Missione Mobilità – Milano, 7 aprile 2014 Intervento di Daniele Capezzone Presidente Commissione Finanze della Camera “PACCHETTO AUTO” Facendo riferimento all’anno 2012, il prelievo fiscale sulla filiera auto si attesta a 72.7 miliardi di euro con una crescita del 3.8% rispetto all’anno precedente e ha raggiunto, sempre nel 2012, la soglia del 17% delle entrate tributarie nazionali. La sua incidenza sul Pil è del 4,4% e continua ad essere la più elevata fra i principali paesi europei la cui media è di oltre un punto inferiore (3,3%). Nel 2013 le immatricolazioni di autovetture sono diminuite del 7.1% e il gettito fiscale stimato (accise+Iva) dei carburanti, gpl compreso, è risultato in diminuzione di circa 1 miliardo di euro (415 di sole accise) rispetto al 2012 (2.6%). Una debole ripresa si registra nel primo trimestre del 2014 con un +5.8% sulle immatricolazioni, siamo, tuttavia, ancora distanti dai livelli pre-crisi (anno 2007, confronto impietoso: -47.7%). Per ritornare davvero ai livelli standard del settore è necessario intervenire con misure efficaci tali da incidere positivamente sulla insostenibile pressione fiscale che incombe sul settore, settore spesso considerato come un bancomat statale. 1 Ritengo sia doveroso intervenire per dare sostegno alla filiera con 3 proposte di azione, più una preliminare, che definirei, di “congelamento”. Innanzitutto lo Stato deve prendere un impegno concreto: stop agli aumenti di accise per il prossimo quinquennio. Non è possibile pensare che un settore già in ginocchio debba essere continuamente mortificato da aumenti ingiustificati di accise per recuperare gettito da destinare a spesa pubblica improduttiva. Agire in questo modo significa distruggere un intero settore, mettere in ginocchio l’economia dell’auto, determinare la chiusura di migliaia di imprese. 3 ipotesi di intervento: - Bollo - IPT - Auto aziendali Premessa sul bollo: Il gettito annuo del bollo è di circa 6.4 miliardi di euro. Dal gettito devono essere detratti i costi di riscossione, controllo, contenzioso e tutte le ore di produttività perse per la gestione del bollo auto (ore lavorative, reclami all'ACI, code agli sportelli, ricorsi, cartelle di riscossione) che hanno un notevole, anche se difficile da quantificare, costo economico. 1. esenzione bollo nel triennio successivo in caso di nuova immatricolazione. Si tratta di una misura che incoraggerebbe il mercato dell’auto e l’acquisto di nuove auto, e non comporterebbe problemi di gettito visto che questa misura potrebbe essere ampiamente compensata dal gettito 2 derivante dalle nuove immatricolazioni (il riferimento va soprattutto all’incremento del gettito Iva) Al termine del triennio passaggio ad un modello di “bollo progressivo”. Oggi il bollo è una patrimoniale che non tiene conto di alcuni fattori indispensabili, in sostanza per la stessa tipologia di macchina si paga la stessa cifra anche se i 2 proprietari ne fanno un utilizzo totalmente diverso (si pensi al pensionato che percorre poche migliaia di chilometri l’anno rispetto a chi ne percorre svariate migliaia). Due possibili ipotesi: Ipotesi A prevedere che il bollo si paghi progressivamente, cioè in base alle soglie di emissioni della macchina (specificate sul libretto di circolazione di ogni veicolo) secondo la logica del “meno inquini meno paghi”, stabilendo eventualmente una soglia base dalla quale partire ed esonerando quindi un livello di autovettura utilitaria a bassissime emissioni. In tal modo si potrebbe incentivare ulteriormente il mercato delle macchine a metano o gpl e dare un ulteriore target “green” alla proposta Ipotesi B prevedere che il bollo si paghi progressivamente in base alla soglie di emissione e ai km percorsi annualmente. Sarebbe la soluzione ottimale perché andrebbe incontro ad una serie di esigenze: equità sociale, salvaguardia ambientale 2- abolizione IPT (imposta provinciale di trascrizione) cioè della tassa sul passaggio di proprietà. Sempre più spesso l’auto serve a finanziare servizi che non riguardano la sicurezza stradale o la manutenzione/realizzazione di infrastrutture stradali, a ciò si aggiunga l’incapacità di tagliare la spesa pubblica, soprattutto quella inefficiente della pubblica amministrazione. La misura costa complessivamente 1.5 miliardi di euro e sarebbe salutata con 3 grande entusiasmo dai cittadini e dal mondo delle concessionarie oltre a costituire un volano per la ripresa del mercato dell’auto. 2 possibili ipotesi: - abolizione totale da subito (difficile un taglio della spesa pubblica per tale importo quando oggi la stessa supera gli 800 miliardi di euro?) - abolizione graduale a partire dalle nuove immatricolazioni (ipotesi, ovviamente, più soft) 3. intervento sulle deducibilità per il settore delle “auto aziendali” che rappresenta attualmente il 12% del Pil nazionale. La riduzione della deducibilità dei costi dal 40% al 20% dà vita ad una notevole disparità di trattamento fiscale con il resto dei Paesi europei (che prevedono anche ipotesi di detraibilità al 100%) ostacolando la ripresa del mercato. Ciò sta determinando una riduzione del gettito fiscale attraverso una riduzione del parco auto aziendale, la conseguente sostituzione di vetture con autocarri (detraibilità e deducibilità al 100%) e una implementazione dell’utilizzo delle auto private dei dipendenti con rimborso chilometrico, con conseguente copiosa perdita di gettito. Intervenire in questo ambito, con misure volte a migliorare la fiscalità del settore, significherebbe raggiungere 3 obiettivi: 1. Contrasto evasione fiscale: l’auto aziendale (in particolare il noleggio a lungo termine) rappresenta un ottimo strumento di contrasto all’evasione fiscale visto che tutte le attività connesse (acquisto, manutenzioni, carburanti) sono tracciabili e certificate ai fini del versamento Iva. 4 2. Manovra “Green”: incentivare il comparto significa immettere nel mercato auto sempre più ecologiche e a basse emissioni. Il 71% delle auto delle flotte aziendali in noleggio rispettano le normative ambientali Euro 5 e Euro 6 3. Volano immatricolazioni e gettito: un intervento migliorativo sulla fiscalità del settore porterebbe ad un aumento delle immatricolazioni di circa 100.000 unità con conseguente saldo positivo per il gettito fiscale 5