Scheda didattica
IL RUOLO DELLA BANCA
Perché risparmiare?
La vita è lunga e non sempre è possibile sapere in anticipo cosa accadrà in
futuro. Se si mette da parte qualcosa, si potrà affrontare con serenità anche i
periodi futuri più difficili. Ma non è tutto… Per realizzare un sogno ci vuole
impegno, costanza e anche qualche piccola rinuncia. Se tutto il denaro viene
speso per soddisfare ogni piccolo sfizio, non resterà niente per i progetti ‘più
importanti’. È quindi necessario risparmiare!
Ma che cos’è il risparmio?
Il risparmio è quella parte del reddito delle persone e delle imprese che non
viene consumata e che viene messa da parte come riserva per essere utilizzata
in futuro.
A questo proposito, il luogo più sicuro per depositare i propri risparmi è
senz’altro la banca.
Nella storia, uno dei primi problemi che si sono posti i nostri antenati è stato
quello di trovare un luogo sicuro dove riporre i loro risparmi. Questo è stato il
motivo per cui i commercianti si sono rivolti agli orefici prima e ai banchieri poi:
questi, infatti, possedevano dei sistemi di sicurezza, forse un po' artigianali, ma
molto efficaci per quei tempi. Così oggi le banche sono considerate il luogo più
sicuro dove conservare il proprio denaro e i propri beni preziosi, non solo perché
posseggono dei sistemi di sicurezza molto sofisticati, ma anche perché
assicurano tutto quanto è conservato al loro interno nel caso subiscano un furto
o una rapina.
Nel momento in cui si decide di depositare i soldi in banca si può scegliere fra
diverse formule:
● conto corrente: è un servizio bancario che permette di fare molte operazioni
utili, oltre ai versamenti e ai prelievi (accredito dello stipendio, pagamento delle
bollette, collegamento di una carta bancomat, di una carta di credito o di un
libretto degli assegni…), senza doversi recare personalmente in banca. Viene
gestito dalla banca sommando tutti i versamenti (credito) e sottraendo i prelievi
e i pagamenti (debiti). Ogni mese il correntista riceve il riassunto e il saldo della
situazione attraverso un estratto conto.
Se la banca lo permette, il titolare di un conto corrente può usufruire del servizio
di home banking, in modo tale da riuscire a controllare tutte le operazioni anche
da casa, a qualsiasi ora, senza dover far la fila allo sportello ed anche quando
questo è chiuso.
● libretto di risparmio: è un libretto in carta fornito dalle banche a seguito
dell'apertura di un deposito a risparmio. Al suo interno vengono riportate tutte le
operazioni contabili effettuate dal cliente (prelievi, versamenti) o dall'istituto di
credito per conto proprio (interessi o spese) o per conto di terzi (accredito della
pensione, imposta di bollo).
A differenza di un normale conto corrente, il libretto di risparmio ha molte
limitazioni. Ad esempio, non consente di emettere assegni, di domiciliare le
bollette, di effettuare pagamenti con carte di credito o operazioni tramite
internet. Inoltre, sul libretto di risparmio non è mai possibile sconfinare, rispetto
al saldo del deposito, cioè "andare in rosso". I libretti di risparmio possono essere
di due tipi:
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nominativi, i quali sono associati a persone fisiche e prevedono l'esistenza
di cointestatari e delegati.
al portatore, i quali invece non sono collegati con l'utilizzatore e possono
quindi essere adoperati da chiunque li abbia in mano. Per legge, i libretti al
portatore non possono avere un saldo superiore a 1.000 euro. Inoltre, chiunque
si presenti allo sportello per operare con un libretto al portatore, in qualunque
modalità, deve presentare un documento di identità e il codice fiscale.
● certificato di deposito: se si decide di non ritirare i risparmi dalla banca per
un certo periodo di tempo (da pochi mesi a qualche anno), si può decidere di
sottoscrivere un certificato di deposito. Il vantaggio di questo tipo di strumento è
che, non accedendo a quel denaro, la banca calcolerà e verserà un interesse
maggiore.
