“Forche Caudine” dal 1989 è il punto di riferimento dei Romani d’origine molisana. Apartitici, trasversali, miriamo ad aggregare e a far emergere “il Molise migliore”… Newsletter – 2 APRILE 2013 – Diffusione gratuita ► LE PIETRE E IL POPOLO _ Un libro di Tomaso Montanari accende un dibattito sui tesori artistici e architettonici: non solo oggetti di sfruttamento commerciale, i cittadini se ne devono rimpossessare C’è un interessante libro appena pubblicato dall’editore Minimum Fax. S’intitola “Le pietre e il popolo”. L’autore, lo storico dell’arte Tomaso Montanari, muove una precisa denuncia: il valore civico dei monumenti, del nostro patrimonio artistico e culturale (e quindi pubblico e identitario) è oggi negato a favore del potenziale turistico ed economico. Cioè, nel momento in cui il mercato trasforma una testimonianza storica in uno strumento di lucro, la sua tutela viene messa a rischio. Si domanda l’autore: perché la “valorizzazione” del patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città storiche in “luna park” gestiti da avidi usufruttuari? Parrebbe un non-senso, in epoca di crisi, discutere sull’opportunità o meno di sfruttare a fini commerciali quel patrimonio artistico che ha sempre rappresentato “il petrolio d’Italia”. Eppure richiamare la funzione civile del patrimonio storico e artistico è uno dei principi fondanti della nostra democrazia. E, come suggerisce lo stesso Montanari, l’Italia può risorgere solo se si pensa come una “Repubblica basata sul lavoro e sulla conoscenza”. L’articolo 3 della Costituzione, ricorda l’autore, affida alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Il patrimonio storico e artistico della nazione (menzionato – caso unico al mondo – sempre tra i principi fondamentali della Carta, pochi articoli dopo) è precisamente uno degli strumenti che permettono alla Repubblica di rimuovere quegli ostacoli, e di rendere effettiva la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. Lo scrittore Antonio Tabucchi, nella sua “Lettera ai ragazzi di Firenze” (Feltrinelli, 1993), racconta di uno zio che lo prendeva per mano e lo faceva camminare nel corridoio del Vasari. Questo è un luogo sacro, gli diceva, ricordatelo bene. Oggi gli Uffizi, come evidenzia Montanari, costano quasi come un paio di stivali di Gucci: una domenica di giugno 2012 la popstar Madonna li ha noleggiati per qualche migliaio di euro per vederli da sola, noleggiando contestualmente la soprintendente di Firenze, Cristina Acidini, che le ha fatto da guida di lusso. Osserva lo storico d’arte: “gli italiani mantengono gli Uffizi con le proprie sudatissime tasse non perché siano ‘belli’, ma perché sono un potentissimo strumento di educazione alla cittadinanza e di innalzamento spirituale”. E allora? La via della privatizzazione del nostro patrimonio, della rendita economica per pochi, è l’unica strada per non vedere Pompei sbriciolarsi o le chiese napoletane saccheggiate? Oppure è possibile rilanciare la funzione collettiva del paesaggio e dei nostri beni storici, dei Tratturi molisani, delle magnificenze di Altilia, preservandoli dalle follie cementizie private o dalle pale eoliche? Vogliamo finalmente rendere i cittadini partecipi e non soltanto consumatori stanchi e passivi? Il valore del turismo è innegabile, specie come strumento di conoscenza, di interscambio, di confronto. Con ritorni anche economici per il bene di un territorio. Ma un monumento non può costituire risorsa a sé stante. Paesaggio, patrimonio artistico e culturale, enogastronomia, tradizioni costituiscono il biglietto da visita da preservare e valorizzare. Senza forzature che degenerano nel kitch, ma con la coscienza che si tratta di beni comuni. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 ►CONSUMI / ACQUA MINERALE, BUSINESS PER POCHI di Antonella Cifelli_ Nonostante la crisi, consumiamo sempre più acqua minerale. Con impatti ambientali negativi. Ma c’è un'altra questione: i canoni richiesti dalle Regioni per le concessioni sono spesso ridicoli… In un periodo di crisi economica così prolungato in Italia sono in tanti a stringere la cinghia per sbarcare il lunario: numerosi cittadini, tante amministrazioni locali, diverse imprese solo per citarne alcuni. Ci sono pochi soggetti che invece continuano a operare come se la crisi non ci fosse: tra questi le società che imbottigliano le acque minerali che continuano a farla franca pagando canoni di concessione davvero ridicoli in diverse Regioni italiane a fronti di un business miliardario. E’ quanto denunciano Legambiente e Altreconomia che tornano a puntare l’indice su questo scandalo tutto italiano e lo fanno attraverso il dossier sul business delle acque in bottiglia. Nel 2011 i consumi di acqua sono addirittura aumentati rispetto all’anno precedente, passando a 188 litri per abitante, numeri che confermano il primato europeo del nostro paese per i consumi di acque minerali: dei 12,3 miliardi di litri imbottigliati nel solo 2011, oltre 11,3 miliardi sono stati consumati dentro i confini nazionali (di cui l’80% in bottiglie di plastica). Un giro d’affari che riguarda 168 società per 304 marche diverse di acqua in bottiglia e un bilancio complessivo di 2,25 miliardi di euro. Un’attività che comporta un elevato impatto ambientale. Per soddisfare l’incomprensibile sete di acqua minerale dei cittadini italiani vengono infatti utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di 456mila tonnellate di petrolio utilizzato e oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse per produrle. A questi numeri si deve aggiungere il fatto che ancora oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato a riciclo, mentre i restanti due terzi continuano a finire in discarica, in un inceneritore o dispersa nell’ambiente e per l’85% dei carichi si continua a preferire il trasporto su gomma. Impatti importanti che garantiscono elevatissimi profitti per le società che gestiscono questo business. I canoni richiesti dalle Regioni per le concessioni, infatti, hanno spesso importi addirittura ridicoli, come nel caso della Liguria che chiede solo 5 euro per ciascun ettaro dato in concessione, senza prendere in considerazione i volumi emunti o imbottigliati. Nel 2006 la Conferenza Stato-Regioni tentò di mettere ordine in questo settore con un documento di indirizzo che prevedeva canoni uniformi su tutto il territorio nazionale, con l’obbligo di pagare sia in funzione degli ettari dati in concessione sia per i volumi emunti e imbottigliati. Ad oggi, questa omogeneità manca e il quadro che emerge è decisamente diverso regione per regione. Legambiente e Altreconomia hanno mandato un questionario a tutte le Regioni Italiane e il quadro che ne esce è estremamente eterogeneo con l’unico elemento comune che le condizioni sono sempre molto vantaggiose per le società che imbottigliano l’acqua e che gran parte delle Amministrazioni sono ancora inadempienti rispetto a quanto stabilito nel 2006. Andando nel dettaglio: - l’unica Regione promossa nella classifica di Legambiente e Altrecomnomia è il Lazio che prevede un triplo canone, in funzione degli ettari dati in concessione (65 euro), dei volumi emunti (1 euro/m3) e di quelli imbottigliati (2,17 euro a metro cubo); - 10 Regioni sono state promosse con riserva perché prevedono il doppio canone (volume + superficie) secondo le linee guida nazionali, con canoni per i volumi imbottigliati o emunti. Il Molise fa parte delle sei regioni bocciate. I dati relativi alla più piccola regione del Mezzogiorno, datati marzo 2012, evidenziano che il canone applicato è di 9,91 euro/ha. Non sono previsti altri canoni. Cinque sono le concessioni attive nel territorio molisano. Con canoni così bassi il ritorno economico per Comuni, Province o Regione è ovviamente scarsissimo. Bisognerebbe, pertanto, rivedere i canoni di concessione per l’imbottigliamento dell’acqua, prendendo in considerazione sia l’elevato valore dell’acqua sia la prospettiva di una più equa redistribuzione degli impatti economici e ambientali, applicando, in riferimento a questi ultimi, il principio del "chi inquina paga". FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 ►ENERGIA / EOLICO IN MARE, NO GRAZIE di Maria Di Saverio_ Il Consiglio di Stato boccia le turbine eoliche nel mare molisano. C’è chi gioisce e chi no… “In due regioni dove il problema della precarietà di lavoro diventa ogni giorno più drammatico – conclude Libertucci – si rinuncia a 2-300 posti occupazionali che la realizzazione dell’impianto eolico off shore e la sua successiva gestione avrebbero reso possibili. Grazie ad esso, infatti, si sarebbe prodotta energia pulita capace di soddisfare i fabbisogni di almeno 120mila famiglie, con vantaggi ambientali e economici che gli enti locali avrebbero potuto far ricadere sul territorio, nella forma di interventi di qualificazione della costa e di valorizzazione turistica”. Confermando il verdetto del Tar di un anno e mezzo fa, il Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente il ricorso della società milanese Effeventi srl che avrebbe voluto realizzare un impianto eolico off shore da 54 turbine da tre megawatt al largo della costa molisana (denominato “San Michele”). La battaglia legale ha visto da una parte la società Effeventi srl e dall’altra i ricorrenti rappresentati, tutti sulla stessa linea del “no”, da Regione Molise, Provincia di Campobasso, Comuni di Termoli, Petacciato e Montenero A questo punto Termoli e il Basso Molise evitano la realizzazione di un impianto eolico off shore da 54 pali davanti alle proprie coste, vedendo chiusa una vicenda che andava avanti dal 2007. Per sindaci e amministratori locali quel progetto avrebbe modificato il nostro mare stravolgendo per sempre i connotati di spiagge, coste ed ecosistema marino. Contrari anche molti comitati di cittadini. Voce fuori dal coro quella di Legambiente, da sempre favorevole al progetto. L’associazione giudica una brutta notizia per l’ambiente la decisione del Consiglio di Stato di fermare la realizzazione dell’impianto eolico off shore al largo delle coste molisane. “È stata una scelta miope, quella delle amministrazioni che hanno fatto ricorso contro un progetto di energia pulita a otto chilometri dalla costa - commenta Maria Assunta Libertucci, presidente di Legambiente Molise – e ipocrita da parte di chi oggi si fa paladino dell’ambiente ma continua a dare autorizzazioni per villette e porti turistici che stanno distruggendo le coste abruzzesi e molisane, e che talvolta sono anche finite sotto sequestro”. Al di là delle diverse posizioni, è certo che negli ultimi anni la crisi del turismo lungo la costa di Abruzzo e Molise si è aggravata a causa della cementificazione, che ha continuato a distruggere gli ultimi paesaggi liberi del litorale e favorito la loro erosione, a testimonianza della mancanza di strategie paesaggistiche e di un governo del territorio capaci di procedere in modo integrato verso scenari responsabili e sostenibili. Legambiente annuncia che continuerà la sua battaglia per evitare che al posto dell’impianto eolico vengano proposte trivellazioni che arrecano danni all’ambiente, agli ecosistemi e al clima. Per questo motivo, l’associazione è parte attiva nella realizzazione della manifestazione del prossimo 13 aprile a Pescara e sosterrà con forza l’uscita dal petrolio, per e con le rinnovabili. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 3 ►AMBIENTE / SUA MAESTA’ L’APE di Gabriele Di Nucci_ L’apicoltura, dopo anni di difficoltà, torna a crescere. Protagonisti i giovani molisani. Informazioni: [email protected], cell. 368-3390275. Come ultima notizia dal settore, va aggiunto che l’Università del Molise (Dipartimento agricoltura, ambiente, alimenti), insieme all’Associazione produttori apistici molisani (Apam) e al Consorzio nazionale produttori apistici (Conaproa), aderenti entrambi a Confcooperative Molise, hanno siglato l’intesa per consentire anche ai produttori apistici associati di partecipare, come uditori, al corso universitario di apicoltura. Il percorso prevede 64 ore di aula, con un’adeguata appendice pratica negli apiari. L’AZIENDA: TROTTA A CAPRACOTTA (IS) L’apicoltura rappresenta un importante segmento per l’agricoltura molisana. Purtroppo negli ultimi anni questo patrimonio è stato soggetto ad un costante ridimensionamento dovuto sia alle patologie, che soprattutto nel 2011 hanno più che dimezzato gli alveari, sia al maltempo ed alle abbondanti nevicate che hanno causato danni notevoli, soprattutto lo scorso anno, a causa della mancanza di alimentazione. La grande riduzione di api non pregiudica soltanto il reddito delle aziende apistiche, ma di gran parte di tutto il comparto agricolo. Grazie alle api aumentano anche del 40% le produzioni agricole, quali ad esempio i girasoli, la colza, la frutta in genere e gli ortaggi. Ciò avviene grazie all’impollinazione. D’inverno, con le temperature ormai poco costanti, avviene spesso che le api regine sono costrette a deporre nuove covate costringendo le api ad aumentare notevolmente il consumo delle scorte: il repentino passaggio dalle temperature più miti a quelle rigide, specie in Molise, determina l’azzeramento delle scorte, creando situazioni di fame nelle colonie. In Molise opera attivamente l’Aram, l’Associazione regionale apicoltori del Molise, con sede a Fossalto (Campobasso), che riceve segnalazioni costanti dagli apicoltori e monitora il settore, avviando ricognizioni sullo stato di fatto. Nei casi più gravi, ha richiesto lo stato di calamità per il settore. Lo scorso 23 marzo l’associazione ha promosso un seminario tecnico sull’apicoltura all’hotel Pleiadi di Bojano. L’apicoltura molisana, nonostante tutto, sta infatti crescendo e ci sono giovani che iniziano a investire su questo settore: soltanto nel 2012 sono nate cinque nuove piccole aziende apistiche. Per il 2013 si prevede un ulteriore incremento delle partita Iva dedite al piccolo settore. In occasione del seminario è stato presentato il nuovo programma formativo dell’associazione che prevede lezioni teoriche pratiche di campo: gli iscritti al corso parteciperanno a lezioni pratiche di apicoltura direttamente in campo tra alveari. Nello stesso pomeriggio si è parlato anche dei prodotti apistici come alimenti per conoscerli meglio, nonché di tecnica apistica utile in questo avvio di stagione per il comparto. A Capracotta un’impresa familiare si è specializzata nel selezionare i migliori prodotti gastronomici locali: oltre a formaggi e salumi, anche il miele. Si tratta della Trotta s.a.s. composta da papà Sebastiano e da due dei suoi figli, Fabrizio e Oreste, che sostengono il padre nella conduzione dell'impresa per salvaguardare una tradizione. Sebastiano Trotta, trasferitosi a Roma come sarto, decide poi di rientrare a Capracotta dove rileva dalla zia e rinnova una piccola bottega con l'insegna "Vino & Olio". Di qui ha origine la storia di commerciante di alimentari e di pregiati prodotti locali. Comincia in piccolo a "custodire" per pochi clienti affezionati qualche caciocavallo in un locale con angolo salatura e pietra di marmo: il prodotto fresco, uscito dai laboratori locali, viene riposto in un locale asciutto ma areato e riconsegnato al cliente pronto per essere affettato nella sua fragranza. Di caciocavallo in caciocavallo, di pecorino in pecorino e di prosciutto in prosciutto quella che agli inizi era una semplice cortesia, nel tempo e con l'accresciuta domanda, si è tramutata in una vera e propria attività con le sue imprescindibili fasi e le regole commerciali, a partire dal "marchio di fabbrica", una " T " che da 30 anni marchia all'origine le forme di pecorino che passano per le mani e le grotte di stagionatura dell'impresa Trotta. Una famiglia che parla all'unisono di qualità, di rigore nella selezione e di cura quasi maniacale dei prodotti che devono uscire solo perfetti. Una famiglia che realisticamente non guarda al passato se non in termini di esperienza acquisita: un'impresa moderna che sta al passo con i tempi e che si sforza con ogni mezzo di mettere in atto strategie che le consentano di allargare il proprio mercato, fermo restando tutti i presupposti che hanno fatto sinora del nome dei Trotta una garanzia di qualità dei prodotti selezionati e stagionati nell'Alto Molise. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 4 ►VIP / CHECCO ZALONE, PROSSIMO FILM IN MOLISE di FC_ Si girerà prima dell’estate. La produzione ha visitato una decina di paesi in tutta la regione. C’è chi ricorda quel 2003 quando una grande produzione cinematografica sbarcò in Molise per individuare alcune location del film “Non ti muovere” di Sergio Castelletto, attore d’origine molisana (padre di Campobasso). Alcune scene vennero ambientate nei dintorni di Campobasso e Bojano (e non mancarono polemiche per l’accoglienza poco “abituata” alle star cinematografiche) e la presenza di una grande artista internazionale come Penelope Cruz non passò certo inosservata. L’anno seguente il Molise fu protagonista di una miniserie televisiva internazionale intitolata “La terra del ritorno” (conosciuta all’estero anche con il titolo “Lives of the Saints”), tratta dalla trilogia dell’autore italo-canadese Nino Ricci, originario di Agnone e Poggio Sannita. Diretta da Jerry Ciccoritti, la storia è ambientata proprio a Villa Canale, frazione di Agnone, e tratta il tema dell’emigrazione. Protagoniste: Sophia Loren (Teresa Innocente) e Sabrina Ferilli (Cristina Innocente). La produzione, però, scelse di girare a Macerino, in Umbria, anziché tra le montagne molisane. Ora un’altra star di casa nostra si appresta a girare in Molise. E’ Checco Zalone, campione d’incassi delle ultime stagioni. Dopo lo strepitoso successo dei suoi primi due film, “Cado dalle nubi’“ e “Che bella giornata” (che hanno incassato rispettivamente 14 e 43 milioni di euro), il comico pugliese girerà la nuova pellicola in Molise (ma anche in Toscana) a partire dal prossimo mese di maggio. Il nuovo film si chiamerà “Sole a catinelle” e uscirà in autunno, La commedia, che racconta un rapporto speciale tra un padre e un figlio, prodotta da Pietro Valsecchi, è scritta come sempre dallo stesso Zalone insieme al suo inseparabile regista Gennaro Nunziante. La produzione “Tao due Film” ha visitato alcuni paesi molisani (tra questi Agnone, Bagnoli del Trigno, Casacalenda, Castropignano, Larino, Morrone, Oratino, Provvidenti, Ripabottoni e Sepino) e sceglierà poi i luoghi dove girare alcune scene. Nel cast del film, per il quale si lavora già da settimane, potrebbe essere coinvolto anche qualche attore locale. Va ricordato che Zalone per il suo film di due anni fa, “Che bella giornata”, scelse anche un giovane attore molisano, Luigi Luciano, popolarissimo comico di Campobasso, protagonista delle fiction di Maccio Capatonda e da qualche tempo conduttore della trasmissione radiofonica “Lo zoo di 105”. A collaborare con la produzione del film è lo staff del festival MoliseCinema, che ha luogo annualmente a Casacalenda e parte attiva della neonata Molise Film Commission. “Siamo convinti che il cinema possa essere un grande strumento di promozione per la nostra terra che è ancora troppo poco conosciuta - sottolineano Federico Pommier Vincelli e Salvatore Di Lalla di MoliseCinema. “Se vediamo gli esempi di Puglia, Piemonte e Basilicata ci rendiamo conto che in questi anni le regioni hanno investito molto su questo settore, generando un notevole impatto in termini di aumento del turismo e valorizzazione delle professionalità locali. Auspichiamo che anche le istituzioni regionali vogliano condividere tale progettualità”. La XI edizione del festival MoliseCinema si svolgerà dal 6 all’11 agosto a Casacalenda, mentre nelle settimane successive si terrà il consueto MoliseCinema Tour. BOX L’ATTORE MOLISANO LUIGI LUCIANO Parlare di Checco Zalone significa non poter tralasciare l’attore campobassano Luigi Luciano, 33 anni, coprotagonista nell’ultimo film del comico pugliese, “Che bella giornata” del 2011 (Luciano recita nella parte di Giovanni). Luciano, dopo essersi laureato al Dams di Bologna nel 2007, si è trasferìto a Milano dove si è unito alla Shortcut Productions, prima come assistente e poi come attore e autore. Con Marcello Macchia, nome noto nel mondo giovanile, è protagonista di numerosi finti trailer umoristici di film paradossali trasmessi all'interno dei programmi televisivi “Mai dire lunedì” e “Mai dire martedì”. Il suo pseudonimo è Herbert Ballerina,. Sempre con la Shortcut Productions ha partecipato come attore in vari format per la web tv di Fox Italia, Floptv.tv (“Drammi medicali” 1 e 3, “La Villa di lato”, “Leggerezze”, “Mariottide”, “Piccol”) e “Tatami” per Raitre. Dal 24 gennaio 2011 è entrato a far parte del programma radiofonico “Lo Zoo di 105” L’ultimo successo è “Mario”, un programma a puntate in onda su Mtv dove si racconta la storia, sempre paradossale, di un telegiornale dove improvvisamente sparisce il direttore. Celebri le previsioni del tempo con una cartina dell’Italia dove è cancellato il Molise. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 5 ►PERSONAGGI / GIOVANNI DI STEFANO, VITA DA FILM di FC_ Il popolare faccendiere molisano (di Petrella) condannato in Inghilterra a 14 anni di carcere. Giovanni Di Stefano, il controverso personaggio e faccendiere molisano presente nelle cronache internazionali e noto come “l’avvocato del diavolo”, è stato condannato a 14 anni di carcere in Inghilterra, colpevole di venticinque reati di truffa, frode, riciclaggio e altro, reati compiuti soprattutto tra il 2004 e il 2009. La maggior parte delle sue vittime, ha detto il giudice leggendo il verdetto, erano persone “disperate e vulnerabili”, verso i quali il presunto avvocato aveva una sola preoccupazione: “Trovare il modo di svuotar loro le tasche”. Una storia personale degna di un romanzo e di un film. Nato nel 1955 a Petrella Tifernina, in provincia di Campobasso, Di Stefano è emigrato in Inghilterra con i genitori quando aveva sei anni. Vive nel Northamptonshire. Il padre trovò lavoro in una fabbrica di scarpe, mentre lui, a seguire la sua discussa autobiografia (“Difendere gli indifendibili”), prese una laurea e un dottorato in giurisprudenza all’università di Cambridge. Ma, in tal senso, i più lo vedono come un antesignano di Oscar Giannino. Come avvocato prese le difese di numerosi personaggi controversi, persino serial killer. Tra questi anche Ronnie Biggs, il celebre bandito inglese della “Grande rapina al treno del 1963” che fruttò un bottino di 2,6 milioni di sterline. Più recentemente aveva assunto la difesa del magnate britannico John Palmer, alias “Goldfinger”, coinvolto in una gigantesca frode nelle vendite di immobili in multiproprietà. Di Stefano approdò poi ad Hollywood dove ha trattato persino l’acquisto della Metro Goldwyn Mayer, una delle più grandi case di produzione cinematografiche. Rincorso da un fallimento si è rifugiato in Jugoslavia, a Belgrado, diventando amico del dittatore Slobodan Milosevic e del famigerato colonnello Arkan, leader delle formazioni paramilitari responsabili di stragi (sarà ucciso qualche anno dopo), facendo affari con loro, ottenendo pare anche la cittadinanza serba e vantando in seguito contatti pure con Saddam Hussein. A metà degli anni Novanta è stato per qualche mese anche il presidente del Campobasso Calcio, promettendo di portare la squadra in serie A. Poi ha abbandonato il progetto divenendo uno dei bersagli di “Mai dire gol” da parte della Gialappa’s band. In Molise lo ricordano soprattutto per le auto di gran lusso, guidate da un autista. Sempre in Molise, a Termoli, ha celebrato il suo matrimonio con una nota cantante jugoslava. A fine anni Novanta ha aperto uno “studio legale internazionale” a Roma e acquista una lussuosa villa a Palma di Maiorca. E’ qui che è stato arrestato due anni or sono per le accuse di truffa, furto e riciclaggio in esecuzione di un mandato di cattura internazionale richiesto dalla magistratura britannica. Quando Di Stefano ha visto il provvedimento firmato dal giudice, raccontano le cronache, s’è sentito male e ha perso conoscenza, tanto che è stato trasferito temporaneamente in ospedale. E’ stato poi estradato nel Regno Unito, dove peraltro aveva già scontato da giovane una serie di condanne per un totale di otto anni di prigione. UN’INTERVISTA A GIOVANNI DI STEFANO DOCUMENTI ROMA - Torna a parlare l’avvocato Giovanni Di Stefano, l’uomo d’affari d’origine molisana con un’agenda ricca di vip anche controversi. Lo fa concedendo un’intervista a Michele Caltagirone, pubblicata sul sito “Voglio Sapere”. Intervista all’avvocato degli “indifendibili”, come viene definita dallo stesso giornale on-line. Scrive Caltagirone: “È uno dei personaggi più controversi dell’ultimo ventennio. Principe del foro, abile uomo d’affari, amico di dittatori e statisti e successivamente loro rappresentante legale durante i processi. La parabola di Giovanni Di Stefano parte dal cuore del Molise e fa tappa per il momento a Londra, passando per Belgrado e Baghdad dove ha fornito tra le altre cose la sua esperienza di avvocato di fama internazionale. Ne ha fatta tanta di strada da quando, a soli sei anni, ha lasciato il paese natale, Petrella Tifernina, piccolo centro molisano che conta poco più di 1.250 abitanti dove è nato 55 anni fa. E’ solo un bambino dunque, quando si trasferisce con la famiglia in Gran Bretagna, nel Northamptonshire, dove il padre ha trovato un impiego in una fabbrica di scarpe”. “La sua storia potrebbe essere simile a quella di tanti immigrati italiani che hanno fatto fortuna all’esterno continua Caltagirone. “In effetti il giovane Giovanni Di Stefano dimostra subito abili capacità imprenditoriali e negli anni ‘80 riesce a costruire un discreto business importando videocassette da Hong Kong. In seguito studia legge in Usa ed intraprende la strada che oggi gli consente di gestire il prestigioso studio legale internazionale con sede a Roma. SEGUE A PAGINA 7 FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 6 SEGUE DA PAGINA 6 Tra i suoi clienti illustri spiccano i nomi di Slobodan Milosevic, Saddam Hussein, Tarek Aziz (il numero due del regime irakeno, ndr), l’attore Charles Bronson, il cantante pop inglese Gary Glitter ed tanti altri personaggi del jet set mondiale. L’anno della svolta per lui è 1992 quando si reca nella ex Jugoslavia ormai verso lo sfacelo e le feroci guerre intestine ma in questo scenario apocalittico Giovanni Di Stefano trova la sua dimensione, stringendo rapporti di amicizia con il presidente serbo Slobodan Milosevic che gli concede la cittadinanza e, soprattutto, con Zeljko Raznatovic, meglio conosciuto come “Arkan”. Della “tigre” dei Balcani diventa amico fidato, portavoce e consigliere, socio in affari e in seguito anche avvocato di fiducia. Si dice che sia stato proprio Di Stefano, nel 1995, a pagare le spese per le nozze principesche di Arkan con Svetlana Velickovic, in arte “Ceca”, una delle cantanti folk più amate all’epoca in Jugoslavia. Quando proprio nel ‘95 finisce la guerra in Bosnia, Di Stefano prosegue la sua ascesa imprenditoriale al fianco di Arkan con il quale condivide anche la passione per il calcio. Proprio l’ex capo degli Ultras della Stella Rossa compra una piccola squadra della capitale, l’Obilic, in società con l’avvocato anglo-italiano, che nel giro di pochi anni vince il campionato e partecipa alla Champion’s League. In precedenza Di Stefano aveva tentato con poca fortuna l’avventura nel calcio italiano diventando presidente del Campobasso. Il sodalizio con Arkan si interrompe bruscamente nel 2000 quando questi viene assassinato a Belgrado. Giovanni Di Stefano torna oltremanica e si dedica in pieno alla carriera forense. Le sue difese nei confronti di Milosevic, sotto accusa per crimini di guerra all’Aja, e Saddam Hussein, sono quelle che gli regalano fama mondiale. Attualmente sta curando, tra i tanti, i casi di Tarek Aziz e di Omar Benguit, il cittadino inglese di origine marocchina condannato all’ergastolo per l’omicidio della studentessa Jong Ok-Shin. Secondo la tesi della difesa dietro l’assassinio della giovane ci sarebbe invece la mano di Danilo Restivo, accusato anche di aver ucciso Elisa Claps. Sarebbero almeno sei, secondo lo studio legale internazionale, i delitti commessi da Restivo, tutti legati dallo stesso “modus operandi”. Il nome di Giovanni Di Stefano è stato citato in un precedente articolo pubblicato su Vogliosapere, dedicato ad Arkan ed alla recrudescenza del nazionalismo serbo dopo i disordini scoppiati allo stadio “Ferraris” di Genova che hanno impedito lo svolgimento di Italia - Serbia. Secondo una teoria sostenuta da alcuni siti e blog sparsi sulla rete Internet, il suo vero nome sarebbe Carlo Fabiani, un italiano arrestato insieme ad Arkan per una rapina in banca a Stoccolma nel 1974. Un voce in realtà senza alcun fondamento che anzi, qualche anno fa, ha portato alla condanna per diffamazione di un giornalista serbo. Chiarito l’equivoco, abbiamo raggiunto Giovanni Di Stefano tramite e-mail nel suo studio londinese. Così l’avvocato anglo-molisano, il “difensore dell’indifendibile”, ha voluto concederci questa intervista. - Mr. Di Stefano, in una recente intervista lei ha detto che ai tempi di Arkan e Milosevic non sarebbero mai successi episodi come quelli di Genova. Perché? “Ciò che è accaduto a Genova non si sarebbe mai verificato sotto Milosevic, Arkan o me. Non è mai avvenuto durante le guerre dei Balcani quando, forse, vi sarebbe stata una scusa più plausibile. Questo Ivan (il capo Ultras serbo arrestato dalla polizia di Genova, ndr) ha agito autonomamente mosso da una ideologia nazionalista completamente inconsistente. Non ha agito in memoria di Arkan o di qualcuno della Guardia Volontaria Serba. Ivan rappresenta i suoi pensieri e non quelli degli altri che hanno dato le proprie vite per il loro Paese. - Lei era amico e consigliere di Arkan. Cosa ne pensa della lunga lista di crimini di guerra, riconosciuta tale dal tribunale dell´Aja, di cui Arkan si è reso responsabile? Ho visto le cosiddette accuse che gravarono su di lui per un bel po’ di tempo. Arkan è morto da uomo innocente secondo la legge. Stando alla legge infatti qualsiasi persona che muore prima della sentenza di una Corte è innocente, così Arkan “de jure” e “de facto” era innocente anche se è stato accusato di crimini. Non posso sapere oggi ciò che sarebbe avvenuto dopo, ma francamente penso che l’intero ICTY (il Tribunale Internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, ndr) sia ora soltanto uno spreco di tempo. In tutti i Paesi si commettono crimini durante le guerre. Qual è il suo giudizio su Milosevic al governo della ex Jugoslavia? “Milosevic è stato un grande uomo per la Serbia. L’attuale governo fa del suo meglio e il presidente Tadic davvero fa quel che può ma al giorno d’oggi non ci sono grandi statisti. Non ci sono in Serbia, non ci sono in Italia, non ci sono negli altri Paesi. Il mondo ha perso tutti quelli che io chiamo “pesi massimi” della