“LE SERRE” Anno XXII Numero 3 Settembre 2013 FLORICOLTURA GARDEN CENTER Eredi ferrero c. NAFTA - GASOLII COMBUSTIBILI NOTIZIARIO DELLA FAMIJA VINOVÈISA Periodico trimestrale d’informazione e di cultura Copia gratuita Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4463 del 1° Aprile 1992 L'EDITORIALE Incontro con Antonio Tiranti Un futuro ricco di insidie Un uomo dai mille talenti a disposizione della comunità Come la grande maggioranza degli Italiani, anch’io auspicavo, quale terzo evento straordinario dell’anno, la nascita di un Governo politico e duraturo, capace di contribuire a risolvere nel breve-medio termine alcuni dei principali problemi che affliggono il Paese. Questo Governo, in primo luogo, avrebbe dovuto occuparsi del lavoro, dell’occupazione e delle imprese. Subito dopo avrebbe dovuto affrontare una riforma del sistema fiscale, perseguendo finalità di semplificazione, di efficienza e di efficacia, di riduzione della pressione fiscale, di lotta all’evasione e alla corruzione, di maggior equità e giustizia sociale. Allo stesso tempo avrebbe dovuto dare all’Italia una legge elettorale degna di questo nome, perché se il sistema democratico repubblicano si deve fondare sulla delega, occorre che sia il cittadino a scegliere i delegati e non gli apparati di partito. Senza una nuova legge elettorale si rischia, in caso di elezioni anticipate, di ripiombare in una situazione di stallo e di difficile governabilità. Oggi però il Governo naviga in acque infide e, se qualcosa ha fatto per far fronte alle emergenze, molto resta ancora da fare. Quando sarà distribuito il nostro giornale, sapremo forse cosa ci riserverà il prossimo autunno. Il Direttore Antonio Tiranti posa sorridente durante il lavoro nel suo attrezzatissimo laboratorio. S ono da poco trascorse le ore 14 di una calda giornata di quella che definiscono estate settembrina, quando varchiamo il cancello di casa Tiranti; Antonio ci sta attendendo, indaffarato come sempre SOM MARIO Pistola a pietra focaia 7 il ballo a palchetto Manualità, precisione, anche nel più certosino dei lavori, fantasia e creatività certamente non gli mancano, tanto da sapersi abilmente destreggiare in imprese di vario genere: dai lavori idraulici alla carpenteria, dalla falegnameria a pic- 12 aggiornamento dei lavori ai Batù 2 L'archivio degli ex Combattenti 3 Ricordiamo Attilio Giacotto 8 Ritratto di Mamma Rita nei lavori di giardinaggio. Il trionfo di piante di frutta e verdura e il roseto comprendente ben 150 esemplari multicolore della regina dei fiori parlano da sé, quasi a ricambiare la dedizione, che da sempre, Antonio rivolge al suo orticello. 9 Le mie vacanze ... da cane 11 La svolta del Brasile 17 La Famija informa 20 I nostri morti 21 Un Papa venuto da lontano 23 15 gita estiva a Villa Carlotta 9 finalmente tutti a casa 4 suoni notturni in beneficenza coli restauri…e così via. Un talento innato che Antonio ha saputo non solo far fruttare nell’ambito lavorativo e privato, ma che per lunghi anni, a titolo gratuito, ha messo a disposizione della nostra comunità. In oltre 4 decenni di volontariato si è perso (in realtà non si è mai tenuto ) il conto delle ore trascorse in Parrocchia o all’Asilo Rey, così come è impossibile elencare i numerosi interventi di manutenzione prestati per le più disparate necessità. Antonio Tiranti, già “Premio Bravo 1981” è nato nel 1924 a Carmagnola. La sua famiglia, d’origine contadina, nel giorno di S. Martino 1938 affitta la cascina “Bonaventura”, (all’epoca sita in via Cottolengo) e si trasferisce nel nostro paese. L’ampia tenuta coltivata a grano e mais, l’allevamento di 32 capi di bestiame e il supporto per i lavori nei campi, dato da 2 cavalli e 2 buoi sembrano l’ideale per sfamare la numerosa famiglia, composta da genitori e 8 figli. Nel 1942 papà Tiranti perde drammaticamente la vita in seguito ad una disgrazia sul lavoro, schiacciato dal peso di un carro, che improvvisamente ribalta in via Cottolengo, vicino alla sua abitazione. L’anno successivo Antonio, viene chiamato a prestare servizio militare nel corpo degli Alpini; i lavori nei campi sono in pieno fervore e la sera precedente alla sua partenza, grazie all’aiuto di numerosi amici, vengono scaricati, nella vicina cascina messa a disposizione dalla famiglia Sandrone, ben 40 carri di fieno. Siamo in pieno conflitto bellico, e sarà solo grazie all’intervento del Capitano Dott. Bartolomeo Stardero (Podestà di Vinovo), che consapevole della recente condizione di capofamiglia di Antonio (essendo il maggiore dei figli maschi), provvederà al suo avvicinamento e come da regolamento, si attiverà affinché non venga inviato in zone di guerra. Antonio trascorre così i primi mesi di naja a Pinerolo e successivamente viene trasferito al forte di Fenestrelle. L’8 settembre, visto l’aggravarsi degli eventi, fugge da Fenestrelle e torna a Vinovo dove, per evitare di essere catturato durante i rastrellamenti, vive in improvvisati nascondigli per circa 2 anni. Sarà solo nel 1946, terminata la guerra da mesi, che Antonio provvederà a consegnarsi nella caserma di Pinerolo per ottenere il tan- Una fede profonda e incrollabile l'ha sorretto nei momenti più bui della sua vita to desiderato congedo. Il paese pian piano torna alla normalità, la guerra è ormai alle spalle; Griffa Bonaventura, proprietario della cascina affittata dai Tiranti, dopo una lunga prigionia a Mauthausen, torna finalmente a casa e, intenzionato a lasciare il lavoro in fabbrica, che aveva prima della guerra, decide di occuparsi personalmente di almeno metà dei suoi terreni. Alla famiglia Tiranti rimane la restante metà, che purtroppo si rivela insufficiente per garantire loro un adeguato sostentamento. Nel 1949 Antonio trova occupazione presso lo Jutificio “Bianchi” (attuale zona residenziale ex- Faima), mentre i suoi fratelli decidono di tornare a Carmagnola per continuare l’attività di contadini. Nello jutificio vinovese conosce la giovane Fosca, originaria di Rivarolo Canavese, con la quale convolerà a Renato Tiranti nel giorno della sua prima comunione. giuste nozze il 15 settembre 1951. Provvede personalmente alla costruzione della nuova casa, in via Gaspare Piccolo, lavorando fino a tarda sera e nei giorni festivi. Nel 1955 viene assunto alla Fiat ove resterà fino alla pensione, raggiunta con la qualifica di intermedio nel 1982. Dopo turni di circa 10 ore di lavoro, si adopera in qualità di fabbro presso la “bòita” dei fratelli Gariglio. Nel 1964 la giovane coppia è allietata dalla nascita del piccolo Renato. Intanto papà Antonio continua la sua missione di volontariato, mettendo a disposizione della comunità le sue molteplici doti manuali. Qualche anno dopo, quando Renato inizierà a frequentare l’asilo Pistola a pietra focaia destinata all'esportazione Dall'eccellenza della manifattura bresciana ai paesi dell'est Nel XVIII secolo gli stati italiani erano esportatori di armi di diverso grado di fattura, a seconda del mercato a cui erano rivolte. Il più importante centro di produzione armaiola fu quello bresciano della val Trompia, presso cui lavoravano vari artigiani specializzati, cosicché il prodotto, rifinito da mani esperte, assumeva particolare eleganza e prestigio. Proveniente da una manifattura bresciana la bella pistola (lunga 48 cm.) che andremo a proporre in questo numero de “Il Vinovese”. Nella parte meccanica, l’arma in questione, si distingue per una batteria a pietra focaia, azionata da una potente molla e tecnicamente di buon livello. Queste armi dovevano essere molto appariscenti per incontrare il gusto dei popoli dell’est ai quali, probabilmente, erano destinate. La pistola con lo stiletto usati entrambi dalla stessa mano proprietaria. 2 IL VINOVESE Infatti la canna è in parte ricoperta da un lamierino in ottone, eseguito con bulino e cesello, finemente lavorato con motivi floreali stilizzati, nel gusto del committente levantino. L’eccellenza della sua fattura indica chiaramente come ancora in quegli anni la tradizione armaiola bresciana aveva validissimi rappresentanti, per quanto lontana dallo splendore che conobbe nel XVII secolo. Chi possedeva precedentemente questa pistola, al momento della vendita, la accompagnò ad sarà lui stesso a proporre il nome del suo papà, ogni qualvolta sia necessario l’intervento di tempestiva manutenzione. Purtroppo, in piena fanciullezza, Renato si ammala gravemente; il male non lascia scampo e il 16 dicembre 1975 il piccolo viene a mancare. Sorretti da una fede profonda e incrollabile, Antonio e Fosca vivono quest’immenso dolore con grande forza d’animo. Per onorare il ricordo del figlio e per il suo radicato spirito di carità, Antonio non smetterà neanche per un momento di dedicare il suo tempo alla scuola materna L. Rey, intensificando il suo operato una volta andato in pensione. Comprendendo quanto gli sia stato difficile frequentare quei luoghi tanto amati dal suo piccolo e a stretto contatto con altri bambini, non possiamo che riconoscere in Antonio un uomo di grande generosità. Una fede profonda quindi, che ha saputo sorreggerlo nei momenti più bui della sua vita, infondendo nel suo cuore la forza necessaria affinché la sofferenza non scalfisse minimamente l’amore per la vita e per il prossimo. Quella stessa fede che “vive” quotidianamente, sempre presente alla S. Messa domenicale e alle ricorrenze liturgiche. Annoverando tra le altre doti quella canora, è cosa certa vedere il suo volto sereno tra le file della cantoria, della quale fa parte da oltre 40 anni, sicuramente come membro più anziano e probabilmente il più assiduo. Ad Antonio che festeggia quest’anno 62 anni di matrimonio con la sua amata Fosca il grazie più sincero, da parte di tutta la collettività, per quanto fatto in questi lunghi anni e per quanto ancora oggi, anche se in forma ridotta, continua a fare, con il sorriso sulle labbra, le mani segnate dal lavoro e un cuore grande così! Maria Grazia Brusco uno stiletto, lungo 27.5 cm.; entrambe le armi, a sua detta, appartenevano originariamente ad un unico proprietario. Probabilmente il nobile orientale era solito portarsi appresso anche lo stiletto, come arma di ultima chance. Il XVIII secolo segnò l’inizio di un certo risveglio intellettuale e di una tendenza all’occidentalizzazione in modo particolare nell’Impero ottomano, portando le classi più ricche ad imitare ciò che essi pensavano fosse la vita europea, non solo con i palazzi, i giardini e i ricevimenti, ma importando ogni sorta di manufatti occidentali. L’idea che le istituzioni tradizionali dell’Impero fossero superiori a quelle europee non poté più essere giustificata mentre man mano si rafforzava la convinzione che si sarebbe, sul serio, dovuto fare di più per stare al passo con le nuove società dell’epoca. Di conseguenza il sistema europeo fu all’origine di un’acuta crisi del sistema militare ottomano. Il ‘600 e il ‘700 furono secoli di dure sconfitte, e proprio sul campo di battaglia i turchi dovettero riconoscere la superiorità raggiunta dall’occidente. Anche le armi non potevano più reggere il paragone Particolare del calcio della pistola a pietra focaia. con quelle europee, e ciò era tanto più sorprendente in quanto proprio nell’impero ottomano l’invenzione dell’artiglieria era stata accolta con rapidità nel XV secolo e sviluppata con molta inventiva. Allora e anche in seguito furono soprattutto gli insuccessi militari a sollecitare il ceto dirigente a guardare all’Europa come modello. Una riorganizzazione istituzionale tentata al principio del ‘700 finì col provocare una sanguinosa rivolta. E’ l’epoca conosciuta come il periodo dei tulipani (così detto per la moda invalsa nell’alta società di coltivare questo tipo di fiore). Fu un periodo di grande apertura e interesse nei confronti di tutti gli aspetti della cultura occidentale: ambasciatori dell’Impero vennero inviati in Europa affinché riportassero quanto di più utile a restaurare gli antichi splendori. Rinnegati occidentali vennero utilizzati per riformare l’esercito e la marina, mentre la vita intellettuale venne stimolata grazie all’apertura di cinque biblioteche e all’introduzione, nel 1727, della stampa (fra i primi libri ad essere stampati, vi furono trattati sulla tecnologia bellica europea). La tendenza all’occidentalizzazione venne però ostacolata dai gruppi che sentendosi maggiormente minacciati (giannizzeri, artigiani, teologi e giuristi) finirono col provocare una sanguinosa rivolta. Lo sfaldamento delle istituzioni ottomane, nonostante brevi fasi di ripresa, si aggravò sempre più nel corso del XVIII secolo e nonostante una serie di