Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo | Italia Post Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo Scritto da il 24 febbraio 2016. Argomenti: , , 262 “Eccomi”. Patty Pravo non poteva scegliere titolo migliore per questo disco di lunga gestazione, ma che rasenta la perfezione e sottintende la sua volontà di essere tuttora presente, dopo cinque anni dal suo ultimo disco, nel mondo della canzone. Ho letto critiche qua e là su che cosa potesse essere evitato e su quale canzone occorrerebbe mettere una pietra sopra. No, qui c’è da prendere tutto il disco e se c’è da perdonare qualche piccolo neo lo si perdona, perché tutto il resto lo fa scomparire. Non è facile fare un disco costituito quasi al cento per cento di storie tristi che parlano di amori finiti e che, se si volesse far risorgere, si sa già che sono destinate a finire nuovamente, e rivestirle di una musica accattivante, melodiosa, per niente triste, che faccia quasi da contrasto con il testo. Sì, perché, a quanto pare, è possibile fare canzoni che parlano di amori finiti e di sentimenti che sono rimasti al palo e non si sono evoluti, senza scadere nei suoni strappalacrime che i più delle volte si accompagnano a vocalità stridule quasi urlanti che sentiamo da certi giovani, proclamati troppo avventatamente gli idoli di oggi (e di domani?). Qui ci troviamo di fronte all’eleganza assoluta, della persona che sa a che punto della sua vita è arrivata e che il meglio del suo vissuto se lo è lasciato alle spalle, ma è anche la persona che comprende che i tempi dei giochi non sono finiti del tutto: ora sono giochi per adulti, dove può entrare l’ironia a coprire certe magagne. Non a caso la canzone che Patty ha scelto per Sanremo e che parla di un amore finito, termina quasi con un parlato che la cantante accompagna con un sorriso appena accennato e molto espressivo: “Cosa aspetti che ti dica / Se la colpa non e mia?” detta all’uomo cui viene ricordato che “A noi bastava solo l’amore / Il resto ci poteva mancare”. Già ascoltando la prima canzone, scritta da Sangiorgi, “A parte te” si viene conquistati fin dalle prime due strofe da una melodia che preannuncia che siamo sul punto di ascoltare cose non divertenti (la canzone parla infatti di un amore che sta per finire, o forse è già finito e ne è rimasto solo il ricordo ammantato dall’abitudine), ma lo fa con riservatezza, come se si dovesse preparare a qualsiasi soluzione, bella o brutta che sia, e si espande nel ritornello, quando le cose vengono finalmente chiarite (“Se ti guardo è come se c’è più niente d’amare”). Le canzoni che seguono si mantengono sullo steso tema, anche che se la costruzione musicale dei vari brani assume vie diverse. Già nella seconda canzone, “Ci rivedremo poi”, la musica assume una ritmica diversa, leggermente più veloce. E poi ecco arrivare la bellissima melodia di “Qualche cosa di diverso” (“forse la vita sì / è qualche cosa di diverso”). È la canzone più lenta del disco e subito dopo, a ravvivare l’ascolto, ecco il bellissimo brano che avrebbe dovuto vincere il Festival (e invece ha vinto il premio della critica: ma questa vorrei che prima o poi la spiegassero: come fa una canzone giudicata dalla critica come migliore su tutte le altre a non vincere il Festival?). Non scriverò di ogni singola canzone, posso però assicurare che ciascun ascoltatore del disco troverà più di una canzone d’amare. Però non posso evitare di citare delle belle melodie come la tradizionale ”Nuvole”, parole e musiche dello sconosciuto Giangi Skip, o “Se chiudo gli occhi” di Tullio Mancino. http://www.italiapost.info/242518pattypravoeccomirecensionecarlotomeo/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=social… 1/5 Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo | Italia Post Si distacca alquanto dalle altre la canzone “Un uomo semplice” di Maria Francesca Xetferis che parla di un uomo che “Torna a casa stanco / È quasi morto dentro / Il suo unico talento / È che ama ancora tanto”. Oppure l’ironica canzone di Gianna Nannini e Pacifico dallo strano sound che è un misto di stile anni ’50 e attuale pop/easy rock. Avevo citato un piccolo neo: è il duetto con il rapper Emis Killa, una canzone che Patty avrebbe potuto benissimo cantare da sola. Fortunatamente la riproposta di “Tutt’al più”con un altro rapper (Fred De Palma) ha aggiustato il tiro. Patty ha scelto tra 700 canzoni alcune chiedendole di scriverle per lei da compositori come Giuliano Sangiorgi, Fortunato Zampaglione, Tiziano