n. 39 novembre-dicembre 2013
FARMACI: FRA SPERANZE E PAURE
L’idea che per ogni minimo disturbo occorre prendere qualche pillola, e che due o tre pillole sono magari anche meglio
di una, ha fortunatamente fatto il suo tempo. Oggi siamo molto più consapevoli dell’importanza dei farmaci ma anche dei
problemi legati al loro uso. E siamo anche più consapevoli, da un lato, dei grandi interessi politici ed economici che
condizionano il mercato dei farmaci e, dall’altro, dell’enorme spesa pubblica per la copertura del loro costo (spesa che
purtroppo include gli sprechi per farmaci prescritti e acquistati a carico del SSN, ma non effettivamente utilizzati).
La perfezione non è di questo mondo e siamo ben lontani dall’ideale di avere
farmaci efficaci contro tutte le malattie “importanti”, e prontamente disponibili
per chiunque ne abbia bisogno, indipendentem ente dal reddito e dal luogo di
PER RISPARMIARE
residenza. Siamo anche ben lontani dall’eliminazione degli sprechi, visto che ogni
CARTA (E SOLDI)...
anno buttiamo nella spazzatura farmaci per centinaia di milioni di euro. E siamo
anche, purtroppo, sempre molto lontani dall’avere farmaci efficaci ma totalmente
... d’ora in poi abbiamo deciso di
privi di tossicità e di effetti collaterali indesiderati anche gravi.
inviare “Notizie LIOS” per posta solo a
La ricerca, specie negli ultimi trent’anni, ha fatto passi da gigante. Oggi abbiamo
chi ne farà espressa richiesta.
farmaci validi per moltissime malattie per cui fino a poco tempo fa si poteva fare
ben poco. In particolare, abbiamo molti nuovi farmaci che hanno notevolmente
Dal prossimo numero, “Notizie LIOS”
sarà immediatamente pubblicato su
allungato la sopravvivenza e migliorato la qualità della vita in molte malattie
http://www.lios.it (alla pagina
gravi, o che hanno ridotto significativamente il rischio di serie complicanze (come
“Pubblicazioni”) in formato PDF, con
le fratture nell’osteoporosi).
segnalazione sulla “home page”.
Ma evitiamo di farci illusioni. Dobbiamo aver ben chiaro che i farmaci non sono
sostanze “magiche”, e vanno usati (cioè “prescritti” da parte del medico e “presi”
Chi non avendo accesso a internet
da parte del paziente) solo quando sono necessari, e sapendo bene quello che si
desiderasse continuare a riceverlo per
fa. I farmaci sono sempre e comunque delle sostanze estranee che noi
posta è pregato di scriverci
introduciamo nel nostro corpo per correggere qualcosa che non va. Tutti i farmaci
all’indirizzo: Lega Italiana Osteoporosi
sono sostanze chimiche che agiscono sui processi vitali del nostro corpo, cioè
onlus - via Masolino da Panicale 6 influenzano e modificano il funzionamento dell’organismo e delle innumerevoli
20155 Milano
o di inviare un
messaggio e-mail a [email protected]
cellule che lo compongono. Un farmaco “efficace” rallenta, riduce o blocca un
processo biologico dannoso (es. infiammazioni, infezioni, tumori, osteoporosi);
corregge o controlla un’alterazione (es. ipertensione, diabete, ipotiroidismo,
depressione); allevia un sintomo o un disturbo (es. dolore, nausea, diarrea, tosse,
insonnia). Se, quando decidiamo di usare un certo farmaco (inclusi i farmaci in libera vendita senza ricetta), non siamo
proprio sicuri di quello che facciamo, è meglio chiedere a un esperto come il medico o il farmacista.
Tutti i farm aci hanno delle “indicazioni” ufficialmente approvate (le malattie o i disturbi che sono in grado di curare o
alleviare), ma anche delle “controindicazioni” (situazioni in cui non devono essere usati), degli “effetti collaterali e reazioni
avverse” (problemi più o meno rari e più o meno gravi che alcune persone possono avere a seguito dell’uso di certi farmaci:
es. allergie) e delle “interazioni” con altri farmaci usati contemporaneamente. Per questo i farmaci devono essere presi solo
in caso di reale necessità, su prescrizione m edica (e non su semplice consiglio di un parente o amico), e sempre con
l’attenzione e prudenza necessarie.
