Che cos’è il ciclo economico?
L’espressione ciclo economico indica il susseguirsi di fasi alterne
di espansione di contrazione dell’attività economica di un paese,
quale appare da indici quantitativi globali,come il prodotto
nazionale, o una variabile che lo rappresenta sinteticamente,
come la produzione industriale o l’occupazione.
Le fasi del ciclo economico
Espansione
Crisi
Depressione
Ripresa
Crisi
L’espansione non può durare in perpetuo, e può venir meno anche
indipendentemente dall’adozione di misure restrittive: è
sufficiente che cessino di operare le cause che l’hanno originata.
In fase di crisi: le quotazione azionarie tendono a diminuire, le
banche tendono a restringere i crediti e ad elevare i tassi di
interesse. Soprattutto esposte sono le industrie produttrici di
beni di investimento. Alcune imprese falliscono e inizia a
diffondersi il panico fra gli operatori.
Espansione
E’ caratterizzata da un rilevante aumento degli investimenti. Attraverso
l’azione del moltiplicatore, i maggiori investimenti si traducono in una
crescita più che proporzionale del reddito, che a sua volta determina
l’ulteriore aumento degli investimenti. Le imprese aumentano le proprie
scorte, soprattutto perché prevedono un incremento della domanda dei
loro prodotti, e ciò permette alla imprese di realizzare maggiori
profitti. La disoccupazione diminuisce perché per soddisfare la domanda
le imprese assumono nuovi lavoratori. La più elevata domanda di beni fa
ammontare i prezzi: all’inizio aumentano i beni all’ingrosso,
successivamente la spinta si trasmette anche ai prezzi al minuto.
Se le spinte sui prezzi sono elevate le autorità monetarie allo scopo di
contenere l’inflazione in deficit verso l’estero prendono provvedimenti
atti la deprimere la domanda globale;ciò determina un calo degli
investimenti.
Depressione
Nel periodo di passaggio fra l’espansione e la depressione le imprese
più deboli scompaiono dal mercato, e anche quelle più sane
incontrano delle difficoltà, sia a causa della diminuzione della
domanda, sia in relazione al costo del lavoro, che è aumentato nella
fase di espansione. Le imprese diminuiscono gli autofinanziamenti.
La domanda, che aveva alimentato la fase di espansione ora tende a
contrarsi; soprattutto i consumi di beni durevoli diminuiscono. Gli
investimenti diminuiscono sempre di più come conseguenza della
domanda e dell’aumento degli interessi che gli imprenditori devono
pagare alle banche per ottenere i finanziamenti. La situazione può
aggravarsi se a seguito di una recessione a livello mondiale, le
esportazioni, che prima venivano collocate nei paesi esteri, ora
troveranno difficoltà ad espandersi per la difficile congiuntura che
ha colpito anche questi paesi.
Ripresa
Ad un certo punto gli imprenditori si accorgono che la produzione è
scesa al di sotto delle possibilità di assorbimento della domanda. Gli
interessi bancari nell’ultima fase della depressione sono scesi, e ciò
può spingere gli imprenditori ad effettuare investimenti. La politica
monetaria espansiva può favorire la ripresa degli investimenti, e ciò
fa aumentare la domanda: il sistema è pronto per una nuova fase si
espansione.
L’inflazione è il processo di aumento continuo del
livello generale dei prezzi, ossia consiste nella
diminuzione prolungata nel tempo del valore o
potere d’acquisto.
LA DEFLAZIONE
La deflazione è il fenomeno opposto
all’inflazione, che consiste in una
diminuzione del livello generale dei
prezzi. Come l’inflazione ha effetti
negativi sul sistema economico perché
rallenta la crescita
VARI TIPI D’ INFLAZIONE
• Inflazione strisciante: se l’aumento dei prezzi, lento e
costante è inferiore al 5% l’anno;
• Inflazione galoppante: se l’aumento dei prezzi è superiore al
20/30% annuo;
• Iperinflazione: se i prezzi aumentano in modo vertiginoso ed
incontrollabile.
CAUSE DELL’INFLAZIONE
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L’inflazione da eccesso di moneta;
Inflazione da domanda;
Inflazione da costi;
Inflazione da profitti;
Inflazione da squilibri settoriali;
Inflazione da fisco
INFLAZIONE DA ECCESSO DI
MONETA
Essendo costanti la velocità di circolazione della moneta (v) e
la quantità delle transazioni (Q) ogni aumento della quantità
di moneta è in circolazione (M), determina un aumento dei
prezzi (P). Ogni eccesso di moneta si scarica
necessariamente sui prezzi.
L’inflazione per i monetaristi dipende esclusivamente dagli
errori delle banche centrali che espandono esageratamente
l’offerta di moneta.