Ferro, Samuel dei Subsonica, Pacifico, Gianna Nannini, Cheope, più altri meno famosi dei quali però ha apprezzato le canzoni. Ha messo da parte “la ragazza del Piper” e ha scelto, per il cinquantesimo anniversario della sua carriera, le canzoni che riteneva più adatte alla sua nuova età. In un’intervista ha dichiarato che ha accettato http://www.italiapost.info/242518pattypravoeccomirecensionecarlotomeo/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=social… 2/5 Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo | Italia Post volentieri di andare a Sanremo ma ha voluto andarci come partecipante alla gara, piuttosto che fare l’ospite e cantare il solito medley che le era stato richiesto e che, pur contenendo i suoi gloriosi successi del passato come “La bambola” o “Pensiero stupendo”, rappresentavano una perdita e non una vittoria, perché, pur essendo vero che per un artista di qualche anno fa le “vecchie” canzoni costituiscono un patrimonio indiscusso e da omaggiare, ti allontanano dal presente e ti impediscono di farti apprezzare nella evoluzione che hai avuto negli anni. Patty Pravo ha sempre fatto quello che ha voluto: ha saputo ritirarsi per tempi relativamente brevi quando ha capito che era il momento di farlo, ha rispolverato i vecchi “hit” durante l’epoca dei revival, ma ora, se deve cantare “Tutt’al più”, che sì, è stato un suo successo ma non quello più grande, è però in carattere col suo personaggio di oggi (non abbiamo scritto che il tema principale di questo suo nuovo album parla di amori finiti?) e, comunque, per evitare ogni pietoso revivalismo, ha voluto farsi accompagnare da un cantante rap. Ecco l’esempio di uno degli artisti storici della musica leggera che non scende a compromessi con i suoi ammiratori “nostalgici”, ma se mai li porta dalla parte sua. Che motivo c’è ora che il sessantenne debba rivivere i suoi venti anni ascoltando “La bambola”…? L’ascolti su disco a casa http://www.italiapost.info/242518pattypravoeccomirecensionecarlotomeo/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=social… 3/5 Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo | Italia Post propria e scopra invece “L’immenso”: capirà che gli anni non sono passati solo per lui ma sono andati avanti anche per la musica. E come è diverso lui ora, così lo è anche la musica. E come “La bambola” rappresenta un bene da ricordare con rispetto (come la sua gioventù), ora “L’Immenso” rappresenta la sua nuova età, pronta a diventare tema nostalgico per suo nipote quando questi sarà cresciuto e avrà raggiunto i suoi sessant’anni. Perché le canzoni “evergreen” non son esistite una volta sola ma sono il patrimonio di una generazione, e ogni generazione avrà i suoi evergreen: l’importante è non rifiutare aprioristicamente il corso del tempo e le nuove correnti musicali. Ma torniamo al disco di Patty che offre più di un elemento degno di apprezzamento. Ascoltando il disco tutto in una volta non si riesce a cogliere subito la peculiarità di ogni singola canzone, cosa che peraltro sarebbe dovuta essere immaginata considerando la diversità di stile degli autori. Ascoltando il disco un po’ alla volta si scoprono i “tesori” nascosti che forse a un primo ascolto potevano essere sfuggiti. È vero che il genere “ballade” è il tema musicale principale del disco, ma posseggono tutte una orecchiabilità e una ritmica che fa apprezzare il disco immediatamente. http://www.italiapost.info/242518pattypravoeccomirecensionecarlotomeo/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=social… 4/5 Patty Pravo, “Eccomi”. La recensione di Tomeo | Italia Post L’album è stato prodotto e realizzato da Michele Canova Iorfida. Produzione esecutiva di Massimo Levantini e Gaetano Puglisi. Arrangiato da Michele Canova Iorfida, Christian Rigano e da Patrizio “Pat”Simonini. Edizioni Universal Music Publishing Ricordi SRL. È stato registrato da Morgan Stratton presso i Sunset Sound Studios di Los Angeles, da Patrizio “Pat” Simonini presso i Kanepa Studio di Milano e da Michele Canova Iorfida presso i Kanepa Studios di Los Angeles. Masterizzato da Antonio Baglio presso Antonio Baglio Mastering Studio. Foto di Julian Hargreaves. Il disco è in custodia di plexiglass ed è accompagnato da un bel libretto molto curato con i testi delle canzoni e belle foto di Patty. L’album è disponibile anche in versione Lp’s. http://www.italiapost.info/242518pattypravoeccomirecensionecarlotomeo/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=social… 5/5