Detto questo, possiamo ragionare sulle comprensibili preoccupazioni e paure che ci assalgono quando leggiamo il foglietto
illustrativo dei farmaci, e leggiamo dei rischi di possibili effetti collaterali e reazioni avverse, che, anche se rari o rarissimi,
possono essere gravi. Diciamo subito che, di fronte a queste cose, occorre essere “razionali”, e non abbandonarsi alle
emozioni. Dobbiamo considerare il foglietto illustrativo dei farmaci come un importante strumento di informazione e di
protezione della nostra sicurezza. Per legge, esso deve riportare in dettaglio tutte le informazioni rilevanti sul farmaco a
cui si riferisce. Leggerlo vuol dire capire meglio come quel farmaco funziona e quali problemi potrebbe a volte creare. In
caso di dubbi, o se non si capisce qualcosa, sarebbe bene chiedere chiarimenti al medico o al farmacista.
––––––––––––––––––––––––
(*) Tutti i numeri arretrati di “ Notizie LIOS” sono disponibili in PDF alla pagina “Pubblicazioni” sul sito http://www.lios.it
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Qui di seguito, proveremo a evidenziare i singoli punti su cui occorre ragionare.
1. Gli effetti collaterali e le reazioni avverse sono un “rischio”, non una certezza, e il “rischio”, anche quando non ci
pensiamo, è ineluttabilmente legato alla vita. Ogni azione, anche la più banale, ha dei rischi. Salire su una scala per avvitare
una lampadina ha dei rischi, attraversare la strada ha dei rischi, andare in macchina ha dei rischi, sciare ha dei rischi,
nuotare ha dei rischi, fumare sigarette ha dei rischi, e così via. Alcuni rischi (non tutti) possono essere ridotti con l’attenzione
e la prudenza, ma ben pochi possono essere eliminati del tutto. Se a questi rischi quotidiani di solito non pensiamo non
significa che non esistono. E il rischio di avere problemi con l’uso di farmaci non è un rischio diverso dagli altri.
2.Un farm aco viene immesso in commercio solo dopo aver superato una rigorosa procedura di sperimentazione. Se la
supera vuol dire che i benefici attesi dall’uso di questo farmaco superano largamente i rischi che il suo uso può comportare.
Ovviamente, per un farmaco che può curare una malattia molto grave, p.es. un tipo di cancro, potrà essere accettabile un
grado di rischio molto superiore a quello di un farmaco che serve solo ad alleviare un mal di testa.
3. Quando ci preoccupiamo per i possibili effetti collaterali di un farmaco dobbiamo anche pensare che questo ci è stato
prescritto per curare una malattia, e che qualunque malattia non curata comporta dei rischi potenzialmente gravi. Per
esempio, l’ipertensione o il diabete non curati hanno rischi serissimi per il cuore, il rene, gli occhi. L’osteoporosi non curata
ha un rischio aumentato di fratture. Se usiamo un farmaco contro l’osteoporosi, ridurremo questo rischio di fratture anche
se avremo un minimo rischio che questo o quell’effetto collaterale di quel farmaco capiti proprio a noi.
4. Dobbiamo aver chiaro che cosa significa “rischio”. Non è detto che se non ci curiamo l’osteoporosi avremo sicuramente
una frattura. Forse non l’avremo mai. Ma se lasciamo che la malattia si aggravi, il rischio di fratture aumenterà con il tempo
fino a diventare molto alto. Così, non è assolutamente detto che se usiamo un certo farmaco ci succederà qualcosa di
sgradevole: ma è bene sapere in anticipo che “potrebbe succederci” qualcosa di sgradevole, anche per poterlo riconoscere
subito e poter prendere adeguate contromisure (p. es. smettere di prendere quel farmaco e sostituirlo con uno diverso).
