I TEST DI COELUM
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DICEMBRE 2007
Celestron
NexStar
5”SE
di Salvatore Albano
Q
uesto mese proponiamo all’attenzione dei lettori una nuova
serie di telescopi Celestron,
progettata per accomunare trasportabilità, design gradevole e qualità ottica.
Il NexStar 5" SE, con montatura
monobraccio, spicca per la colorazione
arancione (un ritorno al classico) e viene fornito con il trattamento StarBright
XLT di serie, cercatore Star Pointer,
oculare Plössl 25 mm, diagonale a
specchio (90°) da 31,8 mm, elettronica
GOTO con 40 000 oggetti in memoria,
pulsantiera NexStar dotata della funzione SkyAlign, treppiede regolabile
in acciaio, manuali d’uso (inglese/italiano) e software planetario The Sky
level 1.
La serie SE comprende, oltre al 125
mm testato, anche i modelli Maksutov
da 4 pollici (102 mm) e gli SchmidtCassegrain da 6 (152 mm) e 8 pollici
(203 mm).
IL TUBO OTTICO
Date le ridotte dimensioni lo strumento viene consegnato in un unico
collo solidamente confezionato, da cui
una volta aperto emerge un tubo ottico
davvero compatto (280 mm di lunghezza senza diagonale e portaoculari,
e un diametro di 150) e all’apparenza
molto ben rifinito.
All’ispezione visuale, sia la lastra
correttrice (che presenta una leggera
colorazione azzurrina) sia lo specchio
primario mostrano un aspetto brillante
e “pulito” e perfino il tappo copri ottiche appare ben curato. Anche la messa
a fuoco è fluida e senza scatti.
Il cercatore Star Pointer è del tipo “a
punto rosso”, e utilizza un LED rosso
alimentato con una pila al litio da 3
volt. In questo tipo di cercatore, che
non è di tipo “ottico” e che quindi non
ingrandisce l’immagine, un punto luminoso di colore rosso viene proiettato al centro di uno schermo trasparen-
te, ed è utile soltanto per orientare il telescopio verso gli oggetti
visibili ad occhio nudo. Essendo però
il NexStar SE uno strumento a puntamento computerizzato, la funzione del
cercatore si esaurisce con le operazioni di allineamento.
Il tubo ottico è montato al monobraccio tramite una slitta a coda di rondine. Essendo l’innesto a coda di rondine universale, esso ci permetterà, all’occorrenza, di montare altre ottiche,
purché non siano più lunghe di circa 40 centimetri.
Il treppiede in tubi d’acciaio è
apparso abbastanza stabile, sia
su un tipo di terreno morbido che su
superfici dure; ho provato, per portare
l’oculare del telescopio ad una altezza comoda per le osservazioni visuali, a estendere le gambe del treppiede alla massima lunghezza, riscontrando – come è logico – una minore stabilità complessiva dello
strumento; consiglio quindi,
per tenere basso il tempo di
smorzamento delle vibrazioni, di non estendere troppo
le gambe del treppiede.
Montare il tubo ottico è
un’operazione che richiede una manciata di
secondi, basta inserire
la barra a coda di
rondine e avvitare
la manopola di
blocco del tubo.
La collimazione,
che avviene tramite tre piccole viti a
croce poste sul sostegno dello specchio
secondario, può essere eseguita agevolmente da una singola persona; comunque l’esemplare testato è arrivato
perfettamente centrato.
IL CONTROLLER
La pulsantiera è composta da uno
schermo LCD (a cristalli liquidi) a 2 ri-
In alto, con la serie NexStar SE la Celestron ritorna alla colorazione arancio che
ha reso quasi degli “oggetti cult” i telescopi prodotti negli anni '70/'80. Il design
è moderno e funzionale, con la tastiera incorporata nella montatura monobraccio.
ghe da 16 caratteri, con una gradevole
illuminazione rossa a intensità variabile, estraibile dal suo alloggiamento durante l’utilizzo dello strumento. È leggera, con tasti bianchi di dimensioni
generose, illuminati anch’essi da una
tenue colorazione rossa per facilitare le
operazioni di puntamento al buio.