riforme avviate e poi messe in atto agli inizi dell'800, la crisi continuò ad aggravarsi senza che nulla servisse ad arrestare il lungo declino dell’Impero. Giovanni Clerico Maria Grazia Brusco 60 anni di sacerdozio uniti a un doveroso "grazie" 2 giugno 2013. Nella Chiesa di San Domenico Savio (Garino) don Matteo Sorasio ha ricordato il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Accanto a Lui alla sua destra don Marco Ghiazza, don Efisio Edile (parroco di Marene e già parroco di Caramagna, paese natale di don Matteo). Alla sua sinistra don Mario Vaudagnotto (già cerimoniere arcivescovile), don Giorgio Gonella. Fra poco tempo don Matteo si trasferirà a Torino, concludendo la sua collaborazione con le parrocchie di Vinovo. Presterà servizio al Santuario della Consolata, il "cuore mariano" della Diocesi. FIORI D'ARANCIO PER UN... SÌ Uno Cimitero di Vinovo 1919. Croce dei Caduti di guerra opera dello scultore Pozzi fatta edificare dal Comune di Vinovo con il concorso dell'Associazione Combattenti e Reduci. Due o aprile scors i sabato 27 d a at tin at m Uno. Nella Parrocchiale di Vinovo iti in matrimonio n nella Chiesa .Bartolomeo si sono u lo. S o n a ig a V at a ic ic er ded 27 luglio si iovanni e Fed esima Chiesa sabato Garis. Marco Deg ed la ie m Dan pre nella tia Sarà con e. Due. Sem rimonio Mat urio sincero di vita felic at m in iti n u g au sono n u si o ovelli sp Ai quattro n L'archivio della Associazione ex Combattenti Come in tanti altri luoghi anche a Vinovo esisteva una fiorente Associazione di ex combattenti e reduci che radunava chi aveva partecipato alle guerre mondiali dello scorso secolo. Poi man mano che trascorreva il tempo venendo meno questa categoria di persone (si pensi che gli ultimi combattenti della guerra 1940-43 contando anche i volontari della Marina hanno come minimo 87-88 anni) i numerosi Circoli di tale associazione hanno chiuso l’attività. In Vinovo questa associazione era stata fondata nel 1919 con i reduci della prima guerra mondiale, e poi rifondata nel 1945 con i reduci della guerra appena finita e quelli rimasti dalla precedente. L'Associazione aveva sede dapprima in due stanze nell’edificio dove oggi c’è la Stazione dei carabinieri, successivamente nel Palazzo di Madama Zanolini in via Roma tutt’ora esistente anche se ridimensionato ed infine per qualche anno presso l’ex Bar all'interno della casa del Cottolengo in via Altina. Il geometra Grana ne fu Presidente per tanti anni fino al 1976, seguì la presidenza di Carlo Avataneo e successivamente quella di Carlo Sibona fino al termine dell’attività. Proprio la sig. ra Carmelina Sibona vedova di Carlo ha consegnato alla Famija Vinovèisa per l’Archivio Storico la documentazione rimasta della Associazione. Mentre la bandiera (con quella dell’Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra) ed il grande quadro votivo con tutte le foto dei caduti di guerra, sono state consegnate al gruppo ANA (cioè alpini) di Vinovo con l’intesa che ogni festa del 4 novembre vengano esposti al pubblico ed in particolare presso la Croce dei caduti al Cimitero. Un bel ringraziamento va quindi alla sig.ra Carmelina per la gentile sensibilità avuta lasciando tale preziosa documentazione all’Archivio della Famija Vinovèsia. IL VINOVESE 3 Artisti vinovesi in scena Suoni notturni sotto il segno della beneficenza Don Marco Ghiazza con la tromba e Giuseppe Alessiato con il saxofono. Apertura del concerto con il gruppo dei "Tafani". Tutti gli artisti sul palco a fine serata. I "Tribula Artistico Band" nel loro esilarante sketch. V enerdì 29 giugno un bel numero di artisti vinovesi , visto il successo dello scorso anno, si sono ripresentati con un nuovo spettacolo, spinti dal nobile scopo di raccogliere fonti in favore dei restauri della chiesa di Santa Croce. Presentati da Claudio Caracciolo si sono esibiti in ordine di apparizione: I “Tafani” che, con uno splendido sound molto “in”, internazionale e intramontabile, hanno vivacizzato l’apertura di una splendida serata estiva. Le “Essemble voces” dirette da Petrilla Marciana che hanno fatto nascere un coro appagante tra il pubblico in platea “volando” verso il palco a completare l’esibizione. Il ballo Latino-americano dei “Fenix” che, con caraibiche emozioni hanno coinvolto tutto il pubblico presente, quasi a voler creare un “ballo di massa”. Flanio Burocco che ha accompagnato i “Forever” con la sua fisarmonica. Questo gruppo, con le sue iniziative di volontariato presso 4 IL VINOVESE le strutture per anziani, conferma ancora una volta quanto di buono stia portando avanti nella comunità, soprattutto con le persone che soffrono e alle quali un sorriso è il miglior regalo gli si possa fare. L'esibizione gratuita di un mix di bravi artisti vinovesi ha allietato la fresca serata estiva Claudio Caracciolo, brillante presentatore e cabarettista. Dott. Mario Costa in rappresentanza dell'Amministrazione comunale. Un trio invidiabile: Claudio, Paolo e Vittorio (rigorosamente in ordine alfabetico) hanno portato sul palco uno “sketch” esilarante che ha strappato, al pubblico divertito, applausi e sonore risate. Giovanni Olivero che, con voce suadente ha recitato due meravigliose poesie, anch’esse assolutamente “vinovesi”. Il debutto del Gruppo "Le Essemble Voces" dirette dalla Prof.ssa Marciana Petrilla. Giovanni Olivero recita una poesia di Aldo Artero poeta vinovese. Il talento vinovese "Alessandro Cora" durante l'esibizione. Il Gruppo "Forever" con Flanio Burocco alla fisarmonica. L’apprezzatissimo e bravissimo Alessandro Cora, che avremo modo di riascoltare più ampiamente in una sua prossima esibizione, prevista in autunno presso l’Auditorium di Vinovo. I “Last Minute”, che annovera tra i componenti anche il nostro Prevosto Don Marco, con la sua inseparabile tromba, hanno riscosso il successo che indubbiamente meritano, guadagnandosi calorosi applausi dal pubblico presente. Claudio Caracciolo che, oltre al Scorcio sul numeroso pubblico presente. L'esibizione dei "The Last Minute" con il nostro don Marco. I saluti finali degli artisti al termine della kermesse. Chiude in bellezza lo spettacolo il gruppo "Made In". IL VINOVESE 5 Due valenti ballerini del "Club Ginnico Fenix" impegnati in un ballo latino americano. ruolo di presentatore ha integrato la sua performance esibendosi, accompagnato da Flanio Burocco alla fisa e Claudio Balbi alla chitarra, in un esilarante “Tango d’ la soma d’aj” riadattato a Vinovo. Infine la chiusura dello spettacolo è stata affidata al gruppo vinovese/ tettirosiano dei “Made in”, che con il loro repertorio dei migliori pezzi italiani ( giustamente riadattati dal gruppo in continua evoluzione) che hanno fatto la storia della nostra musica. L’esibizione finale sul palco della famosissima “Il Pescatore” di De André è stata interpretata da tutti gli artisti che hanno preso parte alla serata ed ha coinvolto l’intero pubblico. Un doveroso ringraziamento agli artisti che si sono messi ancora una volta in gioco a favore dei “Batù”, al nostro Prevosto Don Marco per aver messo, gratuitamente, a disposizione il cortile della “Cascina Don Gerardo”, alle gentili signore che hanno provveduto all’allestimento del buffet. Un ringraziamento particolare alle signore che si sono, spontaneamente, prese carico della vendita dei biglietti, al Dott. Mario Costa, in qualità di Assessore alle pubbliche manifestazioni, per il suo intervento, assolutamente integrato al clima della serata e non mero frutto di parole di “protocollo ed infine al numeroso pubblico che, partecipando all’iniziativa, ci ha permesso di raccogliere la somma di 2885 euro destinati al restauro della nostra amata chiesetta. Claudio Caracciolo Maria Grazia Brusco Storie e aneddoti della Vinovo d'antan Lo scorso sabato 22 giugno si sono ritrovati presso il Ristorante Dominici di Piobesi Torinese un gruppo di persone che si può ben dire rappresentino il vecchio ceppo vinovese ormai sempre più ridotto e che a vario titolo collaborano con la Famija Vinovèisa. Naturalmente, come ci si aspettava, nel corso della fraterna agape, sono state ricordate persone, situazioni, storie ed aneddoti della Vinovo d’antan e che ormai sta scomparendo poco per volta. 6 IL VINOVESE Quasi una “colazione di lavoro”. La signora Stardero Gariglio ha generosamente offerto il pranzo. La fotografia ritrae da sinistra a destra la sig.ra Teresina Stardero Gariglio, Gervasio Cambiano, il prof. Ludovico Griffa e la signora Pia Rey Reineri di Lagnasco. Per la precisione alla riunione hanno partecipato anche Dino Sibona Presidente della Famija Vinovèisa ed il geom. Antonio Ramello Presidente dell’Asilo Infantile Luigi Rey di Vinovo. Una splendida novità Davanti alla Confraternita di Santa Croce (Batù), una "novità": accanto al nostro prevosto, ecco don Damiano Cavallaro, che l'Arcivescovo ha inviato a Vinovo come vice- parroco. Un sostegno ulteriore per la nostra vita comunitaria. Don Damiano è stato ordinato lo scorso giugno e la sua famiglia è di Orbassano. La pianta sacra agli dei: il fico Albero originario dell'Asia Minore, largamente diffuso nel bacino mediterraneo sia spontaneo che coltivato. Non vanno effettuate potature poiché i frutti vengono prodotti alle estermità dei rami giovani. È una pianta antichissima; la leggenda narra che in origine crescesse solo sull'Olimpo, il monte degli dei. Data la sua origine sacra, nei pressi dei templi e vicino agli edifici pubblici non mancava mai una pianta di fico. In Grecia per salvaguardare le preziose piante erano state istituite delle speciali autorità pubbliche la cui funzione era di segnalare le persone che coglievano i fichi all'interno dei templi. A quei tempi già conoscevano le proprietà medicamentose, si usava infatti come lassativo, per curare la raucedine e il catarro. Il lattice secreto del tronco era impiegato per curare porri e verruche. In cucina è un ingrediente goloso per dolci e crostate. Crostata di fichi: 1 confezione pasta frolla surgelata, 10 fichi, 50 gr. mandorle spellate, 1 uovo, 2 cucchiai zucchero, 1 bicchiere di latte, 2 cucchiai liquore all'amaretto, 1 cucchiaio di farina, burro, gelatina di ribes. Scongelare la pasta frolla e stenderla con il mattarello. Imburrare una teglia, adagiare la pasta, coprire il fondo della pasta con fagioli secchi e far cuocere in forno a 180° per 15 minuti. Nel frattempo sbattere un tuorlo con lo zucchero, unire la farina, diluire con il latte e far cuocere a bagno maria per 15 minuti. Togliere dal fuoco, prolungatela con il liquore all'amaretto. Versare la crema sulla pasta, tagliare le mandorle a lamelle e distribuirle sul bordo del dolce. Rimettere in forno a 160° per 15 minuti. Lavate i fichi e tagliateli a metà con la buccia. Disponeteli sopra la crostata sistemandoli in modo da formare una specie di grande corolla. Lucidate con gelatina di ribes sciolta a fuoco basso. Lidia Magliano Bosco Piccolo mondo antico L'intramontabile ballo a palchetto S ono passato, per caso, nel Luna Park di Piazza Due Giugno, invasa da ultra moderni e ultra fantastici padiglioni di divertimento, tanto diversi dalle modeste giostre dei cavalli o dei seggiolini volanti (la “giostra dle caden-e”) dei tempi della mia puerizia, quando c'era persino una giostrina azionata non da motori, ma dalla buona volontà di noi ragazzini, che dopo aver spinto e avviato le rudimentali carrozzine, per premio ci godevamo gli ultimi giri dovuti alla forza di inerzia, mentre i più fortunati, che disponevano di qualche soldino, cavalcavano fieramente la robusta coda di certe lignee figurine poppute, che nell'intenzione dell'autore, come direbbe il Manzoni, volevano essere sirenette. La giostrina è apparsa per diversi anni ad ogni festa patronale all'angolo della piazza vicino al ponte della “bialera”; poi l'estroso e originale cavalier Zanolini ha avuto la bizzarra idea di comprarla e di rimontarla nel suo giardino di fronte a quello che ora è l'Auditorium, a gratuita disposizione di tutti i bambini. E qui fermo l'ondata di ricordi per passare ad un argomento più serioso. Dei divertimenti di una volta è rimasto il più antico: il ballo a palchetto (deformazione del francese parquet, in cui nulla a che fare hanno i palchi e i palchetti), che è una istituzione di fine ottocento. Prima di allora non esistevano balli pubblici: i nobili, quelli gretti non quelli aperti ai principi dell'Illuminismo, e i più ricchi borghesi, aspiranti ad accasare bene le figlie, celebravano certe ricorrenze familiari con lussuosi e riservati agli invitati, balli privati, simili a coreografie da palcoscenico, vere fiere delle vanità, nei