“Forche Caudine” dal 1989 è il punto di riferimento dei Romani d’origine molisana.
Apartitici, trasversali, miriamo ad aggregare e a far emergere “il Molise migliore”…
Newsletter – 2 APRILE 2013 – Diffusione gratuita
► LE PIETRE E IL POPOLO
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Un libro di Tomaso Montanari accende un dibattito sui tesori artistici e architettonici:
non solo oggetti di sfruttamento commerciale, i cittadini se ne devono rimpossessare
C’è un interessante libro appena pubblicato dall’editore
Minimum Fax. S’intitola “Le pietre e il popolo”. L’autore, lo
storico dell’arte Tomaso Montanari, muove una precisa
denuncia: il valore civico dei monumenti, del nostro patrimonio
artistico e culturale (e quindi pubblico e identitario) è oggi
negato a favore del potenziale turistico ed economico. Cioè,
nel momento in cui il mercato trasforma una testimonianza
storica in uno strumento di lucro, la sua tutela viene messa a
rischio. Si domanda l’autore: perché la “valorizzazione” del
patrimonio culturale ci ha indotti a trasformare le nostre città
storiche in “luna park” gestiti da avidi usufruttuari?
Parrebbe un non-senso, in epoca di crisi, discutere
sull’opportunità o meno di sfruttare a fini commerciali quel
patrimonio artistico che ha sempre rappresentato “il petrolio
d’Italia”. Eppure richiamare la funzione civile del patrimonio
storico e artistico è uno dei principi fondanti della nostra
democrazia. E, come suggerisce lo stesso Montanari, l’Italia
può risorgere solo se si pensa come una “Repubblica basata
sul lavoro e sulla conoscenza”.
L’articolo 3 della Costituzione, ricorda l’autore, affida alla
Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il patrimonio storico e artistico della nazione (menzionato –
caso unico al mondo – sempre tra i principi fondamentali della
Carta, pochi articoli dopo) è precisamente uno degli strumenti
che permettono alla Repubblica di rimuovere quegli ostacoli, e
di rendere effettiva la libertà e l’eguaglianza dei cittadini.
Lo scrittore Antonio Tabucchi, nella sua “Lettera ai ragazzi di
Firenze” (Feltrinelli, 1993), racconta di uno zio che lo prendeva
per mano e lo faceva camminare nel corridoio del Vasari.
Questo è un luogo sacro, gli diceva, ricordatelo bene.
Oggi gli Uffizi, come evidenzia Montanari, costano quasi come
un paio di stivali di Gucci: una domenica di giugno 2012 la
popstar Madonna li ha noleggiati per qualche migliaio di euro
per vederli da sola, noleggiando contestualmente la
soprintendente di Firenze, Cristina Acidini, che le ha fatto da
guida di lusso.
Osserva lo storico d’arte: “gli italiani mantengono gli Uffizi con
le proprie sudatissime tasse non perché siano ‘belli’, ma perché
sono un potentissimo strumento di educazione alla
cittadinanza e di innalzamento spirituale”.
E allora? La via della privatizzazione del nostro patrimonio,
della rendita economica per pochi, è l’unica strada per non
vedere Pompei sbriciolarsi o le chiese napoletane
saccheggiate? Oppure è possibile rilanciare la funzione
collettiva del paesaggio e dei nostri beni storici, dei Tratturi
molisani, delle magnificenze di Altilia, preservandoli dalle follie
cementizie private o dalle pale eoliche? Vogliamo finalmente
rendere i cittadini partecipi e non soltanto consumatori stanchi
e passivi?
Il valore del turismo è innegabile, specie come strumento di
conoscenza, di interscambio, di confronto. Con ritorni anche
economici per il bene di un territorio. Ma un monumento non
può costituire risorsa a sé stante. Paesaggio, patrimonio
artistico e culturale, enogastronomia, tradizioni costituiscono il
biglietto da visita da preservare e valorizzare. Senza forzature
che degenerano nel kitch, ma con la coscienza che si tratta di
beni comuni.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1
►CONSUMI / ACQUA MINERALE, BUSINESS PER POCHI
di Antonella Cifelli_
Nonostante la crisi, consumiamo sempre più acqua minerale. Con impatti ambientali negativi.
Ma c’è un'altra questione: i canoni richiesti dalle Regioni per le concessioni sono spesso ridicoli…
In un periodo di crisi economica così prolungato in Italia
sono in tanti a stringere la cinghia per sbarcare il lunario:
numerosi cittadini, tante amministrazioni locali, diverse
imprese solo per citarne alcuni. Ci sono pochi soggetti che
invece continuano a operare come se la crisi non ci fosse:
tra questi le società che imbottigliano le acque minerali
che continuano a farla franca pagando canoni di
concessione davvero ridicoli in diverse Regioni italiane a
fronti di un business miliardario.
E’ quanto denunciano Legambiente e Altreconomia che
tornano a puntare l’indice su questo scandalo tutto
italiano e lo fanno attraverso il dossier sul business delle
acque in bottiglia. Nel 2011 i consumi di acqua sono
addirittura aumentati rispetto all’anno precedente,
passando a 188 litri per abitante, numeri che confermano
il primato europeo del nostro paese per i consumi di
acque minerali: dei 12,3 miliardi di litri imbottigliati nel solo
2011, oltre 11,3 miliardi sono stati consumati dentro i
confini nazionali (di cui l’80% in bottiglie di plastica). Un
giro d’affari che riguarda 168 società per 304 marche
diverse di acqua in bottiglia e un bilancio complessivo di
2,25 miliardi di euro. Un’attività che comporta un elevato
impatto ambientale. Per soddisfare l’incomprensibile sete
di acqua minerale dei cittadini italiani vengono infatti
utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri,
per un totale di 456mila tonnellate di petrolio utilizzato e
oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse per produrle.
A questi numeri si deve aggiungere il fatto che ancora
oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato a riciclo,
mentre i restanti due terzi continuano a finire in discarica,
in un inceneritore o dispersa nell’ambiente e per l’85% dei
carichi si continua a preferire il trasporto su gomma.
Impatti importanti che garantiscono elevatissimi profitti
per le società che gestiscono questo business. I canoni
richiesti dalle Regioni per le concessioni, infatti, hanno
spesso importi addirittura ridicoli, come nel caso della
Liguria che chiede solo 5 euro per ciascun ettaro dato in
concessione, senza prendere in considerazione i volumi
emunti o imbottigliati.
Nel 2006 la Conferenza Stato-Regioni tentò di mettere ordine
in questo settore con un documento di indirizzo che
prevedeva canoni uniformi su tutto il territorio nazionale, con
l’obbligo di pagare sia in funzione degli ettari dati in
concessione sia per i volumi emunti e imbottigliati. Ad oggi,
questa omogeneità manca e il quadro che emerge è
decisamente diverso regione per regione.
Legambiente e Altreconomia hanno mandato un questionario
a tutte le Regioni Italiane e il quadro che ne esce è
estremamente eterogeneo con l’unico elemento comune che
le condizioni sono sempre molto vantaggiose per le società
che imbottigliano l’acqua e che gran parte delle
Amministrazioni sono ancora inadempienti rispetto a quanto
stabilito nel 2006. Andando nel dettaglio:
- l’unica Regione promossa nella classifica di Legambiente e
Altrecomnomia è il Lazio che prevede un triplo canone, in
funzione degli ettari dati in concessione (65 euro), dei volumi
emunti (1 euro/m3) e di quelli imbottigliati (2,17 euro a metro
cubo);
- 10 Regioni sono state promosse con riserva perché
prevedono il doppio canone (volume + superficie) secondo le
linee guida nazionali, con canoni per i volumi imbottigliati o
emunti.
Il Molise fa parte delle sei regioni bocciate. I dati relativi alla
più piccola regione del Mezzogiorno, datati marzo 2012,
evidenziano che il canone applicato è di 9,91 euro/ha. Non
sono previsti altri canoni. Cinque sono le concessioni attive nel
territorio molisano.
Con canoni così bassi il ritorno economico per Comuni,
Province o Regione è ovviamente scarsissimo. Bisognerebbe,
pertanto, rivedere i canoni di concessione per
l’imbottigliamento dell’acqua, prendendo in considerazione
sia l’elevato valore dell’acqua sia la prospettiva di una più equa
redistribuzione degli impatti economici e ambientali,
applicando, in riferimento a questi ultimi, il principio del "chi
inquina paga".
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2
►ENERGIA / EOLICO IN MARE, NO GRAZIE
di Maria Di Saverio_
Il Consiglio di Stato boccia le turbine eoliche nel mare molisano. C’è chi gioisce e chi no…
“In due regioni dove il problema della precarietà di lavoro
diventa ogni giorno più drammatico – conclude Libertucci – si
rinuncia a 2-300 posti occupazionali che la realizzazione
dell’impianto eolico off shore e la sua successiva gestione
avrebbero reso possibili. Grazie ad esso, infatti, si sarebbe
prodotta energia pulita capace di soddisfare i fabbisogni di
almeno 120mila famiglie, con vantaggi ambientali e
economici che gli enti locali avrebbero potuto far ricadere sul
territorio, nella forma di interventi di qualificazione della
costa e di valorizzazione turistica”.
Confermando il verdetto del Tar di un anno e mezzo fa, il
Consiglio di Stato ha bocciato definitivamente il ricorso della
società milanese Effeventi srl che avrebbe voluto realizzare
un impianto eolico off shore da 54 turbine da tre megawatt
al largo della costa molisana (denominato “San Michele”).
La battaglia legale ha visto da una parte la società Effeventi
srl e dall’altra i ricorrenti rappresentati, tutti sulla stessa linea
del “no”, da Regione Molise, Provincia di Campobasso,
Comuni di Termoli, Petacciato e Montenero
A questo punto Termoli e il Basso Molise evitano la
realizzazione di un impianto eolico off shore da 54 pali
davanti alle proprie coste, vedendo chiusa una vicenda che
andava avanti dal 2007.
Per sindaci e amministratori locali quel progetto avrebbe
modificato il nostro mare stravolgendo per sempre i
connotati di spiagge, coste ed ecosistema marino. Contrari
anche molti comitati di cittadini.
Voce fuori dal coro quella di Legambiente, da sempre
favorevole al progetto. L’associazione giudica una brutta
notizia per l’ambiente la decisione del Consiglio di Stato di
fermare la realizzazione dell’impianto eolico off shore al
largo delle coste molisane.
“È stata una scelta miope, quella delle amministrazioni che
hanno fatto ricorso contro un progetto di energia pulita a
otto chilometri dalla costa - commenta Maria Assunta
Libertucci, presidente di Legambiente Molise – e ipocrita da
parte di chi oggi si fa paladino dell’ambiente ma continua a
dare autorizzazioni per villette e porti turistici che stanno
distruggendo le coste abruzzesi e molisane, e che talvolta
sono anche finite sotto sequestro”.
Al di là delle diverse posizioni, è certo che negli ultimi anni la
crisi del turismo lungo la costa di Abruzzo e Molise si è
aggravata a causa della cementificazione, che ha continuato
a distruggere gli ultimi paesaggi liberi del litorale e favorito la
loro erosione, a testimonianza della mancanza di strategie
paesaggistiche e di un governo del territorio capaci di
procedere in modo integrato verso scenari responsabili e
sostenibili.
Legambiente annuncia che continuerà la sua battaglia per
evitare che al posto dell’impianto eolico vengano proposte
trivellazioni che arrecano danni all’ambiente, agli ecosistemi
e al clima. Per questo motivo, l’associazione è parte attiva
nella realizzazione della manifestazione del prossimo 13
aprile a Pescara e sosterrà con forza l’uscita dal petrolio, per
e con le rinnovabili.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 3
►AMBIENTE /
SUA MAESTA’ L’APE
di Gabriele Di Nucci_
L’apicoltura, dopo anni di difficoltà, torna a crescere. Protagonisti i giovani molisani.
Informazioni: [email protected], cell. 368-3390275.
Come ultima notizia dal settore, va aggiunto che l’Università
del Molise (Dipartimento agricoltura, ambiente, alimenti),
insieme all’Associazione produttori apistici molisani (Apam) e
al Consorzio nazionale produttori apistici (Conaproa),
aderenti entrambi a Confcooperative Molise, hanno siglato
l’intesa per consentire anche ai produttori apistici associati di
partecipare, come uditori, al corso universitario di apicoltura.
Il percorso prevede 64 ore di aula, con un’adeguata
appendice pratica negli apiari.
