APRILE
2011
Periodico di
comunicazione
e informazione
della Cooperativa
Tagesmutter del
Trentino il Sorriso
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
ELENCO COMUNI DOVE SONO ATTIVI
I NIDI FAMILIARI
ALA
ARCO
AVIO
BESENELLO
BREGUZZO
BREZ
CALLIANO
CASTELLO MOLINA DI FIEMME
CAVALESE
CAVEDAGO
CLES
COREDO
DIMARO
DRO
FAI DELLA PAGANELLA
FIERA DI PRIMIERO
FONDO
IMER
ISERA
LASINO
LAVIS
MALE’
MALOSCO
MEZZOLOMBARDO
MOENA
MORI
NOGAREDO
NOMI
PERGINE
POZZA DI FASSA
PREDAZZO
RIVA DEL GARDA
ROVERE’ DELLA LUNA
ROVERETO
RUMO
S.MARTINO DI CASTROZZA
TERZOLAS
TESERO
TIARNO DI SOTTO
TONADICO
TRENTO
VALLARSA
VEZZANO
VIGOLO VATTARO
VILLA LAGARINA
ZAMBANA
SMILE - aprile 2011
due
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Sommario
5
Care lettrici e cari lettori
10
Care socie e cari genitori
15
Una mission anche socio-culturale
17
Progetto educativo
La rivista della cooperativa
Tagesmutter del Trentino Il Sorriso
Via Zambra, 11 38121 Trento
Tel. 0461.192.05.03 Fax 0461.192.05.04
e-mail
[email protected]
[email protected]
sito: www.tagesmutter-ilsorriso.it
Numero 1/2011 - APRILE 2011
Ottavo anno di pubblicazione
Responsabile
Franca Desilvestro
335.46.39.41
[email protected]
Grafico
Paolo Micheli
Gruppo di redazione
Alessandra Bardelle, Angela Di Cecco,
Annalisa Grieco, Lara Di Cecco, Marta
Giuliani, Roberta Robol, Rosangela
Schiappacasse
23
Il gioco e lo sviluppo del sè
27
Una pagina per la mamma
29
In... formazione
33
La voce dei genitori
35
La parola alle socie
36
Le buone cure
38
Informazioni interessanti
42
L’angolo delle opportunità
43
Professione tagesmutter
44
Aggiornamento PAT
46
Progetto volontariato
46
Tirocinio - stage
47
L’angolo della lettura
48
Filastrocche e poesie
Hanno collaborato
Maria Grazia Gasperoni, Flora Cazzanelli,
Elena Calza, Francesca Pericolosi, Anna
Ceschini, Marta Giuliani, Angela Di
Cecco, Lara Di Cecco, Grieco Annalisa,
Francesca Poli, Daniela Detassis,
Cimadom Loretta, Michela Tamburini
Stampa
Tipografia Esperia srl Lavis TN
Questo numero è stato stampato in 800
copie
49
Oggi cuochino io...
49
Ringraziamenti
50
Auguri e congratulazioni
50
Ben arrivati!
50
Riferimenti bibliografici
SMILE - aprile 2011
tre
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
RIEPILOGO COMUNI CHE RICONOSCONO
IL CONTRIBUTO SUL SERVIZIO
DI NIDO FAMILIARE AI CITTADINI
AGGIORNATO AL 20 APRILE 2011
ALA
ANDALO
ARCO
AVIO
BESENELLO
BEZZECCA
BORGO VALS.
BREGUZZO
BRENTONICO
BREZ
CALAVINO
CALDES
CALDONAZZO
CALLIANO
CAMPITELLO DI FASSA
CANAL SAN BOVO
CANAZEI
CAPRIANA
CARANO
CARISOLO
CASTELLO MOLINA FIEMME
CASTELFONDO
CAVALESE
CAVARENO
CAVEDAGO
CAVEDINE
CAVIZZANA
CENTA SAN NICOLO’
CIVEZZANO
CLES
CONCEI
COREDO
CROVIANA
DAIANO
DIMARO
DRENA
DRO
FAEDO
FAVER
FAI PAGANELLA
FIERA DI PRIMIERO
FONDO
GRIGNO
GIUSTINO
IMER
ISERA
LASINO
LAVIS
LISIGNAGO
MALE’
MALOSCO
MASSIMENO
MAZZIN DI FASSA
MEZZANO
MEZZOLOMBARDO
MOENA
MOLINA DI LEDRO
MOLVENO
MORI
NAGO – TORBOLE
NAVE SAN ROCCO
NANNO
NOGAREDO
NOMI
PADERGNONE
PANCHIA’
PERGINE
PIEVE DI LEDRO
PINZOLO
POMAROLO
POZZA DI FASSA
PREDAZZO
RAGOLI
RIVA D.GARDA
RONZO-CHIENIS
ROVERE’ DELLA LUNA
ROVERETO
RUMO
SAGRON MIS
SAN MARTINO DI CASTROZZA
SAN MICHELE ALL’ADIGE
SFRUZ
SIROR
SMARANO
SORAGA
SOVER
SPORMAGGIORE
TASSULLO
TENNO
TERZOLAS
TESERO
TIARNO DI SOPRA
TIARNO DI SOTTO
TIONE
TON
TONADICO
TRANSACQUA
TRENTO
TRES
VALFLORIANA
VALLARSA
VARENA
VATTARO
VEZZANO
VIGO DI FASSA
VIGOLO VATTARO
VILLA LAGARINA
VOLANO
ZAMBANA
ZIANO
UNIONE ALTO PRIMIERO
SIROR-TONADICO-SAGRON
MIS - SAN MARTINO DI CASTROZZA
COMUNE LEDRO -BEZZECCA/
CONCEI/MOLINA DI LEDRO/
PIEVE DI LEDRO/TIARNO DI
SOPRA/TIARNO DI SOTTO
SMILE - aprile 2011
quattro
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Care lettrici
e cari lettori
IN QUESTO NUMERO
M
i stupisco ogni volta di quanto sia facile realizzare questa rivista. Da un numero all’altro raccolgo ciò che mi è passato, suggerito, evidenziato, rilevato, e lo colloco
in una cartelletta che fisicamente tengo sulla scrivania di casa. In alcuni casi è
una frase, altre volte un articolo, altre volte una fotocopia, aspetti concreti tangibili che, con una similitudine, svuoto nelle pagine bianche che il computer mi pone
davanti. La magia che mi sorprende sta nella possibilità che ho di travasare anche
contributi emotivi, riflessioni fatte a voce alta, emozioni e gioie che caratterizzano
gli incontri con le persone, adulti e bambini. È una rivista, lo so, ma per me a volte
rappresenta un’amica alla quale racconto ciò che ho visto, letto, incontrato, ascoltato.
Penso che questo caro giornalino sia una
bella possibilità che ci siamo create per crescere professionalmente, per farci conoscere
e soprattutto per far circolare quel filo invisibile che unisce le socie e chi ruota attorno
a questa realtà educativa e sociale. In questo
numero, imparando da chi è più esperto, abbiamo introdotto due nuove rubriche.
La prima è dedicata ai nuovi nati e l’abbiamo chiamata Album fotografico. Con la collaborazione dei genitori che potranno inviare le
foto e l’autorizzazione, vedremo pubblicate le
foto dei loro piccoli tesori. La seconda rubrica si
chiama In … formazione e questa volta con la tagesmutter Francesca Poli si parlerà di
musica.
Con piacere abbiamo un prezioso contributo della dottoressa Paola Tosi, che dopo
aver accompagnato per due anni un gruppo di tages nella riflessione sul ruolo educativo,
ci lascia delle riflessioni sul tema delle cure. Come segnala nel suo articolo: “Il benessere
nella crescita, come significatività delle esperienze quotidiane nei servizi, dipende fortemente dalla qualità delle relazioni che gli educatori stabiliscono con i bambini e tra di loro”.
Non manca la pagina del CDA e del direttore, ma anche questa volta particolarmente
“calda” è la pagina delle testimonianze dei genitori.
Ultima nota, come suggerito dalla socia Manuela Filippi, da questo numero sarà
possibile consultare la bibliografia che ha sostenuto la realizzazione degli articoli.
Un ringraziamento alle tages della redazione e a tutti quelli che hanno collaborato. Buona lettura.
Franca Desilvestro
SMILE - aprile 2011
cinque
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
o in tutte le stagioni
m
a
i
c
s
U
SMILE - aprile 2011
sei
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
SMILE - aprile 2011
sette
Album fotografico
•••••
Le più belle foto dei vostri bimbi

Come partecipare. Per avere la possibilità di vedere pubblicata la foto di vostro figlio, inviatela (le foto inviate non
saranno restituite), allegando il tagliando compilato in tutte le sue parti, a:
Cooperativa tagesmutter del Trentino Il Sorriso - Via Zambra, 11 - 38100 Trento
Autorizzo a pubblicare la foto di mio figlio:
Nome bambino/a ...................................................... Cognome bambino/a ...................................................................................
nato/a il
.....................................................
a
............................................................................................................
(Prov.
........ )
Dichiaro di non aver nulla a pretendere per tale utilizzo.
Nome genitore
....................................................................
Cognome genitore..............................................................................
Indirizzo ............................................................................................. Città .............................................................. (Prov. ........ )
Telefono
.....................................................
Firma del genitore ..................................................
Garanzia di riservatezza (legge 675/96): Coop. Il Sorriso garantisce la massima riservatezza dei dati da lei comunicati in questo tagliando che non
saranno usati per nessun altro scopo.
Firma del genitore
..................................................
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
SMILE - aprile 2011
nove
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Care socie
e cari genitori
l 30 aprile 2011 scade il mandato dell’attuale Consiglio di Amministrazione. Ci
sentiamo in dovere di ringraziare tutti, tagesmutter e staff per il lavoro assiduo e
costante svolto in questi anni, i genitori utenti che hanno riconosciuto il valore
del nostro progetto educativo e ci hanno affidato il loro tesoro più prezioso, La
Giunta provinciale e le amministrazioni comunali che hanno visto nel nostro progetto
un’opportunità di scelta per le famiglie trentine, La Cooperazione Trentina che ha
creduto nel valore sociale della nostra cooperativa e ci ha accompagnate negli importanti passi fatti in questi anni per raggiungere un riconoscimento sociale completo e
tutti coloro che hanno creduto e sostenuto, economicamente e moralmente la nostra
cooperativa in questi anni. Grazie al contributo portato da ciascuno di voi, abbiamo
potuto raggiungere la maggior parte degli obiettivi che l’assemblea dei soci aveva
prefissato.
Vorremmo ringraziarvi singolarmente ricordando i principi espressi nella “Carta
dei valori della Cooperazione Trentina” che esprimono e riassumono i valori cooperativistici che stanno alla base anche della nostra Cooperativa e che ci hanno guidato in
questi tre anni nei quali siamo state chiamate ad amministrare la cooperativa.
I
Democrazia
Il valore della “democrazia cooperativa” – una testa, un voto – è fondamentale
per caratterizzare la cooperazione e distingue nettamente il modello cooperativo dalle
altre tipologie d’impresa. I rapporti nelle cooperative e tra cooperative sono tali da
rendere la democrazia un fatto sostanziale e non solo formale.
Nella cooperazione la sostanza della democrazia è garantita da meccanismi di elezione e di decisione in virtù dei quali la proprietà non è la fonte decisiva di definizione
della rappresentanza, né il fattore che ne condiziona la formazione.
Reciprocità
Per cooperare in modo democratico è necessario aderire al valore della reciprocità. La reciprocità impegna a comportarsi verso gli altri come si vorrebbe gli altri si
comportassero verso di noi. Essa comporta la disposizione ad agire nella convinzione
che donare è importante quanto ricevere e che, solo grazie allo scambio reciproco di
beni materiali, spirituali e relazionali, è possibile contribuire alla costruzione di una
società e di un’economia più eque.
Eguaglianza
In un rapporto di reciprocità si realizza concretamente il valore dell’eguaglianza.
SMILE - aprile 2011
dieci
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Nella cooperazione, l’eguaglianza non conduce a forme di collettivismo, ma alla
valorizzazione della personalità attraverso la convinzione che fattore di unità e di coesione è il principio democratico della discussione e della decisione tra persone libere
e responsabili. Questi valori – democrazia, reciprocità, eguaglianza – devono sempre
guidare i processi decisionali all’interno dell’impresa cooperativa, senza cedere alla
tentazione di possibili scelte opportunistiche derivanti dall’abuso di potere, dall’egoismo individualistico e dal rifiuto dell’altruismo.
Mutualità e solidarietà
La mutualità è il fondamento costitutivo della cooperazione. Essa è strumento per
raggiungere, uniti, beni che non si potrebbero ottenere individualmente. La solidarietà persegue l’ulteriore finalità di ampliare i benefici mutualistici favorendo l’adesione
di nuovi soci, la costituzione di nuove imprese cooperative e il benessere dell’intera
popolazione trentina, sempre più multi-culturale e multi - religiosa. Il valore della
solidarietà, affermato dall’Alleanza Cooperativa Internazionale, è uno dei punti di
riferimento della Cooperazione trentina. La solidarietà opera affinché il valore della
mutualità non si tramuti in privilegio di gruppo, di cui
usufruiscano in maniera esclusiva i soci
del movimento cooperativo.
Profitto cooperativo e
intergenerazionalità
Essenziale è la tutela della natura
specifica del profitto cooperativo. Un
profitto che non è, totalmente, a vantaggio dei soci della Cooperazione ma di
cui una parte significativa si trasmette di
generazione in generazione, contribuendo
ad assicurare la longevità delle imprese
cooperative e a creare un ingente patrimonio cooperativo sotto forma di riserve
indivisibili.
Equità
L’equità è uno dei valori cooperativi storicamente più rilevanti e consente di affermare che la cooperazione, nella sua doppia veste di movimento sociale e culturale
e di organizzazione economica, è sempre stata, fin dalle sue origini, un fattore di
civilizzazione delle società e di umanizzazione del mercato.
Chi ha responsabilità in qualunque tipo d’impresa cooperativa deve adottare criteri di valutazione delle prestazioni secondo regole sociali condivise, che impediscano
ogni sorta di discriminazioni, siano esse di genere, di razza, di religione, di nazionalità, di affinità parentale, ideologica, politica, sindacale.
SMILE - aprile 2011
undici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Rispetto e fiducia
Il valore dell’equità presuppone una convinzione: le persone sono sempre degne
di fiducia. Se rispettate e riconosciute nella loro integrità spirituale e fisica, esse
sono capaci di esprimere le proprie qualità umane e competenze professionali in modo
sempre più compiuto.