saloni dei loro castelli o delle loro ville. Basta ripensare al film come sulla imperial regia principessa asburgica Sissi, che le televisioni riciclano due volte all'anno, o al fastoso ballo del film “Il gattopardo”, ricostruito con arte finissima da Luchino Visconti, o anche al più modesto ballo delle Caterinette, che la spensierata Goliardia torinese allestiva ogni autunno al teatro Carignano in onore delle modistine e delle sartine torinesi, le eroine dell'operetta “Addio, giovinezza”. Invece il popolo - il populace, dicevano gli aristocratici e i borghesi aspiranti ad un titolo nobiliare, arricciando il naso - si divertiva in collettive e chiassose danze folcloristiche all'aperto, che ricordavano le disordinate feste in piazza dei sanculotti della Rivoluzione Francese, ma che Manifesto pubblicitario per la Festa di S. Desiderio del 1914. Tale festa si svolgeva sempre la prima domenica dopo Pasqua, ed era molto sentita dai vinovesi. Il ballo a palchetto (deformazione del francese parquet) in cui nulla hanno a che fare i palchi e i palchetti non avevano nulla a che fare con il nostro ballo a coppie (quello contro cui fino a qualche decennio fa - così voleva la mentalità di allora - tuonavano dal pulpito i parroci, reputandolo una licenziosa occasione di viziosa sensualità). L'istituzione del ballo a palchetto a pagamento, aperto a tutti, e sistemato su qualche spazio pubblico, risale per l'Europa alla seconda metà dell'Ottocento, come rilevo dal libro dello storico Eric Hobsbawm (L'età degli Imperi), dove non si parla tanto di guerre e di trattati Tommaso Leggero "l Fré dla Borca" 1908-1950. Uno dei più bravi suonatori di clarinetto. diplomatici, ma piuttosto di usi, costumi, mode, invenzioni tecnologiche, iniziative commerciali e di tutte le istituzioni civili di quegli anni (1875/1914). Questa affermazione mi ha incuriosito, per cui ho messo alla frusta l'instancabile Gervasio (proprio non riesco, per affettuosa dimestichezza, a chiamarlo dottor Cambiano, come meriterebbe) perché estraesse dai suoi inesauribili archivi qualche notizia sull'argomento relativa a Vinovo o ai paesi limitrofi. Da questa ricerca è risultato che: - nel 1861 a Vinovo c'è stato un ballo sotto l'Ala a gratis (sic!); però sembra che si trattasse di una manifestazione collettiva alla vecchia maniera, sullo sterrato e non su parquet: - nel 1863 a Piobesi, come riferisce il diario di un contemporaneo, alla festa di Santa Maura, si ballava ancora all'aperto: “ ovunque guardassimo potevamo vedere coppie che ballavano sotto gli alberi”; - nel 1867 un verbale del Consiglio comunale di Vinovo registra invece un'asta per la concessione di impiantare un “ballo pubblico per le feste di San Bartolomeo, andante a beneficio delle Opere Pie. L'incanto sarà aperto sulla miglior offerta, già fatta, di lire ottanta”. Di una analoga iniziativa si parla anche in un verbale della Giunta del 1895; - nel 1914 un manifesto pubblicitario annuncia un gran “ballo pubblico a salon” per la festa di San Desiderio (A proposito: perché di questo Santo, a cui è cointestata la parrocchia, da decenni non si parla più?). Questa la storia dei balli a palchetto, su cui per tanti anni hanno risuonato valzer (non quelli viennesi o inglesi, ma quelli dei locali, un po' equivoci, illustrati da Toulouse Lautrec e dai pittori Impressionisti), mazurche e soprattutto polche, ora sostituiti da disorganici e sgangherati frastuoni, che si ha il coraggio di chiamare musica. Ma chi ha sostituito i vecchi suonatori, Tommaso del Fré (che tanto mi ricorda il Nuto pavesiano, che “per vent'anni aveva suonato il clarino su tutti i balli della vallata”), Ruata, Bassin e tanti altri, anche più giovani come Giuseppe Pettiti, uno dei primi suonatori di saxofono vinovesi, o Vigin Grana, autodidatta percussore di batteria, che le vecchie generazioni hanno visto avvicendarsi sulla tribuna coperta del ballo pubblico! Ingoiati dal mare dell'oblio! Ludovico Griffa IL VINOVESE 7 San Francesco d'Assisi: "il più santo dei santi" Lutto a Vinovo nel mondo del lavoro Ricordiamo Attilio Giacotto imprenditore e amministratore d'altri tempi San Francesco d’Assisi (11821226), è patrono della nostra nazione dal 18 giugno 1939: a stabilirlo fu Papa Pio XII. Accanto a lui, la patrona Santa Caterina da Siena (1347-1380). Passarono dunque oltre sette secoli dalla canonizzazione di San Francesco (divenuto Santo per volere di Papa Gregorio IX nel 1228, a due anni dalla morte). Così l’Italia unita era rimasta senza patrono per 78 anni. Perché proprio lui? Non fu un caso. Nel 1926, celebrando la morte del “poverello d’Assisi”, Mussolini fece sua una frase di dubbia paternità (secondo alcuni fu Pio XII a pronunciarla, mentre fonti più recenti la attribuiscono a Vincenzo Gioberti) definendolo “Il più italiano dei santi e il più santo degli italiani”. Quando, nel 1939, il Papa proclamò patrono San Francesco, lo fece nell’ambito del processo di riconciliazione dello Stato con la Chiesa (in “rotta” con l’Italia dalla presa di Porta Pia del 1870) culminato 10 anni prima con la firma dei patti lateranensi. E Mussolini ricambiò proclamando “Popolo di santi” tutti gli italiani. Da lì in avanti il Santo d’Assisi, è stato celebrato da tutti i movimenti politici. Il nome , già molto popolare, ha avuto un’impennata grazie all’elezione a Papa di Jorge Mario Bergoglio che, per sottolineare la nativa vocazione alla povertà e ai bisogni del popolo ha assunto per la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica il nome pontificale di Francesco. “Francesco” deriva dal latino medievale Franciscus, a sua volta derivante dall’aggettivo germanico Frank-isk (appartenente al popolo dei franchi). Cominciò ad essere usato come nome proprio nel XII secolo e la venerazione verso S. Francesco d’Assisi diffuse il nome in quasi tutta l’Europa occidentale nel corso del medioevo. San Lo scorso 25 luglio è mancato presso l’Ospedale di Carmagnola Attilio Giacotto di anni 79, una delle figure più rappresentative di Vinovo e non solo del vecchio ceppo locale. La sua famiglia era molto conosciuta nel paese a cominciare dal nonno, in quanto iniziatore di una importante attività imprenditoriale nel settore del legno. Infatti al momento la ditta Giacotto è la più vecchia di Vinovo poiché conta ben 108 anni di attività. Dal primo periodo all’inizio dello scorso secolo come artigiano carradore, alla segheria in via nel Castello negli anni 191015 e fino al secondo dopoguerra 1946/47, con produzione di imballaggi ed in particolare cassette per la Fabbrica di Conserve alimentari Martino. Quindi dal 1959/60 la ditta venne trasferita in una nuova sede col primo capannone in via San Desiderio dove oltre agli imballi veniva lavorato legno esotico richiesto da varie falegnamerie. Infine dal 1967 la produzione venne rivolta al perlinaggio e rivestimenti in legno di qualità. Oltre a questa attività che lo occupava molto, ed oltre alla famiglia, Attilio si era molto speso ed impegnato per la comunità vinovese. Infatti era stato a lungo amministratore comunale con inizio nel 1975. Dal 1980 al 1983 era stato anche eletto Sindaco di Vinovo. Negli anni successivi aveva continuato a mantenere tale impegno sia come consigliere che come Assessore per alcune legislature. In questi anni si era fatto conoscere ed apprezzare dai suoi concittadini anche in questa veste. Chi scrive queste brevi annotazioni in suo ricordo, era stato al suo fianco come DOI CIARAFI! A l'ombra 'd na reusa, ant un canton dël mè giardin, për nen che 'l sol a-j brusa... a son nàje doi ciatin. Un, bianch e nèir... l'àutr ësgrisolià... con la ciatin-a tuta sbaruà. A jë tnìa fra soe piòte, poponandie con j'euj sarà, andafarà tacà a-j pupin, a ciuciavo sò prim làitin. Scorcio dello stabilimento in via San Desiderio di Attilio Giacotto. Assessore e come consigliere, e si era trovato in Consiglio Comunale anche su fronti opposti a secondo degli alti e bassi del momento. Ma sempre vi fu un bel rapporto tra galantuomini. Attilio Giacotto fu molto provato negli affetti famigliari, ma il forte carattere e la Fede (come è anche stato sottolineato 8 IL VINOVESE nell’ Omelia durante la S. Messa funebre) lo sostennero con vigore. La sua scomparsa ha naturalmente suscitato grande cordoglio tra coloro che lo hanno conosciuto. Alla moglie, figlio, nuora e nipoti che tanto adorava, vanno le sincere condoglianze della Famija Vinovèisa. g.c. Col quadrèt a l'era na blëssa, a fasìa pen-a e ... tenerëssa ma ste bestiëtte a son boneurà, a l'han na mama afessionà. A son nà scond natura, sota 'l reuse a l'aria pura, peuj, a l'ha portamie an ca, e posamie lì... sël sofà. A l'ha beicame con sò eujn, a l'ha gnaulame: min, min... coma dime... làsme sté sì... a son doi ciarafi 'ma j'ero mi! Adriano Cavallo Cuneo Francesco oltre ad averci lasciato in eredità la tradizione culturale del presepe, grazie al “Cantico delle creature” è considerato uno degli iniziatori della tradizione letteraria italiana. Il 4 ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica in tutta la Chiesa Cattolica (anche se ci sono altre date onomastiche relative a Santi omonimi in calendario). Al Pontefice e a tutti i Francesco: Buon Onomastico. Maria Grazia Brusco 8 settembre 1943 Finalmente tutti a casa 9-10 settembre 1943. Fanti italiani lasciati liberi si avviano verso le proprie case. E sattamente 70 anni or sono l'Italia usciva dal conflitto mondiale in corso nel mondo che tutti ben conosciamo. Nei giorni successivi al giorno 8 settembre 1943 il Regio Esercito Italiano si liquefaceva come neve al sole non solo sul suolo nazionale ma anche in Francia, Balcani, Grecia e isole Egee. Lasciati senza ordini precisi sul da farsi, la massa dei soldati o riuscì a tornare a casa o finì prigioniera dei tedeschi negli Stalag in Germania e Polonia. Anche i piccoli presidi militari sparsi per tutta la penisola furono coinvolti in questa immane tragedia. Nel Castello Della Rovere dal 1941 La famiglia Rey continuava però ad abitare la torre sud del castello assieme all'esercito aveva trovato sistemazione una unità della Sussistenza, seguita all'inizio del 1943 da una compagnia di bersaglieri e nella successiva estate da una compagnia di disciplina composta da militari di truppa di ogni arma. Costoro in numero di circa un centinaio, dovevano trascorrere qualche mese di punizione per infrazioni commesse durante il servizio nei reparti di appartenenza. La famiglia Rey continuava però ad abitare la torre sud del Castello in una specie di forzata coabitazione con l'esercito. Comandava questa raccogliticcia compagnia il capitano Opezzi, astigiano. Dopo aver trascorso il giorno 9 settembre senza ordini il giorno successivo il suddetto ufficiale radunò i suoi soldati nel cortile del Castello e dopo un discorsetto riguardante il momento lasciò tutti liberi di tornare alle proprie case. Così ognuno pensò per sè. Qualche abito civile venne racimo- lato dagli abitanti delle case limitrofe al Castello. Qualcuno se ne andò in divisa altri cercarono rifugio presso famiglie amiche di Vinovo. Alla sera del 10 settembre il Castello era vuoto dalla presenza militare. Gruppi di civili entrarono nei locali lasciati vuoti e s'impossessarono di quanto abbandonato: coperte, vasellame, arnesi delle grandi cucine, finimenti per muli e cavalli e materiale vario di casermaggio. La polveriera non fu manomessa perché era stata chiusa a chiave dal custode civile del Castello. Alcuni giorni dopo per ordine del Comando Germanico di Torino il Commissario Prefettizio Ing. Sella della cascina Motta che sostituiva il Podestà, richiamò la popolazione vinovese a consegnare in Municipio quanto asportato. E così quasi tutto venne riconsegnato all'autorità. Solo una decina di fucili modello 91 vennero imballati in sacchi impermeabili di yuta e nascosti in un pozzo del Palazzo Municipale. Servirono poi ad armare la squadra di patrioti locali nei giorni della Liberazione del 1945. La stessa situazione successe nei paesi limitrofi a Vinovo: a Piobesi nella ex fabbrica di fiammiferi SAFFA dove c'era acquartierato un piccolo presidio militare dell'autocentro. A La Loggia e Stupinigi presso le casermette delle batterie antiaeree della DICAT ed ai Capannoni Militari di Candiolo sede di grandi depositi di materiale vario per l'esercito. Capannoni peraltro bombardati da aerei della RAF nel settembre 1941 durante l'incursione diretta su Torino ma che colpì anche Vinovo ed appunto Candiolo. Gervasio Cambiano Breve ritratto di Mamma Rita Grazie ancora per tutto il bene che hai compiuto fra noi Chi ti parla in questo momento sono