14 ESTERI il Giornale Mercoledì 2 settembre 2009 L’IRAN DI AHMADINEJAD Gian Micalessin Ilpresidente MahmoudAhmadinejad lo ripete da giorni. «Vogliosceltepulite, vogliamoripete parlando dei 21 fedelissimi proposti come ministri del suo nuovo esecutivo - promuovere la giustizia, preservare la dignità nazionale, raggiungere ilprogressoefronteggiare iprepotenti».Siafattala suavolontà. Da ieri,grazie al voto entusiasta del Majlis, il parlamento iraniano, il presidente ha al fianco un ministro della Difesa all’altezza del programma. Lui si chiama Ahmad Vahidi e non è un politicoqualsiasi.Luièunsuperricercato inseguito da un mandato dicatturainternazionale, ungenerale con tanto di foto nella lista dei latitanti dell’Interpol, un ex capo pasdaran sospettato di aver progettato l’attentato del 18 giugno 1994 al centro della Comunitàebraica diBuenos Aires costato la vita a 85 persone. Per usare le parole del procuratore argentino Alberto Ni- «Morte a Israele»: così l’Iran incorona il ministro stragista Il Parlamento di Teheran approva con cori antisemiti la nomina del nuovo responsabile della Difesa, ricercato per terrorismo tutti i sospetti su Vahidi, già sottosegretario alla Difesa nel precedente governo, e sulla strage di Buenos Aires. Una strage messa a segno, si dice, per vendicareilrapimentoe ladeportazione in Israele di Mustafa Dirani, un capo di Hezbollah responsabile, a suo tempo, della detenzione di Ron Arod, l’aviatore israeliano scomparso in Libanoneglianni80.Queisospetti, nelle parole del capo della commissione difesa Gholam Reza Karami, uno dei più entusiasti sostenitori del generale, «sono la dimostrazione di come la nomina sia l’unica risposta possibile alle mosse della lobby ebraica». Nell’aula del Majlis non tutti i 21 candidati di Ahmadinejad possono contare su una simile scontata approvazione. Chi non possiede un cursus honorum paragonabile a quello del «ricercatissimo» ministro della Difesa rischia di dover superare leforche caudine. Ne sa qualcosa Sussan Keshavarz, la can- didataalministerodell’Istruzione costretta ieri a rispondere allecritichediquantinonlaconsiderano all’altezza dell’incarico e dei religiosi che la vorrebbero depennata per il solo fatto di esser donna. Se riuscirà a convincere il Majlis la signora Keshavarzdiventerà,assieme allecol- 왔 leghe Marzieh Vahid Dastjerdi e Fatemeh Ajorlu designate al dicastero della Salute e a quello Welfare, una delle prime tre donne ministro della Repubblica islamica. In attesa di queste e altre nomine indispensabili per varare il suo esecutivo Mahmoud Ah- WANTED Ahmad Vahidi (al centro nella foto), nominato dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nuovo ministro della Difesa, è ricercato dall’Interpol. Su di lui pende un mandato di cat- tura internazionale della magistratura argentina per l’attentato terroristico contro un centro di assistenza ebraico (Amia) che il 18 luglio 1994 provocò la morte di 85 persone. Riforme Usa Anche sul clima intoppi per Obama madinejad studia come evitare le nuove sanzioni minacciate dalla Casa Bianca e dalla comunità internazionale per bloccare i suoi progetti nucleari. La platea prescelta stando alle voci sarebbe anche stavolta l’Assemblea delle Nazioni Unite. Sfruttando quell’auditorio e la presenza dei media di tutto il mondo il presidente conta di lanciare nuove offerte capaci di arginare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza. «L’Iran ha pronta una proposta aggiornata sulla questione nucleare ed è pronto a discuterne con le potenze internazionali» - ha annunciatoieriilcapodeinegoziatori Saeed Jalili. Mesi fa il presidente americano Barack Obama aveva intimato all’Iran di rispondere entro fine settembre alle offerte avanzate a suo tempo dai 5 più 1, la controparte internazionale composta dai rappresentanti del Consiglio di sicurezza (Pechino, Mosca, Londra, Washington e Parigi) e da quelli del governo di Berlino. NUCLEARE «Pronta una proposta su cui discutere con le potenze internazionali» Le difficoltà con cui sta andando avanti il dibattitosullariformasanitaria e la morte di Ted Kennedy hanno provocato il rinvio a fine settembre dell’inizio della discussione sulla nuovaleggesuicambiamenticlimatici.Lohannoreso noto due dei maggiori sostenitori di questa nuovanormativa,ilpresidente della Commissione Esteri, John Kerry e la presidente della Commissione Lavori Pubblici, Barbara Boxer. L’obiettivo, cruciale per la credibilità internazionale di Obama, è arrivare alla legge sulla diminuzionedelleemissioni inquinanti entro dicembre,quandositerràlaconferenzainternazionale dell’Onu sul clima, a Copenaghen. Austerità Castro taglia l’import e Cuba resta senza carta igienica sman, titolare da anni dell’inchiesta sulla strage, il generale Vahidi- capo negli anni 90 della Brigata Al Quds, l’unità dei Guardiani della rivoluzione responsabile delle operazione speciali all’estero - è «l’elemento chiave nella pianificazione e nella decisione dell’attentato». Tra le stanze del nuovo «walhalla» iraniano dominato dai duri e puri di regime quei sospetti diventanoautenticiattestatidibenemerenza. «Quelle accuse non hanno alcun effetto anzi giocheranno a suo favore», avvertiva Alaeddin Boroujerdi, presidente della commissione incaricata di vagliare le nomine ministeriali, rispondendo alle critiche di chi in Argentina e negli Sati Uniti definiva un insulto lanominadiun