Workshop BIOTEC 13 maggio 2004
La qualità alimentare
La relazione tra alimentazione, salute e ambiente
QUALITÀ
DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI
e
COMPETITIVITÀ
INTERNAZIONALE
Workshop BIOTEC 13 maggio 2004
La qualità alimentare
La relazione tra alimentazione, salute e ambiente
QUALITÀ
DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI
e
COMPETITIVITÀ
INTERNAZIONALE
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
L’approccio di qualità totale, emerso negli anni ’60
e ’70, ha rappresentato certamente l’avvio
dell’impostazione gestionale e manageriale della
qualità a cui si collegano le esperienze di
assicurazione della qualità: un’evoluzione ancora
in corso con il passaggio – di stringente attualità –
alle Iso 9000:Vision 2000.
Le nuove norme sottolineano ancor più
decisamente l’importanza e la priorità della
gestione della qualità (Quality Management).
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Thione (2004)
qualità significa capacità di soddisfare
esigenze, di tipo morale e materiale,
sociale ed economico, proprie della vita
civile e produttiva, opportunamente
identificate e tradotte in determinati
requisiti, non generici ma concreti e
misurabili
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
All’approccio più diffuso, quello che
identifica la qualità nell’eccellenza dei
prodotti, è necessario affiancare la
qualità come conformità (assicurazione
del processo e del prodotto) e come
soddisfazione del consumatore
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
La qualità nell’agroalimentare
a
dal lato dell’ offerta
Qualità agronomica
Qualità tecnologica
Qualità merceologica
dal lato della domanda
Qualità igienico-sanitaria
Qualità nutrizionale
Qualità organolettica
Qualità d’uso o di servizio
Qualità psico-sociale
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Gli stessi operatori economici hanno interesse a risolvere il
problema del controllo, in quanto è strettamente connesso
alla fiducia di coloro ai quali si vogliono offrire «garanzie
ulteriori rispetto a quelle previste dalla legislazione in merito
alle caratteristiche qualitative dei loro prodotti … scegliendo
… la più conveniente combinazione tra la qualità del segnale
inviato al consumatore e il costo derivante dall’applicazione
di standard più rigorosi» (Fiorentini, 1999). La certificazione
di terza parte indipendente è una possibilità che si offre alle
imprese per dare evidenza all’assicurazione della qualità ed
al mantenimento delle promesse contrattuali
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
E’ interessante la sottolineatura di Fiorentini relativamente
alla presenza di “certificatori secondari” che offrono servizi,
simili di fatto a quelli di certificazione, come prodotto
intermedio rispetto allo svolgimento di un’altra attività
istituzionale: pensiamo al crescente ruolo della GDO
nell’accreditamento della produzione agroalimentare presso
i consumatori ed a quello delle associazioni dei produttori
agricoli presso gli altri soggetti della filiera. «Per questi
certificatori secondari, il fatto di svolgere un’altra attività
principale costituisce un rilevante incentivo a non porre in
atto comportamenti opportunistici o collusivi con i
produttori sottoposti a certificazione»
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Non meno complesso è l’approccio alla
competitività.
Le sfide dei paesi emergenti e della più generale
globalizzazione della produzione e dei mercati
impongono nuove emergenze.
L’Europa ha scelto la strategia cosiddetta di
Lisbona volta ad accrescere la competitività di
un’economia che vuole essere fondata sulla
conoscenza e sull’innovazione
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Per competitività, nei documenti dell’Unione
europea, s’intende
uno sviluppo durevole nei redditi reali e nel
tenore di vita associato alla disponibilità di posti di
lavoro per chiunque desideri un’occupazione.
Questa nozione di competitività, diversa dal
concetto più ristretto relativo alla competitività
delle imprese, implica che i fattori macro sono le
principali determinanti della competitività
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Diventano così essenziali numerose politiche: in un elenco di
sinergie tracciato dalla stessa Commissione Ue (2003)
troviamo riferimenti alla politica regionale, della ricerca e
sviluppo, della società dell’informazione, dell’istruzione e
formazione, commerciale, ambientale, della concorrenza,
tributaria, del lavoro, della protezione della salute e dei
consumatori, energetica e dei trasporti). Solo un approccio
integrato consente uno sviluppo settoriale sostenibile.
