CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO Processo verbale dell'adunanza del 31 gennaio 2006 Addì, trentuno gennaio duemilasei, in Milano, nell'Aula consiliare di via Vivaio n. 1, si è riunito il Consiglio provinciale per la trattazione degli argomenti iscritti agli ordini del giorno ordinario e supplementari dall’uno al quattro diramati in data 12, 19, 26 e 31 gennaio 2006, con atti provinciali n. 3861/2006/2.1/2004/4662. A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza dell'adunanza viene assunta dal Presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina. Partecipa alla seduta il Segretario generale della Provincia, avv. Antonino Princiotta. Alle ore 16.00 il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere all'appello nominale dei presenti. Rispondono all'appello il Presidente della Provincia Penati e i seguenti trentaquattro Consiglieri: Ortolina Vincenzo Accame Pietro Angiuoni Pierluigi Ariazzi Costanzo Arrigoni Vittorio Barbaro Mario Bruschi Marco detto Max Calaminici Arturo Caputo Roberto Cavicchioli Arianna Censi Arianna Clerici Michele Dapei Bruno Del Nero Paolo De Nicola Giovanni Elli Enrico Foglia Giuseppe Frassinetti Paola Gaiardelli Andrea Gavazzi Attilio Greco Luigi Lombardi Ruggiero Maestri Pietro Malinverno Marco Mauri Matteo Meroni Fabio Musciacchio Camilla Nobili Ernesto Patta Antonello Pezzoni Alessandro Pioli Pier Mauro Pozzati Vittorio Re Marco Scarano Giuseppe Sono altresì presenti gli Assessori provinciali Barzaghi, Brembilla, Corso, Dioli, Gasparini, Mattioli, Mezzi, Ponti, Vimercati. Assente giustificato il Consigliere Casati. Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare, il Presidente del Consiglio, dichiara aperta la seduta e dà la parola al Consigliere Dapei. Consigliere Dapei: “Non è un art. 83, ma siccome da quando ci sono e da molto 1 prima sono abituato ad avere sempre la rassicurante figura del nostro collaboratore dipendente Giuseppe Turturro a supporto della nostra azione, e oggi ho saputo è il suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione, volevo rivolgergli un pensiero grato per tutti questi anni di collaborazione e i migliori auguri per godersi il meritato riposo che sappiamo, nel suo caso, sarà certo rivolto a continuare comunque a fare qualcosa di utile per tutti.” Presidente del Consiglio: “Ci associamo ovviamente alle parole di Bruno Dapei. Do la parola ad Alberto Mattioli.” Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo: ARGOMENTO N. 10 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Comunicazione Presidente Penati e audizione Presidente ASAM, dott. Sapelli. Discussione. Vice Presidente della Provincia Mattioli: “Grazie Presidente, buongiorno a tutti. Desidero ringraziare il Consiglio provinciale e il Presidente che si sono fatti promotori di questa richiesta di Consiglio provinciale straordinario, che verte sulla nostra società, sulla nostra holding ASAM e quindi sul suo futuro, sulla sua gestione, ma soprattutto credo che sia opportuno e doveroso salutare e ringraziare il Presidente di ASAM, Dott. Giulio Sapelli, che ha assunto questa responsabilità e a cui noi siamo grati e con cui oggi credo che tutti insieme chiediamo di poter discutere, valutare quali possono essere le strategie migliori per valorizzare questa nostra importante società e tutte le società che oggi dipendono da questa nostra holding. Per aprire questo Consiglio straordinario, con poche parole vorrei fare riferimento ad alcuni eventi recenti o recentissimi. Voi tutti avete aperto i giornali oggi, immagino, avete visto un po’ la sintesi, il riporto di stampa della Mobility Conference, che si è tenuta ieri in Assolombarda, che ha visto riuniti gli industriali del nord ovest, è un evento periodico, tutti gli anni di questi tempi si tiene questo importante incontro e momento di verifica, di confronto con le istituzioni pubbliche. Ebbene, come vedete, ancora una volta da questa Mobility Conference è venuto forte un appello a tutte le forze politiche per sottolineare la necessità di un forte sviluppo infrastrutturale della nostra Regione, comunque di tutto il nord. Da questa Mobility Conference è stato sottolineato come le nostre infrastrutture della mobilità siano ancora insufficienti, le nostre dotazioni infrastrutturali insufficienti e come da parte degli imprenditori, da parte degli operatori economici, viene forte ancora una volta la richiesta di un miglioramento delle infrastrutture, del sistema dei trasporti, della logistica, perché il congestionamento delle reti viabilistiche indubbiamente comporta una perdita di competitività del nostro territorio lombardo, che poi significa un grosso impatto economico sul sistema Paese tutto. Quindi, anche in questa occasione credo che sia stata sottolineata l’importanza del ruolo dello Stato nelle sue articolazioni e quindi degli enti pubblici, in una dialettica con l’apporto che possono dare gli operatori e i soggetti privati nello sviluppo di queste infrastrutture, tema peraltro anche ripreso ampiamente in quest’ultimo periodo, se avete avuto occasione di vedere numerosi articoli de ‘Il Sole 24 Ore’, dove si è riaperta complessivamente una discussione, complice le elezioni politiche nazionali che fra poco si svolgeranno, sul ruolo dello Stato e degli enti locali rispetto al patrimonio che storicamente si è venuto a creare, che gli enti pubblici e lo Stato nel tempo sono venuti a gestire e che progressivamente nel tempo hanno comportato dei cambiamenti, delle linee di 2 indirizzo politiche, economiche e finanziarie, liberalizzazioni i cui effetti stiamo ancora discutendo oggi e di cui quotidianamente si dibatte. Quindi un momento importante e, in questo contesto, non sfugge che l’operazione Serravalle attuata negli ultimi 6-7 mesi da parte di questa Amministrazione Provinciale è stata al centro, nel bene o nel male, a seconda delle opinioni politiche, di questa questione, del rapporto fra pubblico e privato. Credo che sia del tutto chiaro, in questo contesto, comunque, come la nostra società, sto parlando di Serravalle, che oggi è partecipata da ASAM, la nostra holding, abbia un ruolo fondamentale per lo sviluppo del sistema infrastrutturale della nostra Provincia di Milano. E’ situata nel cuore della Provincia di Milano, da essa dipenderà in larga parte il futuro del sistema infrastrutturale della mobilità di questa nostra Provincia. Quindi sicuramente ha un ruolo centrale, fondamentale, importante. Ancora voglio citare un articolo recente del ‘Corriere della Sera Economia’, che apriva 15 giorni or sono la prima pagina con questo titolo “Corsa alle autostrade. Danno ricchi dividendi, sono un business sicuro, così attirano appetiti sempre più forti, sia privati che pubblici, da Opa Caltagirone, da Illy e - al qui presente Presidente Penati”. Insomma, tutto questo per dire, in questo copioso reportage di questo giornale, come si evidenziava ancora una volta come il settore delle autostrade sia un settore ad altissima redditività, un settore importante per lo sviluppo infrastrutturale, per la gestione del territorio, come sia un business sicuro perché è indubbio che costituisce una sorta di monopolio, con delle rendite garantite a basso rischio di investimento. Tutto questo ancora una volta per dire che anche la nostra SEA è una società, Serravalle scusate, in questi giorni anche la questione SEA ci stava coinvolgendo, questa nostra società Serravalle sia una società importante, con un bilancio ricco, un bilancio non indebitato se non nei parametri assolutamente normali, una società che opera in un settore che in questi anni, anche dal punto di vista borsistico ha visto una crescente rivalutazione delle società operanti nel settore, quindi sia per noi una ricchezza assoluta, un bene prioritario di questa Provincia, un bene fondamentale che i cittadini ci hanno messo a disposizione e che quindi dobbiamo gestire nel modo più opportuno per farla rendere al meglio, perché la sua gestione indubbiamente provoca delle ricadute sul territorio e per i nostri cittadini sicuramente fondamentali, di primaria importanza. Qui possiamo anche ricordare, anticipando un po’, che il preconsuntivo 2005 della Serravalle evidenzia come questa società chiuderà quest’anno il bilancio con un utile netto di circa € 33.000.000, un utile in crescita rispetto al passato. Una società quindi sana, importante …… Non si sente? Stavo anticipando che Serravalle, peraltro è noto il dato, chiuderà il bilancio 2005 con un utile netto, un utile dopo le imposte assolutamente rilevante, in crescita, che evidenzia come questa società sia sana e importante e che quindi sia da gestire al meglio per tutte le evidenze di gestione del sistema infrastrutturale, economico e finanziario che essa provoca. E’ indubbio che i dividendi che noi ricaveremo da questa società sono per noi importanti, anche nell’ottica di tutti quegli investimenti, in particolare investimenti in conto capitale, che nel 2006 questa nostra Provincia dovrà attuare, pur dentro le ristrettezze imposte dalla legge finanziaria. Non voglio farla lunga, ho soltanto citato questi eventi per ricollocare il dibattito che noi oggi faremo su ASAM dentro la questione più grande dello sviluppo del sistema infrastrutturale della mobilità della nostra area metropolitana, perché poi credo che ASAM abbia questo obiettivo, questa missione, di diventare un soggetto portante di politica, di sviluppo del nostro sistema dentro ad un concetto di città metropolitana, 3 di cui ormai avvertiamo sempre di più la necessità, stante il fatto che quotidianamente quando si entra e si esce dalla città sperimentiamo con le nostre macchinine quanto ormai il problema della mobilità ci coinvolga, ci penalizzi, penalizzi la vita di tutti i cittadini milanesi e della Provincia di Milano. Credo che oggi sia un importante momento di incontro e di verifica con il Presidente Sapelli, per sapere da lui il suo pensiero, i suoi orientamenti amministrativi, economici, finanziari e politici, e politica di indirizzo, su questa importante holding, quindi sulla regia che vorrà attuare, sulla sua missione, di quale governance intende dotarsi e quali saranno i passi successivi, immagino il piano industriale, la quotazione in Borsa, il rimborso del debito che è stato contratto per l’acquisizione della maggioranza della Serravalle. Colgo l’occasione per dare alcuni flash su alcune situazioni che ruotano attorno a tutta questa vicenda. Voi sapete, era stato citato nel corso di un dibattito che noi avevamo dato in carico ad un gruppo di esperti di studiare la riorganizzazione delle partecipazioni della Provincia, nulla a che vedere con la valutazione delle partecipazioni. Questo è un tema prettamente di carattere organizzativo, il gruppo sta proseguendo il suo compito assai gravoso, perché si tratta di valutare complessivamente tutte le partecipazioni della Provincia e di produrre delle indicazioni su modelli di governance possibili. Credo che siamo una delle poche Province in Italia che sta attuando questo tentativo di ristrutturazione complessiva, ovviamente questo ci servirà anche per suffragare quelli che sono i nostri indirizzi, le nostre scelte riguardo il comparto della mobilità, quindi il ruolo di ASAM. Il gruppo sta proseguendo la sua attività di analisi, sta incontrando gli Assessori coinvolti. Per quanto riguarda l’estinzione del debito, voglio soltanto dire che, a seguito delle deliberazioni assunte, stiamo scegliendo l’advisor per la valutazione delle partecipazioni Cisa e Serenissima, che, come sapete, abbiamo deciso di mettere all’asta, così come sono aperte le procedure con il tribunale di Milano per l’individuazione e la nomina di un perito che possa peritare, quindi valutare le altre partecipazioni che abbiamo deciso di conferire ad ASAM. Credo che poi, assieme al consiglio di amministrazione e al Dott. Sapelli, rapidamente procederemo ad una valutazione della possibilità di aumento di capitale sociale, così come avevamo già prospettato per quanto riguarda ASAM. Da ultimo, credo che con il Presidente Sapelli un altro elemento di valutazione ruoti attorno alla possibilità che questa nostra holding nel futuro prossimo possa essere oggetto di quotazione in Borsa. Credo di aver dato una brevissima illustrazione, forse non sono stato esauriente, ma credo che l’importante oggi sia ascoltare il Presidente Prof. Sapelli, che ringraziamo ancora una volta per la sua partecipazione a questo Consiglio.” Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri De Gaspari, Grimoldi, Guerra e Tranquillino. (presenti 39) Presidente del Consiglio: “Infatti, adesso do la parola al Prof. Sapelli.” Professor Giulio Sapelli – Presidente ASAM: “La ringrazio, Presidente, ringrazio soprattutto loro Signori che hanno voluto farmi questo onore di incontrare un’assemblea elettiva come questa. Non mi alzo in piedi, faccio lezione generalmente in piedi, ma mi sembra che sia meglio, dato che non si tratta di far lezione a nessuno qui, poi si sente meglio, voi mi scuserete se parlerò da seduto, mi 4 pare che l’audio funzioni.” Presidente del Consiglio: “Le è consentito.” Prof. Sapelli: “Grazie Presidente. La mia esposizione sarà molto breve, la divido in quattro parti. Prego? .... No, assolutamente questa è una battuta che non accolgo, comunque è simpatica, la ringrazio Signor Consigliere. Ho capito, non colgo tutte le sfumature e vi chiedo scusa. Abusando della loro cortesia, dividerò la mia breve esposizione in 4 parti: 1. il quadro generale, come ha già ricordato il Vice Presidente, in cui si situa questa operazione; 2. dirò qualche cosa sulla buona governance, sulla governance che vogliamo dare a questa società; 3. qualcosa sulla missione che vogliamo dare ad ASAM; 4. brevissima silhouette su quello che vorremmo fare dalla start-up, perché questa è una società che inizia adesso, alla quotazione. Loro sanno che c’è un dibattito molto acceso sul possesso di imprese da parte di enti locali, su quelli che un tempo erano gli enti autarchici. Questo dibattito pone degli interrogativi che vanno molto al di là dell’efficienza economica di queste imprese. In effetti, noi sappiamo molto bene che anche le imprese capitalistiche sono chiamate non solo a fare profitto ma soprattutto a dare servizi di qualità e a fornire beni in modo efficiente. Questo naturalmente vale tanto più per le imprese possedute dagli enti locali. Essi devono fare tutto questo, ma devono fare qualche cosa di più, devono offrire dei servizi efficienti ai cittadini e soprattutto devono contribuire, accanto ai cittadini medesimi, alla costruzione del bene comune. Naturalmente tutto questo, come loro sanno molto meglio di me, si è complicato in questi ultimi anni per via della liberalizzazione dei mercati, una liberalizzazione auspicata ed auspicabile, che ha investito anche le imprese che sono ed erano possedute dagli enti locali. Sono venute costituendosi delle imprese miste, perché la liberalizzazione non poteva non investire anche i governi economici municipali. Naturalmente le forme in cui questa liberalizzazione investe queste imprese sono le più varie, si va dalla public company, alle forme cooperative, alla proprietà comunale ancora totalitaria e anche alla proprietà mista pubblica e privata. Loro sanno altresì che in Italia la liberalizzazione, la privatizzazione, è avvenuta sostanzialmente ridefinendo il servizio pubblico e soprattutto anche ridefinendo i bracci operativi di questo servizio pubblico. C’è una serie di competenze a cascata tra Parlamento, le autonomie locali, le assemblee regionali, le assemblee come queste, e i diritti che da queste assemblee promanano. Penso che però il fine di queste società sia quello di garantire beni pubblici ai cittadini. Questo è il problema essenziale e con questo problema io credo che dobbiamo misurarci. Credo che la stella polare sia quella del miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Come devono essere gestite queste imprese? Io mi sono trovato in questi ultimi tempi a scrivere con gli amici Francesco Giavazzi, Marco Vitale e Fulvio Contorti un progetto di regolamento per la buona governance degli enti posseduti dai Comuni. Naturalmente sono linee guida che ci devono guidare nell’azione ma che hanno soprattutto un punto di vista fondamentale, che il modello di governance di queste società deve essere migliore di quello prevalente nel capitalismo italiano, che è un capitalismo collusivo, oscuro, che noi studiosi indichiamo ormai con il nome di cloni capitalism, cioè un capitalismo intrecciato da partecipazioni caratterizzate dal 5 conflitto di interessi o dalla non chiarezza e non comunicazione. Quindi, i fini fondamentali sono la trasparenza e la correttezza contabile, secondo i principi anglosassoni della contability e soprattutto del bilanciamento dei sistemi di potere all’interno delle società. Ci sono cinque regole fondamentali: 1. Trasparenza nelle pratiche di capitalizzazione, grazie alla governance che deve essere applicata anche per le società non quotate. Il codice Preda deve valere anche per queste società, anche se non sono quotate in Borsa. Questo è essenziale, altrimenti non si prepara la quotazione, ma anche se non si è quotati si cade nel cloni capitalism, non c’è niente da fare. 2. Dobbiamo dire chiaramente quali sono le regole di governance: diritti e doveri degli azionisti, rispetto degli azionisti di minoranza, quando ce ne siano. 3. Scelta del management: indipendente, fondato sulla meritocrazia e sulla competenza. 4. Riflessione continua con gli azionisti, in questo caso lor Signor e lor Signore, sulle forme proprietarie che devono essere giustificate volta a volta, e devono essere quelle migliori per unificare l’efficienza economica e il servizio che dobbiamo dare ai cittadini. 