L’AZIENDA: TROTTA A CAPRACOTTA (IS)
L’apicoltura rappresenta un importante segmento per
l’agricoltura molisana. Purtroppo negli ultimi anni questo
patrimonio è stato soggetto ad un costante
ridimensionamento dovuto sia alle patologie, che
soprattutto nel 2011 hanno più che dimezzato gli alveari, sia
al maltempo ed alle abbondanti nevicate che hanno causato
danni notevoli, soprattutto lo scorso anno, a causa della
mancanza di alimentazione.
La grande riduzione di api non pregiudica soltanto il reddito delle
aziende apistiche, ma di gran parte di tutto il comparto agricolo.
Grazie alle api aumentano anche del 40% le produzioni agricole,
quali ad esempio i girasoli, la colza, la frutta in genere e gli
ortaggi. Ciò avviene grazie all’impollinazione.
D’inverno, con le temperature ormai poco costanti, avviene
spesso che le api regine sono costrette a deporre nuove
covate costringendo le api ad aumentare notevolmente il
consumo delle scorte: il repentino passaggio dalle
temperature più miti a quelle rigide, specie in Molise,
determina l’azzeramento delle scorte, creando situazioni di
fame nelle colonie.
In Molise opera attivamente l’Aram, l’Associazione regionale
apicoltori del Molise, con sede a Fossalto (Campobasso), che
riceve segnalazioni costanti dagli apicoltori e monitora il
settore, avviando ricognizioni sullo stato di fatto. Nei casi più
gravi, ha richiesto lo stato di calamità per il settore.
Lo scorso 23 marzo l’associazione ha promosso un seminario
tecnico sull’apicoltura all’hotel Pleiadi di Bojano. L’apicoltura
molisana, nonostante tutto, sta infatti crescendo e ci sono
giovani che iniziano a investire su questo settore: soltanto
nel 2012 sono nate cinque nuove piccole aziende apistiche.
Per il 2013 si prevede un ulteriore incremento delle partita Iva
dedite al piccolo settore. In occasione del seminario è stato
presentato il nuovo programma formativo dell’associazione
che prevede lezioni teoriche pratiche di campo: gli iscritti al
corso parteciperanno a lezioni pratiche di apicoltura
direttamente in campo tra alveari. Nello stesso pomeriggio si
è parlato anche dei prodotti apistici come alimenti per
conoscerli meglio, nonché di tecnica apistica utile in questo
avvio di stagione per il comparto.
A Capracotta un’impresa familiare si è specializzata nel
selezionare i migliori prodotti gastronomici locali: oltre a
formaggi e salumi, anche il miele. Si tratta della Trotta s.a.s.
composta da papà Sebastiano e da due dei suoi figli, Fabrizio
e Oreste, che sostengono il padre nella conduzione
dell'impresa per salvaguardare una tradizione.
Sebastiano Trotta, trasferitosi a Roma come sarto, decide poi
di rientrare a Capracotta dove rileva dalla zia e rinnova una
piccola bottega con l'insegna "Vino & Olio". Di qui ha origine
la storia di commerciante di alimentari e di pregiati prodotti
locali. Comincia in piccolo a "custodire" per pochi clienti
affezionati qualche caciocavallo in un locale con angolo
salatura e pietra di marmo: il prodotto fresco, uscito dai
laboratori locali, viene riposto in un locale asciutto ma areato
e riconsegnato al cliente pronto per essere affettato nella
sua fragranza. Di caciocavallo in caciocavallo, di pecorino in
pecorino e di prosciutto in prosciutto quella che agli inizi era
una semplice cortesia, nel tempo e con l'accresciuta
domanda, si è tramutata in una vera e propria attività con le
sue imprescindibili fasi e le regole commerciali, a partire dal
"marchio di fabbrica", una " T " che da 30 anni marchia
all'origine le forme di pecorino che passano per le mani e le
grotte di stagionatura dell'impresa Trotta.
Una famiglia che parla all'unisono di qualità, di rigore nella
selezione e di cura quasi maniacale dei prodotti che devono
uscire solo perfetti. Una famiglia che realisticamente non
guarda al passato se non in termini di esperienza acquisita:
un'impresa moderna che sta al passo con i tempi e che si
sforza con ogni mezzo di mettere in atto strategie che le
consentano di allargare il proprio mercato, fermo restando
tutti i presupposti che hanno fatto sinora del nome dei Trotta
una garanzia di qualità dei prodotti selezionati e stagionati
nell'Alto Molise.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 4
►VIP / CHECCO ZALONE, PROSSIMO FILM IN MOLISE
di FC_
Si girerà prima dell’estate. La produzione ha visitato una decina di paesi in tutta la regione.
C’è chi ricorda quel 2003 quando una grande produzione
cinematografica sbarcò in Molise per individuare alcune
location del film “Non ti muovere” di Sergio Castelletto,
attore d’origine molisana (padre di Campobasso). Alcune
scene vennero ambientate nei dintorni di Campobasso e
Bojano (e non mancarono polemiche per l’accoglienza poco
“abituata” alle star cinematografiche) e la presenza di una
grande artista internazionale come Penelope Cruz non passò
certo inosservata.
L’anno seguente il Molise fu protagonista di una miniserie
televisiva internazionale intitolata “La terra del ritorno”
(conosciuta all’estero anche con il titolo “Lives of the
Saints”), tratta dalla trilogia dell’autore italo-canadese Nino
Ricci, originario di Agnone e Poggio Sannita. Diretta da Jerry
Ciccoritti, la storia è ambientata proprio a Villa Canale,
frazione di Agnone, e tratta il tema dell’emigrazione.
Protagoniste: Sophia Loren (Teresa Innocente) e Sabrina
Ferilli (Cristina Innocente). La produzione, però, scelse di
girare a Macerino, in Umbria, anziché tra le montagne
molisane.
Ora un’altra star di casa nostra si appresta a girare in Molise.
E’ Checco Zalone, campione d’incassi delle ultime stagioni.
Dopo lo strepitoso successo dei suoi primi due film, “Cado
dalle nubi’“ e “Che bella giornata” (che hanno incassato
rispettivamente 14 e 43 milioni di euro), il comico pugliese
girerà la nuova pellicola in Molise (ma anche in Toscana) a
partire dal prossimo mese di maggio. Il nuovo film si
chiamerà “Sole a catinelle” e uscirà in autunno, La
commedia, che racconta un rapporto speciale tra un padre e
un figlio, prodotta da Pietro Valsecchi, è scritta come sempre
dallo stesso Zalone insieme al suo inseparabile regista
Gennaro Nunziante. La produzione “Tao due Film” ha
visitato alcuni paesi molisani (tra questi Agnone, Bagnoli del
Trigno, Casacalenda, Castropignano, Larino, Morrone,
Oratino, Provvidenti, Ripabottoni e Sepino) e sceglierà poi i
luoghi dove girare alcune scene.
Nel cast del film, per il quale si lavora già da settimane,
potrebbe essere coinvolto anche qualche attore locale.
Va ricordato che Zalone per il suo film di due anni fa, “Che
bella giornata”, scelse anche un giovane attore molisano,
Luigi Luciano, popolarissimo comico di Campobasso,
protagonista delle fiction di Maccio Capatonda e da qualche
tempo conduttore della trasmissione radiofonica “Lo zoo di
105”.
A collaborare con la produzione del film è lo staff del festival
MoliseCinema, che ha luogo annualmente a Casacalenda e
parte attiva della neonata Molise Film Commission.
“Siamo convinti che il cinema possa essere un grande
strumento di promozione per la nostra terra che è ancora
troppo poco conosciuta - sottolineano Federico Pommier
Vincelli e Salvatore Di Lalla di MoliseCinema. “Se vediamo gli
esempi di Puglia, Piemonte e Basilicata ci rendiamo conto
che in questi anni le regioni hanno investito molto su questo
settore, generando un notevole impatto in termini di
aumento del turismo e valorizzazione delle professionalità
locali. Auspichiamo che anche le istituzioni regionali vogliano
condividere tale progettualità”.
La XI edizione del festival MoliseCinema si svolgerà dal 6 all’11
agosto a Casacalenda, mentre nelle settimane successive si
terrà il consueto MoliseCinema Tour.
BOX
L’ATTORE MOLISANO LUIGI LUCIANO
Parlare di Checco Zalone significa non poter tralasciare
l’attore campobassano Luigi Luciano, 33 anni, coprotagonista nell’ultimo film del comico pugliese, “Che bella
giornata” del 2011 (Luciano recita nella parte di Giovanni).
Luciano, dopo essersi laureato al Dams di Bologna nel 2007,
si è trasferìto a Milano dove si è unito alla Shortcut
Productions, prima come assistente e poi come attore e
autore. Con Marcello Macchia, nome noto nel mondo
giovanile, è protagonista di numerosi finti trailer umoristici
di film paradossali trasmessi all'interno dei programmi
televisivi “Mai dire lunedì” e “Mai dire martedì”. Il suo
pseudonimo è Herbert Ballerina,.
Sempre con la Shortcut Productions ha partecipato come
attore in vari format per la web tv di Fox Italia, Floptv.tv
(“Drammi medicali” 1 e 3, “La Villa di lato”, “Leggerezze”,
“Mariottide”, “Piccol”) e “Tatami” per Raitre.
Dal 24 gennaio 2011 è entrato a far parte del programma
radiofonico “Lo Zoo di 105”
L’ultimo successo è “Mario”, un programma a puntate in
onda su Mtv dove si racconta la storia, sempre
paradossale, di un telegiornale dove improvvisamente
sparisce il direttore. Celebri le previsioni del tempo con
una cartina dell’Italia dove è cancellato il Molise.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 5
►PERSONAGGI / GIOVANNI DI STEFANO, VITA DA FILM
di FC_
Il popolare faccendiere molisano (di Petrella) condannato in Inghilterra a 14 anni di carcere.
Giovanni Di Stefano, il controverso personaggio e
faccendiere molisano presente nelle cronache internazionali
e noto come “l’avvocato del diavolo”, è stato condannato a
14 anni di carcere in Inghilterra, colpevole di venticinque reati
di truffa, frode, riciclaggio e altro, reati compiuti soprattutto
tra il 2004 e il 2009. La maggior parte delle sue vittime, ha
detto il giudice leggendo il verdetto, erano persone
“disperate e vulnerabili”, verso i quali il presunto avvocato
aveva una sola preoccupazione: “Trovare il modo di svuotar
loro le tasche”. Una storia personale degna di un romanzo e
di un film.
Nato nel 1955 a Petrella Tifernina, in provincia di
Campobasso, Di Stefano è emigrato in Inghilterra con i
genitori quando aveva sei anni. Vive nel Northamptonshire. Il
padre trovò lavoro in una fabbrica di scarpe, mentre lui, a
seguire la sua discussa autobiografia (“Difendere gli
indifendibili”), prese una laurea e un dottorato in
giurisprudenza all’università di Cambridge. Ma, in tal senso, i
più lo vedono come un antesignano di Oscar Giannino.
Come avvocato prese le difese di numerosi personaggi
controversi, persino serial killer. Tra questi anche Ronnie
Biggs, il celebre bandito inglese della “Grande rapina al treno
del 1963” che fruttò un bottino di 2,6 milioni di sterline. Più
recentemente aveva assunto la difesa del magnate
britannico John Palmer, alias “Goldfinger”, coinvolto in una
gigantesca frode nelle vendite di immobili in multiproprietà.
Di Stefano approdò poi ad Hollywood dove ha trattato
persino l’acquisto della Metro Goldwyn Mayer, una delle più
grandi case di produzione cinematografiche.
Rincorso da un fallimento si è rifugiato in Jugoslavia, a
Belgrado, diventando amico del dittatore Slobodan Milosevic
e del famigerato colonnello Arkan, leader delle formazioni
paramilitari responsabili di stragi (sarà ucciso qualche anno
dopo), facendo affari con loro, ottenendo pare anche la
cittadinanza serba e vantando in seguito contatti pure con
Saddam Hussein.
A metà degli anni Novanta è stato per qualche mese anche il
presidente del Campobasso Calcio, promettendo di portare
la squadra in serie A. Poi ha abbandonato il progetto
divenendo uno dei bersagli di “Mai dire gol” da parte della
Gialappa’s band. In Molise lo ricordano soprattutto per le
auto di gran lusso, guidate da un autista. Sempre in Molise, a
Termoli, ha celebrato il suo matrimonio con una nota
cantante jugoslava.
