In questi giorni si sta notando una recrudescenza di tentativi di discriminazione ed emarginazione degli alunni con disabilità dalle classi comuni delle nostre scuole. Ha cominciato l’assessore all’Istruzione e alla Cultura del Comune di Chieri (Torino) («lasciare in classe gli studenti con disabilità è inutile», meglio «inserirli in comunità specializzate»); ha rincarato la dose un docente del Conservatorio di Milano che addirittura ha auspicato «il ritorno alla Rupe Tarpea», sostenendo che «quel che conta è la genetica e quindi la scuola nulla può fare per migliorare l’apprendimento degli alunni con disabilità»; adesso si sono aggiunte alcune critiche alla legge recentemente approvata riguardante la dislessia e i disturbi specifici dell’apprendimento, secondo cui gli alunni interessati da questi problemi sarebbero dei sedicenti malati, allo scopo di farsi ingiustamente promuovere e che la scuola non può diventare comunque un ospedale, con enormi costi a carico dell’erario. Ciò che è forse più grave è che queste affermazioni pervengono da persone colte, anzi che occupano ruoli pubblici ufficiali. E in tal senso è davvero quasi incredibile la loro ignoranza in materia di medicina e di pedagogia. Infatti, è ormai universalmente comprovato che gli alunni con disabilità che frequentano in Italia le scuole 6 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 Ma davvero credono i Signori sopra indicati che mandando gli alunni con disabilità nelle classi, nelle scuole e negli istituti residenziali speciali, le spese pubbliche si ridurrebbero? Provino a chiedere al ministro Tremonti quanto costerebbe alla finanza pubblica, statale e regionale, l’educazione separata degli alunni con disabilità e diverranno - sperabilmente più informati, ragionevoli e consapevoli della loro ignoranza pedagogica e finanziaria. Senza dimenticare ciò che sosteneva Socrate, ovvero che «saper di non sapere è l’origine del vero sapere». IMPORTANTE SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SUL DIRITTO ALL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO caratterizzato l’indirizzo normativo sopra riportato, in ragione del quale ad un maggiore livello di disabilità deve corrispondere un maggior grado di assistenza, al fine di consentire al disabile di superare il suo svantaggio e di porlo in condizione di parità con gli altri”. In conclusione “le disposizioni censurate, nel sottoporre ad un’unica disciplina tutti i disabili, non garantiscono a quelli che versano in condizioni di maggiore gravità il diritto alla integrazione scolastica”. Conseguentemente esse contrastano “con la giurisprudenza costituzionale secondo la quale l’esercizio di ogni diritto, anche se costituzionalmente garantito, può essere regolato e limitato dal legislatore, sempre che ciò sia compatibile con la funzione del diritto di cui si tratta e non si traduca in una sostanziale elusione dello stesso”. Premesso che “il diritto all’istruzione è oggetto di specifica tutela” anche da parte dell’ordinamento internazionale, come emerge dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata il 13 dicembre 2006 e resa esecutiva dall’Italia con la legge 18/2009, la Corte costituzionale ricorda che, come già previsto nella sentenza della stessa Corte n.406 del 1992, la legge 104/1992 “è volta a perseguire un evidente interesse nazionale, stringente ed infrazionabile, quale è quello di garantire in tutto il territorio nazionale un livello uniforme di realizzazione di diritti costituzionali fondamentali dei soggetti portatori di handicaps”. Pertanto è attribuito “al disabile il diritto soggettivo all’educazione e all’istruzione a partire dalla scuola materna fino all’università” e la sua fruizione “è assicurata, in particolare, attraverso misure di integrazione e sostegno idonee a garantire al portatori di handicaps la frequenza degli istituti d’istruzione”. Poiché “le disposizioni censurale che prevedono, da un lato, un limite massimo nella determinazione del numero degli insegnanti di sostegno e, dall’altro, l’eliminazione della citata possibilità di assumerli in deroga, si pongono in contrasto con il riportato quadro normativo internazionale, costituzionale e ordinario, nonché con la consolidata giurisprudenza di questa Corte a protezione dei disabili”. La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma Con sentenza n.80 del 22 febbraio 2010, depositata in Cancelleria il 26 dello stesso mese, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di parte dei commi 413 e 414 dell’articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n.244 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato-Legge finanziaria 2008”, riguardanti gli insegnanti di sostegno. La decisione trae origine dal ricorso presentato dai genitori della minore A.R. “affetta da ritardo psicomotorio e crisi convulsive da encefalopatia grave” contro l’amministrazione scolastica che aveva assegnato un docente solo per 12 ore settimanali. Il Tribunale amministrativo della Sicilia, Sezione staccata di Catania, aveva accolto l’istanza e ordinato che l’insegnante doveva operare per 25 ore settimanali. Contro la succitata decisione il Ministero dell’istruzione, dimostrando un comportamento certamente non adeguato alle esigenze dei minori con handicap grave, presentata appello al Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia, che rimetteva la questione alla Corte costituzionale, osservando in particolare che “l’articolo 40 della legge 27 dicembre 1997, n.449 “Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica” “…” assicura l’integrazione scolastica degli alunni disabili con interventi adeguati al tipo ed alla gravità dell’handicap, compreso il ricorso all’ampia flessibilità organizzativa e funzionale delle classi, nonché la possibilità di assumere con contratto a tempo determinato insegnanti di sostegno in deroga al rapporto docenti ed alunni, indicato al comma 3 della suddetta disposizione, in presenza di handicap particolarmente gravi” e precisando che “il citato articolo 40 non generalizza tutti i casi di disabilità, ma si ispira al diverso principio secondo il quale ciascun intervento deve tener conto del grado e della tipologia di deficit di cui è portatore il singolo individuo, ponendosi, in tal modo, in linea di continuità con quanto già previsto dagli articoli 3,12,16e17 della legge n.104 del 1992, in ambito di istruzione e di formazione professionale dei disabili”. Viene inoltre sottolineato che “le disposizioni censurate hanno soppresso il trattamento in deroga previsto dall’articolo 40, in tal modo contraddicendo la ratio che aveva 7 Impegno per una vita migliore 413 della legge 244/2007 “nella parte in cui fissa un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno”, nonché del comma 414 “nella parte in cui esclude la possibilità, già contemplata dalla leg- ge 27 dicembre 1997, n.449, di assumere insegnanti di sostegno in deroga, in presenza di classi di studenti con disabilità grave, una volta esperiti gli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente”. Dal 12 al 19 novembre 2010 nei locali delle ex Scuderie della Villa Tesoriera in Corso Francia 192 a Torino si è tenuta la seconda edizione di INCONTRARTE, percorsi ed emozioni rare, mostra di pittura organizzata dall’Ass. Cult. Carta e Penna. Anche quest’anno è stata un’occasione, creata dagli artisti che hanno aderito con entusiamo all’iniziativa, per parlare di Malattie Rare in un ambito “diverso”: all’inaugurazione di una mostra di pittura ci si aspetta di senter parlare d’arte ma non certo di malattie rare... Pensiamo, però, che questo possa essere un modo per cercare di sensibilizzare un pubblico sempre più vasto e attento alle problematiche, dei pazienti e delle famiglie, colpiti dalle patologie. Così come accadato lo