5. La trasparenza nei confronti dei Consigli elettivi nelle assemblee elettive per quanto riguarda le nomine di natura sia pubblico partitica sia di natura privata. Queste sono regole essenziali. Detto questo, vengo a delineare brevemente la missione che vogliamo dare ad ASAM. Devo dire che questa missione è già stata indicata bene nel deliberato che il Consiglio provinciale secondo me ha preso il 22.11.2005. Cosa deve essere questa società? Deve essere una società per azioni che deve avere un core business che è molto chiaro. Il core business è la valorizzazione di tutte le partecipazioni detenute dalla Provincia di Milano nelle società della mobilità di terra e di cielo, con l’obiettivo di dar vita ad una società di gestione delle reti dell’intermodalità dei trasporto. Oggi il problema è l’intermodalità, come loro sanno. Questo perché? Perché dobbiamo garantire ai cittadini lombardi un elemento di libertà, che è la libertà di movimento. Questa libertà di movimento deve coniugarsi ad altre libertà, risparmio energetico, rispetto dell’ambiente, cioè l’offerta di tutti questi beni e servizi che assieme alla mobilità migliorano la qualità della vita. Naturalmente, quello che cercheremo di fare è di creare delle sinergie per la difesa di questi due grandi temi: l’energia e la qualità della vita per un buon ambiente con la riproducibilità dell’ambiente. Qual è il nostro compito? Qual è la missione? La missione, in primo luogo, adesso è la stesura di un piano industriale che abbia di mira la continuità degli investimenti che sono possibili, cito dalla vostra delibera del 22 novembre, permettetemi di leggerla, l’aggregazione di risorse pubbliche e private che garantiscano adeguate redditività alle risorse proprie impiegate, così da valorizzare il patrimonio conferito alla società. Io aggiungo, esso si concretizzerà, sempre secondo il dettato di quella decisione prima richiamata, con il raggiungimento di un capitale sociale di circa un miliardo di euro, che secondo me è la condizione essenziale per avviare un piano industriale, con grande chiarezza rispetto al pubblico, in coerenza con gli indirizzi strategici definiti dall’azionista, salvaguardando naturalmente le prerogative anche della Provincia di Monza e Brianza. Vorrei subito dire che ASAM quindi, nella nostra filosofia, non sarà una holding di puro controllo finanziario, non ci limiteremo, non vogliamo limitarci a staccare cedole e finire nel meccanismo della vendita. Vogliamo essere invece una holding di indirizzo strategico e di monitoraggio che eserciterà un forte comando sulle 6 controllate e sulle partecipate, nominando persona di fiducia nelle stesse, controllandone i risultati trimestrali, intervenendo nelle fasi di preparazione e presentazione dei budget di fine anno per dar vita a un proprio bilancio consolidato. Naturalmente, loro comprendono bene che la centralizzazione della contability, cioè di tutto quello che si chiama la contabilità e i meccanismi di controllo, di meta controllo e delle politiche del personale, sono essenziali e li costruiremo via via che daremo vita alla società. Controlleremo costantemente i conti di controllo e di gestione, ricompensandoli con le strategie di massimizzazione degli utili. Dalla start-up alla quotazione in Borsa. Siamo in una situazione classica di start-up, questa holding di controllo industriale deve produrre i seguenti vantaggi: esercitare una cura costante della redditività aziendale e dell’attività manageriale; quando è possibile e quando lo ritiene doveroso intervenire sulle performance delle controllate e influire su quelle delle partecipate. I diritti degli azionisti sono inalienabili, in questo Paese va ricordato, e vogliamo esercitarli in tutte le forme possibili, opponendoci a tutte le violazioni della governance e anche di quella ottima recente normativa societaria che passa sotto il nome di legge Vietti, che ci offre ampie libertà, che non avevamo in passato, di esercitare queste forme di controllo, e che costituisce un grande passo avanti nel diritto societario di questo Paese. I mercati, come loro sanno, premiano le holding di controllo industriale. Perché? Perché monitorano i costi, massimizzano i vantaggi e soprattutto riducono le catene di controllo, la mancanza di trasparenza, che è la malattia del capitalismo di questo Paese. Naturalmente, con umiltà e con modestia, sottolineo umiltà e modestia senza le quali non si dirige nessuna organizzazione, tanto meno un’organizzazione economica, insieme agli ideali civili, pensiamo alla quotazione in Borsa. Dopo aver costituito però concretamente la società, dopo avere implementato la sua contability, con una professionalità di prim’ordine, al minor costo possibile. Io sono dell’avviso che una società sana non ha bisogno di consulenti, o meglio tanto più bisogno di consulenti ha, vuol dire che tanto meno è sana. Quindi cercheremo di ridurre al massimo questa pratica. E’ essenziale procedere rapidamente con il trasferimento dalla Provincia ad ASAM delle partecipate e delle controllate. Procederemo poi alla valutazione delle stesse e inizieremo, come ho detto poc’anzi, il lavoro di monitoraggio manageriale e progettuale. Naturalmente la quotazione in Borsa rimane un obiettivo imprescindibile per dare autonomia alla società e soprattutto per garantirne i futuri equilibri finanziari. Naturalmente occorre un grande impegno a questo proposito e, a parer mio, ciò non sarà possibile senza un previo accordo o un nocciolo duro di investitori istituzionali sin dai primi tempi di vita della società, così da incrementarne l’autorevolezza e la stabilità nell’equilibrio dei poteri. Come vedete, la sfida è complessa e ci vuole umiltà, consapevolezza dell’impegno, soprattutto unità di intenti tra il management e l’azionariato. Questo è possibile se si hanno chiari gli obiettivi. L’obiettivo è quello di servire i cittadini, non con la proposizione di forme di commistione tra politica ed economia, che secondo me dobbiamo dimenticare per sempre, ma con la creazione di una società mista pubblico privato, che valorizzi i beni pubblici e li trasformi in servizi ai cittadini, aumentandone i gradi di libertà. Vi ringrazio per l’attenzione, sono disponibile alle vostre domande.” Nel frattempo sono entrati in aula l’Assessore Matteucci ed i Consiglieri Esposito, Gatti e Modugno. (presenti 42) 7 Presidente del Consiglio: “A questo punto apriamo la discussione, essendo evidente che, poiché la natura di questo incontro è una sorta di audizione nei confronti del Presidente, si possono fare domande, richieste di chiarimenti, sapendo che sul tappeto sono stati posti problemi di grande rilevanza ed importanza. Apriamo la discussione dando la parola al Consigliere Bruschi.” Consigliere Bruschi: “Innanzitutto mi consenta il Presidente Ortolina di salutare il mio antico Professore, ormai sono passati 15 anni ma ho il piacere di ricordarla nelle sue lezioni alla Statale. Sappia, Professore, che ho campato di rendita sul suo 30 e lode per parecchi voti di libretto. Io ricordo soprattutto delle sue lezioni le sue frequenti citazioni dallo Zibaldone di Leopardi, quando ci diceva che l’Italia ha solo usanze e ha ben poche virtù. Era un discorso filosofico che si attagliava poi alla sua lettura del capitalismo italiano e alla sua lettura anche del grande, ed ahimè in quegli anni soprattutto devastato, mondo delle partecipazioni statali. Lei ha avuto altresì importanti incarichi, mi sembra sia stato Vice Presidente dell’Eni, Presidente di importanti società, per cui è esperto nel campo del difficile rapporto tra società che devono fare profitto, ma sono chiamate ad una responsabilità sociale molto più accentuata della normale impresa. Ecco, Professore, lei ha cominciato parlando di trasparenza, io non so se lei sa che l’Azienda di cui lei è alla guida è iniziata con un atto la cui trasparenza è stata messa in discussione dall’opposizione in questo Consiglio provinciale. Non so se lei, Presidente Sapelli, sa che la stessa delibera da lei citata di novembre è delibera che è stata impugnata da tre Consiglieri presenti in quest’aula: io, il collega Accame e il collega De Nicola. Non so se poi lei sa ……… ....” Presidente della Provincia Penati: “Solo per chiarirci, siccome le parole hanno un peso, lei ha detto, rivolgendosi al Professor Sapelli, che la delibera che genera ASAM ha un vizio di trasparenza, la vostra azione eccepisce un vizio di legittimità e non di trasparenza, volevo solo far notare questa cosa, che è cosa profondamente diversa. La ringrazio.” Consigliere Bruschi: “Come lei sa, Presidente Penati, sto attento a usare le parole, e ho detto che abbiamo eccepito dei vizi. Quando parlavo di trasparenza non mi riferivo, ovviamente, come mai faccio, a cose che riguardino la magistratura non contabile, mi riferivo a un problema di corretti rapporti. Il Professor Sapelli ci parlava di governance quando ancora quasi la governance non si sapeva cosa fosse, uno degli strumenti della governance sono le corrette procedure, il corretto rapporto tra i diversi partecipanti della governance. Per quello mi ha molto stupito l’intervento dell’Assessore Mattioli, il quale ha detto noi attendiamo di sapere dal Professor Sapelli. Il Professor Sapelli, correttamente, ci ha detto poco, ci ha dato soltanto degli elementi di quadro, perché, Assessore Mattioli, lei queste cose le sa benissimo perché sono materie di suoi ricorsi contro l’Amministrazione Comunale, siamo noi, è questo Consiglio provinciale che dovrà dare ad ASAM gli indirizzi. Il citato coso del novembre non è una delibera, è un ordine del giorno. Come questo Consiglio provinciale sa di quegli ordini del giorno sono piene le fosse, non so se il Professor Sapelli è a conoscenza di un ordine del giorno che chiedeva la vendita della azioni di Valdata, che è una delle società che per i vari rami serravalleschi è entrata, penso, nella sua podestà, sappia che un atto di indirizzo all’unanimità da questo Consiglio 8 approvato è stata la privatizzazione di Valdata, per cui le chiedo fra l’altro anche nella sua replica contezza per conoscere se sono stati fatti o meno passi in questa direzione. Fatto chiaro il quadro, cioè detto al Professor Sapelli, che ringraziamo di questa introduzione, e che poi però dovrà essere compito di questo Consiglio, prima che ASAM faccia alcunché, approvare con apposita delibera di indirizzo quello che il Professor Sapelli dovrà fare rispetto ad ASAM e soprattutto le partecipate, perché non sarà sfuggito a nessuno che l’Assessore Mattioli ha più volte parlato di nostra Serravalle. Sappia il Vice Presidente Mattioli, glielo ricordo io, che Serravalle non è più nostra, Serravalle in questo momento è assolutamente di ASAM, a meno che non sia ancora avvenuto l’effettivo traghettamento delle azioni. Siamo dunque in una situazione di limbo per quanto riguarda le azioni di Serravalle, salvo il fatto che dalle parole del Professor Sapelli mi aspetto che magari non si staccherà nessun maxi dividendo nel momento in cui invece sono necessari ben altri investimenti. Non si chiede di staccare un maxi dividendo di Serravalle il giorno stesso in cui una nevicata mette in crisi Serravalle e il giorno stesso in cui l’ANAS commina a Serravalle una pesantissima multa. Questo per dirle, Professore, che avrà con il nostro aiuto il suo bel daffare anche nella semplice gestione di quelle che sono le società partecipate della Provincia. Resta però un altro problema. Quando lei ci parlava di responsabilità sociale d’impresa, di parlava di una responsabilità innanzitutto rispetto alla comunità in cui un’impresa vive ed opera. In questo caso si tratta di un’impresa particolarissima, un’impresa in cui gli startholder e gli stakeholder sono più o meno la stessa cosa. E’ una comunità che le fa delle richieste, è una comunità che le fa delle richieste e le richieste sono però quelle che richiamava il Vice Presidente Mattioli nel suo intervento di poc’anzi. Abbiamo appena avuto un importante appuntamento collettivo con le rappresentanze del mondo imprenditoriale, i rappresentanti del mondo imprenditoriale chiedono, mi spiace per cuor contento Gaiardelli, autostrade. Io le volevo altresì domandare, Presidente Sapelli, se lei ha avuto già modo di sentire i Presidenti delle società partecipate, perché vede tra le partecipate della Provincia di Milano ce n’è una molto particolare che si chiama TEM, chiamata a progettare, poi a …… il bando di gara e a gestire la tangenziale est esterna. E’ una società che non è senza soldi, Consigliere Barbaro, perché è stata ricapitalizzata dalla Provincia di Milano, è una società che ha quella missione sociale ed è una società che ha una missione sociale che è contrastata da una parte di questo Consiglio provinciale, anche se nessun pronunciamento c’è già stato. Lei, mi ricordo, aveva a dire, anche recentemente, parole di fuoco rispetto ad alcuni strumenti della politica, ricordo in una sua intervista una sua domanda retorica, citava l’Agenda 21, il cap. 28 dell’Agenda 21, dove si dice che ogni Amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale, attraverso la consultazione e la costruzione del consenso. Le Amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie, lei domandava retoricamente all’intervistatore: lei ritiene davvero che i risultati arrivino? E’ una domanda che se vuole le rifaccio. Volevo sapere se ha cambiato idea sull’Agenda 21, perché una parte, che non è la mia, di questo Consiglio provinciale fa dell’Agenda 21 un proprio punto di riferimento. Soprattutto, quello che le chiedo elettivamente, perché poi questo Consiglio provinciale dovrà prendere le sue decisioni, quali stakeholder vorrebbe sostenere. Le chiedo se è sua 9 intenzione…… Parlerò in brianzolo del nord per il Consigliere Meroni. La richiesta era di conoscere quali degli interessi, quali dei portatori di interessi lei ritiene di dover sostenere. Come sa, su diversi progetti che pure il mondo imprenditoriale chiede, ci sono delle opposizioni da parte delle comunità locali. Allora, vince l’interesse generale della comunità o vince l’interesse delle comunità locali? Vince l’interesse del sistema economico di questa Provincia di Milano che ha bisogno di avere le arterie ripulite, quando parlo di arterie parlo di arterie autostradali, ricordando a tutti che poi le ferrovie non sono degli hovercraft, per cui anche gli insediamenti ferroviari hanno un pesante impatto ambientale. Per il Consigliere Barbaro gli hovercraft sono veicoli che si muovono a getto d’aria. Sono tutte cose che noi dobbiamo capire per comprendere i suoi orientamenti, prima di meglio deliberare. Noi ci troviamo nella buffa situazione di un Presidente di TEM, Antonio Duva, persona rispettabilissima, il quale un mesetto prima di un deliberato, di un pronunciamento contrario di questa assemblea, era andato a un convegno pubblico a parlare dell’essenzialità della tangenziale est esterna per la Provincia di Milano. Sono dei paradossi che io non vorrei vivere con il mio antico Professore, e sarebbe importante chiarire prima di tutto questo chiarimento. Gli anni sono passati per lei ma sono passati anche per me. E’ in una situazione difficile……” Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli. Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Le ricordo i dieci minuti, avevamo definito dieci minuti di intervento. Glieli do tutti i dieci, non conteggio quelli precedenti.” Consigliere Bruschi: “Il Presidente Cavicchioli sa che ho un rigoroso rispetto dei tempi del regolamento. Sono tutte domande importanti, noi non avremmo voluto ASAM, soprattutto non l’avremmo voluta così. E’ un così che non la riguarda, ci sono problemi nel suo stesso consiglio di amministrazione, sappia che uno dei membri del suo consiglio di amministrazione non so se sia legittimato a essere lì presente in quanto incompatibile in base al regolamento delle nomine e in base alla legge, ma è una cosa che anche questa i tribunali dovranno affrontare. Spererei di chiuderla con le carte bollate e di andare veramente sui progetti strategici. Sappia che se i portatori di interesse che lei deciderà di sostenere saranno i portatori dell’interesse dalla comunità del milanese che soffoca perché la sua rete autostradale è insufficiente, lei avrà nei Consiglieri di opposizione di questa Provincia i suoi migliori alleati. In caso contrario, noi saremo obbligati a svolgere il nostro ruolo e lo faremo con tutta l’attenzione che lei, Professor Sapelli, si merita.” Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Albetti. (presenti 43) Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Grazie Consigliere Bruschi. Consigliere Accame, ricordo dieci minuti.” Consigliere Accame: “Guardi, il Professor Sapelli è stato così cortese da parlare dodici minuti, non è stato il mio professore, però è una persona che io vedo positivamente, perché io sono un piccolo investitore di Borsa e ho sempre regolarmente perso, ma quando ho comprato le azioni della Metha di Modena e dell’Hera di Bologna, ho guadagnato un sacco di soldi, forse è l’unico della mia vita, 10 quindi io vedo positivamente la presenza del professore in quest’aula e anche la Presidenza … certo. Devo dire la verità, invece per quello che riguarda proprio gli aspetti finanziari, ho dei dubbi sulla costituzione di ASAM e ho dei dubbi, come diceva il collega Bruschi sulla legittimità, quello sì, è per quello che abbiamo presentato un ricorso al TAR, chiedendo la sospensiva della delibera del 22 di novembre. Cosa che avevo preannunciato in aula, perché avevamo chiesto alla Presidenza del Consiglio e al Presidente Penati di decidere se doveva essere discussa la famosa delibera che ancora oggi è al punto 3 dell’ordine del giorno e che non è stata ancora presa in esame da quest’aula, perché riteniamo che sia questa la strada giusta e la strada maestra per poter costituire ASAM e non fare il trucchetto del copia/incolla del 22 di novembre. Ma detto ciò, non voglio entrare nelle polemiche. Io volevo solo rivolgerLe alcune considerazioni di carattere finanziario. ASAM è una realtà che si trova con un fardello pesante, che è un’esposizione considerevole fatta per l’acquisizione della maggioranza assoluta dal gruppo Gavio. Un’acquisizione che, a mio modesto parere, è costata non cara alla Provincia di Milano, è costata carissima. Perché pagare 8,83 o 8,89 euro le azioni, secondo me si è trattato di una vera e propria esagerazione. Oltre tutto l’indebitamento che è stato studiato con Banca Intesa è anche un indebitamento a tasso variabile, che paga, mi pare, 45 basic point sopra il Libor a tre o a sei mesi. Questa tasso d’indebitamento è un indebitamento che è già accresciuto nel corso degli ultimi mesi e andrà a crescere ancora nei prossimi. Quindi ASAM si troverà a dover pagare una quota maggiore di interessi passivi. Lei può dirmi: sarà controbilanciata dall’utile che arriva dal dividendo della SEA, dal dividendo della Serenissima prima che la vendano, eccetera, o forse dal dividendo della Serravalle stesso. Dividendo della Serravalle stesso che, nelle passate legislature, serviva per fare degli investimenti sul territorio, non per pagare degli interessi passivi. Quindi io su questa costituzione di holding ho dei forti dubbi di carattere finanziario. Ho anche dei dubbi di mission, nel senso che non ho capito perché la Provincia di Milano, che aveva queste partecipazioni, abbia deciso di spogliarsi del controllo diretto per affidare alla holding da Lei presieduta tutto questo pacchetto. Questo pacchetto che in parte, ma non è ancora stabilito quando, come e perché, dovrà essere dismesso per ripagare la quota di indebitamento. Oltretutto vi è un progetto annunciato, sia da Lei, ma anche preceduto in pompa magna soprattutto nei mesi precedenti, adesso Lei ha dato una giusta razionalizzazione alla tempistica. Cioè ha detto: noi siamo una start-up, vorremmo andare in Borsa ma non sappiamo quando. Quando è stata fatta l’acquisizione del pacchetto di maggioranza assoluta della Serravalle, si era invece detto che in Borsa ci si andava entro il 2006, o perlomeno in tempi molto brevi. Questo mi sembra che Lei lo abbia escluso, quindi già andiamo a parlare di una tempistica molto più diluita nel tempo. Soprattutto di una tempistica più diluita nel tempo che non sappiamo se ha ragione di essere finanziariamente sostenibile. Perché? Perché abbiamo in quota delle azioni della Serravalle a cui abbiamo stabilito un valore, abbiamo in quota al momento le azioni delle altre partecipate, come SEA, come Serenissima, di cui degli esperti, probabilmente saranno chiamati degli advisor a fare delle valutazioni, però ancora oggi non si sa come e quando si potrà e a che prezzo soprattutto ricollocare il pacchetto azionario. Io sarei più contento e sarei più felice del suo intervento se Lei entrasse nel merito anche di queste questioni meramente finanziarie, ma che poi hanno una ricaduta 11 forte, perché hanno una ricaduta sugli investimenti, hanno ricaduta sulle politiche che questa Provincia vuole portare avanti sulla politica dei trasporti e probabilmente avranno anche in un futuro una ricaduta diretta su quello che è l’interesse dei cittadini che sono strozzati dalla morsa del traffico tutte le mattine che provengono dalla Provincia verso la città. Quindi tutti questi interrogativi, professore, io penso che Lei oggi ci ha fatto un interessante excursus, ma dovranno essere corredati molto presto da un piano industriale. Io spero che quando il piano industriale sarà pronto, Lei si presenterà in quest’aula e ci spiegherà il piano industriale unitamente a quello che è il piano finanziario di sostenibilità di costi di questa nuova holding.” Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Benelli. Consigliere Malinverno: “Mi perdoneranno i colleghi se mi rivolgerò direttamente al professor Sapelli, anche perché le cose che questa sera ci stiamo dicendo a fronte, sia della relazione dell’Assessore Mattioli, che delle cose che Lei, professore, ha detto nell’introduzione, non modificano, dal punto di vista dei contenuti, le questioni che abbiamo già più volte dibattuto in questa sede. Credo che la cosa più giusta, riconosciuta da tutti in quest’aula, fatta dal Presidente Penati, rispetto a questa vicenda di ASAM, credo l’unica su cui siamo tutti d’accordo, è quella di avere scelto Lei come Presidente, nel senso che gode sicuramente di stima da parte di tutti. Scusi, ho dimenticato di presentarmi, io sono Marco Malinverno de l’UDC e svolgo una funzione in minoranza, di opposizione in quest’aula. Io, professore, vorrei dirLe perché noi su tutta questa vicenda abbiamo avuto un atteggiamento un po’ acidulo e anche un po’ stizzito, perché tutta questa vicenda l’abbiamo vissuta male, riteniamo che sia stata gestita male e iniziata malissimo. Noi riteniamo che la vicenda, al di là di quello che si è letto e si è scritto sui giornali e non mi interessa tirare in ballo la questione Penati/Albertini, vi è stato proprio un problema di fondo che riguardava il Consiglio provinciale, a nostro parere. Se il Presidente Penati fosse venuto in aula e avesse detto, dopo tutto quello che ci hanno raccontato sul patto di sindacato col Comune di Milano, riguardante la Serravalle, che l’obiettivo era un altro, gli obiettivi erano altri, che erano venute meno delle condizioni dal punto di vista delle politiche industriali, si fosse fatto un dibattito vero e serio e profondo per rispondere ad alcuni aspetti dal punto di vista teorico, che Lei ha richiamato nella sua introduzione, probabilmente oggi non saremmo a questo punto. Le dico sinceramente, la costruzione di questa stessa ASAM, che noi abbiamo definito un po’ come una scatola, crediamo che sia un po’ un imbroglio, non lo dico da un punto di vista filosofico, lo dico proprio da un punto di vista politico, nel senso che il Consiglio provinciale, a nostro parere, è stato su questo profondamente esautorato delle proprie funzioni e delle proprie competenze, delle proprie prerogative. Io credo che tutta la vicenda sia iniziata con un pesantissimo indebitamento ingiustificato, ingiustificabile sul piano finanziario, ancor più sul piano politico. Se ci avessero detto subito, perché Lei sa meglio di me che, soprattutto se stiamo parlando di un ente pubblico, la mission deve essere dichiarata prima ancora che vengano definiti gli atti e le procedure, qui invece la mission si sta ancora definendo. Poiché non vorrei, usando le sue parole, ricordare che se Lei stesso ammette che 12 dovremo avviare la stesura del piano industriale degli obiettivi possibili, Lei ha usato questo termine, credo che la situazione sia, come si suol dire, pesante. Pesante perché vuol dire che quella declamata funzione che Lei richiamava da un punto di vista teorico, cioè della necessaria non commistione dei rapporti tra la politica e l’economia e quella necessaria esigenza che mi è sembrato di riconoscere nel suo intervento, di reale autonomia nello stabilire gli indirizzi sulle procedure e quindi sulle strategie, sia mortificata all’origine. Le faccio un esempio. Lei non so se è informato, ma il Presidente Penati ha già deciso che i dividendi di Serravalle vengano distribuiti tra i soci quest’anno, ultima decisione … va beh, l’ha chiesto, Penati, l’ha chiesto. Penati non è Malinverno, Penati decide, Penati è il Presidente della Provincia, chiede perché vuol dire che vuole a casa i soldi - Non è che dice che … rispetto la lezione di umiltà, però se Penati dice: vogliamo i dividendi, vuol dire che Serravalle deve dare i soldi alla Provincia … questo è lo stile, professor Sapelli. Io vorrei che Lei fosse attento a questi aspetti che sono la sostanza. Perché Lei come la fa? Come la sostanzia l’autonomia nella governance di questa ASAM? Come le stabilisce le strategie? Cioè qui c’è proprio un problema di sostanza, la mia preoccupazione, la preoccupazione di molti di noi, è che quella tanto declamata problematica della commistione nei fatti, i fatti ci dicono che è assolutamente evidente. Quindi non è per uno scetticismo intellettuale, ma per una considerazione dei fatti, che io dico che il compito che Le è stato assegnato è veramente un compito difficile, gravoso. Io Le dico sinceramente, la sua introduzione mi trova totalmente d’accordo. Lei ha declamato una serie di aspetti di carattere generale su cui in parte sono d’accordo. Io, ad esempio, sono assolutamente convinto che sul tema delle infrastrutture oggi il ruolo del pubblico non può essere quello, com’è accaduto in altre stagioni della storia della nostra economia, di un ruolo di prim’attore. Oggi noi dovremmo avere la capacità veramente di saper far muovere le leve dell’economia. Credo che con questa operazione noi non riusciremo. Ovvero potremmo riuscirci solo nella condizione in cui gli enti che danno vita a questo percorso sanno esattamente cosa vogliono fare, ma questo ente non sa esattamente cosa vuole fare, oppure c’è su questo una lotta intestina. Facciamo un esempio concreto. Lo dicevano prima i miei colleghi, la Tangenziale Est-esterna. Su questo non c’è unità d’intenti. Io voglio sapere, perché poi il problema di fondo è che è inutile che continuiamo a sentire la solita tiritera, la Camera di Commercio e Assolombarda ancora ieri hanno giustamente lamentato la politica delle troppe parole. Vent’anni per la Pedemontana, adesso BRE-BE-MI e adesso tangenziale Est-esterna, il CIPE che finanzia solo una parte, insomma questo è il vero problema. Allora Lei sa meglio di me che il motore che è legato al sistema delle infrastrutture non è un aspetto secondario nel rapporto col sistema macroeconomico, è l’elemento essenziale. È la predisposizione delle variabili indipendenti, senza le quali non ci si muove e qui non ci si muove più veramente. Basta vedere in che situazione siamo. Ecco allora il motivo del mio lamento, cioè Lei è chiamato a fare il piano industriale possibile, invece Lei, per la sua esperienza, la sua capacità e la sua competenza, Lei doveva essere usato, usiamo questo termine ai fini del bene comune, per la sua conoscenza, per un piano industriale vero. Perché gli eletti del popolo gli dicessero: professore, dobbiamo avviare, da qui a cinque anni, la strategia per fare le seguenti 13 infrastrutture. Invece questo non c’è. Non c’è questa chiarezza. Questo dibattito noi, professore, non l’abbiamo mai iniziato, questo è quello che lamentiamo. Le dico che sinceramente se Lei si ripromette nelle prossime settimane di ritornare in quest’aula per dirci: a mio parere, non a parere di quella che è la dimensione condivisa, perché sennò quello che Lei richiamava prima, del rischio della commistione tra politica ed economica, qui c’è un rischio ancora più grave, che a Lei toccherà giocare in chiave tecnica gli aspetti di quella che è una dinamica di ricatto politico tra le componenti di questa maggioranza, che è poi l’assurdità di questo sistema, è l’assurdità di questa dimensione della politica. Così non si va da nessuna parte. Non voglio essere profetico in questo, il rischio, professore, è che abbiamo speso tanti soldi della comunità, abbiamo messo in piedi una pseudo strategia per avere poi una cabina di regia che non governerà niente, perché qualcun altro decida a seconda delle condizioni che cosa è più opportuno e cosa è meno opportuno fare. Allora dov’è la tanto pretesa autonomia dalla politica? Non c’è. Questo è il tema. Allora su questo, e mi avvio alla conclusione perché non ho più tempo a disposizione, io personalmente Le faccio gli auguri di buon lavoro, però Le richiedo di ricordarsi che questa è l’aula che risponde direttamente agli elettori, ai cittadini, di cui si parla tanto appunto di rendere conto ai fini della trasparenza amministrativa.” Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Frassinetti. Frassinetti è capo Gruppo di AN, chiedo scusa per la giusta annotazione del Consigliere Malinverno, da ora in poi Vi presenterò.” Consigliere Frassinetti: “Grazie Presidente. Scusate la mia voce. Io ringrazio il professore, devo fare un piccolo inciso. Devo dire che tanti anni fa, quando mi sono iscritta al corso di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, ho scelto in maniera determinata, tra i vari indirizzi che erano presenti, quello forense puro, proprio per evitare l’esame di Economia politica che probabilmente non avrei mai superato. Devo dire che mi sono sbagliata, perché non avrei mai detto nel tempo che determinati strumenti, determinate nozioni di Economia e di Finanza, mi sarebbero poi stati così utili anche nel corso della mia attività politica. È un errore di gioventù che sto cercando di colmare con, spero, un sufficiente studio di quello che sta accadendo all’interno di questa Provincia. Vede, professore, io credo, in estrema sintesi, perché poi rischiamo, noi dell’opposizione, logicamente di ripeterci, di avere una grande preoccupazione. La preoccupazione che ci sia una confusione, una sovrapposizione tra quello che è il ruolo politico e amministrativo dell’ente Provincia e quelle che sono invece delle logiche economiche e finanziarie sicuramente importanti, ma che vanno oltre quello che è il motivo per il quale i cittadini ci hanno eletto. Questa contraddizione la viviamo e l’abbiamo vissuta dall’inizio di questa operazione. Pensi che io ero presente in quest’aula anche durante lo scorso mandato e abbiamo passato intere sedute proprio a parlare del problema Serravalle. Problema Serravalle che diventa poi una problematica diversificata sotto vari aspetti. Noi abbiamo, si diceva prima, una legittima esigenza di difendere l’istituzione del Consiglio che riteniamo sia stata, in qualche modo, trascurata, messa in secondo piano. Da qui è partito un ricorso al TAR che rivendica la legittimazione attiva per difendere la lesione dell’interesse di Consigliere, che opera in un campo, quello dei 14 tribunali, che io amo fare nella mia attività privata, ma che vorrei assolutamente escludere nella mia attività politica. Questa sorta di preoccupazione, questa mancanza di un indirizzo che il Consiglio deve dare, soprattutto quando si tratta di una operazione che va ad avere delle ricadute sulle infrastrutture viarie, sulle infrastrutture territoriali della nostra Provincia. La mia preoccupazione è quella che forse avrei voluto oggi sentire da Lei delle precisazioni un pochino più concrete su quelle che saranno le progettualità relative al nostro sistema viario. Io temo molto che le contraddizioni che ci sono all’interno del centrosinistra per quanto riguarda la modernizzazione del territorio, abbiano un riscontro molto negativo su questo. Io ritengo che la modernizzazione del nostro territorio passi attraverso la costruzione, il potenziamento non soltanto delle linee su ferro, ma anche soprattutto del potenziamento delle linee e delle infrastrutture viarie. Noi sappiamo che ci sono tante zone in sofferenza, in particolare mi riferisco alla zona sud, dove dovrebbe essere costruita la Tangenziale Est-est. Noi sappiamo che la Brianza ha bisogno di collegamenti che la rendano ancora più importante per il ruolo che svolge sul territorio della Lombardia. In questo problema che riguarda un po’ l’impatto ambientale, io, che vedo nella difesa dell’automobile la difesa della libertà, perché, attraverso l’uso dell’automobile privata, vedo la possibilità del cittadino di attuare anche un principio di libertà. Sono molto preoccupata perché è importante sicuramente che comincino ad arrivare dei progetti concreti, dei progetti articolati e che cominciamo a discutere di quella che è veramente la risoluzione dei problemi dei cittadini. Io credo che questo sia una delle cose importanti per le quali la Provincia esiste, ha delle deleghe precise, ha delle deleghe amministrative che deve portare avanti. Poi sicuramente la finanza, l’irruzione della finanza in politica ha varie sfaccettature. A mio avviso, Presidente Penati, la finanza non è stata usata nel modo migliore perché è stata messa davanti alla politica, messa davanti alle esigenze dei cittadini, ma credo che questo sia lo snodo più importante, abbiamo bisogno di sapere quale sarà il futuro del nostro territorio, per questo siamo qui, questo è il motivo per cui siamo stati eletti, Professore, avrei voluto da Lei una descrizione un pochino più approfondita sulle linee progettuali del territorio. Spero che in futuro questo sarà possibile, noi lo abbiamo già dichiarato come opposizione, se ci sarà da fare opposizione costruttiva per quello che riguarda lo sviluppo del nostro territorio saremo i primi a portarla avanti.” Vice Presidente Vicario del Consiglio: “La parola al Consigliere Clerici, appartenente al Gruppo di FI, così come gli interventi che sono preceduti, quello di Bruschi e di Accame, prego.” Consigliere Clerici: “La ringrazio, Presidente, per la presentazione, un sincero augurio al professor Sapelli che qui chiamo Presidente, per il lavoro che sta per iniziare anche perché prendendo spunto dalle parole del vice Presidente Mattioli, Lei mi perdoni, ma di auguri ne ha proprio bisogno, tanti, tanti, tanti. Il vice Presidente Mattioli ha esordito parlando della difficoltà della mobilità nel milanese e l’osservazione politica che ne consegue - mi ha preceduto la collega Frassinetti - beh, mettetevi d’accordo tra di Voi perché io sono sicuro, sono certissimo che il Presidente Penati farebbe non una tangenziale est esterna, magari ne farebbe due perché ragioniamo nello stesso modo, sì, Presidente, anche tre ne 15 farebbe perché sappiamo benissimo come ci maledicono i cittadini che vanno in automobile. L’altro giorno, guardi, parlando con dei colleghi, tornavo da Bergamo alle ore 10 del mattino, contavo il doppio di camion delle automobili, il doppio di camion e tutti con il rimorchio, oppure i bilici. La seconda cosa che mi preoccupa ed entro nel vivo perché poi sarà anche una domanda per Lei, Presidente Sapelli, è che con una certa enfasi ed anche con molta contentezza, il vice Presidente Mattioli ha annunciato il brillante risultato di un utile netto di 33.000.000 di euro della Serravalle. Va beh, è molto bello, 33 milioni di euro sicuramente sono dei bei soldi, però se noi pensiamo che sono stati spesi per il 15%, 238 milioni di euro, senza avere una Hewlett Packard a portata di mano, ma conoscendo il calcolo datoriale, più o meno, dei mutui cosiddetti alla francese, mal contati ci vorranno 90 anni per pagare il debito. Mal contati, ho fatto così, automaticamente, ma il Professore, è materia sua, potrà sicuramente aiutarmi, per il solo capitale ci vogliono 47 anni, poi ci sono gli interessi che lavorano, ahimè, col capitale.. Presidente Penati, 238! Il 15% sono 4,5 milioni, i 4,5 milioni stanno a 238, si fa una piccola espressione come ci insegnavano nelle medie e si vede subito che non andiamo lontano dai 100 anni. Detto questo, Presidente Penati, la domanda la rivolgo a Lei, ma per farlo ben presente al Presidente Sapelli, è che questo è stato fatto tutto, tutto, senza avere prima definito quali sono gli obiettivi, abbiamo speso 238 milioni di euro, però non abbiamo detto perché li abbiamo spesi. Io dico perché ci indebitiamo per 90 anni, 100 anni quello che è, ci penseranno altri Consiglieri, sicuramente non io perché questo è il mio ultimo mandato, non perché non possa rinnovarlo, ma perché non voglio rinnovarlo – è la notizia della giornata – ho dimenticato di dirle, Presidente Sapelli che la sua fama L’ha preceduta, avevo letto qualcosa, sono contento che Lei sia il Presidente di ASAM. Lei ha usato spesso le parole “umiltà”, “trasparenza”, “mancanza”, anche di trasparenza, e via dicendo, ebbene avremo bisogno di tanta, ma tanta, tanta per portare avanti, il mio augurio è veramente sincero. La domanda. La domanda che rivolgo a Lei, la rivolgo nel contempo al Presidente Penati, nella strategia della quale ci ha parlato brevissimamente, vorrei sapere se c’entra in qualche modo ASNM, e se sì, come si coniuga e come si pone questa società con ASAM. .. prego? Non esiste più? ASM d’accordo, come si coniugano le due cose perché poiché, come più volte ho ricordato in quest’aula negli ultimi due anni, non mi risulta che ci sia stata una grande progettualità, anzi, mi risulta che sia stato fatto poco, per non dire niente, mentre i costi sono lievitati notevolmente, abbiamo fatto anche una brillante operazione di scambi di immobili, di contro debiti e via dicendo, tutta questa bella roba, mi piacerebbe sapere come si intrecciano queste cose, adesso non so se la risposta competa più al Presidente Penati o al Presidente Sapelli, comunque credo che sia doveroso informare l’aula circa questo, almeno entriamo un pochettino nel vivo delle cose, Presidente, dopodiché Le rinnovo sinceri auguri, Lei ha tutti i titoli e tutte le capacità per condurre al meglio una società che, ahimè, parte male. A mio modo di vedere parte male, perché parte con un macigno, non con una palla, con un macigno al piede, e a Lei l’arduo compito di farla decollare al meglio.” Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina. Presidente del Consiglio: “Do la parola al Consigliere Tranquillino.” 16 Consigliere Tranquillino: “Sulla relazione del dottor Sapelli devo dire che non mi addentrerò in quello che avevamo discusso qui durante un seminario sulla differenza fra governance ..” Presidente del Consiglio: “Domando scusa: Tranquillino Rifondazione Comunista, per chi non lo conoscesse.” Consigliere Tranquillino: “Grazie. Non mi addentrerò sulla differenza fra governance e government perché, a mio avviso, ma non a mio avviso, mi dicono che sono cose differenti ed è differente anche il comportamento presso quelli che sono definiti, non mi piace usare certi termini, io li chiamo portatori di interessi, non stakeholders, non mi interessano, amo la lingua italiana. Tra i nostri elementi di programma, mi riferisco al Presidente, così come al dottor Sapelli, sappiamo bene che abbiamo fatto una delle chiavi di volta del trasporto pubblico. In questi giorni è in discussione, oggi il nostro Presidente della Regione, perché per me i governatori ancora non esistono, ha parlato di una richiesta presso UE (Unione Europea) riguardante l’autorizzazione a considerare una qualche normativa inerente le macchine diesel. Questo perché? Perché secondo il nostro Presidente, quelle inquinerebbero trenta volte tanto quanto inquina una automobile a benzina. Ieri degli studi condotti in Svizzera ci hanno detto che anche i motorini inquinano circa 18 volte quanto inquina una automobile, per cui abbiamo una serie di studi che conducono a dire che noi abbiamo un forte bisogno di un arco di volta di un elemento programmatico di un punto chiave: trasporto pubblico su ferro. Ho voluto preparare il terreno per portare questo elemento, per un semplice motivo: perché mi pare che sia un pochino sotto traccia quella che è la ragione sociale, dunque gli obiettivi che si propone ASAM, io penso invece, al pari di altri in quest’aula, che questo sia uno dei motivi per cui noi siamo stati eletti qui e per cui rivendichiamo un cambio di passo rispetto all’Amministrazione precedente e lo vogliamo fermamente. Dunque io penso che da questa discussione sia bene che esca con chiarezza, al fine di evitare anche talune accuse e dei pensieri, perché noi qui dentro sappiamo che quando ci mancano le risposte poi l’immaginazione inizia a galoppare, spesso e volentieri dando anche delle ipotesi sbagliate; al fine di fugare ogni dubbio, noi come gruppo riteniamo che sia bene che esca da questo dibattito proprio questo elemento cardine. Quello di una mobilità che tenga conto che ieri dopo questi giorni in cui il particolato, in cui il PM 10, 2.5 sono calati, subito si è avuto un nuovo sforamento delle soglie. Lo dico perché questo riguarda da Juvara fino a Brescia, per cui per davvero abbiamo un problema di macro area, di area vasta direbbe qualcuno. Dunque in una visione di area vasta, noi con gli inquinanti ubiquitari, che hanno delle caratteristiche non meno pericolose di quelli stanziali, come gli idrocarburi, circa ozono e inquinanti simili, sappiamo bene che il pericolo poi, con la bella stagione si moltiplicherà, pertanto il pericolo che ce l’hai d’inverno e però ce l’hai d’estate. Faccio notare a questo proposito che nella conferenza dei servizi alla quale fu presente la Provincia, una conferenza dei servizi datata 1999, Provincia - Comune di Milano - ASL, Dipartimento Prevenzione, addirittura uscì una informativa per i cittadini, fu tenuta sotto traccia, ci pensammo noi a renderla pubblica, nella quale si consigliava di tenere a più di 20 metri i bimbi in tenera età e ci si rivolgeva alle 17 mamme perché questo avrebbe comportato un rischio serio similmente all’incremento esponenziale di casi di leucemia infantile. Dunque c’è un problema che grida tutta la sua drammaticità, qui dentro ne siamo tutti consapevoli, si cercano delle soluzioni anche, io ritengo basate un po’ sull’improvvisazione perché oggi venire a parlare dei diesel in questa condizione, con un governo che è al suo fine mandato, francamente mi pare una amenità. Per quello che riguarda il nostro gruppo, ma sono convinto che una serie di colleghi qua dentro pensino la stessa cosa, occorre definire nel nostro dibattito la ragione sociale e gli obiettivi che, in derivata, discendono da questa ragione sociale.” Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Fortunati. (presenti 44) Presidente del Consiglio: “Do la parola a Gavazzi, si prepari Foglia.” Consigliere Gavazzi: “Come al solito, non mi presenta..” Presidente del Consiglio: “Chiedo scusa, sono arrivato dopo.. Gavazzi, Forza Italia, nonché Brianza, mi scusi.” Consigliere Gavazzi: “Questo è un particolare. Professor Sapelli, mi associo ai complimenti ed invito il Presidente Penati se non si allontana un attimo o mi ascolta, vorrei sapere la versione giornaliera, perché qui cambiano le versioni e sarei curioso di conoscerla. Quindi mi associo ai colleghi, ai complimenti che Le hanno fatto e questo mi tranquillizza sulla scelta fatta dal Presidente Penati verso la sua persona. Lei nella sua presentazione è stato molto prudente, questo Le dà merito: prima è meglio assaggiare il terreno dove andiamo ad operare. Ma forse Lei si sarà accorto che le problematiche che Lei incontrerà in quella società, saranno grandissime, saranno grandissime perché il Presidente Penati con la scelta che ha fatto, che noi non abbiamo condiviso nella tempistica quando l’ha fatta, però io gli avevo detto personalmente che, nel merito, a me un discorso di controllo delle infrastrutture esercitato da un ente pubblico mi poteva anche andar bene, quindi il merito era condivisibile, il metodo un po’ meno. Arrivo al dunque. Noi, io e il collega Meroni, collega della Lega, rappresentiamo la nuova Provincia Monza – Brianza, Lei sa che su ASAM siamo molto critici, siamo molto critici per il semplice fatto che noi riteniamo che con questa operazione fatta dalla Provincia di Milano si sia – mi permetta il termine – buggerata la Brianza. In poche parole la Brianza non conterà nulla perché avendo la maggioranza assoluta la Provincia di Milano, la futura Provincia di Monza e Brianza sarà un utile interlocutore se sta zitta, perché le decisioni le prenderà sempre la Provincia di Milano. Lei quando parlava prima di management competente, questo era da Lei auspicato, ma ha sentito l’intervento di RC: se il management competente non va in una certa direzione, la competenza è un optional. Lei parlava di fare core business, guardi che qua dentro il core business è una parolaccia da quelle parti. Da queste parti, no. Forse anche da quelle lì. Bisogna capirci su queste cose, io penso, voglio fare un po’ l’avvocato del diavolo, ed è già stato detto anche dal mio capo Gruppo che molto probabilmente per realizzare i suoi obiettivi bisognerà cambiare la maggioranza. Se gli obiettivi verranno dettati dal Consiglio, noi li appoggeremo, se vanno in quello che diceva il Presidente Penati, nel porre rimedio a quelle che sono le infrastrutture e se parliamo 18 di una zona ben specifica che è la Brianza, prima si parlava di Pedemontana - io avevo i pantaloncini corti quando si parlava di Pedegronda e Pedemontana, giustamente anche i capelli, corti anche quelli - Lei parlava di una stesura di un Piano industriale, benissimo: stesura di un Piano industriale, già tra le righe il Consigliere Tranquillino diceva: Lei ci deve spiegare che cosa vuol fare perché l’assurdo che noi notiamo è che si crei una società, poi entrerò nel discorso come farete a pagare i debiti perché come Presidente della Commissione Bilancio mi hanno sempre detto che questi 250 milioni di debiti che noi abbiamo, che dobbiamo dare al Signor Gavio, 238, non sono un costo per la Provincia, .. giusto, giusto, con la Banca, è la Banca che gli ha dato i soldi, però, Presidente Penati, in Brianza dicono: guarda che io – c’è una vecchia metafora – non ho rubato chissà cosa, ho preso solo la corda, peccato che attaccato alla corda c’era un maiale, una mucca e un gregge intero. Non mi dica che Lei non ha debiti con Gavio perché li paga Banca Intesa, è la storia della corda. La corda è Banca Intesa, la mucca è Gavio, allora su un discorso - non è neanche questo? L’avete strozzata, non so cosa avete fatto alla mucca, non mi intendo di animali e di mucche, però non vorrei banalizzare.. Benissimo. Il Presidente Ortolina ha capito subito. Però torno, Presidente Penati, quando Lei è arrivato a Monza e si parlava di un discorso – anche il Presidente dell’Associazione Industriali diceva: no, un discorso di ASAM fatta in un certo modo; noi vogliamo avere delle partecipazioni nelle società, prima il Presidente diceva: controllo nelle associate, vogliamo essere una società che controlla nelle associate, tutta questa operazione per la Brianza non sta in piedi, in quanto, ripeto, Piano industriale, cosa dobbiamo fare e che passi questo Piano industriale, si sappia che cosa bisogna fare in Brianza. Il discorso – è rivolto al Presidente Penati – per la Brianza, giustamente ci interessa la compartecipazione in ASAM, ma per noi è precipuo che ci sia un discorso, quello che Lei ha definito spezzatino in quella riunione a Monza, di partecipazione nelle associate, così ci sentiamo più tranquilli, la cosa veramente, in fondo, Presidente Penati, quando il Professor Sapelli parla: no a forme di commistione tra politica ed economia, parla di stakeholder, portatori di interessi per la Brianza, Presidente guardi che stakeholder non sono vecchi Sindaci falliti che devono entrare nei Consigli di Amministrazione, mettiamo dei professionisti all’altezza del Professor Sapelli, che siano brianzoli o meno a me non interessa, e qui ritorno - è andato via l’amico Guerra - a me non interessa se il gatto è nero o è bianco, l’importante è che pigli i topi.” Presidente del Consiglio: “Mao Tse-tung.” Consigliere Gavazzi: “Non l’ha detto Mao, Guerra la riprenderà perché è Deng Xiao Ping.” Presidente del Consiglio: “Deng Xiao Ping? No!” Consigliere Gavazzi: “Guerra, che è più competente di lei e di me, che ha delle radici cinesi, è Deng Xiao Ping. L’importante è che il gatto non sia di Seregno. Presidente, ci siamo capiti? Non si faccia disturbare! Lei ha scelto il Professor Sapelli e il Professor Sapelli diceva no a forme di commistione tra politica ed economia, se vuole mantenere ASAM ad un livello, chi deve entrare in ASAM, io dicevo prima a me non interessa se il gatto è bianco o nero ma l’importante è che pigli i topi, 19 soprattutto che il gatto non sia di Seregno, per il semplice fatto che devono essere delle persone, in una situazione come questa, per dare veramente prestigio ad un discorso come ASAM, se lei ci crede in questo, mettiamo delle persone veramente con un livello di competenza e professionale, non dico all’altezza del Professor Sapelli, ma leggermente al di sotto. Le ripeto, Presidente, non è necessario sapere da dove arrivano, l’importante è che siano competenti. Noi le possiamo portare quelle che sono le nostre problematiche e lei deve metterci a disposizione …… Mi dispiace, è una forma di educazione verso il Professore, tra l’altro. Però Professore, questa sua amarezza guardi che purtroppo……, ma non siamo sempre così, tante volte facciamo di peggio ……” Presidente del Consiglio: “Spesso!” Consigliere Gavazzi: “Ma tante volte di meglio. Le ripeto, Presidente, importante per dar prestigio e valore ad ASAM ed al Presidente che ha scelto, non cada sulla composizione dei membri del consiglio di amministrazione. Sarebbe una cosa deleteria! Non abbiamo sentito, come si diceva, la stesura di un piano industriale, ma tutti hanno tessuto le lodi di una persona competente. Non roviniamolo con quello che si diceva prima e non roviniamolo non facendogli fare nulla, mettendogli solo una gardenia all’occhiello dicendo: lei è stato bravo ma deve stare zitto. Professor Sapelli, lei dica tutto, noi abbiamo bisogno in Brianza di infrastrutture. Noi le indirizziamo questo, suo compito è renderle possibili e fattibili soprattutto.” Presidente del Consiglio: “Giuseppe Foglia, capo Gruppo D.S., prego ha la parola.” Consigliere Foglia: “Grazie. Io sono convinto, perché ne abbiamo parlato innumerevoli volte in questo Consiglio, ma anche perché da cittadini ovviamente frequentiamo le strade della Provincia e non soltanto della Provincia, che la complessità del nostro sistema viabilistico è ormai arrivata ad un punto che non può consentirci altro che tentare di risolverla. I punti critici sono innumerevoli e sono determinati da tanti fattori, oggettivi e soggettivi. Negli ultimi anni, perché noi oggi siamo qui a salutare l’avvio di una sperimentazione - voglio chiamarla così - di un progetto che questa maggioranza ha varato, negli ultimi anni alla complessità cui mi riferivo all’inizio si è aggiunta una incapacità oggettiva della classe politica nel suo complesso, di affrontare la tematica. Il Governo nazionale, il Governo della Regione, il Governo della Provincia, il Governo del Comune di Milano, hanno lasciato che i problemi si rincorressero tra loro e ai problemi si sommassero le contestazioni, le intemperanze, alle volte giuste, dei pendolari, di tutti coloro che usufruiscono del sistema viabilistico e dei trasporti. Credo che dal nostro punto di vista, siccome ho richiamato responsabilità a vario livello, sicuramente negli ultimi anni, con l’avvicendarsi di una mezza dozzina di Presidenti nella nostra maggiore società partecipata, la Milano Serravalle e devo dire nemmeno con l’arrivo di poteri straordinari al Sindaco della città capoluogo in tema di trasporti, né l’una né l’altra cosa hanno consentito di affrontare e risolvere un problema. Un problema! Né in termini di viabilità e di trasporto cittadino né in termini di viabilità e di trasporto a livello metropolitano e nemmeno a livello regionale. Noi oggi facciamo bene ad invocare e chiedere al Professor Sapelli di mettere a disposizione tutte le proprie capacità e al Governo di questa Provincia di esprimere la più nitida linea politica di indirizzo rispetto a tutte queste tematiche, ma non possiamo nascondere e 20 nasconderci che senza l’azione decisiva - anche in termini finanziari - del Governo centrale, del Governo regionale, noi saremo abili probabilmente progettisti di un nuovo sistema, di un nuovo meccanismo di sviluppo del sistema della mobilità, ma ahinoi poi impossibilitati a raggiungere concretamente gli obiettivi. La nostra parola d’ordine rispetto al passato è concertazione ed azione. Nel passato si è parlato sempre di fare, di realizzare, senza badare a tutte quelle concatenazioni che servono per arrivare al punto decisivo del realizzare. Non a caso parlo di concertazione prima dell’azione, perché se noi oggi siamo ancora ad un punto morto rispetto ad alcune problematiche forti nella nostra realtà, penso soltanto alla tangenziale esterna est, è anche perché a prescindere dalle volontà locali espresse dal territorio, cioè da coloro che più soffrono del problema, se non partiamo, e così si è fatto nel recente passato, da quelle precipue sensibilità, noi non muoveremmo un passo in nessuna direzione. Credo ci stia insegnando qualcosa il tema della TAV nelle valli, ci ha insegnato molto il tema della realizzazione della tangenziale esterna est nella nostra realtà, ma potremmo anche sbizzarrirci ad andare nel quadrante ovest quando si trattò di decidere di realizzare l’ampliamento del collegamento Abbiategrasso-Malpensa. Dunque, senza la concertazione, il consenso che richiede fatica, pazienza ed impegno, noi non andremo da nessuna parte. Oggi mi pare di poter dire che stiamo recuperando tutto quel tempo perso nel passato quando tempo sufficiente non è stato dedicato a questo tipo di conciliazione e di concertazione con le comunità locali. C’è un obiettivo altro grande, citato dal Professor Sapelli nella sua introduzione, il tema vero è la qualità della vita, sia dal punto di vista della possibilità di potersi muovere sia dal punto della possibilità di poter vivere, laddove si concentrano assi viabilistici. Qualità della vita sia dal punto di vista del poter raggiungere, non come avviene oggi, nel modo più agevole il luogo di lavoro, la propria residenza, i luoghi dove soddisfare anche i propri interessi culturali, sportivi e così via. Questo obiettivo è fondamentale, sentirlo dire da un Professore che ci illustra una situazione finanziaria, dei profili di percorso molto tecnici ai quali magari non tutti siamo preparati a capire, sentir dire che comunque al centro di questa azione c’è la salvaguardia della qualità della vita, io credo che sia molto importante. C’è una testa, c’è una volontà di agire, ma c’è un cuore, c’è un’anima e credo che questo corrisponda agli interessi generali di tutti noi che abbiamo almeno la presunzione di rappresentare i cittadini. Noi parliamo di mobilità non a caso, quindi non soltanto di viabilità, perché intendiamo, questo è nello spirito, negli ordini del giorno votati da questo Consiglio, perché noi crediamo che il sistema del trasporto su ferro, il trasporto pubblico, la viabilità privata, devono essere parte di uno stesso meccanismo, di una stessa volontà di azione. Quindi parlare soltanto di autostrade, parlare soltanto di tangenziali non è corretto perché al centro del nostro programma politico, al centro della nostra volontà di azione, c’è l’insieme delle questioni che riguardano la mobilità. ASAM secondo noi è lo strumento unitario della riqualificazione di questo sistema della mobilità disastrato nel nostro territorio. Unitario nel senso che deve servire, avendo all’interno di ASAM Serravalle, Cisa, tutte le nostre partecipate che si occupano di questo settore, il luogo dove si verificano e si passano in rassegna anche in termini di priorità i progetti, si individua la possibilità di finanziare questi progetti, si individua la necessità di ricercare quello che dicevo prima, il consenso di tutte le parti per la realizzazione delle opere. Oserei dire che ASAM è quanto noi in questo momento siamo riusciti a mettere in campo, così come vorremmo mettere in campo 21 per quello che riguarda il settore del trasporto pubblico, un’agenzia metropolitana di trasporto. E qui chiediamo a chi ha la possibilità di sollecitare il Comune capoluogo, anche se è alla scadenza del proprio mandato, ma anche la Regione, di sollecitare la necessità di mettere in campo altri soggetti. Noi faremo ovviamente la nostra parte, per considerare il tema in questo modo unitario. Devo avviarmi alla conclusione. Noi torneremo sulla questione in questo Consiglio, perché abbiamo la necessità di esprimere un indirizzo più chiaro, più certo, più utile anche per l’attività del Presidente Sapelli, che si muove ovviamente secondo le volontà di questo Consiglio, di questo ente, che dentro quella società ASAM ha un peso non indifferente. La maggioranza non ha dubbi sulle cose da fare, i presunti o veri commenti attorno alle divisioni all’interno della maggioranza non rispecchiano niente altro che le diverse opportunità che sul territorio esistono nell’intenzione di affrontare i problemi. Nessuno ha mai detto che non è indispensabile oggi individuare nel quadrante est della nostra Provincia un’alternativa alla tangenziale est esistente. Nessuno ha mai detto questo, siamo tutti convinti all’interno della maggioranza, e l’opposizione dice di essere pronta a sostenere questo progetto. Il tema che una maggioranza di centrodestra oggettivamente non ha saputo risolvere è quello del contrasto tra questa necessità e le necessità locali, che sono quel rispetto della qualità della vita…… Sì. E’ quel rispetto della qualità della vita, quel rispetto della volontà e delle necessità locali che non si risolvono tracciando semplicemente con un pennarello una riga sulla carta geografica. Mi scuso con tutti i Presidenti presenti oggi se ho sforato i 10 minuti, ma mi fermo volentieri, proprio perché noi avremo altra occasione più specifica, alla quale probabilmente chiederemo ancora al Presidente Sapelli di venire per ascoltare, forse in quell’occasione, più noi rispetto alle varie ipotesi che potremo insieme stabilire e indirizzare.” Presidente del Consiglio: “Grazie Foglia. Prego Dapei, capo Gruppo Forza Italia, si prepari Barbaro.” Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Noi rivolgiamo un sincero in bocca al lupo al Presidente Sapelli, perché mai come negli ultimi tempi un po’ tutti si rendono conto di quanto sia difficile il mestiere che si appresta ad affrontare. E’ già un mestiere difficile per i tecnici quando ricevono indicazioni politiche ben chiare, credo che nel suo caso la cosa si complica per la frammentarietà delle indicazioni che gli sono arrivate, che gli arrivano o che non gli sono arrivate e che non gli arriveranno. E’ stato ricordato, noi abbiamo effettivamente in ballo alcuni ricorsi, più di uno, questo però non ci impedisce di offrirgli la nostra collaborazione più leale, così come abbiamo fatto con l’Amministrazione Penati. Il nostro Gruppo consiliare ha votato spesso in questi due anni importanti delibere, ne ricordo una per tutte, l’aumento di capitale di TEM è stato approvato anche grazie al nostro voto, un voto favorevole che è arrivato da tutti i Consiglieri di Forza Italia ma non da tutti i Consiglieri dei D.S., non da tutti i Consiglieri della maggioranza. Devo dire la verità, noi siamo un po’ delusi dal dibattito di oggi, anche dagli interventi che ci sono stati e da quelli che non ci sono stati. Già abbiamo visto nei giornali la pubblicità, all’ordine del giorno il primo punto …… .... No, io sono molto deluso perché il Presidente Ortolina ci aveva prima detto, poi ci aveva scritto che si iniziava con un intervento del Presidente Penati, poi del Prof. Sapelli, l’intervento del Presidente Penati probabilmente arriverà alla fine e quindi non so quanto il dibattito 22 potrà tenere conto di quello che in questo momento non c’è ancora stato. Ma credo che comunque già sappiamo le posizioni reciproche, è stato detto più volte, noi apprezziamo molto la scelta del Prof. Sapelli, si erano candidati in parecchi in quel bando a dicembre, credo 13 o 14 persone, quindi va dato merito anche al Presidente Penati, perché lui ne ha candidato uno che è stato poi l’unico nominato, gli altri 13 o 14 candidati dagli altri non sono stati nominati. Quindi un doppio merito, però anche una grossa responsabilità. Diceva il Prof. Sapelli trasparenza verso le assemblee elettive. Noi da tempo, da due anni, chiediamo, non a lei che è appena arrivato, è qui da un paio di mesi ma c’è chi è qui da un paio di anni, inizia il secondo mese, per qualcuno sta per iniziare il terzo anno, ma sembra ancora di essere al primo giorno di scuola. Noi vogliamo ancora capire, perché le..... a pagamento sui giornali non ce lo spiegano, che cosa avete in mente rispetto ad ASAM. Sarà la piccola Iri lombarda o della Provincia di Milano, o sarà il motore di sviluppo? Se sarà il motore di sviluppo, come noi ci auguriamo, come il territorio ha bisogno, il motore per fare che cosa e con quali risorse? E’ assolutamente comprensibile che chi è stato incaricato di questa responsabilità poco prima o poco dopo Natale oggi ci viene a dire che non ha ancora incontrato i Presidenti ma lo farà presto, però che ancora non ci sia una risposta a questo interrogativo da parte dell’Amministrazione Provinciale che è quasi a metà del suo mandato e che già ha speso risorse incomparabili rispetto al passato, ha conferito capitali anche economici non solo aver messo in pancia le azioni ad ASAM. Tra l’altro, non ci è ancora ben chiaro se queste azioni sono già in pancia o meno, perché abbiamo sentito più volte l’Assessore alla cultura, sicuramente in buonafede, ma anche qualche giorno fa il Presidente Penati dire, raccontare che con i dividendi di Serravalle e delle altre società si faranno più investimenti per la cultura e per il sociale. Noi abbiamo assistito alla votazione, il 22 novembre, di una delibera che conferiva quelle azioni ad ASAM, quindi noi non abbiamo ancora ben capito se in futuro i dividendi di questa società vanno ad ASAM oppure vanno alla Provincia perché li utilizzi per altro. Qualcuno evidentemente ha la capacità di moltiplicare pani e pesci, ma di essere uno e trino ancora credo che non ci siamo arrivati. Dateci un po’ un quadro, quel quadro si chiama bilancio di previsione, noi siamo a febbraio e il bilancio di previsione non l’abbiamo visto neanche da lontano ma continuiamo a leggere i vostri comunicati stampa molto interessanti ma veramente non riusciamo a capire come potranno poi trovare attuazione nel concreto. Ci sono dei grossi problemi, Presidente Sapelli, quando lei farà il giro si renderà conto che noi abbiamo passato due anni a cambiare Presidenti della Serravalle, ce ne sono stati tre, abbiamo cambiato quattro volte lo statuto, lei è il terzo amministratore in sei mesi, c’era ASA con il suo amministratore, poi c’è stato il 29 luglio un nuovo Presidente, adesso è arrivato lei. Siamo alla seconda fase, fino a qualche mese fa la convinzione era che tutto passasse da Serravalle, prendere in mano Serravalle, controllare e governare Serravalle poteva risolvere molti problemi. Non è stato così perché il management di Serravalle, non dico il Presidente e il consiglio di amministrazione, che non sono in questo senso secondo me responsabili, ma il management, chi ha le leve del potere dentro Serravalle, non è adeguato. Poi forse fra qualche mese lei verrà a dirci che invece non è così, che ci stiamo sbagliando, ma io non so quello che vi direte veramente fra di voi, non so se sarà lei a dire al Presidente Penati o viceversa se lo sentirà dire, ma c’è un problema in Serravalle, un problema nel management, alla testa del management, che vi conviene risolvere in 23 qualche modo, perché avete veramente lì a disposizione una Ferrari ma le prestazioni non ci sono, non arrivano. Adesso abbiamo aperto un nuovo fronte, abbiamo un nuovo primo giorno di scuola, benissimo, cerchiamo di metterlo a frutto. Certo, il riequilibrio modale, ma è un mestiere difficile anche in quel senso, è stato ricordato prima, non è che ogni volta che si parla di grandi opere di cemento ci sono problemi di consenso e se si parla di ferrovie o di trasporto pubblico locale fila tutto