A questo punto c’è da fare un’ulteriore considerazione. Se è stato messo da parte
un po’ di denaro e si pensa di non averne bisogno in un futuro prossimo, si può
anche decidere di fare degli investimenti.
Avete mai sentito
l’espressione ‘investire
nel mattone’? Investire
nell’acquisto di case…
Che cosa significa fare un investimento?
Significa utilizzare una somma di denaro per acquistare qualcosa che, nel corso
del tempo, può aumentare il proprio valore. Ovviamente per investire è
necessario disporre di una grande quantità di denaro e quindi questo non fa al
caso di tutti. Un esempio potrebbe essere l’investimento in titoli. Sotto questo
concetto possiamo includere azioni, obbligazioni e titoli di stato.
Acquistando obbligazioni, un risparmiatore ‘fa un prestito’ ad un’azienda o allo
Stato, per un certo periodo di tempo stabilito al momento dell’emissione del
titolo stesso. Trascorso questo periodo, al creditore verrà rimborsata ovviamente
la somma versata, assieme ad un buon interesse. Per poter acquistare questi
titoli, i risparmiatori dovranno usufruire dell’intermediazioni di un istituto
bancario.
Le azioni sono, invece, dei titoli emessi da un particolare tipo di società: le
Società per Azioni (SpA). Le azioni si acquistano tramite l’intermediazione della
banca, in uno speciale mercato chiamato Borsa. In questo mercato si incontrano
coloro che vogliono vendere e coloro che vogliono acquistare azioni. All’interno di
questo mercato circolano poi anche tante informazioni sulle società che stanno
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vendendo. Dal confronto fra questi tre elementi, domanda, cioè chi vuole
comperare, offerta, chi vuole vendere, e informazioni, si vengono a determinare i
prezzi. Il valore delle azioni non rimane stabile, ma oscilla a seconda
dell’andamento del mercato, in base a questi tre fattori. Se la quotazione delle
azioni sale, noi guadagniamo; se scende, l’oggetto perde valore e noi perdiamo
una parte dei nostri soldi.
Come una qualsiasi altra azienda che ha necessità di capitali, anche lo Stato può
compiere un’operazione di raccolta, per far fronte ai servizi che offre, vendendo
all’asta i cosiddetti titoli di stato.
La richiesta di prestito
Anche alle persone più parsimoniose capita di dover affrontare delle spese molto
consistenti, ad esempio l'acquisto di un casa o di una macchina, di non avere
tutti i soldi necessari, ma di non poter comunque aspettare tutto il tempo
necessario per racimolare la somma desiderata. Da sempre le persone hanno
ovviato a questo problema chiedendo dei prestiti, chiedendo cioè a chi possedeva
molto denaro la somma mancante, con la promessa di restituirla in un momento
successivo.
Con la nascita delle banche, le persone cominciarono ad accumulare i loro denari
in questi ‘luoghi comuni’; i banchieri iniziarono allora sia a corrispondere dei
compensi a chi depositava il proprio denaro presso di loro, i cosiddetti interessi,
sia ad utilizzare una parte più o meno elevata delle somme giacenti per
concedere prestiti, ricavandone un guadagno, in quanto gli interessi richiesti
erano più alti di quelli concessi ai depositanti perché incorporavano il rischio di
credito (cioè il rischio che il debitore non fosse in grado di restituire il denaro).
Da quel momento in poi, la banca, quindi, comincia a raccogliere il denaro da chi
ne ha in più e lo presta a chi ne ha bisogno, facendo circolare la moneta di mano
in mano. Questo continuo scambio di denaro è importante non solo per le spese
domestiche, ma anche per tutte quelle persone che vogliono avviare delle attività
economiche, come i commercianti, gli artigiani, gli industriali.