le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti e che ti hanno voluto bene, condividendo sempre con te i momenti felici e spesse volte tristi di questa vita terrena. Chi ti ha accompagnato in quella che è stata l’ultima tappa di questo tuo cammino quaggiù, infatti si è commosso nel sentire le parole del nostro carissimo don Rolle, il quale, data la sua veneranda età, ha avuto modo di conoscere meglio di tutti noi il tuo buon cuore verso le persone più deboli e provate da sofferenze non solo fisiche, ma soprattutto anche morali e spirituali. La tua vita, ricordava appunto il canonico Rolle, è stata offerta al Signore ed alla Sua mamma Celeste, fin dagli anni della tua giovinezza, quando insieme ad altre otto consorelle, guidate dal nostro amatissimo don Viotti, avete fondato la comunità di Gesù maestro. Erano gli anni del dopo-guerra; vi erano molti sfollati e la fame si faceva sentire. Come di consueto, chi soffriva di più erano sempre i più deboli, in particolare i bambini. Ma la vostra grande generosità, non si fermava di certo davanti alle difficoltà. Aiutate dalla preghiera incessante e dalla provvidenza, che grazie al buon cuore di molti non venne mai a mancare l’indispensa- bile. Vi siete sempre rimboccate le maniche, mettendo la vostra vita a disposizione soprattutto dei bambini più bisognosi, che il Cottolengo di Torino inviava nelle vostre case d’accoglienza. La prima fu a Forno, poi seguirono quelle di Coazze, Fornaci di Beinasco ed Orbassano. Qualcuno ricorda ancora quando t’incamminavi bussando alle porte di quel pugno di case, sparse nella borgata di Forno, per chiedere anche solo un pezzo di pane, per sfamare i vostri bambini. Ma molti di più sono quelli che ricordano l’amore che proprio quei bambini ricevevano in mezzo a voi, al punto di chiamarvi mamma. Ancor oggi, IL VINOVESE 9 alcuni di loro sono qui, per poterti dire ancora una volta grazie, per tutte le volte che hai donato loro una carezza, ed alla sera, quando la fatica fisica si faceva sentire, avevate sempre loro una parola dolce ed un sorriso materno, pari a Mamma Rita, "Mamma missionaria" di Gesù Maestro dal 1951. quello della nostra mamma Celeste che ci sorride dal cielo. Cara mamma Rita, tu amavi molto le belle montagne che ti facevano corona intorno e non si può dimenticare le tante volte che hai accompagnato in preghiera don Viotti, sulle cime del monte Rubinet per pregare la Madonna degli Angeli: e le molteplici marce al Rocciamelone, per implorare la Madonna delle cime. Quando ce lo raccontavi, ne andavi orgogliosa. Poi, quando scendeva la sera,, ed il peso della giornata cominciava a farsi sentire, offrivi ogni gioia e sofferenza, alla tua amata Madonna di Forno.. La tua vita, è sempre stata una vera scalata verso l’eternità in cui spera ogni cristiano. Ma per noi l’esempio più grande, ce lo hai donato quando con tanto amore hai abbracciato la Croce della sofferenza e della malattia. In questi ultimi anni, dal tuo letto di dolore, hai insegnato ad ognuno di noi la vera strada che conduce al Paradiso, offrendo ogni istante del tuo pellegrinaggio terreno, per i giovani, le vocazioni ed i sacerdoti. Sono proprio loro in particolare, che accomiatandosi da te, ritrovavano non solo nelle tue parole, ma ancor di più nella serenità del tuo volto, la forza di offrire la propria vita a Dio, anche nei momenti difficili e dolorosi che essa spesso ci riserva. Ma la più grande testimonianza della tua vera fede, è giunta a noi, attraverso il tuo totale abbandono nelle braccia della Vergine Santa, che qui in terra tu veneravi con il titolo della Madonna degli Angeli, del Rocciamelone e della Madonna di Forno, unitamente al Suo Figlio Gesù.Ora che la tua anima sta compiendo la sua ultima scalata verso il cielo, alzando i nostri occhi, ti salutiamo con un arrivederci lassù, in quel Paradiso in cui hai sempre creduto Il nostro augurio è che fin d’ora tu possa contemplare i loro volti, nella vera Luce che dura per l’eternità, ricompensandoti così di tutte le tue fatiche, in questa valle di lacrime. Ciao mamma Rita, arrivederci in Paradiso. Maria Brarda A Vinovo si fa festa in onore del Santo Patrono Davanti all'ingresso della Chiesa Parrocchiale di Vinovo dedicata all'apostolo San Bartolomeo il nostro Prevosto in preghiera seguito da numerosi fedeli prima dell'inizio della processione lungo le vie del paese. Sotto, preceduto da don Marco il carrello che trasporta la statua del Santo trainato da un gruppo di volontari vinovesi. LA NEBIA Con piòte 'd gat a riva silensiosa. A guardé dal bass a së squacion-a come 'n atèisa. Tra cel e tèra la sità a ten sospèisa co'l cioché àut sle ca pogià sël gnente... L'ànima mia a l'é sorprèisa da sò incantament. Peui come a l'é vnùa as na va chissà 'ndova misteriosa sensa fesse sente. Pierangela Tapparo Borgaro (TO) Marmi - Pietre Graniti - Onici Viale Rimembranza, 23 10142 NICHELINO (TO) Lavorazioni edili e funerarie Progettazione d’Interni Arredamento Tel. +39 011 680 95 16 Fax +39 011 627 28 13 Imberti geom. Antonio www.imbertimarmi.com [email protected] P.I. 06262740019 FOCO COSTRUZIONI FILIALE DI VINOVO Via Cottolengo, 46 Tel. 011 962 3395 - Fax 178 27 01 674 www.iviaggidilitta.it e-mail [email protected] 10 IL VINOVESE di Geom. Giampiero Foco Via Gioanetti, 9 10048 Vinovo (TO) Tel./Fax 011 9653885 Cell. 334 9135032 [email protected] COSTRUZIONI RISTRUTTURAZIONI MANUTENZIONI CIVILI E INDUSTRIALI C Slinky al mare tra spazi ridotti, disinteresse e confort arissimi lettori, c’è tanta gente che scrive…… da cani e, questa volta è un cane che scrive! Mi chiamo Slinky e, non faccio per dire, ma sono un gran bel bassottino nero a pelo raso e quest’anno, visto che sono un giovanotto ormai, ho deciso di andare in vacanza con i due umani che vivono quotidianamente con me. Non è che volessi abbronzarmi, non mi serve, ma volevo un po’ gustarmi l’aria di mare ed il caldo della sabbia perché a me la brutta stagione non piace proprio per nulla perché ho un gran freddo, zampettando quasi raso terra! La Liguria è stata la nostra meta ed abbiamo scorrazzato avanti e indietro per trovare spiagge che ci accettassero tutti e tre, umani e cani, e la cosa, credetemi, nonostante i “suggerimenti” di quella che viene chiamata la “legge Brambilla”, è assai difficile. Arriviamo a Loano dove ci sono tre bagni comunali che hanno riservato “appositi spazi” agli ospiti a quattro zampe ma, debbo dire che due, oltre ad essere sempre “sold out , cioè stracolmi, sono troppo strettini e non avevano mai posto e così mi sono trovato, finalmente, nel terzo. Qui mi hanno dato un posticino ma era davvero un fazzoletto di sabbia, pardon, quasi cemento, veramente impraticabile. Il tutto è gratis ma io vorrei anche pagare qualche euro e stare un filino più comodo e non nascosto dietro una staccionata di canne! Peccato che, per trovare posto, uno deve svegliarsi all’alba e per telefono non prenotano nulla, dopo averti detto che lo fanno (sight!) ed allora, il giorno dopo, siamo andati a Finale Ligure dove c’è una spiaggia del Comune dedicata a noi. Anche qui, anche se i confort sono minori che a Pietra, la spiaggia è spaziosa, ci sono servizi dedicati a noi e si sta tranquilli. Voto: 2 ciotole. Visto che ci avevamo preso gusto, abbiamo deciso di frequentare i bagni per “4 e 2 zampe” nelle vicinanze per scrivere quasi una “GUIDA “ di chi li ha testati veramente. E così siamo andati a Borgio Verezzi ed anche qui non siamo stati male: più o meno il confort era come a Finale: niente di super ma 2 ciotole, come voto, vanno bene. Visto che non patisco l’auto e volevo viaggiare un po’ per vedere le bellezze delle cittadine del litorale, abbiamo deciso di cercare il meglio ed allora eccoci, dopo prenotazione via e-mail e conferma via telefono, al “BAU BAU Village di Albisola (o Albissola dato che è scritto in entrambi i modi) e li, dopo le procedure di rito che si svolgono in tutti i Bagni e che prevedono la visione del libretto sanitario e la raccolta dei dati medici, sono stato accolto da due hostess che mi hanno accompagnato al mio ombrellone: era di paglia ed enorme. Dico mio perché la prenotazione è fatta solo a nome di noi quadrupedi e gli umani che ci accompagnano devono solo pagare per il gusto di averci LE MIE VACANZE ... DA CANE! Lo scorso anno era decisamente meglio ma quest’anno, per motivi che non so, il posto che il Comune ci ha riservato in questo bagno era minuscolo assai. Una cosa però debbo dire: i gestori di questo bagno sono persone splendide, amabili, garbate, attente alle nostre esigenze e si prodigano per farci sentire a nostro agio ma lo spazio, ahimè, è quello che vi ho descritto. VOTO: Non classificabile. Non capisco perché, in una cittadina grande e bella come Loano, non ci sia un gestore privato di bagni che pensi di dedicare uno spazio anche a noi; eppure vedono quanti siamo a zampettare sulla passeggiata: che cosa aspettano per accontentarci ???? Ma lo sanno che, sotto il profilo economico, la spiaggia per cani è un grande business ? e poi vi racconto anche il perché. Per me questo disinteresse verso di noi, che non c’è in altre località liguri assai meno grandi, è inspiegabile e non lo capisco ma è così e non credo che vi sarà più attenzione per il futuro. Visto come andavano le cose, e dato che uno dei miei compagni umani non gradiva questa collocazione di fortuna, abbiamo iniziato a cercare altri bagni per cani ed umani e così siamo andati a Pietra Ligure, Bagni Rintintin, il nome è tutto un programma, e li le cose sono andate decisamente meglio. Umani e cani stanno insieme e fanno insieme il bagno; ci danno una ciotola con l’acqua fresca, una stuoia per accoccolarci e poi ho conosciuto tanti altri cani e mi sono proprio sentito finalmente in vacanza. Qui i bagni sono tenuti da privati ed il costo è quello dei bagni del litorale e noi paghiamo la nostra quota. Voto 3 ciotole. Quindi, ripeto quello che ho “abbaiato” prima, è un affare averci tra…… i piedi!!!!!! vicino ed ogni attenzione è riservata a noi compreso un cestino omaggio nel quale mi sono trovato una borraccetta, che serve sempre, un termometro per auto e dei pacchettini igienici per …… avete capito per cosa! Debbo dire che li me la sono proprio goduta; gli ombrelloni davano un aspetto Caraibico alla spiaggia ed erano distanti l’uno dall’altro e così ampi che mi sono accoccolato un po’ qua ed un po’ la senza annoiarmi mai. Davvero bello ma……, e li è la nota …dolente, non per me, ma per i miei accompagnatori che mi hanno detto che non è proprio economico! Tutt’altro “na botta”, insomma! Nulla da dire, li vale anche , ma non è per tutti i giorni però perché costa come se fosse in pensione da 2 stelle un umano. Il Village è tenuto da privati ed ha spazi per agilità , docce per cani, spazio per giochi e c’è pure un bar ed un ristorante, dove siamo ammessi. Voto: 4 ciotole … abbondanti. Così, un po’ per motivi economici, un po’ tanto, ed anche perché non c’era posto per i giorni successivi, dato che in agosto è sempre stracolmo, visto che poi, tra benzina, autostrada e costo dei bagni, la somma era troppo alta, i miei amici umani hanno deciso di portarmi ai Bagni Capo Mele a Laigueglia. Qui non è facile trovare un parcheggio ma, amici cari, vi dico che MERITA andarci. Prima di tutto, quello che mi è piaciuto di più, e che non mi sono sentito “ghettizzato” perché non era un bagno per soli animali ma un bagno PER TUTTI con uno spazio anche per noi che, peraltro, possiamo stare al bar- ristorante all’aperto con tutta tranquillità accarezzati e coccolati . Continua a pag. 14 Del Vago GIOIELLI Vendita Promozionale su articoli da casa. Sconto dal 20% al 40% RITIRIAMO IL VOSTRO ORO USATO Via Cottolengo, 73 VINOVO (TO) - Tel. 011 9 623 785 IL VINOVESE 11 I lavori nella Chiesa di S. Croce non si fermano mai Nelle campate della volta appena restaurate tutto il fascino del passato N Rosone raffigurante S. Andrea, uno dei due santi (l'altro è S. Lorenzo) patroni della Confraternita dei Battuti. I due dipinti ricordano le statue esposte sulla facciata esterna. oi siamo stati in ferie e mi auguro che tutti abbiano goduto un periodo di meritato riposo ma c’è chi ha lavorato sodo. Come tutti hanno potuto constatare i lavori di restauro della nostra amata Chiesa di S.Croce non si sono fermati e continuano la loro battaglia contro il tempo. Natale si avvicina e l’allestimento della Mostra dei Presepi incombe, quindi niente vacanze!. Al rientro i Vinovesi hanno visto che i ponteggi che a luglio occupavano il centro, erano scomparsi e già si poteva ammirare la volta ritornata al suo originario affresco. Vediamo