scorso anno si è avuto un buon successo di pubblico, sicuramente grazie all’entusiamo di chi ha animato le giornate anche con letture di favole per bimbi, poesie e racconti che hanno richiamato un pubblico attento e partecipe. Un particolare ringraziamento va a chi ha reso possibile l’evento e cioè a: Silvia Fornasero, quadri dipinti a olio e tecniche miste Stefania Groppo con molte ceramiche e dipinti su carta www.stefaniagroppo.com Nazarena Braidotti che ha esposto i suoi delicati acquerelli Kokoro, giovane fumettista Stefano Veronesi con i suoi streamers www.stefanoveronesi.eu Giada Gaiotto con quadri a olio incentrati sulla figura del cavallo e sui ritratti 8 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI SOGGETTI CON LA SINDROME DI PRADER WILLI È PASSATO UN ANNO... quotidiano per aiutare i nostri figli. Questa società, purtroppo è più attenta al clamore delle proteste, anche le più discutibili, piuttosto che al silenzioso lavoro di quanti combattono nel tortuoso percorso delle burocrazie per affermare i propri diritti. Certamente le Istituzioni a tutti i livelli sono più attente e sensibili quando si trovano davanti un gruppo di cittadini organizzati piuttosto che un singolo “utente” come viene chiamato con un freddo linguaggio burocratico il cittadino che cerca una legittima risposta ai suoi problemi. Diamo pertanto forza alla nostra Associazione: chi non lo è ancora entri in rete, attraverso le sezioni regionali, aiutiamoci suggerendo iniziative e segnalando problemi. Non è la stessa cosa affrontare una situazione da soli o farlo contando sull’aiuto di altre persone che condividono lo stesso problema. Solo con l’impegno di noi tutti unito a quello di tante altre Associazioni di disabili potremo difendere quello “Stato sociale” che in tanti anni è stato faticosamente costruito. E’ difficile ma non impossibile e avvicinandosi il Natale vorrei consegnarvi un messaggio di auguri che mi è stato inviato da un’amico: “non ti auguro di trovar risposta ad ogni domanda, ma di saper ricevere gli interrogativi degli altri, di portare dentro di te le loro pene e i loro conflitti senza soluzione, per essere accanto a loro una sorella o un fratello solidale, portatore di pace e di condivisione.” E’ questo l’auspicio che faccio per il Natale ed il nuovo anno e nella speranza di non essere smentito auguro a tutti un anno migliore di quello che è passato…. E’ passato un anno ed è stato ancora un anno difficile per tante famiglie, per quanti hanno perso il lavoro o non lo hanno trovato, per le persone più fragili ed esposte che davanti alle difficoltà si trovano sempre più sole, per i giovani che vedono un futuro sempre più fosco. Siamo testimoni perché lo viviamo sulla nostra pelle di quante ingiustizie dobbiamo subire per veder riconosciuti i diritti dei nostri figli. E’ assurdo che proprio in un periodo di crisi economica in cui le fasce deboli avrebbero più bisogno di aiuto si tagliano le risorse ai servizi sociali, il fondo per la non autosufficienza non viene rifinanziato, gli insegnanti di sostegno ridimensionati nel numero e conseguentemente vengono ridotte le ore a favore dei disabili. Ho ricevuto proprio in questi giorni una mail da una psicologa che da tanti anni con impegno e abnegazione segue in uno dei nostri centri clinici di riferimento, i nostri ragazzi. Mi confida che avrebbe tanti argomenti da discutere con me sulla situazione dei Prader Willi in Italia: uno fra tutti il riconoscimento dell’invalidità e i diritti negati. In alcuni casi è dovuta recarsi in tribunale per aiutare la famiglia nella soluzione del problema. Altrettanto impegno deve mettere per far riconoscere il dovuto sostegno scolastico ai nostri ragazzi. Mi dice: “pensa ho un bambino con sole tre ore settimanali di sostegno……”. Ed assicura che potrebbe raccontarmi 100 di questi casi… Questa è la conferma di una situazione sempre più pesante che tutti noi ben conosciamo e alla quale quotidianamente dobbiamo far fronte. Da soli non possiamo farcela ! Qui entra in gioco il valore dell’Associazione del nostro impegno Silvano Ciancamerla Presidente Nazionale PWS 9 Impegno per una vita migliore 1° WORKSHOP DELLA SINDROME DI PRADER WILLI XIII CONGRESSO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE FRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI SOGGETTI CON SINDROME DI PRADER WILLI Venerdì 10 e Sabato 11 Settembre si è svolto a Roma c/o l’Hotel Holiday Inn Rome Aurelia l’evento nazionale sulla Sindrome di Prader Willi. Dopo molti anni di attesa finalmente siamo riusciti ad organizzare a Roma un evento di importanza nazionale. Già dalle prime riunioni del Comitato Organizzativo Locale, composto dalle famiglie più attive dell’Associazione Prader Willi – sezione Lazio, prendendo spunto dall’esperienza statunitense, si è pensato di organizzare un giornata interamente dedicata alla comunità scientifica. Come per il congresso nazionale abbiamo voluto dare inizio ad un’esperienza, con l’augurio che si possa ripetere anche in futuro, organizzando il 1° Workshop sulla Sindrome di Prader Willi”. Una giornata intermente dedicata ai professionisti dove le famiglie hanno avuto la possibilità di partecipare ed ascoltare tutti i lavori presentati. Il Workshop, tenutosi Venerdì 10 Settembre, ha aperto un fine settimana interamente dedicato alla Sindrome di Prader Willi che ha visto un’ampia partecipazione di addetti ai lavori e familiari. Tutti gli sforzi profusi per l’organizzazione hanno permesso di realizzare due giornate, che ha detta di molti, sono state estremamente interessanti e hanno permesso alle famiglie, come di consueto, di condividere informazioni e stati d’animo. Un Grazie di cuore al Comitato Scientifico della Federazione, ed in particolare al Dr. Antonino Crinò, che ha predisposto un programma intenso ed interessante sia per il Workshop che per il Congresso. Gli interventi programmati hanno permesso di esplorare tutte le specializzazioni che caratterizzano la malattia utilizzando con precisione le due platee diversificate, a nostro avviso le famiglie come gli addetti ai lavori hanno potuto ascoltare interventi e relazioni molto interessanti ed in qualche caso addirittura coinvolgenti. Ci piace sottolineare che la Federazione, con l’aiuto della Sezione Lazio, ha realizzato un DVD con tutti gli interventi dei relatori, al fine di consolidare e mantenere traccia nel tempo dell’evento e dare la possibilità anche a coloro che non sono potuti intervenire di conoscere gli argomenti trattati nel corso delle due giornate congressuali. Sul sito della Federazione è possibile ordinare una o più copie del DVD che la segreteria si preoccuperà di spedire all’indirizzo indicato. Come consuetudine contestualmente all’evento, anche grazie all’ottima giornata dal punto di vista meteorologico, è stato possibile organizzare una gita per tutti i ragazzi che insieme alle famiglie hanno raggiunto Roma. La gita, organizzata con la massima scrupolosità al fine di garantire il massimo divertimento ai ragazzi, ha avuto come meta finale lo ZooMarine di Torvanianica, un parco acquatico di grandi dimensioni vicino Roma con spazi divertimento e spettacoli a tema. Quest’anno un’ulteriore novità, abbiamo pensato di realizzare uno spazio ludico all’interno dell’Hotel per dare la possibilità alle famiglie con i bambini più piccoli di presenziare con tranquillità al Congresso; lo spazio organizzato nei minimi dettagli, ha permesso al personale specializzato di intrattenere con professionalità ed allegria tutti i bimbi. Un grazie speciale ad Elena Santarelli che in queste occasioni non manca mai e ci da una forte carica per andare avanti con il nostro lavoro di familiari e volontari. Per concludere vorrei ringraziare tutti coloro hanno avuto la possibilità di intervenire, tutti coloro che si sono adoperati con passione e dedizione all’organizzazione di queste due giornate congressuali e tutti i fornitori che con la disponibilità mostrata hanno garantito un servizio all’altezza della situazione. Infine vorremmo sottolineare che questi eventi sono per tutta la nostra comunità momenti di aggregazione importanti che permettono di aumentare l’attenzione sulla Sindrome di Prader Willi. Ci uniamo all’augurio espresso nel corso del congresso dal coordinatore del comitato scientifico, Prof. Giuseppe Chiumello, di incontrare famiglie ed addetti ai lavori sempre più numerosi nei prossimi eventi. Associazione S.P.W. Sezione Lazio Per ordinare il cofanetto composto dai 2 DVD dell’evento basta andare sul sito della Federazione www.praderwilli.it e con pochi piccoli passaggi ordinare la spedizione, se proprio non avete dimestichezza con Internet potete chiamare la segreteria che inserirà l’ordine per Voi. Per ricevere il prodotto la Federazione chiede un piccolo contributo come rimborso spese per la realizzazione del video. 