Ci sono ben 40 000 oggetti in memoria, ed è possibile puntare qualsiasi oggetto (ad esempio comete e asteroidi)
COELUM 112
Le due foto mostrano in dettaglio due interessanti particolari costruttivi del NexStar SE: la pratica e comoda pulsantiera
(in alto), e la meccanica adottata per la
messa in stazione equatoriale (sotto).
Ricordo di Thomas M. Back (1957-2007)
di Plinio Camaiti
I
l 13 settembre di quest’anno è morto improvvisamente il noto progettista ottico americano Thomas M. Back, stroncato per le conseguenze di un vecchio incidente sportivo in bicicletta all’età di soli 50 anni. Non sono noti molti dettagli della sua biografia, e di certo
si sa solo che era di Cleveland (Ohio), una città affacciata sul lago Erie,
nel nord degli Stati Uniti, e che era un appassionato di astronomia ed
un brillante e stimato progettista di telescopi rifrattori apocromatici e
di accessori ottici.
Tom iniziò la sua carriera di amatore all’età di 8 anni quando ricevette come regalo di Natale un rifrattore da 60 mm. Dopo qualche anno, spinto dal desiderio di avere uno strumento più
potente, si cimentò nell’impresa di lavorare con le
sue mani uno specchio parabolico da 6 pollici f/8, e
questa esperienza fece nascere in lui un interesse per
l’ottica che avrebbe condizionato la sua intera vita.
Nel 1990, Thomas fondò una piccola azienda denominata TMB Optics (dalle sue iniziali), inizialmente intesa come attività secondaria di progettazione e vendita di rifrattori apocromatici. Nel giro di qualche anno i suoi telescopi acquisirono una discreta notorietà e Tom decise di dedicarsi alla sua
azienda a tempo pieno.
In effetti Thomas non produceva in proprio i telescopi di cui progettava le ottiche; gli obiettivi venivano (e vengono tuttora) fabbricati a Litkarino, nei sobborghi di Mosca (Russia) dalla ditta LZOS, poi intubati in Germania o a Taiwan
e dotati spesso di fuocheggiatore Feather Touch (fabbricato negli USA, vicino
a Chicago).
Nel corso degli ultimi anni, Tom aveva però cominciato a collaborare con altri fabbricanti e con trading company come Burgess e William Optics, dando
importanti contributi alla progettazione di telescopi rifrattori (con obiettivi prodotti sia dalla stessa LZOS che da OEM taiwanesi) e di oculari più rivolti al
mercato di massa.
Tra i suoi progetti più noti, vanno segnalati soprattutto gli obiettivi apocromatici a tripletto (spaziati in aria) TMB, con una gamma di aperture comprese
tra 80 e 305 mm (!!!) e i recenti oculari per uso planetario TMB Super Monocentrics, gli HR-Planetary, prodotti dalla ditta Burgess, oltre gli oculari grandangolari TMB Paragon, rivolti agli
osservatori del cielo profondo. Ho
avuto modo, in qualche occasione, di
dare un’occhiata al cielo con qualcuno dei suoi rifrattori più piccoli (ad
esempio il 100 mm f/8), constatando
sempre immagini di qualità impeccabile.
Thomas Back ha dato un importante contributo all’evoluzione del disegno dei rifrattori moderni, cimentandosi sia nella progettazione di apocromatici che di acromatici, ed ha sempre
dichiarato – come si legge nel suo sito web – di essersi ispirato al lavoro di
Roland Christen (fondatore e progettista della Astro-Physics), di cui era
un ammiratore e allo stesso tempo un
concorrente piuttosto temibile, soprattutto sul mercato americano.
In effetti, Thomas Back può essere
In alto. Thomas Back al “Winter Star Party”
del 2005.
>> a pag. 64
I TEST DI COELUM
anche tramite le sue coordinate. Inoltre,
premendo il tasto INFO si potranno ottenere alcune informazioni (coordinate,
dimensioni angolari, magnitudine visuale) dell’oggetto selezionato, mentre
per utilizzare la funzione di puntamento automatico basterà semplicemente
premere il tasto ENTER.
Il database contiene diversi cataloghi
di stelle: l’elenco completo degli oggetti Messier, il catalogo NGC, il Caldwell
(quello degli oggetti più brillanti estratti dai due cataloghi NGC e IC) e gli
asterismi più belli. Da segnalare in particolare l’utile catalogo delle stelle doppie e triple più interessanti del cielo.