liscio, anzi. Quindi, davvero le contraddizioni che notiamo fra chi dice giustamente il management sarà autonomo e chi ci ha raccontato, anche in delibere, che è un modo per controllare meglio l’azione politica quello di creare questo genere di società, comunque dovranno trovare il modo di fare sistema, perché non è vero che noi abbiamo fallito nel nostro compito nella passata legislatura. Dal 2001 in poi, da quando c’è stata la legge obiettivo, abbiamo avuto pochi mesi per mettere in piedi qualcosa che ci dovete ancora dite se porterete avanti o meno, perché in questo momento, Professore, lei è il grande commissario della Provincia di Milano, lei ha la titolarità in tutte le assemblee, Serravalle, SEA, TEM, con il 47% di fatto, Autostrade Lombarde che poi è Bre.Be.Mi e quant’altro, lei è di fatto la Provincia di Milano. Il Presidente Penati va in quell’assemblea contando per un’azione, tutto il resto l’ha lei. Quindi ci rivolgiamo a lei dicendo attenzione che abbiamo visto passare decenni per arrivare a opere che erano veramente a portata di mano, forse lo rimangono, ma non si può perdere altro tempo. Noi apprezziamo l’idea di fare questa seduta di Consiglio, ma la consideriamo l’inizio di un percorso di confronto politico. Oggi abbiamo sentire volare molto alto, qualcuno ha detto giustamente la sua fama l’aveva preceduta, anche i suoi allievi del passato hanno tessuto le sue lodi, ma capiamo l’imbarazzo di chi a questo punto oggi è costretto a volare alto. Voi dovete volare alto perché è davvero difficile, con tutto quello che avete detto, preparato, per come avete illuso anche certe popolazioni, certi territori, arrivare sulla terra a rimboccarsi le maniche e fare le cose. Perché questo adesso è il compito. Dopo avere impostato, avere parlato del metodo, Presidente Penati, adesso scendere sulla terra è molto difficile ma è quello che dovete fare, che qualcuno ha la responsabilità di dover fare da due anni e qualcuno quella bella responsabilità se l’è appena presa. Ci sarà tempo e modo di fare le cose, non usate la fretta, quale fretta c’era per quelle procedure che voi avete detto che non sono state trasparenti il 29 luglio altrimenti si perdeva l’occasione. Non conveniva aspettare qualche mese e vedere se si instaurava una nuova o diversa maggioranza o un diverso Sindaco a Palazzo Marino, risparmiare 238 milioni di euro e mettere a sistema le azioni del Comune con quelle della Provincia? Io dico che se il vostro problema era Albertini, bastava aspettare qualche mese, quindi non è vero che il problema è Albertini, perché può essere Ferrante allora, può essere anche la Moratti. Perché tutta quella fretta? Noi abbiamo fatto un ricorso per difendere la politica, non contro la politica, perché abbiamo detto troppa poca trasparenza. Le procedure pubbliche per addivenire ad un acquisto non sono solo forma ma sostanza, leggetevi le more dei vostri avvocati difensori, che non dicono che abbiamo torto ma che secondo loro non possiamo fare ricorso o che il Consiglio ha sanato con l’emendamento del 22 novembre. Questo si dice, ma rimane una questione di trasparenza e di …… Professor Sapelli, rinnovo la nostra disponibilità. Noi siamo pronti a votare, come abbiamo fatto in passato, delibere che agevolino il lavoro di chi vuole realizzare le opere. Noi abbiamo sempre detto quali opere abbiamo in testa, perché la domanda di 24 mobilità cresce e questo sistema infrastrutturale non solo è inadeguato per l’oggi ma è disastroso per un domani che è prossimo a venire. Potete anche fare a meno di noi, ormai voi avete probabilmente almeno in testa le risorse, uno può avere il più grande patrimonio in tasca, in cassaforte, ma può non avere i soldi per comprarsi un caffè e temiamo che questa sia la situazione oggi in cui si trova l’azienda, perché ha un grosso debito, ha un grande patrimonio. Presidente, al di là della nostra disponibilità, l’importante adesso è avere indicazioni chiare e trasparenti. Dal dibattito di oggi non sono emerse né le une né le altre, perché questo è un primo passaggio, ce ne saranno altri, abbiamo un ordine del giorno che richiede proprio un percorso di questo genere, il fatto che lei presiede ASAM è per noi una garanzia ma la nostra battaglia rispetto alla illegittimità di ASAM e forse anche all’inutilità di certi strumenti continuerà. Starà a voi dimostrarci che ci stiamo sbagliando.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Vimercati. Presidente del Consiglio: “Scusatemi, considerato tra l’altro gli impegni del Professo Sapelli, mi permetto di considerare che noi possiamo ritenere chiusa l’iscrizione alla discussione generale, atteso che abbiamo ancora cinque Consiglieri che si sono iscritti, anzi sei, quindi non accetto altre iscrizioni, anche perché poi dobbiamo dare ovviamente la parola per un minimo di risposte di sintesi, per quanto necessario, al Prof. Sapelli, nonché al Presidente Penati, sapendo, nel caso, lo stiamo dicendo dall’inizio, che si tratta del primo giorno di scuola su questo tema, quindi avremo molte altre occasioni per tornarci. Do la parola a Barbaro, invito a questo punto possibilmente a contenere gli interventi sotto il limite di dieci minuti, si prepari poi Gaiardelli.” Consigliere Barbaro: “Il Gruppo consiliare della Margherita esprime sinceramente un vivo apprezzamento all’Amministrazione Penati, alla quale ho l’onore di appartenere, e a tutti gli azionisti, per aver scelto, senza nessuna sviolinata di circostanza, il Prof. Sapelli alla guida e al governo della società ASAM. Possiamo affermare con serena pacatezza che il Prof. Sapelli è una garanzia rispetto alla cosiddetta mission che è chiamato a governare, che è estremamente complessa, è una scommessa, stiamo parlando di società di capitale, quindi di rischio. Ma io vorrei fare una considerazione che non è stata sino a questo momento sottolineata. Io ritengo, senza tifoseria di maggioranza, che l’Amministrazione Provinciale, quindi il Presidente Penati e la sua Giunta ha intuito rispetto a quelle che sono le logiche - fatemi passare il termine - di una società pubblica, ma dei bisogni, quindi una società di capitale che è chiamata a dare delle risposte rispetto all’efficienza, all’efficacia, alla economicità, alla trasparenza, al buon governo insomma. Ha avuto la capacità e l’intelligenza, dicevo, di mettere insieme una concertazione perché prima, per quanto mi risulta, nell’ambito delle stesse problematiche della viabilità, della mobilità, la mano destra non sapeva ciò che faceva la mano sinistra. .... Certo, se mi dai il tempo te lo spiego, Francesco. La Provincia di Milano detiene quote azionarie per quanto riguarda la nota società Serravalle, Serenissima, SEA, TEM, Cisa. Quindi, quando dico che mette insieme e cerca di sviluppare delle strategie attraverso la holding, io la ritengo una scelta intelligente, una scelta oculata, una scelta che saprà dare delle risposte, e poi mi avvierò ad alcune riflessioni rispettando i tempi accordatimi. Arriviamo, dammi il 25 tempo, Francesco. Questo gruppo di società rappresentano un capitale di circa un miliardo di euro, 2.000 miliardi di vecchie lire, quindi è solida, è ricca. La solidità, la ricchezza di queste società, Prof. Sapelli, pur nell’ambito della funzione pubblica deve garantire una redditività che sia comunque vista in termini di investimento, quindi un ritorno per un cittadino, perché non ci sono gli azionisti che alla fine dell’anno, beato il collega che ha fatto un investimento in Borsa, è un rischio, ha portato a casa un guadagno, qui si tratta di fare degli investimenti, in particolar modo sulla viabilità, sulla mobilità, che negli ultimi 40 anni non si è fatto nulla, se non molto poco, compreso anche il trasporto pubblico che è semi-asfittico. Questo per quanto riguarda la concertazione delle nostre società, ma necessita un altro elemento che non è emerso ancora, una concertazione, un dialogo istituzionale tra Regione, Provincia, Comuni, nessuno ne parla, e addirittura per alcuni aspetti con il Governo centrale, rispetto alle scelte della Lombardia che è il volano, il motore economico addirittura dell’Italia e per alcuni aspetti anche dell’Europa. Allora facciamo una riflessione sempre pacata, senza voler processare niente e nessuno, senza riserve mentali, perché io non ho mai sostenuto che chi interverrà dopo di me dirà sciocchezze, nel modo più assoluto, perché mancherei di rispetto. Facciamo una considerazione oggettiva, il project financing, la legge obiettivo, per quanto riguarda i finanziamenti, è fallita per quanto riguarda Bre.Be.Mi, ricordiamolo però, altrimenti facciamo enunciazioni gratuite. Bre.Be.Mi sarà finanziata con 838 milioni da parte dello Stato perché non c’è la copertura finanziaria e lo Stato, attraverso le sue, dice: guarda che devi raddoppiare il pedaggio, e pone una serie di condizioni. Parliamo tanto di TEM, ma scusate, cosa vogliamo noi? Che si faccia carico solo la Provincia e ASAM della TEM che costerà 1.300 milioni di euro? Chi finanzia l’opera? Entriamo anche nel merito del finanziamento e la copertura finanziaria quando ci invitate ad entrare nel merito. Chi finanzia? Vi ricordo che per quanto riguarda la Pedemontana, avevi i pantaloni corti, è vero, Gavazzi, hai ragione, perché è una vita che ne sento parlare anch’io. Ma scusate, stiamo ai fatti, il Governo ha finanziato per la Pedemontana, finanziaria 2006, 60 milioni di euro per il progetto esecutivo e definitivo, ma per la realizzazione dell’opera non ha investito un euro. Diamo la colpa ad ASAM, dopo, perché non sono state realizzate le infrastrutture? Stabiliamo quali sono i nostri confini, le nostre responsabilità e noi ce le dobbiamo giocare tutte, ma le nostre responsabilità. Le responsabilità del Governo, le responsabilità della Regione io non ne voglio rispondere, non può e non deve rispondere ASAM. Mi avvio alle conclusioni. Io intanto, Professore, le auguro un sereno e proficuo lavoro, è sincero, so che la scommessa è complessa ma sono sicuro che con la sua grande capacità e statura culturale e tecnica, saprà aggirare gli ostacoli che si presenteranno man mano. Quando ella ha affermato nella sua telegrafica ma incisiva relazione quelli che sono gli elementi di una linea guida per quanto riguarda una seria governance, quindi non solo politica ma il rispetto dei ruoli, l’assemblea dà degli indirizzi, l’organo volitivo e il consiglio di amministrazione, se è convinto di essere sulla strada maestra, fa proprio e diventa il pensiero azione amministrativa. Se al Prof. Sapelli, non avvenga mai, non dovesse convincere la scelta perché da un’analisi approfondita rileva che è perdente, io ho la responsabilità di far perdere alla società, non ci sto, c’è sempre lo strumento delle dimissioni. Se noi partiamo con il piede giusto - fatemi passare il termine sportivo - con una persona di grande spessore, che è il Prof. Sapelli, diciamolo, prendiamone atto, come ha fatto anche l’opposizione e al Prof. Sapelli diciamo: Professore, tra cinque mesi, tra quattro mesi, con un piano industriale ben definito attendiamo le diagnosi e 26 le prognosi per ottenere il miglior risultato possibile.” Presidente del Consiglio: “Gaiardelli, capo Gruppo dei Verdi.” Consigliere Gaiardelli: “Grazie Presidente. Trovo un po’ originali alcuni interventi dei miei colleghi che sono giustamente preoccupati del ruolo che questo Consiglio deve svolgere, però ci viene detto che magari questa sera abbiamo volato troppo alto con gli interventi. Io trovo che invece quello che è stato fatto sia opportuno, interessante, proprio perché questo Consiglio non deve abdicare al proprio ruolo, perché quando abbiamo voluto conferire ad ASAM le nostre partecipate, abbiamo però voluto tenere saldamente nelle mani di questo Consiglio le politiche di indirizzo. La ringrazio, Prof. Sapelli, a nome del Gruppo politico dei Verdi, anche per un richiamo che lei ha fatto nella sua relazione per quella gestione etica del denaro e delle società, una gestione che deve essere anche trasparente, soprattutto trasparente, e credo che sia un richiamo importante e forte. Questo Consiglio provinciale, nel conferire ad ASAM i beni della Provincia, ha dato alla società un preciso indirizzo politico, che è quello contenuto nel documento del 22 novembre. Per noi ASAM è semplicemente un modo per gestire in modo più snello le partecipazioni della Provincia, ma non deve essere affatto una dismissione di responsabilità da parte di questo Consiglio. La nostra posizione politica è che ASAM è una holding che da un modo di trasporto, che è quello delle autostrade, da un modo di trasporto ad altra redditività ma a bassa efficienza ambientale, debba portare risorse per lo sviluppo del trasporto pubblico locale. Questo è un punto fermo che abbiamo voluto introdurre anche nel documento di novembre, insieme ai colleghi di maggioranza. Questo sviluppo del trasporto pubblico locale deve avvenire all’interno del territorio provinciale! Non ci interessa fare della pura finanza, ci interessa, come lei ricordava, offrire dei servizi. Credo che un ragionamento dovrebbe essere fatto intorno alla necessità di infrastrutture di questa Provincia. Per noi ASAM non deve fare opere a suo piacimento, ma lo deve fare in coerenza con quanto è stabilito negli strumenti di programmazione della Provincia, negli strumenti di pianificazione, e per questo apprezziamo questo primo momento di confronto e sentiamo la necessità di continuare su questa strada con più momenti di confronto con il consiglio di ASAM. ASAM ha il compito di attuare gli indirizzi di questo Consiglio provinciale ed è quindi fondamentale il rapporto tra la società e la Provincia. Non dovrà essere coerente con i nostri indirizzi solo il piano industriale di ASAM, ma siccome abbiamo conferito ad ASAM le nostre partecipazioni, quindi questo compito spetterà a lei, di verificare la coerenza dei piani industriali delle controllate di ASAM rispetto ai nostri obiettivi. Sulla base di queste indicazioni che sono andato a ricordare, che erano contenute nel documento del 22 novembre, abbiamo anche chiesto che ASAM modifichi il proprio statuto. Questo è un obiettivo che vogliamo tenere ben presente, perché lo sviluppo del trasporto pubblico locale è centrale e deve essere richiamato anche all’interno dello statuto della società, proprio per garantire quel servizio ai cittadini per il miglioramento della qualità della vita. E’ opportuno quindi ricordare ancora che l’ambito di intervento di ASAM è quello dell’area metropolitana milanese. 27 Sono risorse dei cittadini milanesi, quelle con cui siamo andati ad acquistare il controllo di Serravalle, quelle con cui abbiamo dato vita ad ASAM, la ricaduta deve essere sul territorio dell’area metropolitana milanese. C’è un altro ruolo che ci sentiamo di attribuire ad ASAM e che deve essere costruito nei prossimi mesi, che è quello legato alla costruzione di un soggetto centrale nello sviluppo della mobilità, in collaborazione con tutti gli altri soggetti interessati, Regione, Comune, Metropolitana milanese, Ferrovie dello Stato, ATM, eccetera, quindi ASAM, anche per la costruzione dell’Agenzia della mobilità. Vado a concludere, ricordando che di fronte alle richieste del mondo imprenditoriale che sono state citate da alcuni colleghi, dal Vice Presidente, siamo anche noi attenti, però dobbiamo avere una strategia diversa da quella che fino ad ora è stata attuata e che non ha dato comunque i risultati sperati. C’è una strategia che parte da un modello di sviluppo diverso, secondo noi più moderno, che passa attraverso, prima di tutto, l’offerta dei servizi e le opere utili. Sicuramente non passa attraverso le infrastrutture inutili, infrastrutture che noi non condividiamo, però ci sentiamo in buona compagnia nel non condividerle con tanti cittadini e con tanti Comuni. Concludo augurandoLe buon lavoro da parte del Gruppo dei Verdi.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Dioli. Presidente del Consiglio: “Bene. Do la parola ad Elli, si prepari Meroni.” Consigliere Elli: “Grazie Presidente. Io ho ascoltato attentamente il dibattito e auguro al nostro professore buon lavoro, che non sarà facile perché Le riassumo quanto ho capito, la posizione della maggioranza. I DS hanno detto che ASAM deve ampliare gli obiettivi e lavorare per la qualità della vita in senso lato, una concertazione facile, mobilità, eccetera, eccetera. Tutta una cosa di vastissima area che mi fa venire il sospetto che non si voglia fare nulla. Dopo citerò l’esempio di come, ampliando gli obiettivi, si rischia, anzi, si è certi che non si fa niente. È l’unico modo per non fare opere. Rifondazione dice: ridefinire gli obiettivi. La Margherita dice: è una scommessa. Si sono spesi 500 miliardi di lire, circa 250 milioni di euro su una scommessa. Perbacco! I Verdi chiedono di cambiare addirittura lo Statuto, cioè spostarsi dagli obiettivi per cui ASAM è nata e raggruppa tutta una serie di società, cambiare lo Statuto e pensare ad altre cose, non alle autostrade o alla mobilità su ruote, ma alla mobilità su ferro. Come farà un professore a conciliare queste cose io lo vedo molto difficile. A questo punto l’interrogativo lo rigiro al Presidente Penati, che ci aveva parlato 6/7 mesi fa, della brillante operazione a costo zero che oggi si rileva una brillante operazione a costi pesantissimi per la Provincia, di cui non si sa ancora, oggi, che cosa fare. Caro professore, in generale, se so le cose, si definiscono prima gli obiettivi, dopodiché si comperano se si hanno i soldi, e non coi debiti, in generale, le società per raggiungere quegli obiettivi e poi si fanno i piani strategici per raggiungere gli obiettivi. Qui si è invertito tutto. C’è stata una geniale pensata conclusa in tempi non sospetti, alla fine di luglio, dal Presidente Penati - che oggi se ne va e poi oggi, dopo… se va nel senso che sta uscendo, prego, nessun problema Dopodiché, investiti 250 milioni di euro circa con un eccellente guadagno per un personaggio privato di circa 130 milioni di euro, legittimi, naturalmente, però danno l’idea del sovrapprezzo pagato. Oggi si faranno e richiamo quanto Lei ha detto, 28 definire gli obiettivi possibili. Gli obiettivi si definiscono dopo gli acquisti. Poi, fatti gli obiettivi, certamente si farà il piano industriale per accoglierli. Ma gli obiettivi dovrebbero essere già assegnati. Penati ha parlato sempre e spesso di tangenziale Est-esterna, della viabilità legata alla Pedemontana, ma qui dentro, la sua stessa maggioranza, ha opinioni diversissime. Io ho sentito Radio 24 pochi giorni fa, una interessante discussione in cui c’era un personaggio di cui non ricordo il nome, mi spiace, ma un personaggio importante della sinistra, un economista, che, per quanto riguarda il settore dell’energia, che è un settore estremamente critico in Italia, diceva, nel dibattito, che l’Italia è in forte deficit, certo, importa circa il 20/25% di energia elettrica e l’85% delle risorse per alimentare le centrali, però qual è l’obiettivo oggi? Dato che l’Italia non è stata capace mai, né con la sinistra, né col centro, né con la destra, di fare un serio piano di energia, è stata spostata nel giardino del vicino e cioè in Europa la definizione: ci deve pensare l’Europa perché va fatto strategicamente, l’Italia deve rientrare e deve portare in un’ottica europea questo problema dell’energia, sperando ovviamente che ce lo risolvano gli altri. 