Nei rapporti interpersonali e intercooperativi, rispetto e fiducia procedono di pari
passo. Su di essi si fonda la possibilità di un comportamento equo e assieme benefico
per l’integrità etica delle imprese cui le persone dedicano gran parte della loro vita.
Merito
Un’organizzazione cooperativa retta dall’equità sa riconoscere e valorizzare le
persone in virtù dei loro meriti. Non le mortifica quindi attraverso pratiche non etiche, quali il ricorso al clientelismo, alla raccomandazione, all’opportunismo, tendenti
a premiare gli incapaci o i meno meritevoli. Il riconoscimento del merito è un valore
che deve essere sostenuto e diffuso nella Cooperazione con forza e determinazione.
Tale valore richiama a una profonda attenzione verso l’altro come persona sempre e
comunque degna di rispetto e di considerazione delle proprie capacità.
Il rispetto e il riconoscimento reciproco sostengono e sorreggono, liberano da
una condizione di subalternità e vietano di essere deboli con i forti e forti con i deboli: tutto questo accade quando si esercita l’autorevolezza che convince e non il potere
che comanda.
Attenzione verso gli altri e umiltà
L’attenzione è, con il rispetto e l’umiltà, una delle “virtù penultime”: un valore
determinante per l’affermazione di altre ragioni etiche fondamentali. Essere autenticamente attenti agli altri permette, infatti, di costruire relazioni interpersonali basate
sulla consapevolezza degli obblighi reciproci e del rispetto della libertà altrui. Solo
questo tipo di relazioni rende possibile il perseguimento del bene comune.
Intercooperazione
Il legame cooperativo deve essere intessuto congiungendo l’intercooperazione,
l’onestà e la trasparenza, alla luce di un rapporto di mutualità e solidarietà tra le
cooperative. Perché si affermi il legame cooperativo, è necessario porre l’accento
sulla capacità di cooperare, più che sulla competizione, tra cooperative di uno stesso
settore, su una migliore integrazione di servizi e risorse tra i settori cooperativi e su
uno scambio trasparente d’informazioni tra le cooperative di primo e secondo grado e
tra esse e i rispettivi soci.
Onestà
Nessuna regola scritta può funzionare se non si fonda sull’onestà, sull’intenzione
personale a comportarsi seguendo le indicazioni etiche concordate e ad ammettere,
ove necessario, i propri limiti ed errori.
SMILE - aprile 2011
dodici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Trasparenza
L’onestà è la condizione affinché si affermi il valore della trasparenza, posto alla
base della Cooperazione trentina nella sua storia secolare. La trasparenza deve caratterizzare tutti i comportamenti delle persone e delle organizzazioni. La trasparenza rende
rintracciabile ogni rapporto intercooperativo e ogni azione cooperativa, verso i soci, gli
amministratori, i collaboratori, i clienti, i consumatori, i fornitori, i cittadini.
Pace
La Cooperazione ritiene che la
pace non equivalga semplicemente
all’assenza di guerra. Non c’è pace
senza giustizia, né senza uno sviluppo
equo e rispettoso della dignità della
persona e dei popoli.
La pace è una delle condizioni imprescindibili dell’azione cooperativa,
ovunque essa si esplichi. La Cooperazione considera perciò le iniziative di
solidarietà e cooperazione internazionale, in particolare con i paesi impoveriti,
attività intrinseche alla propria natura
ed estensive dei principi cooperativi.
Responsabilità sociale
È convinzione comune che tutte le imprese - cooperative, private, pubbliche debbano misurasi con le aspettative legittime di responsabilità sociale: esse, nel loro
insieme, devono sì contribuire alla legittimazione dell’impresa stessa, ma anche allo
sviluppo e al benessere della società e delle comunità in cui e mediante cui esse operano. La responsabilità sociale è un valore fondante dell’impresa e del movimento cooperativo fin dalle sue origini, quali che siano le culture che hanno nutrito la crescita
dell’albero secolare della Cooperazione. Essa, quindi, costituisce non certo una novità,
bensì un costante impegno per quanti credono e praticano i valori cooperativi.
Sviluppo sostenibile
Accanto al tema della responsabilità sociale, le sfide poste dallo sviluppo sostenibile sono divenute urgenti e strategiche anche per le attività e per la reputazione
del movimento cooperativo.
Lo sviluppo sostenibile si realizza operando con la convinzione che, per la sopravvivenza stessa dell’umanità, delle generazioni future e del pianeta, è essenziale la
riproducibilità delle condizioni di vita e di lavoro delle comunità secondo i parametri
della sostenibilità, evitando forme d’inquinamento e d’impoverimento delle risorse
naturali.
SMILE - aprile 2011
tredici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Libertà
La Cooperazione s’impegna in questa sfida senza tralasciare i valori che storicamente ne hanno guidato lo sviluppo sociale e la crescita economica, credendo fermamente nella libertà e nella democrazia e rifiutando ogni affiliazione o subalternità
partitica. La Cooperazione dunque o è libera o non è cooperazione.
Sussidiarietà
La Cooperazione, come società intermedia tra il cittadino e lo Stato, incarna
il valore della sussidiarietà per il solo suo
porsi nella storia dell’umanità e perché i
diritti inviolabili della persona sono i suoi
fondamentali valori. La Cooperazione, infatti, risolve nel modo migliore specifici problemi nella comunità locale, senza far ricorso
all’intervento delle istituzioni pubbliche.
Aiuto reciproco
In quest’orizzonte s’inscrive il valore
cooperativo dell’aiuto reciproco, valido su scala mondiale perché ricorda che la cooperazione, in ogni tempo e in ogni luogo, è cresciuta contando sulle proprie forze, sui valori e principi, e sul lavoro dei propri soci.
Grazie a tutti per il sostegno, la collaborazione e il costante lavoro svolto in
questi tre anni.
Il Consiglio di Amministrazione uscente
Maria Grazia Gasperoni, Alessandra Liviero, Concetta Guida,
Eleonora Iuriatti, Flora Cazzanelli, Marialina Daprà.
SMILE - aprile 2011
quattordici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Una mission anche
socio-culturale
A cura del direttore
Flora Cazzanelli
L
e socie fondatrici, con caparbietà, fermezza, voglia d’investire su se stesse e nell’impresa, hanno messo le basi per costruire una società cooperativa che voleva essere libera,
partecipata, condivisa, proponendo ai cittadini trentini un nuovo modello pedagogico
che sapesse rispondere con efficacia ai bisogni di conciliazione famiglia/lavoro che
nei primi anni del secondo millennio hanno iniziato a crescere notevolmente.
Il crescente bisogno di servizi educativi alla prima infanzia, ma non solo, nasce
in particolar modo dal mutamento temporale
dell’impegno lavorativo delle donne nel ciclo
vitale delle nuove famiglie. Infatti, il sostegno parentale viene sempre meno, sia perché
le donne/nonne tra i 55/60 anni spesso sono
ancora impegnate nel lavoro, sia perché assistiamo a sempre più frequenti flussi migratori
italiani e stranieri che vedono le famiglie sole
sia nei centri urbani sia nei paesi più periferici. In più abbiamo assistito e assistiamo sempre più al venir meno dei rapporti amicali tra le
famiglie, nonché alla riservatezza delle relazioni e alla gelosia dei propri spazi vitali.
La nostra cooperativa si è inserita in questo sistema e modello di vita con l’ambizione di rilanciare, quel che un tempo era
naturale, l’apertura delle proprie case per garantire un servizio educativo che valorizza
l’ambiente familiare, la domesticità, l’accoglienza, trasformando tutto ciò in una professione riconosciuta!
Quando una socia entra in cooperativa per intraprendere un percorso lavorativo,
proprio in virtù di essere socia non solo di nome ma anche di fatto, è posta di fronte
anche alla condivisione della mission che il “Sorriso” si è data; tra i cui obiettivi c’è
anche quello socio-culturale della diffusione di modelli di vita volti all’ospitalità, all’accoglienza dell’altro, all’ascolto, all’osservazione e all’attenzione ai particolari.
Proprio in questo contesto culturale il 24 febbraio 2011 il Consiglio Provinciale
ha approvato il testo unificato “Sistema integrato delle politiche strutturali per la
promozione del benessere familiare e della natalità”. La legge “sulla famiglia” riconosce le famiglie quali soggetti attivi dello sviluppo economico e sociale del Trentino e
l’Assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi in una battuta definisce l’obiettivo
della legge “…mettere la famiglia al centro….”. Tale legge rappresenta una svolta
nelle politiche per la famiglia, promuovendo una sinergia fra Provincia, enti locali,
soggetti del privato sociale, rafforzando e incentivando strumenti di conciliazione
SMILE - aprile 2011
quindici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
famiglia – lavoro, promuovendo la cultura della famiglia anche attraverso incentivi
innovativi ponendo il Trentino come esempio virtuoso a livello nazionale.
Proprio perché le socie sono al centro delle strategie politico-organizzative che i
soggetti posti devono intraprendere quotidianamente, e perché spesso siamo tenute
a dare il nostro contributo anche rispetto a leggi e regolamenti (com’è stato per la
legge sulla famiglia o a suo tempo per il regolamento attuativo della legge 4), noi
amministratrici ci interroghiamo su come migliorare il patto associativo, e la condivisione degli sviluppi politici che stanno caratterizzando la nostra provincia (Legge Famiglia, Libro Bianco, nascita delle Comunità di Valle, ecc.) favorendo l’accrescimento
della partecipazione delle socie alla gestione della propria cooperativa, migliorando
la governance, adottando strumenti di comunicazione per favorire la trasparenza e la
condivisione dei processi decisionali. Certamente l’organigramma, i momenti formativi
interni e gli strumenti strategici che in questi ultimi anni si sono notevolmente rinnovati, hanno posto la singola socia nelle condizioni di poter partecipare attivamente
alle scelte strategiche facilitando i complessi processi decisionali delle amministratrici
che devono tentare di combinare l’impegno sociale e i bilanci.
Tutte le socie sono strettamente collegate alla Cooperativa e ne sono una a una
proprietarie; la relazione delle socie alla Cooperativa non è di sola natura contrattuale
ma anche di possesso di ciò che si è prodotto insieme: “ogni testa un voto” con la
piena responsabilità della decisione assunta, con la conseguenza che ogni assente
affida alle altre socie le scelte. La nostra cooperativa può ritenersi tra le società cooperative trentine che maggiormente partecipa all’attività di cooperazione con una di
media di presenze dell’80% all’Assemblea delle socie e dell’85% negli incontri mensili
di aggiornamento/coordinamento territoriale.
Essere del “Sorriso” significa sentirsi dentro un gruppo di donne che hanno scelto
di essere cooperatrici in una società complessa, mutevole e dinamica il cui progetto
sociale e pedagogico potrà avere delle ricadute significative sui modelli economiciculturali che possiamo definire sostanzialmente ostili al modello cooperativo, aprendo
orizzonti diversi, alla scoperta del patrimonio immenso che il modello “cooperativo
partecipato e accogliente” offre!
Anche la nostra cooperativa, come la Giunta Provinciale, ha messo al centro “la
persona”! Alcune citazioni:
Don Lorenzo Guetti:
“La cooperazione è per tutti gli uomini di buona volontà!”
L’articolo 45 della Costituzione Italiana riconosce la forma sociale della cooperazione a carattere di legge e ne promuove e favorisce l’incremento, risaltando che il
valore sociale riconosciuto alla cooperazione non è alternativo a quello economico ma
la comprende!
Andrea Manzella, professore di diritto costituzionalista italiano, sostiene:
“Che cosa significa ‘funzione sociale?’. L’economia sociale di mercato non nasce per miracolo ma proprio attraverso strumenti come la cooperazione che
fissano il capitale al territorio, alle famiglie, alla tradizioni”.
SMILE - aprile 2011
sedici
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Progetto
educativo
A cura della tagesmutter
Anna Ceschini
M
i chiamo Anna Ceschini, sono nata nel 1971 e dal settembre del 2008 lavoro
come tagesmutter a Trento sud, dove abito con mio marito Antonio e nostra figlia Cecilia. Riconosco nel “prendermi cura di” la tinta che caratterizza e unifica
il mio percorso di studi, le esperienze di volontariato e di lavoro più significative che ho vissuto fino ad oggi: dal diploma di maturità Magistrale all’animazione
dei gruppi giovanili della Parrocchia passando attraverso l’esperienza di capo Scout
arrivo al lavoro d’infermiera, che ho svolto per quindici anni nell’ospedale S. Chiara
di Trento.
Altro “filo rosso” che unisce queste esperienze è la relazione con i bambini: anche all’interno della mia esperienza lavorativa in ambito
sanitario ritrovo nei sette anni di attività in
Pediatria il periodo di maggiore completezza e
soddisfazione professionale.
La nascita della mia bambina Cecilia (nel
2002) e la mia decisione di trovare tempi e
modi per stare con lei e il più e il meglio possibile, mi hanno portato a rivalutare il mio
impegno professionale in ospedale. Ho trovato nella figura della tagesmutter l’opportunità di conciliare tutte queste mie esigenze e
di valorizzare le mie capacità di “prendermi
cura di” e di relazione con i bambini.
La legge provinciale n.4 del 2002 definisce la tagesmutter come una persona
“adeguatamente formata che professionalmente, in collegamento con organismi della
cooperazione sociale o di utilità sociale non lucrativi, fornisce educazione e cura a uno
o più bambini di altri presso il proprio domicilio o altro ambiente adeguato a offrire
cure familiari”.
Come tagesmutter, infatti, non opero da sola, ma all’interno della cooperativa “Il
Sorriso”, di cui sono socia. La cooperativa attraverso il suo staff pedagogico organizzativo verifica il buon andamento del servizio e rappresenta per me una risorsa in termini di garanzia e riconoscimento della mia professionalità, incontro di competenze e
scambio d’informazioni, sostegno, confronto, aiuto e aggiornamento.
Questa rete di persone e competenze sono a disposizione mia e anche dei genitori
che abbiano il piacere di confrontarsi con figure professionali diverse, impegnate a
garantire al bambino il miglior benessere possibile.
La mia casa è il luogo dove lavoro come tagesmutter e si trova in un complesso
SMILE - aprile 2011
diciasette
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
a schiera immerso nel verde. Si raggiunge percorrendo un vialetto
fiancheggiato da piante e fiori.
Nel nostro servizio la casa è riconosciuta come condizione distintiva e privilegiata dell’educazione alle cure, all’affettività, alla
sicurezza, all’autonomia e alla socialità.
La casa rappresenta il primo luogo conosciuto dal bambino,
dove la quotidianità si mescola con le relazioni affettive importanti
e da queste, riceve un grande valore emotivo.