5. In poche parole, l’uso dei farmaci è sempre basato su un calcolo “benefici-rischi”. Se i benefici attesi dall’uso di un certo
farmaco per una certa malattia superano i rischi di avere effetti collaterali o reazioni avverse gravi, è giusto (“razionale”)
usare quel farmaco. Se invece i benefici attesi sono insignificanti, o se i rischi superano i benefici, allora è meglio non usare
quel farmaco e cercare alternative. Un esempio di rischio aumentato è una nostra precedente esperienza negativa con quel
farmaco: se p.es. in passato abbiamo avuto una reazione allergica al paracetamolo o alla penicillina è probabile che questa
reazione si ripeta e sia anche più forte della prima volta: quindi dobbiamo informare il medico di questo “rischio” e non
dobbiamo più usare quei farmaci (inclusi farmaci con nome diverso ma contenenti le stesse sostanze).
6. Il foglietto illustrativo di un farmaco riporta per legge tutte le informazioni conosciute su quel farmaco, inclusi i rischi
di effetti collaterali e reazioni avverse. Queste informazioni sono importanti per aumentare la sicurezza nell’uso di quel
farmaco. Devono metterci in allerta, permettendoci di riconoscere subito eventuali problemi, e di prendere (con l’aiuto del
medico) misure adeguate. Ma non devono automaticamente preoccuparci come se tutte le cose peggiori dovessero capitare
proprio a noi, esattamente come non ci preoccupiamo più di tanto se dobbiamo salire su una scala o andare in macchina
o in aereo.
!!!
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La LIOS ha purtroppo dei costi: ogni anno, alcune migliaia di euro per affitto sede, telefono, internet, energia elettrica,
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OSTEOPOROSI E ADERENZA ALLA
TERAPIA: UNA RICERCA ITALIANA
Le malattie croniche costituiscono un problema di
importanza crescente in una popolazione come la nostra,
con un numero sempre più alto di anziani. Un problema
nel problema è quello di “aderenza alla terapia” (il grado
di accuratezza con cui i malati cronici seguono le
prescrizioni del medico) e “persistenza nella terapia” (il
tempo per cui continuano a assumere il farmaco).
Una ricerca recente, coordinata dalla dr.ssa Maria Luisa
Bianchi, ha analizzato questi comportamenti in un
campione di donne fra i 45 e gli 80 anni con diagnosi di
osteoporosi post-menopausale, in trattamento con farmaci
per via orale presso 6 centri specialistici italiani,
confrontando i risultati ottenuti con tre diversi metodi di
interazione fra curante e paziente.
Possiamo riassumere i risultati come segue:
1. 340 donne in totale hanno accettato di partecipare allo
studio. Sei di queste si sono però ritirate prima di
cominciare.
SPAZIO LASCIATO IN
BIANCO
2. Le 334 partecipanti sono state divise in 3 gruppi
(rispettivamente 113, 110, e 111 donne): il gruppo 1 è
stato seguito con il metodo tradizionale (visita,
prescrizione della cura e invito a ripresentarsi a un
controllo dopo 12 mesi); il gruppo 2, in più, ha ricevuto
un libretto informativo sulla malattia, sulla terapia, e
sull’importanza di seguirla correttamente; il gruppo 3, in
aggiunta a quanto previsto per il gruppo 2, è stato seguito
con telefonate trimestrali da parte dei medici o infermieri
del Centro specialistico, e invitato a partecipare a 4
incontri informativi presso il Centro stesso).
X STAMPA
MODULO C/C POSTALE
3. Tutte le partecipanti hanno compilato due questionari,
iniziale e finale, per valutare le loro conoscenze, fonti
inform ative e aspettative relative alla terapia all’inizio e
alla fine dello studio. Le donne del gruppo 3, in aggiunta,
hanno anche compilato 4 brevi questionari al termine
delle riunioni di gruppo previste.
4. Delle 334 donne reclutate, 87 (26%) non hanno
nemmeno iniziato la terapia, e 247 l’hanno assunta per
almeno un po’ di tem po (74%). Fra le 247 donne che
hanno iniziato la terapia (=“iniziatrici”), 28 l’hanno
proseguita per un periodo da 1 a 9 mesi, e 219 per un
periodo da 10 a 12 mesi (=”persistenti”). Di queste
ultime, solo 114 (46%) l’hanno seguita in modo preciso
e corretto per tutti i 12 mesi dello studio (donne
“persistenti” e “pienamente aderenti”). La differenza di
“persistenza” e “aderenza” fra i 3 gruppi non è risultata
statisticamente significativa.