A fine anni Novanta ha aperto uno “studio legale
internazionale” a Roma e acquista una lussuosa villa a Palma di
Maiorca. E’ qui che è stato arrestato due anni or sono per le
accuse di truffa, furto e riciclaggio in esecuzione di un
mandato di cattura internazionale richiesto dalla magistratura
britannica. Quando Di Stefano ha visto il provvedimento
firmato dal giudice, raccontano le cronache, s’è sentito male e
ha perso conoscenza, tanto che è stato trasferito
temporaneamente in ospedale. E’ stato poi estradato nel
Regno Unito, dove peraltro aveva già scontato da giovane una
serie di condanne per un totale di otto anni di prigione.
UN’INTERVISTA
A GIOVANNI DI STEFANO
DOCUMENTI
ROMA - Torna a parlare l’avvocato Giovanni Di Stefano,
l’uomo d’affari d’origine molisana con un’agenda ricca di vip
anche controversi. Lo fa concedendo un’intervista a Michele
Caltagirone, pubblicata sul sito “Voglio Sapere”. Intervista
all’avvocato degli “indifendibili”, come viene definita dallo
stesso giornale on-line.
Scrive Caltagirone: “È uno dei personaggi più controversi
dell’ultimo ventennio. Principe del foro, abile uomo d’affari,
amico di dittatori e statisti e successivamente loro
rappresentante legale durante i processi. La parabola di
Giovanni Di Stefano parte dal cuore del Molise e fa tappa per
il momento a Londra, passando per Belgrado e Baghdad
dove ha fornito tra le altre cose la sua esperienza di avvocato
di fama internazionale. Ne ha fatta tanta di strada da
quando, a soli sei anni, ha lasciato il paese natale, Petrella
Tifernina, piccolo centro molisano che conta poco più di 1.250
abitanti dove è nato 55 anni fa. E’ solo un bambino dunque,
quando si trasferisce con la famiglia in Gran Bretagna, nel
Northamptonshire, dove il padre ha trovato un impiego in
una fabbrica di scarpe”.
“La sua storia potrebbe essere simile a quella di tanti
immigrati italiani che hanno fatto fortuna all’esterno continua Caltagirone. “In effetti il giovane Giovanni Di
Stefano dimostra subito abili capacità imprenditoriali e negli
anni ‘80 riesce a costruire un discreto business importando
videocassette da Hong Kong. In seguito studia legge in Usa
ed intraprende la strada che oggi gli consente di gestire il
prestigioso studio legale internazionale con sede a Roma.
SEGUE A PAGINA 7
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 6
SEGUE DA PAGINA 6
Tra i suoi clienti illustri spiccano i nomi di Slobodan Milosevic,
Saddam Hussein, Tarek Aziz (il numero due del regime irakeno,
ndr), l’attore Charles Bronson, il cantante pop inglese Gary Glitter
ed tanti altri personaggi del jet set mondiale.
L’anno della svolta per lui è 1992 quando si reca nella ex
Jugoslavia ormai verso lo sfacelo e le feroci guerre intestine ma
in questo scenario apocalittico Giovanni Di Stefano trova la sua
dimensione, stringendo rapporti di amicizia con il presidente
serbo Slobodan Milosevic che gli concede la cittadinanza e,
soprattutto, con Zeljko Raznatovic, meglio conosciuto come
“Arkan”. Della “tigre” dei Balcani diventa amico fidato,
portavoce e consigliere, socio in affari e in seguito anche
avvocato di fiducia. Si dice che sia stato proprio Di Stefano, nel
1995, a pagare le spese per le nozze principesche di Arkan con
Svetlana Velickovic, in arte “Ceca”, una delle cantanti folk più
amate all’epoca in Jugoslavia.
Quando proprio nel ‘95 finisce la guerra in Bosnia, Di Stefano
prosegue la sua ascesa imprenditoriale al fianco di Arkan con il
quale condivide anche la passione per il calcio. Proprio l’ex capo
degli Ultras della Stella Rossa compra una piccola squadra della
capitale, l’Obilic, in società con l’avvocato anglo-italiano, che nel
giro di pochi anni vince il campionato e partecipa alla Champion’s
League. In precedenza Di Stefano aveva tentato con poca
fortuna l’avventura nel calcio italiano diventando presidente del
Campobasso. Il sodalizio con Arkan si interrompe bruscamente
nel 2000 quando questi viene assassinato a Belgrado. Giovanni Di
Stefano torna oltremanica e si dedica in pieno alla carriera
forense. Le sue difese nei confronti di Milosevic, sotto accusa per
crimini di guerra all’Aja, e Saddam Hussein, sono quelle che gli
regalano fama mondiale. Attualmente sta curando, tra i tanti, i
casi di Tarek Aziz e di Omar Benguit, il cittadino inglese di origine
marocchina condannato all’ergastolo per l’omicidio della
studentessa Jong Ok-Shin. Secondo la tesi della difesa dietro
l’assassinio della giovane ci sarebbe invece la mano di Danilo
Restivo, accusato anche di aver ucciso Elisa Claps. Sarebbero
almeno sei, secondo lo studio legale internazionale, i delitti
commessi da Restivo, tutti legati dallo stesso “modus operandi”.
Il nome di Giovanni Di Stefano è stato citato in un precedente
articolo pubblicato su Vogliosapere, dedicato ad Arkan ed alla
recrudescenza del nazionalismo serbo dopo i disordini scoppiati
allo stadio “Ferraris” di Genova che hanno impedito lo svolgimento
di Italia - Serbia. Secondo una teoria sostenuta da alcuni siti e blog
sparsi sulla rete Internet, il suo vero nome sarebbe Carlo Fabiani,
un italiano arrestato insieme ad Arkan per una rapina in banca a
Stoccolma nel 1974. Un voce in realtà senza alcun fondamento che
anzi, qualche anno fa, ha portato alla condanna per diffamazione di
un giornalista serbo. Chiarito l’equivoco, abbiamo raggiunto
Giovanni Di Stefano tramite e-mail nel suo studio londinese. Così
l’avvocato anglo-molisano, il “difensore dell’indifendibile”, ha
voluto concederci questa intervista.
- Mr. Di Stefano, in una recente intervista lei ha detto che ai tempi di
Arkan e Milosevic non sarebbero mai successi episodi come quelli di
Genova. Perché?
“Ciò che è accaduto a Genova non si sarebbe mai verificato sotto
Milosevic, Arkan o me. Non è mai avvenuto durante le guerre dei
Balcani quando, forse, vi sarebbe stata una scusa più plausibile.
Questo Ivan (il capo Ultras serbo arrestato dalla polizia di Genova,
ndr) ha agito autonomamente mosso da una ideologia nazionalista
completamente inconsistente. Non ha agito in memoria di Arkan o di
qualcuno della Guardia Volontaria Serba. Ivan rappresenta i suoi
pensieri e non quelli degli altri che hanno dato le proprie vite per il
loro Paese.
- Lei era amico e consigliere di Arkan. Cosa ne pensa della lunga
lista di crimini di guerra, riconosciuta tale dal tribunale dell´Aja, di
cui Arkan si è reso responsabile?
Ho visto le cosiddette accuse che gravarono su di lui per un bel
po’ di tempo. Arkan è morto da uomo innocente secondo la
legge. Stando alla legge infatti qualsiasi persona che muore
prima della sentenza di una Corte è innocente, così Arkan “de
jure” e “de facto” era innocente anche se è stato accusato di
crimini. Non posso sapere oggi ciò che sarebbe avvenuto dopo,
ma francamente penso che l’intero ICTY (il Tribunale
Internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, ndr) sia
ora soltanto uno spreco di tempo. In tutti i Paesi si commettono
crimini durante le guerre.
Qual è il suo giudizio su Milosevic al governo della ex Jugoslavia?
“Milosevic è stato un grande uomo per la Serbia. L’attuale governo
fa del suo meglio e il presidente Tadic davvero fa quel che può ma al
giorno d’oggi non ci sono grandi statisti. Non ci sono in Serbia, non
ci sono in Italia, non ci sono negli altri Paesi. Il mondo ha perso tutti
quelli che io chiamo “pesi massimi” della politica”.
- Quali sono le motivazioni che ancora oggi animano il
nazionalismo serbo?
“Il nazionalismo esiste in tutti i Paesi. E’ sintomo di un senso di
appartenenza ad una Nazione. Se cancelli questo senso di
identità rimuovi anche il nazionalismo ma le persone devono
avere una propria identità. Fa parte della natura umana, il
perché ad esempio la gente tifa per una squadra di calcio, è un
senso di appartenenzaTra i processi più celebri di cui si è
occupato quelli a Milosevic e Saddam. Come mai ha scelto la
difesa di imputati la cui sentenza era comunque scritta in
partenza?Bella domanda: mi è stato chiesto. Tarek Aziz è
probabilmente il caso più importante. Spero riusciamo a farlo
rilasciare dopo il 24 ottobre. E’ una speranza! Quali sono stati gli
errori di Saddam Hussein? Saddam non ha fatto errori. Era un
vero patriota ed ha agito per il suo Paese. La situazione in Iraq
ora è dieci volte peggio di quanto non lo sia mai stata prima del
2003, con molte più vittime. È stato davvero un grande uomo
che ammirerò tutta la vita e non sono l’unico a pensarla in
questo modo”.
- Pensa invece che nella guerre dei Balcani ci siano stati gravi errori
da parte dell’Onu?
“La guerra nei Balcani è stata provocata inizialmente dalla
Germania che ha riconosciuto la sovranità della Croazia. Un
grave errore che è stato fatalmente pagato con vite umane, il
peggiore che l’Unione europea, la Gran Bretagna e gli Usa
abbiano potuto commettere nella loro storia e certamente
l’attacco della Nato alla Serbia fu poi assolutamente
inconcepibile
Tra i suoi clienti adesso c’è Omar Benguit che è stato condannato
all’ergastolo per l’omicidio di Jong Ok-Shin commesso nel 2002 a
Bournemouth, nel sud dell’Inghilterra. Cosa le fa pensare che sia
innocente?
“La polizia fu messa sotto pressione dal Foreign Office (il
ministero per gli Affari esteri britannico) per trovare il killer e
deliberatamente ci fuorviarono nella difesa, permettendo
l’esistenza di documenti che scagionavano un altro sospettato,
Restivo. Ho incontrato e discusso per qualche anno con Omar,
lui è semplicemente innocente ma la giustizia britannica è molto
lenta rispetto alla giustizia italiana”.
- Infine chiariamo un equivoco. Da dove nasce la storia che
identificava il nome di Giovanni Di Stefano con quello di Carlo
Fabiani?
“E’ stato un giornalista jugoslavo a mettere su questo equivoco.
Io l’ho citato in giudizio, è stato condannato, multato e
rinchiuso in carcere per diffamazione. Questa storia mi è molto
dispiaciuta, ho pagato io la sua sanzione e lo hanno rimesso in
libertà ma ormai era tardi per fermare la campagna diffamatoria
che si era diffusa su Internet. Questa è pura, assoluta
spazzatura: io sono Giovanni Di Stefano da sempre, ne sono
fiero e sono orgoglioso di essere italiano”.
(Michele Caltagirone)
(Traduzione dall’inglese a cura di Silvia Mastandrea).
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 7
►PAESI / SANT’ELIA A PIANISI, 150 ANNI DI UN NOME
di Michele Petraroia_
Era il 26 marzo 1863 quando con un regio decreto venne attribuita la denominazione al borgo.
LA STORIA (da una ricerca del prof. Michele Pucacco)
Il 26 marzo 1863 col Regio Decreto n. 1218 venne attribuita
la denominazione Sant’Elia a Pianisi, comune in provincia
di Campobasso, suggellando anche nella toponomastica
un’unità tra i due borghi avvenuta nel 1528 a seguito della
distruzione di Pianisi.
Le meritorie iniziative di questi mesi che hanno coinvolto
le scuole, gli storici, la chiesa, le associazioni, gli studiosi e
l’intera cittadinanza, hanno vissuto, nella ricorrenza del
150° anniversario, il momento culminante con eventi
istituzionali, celebrativi e sociali che hanno segnato l’apice
di un percorso identitario collettivo denso di emozioni e di
orgoglio.
Preme sottolineare il contributo straordinario che
Sant’Elia a Pianisi ha dato al Molise e all’area del Fortore
in ogni settore ed in qualsiasi ambito.