Lasciare la propria casa, così rassicurante e prevedibile, può
creare insicurezza e disagio al bambino. Ritrovare nella mia caratteristiche simili, perché, anche se diversa dalla sua, è comunque
una casa e non un edificio scolastico, può aiutarlo a ritrovare la
sicurezza e la tranquillità necessarie a esplorare il nuovo ambiente e a conoscere le persone che lo vivono.
La mia casa si sviluppa su quattro livelli. La porta principale si apre sull’ingresso.
Questo spazio rappresenta il luogo dell’incontro, del saluto ed è il luogo che collega i due mondi del bambino, quello di casa e quello del nido familiare.
È uno spazio in cui si vivono momenti intensi, dove accolgo il
bambino e il genitore che lo accompagna, dove ci si lascia e poi
ci si ricongiunge.
Sono momenti importanti che quotidianamente si ripetono
trasferendo ai bambini emozioni ed esperienze significative.
Qui ho predisposto l’angolo dell’accoglienza: sul primo gradino
della scala che sale ho messo un cuscino basso per trasformarlo in
una panchina e su un mobile ad altezza bambino ho appoggiato il
cestino per i calzini e le pantofoline. Le giacche trovano posto sugli
appendini.
Sul mobile, accanto al cestino c’è sempre qualche gioco. Cerco
di far trovare ai bambini quelli che preferiscono o quelli con i quali
hanno giocato prima di andare via, così da dare loro un gradito “benvenuto”.
Sulla parte interna della porta attacchiamo spesso le nostre opere
di pittura da mostrare ai genitori che, sempre in ingresso, trovano esposto il menù
settimanale.
Ogni giorno si ripetono nell’angolo dell’accoglienza piccoli rituali che permettono
al bambino di capire cosa succederà e di vivere al meglio le emozioni che prova salutando e poi ritrovando la mamma: prendere dal cestino i propri calzini, sedersi sulla
panchina per togliersi le scarpe e, quando è ora di andar via, leggere “il libro delle
coccole”, la storia che si ascolta solo e proprio quando sta arrivando la mamma …
Sullo stesso piano dell’ingresso si trova la cucina, che è il cuore della casa perché
richiama rumori e sapori che sono cari a tutti. La cucina è l’ambiente che ha mantenuto maggiormente le sue caratteristiche, rappresenta un luogo e un tempo privilegiato
di relazione, di ascolto, di chiacchiere, di risate. Qui propongo sia le merendine sia i
SMILE - aprile 2011
diciotto
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
pasti. Sono fermamente convinta dell’importanza del pasto consumato assieme e del
valore che assume un cibo se preparato in casa.
Da quando ci siamo sposati io e mio marito prepariamo abitualmente in casa il
pane, i dolci, le marmellate, la passata di pomodoro... questo ci permette anche di
controllare gli ingredienti che costituiscono i nostri pasti, con attenzione alla provenienza da agricoltura biologica della maggior parte di quelli base (farina, olio, pasta,
uova, carne, verdura e frutta). Ho sperimentato inoltre con mia figlia Cecilia quanto
sia interessante per i bambini impastare ad esempio la pasta all’uovo, tirare la sfoglia
per il pasticcio o preparare le tagliatelle … C’è un orgoglio tutto speciale nel servire
a tavola una pasta fatta da loro!
Con i bambini preparo quindi la pasta, ma anche polpette, gnocchi e pizza e, con
i più grandi, tagliamo la frutta per la macedonia o la verdura per il minestrone.
Credo che manipolare il cibo durante la preparazione sia un’ottima occasione per
conoscerlo, per scoprirne la consistenza, il colore, l’odore, conoscerne il nome e provare a dirlo o a ricordarlo, per ricevere quindi stimoli sensoriali e cognitivi. Valorizzo
la preparazione della tavola per il pasto: l’apparecchiare, lo stare a tavola insieme e il
riordinare permette ai bambini di sperimentare il significato sociale del mangiare un
pasto e sono situazioni di attività e di sviluppo del linguaggio.
Generalmente propongo ai bambini la merendina con la frutta o l’yogurt verso le
nove/ nove e trenta e il pranzo alle undici/ undici e trenta. Una certa flessibilità è
necessaria per rispettare il riposino di qualche piccolo e per cercare, il più possibile,
di stare a tavola tutti assieme.
Utilizzo alzatine e seggiolini da tavolo per garantire benessere e sicurezza a ciascuno durante il pranzo. Di solito stiamo a tavola trenta, quaranta minuti.
Stiamo in cucina anche per fare altre attività, come dipingere (con il caffè d’orzo,
gli spinaci, i colori a dito), travasare (la pasta cruda) e manipolare (la pasta pane, il
didò): in base all’età, all’interesse e al momento opportuno queste proposte permettono al bambino di sviluppare coordinamenti, esperienze, sensazioni ed emozioni. La
cucina è ricca di stimoli per il gioco simbolico: i bambini hanno a disposizione dei
cassetti con mestoli e contenitori di plastica, delle tovagliette, degli strofinacci e un
tavolino di legno che spesso ospita peluche e bambole, con tanto di bavaglino, occupati a “mangiare” pappe fatte con tappi di sughero o pasta cruda, abilmente imboccati
dai bambini.
Dall’ingresso, protetta da un cancelletto, scende
la scala che porta in soggiorno. Questo è un ambiente
raccolto e luminoso. Qui ho predisposto l’angolo morbido che con i suoi cuscini accoglie volentieri i piccolissimi nei primi giochi di movimento e durante le attività di
scoperta con il cestino dei tesori, o i grandicelli attratti
dalle costruzioni morbide. È un ottimo rifugio anche per
sederci tutti assieme a leggere i libretti: li ho predisposti
per le diverse età dei bambini, proponendo anche i “prelibri” con le pagine di materiali diversi che ho costruito
SMILE - aprile 2011
diciannove
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
durante i laboratori del corso di formazione. Talvolta propongo qualche libretto della
biblioteca di zona, sempre fornita di materiali interessanti per l’età 0-6. Credo molto
nel valore della lettura che favorisce la concentrazione e stimola la fantasia oltre a
sviluppare capacità espressive e il linguaggio. Sull’angolo morbido ci accomodiamo
anche per inventare, raccontare, ascoltare le storie che nascono aprendo la valigia dei
travestimenti e la scatola dei burattini. Sempre in soggiorno ho strutturato degli spazi
per il gioco simbolico, sistemandovi la cucinetta, il lettino per le bambole, …
Su un mobile basso i bambini trovano le bottigliette
sonore, i peluches, la scatola dei coperchietti, barattoli di
latta e le catenelle, i sacchetti tattili, gli animaletti, e in
appositi contenitori appoggiati a terra le costruzioni, la
scatola con le macchinine, il trenino e altri giochi da utilizzare in autonomia durante i momenti di gioco libero.
Dove ho potuto, ho preferito scegliere materiali come
il legno, il metallo e la stoffa, riducendo la plastica che
credo abbia meno cose da raccontare al bambino in termini di consistenza, peso, odore, rumore rispetto agli altri
materiali. Quando serve sul pavimento, stendo la coperta
che ci accoglie quando giochiamo a travasare la farina
gialla oppure un grande foglio di carta su cui disegniamo tutti assieme.
Accanto al soggiorno c’è il bagno che ho attrezzato con il fasciatoio e tutto l’occorrente per svolgere in sicurezza e igiene il tempo delle cure.
Per ognuno ho predisposto un appendino per il suo asciugamano e nella sacca individuale tengo il cambio che ognuno mi porta da casa. Su un ripiano ci sono i pannolini,
le creme di ciascuno e l’occorrente per l’utilizzo dei pannolini lavabili, se qualche bambino li usa già da casa. È anche il luogo privilegiato per i giochi con l’acqua che riescono a
coinvolgere tutti i bambini, dai più piccoli ai più grandi. Dal soggiorno si accede direttamente al giardinetto di proprietà. Il mio giardino offre un morbido prato, una splendida
betulla, la sabbiera e un piccolo orto. Annaffiare, togliere le erbacce, raccogliere l’insalata, i pomodori e le fragole è solo una parte delle attività che poi proseguono in cucina
con il lavaggio e la preparazione di quanto raccolto. A volte in giardino ci fermiamo per
fare la merenda quest’opportunità è sempre molto gradita dai piccoli ospiti. Un altro
spazio esterno molto ampio che sfrutto è quello racchiuso nel perimetro del complesso dove si trova la mia casa.
Ci sono comodi vialetti senza macchine per passeggiare
e spingere il passeggino dei piccolini, piccoli prati per
giocare con la palla, le betulle da abbracciare, un castello
di legno da scalare per i più grandi e un tavolo con delle
panchine per qualche merenda o pic-nic. Durante le passeggiate ai bambini piace molto osservare il volo degli
uccelli, il gatto che corre nel prato, i fiori appena sbocciati
o le foglie cadute dagli alberi. Imparano a riconoscere i
vicini che incontriamo, a salutarli.
SMILE - aprile 2011
venti
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Propongo ai bambini la passeggiata in tutte le stagioni: i giochi di movimento
sono una necessità per loro e in questi luoghi trovano, sicurezza, spazio e libertà.
Per il sonno dei bimbi ho predisposto la stanza da letto che si trova al primo piano della mia casa. I lettini, i peluches
personali, le coccole e le ninne-nanne sono alcuni degli elementi di questo luogo. Accogliere la stanchezza
del bambino è naturale ma è anche importante proporre
un ambiente adeguato. A volte i piccoli chiedono un
po’ di tempo e di fiducia per riuscire a rilassarsi completamente: il passeggino o la sdraietta rappresentano
l’anello di passaggio per arrivare insieme a scegliere il
proprio lettino. L’uso delle apposite radioline mi garantisce un contatto costante e rapido al momento del loro
risveglio.
I bambini che frequentano il nido familiare trovano un piccolo gruppo misto che
va dai sei mesi ai tre anni di età, quest’aspetto rende interessante e appassionante la
possibilità di mettersi a confronto: i più piccoli imitano i più grandi e i più grandi si
sentono utili ad aiutare i più piccoli.
La nostra giornata comincia con l’accoglienza dei piccoli ospiti, con lo scambio
d’informazioni con i genitori su come sono stati i bambini durante la notte o con
qualche consegna particolare. Generalmente facciamo qualche gioco in cucina mentre
aspettiamo l’arrivo di tutti. Scendiamo poi in soggiorno per il gioco libero. Torniamo
in cucina per la merendina e la salita della scala diventa occasione per imparare ad
arrampicarsi a “quattro zampe” come i gattini. Ci prendiamo il tempo per farlo in
sicurezza aspettando tutti. I bambini più grandi mi aiutano a preparare i piattini per
mangiare la frutta e a prendere dal cassetto il bavaglino di ciascuno. Dopo la merendina di solito ci prepariamo per uscire: do il tempo di provare a togliersi le pantofoline
e mettersi le scarpe, sperimentiamo la pazienza di aspettare anche i più piccoli.
La meta delle nostre passeggiate dipende dall’età dei bambini, dalle condizioni
del tempo, da come loro accolgono la proposta. Molto spesso camminiamo all’interno del complesso dove abito, raggiungiamo il “prato
delle bolle”, dove appunto giochiamo con le bolle di sapone, o il
prato delle betulle, dove i rami più bassi ci permettono di dondolarci un po’.
Di solito cerchiamo i gatti che vivono qui, quando è stagione le
noci o i fiori da raccogliere. Osserviamo Giuliano che coltiva le vigne
vicino al nostro cortile o Renzo che sistema le siepi e i giardini.
Qualche volta raggiungiamo il parco giochi e ci divertiamo
sullo scivolo, nella casetta e sui dondoli.
Al nostro ritorno a casa in genere propongo un’attività ai
bambini: o prepariamo insieme il pranzo lavando le verdure, oppure dipingiamo sul tavolo in cucina, travasiamo la farina, usiamo il didò.
SMILE - aprile 2011
ventuno
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Con i bambini più grandi usiamo carta e la colla di farina per qualche lavoro che ci ricorda magari una storia che abbiamo letto assieme.
Di solito qualche bambino più piccolo ha bisogno di fare un riposino e allora saliamo tutti nella cameretta e lo accompagniamo nell’addormentamento con la ninna-nanna.
Coinvolgo i bambini nella preparazione del tavolo per il pranzo e
dopo aver lavato le manine siamo pronti a cantare la canzoncina con la
quale ci auguriamo “buon appetito”! Dopo il pranzo e il riordino è ora
di preparare i bambini che vanno a casa. Chi rimane in genere riposa un
po’, al risveglio c’è il tempo per qualche gioco e per la merenda prima
di aspettare la mamma e tornare a casa. Questa è solo una traccia di
come si può svolgere una giornata. Ogni giorno diventa unico per il
tipo e l’intensità delle relazioni che si realizzano tra le persone: tra me
e i bambini, tra i bambini, tra i bambini e i miei familiari. Mia figlia
Cecilia, ad esempio, sta con noi il venerdì dal pranzo in poi e nei periodi di vacanza
dalla scuola. Esistono poi dei rapporti interessanti anche tra i bambini e gli adulti che
incontrano nel mio nido, come i miei vicini di casa, o le coordinatrici della cooperativa
che passano a trovarci.
Infatti, è dentro il contesto di queste relazioni che si realizzano e trovano un senso le
esperienze concrete che i bambini vivono nel
nido famigliare.
Seguendo le indicazioni pedagogiche del
servizio per me diventa un obiettivo primario proporre un ambiente che offra relazioni
significative. Altro obiettivo indicato nella
linea pedagogica del servizio tagesmutter è
lavorare sulla continuità tra servizi. Si tratta
in concreto di accompagnare i bambini “grandi” del
mio nido familiare a incontrare e conoscere la realtà della scuola materna che li accoglierà a settembre. Personalmente realizzo questa esperienza in collaborazione con le
maestre de “L’officina degli gnomi”, la scuola materna di Villazzano Tre, in via Conci.
Programmiamo due incontri nei quali i bimbi hanno la possibilità di giocare in una sezione e nel giardino della scuola assieme ai bambini della materna e a qualche bimbo
dell’asilo nido della zona. In genere programmiamo un’attività manuale o di lettura da
fare assieme. Come “memoria” delle esperienze e degli incontri vissuti frequentando
il mio nido familiare ogni bambino riceve un Librone: una documentazione scritta e
fotografica del tempo trascorso con me e con gli altri bambini, del pezzetto di strada
che abbiamo fatto assieme per “diventare grandi”.
I giovani non sono vasi da riempire,
ma fiaccole da accendere.