Diamo un’occhiata più
da vicino al concetto
di interesse…
Si può definire interesse il prezzo pagato dal debitore per l’uso del denaro che
viene concesso. Quando si ottiene un prestito, in sostanza si priva qualcuno, di
solito la banca, di una certa somma di denaro, per un certo periodo di tempo.
Attraverso l’interesse la banca fa ‘pagare’ il tempo durante il quale si utilizzano i
suoi soldi. L’interesse varia a seconda della durata del prestito - più lunga è la
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durata, maggiore è l’interesse complessivo - delle modalità con cui sono affidati i
soldi, nonché del creditore, ovvero colui che ci ha imprestato i soldi: infatti, i
tassi di interesse variano a seconda della banca. Quando i soldi vengono
depositati in banca, si fa a tutti gli effetti un prestito e per questo si viene
ricompensati con un piccolo interesse sui depositi. Anche in questo caso
l'interesse varia a seconda del vincolo del tempo. Se si vuole avere la possibilità
di ritirare il denaro in qualunque momento, l'interesse sarà inferiore; se ci si
impegna a non ritirare una certa quota di denaro per un dato periodo di tempo (6
mesi, 1 anno, 5 anni) attraverso dei depositi vincolati, il tasso d'interesse
aumenta. Si definiscono attivi, gli interessi che la banca incassa da chi ha
ricevuto i soldi in prestito; passivi, invece, quelli che la banca paga a chi deposita
i soldi presso di lei. Si è detto che alcune esigenze delle persone, come l'acquisto
di una casa o di una macchina, nonché tutte le attività economiche, possono
avvenire solo grazie alla possibilità da parte delle persone e delle aziende di
ottenere dei prestiti. In questo meccanismo, la banca assume un ruolo molto
importante: infatti, raccogliendo i risparmi di centinaia di migliaia di persone, la
banca ha sempre a disposizione una notevole quantità di denaro. Si è visto anche
che, ogni qualvolta che si chiede e si ottiene un prestito, si contrae un debito e
quindi l'impegno a restituire quanto è stato dato. Non solo: per effetto
dell'interesse, la somma che verrà restituita sarà di poco o di molto superiore a
quella ricevuta. Questo deve far riflettere su come, prima di chiedere un prestito,
si debba valutare la capacità di restituirlo. L'elemento essenziale del credito
riposa sulla fiducia che il debitore, alla scadenza fissata, mantenga l'impegno di
restituzione. In effetti, il termine credito deriva dal termine latino e italiano
“credere”, che significa “avere fiducia”. Anche in questo caso la banca svolge un
ruolo importante, perché quando presta del denaro si preoccupa di verificare la
solvibilità del richiedente. Si assicura che la persona o l'azienda a cui vengono
concessi i prestiti siano in grado di restituirli e lo facciano nei tempi prefissarti.
Possiamo dunque dire che la banca assume un ruolo di mediatrice fra colui che
riceve il denaro chiedendo il prestito e colui che ha depositato il denaro presso di
lei, assumendosi tutti i rischi della trattativa. In sostanza, il denaro viene definito
circolante perché il suo compito è quello di passare di mano in mano e, più
questo accade, più c’è lavoro e benessere: significa che siamo di fronte ad
un’economia che funziona, ad un’economia sana.
Qui di seguito lo schema della circolazione del denaro.
ACQUISTI
RISPARMI
INTERESSI
INTERESSI
INTERESSI
PRESTITI
PRESTITI
LAVORO
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I PRINCIPALI TIPI DI PRESTITO
Mutuo: è un prestito di denaro concesso di solito da una banca a una persona
o un'azienda che riceve il denaro e si assume l'obbligo di restituirlo. Il mutuo è
pertanto generalmente caratterizzato da:
– finalità: acquisto di una proprietà immobiliare
– importo erogato: solitamente superiore agli altri tipi di prestito
- tasso e durata del rimborso: il tasso è solitamente molto più basso di un
normale finanziamento (anche perché quasi sempre garantito tramite
un’ipoteca sull’immobile acquistato) e la durata è mediamente superiore agli
altri prestiti.