politica”. - Quali sono le motivazioni che ancora oggi animano il nazionalismo serbo? “Il nazionalismo esiste in tutti i Paesi. E’ sintomo di un senso di appartenenza ad una Nazione. Se cancelli questo senso di identità rimuovi anche il nazionalismo ma le persone devono avere una propria identità. Fa parte della natura umana, il perché ad esempio la gente tifa per una squadra di calcio, è un senso di appartenenzaTra i processi più celebri di cui si è occupato quelli a Milosevic e Saddam. Come mai ha scelto la difesa di imputati la cui sentenza era comunque scritta in partenza?Bella domanda: mi è stato chiesto. Tarek Aziz è probabilmente il caso più importante. Spero riusciamo a farlo rilasciare dopo il 24 ottobre. E’ una speranza! Quali sono stati gli errori di Saddam Hussein? Saddam non ha fatto errori. Era un vero patriota ed ha agito per il suo Paese. La situazione in Iraq ora è dieci volte peggio di quanto non lo sia mai stata prima del 2003, con molte più vittime. È stato davvero un grande uomo che ammirerò tutta la vita e non sono l’unico a pensarla in questo modo”. - Pensa invece che nella guerre dei Balcani ci siano stati gravi errori da parte dell’Onu? “La guerra nei Balcani è stata provocata inizialmente dalla Germania che ha riconosciuto la sovranità della Croazia. Un grave errore che è stato fatalmente pagato con vite umane, il peggiore che l’Unione europea, la Gran Bretagna e gli Usa abbiano potuto commettere nella loro storia e certamente l’attacco della Nato alla Serbia fu poi assolutamente inconcepibile Tra i suoi clienti adesso c’è Omar Benguit che è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Jong Ok-Shin commesso nel 2002 a Bournemouth, nel sud dell’Inghilterra. Cosa le fa pensare che sia innocente? “La polizia fu messa sotto pressione dal Foreign Office (il ministero per gli Affari esteri britannico) per trovare il killer e deliberatamente ci fuorviarono nella difesa, permettendo l’esistenza di documenti che scagionavano un altro sospettato, Restivo. Ho incontrato e discusso per qualche anno con Omar, lui è semplicemente innocente ma la giustizia britannica è molto lenta rispetto alla giustizia italiana”. - Infine chiariamo un equivoco. Da dove nasce la storia che identificava il nome di Giovanni Di Stefano con quello di Carlo Fabiani? “E’ stato un giornalista jugoslavo a mettere su questo equivoco. Io l’ho citato in giudizio, è stato condannato, multato e rinchiuso in carcere per diffamazione. Questa storia mi è molto dispiaciuta, ho pagato io la sua sanzione e lo hanno rimesso in libertà ma ormai era tardi per fermare la campagna diffamatoria che si era diffusa su Internet. Questa è pura, assoluta spazzatura: io sono Giovanni Di Stefano da sempre, ne sono fiero e sono orgoglioso di essere italiano”. (Michele Caltagirone) (Traduzione dall’inglese a cura di Silvia Mastandrea). FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 7 ►PAESI / SANT’ELIA A PIANISI, 150 ANNI DI UN NOME di Michele Petraroia_ Era il 26 marzo 1863 quando con un regio decreto venne attribuita la denominazione al borgo. LA STORIA (da una ricerca del prof. Michele Pucacco) Il 26 marzo 1863 col Regio Decreto n. 1218 venne attribuita la denominazione Sant’Elia a Pianisi, comune in provincia di Campobasso, suggellando anche nella toponomastica un’unità tra i due borghi avvenuta nel 1528 a seguito della distruzione di Pianisi. Le meritorie iniziative di questi mesi che hanno coinvolto le scuole, gli storici, la chiesa, le associazioni, gli studiosi e l’intera cittadinanza, hanno vissuto, nella ricorrenza del 150° anniversario, il momento culminante con eventi istituzionali, celebrativi e sociali che hanno segnato l’apice di un percorso identitario collettivo denso di emozioni e di orgoglio. Preme sottolineare il contributo straordinario che Sant’Elia a Pianisi ha dato al Molise e all’area del Fortore in ogni settore ed in qualsiasi ambito. Dalla permanenza per quattro anni di Padre Pio nel convento in cui fece la Professione di Fede al ruolo dinamico delle imprese agro-alimentari locali, che hanno conquistato i mercati mondiali, Sant’Elia a Pianisi, è un punto di forza del nostro territorio che può fare affidamento su una comunità sobria, laboriosa e determinata che saprà superare vecchie e nuove difficoltà, per un futuro del Molise che valorizzi le aree interne, i borghi, le tradizioni popolari, la cultura, l’ambiente e l’artigianato. E' ormai certo che Sant'Elia a Pianisi è il prodotto di un'unione, aggregazione di borghi preesistenti in uno spazio che dal fiume Cigno, uno dei due Cigni fratelli, si sviluppa in direzione Nord/Est - Sud-Ovest. Questo territorio esposto a Mezzogiorno, "...tutto colli e monticelli...*, comprendeva Sant’Elia (la protetta dal profeta del fuoco), Pianisi (Terra di forti), Centocelle (Scuderie imperiali, se reggesse l'omonimia con la località romana), Ficarola (scomparsa, oggi punto tappa del Tratturo), Casalfano (Terricciola abbandonata). Fatto sta che la città attuale è nata intorno al nucleo di Sant'Elia dopo l'anno 1.000, e poi è cresciuta, dalla seconda metà del '500, anche dopo la distruzione di Pianisi da parte del principe d'Orange che violò le convenzioni accettate dal viceré Moncada* Dal 26 marzo 1863 "abbiamo preso nome proprio a Pianisi"* e ci siamo definitivamente sistemati su un costone che guarda la 'Torricella' (Geronio, possibile Campo di Annibale***) a monte del nostro Cigno, e quindi l'Aufido**, l'attuale Fortore a 200 m.s.l.m.: il costone tufaceo ha in cima la località "Mulino a vento" dell'altezza di 922 m. s.l.m * F. Di Palma, Memorie. ** Appiano Alessandrino, De bello annibalico, VII, 16. *** E. S. Laurelli, Particolari problemi topografici.... pagina 242. L'agro di 67,740 kmq, ricoperto fino all'800 quasi interamente da foreste, oggi si presenta con vaste colture, prevalentemente cerealicole, e tratti di macchia mediterranea che si evidenziano, a corona del territorio, nei boschi Cese, della Principessa Pianisi e soprattutto Cerreto verso Mulino a Vento. Le innumerevoli mulattiere dai nomi fantasiosi, ospitano fonti con abbeveratoio, ancora completamente efficienti, e spesso in pietra lavorata. Offrono queste, generose, le loro copiose acque di falda, come quella di Ficarola che si incontra ombrosa di pioppi sul Tratturo Celano-Foggia. Gli oliveti, nati vigneti, riservano al visitatore sensazioni e panorami unici; mostrano piante secolari, grotte tufacee, "casini" e "casoni" gentilizi, masserie in pietra di pregevole fattura e, bellezza. Singolari sono le emergenze litiche che come "P'sckarnaal" evocano miti e leggende di briganti e di fate. Infine non bisogna dimenticare i borghi rurali che come Codemanno, San Nicola costellano l’ambiente e riservano al visitatore antichi scenari. IL PAESE Il primo nucleo del 1.100 si stringe intorno alla chiesa madre, poi man mano il borgo si sviluppa a raggiera secondo le direttrici essenziali lasciando molto spazio a pomari ed orti, poco fuori dell’abitato alle cortine. Ogni espansione genera un quartiere intensamente popolato, anche da famiglie gitane, e vissuto che, seppure minuscolo, ha rispetto agli altri le sue specificità, tradizioni e rivalità. Anche se oggi essi si sono spopolati e si è appiattita la loro vitalità, quei caratteri sono ancora riconoscibili nei comportamenti del vicinato. Le facciate e i portali lavorati in pietra locale, le strade lastricate, le dimore gentilizie, danno al paese un carattere unico ed antico. Gli edifici religiosi, che tanta parte hanno avuto e rappresentano nell'immaginario collettivo di questa Comunità, che definisce festa essenzialmente quella religiosa, sono disseminati in paese e nel territorio ed accolgono opere di grande importanza come quelle del Gamba. SEGUE ► FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 8 ►SEGUE DA PAGINA 5 L’AMBIENTE Anche se le produzioni non sono più tante e diversificate come una volta, anche se la coltivazioni del grano la fa da padrona, in paese sono ancora attivi diversi trappeti che trasformano in olio le olive, forni che danno dell'ottimo pane: opera ancora qualche fine pastaio. Vi sono piccole industrie alimentari, di trasformazione che prendono il latte dagli allevamenti, ancora abbastanza diffusi; le carni lavorate danno dei buoni prodotti. Ma allo stesso tempo è ancora consuetudine lavorare in casa i prodotti dell'orto, le carni, il latte ovino, caprino e bovino. Tantissimo continuano ad assicurare le massaie che lavorano alle provviste di salse, salsicce, salumi, formaggi e ricotte, marmellate e composte, olive e frutta secca. Anche nelle masserie si svolge la produzione dei prodotti tradizionali di qualità. Si fanno quei prodotti, determinanti per le identità locali, strumenti di recupero di saperi, orgoglio e sapori di unicità straordinarie, spesso ingiustamente destinati all’estinzione insieme alle professionalità, alle capacità manuali che li hanno generati ed alle sapienze che attraversi i millenni li hanno condotti fino a noi. In paese, nei vicoli e nelle piazzette, ancora si sente il profumo del sugo, degli ortaggi arrostiti... il visitatore, il parente ritornato per la festa, possono essere accolti con lo spirito e i modi dei padri. Il visitatore trova a Sant’Elia a Pianisi un luogo accogliente, dalla natura calda, asciutta d’estate, secca ed innevata d’inverno, dolce e tenue nelle stagioni di mezzo. E’ piacevole passeggiare lungo il lago e nei boschi, alcuni attrezzati, raccogliendo i prodotti del sottobosco o osservando animali ed uccelli di passo. Si trova ristoro presso le aree di sosta e le fonti, quasi sempre all’ombra di alberi maestosi, lungo percorsi che vanno dal Lago al Mulino a Vento, dal Tratturo al Colle del Monte. Immersi in una natura rigogliosa si possono ammirare le querce secolari, i giganti allevati con amore dagli antenati. La macchia mediterranea offre i suoi più variegati profumi. In primavera si incontra il giglio selvatico, l’orchidea, la bocca di leone, le viole... in autunno tappeti di ciclamini adornano i boschi e le siepi. I caprifogli, i biancospini, i peri selvatici, le ginestre inebriano a primavera nei loro intensi profumi. I colori sfumati autunnali inducono la riflessione e la passione per l’indistinto. La bora gentile che allieva la calura estiva, aiuta a godere dei panorami e del lago. D’inverno, se fortunati con la neve, si può passeggiare in strada, o goderlo accanto al camino dove ardono forti e profumati legni di quercia, carpino, frassino ed olivo. Alcune masserie, riconvertite ad agriturismo, offrono i sapori e l’ospitalità di sempre; i borghi rurali permettono di provare antiche sensazioni e di incontrare persone semplici e gentili; le chiesette di campagna inducono alla meditazione e al raccoglimento; la piazza del paese è occasione di incontro, di gioco e di festa. IL CONVENTO Sant’Elia a Pianisi non può essere immaginata senza il Convento. E’ il centro di vita spirituale della Comunità: in Convento si va a messa ed anche per incontrare i frati che da sempre si sentono parte integrante della Comunità. Tra di loro due spiccano per somma importanza ed autorevolezza: Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi e Padre Pio da Pietrelcina, oggi San Pio. I santeliani andavano trepidanti incontro a Padre Raffaele quando a piedi tornava a Sant’Elia: raccontano i nonni che fosse una processione di popolo quella che gli tributavano. In Convento poi è venuto Padre Pio che ha espresso tanta ammirazione per Padre Raffaele, il Monaco Santo. Ma Pianisi ha dato anche Sant’Alberto vescovo di Monte Corvino in Capitanata: di padre normanno, nasce a Pianisi nel 1.032. Sant’Elia ci ha fatto conoscere Fra Pacifico che “risplendeva per il pregio di tutte le virtù... sempre in moto per servir tutti... quasi egli solo fosse al servizio di tutti”. E’ anche per tale motivo che dal Convento partono iniziative importanti che aggregano e coinvolgono: la Passione del venerdì santo, il Presepe Vivente, iniziative di solidarietà ed altre ancora. Comune di Sant’Elia a Pianisi Assessorato Agricoltura Turismo Ambiente www.comune.santeliaapianisi.cb.it mail: [email protected] tel. 0874-81205, fax 0874 816400 Girolamo Imparato. I sette Sacramenti (1603) (maggiori informazioni: www.francovalente.it) FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 9 LE NOTIZIE FLASH ►CASE / GLI STRANIERI COMINCIANO A COMPRARLE IN MOLISE Civitacampomarano, splendido paese in provincia di Campobasso di FC_ Dopo il boom di stranieri acquirenti di immobili in Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo, il fenomeno comincia ad affacciarsi anche in Molise. Come riferisce il sempre ben informato giornale on-line “Primonumero”, l’assistente sociale inglese Lindsay Hartley Russell, solita trascorrere vacanze in Toscana, ha acquistato un edificio a Civitacampomarano, in provincia di Campobasso, lo scorso mese di settembre. I motivi della scelta? “Lontano dai turisti e dove si respira una contagiosa atmosfera di serenità e contatto con la natura”. Ma gli acquisti non avvengono per caso. L’Associazione Turistica Molisana, volata a Londra per conto dell’assessorato regionale al Turismo per promuovere il Molise all’evento “A place in the sun live” (fiera sugli immobili all’estero), ha seminato il terreno. L’agenzia immobiliare Agricola Enterprise di Guardialfiera, diretta da Christian Agricola, sta facendo il resto. Visite in Molise di immobili sparsi in regione, quindi le scelte per vacanze rilassanti. A Sant’Angelo Limosano hanno invece acquistato casa Jonathan Hardcastle e Nicole Hardleyi, coppia di Notingham, lui manager, lei contabile. Più di recente un altro giovane inglese, Oliver, alto ufficiale della Marina britannica, originario di Canterbury, ha scelto anche lui Civitacampomarano, acquistandovi una casa. “Non avevo mai sentito parlare prima del Molise – ha confessato Oliver - ma è un luogo magico che condensa mille attrattive. Ho trovato qui il mio porto sicuro: panorami unici, accoglienza, cordialità, ottima cucina. Porterò gli amici ansiosi di conoscere questa terra”. ►POESIA / TIBERIO LA ROCCA VINCE IL “CITTA’ DI TOLLO” Poesie per sua maestà il vino riletto nella sua accezione goliardica, di elemento che scalda la compagnia e accende lo sberleffo, l’ironia, il piacere dell’avventura. Con questa chiave di lettura l’amministrazione comunale di Tollo, in provincia di Chieti, ha lanciato la prima edizione del concorso di poesia Città di Tollo “Il sapore goliardico del vino”. Il premio si proponeva di dare alla poesia un taglio ironico e satirico, adatto appunto a quello che è il tema del vino inteso come elemento di convivialità. Vincitore del primo premio nella sezione della poesia in vernacolo è risultato Tiberio La Rocca di Poggio Sannita (Isernia), storico amico dell’associazione “Forche Caudine”. Chi nasce a Poggio Sannita – l’antica Caccavone – ha senza dubbio un rapporto particolare con il vino, uno dei prodotti che maggiormente connotano il paese. Anche la cultura poggese, in particolar modo la poesia dialettale ha subito ed ancora subisce l’influenza del vino. Diversi autori poggesi, sia vecchi che nuovi hanno, infatti, dedicato versi al cd. nettare degli dei. Tra essi Tiberio La Rocca, vincitore del concorso con una composizione dal titolo “Le pellone”. di PV_ Si tratta di una poesia che descrive in maniera minuziosa i vari tipi di “pelle” ovverosia, la sbornia. Reduce dalla vittoria ottenuta al concorso nazionale di poesia Rivalto – Roberto Magni nella sezione in dialetto, l’autore ha dedicato a questa tematica diverse composizioni, ed è uno degli ideatori ed organizzatori della manifestazione “DiVino scrivere e cantare” che ha luogo nel periodo natalizio ed è giunta alla quarta edizione. Va anche ricordato poi che, fino a pochi anni fa, a Poggio Sannita si teneva la festa dell’uva, una manifestazione molto seguita ed apprezzata. Spiega La Rocca: “La vittoria mi riempie di gioia, per un caccavonese associare il suo nome ad un concorso dedicato al vino è senza alcun dubbio una grande soddisfazione. L’auspicio è che la vittoria serva a promuovere ancora maggiore interesse verso la cultura poggese in generale e la poesia dialettale in particolare”. I versi che seguono, tratti dalla poesia “Ne munne senza vine” descrivono esattamente il connubio tra il vino ed i Caccavonesi: “Se ze fenisse l’acca a ccuste munne, ngò mode certamende ze facera/ ma n-zia mè a fenì fosse le vine… parecchia iende crè ca z’accedera…”. ►PULLMAN / GESTORE UNICO IN MOLISE di Antonella Cifelli_ E’ l’Associazione trasporti Molise (Atm) l’azienda unica che gestirà il servizio trasporti pubblico regionale. Ciò a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso di un’azienda concorrente locale e ha messo fine ad una lunga vicenda amministrativa e giudiziaria. Spariscono così le ditte individuali, circa 30, sino a ieri titolari di concessioni di linee regionali. L’azienda rappresenta la fusione di due grandi aziende regionali, La Rivera e Sati, dove si vanno a ricollocare tutti i dipendenti, 350, delle piccole ditte che avevano operato in regione. Le altre metteranno a disposizione del gestore unico i loro mezzi o lavoreranno in subappalto. Tagliati i chilometri annui: da 16,4 milioni a 11,4 milioni. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 0 ►CAMPOBASSO / INTITOLAZIONE DI NUOVE STRADE di Tony Palladino_ La Giunta comunale, su proposta della Commissione consiliare cultura, sport, turismo e spettacolo, ha avviato con la Prefettura di Campobasso l’iter per l’intitolazione delle nuove strade cittadine a Campobasso. Copia della delibera è stata inviata anche all’ufficio tecnico e urbanistico del Comune per i provvedimenti di competenza. Viale fratelli Pistilli-Sipio, piazza Berardino Musenga, via Leandro Carile e Arturo Giovannitti: queste le strade che a breve saranno aggiunte alla toponomastica del capoluogo regionale. ►SAN VITTORE-TERMOLI / DA FRATTURA NO ALL’AUTOSTRADA di AN_ Il neoeletto presidente del Molise, Paolo Di Laura Frattura, nel corso della sua prima conferenza stampa dopo la vittoria elettorale ha detto che l’autostrada del Molise che congiunge l’ A14 (Termoli) e l’ A1 (S. Vittore) “è un progetto da ripensare”. Secondo il nuovo governatore molisano, al posto dell’autostrada, il cui costo previsto è di oltre quattro miliardi di euro (era di 3,5 miliardi di euro soltanto nel 2008), la sua giunta regionale punterà a realizzare un tracciato a quattro corsie dal confine con il Lazio (A1) ad Isernia, per superare la strozzatura del centro abitato di Venafro. L’Anas ha fornito i numeri della colossale opera: “Il nuovo collegamento autostradale, con un tracciato di circa 150 chilometri nelle due tratte San Vittore-Venafro-IserniaBojano-Campobasso e Bojano-Termoli, prevede la realizzazione di due corsie per senso di marcia, più corsia di emergenza, 121 viadotti (per complessivi 40,3 chilometri), 15 gallerie (per uno sviluppo lineare complessivo di 11,8 chilometri) e 35 svincoli di collegamento con la viabilità esistente. L’autostrada Termoli-San Vittore è una delle opere definite “inutili e dannose” dal recente dossier “Chi ha visto la Legge Obiettivo?” di Legambiente, che non risparmia pesanti critiche al progetto. Anche in Molise non mancano voci critiche ad un’opera vista come deleteria per il territorio. Il progetto doveva essere realizzato da “Autostrada del Molise S.p.A.”, una società mista Anas - Regione Molise costituita Il 18 gennaio 2008. Il neogovernatore Paolo Di Laura Frattura ha detto nel corso della conferenza stampa che “punto di forza dei collegamenti interregionali dovrà essere, invece, il treno: l’elettrificazione della linea e gli interventi sul tracciato dovranno permettere il collegamento Campobasso-Roma in due ore”. ►ELEZIONI / BERLUSCONI OPTA PER SEGGIO MOLISANO di FC_ Ancora una volta i già pochi seggi del Molise per il Parlamento diventa oggetto di “appropriazione” da parte di politici provenienti da fuori Regione. Dopo la vicenda La Loggia di qualche anno fa e il bis di Silvio Berlusconi alla Camera (che di fatto lasciò fuori Quintino Pallante) ancora una volta i seggi molisani vengono “occupati” dall’alto più che dal basso. Così Silvio Berlusconi fa bis e al Senato opta per risultare eletto in Molise. L’annuncio in Aula a Roma. La scelta ha comportato – a sorpresa - che il coordinatore del Pdl del Molise, Ulisse Di Giacomo, rimanesse fuori dai Palazzi romani. “Servirebbe un clamoroso scatto d’orgoglio dell’ex senatore Di Giacomo per avviare il ricorso per l’ineleggibilità di Berlusconi – è il commento sarcastico di Simone Coscia, esponente di “Partecipazione Democratica” (centrosinistra), che fa notare come sia scomparsa la rappresentanza molisana del centrodestra in Parlamento. ►TASSE / IN MOLISE AUMENTI CON LA TARES di Antonella Cifelli_ I costi della tassa sui rifiuti in Molise continueranno ad aumentare notevolmente. E’ quanto rivela un dossier di Cittadinanzattiva. “Dalla Tarsu alla Tares passando per la Tia, cambiano i nomi ma non la qualità della gestione dei rifiuti, con la conseguenza di tariffe fuori controllo. Dal 2007 al 2012, a fronte di un aumento medio su base nazionale del +17,1%, i costi in Molise sono aumentati del 22,7%, con consistenti incrementi registrati soprattutto a Campobasso (+34%).In attesa della Tares, che si annuncia come un nuovo salasso, non passano indifferenti gli ultimi colpi di coda di Tarsu e Tia, che “salutano” con un incremento del 2,8% su base nazionale rispetto all’anno passato. Rispetto al 2011, nel 2012 in Molise si sono registrati aumenti della Tarsu unicamente a Campobasso (+9%), mentre Isernia si conferma il capoluogo italiano con le tariffe più contenute. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 1 ►LAZIO / NEOCONSIGLIERE RIGHINI SUBITO CONDANNATO Giancarlo Righini di Termoli (Cb) consigliere della Regione Lazio (Fratelli d’Italia) condannato a quattro anni in primo grado per turbativa d’asta di FC_ Il neoconsigliere regionale del Lazio Giancarlo Righini, molisano di Termoli (nato l’11 febbraio 1968 nella città adriatica) è stato condannato a quattro anni in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta per una vicenda che risale al 2005, quando Righini era assessore ai Lavori pubblici del comune di Velletri. Il neoconsigliere è stato interdetto dai pubblici uffici. Per questo il Comitato di presidenza di Fratelli d’Italia, il suo partito, ha deciso di sospenderlo con la seguente dichiarazione: “Dopo aver esaminato la vicenda che ha visto condannato in primo grado di giudizio il neoeletto consigliere regionale del Lazio Giancarlo Righini, ha provveduto a sospenderlo dal movimento e incontrerà l’interessato per stabilire le migliori soluzioni atte a garantire la salvaguardia della sua onorabilità, il diritto a una difesa libera ed efficace e il dovere dell’organizzazione a tutelare la propria immagine e i propri militanti”. Il Comitato aggiunge: “Pur manifestando perplessità in ordine all’improvviso risveglio di un processo che era in letargo da otto anni e pareva avviarsi all’esaurimento, ha condiviso con il consigliere Righini la necessità di continuare a dare di Fratelli d’Italia l’immagine e la sostanza di un partito al di sopra di ogni sospetto. Righini potrà difendersi meglio delle accuse della magistratura e, se vorrà, rinunciare alla prescrizione per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti”. Ci vanno giù duri i grillini: “Abbiamo appreso della condanna del consigliere Righini dal tribunale di Velletri per associazione a delinquere - ha detto durante il suo intervento in Aula il consigliere regionale del Lazio del Movimento 5 Stelle Silvia Blasi. “Chiediamo l’immediata sospensione ex art. 8 del decreto legislativo 235 del 2012 e le dimissioni dello stesso quale segnale di cambiamento delle istituzioni – ha concluso Blasi. “Il processo si è concluso in un modo inaccettabile - ha commentato Righini - e visto che arriva proprio ora a distanza di otto anni non posso che pensare a una sentenza politica. Sono dispiaciuto e sono certo che in appello farò valere le mie ragioni”. A chi gli chiede se si dimetterà da consigliere regionale risponde: “Non è al momento prevista questa possibilità”. Nel caso dovesse abbandonare il suo seggio alla Pisana dovrebbe subentrare il candidato con più preferenze di Fratelli d'Italia che è Fabrizio Ghera, attualmente assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma Capitale. ►DIABETE / EMERGENZA PER I GIOVANI MOLISANI di Marco Palomba_ Da oltre tre anni l’ospedale Cardarelli di Campobasso non è più in grado di garantire il servizio di diabetologia pediatrica. “Il servizio ha funzionato egregiamente fino al 2009 – spiega Carmine Venditti, presidente dell’Associazione giovani diabetici del Molise - con un’equipe composta da medici, paramedici e personale di sostegno psicologico. Poi il blocco delle assunzioni e la carenza di fondi hanno fatto sì che i nostri piccoli pazienti, oltre 100 bambini insulino-dipendenti dai tre anni in su, siano costretti a lunghe trasferte per curarsi in altre regioni, con costi insostenibili a carico delle famiglie”. Le autorità sanitarie promettono di risolvere il problema in tempi brevi, ma a tutt’oggi le promesse non hanno avuto un seguito concreto al punto che, in questi anni, l’associazione ha dovuto far fronte all’emergenza a proprie spese. “Ogni 15 giorni siamo riusciti a far arrivare da fuori un diabetologo per visitare i nostri pazienti – continua Venditti - ma le risorse economiche sono finite e la situazione adesso rischia di precipitare. A questo punto, se le promesse non verranno mantenute, ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica”. ►CORTE DEI CONTI/ IL MOLISE PROCEDA AI TAGLI di Tony Palladino_ La Regione Molise ha poco tempo per abbattere i costi della politica e delle consulenze, ridurre i costi degli organismi, dismettere le società industriali controllate. Il semaforo rosso arriva dalla Corte dei conti. I giudici osservano che, a fronte della diminuzione del numero dei consiglieri (da trenta a venti), non è stato ridotto il “complesso degli emolumenti” (indennità, diaria, rimborsi) di consiglieri e assessori, come previsto dalla legge del governo Monti. Sul fronte vitalizi, il Molise deve integrare la legge che ha introdotto il sistema contributivo, ma senza indicare la data di percezione dell’assegno. Inevaso anche l’obbligo di istituire il collegio dei revisori e la riduzione, nel 2012, del 20% degli importi delle consulenze rispetto al 2009 e delle spese degli oneri per enti ed organismi che svolgono le attività della regione. In caso di inadempienza scatterà la riduzione dell’80% dei trasferimenti erariali (che non comprendono le risorse per la sanità ed i trasporti), oltre al taglio dei trasferimenti erariali pari alla metà dei compensi previsti per i consiglieri regionali. In caso di ulteriore inadempienza, considerata come violazione costituzionale, è previsto lo scioglimento del consiglio e la sospensione della giunta. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 2 ►VINI (1) / LE BOTTIGLIE PIU’ VENDUTE NEI SUPERMERCATI di FC_ Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano e Pecorino sono i vini più venduti nei supermercati ed ipermercati di Abruzzo e Molise. E’ ciò che emerge da un’indagine svolta da SymphonyIRI Group per Veronafiere, sull’andamento delle vendite di vino nella grande distribuzione. Il Montepulciano d’Abruzzo, nel dettaglio, si conferma anche come uno dei vini più apprezzati dagli italiani, figurando terzo nella classifica nazionale delle vendite nella grande distribuzione con otto milioni e mezzo di litri. Anche il Trebbiano spicca nelle classifiche nazionali, conquistando l’undicesima posizione con 4,7 milioni di litri venduti. Rilevante l’exploit del Pecorino che nel 2012 fa registrare una crescita del 23,8%, arrivando primo tra i vini emergenti. Il 2012 ha fatto registrare forti aumenti nei prezzi dei vini nella grande distribuzione: del 5,5% per il totale del vino confezionato, del 4,5% a litro per le bottiglie di 75 cl a denominazione d’origine e del 10,1% per i brik. Per quanto riguarda le quote di mercato globale, i vini a denominazione raggiungono il 56,1% delle vendite di vino nella grande distribuzione, mentre i brik il 31,5% (sempre a volume). Il vino più venduto nei supermercati italiani, a livello nazionale, è il Lambrusco con più di 14 milioni di litri per un valore di 44 milioni di euro. Seguono Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Bonarda. Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che fanno registrare una maggior crescita a volume, boom del Pecorino, con un + 23,8%, seguito da Pignoletto, Grillo, Traminer, Falanghina. “In un mercato difficile come quello attuale anzitutto è necessario sottolineare i positivi risultati ottenuti dalla marca privata, cresciuta dell’1,9% in quantità e del 9,2% in valore, quest’ultimo dato per il suo ingresso in fasce di prezzo più alte – è il commento di Alberto Coldani, rappresentante di Federdistribuzione a Vinitaly 2013 (l’Associazione che rappresenta la maggioranza delle aziende della grande distribuzione), nonché direttore Acquisti PGC di Carrefour. “Per contrastare la tensione sul mercato – aggiunge Coldani - la Gdo ha intrapreso piani promozionali molto forti che hanno contribuito a ridurre i margini delle catene e, spesso, impedito di assorbire l’elevata inflazione all’acquisto. Oltre alle preferenza accordate in modo sempre crescente alla marca commerciale abbiamo rilevato, e credo continueremo a farlo nel 2013, un aumento delle vendite a volume – del 3,3% nel 2012 – per i vini di prezzo superiore ai 6 euro, un forte segnale che attesta la ricerca, oltre che della convenienza, anche della qualità”. ►VINI (2) / CANTINE MOLISANE A MILANO di FC_ Nella cornice dell’hotel Chateau Monfort, nel cuore di Milano, lo scorso 20 marzo ha avuto luogo il terzo appuntamento dell’evento “Happymovinhour”, ideato dal Movimento turismo del vino Lombardia per promuovere le eccellenze enogastronomiche italiane. In tale ambito, dove ogni mese vengono ospitate preziosità di ogni regione, a marzo sono state protagoniste le 14 cantine socie del Movimento turismo del vino Molise , che hanno così potuto presentare i propri vini ed il proprio territorio ad un pubblico di appassionati, ad operatori del settore e operatori della comunicazione. Sono stati infatti allestiti banchi di degustazione dei vini molisani appartenenti alle varie denominazioni, ovvero Igt Terre degli Osci, Doc Biferno, Doc Molise, Doc Pentro, Doc Tintilia. La collaborazione con il pastificio La Molisana ha permesso la degustazione di un piatto tipico della regione. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 3 LA CULTURA ►LIBRI / SARA LORENZINI, LA MISURA DI UN SOGNO di Pierino Vago_ La giovane scrittrice, che pubblica con Mondadori, è nata a Roma da famiglia originaria di Trivento. Il fascino per il mondo della comunicazione ha contagiato sin dalla più tenera età Sara Lorenzini, romana, classe 1981, famiglia originaria di Trivento (Campobasso), paese a cui è molto legata. Tenace, intelligente, ironica, determinata, Sara ha cominciato sin da giovanissima a mettersi in luce e a maturare esperienze di lavoro nell’editoria e in televisione. Ha fatto parte delle redazioni di diversi programmi su satellite e reti nazionali, collaborando in particolare ai testi. S’è occupata di contenuti sia nel campo dell’intrattenimento (da “Frankenstein” di Fabio Canino a “Markette” di Piero Chiambretti fino a “Ricomincio da qui”, con Alda D’Eusanio) sia nella fiction (con “I Cesaroni” e “Tutti pazzi per amore”), lavorando come consulente editoriale per Publispei e Magnolia. Ha collezionato esperienze anche nelle redazioni di riviste per bambini e adolescenti (“Cioè”, “Il mondo di Patty”, “Pop’s”, ecc.). Insomma, una ragazza davvero in gamba diventata in breve tempo una giovane professionista di successo. La grande popolarità è arrivata con i libri. A gennaio 2010 è uscito il suo primo romanzo intitolato “Diario semiserio di una redattrice a progetto”, edito da Mondadori. Scrive Sara: “Di diari, ne ho scritti tanti. Di carta, a righe e a quadretti, con il lucchetto e senza. L’ultima pagina è rimasta nel bel mezzo di un quaderno rosso. Davanti parole fitte fitte e dietro spazi bianchi e vuoti. L’ultima pagina è rimasta a cinque anni fa. Poi ho smesso. Ma di scrivere, solo di scrivere, non ho smesso mai. Appunti, pensieri, idee, racconti e poesie. E poi un romanzo, il mio romanzo d’esordio, che manco a farlo a posta si chiama ‘Diario semiserio di una redattrice a progetto’”. Racconta del programma “A cuore aperto”, un people show in cui si raccontano storie di vita vera, preferibilmente tragiche e condite da abbondanti lacrime in diretta tivù. A reclutare i personaggi più degni di portare i propri guai in prima serata è un gruppo di affiatati redattori che ogni giorno si barcamenano tra centinaia di assurde e-mail e telefonate di aspiranti concorrenti lamentosi, aggressivi o diffidenti, comunque ansiosi di rivelare al mondo il loro dramma. Alla trasmissione lavora anche Emma: armata di tenacia e intuito - queste le qualità indispensabili di un buon redattore - ha tre mesi di tempo per scovare la storia bomba che le garantirà l’agognato rinnovo del contratto a progetto. Ma non si vive di solo lavoro, ed Emma deve far fronte anche a una vita privata in via di complicazione, tra un fidanzato che fa lo scenografo per una svenevole soap opera e un uomo più grande, con cui Emma è convinta di intrattenere una profonda “affinità di letterari sensi”... Per fortuna a ricordarle quanto sia importante non prendersi troppo sul serio, a condividere sogni, paure, ma anche pranzi in mensa e appetitose chiacchiere, ci sono le colleghe-amiche, ognuna con le sue idiosincrasie, passioni e debolezze. Così, mentre le storie degli aspiranti concorrenti si intrecciano alla vita di redazione, Emma scopre che, appena dietro il bisogno di abitudini rassicuranti, un’inedita, affascinante se stessa è pronta a raccogliere nuove sfide, non solo sul piano professionale. E quando il concorrente a cui ha pazientemente dato la caccia decide all’ultimo momento di non partecipare alla trasmissione, lei capisce che la storia da dare in pasto al pubblico è nascosta tra le pieghe della sua stessa vita. Come non averci pensato prima? Una storia bomba... o forse una bomba a mano, destinata a mandare all’aria tutte le sue certezze. SEGUE ► FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 4 ►SEGUE DA PAGINA 13 A febbraio 2013 esce il suo secondo libro, sempre con Mondadori, intitolato “45mq, la misura di un sogno”, romanzo tragicomico che tocca un altro tema attuale: quello degli studenti fuorisede. E qui emerge il legame con il Molise. E’ la storia di Neve, ventinove anni, che da dieci vive a Roma. Eroina romantica dei nostri tempi, ha lasciato il suo paesello in Molise, la “regione che non c’è”, con un diploma in tasca e tanti sogni da realizzare. Al volante della sua Malincomacchina - l’auto in cui canta a squarciagola canzoni strappalacrime - si è spostata di continuo fra appartamenti vari, traslochi traumatici e impieghi improbabili. Ora finalmente sembra aver trovato un po’ di stabilità: lavora in una piccola agenzia viaggi, condivide un monolocale con l’amatissimo fidanzato Omar e, appassionata di shopping on line, naviga in cerca di offerte e di risparmio, armata della sua carta prepagata. Costretta a tornare in Molise per il funerale del nonno, ad attenderla trova una sorpresa che le stravolgerà la vita: il vecchio, che aveva fama di taccagno rubacuori, aveva messo tutti i suoi risparmi su un libretto postale intestato a lei sola, aperto il giorno della sua nascita. D’un tratto Neve si ritrova fra le mani duecentotrentamila euro e un cuore da aggiustare, perché Omar la lascia all’improvviso... Rimasta senza amore e senza un posto in cui vivere, decide di investire l’eredità del nonno nell’acquisto di una casa: un rifugio, una tana dove sentirsi al sicuro. Inizia così una tragicomica odissea nella giungla del mercato delle case, dove le mansarde al diciottesimo piano senza ascensore, i luminosi gabbiotti abusivi vista tangenziale e gli esclusivi miniappartamenti ricavati da una stalla con il bagno in cortile sono immancabilmente presentati dall’agente immobiliare di turno come “un ottimo investimento”. Ma Neve non si arrende perché, oltre alla casa, in fondo sta anche cercando se stessa. E nonostante abbia smesso di credere alle favole, forse troverà anche l’amore vero, quello che aspettava da sempre. In una Roma vitale e caotica, tra relazioni precarie e incontri imprevisti, 45 metri quadri racconta con delicatezza e irresistibile ironia le difficoltà di una generazione che, a dispet- to dello spread e della crisi economica, non vuole smettere di credere nei propri sogni. E continua ad aver voglia di reinventarsi, di rinascere a ogni capitombolo del cuore. Dice l’autrice a Rai Letteratura: “Il problema della casa è molto sentito, in particolare da quelli della mia generazione. Trovo indecente che un bene primario come la casa non sia tutelato dallo Stato, ma solamente dal mercato. Il mio è un romanzo molto leggero, di intrattenimento, però è inevitabile, per costruire dei personaggi verosimili, caratterizzarli con queste problematiche. Neve trova difficile conquistare l’indipendenza perché oggi ti ritrovi a 38 anni a dividere stanze con sconosciuti o amici, come se ne avessi 20. Neve ha 30 anni, è una donna che lavora e non si sente più giovane”. ►PETACCIATO / LIBRO DI RICETTE DELLE MAMME di Maria Di Saverio_ Sta riscuotendo grande successo il libro di ricette “Buon appetito, piatto pulito”, a cura dell’associazione “La bottega delle simpatiche canaglie” di Petacciato (Campobasso), associazione che si prefigge di proporre, organizzare, attivare e gestire laboratori didatticoeducativi, creativi e ludici per i bambini di età compresa tra zero e dieci anni. Il ricavato della vendita del volume sarà utilizzato per avviare le numerose iniziative messe in cantiere dalle fondatrici dell’associazione e dalle mastre dei piccoli alunni, le cui mamme hanno dato un corposo contributo alla realizzazione del libro stesso. La presentazione del libro di ricette ha visto la presenza del vicesindaco Alberto Di Vito, delle maestre Lucia Marchesani, Patrizia Marolla, Maria Assunta Di Gioia, Emanuela Musacchio ed Erminia Terreri. ►LIBRI / QUADERNO DI STORIA MOLISANA di Maria Di Saverio_ La Sezione Molise dell’Istituto Italiano dei Castelli ha presentato il primo Quaderno di Storia Molisana dal titolo “Dai Longobardi agli Aragonesi. La storia del Molise attraverso rocche e castelli” a cura della dottoressa Gabriella Di Rocco. Lo scorso venerdì 15 marzo, dalle ore 18, nella Biblioteca Albino di Campobasso, la Di Rocco ha presentato il contenuto e le finalità del Quaderno ai dirigenti scolastici, agli insegnanti di storia, agli allievi delle seconde classi intervenuti, nonché ai soci della sezione Molise, a quelli di altre associazioni culturali e alla stampa. Il Quaderno, diretto agli allievi delle seconde classi di tutti gli istituti di secondo grado, è stato pubblicato in copie limitate consegnate ai dirigenti degli istituti superiori. Per ogni scuola è stato preparato un plico contenente una copia riservata agli insegnanti di storia delle seconde classi, una per la biblioteca della scuola di appartenenza ed una per il dirigente dell’istituto. Il contenuto del Quaderno sarà trasmesso alle classi seconde di tutti gli istituti superiori tramite posta elettronica in modo che gli allievi possano scaricarlo da internet. (foto Pierluigi Calabrese) FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 5 ►LIBRI / “I NOVE PILASTRI” DI DINO DE VINCENZI di Antonella Cifelli_ Palestina, 26 dopo Cristo. Negli anni di poco successivi alla morte di Cristo, un segreto, “la Verità che non deve essere vista”, viene celato da pochi uomini che disseminano nel mondo una fitta serie di indizi sibillini. Tonnellate di roccia frantumata cadono per ostruire quel luogo per sempre. Il segreto dovrà essere custodito da pochi uomini e tramandato da nonno a nipote per generazioni. Passerà per gli adepti dei templari e per cavalieri teutonici attraverso “segni” e “pilastri” in forma di pergamene scritte. Comincia così un thriller alla ricerca del segreto della cristianità e del vero essere dell’umanità. Si arriva all’anno 2011 dopo Cristo. Nei nostri giorni, un ricco magnate americano viene in possesso di uno di questi indizi e incarica Henry Walcott, filologo e paleografo di fama mondiale, di rintracciare un segreto cruciale per la stessa sopravvivenza della Chiesa cattolica. La caccia si scatena, ricca di azione, contro una spietata e crudele concorrenza di stampo nazista. Il mix di avvincenti flashback, dedicati ad avvenimenti e personaggi storicamente documentati, si intreccia in un percorso unico e inatteso. Un’insospettabile e sconcertante scoperta archeologica attende di essere trovata, per svelare il suo sapere millenario, aprendo finalmente gli occhi all’intera razza umana. E’ questa la trama dell’avvincente libro “I nove pilastri” un vero e proprio thriller ambientato ai nostri giorni, ricco di forti connotazioni storico archeologiche, scritto da Bernardino de Vincenzi, nato nel 1954 in Molise ma trasferito da quasi messo secolo a Vigevano, in provincia di Pavia, dove, dal 1975 al 2010, è stato funzionario del Comune. Esperto di storia antica e specializzato in Egittologia, è coautore e revisore di testi didattici di storia antica, storia comparata ed Egittologia, realizzati per università inglesi e, soprattutto, statunitensi. E’ stato ed è docente di corsi di Egittologia presso varie istituzioni culturali nazionali e locali. Bernardino nel 1999 ha avuto la soddisfazione di vedere realizzata la sua idea concepita per i festeggiamenti di San Silvestro della municipalità di Chicago: invitare due persone in rappresentanza di ogni Paese del mondo, non vip, ma semplici cittadini da scegliere con qualsiasi criterio (anche a sorte) per partecipare a una cena di gala il 31 dicembre 1999 con il sindaco in un ristorante tipico della città. I nove pilastri: Armando Curcio Editore, collana Electi, pp. 608, euro 18.90, ►LIBRI / BERSANI VISTO DAL MOLISANO COLOMBO La vita di Pier Luigi Bersani. Le origini, la personalità, il presente e il futuro del figlio di un benzinaio di Bettola arrivato alla guida del Partito democratico e ai vertici della politica italiana, dipinti dalla penna di Ettore Maria Colombo, giornalista molisano di Termoli, che ha scritto tra l'altro sul Riformista (parlando anche della nostra associazione “Forche Caudine” a proposito dei tassisti molisani a Roma) e attualmente collabora con il Messaggero. Il libro ripercorre la lunga strada attraversata da Bersani, dal rapporto cruciale e contrastato con la fede cattolica dei suoi genitori (lui stesso ex-chierichetto che organizza gli scioperi contro il parroco), al passaggio da militante comunista-trotzkista fino alla laurea in Filosofia e all'ingresso da irregolare in politica, la lunga esperienza di amministratore (presidente della Regione Emilia-Romagna), di ministro dell'Industria, di leader che ha dato una sterzata e una svolta al neonato Partito democratico. di Pierino Vago_ «Il comunismo - racconta Bersani a Colombo - mi attraeva per la sua idea egualitaria, ma approfondii i filoni critici e le testimonianze delle persone tradite dal comunismo, come ad esempio Trockij. Nella mia testa, l'Unione Sovietica è stata sempre sinonimo di oppressione. Può darsi che un po' abbia influito l'anticomunismo familiare. Leggevo Mao, mi ero allevato in una cultura anti-Urss. Ero di piegatura trotzkista». Ma Colombo getta anche una luce inedita sul Bersani più intimo, privato, quello degli affetti familiari, delle convinzioni profonde, non solo politiche, ma anche umane e spirituali. Un leader inedito, arrivato dalla "periferia" di una nazione che, in verità, mostra spesso di capire meglio di molti leader provenienti dal "solito giro" d'élite, romano o milanese che sia. Un politico in grado di sorprendere per la capacità di fare quel che dice, e anche per la capacità di dire le cose in maniera nuova: il famoso "bersanese", mix di saggezza popolare e visione politica condensata nei suoi celebri motti. Quello di Colombo è un mosaico, costruito sulle testimonianze dirette delle persone da anni più vicine a Bersani, che consente non solo di gettare uno sguardo sul "vero" Pier Luigi Bersani ma, almeno in parte, di comprendere qualcosa del futuro dell'Italia. Qualche critica sulla scelta della casa editrice: Mondadori o Rizzoli sarebbe stato meglio. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 6 ►ARTE / PETTINICCHI TORNA AD ESPORRE A CAMPOBASSO di FC_ Il noto maestro campobassano, uno dei più stimati artisti molisani, ha 87 anni. “Tra tanti pittori in fuga dal presente, Antonio Pettinicchi ha salde e profonde radici nella sua terra. Un po’ tutti oggi parlano di “genius loci” mentendo spudoratamente – ma è uno degli elementi che fanno postmodern – ma lui ne può parlare davvero tra Lucito e Castellino e la valle del Biferno”. Così scriveva nel giugno 1984 Dario Micacchi, uno dei più importanti storici d’arte. A sei anni di distanza dall’ultima personale, il maestro molisano Antonio Pettinicchi, oggi 87enne, torna in mostra a Campobasso con quello che si annuncia come un vero e proprio evento. L’artista non dipinge più da quattro anni e sono rare ormai le occasioni per visitare le sue esposizioni. La mostra, a cura dei critici d’arte Tommaso Evangelista e Silvia Valente, è allestita alla galleria Artes, in viale Elena, fino all’11 maggio e presenta una selezione di lavori su tela e una retrospettiva sulla produzione grafica. “Sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno e cerco nel mio lavoro di farli parlare – dichiarava Pettinicchi nel 1984 a proposito del suo Molise. “Essi possiedono già la forza espressiva, il tragico, il drammatico e anche il senso di pace. Mi piacciono i silenzi ossessivi dei controluce del mattino inoltrato o le notti piene di incubi e di cose remote lungo i burroni e le crepe di questa terra. Nelle cose che mi stanno davanti c’è il reale, il surreale e l’essenziale. Questi pochi uomini liberi li amo, ne condivido le angosce, le sconfitte, le pesanti rassegnazioni e l’attesa della fine”. Le tele testimoniano i molteplici aspetti della sua poetica e spaziano dai celebri autoritratti al mondo contadino fino alle tematiche del sacro. “La maggior parte dei lavori risale all’ultimo decennio di produzione, inedite le opere del 2008 e del 2009, e si caratterizza per una forte accentuazione delle valenze espressioniste, per un segno tagliente, per una sapienza costruttiva dettata da pennellate energiche e vigorose che conferiscono alla figura struttura e, allo stesso tempo, indeterminatezza hanno spiegato i promotori della mostra durante la conferenza stampa di presentazione. Ha scritto l’artista campobassano (ma nato a Gorizia) Paolo Borrelli nel 2007 a proposito di Pettinicchi e di una mostra organizzata in quell’anno a Campobasso: “Oggi il suo sguardo ci è parso più amaro e disincantato, più duro e provato nei tratti del volto, irrequieto, è diverso ma allo stesso tempo uguale a se stesso. Capace di sognare, di comprendersi, tutto intero, nella realtà che come sempre lo avvolge e lo divora. Perfettamente consapevole del percorso compiuto e di quello ancora da compiere”. Nella personale c’è uno spazio dedicato al celebre “Gruppo 70” formato da Antonio Pettinicchi, Walter Genua, Augusto Massa e Lino Mastropaolo, dei quali vengono presentati lavori a carattere esplicativo, utili a fornire una ricostruzione del percorso dell’artista. La mostra è stata chiamata “Lui è il Molise”, analogo titolo del volume che sarà presentato l’11 maggio in occasione della chiusura della personale, prendendo spunto dalle parole contenute in un ricordo di Pettinicchi scritto da Armando De Stefano, maestro e compagno di studi dell’artista molisano. Le opere di Pettinicchi sono esposte da Mosca fino agli Uffizi di Firenze. Una recente immagine di Antonio Pettinicchi (da Criticart) FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 7 ►TESTI / PREMIO LETTERARIO “MACCHIA D’ISERNIA” L’associazione “Maccla Saracena” in collaborazione con il Comune di Macchia d’Isernia, la Provincia di Isernia Assessorato al Turismo, l’Istituto Molisano di Studi e Ricerche, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise indice il Premio Letterario “Macchia d’Isernia” (quarta edizione - anno 2013). Sezione A: Narrativa, intitolata alla memoria di Antonio Lemme (01/09/1902-08/02/1998) - Possono partecipare autori italiani ed esteri, dai sedici anni in su, con un racconto della lunghezza massima di 6 cartelle dattiloscritte (30 righe x 60 battute per massimo 10.800 caratteri, spazi inclusi), grandezza carattere 14, in lingua italiana o straniera, ma con allegata traduzione in italiano. Sezione B: Poesia, intitolata alla memoria di Vittorio Stasi (12/08/1926-15/03/1998) - Gli autori, italiani ed esteri, dai 16 anni in su, possono partecipare con un componimento della lunghezza massima di 36 versi in lingua italiana, grandezza carattere 14. Sezione C: Fiaba e Favola, alla memoria di Giovanni Siravo (22/02/1912-16/10/1978) - Possono partecipare gli autori italiani ed esteri dai 16 anni in su, con un testo della lunghezza massima di 3 cartelle (30 righe x 60 battute per massimo 5400 caratteri, spazi compresi), grandezza carattere 14. I testi devono avere obiettivi pedagogici ed essere rivolti a lettori di età prevista per i frequentatori delle scuole primarie e secondarie di primo grado. di Elena Grande_ Sezione D: Poesia e Narrativa autori in erba, intitolata alla memoria di Vincenzo Galasso (27/10/1923-14/11/1971) ed Ernestina Carlomagno (19/04/1922-14/11/1971) - Riservata agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della regione Molise. Sono ammessi racconti della lunghezza massima di cinque cartelle (massimo 5.400 battute, spazi inclusi) o componimenti della lunghezza massima di 30 versi, grandezza carattere 14. Si può partecipare contemporaneamente alle sezioni poesia, narrativa e fiaba, pagando la quota per ogni sezione, se dovuta. Termine di presentazione - Le opere dovranno pervenire entro il 15 maggio 2013. Quota di adesione è di € 10,00 per le sezioni A, B e C; gratuita per la sezione D. La premiazione è prevista il giorno 20 luglio 2013 nel Palazzo Baronale di Macchia d’Isernia. Modalità di partecipazione, giuria, premi, e altro, potranno essere scaricati dal sito: www.comune.macchiadisernia.is.it, Sezione Associazione Maccla Saracena. Oppure rivolgersi a Elena Grande, cell. 349-5936107, email: [email protected]. ASSOCIAZIONE “FORCHE CAUDINE”, ROMA –CONVENZIONI Lo studio dentistico Mazzei offre agli associati la prima visita e Rx Endorale GRATIS, Igiene (pulizia dentale) a 48 euro e sconto del 20% sul prezzo di listino delle altre prestazioni. Info: via Napoleone III 58 – Roma tel. 06-4440656 -45555057 (sig. Domenico Rossilli, molisano di San Biase) Consulenza assicurativa gratuita per gli associati. INA ASSITALIA Tel. 06-7108627, cell. 3387647857 (sig. Gabriele Di Nucci, molisano di Capracotta) A breve su “Forche Caudine” una convenzione per i molisani a Roma con la commercialista Maria Loreta Sozio, originaria di Capracotta (Isernia) Oltre 200 eventi promossi in 25 anni di attività. Privilegiando le intelligenze e i saperi dei Molisani. “Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione. www.forchecaudine.it – [email protected] FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 8 GLI EVENTI dall’8 aprile al 24 giugno 2013 - Roma, via Nicolò Odero 3 (Garbatella) L'obiettivo del ciclo è quello di sostenere i più giovani, attraverso la trasmissione orale dei saperi, nell’analisi delle proprie attitudini e nello sviluppo dei futuri percorsi lavorativi. In un’ottica di modelli professionali tradizionali e sostenibili, in grado di coniugare i temi della qualità della vita, dell’attenzione all’altro, della solidarietà, della responsabilità sociale d’impresa, dell’infrastruttura partecipata con quelli della naturalezza e della riconversione ecologica. Il tutto gratuitamente. CALENDARIO DEGLI INCONTRI SETTIMANALI (ore 18) 8 aprile - Convegno sulla domanda e l’offerta di lavoro a Roma 15 aprile - Stilista di moda | Barbara Annunziata e Francesca Gattoni di Santarella sas 22 aprile - Organizzatore di eventi | Emanuela Simeoni di Done 29 aprile - Illustratore | Alberto Ruggieri, Pedro Scassa e Lorenzo Terranera 6 maggio - Fotografo | Nedo Baglioni (pres. Associazione fotografi Confartigianato Arezzo) 13 maggio - Redattore | Leonardo Luccone (Oblique Studio), Luigi Scaffidi (Nutrimenti) e Virginia Vitelli (Fanucci editore) 20 maggio - Traduttore | Tiziana Camerani, Jérôme Nicolas, Valentina Rapetti e Andrea Spila 27 maggio - Progettista videogame e interattività | Fabrizio Terranova di Illusionetwork 3 giugno - Editore | Daniela Di Sora (Voland editore) e Federico di Vita (autore) 10 giugno - Editore libri illustrati | Fausta Orecchio e Simone Tonucci (Orecchio acerbo editore) 17 giugno - Videomaker | Domenico Gambardella 24 giugno - Disegnatore di fumetti | Alessio Tommasetti. Per l’autunno sono già previsti incontri con visual designer, copywriter, food designer, veejay hand writer e generative designer. A cura di Aiap (Associazione design comunicazione visiva), Cna (artigiani), Comune di Roma Municipio XI, Provincia di Roma Porta Futuro, Accademia di Belle Arti, Istituto cine-tv “Rossellini”, Rufa academy, Associazione “Forche Caudine-Molisani a Roma”, Rivista “Roma Giovani”, Millepiani coworking. Informazioni: Millepiani, telefono: 06.88817616-88817620. Ingresso libero. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 9 ►PRESENTAZIONI / ROMA, LIBRO DI MICHELE GIANFAGNA Venerdì 12 aprile 2013 alle ore 16,30 a Roma nella sala Peppino Impastato presso Palazzo Valentini in via IV novembre, 119/a, verrà presentato il libro “La stirpe di Caino” di Michele Gianfagna scrittore originario di Campobasso e residente a Roma dal 1959. Dell’introduzione del libro si occuperà Manuel Onorati, responsabile UniversItalia editrice. Interverranno il prof. Francesco Sirleto giornalista, scrittore, saggista e critico letterario., Paolino Addesso, docente di strumentazione del Conservatorio San Pietro a Maiella Napoli e l’autore del libro. di Pierino Vago_ Michele Gianfagna è autore di una raccolta di poesie dal titolo “Ci vuole così poco…” e di testi di narrativa quali: La stirpe di Caino; Gente del Molise; I cinque dell’Orsa maggiore; Racconti in treno;La capra di Giuda; Il mistero della botte di ferro; nonché della citata raccolta di commedie brillanti dal titolo Le facce del potere. Questi testi, alcuni sono stati già pubblicati, mentre gli altri sono in via di pubblicazione ed usciranno a breve. Ognuno di questi libri ha una peculiarità, ognuno tratta un tema di fondo che interessa noi stessi e la società civile. ►CONVEGNI / ISERNIA, SI PARLA DEL RISORGIMENTO di Lorenzo Orrino_ L'Istituto Nazionale delle Guardie d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. promuove, con l'Ufficio Scolastico Regionale e con un Istituto di Istruzione Secondaria Superiore di Bojano un interessante convegno/seminario sul Risorgimento e sull'Unità d'Italia vista dal Molise. L’evento, denominato “Viva l’Italia! Il Molise che visse l’Unità”, si terrà giovedì 4 aprile 2013 ad Isernia, presso il Palazzo della Provincia, sala convegni, dalle ore 9. Relazioni: Giovanni Cerchia – Il Molise, il Risorgimento e l’Unità d’Italia; Antonio Sorbo – Il Molise nella cultura risorgimentale: la figura di Leopoldo Pilla; Anita Garibaldi – Il ruolo delle donne nel Risorgimento: madri e patriote; Ciro Romano – Realtà locali e processo di unificazione nazionale: un connubio per un’identità condivisa. Modera: Anna Paolella L’iniziativa quindi vedrà la presenza di un’illustre Guardia d'Onore nonché relatrice, Anita Garibaldi, la pronipote di Giuseppe Garibaldi, oltre ad altri relatori tra i quali due professori universitari (Cerchia per la Unimol e Romano per la Federico II di Napoli) ed un giornalista professionista oltre che consigliere provinciale (Antonio Sorbo). FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 0 ►EVENTI / LA GRAN FONDO DEL MATESE Promossa dall’associazione sportiva Largo Sole si svolgerà la prossima estate (nei giorni 27 e 28 luglio 2013) la Granfondo del Matese con partenza e arrivo a Frosolone (Isernia), prova valida per Il trofeo “Centro d’Italia Reding”, circuito interforze Garofoli Porte. Quattro i percorsi previsti: - cicloturistico : 49 chilometri, ascesa: 1.000 metri; - mediofondo: 100 chilometri, ascesa: 2.300 metri; - granfondo: 140 chilometri, ascesa: 3.250 metri; - cronoscalata dell’Orso: 9,5 chilometri, ascesa: 400 metri. La partenza alla francese è prevista da piazza Alessandro Volta a Frosolone dalle ore 7,30 alle ore 8,30 di sabato 27 luglio, quella agonistica alle ore 9. QUOTE D’ISCRIZIONE Per la Granfondo del Matese (28 luglio 2013): I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 20 euro; II - Dal 1 aprile al 31 maggio: 25 euro; III - Dal 1 giugno al 25 luglio: 30 euro; IV - Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 28 luglio: 35 euro, (non è garantito il pacco gara). Per la Cronoscalata dell’Orso (27 luglio 2013): I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 10 euro; II – Dal 1 aprile al 31 maggio: 15 euro; III – Dal 1 giugno al 25 luglio: 20 euro; IV – Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 27 luglio: 25,00 euro. Per la Granfondo del Matese + la Cronoscalata dell’Orso: I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 25 euro; II - Dal 1 aprile al 31 maggio: 30 euro; III - Dal 1 giugno al 25 luglio: 35 euro; IV - Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 27 luglio: 40 euro (non è garantito il pacco gara). di Nicolangelo Zoppo_ NUMERO PREMIATI: 1°, 2°, 3° assoluti maschili 1°, 2°, 3° assoluti femminili 1°, 2°, 3° di categoria maschili 1°, 2°, 3° di categoria femminili 1°, 2°, 3° cronoscalata maschili 1°, 2°, 3° cronoscalata femminili 1°, 2°, 3° assoluti maschili traguardo volante 1°, 2°, 3° assoluti femminili traguardo volante 1°, 2°, 3° assoluti maschili cronoscalata del Matese 1°, 2°, 3° assoluti femminili cronoscalata del Matese 1°, 2°, 3° squadra per km percorsi 1°, 2°, 3° assoluti maschili prova di regolarità (solo cicloturistico) 1°, 2°, 3° assoluti femminili prova di regolarità (solo cicloturistico) 1°, 2°, 3° assoluti maschili classifica combinata Granfondo del Matese + Cronoscalata dell’Orso 1°, 2°, 3° assoluti femminili classifica combinata Granfondo del Matese + Cronoscalata dell’Orso RITIRO PETTORALI E PACCHI GARA: Frosolone, dal 22 luglio al 27 luglio dalle ore 19 alle 24,00 presso ristorante Antichi Sapori di Colombina (via Dante Alighieri 10); Frosolone, 28 luglio, dalle 7,30 alle 8,30 presso il villaggio Centro d’Italia Reding in piazza A. Volta ACCOMODATION: Largo Sole Eventi (www.largosole.com +39 333 4617806) INFO: +39 334 7050260, fax. +39 06 20627897, www.largosole.it, [email protected], [email protected] www.centroditalia.it/gf-del-matese CONVENZIONI - per i gruppi residenti in Molise: 2 gratuità ogni 10 iscrizioni; - per i gruppi extra regione: 1 gratuità ogni 10 iscrizioni; - per le donne: dal 1 aprile 5 euro di sconto su tutte le quote. ISCRIZIONI - tramite carta di credito o paypall: www.mysdam.it/store/dataentry_25298.do& nbsp; - tramite bonifico bancario: www.centroditalia.it/iscrizioni; - il giorno della gara, in contanti dalle ore 7,30 alle 8,30. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 1 ►POESIE / GIANLUIGI CIAMARRA E MICHELE GIANFAGNA Agnus Dei Diëacce la croce che te la pertame, e pure la cherona che le spine: ce la metteme ‘n cape. Re vine sa dde cite ? Ebbè che fa ? Ce re veveme. Cchiuttoscte, quill ainucc ca nn ze trova cchiù ? Diëaccela pure a nu, ce la magniëame. Agnus Dei Dacci la croce/che te la portiamo/ ed anche la corona di spine,/ ce la mettiamo noi in testa/ Il vino sa di aceto ? Embè, che fa ? Ce lo beviamo/Piuttosto, quell’agnello che non si trova più,/daccelo pure a noi, ce lo mangiamo. (da “Fiore di campo”, raccolta di Gianluigi Ciamarra, Volturnia, Cerro al Volturno, 2010) Senza le solde Senza i soldi (Lettera a Minghe Cunzùlette) (Lettera a Minghe Cunzùlette) Minghe care, se la sai, dimme quale jè la situazione nostra. Che vò ra nu quiste prufessore quanne rice ca ce sta la crise? Ca tutte lore ne puonne spènne pecché ne ’nce stanne chiù le solde? Che éma ancora rà caccosa pe falle piglià a cacche rune? Ma nu ne ‘nputeme rà chiù niénte pecché eme rate tutte cose, e mo ne ‘ntenéme chiù niénte; mo ce remane sule l’anema! Chesta, però, ne la vò nisciune, ne vale niénte, ne ‘ntiéne valore! Minghe care, manche le prieute la vuonne. Siente, l’aute juorne, ne ‘ntenèi niente pe magnà e songhe jute da u parreche. L’ej ritte de damme caccosa e j le rèia l’anma mèja; e sa che cosa m’a respuoste? Ca ne me putèja ra niénte, pecché l’anema ‘ntiéne valore, ne vale niénte. E j ej penzate: se le rice isse dev’esse vére, pèrò, allora, j ne vale niénte? Minghe, ma ’nche munne vevéme! Ma vale sule chi te le solde? E scì, mo capische u mutive pecché tutte le vuonne piglià! Senza le solde, ne sci nisciune! Menico caro, se la sai, dimmi quale è la situazione nostra. Che vuol da noi questo professore quando dice che c’è la crisi? Che loro non possono spendere perché non ci sono più soldi? Che dobbiamo ancora dar qualcosa per farli prendere a qualcuno? Ma noi non possiamo dar più nulla perché abbiamo dato ogni cosa ed ora non abbiamo più niente; ora ci resta solo l’anima! Questa, però, non la vuol nessuno, non vale nulla, non ha valore! Caro Menico, neanche i preti la vogliono. Senti, l’altro giorno, non avevo nulla da mangiare e sono andato dal parroco. Gli ho detto di darmi qualcosa ed io gli davo l’anima mia; e sai cosa mi ha risposto? Che non mi poteva dare