Dalla permanenza per quattro anni di Padre Pio nel
convento in cui fece la Professione di Fede al ruolo
dinamico delle imprese agro-alimentari locali, che hanno
conquistato i mercati mondiali, Sant’Elia a Pianisi, è un
punto di forza del nostro territorio che può fare
affidamento su una comunità sobria, laboriosa e
determinata che saprà superare vecchie e nuove
difficoltà, per un futuro del Molise che valorizzi le aree
interne, i borghi, le tradizioni popolari, la cultura,
l’ambiente e l’artigianato.
E' ormai certo che Sant'Elia a Pianisi è il prodotto di
un'unione, aggregazione di borghi preesistenti in uno spazio
che dal fiume Cigno, uno dei due Cigni fratelli, si sviluppa in
direzione Nord/Est - Sud-Ovest.
Questo territorio esposto a Mezzogiorno, "...tutto colli e
monticelli...*, comprendeva Sant’Elia (la protetta dal profeta
del fuoco), Pianisi (Terra di forti), Centocelle (Scuderie
imperiali, se reggesse l'omonimia con la località romana),
Ficarola (scomparsa, oggi punto tappa del Tratturo),
Casalfano (Terricciola abbandonata). Fatto sta che la città
attuale è nata intorno al nucleo di Sant'Elia dopo l'anno
1.000, e poi è cresciuta, dalla seconda metà del '500, anche
dopo la distruzione di Pianisi da parte del principe d'Orange
che violò le convenzioni accettate dal viceré Moncada*
Dal 26 marzo 1863 "abbiamo preso nome proprio a Pianisi"*
e ci siamo definitivamente sistemati su un costone che
guarda la 'Torricella' (Geronio, possibile Campo di
Annibale***) a monte del nostro Cigno, e quindi l'Aufido**,
l'attuale Fortore a 200 m.s.l.m.: il costone tufaceo ha in cima
la località "Mulino a vento" dell'altezza di 922 m. s.l.m
* F. Di Palma, Memorie.
** Appiano Alessandrino, De bello annibalico, VII, 16.
*** E. S. Laurelli, Particolari problemi topografici.... pagina 242.
L'agro di 67,740 kmq, ricoperto fino all'800 quasi
interamente da foreste, oggi si presenta con vaste colture,
prevalentemente cerealicole, e tratti di macchia
mediterranea che si evidenziano, a corona del territorio, nei
boschi Cese, della Principessa Pianisi e soprattutto Cerreto
verso Mulino a Vento. Le innumerevoli mulattiere dai nomi
fantasiosi, ospitano fonti con abbeveratoio, ancora
completamente efficienti, e spesso in pietra lavorata.
Offrono queste, generose, le loro copiose acque di falda,
come quella di Ficarola che si incontra ombrosa di pioppi sul
Tratturo Celano-Foggia. Gli oliveti, nati vigneti, riservano al
visitatore sensazioni e panorami unici; mostrano piante
secolari, grotte tufacee, "casini" e "casoni" gentilizi, masserie
in pietra di pregevole fattura e, bellezza. Singolari sono le
emergenze litiche che come "P'sckarnaal" evocano miti e
leggende di briganti e di fate. Infine non bisogna dimenticare
i borghi rurali che come Codemanno, San Nicola costellano
l’ambiente e riservano al visitatore antichi scenari.
IL PAESE
Il primo nucleo del 1.100 si stringe intorno alla chiesa madre,
poi man mano il borgo si sviluppa a raggiera secondo le
direttrici essenziali lasciando molto spazio a pomari ed orti,
poco fuori dell’abitato alle cortine. Ogni espansione genera
un quartiere intensamente popolato, anche da famiglie
gitane, e vissuto che, seppure minuscolo, ha rispetto agli altri
le sue specificità, tradizioni e rivalità. Anche se oggi essi si
sono spopolati e si è appiattita la loro vitalità, quei caratteri
sono ancora riconoscibili nei comportamenti del vicinato.
Le facciate e i portali lavorati in pietra locale, le strade
lastricate, le dimore gentilizie, danno al paese un carattere
unico ed antico. Gli edifici religiosi, che tanta parte hanno
avuto e rappresentano nell'immaginario collettivo di questa
Comunità, che definisce festa essenzialmente quella religiosa,
sono disseminati in paese e nel territorio ed accolgono opere
di grande importanza come quelle del Gamba.
SEGUE ►
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 8
►SEGUE DA PAGINA 5
L’AMBIENTE
Anche se le produzioni non sono più tante e diversificate come
una volta, anche se la coltivazioni del grano la fa da padrona,
in paese sono ancora attivi diversi trappeti che trasformano in
olio le olive, forni che danno dell'ottimo pane: opera ancora
qualche fine pastaio. Vi sono piccole industrie alimentari, di
trasformazione che prendono il latte dagli allevamenti, ancora
abbastanza diffusi; le carni lavorate danno dei buoni prodotti.
Ma allo stesso tempo è ancora consuetudine lavorare in casa i
prodotti dell'orto, le carni, il latte ovino, caprino e bovino.
Tantissimo continuano ad assicurare le massaie che lavorano
alle provviste di salse, salsicce, salumi, formaggi e ricotte,
marmellate e composte, olive e frutta secca. Anche nelle
masserie si svolge la produzione dei prodotti tradizionali di
qualità. Si fanno quei prodotti, determinanti per le identità
locali, strumenti di recupero di saperi, orgoglio e sapori di
unicità straordinarie, spesso ingiustamente destinati
all’estinzione insieme alle professionalità, alle capacità
manuali che li hanno generati ed alle sapienze che attraversi i
millenni li hanno condotti fino a noi. In paese, nei vicoli e nelle
piazzette, ancora si sente il profumo del sugo, degli ortaggi
arrostiti... il visitatore, il parente ritornato per la festa,
possono essere accolti con lo spirito e i modi dei padri.
Il visitatore trova a Sant’Elia a Pianisi un luogo
accogliente, dalla natura calda, asciutta d’estate, secca ed
innevata d’inverno, dolce e tenue nelle stagioni di mezzo.
E’ piacevole passeggiare lungo il lago e nei boschi, alcuni
attrezzati, raccogliendo i prodotti del sottobosco o
osservando animali ed uccelli di passo. Si trova ristoro
presso le aree di sosta e le fonti, quasi sempre all’ombra
di alberi maestosi, lungo percorsi che vanno dal Lago al
Mulino a Vento, dal Tratturo al Colle del Monte.
Immersi in una natura rigogliosa si possono ammirare le
querce secolari, i giganti allevati con amore dagli antenati.
La macchia mediterranea offre i suoi più variegati profumi.
In primavera si incontra il giglio selvatico, l’orchidea, la
bocca di leone, le viole... in autunno tappeti di ciclamini
adornano i boschi e le siepi. I caprifogli, i biancospini, i peri
selvatici, le ginestre inebriano a primavera nei loro intensi
profumi. I colori sfumati autunnali inducono la riflessione
e la passione per l’indistinto. La bora gentile che allieva la
calura estiva, aiuta a godere dei panorami e del lago.
D’inverno, se fortunati con la neve, si può passeggiare in
strada, o goderlo accanto al camino dove ardono forti e
profumati legni di quercia, carpino, frassino ed olivo.
Alcune masserie, riconvertite ad agriturismo, offrono i
sapori e l’ospitalità di sempre; i borghi rurali permettono
di provare antiche sensazioni e di incontrare persone
semplici e gentili; le chiesette di campagna inducono alla
meditazione e al raccoglimento; la piazza del paese è
occasione di incontro, di gioco e di festa.
IL CONVENTO
Sant’Elia a Pianisi non può essere immaginata senza il
Convento. E’ il centro di vita spirituale della Comunità: in
Convento si va a messa ed anche per incontrare i frati che da
sempre si sentono parte integrante della Comunità.
Tra di loro due spiccano per somma importanza ed
autorevolezza: Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi e Padre Pio
da Pietrelcina, oggi San Pio.
I santeliani andavano trepidanti incontro a Padre Raffaele
quando a piedi tornava a Sant’Elia: raccontano i nonni che
fosse una processione di popolo quella che gli tributavano. In
Convento poi è venuto Padre Pio che ha espresso tanta
ammirazione per Padre Raffaele, il Monaco Santo.
Ma Pianisi ha dato anche Sant’Alberto vescovo di Monte
Corvino in Capitanata: di padre normanno, nasce a Pianisi nel
1.032. Sant’Elia ci ha fatto conoscere Fra Pacifico che
“risplendeva per il pregio di tutte le virtù... sempre in moto
per servir tutti... quasi egli solo fosse al servizio di tutti”.
E’ anche per tale motivo che dal Convento partono iniziative
importanti che aggregano e coinvolgono: la Passione del
venerdì santo, il Presepe Vivente, iniziative di solidarietà ed
altre ancora.
Comune di Sant’Elia a Pianisi
Assessorato Agricoltura Turismo Ambiente
www.comune.santeliaapianisi.cb.it
mail: [email protected]
tel. 0874-81205, fax 0874 816400
Girolamo Imparato. I sette Sacramenti (1603)
(maggiori informazioni: www.francovalente.it)
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 9
LE NOTIZIE FLASH
►CASE / GLI STRANIERI COMINCIANO A COMPRARLE IN MOLISE
Civitacampomarano, splendido
paese in provincia di Campobasso
di FC_
Dopo il boom di stranieri acquirenti di immobili in Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo, il
fenomeno comincia ad affacciarsi anche in Molise. Come riferisce il sempre ben
informato giornale on-line “Primonumero”, l’assistente sociale inglese Lindsay Hartley
Russell, solita trascorrere vacanze in Toscana, ha acquistato un edificio a
Civitacampomarano, in provincia di Campobasso, lo scorso mese di settembre. I motivi
della scelta? “Lontano dai turisti e dove si respira una contagiosa atmosfera di serenità e
contatto con la natura”.
Ma gli acquisti non avvengono per caso. L’Associazione Turistica Molisana, volata a
Londra per conto dell’assessorato regionale al Turismo per promuovere il Molise
all’evento “A place in the sun live” (fiera sugli immobili all’estero), ha seminato il terreno.
L’agenzia immobiliare Agricola Enterprise di Guardialfiera, diretta da Christian Agricola,
sta facendo il resto. Visite in Molise di immobili sparsi in regione, quindi le scelte per
vacanze rilassanti.
A Sant’Angelo Limosano hanno invece acquistato casa Jonathan Hardcastle e Nicole
Hardleyi, coppia di Notingham, lui manager, lei contabile.
Più di recente un altro giovane inglese, Oliver, alto ufficiale della Marina britannica,
originario di Canterbury, ha scelto anche lui Civitacampomarano, acquistandovi una casa.
“Non avevo mai sentito parlare prima del Molise – ha confessato Oliver - ma è un luogo
magico che condensa mille attrattive. Ho trovato qui il mio porto sicuro: panorami unici,
accoglienza, cordialità, ottima cucina. Porterò gli amici ansiosi di conoscere questa
terra”.
►POESIA / TIBERIO LA ROCCA VINCE IL “CITTA’ DI TOLLO”
Poesie per sua maestà il vino riletto nella sua accezione
goliardica, di elemento che scalda la compagnia e accende
lo sberleffo, l’ironia, il piacere dell’avventura. Con questa
chiave di lettura l’amministrazione comunale di Tollo, in
provincia di Chieti, ha lanciato la prima edizione del
concorso di poesia Città di Tollo “Il sapore goliardico del
vino”. Il premio si proponeva di dare alla poesia un taglio
ironico e satirico, adatto appunto a quello che è il tema del
vino inteso come elemento di convivialità. Vincitore del
primo premio nella sezione della poesia in vernacolo è
risultato Tiberio La Rocca di Poggio Sannita (Isernia), storico
amico dell’associazione “Forche Caudine”.