5. Si è osservata una relazione significativa fra la
frequenza di som ministrazione del farmaco prescritto e
l’effettiva assunzione. Le “iniziatrici” sono state infatti il
65.4% delle donne che dovevano seguire una terapia
settimanale, l’84.7% di quelle con terapia mensile, e il
75.4% di quelle con terapia giornaliera. Tra le
“iniziatrici”, sono state“ persistenti” il 91% delle donne
che dovevano assumere il farmaco una volta alla
settimana e il 92% di quelle che dovevano assumerlo una
volta al mese, m a solo l’82% di quelle che dovevano
assumere il farmaco giornalmente.
3
6. Hanno iniziato la terapia prescritta 146 (70.9%) delle
donne che facevano scarsa attività fisica, rispetto a 100
(78.7%) di quelle che facevano attività fisica moderata o
intensa (differenza non significativa).
7. Fra le 243 donne che non assumevano calcio e/o
vitamina D le“iniziatrici” sono state 171 (70.4%), mentre
fra le 91 che assumevano calcio e/o vitamina D sono
state 76(83.5%) (differenza statisticamente significativa).
8. Su 136 donne che avevano dolore moderato o grave,
99 (72.8%) hanno iniziato la terapia; sulle 198 che non
avevano dolore o avevano dolore lieve l’hanno iniziata
148 (74.7%)(differenza non significativa).
9. Fra le 68 donne che avevano assunto o stavano ancora
assumendo una terapia ormonale sostitutiva, l’86.8% ha
iniziato la terapia anti-osteoporosi, mentre fra le 259 che
non l’avevano mai assunta ha iniziato solo il 70.7%
(differenza statisticamente significativa).
10. Sono state “persistenti” il 90% delle iniziatrici che
non avevano mai avuto fratture e l’ 87% di quelle che
avevano avuto fratture (differenza non significativa).
11. Tutte le 70 donne che in precedenza avevano sentito
parlare solo dei benefici della terapia anti-osteoporosi
sono state “persistenti” (100%); mentre fra le 121 che
avevano sentito parlare anche (o solo) degli effetti
indesiderati, le persistenti sono state 108 (89.3%)
(differenza statisticamente significativa).
12. Un’alta percentuale di donne di tutti i gruppi hanno
compilato correttamente i questionari iniziale e finale: 71
fra quelle del Gruppo 1 (94.7%), 77 del Gruppo 2
(95.1%) e 83 del Gruppo 3 (91.2% ). I questionari
intermedi richiesti alle donne del Gruppo 3 sono stati
invece com pilati in modo incompleto o non compilati.
Solo 56 donne (61.5%) hanno compilato almeno 2
questionari, e solo 17 (18.7%) li hanno compilati tutti.
SPAZIO LASCIATO IN
BIANCO
X STAMPA
13. Secondo i dati rilevati con i questionari, in generale
le donne hanno dato un giudizio positivo molto diverso
per le varie fonti di informazione disponibili: libretto
informativo (giudizio positivo da parte del 96% delle
donne), internet (43%), telefono amico (76%), indirizzo
di posta elettronica cui rivolgersi (38%).
MODULO C/C POSTALE
14. Secondo 54 partecipanti “è difficile seguire una
terapia di lungo termine”, secondo 40 “la terapia per
l’osteoporosi è troppo costosa”, e 15 hanno avuto
“informazioni negative sul trattamento dell’osteoporosi”.
15. La ricerca sembra indicare che “aderenza” e
“persistenza” non dipendono dal tipo di relazione
medico-paziente o di strumenti aggiuntivi ricevuti
(nessuna differenza significativa fra i 3 gruppi) mentre
sono collegate alla frequenza di assunzione del farmaco.
Le pazienti hanno infatti dimostrato una forte preferenza
per i farmaci da prendere una sola volta alla settimana, o
ancora meglio una volta al mese. Rispetto a un farmaco
da prendere ogni giorno, un trattamento settimanale
aumenta l’aderenza di 5 volte, e uno mensile addirittura
di 8 volte.
BUON NATALE e BUON ANNO A TUTTI !!!
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