10 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 IL RADUNO DEI BABBO NATALE di Francesca Melis, Presidente S.P.W. Piemonte i presenti, molti personaggi dello spettacolo, il club dei motociclisti vestiti da Babbo Natale. La nostra Associazione, Prader Willi Piemonte, era presente con il reparto Monte Croce ed i lupetti del Branco Roccia Azzurra dell’Oratorio di Sant’Antonino di Saluggia. Il gruppo era allegro, nonostante la temperatura fredda, ha partecipato con grande entusiasmo e animazione alla festa facendo divertire i più piccini. Erano presenti circa 2000 persone provenienti da tutto il Piemonte vestite da Babbo Natale, hanno riempito tutto il grande piazzale davanti all’Ospedale e hanno reso l’atmosfera ricca di allegria e calore, nonostante il freddo. Ringrazio la fondazione “Forma onlus” e tutti i volontari che hanno partecipato alla giornata e che quotidianamente con il loro impegno sono un supporto talvolta fondamentale per i bambini ricoverati in ospedale. La Fondazione “Forma onlus” (Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita), ha organizzato presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino la manifestazione “ Un babbo natale in forma “. L’iniziativa fa parte del progetto “Un angelo custode per ogni bambino” e ha lo scopo di dare maggiore visibilità all’Ospedale Infantile in quanto Centro di cura e di riferimento per tanti bambini della regione Piemonte . I volontari della Fondazione “Forma”, insieme al gruppo degli alpini, hanno fatto visita ai bambini ricoverati e offerto loro dei doni. Erano presenti alla giornata il dott. Marco Borgione, Assessore alle politiche sociali del Comune di Torino, inoltre molte associazioni che si sono adoperate per la buona riuscita della festa, tra le quali il gruppo degli alpini che distribuiva la cioccolata calda e il vin broulè. C’erano i clown che con la loro allegria hanno allietato tutti 11 Impegno per una vita migliore PATOLOGIA IPOTALAMO-IPOFISARIA Lombardi G, Di Somma C. Dipartimento di Endocrinologia ed Oncologia Molecolare e Clinica Università Federico II, Napoli L’ipofisi (ghiandola pituitaria) è una ghiandola endocrina delle dimensioni di un pisello situata alla base del cranio proprio dietro il naso, all’interno di un’area dell’osso sfenoide, chiamata sella turcica. La sua funzione è fondamentale dal momento che controlla l’attività di altre ghiandole endocrine quali la tiroide, il surrene, l’ovaio ed il testicolo. A sua volta l’ipofisi è sotto il diretto controllo dell’ipotalamo, una parte specializzata adel cervello, che regola la secrezione dei diversi ormoni ipofisari in senso stimolatorio o inibitorio. Gli ormoni prodotti dall’ipofisi includono il GH (ormone della crescita), che nei bambini è essenziale per una normale crescita e nella vita adulta può stimolare differenti funzioni dell’organismo; la PRL (prolattina), che stimola la produzione di latte; il TSH (tireotropina), che stimola la funzione della ghiandola tiroidea; l’ACTH (corticotropina), che stimola la funzione delle ghiandole surrenali; FSH ed LH (gonadotropine), che controllano la vita riproduttiva e la fertilità, e l’ADH (vasopressina o adiuretina) che controlla l’equilibrio idrico dell’organismo. Nell’ambito della patologia ipotalamo-ipofisaria rientrano numerose condizioni cliniche la cui frequenza non è particolarmente elevata, sia che vengano considerate singolarmente, sia che vengano considerate nel loro complesso. Elenchiamo schematicamente la più importanti sindromi cliniche, riportando i più salienti dati epidemiologici allo scopo di evidenziare come tali patologie abbiano una particolare importanza sia dal punto di vista clinico che diagnostico e terapeutico. Nella patologia ipotalamo-ipofisaria si possono distinguere: -Neoplasie ipotalamo-ipofisarie (tabella 1) -Sindromi da ipofunzione ipofisaria (tabella 2) Il 50-60% dei tumori ipofisari è costituito da prolattinomi, la cui prevalenza è di 80-120 casi per milione. Il picco di incidenza è tra i 40 e i 50 anni, anche se tale limite temporale si è abbassato con la possibilità di riconoscere più precocemente il tumore. I microprolattinomi ( <1 cm di diametro) sono più comuni dei macroprolattinomi (>1 cm di diametro). Il 90% dei soggetti con microprolattinomi è di sesso femminile, il 60% dei pazienti con macroprolattinomi è di sesso maschile. La sintomatologia nel sesso femminile è rappresentata da turbe del ciclo mestruale fino alla assenza delle mestruazioni (amenorrea), galattorrea (emissione di liquido simil-lattaginoso dai capezzoli), nel sesso maschile da alterazioni del desiderio sessuale e disturbi della funzione riproduttiva. La diagnosi ovviamente è più precoce nella femmina rispetto al maschio. Gli adenomi GH secernenti rappresentano il 2030% degli adenomi ipofisari ed hanno un’incidenza annua di circa 3-4 casi per milione ed una prevalenza di 40-70 casi per milione. L’età media alla diagnosi è di 40 anni nei maschi e di 45 nelle donne. La diagnosi frequentemente viene posta in ritardo, anche dopo vari anni dall’esordio. Le motivazioni sono legate alle caratteristiche proprie della patologia, ma anche a fattori esterni. I sintomi sono spesso aspecifici e si manifestano in maniera subdola. Infatti l’ingrossamento delle estremità acrali e le alterazioni fisionomiche sono assolutamente caratteristiche, eppure raramente si riesce a fare una diagnosi precoce perché le alterazioni ossee hanno uno sviluppo molto lento e l’ingrossamento delle estremità viene sottovalutato e attribuito a malattie Tabella 1: Neoplasie della regione ipotalamo-ipofisarie Adenomi ipofisari PRL-secernenti Adenomi ipofisari GH-secernenti Adenomi ipofisari ACTH-secernenti Adenomi ipofisari TSH-secernenti Adenomi ipofisari GnRH-secernenti Adenomi ipofisari Non Funzionanti Ependimomi Meningiomi Craniofaringiomi Metastasi Tumori ipotalamici (pinealomi, meningiomi, ependimomi, metastasi) 12 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 articolari, anche perché il paziente presenta dolorabilità articolare. Spesso è la storia clinica del paziente ad orientare verso la diagnosi. Gli adenomi ACTH-secernenti sono l’8-10% del totale. Hanno una prevalenza di circa 10 casi per milione. Sono più frequenti nelle donne con un rapporto femmine/maschi di 4:1 tra i 20 ed i 40 anni di età. In tale patologia, detta malattia di Cushing, oltre all’obesità, ipertensione e strie rossastre sull’addome e alla radice degli arti vi possono essere notevoli disturbi psicologici quali labilità emotiva, irritabilità, ansia, depressione, psicosi, allucinazioni e tendenze suicide nelle forme più gravi. Gli adenomi TSH e GnRH-secernenti sono molto rari. Il 25 % degli adenomi ipofisari è costituito da adenomi non funzionanti (non secernenti