Sono disponibili 9 velocità, da 0,5x
a 4° per secondo. È possibile alimentare lo strumento tramite 8 batterie (stilo
da 1,5 V), oppure tramite un trasformatore da 12 V da collegare alla rete
domestica, o ancora con un cavo da inserire nella presa per accendisigari dell’automobile. È possibile aggiornare il
firmware della pulsantiera via internet,
utilizzando il cavo seriale in dotazione.
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I TEST DI COELUM
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classificato come un personaggio
molto particolare, “un ottico progettista per conto terzi” che oltretutto –
come riferiscono varie fonti – era un
appassionato che considerava il telescopio come un mezzo e non come un fine.
Ricordo di avere incontrato Thomas durante il “Winter Star Party
2005” in Florida, mentre scendeva
dalla sua Cherokee con targa personalizzata TMB APO, e ne conservo
l’impressione di un uomo gentile e
modesto, nonché dotato di un certo
humour (come testimoniato anche
dalla targa della sua automobile).
In base a quanto dichiarato dal
maggiore rivenditore americano dei
prodotti TMB, la sua ditta continuerà l’attività di commercializzazione dei telescopi TMB Optics, e
quindi il suo nome continuerà a vivere nella comunità astronomica ancora per molto tempo.
DICEMBRE 2007
PRINCIPALI CARATTERISTICHE TECNICHE
Tipo
Schmidt-Cassegrain
Apertura e focale
127 mm / 1250 (f/10)
Ostruzione centrale
35% (lineare)
Potere risolutivo teorico (Dawes):
0,96"
Magnitudine limite visuale (teorica)
+12,5
Peso
10 kg (completo di treppiede e accessori di serie)
Oculari a corredo
Altri accessori
Plössl da 25 mm, diagonale a specchio (90° - 1,25")
Cercatore Star Pointer, elettronica GOTO con 40 000 oggetti,
pulsantiera NexStar con SkyAlign, treppiede regolabile
in acciaio, manuali d'uso (inglese/italiano), planetario The Sky 1
Costruttore
Prezzo di lancio:
Distributore per l’Italia
Celestron Instruments, Torrance CA-USA
1350,00 €
Auriga - Milano (www.auriga.it)
Consiglio di prendere confidenza
con le tante funzioni di puntamento tra
le comode mura domestiche, prima di
avventurarsi all’aperto.
Le funzioni di allineamento e
puntamento computerizzate
Durante il primo utilizzo sono rimasto favorevolmente impressionato dalla rapidità di montaggio; pochi minuti
e si è pronti per le osservazioni! Per
utilizzare il vasto database è comunque
necessario compiere alcuni passi, come inserire la data, l’ora e il sito da dove vengono effettuate le osservazioni.
È possibile utilizzare varie procedure di allineamento, come il puntamento a due stelle o a una stella; a mio avviso, però, un’interessante modalità di
allineamento è lo Sky Align, che permette di allineare lo strumento puntando semplicemente tre oggetti brillanti
(può andare bene anche un pianeta o la
Luna). Non è richiesto conoscere il nome delle stelle che si utilizzano con
questa procedura, basta inserire la data, l’ora e il luogo dell’osservazione,
per fruire del puntamento automatico.
Queste funzioni sono utilizzabili anche con lo strumento in versione equatoriale.
VERSIONE EQUATORIALE
Per rendere il NexStar equatoriale si
usa l’asta di regolazione della latitudi-
In alto. Un primo piano sulla culatta del NexStar 5 SE: sono visibili il diagonale e l’oculare di serie, e il cercatore StarPointer (senza ingrandimenti), utilizzabile per puntare oggetti visibili a occhio nudo e per avviare la procedura di allineamento automatica del telescopio. In basso, la lastra correttrice trattata con il metodo StarBright XLT.