Credito al consumo:
L'espressione "credito al consumo" racchiude in sé una molteplicità di contratti e
tipologie di prestiti accomunati però dal fatto di essere rivolti esclusivamente a
privati cittadini al di fuori dell'ambito lavorativo o professionale.
● prestiti non finalizzati ad esempio:
- prestito personale, caratterizzato dal fatto che non c’è alcun vincolo in merito
all’acquisto di un bene o di qualsivoglia servizio. Generalmente di importo
medio alto, con delle rate mensili fisse per un determinato periodo di tempo.
- prestito dipendente: forme di prestito che prevedono l'addebito della rata
direttamente in busta paga, si parla di Cessione del Quinto che è una forma di
finanziamento ottenibile esclusivamente da pensionati e lavoratori dipendenti,
sia pubblici che privati. E’ un prestito non finalizzato, con un tasso di interesse
fisso, con finanziamento iniziale in un’unica soluzione e rimborso secondo un
piano predefinito a rate costanti e comunque non superiori alla quinta parte
dello stipendio mensile
● prestiti finalizzati
Sono quelle forme di prestito rivolte non già a un generico bisogno di liquidità,
ma all'acquisto di determinati beni e servizi. Per questo, la destinazione del
credito diviene parte integrante del contratto stipulato tra l'acquirente, la banca
o istituto finanziario autorizzato, e il commerciante che fornisce l'oggetto della
compravendita. Per poter siglare un contratto di credito al consumo finalizzato,
il cliente maggiorenne deve presentare apposita richiesta cui allegare un
documento d'identità, l'ultima busta paga che dimostra la sua affidabilità come
pagatore.
I mezzi di pagamento: la moneta bancaria
Banconote e monete non sono l’unico mezzo di pagamento per l’acquisto di beni
e servizi. Una uguale funzione viene svolta anche da un altro tipo di moneta, la
moneta bancaria. Per “moneta bancaria” si intende quel tipo di moneta che
consente di acquistare beni e servizi senza che sia necessaria la consegna del
denaro contante. La sostituzione del denaro contante con la moneta bancaria si
poggia su alcuni strumenti organizzati e gestiti dalla banca. Tra questi proprio il
conto corrente bancario. Nella nostra società, caratterizzata da scambi sempre
più frequenti tra i venditori di beni e servizi e i consumatori, la moneta bancaria
ha un ruolo molto importante perché:
- favorisce gli acquisti, rendendoli più agevoli e sicuri;
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-
libera chi effettua il pagamento dalla necessità di detenere il denaro con
sé, rischiando di subire furti o di smarrire lo stesso;
dà la possibilità di effettuare acquisti a distanza.
Diamo un’occhiata a
quali sono le
principali tipologie
di moneta bancaria…
•
Assegno bancario
L’assegno bancario è uno strumento di pagamento sostitutivo del contante con il
quale il cliente ordina alla propria banca di versare una somma determinata di
denaro a favore di un’altra persona. L’assegno va infatti compilato da parte di
chi lo emette con l’indicazione della data e del luogo di emissione, dell’importo,
del beneficiario, nonché con la sottoscrizione mediante la propria firma. Nel caso
in cui l’assegno sia privo anche di una sola di queste informazioni, la banca ha il
diritto di rifiutarne il pagamento a chi lo presenta. Prima di emettere l’assegno è
bene controllare anche che sul conto corrente ci siano risparmi sufficienti a
consentire il pagamento da parte della banca. L’emissione di un assegno “a
vuoto” o “scoperto” è molto grave e può portare a delle sanzioni.
•
Bancomat
La carta bancomat (o "carta di debito") è uno strumento di pagamento
elettronico, una tessera magnetica, che consente di effettuare pagamenti, negli
esercizi commerciali dotati di lettore POS, senza uso di contanti, riducendo così al
minimo il rischio di furti. Assieme alla carta di credito, costituisce una forma di
pagamento tracciabile, perciò coerente con un sistema di commercio onesto e
trasparente. Man mano che si effettuano le operazioni, queste vengono registrate
automaticamente nel conto corrente del titolare della carta.