Fabio Quintiliano
SMILE - aprile 2011
ventidue
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Il gioco e lo sviluppo
del sè
A cura della coordinatrice pedagogica
Maria Grazia Gasperoni
O
gni bambino in buona salute, da
quando può e fino a quando può,
gioca. Il gioco ha molte funzioni
nella vita di un bambino: soddisfa
il desiderio di movimento e di azione, arricchisce la conoscenza, gli permette di
fare esperienze. Giocando i bambini hanno occasione di osservare, di fare progetti, di provare, riformulare il progetto e
riprovare, superare gli ostacoli,
esprimere e risolvere tensioni interne, sviluppare
l’immaginazione,
conoscere la vita
degli adulti e
mettersi alla prova, imparare le
regole della vita
sociale. Il gioco
riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo: esso, infatti, stimola
la memoria, l’attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto, relazioni.
Certamente i bambini non giocano
per esercitare queste funzioni, ma perché
il gioco piace e da gioia e soddisfazione,
perché giocando, realizzano i propri desideri e tentano di realizzare le proprie
aspirazioni.
Il gioco è un’attività che nasce da
una spinta interna cui è fondamentalmente collegata la libertà di scegliere, il
fatto che fa bene e che procura piacere.
J. Piaget (1937-1945) mette in cor-
relazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che il gioco è lo
strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino. Piaget, infatti, parte dalla convinzione che il gioco
sia la “più spontanea abitudine del pensiero infantile”.
Il neonato che, libero di muoversi,
è riuscito, dopo lunghi tentativi, a procurarsi l’oggetto
desiderato, lo
prende fra le sue
mani con una
gioia trionfale.
Girandolo e rigirandolo davanti
agli occhi soddisfa il suo interesse e la sua
curiosità. In seguito alla gioia
dell’attività, si aggiunge l’interrogativo
“cosa ne posso fare?”.
Attraverso il gioco, infatti, il bambino incomincia a comprendere come funzionano le cose: che cosa si può o non si
può fare con determinati oggetti, si rende conto dell’esistenza di leggi del caso e
della probabilità e di regole di comportamento che vanno rispettate. L’esperienza
del gioco insegna al bambino a essere
perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità; è un processo attraverso
il quale diventa consapevole del proprio
mondo interiore e di quello esteriore,
incominciando ad accettare le legittime
esigenze di queste sue due realtà.
SMILE - aprile 2011
ventitrè
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Il gioco è fondamentale anche per
stimolare lo sviluppo sociale che passa
attraverso vari stadi: si parte dal periodo del gioco solitario, tipico dei bambini
più piccoli (pochi mesi di vita) che non si
pongono in una condizione di reciprocità con gli altri. Non c’è
interazione sociale. Per
passare al gioco parallelo che si sviluppa tra
il primo e il terzo anno
di vita dove i bambini si
aiutano reciprocamente ma si tratta essenzialmente ancora di un
gioco individuale. Per
giungere infine al livello
del gioco sociale, tipico
dei bambini intorno ai
quattro - cinque anni,
età in cui comincia la
fase scolastica, anche
se nelle famiglie con
più figli si può verificare già tra i bambini di
circa due anni.
L’adulto non conosce immediatamente la
spinta che è all’origine dell’uno e dell’altro gioco, ma sicuramente l’adulto deve
essere consapevole che nelle diverse tappe dell’età evolutiva il gioco ha connotazioni molto diverse:
lnel primo anno di vita, nella fase cosiddetta “senso-motoria” prevalgono i
“giochi d’esercizio”. Il bambino, attraverso l’afferrare, il dondolare, il portare
alla bocca gli oggetti, l’aprire e chiudere le mani o gli occhi, impara a controllare i movimenti e a coordinare i gesti.
Il piacere che deriva da questi giochi,
spinge il bambino a ripeterli più volte.
lIl periodo che va dai due ai sei anni è
caratterizzato dalla presenza del “gioco simbolico” in cui il bambino acquisisce la capacità di rappresentare tramite
gesti o oggetti una situazione non attuale. Si sviluppa la capacità d’immaginazione e d’imitazione, per cui i giochi
preferiti sono quelli in cui, ad esempio,
il bambino s’improvvisa attore (finge di
dormire, di cadere) o
magari regista (chiede ad altri di fingere
di dormire o cadere).
Il simbolismo che
emerge da queste attività permette di riprodurre esperienze
viste ma non ancora direttamente sperimentate.
Attraverso questo pro­
cesso di trasformazione, basato sul far finta, il bambino delinea
delle situazioni, delle scene, da un punto
esclusivamente egocentrico: un cucchiaio può diventare un
telefono, la bambola una figlia e così
via. Ciò che è importante rilevare, però,
è che il bambino è consapevole di fingere, di mettere in scena una realtà immaginata: è il suo modo, naturale e spontaneo, di “possedere” le regole del mondo.
Nei giochi simbolici assume una notevole importanza, il linguaggio: con una
parola ogni oggetto può essere trasformato in qualcosa di diverso, più bello,
più utile e si sviluppa, inoltre, un primo
livello di dialogo, seppure unilaterale,
con i giocattoli, che vengono coinvolti
negli stati d’animo del momento.
SMILE - aprile 2011
ventiquattro
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
lDai
sette agli undici anni, nella fase
detta “sociale”, in cui il bambino comincia a vivere il rapporto con gli altri, prevalgono i “giochi con regole”.
Il bambino, sperimentando la vita di
gruppo, si trova di fronte a determinate “regole” che è
tenuto a rispettare. Lo spirito
di competizione o di cooperazione che derivano dalle relazioni interpersonali, soprattutto in
ambienti quali la
scuola, la palestra ecc., porta
il bambino a preferire giochi che
rispecchiano tale realtà, in cui,
cioè, le regole
sono viste non
più come imposizioni da accettare, seppur malvolentieri, ma co­
me mezzi necessari per il buon andamento del gioco stesso.
La comparsa delle regole determina la
fine del gioco infantile propriamente
detto e inaugurano una fase di crescita,
altamente educativa, in cui è stimolato
l’autocontrollo del bambino, la sua capacità di concentrazione e di memoria.
Nei servizi all’infanzia come il nostro, dove i bambini passano un tempo
relativamente lungo, la predisposizione
dell’ambiente e l’azione delle tagesmutter sono rivolte a sostenere la possibilità,
da parte dei bambini di giocare piacevol-
mente seguendo i bisogni di movimento,
i desideri di provare e di sapere, i tentativi di fare con gli altri. Questo implica la
cura delle condizioni che mantengono e
alimentano la voglia di fare del bambino:
un ambiente calmo, la possibilità di muoversi liberamente,
per un tempo abbondante, avendo a disposizione
oggetti,
materiali, giocattoli e
giochi in quantità appropriata al
numero dei bambini e la possibilità, da parte dei
bambini, di sperimentare, queste
condizioni liberamente, avviando
e realizzando attività di propria
iniziativa, secondo il proprio ritmo, decidendo l’i­
nizio e la fine.
Ci sono alcuni elementi essenziali per il gioco del
bambino di cui gli adulti non possono
non tenere conto:
a)i giocattoli; devono essere adatti all’età
e allo stadio di crescita e di sviluppo.
Non devono essere troppo pochi, perché
in questo caso il bambino non sarà sufficientemente stimolato, né troppi, perché egli si troverebbe confuso e incapace di concentrare l’attenzione.
b)lo spazio di gioco; ogni bambino deve
anche possedere un piccolo “territorio” personale che egli sa, essere unicamente suo e che costituisce quindi
per lui una base sicura e familiare.
SMILE - aprile 2011
venticinque
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
c)il tempo di gioco; esso deve essere
sufficientemente tranquillo e prevedibile. Dovrebbe essere di una lunghezza tale da permettere al bambino di
portare a termine l’attività in cui è
momentaneamente interessato.
d)i compagni di gioco;
e)l’imprevedibilità; il gioco è
anche il contenitore di eventi che nascono
dalle continue
sperimentazioni
con gli oggetti,
con le persone
e con i fatti. Chi
gioca non può
conoscere quello
che succederà. Il
concetto è semplice: se un giocatore conosce
come si svolgeranno gli eventi,
se sa già la soluzione, non vuole
più giocare.
Le condizioni
non sono statiche
e messe in forma una volta per tutte,
hanno bisogno di essere costantemente
ri-assicurate. Il tempo del gioco dei bambini è, per l’adulto, il tempo dell’osservazione.
Osservare non significa rimanere
fuori o stare fermi, ma a partire da quanto osserva, l’adulto può mettere a disposizione materiali, aggiungerne di nuovi,
a volte richiamare l’attenzione su quanto
sta facendo un bambino, proporre ruoli complementari, partecipare al gioco
se invitato (senza diventare la persona
principale del gioco).
Alla luce di quanto esposto è necessario riuscire a superare l’idea riduttiva
che il “gioco” sia solo un’attività gratuita
che procura al bambino un piacere e un
benessere di tipo particolare, considerandolo un modo di
impiegare il tempo libero lasciandolo così al di
fuori delle attività serie, produttive e importanti o
come ricompensa
dopo le ore d’impegno, studio o
lavoro non riconoscendogli quindi la connotazione di “serietà”
che merita.
I giochi dei
bambini invece
devono
essere
valutati come le
loro azioni più
serie e non come
semplici svaghi.
Per i bambini che
giocano per divertirsi, non c’è nessuna differenza tra il gioco e ciò che un
adulto potrebbe considerare come un
lavoro. Solo in questo modo stimoleremo sempre di più nel bambino il desiderio di giocare e solo imparando a
vederlo nel suo significato più pieno
avremo la voglia e soprattutto il desiderio di fermarci a giocare con i nostri
bambini sapendo che ciò che facciamo
sarà significativo e fondamentale per lo
sviluppo del loro Sé.
SMILE - aprile 2011
ventisei
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Una pagina
per la mamma
Mamma mi vuoi bene?
Certo tesoro mio.
Quanto
Ti voglio bene più di quanto il corvo ne vuole al suo gioiello,
più di quanto il cane ne vuole alla sua coda, più di quanto
la balena ne vuole al suo spruzzo.
Fino a quando?
Ti vorrò bene fino a quando l’umiak non volerà nel buio,
fino a quando le stelle del cielo non diventeranno pesci
e fino a quando il pulcinella del mare non ululerà alla luna.
E cosa succederà se io porto le uova, le nostre uova di pernice
e sto attenta e cerco di camminare adagio ma cado e rompo le uova?
Non sarò certo contenta ma ti vorrò bene lo stesso.
E se vuoto dell’acqua sulla nostra lampada?
Allora mi arrabbierò molto ma ti vorrò bene lo stesso.
E se fuggo?
Sarò molto preoccupata.
E se mi trasformerò in bue muschiato?
Ci rimarrò male.
E se mi trasformerò in tricheco?
Ci rimarro male e sarò un po’ spaventata.
E se mi trasformo in un orso polare, l’orso più cattivo che tu abbia
mai visto con i denti bianchi e aguzzi e ti rincorro fino
alla tua tenda a tu urli?
Ci rimarrò male e sarò molto spaventata.
Ma lo stesso dentro l’orso ci sarai sempre tu e ti vorrò sempre bene.
Ti voglio bene ora e te ne vorrò sempre perché tu sei il mio tesoro.
SMILE - aprile 2011
ventisette
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
e per imparare
Osservar
SMILE - aprile 2011
ventotto
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
In... formazione
A cura della coordinatrice pedagogica
Franca Desilvestro
Alla scoperta della musica
el numero precedente avevamo informato della partecipazione della tagesmutter
Francesca Poli a un corso formativo sulla musica a Livorno. A conclusione dell’esperienza la tages ha condiviso con la coordinatrice pedagogica l’esito della
manifestazione portando la ricchezza dei contributi e la volontà di mettere a
disposizione di tutte le colleghe, una parte della documentazione che ha raccolto.
Qui diamo un’anteprima affinché possiate entrare piano piano alla scoperta di un
modo di porsi di fronte alla musica. Nel frattempo
abbiamo già richiesto copia del libretto per
potervi dare, con la completezza dovuta, la
ricchezza dei contributi. Nel percorso è stata presentata la teoria dell’apprendimento
musicale, ideata da Edwin Gordon e fondata
su quasi cinquanta anni di ricerche e di osservazioni. Questa teoria descrive i modi di
apprendimento musicale del bambino dall’età
neonatale e si fonda sul presupposto che la
musica si possa apprendere secondo processi
analoghi a quelli con cui si apprende il linguaggio.
Perché proporre la musica ai bambini?
Nelle riflessioni fatte durante il corso è stato confermato che la musica, in quanto
forma d’arte, ha sempre rappresentato una preziosa opportunità di espressione dell’individuo in ogni epoca e in ogni cultura. Attraverso la musica, il bambino alimenta
la propria immaginazione e la propria creatività: sviluppa la capacità d’introspezione,
di comprensione di sé, degli altri, della vita. Guidare il bambino all’apprendimento
musicale vuol dire aiutarlo ad accogliere la musica quale parte integrante del proprio patrimonio espressivo e di comunicazione. Tutti nasciamo con un certo livello
di attitudine musicale, definito da Gordon come “potenzialità di apprendere”. Questa
predisposizione è massima al momento della nascita e si sviluppa a contatto con un
ambiente in grado di far vivere al bambino esperienze musicali significative, fino ai
nove anni, età in cui tende a stabilizzarsi. Il bambino in ascolto della musica, fermo
immobile, può essere scambiato per un bimbo che non fa nulla… in realtà sta facendo
moltissimo. Sta prestando attenzione a stimoli esterni che toccano parti interne così
sensibili da non lasciargli energie nemmeno per il più piccolo movimento.
N
SMILE - aprile 2011
ventinove
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
L’adulto competente non insegna al bambino, ma lo guida all’apprendimento della
musica, così come al bambino piccolo non s’insegna a parlare, ma si comunica parlando. In questo modo si guida informalmente all’apprendimento del linguaggio e lui/lei
cominceranno a interagire inizialmente con piccoli fonomi fino ad arrivare a parole
e frasi complete, attraverso un procedimento che valorizza le sue risposte – casuali,
intenzionali e imitative – e i suoi tentativi di comunicazione.
Durante il corso sono stati dati numerosi spunti per proporre in modo adeguato,
consapevole professionale quest’aspetto della vita. Si è parlato di metodologia e di
qualità, riconoscendo che non è la quantità di stimoli a essere importante ma certamente la qualità dell’offerta. Cantare per un bambino/a significa guardarlo negli occhi,
costruire un dialogo e permettergli un ascolto attivo, è buona cosa ripetere i canti più
volte, poiché la ripetizione sostiene l’apprendimento.