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
La competitività
SETTORE
macro
SISTEMA LOCALE
meso
IMPRESA
micro
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Sono ormai ridotti i vantaggi competitivi derivanti
da quel paradosso indicato dagli studiosi dei
distretti come “innovazione senza R&S”: rispetto
alla conoscenza scientifica ed alle innovazioni
proprietarie, la conoscenza contestuale e le
innovazioni localizzate – tipiche dei distretti – si
sono caratterizzate per lungo tempo come
inclusive
verso
l’interno
(cioè
facilmente
appropriabili ed imitabili dagli attori locali) ed
esclusive verso l’esterno
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
L’apertura dei mercati ha introdotto una nuova
complessità negli ambiti economici nazionali.
L’economia dello scambio e dei contesti locali
produttivi sarà sempre più coinvolta all’interno
dell’economia globale.
Ciò collega la competitività al tema della
produttività.
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
non è infrequente rilevare che le economie
emergenti poggiano il loro successo commerciale
non tanto sulla produttività tecnica quanto sulla
produttività in valore salariale: spesso il costo del
lavoro si riduce anche oltre quel livello minimo,
molto basso, oltre il quale si deve parlare di
“dumping sociale”. Inoltre, tendono ad essere
ignorati i costi delle esternalità negative, tanto da
configurare un vero “dumping ambientale”. Si
tratta di un ambito competitivo che le economie
sviluppate, per scelta delle imprese e/o delle
istituzioni, vedono assolutamente precluso
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
L’unico agone competitivo perseguibile
strategicamente dalle economie avanzate è
quello di ricercare una produzione ad
elevato contenuto di conoscenza, in grado
di differenziarsi e di essere riconosciuta dal
consumatore
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Possono coesistere prodotti e servizi di
costo unitario non elevato ma differenziati
e non omogenei: per caratteristiche
intrinseche, per la presentazione, per le
informazioni
che
accompagnano
il
prodotto, per la fiducia nell’origine o nella
marca
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Le scelte strategiche dell’impresa
ATTACCO
DIFESA
alta gamma
nicchia
fare riconoscere la
qualità intrinseca del
proprio prodotto ad un
pubblico ampio
per i consumatori molto
esperti ed esigenti
disposti a riconoscere il
prezzo adeguato
bassa gamma
inseguitrice di costi
produrre grandi
quantità a prezzi
aggressivi con una
qualità accettabile
non si sceglie: di volta
in volta la produzione
fisica può prevalere
sulle conoscenze
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
WTO
GATT
GATS
TRIPs
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
TBT
Accordo sulle barriere tecniche agli scambi
SPS
Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Il marchio è uno strumento di CONCORRENZA
FUNZIONE DISTINTIVA
la funzione distintiva è quella giuridicamente protetta
la funzione distintiva è duplice:
da una parte indica e consente il riconoscimento di beni o servizi che presentano costanti elementi di
identità
dall’altra, differenzia tali beni o servizi da tutti gli altri
Un marchio può acquistare un significato in funzione di una regola, un codice, una norma che ne
disciplina l’uso, come avviene per i marchi collettivi
FUNZIONE DI GARANZIA
Un marchio può acquistare un significato combinandosi con informazioni autonomamente
comunicate e riferibili al prodotto o servizi attraverso il segno, come avviene tramite la pubblicità per i
marchi d’impresa
FUNZIONE ATTRATTIVA - PERSONALIZZAZIONE
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Le principali fonti internazionali delle
denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche
LA CONVENZIONE DI PARIGI 1883 rev. Stoccolma 1967
protezione contro l’utilizzazione diretta o indiretta di una falsa indicazione riguardante la provenienza
del prodotto