ormoni). La prevalenza è 50-60 casi per milione. La patologia ha uguale frequenza nel maschio e nella femmina tra i 20 e i 40 anni. Il 90% dei macroadenomi ha sviluppo extrasellare, nel 50% dei casi sono invasivi, nello 0.4% sono maligni; il 10% sono intrasellari. L’ ipopituitarismo ha un’incidenza di 8-10 casi per milione per anno. La patologia ha uguale frequenza nel maschio e nella femmina. Nel caso del deficit di GH andremo a ricercare il deficit in un giovane adulto che ha sofferto di deficit di GH in età infantile o in un soggetto operato per adenoma ipofisario o che ha subito un trauma cranico. Sotto questo aspetto, soprattutto negli ultimi anni, in rapporto all’aumento degli incidenti stradali, è stato notato un progressivo aumento di tale forma di deficit. Va sottolineato che tali malattie, pur avendo una relativa bassa frequenza hanno un impatto sociale rilevante dovuto ad alcune caratteristiche che le contraddistinguono. Sono patologie la cui diagnosi frequentemente viene posta in ritardo e diagnostico e questo è da imputare alla scarsa conoscenza dei problemi al di fuori dell’ambiente specialistico e alla difficoltà dei pazienti ad individuare tali centri. La scarsa diffusione delle strutture che si occupano in maniera specifica di patologie ipotalamo-ipofisarie fa sì che spesso i pazienti siano costretti a fare riferimento a centri non ubicati nel loro luogo di residenza, ma in città o addirittura in regioni diverse dalla propria. Va sottolineato che tutto l’iter diagnostico e terapeutico deve essere effettuato in centri altamente specializzati con il concorso di diverse competenze (endocrinologo, radiologo, neurochirurgo), come si realizza nella Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli. Dal punto di vista clinico i pazienti con patologia ipotalamo-ipofisaria presentano problematiche complesse. Si tratta quasi sempre di malattie sistemiche, gli organi e gli apparati coinvolti sono molteplici, le espressioni cliniche possono essere gravi e non controllabili con la terapia. Come si vede una parte rilevante della patologia ipotalamo-ipofisaria è tumorale. Fortunatamente nella quasi totalità dei casi le lesioni sono benigne e le problematiche cliniche sono legate alla produzione eccessiva o alla carenza di ormoni ed ai segni e sintomi di compressione delle strutture circostanti da parte del tumore. La diagnosi si avvale di procedure sia laboratoristiche (dosaggi ormonali in condizioni basali o dopo stimoli fisiologici o farmacologici) sia strumentali (TAC, RMN, etc.). La terapia spesso è chirurgica e va sottolineato che grazie all’evoluzione delle tecniche oggi nella maggior parte dei casi tali interventi vengono effettuati per via transrinosettale Tabella 2: Cause di ipopituitarismo Cause ipofisarie Tumori della regione ipofisaria (adenomi, craniofaringiomimeningiomi, gliomi, metastasi) Infarto o necrosi ischemica dell’ipofisi (sindrome di Sheehan, trombosi, infarto) Disordini genetici (ipopituitarismo familiare e i deficit ormonali familiari isolati o multipli) Insulti perinatali (parto distocico, asfissia), ipoplasia o aplasia ipofisaria Processi infiammatori e autoimmuni (meningite, ascessi ipofisari, ipofisite) Malattie infiltrative (Emocromatosi, malattie granulomatose, istiocitosi) Cause iatrogene (irradiazione, interventi neurochirurgici) Traumi cranici Cause ipotalamiche Tumori ipotalamici (pinealomi, meningiomi, ependimomi, metastasi) Processi infiammatori Traumi Deficit neuroormanali ipotalamici, isolati o multipli Sezione chirurgica del peduncolo ipofisario 13 Impegno per una vita migliore piuttosto che per via craniotomica, risultando molto meno invasivi che in passato. Oggi è possibile curare molte di queste patologie anche con trattamenti medici (dopamino-agonisti, analoghi della somatostatina ed altri farmaci estremamente promettenti). Altro aspetto da considerare è la durata delle malattie in oggetto: sono patologie croniche, con cui il paziente deve convivere il più delle volte per tutta la vita. Ciò significa che deve sottoporsi periodicamente a controlli clinici, di laboratorio e strumentali e deve effettuare terapie quotidiane. Anche quando le terapie sono efficaci nel controllo della malattia e prive di importanti effetti collaterali, se prescritte in dosi adeguate (per esempio le terapie sostitutive nell’ipopituitarismo), non sono pochi i problemi: a parte i costi, in termini di denaro e di tempo, in alcu- ni casi i farmaci sono disponibili solo per via iniettiva, in altri casi la scarsa compliance è legata alla necessità di assumere molti farmaci durante il giorno, magari ad orari e secondo modalità prestabilite, anche se il problema più difficile da superare è spesso quello psicologico: il paziente non accetta di buon grado che la propria vita sia legata a medicine e scandita dagli appuntamenti con il medico. Come possiamo notare le problematiche legate alle patologie ipotalamo-ipofisarie sono molteplici. Il nostro obiettivo resta quello di accrescere le capacità diagnostiche e terapeutiche allo scopo di fornire ai pazienti con tali patologie, la migliore assistenza possibile, non dimenticando che sono pazienti molto delicati, che richiedono anche una spiccata sensibilità umana da parte di chi ha il compito di assisterli. Pubblichiamo una poesia tratta dalla raccolta di versi e testi satirici di Enrico Di Rosa intitolata Poesie d’ammore, di odio e di altre storie, con disegni di Saracino Gianguido e copertina di Stefano Veronesi. Carta e Penna Editore ISBN: 978-88-96274-38-5 - 10,00 euro. LA TAVOLETTA Tavoletta su, tavoletta giù eterna diatriba degli amanti lui la vuole su, a lei serve giù classico rimprovero di fine giornata lei si infila nel letto irritata lui la guarda con aria preoccupata le chiede spiegazioni sospetta complicazioni lei risponde scocciata che in bagno ha trovato la tavoletta bagnata ma amore non volevi la tavoletta giù prova a difendersi lui no prima deve stare su, poi dopo che hai fatto la ritiri giù contrattacca lei e poi potresti farla da seduto come noi affonda il colpo ancora lei Mai, è una questione di principio si ridesta lui mostrando l’orgoglio mascolino Basta cambiamo casa, voglio due bagni conclude lei prima di spegnere la luce Tavoletta su, tavoletta giù dilemma di coppia in cerca di dialogo tavoletta come gli indici della borsa un po’ su un po’ giù. 14 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 SCARTABELLANDO AGEVOLAZIONI AUTO E DISABILI: NOVITA’ DALLE ENTRATE delle Entrate nella Circolare 11 maggio 2001, n.46. Vediamo, quindi, che cosa era previsto e come cambiano le regole dopo la più recente Circolare 21. Da alcuni anni si chiede una semplificazione e una razionalizzazione delle norme relative alle agevolazioni fiscali sui veicoli destinati alla mobilità delle persone con disabilità, che sono sono state oggetto di una disciplina normativa discontinua e disomogenea. I benefici consistono nell’applicazione dell’IVA agevolata al momento dell’acquisto, nella detrazione del 19% della spesa in sede di denuncia dei redditi, nell’esenzione dal pagamento del bollo auto e dalle imposte di trascrizione. L’individuazione degli aventi diritto è meno lineare: ne hanno diritto le persone con disabilità motoria a condizione che adattino stabilmente il veicolo al trasporto o alla guida. Ma possono accedervi, in forza di provvedimenti successivi, le persone non vedenti, sorde, o con grave disabilità mentale o psichica, senza dover obbligatoriamente adattare il veicolo. L’adattamento non è obbligatorio nemmeno per le persone con grave limitazione della capacità di deambulare o pluriamputati. Se la definizione degli aventi diritto è piuttosto incerta e generata da stratificazioni normative successive, lo è ancora di più l’indicazione della documentazione sanitaria