29 Piero Ostellino recentissimamente su ‘Il Corriere’, il 26 gennaio, dice: centrosinistra e opere pubbliche, il partito del non fare. Forse Lei, professore, l’avrà letto. Riassumo due cose. In Val di Susa sono contro il tunnel che ci collegherebbe al resto d’Europa e questo è un trasporto pubblico, questo è un trasporto che i Verdi, che qui si oppongono clamorosamente a questa istituzione, i Verdi francesi, dico, vogliono accelerare, perché? Perché sono convinti che con la TAV, imponendo il trasferimento la notte dei camion dalla strada alla rotaia, diminuirebbe drasticamente l’inquinamento. Noi siamo contro. Però l’aumento del traffico, salvo che se si vuole uscire dall’Europa e andare, una volta si diceva nel Balcani, chi lo gestirà? Le autostrade, ovviamente. In Campania – naturalmente di sinistra – sono contro i termovalorizzatori con i quali si produce energia dai rifiuti. Ma i rifiuti – aggiungo io – sono dappertutto e nessuno diminuisce la quantità di rifiuti prodotti, anzi, vengono prodotti e smaltiti, buttandoli sul territorio. Dappertutto sono contro gli inceneritori. A Brindisi non vogliono il degassificatore che, tutti sappiamo, serve a diversificare l’arrivo dei gas, critico, se va solo attraverso la parte fluida dei gasdotti. A Grosseto le pale eoliche - alternativa carissima ai Verdi quando ne chiacchierano nei convegni -, che hanno la funzione di utilizzare il vento, sono state fermate. Soru in Sardegna ha vietato la costruzione di altri campi eolici perché inquinano visivamente, conosco bene il problema, e fanno rumore. Però noi vogliamo continuare ad usare l’energia, magari sprecandola perché siamo un Paese che spreca moltissimo rispetto che so, alla Scandinavia, che ha costruito case con forte isolamento termico, che recupera, che ha dal 1975 vaste aree del Paese riscaldate con pompe di calore sfruttando il delta che c’è fra la temperatura esterna e il fondo dei laghi profondi che lì ci sono, dei delta molto bassi. Conosco bene la zona di … 30.000 abitanti su vasta area, tutta costruita così. Addirittura, per evitare il ghiaccio e per evitare l’oscenità dei nostri marciapiedi delle città, siccome non sanno come fare a raffreddare, invece di raffreddare sprecando il calore, come si faceva da noi e si fa ancora, inquinando il Po, lì raffreddano le … di raffreddamento, facendo circolare sotto i marciapiedi le tubazioni. Così non si fa ghiaccio, lì di ghiaccio ce n’è spesso e le persone possono tranquillamente camminare anche in pieno inverno. Però occorre il coraggio delle scelte. In un partito così composto, in cui i Verdi non vogliono praticamente nulla di quello che Lei è deputato a fare, altri vogliono dei tavoli di confronto. Io spero, e vado a concludere, che l’investimento di 250 milioni di euro circa non sia servito a fare tavoli di lavoro, tavoli di confronto, perché i tavoli sono stupendi, ma in generale sono le cose migliori per far fallire le iniziative. Dopodiché, se per caso il tavolo riesce a produrre qualche cosa, ci pensano i Verdi, i No global, eccetera, la sinistra a trascinare folle sulle piazze e bloccare tutto. Io proporrei, ma questo esula da questo tema, una cosa molto semplice. Chi non vuole l’energia, benissimo, gli si spegne l’energia che si manda nelle loro case, salvo il minimo di sopravvivenza, e poi vediamo. C’è un Assessore là che protesta coi baffi, sì, Assessore, che si spenga l’energia a chi, come Voi, si oppone a tutto. Saranno sciocchezze, ma lo dice Piero Ostellino, io l’ho letto qui … d’accordo, se dice sciocchezze Piero Ostellino, però questi sono dati di fatto tutti veri. Concludo. Ora ci si è messo anche il Sindaco Cacciari, che solleva dubbi sul Mose. Io spero che nessuno di Voi solleva dubbi … sì certo, ma Cacciari solleva dubbi, nel senso che vuol fermarlo un’altra volta. Se Voi andate a Venezia, se Voi vedete, ci 30 sono delle belle tabelle in cui l’aumento di acqua alta è drammatico. Che cosa fare? Bisognerà trovarlo, ma se si aspetta ancora una cinquantina d’anni, probabilmente Venezia sarà un posto per turisti, sott’acqua, per vedere dov’è finita. Grazie e buon lavoro professore.” Nel frattempo sono usciti dall’aula il Presidente della Provincia Penati e l’Assessore Ponti. (presenti 43) Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli. Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Meroni, capo Gruppo della Lega Nord.” Consigliere Meroni: “Non vorrei essere drastico, ma chiederei l’intervento in aula del Presidente Penati perché avrei alcune domande da rivolgergli. Posso benissimo aspettare e far parlare gli altri due Consiglieri.” Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Non è attualmente in sala, per cui rinviamo, Gatti del Gruppo dei DS.” Consigliere Gatti: “Grazie Presidente. Penso che la discussione sia stata sicuramente utile per il Consiglio, per la Giunta, per il professor Sapelli. Credo che dobbiamo fare uno sforzo anche nelle battute finali di spirito costruttivo e di chiarezza. Oggi e ieri c’è stato l’annuale convegno della Confindustria sui trasporti a cui io non ho partecipato, contrastando una mia vecchia tradizione da Sindaco. Mi pare di aver capito comunque che vi è stata la ripetizione enne volte delle solite richieste, penso di non aver perso nulla. Per cui una parte della classe dirigente lombarda e milanese ha rimarcato il fatto: bisogna, è necessario, sarebbe utile. La situazione non si è mossa. Faccio questa premessa per dire che la Provincia di Milano (circoscrivendo la discussione geografica alla nostra area, quello che possiamo fare o non fare noi) abbia visto in questi primi venti mesi della Amministrazione Penati scelte importanti e serie per viabiità e trasporti, che, come tutte le scelte amministrative e politiche va provata dai fatti, per superare questa situazione di stagnazione rispetto alle necessità delle infrastrutture, delle strade, del trasporto pubblico in Provincia di Milano, e non è una scelta da poco. In uno dei precedenti Consigli provinciali c’è stata sottoposta una documentazione importante a cui varrebbe la pena nella nostra discussione fare riferimento, in cui i provvedimenti che portano al conferimento ad ASAM delle varie società hanno anche un obiettivo condivisibile o meno, ma chiaro. Nel senso che questa scelta di superare la stagnazione è direttamente proporzionale anche al fatto che la Provincia di Milano, che detiene partecipazioni importanti in più società che sono un bene collettivo della nostra popolazione, si propone di riordinare e di unificare, questo spetterà al professor Sapelli e ai suoi collaboratori, perché da questa operazione di riordino e di valorizzazione ci sia lo strumento, la possibilità per smuovere questa situazione e investire. Adesso per rispetto ai colleghi e per brevità non richiamo la relazione che ci fu presentata e che rappresenta una proposta concreta (senza scomodare più di tanto le citazioni). Chiunque in quest’aula abbia esperienza di amministrazione comunale sa che nella nostra tradizione, nella nostra storia sono stati prodotti sempre dei risultati buoni per quantità e per qualità di servizi dati ai nostri cittadini, ogni volta che le 31 comunità si sono messe assieme, hanno consorziato, hanno modernizzato, hanno valorizzato, hanno teso, come qui ci è stato proposto di fare, di mettere assieme tutte le risorse, le disponibilità della Provincia più importante d’Italia che, a volte, è stata sottovalutata; ma che in questo settore ha una dotazione importante. La crisi economica è un dato costante, sia che governi la destra, sia che governi la sinistra, la crisi economica c’è. Poi c’è la politica e ci sono le differenze, per fortuna. Per cui qualcuno propone in modo sciagurato di fare il Ponte di Messina, quando parla delle opere pubbliche, e c’è un’altra parte a cui mi onoro di appartenere che (non tutti al dire il vero) in alternativa propone di raddoppiare il trasporto pubblico e le ferrovie, dove (ad esempio) c’è un unico binario. Ma detto questo, per utilizzare questa occasione che abbiamo, vorrei portare questo contributo limitato a quello che può fare ASAM, data questa scelta significativa e coraggiosa che è stata compiuta in questa prima parte del mandato dell’Amministrazione provinciale. La prima cosa è che questo strumento, mi permetto di suggerirlo al nuovo Presidente e a tutti coloro i quali avranno l’onere e l’onore di essere in questa società, dovranno realizzare un modello societario assolutamente rigoroso ed efficiente. Questa è una nota di indirizzo che non c’è bisogno di rinviare, bisogna darla subito. E per dirla in modo costruttivo e franco, bisogna fare esattamente l’opposto di una società che io ho conosciuto molto da vicino e che ho criticato prima, durante e dopo, che è la TEM, che è sorta nel 2002 in piena Amministrazione precedente. Voglio dire che il primo indirizzo è quello di non fare assolutamente in quella maniera, perché nell’epoca del fare, modelli societari che sperperano milioni di euro per non produrre neanche un centimetro di opera pubblica, ci danno come esperienza un modello da cui bisogna stare lontanissimi. Da questo punto di vista, senza scomodare termini impegnativi, il primo indirizzo è quello di avere uno strumento efficiente, leggero, che appunto sia in grado di realizzare gli obiettivi che il Consiglio provinciale deve indicare, senza ripetere tristi, inefficienti e sperperanti esperienze che abbiamo ereditato. Il secondo suggerimento, magari è un sogno, ma la realtà deve anche guardare avanti, definito questo, mi piacerebbe che all’interno di questo piano industriale che spero verrà anche temporalizzato (nel senso che abbiamo bisogno di avere i tempi, le date sono un contenuto). La verifica che questo organo sovrano deve svolgere, deve avere anche un calendario, proprio perché io ritengo che vi sia necessità di investire e di investire tanto, di riempire il territorio di cose utili, che aiutano anche una programmazione, io vorrei capire, spero di non essere smentito, che nel piano industriale anche della società che raccoglie, unifica e valorizza tutte quelle in cui la Provincia di Milano c’entra, ci sia anche un obiettivo per cui noi diventiamo volano di un trasporto pubblico moderno. Visto le somme che sono enunciate, vi è la necessità di esporsi e di scegliere, di far diventare la Provincia di Milano, senza illusioni e scorciatoie, però un volano perché quello che è stato declamato anche in quest’aula sul trasporto pubblico, sulla possibilità di allungare le linee metropolitane, veda fare una scelta concreta, per cui in quota parte questo strumento serve a sfidare la Regione Lombardia, il Governo nazionale, i Comuni più grandi a provarci. Sappiamo quale scenario gigantesco abbiamo di fronte e sappiamo tutti i compiti, non voglio banalizzare nulla. A me piacerebbe che nel piano industriale vi fosse questa scelta chiarissima, che è quella del fare, ma del fare sul serio, nel senso poi di far rimanere qualche cosa anche per le generazioni che vengono dopo, ampliando anche l’orizzonte. Mentre si inizia un’operazione, un lavoro di questo tipo, dal punto 32 di vista esecutivo, lo scenario deve essere grande e mi piacerebbe anche che il dialogo, con le proposte del Consiglio provinciale, sia effettivo. Positivamente la Giunta provinciale nel marzo scorso ha bocciato il progetto della TEM. Da allora è in corso un lavoro che deve essere reso al Consiglio provinciale. Credo e chiedo che sia reso al Consiglio provinciale per proporre, come abbiamo fatto in tante altre situazioni, soluzioni intermedie di opere in corso per la viabilità ordinaria sostenute dalla Provincia di Milano. Che vi sia una proposta sulla quale si ascolti sul serio il lavoro che è stato prodotto anche in questo ultimo anno. Domani sera, visto che parliamo di essere la Provincia dei Comuni, c’è un’ulteriore, importantissima seduta di tutti i Sindaci del quadrante sud-est della Provincia di Milano che non aspettano altro che interloquire anche con questa proposta, ma è compito del Consiglio provinciale, oltre che occuparsi dell’obiettivo generale, anche di occuparsi appunto del fatto che delle proposte del Consiglio provinciale si ponga un momento iniziale, un momento conclusivo con le opportune verifiche e che lo strumento (ASAM), pur altamente rappresentato, sia uno strumento e che quindi dialoghi in continuazione con il Consiglio provinciale.” Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Patta. (presenti 42) Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina. Presidente del Consiglio: “Albetti”. Consigliere Albetti: “Io mi devo innanzitutto scusare col professore perché non ho sentito la sua relazione, sono stato attento poi agli interventi che si sono susseguiti e mi sembrava che, ancora una volta, emergevano nella discussione le buone intenzioni, ma non ho sentito ancora, spero che poi il Presidente Penati nel suo intervento dica quali sono le direttive, quali sono i passi che si vogliono fare per realizzare le infrastrutture. È vero, si continua ad assistere a convegni sulle infrastrutture che stigmatizzano il gap che c’è tra le infrastrutture della nostra Regione e come questo gap poi risulta penalizzante nella crescita sociale ed economica del nostro Paese e della nostra Regione. Quindi è necessario che i vari enti pubblici e privati lavorino per recuperare questo gap che c’è. Per fare questo occorre che non prevalga il partito del no ideologico e del veto paralizzante. Questo veto paralizzante non contribuisce a favorire il recupero del tempo pieno per realizzare le infrastrutture. Se vincesse questa cultura oggi, come ha vinto negli anni scorsi, per cui ci troviamo oggi di fronte a questa realtà, nell’energia e nei trasporti. Dall’altro si continua ad andare sui giornali e sui media dichiarando che si è d’accordo nello sviluppo delle infrastrutture, che si è d’accordo a partecipare a convegni, ma non si fa nessun passo avanti per favorire, insieme agli enti pubblici preposti, accordi di programma che velocizzano la possibilità di realizzare queste infrastrutture. Il Presidente Penati un po’ di tempo fa, all’inaugurazione della Fiera di Milano, aveva applaudito alla velocità con cui si era realizzata questa fiera e quindi anche al fatto che poi ci ritroviamo anche l’hub di Malpensa, ma per queste nuove realtà che favoriscono la nostra economia, servono le infrastrutture per raggiungerle, sia di trasporto pubblico, sia di autostrade, quindi c’è da mettersi di fronte a questa realtà 33 della nostra Provincia, della nostra Regione, per dire che cosa bisogna fare. Mi sembra che questo sia il compito che noi abbiamo e che la Provincia ha. Mi è piaciuto sentire ieri nel convegno, citato prima da Gatti, organizzato da Confindustria, vorrei riprendere un punto dell’intervento del Presidente Formigoni come esempio, perché mi sembrava emblematico rispetto alla realtà provinciale, infatti il Presidente Formigoni diceva che c’è un partito del sì che prevale quando ci si mette a disegnare o a pensare le nuove infrastrutture, ma al momento di realizzare le infrastrutture, emerge il partito del no. Quindi questo blocca la loro realizzazione. L’invito che faccio a Lei, Presidente, al Presidente Penati, è quello di iscriversi al partito del sì, perché occorre iscriversi al partito del sì, se si vuole veramente partecipare, fare delle scelte, prendere delle decisioni ed assumersi le responsabilità di realizzare le infrastrutture. Sennò facciamo aria fritta. Ho seguito anche il convegno in Regione dei DS regionali. Per cui anche lì oltre a stigmatizzare i bisogni, quello che bisogna fare, è stata rivolta anche una domanda al Presidente Penati, quanto la Provincia intende favorire queste infrastrutture, e lui ha risposto che stiamo facendo una società di capitale. Ma il problema non è fare le società di capitale, ma che questa società possa essere lo strumento per le scelte operative. Quindi l’impegno e l’augurio che io faccio al professore è di avere successo nella sua società, non da un punto di vista finanziario ed economico, ma da un punto di vista delle scelte e che questo Consiglio possa definitivamente decidere e, me lo auguro, al più presto. Spero che il Presidente Penati ci dirà le sue scelte per realizzare queste infrastrutture e come risponde alla sollecitazione dei suoi compagni di partito regionale, per mettere in campo queste scelte. Facendo così anche questo Consiglio potrà finalmente decidere non sulle intenzioni, non sul bisognerà fare, ma sul: che cosa fare, perché questo è il passaggio che noi attendiamo, questo è il passaggio su cui noi siamo desiderosi di dare il nostro assenso.” Nel frattempo è rientrato in aula il Presidente della Provincia Penati, mentre sono usciti l’Assessore Barzaghi e i Consiglieri Fortunati e Tranquillino. (presenti 41) Presidente del Consiglio: “È presente Penati. Quindi, Meroni, posso darLe la parola in presenza del Presidente Penati.” Consigliere Meroni: “Ho cambiato Movimento o può dire anche il Movimento a cui appartengo.” Presidente del Consiglio: “Ha ragione, dimentico sempre, non siamo abituati a ripeterlo, Lega Nord. Meroni, capo Gruppo Lega Nord.” Consigliere Meroni: “Perché dato che l’ha fatto con tutti, mi sembrava un po’ riduttivo non farlo con me, anche perché dopo avere sentito le parole del nostro Consigliere Elli, fisico cibernetico, un semplice non laureato può anche intervenire politicamente. Perché è politicamente, caro Presidente, che noi siamo a chiederLe la presenza del dottore, professore, io La chiamo Presidente, come qualcuno l’ha chiamato, perché Lei è il Presidente di ASAM … io non La posso definire professore perché ha fatto guadagnare solamente al mio amico Accame e al mio amico Bruschi, io purtroppo non ho seguito i suoi consigli, o non ho letto qualche recensione che magari Lei ha fatto, e quindi non penso di sminuirla non chiamandola professore. 34 Lei però si ricordi che chi l’ha messa in quel posto lì è la politica e la politica conta, che sia di destra, che sia di sinistra, il suo posto se l’è guadagnato per la politica. Quindi è questa la mia richiesta che faccio al mio Presidente Penati. Io vorrei, avrei voluto che qui non ci fosse solo il Presidente Sapelli, poi entreremo nel merito. Questo Consiglio provinciale penso che ha dato mandato al Presidente di nominare il Presidente e di comunque dare delle indicazioni anche per il C.d.A. Quel C.d.A. dove, scusi professore, la Brianza non è presente, visto che il Presidente che l’ha nominata è il suo Presidente politico, visto che la politica non ha fatto nessun accordo, ha detto solo ed esclusivamente che la Brianza debba essere rappresentata all’interno del C.d.A., io avrei preferito che a tutela sua, ma a tutela anche mia, della Brianza e del mio movimento, ci fosse stato qualche Consigliere di Amministrazione indicato dal nostro movimento. Barbaro lo puoi anche condire via, ma tanto quello che devo dirgli, glielo dico lo stesso. Lei ha parlato di umiltà e ha parlato comunque di beni pubblici per i cittadini. Io sono dei primi Sindaci, purtroppo, che ha trasformato un’azienda speciale Barbaro, taci un secondo - in Brianza, anzi in Lombardia, abbiamo trasformato la nostra azienda in S.p.A. appunto per quello. L’abbiamo trasformata con un semplice artifizio. Abbiamo convinto un’altra azienda municipalizzata, amministrata da Amministrazioni di sinistra a partecipare al nostro progetto. Quindi Lei sfonda una porta aperta. Però quando Lei parla di umiltà, tocca un tasto molto sensibile al sottoscritto. Comune di Lissone, “Omnia vincit humilitas”, è il nostro motto. Quindi siamo perfettamente in sintonia. Ma cos’è che a noi non convince di questa serata? Quello che il Presidente Penati ha detto in una sede abbastanza importante, che è l’Autodromo di Monza. Il Presidente Penati aveva dato dignità alla Brianza, la nostra dignità da Consiglieri di opposizione era quella di poter eventualmente interagire all’interno del C.d.A. con delle figure. Ecco perché ho voluto la presenza del Presidente Penati, non perché non mi fido, non perché sono filo comunista, non m’interessa, la Brianza merita rispetto, la Brianza meritava che oltre a Lei, caro professore, fosse schierato l’intero C.d.A., dove comunque noi avremmo “potuto” e non “voluto”, potuto poi interagire in un prossimo futuro. Ecco la pecca di questo incontro conviviale, perché Le hanno fatto i complimenti tutti, chi ha fatto guadagnare, o per ragioni di partito, io non La sto criticando, è logico però che io non mi posso schierare a favore del suo progetto che non ha espresso in questa sede. Energia, qualità della vita, trasparenza, regole, ha usato tante parole anche in inglese, non perché io La critico o perché non capisco. Ho la fortuna di avere la mia consorte che fa l’interprete, quindi qualcosa è riuscita a trasmettermi, però io preferirei che in un Consiglio provinciale della Provincia di Milano si parlasse perlomeno la lingua italiana. Io preferirei il padano o il dialetto, ma almeno la lingua italiana, perché così almeno i Consiglieri che alzano la mano o che sottoscrivono i documenti, poi dopo sanno quello che è stato detto in questo Consiglio provinciale. Non è una critica, è un suggerimento. Quando parla di regole, io Le voglio solamente anticipare quella che è la nostra filosofia delle regole. Noi non vogliamo buttare a mare nessuno, l’abbiamo già detto, e il Presidente Penati dovrebbe essere più presente in Consiglio provinciale per capire anche dei messaggi politici. Noi non facciamo guerra di bandiera perché ci sia un ex Sindaco o un ex parlamentare o un vecchio trombato. Non ci interessa, non ci interessa neanche la competenza, perché in questo settore interessa la politica. Le 35 opere infrastrutturali non potrà decidere il singolo Consigliere se si spendono più o se ne spendono meno, se c’è l’impatto ambientale o non c’è. È la condivisione degli obiettivi, e la condivisione degli obiettivi può essere a vantaggio anche di chi fa solo ed espressamente politica. Quindi quando l’amico Gavazzi parla della Brianza e parla del centrodestra, io non è che voglio prendere le distanze, io dico semplicemente che Amministratori comunali, se vogliono e se si candidano e se il Presidente, se chi sta amministrando oggi la Provincia di Milano, ha intenzione di nominarli, a noi non interessa. A noi, caro Presidente, è andata di traverso solo una situazione: il non mantenimento di una promessa. A oggi in Brianza, e glielo dico con tutto il cuore, molto sinceramene, noi stiamo dicendo che Lei non ha mantenuto la promessa fatta davanti alle associazioni, davanti ai Sindaci, davanti al cosiddetto B7. Lei ha nominato solo ed esclusivamente il Presidente e non ha nominato il C.d.A. Se la sua intenzione è quella di riallacciare i rapporti con una parte dell’opposizione, ben venga, non ci interessa. A noi interessa solo una cosa, che la Brianza sia rappresentata all’interno del C.d.A. di ASAM. Caro professore, io di Lei mi fido, Le faccio i miei auguri, ma mi fido di più di un uomo dell’opposizione o della maggioranza che sia brianzolo e che capisca i veri problemi che ci sono in Brianza. Dopo tante promesse, dopo tante chiacchiere noi vogliamo dei fatti. I fatti sono quelli che potranno permettermi di dire se Lei ha lavorato bene o ha lavorato male.