L’ACCORDO DI MADRID 1891 rev. Stoccolma 1967
estende la protezione anche all’impiego di false indicazione geografiche su insegne, documenti,
pubblicità e disciplina le modalità del sequestro
L’ACCORDO DI LISBONA articolo2
1958 rev. Stoccolma 1967
sulla protezione delle denominazioni d’origine e sulla loro registrazione internazionale. Prevede una
tutela di carattere positivo. “Si considera denominazione d’origine la denominazione geografica di un
paese, di una regione o di una località, utilizzata per designare un prodotto che ne è originario e di cui
le qualità o i caratteri sono dovuti, esclusivamente o essenzialmente, all’ambiente geografico
comprendente i fattori naturali e i fattori umani”
LA CONVENZIONE DI STRESA 1951 – formaggi – Legge italiana 4
luglio 1954 e DPR n.667/1955
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
GLI ACCORDI GATT-TRIPs
Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights
Accordo sugli aspetti di proprietà intellettuale nel commercio
Marrakech 15 aprile 1994
Artt. 22-24
“Ai fini del presente Accordo, per indicazioni geografiche si intendono le indicazioni che identificano
un prodotto come originario del territorio di un Membro, o di una regione o località di detto territorio,
quando una determinata qualità, la notorietà o altre caratteristiche del prodotto siano essenzialmente
attribuibili alla sua origine geografica” (articolo 22,1)
“In relazione alle indicazioni geografiche, i Membri prevedono i mezzi legali atti a consentire alle parti
interessate di impedire: a) l’uso nella designazione o presentazione di un prodotto di ogni elemento
che indichi o suggerisca che il prodotto in questione è originario di un’area geografica diversa dal vero
luogo d’origine in modo tale da ingannare il pubblico sull’origine geografica del prodotto; b) qualsiasi
uso che costituisca un atto di concorrenza sleale ai sensi dell’articolo 10 bis della Convenzione di Parigi
(1967)” (articolo 22,2)
“Le disposizioni della presente sezione non pregiudicano in alcun modo il diritto di qualsiasi persona
di usare, nel commercio, il proprio nome o quello del suo predecessore nell’attività commerciale, a
meno che tale nome non sia utilizzato in modo da ingannare il pubblico” (articolo 24,8)
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
L’adeguamento della legislazione italiana agli ACCORDI GATT-TRIPs
L. 29 dicembre 1994, n. 747
Ratifica ed esecuzione degli atti dei negoziati dell’Uruguay Round
Decreto Legislativo 19 marzo 1996, n. 198
Capo VI articolo 31
Disciplina delle indicazioni geografiche
Collocazione autonoma fuori dall’articolo 2 sui marchi collettivi in linea con
gli orientamenti UE e GATT-TRIPs
“Per indicazione geografica si intende quella che identifica un paese, una
regione o una località, quando sia adottata per designare un prodotto che ne
è originario e le cui qualità, reputazione o caratteristiche sono dovute
esclusivamente o essenzialmente all’ambiente geografico d’origine,
comprensivo dei fattori naturali, umani e di tradizione” (articolo 31,1)
Il nostro Paese ha evidentemente elevato il livello minimo di protezione delle indicazioni geografiche.
Potrebbero sorgere contrasti con il principio della non discriminazione e del trattamento nazionale. Spetterà ora alla
giurisprudenza dare attuazione interpretativa.
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
GRADO DI APERTURA
AGROALIMENTARE
1980
20%
OGGI
30%
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Dagli anni ’90 il
SALDO NORMALIZZATO
AGROLIMENTARE +20 punti
TOTALE ECONOMIA +4 punti
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Dagli anni ’90 le
ESPORTAZIONI
VALORE
+130 %
QUANTITA’ +65%
PREZZO
+40%
Qualità dei prodotti agroalimentari
e competitività internazionale
Dal secondo quinquennio ‘90 le
ESPORTAZIONI
VALORE
+25%
QUANTITA’ +20%
PREZZO
+4%
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Qualità dei prodotti agroalimentari e competitività internazionale