necessaria per dimostrare la propria condizione di persona con disabilità. PERSONE CON DISABILITA’ MENTALE E PSICHICA Fino ad oggi venivano rigidamente ammessi solo due documenti: la certificazione attestante l’invalidità rilasciata da Commissioni pubbliche deputate a tale accertamento; dalla certificazione doveva risultare la titolarità dell’indennità di accompagnamento. In aggiunta veniva richiesto anche il certificato di handicap grave previsto dall’articolo 3, comma 3, della Legge 104/1992 da cui risultasse in modo esplicito la natura psichica o mentale della disabilità. La Circolare 21/2010 non modifica le tre condizioni fissate dal Legislatore: 1 la natura della disabilità che deve essere psichica o mentale; 2 la gravità della disabilità; 3 la titolarità dei requisiti per ottenere l’indennità di accompagnamento. La Circolare 21/2010 però offre una maggiore flessibilità rispetto alla documentazione accettabile per dimostrare queste tre condizioni. In sostituzione del certificato di handicap grave art.3, comma 3, Legge 104/1992 può essere accettato il verbale di invalidità a condizione che sia indicata: 1 la natura psichica o mentale della patologia o menomazione che sia rilevata; 2 la dizione invalido con totale e permanente inabilità lavorativa e con necessità di assistenza continua, non essendo in grado di svolgere i normali atti quotidiani della vita, cioè una delle due definizioni comunemente usate nel riconoscere i requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento. Ma la Circolare fissa una terza condizione che deve essere rilevata nel certificato di invalidità: deve essere indicata in modo esplicito la gravità della patologia. Questa ultima condizione, che verosimilmente verrà applicata in modo strettamente letterale, rischia di vanificare il tentativo di semplificazione insito nella Circolare. Infatti, nei verbali di invalidità comunemente usati non viene quasi mai indicata in modo esplicito se esplicito significa testuale la gravità delle patologie rilevate. Questa indicazione di gravità, infatti, rimane implicita si fa per dire nel grado di invalidità riconosciuta, ma è evidente, anche LA CIRCOLARE Un timido segnale di semplificazione giunge dalla recente Circolare 21/E dell’Agenzia delle Entrate 23 aprile 2010. Fra gli argomenti trattati al Punto 5 vi sono risposte relative agli obblighi di certificazione previsti ai fini delle agevolazioni fiscali in favore dei portatori di handicap. Il Punto 5 della Circolare si riferisce a due fattispecie particolari ma che riguardano un gran numero di potenziali beneficiari: le persone con grave disabilità mentale o psichica definizione del Legislatore e le persone con grave limitazione della capacità di deambulare. Si tratta degli aventi diritto individuati dalla Legge 23 dicembre 2000 n.388 art.30, comma 7. La documentazione sanitaria che queste persone devono presentare è stata precedentemente indicata dall’Agenzia 15 Impegno per una vita migliore se non esplicita, nel riconoscere la totale e permanente inabilità e l’incapacità di svolgere gli atti quotidiani della vita. Quell’appunto potrebbe essere motivo di contenzioso se i Contribuenti si vedessero negare i benefici solo perché nella certificazione di invalidità totale, per di più che deriva dall’incapacità a svolgere i normali atti quotidiani della vita, non è annotata esplicitamente la parola gravità. esplicito alla gravità della patologia. E, anche in questo caso, valgono le considerazioni espresse in precedenza. Normalmente i certificati di invalidità totale di persone che non sono in grado di deambulare non riportano alcun riferimento esplicito se esplicito significa letterale alla gravità. Sarebbe tautologico, ripetitivo e forse risibile precisare che ad esempio una lesione midollare che impedisce di deambulare è grave. L’INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO GLI ALTRI CASI La Circolare 21 chiarisce un altro aspetto sul requisito dell’indennità di accompagnamento fissato per le sole persone con disabilità mentale o psichica precisando che è sufficiente il riconoscimento dei requisiti sanitari per la concessione della provvidenza, e non già l’erogazione della stessa. E’ una precisazione opportuna, per l’effettiva erogazione dell’indennità non sono sufficienti i requisiti sanitari, ma è anche necessario non essere ricoverati in istituto con pagamento della retta e carico dello Stato. Un’interpretazione restrittiva non sarebbe stata in linea con i principi espressi dal Legislatore. Questo significa che la richiesta del libretto della pensione, al momento dell’acquisto del veicolo, per verificare la titolarità dell’indennità di accompagnamento non è più necessaria. Rimangono invariate le condizioni fissate per le altre categorie di beneficiari che elenchiamo in sintesi. Persone con disabilità motoria che non compromette gravemente la capacità di deambulazione sono obbligati ad adattare il veicolo al trasporto o alla guida, per dimostrare la condizione di disabilità motoria sono ammessi i certificati di invalidità o di handicap. I titolari di patente di guida speciale devono adattare il veicolo conformemente a quanto prescritto nella patente stessa. Non vedenti. E’ ammessa la certificazione di invalidità o di cecità o di handicap da cui risulti la cecità totale, parziale, o l’ipovisione grave. Persone sorde. E’ ammessa la certificazione da cui risulti la sordità congenita o perlinguale. PERSONE CON GRAVE LIMITAZIONE DELLA CAPACITA’ DI DEAMBULARE Circolare Agenzia delle Entrate 23 aprile 2010, n.21/E. Circolare Agenzia delle Entrate 11 maggio 2001, n.46. Legge 23 dicembre 2000, n.388, in particolare l’articolo 30, comma 7. Legge 27 dicembre 1997, n.449, in particolare l’articolo 8, commi 1 e 3. I RIFERIMENTI Per le persone con grave limitazione della capacità di deambulare, che non intendano adattare il veicolo alla guida o al trasporto, fino ad oggi veniva accettato esclusivamente il certificato di handicap grave art. 3, comma 3, Legge 104/1992 con espressa indicazione della grave limitazione alla deambulare. Non veniva accettato nessun altro documento o verbale di invalidità civile, lavoro, servizio. Anche in questo caso la Circolare 21/2010 non modifica le due condizioni fissate dal Legislatore. 1 la natura della disabilità comporti una grave limitazione della capacità di deambulazione; 2 la gravità della disabilità. Anche in questo caso, in sostituzione del certificato di handicap grave art.3, comma 3, Legge 104/1992 può essere accettato il verbale di invalidità a condizione che sia indicata. 1 la dizione invalido con totale e permanente inabilità lavorativa con impossibilità a deambulare in modo autonomo o senza l’aiuto di un accompagnatore; 2 il riferimento IN SINTESI Una recente Circolare dell’Agenzia delle Entrate semplifica parzialmente i procedimenti per ottenere le agevolazioni sui veicoli. Le novità riguardano le persone con disabilità intellettiva e quelle con grave limitazione della capacità di deambulazione. Il certificato di handicap grave non è più strettamente necessario per ottenere quei benefici fiscali. La condizione è che il contribuente sia in possesso di una certificazione di invalidità da cui risulti la tipologia di disabilità e la sua gravità. 