GLI APPUNTAMENTI PER IL SALUTO
A DON MARIO
Parrocchia di S. Alessandro M. in Capriate
Parrocchia del SS. Nome di Maria in Crespi d’Adda
Sabato 14 settembre
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ore 18.30: S. Messa nella Chiesa di Capriate con la partepartecipazione di giovani e adolescenti.
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ore 19.30: in Oratorio a Capriate i giovani e gli adolescenti
incontrano Don Mario in un momento di festa.
Le
comunita’
parrocchiali
ringraziano
Don
Mario
Domenica 15 settembre
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ore 10.30: Chiesa Parrocchiale di Capriate
celebrazione della Messa in forma solenne. Scambio di saluti della comunità parrocchiale con Don Mario.
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ore 12.30: pranzo di comunità. La partecipazione è aperta a
tutti. Per una migliore organizzazione si chiede di prenotare
presso il bar dell’Oratorio entro giovedì 12 settembre
ore 18.00: Chiesa Parrocchiale di Crespi
celebrazione della Messa in forma solenne e processione in occasione della festa patronale. Scambio di saluti della comunità parrocchiale con Don Mario.
A seguire: buffet e momento di festa in Pista.
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Sabato 28 settembre
Ingresso di Don Mario nella Parrocchia di Verdello.
Sarà organizzato un pullman (in forma gratuita) per la partecipazione alla cerimonia.
Gli orari di partenza e ritorno saranno comunicati successivamente. Agli interessati si chiede di iscriversi:
-a Capriate presso il bar Oratorio o la sacrestia,
-a Crespi presso la Pista o la sacrestia.
Si
ringrazia la ditta Carminati per aver gentilmente offerto il trasporto in
pullman in occasione dell’ingresso di don Mario a Verdello
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DOMENICA 15 SETTEMBRE 2013
UN SALUTO CARICO
DI RICONOSCENZA
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Il prete:uomo di Dio,
uomo della terra
Nei mesi di settembre e ottobre nelle nostre parrocchie di Capriate e di
Crespi saremo interessati all’avvicendamento del Parroco:
Don Mario Carminati è stato chiamato dal Vescovo per continuare il
suo servizio pastorale nella Parrocchia di Verdello,
Don Nazzareno Bertoli è stato chiamato a diventare Parroco di Capriate e di Crespi.
L’avvenimento ci sollecita a qualche riflessioni sulla figura del prete
ed è sembrato opportuno farci aiutare da qualche parola di Don Tonino Bello, l’indimenticato Vescovo di Molfetta.
“Esaù e Giacobbe: azione e preghiera.
Giacobbe, dice la Genesi, era pacifico, amava stare nella
tenda, al punto che Rebecca, la madre, aveva una predilezione particolare per Giacobbe, mentre Isacco teneva
di più per Esaù.
C’è nel nostro seno Esaù, ma c’è anche Giacobbe: dobbiamo fare sintesi nella nostra coscienza: noi, “uomo” con
tutta la nostra umanità, uomo di adesione alla terra, al
concreto, alla storia, ma “uomo di Dio”. Ecco la sintesi
tra Esaù e Giacobbe che deve avvenire: tendi alla pietà,
alla fede, ma anche alla giustizia, alla pazienza, alla mitezza. Due anime convivono in noi, abbiamo a che fare
con la complessità e dobbiamo accettarla.
Io vescovo e voi presbiteri: uomini pubblici, ma anche
privati, con la nostra storia, problemi, abbattimenti, fisime, stanchezze e le impennate di entusiasmo e i guizzi
di genialità: preghiera e azione”.
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Non
è mai facile, né scontato dire un grazie. È opera
che nasce dalla memoria e che stimola il nostro cuore. È
riconoscere che da un incontro, da una relazione, da
qualcosa che si è condiviso abbiamo ricevuto molto. Nessuno è un isola e, in un modo o nell’altro, quello che siamo
è frutto di una relazione: è il risultato di un incontro. Ciò
ci permette di dire che se fosse mancato qualcuno di significativo nella nostra vita o qualcosa di particolarmente importante noi non saremmo gli stessi. Guardarci attorno è questo: significa riconoscere che niente e nessuno è di fatto così insignificante nella nostra vita. Non
solo: è riconoscere che tra la banalità e superficialità di
troppi incontri e situazioni vi sono stati gesti, parole,
sguardi e rapporti che hanno dato un significato diverso al tutto.
Giungere alla consapevolezza di ciò è molto…
certamente non è cosa
scontata! Ma vi è qualcosa
di più: è il lasciare che,
quanto di buono è entrato
nella nostra vita, a sua volta
divenga come il vento che
gira e lascia piacevolmente
quella sensazione di freschezza tanto attesa e desiderata. Il bene vissuto e
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manco anche di registrare le mie insufficienze e negligenze che hanno
magari fatto soffrire alcuni di voi.
Di questo sono dispiaciuto e me ne
rammarico,
anche
se posso, con convinzione. dire di non aver fatto nulla
con il proposito di far soffrire o di far del male.
Carissimi, potrebbe davvero essere considerata
parola di convenienza e di circostanza, ma ciò che riassume meglio questi anni sta proprio nel grazie, che vi devo e voglio esprimere. Lo vorrei far risuonare stringendo
la mano di ciascuno. Non c’è nessuno che possa essere
escluso dalla gratitudine e dalla riconoscenza. Ognuno,
con gradualità diversa, ha dimostrato ed espresso
quell’accoglienza che porterò con me come preziosissima
memoria. Nel grazie ci stanno i sedici anni vissuti e, per
ciò che ci attende, sentiamoci sollecitati ad esprimere
un “Eccomi!” simile a quello della Vergine Maria, disponibili tutti ad entrare nei progetti del Signore.