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Gasparini. Presiede il Vice Presidente Vicario del Consiglio Cavicchioli. Vice Presidente Vicario del Consiglio: “Gli interventi si sono conclusi. Direi di dare la parola al Presidente Sapelli per una replica o comunque per dare risposte e poi successivamente la parola al Presidente Penati.” Prof. Sapelli: “Innanzitutto grazie per le attestazioni di stima che derivano dai compiti che ho svolto in passato e anche dalla mia attività intellettuale. Spero che queste attestazioni di stima - mi hanno colpito soprattutto, come loro potranno ben capire, quelle che sono venute dall’opposizione - non perché non reputi importanti quelle che sono venute dalla maggioranza. Mi stimolano a lavorare perché essere si ripetano di qui a qualche tempo, quando ci rivedremo. Devo dire che sono anche scosso da questa discussione perché non v’è dubbio che questa discussione pone in evidenza tutta una serie di criticità e di difficoltà che il compito che mi è stato chiesto, di cui ho avuto l’onore di essere appunto il destinatario, ma anche l’onere di accettarlo, oggi pienamente si rivela dinanzi a me. Io ho sempre pensato che le società economiche locali debbano rispondere del loro operato, non solo alle maggioranze ma anche alle minoranze. Gli azionisti sono i cittadini e la classe politica è la mediazione tra i cittadini e i C.d.A.. Se andiamo a vedere i teorici della finanza pubblica sono tutti lombardi, i lombardi oggi non se lo ricordano più. Il vecchio Criziotti, Angelo Mauri, bandiera del cattolicesimo sociale, poi c’era Montemartini, naturalmente, ma che era molto vicino alla Lombardia, tutti questi, nella loro teoretica che continua ancora oggi, sottolineano questo aspetto, che la classe politica tutta è responsabile. Quella che ha la maggioranza temporaneamente rappresenta quei cittadini, ma ha l’onere di rappresentare tutti. 36 Quindi questa cosa credo che interessi sia a chi presiede la Provincia come attività elettiva, perché penso che il Presidente voglia rappresentare tutti i cittadini e non solo la sua maggioranza. Io sono molto attento e sarò molto attento alle critiche che mi vengono dalla minoranza. Naturalmente dovrò seguire poi dopo gli indirizzi dell’azionista e naturalmente nel parallelogramma delle forze, l’indirizzo dell’azionista lo darà la composizione del Vostro Consiglio provinciale. Su questo non c’è dubbio. Ma Vi assicuro che ascolterò come moral suasion, perché quello che mi darà la maggioranza è l’indicazione, quello che è la minoranza è la moral suasion, cioè quello che io non so come si dice in brianzolo e mi scuso, ma i nostri ragazzi devono viaggiare… non m’interrompa, io non L’ho interrotta, i nostri ragazzi devono andare in giro per il mondo, quindi ci vanno meglio se sanno una lingua diversa da quella dell’italiano, io cercherò di far di tutto per cogliere le criticità dell’operato che mi vengono anche dalla minoranza. Primo punto. Secondo punto. Io sono stato nominato il 22 dicembre, quindi in pratica sono stato nominato il 6 gennaio, abbiamo parlato col Presidente Penati a lungo di questa cosa, ho accettato questo incarico perché, dopo alcuni anni di prestazioni professionali svolte fuori dalla mia città e dalla Provincia, dalla Lombardia, ritenevo utile, perché così si conciliava meglio l’impegno universitario che non voglio abbandonare, perché io sono, in primo luogo, un professore universitario e sono un funzionario dello Stato in primo luogo, quindi non devo essere eletto. Quindi rispondo in primo luogo allo Stato e ai miei studenti. Poi però svolgo anche questa attività professionale. La mia sfida è di cercare di svolgere finalmente nella città in cui vivo, di dare un contributo al bene comune dove vivo. Però il tempo è stato breve, quando io uso il termine start-up inglese, ma dice inizio, decollo, lancio con il parapendio, vuol dire ciò che vuol dire. La Provincia non ha ancora neanche versato le partecipazioni ad ASAM perché non ci sono i tempi tecnici, perché queste cose vanno peritate, discusse, ci sono le questioni fiscali ecc… quindi ci va tempo. Fin quando noi non abbiamo contezza del valore che mettiamo nel nostro marsupio non possiamo fare nessun Piano Industriale, prima cosa. Quindi non potete chiederci l’impossibile, però potete chiederci il possibile, ed io ve l’ho detto, il possibile. È quello di avere una chiara linea di sviluppo sull’intermodalità. Io non ho nessuna difficoltà a dire che io sono per il partito del sì. Quando ho detto che non voglio staccare cedole voglio dire che voglio fare l’asfalto, perché sennò non serve fare ASAM. Noi dobbiamo fare perché sennò tanto valeva non farla. Se vogliamo solo staccare le cedole andavamo da Benetton, facevamo una cosa con Autostrade e diventavamo dei nuovi incumbent, ex monopolisti, e stavamo a posto. Quest’idea qui è una holding industriale, come partiamo? Dato che si è scelto di conquistare una maggioranza strategica pagando un sovrapprezzo per la maggioranza strategica, naturalmente abbiamo delle sofferenze finanziarie, fin dall’inizio. Naturalmente bisognerà rinegoziare il debito, quindi fare un’operazione seria di rinegoziamento del debito, fare in modo che il debito non costituisca una perdita di autonomia della società perché non dobbiamo essere posseduti dalle banche ma dobbiamo utilizzare le banche; probabilmente dovremo aprire il portafoglio d’interessi con alcune banche, non solo con una. Secondariamente dobbiamo esaminare il valore di quello che abbiamo. Solo dopo che facciamo questo possiamo dire effettivamente dal punto, facendo il bilanciamento tra costi e ricavi, cosa dobbiamo dedicare agli investimenti. Avendo di mira, io ho lavorato nella mia vita in due campi, nell’informatica e nell’energia, su 37 cui oggi si stanno dicendo delle bufale spaventose, soprattutto su questa vicenda del gas perché tutti pensano che il problema sia la Russia, mentre invece non sanno che il gas manca perché abbiamo 30 milioni di metri cubi al giorno che vengono spediti per vendere l’energia elettrica all’estero. Questo non lo dice nessuno, all’estero, perché oggi il prezzo del gas in Italia è il più basso in Europa, è più alto in Francia ed in Germania. Ma bisogna anche ricordarsi che bisogna pensare al futuro avendo un’idea di quelle che saranno le energie disponibili. Sir Lord Brown, Presidente del British Petroli, ha detto una cosa fondamentale, ha detto: tra vent’anni avremo la benzina non inquinante, e potremo far andare in macchina i cinesi. Allora probabilmente questa cosa qui va presa sul serio, non possiamo bloccare la mobilità su gomma oggi, quando poi avremo vent’anni dopo probabilmente le auto che non inquineranno più come oggi. Bisogna fare un bilanciamento attento delle prospettive tecnologiche. La mobilità non è solo legata all’asfalto, è legata alla tecnologia dei mezzi che vanno sulla mobilità. Questo per dirvi qual è il tipo di ragionamento che noi cercheremo di fare. La qualità della vita è molto diminuita da quando c’è la marmitta catalitica, perché le polveri secche sono molto più inquinanti dei vecchi tubi di scappamento. Quella roba lì è solo servita a salvare la FIAT, a risalvare la FIAT, non è servita un cavolo prima. Allora io voglio solo dire che quando faremo il Piano Industriale terremo conto anche di queste cose. Secondo punto, io rispondo alle domande, come loro mi hanno molto cortesemente chiesto, chi rappresenteremo? Rappresenteremo gli interessi delle comunità nel loro più ampio aspetto, tenendo conto che però non possiamo fare l’ingenuità che ha condotto la questione della TAV. Io ho fatto anche il Consigliere di Amministrazione, ahimè, delle Ferrovie con l’Ingegner Cimoli, in un’opera ciclopica che abbiamo fatto per impedire che si continuasse a rubare, perché questo era il nostro compito, ed abbiamo portato anche l’azienda in utile. Benissimo, che cosa abbiamo visto lì da questo punto di vista? Che il rapporto con le Comunità Locali si fa con la negoziazione ed anche con lo scambio. Tu mi fai passare ed io ti faccio una scuola, ti faccio una piscina, ti faccio… Non è affatto corruzione questa, sono degli scambi, è un’interrelazione con il territorio. Come? …...… Ma non è affatto vero, per cortesia, abbia pazienza, lo fanno in tutto il mondo. Se lei va in Francia e chiede: dato che qui ci manca… …...… Abbia la cortesia, io non devo polemizzare con lei perché deve farlo il Presidente…Voglio solo dirvi che dato che qui ci manca, e mi rifaccio a ciò che ha detto il mio antico studente, diciamo, non ho detto vecchio, io sono vecchio ormai ma lei no, dato che qui ci mancano le civiche virtù, mentre in Francia, se lei va da un Sindaco a chiedere perché deve passare la TAV, gli dice perché me l’ha domandato la République, me l’ha domandato la Francia, c’est la République, dato che qui non lo dice in questo Paese che c’est la République, dobbiamo fare in modo che lentamente cresca la coscienza che c’è una République, perché se non cresce questa coscienza andiamo tutti a picco. Non soltanto non ci muoveremo più, ma ci sarà il collasso economico. Quindi il Piano Industriale vi verrà presentato quando, e finisco, quando avremo contezza di che cosa c’è nelle società controllate o partecipate. Loro si rendono benissimo conto che con Serravalle abbiamo la possibilità, avremo quando unificheremo la partecipazione che è ancora della Provincia e la partecipazione che avremo noi, avremo la possibilità di intervenire direttamente. Dove abbiamo una 38 partecipazione dobbiamo usare tutte le forme di negoziazione. Per fare cosa mi è stato detto, lei non è stato chiaro, mi sembra di essere stato molto chiaro. C’è bisogno di un coordinamento sul territorio. Io sostengo anche che ASAM avrà un futuro solo se il coordinamento ci sarà, manageriale ed istituzionale anche con la Regione e con il Comune. Chiunque ci sia alla Regione o al Comune, è stato detto già. Perché se pensiamo che ASAM si ferma alla Provincia, ripeto, tanto valeva che non la facevate. Questo è ciò che io penso chiaramente. Rapporti con il Presidente Penati, con la politica. Io devo dire perché ho accettato quest’incarico. In primo luogo perché stimo Filippo Penati per quello che ha fatto a Sesto, per lo stile che la Giunta ha dimostrato, e per l’idea, che è stata l’unica idea istituzionale rilevante in questi ultimi anni, di fare un’area metropolitana, vivaddio. Dato che siamo convinti tutti, credo anche tutti loro, che senza reti le aree metropolitane non camminano, io penso di poterlo fare. Con il Presidente abbiamo un rapporto… posso dirlo? Di schietto dibattito…” Presidente della Provincia Penati: “Chi potrebbe mai fermarti, Giulio? Puoi dire tutto ciò che vuoi.” Prof. Sapelli: “Di schietto dibattito. Dove l’indirizzo lo dà l’azionista e noi dobbiamo far marciare la cosa. Ma credo che il mio dovere è di farmi sentire di dire le mie opinioni. Io penso che non mi avrebbero chiamato se pensavano di avere uno yesman. Ecco, quello che vi posso dire è che non sono uno yes-man, non sono uno yes-man, dirò sempre quello che penso, però con umiltà e con modestia perché non sono Dio. Ecco. E non lo è neanche Penati. Quindi faremo giustamente il lavoro che… lui farà il suo ed io farò il mio. Però ripeto, questa cosa può decollare, scusatemi se ripeto quello che ho detto, se c’è accordo tra l’azionista e il management, perché se no non c’è. Finora secondo me c’è accordo, c’è un tentativo di delineare assieme. Quando faremo il Piano Industriale verificheremo questa cosa. Io ho tutti gli elementi per dire che con il Presidente, con la Giunta, con il vice Presidente e tutti c’è un accordo sostanziale sugli obiettivi. Li concreteremo managerialmente, economicamente, ma non finanziariamente, non nella speculazione. Dobbiamo fare, aiutare lo sviluppo industriale. Mai gli auguri sono stati così ben accetti. Vi ringrazio molto. Appena avremo la possibilità di venire qui faremo anche noi questa barbara e spaventosa moda che c’è adesso di presentare il power point, che hanno distrutto l’intelligenza di tutti, perché la gente non pensa più ma legge questa roba, la Bocconi che sta ammazzando il Paese e l’intelligenza dei manager, se si fa una proporzionalità tra i laureati alla Bocconi e la decadenza industriale c’è un rapporto biunivoco indubbio. Verremo anche qui con questi power point, ve li faremo vedere e vi presenteremo il Piano Industriale. Grazie Signori.” Presiede il Presidente del Consiglio Ortolina. Nel frattempo è uscita dall’aula l’Assessore Corso. Presidente del Consiglio: “Grazie. Ovviamente la parola al più volte evocato 39 Presidente Penati. Prego Presidente.” Presidente della Provincia Penati: “Vorrei fare una comunicazione…” Presidente del Consiglio: “…un grazie infinito al Professor Sapelli.” Presidente della Provincia Penati: “Vorrei fare una comunicazione di servizio al mio amico Gian Andrea Zagato, che nei momenti topici si distrae, come potete ben vedere. Vorrei fare una comunicazione di servizio al mio amico Gian Andrea Zagato, perché non si dimentichi domani che la prolusione del Professor Sapelli è finita nell’applauso delle minoranze, vorrei trovarlo, posso esprimere sommessamente, fare della moral suasion nei suoi confronti, vorrei trovarlo sul suo autorevole quotidiano domani. Vorrei trovarlo, se mi posso permettere, sul suo autorevole quotidiano domani. Sarà la prima cosa che cercherò guardando i giornali domani. Ci posso contare? Grazie. Scusatemi, siccome era distratto, e tutte le volte che c’è qualcosa di interessante per questa maggioranza lui si distrae, volevo richiamarlo all’ordine. …...… Naturalmente. Comunque cominciamo a portare a casa questo che mi sembra una cosa interessante. Adesso, al di là dello scherzo e della battuta, mi sembra che ci siano alcuni elementi che vadano valorizzati per il senso positivo che emerge da oggi. Pure in un passaggio che è ancora ovviamente interlocutorio e di avvio di una serie di relazioni che dovranno esserci con questo Consiglio, con il Professor Sapelli, con il Consiglio di Amministrazione della società e con la Giunta, perché adesso io sono buono e caro, però non è che mi potete saltare tutte le volte, per cui c’è il Consiglio che deve dare gli ordini al Professor Sapelli, al Consiglio di Amministrazione, io faccio il passacarte, faccio al massimo le fotocopie per leggervi in copia. Adesso, io credo che questa cosa la trovo un po’ curiosa e singolare. Vorrei dire esistiamo anche noi come Giunta e vorremmo poter esercitare un ruolo utile, collaborativo, lo riterrei così da questo punto di vista. Oggi mi sembra che però ci siano due apprezzamenti importanti, credo che vada riconosciuto al Consiglio provinciale, al Presidente Ortolina, quello di oggi è un passaggio di democrazia. Quindi rispetto a quell’impegno che diceva il Presidente Sapelli di una voglia di fare e di costruire un percorso di trasparenza anche con l’organo elettivo principalmente, in questa sede credo che oggi sia stato un passaggio di democrazia vera, in cui ci si è confrontati. La seconda cosa, mi sembra che sia un bene prezioso che vada costruito, che è quello della condivisione sulla scelta della Presidenza del Professor Sapelli di ASAM, che oggi tutti abbiamo riconosciuto essere elemento di garanzia rispetto alle sfide che abbiamo davanti. Io vorrei soltanto rivendicare una cosa, rivendicare l’amicizia e la fiducia che ho nei riguardi di Giulio Sapelli, per me è stato un momento importante quando ha accettato questa sfida, perché giochiamo una partita inedita in qualche modo. La si gioca sul fronte della politica e la si gioca sul fronte della sfida dal punto di vista imprenditoriale. È in controtendenza, è un ragionamento che vuole però costruire nelle ambizioni che ci siamo un po’ scambiati, su cui ci siamo impegnati, su cui è impegnata anche la Giunta dopo oggi, questo passaggio in Consiglio segue un incontro del Presidente Sapelli con la Giunta in cui c’è stato un momento di confronto, di conoscenza, di 40 presa di contatto delle posizioni. Ci siamo detti: dobbiamo costruire anche un modello di rapporto tra istituzioni politiche, ruolo del pubblico, il ruolo del mercato. Vogliamo scrivere non una pagina, ma magari un capitolo di una pagina di come quell’impegno… Io mi sono fatto dare una scheda, la Milano – Serravalle nasce nel 1951, nasce non per portare i milanesi al mare o per portare i genovesi a mangiare il panettone a Milano, ma nasce ovviamente per collegare il più grande polo industriale del Paese con la più grande infrastruttura del trasporto su mare che è il porto di Genova, per far diventare il porto di Genova il porto di Milano e della grande area del nord della Lombardia. Nel ‘51 nasce la società, nel ‘60 inizia l’esercizio… Intanto i tempi oggi sembrano addirittura da fantasia, in 9 anni si costituisce la società e si parte con la concessione nel 1960. Nasce tutta pubblica, o tutta con Enti di diritto pubblico, con uno schema che viene ripetuto sulle quattro Province, Comune, Provincia e Camera di Commercio di Como, Milano, Pavia e Genova. Gli Enti pubblici si fanno carico di costruire un’infrastruttura che è vitale per il Paese, non solo per Milano, e se avessero fatto solo il conto sui volumi di traffico che era la logica del project financing, oggi noi non avremmo la Milano – Serravalle, perché nel ‘61 non c’era. Oggi non c’è per la BreBeMi la possibilità di dire che c’è un volume di traffico che paga l’opera, figuratevi 45 anni fa se c’era la possibilità di prevedere che quell’opera andava in project financing. Io questa cosa l’ho detta anche ieri in Assolombarda, siccome Assolombarda sta cambiando, ha già cambiato la sua filosofia come Ente di rappresentanza del mondo datoriale, non è più a Milano la rappresentanza dei grandi gruppi industriali che hanno fatto la storia dell’industrializzazione, ma è diventata la rappresentanza di un sistema diffuso di piccole e medie imprese. Allora se la logica è quella del project financing, del privato che fa tutto, a cui delegare tutto quanto, al privato che fa l’opera interessano due cose, avere un ammortamento del costo nel più breve possibile e ricavare un profitto dall’investimento che ha fatto. Quindi gli interessano i due caselli terminali. Adducono abbastanza traffico? Portano traffico? La tariffa è sostenibile dai potenziali fruitori della mia opera? Ma questo funziona per il ponte sullo Stretto di Messina, dove non ci sono uscite o svincoli prima. Se questo solo vale per le nuove opere infrastrutturali vorrebbe dire che noi non consideriamo quelle opere come un’infrastruttura per il mondo economico e produttivo dell’area metropolitana milanese. Tutto ciò che non porta valore aggiunto o ritorno dell’investimento fatto diventa ininfluente e si può saltare. Credo che il nostro compito sia anche quello invece di spingere perché quelle opere siano opere infrastrutturali del traffico di attraversamento, ma siano anche le nuove infrastrutture in grado di innervare e di valorizzare le potenzialità del territorio, o di renderlo maggiormente competitivo. Questo è un tema che non può a mio giudizio lasciare fuori anche il mondo della rappresentanza dell’impresa, perché o si fa tutto quanto, si sposta l’attenzione sulla finanza, e quindi diventa bancabile, cantierabile, tutto ciò che è sostenibile dal punto di vista finanziario, e non si fa una verifica se quell’infrastruttura invece è una di quelle reti importanti ed indispensabili per aumentare ed accrescere la competitività dei territori, quando sappiamo che nell’economia globale non compete la singola impresa ma competono territori di carattere complesso. 