sospettoterrorista.Ecosì,ieri,mentreiportavoceiranianicontrattaccanoaccusando il sistema giudiziario argentino di non aver esibito una singola prova contro il generale - l’aula del Majlis acclama la nomina del grande inquisito sottolineandone il gradimento al grido di “morte a Israele”. In quelloslogan-cosìcaroaideputati oltranzisti - c’è la sintesi di Ridottialla fame,adesso anche senza la carta igienica. La riduzione delle importazioni decisa dal governo di Raul Castro per fronteggiare la crisi si sentesempredi più neinegozi di Cuba, sprovvisti adesso anche della carta igienica. Le importazioni saranno ridotte quest’anno di oltre un 20%, secondo le previsioni del governo. Il libretto, per il quale i cubani ricevono cibo a prezzi sussidiati,non avràcambiamenti. Ma i tagli del combustibile si sentono nei trasporti, con file sempre più lunghe allefermatedegliautobus, negli uffici e nei negozi,dove l’ariacondizionata viene spenta per metà della giornata. L’accusa del Washington Post «Il segretario Onu? Frequenta i criminali» Fausto Biloslavo Lui la chiama “diplomazia tranquilla”giurando, però,di esseremoltoduro quando incontra dittatori,capipopolo accusati di crimini di guerra e presidenti che massacrano migliaia di civili per farla finita con i separatisti. Non stiamo parlando di una feluca disecond’ordine eunpo’ naïf,madel segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon. In Birmania è andato a stringere la mano al tiranno localesenzariuscirenonsoloaliberare, ma neppure a vedere, Aung San Su Kyi, L’eroina dell’opposizione, agli arresti da sempre, insignita del premio Nobel per la pace. Nello Sri Lanka ha tacitato i rapporti dell’Onu che parlavano di migliaia di civili tamil massacrati. Il capo dello Stato gli aveva promesso che avrebbe trattato meglio i superstiti. Con Omar Hassan al-Bashir, il presidente sudanese accusato da un tribunale dell’Onu di genocidio, il capo del Palazzo di vetro si sarebbe incontrato con discre- zione. Sempre con l’obiettivo di far diventare più malleabili i cattivoni. Lo rivela il quotidiano Washington Post . Il “rappresentante” del mondo è finito sotto tiro per la sua disponibilità a parlare con tutti, compresi tiranni e capi di Stato con le mani sporche di sangue. Qualcuno sostiene che fa partedell’indoleasiaticadell’exmini- DENUNCIA La politica di Ban Ki-Moon troppo morbida con i dittatori sanguinari stro degli Esteri sudcoreano, che governa l’Onu da due anni e mezzo. Altri, come Mona Juul, ambasciatrice norvegese alle Nazioni Unite, descrive Bancome un leader"privo di charmee spina dorsale". In luglio è volato nel Myanmar, il regno del generale Than Shwe. Il dittatore ha respinto l’appellodelsegretariogenerale diliberare al premio Nobel San Su Kyi. Non solo: cinque settimane dopo i giudici addomesticati del regime hanno condannato la prigioniera eccellente ad altri 18 mesi di arresti domiciliari. Così non potrà partecipare allacampagnaelettoraleperleelezioni del prossimo anno. «L’immagine che ha di lui la gente è di quello seduto assieme ai cattivi ragazzi che non ottiene nulla», rincara la dose Ken- neth Roth, direttore di Human rights watchparlandodiBanconilWashington Post. Con il presidente dello Sri Lanka,MahindaRajapaksa,nonmancano le foto di calorose strette di mano e larghi sorrisi in compagnia del segretario generale. Peccato che l’esercito di Colombo, su ordine del presidente,abbia schiacciatolaguerriglia separatista delle Tigri tamil a SOTTO ACCUSA Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, criticato per la linea troppo morbida nei confronti di dittatori caro prezzo. Fra gli 8mila e i 20mila civili hanno perso la vita intrappolati fraduefuochi.Banhaimpostoaifunzionari delle Nazioni Unite sul posto dinonpubblicarelestime degliinnocenti massacrati. In cambio ha ottenuto un cessate il fuoco durato solo un fine settimana e poi la mattanza è andataavanti.Daunaparte ibombardamenti dell’artiglieria governativa BOCCIATO Il capo delle Nazioni Unite viene ormai giudicato un leader «privo di charme e spina dorsale» e dall’altra i civili utilizzati come scudi umani dai guerriglieri. A guerra finita Ban ha pregato il presidente dello Sri Lanka di rilasciare i tamil sopravvissuti, che venivano chiusi come bestie in campi profughi circondatidalfilospinato.Incambiohapromesso l’impunità al capo dello Stato. Una commissione d’inchiesta dell’Onu sui crimini di guerra, che era stata auspicata, non vedrà mai la luce. Il Washington Post ha pubblicato unrapportoconfidenzialedell’ambasciatrice norvegese all’Onu, che non lascia spazio a dubbi. Ban «era un deboleosservatoredellemigliaiadicivili che hanno perso la vita - scrive Mona Juul sui massacri nello Sri Lanka -. L’autoritàmoraledelsegretariogenerale è perduta». Per la tragedia del Darfur, dove un’intera etnia è a rischio genocidio, Ban si vanta di aver fatto partire la più grande missione umanitaria delleNazioni Unite. In realtàcarenza di uominie mezzi rendonoardua l’impresa. Il mandato di catturapercriminidiguerraneiconfronti del presidente Omar al Bashir ha peggioratolasituazione.Avolerarrestare il capo dello Stato sudanese è il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aia, Luis Moreno Ocampo, che dipende dall’Onu. Tuttavia, ma il Washington Post non cita il luogo, a fine marzo Ban e il presidente sudanese erano presenti entrambiallaconferenzadellaLega araba a Doha, in Qatar. www.faustobiloslavo.com