La quantità di moneta in circolazione, per i monetaristi, non
deve essere né troppa né troppo poca.
INFLAZIONE DA DOMANDA
L’inflazione è determinata da un eccesso della domanda
globale sull’offerta globale.
L’inflazione da eccesso di domanda si verifica quando la
quantità di moneta in circolazione è in eccesso rispetto ai
beni prodotti; ciò determina un “vuoto inflazionistico”, che
viene colmato da un aumento generalizzato dei prezzi
INFLAZIONE DA COSTI
Se i costi aumentano, gli imprenditori reagiscono elevando i
prezzi, in odo da salvaguardare la loro quota di profitti.
All’origine dell’inflazione da costi vi è una competizione tra
imprenditori e lavoratori, organizzati in sindacati, allo scopo
di ottenere una quota maggiore di reddito.
Una causa di inflazione è l’inflazione importata che colpisce
paesi come l’Italia, la cui economia è di trasformazione di
materie prime importate.
L’inflazione da costi spiega l’aumento dei prezzi con l’aumento
dei costi di produzione, che si trasferiscono sui prezzi di
vendita, dato che gli imprenditori non intendo rinunciare ai
loro margini di profitto
INFLAZIONE DA PROFITTI
L’inflazione da profitti deriva dall’aumento
dei prezzi causato dagli imprenditori allo
scopo di aumentare la propria quota di
profitto.
INFLAZIONE DA SQUILIBRI
SETTORIALI
Si verifica a causa della diversa dinamica dei settori
industriali avanzati e quelli tradizionali.
Alcuni settori sono dinamici: grazie all’introduzione e
tecniche produttive capitalistiche realizzano notevoli
aumenti di produttività, che consentono la corresponsione di
più elevati salari reali.
Altri settori sono stazionari: non realizzano elevati aumenti
di produttività. Ogni aumento salariale si trasferisce in
corrispondenti aumenti dei prezzi, visto che la produttività
tende ad aumentare in misura limitata.
L’inflazione da squilibri settoriali deriva dal propagarsi degli
aumenti salariali dai settori a più alta produttività a quelli
stazionari
INFLAZIONE DA FISCO
Anche l’aumento delle imposte può provocare inflazione: se
infatti lo Stato aumenta i tributi prelevati sulla ricchezza
prodotta, i soggetti colpiti cercano di trasferirne il costo su
altri soggetti: le imprese possono aumentare il prezzo dei
beni offerti sul mercato, i lavoratori a loro volta possono
reagire chiedendo aumenti salariali.
I RIMEDI AI VARI TIPI
D’ INFLAZIONE
 Lotta all’inflazione da eccesso di moneta;
 Lotta all’inflazione da domanda;
 Lotta all’inflazione da costi;
 Lotta all’inflazione da profitti;
 Lotta all’inflazione da squilibri settoriali
LOTTA ALL’INFLAZIONE DA
ECCESSO DI MONETA
Se l’inflazione è determinata da un eccesso di emissioni
monetarie, la banca centrale, dovrà controllare la base
monetaria e adottare una politica restrittiva ricorrendo agli
strumenti della politica monetaria, ossia al rialzo del tasso
ufficiale di sconto e ad operazioni di mercato aperto. La
riduzione del medio circolante, secondo i monetaristi è
sufficiente ad arrestare l’inflazione.
LOTTA ALL’INFLAZIONE DA
DOMANDA
L’inflazione da domanda si combatte adottando un insieme di
politiche tendenti a ridurre l’eccesso della domanda globale
sull’offerta globale. La domanda globale è composta dai
consumi, dagli investimenti e dalla spesa pubblica. Le
politiche di intervento devono porsi i seguenti obbiettivi:
• Contenimenti dei consumi; mediante un aumento del prelievo
fiscale tranne i redditi più bassi;
• Riduzione degli investimenti, attuata mediante una politica
creditizia;
• Controllo della spesa pubblica, allo scopo di contenere gli
sprechi e l’inefficienza;
L’inflazione da domanda si combatte con diverse combinazioni
di politiche fiscali e monetarie.
LOTTA ALL’INFLAZIONE DA
COSTI
Questo tipo di inflazione si combatte frenando l’aumento dei
costi di produzione.
Di fronte a un aumento del costo del lavoro, è possibile
intervenire per favorire gli aumenti di produttività mediante
una politica dei redditi.
L’inflazione causata dall’aumento dei costi delle importazioni
è molto difficile da combattere, dato l’elevato grado di
dipendenza dei paesi industrializzati dal resto del mondo.
Una terapia potrebbe consistere nel tentativo di selezionare
le importazioni con alti dazi doganali ma ci potrebbero essere
ritorsioni
LOTTA ALL’INFLAZIONE DA
PROFITTI
Lo strumento per combattere questo tipo di inflazione è
ancora la politica dei redditi.