Con affetto, amicizia e fraternità, concedetemi un fortissimo abbraccio.
don Mario
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il fatto che, gli uni gli altri, ci siamo accolti per ciò che
eravamo e insieme abbiamo dato volto alla comunità.
Quanti volti, quante storie! Il bello della mia vita di parroco è stato: la condivisione dell’attesa dei piccoli che
sono nati, dei ragazzi che abbiamo visto e fatto crescere, anche con il dono dei sacramenti, degli adolescenti
divenuti giovani e dei giovani fatti adulti nelle scelte
preziose per la vita, degli anziani e dei malati accompagnati nei momenti della difficoltà e della prova, il volto
di tanti fratelli e sorelle che ho accompagnato
nell’ultimo viaggio.
L’accoglienza l’ho sperimentata così! Compagno di viaggio di questo prezioso cammino
che è la vita. Nella Parola del Vangelo e con
la presenza del Signore nell’Eucarestia, abbiamo insieme cercato
di leggere ogni vicenda
della nostra vita, condividendola fraternamente.
Non sta a me giudicare quanto abbia potuto segnare in bene l’incontro avvenuto con ciascuno. Certe cose le può valutare e sapere solo il Signore. Certo, posso
attestare che ciò è stato veramente bello, significativo
e importante.
Lascio Capriate e Crespi ricco di tante esperienze, di
tanti volti amici, di parole che hanno sanato il cuore. Non
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versato nella nostra
vita diventa responsabilità: ciò che ci è
dato, gratuitamente,
non è dato mai per
noi.
Deve essere restituito…
Il grazie a don Mario
nasce da ciò: dalla
consapevolezza che
questi suoi anni trascorsi a Capriate e Crespi fanno parte non solo della nostra storia ma della storia di comunità che hanno avuto molto. Non in cose straordinarie ma
nella quotidianità. Non secondo le attese del mondo ma
secondo le promesse del vangelo. Promesse che stupiscono, impegnano e obbligano ad uscire dal nostro piccolo
mondo per scoprirne uno più grande. Certo che è faticoso tutto ciò ma, ne siamo sicuri, contiene la speranza di
quel bene che, in modo innato, cerchiamo dal primo
all’ultimo giorno della nostra vita. Grazie a te, don Mario
per ciò che hai fatto e, soprattutto, per ciò che hai tentato di essere o, meglio, per chi hai tentato di essere.
Il salutare con riconoscenza un sacerdote però può anche apparire qualcosa di strano. È sempre una forte provocazione anche per chi resta. Si sale su un treno in corsa e si scende da un treno che non può fermarsi più del
tempo necessario. Il tutto forse troppo in fretta, con il
rischio di dimenticare qualcosa o di salutare qualcuno. Si
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è percorsa molta strada, si son viste molte cose dal finestrino: cose buffe, cose simpatiche, cose belle ed interessanti…paesaggi che ti hanno riempito di stupore e
che ricorderai. Ma, lo spettacolo più bello stava
dall’altra parte del finestrino: gente che già affollava
quello spazio e gente che vi è salita dopo tempo, gente
con la quale si è fatto un discorso interessante e gente
chiusa nei proprio pensieri e nelle proprie convinzioni.
Persone che sapevano dove andare e persone che si trovavano lì per caso magari perché si erano addormentate
e non avevano visto che il treno fermava. Insomma…ce
ne sarebbe per scrivere un libro. Un romanzo con cenni
di comicità e a tratti da tragedia.
Ti auguriamo allora, caro don Mario, un buon proseguimento di viaggio. Vediamo te
scendere dal treno anche se
dimentichiamo che, anche noi,
siamo immersi in un lungo viaggio. Buon viaggio a te, a coloro
che incontrerai, a chi ti accoglierà. Sappiamo che a te piace
viaggiare e che hai scoperto
recentemente la bellezza del
viaggiare in treno: mantieni
questo entusiasmo e questa voglia di un buon viaggio.
A te, ancora
GRAZIE E BUON VIAGGIO!
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Carissimi Amici,
ci sono circostanze che
sembrano imporre delle formalità e lasciano il sospetto della
poco autenticità. Tra queste: il
momento del saluto. Ci si saluta
con formule e convenevoli, ci si
lascia con frasi che sembrano
essere state preparate da sempre, ma credo che ciò si imponga dal fatto che è sempre doloroso e difficile lasciare qualcuno e doverlo salutare. Così è per
me in questo momento, mentre
raccolgo in queste righe un primo tentativo di saluto. Sono
passati sedici anni da
quell’ormai lontano 1997, quando
approdavo, come parroco, qui a
Capriate. Da quasi quattro lo sono anche di Crespi. La
sensazione di allora, che non è mutata nel tempo, fu
quello dell’essere stato accolto. Anche oggi, mentre mi
accingo a varcare la soglia di altro lido, sento di poter
dire che lascio una comunità che mi fatto respirare il
bene dell’accoglienza. Alcune attività hanno trovato realizzazione, alcuni progetti sono stati portati a compimento, insieme abbiamo costruito qualcosa che voleva
essere per il bene di tutti, ma ciò che più conta è stato
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libretto saluto don Mario - Parrocchia di "S. Alessandro Martire" in