16 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 quanto concerne i rapporti con i soggetti assistiti, le suddette istituzioni, anche dopo la legge costituzionale n. 3/2000, non hanno alcun potere legislativo o regolamentare nei confronti dei rapporti delle persone che non sono direttamente coinvolte nelle prestazioni di assistenza sociale, e quindi nemmeno con i congiunti di coloro che ricevono prestazioni sociali, salvo quelli conviventi che beneficiano pure essi degli interventi, com’è il caso, per esempio, degli aiuti domiciliari di pulizia dell’abitazione.Da notare che nella legge 328/2000 mai si fa riferimento ai parenti degli assistiti per quanto concerne le condizioni economiche, ma solamente al richiedente (cfr. l’articolo 25 riportato alla nota 1) o agli utenti (articoli 8 e 18).Sulla base di quanto esposto in precedenza, risulta confermata ulteriormente la nostra posizione secondo cui i Comuni, le Province, le Asl e gli altri enti pubblici gestori delle attività socio-assistenziali non possono pretendere contributi economici dai parenti non conviventi con gli assistiti, nonché, per quanto concerne gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti ed i soggetti con handicap grave, dai congiunti conviventi.Ricordiamo, infine, che in materia di contributi economici riguardanti i congiunti degli assistiti, deve essere rispettato l’articolo 23 della Costituzione che prevede quanto segue: «Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge», legge che, ovviamente deve essere approvata dal Parlamento oppure dal Governo sulla base di una delega concessa dalla Camera dei deputati e dal Senato, com’è successo con i sopra richiamati decreti legislativi 109/1998 e 130/2000.È, all’incirca, la data di entrata in vigore della legge 328/2000 di riforma dell’assistenza, il cui articolo 25 è così redatto: «Ai fini dell’accesso ai servizi disciplinati dalla presente legge, la verifica della condizione economica del richiedente è effettuata secondo le disposizioni previste dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109, come modificato dal decreto legislativo 3 maggio 2000, n. 130». A seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni sopra citate, sono state abrogate le discutibili norme sulle contribuzioni economiche previste dalla legge 1580/1931. In base all’articolo 2 del testo unificato dei citati decreti legislativi 109/1998 e 130/ 2000, risulta quanto segue:- comma 1: «la valutazione della situazione economica del richiedente è determinata con riferimento alle informazioni relative al nucleo familiare di appartenenza»;- comma 2: «Ciascun soggetto può appartenere ad un solo nucleo familiare»;- comma 6: «Le disposizioni del presente decreto non modificano la disciplina relativa ai soggetti tenuti agli alimenti ai sensi dell’articolo 433 del codice civile e non possono essere interpretate nel senso dell’attribuzione agli enti erogatori CONTRIBUZIONI ECONOMICHE ABUSIVAMENTE IMPOSTE DA COMUNI E ASL AI PARENTI DEGLI ASSISTITI: UNA CONFERMA ANCHE DALLA CORTE COSTITUZIONALE Come risulta evidente dal testo delle leggi in vigore, i Comuni e gli altri enti pubblici non possono pretendere dal 1° gennaio 2001 contributi economici dai parenti:a) non conviventi con gli assistiti;b) conviventi qualora i beneficiari delle prestazioni siano ultrasessantacinquenni non autosufficienti o soggetti con handicap in situazione di gravità.Sentenza della Corte costituzionale Nella sentenza della Corte costituzionale n. 106 decisa il 7 marzo 2005 e depositata in Cancelleria il 18 dello stesso mese e anno, è stato affermato un principio estremamente importante, a nostro avviso, applicabile anche per quanto concerne i contributi economici richiesti ai parenti degli assistiti. In effetti la sentenza ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale dell’articolo 12 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 3 ottobre 2003, n. 15 (Anticipazione dell’assegno di mantenimento a tutela del minore)» per quanto concerne «la surrogazione legale della Provincia autonoma nel credito di mantenimento a fronte del pagamento delle prestazioni assistenziali disciplinate dalla legge» succitata. La Corte costituzionale ha argomentato la dichiarazione di illegittimità costituzionale sostenendo che, essendo la surrogazione legale «un istituto del diritto civile (…) non può dubitarsi che esso rientri nella nozione di “ordinamento civile” di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione».Pertanto, precisa la Corte costituzionale, le relative disposizioni possono essere disciplinate esclusivamente da leggi statali.Da notare che l’Avvocatura dello Stato aveva sostenuto l’illegittimità costituzionale dell’articolo 12 della legge della Provincia autonoma di Bolzano n. 15/2003 perché «la tutela dei minori e la disciplina dei rapporti di famiglia, anche nei loro aspetti patrimoniali, sono sempre state considerate come una parte del diritto civile e dovrebbe essere evitata la loro “atomizzazione” a livello regionale o provinciale, atteso che esse si riferiscono a valori essenziali della persona che debbono essere uniformi su tutto il territorio nazionale».Orbene, com’è noto, la questione dei rapporti economici fra i parenti è regolamentata dagli articoli 433 e seguenti del codice civile. Si tratta, dunque, com’è previsto nella sentenza in oggetto, di norme contenute in «un istituto di diritto civile».Di conseguenza, mentre le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno competenza per 17 Impegno per una vita migliore l’assistito presso il nucleo familiare di appartenenza e di evidenziare la situazione economica del solo assistito (…)». Occorre precisare che non è assolutamente vero, come sostengono alcuni, che i decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 non sono in vigore. Infatti, la mancata emanazione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri del decreto amministrativo diretto a «favorire la permanenza dell’assistito presso il nucleo familiare di appartenenza», di cui al testo sopra riportato, non può bloccare o sospendere l’applicazione delle norme sui contributi economici per i seguenti motivi:· i decreti amministrativi non possono modificare in nulla e per nulla le disposizioni aventi valore di legge, come lo sono i decreti legislativi 109/1998 e 130/2000;· il decreto amministrativo di cui sopra non è più necessario in quanto la legge 328/2000 indica in modo dettagliato le misure dirette a «favorire la permanenza dell’assistito presso il nucleo familiare di appartenenza»;· se la mancata emanazione di un decreto amministrativo potesse bloccare o sospendere una legge, significherebbe che il Presidente del Consiglio dei Ministri può limitare i poteri del Parlamento compiendo una semplice omissione.Infine il secondo comma dell’articolo 117 della Costituzione stabilisce quanto segue: «Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) l) giurisdizione e norme processuali, ordinamento civile e penale, giustizia amministrativa». della facoltà di cui all’articolo 438, primo comma, del codice civile nei confronti dei componenti il nucleo familiare del richiedente la prestazione sociale agevolata».Premesso che il primo comma dell’articolo 438 del codice civile stabilisce che «gli alimenti possono essere chiesti solo da chi versa in istato di bisogno e non è in grado di provvedere a se stesso», ne deriva che per nessun motivo possono essere avanzate richieste di rivalsa ai parenti non conviventi con l’assistito. Il comma 2 ter dell’articolo 3 del decreto legislativo 109/1998, come risulta modificato dal decreto legislativo 130/2000 stabilisce che : «limitatamente alle prestazioni sociali agevolate assicurate nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura socio-sanitaria, erogate a domicilio o in ambito residenziale a ciclo diurno o continuativo, rivolte a persone con handicap permanente grave, di cui all’art. 3, comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, accertato ai sensi dell’art. 4 della stessa legge, nonché a soggetti ultrasessantacinquenni la cui non autosufficienza sia stata accertata dalle aziende unità sanitarie locali, le disposizioni del presente decreto si applicano nei limiti stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la solidarietà sociale e della sanità. Il suddetto decreto