Un bambino/a che ascolta musica è portato a
muoversi spontaneamente “è mosso“ naturalmente dalla musica. Il tipo di movimento che Gordon suggerisce all’insegnante,
nel suo ruolo di guida informale, è proprio
un movimento ‘a flusso continuo’ sostenuto,
privo di rigidità. Gli adulti non dovrebbero
mai forzare il bambino a muoversi a tempo,
né dovrebbero muovergli braccia, gambe o
altre parti del corpo: possono, invece, muoversi con lui.
IL tempo della musica diventa uno spazio in cui i bambini possono sentirsi a proprio
agio, parte di un gruppo, in un clima disteso,
di fiducia e sicurezza, in uno scambio continuo in più direzioni: insegnante-bam- bini, bambini-insegnante, bambini–bambini.
Nelle indicazioni ricevute al corso, è stato indicato anche che durante la lezione di
musica esistono momenti diversi, ben precisi, fatti di poche regole, ma che sono sempre le stesse, ferme. I saluti iniziali e quelli finali, in cerchio, permettono un’entrata
e un’uscita sicure. Il cerchio garantisce un’idea di coesione, presenza e sicurezza. Il
senso di fine, di conclusione della lezione, permette di iniziare bene la volta successiva. I bambini senza scarpe (con calze antiscivolo), avranno un contatto più diretto
col suolo, il che determina un “esserci” maggiore, una più viva presenza, e una più
grande libertà di movimento ed esplorazione.
Avere l’obiettivo sempre ben presente davanti a sé, vuol dire sapere in che direzione
andare e andarci con sicurezza.
Il bambino canta ancora prima di parlare,
balla ancora prima di camminare.
La musica è nei nostri cuori sin dall’inizio.
Pam Brown
SMILE - aprile 2011
trenta
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Un aspetto in più
A cura della tagesmutter Francesca Poli
Mi piace inoltre porre l’accento sul fatto che noi tages, che non abbiamo una
competenza musicale specifica, possiamo PENSARE, PREDISPORRE E PROPORRE MOMENTI DI ASCOLTO di un certo tipo (che non è poco!), non tanto cantare per il
bambino nella maniera in cui intende Gordon. Quest’ultima attività, secondo le
indicazioni della Music Learning Theory, finalizzata al pari del linguaggio verbale a
sostenere e stimolare un vero e proprio dialogo “musicale” col bambino, è veramente
complessa e richiede competenze specifiche per cui la scuola dell’Aigam ha istituito
corsi pluriennali con tanto di tirocini nei nidi. Spesso gli insegnanti sono anche
musicisti.
Si tratta di proporre con la voce dei brevi
incisi (studiati e pensati) senza parole e nel
momento in cui il bambino autonomamente
inizia a “rispondere” a modo suo, cogliere gli
aspetti di questa risposta (in termini di tonalità, modo, ritmo) e agganciarvisi, entrando in un vero e proprio dialogo musicale che
nel tempo diverrà sempre più ricco. Il tutto
accompagnato dal movimento del corpo, come
è spiegato molto bene nella parte precedente.
Purtroppo qui in Trentino non opera nessun insegnante Aigam.
L’attività di ascolto che possiamo proporre
noi è molto semplice, ma fornisce una grande opportunità al bambino. Assodato che
filastrocche e canzoncine (che pure non dobbiamo eliminare) sono molto semplici e
povere dal punto di vista musicale e attirano molto l’attenzione del bambino per il
contenuto verbale e i gesti che spesso si associano, non possiamo ridurre la cosiddetta “educazione musicale” o i “laboratori musicali” in fascia 0-3 solo a questo. La
sperimentazione del rumore/suono prodotto da alcuni piccoli strumenti musicali che
lasciamo a disposizione (es stanza della musica nei nidi), è attività euristica più che
musicale. Ci dicevano al corso che sarebbe più stimolante per i bambini ascoltare dal
vivo un musicista che suona il suo strumento e che (magari) glielo lascia toccare, più
che dar loro maracas, xilofoni e tamburelli da suonare. Può starci anche quello ma non
solo quello.
Se analizziamo con occhio critico il tipo di stimoli musicali cui siamo esposti quotidianamente, ci accorgeremo che si tratta di musica commerciale molto stereotipata
e poco variata (quasi costantemente ritmo binario, tonalità maggiore). La cosiddetta
musica d’arte chi l’apprezza più? È troppo “difficile” perché non ne comprendiamo il
linguaggio di fondo, non abbiamo mai familiarizzato più di tanto con essa, non la
sentiamo nostra perché ci mancano gli strumenti per comprenderla. Non sto parlando
di conoscenze musicali in senso stretto.
SMILE - aprile 2011
trentuno
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
L'Associazione Lucicate Onlus nasce
nel febbraio 2006 per ricordare Caterina Brunelli,
una bambina simpatica e tenace, e Lucia Tartarotti Armani, mamma e moglie affettuosa, che troppo presto ci hanno lasciato.
Dall’unione dei nomi di Lucia e Caterina è nata una parola di senso compiuto
LUCICATE, quasi come un'invocazione a chiedere quella luce che, nelle notti senza
luna, compete alle stelle trasmettere, indicando la via da percorrere.
La luce di Caterina e Lucia, unita alle luci di tutte quelle persone che non ci sono più,
ma che da lontano continuano a camminare a fianco di chi è rimasto qui, ha prodotto una straordinaria spirale di generosità.
Gli scopi dell’Associazione sono di carattere educativo, culturale e sociale,
per sollecitare e mantenere viva l'attenzione verso "l'altro", in particolare verso
bambini, giovani e famiglie che vivono in condizioni di difficoltà, attraverso forme
di sensibilizzazione, di solidarietà e di condivisione.
L'Associazione, nel 2006,
ha avviato il suo primo progetto
in Romania con un sostegno
economico nei confronti dei
bambini dell'orfanotrofio di
Campina, di giovani madri del
Centro Maternale di Casa
Speranza e dei ragazzi di strada
di Bucarest.
Dal 2009 l’Associazione propone
adozioni a distanza ed esperienze di animazione estive, modi
altrettanto importanti per aiutare chi in Romania si trova in
difficoltà.
Nel 2008 con la scomparsa di Agnese Canepel, una giovane mamma e cara amica,
si è dato inizio, in suo ricordo, ad un progetto in Perù, rivolto alle bambine lavoratrici
domestiche di Cusco, che offre la possibilità di consumare una merenda, spesso
l'unico pasto della giornata, alle ragazze che frequentano la scuola serale "Maria
Angola" del Centro "Yanapanakusun".
Inoltre l'Associazione si fa carico di corrispondere lo stipendio ad un insegnante
occupato presso la stessa scuola e di sostenere, in collaborazione con la Provincia di
Trento, la radio del Centro.
Il 2009 ha visto l'avvio del Progetto per i bambini di Ol Moran in Kenia, proposto e
realizzato da alcuni giovani che hanno conosciuto questa realtà attraverso un'esperienza di volontariato. Il progetto, denominato "Kanga per Ol Moran" , ha lo scopo
di sostenere il Centro per bambini malnutriti, punto di riferimento per la comunità
locale, e cerca di rispondere, anche grazie al contributo della Provincia di Trento, ai
numerosi problemi alimentari e socio-sanitari.
L'Associazione, mediante i propri volontari, si attiva periodicamente per essere
presente nelle realtà dei diversi progetti, sperimentando momenti di conoscenza,
partecipazione e condivisione.
informazioni
progetti
scopi
storia
Pensa te l’assurdo: quando uno impara uno strumento, prima studia teoria e tecnica e solo dopo 4-5 anni passa al vero ascolto. Il percorso dovrebbe essere l’inverso!
È come voler far studiare la grammatica a uno che non sa neanche parlare la lingua.
Il pensiero di Gordon e dell’Aigam è veramente rivoluzionario, anticonvenzionale: ai bambini che si avvicinano alla musica, si propone l’ascolto “guidato” dalla nascita (anzi dalla pancia della
mamma!), il bambino interagisce via via con
l’insegnante e fa proprio il linguaggio della
musica in modo spontaneo e naturale; solo
dopo eventualmente si passa allo studio dello strumento. Lo scopo non è quello che tutti
diventino musicisti o di coltivare piccoli geni
della musica, ma di dare gli strumenti a questi
bambini affinché diventino dei BUONI ASCOLTATORI della MUSICA PIU’ VARIA, degli utilizzatori
consapevoli di questa bellissima e ricchissima
forma d’arte. Noi interveniamo nella prima fase.
Può sembrare poco ma non lo è affatto.
www.lucicate.org
SMILE - aprile 2011
trentadue
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
La voce
dei genitori
A mia figlia...
Sei qui in braccio a me che dormi beata,
ti guardo e ripenso a quante cose sono cambiate in quest’ultimo anno,
da quando eri nella pancia e ti sognavo
poi sei nata ed è stata l’esperienza più forte che io abbia mai provato.
Ho percepito subito il cambiamento nella nostra vita
ci sono stati dei momenti duri ,
in cui ho pensato di non farcela,
di non essere all’altezza,
di non poterti dare quello che meritavi
ma poi in realtà cosa dovevo darti?
Tutto il meglio di me,
l’amore che provo,
la comprensione e il mio esserci per te... sempre!
che vuol dire anche sapersi mettere da parte
quando tu ne hai avuto bisogno per esplorare e sperimentare
nei milioni di progressi che hai fatto in un anno.
Comunque sola non sarai mai
perché l’amore di una madre è dentro ai figli
e sono sicura che quando ne avrai bisogno saprai dove trovarlo dentro di te
e questo ti basterà per affrontare il mondo.
A mia figlia,
la persona che mi ha fatto capire cosa vuol dire vivere
e che m’insegnerà ancora tante cose nel nostro viaggio insieme. Grazie.
Michela Tamburini – Trento
I genitori danno due cose ai figli, le radici e le ali. La grandezza
e il vigore delle ali dipendono dalla profondità e dalla robustezza
delle radici. Tanto più forti sono le radici, intese come solidi
legami di attaccamento familiari, tanto maggiori saranno
le possibilità per spiccare il volo, aprirsi verso l’esterno, il mondo.
SMILE - aprile 2011
trentatrè
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Il primo distacco
È arrivato il giorno. Oggi devo iniziare l’inserimento dalla
Tata. Mi coglie un’angoscia che è maturata in quest’ultimo mese
di maternità... solo vivendo questi momenti si può comprendere
questa situazione; il primo passo, il distacco da te, stellina mia,
che finora sei stata solo mia e che da oggi incominci a muoverti nel
mondo anche senza di me, per alcune ore al giorno. Cerco di sembrarti felice e allegra, non voglio turbarti in questa fase della tua
crescita, non voglio che questo mio momento di smarrimento possa
condizionare la tua serenità.
Entriamo nella casa della Tata, c’è profumo di bimbi e biscotti.
All’ingresso ci accoglie il suo sorriso e il suo calore, lei legge nei miei
occhi quello che come mamma non vorrei mai ammettere; lei sarà con
te per alcune ore al giorno ed io sono un po’ gelosa, mi devo abituare
al distacco, all’idea di lei vicino a te, e questo mi disturba, purtroppo. Sono io che ho
bisogno di abituarmi al distacco da te, tu entri serena e ti siedi sulla panchina - ina,
punti il ditino verso l’attaccapanni per la prima volta alla tua altezza, ti giri felice e con
un sorriso soddisfatto mi dici: “Mamma, guarda...!!!!” Sei incantata a toccare i mobili di
cucina veri, piccolini, accessoriati, il piccolo lavandino con il rubinetto, lo sgabello con
la pallina che scompare, il passeggino per la bambola. Guardi le altre bimbe che giocano
felici, subito cerchi di fare ciò che fanno loro... ed io sento che SEI AL SICURO, che qui
avrai affetto, giochi sereni e pappa buona... ti lascio così, il primo distacco deve avere
inizio, scaccio questa lacrima galeotta... grazie Tata Roberta...
Maddalena Pedrotti - Magras, Malé
Alla nostra tages
Cara Annalisa, hai accompagnato la nostra famiglia attraverso un passaggio molto delicato e con la tua dolcezza,
capacità e sicurezza ci hai sempre dato quella tranquillità di
cui avevamo bisogno.
Emma è sempre stata felice e serena di frequentare quel
dolce nido famigliare che tu hai saputo creare quotidianamente. A oggi siamo malinconici e un po’ tristi di lasciare
tutto questo.
Ti ringraziamo di cuore per “tutto” e soprattutto per
la tua grande e costante disponibilità che ci hai riservato. Per noi sei stata davvero
tanto preziosa, ti ricorderemo sempre con tanto affetto.
Grazie di cuore!
Roberta, Sandro, Emma
SMILE - aprile 2011
trentaquattro
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
La parola alle socie
Tempo di relazione
D
a qualche tempo, con Viola e Sofia, ci rechiamo ogni
mattina nell’appartamento della mia vicina di casa
Maria, un’arzilla signora di novant’anni, per salutarla e darle il buon giorno.
Con il tempo questo rito quotidiano è diventato momento di relazione importante, con il loro calore e le loro
chiacchiere sommesse riescono a rallegrare una donna
sola che s’illumina vedendole e ogni giorno, chiede per
gioco il loro nome, come fosse una canzone.
“Dai Maria, alzati è ora di fare colazione, vieni dobbiamo dare da mangiare ai
gattini, le ripetono e dandole la mano l’accompagnano in cucina.”
Anche questo, sono convinta, è educare, accompagnare i bambini nel viaggio di
scoperta che non consiste solo nel cercare nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi
per vedere ciò che c’è attorno.
Occhi nuovi che guardano con affetto una persona anziana che necessita anche
lei di riti, di ripetere le azioni e le parole del quotidiano, per acquistare e mantenere
le certezze e l’equilibrio del tempo.
L’accudimento è contagioso, l’accudimento amorevole chiama all’imitazione.
L’accudimento è una funzione che passa attraverso le risposte ai bisogni primari
e i bambini l’apprendono in maniera spontanea, quasi per osmosi.
A cura della tagesmutter Annalisa Grieco
Laboratorio musicale in Primiero
on le educatrici della scuola materna provinciale di Imèr di Primiero e Canal S.
Bovo nella vicina valle del Vanoi, abbiamo seguito un laboratorio musicale promosso dalla PAT e condotto dalla dottoressa Francesca Tidoni.
L’obiettivo principale era di imparare delle attività musicali da proporre ai
bambini sia della materna sia dei nostri nidi familiari. In realtà il risultato è
stato superiore alle attese poiché abbiamo potuto cimentarci in alcuni giochi, nella
conoscenza di diversi tipi di strumenti musicali non convenzionali e, non da ultimo,
c’è stato il divertimento personale.