ne, posta sulla parte superiore del treppiede, orientando la tavola equatoriale
verso il nord. Tramite un’apposita levetta si deve sbloccare il movimento
dell’asta, regolando l’inclinazione del-
Data: 02 novembre 2007
Operatore: Massimo Riccardi
Ottica testata:
Celstron NexStar 5 SE, 127 mm, F 10
ANALISYS REPORT
LUCE VERDE
Strumento: Common Path Inteferometer
532nm
Input e Output WL (nm):
532
Waves per Fringe:
0,5
Aberrations magnitudo
Peak to Valley: 0,250 (1/4,0 waves)
RMS:
0,033 (1/30,3 waves)
STREHL Ratio
0,958
Tilt:
Removed
Defocus:
Removed
Astigmatism (low-order)
0,097
(-68,73°)
Coma (low-order)
0,004 (90°)
Spherical Ab. (low-order)
0,075
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lo strumento in base alla scala graduata incisa sull’asta di latitudine. Per eseguire la procedura di allineamento al
polo si deve spostare il treppiede per
variare l’azimut, e l’asta graduata per
regolare la latitudine. Durante l’esecuzione di queste operazioni si sente la
mancanza di movimenti micrometrici
(ed eventualmente di un cannocchiale
polare) anche se con un po’ di pazienza (e qualche tentativo)
si riesce ad ottenere uno
stazionamento polare
accettabile.
Il NexStar può effettuare l’allineamento polare in entrambi gli emisferi della Terra.
Note: Ottica ben corretta (ottimo valore di Strehl. Bordi leggermente aberrati).
Commento al Test interferometrico
Lo strumento è giunto in laboratorio leggermente scollimato (come capita peraltro al 90% degli Schmidt-Cassegrain che riceviamo) e questo dava luogo ad un certo coma. Dopo avere ritoccato la collimazione con l'aiuto di una stella artificiale, abbiamo proceduto all'esecuzione del test tramite interferometro “common path” alla lunghezza d'onda verde di 532 nanometri.
Il test evidenzia una buona correzione complessiva dell'esemplare in prova, specie considerando che
si tratta di un telescopio prodotto in grande serie con procedimenti industriali. L'interferogramma mostra frange di diffrazione nitide, contrastate, e con modeste ondulazioni concentrate soprattutto ai bordi dove si nota qualche residuo di errore di lavorazione. Il Wave Front (fronte d'onda) è “morbido” e
con pochissimo residuo di astigmatismo, ma presenta, come detto, un po' di bordo elevato (le "creste"
che si innalzano ai bordi). Le immagini della PSF mostrano un picco molto appuntito e questo significa che il telescopio concentra in modo efficiente l'energia luminosa nelle immagini di diffrazione.
Il diagramma MTF è infine caratterizzato da curve di trasferimento del contrasto non troppo distanti
dalla curva teorica, il che ci informa del fatto che il Celestron 5 SE, nonostante l'ostruzione del 35%,
ha un contrasto molto buono anche alle basse frequenze spaziali ed è quindi adatto alle osservazioni planetarie.
I dati numerici ci dicono che il telescopio possiede una correzione ottica più che buona, testimoniata
dal quasi inesistente residuo di aberrazione sferica, pari a 0,075 (sovracorrezione), e modestissimi segni di astigmatismo e coma. Se non fosse stato presente il bordo elevato (ben visibile anche nel Ronchigramma, un test dotato di una sensibilità molto limitata), il telescopio avrebbe dato luogo a risultati ancora superiori in termini di correzione complessiva e quindi di nitidezza e contrasto delle immagini. In ogni caso i valori di correzione di 1/4 di lambda P-V (Picco-Valle: esattamente uguale al limite di diffrazione), ma soprattutto l'eccezionale valore di 1/30,3 di lambda RMS (il limite di diffrazione è vicino a 1/14) e l'ottima Strehl Ratio di 0,958 (quasi il 96% dell'energia luminosa viene concentrata nel punto centrale, dove il minimo risultato per un'ottica decente dovrebbe essere pari
all'80%) sono risultati di valore assoluto e indicano che il fabbricante lavora con uno standard industriale di qualità molto elevato, ottenendo ottiche di tutto rispetto.
Va sottolineato come questo test dimostra una volta di più come il valore della correzione Picco-Valle, troppo spesso usato e abusato nel mondo degli appassionati di astronomia, sia veramente poco
indicativo della qualità di un'ottica perché ci informa solamente della differenza tra il picco più alto e
la valle più profonda di una superficie ottica (o del fronte d'onda), mentre sono molto più significativi
i valori RMS (che descrivono il comportamento dell'intera superficie) e Strehl Ratio (che indicano
quanta energia luminosa va effettivamente a finire nella figura di diffrazione).