di ricordare lo stato di conservazione della porzione d’edificio soggetta all’intervento: erano presenti diverse problematiche di degrado, soprattutto a carico dei paramenti e delle finiture decorative, causate da fenomeni di umidità sia di risalita dalle pareti laterali che di infiltrazione dal tetto. Le volte presentavano delle aree interessate da fenomeni di alterazione cromatiche, attacchi batteriologici, e caduta degli strati decorativi, nonché di porzioni di intonaco. Grandi macchie erano ben visibili sull’area dell’imposta della 1°, 2° e 3° campata, in molte parti del cornicione e della volta si evidenziavano crettature diffuse dei diversi strati polvere nelle parti più tenaci, effettuata con prodotti idonei quali acqua deionizzata o carbonato d’ammonio. Successivamente è stato effettuato il consolidamento di tutte le parti fragili dell’intonaco tramite iniezioni di malte idrauliche, e la riadesione della pellicola pittorica per mezzo di resine acriliche. Un trattamento biocida ha permesso l’eliminazione della proliferazione fungina (muffe); in seguito si è proceduto al risarcimento di tutte le lacune e delle crettature, per mezzo di varie malte a base di calce idraulica miscelate ad inerti di varia consistenza, a seconda delle dimensioni e profondità delle stesse; infine un accurato risarcimento pittorico ad acquarello, steso a velature sulle parti mancanti più estese, dove non vi era più lettura, e un ritocco puntuale minuzioso, hanno restituito una perfetta ed omogenea visione d’insieme. Così ora si possono riammirare i due rosoni in cui sono rappresentati San Lorenzo, con la graticola in mano e Sant’ Andrea con la croce nonché un ostensorio trionfante in cielo. La volta è sormontata dalla scritta, ora visibilissima’ “Hoc signum Crucis erit in coelo” che giustifica quindi il nome di Chiesa di Santa Croce. Rifulgono alla luce esterna anche le vetrate preziosamente istoriate con figure di cervi che si abbeverano ad una fonte, ora sapientemente ripulite. Con l’occasione sul cornicione sono stati riposizionati diversi faretti illuminanti ed altoparlanti per il sistema di amplificazione. Come si può vedere è ben netta la differenza tra le parti ancora da ripulire o addirittura da ricostruire ove l’intonaco non era più recuperabile e quindi è stato rifatto (parti bianche) per fare da base all’affresco. Vorremmo ricordare che i fiorellini sono dipinti a mano non con lo stampino! Questo è stato fatto … e bene! Ora si sta procedendo per completare il rifacimento delle pareti laterali e anche delle pareti posteriori delle nicchie che contengono le statue frontali e della cappella alla sinistra dell’entrata. E siamo alle dolenti note: sono stati fatti i saggi per il ripristino della bussola lignea d’ingresso e del sopralzo che regge l’organo (e abbiamo avuto il preventivo). E l’organo di cui vi abbiamo parlato diffusamente nello scorso numero, attende paziente il restauro e l’opera di accordatura, ma è molto im- Rosone sulla campata centrale della Chiesa che raffigura San Lorenzo con la graticola. paziente di far nuovamente sentire la sua possente voce con melodioso sottofondo (altro preventivo). Insomma per farla breve, per completare il vestito nuovo della Chiesa di S.Croce, gioiello voluto dalla Confraternità dei Batù occorrono ancora 50.000 euro e potrà splendere come il giorno in cui è stata completata agli inizi del 1600. E tutti i Vinovesi potranno essere orgogliosi di aver partecipato ad un così importante recupero di un’opera d’arte che dà lustro alla nostra cittadina, perché siamo certi che ogni cittadino, Associazione e il Comune stesso ha contribuito con quello che si poteva permettere in tempi così magri economicamente. Ma noi siamo molto fortunati, ricordo che nel ‘600 in Italia imperava la peste (calamitas calamitatus) e spesso erano proprio i flagellanti (batù) che portavano gli ammalati al lazzaretto. Mario Bernardi concretizzati fra loro, determinate da processi d’invecchiamento e da fenomeni di umidità ambientale. Molti depositi di polveri e particellati vari si concretizzavano sulle superfici soprattutto sulle aree aggettanti esposte mentre le pareti inferiori dell’aula e in maggior modo le pareti inferiori ovest presentavano una caduta quasi totale della finitura decorativa e un’erosione disomogenea dei supporti ad intonaco; si evidenziavano infatti, in queste aree, degli interventi di ripristino parziale o totale degli intonaci. Come si è realizzato il lavoro di restauro: si è proceduto inizialmente con un intervento di pulitura: spolveratura meccanica dei particellati e Una delle numerose iniezioni di malte idrauliche effettuate dai restauratori della Soprintendenza delle Belle Arti. Il degrado del soffitto sovrastante l'organo prima del restauro. Segue da pag. 14 Debbo dire che è tutto veramente bello, confortevole, con un personale attento sia ai cani che agli umani e mi sono sentito talmente a mio agio con i miei amici, che mi è dispiaciuto quanto, andato via il sole, sono dovuto rientrare. Veramente un ‘esperienza serena dove umani e cani convivono negli spazi comuni in allegria e serenità e gli umani, grazie a noi, fanno amicizia con facilità; ci ritornerei subito. Voto 5 stelle e costo ragionevole. Il bagno è tenuto da privati. Voto: 5 ciotole. La vacanza stava per terminare e non è che fossimo andati ai bagni tutti i giorni sia perché, mi hanno detto i miei umani che era troppo caro per loro, sia perché un po’ faceva bello ed un po’ brutto come sempre fa il tempo dopo Ferragosto. Avevamo tentato di andare a Baba Beach poco prima di Alassio, partendo da Albenga, poco dopo Ferragosto ma non c’era posto ed allora mi sono ritrovato su una scoscesa spiaggetta libera dove il vento la faceva da padrone come la poca pulizia. In quell’occasione però, con molto garbo, i proprietari dei bagni, ci hanno fatto visitare la struttura e ……….è stato un colpo di fulmine ! la vista, il posto super, l’affabilità di tutti, l’amabilità e così, dopo vari tentativi, l’ultimo giorno di ferie, ci siamo andati. Bellissimo: la vista è quella magica dell’isola Gallinara ed il confort è eccezionale come il garbo e l’attenzione ed in più, udite udite, HANNO IL PARCHEGGIO e non devi scapiccolarti per mettere la macchina a chilometri di distanza! Debbo però descrivere questi bagni che, oltre alla vera e propria spiaggia attrezzata e molto pulita, hanno dei terrazzamenti in legno dove trovano posto umani e cani con umani; io sono andato alla Terrazza Snoopy e debbo dire che sono stato alla grande. Prima di tutto mi sono sdraiato sul lettino e poi sul pavimento di legno quando ho avuto caldo e, tra un sonnellino e l’altro, dato che la terrazza si trova in alto protesa sul mare, mi sono goduto lo spettacolo di guardare tutti “dall’alto in basso” che, credetemi, per un bassotto non è poco davvero!!!!! Ho fatto qualche amicizia, i miei umani in pieno relax hanno parlato di me con altri umani, ed è stata una giornata indimenticabile anche perché, nel bar e nel ristorante, io c’ero e nessuno mi ha detto nulla e quindi, come a Laigueglia, mi sono sentito “parte del mondo”, nel mio piccolo s’intende! Il bagno è ovviamente di privati è il costo è più che abbordabile come i bagni per umani e nulla più. Voto: quasi 6 ciotole BAU BAU BAU!!!!!! Che debbo abbaiare d’altro ? per chi ha dei cani spero di aver dato qualche indicazione utile ed ai i privati che gestiscono dei bagni in Liguria, a Loano specialmente, desidero dare un suggerimento: noi quattro zampe siamo parte della società ed oltre ad essere una compagnia sincera ed affettuosa per i nostri amici umani, rappresentiamo una componente del PIL nazionale; grazie a noi molte aziende lavorano e molti lavoratori hanno un loro stipendio e mantengono tante famiglie e, quindi, sia direttamente che indirettamente, siamo fautori di ricchezza. Se non l’avete ancora capito, cercate di capirlo poiché i posti di lavoro si creano anche con un bagno per animali ed umani dove lavorano tante persone; COMPRESO IL MESSAGGIO???? Io me ne intendo poco di cose economiche, ma tra noi quattro zampe, ci si parla e crediamo proprio che sia così. Qua la zampa, cari amici ed a presto con altre avventure. Slinky il bassotto TOP MOTOR di D’Urzo Basilio “Da trent’anni con voi con la passione di sempre” AUTORIPARAZIONI CENTRO REVISIONI AUTOVEICOLI MOTO E CICLOMOTORI AUTORIZZATO Presa e consegna a domicilio del vostro veicolo Via La Loggia, 49-51 VINOVO (TO) - Tel./Fax 011 965 13 67 e-mail: [email protected] 14 IL VINOVESE È NATA Nel giorno Buldorini. Adi S. Liliana sabato 27 affettuose fe mamma Graziella e a luglio è nata la piccola Elisa evento dalla licitazioni. Ai nonni l'a papà Andrea le più ugurio più si Famija Vino ncero per il vèisa. lieto CHANEL N. 5 È alta e bella, molto profumata, quella donna che porta al guinzaglio un minuscolo cagnetto e svogliatamente guarda le vetrina del libraio. Turba il sentore forte dell'acqua di Colonia l'uomo distinto ed assai blasé che distrattamente guarda i volumi in mostra esposti. Piacciono al suo volpino indaffarato i sentori del piccolo chihuahua, che non son quelli dello Chanel numero cinque. Turba il sentore forte dell'acqua di Colonia l'uomo distinto ed assai blasé. Giuseppe Bertola Torino Onestà, rispetto, puntualità, esperienza, riservatezza e professionalità sono le garanzie dei servizi funebri svolti dall’Agenzia “S. Bartolomeo” di Anna Maria Celano e Domenica Dileo con sede in Via Cottolengo, 58/1 tel.: 011 9 623 936 - 348 9 304 299 - 349 8 326 659 Si effettuano cerimonie funebri di tipo economico, classico e di prestigio. Il servizio funebre viene concordato con i famigliari dando la possibilità di scegliere e di affrontare la spesa più adatta alle loro esigenze. I prodotti ed i materiali usati sono tutti rigorosamente italiani. La gita di mezza estate a Villa Carlotta sul Lario Una domenica insieme dove la natura e la storia danno spettacolo Villa Carlotta - Lago di Como. Un gruppo di gitanti della Famija Vinovèisa ritratto nel Parco della famosa località. L a splendida dimora sorge sulla sponda occidentale del lago, ramo di Como, in località Tremezzo. Già descrivemmo la villa e il suo parco così come appare agli occhi del turista dal battello in navigazione sul lago (gita sociale 2011). Ora visiteremo l’edificio e il vasto giardino che lo circonda (ca. 70.000 m²). La villa fu costruita a fine 1600 per il marchese Giorgio Clerici: la lettera C che compare sul cancello di ingresso sta per l’iniziale di Clerici e non di Carlotta. Fu poi acquistata agli inizi dell’Ottocento da Gian o Giovanni Bat- Fondate da Servidio Nicola operano su tutto il territorio nazionale e mettono a disposizione della propria clientela gli uffici di Vinovo, via Cottolengo 58/1, Trofarello, via Torino 52. Tuttora la moglie Annamaria Celano, con i soci Marco Luison e Domenica Dileo Vitagliano gestiscono in modo esemplare due agenzie di Onoranze Funebri nella provincia di Torino garantendo sempre il massimo della sensibilità e umanità di cui sono capaci, onorando il ricordo del suo fondatore. Villa Carlotta. Sempre nel parco di Villa Carlotta uno dei due gruppi della Famija Vinovèisa posano per il ricordo. A Carlotta la villa fu donata dalla madre principessa Marianna come regalo di nozze tista Sommariva, avvocato, imprenditore e influente uomo politico, nonché collezionista d’arte. Fu amico di Napoleone Bonaparte, che gli affidò numerose e delicate missioni diplomatiche e occupò importanti cariche pubbliche nella Martina e Amelia le mascotte della Famija Vinovèisa ritratte in riva al Lago di Como nella località di Tremezzo. ONORANZE FUNEBRI S. BARTOLOMEO - L’ANNUNZIATA Repubblica Cisalpina e poi nella Seconda Repubblica. La sua carriera politica ebbe un arresto improvviso nel 1802, quando Napoleone gli preferì Francesco Melzi D’Eril nella carica di vice-presidente della Repubblica Italiana, Grande fu perciò la sua delusione che lo condusse ad abbandonare la politica e a dedicarsi alla sua antica passione di collezionista di opere d’arte, acquistando quei capolavori di Canova, Thorvaldsen e Hayez che ancora oggi fanno della villa uno dei templi dell’arte ottocentesca. A Carlotta la villa fu donata dalla madre principessa Marianna di Nassau come regalo di nozze. L’AnnunziataS. Bartolomeo Cerimonie di estremo saluto Vinovo via Cottolengo 58/1 Trofarello via Torino 52 I principi di grande moralità garantiscono un servizio di assoluta correttezza verso la propria clientela. Disponiamo di auto funebre di ultima generazione, di un locale per l’esposizione dei feretri. Offriamo la nostra