Il laboratorio di due ore e mezzo a incontro si è svolto per tre mercoledì consecutivi nel mese di marzo e, per le maestre, era preceduto da attività nella scuola
che vedeva impegnati i bambini con la presenza della docente. In aprile ci sarà un
ultimo incontro per rendere partecipi di questo percorso anche i genitori delle scuole
dell’infanzia.
Una nota di merito va a Francesca Tidoni, la docente, che con la sua allegria e
competenza ha reso ogni incontro brillante e interessante. Per notizie più approfondite siamo a disposizione di tutte.
C
A cura delle tagesmutter Emanuela Bettega, Daniela Fent e Teresa Paccagnella
SMILE - aprile 2011
trentacinque
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Le buone
cure
A cura della dottoressa
Paola Tosi
Quando possiamo parlare di buona cura
in ambito educativo?
l tema della cura in ambito educativo è tornato a essere recentemente oggetto di
attenzione in campo educativo. Da quando i servizi all’infanzia – nidi tradizionali,
nidi familiari e scuole dell’infanzia – si sono affermati come luoghi nei quali i
bambini possono avere esperienze che diventano occasioni di crescita, socializzazione e apprendimento, la riflessione sul ruolo dell’adulto che educa e cura si è
articolata teoreticamente e operativamente.
I compiti di chi lavora nei servizi educativi devono tendere alla promozione delle
potenzialità di ogni bambino, partendo dalle caratteristiche proprie di ognuno e dai
“bisogni irrinunciabili” derivanti dall’età evolutiva dei bambini in età prescolare; pensiamo, quindi, che sia possibile intervenire costruttivamente nel processo di crescita
del bambino aiutandolo a conquistare gradualmente la sua autonomia.
Prendersi cura dei bambini comporta azioni educative significative per la creazione di un ambiente relazionale armonioso e incoraggiante: il benessere nella crescita
e la significatività delle esperienze quotidiane nei servizi dipendono fortemente dalla
qualità delle relazioni che gli educatori stabiliscono con i bambini e tra di loro. La
professione educativa è cambiata molto negli ultimi decenni e si è declinata una professionalità nuova perché differente è il profilo dei servizi educativi.
Un cambiamento fortissimo che ha riguardato la cultura pedagogica degli stessi
servizi. Una cultura che è riuscita a superare le perplessità legate al lasciare i bambini in luoghi senza la figura di accudimento (soprattutto la madre) ma che è riuscita
anche a ridimensionare i forti timori legati alle malattie da contagio dello stare in
comunità (preoccupazione molto avvertita dai pediatri nei decenni scorsi). Per molto
tempo si è distinto il compito di “curare “ i bambini da quello di “educarli”, dando
una preminenza a quest’ultima voce come se la stimolazione cognitiva, del linguaggio
e quella motoria fossero le uniche dimensioni importanti della crescita.
Ormai sappiamo bene che è una distinzione del tutto falsa perché il bambino,
nelle sue azioni, compie le sue scoperte e le sue esplorazioni anche quando mangia o
impara a lavarsi le mani e ad allacciarsi le scarpe. Il bambino non si pone vincoli di
situazione: le sue esperienze lo coinvolgono con la mente e con le emozioni ed è per
questo che la professione educativa, e soprattutto le pratiche di cura, sono segnate da
una forte intensità emotiva che richiede specifiche competenze relazionali per poterla
gestire costruttivamente.
La cura fisica, quindi, è nella realtà dei servizi educativi una parte rilevante
I
SMILE - aprile 2011
trentasei
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
dell’esperienza del bambino ma anche dell’adulto e del suo lavoro. Il lavoro di cura
necessita perciò di competenze complesse, di un atteggiamento pensoso e riflessivo,
di un pensiero progettuale che richiede anche la padronanza della capacità, da parte
dell’educatrice, di un progressivo distanziamento con il quale la relazione e il fare con
il bambino sono fatto oggetto di riflessione.
Un lavoro di cura “sufficientemente buono” può essere definito come un lavoro denso di competenze relazionali e comunicative, fatto di capacità di ascolto, di cura dei corpi, di capacità
di osservare l’altro per capirne i messaggi comportamentali anche in assenza di parole. Pensiamo, perciò, a un’educatrice che
sappia lasciar spazio ai tentativi dei bambini di sperimentare
le proprie strategie sugli oggetti e verso i coetanei, a un’educatrice che non intervenga nel gioco del bambino e rispetti i
“ tempi di approccio” propri di ciascuno. Occorre sforzarsi di
non sovrapporre i nostri schemi di pensiero adulto al personale
modo di sperimentare dei bambini; è importante riuscire ad avere consapevolezza di ciò che si fa nella relazione con il bambino
e di come si fa. Perché vi sia positività nella relazione occorre,
inoltre, che l’adulto sappia avere fiducia nel bambino, nelle sue
capacità e nel suo desiderio di trovare strategie proprie. È anche
fondamentale che il bambino possa fidarsi dell’educatrice: i bambini possono avere fiducia negli adulti che si occupano di loro se
“sentono emotivamente” che l’educatrice sta offrendo una relazione “sufficientemente
buona”, cioè una relazione calda nei toni emotivi, prevedibile e, quindi, rassicurante.
Una buona cura è, quindi, una pratica che si realizza in una serie di azioni che
partono da una profonda attenzione per l’altro: è importante mettere al primo posto
il benessere dei bambini e lo sviluppo delle loro potenzialità senza farli sentire dipendenti dalle competenze e dalle abilità degli adulti. Dedicare tempo all’ascolto – sia
quando il bambino è capace di raccontare le proprie emozioni sia attraverso l’attenzione alla comunicazione non verbale – diventa una disposizione essenziale in una
buona pratica di cura. In che modo l’educatrice può accompagnare il bambino verso
il rafforzamento delle sue strategie e verso l’autonomia? È importante avere in mente
di osservare sistematicamente il bambino, come gioca, come si muove, come sorride o
come piange; ma anche come muove le sue piccole mani nei tentativi di sperimentare
le proprie strategie sugli oggetti.
È importante lavorare sulla qualità degli ambienti che noi offriamo ai bambini
sia in termini propriamente fisici sia rispetto al senso del tempo per un bambino. Lo
spazio per un bambino piccolo deve essere pensato in modo da aiutarlo a esprimere
quello che lui preferisce fare, quello che lo soddisfa di più; la voglia di scoprire e di
conoscere, che il bambino ha dentro di sé, deve perciò trovare educatrici attente a
lasciargli la possibilità di sperimentare. Il bambino deve capire che ci sono delle regole da rispettare ma deve poter sentire che ci sono delle possibilità per fare da solo
e per riuscirci.
SMILE - aprile 2011
trentasette
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Informazioni
interessanti
L’attività della
Cooperativa Il Sorriso
a cura di Flora Cazzanelli
I
n data 8 marzo 2011 la Cooperativa Tagesmutter Il Sorriso ha inoltrato in Pat il
Documento d’impegno, al fine di realizzare, in modo efficace e conforme alle “Linee Guida per la conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche
e private” approvate con deliberazione della Giunta Provinciale n. 1364 di data 11
giugno 2010, il processo del Family Audit. L’Audit Famiglia & Lavoro è uno strumento di analisi organizzativa che consente di monitorare le modalità con cui un’organizzazione attua politiche di gestionale orientate alla famiglia.
Alla fine del processo, se raggiunti gli obiettivi, il Consiglio
dell’Audit rilascerà alla Cooperativa una certificazione che andrà ad aggiungersi a quella del marchio “Family in Trentino”
rilasciatoci nell’anno 2007, ampliando l’immagine qualitativa
della cooperativa. Nel mese di marzo la nostra Provincia ha
firmato un protocollo con la Presidenza dei Ministri per il trasferimento dello standard trentino a livello nazionale. Se verrà
raggiunto l’obiettivo saremo la terza cooperativa sociale che
in trentino vanterà tale certificazione.
L
a Cooperativa Tagesmutter del Trentino Il Sorriso in partnership con Forum Trentino delle
Associazioni Familiari, Associazione Murialdo
del Trentino e Associazione Famiglie per l’Accoglienza, finanziato dalla Fondazione Trentina per
il Volontariato Sociale e la collaborazione della Pat Progetto speciale Coordinamento politiche familiari
e di sostegno alla natalità, promuove e realizza il
progetto Accogliere per costruire solidarietà.
Si tratta di un percorso che prevede azioni di
sensibilizzazione, promozione e reperimento di famiglie accoglienti grazieConalle
qualidel Progetto
saràSpeciale
possibile
la collaborazione
Coordinamento
politiche familiari e di sostegno alla natalità.
incrementare in maniera significativa il numero di
famiglie disponibili ed attive in questa forma di
volontariato, con il coinvolgimento dei soggetti
pubblici e privati che a vario titolo potranno conCon il contributo economico della Fondazione Trentina
Volontariato Sociale.
correre al raggiungimentoper ildell’obiettivo
finale.
I destinatari del progetto le famiglie che utilizzano il servizio tagesmutter e, attraverso il coinvolgimento degli oltre 100 comuni con cui la CooperaIl Forum delle Associazioni Familiari
del Trentino è un’associazione di
promozione sociale che svolge
azione
di
coordinamento
di
associazioni, movimenti ed altre organizzazioni che realizzano attività
di valorizzazione e sostegno della famiglia in provincia di Trento. In
particolare persegue la tutela dei diritti civili della famiglia, la sua
partecipazione alla vita culturale sociale e politica del territorio e la
promozione di politiche per la famiglia che la sostengano nelle sue funzioni.
L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza
è un’associazione di promozione
sociale nata da famiglie che accolgono
nella loro casa temporaneamente
o definitivamente una o più persone che hanno bisogno di accoglienza.
L’associazione vuole aiutare le persone a vivere il valore della famiglia come
luogo di accoglienza e crescita della persona, contrastando quei modelli
individualistici che considerano l’esperienza familiare un fatto privato.
L’Associazione Murialdo del Trentino Alto
Adige realizza da anni interventi specifici
a favore dei giovani, delle famiglie e
del territorio attraverso interventi
con funzioni riparative e preventive. Promuove sul territorio in collaborazione
anche con i servizi sociali la cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Tutte
le esperienze e i progetti dell’associazione sono caratterizzati dal legame con il
territorio per inserirsi in una comunità con la quale collaborare affinchè sia capace
di prendersi cura di sè.
Promozione dell'accoglienza in famiglia nel territorio trentino.
Nel programma della Giunta provinciale la
famiglia è al centro dell’azione di governo.
Si sostiene con forza l’obiettivo di favorire
la famiglia attraverso nuove politiche
e strumenti innovativi. Per questo motivo dal gennaio 2009 è istituito il progetto
speciale di Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità, attraverso
il quale si realizzano diverse iniziative tra cui lo Sportello Famiglia e il progetto
Promozione accoglienza in famiglia.
Nata nel 1998 la Fondazione Trentina per
il Volontariato Sociale si pone come un
soggetto al servizio del volontariato che,
operando sul territorio trentino con il
concorso attivo delle associazioni di volontariato, fornisce assistenza ed appoggio
al volontariato locale, mettendo a disposizione una sede comune d’incontro,
servizi di carattere generale e sostenendo specifici programmi di attività.
Serate di sensibilizzazione all’accoglienza.
Progetto sviluppato su tutto il territorio del Trentino
in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento.
TAGESMUTTER - IL SORRISO
Cooperativa sociale di Servizi
per l’Infanzia
SMILE - aprile 2011
trentotto
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
tiva Il Sorriso collabora, anche alle famiglie trentine
in generale dislocate su tutto il territorio provinciale
con la partecipazione di attori privati ed istituzionali
presenti nei vari territori.
Alcune serate di sensibilizzazione e informazione
sono già state svolte: Arco 11 aprile, Malè 18 aprile.
Le prossime saranno: Mezzolombardo 2 maggio, Fiera
di Primiero 9 maggio, Cavalese 16 maggio, Trento 23
maggio e Rovereto 6 giugno.
Le persone di riferimento per la gestione dell’iniziativa sono le socie Tiziana Gatto e Laura Calza.
Il Forum delle Associazioni Familiari
del Trentino è un’associazione di
promozione sociale che svolge
azione
di
coordinamento
di
associazioni, movimenti ed altre organizzazioni che realizzano attività
di valorizzazione e sostegno della famiglia in provincia di Trento. In
particolare persegue la tutela dei diritti civili della famiglia, la sua
partecipazione alla vita culturale sociale e politica del territorio e la
promozione di politiche per la famiglia che la sostengano nelle sue funzioni.
L’Associazione Famiglie per l’Accoglienza
è un’associazione di promozione
sociale nata da famiglie che accolgono
nella loro casa temporaneamente
o definitivamente una o più persone che hanno bisogno di accoglienza.
L’associazione vuole aiutare le persone a vivere il valore della famiglia come
luogo di accoglienza e crescita della persona, contrastando quei modelli
individualistici che considerano l’esperienza familiare un fatto privato.
L’Associazione Murialdo del Trentino Alto
Adige realizza da anni interventi specifici
a favore dei giovani, delle famiglie e
del territorio attraverso interventi
con funzioni riparative e preventive. Promuove sul territorio in collaborazione
anche con i servizi sociali la cultura dell’accoglienza e della solidarietà. Tutte
le esperienze e i progetti dell’associazione sono caratterizzati dal legame con il
territorio per inserirsi in una comunità con la quale collaborare affinchè sia capace
di prendersi cura di sè.
Con la collaborazione del Progetto Speciale Coordinamento
politiche familiari e di sostegno alla natalità.
Nel programma della Giunta provinciale la
famiglia è al centro dell’azione di governo.
Si sostiene con forza l’obiettivo di favorire
la famiglia attraverso nuove politiche
e strumenti innovativi. Per questo motivo dal gennaio 2009 è istituito il progetto
speciale di Coordinamento politiche familiari e di sostegno alla natalità, attraverso
il quale si realizzano diverse iniziative tra cui lo Sportello Famiglia e il progetto
Promozione accoglienza in famiglia.
nche per l’anno 2011 verranno promosse le Colonie estive di Mezzolombardo e Vallarsa, sarà
l’arte e i suoi segreti, il tema filo conduttore
dell’intero progetto. Il titolo del Progetto estivo
sarà A RITMO D’ARTE e prende spunto da una iniziativa emiliana.