Chi nasce a Poggio Sannita – l’antica Caccavone – ha senza
dubbio un rapporto particolare con il vino, uno dei prodotti
che maggiormente connotano il paese. Anche la cultura
poggese, in particolar modo la poesia dialettale ha subito ed
ancora subisce l’influenza del vino. Diversi autori poggesi,
sia vecchi che nuovi hanno, infatti, dedicato versi al cd.
nettare degli dei. Tra essi Tiberio La Rocca, vincitore del
concorso con una composizione dal titolo “Le pellone”.
di PV_
Si tratta di una poesia che descrive in maniera minuziosa i vari
tipi di “pelle” ovverosia, la sbornia. Reduce dalla vittoria
ottenuta al concorso nazionale di poesia Rivalto – Roberto
Magni nella sezione in dialetto, l’autore ha dedicato a questa
tematica diverse composizioni, ed è uno degli ideatori ed
organizzatori della manifestazione “DiVino scrivere e
cantare” che ha luogo nel periodo natalizio ed è giunta alla
quarta edizione. Va anche ricordato poi che, fino a pochi anni
fa, a Poggio Sannita si teneva la festa dell’uva, una
manifestazione molto seguita ed apprezzata. Spiega La
Rocca: “La vittoria mi riempie di gioia, per un caccavonese
associare il suo nome ad un concorso dedicato al vino è senza
alcun dubbio una grande soddisfazione. L’auspicio è che la
vittoria serva a promuovere ancora maggiore interesse verso
la cultura poggese in generale e la poesia dialettale in
particolare”. I versi che seguono, tratti dalla poesia “Ne
munne senza vine” descrivono esattamente il connubio tra il
vino ed i Caccavonesi: “Se ze fenisse l’acca a ccuste munne,
ngò mode certamende ze facera/ ma n-zia mè a fenì fosse le
vine… parecchia iende crè ca z’accedera…”.
►PULLMAN / GESTORE UNICO IN MOLISE
di Antonella Cifelli_
E’ l’Associazione trasporti Molise (Atm) l’azienda unica che gestirà il servizio trasporti
pubblico regionale. Ciò a seguito della pronuncia del Consiglio di Stato che ha respinto il
ricorso di un’azienda concorrente locale e ha messo fine ad una lunga vicenda
amministrativa e giudiziaria. Spariscono così le ditte individuali, circa 30, sino a ieri titolari
di concessioni di linee regionali. L’azienda rappresenta la fusione di due grandi aziende
regionali, La Rivera e Sati, dove si vanno a ricollocare tutti i dipendenti, 350, delle piccole
ditte che avevano operato in regione. Le altre metteranno a disposizione del gestore
unico i loro mezzi o lavoreranno in subappalto. Tagliati i chilometri annui: da 16,4 milioni
a 11,4 milioni.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 0
►CAMPOBASSO / INTITOLAZIONE DI NUOVE STRADE
di Tony Palladino_
La Giunta comunale, su proposta della Commissione consiliare cultura, sport, turismo e
spettacolo, ha avviato con la Prefettura di Campobasso l’iter per l’intitolazione delle
nuove strade cittadine a Campobasso. Copia della delibera è stata inviata anche
all’ufficio tecnico e urbanistico del Comune per i provvedimenti di competenza.
Viale fratelli Pistilli-Sipio, piazza Berardino Musenga, via Leandro Carile e Arturo
Giovannitti: queste le strade che a breve saranno aggiunte alla toponomastica del
capoluogo regionale.
►SAN VITTORE-TERMOLI / DA FRATTURA NO ALL’AUTOSTRADA
di AN_
Il neoeletto presidente del Molise, Paolo Di Laura Frattura, nel corso della sua prima
conferenza stampa dopo la vittoria elettorale ha detto che l’autostrada del Molise che
congiunge l’ A14 (Termoli) e l’ A1 (S. Vittore) “è un progetto da ripensare”.
Secondo il nuovo governatore molisano, al posto dell’autostrada, il cui costo previsto è
di oltre quattro miliardi di euro (era di 3,5 miliardi di euro soltanto nel 2008), la sua
giunta regionale punterà a realizzare un tracciato a quattro corsie dal confine con il Lazio
(A1) ad Isernia, per superare la strozzatura del centro abitato di Venafro.
L’Anas ha fornito i numeri della colossale opera: “Il nuovo collegamento autostradale,
con un tracciato di circa 150 chilometri nelle due tratte San Vittore-Venafro-IserniaBojano-Campobasso e Bojano-Termoli, prevede la realizzazione di due corsie per senso di
marcia, più corsia di emergenza, 121 viadotti (per complessivi 40,3 chilometri), 15 gallerie
(per uno sviluppo lineare complessivo di 11,8 chilometri) e 35 svincoli di collegamento
con la viabilità esistente.
L’autostrada Termoli-San Vittore è una delle opere definite “inutili e dannose” dal
recente dossier “Chi ha visto la Legge Obiettivo?” di Legambiente, che non risparmia
pesanti critiche al progetto. Anche in Molise non mancano voci critiche ad un’opera vista
come deleteria per il territorio. Il progetto doveva essere realizzato da “Autostrada del
Molise S.p.A.”, una società mista Anas - Regione Molise costituita Il 18 gennaio 2008.
Il neogovernatore Paolo Di Laura Frattura ha detto nel corso della conferenza stampa
che “punto di forza dei collegamenti interregionali dovrà essere, invece, il treno:
l’elettrificazione della linea e gli interventi sul tracciato dovranno permettere il
collegamento Campobasso-Roma in due ore”.
►ELEZIONI / BERLUSCONI OPTA PER SEGGIO MOLISANO
di FC_
Ancora una volta i già pochi seggi del Molise per il Parlamento diventa oggetto di
“appropriazione” da parte di politici provenienti da fuori Regione. Dopo la vicenda La
Loggia di qualche anno fa e il bis di Silvio Berlusconi alla Camera (che di fatto lasciò fuori
Quintino Pallante) ancora una volta i seggi molisani vengono “occupati” dall’alto più che
dal basso. Così Silvio Berlusconi fa bis e al Senato opta per risultare eletto in Molise.
L’annuncio in Aula a Roma. La scelta ha comportato – a sorpresa - che il coordinatore del
Pdl del Molise, Ulisse Di Giacomo, rimanesse fuori dai Palazzi romani.
“Servirebbe un clamoroso scatto d’orgoglio dell’ex senatore Di Giacomo per avviare il
ricorso per l’ineleggibilità di Berlusconi – è il commento sarcastico di Simone Coscia,
esponente di “Partecipazione Democratica” (centrosinistra), che fa notare come sia
scomparsa la rappresentanza molisana del centrodestra in Parlamento.
►TASSE / IN MOLISE AUMENTI CON LA TARES
di Antonella Cifelli_
I costi della tassa sui rifiuti in Molise continueranno ad aumentare notevolmente. E’
quanto rivela un dossier di Cittadinanzattiva. “Dalla Tarsu alla Tares passando per la Tia,
cambiano i nomi ma non la qualità della gestione dei rifiuti, con la conseguenza di tariffe
fuori controllo. Dal 2007 al 2012, a fronte di un aumento medio su base nazionale del
+17,1%, i costi in Molise sono aumentati del 22,7%, con consistenti incrementi registrati
soprattutto a Campobasso (+34%).In attesa della Tares, che si annuncia come un nuovo
salasso, non passano indifferenti gli ultimi colpi di coda di Tarsu e Tia, che “salutano” con
un incremento del 2,8% su base nazionale rispetto all’anno passato.
Rispetto al 2011, nel 2012 in Molise si sono registrati aumenti della Tarsu unicamente a
Campobasso (+9%), mentre Isernia si conferma il capoluogo italiano con le tariffe più
contenute.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 1
►LAZIO / NEOCONSIGLIERE RIGHINI SUBITO CONDANNATO
Giancarlo Righini di Termoli (Cb)
consigliere della Regione Lazio
(Fratelli d’Italia)
condannato a quattro anni in
primo grado per turbativa d’asta
di FC_
Il neoconsigliere regionale del Lazio Giancarlo Righini, molisano di Termoli (nato l’11
febbraio 1968 nella città adriatica) è stato condannato a quattro anni in primo grado per
associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta per una vicenda che risale al
2005, quando Righini era assessore ai Lavori pubblici del comune di Velletri. Il
neoconsigliere è stato interdetto dai pubblici uffici. Per questo il Comitato di presidenza
di Fratelli d’Italia, il suo partito, ha deciso di sospenderlo con la seguente dichiarazione:
“Dopo aver esaminato la vicenda che ha visto condannato in primo grado di giudizio il
neoeletto consigliere regionale del Lazio Giancarlo Righini, ha provveduto a sospenderlo
dal movimento e incontrerà l’interessato per stabilire le migliori soluzioni atte a garantire
la salvaguardia della sua onorabilità, il diritto a una difesa libera ed efficace e il dovere
dell’organizzazione a tutelare la propria immagine e i propri militanti”.
Il Comitato aggiunge: “Pur manifestando perplessità in ordine all’improvviso risveglio di
un processo che era in letargo da otto anni e pareva avviarsi all’esaurimento, ha
condiviso con il consigliere Righini la necessità di continuare a dare di Fratelli d’Italia
l’immagine e la sostanza di un partito al di sopra di ogni sospetto. Righini potrà
difendersi meglio delle accuse della magistratura e, se vorrà, rinunciare alla prescrizione
per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti”.
Ci vanno giù duri i grillini: “Abbiamo appreso della condanna del consigliere Righini dal
tribunale di Velletri per associazione a delinquere - ha detto durante il suo intervento in
Aula il consigliere regionale del Lazio del Movimento 5 Stelle Silvia Blasi. “Chiediamo
l’immediata sospensione ex art. 8 del decreto legislativo 235 del 2012 e le dimissioni dello
stesso quale segnale di cambiamento delle istituzioni – ha concluso Blasi.
“Il processo si è concluso in un modo inaccettabile - ha commentato Righini - e visto che arriva
proprio ora a distanza di otto anni non posso che pensare a una sentenza politica. Sono
dispiaciuto e sono certo che in appello farò valere le mie ragioni”. A chi gli chiede se si
dimetterà da consigliere regionale risponde: “Non è al momento prevista questa possibilità”.
Nel caso dovesse abbandonare il suo seggio alla Pisana dovrebbe subentrare il candidato
con più preferenze di Fratelli d'Italia che è Fabrizio Ghera, attualmente assessore ai
Lavori Pubblici del Comune di Roma Capitale.
►DIABETE / EMERGENZA PER I GIOVANI MOLISANI
di Marco Palomba_
Da oltre tre anni l’ospedale Cardarelli di Campobasso non è più in grado di garantire il
servizio di diabetologia pediatrica. “Il servizio ha funzionato egregiamente fino al 2009 –
spiega Carmine Venditti, presidente dell’Associazione giovani diabetici del Molise - con
un’equipe composta da medici, paramedici e personale di sostegno psicologico. Poi il
blocco delle assunzioni e la carenza di fondi hanno fatto sì che i nostri piccoli pazienti, oltre
100 bambini insulino-dipendenti dai tre anni in su, siano costretti a lunghe trasferte per
curarsi in altre regioni, con costi insostenibili a carico delle famiglie”. Le autorità sanitarie
promettono di risolvere il problema in tempi brevi, ma a tutt’oggi le promesse non hanno
avuto un seguito concreto al punto che, in questi anni, l’associazione ha dovuto far fronte
all’emergenza a proprie spese. “Ogni 15 giorni siamo riusciti a far arrivare da fuori un
diabetologo per visitare i nostri pazienti – continua Venditti - ma le risorse economiche
sono finite e la situazione adesso rischia di precipitare. A questo punto, se le promesse non
verranno mantenute, ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica”.
►CORTE DEI CONTI/ IL MOLISE PROCEDA AI TAGLI
di Tony Palladino_
La Regione Molise ha poco tempo per abbattere i costi della politica e delle consulenze,
ridurre i costi degli organismi, dismettere le società industriali controllate. Il semaforo
rosso arriva dalla Corte dei conti. I giudici osservano che, a fronte della diminuzione del
numero dei consiglieri (da trenta a venti), non è stato ridotto il “complesso degli
emolumenti” (indennità, diaria, rimborsi) di consiglieri e assessori, come previsto dalla
legge del governo Monti. Sul fronte vitalizi, il Molise deve integrare la legge che ha
introdotto il sistema contributivo, ma senza indicare la data di percezione dell’assegno.
Inevaso anche l’obbligo di istituire il collegio dei revisori e la riduzione, nel 2012, del 20%
degli importi delle consulenze rispetto al 2009 e delle spese degli oneri per enti ed
organismi che svolgono le attività della regione. In caso di inadempienza scatterà la
riduzione dell’80% dei trasferimenti erariali (che non comprendono le risorse per la sanità
ed i trasporti), oltre al taglio dei trasferimenti erariali pari alla metà dei compensi previsti
per i consiglieri regionali. In caso di ulteriore inadempienza, considerata come violazione
costituzionale, è previsto lo scioglimento del consiglio e la sospensione della giunta.