Col bancomat è possibile effettuare le seguenti operazioni:
- prelevare contanti dai distributori automatici di banconote (Atm). Il
servizio è disponibile 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana. È inoltre
consentito effettuare, presso un certo numero di sportelli abilitati,
prelevamenti di banconote in valuta estera. Il tetto giornaliero e mensile di
prelievo deve essere concordato con la banca;
- richiedere saldo ed estratto movimenti del proprio conto corrente, presso
gli sportelli Atm;
- effettuare pagamenti presso punti di vendita - quali supermercati
distributori di carburante, negozi, ristoranti, ecc. - dotati di apposito
terminale, grazie al sistema "PagoBancomat"
- pagare le bollette delle utenze domestiche;
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-
acquistare ricariche per i telefoni cellulari;
pagare i pedaggi autostradali presso i caselli che espongono il logo
"FASTpay".
•
Carta di credito
La carta di credito (o "moneta elettronica") è uno strumento di pagamento che
consente di versare del denaro senza utilizzare contante. A differenza che col
bancomat - il cui uso comporta l'immediato addebito della cifra sul proprio conto
corrente - con la carta di credito l'addebito a carico del consumatore è
posticipato. Il denaro viene cioè prelevato dal conto corrente bancario solo a
metà del mese successivo in cui è avvenuto il pagamento, oppure addirittura
rateizzato, se il titolare opta per tale scelta. Sulla carta sono riportati le
generalità del titolare, il numero della carta e la sua scadenza. Il titolare è tenuto
a porre la propria firma nello spazio predisposto. Oltre che come strumento di
pagamento, la carta può essere utilizzata come strumento di prelievo allo
sportello automatico (come il Bancomat), mediante il codice segreto consegnato
insieme alla carta. Ogni carta ha un limite d'utilizzo mensile, superato il quale
non è più possibile effettuare acquisti fino al mese successivo. Esistono anche le
carte di credito prepagate, che vengono ricaricate con una quantità di denaro a
scelta. Ma in questo caso, l'addebito della somma avviene nello stesso momento
in cui si effettua l'acquisto.
Funzionamento
Il sistema di funzionamento delle carte di credito è, in pratica, un processo di
autorizzazione nell'ambito del sistema bancario, che coinvolge, oltre al titolare,
tre diversi soggetti:
l'ente emittente, cioè l'azienda che emette la carta di credito e che in
genere è una banca o un ente finanziario, il quale stipula un contratto di
finanziamento con il titolare della carta;
l'esercente, cioè l'esercizio commerciale che, aderendo ad un circuito di
pagamento, permette ai propri clienti di pagare attraverso la carta di credito,
utilizzando un Pos (Point of sale), se il pagamento non viene effettuato on line;
il circuito di pagamento, cioè l'azienda che si occupa di veicolare,
attraverso una propria rete di comunicazione, le richieste e le corrispondenti
autorizzazioni alla spesa; i principali circuiti mondiali sono Visa, MasterCard,
Diners e American Express.
Vantaggi per il consumatore
A fronte del rischio di indebitarsi troppo, se non la si usa con parsimonia, la carta
di credito ha molti vantaggi, per il suo titolare, poiché consente:
- di non portare con sé troppo denaro contante e tutelarsi così da eventuali
furti o aggressioni;
- di effettuare pagamenti via internet;
- di fare spese all'estero senza dover cambiare valuta locale e, nei paesi
dell'euro, senza alcun costo aggiuntivo ;
- di effettuare operazioni come noleggiare automobili e prenotare alberghi,
di solito molto più difficili senza una carta di credito.
I movimenti effettuati con carta dei credito, inoltre, a differenza del contante,
consentono di tenere traccia di ogni pagamento, contribuendo così a contrastare
la piaga dell'evasione fiscale.
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