Il 3 marzo 2011 è stata presentata a Bologna la
“Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura”. La Carta nasce da un’idea di La Baracca Teatro Testoni Ragazzi ed ha ricevuto la medaglia dalla Presidenza della Repubblica e numerose adesioni. La Regione Emilia-Romagna ha dato il patrocinio e il sostegno
a questa iniziativa. E’ un progetto cui hanno ad oggi aderito molte istituzioni culturali
che si occupano di arte per l’infanzia di numerosi Paesi d’Europa: Spagna, Finlandia, Irlanda, Slovenia, Germania, Ungheria, Gran Bretagna, Romania, Belgio, Austria e Francia.
“I bambini hanno diritto a partecipare all’arte in tutte le sue forme ed espressioni, a
poterne fruire, praticare esperienze culturali e condividerle con la famiglia, le strutture
educative, la comunità, al di là delle condizioni economiche e sociali di appartenenza”.
È, in sintesi, il senso profondo che ha ispirato la Carta dei diritti dei bambini
all’arte e alla cultura, che discende principalmente da due fondamentali presupposti.
Nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’Assemblea delle Nazioni
Unite nel 1989 e nella Carta europea dei diritti del fanciullo varata dal Parlamento
Europeo nel 1992, viene citato il diritto del Bambino a partecipare alla vita culturale
e artistica.
In particolare nell’articolo 31 della Convenzione Onu si afferma che “1- Gli Stati
parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco
e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale e artistica. 2- Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di
partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione,
in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.”
Nell’articolo 8.28 della Carta europea si afferma che “ogni fanciullo (…) deve
poter fruire inoltre di attività sociali, culturali e artistiche”.
A
Promozione dell'accoglienza in famiglia nel territorio tr
Con il contributo economico della Fondazione Trentina
per il Volontariato Sociale.
Nata nel 1998 la Fondazione Trentina per
il Volontariato Sociale si pone come un
soggetto al servizio del volontariato che,
operando sul territorio trentino con il
concorso attivo delle associazioni di volontariato, fornisce assistenza ed appoggio
al volontariato locale, mettendo a disposizione una sede comune d’incontro,
servizi di carattere generale e sostenendo specifici programmi di attività.
Serate di sensibilizzazione all’accoglienza.
Progetto sviluppato su tutto il territorio del Trentino
in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento
TAGESMUTTER - IL SORRISO
Cooperativa sociale di Servizi
per l’Infanzia
SMILE - aprile 2011
trentanove
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
La Carta dei diritti è stata tradotta dall’italiano in 26 lingue, grazie ad una preziosa
rete di amici e collaboratori. Non sono ovviamente tutte le lingue del mondo, ma chissà
che un giorno non se ne aggiunga un’altra… e poi un’altra… ecco la versione italiana:
Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura
  I bambini hanno diritto:
  1.ad avvicinarsi all’arte, in tutte le sue forme: teatro, musica,
danza, letteratura, poesia, cinema, arti visuali e multimediali
  2.a sperimentare i linguaggi artistici in quanto anch’essi “saperi
fondamentali”
  3.a essere parte di processi artistici che nutrano la loro intelligenza emotiva e li aiutino a sviluppare, in modo armonico,
sensibilità e competenze
  4.a sviluppare, attraverso il rapporto con le arti, l’intelligenza
corporea, semantica e iconica
  5.a godere di prodotti artistici di qualità, creati per loro appositamente da professionisti, nel rispetto delle diverse età
  6.ad avere un rapporto con l’arte e la cultura senza essere trattati da “consumatori”, ma da “soggetti” competenti e sensibili
  7.a frequentare le istituzioni artistiche e culturali della città,
sia con la famiglia che con la scuola, per scoprire e vivere ciò
che il territorio offre
  8.a partecipare a eventi artistici e culturali con continuità, e
non saltuariamente, durante la loro vita scolastica e prescolastica
  9.a condividere con la famiglia il piacere di un’esperienza artistica
10.ad avere un sistema integrato tra scuola e istituzioni artistiche e culturali, perché solo un’osmosi continua può offrire
una cultura viva
11.a frequentare musei, teatri, biblioteche, cinema e altri luoghi
di cultura e spettacolo, insieme ai propri compagni di scuola
12.a vivere esperienze artistiche e culturali accompagnati dai
propri insegnanti, quali mediatori necessari per sostenere e
valorizzare le loro percezioni
13.a una cultura laica, nel rispetto di ogni identità e differenza
14.all’integrazione, se migranti, attraverso la conoscenza e la
condivisione del patrimonio artistico e culturale della comunità in cui vivono
15.a progetti artistici e culturali pensati nella considerazione delle diverse abilità
16.a frequentare una suola che sia reale via d’accesso a una cultura diffusa e pubblica
17.a poter partecipare alle proposte artistiche e culturali della città indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche di appartenenza, perché tutti i bambini
hanno diritto all’arte alla cultura
SMILE - aprile 2011
quaranta
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
opo ben tre mesi di attesa la Pat con delibera n. 417 del 11 marzo 2011 ha deliberato il rinnovo dell’utilizzo dei Buoni di Servizio – voucher per le annualità
2011-2012-2013 determinando le nuove modalità, i termini e le aree d’intervento. Ricordiamo che la nostra Cooperativa è stato il primo soggetto ad iscriversi a
questo albo provinciale nel 2005.
D
rogetto So...stare a Tavola.
Le socie Donatella Tana e
Emanuela Bettega 71 hanno dato la loro disponibilità per il progetto So … stare
a tavola, presso la scuola elementare di Imer in Primiero,
nell’orario di pausa pranzo, proponendo un tempo e un luogo
ai bambini che richiede, ascolto, accoglienza e attenzione.
È pianificato un tempo per il
pasto e un tempo per il gioco. L’obiettivo è di permettere
ai bambini di trascorrere questo momento con piacere,
condivisione e allegria nel rispetto di tutti i soggetti presenti.
P
e socie Casotti Graziella e Bassetti Michela hanno partecipato
al percorso formatori organizzato da DoMus a Terzolas in Val
di Sole. Sono stati tre giorni intensi
con un programma ricco di contributi.
La Presidente dell’Associazione DoMus,
Caterina Masè, nel momento dedicato
all’apertura dei lavori ha ringraziato le
quaranta persone provenienti da numerose regioni italiane, Lazio, Piemonte,
Lombardia,Veneto, Emilia Romagna, e ha
sottolineato il valore del servizio e l’importanza che DoMus riconosce nel promuovere, condividere e uniformare i contenuti. Nel gruppo docenti erano presenti
anche Franca Desilvestro e Manuela Filippi
che hanno condotto nella seconda giornata un’area tematica dedicata alle attività e
i laboratori.
L
SMILE - aprile 2011
quarantuno
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
L’angolo
delle opportunità
Arriva
il circo
Oppetelà!
Scuola di nuovo circo per bambini e ragazzi
Al Circo Penne di pavone, oggetti volanti e bici a una sola ruo-
ta... il circo è un po’ una magia che accompagna ognuno alla scoperta
di sè e degli altri attraverso il gioco creativo. In pista si mescolano tante esperienze: divertimento, emozione, concentrazione, allenamento: il
circo è una cosa seria, affina la mente, il corpo e l’anima.
Imparo a dare spazio alla creatività, alla libertà di sperimentare e scoprire; svilup-
pare la sensibilità per gli altri: scoprire la gioia del fare assieme, rafforzare la fiducia e
il rispetto verso gli altri, la capacità di relazionarsi e comunicare; sviluppare competenze
individuali quali la concentrazione, la coordinazione, il senso dell’equilibrio e del ritmo, la
motricità globale e fine, la percezione sensoriale, l’autonomia, la capacità di scegliere, la determinazione; contribuire allo sviluppo di una sana fiducia in se stessi.
Faccio equilibrismi sul monociclo, la bici a una ruota, sulla grande sfera, su rulli, rola
bola, pedalò, trampoli, e sul lungo filo del funambolista; Giocoleria facendo girare nell’aria
palline, piatti cinesi, fazzoletti, diablo, flowerstick, penne di pavone, bolas; Acrobalance e piramidi umane creando insieme figure acobatiche; Clow con cappelli e nasi rossi e sorrisi.
Per informazioni e contatti:
[email protected] - 338.8330532
L’arte del
massaggio
La nostra vita è immersa nel ritmo, sia nel mondo, stagioni, giorno e notte, sia in noi,
espirazione ed inspirazione, toni cardiaci ecc.: Un ritmo corretto aiuta l’equilibrio della nostra
vita.
Attraverso il tatto e il contatto si entra in una relazione che di per sé non ha bisogno di
parole. Elaborando le forme di contatto si stabilisce una comunicazione e, dirigendole verso
un aspetto terapeutico, si dà luogo al massaggio.
Considerando lo stato di salute come un equilibrio, il massaggio ritmico, tramite forme in
cui si dà importanza al ritmo del movimento, lavora dove si è manifestato uno squilibrio.
Il contatto della mano, l’elemento calore, la cura delle prese e del contatto aiuta a
portare calore vitale e a sviluppare, nel paziente, una percezione consapevole della propria
superficie corporea.
Il massaggio ritmico è un metodo elaborato dalla dottoressa Ita Wegman in base alle
sue conoscenze antropologiche e antroposofiche a cominciare dal 1920 e nell’Istituto clinico
-terapeutico di Arlesheim in Svizzera.
“Il vero massaggio curativo, come in genere il curare è un’arte e non una tecnica, anche
se, naturalmente, la padronanza di una tecnica specifica ne costituisce una base, come in
ogni arte”.
Per informazioni e contatti:
Renato Simoni 331-1234220 - www.massaggioritmico.wordpress
SMILE - aprile 2011
quarantadue
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Professione
tagesmutter
A cura di
Franca Desilvestro
ed Elena Calza
I
l 21 marzo 2011 è iniziato ad Arco il corso di formazione per future tagesmutter.
In questa sede, Formazione SPA e Cooperativa Tagesmutter del Trentino Il Sorriso,
accompagneranno le quindici corsiste nel cammino per conseguire il diploma di
qualifica: 800 ore di cui una parte teorica e una pratica di tirocinio. Le materie
proposte spaziano dalla Sociologia della famiglia, alla Psicologia dell’età evolutiva,
ai Laboratori, alla Pedagogia, alla Puericoltura, alle Attività nel contesto domiciliare,
alla Sicurezza nell’ambiente domestico, alle Pari opportunità - Politiche di conciliazione lavoro-famiglia, alla Legislazione nell’ambito dei servizi all’infanzia…
Alle selezioni hanno aderito duecento candidate e, una volta decisa la
sede del corso, ha confermato l’interesse per il percorso in centotrenta di cui
qualcuna non si è poi presentata alla
fase di selezione che si è tenuta nei
giorni due, tre e quattro Aprile. Quasi
altrettante si sono iscritte nella sede
analoga di Rovereto gestita da un altro ente formatore. Sono numeri interessanti che richiedono attenzione da
parte dei politici, amministratori perché parlano di possibilità formative
di personale, di poter attivare nuovi
servizi all’infanzia e creare posti occupazionali.
Le ragazze del gruppo di Arco sono persone che hanno espresso in fase di colloquio attitudinale delle caratteristiche, competenze e sensibilità che questo tipo di
professione richiede. In particolare sono state valutate: Spirito d’iniziativa, Motivazione, Capacità relazionali, Possibilità lavorativa (in base alla zona di provenienza),
Casa, Tenuta al corso. Nello specifico gli strumenti utilizzati sono stati un questionario
attitudinale, il role play (o gioco di ruoli effettuato in piccoli gruppi) e un colloquio
individualizzato.
Ci sono quindi tutte le migliori prospettive per avere nuova forza all’interno della
Cooperativa, in particolar modo nelle zone dove le tagesmutter esistenti stanno lavorando a pieno ritmo e ci sono lunghe liste d’attesa (vedi ad esempio la zona del Basso
Sarca, Rovereto, Trento). Si prevede che il corso abbia termine entro fine anno con
l’eventuale possibilità di protrarre gli esami a Gennaio 2012. Per il momento auguriamo a tutte non solo di poter acquisire al meglio la professionalità richiesta, ma anche
di poterla incarnare per spenderla poi concretamente in un lavoro gratificante.
SMILE - aprile 2011
quarantatre
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Aggiornamento PAT
A cura della coordinatrice pedagogica
Franca Desilvestro
S
ta volgendo al termine il percorso di aggiornamento che annualmente la PAT in
concerto con i coordinatori pedagogici e i referenti dei servizi organizzano per il
personale dei servizi all’infanzia.
Le cento tagesmutter iscritte hanno realizzato tre gruppi, due dei quali hanno affrontato il tema del Ruolo dell’educatore e il terzo gruppo ha approfondito il tema
riferito al primo anno di vita dei bambini nei contesti educativi.
Siamo giunti agli ultimi
incontri e nella fase di verifica intermedia sono emerse
delle riflessioni che ora condividiamo con i lettori.
Per le venti tagesmutter che affrontano il Ruolo
dell’educatore nei servizi
alla prima infanzia per il
secondo anno, è stata riportata una diffusa soddisfazione che ha permesso
di maturare anche aspetti
teorici che nel primo anno
apparivano distanti e poco
efficaci. Con il dott. Luca
Quaratino e con la dott.ssa
Agnese Infantino sono stati
considerati aspetti della professione riferibili a processi relazionali e progressive evoluzioni. Con Infantino c’è stata l’opportunità di riflettere sulle numerose prospettive
che permettono di vedere la stessa situazione. È stato segnalato che la professionalità
educativa si gioca nel metodo e nel confronto e che il nido è un luogo educativo in cui
genitori e tagesmutter s’incontrano ma, l’educatrice è parte di un ampio sistema di relazioni e l’intervento da lei praticato può avere effetti che vanno oltre il bambino che
sta accogliendo le cure. Con Quaratino è stato disegnato un sistema di cerchi per rendere graficamente comprensibile la posizione di tutti i soggetti coinvolti nel servizio.
Nella lettura dei passaggi è stato piacevolmente suggerito come il “nucleo – tecnico”,
le tagesmutter /educatrici, rappresentino il punto cuore del sistema da cui dipende
la possibilità di collegare l’interno con l’esterno nell’ottica migliorativa del servizio.
Si è parlato di responsabilità e di fiducia, di motivazione e di frustrazioni suggerendo
che per essere efficaci è opportuno essere focalizzati. Con la dott.ssa Paola Tosi le
SMILE - aprile 2011
quarantaquattro
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
tagesmutter hanno lavorato con partecipazione e coinvolgimento arrivando a creare
nuova documentazione che permetterà a tutte le tages della Cooperativa Il Sorriso di
rendere evidente all’esterno il ruolo educativo che rivestono.