41 Questo è il ruolo che dal punto di vista politico la Provincia vuole giocare. Lo vuole giocare dentro uno schema di gioco che non può essere quello del monopolio o della chiusura, ma dentro la capacità di stare sul mercato, di dimostrare che ci sta avendo un rapporto corretto tra l’azionista di riferimento ed il management, e coloro che devono guidare l’impresa. Che anche lì riesce a scrivere una pagina di trasparenza perché non sempre nel nostro Paese siamo così bravi anche nel settore privato a scrivere rapporti corretti, efficienti, anche tra l’azionariato ed il management. Questa è la sfida più complessiva. Chi ha preso questa cosa soltanto da un punto di vista finanziario ha ridotto la cosa come se fosse una sorta di Risiko, o di gioco di ruolo. Non è così. Io voglio dire: perché? Perché va in crisi la BreBeMi? Tutti dicono va in crisi perché c’è un’ingordigia dei Comuni che hanno posto una serie di osservazioni e di opere aggiuntive che ha portato in crisi la bancabilità dell’opera, perché si sono raddoppiati i costi ed è saltato il piano finanziario. Io mi chiedo: perché nessuno si domanda se quelle opere dovevano essere previste, se sono utili, o se sono inutili per i territori che attraversa? La prima domanda che mi faccio, prima ancora di dire cattivi i Sindaci o le Autorità Territoriali, o la Regione che ha accolto quelle proposte, o le Province che le hanno caldeggiate, ma hanno un senso rispetto al territorio? Sono in grado di essere non solo in grado di dare maggiore garanzia della compatibilità ambientale e dell’inserimento nel paesaggio e nel territorio, cercando di creare una ferita minore possibile. Ma dall’altra parte erano necessarie? Perché quelle potranno costituire un ulteriore elemento di sviluppo, e l’infrastruttura serviva anche territori che non hanno soltanto il disagio e la ferita di avere un’opera impattante, ma ne hanno anche un ritorno in quanto una nuova infrastruttura può creare nuovo sviluppo e nuovo benessere. Perché la si vede solo ed esclusivamente dal punto di vista dei costi aggiuntivi? Se questo fosse stato il parametro noi non avremmo nessuna grande infrastruttura. Nessuno avrebbe mai fatto il Frejus, nessuno avrebbe mai fatto le grandi infrastrutture che hanno portato allo sviluppo del nostro Paese. Oggi noi ci siamo ubriacati di questa teoria, e da Milano anziché chiedere che ci sia il federalismo fiscale e che qui tornino i quattrini che i milanesi versano per gli investimenti, noi ci siamo ubriacati di questa teoria del project financing, dove chi non è per il privato in via teorica e preventiva è un medioevale che deve essere accantonato. Se questa fosse stata la filosofia noi non avremmo avuto le infrastrutture e le grandi reti nel nostro Paese. Non si capisce perché adesso, in un momento in cui il sistema produttivo della grande area metropolitana milanese subisce un grosso attacco, la crisi del tessile da parte della Cina, subisce un grosso attacco rispetto ai temi della globalizzazione ed ha bisogno di aumentare i fattori che accelerino ed aumentino la competitività del sistema produttivo, noi ci siamo richiusi dentro una capacità di autosufficienza che non ha nessuna ragione, né politica, né economica, né nei fatti di esistere. Torniamo ad essere, l’ho detto ancora ieri in Assolombarda, il centrosinistra o il centrodestra non facciano più sconti al Governo di Roma. Chiunque governerà Milano, sia centrosinistra o centrodestra, e chiunque governerà Roma, il Paese, di centrodestra o di centrosinistra, deve sapere che qui deve tornare ad investire. Perché qui dove tornare ad investire. Non è possibile che si fermino, non ci sono i treni per i pendolari, si fermi la metropolitana con i black-out. L’ultima autostrada che è stata fatta è di 25 anni fa, che ci propongono progetti di tangenziali che non si fanno 42 carico dell’impatto ambientale perché se solo li tocchi si scardinano i conti, gli equilibri economici e non sta più in piedi la bancabilità dell’opera. Ma cosa siamo? Figli di un Dio minore? No, noi vogliamo che qui si torni ad investire. Allora ci siamo dentro a questa cosa, e ci stiamo con la schiena diritta. Ha ragione Sapelli quando dice: dobbiamo avere una capacità di concertazione, di collaborazione con più Enti. Noi la ricercheremo, la continueremo a ricercare. Fondamentale è il ruolo della Regione nel nostro progetto, fondamentale è il ruolo di Milano. Sono certo che con la nuova Amministrazione noi riapriremo, sono certo perché è un impegno che mi assumo di riaprire un dialogo, ma sono certo che troveremo anche delle condizioni perché questo possa avvenire. Dentro uno schema che è quello che dicevo prima, che non vuole fare la piccola IRI, non avrei chiamato una persona come Giulio Sapelli, che ha idee che sono assolutamente non… Non ci voleva lui per fare la piccola IRI, bastava prendere un grande conservatore per fare la piccola IRI, non un innovatore che non aveva la personalità come quella di Giulio Sapelli. Non è questo il tema. Non è neanche quello di un’idea egemonica della Provincia rispetto alle scelte. È quello che oggi ci sono le condizioni interne alla Provincia per giocare una partita che sta dentro nelle finalità che dicevo prima. L’apertura e lo sbocco al mercato di ASAM è un impegno che noi ci prendiamo e che dovremo mantenere. Quindi non una soluzione che si chiude dentro questa cosa. Ultime due questioni sull’autonomia degli amministratori. Badate, avete visto Giulio Sapelli, lei, Dottor Bruschi, lo conosce da tanto tempo, lo conosco anche io da tanto tempo, nessuno può pensare che se volevamo qualcuno da imbavagliare, da dirgli… avremmo preso una figura come quella di Giulio Sapelli. Ma di più, noi ci aspettiamo da Giulio Sapelli non le cose che voi avete scritto dopo avergli fatto l’applauso, scrivete che bisogna che lui stia fermo. Noi abbiamo comprato la Ferrari e poi la teniamo in box? Voi avete scritto che deve stare fermo finché questo Consiglio non ha deciso che cosa fare, gli deve dare i compiti da svolgere. Ci sono delle contraddizioni. Guardate, fa il paio con una cultura. Perché io non posso dimenticare che il 20… quand’è che si terrà l’assemblea di SEA? Quella straordinaria? Il 24. Noi abbiamo chiesto un’assemblea straordinaria di SEA. Dentro tutto questo dibattito nazionale tra commistione, tra politica ed economia, c’è venuto in mente che ogni due per tre il Sindaco Albertini che ci ricorda che lui è così bravo e così forte che fa firmare le dimissioni con la data in bianco a tutti coloro che nomina nei Consigli di Amministrazione. Allora ci siamo posti qual è il livello di libertà che ha avuto il Consiglio di Amministrazione di SEA in tutta questa vicenda. Non venite ad insegnare a noi come si fa a tenere divise le competenze, perché il cattivo esempio, il peggiore, sta venendo da quella parte. Perché quella è una cosa vera, non è mai stata smentita. Se fosse vera io credo che si rivelasse vera, e mi aspetto di sentirmelo dire dal Presidente della società di cui io ho il 14%, io, come rappresentante vostro, ho il 14%. Se fosse vera io dovrei difendere l’interesse di noi tutti contro chi ha ricattato, un Presidente che aveva in mano anche un discreto gruzzolo della comunità della Provincia che io rappresento. Voglio capire ancora quanto è libero e quanto sono liberi coloro che sono lì dentro in tutta questa vicenda, e quanto lo sono stati. 43 Allora noi non lo faremo. Credo che la scelta di aver chiesto ed ottenuto da parte del Professor Sapelli la sua disponibilità a giocare con noi questa fida sia una risorsa, e mi fa molto piacere – lo dico davvero – che ci sia stata una larga condivisione, una condivisione unanime sulla figura del Professor Sapelli. Questo come punto di garanzia che vogliamo giocare una sfida vera, e che vogliamo giocare nella correttezza dei rapporti e nella massima trasparenza. Un’ultima questione riguarda Monza e la Brianza. Io sono per riaffermare il fatto che ci sarà un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione di ASAM, che sia rappresentante riconosciuto non da me o da Gavazzi, o da Meroni o dagli altri, perché anche io posso spacciarmi per brianzolo, sono nato a Monza, posso dire… Chiunque… …...… Però da parte di mio papà tutti vengono da lì, Bellusco, Calusco, quella zona lì. Sono emigrato presto ma ho una serie di portanti ereditari che potrei far vantare dentro quella logica territoriale stretta che… Che contano in questa vicenda sono le competenze, ma anche le rappresentanze riconosciute. Non riconosciute da me, da Gavazzi, da Meroni o dagli altri, ci vuole una figura che sia riconosciuta, che sia portatore di una propria esperienza professionale, una propria esperienza, che possa dare un contributo; ma ci vuole qualcuno che possa essere riconosciuto dagli altri nella Brianza come rappresentante della Brianza. Sennò facciamo finta di mettere uno che è brianzolo perché lo riconosco solo io, gli altri dicono: sì, va bene, quello sarà anche brianzolo ma non mi rappresenta. Allora bisogna fare dei ragionamenti politici. …...… Sì, ma tutti insieme lo prenderanno il topo, tutti insieme. Ma visto che mi è stato chiesto da questo Consiglio provinciale, dalle rappresentanze territoriali della Brianza, di avere un rappresentante, bisogna che quel rappresentante abbia la possibilità, la capacità, di essere riconosciuto dagli altri come portatore di interessi della Brianza, e non come qualcuno scelto perché è brianzolo ma che di fatto risponde ad altro. Che sia riconoscibile dalla comunità brianzola che quello è il loro portavoce, che quello è il loro portatore di interessi dentro in questa vicenda complessa. …...… Sì, benissimo, è sempre responsabilità mia, Gavazzi, poi quello che faccio sulle nomine. Un’ultima questione davvero e poi concludo. La questione l’accennava anche qui Sapelli nella sua replica. Tutto si innesta dentro il progetto della città metropolitana. Le due cose nascono insieme e stanno insieme. In attesa di una definizione, una nuova architettura istituzionale che dovrà prevedere – cosa che io mi auguro – una legge speciale per Milano, perché la specificità dell’area metropolitana milanese è unica e richiede una legislazione speciale per l’introduzione della città metropolitana per Milano. In attesa di quello noi abbiamo pensato ad una serie di agenzie funzionali che possano operare nell’ambito dell’area vasta dell’area metropolitana. L’abbiamo fatto con l’Agenzia di Sviluppo Metropolitano, l’abbiamo fatto con l’ATO, con il gestore unico della Provincia di Milano. ASAM sta dentro in questo progetto, la proposta lanciata anche dall’Assessore Matteucci rispetto ai trasporti perché ATM diventi l’azienda del trasporto dell’area metropolitana. AEM potrebbe avere questa funzione. Noi diciamo che su questo tema oggi quello che ci manca è un’interlocuzione vera disponibile a collaborare dentro questo progetto del Comune di Milano. Sarà una delle cose che ricercheremo, proprio perché senza attendere che qualcuno ci regali una legge speciale per Milano, cominciamo a costruire agenzie funzionali di governo di alcuni processi che si assumano, a cui noi consegniamo autonomamente 44 la possibilità di operare su un ambito di scala almeno metropolitana. Questo sta nelle nostre mani, non deve darcelo né il Parlamento né altri. Possiamo costruirlo. L’idea su cui ci siamo mossi è questa: la città metropolitana come grande obiettivo di architettura, di architettura istituzionale, però la possibilità di costruire da subito una serie di agenzie funzionali a cui affidare il compito del governo dei processi sulla dimensione metropolitana. Queste due funzioni si legano dal punto di vista della grande progettualità politica. Io rinnovo gli auguri, un po’ meno pelosi dei vostri, al Professor Sapelli… …...… Come sempre, ci vogliono dividere ma ci vogliamo tanto bene, litigheremo tantissimo, non vi riuscirà quest’operazione. Rinnovo a lui ed al Consiglio di Amministrazione gli auguri. Faccio un ringraziamento pubblico al Dottor Princiotta per il lavoro che ha fatto in una situazione difficile, cui voi ci avete dato dentro a picchiare anche un po’ ingenerosamente. Invece devo dire che ho avuto modo di apprezzare anche in questa situazione la sua grande professionalità e la sua grande lealtà all’Ente.” Presidente del Consiglio: “Scusate, vedo iscritto, si è iscritto Dapei. È chiaro che noi non riapriamo la discussione questa sera. Prego. …...… Infatti, volevo parlare… Allora, a proposito dell’o.d.g. c’è una questione, che è questa: il Gruppo di Rifondazione Comunista mi aveva comunicato per tempo che stasera avevano un impegno politico importante, cioè il loro federale, e mi ha chiesto se era possibile rinviare il Consiglio. Io ho detto che ovviamente non era possibile perché avevamo degli ospiti esterni, e comunque a questo punto, ad un certo punto il Gruppo, una parte del Gruppo, il capo Gruppo in primis è dovuto andare. Allora, mi è anche stato chiesto che nel caso si presentassero o.d.g. avrebbero ovviamente gradito essere presenti alla discussione. Siccome questo non è possibile stasera io faccio una proposta molto concreta, nel senso che possiamo, se d’accordo, altrimenti chiedo cinque minuti di sospensione e convoco i capi Gruppo, calendarizzare l’o.d.g. come primo degli o.d.g. della seduta di giovedì, fermo restando che abbiamo alcune delibere prima da portare in porto, così da consentire alla presenza di tutti i Gruppi consiliari, e quindi in particolare del Gruppo consiliare che si è assentato per una ragione squisitamente politica. Faccio questa proposta. Se non siamo d’accordo sono costretto a chiedere cinque minuti di sospensione per convocare i capi Gruppo. Prego Dapei.” Consigliere Dapei: “Grazie Presidente. Sarebbe bastato sentirci un attimino prima. Credo che sia molto chiaro qual è il nostro problema.” Presidente del Consiglio: “ …detto in corso d’opera.” Consigliere Dapei: “ Sarebbe bastato forse dirlo anche al Presidente Penati, perché è stato presentato il nostro o.d.g. in una maniera che secondo me noi stasera non possiamo non ribattere.” Presidente del Consiglio: “Commenti, d’accordo, cinque minuti di commento… La parola a Penati.” Presidente della Provincia Penati: “Ero assolutamente convinto che fosse stato 45 presentato per cui non voleva essere uno sgarbo, solo questo.” Consigliere Dapei: “Tra l’altro per dire che è stato fatto in tempi non sospetti, recitava: “Preso atto dell’intervento del Professor Sapelli e del Presidente Penati”, è stato consegnato mentre lei parlava. Anche meno di cinque minuti nel merito, per dire che il nostro applauso è nato spontaneo perché abbiamo sentito musica per le nostre orecchie, perché sentire dal Professor Sapelli che si iscrive al nostro stesso partito, che è un partito trasversale, non è un partito né di destra né di sinistra, lo diceva l’economista americano che le strade non sono mai di destra né di sinistra, che il partito del sì ci ha indotto in maniera assolutamente sincera ad applaudire. Che cosa sottintende l’o.d.g.? Anche su questo ci si può dividere. Quando si parla di azionista di riferimento, per noi, ma abbiamo sempre sentito dire questo fino ad ieri, l’azionista di riferimento è il Consiglio provinciale. C’è scritto nel Testo Unico degli Enti Locali, c’è scritto nello Statuto della Provincia, ce l’avete sempre detto. Voi ci avete sempre detto che questo era lo strumento per rinforzare il Consiglio. Mentre oggi sentiamo dire che quasi stiamo esagerando nel dire pure che qualcuno si deve fermare finché noi non deliberiamo. Allora, la Giunta si convoca, non ha neanche l’opposizione, non dovrebbe avere l’opposizione interna, quindi noi non abbiamo lo strumento per impedirvi di lavorare. Dopo due anni ancora stiamo ad aspettare la delibera di Giunta al riguardo. Noi stiamo dicendo che rispetto a questioni molto concrete, perché il Professor Sapelli va da azionista di riferimento nelle società. Un esempio per tutti, la Pedemontana, oggi la società Pedemontana non ha una prevalenza di capitale privato. Si è letto più volte sui giornali che c’è l’ipotesi di cedere a Banca Intesa, che è privata, una quota, che fosse anche di una sola azione renderebbe il capitale privato maggioritario rispetto a quello pubblico. Quindi noi stiamo dicendo: sul patrimonio confrontiamoci, deliberiamo. Diceva giustamente prima il Professore, c’è una maggioranza, quindi non credo che la maggioranza abbia timore delle delibere che escono da questo Consiglio. Sono due anni che aspettiamo un confronto di questo genere. Il 29 luglio non ci aspettavamo andando in montagna quello che stava succedendo. Il 22 di novembre stavamo su una delibera ad oggetto: vendita di CISA e Serenissima, e sull’ultimo intervento c’è stato l’emendamento dalla parola “premesso che” fino all’ultimo punto, che l’ha trasformata in una delibera, la ex Dapei – Bruschi è diventata la delibera Patta. Quindi credo che noi potremo trovare molti punti di contatto, ma che comunque la maggioranza decida e che serva chiarire chi è l’azionista di riferimento. Nel rapporto amministratori e politici ed Ente noi abbiamo la memoria forse un pochino meno corta. Uno dei primi atti del Presidente Penati appena arrivato qua è stato la revoca di suo pugno di alcuni amministratori, Dario Vermi, l’Onorevole … dalla T.E.M., ma tanti altri. Abbiamo sentito dire l’altra volta che si revocano gli amministratori solo se hanno commesso dei reati penali e quant’altro, mentre per un anno e mezzo ha passato il tempo a scrivere lettere, per esempio ai rappresentanti in Serravalle della Provincia, dicendo che si dovevano dimettere perché era arrivato lui. Le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri di Amministrazione di Serravalle forse non erano state date in bianco al Presidente Penati, ma sono delle fotocopie. Se le andiamo a vedere si sono tutti dimessi lo stesso giorno con un foglio fotocopia. Così funziona la politica ed il rapporto tra politici ed amministratori. 46 Il Professore, Ingegnere, Presidente, non so che cosa… Belloni, è stato rimosso dalla società Pedemontana quando il Presidente Penati è venuto qua, c’era tutto il gotha del giornalismo milanese che in genere non c’è in quest’aula, e l’abbiamo sentito brandire le intercettazioni telefoniche dicendo: c’era chi brigava in affari con la Serravalle, questo adesso salta. Da lì a pochi giorni è saltato. Così come … e quant’altro. Questo non per dire che avete fatto male o avete fatto bene, per dire che non ci dimentichiamo come vanno le cose, come sono sempre andate. Quindi che il Sindaco Albertini chiede qualche volta la testa di un amministratore che ha nominato, così come il Presidente Penati a sua volta ha fatto per iscritto, oralmente e quant’altro. Quindi nessuno scandalo, nessun problema. Noi siamo qui a dire che il Consiglio provinciale dopo due anni ha il diritto ed il dovere di dare le linee. Oggi abbiamo volato molto alto grazie al professore, torniamo sulla Terra, sulla Terra ci dovrà essere la Tangenziale Est Esterna o no? La BreBeMi o no? La Pedemontana o no? Oppure un altro modello di sviluppo, quello del Professore e del Politecnico che diceva un miliardo di euro per riqualificare e quant’altro… O una terza via? Non stiamo dicendo di stare fermi per dei mesi e mesi, troviamoci settimana prossima e deliberiamo.” Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Brembilla. Presidente del Consiglio: “D’accordo. Scusi Bruschi, chiudiamo. Come? … D’accordo.” Consigliere Bruschi: “Rispetto alla sua richiesta…” Presidente del Consiglio: “Sull’ordine dei lavori?” Consigliere Bruschi: “Sull’ordine dei lavori. Per dire uno che il nostro o.d.g. non intendeva bloccare il Professor Sapelli. Tutte le cose che ha detto il Professor Sapelli possono essere fatte a prescindere dal nostro o.d.g., che richiama invece alla necessità che però il Consiglio si pronunci su due scelte specifiche. Trattandosi di un o.d.g. metodologico, siamo d’accordo nel rinvio a giovedì, ma che sia giovedì dopo l’articolo 83, perché si tratta di un o.d.g., secondo noi, urgente, e che a sentire gli interventi dovrebbe raccogliere l’unanimità del Consiglio, perché trattasi soltanto di dire: “vogliamo vedere il Piano Industriale e quant’altro, e null’altro.” Presidente del Consiglio: “Prenderemo una decisione in Ufficio di Presidenza, prendendo, registrando, questa richiesta.” Dopodiché, alle ore 19.40 del 31 gennaio 2006, il Presidente del Consiglio toglie la seduta e significa che il Consiglio è convocato per il giorno 2 febbraio 2006. Del che si è redatto il presente verbale che viene come in appresso sottoscritto. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (Vincenzo Ortolina) IL SEGRETARIO GENERALE (Antonino Princiotta) 47