professionalità per il disbrigo di tutte le pratiche. SVOLGIAMO FUNERALI COMPLETI DALLA VESTIZIONE DELLA SALMA ALLA FOTOCERAMICA I nostri recapiti felefonici 24 ore su 24 Tel. 011 9623936 011 6490292 Cellulari: Annamaria 348 9304299 Marco 338 6881770 Domenica 349 8326659 IL VINOVESE 15 Erbe - Spezie Mieli Cosmetica naturale Martina e Amelia vengono premiate da Maria Grazia per la loro simpatia, al ritorno. Via S. Bartolomeo, 6 Tel. 011 9 652 984 VINOVO (TO) Renault Pautassi ASSISTENZA E VENDITA AUTO NUOVE E USATE INSTALLAZIONE IMPIANTI GPL “LANDI” VINOVO Via Cottolengo, 96 Tel. 0119 652 304 NUOVA La principessa Carlotta morì molto giovane e fu il marito Giorgio II, duca di Saxen-Meiningen, appassionato botanico, che dedicò la sua vita a sviluppare ed arricchire il vasto giardino paesaggistico, favorito dal microclima lacustre e dal terreno di origine morenica, particolarmente acido e adatto alle piante cosiddette acidofile. Celeberrima è diventata la fioritura primaverile dei rododendri e azalee, coltivati in oltre 150 varietà. Si visita dapprima la villa, oggi di proprietà dello Stato Italiano, che ospita il museo. Si entra nel salone al primo piano; non è possibile descrivere compiutamente le diverse sale con tutte le opere d’arte esposte, per cui mi limiterò a un florilegio di curiosità. La Sala dei Gessi dove sono conservate i prototipi in gesso delle sculture marmoree: infatti gli scultori costruivano l’opera in gesso, prima in miniatura, poi in grandezza naturale e successivamente scolpivano il marmo. La Sala di Palamede, dove troneggia la statua dell’eroe mitologico greco, cui la tradizione attribuisce l’invenzione dei dadi, degli scacchi, V.A.I. s.n.c VINOVO AFFARI IMMOBILIARI Servizi Immobiliari dei numeri e delle lettere doppie dell’alfabeto e altro ancora. Si racconta che Palamede, riuscì a smascherare Ulisse, che per evitare di partire per la guerra di Troia, si era finto pazzo e stava seminando sale sulla spiaggia con l’aratro trainato dai buoi. Palamede prese in braccio Telemaco, il figlio di Ulisse, e lo depose davanti all’aratro. Ulisse alzò subito il vomere per evitare di colpire il bambino e in tal modo Palamede comprese che Ulisse era perfettamente lucido. Al piano secondo si accede a una lunga galleria, che ospita diverse mostre estemporanee, dove si aprono le stanze dei principi, arredate con mobili d’epoca autentici: la camera di Carlotta, la sala da pranzo, la sala dell’arazzo, il salotto Impero, lo studio di Giorgio II, la camera da letto. Quindi si passa alla visita del parco e dei giardini. Vi sono ricostruiti vari ambienti: la valle delle felci, il giardino roccioso, il bosco dei rododendri, il giardino dei bambù, il giardino all’italiana, le camelie, ecc.. Nel parco esistono alberi secolari ed essenze particolarmente rare e pregiate. Esiste anche un museo degli attrezzi agricoli; inoltre vi sono degli orti, dove ancora oggi di coltivano verdure, ortaggi e alberi da frutto (in origine erano destinati alla mensa dei proprietari e dei loro servitori) La nostra visita termina alle ore 13,30 giusto in tempo per gustare un ottimo pranzo allestito per noi in uno dei migliori ristoranti di Tremezzo, non distante da Villa Carlotta. Poi un bella passeggiata postprandiale, sul lungolago, con sosta al giardino pubblico, in origine parco privato, ceduto gratuitamente al Comune da parte dei facoltosi proprietari, dove si può ammirare, tra gli altri, un secolare albero della canfora. Quindi il ritorno della comitiva a Vinovo. In occasione della sosta tecnica all’autogrill di Novara cerimonia di premiazione delle gitanti più giovani: le splendide Amelia e Martina, che auspichiamo assicurino la continuità nel futuro del nostro sodalizio, Giovanni Ameglio ÀTIM L'é pì nen lì che të speta col om, setà sël bòrd dla fontan-a... L'é andà via pian pian sle ale dël temp... Ma a l'é pì granda soa presensa quand ti ancora adess it lo ricorde! Lassù, aussand la testa dal sò cussin ëd nuvole... Për n'àtim guarderà giù për vedde se ti ... it lo spete ancora.... Daniele Ponsero F.C.F. FABBRO Lavorazioni in ferro battuto Carpenteria in ferro Via Chisola 6 - VINOVO (TO) Tel. 011 9 654 866 Via G. Cottolengo, 3 - 10048 VINOVO (TO) Tel. 011 9 623 615 16 IL VINOVESE Via S. Giovanni Bosco, 5 10048 Vinovo (TO) Tel. 011 9 651 515 - Fax 011 9 938 694 Torino N Una fida emozionante: "3 pasti al giorno per tutti" La nuova Repubblica el 1985 fu eletto Tancredo Neves, candidato dell'PMDB, ma morì tre mesi dopo. Il suo vicepresidente José Sarney assunse la presidenza della repubblica. Egli attuò un programma di consolidamento della democrazia, anche se le difficoltà finanziarie erano in crescita, insieme alle tensioni sociali. Nel 1989 si svolsero le prime elezioni libere dopo 25 anni di La presidente in carica Dilma dittatura, che furono vinte da Rousseff eletta nel 2010. Fernando Collor de Mello, leader del nuovo Partito di Ricostruzione Nazionale, tendenzialmente liberalconservatore. Nel 1991 il Brasile diede vita all'alleanza economica chiamata Mercosur assieme ad Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1992 il presidente Collor fu destituito con l'accusa di corruzione, evasione fiscale ed esportazione di valuta. Dal 1992 al 1995 ci fu la presidenza di Itamar Augusto Cautiero Franco in precedenza allineata alle scelte del Fondo Monetario Internazionale di cui il Brasile era debitore, in particolare ha contribuito a rilanciare il Mercosur a discapito dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) voluta dagli Stati Uniti. Il suo programma, che ha garantito provvedimenti volti a favorire la giustizia sociale e a risollevare l'economia dissestata, riscosse ampi consensi, in particolare tra i meno agiati. Tuttavia la sua politica di equilibrismo tra gli interessi del capitale (industriale agrario e finanziario) e le aspettative di lavoratori e braccianti agricoli (sem terra) ha frenato l'auspicata rivoluzione dei rapporti sociali, la protesta degli strati più poveri della popolazione riesplose di fronte al nuovo piano economico. Venne quindi approvata una riforma delle pensioni e varato il programma Fame zero riassunto nel motto: "3 pasti al giorno per tutti" per affrontare il problema della denutrizione diffusa in tutto il Paese. Nel 2004 il Brasile fondò con gli altri Paesi dell'America Latina la Comunità delle Nazioni del Sud America. Dal 2003 è stato istituito il "bolsa familia", che garantisce una rendita anche se minima a molte persone bisognose, questo sta aiutando molti ad uscire della linea della povertà assoluta. Il "bolsa familia" è riconosciuto mondialmente come uno dei migliori piani d'aiuto alla popolazione bisognosa fatto da un governo. Nelle elezioni del 2010 Dilma Rousseff, altro esponente del partito operaio, con un passato da ex guerrigliera imprigionata durante la dittatura ed ex Ministro dell'Energia e delle Miniere durante il governo di Lula, è stata eletta presidente. con la svolta il brasile abbraccia la prosperitÀ che organizzò un referendum costituzionale. Questo, svoltosi il 21 aprile 1993, confermò il regime presidenziale proclamato nel 1988. Nel 1995 Fernando Henrique Cardoso conquistò la presidenza e attuò riforme (largamente consigliate dal fondo monetario internazionale) che prevedevano la privatizzazione delle imprese e il rigore finanziario ("PLAN REAL"). Queste ebbero un forte impatto negativo sulla popolazione più povera, oltre che aggravare la polarizzazione della ricchezza già presente massicciamente nel paese. Nel 1997 ottenne un emendamento costituzionale a lui favorevole, che gli permise così di ricandidarsi alla presidenza. Nel 1998 si registrarono delle considerevoli fughe di capitali che gettarono il Paese nel caos. Cardoso, rieletto, si appellò al Fondo Monetario Internazionale e riuscì a far approvare un piano di intervento triennale per il Brasile, ma ciò indebitò il paese di altri 41,5 miliardi di dollari. Infine, Cardoso confermò la presenza brasiliana nel Mercosur. Tra il 2000 e il 2001 il Brasile festeggiò il suo 500º anniversario della scoperta. L'evento, particolarmente significativo, fu causa di alcune manifestazioni di protesta da parte degli indios, da sempre relegati ai margini del sistema statale. Nelle elezioni presidenziali del 2002-2003 si affermò Luiz Inácio Lula da Silva. Il nuovo presidente, esponente del partito operaio (Partido dos Trabalhadores PT) ha rappresentato una svolta nella politica brasiliana, Forma di governo In seguito alla promulgazione della Costituzione del 1988, il Brasile è una Repubblica presidenziale federale. Per quanto riguarda la divisione amministrativa prende ispirazione dal modello nordamericano. Palazzo Presidenziale (Palácio do Planalto) a Brasilia. LAVANDERIA SELF SERVICE Via La Loggia, 4 - VINOVO (TO) Fino a 20 Kg. di bucato velocemente lavato e asciugato. Vi aspettiamo! Aperti tutti i giorni dalle 8,00 alle 22,00 IL VINOVESE 17 Tuttavia il federalismo brasiliano è differente da quello statunitense: il potere esecutivo è esercitato dal Presidente, che possiede anche le funzioni di Capo di Stato e di Capo del Governo e viene eletto ogni quattro anni. In concomitanza con le elezioni presidenziali si vota anche per il Congresso nazionale, che detiene il potere legislativo ed è diviso in due camere parlamentari: la Camera dei Deputati, quadriennale, di 513 membri, e il Senato Federale comprendente 81 membri. Il sistema di voto è di tipo statale per l'elezione dei senatori: ogni stato elegge tre o due candidati in base al numero degli abitanti; per l'elezione del presidente e della Camera dei Deputati, invece, si adopera un sistema proporzionale che tiene conto della popolazione complessiva di tutto il Paese. Infine, il potere giudiziario, la cui istanza massima è il Supremo Tribunale Federale, responsabile dell'applicazione della Costituzione, è composto da undici ministri scelti dal Presidente con l'approvazione del Senato, tra persone con noto sapere in ambito giuridico. La composizione del Supremo Tribunale Federale non viene rinnovata completamente ogni volta che si rinnova il mandato presidenziale: il Presidente indica un nuovo ministro quando uno di coloro che è in carica muore o si dimette. Esistono anche il Tribunale Superiore di Giustizia, il Supremo Tribunale del Lavoro, il Supremo Tribunale Elettorale e il Tribunale Superiore Militare, che si occupano dell'amministrazione della giustizia nei rispettivi ambiti. Ed ora, dopo aver avuto qualche informazione sulla sua storia, impariamo a conoscere il suo territorio che è variegatissimo e talmente vasto da offrire paesaggi differenti ed in antitesi tra loro. Geografia e confini Il Paese è suddiviso in diverse regioni ed i suoi confini sono: Oceano Atlantico, Oceano Pacifico, Regione Nord, Regione Nord-Est, Regione Centro-Ovest Regione Sud-Est, Regione Sud Acre, Amazonas, Pará, Roraima Amapá, Rondônia, Tocantins, Maranhão, Bahia, Piauí, Ceará, Rio Grande do Norte, Paraíba, Pernambuco, Alagoas, Sergipe, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Distrito Federal Goiás, Minas Gerais, San Paolo, Rio de Janeiro, Espírito Santo Paraná, Santa Catarina, Rio Grande do Sul Paesi limitrofi: Argentina, Bolivia, Cile Colombia, Guyana Francese, Guyana, Paraguay Nel territorio del Brasile si individuano: il massiccio della Guyana, l'altopiano del Brasile, la depressione amazzonica. Da un punto di vista geografico il paese è inoltre diviso in 5 grandi regioni geografiche (região, pl. regiões), queste sono usate talvolta anche per fini statistici e non hanno dunque rilevanza da un punto di vista amministrativo; gli stati sono così distribuiti: il Nord o Amazzonia (Região Norte): Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima, Tocantins; il Nord-Est (Região Nordeste): Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte, Sergipe; NAFTA - GASOLII da riscaldamento e autotrazione COMBUSTIBILI Eredi ferrero c. Deposito e Uffici: Via Sestriere 41/7 VINOVO - Garino (TO) Tel. 011 9 651 443 Cascate dell'Iguazú ai confini con l’Argentina. Rio delle Amazzoni: incontro delle acque, limacciose, con quelle del fiume Rio Negro, poco a valle di Manaus. Un angolo incantato dell'arcipelago di Fernando de Noronha. MACELLERIA B RGO DEL Da Francesco Qualità e Cortesia VINOVO - Via G. Cottolengo 1/C - Tel. 0119 931 285 Ferramenta - Colori di Negro Giovanni Costruzioni - manutenzioni - ristrutturazioni Sede Legale: Via Cottolengo 96/2 10048 Vinovo (Torino) Tel./Fax 011 9 652 205 e-mail [email protected] Cod. Fisc. / P. iva 10059820018 18 IL VINOVESE Via Cottolengo, 66 10048 VINOVO (TO) Tel./Fax 011 9 