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►VINI (1) / LE BOTTIGLIE PIU’ VENDUTE NEI SUPERMERCATI
di FC_
Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano e Pecorino sono i vini più venduti nei
supermercati ed ipermercati di Abruzzo e Molise. E’ ciò che emerge da
un’indagine svolta da SymphonyIRI Group per Veronafiere, sull’andamento
delle vendite di vino nella grande distribuzione.
Il Montepulciano d’Abruzzo, nel dettaglio, si conferma anche come uno dei
vini più apprezzati dagli italiani, figurando terzo nella classifica nazionale
delle vendite nella grande distribuzione con otto milioni e mezzo di litri.
Anche il Trebbiano spicca nelle classifiche nazionali, conquistando
l’undicesima posizione con 4,7 milioni di litri venduti. Rilevante l’exploit del
Pecorino che nel 2012 fa registrare una crescita del 23,8%, arrivando primo
tra i vini emergenti.
Il 2012 ha fatto registrare forti aumenti nei prezzi dei vini nella grande
distribuzione: del 5,5% per il totale del vino confezionato, del 4,5% a litro per
le bottiglie di 75 cl a denominazione d’origine e del 10,1% per i brik.
Per quanto riguarda le quote di mercato globale, i vini a denominazione
raggiungono il 56,1% delle vendite di vino nella grande distribuzione,
mentre i brik il 31,5% (sempre a volume).
Il vino più venduto nei supermercati italiani, a livello nazionale, è il
Lambrusco con più di 14 milioni di litri per un valore di 44 milioni di euro.
Seguono Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Barbera, Bonarda.
Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che fanno registrare una maggior crescita
a volume, boom del Pecorino, con un + 23,8%, seguito da Pignoletto, Grillo,
Traminer, Falanghina.
“In un mercato difficile come quello attuale anzitutto è necessario
sottolineare i positivi risultati ottenuti dalla marca privata, cresciuta
dell’1,9% in quantità e del 9,2% in valore, quest’ultimo dato per il suo
ingresso in fasce di prezzo più alte – è il commento di Alberto Coldani,
rappresentante di Federdistribuzione a Vinitaly 2013 (l’Associazione che
rappresenta la maggioranza delle aziende della grande distribuzione),
nonché direttore Acquisti PGC di Carrefour. “Per contrastare la tensione
sul mercato – aggiunge Coldani - la Gdo ha intrapreso piani promozionali
molto forti che hanno contribuito a ridurre i margini delle catene e, spesso,
impedito di assorbire l’elevata inflazione all’acquisto. Oltre alle preferenza
accordate in modo sempre crescente alla marca commerciale abbiamo
rilevato, e credo continueremo a farlo nel 2013, un aumento delle vendite a
volume – del 3,3% nel 2012 – per i vini di prezzo superiore ai 6 euro, un forte
segnale che attesta la ricerca, oltre che della convenienza, anche della
qualità”.
►VINI (2) / CANTINE MOLISANE A MILANO
di FC_
Nella cornice dell’hotel Chateau Monfort, nel cuore di
Milano, lo scorso 20 marzo ha avuto luogo il terzo
appuntamento dell’evento “Happymovinhour”, ideato
dal Movimento turismo del vino Lombardia per
promuovere le eccellenze enogastronomiche italiane.
In tale ambito, dove ogni mese vengono ospitate
preziosità di ogni regione, a marzo sono state
protagoniste le 14 cantine socie del Movimento turismo
del vino Molise , che hanno così potuto presentare i
propri vini ed il proprio territorio ad un pubblico di
appassionati, ad operatori del settore e operatori della
comunicazione. Sono stati infatti allestiti banchi di
degustazione dei vini molisani appartenenti alle varie
denominazioni, ovvero Igt Terre degli Osci, Doc Biferno,
Doc Molise, Doc Pentro, Doc Tintilia.
La collaborazione con il pastificio La Molisana ha
permesso la degustazione di un piatto tipico della
regione.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 3
LA CULTURA
►LIBRI / SARA LORENZINI, LA MISURA DI UN SOGNO
di Pierino Vago_
La giovane scrittrice, che pubblica con Mondadori, è nata a Roma da famiglia originaria di Trivento.
Il fascino per il mondo della comunicazione ha contagiato
sin dalla più tenera età Sara Lorenzini, romana, classe 1981,
famiglia originaria di Trivento (Campobasso), paese a cui è
molto legata.
Tenace, intelligente, ironica, determinata, Sara ha
cominciato sin da giovanissima a mettersi in luce e a
maturare esperienze di lavoro nell’editoria e in televisione.
Ha fatto parte delle redazioni di diversi programmi su
satellite e reti nazionali, collaborando in particolare ai testi.
S’è occupata di contenuti sia nel campo dell’intrattenimento
(da “Frankenstein” di Fabio Canino a “Markette” di Piero
Chiambretti fino a “Ricomincio da qui”, con Alda D’Eusanio)
sia nella fiction (con “I Cesaroni” e “Tutti pazzi per amore”),
lavorando come consulente editoriale per Publispei e
Magnolia. Ha collezionato esperienze anche nelle redazioni
di riviste per bambini e adolescenti (“Cioè”, “Il mondo di
Patty”, “Pop’s”, ecc.). Insomma, una ragazza davvero in
gamba diventata in breve tempo una giovane professionista
di successo.
La grande popolarità è arrivata con i libri. A gennaio 2010 è
uscito il suo primo romanzo intitolato “Diario semiserio di
una redattrice a progetto”, edito da Mondadori. Scrive Sara:
“Di diari, ne ho scritti tanti. Di carta, a righe e a quadretti,
con il lucchetto e senza. L’ultima pagina è rimasta nel bel
mezzo di un quaderno rosso. Davanti parole fitte fitte e
dietro spazi bianchi e vuoti. L’ultima pagina è rimasta a
cinque anni fa. Poi ho smesso. Ma di scrivere, solo di
scrivere, non ho smesso mai. Appunti, pensieri, idee,
racconti e poesie. E poi un romanzo, il mio romanzo
d’esordio, che manco a farlo a posta si chiama ‘Diario
semiserio di una redattrice a progetto’”.
Racconta del programma “A cuore aperto”, un people show
in cui si raccontano storie di vita vera, preferibilmente
tragiche e condite da abbondanti lacrime in diretta tivù. A
reclutare i personaggi più degni di portare i propri guai in
prima serata è un gruppo di affiatati redattori che ogni
giorno si barcamenano tra centinaia di assurde e-mail e
telefonate di aspiranti concorrenti lamentosi, aggressivi o
diffidenti, comunque ansiosi di rivelare al mondo il loro
dramma. Alla trasmissione lavora anche Emma: armata di
tenacia e intuito - queste le qualità indispensabili di un buon
redattore - ha tre mesi di tempo per scovare la storia bomba
che le garantirà l’agognato rinnovo del contratto a
progetto. Ma non si vive di solo lavoro, ed Emma deve far
fronte anche a una vita privata in via di complicazione, tra
un fidanzato che fa lo scenografo per una svenevole soap
opera e un uomo più grande, con cui Emma è convinta di
intrattenere una profonda “affinità di letterari sensi”... Per
fortuna a ricordarle quanto sia importante non prendersi
troppo sul serio, a condividere sogni, paure, ma anche
pranzi in mensa e appetitose chiacchiere, ci sono le
colleghe-amiche, ognuna con le sue idiosincrasie, passioni e
debolezze. Così, mentre le storie degli aspiranti concorrenti
si intrecciano alla vita di redazione, Emma scopre che,
appena dietro il bisogno di abitudini rassicuranti, un’inedita,
affascinante se stessa è pronta a raccogliere nuove sfide,
non solo sul piano professionale. E quando il concorrente a
cui ha pazientemente dato la caccia decide all’ultimo
momento di non partecipare alla trasmissione, lei capisce
che la storia da dare in pasto al pubblico è nascosta tra le
pieghe della sua stessa vita. Come non averci pensato
prima? Una storia bomba... o forse una bomba a mano,
destinata a mandare all’aria tutte le sue certezze.
SEGUE ►
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 4
►SEGUE DA PAGINA 13
A febbraio 2013 esce il suo secondo libro, sempre con
Mondadori, intitolato “45mq, la misura di un sogno”, romanzo
tragicomico che tocca un altro tema attuale: quello degli
studenti fuorisede. E qui emerge il legame con il Molise. E’ la
storia di Neve, ventinove anni, che da dieci vive a Roma. Eroina
romantica dei nostri tempi, ha lasciato il suo paesello in
Molise, la “regione che non c’è”, con un diploma in tasca e
tanti sogni da realizzare. Al volante della sua Malincomacchina
- l’auto in cui canta a squarciagola canzoni strappalacrime - si è
spostata di continuo fra appartamenti vari, traslochi traumatici
e impieghi improbabili. Ora finalmente sembra aver trovato un
po’ di stabilità: lavora in una piccola agenzia viaggi, condivide
un monolocale con l’amatissimo fidanzato Omar e,
appassionata di shopping on line, naviga in cerca di offerte e di
risparmio, armata della sua carta prepagata. Costretta a
tornare in Molise per il funerale del nonno, ad attenderla trova
una sorpresa che le stravolgerà la vita: il vecchio, che aveva
fama di taccagno rubacuori, aveva messo tutti i suoi risparmi
su un libretto postale intestato a lei sola, aperto il giorno della
sua nascita. D’un tratto Neve si ritrova fra le mani
duecentotrentamila euro e un cuore da aggiustare, perché
Omar la lascia all’improvviso... Rimasta senza amore e senza
un posto in cui vivere, decide di investire l’eredità del nonno
nell’acquisto di una casa: un rifugio, una tana dove sentirsi al
sicuro. Inizia così una tragicomica odissea nella giungla del
mercato delle case, dove le mansarde al diciottesimo piano
senza ascensore, i luminosi gabbiotti abusivi vista tangenziale
e gli esclusivi miniappartamenti ricavati da una stalla con il
bagno in cortile sono immancabilmente presentati dall’agente
immobiliare di turno come “un ottimo investimento”. Ma
Neve non si arrende perché, oltre alla casa, in fondo sta anche
cercando se stessa. E nonostante abbia smesso di credere alle
favole, forse troverà anche l’amore vero, quello che aspettava
da sempre. In una Roma vitale e caotica, tra relazioni precarie
e incontri imprevisti, 45 metri quadri racconta con delicatezza
e irresistibile ironia le difficoltà di una generazione che, a dispet-
to dello spread e della crisi economica, non vuole
smettere di credere nei propri sogni. E continua ad aver
voglia di reinventarsi, di rinascere a ogni capitombolo del
cuore.
Dice l’autrice a Rai Letteratura: “Il problema della casa è
molto sentito, in particolare da quelli della mia
generazione. Trovo indecente che un bene primario come
la casa non sia tutelato dallo Stato, ma solamente dal
mercato. Il mio è un romanzo molto leggero, di
intrattenimento, però è inevitabile, per costruire dei
personaggi verosimili, caratterizzarli con queste
problematiche. Neve trova difficile conquistare
l’indipendenza perché oggi ti ritrovi a 38 anni a dividere
stanze con sconosciuti o amici, come se ne avessi 20.
Neve ha 30 anni, è una donna che lavora e non si sente
più giovane”.
►PETACCIATO / LIBRO DI RICETTE DELLE MAMME
di Maria Di Saverio_
Sta riscuotendo grande successo il libro di ricette “Buon appetito, piatto pulito”, a cura
dell’associazione “La bottega delle simpatiche canaglie” di Petacciato (Campobasso),
associazione che si prefigge di proporre, organizzare, attivare e gestire laboratori didatticoeducativi, creativi e ludici per i bambini di età compresa tra zero e dieci anni.
Il ricavato della vendita del volume sarà utilizzato per avviare le numerose iniziative messe in
cantiere dalle fondatrici dell’associazione e dalle mastre dei piccoli alunni, le cui mamme hanno
dato un corposo contributo alla realizzazione del libro stesso. La presentazione del libro di
ricette ha visto la presenza del vicesindaco Alberto Di Vito, delle maestre Lucia Marchesani,
Patrizia Marolla, Maria Assunta Di Gioia, Emanuela Musacchio ed Erminia Terreri.