è adottato, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, al fine di favorire la permanenza del- Colora la nave vichinga che solca i mari! 18 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 LE RICETTE DI ELENA Pensiero: Il primo anno che sono andata in vacanza ho fatto un soggiorno al mare in un agriturismo che si chiamava “ la casa delle alpi”, il secondo anno era sempre un soggiorno al mare presso “la casa valdese” di Pietra Ligure, il terzo anno sono andata a Casa Sora in campagna poi a Salerno e in montagna a Pragelato, il quarto anno sono andata a Casa Sora. Mi sono sempre divertita tanto tutte le volte. Ora ho scritto delle ricette con tante cose che così potete preparare per Natale e Capodanno. Tanti auguri di buon NATALE E Capodanno. CASATELLA TREVIGIANA DOP IN PASTA FILLO FREGOLE SARDE INGREDIENTI Sale, pepe, olio extravergine, 1 l di brodo vegetale, 200 fregole, 80 g speck alto adige, 10 g di burro, 80 g di parmigiano reggiano, 300 g radicchio rosso di Treviso. In una pentola far tostare le fregole con qualche cucchiaio d’olio extravergine di oliva, come per un risotto, versare il brodo vegetale caldo fino a coprirle, aggiustare di sale e pepe e cuocere per 15 minuti, mescolando ripetutamente e aggiungendo di tanto in tanto il brodo. Fuori dal fuoco incorporare alle fregole, il composto di radicchio rosso di Treviso IGP e il burro, quindi mantecare con il parmigiano reggiano. Distribuire le fregole sul piatto aiutandosi con l’apposito stampo di metallo e cospargere un pò di radicchio rosso di Treviso crudo e le fette di speck alto adige tagliate sottili. INGREDIENTI Sale, pepe, olio di oliva extravergine, 4 fogli 20x20 di pasta FILLO, 4 foglie di radicchio variegato di Castelfranco, 200 g di casatella trevigiana dop. Pulire il radicchio variegato di Castelfranco, tagliare la casatella trevigiana dop a cubetti e metterla sul foglio di pasta fillo. Chiudere bene come un fagottino e mettere in forno già riscaldato a 150°C per 10 minuti. Mettere al centro del piatto il fagottino con la casatella trevigiana dop, disporre le foglie il radicchio variegato di Castelfranco a piacere tutto intorno e condire con sale, pepe e olio. RADICCHIO ROSSO DI TREVISO IN TEMPURA INGREDIENTI Sale, pepe, olio extravergine di oliva, 100ml di acqua, 20 fette sottili di speck alto adige , 12 foglie di radicchio variegato di Castelfranco, 16 foglie di radicchio rosso di Treviso, 70 g di farina, 70 g di fecola di patate. Pulire bene il radicchio rosso di Treviso. In una terrina mettere insieme la farina, la fecola di patate, l’acqua e il sale, mescolandoli molto bene. Passare le foglie di radicchio rosso di Treviso nella pastella e friggere nell’olio extravergine di oliva a 180°C per un paio di minuti. Disporre le foglie di radicchio variegato di Castelfranco sui piatti e sopra la tempura di radicchio rosso di Treviso. Decorare a piacere con le fette sottili di speck altoaAdige. CASSATA DI CASATELLA TREVIGIANA DOP INGREDIENTI CASSATA 150G di casatella trevigiana dop, 40G di zucchero a velo, 150G di meringa, 50G di albume, 100G di zucchero a velo, 150G di panna montata, 20G di cioccolato fondente a pezzetti, 20G di pistacchi tostati, 20G di cedro candito, 20G di arancia candita SORBETTO 150G di acqua, 50G di zucchero, 200G di succo d’arancia, 200G di CAMPARI, 1 buccia d’arancia 19 Impegno per una vita migliore Frullare la casatella trevigiana dop con lo zucchero a velo, aggiungere la frutta secca e il cioccolato, amalgamare dolcemente la meringa con la panna montata. Riempire con il composto degli stampini semisferici di 2 cm di diametro e metterli in frigo. PER IL SORBETTO Bollire lo zucchero con l’acqua, togliere dal fuoco, aggiungere il succo e la buccia grattugiata dell’arancia e ghiacciare. A parte ridurre il campari facendolo bollire fino ad ottenerne 50 g. Servire su un piatto freddo tre piccole semisfere con una piccola quenelle di gelato e un cucchiaio di campari caramellato. HANDICAP: COME GARANTIRE UNA REALE INTEGRAZIONE Ruolo del volontariato e dell’associazionismo – ALLEGATI: Presentata alla Regione Piemonte la piattaforma del Csa. Presentata alla Provincia di Torino la piattaforma del Csa. Piattaforma del Csa per il comune di Torino. Delibera del consorzio tra i comuni di Collegno e Grugliasco per l’individuazione dei diritti dei destinatari degli interventi socioassistenziali. Come gli enti locali possono realizzare idonee strutture sociosanitarie senza alcuna spesa di investimento: l’esperienza del comune di Grugliasco (M. Perino). Un valido modello di unità valutativa handicap – Avere un handicap, a causa di una minorazione fisica, sensoriale o intellettiva, non significa di per sé essere malato o bisognoso di assistenza. Per fortuna la maggioranza delle persone in situazione di handicap, ha potenzialità e capacità proprie e può vivere una vita normale, a condizione però che siano eliminati gli ostacoli che impediscono la piena integrazione sociale. A tutti, anche a chi ha una limitata o nulla autonomia va comunque garantita piena dignità e l’accesso ai servizi sociali al pari di tutti gli altri cittadini. Per questo, Handicap: come garantire una reale integrazione è un formidabile e concreto aiuto per tutte le famiglie che quotidianamente lottano contro le discriminazioni e l’isolamento per vedere riconosciuti quei diritti che troppo spesso sono ancora negati. Di volta in volta poi, sono presentate nel libro le possibili iniziative che si possono intraprendere per ottenere le prestazioni indispensabili per le persone non autonome, con un’attenzione particolare agli aspetti più concreti e operativi, fornendo i riferimenti di legge, i modelli dei moduli da compilare, le associazioni a cui rivolgersi e tutto quello che può servire per sostenere le famiglie. RIFLESSIONI, ESPERIENZE, PROPOSTE di Vincenzo Bozza, Maria Grazia Breda, Giuseppe D’Angelo Collana: Persona e società, i diritti da conquistare UTET Università Pagg.: 368 Prezzo: 25 Euro (Per ricevere il libro versare il relativo importo sul c.c.postale n. 25454109 intestato a Associazione Promozione sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011.812.44.69. Le spese postali sono a carico dell’associazione. Non si fanno spedizioni in contrassegno). Indice – Silvia – Presentazione – PARTE PRIMA Condizioni per iniziative efficaci – 1. Perché ridefinire il problema handicap – 2. Due opposte concezioni dell’handicap – 3. Le non risposte della legge quadro – 4. Come ridefinire il problema handicap – 5. Riferimenti concreti per azioni efficaci – PARTE SECONDA Come raggiungere la massima autonomia possibile – 6. La prevenzione – 7. L’Istituto e la cultura dell’esclusione – 8. Il nucleo familiare: luogo privilegiato per crescere bene – 9. Autonomia e servizi sanitari – 10. Autonomia e scuola – 11. Autonomia e formazione professionale – 12. Autonomia e lavoro – 13. Autonomia e casa – 14. Autonomia. Barriere architettoniche e servizi di pubblica utilità – 15. Autonomia e pensioni – 16. L’assistenza alle persone con limitata o nulla autonomia – PARTE TERZA Costruire i diritti – 17. La tutela giuridica delle persone con gravi difficoltà – 18. Diritti veri se esigibili – 19 20 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 GIOCHI a cura di Vincenzo Vitagliano sione i diritti conquistati con dure lotte negli anni passati. Insomma protestano tutti. E le istituzioni, i governanti e i politici che dovrebbero ascoltare quelle proteste sono invece impegnati in altre lotte e proteste che non portano ad alcuna azione o programma per la risoluzione dei tanti problemi che affliggono questa nostra Italia. E’ un quadro sconfortante! Speriamo che le regole della democrazia sino in grado di dare a tutti noi un futuro meno incerto. E dopo queste osservazioni non proprio attinenti a