624 061 Cell. 338 9 301 955 E-mail: [email protected] il Sud-Est (Região Sudeste): Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro, San Paolo; il Sud (Região Sul): Paraná, Santa Catarina, Rio Grande do Sul il Centro-Ovest (Região Centro-Oeste): Goiás, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Distrito Federal do Brasil. ne e caffè. La Foresta Atlantica è comunque in ripresa e sono numerosi i parchi protetti, come ad esempio quello della Tijuca a Rio de Janeiro. La foresta è caratterizzata non solo dalla sua grandezza ma anche dalla varietà di specie animali che vi abitano. Altopiani A sud della foresta amazzonica si estende la grande regione degli altopiani, che comprende l'altopiano del Brasile e il Mato Grosso. Gli altopiani, formati da rocce antiche ricoperte di arenaria o di calcare, digradano dolcemente verso ovest, mentre terminano a est, verso la costa, con rilievi granitici dalle cime arrotondate chiamati "pan di zucchero". Lungo la costa si trova anche una stretta fascia pianeggiante. Clima Il clima cambia secondo la latitudine e la longitudine. La denominazione delle stagioni è quella dell'emisfero Sud, invertita quindi rispetto all'Europa. In accordo alla Classificazione dei climi di Köppen si distinguono sei principali zone climatiche: equatoriale, tropicale, subtropicale, semiarida, temperata, tropicale di altitudine. La temperatura media Sud non scende mai al di sotto dei 20-24 gradi Idrografia Il fiume più importante è il Rio delle Amazzoni, che attraversa la foresta amazzonica. Ai confini con Argentina e Paraguay e all'interno del Parco nazionale dell'Iguazú si trovavano le 275 cascate che scendono da varie altezze per circa quattro chilometri. Altri fiumi importanti sono, oltre al Rio delle Amazzoni, lungo 6280 chilometri di cui 4000 navigabili, il Paraná e il São Francisco, che è per metà dei suoi 2900 chilometri navigabile. Popolazione Con circa 200 milioni di abitanti, il Brasile è il paese più popoloso dell'America Latina e il quinto Paese più popolato del mondo. Grazie all'eccezionale estensione del suo territorio, la densità del Brasile si rivela decisamente bassa: solo 22 ab./km². La popolazione, tuttavia, risulta distribuita in modo fortemente squilibrato. La densità è più alta nel litorale e nell'entroterra del centro-sud, ed è più bassa nel nord-ovest. Flora e fauna Il paese ha il maggior numero di giaguari in tutto il mondo. La foresta brasiliana più importante è la Foresta Amazzonica, una delle più grandi al mondo. È considerato il polmone verde della Terra. Tuttavia sono presenti problemi di deforestazione dovuti al taglio della legna e alla creazione di campi coltivabili. Lungo la costa atlantica si trova, su pianure e rilievi la Mata Atlantica, la Foresta Atlantica, o ciò che ne rimane dopo le deforestazioni dei secoli passati per dare spazio a piantagioni di bana- Confini La folta e impenetrabile foresta amazzonica sulle rive di un fiume A Nord confina con: Guiana Francese (Francia), Suriname, Guyana, Venezuela, A Nord-Ovest confina con: Colombia A Ovest confina con: Perù A Sud con: Bolivia, Paraguay, Uruguay, Argentina Etnie Il Brasile ha una società multietnica. La popolazione brasiliana è, principalmente, discendente degli indios, coloni portoghesi, schiavi africani e di diversi gruppi di immigrati, che sono arrivati nel Brasile soprattutto fra il 1820 e il 1970. Gli immigrati erano principalmente italiani e portoghesi, ma anche tedeschi, spagnoli, giapponesi e siriani-libanesi. Secondo l'Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística, la maggioranza della popolazione brasiliana si considera di colore bianco (49,7%). Il 42,6% si considera di colore marrone (mulatti, meticci, ecc.) e il 6,9% di colore nero. Lo 0,5% della popolazione è di origine asiatica e 0,3% sono indios. Persone di origine europea si trovano in tutto il Brasile, ma sono più numerosi in proporzione negli Stati del sud e del centro sud, come negli Stati di Santa Catarina, Paraná, Rio Grande do Sul e San Paolo. I motivi sono perché questi stati hanno ricevuto molti immigrati europei, in particolare nel XIX secolo. Persone di origine africana sono presenti in tutto il Brasile, ma sono più numerosi in proporzione negli Stati della costa centrale, come in tutto il Nord-est del Brasile, ma anche nello Stato di Espírito Santo, Rio de Janeiro, e negli Stati di Minas Gerais e San Paolo. Il motivo è perché hanno ricevuto un gran numero di africani a lavorare la canna da zucchero, miniere d'oro e nelle piantagioni di caffè. Essi sono prevalentemente originari dell'Angola. Mulatti e meticci si trovano in tutto il Brasile. Secondo studi genetici, la maggior parte dei brasiliani hanno un certo grado di antenati con razza mista (Il 42,6% si considera di colore marrone (mulatti, meticci, ecc.). Persone di origine asiatica: gli asiatici sono lo 0.5% della popolazione brasiliana. La maggioranza degli asiatici sono di origine giapponese, anche se negli ultimi decenni sono arrivati molti immigrati coreani e cinesi. Si stima che siano 1,5 milioni i brasiliani di origine giapponese, 190.000 i cinesi e 100.000 i coreani. Gli asiatici di origine giapponese sono più comuni negli Stati di San Paolo, Paraná, Mato Grosso do Sul e Pará. Amerindi: la maggioranza degli amerindi si trovano negli Stati del nord. (Continua nel prossimo numero) Paola Alessandra Taraglio • PROFUMI • BIJOUX • IDEE REGALO • ESTETICA Via Cottolengo, 97 Tel. 011 9 651 096 VINOVO (TO) IL VINOVESE 19 La Famija informa Venerdì 25 ottobre 2013 alle ore 21.00, presso il cinema “Auditorium” di Vinovo verrà messa in scena la commedia “Che movimento c’è in canonica!”, dalla Compagnia Teatrale Della Rovere di Vinovo. La commedia narra le vicissitudini di un parroco alle prese con il restauro di una statua della Beata Vergine. Sul palco si alterneranno vari personaggi che volenti o nolenti, saranno coinvolti nella grottesca vicenda. L’incasso, al netto delle spese sostenute, sarà interamente devoluto per ultimare i lavori di restauro della Chiesa di S. Croce ( Batù). Divertimento e colpi di scena sono assicurati, perciò vi preghiamo di intervenire numerosi! Vi aspettiamo. La Compagnia Della Rovere L’AVIS VINOVO SABATO 19 OTTOBRE Prelievi in Sede SABATO 19 OTTOBRE Aut. Prelievi Plasma DOMENICA 17 NOVEMBRE Prelievi in Sede Così eravamo cinquant'anni fa I coscritti del 1942 e 1943 alla visita di leva accompagnati dal Sindaco cav. Michele Pipino e dal Segretario Comunale rag. Emanuele Burzio. Il fisarmonicista a destra è Sebastiano Piovano detto "Bastianin". D D Foto Grafica FOTO GRAFICA *Servizi fotografici matrimoniali *Ritratti *Fotografia per attività commerciali e produttive *Fotografia per eventi *Assistente fotografo *Promozione attività commerciali e produttive (logo, pubblicità, bigliettini da visita, volantini) *Siti web *Fotoritocco *Inviti matrimoniali www.ddfotografica.com 346-6563053 20 IL VINOVESE CI HANNO LAsciati... Nasce a Vinovo, all'ombra del campanile, nella Cascina Mauriziana, da una famiglia di lunga tradizione contadina. Giovane brillante ed energico, ha appena 24 anni quando, nell'estate del 1965, si sposa con Ernestina, nativa di Ostana, in Valle Po. Dal matrimonio nascono quattro figli, Marilena, Giancarlo, Marco e Stefania La vita sembra avergli dato tutto: una moglie devota e gentile, una famiglia onesta e laboriosa che, nel tempo, gli regala tre nipotine. Invece, nel volgere di pochi anni, la sorte gli Giuseppe Paoletti presenta un duro conto da pagare: Ernestina si ammala e, dopo lunghe cure estenuanti, nel 2000 scompare. Anche uno dei due figli manifesta la stessa patologia della mamma: va in dialisi poco più che ventenne e sarà sottoposto ad un trapianto di rene. L'uomo patisce profondamente tutti questi dolori, ne esce minato nel morale e nel fisico ed il suo cuore, a lungo andare, si arrende. Beppe subisce una serie di infarti e i danni si estendono ad altri organi, fino all'esito estremo. Una grande folla l'ha salutato l'ultima volta a testimoniare affetto per la sua famiglia e rammarico per la sua perdita. A metà giugno è mancato presso l’Ospedale di Carmagnola dopo alcuni mesi di sofferenza Angelo Racca di 79 anni. La sua famiglia originaria di Volvera, era molto conosciuta e stimata nel paese. Fin dalla gioventù Angelo era stato un cristiano fortemente impegnato nelle opere sociali della comunità vinovese e nella vita civile del paese. Operaio alla FIAT di Torino aveva dedicato il tempo libero al servizio del paese. Oltre alla militanza sindacale e nelle ACLI era stato più volte eletto consigliere comunale nelle fila della DC. Negli anni Angelo Racca 1985-90 era stato eletto Assessore nella seconda Giunta del Sindaco dr. Mairo. Dopo la meritata pensione si era dedicato con passione al Patronato ACLI di Vinovo diventando ben presto un punto di riferimento per decine di pensionati ed anziani. Poi qualche anno fa per Angelo sopraggiunsero problemi di salute cardiologici. Questa primavera tali problematiche peggiorarono fino all’ultimo ricovero ospedaliero. Due giorni prima del decesso gli amici degli anni dell’impegno civile, gli avevano fatto visita procurandogli una grande gioia. Alla moglie, figlio con la famiglia sentite e partecipate condoglianze dalla Famija Vinovèisa. CLERICO MARCO MANUTENZIONE All’inizio del mese di settembre si è spenta presso la propria abitazione Brunato Giovanna Angela di anni 97 (ne avrebbe compiuto 98 ad ottobre). Originaria della provincia di Padova, fin da ragazzina aveva lavorato come domestica in varie famiglie nelle città di Venezia e Genova. Nel 1946 dopo il matrimonio era venuta col marito in Piemonte dove svolgeva il faticoso lavoro di “marghè” in varie cascine: alla Gorra di Carignano, a Sommariva Bosco, a Racconigi. Nel 1965 tutta la famiglia (marito e due figli) arrivò a Vinovo trovando Giov. Angela Brunato lavoro sempre come “marghè” nella Cascina vedova Golfetto Mauriziana oggi cascina Parrocchiale don Gerardo. In seguito la famiglia era andata ad abitare alla Rocca. Angela era rimasta vedova nel 1979. Fino a poco tempo fa, accompagnata dal figlio era ancora solita uscire per il paese dove era molto conosciuta per il carattere buono e semplice. Si è spenta improvvisamente e serenamente quasi nel sonno, con vicina la figlia, il figlio e la nuora che l’hanno accudita amorevolmente nella sua lunga vita. Lo scorso 7 agosto ha lasciato la famiglia Francesco Borgognone di anni 94. Era nato a Revello (CN) nel marzo 1919 in una famiglia numerosa. Nel 1954 convolò a nozze con Francesca Prochietto e dal matrimonio nacquero Irene, Milena ed Oreste. Nel 1962 con tutta la famiglia venne ad abitare a Vinovo dove trovò impiego in una delle fabbriche locali che allora davano lavoro a molte persone. Qui rimase fino alla meritata pensione. Si dedicò quindi con amore alla famiglia, ai nipoti ed alle cure del suo amato orto. Francesco Borgognone Persona dal carattere buono e discreto nel 2004 aveva festeggiato con gioia il 50° anniversario di matrimonio con tutta la sua bella famiglia. Negli ultimi tempi data l’età usciva meno per il paese ed anche la salute non era più buona. Moglie, figli, generi e nipoti lo hanno amorevolmente seguito e costantemente assistito fino all’ultimo giorno. Il 15 giugno è mancata Maria Gennero ved. Visconti. Nata a Osasio nel 1920; dopo pochi mesi dalla nascita andò ad abitare a Stupinigi, poi al Belriparo (fraz.Torrette di Vinovo) e successivamente a La Loggia. Si sposò con Alberto Visconti nel 1941 e dal loro matrimonio nacquero quattro figli, Giuseppina, Michelina, Margherita e Rino, da anni collaboratore della Famija Vinovèisa. Rimasta vedova nel 1982, ha dedicato con amore tutta la vita alla sua famiglia, occupandosi in modo particolare delle amatissime niMaria Gennero poti. Ha goduto del calore del focolare domevedova Visconti stico fino all'ultimo dei suoi giorni, nonostante gli acciacchi dell'età. Alla famiglia Visconti le più sincere condoglianze dal direttivo e dalla redazione de “Il Vinovese”. Servizi per la sicurezza industriale ESTINTORI Via G. Cottolengo, 28 - 10048 VINOVO (TO) - Tel. 333.375.37.12 C.F. CLR MRC 85A16 B791K IL VINOVESE 21 Addio Giuseppe, arrivederci in Paradiso, questo è il saluto fraterno che ogni persona che ha avuto la fortuna di conoscerti desidera inviarti e gustare della tua infinita bontà e dedizione al prossimo. Nessuno di noi può dimenticare il tuo amore per il Santuario N.S. di Lourdes di Forno di Coazze. Tu hai ritrovato in quel luogo di pace e preghiera, la forza di ricominciare a vivere, dopo la triste dipartita dalla tua tanto amata