►LIBRI / QUADERNO DI STORIA MOLISANA
di Maria Di Saverio_
La Sezione Molise dell’Istituto Italiano dei Castelli ha presentato il primo Quaderno di Storia
Molisana dal titolo “Dai Longobardi agli Aragonesi. La storia del Molise attraverso rocche e
castelli” a cura della dottoressa Gabriella Di Rocco. Lo scorso venerdì 15 marzo, dalle ore 18,
nella Biblioteca Albino di Campobasso, la Di Rocco ha presentato il contenuto e le finalità del
Quaderno ai dirigenti scolastici, agli insegnanti di storia, agli allievi delle seconde classi
intervenuti, nonché ai soci della sezione Molise, a quelli di altre associazioni culturali e alla
stampa. Il Quaderno, diretto agli allievi delle seconde classi di tutti gli istituti di secondo grado, è
stato pubblicato in copie limitate consegnate ai dirigenti degli istituti superiori. Per ogni scuola è
stato preparato un plico contenente una copia riservata agli insegnanti di storia delle seconde
classi, una per la biblioteca della scuola di appartenenza ed una per il dirigente dell’istituto. Il
contenuto del Quaderno sarà trasmesso alle classi seconde di tutti gli istituti superiori tramite
posta elettronica in modo che gli allievi possano scaricarlo da internet. (foto Pierluigi Calabrese)
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►LIBRI / “I NOVE PILASTRI” DI DINO DE VINCENZI
di Antonella Cifelli_
Palestina, 26 dopo Cristo. Negli anni di poco successivi alla morte di Cristo, un segreto, “la Verità
che non deve essere vista”, viene celato da pochi uomini che disseminano nel mondo una fitta
serie di indizi sibillini. Tonnellate di roccia frantumata cadono per ostruire quel luogo per
sempre. Il segreto dovrà essere custodito da pochi uomini e tramandato da nonno a nipote per
generazioni. Passerà per gli adepti dei templari e per cavalieri teutonici attraverso “segni” e
“pilastri” in forma di pergamene scritte. Comincia così un thriller alla ricerca del segreto della
cristianità e del vero essere dell’umanità.
Si arriva all’anno 2011 dopo Cristo. Nei nostri giorni, un ricco magnate americano viene in
possesso di uno di questi indizi e incarica Henry Walcott, filologo e paleografo di fama mondiale,
di rintracciare un segreto cruciale per la stessa sopravvivenza della Chiesa cattolica. La caccia si
scatena, ricca di azione, contro una spietata e crudele concorrenza di stampo nazista. Il mix di
avvincenti flashback, dedicati ad avvenimenti e personaggi storicamente documentati, si
intreccia in un percorso unico e inatteso. Un’insospettabile e sconcertante scoperta
archeologica attende di essere trovata, per svelare il suo sapere millenario, aprendo finalmente
gli occhi all’intera razza umana.
E’ questa la trama dell’avvincente libro “I nove pilastri” un vero e proprio thriller ambientato ai
nostri giorni, ricco di forti connotazioni storico archeologiche, scritto da Bernardino de Vincenzi,
nato nel 1954 in Molise ma trasferito da quasi messo secolo a Vigevano, in provincia di Pavia,
dove, dal 1975 al 2010, è stato funzionario del Comune.
Esperto di storia antica e specializzato in Egittologia, è coautore e revisore di testi didattici di
storia antica, storia comparata ed Egittologia, realizzati per università inglesi e, soprattutto,
statunitensi. E’ stato ed è docente di corsi di Egittologia presso varie istituzioni culturali nazionali
e locali.
Bernardino nel 1999 ha avuto la soddisfazione di vedere realizzata la sua idea concepita per i
festeggiamenti di San Silvestro della municipalità di Chicago: invitare due persone in
rappresentanza di ogni Paese del mondo, non vip, ma semplici cittadini da scegliere con
qualsiasi criterio (anche a sorte) per partecipare a una cena di gala il 31 dicembre 1999 con il
sindaco in un ristorante tipico della città.
I nove pilastri: Armando Curcio Editore, collana Electi, pp. 608, euro 18.90,
►LIBRI / BERSANI VISTO DAL MOLISANO COLOMBO
La vita di Pier Luigi Bersani. Le origini, la personalità, il presente e il
futuro del figlio di un benzinaio di Bettola arrivato alla guida del
Partito democratico e ai vertici della politica italiana, dipinti dalla
penna di Ettore Maria Colombo, giornalista molisano di Termoli, che
ha scritto tra l'altro sul Riformista (parlando anche della nostra
associazione “Forche Caudine” a proposito dei tassisti molisani a
Roma) e attualmente collabora con il Messaggero.
Il libro ripercorre la lunga strada attraversata da Bersani, dal rapporto
cruciale e contrastato con la fede cattolica dei suoi genitori (lui stesso
ex-chierichetto che organizza gli scioperi contro il parroco), al
passaggio da militante comunista-trotzkista fino alla laurea in
Filosofia e all'ingresso da irregolare in politica, la lunga esperienza di
amministratore (presidente della Regione Emilia-Romagna), di
ministro dell'Industria, di leader che ha dato una sterzata e una svolta
al neonato Partito democratico.
di Pierino Vago_
«Il comunismo - racconta Bersani a Colombo - mi
attraeva per la sua idea egualitaria, ma approfondii i
filoni critici e le testimonianze delle persone tradite dal
comunismo, come ad esempio Trockij. Nella mia testa,
l'Unione Sovietica è stata sempre sinonimo di
oppressione. Può darsi che un po' abbia influito
l'anticomunismo familiare. Leggevo Mao, mi ero
allevato in una cultura anti-Urss. Ero di piegatura
trotzkista».
Ma Colombo getta anche una luce inedita sul Bersani
più intimo, privato, quello degli affetti familiari, delle
convinzioni profonde, non solo politiche, ma anche
umane e spirituali. Un leader inedito, arrivato dalla
"periferia" di una nazione che, in verità, mostra spesso
di capire meglio di molti leader provenienti dal "solito
giro" d'élite, romano o milanese che sia. Un politico in
grado di sorprendere per la capacità di fare quel che
dice, e anche per la capacità di dire le cose in maniera
nuova: il famoso "bersanese", mix di saggezza
popolare e visione politica condensata nei suoi celebri
motti.
Quello di Colombo è un mosaico, costruito sulle
testimonianze dirette delle persone da anni più vicine
a Bersani, che consente non solo di gettare uno
sguardo sul "vero" Pier Luigi Bersani ma, almeno in
parte, di comprendere qualcosa del futuro dell'Italia.
Qualche critica sulla scelta della casa editrice:
Mondadori o Rizzoli sarebbe stato meglio.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 1 6
►ARTE / PETTINICCHI TORNA AD ESPORRE A CAMPOBASSO
di FC_
Il noto maestro campobassano, uno dei più stimati artisti molisani, ha 87 anni.
“Tra tanti pittori in fuga dal presente, Antonio Pettinicchi
ha salde e profonde radici nella sua terra. Un po’ tutti oggi
parlano di “genius loci” mentendo spudoratamente – ma
è uno degli elementi che fanno postmodern – ma lui ne
può parlare davvero tra Lucito e Castellino e la valle del
Biferno”. Così scriveva nel giugno 1984 Dario Micacchi,
uno dei più importanti storici d’arte.
A sei anni di distanza dall’ultima personale, il maestro
molisano Antonio Pettinicchi, oggi 87enne, torna in
mostra a Campobasso con quello che si annuncia come un
vero e proprio evento. L’artista non dipinge più da
quattro anni e sono rare ormai le occasioni per visitare le
sue esposizioni.
La mostra, a cura dei critici d’arte Tommaso Evangelista e
Silvia Valente, è allestita alla galleria Artes, in viale Elena,
fino all’11 maggio e presenta una selezione di lavori su tela
e una retrospettiva sulla produzione grafica.
“Sono attaccato alla mia terra e agli uomini che ci stanno
e cerco nel mio lavoro di farli parlare – dichiarava
Pettinicchi nel 1984 a proposito del suo Molise. “Essi
possiedono già la forza espressiva, il tragico, il
drammatico e anche il senso di pace. Mi piacciono i silenzi
ossessivi dei controluce del mattino inoltrato o le notti
piene di incubi e di cose remote lungo i burroni e le crepe
di questa terra. Nelle cose che mi stanno davanti c’è il
reale, il surreale e l’essenziale. Questi pochi uomini liberi li
amo, ne condivido le angosce, le sconfitte, le pesanti
rassegnazioni e l’attesa della fine”.
Le tele testimoniano i molteplici aspetti della sua poetica
e spaziano dai celebri autoritratti al mondo contadino fino
alle tematiche del sacro. “La maggior parte dei lavori
risale all’ultimo decennio di produzione, inedite le opere
del 2008 e del 2009, e si caratterizza per una forte
accentuazione delle valenze espressioniste, per un segno
tagliente, per una sapienza costruttiva dettata da
pennellate energiche e vigorose che conferiscono alla
figura struttura e, allo stesso tempo, indeterminatezza hanno spiegato i promotori della mostra durante la
conferenza stampa di presentazione.
Ha scritto l’artista campobassano (ma nato a Gorizia)
Paolo Borrelli nel 2007 a proposito di Pettinicchi e di una
mostra organizzata in quell’anno a Campobasso: “Oggi il
suo sguardo ci è parso più amaro e disincantato, più duro
e provato nei tratti del volto, irrequieto, è diverso ma allo
stesso tempo uguale a se stesso. Capace di sognare, di
comprendersi, tutto intero, nella realtà che come sempre
lo avvolge e lo divora. Perfettamente consapevole del
percorso compiuto e di quello ancora da compiere”.
Nella personale c’è uno spazio dedicato al celebre
“Gruppo 70” formato da Antonio Pettinicchi, Walter
Genua, Augusto Massa e Lino Mastropaolo, dei quali
vengono presentati lavori a carattere esplicativo, utili a
fornire una ricostruzione del percorso dell’artista.
La mostra è stata chiamata “Lui è il Molise”, analogo
titolo del volume che sarà presentato l’11 maggio in
occasione della chiusura della personale, prendendo
spunto dalle parole contenute in un ricordo di Pettinicchi
scritto da Armando De Stefano, maestro e compagno di
studi dell’artista molisano.
Le opere di Pettinicchi sono esposte da Mosca fino agli
Uffizi di Firenze.
Una recente immagine di Antonio Pettinicchi
(da Criticart)
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►TESTI / PREMIO LETTERARIO “MACCHIA D’ISERNIA”
L’associazione “Maccla Saracena” in collaborazione con il
Comune di Macchia d’Isernia, la Provincia di Isernia Assessorato al Turismo, l’Istituto Molisano di Studi e Ricerche, il
ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Ufficio
Scolastico Regionale per il Molise indice il Premio Letterario
“Macchia d’Isernia” (quarta edizione - anno 2013).
Sezione A: Narrativa, intitolata alla memoria di Antonio Lemme
(01/09/1902-08/02/1998) - Possono partecipare autori italiani ed
esteri, dai sedici anni in su, con un racconto della lunghezza
massima di 6 cartelle dattiloscritte (30 righe x 60 battute per
massimo 10.800 caratteri, spazi inclusi), grandezza carattere 14, in
lingua italiana o straniera, ma con allegata traduzione in italiano.
Sezione B: Poesia, intitolata alla memoria di Vittorio Stasi
(12/08/1926-15/03/1998) - Gli autori, italiani ed esteri, dai 16 anni in
su, possono partecipare con un componimento della lunghezza
massima di 36 versi in lingua italiana, grandezza carattere 14.
Sezione C: Fiaba e Favola, alla memoria di Giovanni Siravo
(22/02/1912-16/10/1978) - Possono partecipare gli autori italiani ed
esteri dai 16 anni in su, con un testo della lunghezza massima di 3
cartelle (30 righe x 60 battute per massimo 5400 caratteri, spazi
compresi), grandezza carattere 14. I testi devono avere obiettivi
pedagogici ed essere rivolti a lettori di età prevista per i
frequentatori delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
di Elena Grande_
Sezione D: Poesia e Narrativa autori in erba, intitolata alla
memoria di Vincenzo Galasso (27/10/1923-14/11/1971) ed
Ernestina Carlomagno (19/04/1922-14/11/1971) - Riservata
agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo
grado della regione Molise. Sono ammessi racconti della
lunghezza massima di cinque cartelle (massimo 5.400
battute, spazi inclusi) o componimenti della lunghezza
massima di 30 versi, grandezza carattere 14.
Si può partecipare contemporaneamente alle sezioni
poesia, narrativa e fiaba, pagando la quota per ogni
sezione, se dovuta.
Termine di presentazione - Le opere dovranno pervenire
entro il 15 maggio 2013.
Quota di adesione è di € 10,00 per le sezioni A, B e C;
gratuita per la sezione D.