questa rubrica, andiamo a presentare i giochi di questo numero. Mentre preparo i giochi per l’ultimo numero del 2010 l’Italia è scossa da problemi che non fanno presagire nulla di buono! Gli studenti, insieme a ricercatori e professori, manifestano contro la riforma universitaria ed occupano le università. Gli studenti che hanno fretta di andare avanti e voglia di studiare non possono accedere alle strutture, l’Università ha davvero bisogno di una riforma radicale perché così com’è non è più in grado di garantire il progresso culturale e tecnologico del Paese. I lavoratori immigrati protestano contro le regole, protestano i lavoratori italiani e stranieri che vedono messi in discus- GIOCO 1 - ENIGMISTICA CLASSICA Cambi di iniziale. (La seconda parola si trova cambiando l’iniziale della prima) A) Per fissare quel XXXXXXXX prendi i chiodi e un bel YXXXXXXX ! B) Nella grande XXXX era in corso il gran ballo di YXXX. C) Stai attento, quello è il XXXXX, se lo tiri…. Fermi il YXXXX. Scarti iniziali (la seconda parola si ottiene togliendo l’iniziale della prima). A) YXXXX, sportivo nato, era appassionato di tiro con l’XXXX. B) Ares, noto anche come YXXXX non era certo il dio dell’XXXX. C) D’esser punito aveva YXXXXXX e perciò nascose l’XXXXXX. Bisensi (la stessa parola ha significato diverso) A) (Caporetto!) Nella rotta XXXXXXXX scappa pure il XXXXXXXX. B) Chiusa la cassa a fine turno il XXXXXXXX scopre che un errore ha XXXXXXXX. Dovrà ora Ripianare! C) Ricordando Napoleone al gran XXXXX i cittadini dedicarono un bel XXXXX. GIOCO 2 - REBUS, REBUS, REBUS... O A -FRASE: (7, 8) _____________________________________________________________ 21 Impegno per una vita migliore IN B - FRASE: (8, 2, 8)_____________________________________________________________ DI NO Ͳ&Z^͗;ϵ͕Ϯ͕ϰ͕ϲͿͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺ /& Ͳ&Z^͗;ϲ͕ϴ͕Ϯ͕ϱͿͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺ GIOCO 3 - GIOCA CON LE PAROLE COSTRUIRE DALLE IMMAGINI UN FALSO ACCRESCITIVO (la seconda parola è l’accrescitivo della prima) ;ϱ͕ϳͿͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺͺ 22 Anno XIII - N. 4 ottobre,novembre, dicembre 2010 GIOCO 4 - APPUNTAMENTO CON LA NATURA Come sempre l’ultimo quiz da risolvere prende lo spunto dalla natura che ci circonda e che noi uomini amiamo tanto (a parole) e distruggiamo allegramente (nei fatti). Il taglio indiscriminato degli alberi delle foreste pluviali, il mare che è diventato una pattumiera dove si raccolgono tutti i resti di questa nostra civiltà inquinante. I terreni adibiti all’agricoltura nei quali vengono, in modo criminale, interrati rifiuti industriali tossici senza alcun riguardo per chi poi mangerà i frutti di quei terreni sono solo alcuni piccoli esempi di quanto ci stiamo impegnando per distruggere l’ambiente nel quale viviamo. Se a questo sommiamo i vari “incidenti” quale la perdita di milioni di litri di petrolio al largo delle coste meridionali degli Stati Uniti, il quadro che ne viene fuori è davvero sconfortante. Provate solo a immaginare quanti animali marini muoiono per l’inquinamento e quanti, carichi di veleni, arrivano sulle nostre tavole; pensate alle grandi balene che vengono a morire anche sulle nostre spiagge con lo stomaco pieno di sacchetti di plastica! A tutto questo possiamo pure sommare l’abitudine di tante persone di fumare! Fumare inquina e provoca dipendenza, è un costo economico per chi fuma e un costo sociale per tutti noi che dobbiamo subirne, direttamente o indirettamente, le conseguenze. Migliaia e migliaia di persone muoiono ogni anno per gli effetti diretti o indiretti del fumo, Se si eliminasse il fumo si risparmierebbero risorse enormi con le quali si potrebbe finanziare la ricerca scientifica per vincere tante malattie. La risposta, invece, è solo una legge che vieta di fumare nei locali pubblici e l’obbligo di scrivere sui pacchetti di sigarette “il fumo uccide” o frasi simili. Secondo noi è poca cosa! Bisogna usare altri strumenti, più efficaci per eliminare questa piaga dalla società. I distributori automatici di sigarette dovrebbero essere eliminati, i fumatori dovrebbero perdere il diritto all’assistenza sanitaria gratuita (sembra una cattiveria ma non lo è), le sigarette andrebbero vendute solo a fronte di presentazione di carta di identità e codice fiscale! È troppo? Secondo me no, è troppo poco. ED ECCO ORA LE DOMANDE CHE RIGUARDANO PROPRIO IL TABACCO: 1) DI QUALE CONTINENTE E’ ORIGINARIO IL TABACCO? __________________________________________ 2) COME SI CHIAMA IL PRINCIPIO ATTIVO DEL TABACCO? ________________________________________ 3) DA COSA DERIVA IL NOME DI TALE PRINCIPIO ATTIVO? _________________________________________ Le risposte alle domande sono semplicissime, la soluzione al problema no. Che ne dite, ci impegniamo insieme a cercare di convincere le persone che ci sono vicine a non fumare più? E’ per il bene di tutti. A questo punto non devo fare altro che salutarvi in attesa del prossimo numero. Speriamo tutti insieme in un 2011 pieno di opportunità e di soddisfazioni per tutti gli uomini di buona volontà. Soluzioni di questo numero: Cambi: A) Cartello – Martello B) Sala – Gala C) Freno – Treno / Scarti: A) Marco – Arco B) Marte- Arte C) Terrore – Errore. Bisensi A) Generale. B) Commesso. C) Corso. REBUS: A) Operare Miracoli. B) Minatori in pericolo. C) Portatori di vere novità. D) Estremo Pericolo di Frane. Falso accrescitivo: Gnomo – Gnomone. 23 Impegno per una vita migliore L’isoLa dei desideri Pubblichiamo le poesie di Valentina Turcutto, vincitrice della settima edizione del concorso letterario Prader Willi, sezione poesia a tema che dovevano trattare l’handicap nell’accezione più ampia del termine. Diversità di sguardi Per te Qual è il confine che segna La malattia dalla salute? Solo provando sulla propria pelle Che cosa vogliano dire entrambe Lo si oltrepassa. O più semplicemente Basta guardarsi negli occhi. Chi con malinconia osserva il mondo Attorno a sé E desidera poter mangiare un gelato Senza il terrore di ingrassare E vedere il proprio corpo diventare pesante Come il macigno che gli opprime la mente. Chi invece colmo di compassione Volge il proprio sguardo Alla sofferenza che accompagna I giorni fatti di privazioni e limiti Di colui che la vita l’ha segnato Non recapitandogli il dono della normalità. E chi, con indifferenza Osserva tutti dall’alto della sua superbia Conosce solo la gioia del vivere: Ignora che cosa sia il dolore Non coglie il senso della pena Ed entrambi non li vuole provare. Il confine è l’incrocio di questi sguardi Che si toccano senza mai penetrarsi Lo si può varcare solo se Si passa dall’altra parte. Fino ad allora Non si può cogliere ciò che sta oltre Ma solo fissare nel vuoto. Per te Che nonostante tutto continui a sorridere Alla vita Per te Che ami il mondo anche quando ti fa Del male Per te Che la speranza morta in principio, dal principio Rinasce A te Dedico il mio pensiero positivo Vivi Non pensando al futuro Addormentati sereno Lasciando indietro il passato E abbi la forza Di lottare contro il presente La diversità è solo contrasto di opinione La sofferenza è solo metro di paragone La vita è il solo mezzo per capire E se la vita ti ha tolto tanto, o non ti ha dato Lascia correre, lascia stare Arriverà il giorno in cui I limiti fisici verranno superati dall’amore E allora sarai uguale a me Se non migliore, Perché la tua anima è libera. Disabile sono anch’io Che guardo tanta sofferenza attorno a me E non sono in grado di sentirla Disabile sono io Che non riesco a fare niente per te Se non scrivere il mio rammarico al vento Disabile sono io Perché non sono capace di sognare e sperare Come fai tu. L’handicap esiste Finché noi gli diamo significato. 24 lE EIWIONE W1TIE ~- mlNlDJ J I ~l~TII[ RARE \~f~ ~\~ v ~)