Per le venti tages che hanno affrontato il Ruolo dell’educatore nei servizi alla
prima infanzia per il primo anno, la risposta rispetto alla soddisfazione ha visto
due fronti, una parte ha espresso subito un buon gradimento e una parte ha trovato
la soddisfazione nel momento in cui ha potuto calare nella dimensione lavorativa i
contributi teorici. La parte iniziale, condotta da Agnese Infantino e Luca Quaratino,
ha portato in parte lo smarrimento già registrato lo scorso anno e che richiede un
tempo di semina, in cui non è chiaro ciò che si fa e il perché, ma l’esperienza precedente indica di aver fiducia perché in tempi prossimi si renderanno chiari i processi
apportati.
Con la dott.ssa Alessia Agliati le riflessioni, i compiti assegnati, le simulazioni e
la condivisione di casi hanno aperto nuovi sguardi riferibili al ruolo dell’educatore, con
grande soddisfazione delle presenti.
Le sessanta tages iscritte al percorso sul Primo anno di vita del bambino nei
contesti educativi, hanno avuto una buona soddisfazione formativa nel momento in
cui sono state accolte presso la sede dell’università di economia e commercio dalla
dott.ssa Barbara Ongari. Qui
hanno riflettuto sui tempi
modi di cura come elementi fondamentali attraverso
cui ripensare il proprio ruolo
educativo. Il primo incontro
ha permesso un approfondimento sul tema dei tempi di
cura, il perché e il loro significato. Nel secondo il focus
è stato la disregolazione e i
disturbi riferibili, in particolare al tempo e al valore del
pasto. Nell’ultimo incontro
parleranno del sonno e di
eventuali disturbi, da dove
nascono, perché, cosa significano e come fare. Accanto a
questi percorsi di aggiornamento dedicati alle educatrici/tagesmutter in quest’anno
formativo, la PAT ha organizzato un percorso per i coordinatori pedagogici. A questi
incontri hanno partecipato le due coordinatrici pedagogiche della Cooperativa Il Sorriso. Possiamo esprimere grande soddisfazione per i numerosi contributi che hanno
permesso di applicare delle scelte metodologiche e gestionali per migliorare il servizio
delle tagesmutter e la qualità che la Cooperativa Il Sorriso intende dare alla sua organizzazione.
SMILE - aprile 2011
quarantacinque
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Progetto
volontariato
I
l progetto scuola e volontariato giovanile è presente nel territorio trentino nella sua prima edizione 2009-2010. Coinvolge gli studenti delle
scuole superiori e le realtà locali impegnate nel volontariato. Presenta attività e proposte per le scuole tese a costruire percorsi che favoriscano la conoscenza delle tematiche del volontariato e momenti di incontro dentro e fuori la scuola,
avvicinando i ragazzi alle pratiche di solidarietà e di cittadinanza attiva percorribili alla
loro età. In linea generale il progetto mira a contribuire a formare i giovani trentini dai
quindici ai diciannove anni alla cittadinanza attiva, alla solidarietà e al bene comune.
Il progetto è gestito dal Centro Servizi Volontariato (CSV) con la collaborazione
della Caritas Diocesana Sede di Trento e patrocinato dall’Assessorato all’Istruzione della
Provincia di Trento. “Scuola e Volontariato giovanile” è gestito dal CSV con l’aiuto di
un coordinatore e di operatori che si occupano di seguire il progetto nel loro territorio.
Le associazioni aderenti al progetto s’interfacciano costantemente con gli operatori
del Csv e della Caritas per strutturare al meglio i percorsi dei ragazzi. La cooperativa Il
Sorriso aderisce a quest’iniziativa e anche quest’anno sono state accolte quattro ragazze
del Liceo A. Rosmini di Trento e altre quattro del Liceo La Rosa Bianca, Weisse Rose di
Cavalese. Grazie alle tagesmutter Angela Russo, Francesca Gabrielli, Anna Ceschini, Ana
Stojdinovic, Valentina Sartori e Michela Pellegrini per il buon lavoro svolto.
Tirocinio - stage
A
nche quest’anno l’Istituto di Istruzione Superiore “Don Milani” di Rovereto, ha attivato una convenzione- collaborazione con la Cooperativa Il Sorriso per proporre
a quattro studenti, due ragazze e due ragazzi, un percorso di tirocinio nei nidi
familiari. Sono state tre settimane in cui hanno vissuto l’esperienza formativa con
interesse e partecipazione. Le tagesmutter e i bambini hanno espresso la loro
soddisfazione per questi giovani studenti che hanno saputo integrarsi, osservare e partecipare con discrezione ma interesse allo
svolgimento delle cure e delle attività. Grazie alle tagesmutter
Manuela Diener, Ives Nicolli, Silvia Zancarli e Mara Parisi.
Inoltre una tagesmutter, Daniela Detassis, è stata invitata
presso l’istituto a condurre un pomeriggio di lezione per presentare agli studenti il servizio svolto con un particolare focus
sull’osservazione.
SMILE - aprile 2011
quarantasei
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
L’angolo
della lettura
I libri sono stati segnalati
delle tagesmutter
Marta Giuliani,
Angiola e Lara Di Cecco
365 idee intelligenti
per divertirti con il tuo bambino.
Un anno di giochi per farlo crescere bene.
Di Nancy Wilson Hall - Ed. Deagostini
Ecco un volume ricchissimo di spunti ideali per sviluppare l’immaginazione e sollecitare la curiosità dei bambini da uno a tre anni. Sono
presentate centinaia di attività per sviluppare la memoria, il pensiero
logico, e la concentrazione. Ma anche per introdurre il bambino alla
musica, alla natura e a nuove parole. Inoltre ci sono delle idee per migliorare la coordinazione e la consapevolezza di sé oltre a potenziare
le capacità espressive e di relazione.
Librosco, notizie dal bosco
Dal magico Monte Baldo
Di Lorena Barbieri - Ed. La Grafica
Se si legge bene tra i sentieri del bosco, ascoltando il linguaggio degli alberi attraverso il fruscio dei rami, ciò che esso comunica
è… magia! Con la fantasia si può arrivare ovunque e credere in ogni
cosa. Il suo fascino accomuna adulti e bambini aiutandoli a crescere
con spensieratezza, complicità e un pizzico di mistero. Una semplice
raccolta di racconti della “buona notte” che fanno sognare la bellezza
della natura del nostro territorio. Le montagne che i bambini impareranno a conoscere, a rispettare e ad amare perché
… quando sorride un bimbo… nasce un fiore. G.Caprara
Nei loro panni
Le nuove domande dei genitori
Di Pina Tromellini - Ed. Salani
Il divorzio dei genitori, il ruolo dei nonni. I temi che disorientano
anche gli adulti, come la morte, la sessualità, la guerra. Il problema
dell’autorità, i bambini ribelli, i bambini tiranni. Un dialogo intenso,
un confronto sincero, per mettersi “nei panni” senza ricette educative
preconfezionate. Le pagine di questo libro sono come un dialogo tra
un genitore e un educatore, che insieme intraprendono una ricerca di
strategia nel rapporto con i bambini: è una conversazione fissata sul
foglio di carta… il libro parla dunque ai genitori, ma anche ai piccoli,
in tono più sommesso ma deciso, poiché loro hanno bisogno di chiarezza e di semplicità. Infine suggerisce loro delle azioni da compiere
con l’energia che li rende protagonisti di occasioni esistenziali”.
SMILE - aprile 2011
quarantasette
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Filastrocche
e poesie
A cura delle tagesmutter
Maria Grazia Ronconi
e Nadia Giorgi
Il mio grande Libro
Racconta il mio tempo
Vissuto insieme alla Grazia
E ai miei amici
Nel nostro piccolo nido.
Contiene i miei disegni,
Dai primi segni colorati lasciati per caso sul foglio bianco,
Fino alla consapevolezza
Di saper rappresentare la realtà che mi circonda.
Raccoglie le più belle canzoncine
E filastrocche che accompagnano i momenti
E i gesti più significativi
della giornata.
Illustra con le foto
La quotidianità della casa
E dell’ambiente esterno che la circonda,
La semplicità dei giochi fatti insieme
E la gioia della condivisione.
Ricorda ai miei genitori
Le tappe della mia crescita verso l’autonomia
E il sottile filo della continuità educativa.
Andrà lontano?
Farà fortuna?
Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo?
Noi non lo sappiamo, perché Licia sta ancora marciando. Con il coraggio e la decisione del
primo giorno. Possiamo solo augurarle di tutto cuore. Buon Viaggio.
Gianni Rodari
SMILE - aprile 2011
quarantotto
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Oggi
cuochino io...
Fusilli alla carbonara vegetale
con zucchine, ricotta e zafferano
Ricetta tratta dal corso
“Laboratori
di cucina salutare”
organizzati dall’APSS –
Distretto Valle di Sole
in collaborazione
con il Centro di Formazione
Professionale ENAIP.
Ingredienti per 4 persone
400 gr. fusilli
200 gr. zucchine
½ spicchio aglio
50 gr. ricotta fresca
20 gr. ricotta affumicata
2 bustine zafferano
50 gr. olio extra vergine di oliva
30 gr. grana trentino grattugiato
Spolverata di prezzemolo.
Procedimento
Lavate le zucchine e tagliatele in julienne o a fettine sottili, pelate l’aglio e tritatelo
finemente. In una casseruola, brasate a fuoco lento le zucchine con l’aglio aggiungendo brodo vegetale. Nel frattempo in una terrina preparate la salsa, amalgamate delicatamente la ricotta fresca con quella affumicata aggiungendo lo zafferano. Cuocete la
pasta al dente, colatela riservando un po’ di acqua di cottura, saltate con le zucchine.
Unite le ricotte, il grana, l’olio extravergine e il prezzemolo, mescolate e se occorre
aggiungete un po’ di acqua di cottura messa da parte.
Ringraziamenti
ento il dovere di ringraziare vivamente la S.V. per aver accolto
le studentesse del nostro liceo delle scienze sociali, La Rosa
Bianca- Weisse Rose di Cavalese, nel corso dello stage di formazione previsto dal loro curricolo formativo. Sono certo che
quest’esperienza ha sicuramente portato elementi di arricchimento
sul piano umano e formativo, contribuendo a stabilire nel contempo
un proficuo contatto con una realtà così profondamente tesa ad affrontare le esigenze di crescita sociale del territorio in cui ci troviamo
a vivere e operare. Il dirigente scolastico. Prof. Lorenzo Biasiori.
S
SMILE - aprile 2011
quarantanove
SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE SMILE
Auguri
e congratulazioni
C
on piacere condividiamo la gioia della coordinatrice
gestionale, ora dottoressa Baldessari Elisa, della
zona Rotaliana, Val di Non e Val di Sole per aver
raggiunto un importante traguardo universitario.
Il titolo della tesi era, “Emozioni e comportamenti in
alcuni servizi all’infanzia: alla ricerca del ruolo degli
adulti per un agire educativo più consapevole”, e ha
ottenuto il massimo del voto, 110 e lode. Alla gioia
della sua famiglia si uniscono le congratulazioni dello
staff e delle socie. Da parte sua giunge un ringraziamento a tutte le tagesmutter della sua zona che hanno contribuito rispondendo alle sue domande e portandole delle osservazioni. Anche alle tagesmutter di Trento con le quali ha fatto il focus
group e a Elena Calza e a Franca Desilvestro per il prezioso aiuto.
Ben arrivati!
Il 23 febbraio è nata Ginevra.
Congratulazioni alla mamma Francesca e al papà Alessio.
Il 15 aprile è nato Giovanni. Auguri al papà e alla socia
Chiara Costa.
Riferimenti bibliografici
di questo numero
– Donata Ripamonti e Paola Tosi, I momenti di cura nei servizi e nelle scuole per l’infanzia - Ed. Junior
– La musica Learning Theory di Edwin E. Gordon, a cura di Riccardo Nardozzi.
– B. Brazelton, S. Greenspan, I bisogni irrinunciabili dei bambini - ed. Cortina
– Emmi Pikler e l’esperienza a Loczy
– Winnicott, Gioco e realtà - ed. Arnaldo
SMILE - aprile 2011
cinquanta
INSIEME PER IL TUO PROGETTO FOTOVOLTAICO
€
ANALISI TECNICO ECONOMICA
€
€
BUSINESS PLAN ECONOMICO FINANZIARIO
INSTALLAZIONE E ALLACCIAMENTO ALLA RETE ELETTRICA
SERVIZI BUROCRATICI AMMINISTRATIVI
CONSULENZA ASSICURATIVA, FINANZIARIA E FISCALE
MONITORAGGIO, ASSISTENZA E MANUTENZIONE
Energy Business S.p.A. Località Le Basse 3 - 38123 (TN) | tel 0461 944277 fax 0461 944236 | [email protected]
Nr REA TN-0198884 | Capitale Sociale € 430.800 int. versato Cod. Fisc. e Nr. iscriz. Reg. Imprese di TN 02078930225
5
mille
Chi siamo
La Cooperativa Sociale Tagesmutter del Trentino “Il Sorriso”
opera dal 1999 sul territorio trentino gestendo servizi
innovativi all’infanzia ed in particolare il servizio
di nido-familiare tagesmutter offrendo alle famiglie utenti
ed alle proprie socie una concreta opportunità di conciliazione
dei tempi lavorativi e familiari creando
una rete attiva di solidarietà sociale.
Come operiamo
La Cooperativa Sociale Tagesmutter del Trentino “Il Sorriso”
opera con la volontà di offrire un servizio, integrativo
e complementare ai tradizionali servizi dell’infanzia,
adeguato alla crescita ed all’educazione dei bambini
che sia di supporto ai genitori nel loro ruolo educativo
cercando di rendere concreta la possibilità di conciliare
tempi lavorativi e familiari della consapevolezza
che favorire la famiglia significa
di per sé favorire l’infanzia,
prevenire quindi possibili disagi
e ottimizzare risorse economiche e sociali.
lla
a scelta a favore de
tu
la
e
er
im
pr
es
r
Pe
entino
Tagesmutter del Tr
e
al
ci
So
a
iv
at
er
Coop
sito
tua firma nell’appo
la
ni
po
ap
,
o”
is
rr
“Il So
odello
one dei redditi (M
zi
ra
ia
ch
di
lla
de
spazio
cando
ello UNICO), indi
od
M
0,
73
lo
el
od
CUD, M
lla:
il codice fiscale de
e
nt
ta
os
tt
so
e
rt
nella pa
per l’infanzia
i
iz
rv
e
S
i
d
a
v
ti
Coopera
Trentino
Tagesmutter del
“Il Sorriso”
9
2
2
0
1
9
0
9
6
00
o 5 per mille
tu
il
re
e
rd
e
p
is
d
Non
Scarica

scarica pdf - Tagesmutter del Trentino