P. Camaiti
LO STAR TEST
A 250x (oculare LV5
da 5 mm) durante una
serata dal seeing medio
(2 sulla scala di Antoniadi) le due figure di
diffrazione della stella
Altair (sia in posizione
intra che extra focale)
sono apparse identiche,
rivelando un’ottica da
manuale.
Solo a tratti e, andando a cercare il proverbiale pelo nell’uovo, si
percepisce una lieve
aberrazione sferica, del
tutto trascurabile. Lo
“snap test” (che tiene
conto della posizione
del fuoco) ha rivelato
un’ottica di prim’ordine; un’immagine stellare puntiforme, incisa e
con il disco di Airy piuttosto netto. Il campo
stellare risulta ben oscuro anche nei dintorni di
astri di una certa luminosità, con stelle decisamente puntiformi. Non
ho riscontrato nessun
“image shift”, nemmeno
a ingrandimenti sostenuti.
LA PROVA SU
CAMPO
Osservando con il
NexStar 5 SE si ha la
netta impressione di avere un diametro più grande rispetto ai 125 mm disponibili: le stelle appaiono molto brillanti e
(le più brillanti) rivelano
I TEST DI COELUM
COELUM 112
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DICEMBRE 2007
I TEST DI COELUM
TEST OTTICO
Aberrazione
sferica
Coma
Astigmatismo
Trascurabile
Assente
Assente
una buona colorazione; Enif (ε Pegasi)
di mag. +2,3 variabile, mostra un’intensa tonalità arancione, sia a 50x (oculare
Plössl da 25 mm in dotazione) che a
250x.
Notevole l’incisione, paragonabile a
uno strumento non ostruito a rifrazione; ho puntato il pianeta Giove, ormai
basso sull’orizzonte ovest e con il cielo ancora azzurrino, notando le bande
equatoriali anche a 50x.
La buona puntiformità delle stelle e
l’elevato contrasto rendono questo
strumento adatto all’osservazione degli oggetti più brillanti del cielo
profondo. Molto gradevole la visione
degli ammassi aperti: ho potuto ammirarne diversi nella costellazione dell’Aquila (NGC 6709/6755) e osservando l’ammasso globulare M15, nel Pegaso, a 250x ho potuto notare alcune
deboli stelline ribollire nel suo brillan-
te alone. Nel valutare questa osservazione, dovremmo considerare che le
stelle più brillanti di questo globulare
si collocano intorno alla mag. +12,6
(praticamente, la magnitudine limite
teorica di questa apertura!).
Accattivante anche la visione delle
nebulose più brillanti (M8/M17) chiare e ben strutturate, e di planetarie come la “Saturn nebula” (NGC 7009 nell’Acquario) che a 250x si mostrava
nettamente allungata con una tonalità
verdognola.
Infine mi sono deliziato con la “magica” visione di Urano, visibile a 250x
come un dischetto ben disegnato, dalla
tonalità verde/azzurrognola.
GIUDIZIO FINALE
Il NexStar 5 SE è il classico “secondo strumento”: leggero, compatto e
quindi facilmente trasportabile in qualsiasi località. Dotato di un’ottica molto buona e di una meccanica robusta
assistita dal puntamento automatico,
può soddisfare l’osservatore più esigente tanto nel visuale quanto nell’astrofotografia. Nonostante la sua (relativa) piccola apertura, è in grado di regalare parecchie soddisfazioni praticamente in ogni campo pratico, dalla visione dei pianeti a quella degli oggetti
più brillanti del cielo profondo.
ACCORGIMENTI
Consiglio di dotarsi di un buon paraluce, utile per schermare il telescopio
dall’ingresso di luci esterne, e soprattutto per evitare o almeno ritardare
l’appannamento della lastra correttrice.
Ho trovato le operazioni di messa a
fuoco un po’ scomode quando lo strumento punta verso alte declinazioni o
vicino allo zenit, perché in queste condizioni la manopola di messa a fuoco si
viene a trovare troppo vicina alla base
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non è possibile utilizzare lo strumento
quando non è alimentato, in quanto
non è permesso muoverlo manualmente in entrambi gli assi. Sarebbe auspicabile, a mio avviso, poterlo fare in caso di emergenza. E comunque, munirsi sempre di un set di pile di scorta o di
un alimentatore se si viaggia in macchina!
Si ringrazia la ditta Auriga, per aver
messo a disposizione l’esemplare testato.
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