nulla, perché l’anima non ha valore, non vale niente. Ed ho pensato: se lo dice lui dev’esser vero, però, allora, io non valgo niente? Menico, ma in che mondo viviamo! Ma vale solo chi ha i soldi? E sì, adesso capisco il motivo perché tutti li voglion prendere! Senza i soldi, non sei nessuno! (Michele Gianfagna) (Michele Gianfagna) FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 2 _ FORCHE CAUDINE – OPINIONI IN LIBERTA’ Nel segno del pluralismo, diamo spazio a pensieri anche diametralmente opposti… ►LA NOTA / SFIDARE LE CRISI PER AVERE SPERANZE Umberto Berardo, è nato a Duronia (Cb) nel 1947. Laureato in pedagogia a Roma, insegna materie letterarie nella scuola secondaria di primo grado. Membro della Caritas, è impegnato nel sociale, inserito in più associazioni culturali e collabora a diverse riviste. di Umberto Berardo_ Nel piccolo paese dove abitiamo, abbarbicato sulla montagna molisana, qualche giorno fa, passeggiando, abbiamo provato ad affrontare le raffiche di uno dei più violenti maestrali mai sentiti spirare nella zona. Ci respingeva, impedendoci letteralmente di avanzare, ed allora ci siamo dovuti rifugiare tra le pareti di una solidissima casa in pietra nella quale nulla ha più potuto metterci in pericolo. Quel vento ci appare l'immagine delle crisi che la nostra società sta vivendo e l'abitazione ci sembra un po' la metafora della salvezza che dobbiamo cercare. Viviamo un crollo di tessuti valoriali, di sistemi associativi e strutturali, di forme organizzative dell'economia e di secolarismi postcristiani che stanno erodendo profondamente la visione dello stesso essere umano, le basi democratiche degli Stati e delle organizzazioni internazionali, il concetto e la definizione di associazioni fondamentali quali la famiglia, il sindacato, i partiti, ma riducendo perfino l'insorgenza della domanda religiosa. Tale situazione crea indubbiamente difficoltà psicologiche e relazionali, accentua discriminazioni e povertà, mina i profili della democrazia e ne cagiona degenerazioni, provoca crisi esistenziali e spinge molti fuori dalle chiese verso forme di agnosticismo o di ateismo. Sul piano locale e mondiale l'egoismo umano impedisce di superare la finanziarizzazione dell'economia per giungere ad un'equa distribuzione del lavoro e della ricchezza, ma anche ad un ripensamento del sistema produttivo capace di renderlo ecocompatibile e di riportarlo anzitutto ai settori primari che sono quelli dell'agricoltura e dell'allevamento. Senza una tale visione saremo sepolti da un'economia di carta che già ha prodotto danni per certi versi irreversibili in paesi come l'Argentina, la Grecia e Cipro. A livello politico abbiamo bisogno di immaginare nuovi spazi di rappresentanza e di partecipazione di base che certo possono servirsi della tecnologia, ma che non devono assolutamente scimmiottare quelle che nel web sono solo limitate e talora pseudo consultazioni della volontà popolare. L'aspetto culturale e dell'organizzazione sociale richiede un confronto onesto e leale che, lungi dagli anacronismi moralistici o dagli ideologismi settari, sia capace di ridare senso profondo e punti di riferimento solidi ad un'esistenza fondata essenzialmente sull'amore e sulla condivisione dei beni in grado di eliminare le disuguaglianze e di rendere il mondo più giusto. Di queste problematiche dovremmo occuparci tutti, ma abbiamo come la sensazione che sia le forze politiche che il popolo preferiscano vivere in una sorta di forma di attesa del leader di turno capace di inventarsi soluzioni magiche o miracolose. Anche l'attenzione per la proposta di messaggi religiosi vive oggi una forte contrazione. Gli episodi scandalistici e le diverse forme di attaccamento al potere, soprattutto a livello istituzionale di vertice, generano non solo difficoltà nel creare proseliti, ma addirittura portano ad una diminuzione del numero dei fedeli soprattutto nei paesi a forte tradizione cristiana. Tale questione, che sembrava la più difficile da risolvere, pare aperta a soluzioni possibili nella Chiesa cattolica con il gesto di profonda responsabilità di Benedetto XVI e soprattutto con l'elezione di Papa Francesco che in pochi giorni sta riscuotendo interesse, attenzione ed affetto non solo da parte dei cristiani, ma anche da tanti non credenti. C'è anche chi col solito anticlericalismo precostituito ha provato ad inventarsi storie di collateralismo con il potere da parte di quest'uomo che, invece, ha fatto della semplicità e dell'attenzione per gli ultimi il suo stile di vita. Se i cristiani sono tante volte capaci di autodenuncia, sarebbe talora auspicabile che anche chi non crede fosse disponibile a vedere gli aspetti negativi, ma altresì i tanti segni positivi ed i contributi che le comunità religiose hanno dato e stanno rendendo alla civiltà ed in generale all'umanità. L'intuito e la fiducia, derivanti dall'osservazione di uno stile di vita che ci sembra profondamente legato al messaggio evangelico, ci fanno sperare che i primi segni del pontificato di Bergoglio siano di buon auspicio per quei cambiamenti che ovviamente anche noi ci aspettiamo nella Chiesa. Mettere ordine in una struttura verticistica ancora di tipo feudale, eliminare scandali e segni di ostentazione di ogni tipo di ricchezza, ritornare alla povertà ed alla condivisione delle origini, rinnovare il linguaggio, le tecniche e le forme dell'evangelizzazione e della liturgia, riportare le beatitudini al centro di un'opzione forte per i poveri, dare dignità e ruoli decisionali collegiali a tutti i pastori, ma ovviamente ai laici e soprattutto alle donne, seguendo le indicazioni dei documenti del Concilio Vaticano II. È questo in sintesi ciò che ci aspettiamo da Papa Francesco. Le resistenze saranno tante, ma qualcosa ci dice che nella Chiesa si sta costruendo quella solida casa in pietra, di cui scrivevamo nella metafora iniziale e che saprà essere il punto di riferimento nella difesa dal vento del male che spesso tenta di suggestionare ciascuno di noi. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 3 ►BLOG / ANGELA, UNA “YOUNG GLOBAL LEADERS” Nato a Larino (Cb), s’è laureato in agraria a Firenze dove ha vissuto un’ intensa attività politica e sindacale fino al 1982, quando, vincitore di concorso, è diventato segretario generale dell’Enoteca Italiana di Siena, ruolo svolto fino al 2004. E’ uno dei massimi esperti di enogastronomia. di Pasquale Di Lena_ L’altro giorno a molti degli amici molisani, che quasi quotidianamente assalgo (chiedo scusa) con i miei messaggi, ho inoltrato, grazie a Luca Di Domenico un “manager di origine molisana”, un bel lavoro di Angela Morelli, una giovane ingegnera molisana che, dopo essersi laureata nel 2000 al Politecnico di Milano e dopo aver continuato conseguendo un master in Disegno Industriale, parte per Londra per un master ancor più selezionato in Comunication Design alla Central St. Martins per specializzarsi in Information Design. La sua bravura le permette di restare come insegnante in questo istituto che, come ho potuto capire, è importante. la Cattedrale di Larino Ora è in Norvegia per un progetto finanziato dall’Unione europea che la scopo di migliorare la comunicazione nel campo della sanità, sia per i medici sia per i pazienti, senza, però, tralasciare il suo impegno primario nella comunicazione di problematiche legate alla crisi idrica mondiale, che è poi il lavoro in inglese che ho avuto modo di leggere e trasmettere grazie al gruppo “manager molisani nel mondo”, creato da Luca Desiata un altro cervello che onora il Molise nel mondo . Per chi ha avuto modo di sfogliare il documento si è reso conto che è la presentazione, attraverso diagrammi, illustrazioni, immagini e, anche, parole, dell’impatto del consumo d' acqua a livello globale. Una questione che tocca direttamente lo stato dell’arte dell’acqua nel Molise che, come ben sanno le multinazionali e non tutti i molisani, è, con le sue dolci colline e le sue montagne, un grande serbatoio di tante piccole cisterne d’acqua, oggi a disposizione della Puglia e della Campania, domani con la diga di Chiauci, anche dell’Abruzzo. olivi di guardialfiera e lago del liscione In pratica una fonte possente che dà da bere al centro sud, altrimenti assetato. Un bene prezioso che bisogna tenersi caro per non perderlo e disperderlo, ma renderlo fonte di collaborazione e reciprocità con le regioni interessate, oggetto di desiderio dei potenziali visitatori che, domani, sceglieranno le loro mete anche in base alla possibilità di trovare acqua e, soprattutto, acqua potabile. Per questo e altri aspetti continuo a dire quello che vado dicendo da qualche decennio e cioè che il Molise è da “recintare” per renderlo quello scrigno stupendo che è. Uno scrigno da che vale la pena custodire con l’amore che merita e con l’entusiasmo di chi sa di avere in mano un bene che merita rispetto. In questo senso l’Information Design – come spiega Angela Morelli in una sua intervista a “21Minuti ” - è uno straordinario strumento che porta a cogliere l’obiettivo della difesa e utilizzo dell’acqua, nel momento in cui riesce a “tradurre informazioni in un modo accessibile a tutti, sapendo che la comprensione è una delle monete più pesanti oggi, proprio perché facilita l’azione” . In pratica, se ho capito bene, la comprensione è la possibilità per ognuno di capire meglio cosa deve fare e, nell’era della conoscenza, si può ben dire che essa è fondamentale al pari della progettualità e della partecipazione a tutti i livelli. Per chiudere questo omaggio a una molisana che onora la sua terra, diciamo, con grande orgoglio, che Angela Morelli, dopo aver ricevuto, nel 2009, il prestigioso premio “Index Aiga Aspen Design Challenge”, è, oggi, uno dei 50 componenti della “Young Global Leaders”, l’associazione (non segreta) che seleziona e mette insieme i giovani che pensano e lavorano per il futuro. Una particolarità eccelsa che rende ancora più interessante il suo curriculum. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 4 ►MOLISE / NON CI SARANNO MIRACOLI Nicola Franco, molisano di Casacalenda, è residente a Montreal, in Canada, dal 1954. Ha viaggiato in tutto il mondo, dalle Americhe all’Europa all’Africa. di Nicola Franco_ Sin dal 24 e 25 febbraio scorso sta soffiando sulla Regione Molise un vento di speranza. Molti molisani hanno accolto il risultato delle elezioni con entusiasmo, con gioia e nell'euforia del momento sono già certi di una cosa, cioè che il periodo d'oscurantismo politico, di governo malfamato e del signoraggio medievalistico è tramontato. I molisani hanno interamente ragione di rallegrarsi, poiché il futuro non sarà più lo stesso: una nuova generazione ha rovesciato il muro fissurato, screpolato della corruzione e si presenta come la generazione della trasparenza; una nuova forza è ormai presente per governare dando spazio ad una vera democrazia; questa nuova squadra vuol essere più vicina al popolo ed impegnarsi a risolvere i bisogni cruciali del popolo molisano. Per tutto ciò possiamo parlare veramente della speranza che il nuovo partito al governo della Regione suscita nei cuori di molti. Tuttavia il cammino per ricostruire il Molise politico, sociale ed economico sarà lungo, semplicemente perché le speranze del cambiamento primaverile restano prigioniere dei gravi errori del passato. E l'altro cammino, quello della riunificazione di tutte le forze molisane divise, sarà ancora più lungo, poiché i nuovi dirigenti hanno da curare i mali profondi che affliggono, da più generazioni, la gente molisana. Il nuovo presidente molisano Paolo Di Laura Frattura sa esattamente quali sono i gravi problemi della regione e pure essendo profondamente motivato per correggere una situazione drammatica, conta sul partenariato di tutti i responsabili politici e sopratutto sull'appoggio di tutti i cittadini molisani per riuscirci. Diciamolo subito, chiaramente: ''non ci saranno miracoli nel Molise per i Molisani a breve scadenza''. C'è bisogno che ricordi quanto ci sia da fare nel Molise per ricostruirlo, riedificarlo o restaurarlo? Il Molise è schiacciato dai debiti e le casse per amministrarlo sono vuote; il sistema sanitario è dissestato, molti cantieri sono chiusi, le piccole imprese, l'agricoltura, il commercio, l'artigianato sono in agonia; il tasso di disoccupazione è tra i più elevati del Paese, in particolare per le categorie dei giovani e delle donne. C'è bisogno che ricordi quanti poveri lavoratori sono dipendenti dalla pubblica carità per sfamare le loro famiglie nel Molise ? Che sono ormai centinaia i giovani che partono dal Molise verso terre straniere con numerosi diplomi in tasca, pronti a tutto, per assicurarsi un avvenire ? Il cantiere delle riforme e della ricostruzione per il nuovo partito alla testa della regione è immenso, la sfida quasi titanesca, perciò non c'è da credere che i problemi saranno risolti in tempi brevi; qui non si tratta di un terremoto, ma di uno sfacelo che ha gettato a terra e malmenato istituzioni, uomini e organizzazioni. Davanti a questa situazione drammatica i molisani dovranno unirsi, compatti, ai nuovi eletti per creare un Nuovo Molise. Non c'è un altra scelta per riuscire a raggiungere questo obiettivo. Il tempo in cui il cittadino sperava tutto, passivamente, dai governi, dai dirigenti o dagli eletti, non fa più parte del mondo contemporaneo; il cittadino deve agire con i governi, con i dirigenti e con gli eletti per il benessere comune. Praticamente, tutti i cittadini molisani che da tanto hanno sperato un cambiamento o che hanno lottato per un po' di giustizia e d'uguaglianza, tutti i cittadini che via le numerose Associazioni hanno contribuito al sollievo spirituale e materiale dei loro simili, tutti i cittadini che con gli scritti hanno lottato contro gli abusi della casta e contro gli sperperi delle amministrazioni, tutti coloro che da anni credono che la cultura possa essere un fattore importante di cambiamento e di avanzamento, tutti costoro dovranno schierarsi affianco ai nuovi dirigenti per creare le condizioni favorevoli al rinnovamento ed alla ricostruzione del nostro Molise. Una delle più importanti associazioni regionali a Roma. Da 25 anni al servizio della cultura molisana. “Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione. www.forchecaudine.it – [email protected] FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 5 ►GENS / CIPRO SI RIBELLA, L’ITALIA SI RASSEGNA Fabio Scacciavillani, nato a Campobasso, noto economista, lavora al fondo sovrano dell’Oman dopo pluriennali esperienze internazionali. E’ tra i fondatori di “Forche Caudine”. Collabora al Fatto Quotidiano. di Fabio Scacciavillani_ Lo schizo-dramma cipriota ha colpito la psiche collettiva per la brutale confisca dei conti correnti inizialmente imposta indistintamente a tutti i risparmiatori. Ululati di indignazione si sono levati persino dai pasdaran italici della patrimoniale (dimostrando che sperimentare nella realtà le pulsioni oniriche è il miglior antidoto alle follie politiche collettive). Lo sdegno per l’esproprio proditorio è riverberato in modo talmente impetuoso che alla fine l’Unione europea, il Fmi e il governo cipriota hanno dovuto mollare la presa sui piccoli risparmiatori e procedere a spolpare quelli più grossi, che essendo in maggioranza stranieri (e quindi privi di copertura politica), costituiscono il chiodo ideale per il martello confiscatorio. Ma di tutta la faccenda l’aspetto notevole, dal mio punto di vista, è il contrasto tra la reazione a Cipro e la rassegnazione