Angiolina, scoprendo proprio in quella Grotta, Giuseppe Martin un rifugio sicuro che ti ha abbracciato ed accolto. Penso che ognuno avrebbe da raccontare la propria storia personale, ricordando i momenti trascorsi insieme in quel luogo benedetto. Attraverso il tuo sorriso, abbiamo compreso che nel tuo cuore era entrato quel raggio di luce che risolleva i cuori da ogni sofferenza terrena. Per ognuno di noi avevi sempre una parola di conforto, invitandoci a fidarci di Colei che di dolori ne aveva affrontati molti, ma che ha sempre saputo dire: Eccomi, sono la serva del Signore, non sia fatta la mia, ma la Tua Santa Volontà. Grazie ancora, per il servizio che ci offrivi, quando eri sempre attento ai nostri bisogni ed alle nostre difficoltà, durante gli indimenticabili pellegrinaggi a Lourdes. Ed ora che sei lassù, nella Luce di Dio ti preghiamo di non dimenticarti di noi, che siamo ancora quaggiù in questa valle di lacrime. Tienici sempre per mano e prega per noi, affinché nessuno si perda e possiamo così un giorno ritrovarci insieme, a contemplare per sempre il volto di Dio e della Sua mamma Celeste. Maria Brarda L'11 giugno 2013 è ritornata alla Casa del Padre Maria Galfione (Mariuccia). Era nata il 7/7/1939 da una famiglia contadina di Vigone, trasferitasi in seguito a Vinovo nella Cascina Gai di Via Cottolengo, angolo Via La Loggia a San Martino, dove i suoi genitori, con i fratelli, lavorarono per diversi anni. Dopo la morte della madre, Mariuccia, accudì tutta la sua famiglia con amore e sacrificio, fino al giorno del suo matrimonio, avvenuto nel 1964, con il Sig. Casale di Moncalieri, dove la coppia si stabilì. Maria Galfione Purtroppo il destino si accanì contro di lei, rivedova Casale servandole giorni tristissimi pieni di sofferenze fisiche e morali dovuti ad una brutta malattia che le causò la perdita di memoria e coscienza di sé. Visse così per diversi anni, poi, rimasta sola dopo la morte del marito, fu trasferita in una casa di riposo dove si è spenta. Ciao Mariuccia, ricorderemo sempre il tuo sorriso luminoso di ragazza piena di vita e gioia di vivere, quella gioia che purtroppo la vita ti ha negato, ma che il Signore accogliendoti tra le Sue braccia misericordiose, ti avrà già dato, in Paradiso, vicino ai tuoi cari. Sarai sempre nei nostri pensieri e nei nostri cuori. Le tue amiche Luigina e Giuseppina “LE SERRE” FLORICOLTURA GARDEN CENTER Tutti i fiori per arredare i vostri balconi, terrazzi e giardini Via G. Marconi, 90 (Strada vecchia Vinovo - Piobesi) Piobesi Torinese - Tel. 011 9 624 946 22 IL VINOVESE È mancato all’affetto dei suoi cari Garello Bernardo (Dino) nato in frazione Ruata Chiusani Comune di Centallo Provincia di Cuneo il 6 aprile 1924. Visse in una famiglia contadina assieme ad altri 2 fratelli e 3 sorelle. Il 15 aprile 1947 si sposò con Parola Lucia e dalla loro unione sono nati 5 figli; la primogenita Carla, nacque il 4 giugno 1948, poi Giulio, Ines, Corrado e Silvia. Nel 1956 si trasferì a Vinovo con la propria famiglia. Nell’estate 1957 iniziò a lavorare presso la ditta Garis e nel 1963 è stato assunto in Fiat, dove rimase fino al raggiungimento della penBernardo Garello sione. Nel 1985 venne a mancare la moglie Lucia. Dino dedicò tutta la sua vita alla famiglia attorniato da nipoti e pronipoti e pensando al lavoro. Ci ha lasciati accompagnato dall’amore di tutti i suoi famigliari il 1° settembre 2013. Le sue ultime parole sono state per la moglie e il suo amore vivrà sempre nei nostri cuori. I figli La Famija Vinovèisa unitamente alla redazione de “Il Vinovese” porge le più sentite condoglianze alle famiglie dei defunti. Il Lions Club "Stupinigi 2001" adotta la Chiesa di S. Croce Il 28 giugno scorso, in occasione dell’incontro conviviale di fine anno del Lions Club ‘Stupinigi 2001’, nelle splendide sale del Castello di Stupinigi allietato dalla presenza di splendide signore, la Presidenza ha consegnato al nostro socio Bernardi Mario che rappresentava il Presidente Sibona, come sempre troppo impegnato ‘altrove’, un consistente contributo alle opere di restauro della Chiesa dei Batù. Un doveroso ringraziamento al Presidente Dr. Cosimo Pica, a tutti i soci del Lions Club "Stupinigi 2001" ed uno speciale grazie al nostro socio Giampaolo Rovere. Non possiamo che augurarci di partecipare anche l’anno prossimo! Pavimenti in legno FORNITURA E POSA PAVIMENTI IN LEGNO TRADIZIONALI IN MASSELLO, PREFINITI E GALLEGGIANTI, ZOCCOLINI ED ACCESSORI. PREVENTIVI GRATUITI Via G.Verdi 28 - Vinovo - Tel. 339.2838056 Fax 011.9651418 e-mail: [email protected] "Miserando atque eligendo". Guardò con misericordia e lo scelse Nello scorso numero de “Il Vinovese” è stata pubblicata una bella biografia sul nuovo Papa scritta da Mario Bernardi che ha delineato la figura del nuovo Vicario di Cristo ed evidenziato le sue origini piemontesi delle quali va orgogliosamente fiero. Dopo lo straordinario successo personale ottenuto durante il suo viaggio in Brasile – Paese che stiamo via via illustrando durante gli ultimi numeri del periodico - in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù, lo pone al centro dell’intessesse dei Cristiani e non solo. Vogliamo dunque approfondire qualche notizia sulla sua carismatica figura di uomo e di Papa.. Speriamo che questo nostro “racconto” su di Lui possa essere di interesse dei lettori. 266° papa della Chiesa cattolica Elezione 13 marzo 2013 Insediamento 19 marzo 2013 Motto Miserando atque eligendo Precedessore Papa Benedetto XVI Nome Jorge Mario Bergoglio Nascita Buenos Aires, 17 dicembre 1936 (76 anni) Firma C di teologia e filosofia a San Miguel. Nel 1979 partecipa al vertice della Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. Nel 1986 si reca in Germania per un periodo di studio alla "Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen" di Francoforte sul Meno, con lo scopo di completare la tesi di dottorato, ma non consegue il titolo. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba. Ministero episcopale Il 20 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires, titolare di Auca. Riceve la consacrazione episcopale il 27 giugno 1992 per l'imposizione delle mani del cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dal vescovo Emilio Ogñénovich e dall'arcivescovo Ubaldo Calabresi. Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Il Papa che viene dai confini della Terra ome già è stato illustrato in altro articolo, è nato in una famiglia che trae origini dal Piemonte (il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro; attualmente vi vivono ancora alcuni parenti), è il quarto dei cinque figlio di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires e di Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna era originaria di Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova, mentre la nonna paterna Rosa era originaria di Piana Crixia in provincia di Savona. All'età di 21 anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli viene asportata la parte superiore del polmone destro. A quell'epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Anche per questo fatto i vaticanisti lo esclusero dalla lista dei papabili durante il conclave della sua elezione. Perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Cordoba. Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1963. Dal 1964 insegna per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires. Riceve l'ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano. Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a superiore provinciale dell'Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è rettore della Facoltà IMPRESE FUNEBRI RIUNITE DAL 1979 Uno tra i più grandi gruppi di Imprese Funebri della Provincia Torinese UFFICIO: VINOVO, Via Marconi n. 70/a Tel. 011 9624416 LA LOGGIA, Via Bistolfi n. 9 LA LOGGIA LA PIOBESE, Corso Italia n. 5 PIOBESI T.SE SAN REMIGIO, Via Umberto I n. 39 CARIGNANO LA CANDIOLESE, Via Roma n. 5 CANDIOLO VIOTTO FLAVIO 333/9858968 ROLFO PAOLO 338/7080636 RAZZETTI MARCO 345/1145328 IL VINOVESE 23 Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina. Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino. La presidente dell'Argentina Cristina Kirchner riceve l'arcivescovo Jorge Mario Bergoglio alla Casa Rosada nel 2007. Dal 2005 al 2011 è a capo della Conferenza Episcopale Argentina. È inoltre consigliere della Pontificia Commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della Commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, membro della Congregazione per il Clero, membro della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, membro del Comitato di presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia e membro del Consiglio post sinodale. Durante il suo impegno come vescovo ha scelto uno stile di grande semplicità, spostandosi con i mezzi pubblici e rinunciando a vivere nella sede dell'Episcopato, a favore di un comune appartamento dove si cucinava da solo i pasti. Posizioni teologiche, morali, sociali e su temi politici La teologia della liberazione Negli anni settanta nel SudAmerica si accese il dibattito sulla “teologia della liberazione”: Bergoglio non condivise le aperture di diversi membri importanti del suo ordine e assunse una posizione più moderata[26], esprimendo anche parole di condanna verso quei gesuiti che si lasciavano attrarre dalla teologia della liberazione. Quando partecipò nel 1979 al Consiglio episcopale latino americano, fu tra i principali oppositori di questa riflessione teologica, anche se alcuni lo considerano vicino a una sua "scuola argentina". Durante gli anni della dittatura, si impegnò in prima persona per offrire rifugio e protezione ai religiosi perseguitati per la loro vicinanza alla teologia della liberazione. Il Colegio Máximo dei gesuiti, di cui era il provinciale, divenne in quel periodo una centrale di soccorso dove, con la scusa degli esercizi spirituali, veniva fornito un nascondiglio sicuro e una via clandestina per poter lasciare il paese Aborto, eutanasia e pratiche anticoncezionali Il cardinale Bergoglio, conformemente alla posizione ufficiale della Chiesa su questi temi, ha invitato il clero e i laici ad opporsi all'aborto e all'eutanasia, ritenendo i movimenti politici ad essi favorevoli espressione di una "cultura della morte". Secondo il quotidiano britannico The Guardian, avrebbe una visione diversa da quella ufficiale della Chiesa sull'uso di contraccettivi, ritenendo che possono essere ammissibili per prevenire la diffusione di malattie, anche se si è opposto alla loro distribuzione gratuita, proposta dal Governo Kirchner, in Argentina. Motto episcopale Il motto che compare nello stemma adottato da Bergoglio dopo la sua ordinazione a vescovo è Miserando atque eligendo, espressione tratta da un'omelia di Beda il Venerabile, santo e dottore della Chiesa e traducibile come «[lo] guardò con misericordia (con sentimento di pietà) e lo scelse»: «Vidit, inquit, Iesus hominem sedentem in telonio, Matthaeum nomine, et ait illi: Sequere me. Vidit autem non tam corporei intuitus, quam internae miserationis aspectibus, [...] Vidit ergo Iesus publicanum, et quia Lo stemma cardinalizio miserando atque eligendo vidit, ait illi, Sequere me.» (Beda il Venerabile, Homelie) Il testo di Beda è proposto nell'Ufficio delle letture il 21 settembre, festa di san Matteo apostolo: «Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi" (Mt 9, 9). Vide non tanto con lo sguardo degli occhi del corpo, quanto con quello della bontà interiore. Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: "Seguimi".» (Dalle Omelie di san Beda il Venerabile, sacerdote (Om. 21; CCL 122, 149-151) (Continua nel prossimo numero) Editore: Famija Vinovèisa Onlus Presidente: Dino Sibona Direttore responsabile: Giovanni Ameglio Redazione: Gervasio Cambiano, Vera Miletto Scuero, Mario Bernardi, Maria Grazia Brusco, Giovanna Franchino, Fabrizio Franzoso, Michelina Alessiato, Tersilla Sola. Progetto grafico: Giovanni Alessiato Fotocomposizione: Foehn s.n.c.- Torino Stampa: Grafiche Viesti - Nichelino - To www.famijavinoveisa.it e-mail: [email protected] Realizzato con il contributo della Provincia di Torino Materiali Edili DI VALLERO & C. s.n.c. VINOVO (TO) Via Parisetto, 20 - Tel. 0119 651 221 Vinovo Via Cottolengo, 22 Tel. 0119 653 617 gini a m m i Le lano ve i r i s e r d'autiorubati ai sale per ttim gonisti. U ibri. a i l g e n prota oi fotol i tu VERNICIATURA A FORNO BANCO DI RISCONTRO SCOCCHE VETTURA SOSTITUTIVA ADERENTE ACCORDO ANIA RECUPERO DANNI Via Tetti Grella 90/2 - VINOVO (TO) - Tel. 011 9 652 818