Una scorciatoia potrebbe essere rappresentata dal blocco
dei prezzi, che tuttavia non ha mai dato risultati apprezzabili
LOTTA ALL’INFLAZIONE DA
SQUILIBRI SETTORIALI
L’inflazione da squilibri settoriali può essere combattuta
attraverso una più efficiente distribuzione delle risorse nei
vari settori, associata ad un’autodisciplina dei lavoratori che
si realizza mediante accordi fra le parti sociali.
LA POLITICA DEI REDDITI
La politica dei redditi è l’accordo fra le parti sociali al fine di
limitare l’aumento dei prezzi, attraverso il contenimento dei salari,
dei profitti e degli altri redditi, che vanno mantenuti compatibili con
la stabilità monetaria.
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La politica dei redditi si realizza stabilendo un legame fra salari e la
produttività: l’aumento dei salari monetari non deve superare l’aumento della
produttività del lavoro.
La politica dei redditi si presenta come una autolimitazione delle diverse
categorie sociali al fine di evitare la morsa dell’inflazione.
I lavoratori possono dimostrarsi disposti ad accoglierla se essa è affiancata
da altri provvedimenti di salvaguardia:
L’uso della leva fiscale per colpire l’evasione e i redditi più alti;
La riduzione del carico fiscale e previdenziale sui salari;
Il controllo dell’evoluzione degli altri tipi di reddito, in particolare del
profitto e della rendita.
IL MERCATO DEL LAVORO
Nel mercato del lavoro si incontrano la domanda e l’offerta
di lavoro: la domanda proviene dalle imprese, l’offerta
proviene dalle forze di lavoro. Il mercato del lavoro
determina sia il livello delle retribuzioni, sia tutte le altre
condizioni economiche e normative che lo disciplinano
La disoccupazione produce gravi danni,
sia in termini economici che sociali
TIPI DI DISOCCUPAZIONE
• Congiunturale: se si verifica durante la fase depressiva del
ciclo, quando diminuisce la domanda di beni e servizi. Questo
tipo di disoccupazione può essere contrastata dalle politiche
anticicliche di stabilizzazione;
• Frizionale: l’evoluzione delle tecniche organizzative da
origine a spostamenti di lavoratori tra le diverse attività.
Un’economia che presenti solo disoccupazione frizionale
viene normalmente considerata di pieno impiego.;
• Strutturale: deriva da cambiamenti nella struttura
dell’economia, che riducono in modo permanente la domanda
di lavoro in certi settori produttivi o in certe aree
geografiche. Una parte della disoccupazione strutturale è
una forma di disoccupazione tecnologica in quanto originata
dall’introduzione di macchine nei processi produttivi.
CAUSE DELLA
DISOCCUPAZIONE
Disoccupazione strutturale: La disoccupazione strutturale si manifesta
quando un intero settore produttivo deve sopportare costi di
produzione troppo elevati, tali da porlo fuori mercato perché non
più concorrenziale. Oppure può essere determinata dall’innovazione
tecnologica, come la meccanizzazione nell’agricoltura o
l’automazione nell’industria.
Disoccupazione congiunturale: Un’altra causa della disoccupazione può
essere costituita dalla diminuzione della domanda che si verifica
nella fase depressiva del ciclo: le imprese devono, in tal caso,
ridurre la produzione e l’occupazione, altrimenti accumulano perdite
insostenibili.
Cause normative: La disoccupazione può essere causata sia dalla
rigidità dei salari che non si adeguano alle condizioni del mercato e
rendono difficile l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, sia
dagli oneri contributivi e fiscali a carico delle aziende, che riducono
i margini di profitto
RIMEDI CONTRO LA
DISOCCUPAZIONE
 Aumento della domanda globale;
 Incentivi alle imprese;
 Formazione professionale;
 Interventi nel mercato del lavoro
AUMENTO DELLA DOMANDA
GLOBALE
Quando la disoccupazione dei lavoratori si associa a
sottoimpiego di altre risorse produttive presenti nel sistema
lo Stato deve intervenire per aumentare la domanda
aggregata.
INCENTIVI ALLE IMPRESE
Spingono le imprese ad assumere personale i seguenti
interventi:
• Concessione di agevolazioni creditizie e fiscali alle imprese
capital saving;
• Riduzione dell’incidenza degli oneri sociali, che aumentano il
costo del lavoro;
• Creazione di un quadro legislativo, fatto di poche leggi , ma
chiare;
• Aumento della flessibilità del lavoro, per poter adeguare la
forza lavoro alle necessità dell’impresa
• Ricostituzione di un dialogo fecondo fra industria e ricerca,
per favorire l’innovazione .
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