con cui in Italia è stata accettata una confisca di ben altre proporzioni. Vediamo se riesco a spiegarmi con qualche cifra. Nell’isola dove secondo la mitologia nacque Afrodite (in un’ incantevole baia incorniciata da scogli e pareti di roccia frastagliata), i depositi fino a 100.000 mila euro sarebbero stati tassati (una tantum) al 6.75%. Quindi una famiglia benestante con circa 50.000 euro in banca avrebbe pagato poco più di 3.300 euro. Paragoniamo allora la cifra ventilata per i ciprioti all’esproprio subito dal contribuente italiano con l’Imu. Dal momento che l’Imu è una tassa, come è tipico in l’Italia, estremamente farraginosa, opaca e difficile da calcolare (con conseguente parcella al commercialista per essere sicuri di non finire nel tritacarne di Equitalia) mi affido ai dati forniti dall’Unità (15 dicembre 2012), organo del partito che – insieme al Pd con la elle e alla defunta Udc – ha votato allegramente il provvedimento con la scusa dell’emergenza. Ecco alcuni esempi: “Nella capitale, il Comune ha scelto di applicare le aliquote più alte, il 5 per mille sulla prima casa e il 10,6 per mille sulla seconda. Nel caso dell’abitazione principale, per un’abitazione media di 70 mq in zona semicentrale classificata al catasto come A2 (abitazione di tipo civile), chi ha versato 308 euro per la prima rata arriverà a pagarne 512 con il saldo, per un totale di 819 euro”. Va leggermente meglio ai torinesi: “Nel capoluogo piemontese l’aliquota sulla prima casa è stata portata allo 0,575%: chi ha versato 165 euro per un immobile di 70 mq in zona semicentrale di tipo A2 all’acconto vedrà più che raddoppiato il saldo (396 euro) per un conto totale di 561 euro”. Se poi si hanno seconde case la stangata è molto più sostanziosa: sfogliamo nuovamente gli esempi forniti dal quotidiano fondato da Antonio Gramsci: “Per le seconde case i genovesi arriveranno a pagare un totale Imu di 1.357 euro per un immobile A2 e di 828 euro per un A3. [...] Per le seconde case i milanesi arriveranno a pagare anche oltre 2mila euro”. Quindi, a occhio e croce, una famiglia milanese con abitazione di proprietà che avesse investito i risparmi in una seconda casa si troverebbe a pagare una cifra simile a quella che si voleva espropriare ad una famiglia cipriota con 50.000 euro in banca. Con due differenze abissali: 1) La famiglia milanese subisce la confisca anche se sta pagando il mutuo e quindi invece di aver accumulato un patrimonio, è in realtà oberata da un debito; 2) A Cipro per far quadrare i conti si sarebbe tosato una sola volta, a Milano si continuerà a pagare la stessa cifra ogni anno per un futuro indefinito (anzi sono disposto a scommettere che sia il governo centrale che i Comuni alla prima occasione inaspriranno le aliquote e aumenteranno le rendite catastali). Sicuramente qualcuno troverà da obiettare che i dati dell’Unità sono distorti, sono artificiali, non includono le agevolazioni (effettivamente il 65% dei Comuni, bontà loro, ha concesso l’agevolazione prima casa per gli anziani ricoverati nelle case di riposo), che le rendite catastali sono sbagliate eccetera. Allora per verificare se quanto ho scritto trova conferma nella realtà chiederei ai lettori di indicare nei commenti se a loro sarebbe costato meno un prelievo sul conto corrente del 6.75% una tantum oppure l’Imu semper. Morale della favola? A Cipro per difendere i propri risparmi la gente si è rivoltata, in Italia il gregge ha votato Berlusconi e infatti sono tutti in trepidante attesa del rimborso Imu che il Cavaliere ha promesso di pagare di tasca propria. A Roma nascono e muoiono tante associazioni regionali. In genere seguono le sorti di uno sponsor politico. “Forche Caudine”, dopo 25 anni di vita, è ancora qui. Indipendente, dinamica, credibile. Con il Molise nel cuore. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 6 RASSEGNA STAMPA Romani e Sanniti: il pdl sotto le Forche caudine Caro Silvio Berlusconi ti scrivo, così mi distraggo un po’ di CATHARINA SOTTILE (Primapaginamolise) di PINO CAVUOTI (I Fatti del Nuovo Molise) I Romani hanno la mia stima, pur condizionata, soprattutto per il loro motto: ‘Si vis pacem para bellum’. Per loro la pace era una prova di forza e la convivenza tra popoli, che oggi chiameremmo ‘civile’ era semplicemente l’attrito che il più forte riusciva a esercitare sui più deboli, facendolo sembrare equilibrio consapevole. Ora, che c’entra il sacro Romano Impero col Molise? Poco. Noi siamo sanniti e i Romani li abbiamo fatti neri. Rimane la validità pragmatica, per così dire, di quel principio su cui si fonda la loro politica estera: ‘Se vuoi la pace, prepara la guerra’. La pace, cioè, si conquista con l’autorità. Che gran cafoni! Niente a che vedere con i gentiluomini di campagna sanniti che umiliarono i Romani facendoli passare sotto le Forche caudine, proprio per spiegare che la faccia la perdi anche così, non solo se te la rompono. Il ‘romano poco imperioso’ Silvio Berlusconi, salito in corsa sulla lettiga che doveva essere dell’uomo nuovo Alfano, ha dimostrato che con due chiacchiere e molto populismo si può rischiare di vincere. Ma è stato un salto disperato, in una corsa già persa. In Molise il clima era lo stesso, semmai aggravato proprio dal trend nazionale. Due decenni di governo Iorio sono stati attraversati da tutte le faide che un partito medioevale come il pdl possa inventare. Faide interne, trasversali ma anche semplicemente erosioni causate dal tempo. Calo fisiologico del desiderio di potere. A scardinare il Totem isernino ci ha provato per anni la fiera opposizione fascioimprenditoriale di Ciarrapico. Anni di dossieraggi, di fango, di pulci fatte all’impassibile democristiano travestito d’azzurro. Poi arrivò anche Massimo Romano e continuò, avendo però l’eco della stampa nazionale. Alla fine, più che l’Informazione poté la paura del futuro e la crisi economica ha reso gli elettori incazzati e ribelli. Tutti contro Iorio, tanto, con chi ce la potevamo prendere? E qui, proviamo a discutere di Pdl. Non conoscendo i fatti procediamo, senza vergogna, a colpi di supposizioni. L’ex senatore Di Giacomo dice che si è battuto perché Iorio non fosse ricandidato, prevedendo che sarebbe stato un candidato perdente. Aldo Patriciello, altra sponda mobile del pdl, ha proprio fornito le forbici per uno strappo clamoroso, che lo ha visto al fianco dell’antagonista di centro sinistra, Paolo Frattura. Ma sciolto e in posizione privilegiata. Dopo la scelta guascona di Berlusconi, che usurpa il posto in Senato a Di Giacomo, l’ex senatore dice qualcosa di inquietante. Suggerisce che sia stato proprio Iorio a premere per convincere Berlusconi a ‘farlo fuori’. Ma perché il Pdl si è fidato di Iorio (se fosse come dice Di Giacomo) e non di Ulisse? In Molise, gli Scilla e Cariddi del partito di Berlusconi si sono schierati contro e Iorio, solo ed elitario, è rimasto in piedi sulla sua barchetta, Argonauta astito, capace di attraversare lo stretto e le sue correnti. Non ha vinto, ed era impossibile, ma non ha perso il Pdl. Perchè? Perché dopo aver stravinto e stracomandato per decenni ha prestato la faccia alla sconfitta. In questo modo, secondo me, ha preservato proprio il Pdl. Se avessero perso già con un uomo nuovo, (ed era probabile) il partito avrebbe già dilapidato, a prima botta, le sue eventuali energie nuove. Ha perso con Iorio, che si è preso la colpa e l’onore di una sconfitta dignitosa, ma non definitiva. Guardando da fuori, si osservava la nomenclatura del Pdl, la potentissima nomenclatura molisana, sparpagliata di qui e di là e lui, solo, dove avrebbero dovuto stare tutti. Chissà, magari è stato questo il criterio con cui a Roma hanno ragionato del Pdl molisano. Né colpe, né medaglie, ovviamente. Non si tratta di scelte eroiche, ma di razionalità e di senso dei programmi politici. Ordine mentale, a garanzia della politica, che mi sento di riconoscere anche a Vitagliano. Non candidato dal suo partito ha chiarito subito, e prima delle elezioni, la sua distanza. Ma Iorio, più di lui e di tutti gli altri, ha traghettato il consenso elettorale preservandolo come un capitale. Se si fosse fatto da parte il Pdl avrebbe perso anche il dopo-Iorio. Non tanto le elezioni, quindi, quanto lo slancio di una prospettiva moderata e moderna. Il prossimo candidato, chiunque sarà, avrà ancora una rampa di lancio non usurata da poter utilizzare. Gentilissimo Silvio Berlusconi, è la prima volta che le scrivo. L’ho incontrata diverse volte quando aveva l’abitudine di frequentare più spesso questa regione per il terremoto di San Giuliano di Puglia o in alcune campagne elettorali. Frequento questa regione per motivi di lavoro. Però, a differenza di lei, ho imparato ad amare il Molise e in particolare i suoi abitanti. Gente laboriosa e affettuosa, che attribuisce all’amicizia un grande valore, non mercificabile. Non avendo la possibilità di venire a Roma per intervistarla mi affido a questa mia, che pubblico anche sul piccolo quotidiano locale che dirigo, per farle alcune domande. Non mi legano ragioni né politiche, né di amicizia, né di famiglia, né commerciali al “fu senatore” Ulisse Di Giacomo. Non mi ha chiesto di perorare la sua causa. Da osservatore privilegiato di questa regione sento la necessità, più che il dovere, di capire e far capire ai miei lettori lo schiaffo che lei ha dato più che al suo segretario regionale a migliaia di molisani che hanno dato la fiducia al Pdl. Sono certo che, seppur ricoverato in un letto dell’ospedale San Raffaele, abbia avuto modo di considerare che, per un macchinoso sistema elettorale, questa regione è stata privata di un deputato. Per la precisione a essere esclusa è stata Sabrina De Camillis non riconfermata a Montecitorio, facendo così perdere un seggio al Pdl e al Molise, che invece ne doveva eleggere tre. Presidente, come candidato capolista in più regioni, doveva optare. Ha preferito farlo in Molise dove con la sua decisione non ha permesso ad altri molisani di rappresentare questa Regione. Ci spiega perché? E’ davvero talmente innamorato della ventesima regione d’Italia da contraddire, mi corregga se sbaglio, una affermazione più volte ripetuta che sarebbe voluto entrare in Senato come eletto della Lombardia, tra l’altro ribadito anche a Campobasso da Angiolino Alfano? Si ricorda che nel 2008 il trattamento che riservò a Quintino Pallante, che fu escluso dalla Camera dei deputati? Si ricorda che nel 2006 non entrò sempre a Montecitorio Rosario De Matteis per consentire l’ingresso di Enrico La Loggia? Perché nonostante l’avesse promesso nell’aprile del 2010 che, in caso di vittoria del sindaco Antonio Di Brino alle comunali di Termoli, sarebbe tornato in Molise e non l’ha più fatto? Perché pur essendo un deputato di questa regione non vi ha mai fatto ritorno? Dopo aver optato per fregiarsi del privilegio di essere un senatore molisano dalle nostre parti circola una voce secondo la quale la sua scelta sia stata dettata da suggeritori locali. E’ vero o è la solita maldicenza? Ha forse scelto il Molise per punire il risultato delle Regionali con la vittoria di un ex forzista come Paolo Di Laura Frattura? La decisione di mandare come commissario in Molise alla vigilia delle regionali Raffaele Fitto che senso aveva? E’ vero che tutti i sondaggi davano perdente Michele Iorio e che Fitto ne era a conoscenza? E’ vero che l’europarlamentare Aldo Patriciello le ha sottoposto più volte il caso Molise? Le risulta che poi abbia appoggiato proprio il candidato governatore vincitore? Mi fermo qui e la ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi. FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 7 ►DULCIS IN FUNDO / “SPERANZE SPETTACOLARI” di Giampiero Castellotti_ La montagna di voti raccolti dal Movimento cinque stelle in ogni angolo dello Stivale ha radici non soltanto nella protesta, come un po’ superficialmente hanno liquidato la pratica molti analisti (quelli che non mancano mai nel nostro Paese), ma – aggiungiamo noi – anche nella speranza. Dopo anni d’immobilismo, molti italiani hanno visto nel guru genovese e nei suoi giovani seguaci un fattore d’indubbia novità nel panorama politico. Una sorta di “ultima speranza”, tanto da privilegiare nel voto un movimento di cui, in fondo, si continua a sapere poco, tra entusiasmi radicali e paure ancestrali. Di certo la strana coppia Grillo & Casaleggio ha messo in piedi una macchina comunicativa risultata poi decisiva per il successo finale. Perché ormai senza un’efficace comunicazione non si va da nessuna parte. E non a caso i due, massimi fautori acritici di internet e delle piazze virtuali, hanno nel contempo saputo sfruttare al meglio la piazza fisica nel corso della campagna elettorale d’inizio 2013. Se loro hanno chiuso la campagna elettorale riempiendo piazza San Giovanni in Laterano, luogo anche simbolico della storia politica del nostro Paese, un disastroso Bersani l’ha fatto nel teatro più radicalchic di Roma (l’Ambra Iovinelli), mentre Berlusconi ha disertato l’evento conclusivo a Napoli. Proprio grazie all’incessante “Tsunami tour” che ha solcato in 77 tappe i luoghi storici della provincia italiana (Molise compreso) e ha tratto linfa cavalcando le battaglie (per lo più ambientaliste) delle comunità locali il comico genovese ha potuto integrare e perfezionare quella collezione di emozioni virtuali raccolte nelle tante solitudini collegate in rete. Le piazze materiali hanno permesso ai grillini non solo di rastrellare anche le fasce più anziane e meno istruite della popolazione e di avvolgere i propri sermoni nelle reali e amare scenografie dei negozi chiusi per crisi, ma soprattutto hanno determinato quegli “eventi” capaci di contaminare, sul piano locale e poi via via nazionale, ogni canale mediatico. Se Grillo ha marcato le proprie differenze nel non andare in tv, le cronache televisive hanno finito per inseguirlo – telecamere alla mano - nelle piazze di tutta Italia. Le piazze grilline hanno dimostrato come il Movimento cinque stelle raccolga consensi trasversali. Non solo generi e classi differenti, ma anche fedi accomunate dagli ultimi residui ideologici (o ideali): se la democrazia partecipativa e le battaglie ambientaliste intrigano gli animi di sinistra, i muscolosi strali antitasse e contro Equitalia piacciono a destra, così come il partito personale. La “spettacolarizzazione” del tutto tocca poi il dna più autentico dell’elettorato italiano, quello estasiato dal calcio-poesia di Francesco Totti, ma anche dagli show di Roberto Benigni sulla Costituzione. Un elettore su quattro, insomma, ha affidato ai grillini le proprie “speranze spettacolari”, la propria dimensione onirica. Occorrerà ora vedere come questi giovani parlamentari, anche “di buone speranze”, sappiano mettere a frutto questo patrimonio di consenso di fronte ai tanti bivi – ipotesi di ieri di un governo con il Pd e atteggiamento di oggi verso la commissione dei dieci “saggi” - che rischiano di spaccare nuovamente il proprio elettorato. La Newsletter di Forche Caudine raggiunge 5.199 persone (30% Roma, 30% Molise, 20% resto d’Italia, 20% estero). E’ una pubblicazione non periodica, supplemento al sito internet www.forchecaudine.com. Per segnalazioni e cancellazioni, anche in riferimento alla legge sulla privacy: [email protected]. ► WWW.FORCHECAUDINE.IT – [email protected] ◄ Presidente Giampiero Castellotti – Vicepresidente Donato Iannone – Segretario Gabriele Di Nucci La collaborazione al giornale è gratuita. “Forche Caudine” è realizzato senza fini di lucro. }}}}}}}