La premiazione è prevista il giorno 20 luglio 2013 nel
Palazzo Baronale di Macchia d’Isernia.
Modalità di partecipazione, giuria, premi, e altro,
potranno
essere
scaricati
dal
sito:
www.comune.macchiadisernia.is.it, Sezione Associazione
Maccla Saracena.
Oppure rivolgersi a Elena Grande, cell. 349-5936107, email: [email protected].
ASSOCIAZIONE “FORCHE CAUDINE”, ROMA –CONVENZIONI
Lo studio dentistico Mazzei offre agli associati la prima visita
e Rx Endorale GRATIS, Igiene (pulizia dentale) a 48 euro
e sconto del 20% sul prezzo di listino delle altre prestazioni.
Info: via Napoleone III 58 – Roma
tel. 06-4440656 -45555057
(sig. Domenico Rossilli, molisano di San Biase)
Consulenza assicurativa gratuita per gli associati.
INA ASSITALIA
Tel. 06-7108627, cell. 3387647857
(sig. Gabriele Di Nucci, molisano di Capracotta)
A breve su “Forche Caudine” una convenzione per i molisani a Roma
con la commercialista Maria Loreta Sozio, originaria di Capracotta (Isernia)
Oltre 200 eventi promossi in 25 anni di attività.
Privilegiando le intelligenze e i saperi dei Molisani.
“Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione.
www.forchecaudine.it – [email protected]
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GLI EVENTI
dall’8 aprile al 24 giugno 2013 - Roma, via Nicolò Odero 3 (Garbatella)
L'obiettivo del ciclo è quello di sostenere i più giovani, attraverso la
trasmissione orale dei saperi, nell’analisi delle proprie attitudini e nello
sviluppo dei futuri percorsi lavorativi. In un’ottica di modelli professionali
tradizionali e sostenibili, in grado di coniugare i temi della qualità della vita,
dell’attenzione all’altro, della solidarietà, della responsabilità sociale
d’impresa, dell’infrastruttura partecipata con quelli della naturalezza e della
riconversione ecologica. Il tutto gratuitamente.
CALENDARIO DEGLI INCONTRI SETTIMANALI (ore 18)
8 aprile - Convegno sulla domanda e l’offerta di lavoro a Roma
15 aprile - Stilista di moda | Barbara Annunziata e Francesca Gattoni di Santarella sas
22 aprile - Organizzatore di eventi | Emanuela Simeoni di Done
29 aprile - Illustratore | Alberto Ruggieri, Pedro Scassa e Lorenzo Terranera
6 maggio - Fotografo | Nedo Baglioni (pres. Associazione fotografi Confartigianato Arezzo)
13 maggio - Redattore | Leonardo Luccone (Oblique Studio), Luigi Scaffidi (Nutrimenti) e
Virginia Vitelli (Fanucci editore)
20 maggio - Traduttore | Tiziana Camerani, Jérôme Nicolas, Valentina Rapetti e Andrea Spila
27 maggio - Progettista videogame e interattività | Fabrizio Terranova di Illusionetwork
3 giugno - Editore | Daniela Di Sora (Voland editore) e Federico di Vita (autore)
10 giugno - Editore libri illustrati | Fausta Orecchio e Simone Tonucci (Orecchio acerbo editore)
17 giugno - Videomaker | Domenico Gambardella
24 giugno - Disegnatore di fumetti | Alessio Tommasetti.
Per l’autunno sono già previsti incontri con visual designer, copywriter, food designer, veejay
hand writer e generative designer.
A cura di Aiap (Associazione design comunicazione visiva), Cna (artigiani), Comune di
Roma Municipio XI, Provincia di Roma Porta Futuro, Accademia di Belle Arti, Istituto
cine-tv “Rossellini”, Rufa academy, Associazione “Forche Caudine-Molisani a Roma”,
Rivista “Roma Giovani”, Millepiani coworking.
Informazioni: Millepiani, telefono: 06.88817616-88817620. Ingresso libero.
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►PRESENTAZIONI / ROMA, LIBRO DI MICHELE GIANFAGNA
Venerdì 12 aprile 2013 alle ore 16,30 a Roma nella sala Peppino
Impastato presso Palazzo Valentini in via IV novembre, 119/a,
verrà presentato il libro “La stirpe di Caino” di Michele
Gianfagna scrittore originario di Campobasso e residente a
Roma dal 1959.
Dell’introduzione del libro si occuperà Manuel Onorati,
responsabile UniversItalia editrice. Interverranno il prof.
Francesco Sirleto giornalista, scrittore, saggista e critico
letterario., Paolino Addesso, docente di strumentazione del
Conservatorio San Pietro a Maiella Napoli e l’autore del libro.
di Pierino Vago_
Michele Gianfagna è autore di una raccolta di poesie dal
titolo “Ci vuole così poco…” e di testi di narrativa quali:
La stirpe di Caino; Gente del Molise; I cinque dell’Orsa
maggiore; Racconti in treno;La capra di Giuda; Il mistero
della botte di ferro; nonché della citata raccolta di
commedie brillanti dal titolo Le facce del potere. Questi
testi, alcuni sono stati già pubblicati, mentre gli altri sono
in via di pubblicazione ed usciranno a breve. Ognuno di
questi libri ha una peculiarità, ognuno tratta un tema di
fondo che interessa noi stessi e la società civile.
►CONVEGNI / ISERNIA, SI PARLA DEL RISORGIMENTO
di Lorenzo Orrino_
L'Istituto Nazionale delle Guardie d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon. promuove, con l'Ufficio Scolastico
Regionale e con un Istituto di Istruzione Secondaria Superiore di Bojano un interessante convegno/seminario sul
Risorgimento e sull'Unità d'Italia vista dal Molise.
L’evento, denominato “Viva l’Italia! Il Molise che visse l’Unità”, si terrà giovedì 4 aprile 2013 ad Isernia, presso il
Palazzo della Provincia, sala convegni, dalle ore 9. Relazioni: Giovanni Cerchia – Il Molise, il Risorgimento e l’Unità
d’Italia; Antonio Sorbo – Il Molise nella cultura risorgimentale: la figura di Leopoldo Pilla; Anita Garibaldi – Il ruolo delle
donne nel Risorgimento: madri e patriote; Ciro Romano – Realtà locali e processo di unificazione nazionale: un
connubio per un’identità condivisa. Modera: Anna Paolella
L’iniziativa quindi vedrà la presenza di un’illustre Guardia d'Onore nonché relatrice, Anita Garibaldi, la pronipote di
Giuseppe Garibaldi, oltre ad altri relatori tra i quali due professori universitari (Cerchia per la Unimol e Romano per la
Federico II di Napoli) ed un giornalista professionista oltre che consigliere provinciale (Antonio Sorbo).
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 0
►EVENTI / LA GRAN FONDO DEL MATESE
Promossa dall’associazione sportiva Largo Sole si svolgerà la
prossima estate (nei giorni 27 e 28 luglio 2013) la Granfondo del
Matese con partenza e arrivo a Frosolone (Isernia), prova valida
per
Il trofeo “Centro d’Italia Reding”, circuito interforze Garofoli
Porte.
Quattro i percorsi previsti:
- cicloturistico : 49 chilometri, ascesa: 1.000 metri;
- mediofondo: 100 chilometri, ascesa: 2.300 metri;
- granfondo: 140 chilometri, ascesa: 3.250 metri;
- cronoscalata dell’Orso: 9,5 chilometri, ascesa: 400 metri.
La partenza alla francese è prevista da piazza Alessandro Volta a
Frosolone dalle ore 7,30 alle ore 8,30 di sabato 27 luglio, quella
agonistica alle ore 9.
QUOTE D’ISCRIZIONE
Per la Granfondo del Matese (28 luglio 2013):
I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 20 euro;
II - Dal 1 aprile al 31 maggio: 25 euro;
III - Dal 1 giugno al 25 luglio: 30 euro;
IV - Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 28 luglio: 35 euro, (non è
garantito il pacco gara).
Per la Cronoscalata dell’Orso (27 luglio 2013):
I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 10 euro;
II – Dal 1 aprile al 31 maggio: 15 euro;
III – Dal 1 giugno al 25 luglio: 20 euro;
IV – Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 27 luglio: 25,00 euro.
Per la Granfondo del Matese + la Cronoscalata dell’Orso:
I - Dal 20 marzo al 31 marzo: 25 euro;
II - Dal 1 aprile al 31 maggio: 30 euro;
III - Dal 1 giugno al 25 luglio: 35 euro;
IV - Dal 26 luglio fino alle ore 8,30 del 27 luglio: 40 euro (non è
garantito il pacco gara).
di Nicolangelo Zoppo_
NUMERO PREMIATI:
1°, 2°, 3° assoluti maschili
1°, 2°, 3° assoluti femminili
1°, 2°, 3° di categoria maschili
1°, 2°, 3° di categoria femminili
1°, 2°, 3° cronoscalata maschili
1°, 2°, 3° cronoscalata femminili
1°, 2°, 3° assoluti maschili traguardo volante
1°, 2°, 3° assoluti femminili traguardo volante
1°, 2°, 3° assoluti maschili cronoscalata del Matese
1°, 2°, 3° assoluti femminili cronoscalata del Matese
1°, 2°, 3° squadra per km percorsi
1°, 2°, 3° assoluti maschili prova di regolarità (solo
cicloturistico)
1°, 2°, 3° assoluti femminili prova di regolarità (solo
cicloturistico)
1°, 2°, 3° assoluti maschili classifica combinata Granfondo del
Matese + Cronoscalata dell’Orso
1°, 2°, 3° assoluti femminili classifica combinata Granfondo
del Matese + Cronoscalata dell’Orso
RITIRO PETTORALI E PACCHI GARA:
Frosolone, dal 22 luglio al 27 luglio dalle ore 19 alle 24,00
presso ristorante Antichi Sapori di Colombina (via Dante
Alighieri 10);
Frosolone, 28 luglio, dalle 7,30 alle 8,30 presso il villaggio
Centro d’Italia Reding in piazza A. Volta
ACCOMODATION: Largo Sole Eventi (www.largosole.com +39 333 4617806)
INFO: +39 334 7050260, fax. +39 06 20627897,
www.largosole.it,
[email protected],
[email protected]
www.centroditalia.it/gf-del-matese
CONVENZIONI
- per i gruppi residenti in Molise: 2 gratuità ogni 10 iscrizioni;
- per i gruppi extra regione: 1 gratuità ogni 10 iscrizioni;
- per le donne: dal 1 aprile 5 euro di sconto su tutte le quote.
ISCRIZIONI
- tramite carta di credito o paypall: www.mysdam.it/store/dataentry_25298.do& nbsp;
- tramite bonifico bancario: www.centroditalia.it/iscrizioni;
- il giorno della gara, in contanti dalle ore 7,30 alle 8,30.
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►POESIE / GIANLUIGI CIAMARRA E MICHELE GIANFAGNA
Agnus Dei
Diëacce la croce
che te la pertame,
e pure la cherona che le spine:
ce la metteme ‘n cape.
Re vine sa dde cite ? Ebbè che fa ?
Ce re veveme.
Cchiuttoscte, quill ainucc ca nn ze trova cchiù ?
Diëaccela pure a nu, ce la magniëame.
Agnus Dei
Dacci la croce/che te la portiamo/ ed anche la corona di spine,/ ce la mettiamo noi in testa/ Il vino sa di aceto ?
Embè, che fa ? Ce lo beviamo/Piuttosto, quell’agnello che non si trova più,/daccelo pure a noi, ce lo mangiamo.
(da “Fiore di campo”, raccolta di Gianluigi Ciamarra, Volturnia, Cerro al Volturno, 2010)
Senza le solde
Senza i soldi
(Lettera a Minghe Cunzùlette)
(Lettera a Minghe Cunzùlette)
Minghe care, se la sai, dimme
quale jè la situazione nostra.
Che vò ra nu quiste prufessore
quanne rice ca ce sta la crise?
Ca tutte lore ne puonne spènne
pecché ne ’nce stanne chiù le solde?
Che éma ancora rà caccosa
pe falle piglià a cacche rune?
Ma nu ne ‘nputeme rà chiù niénte
pecché eme rate tutte cose,
e mo ne ‘ntenéme chiù niénte;
mo ce remane sule l’anema!
Chesta, però, ne la vò nisciune,
ne vale niénte, ne ‘ntiéne valore!
Minghe care, manche le prieute
la vuonne. Siente, l’aute juorne,
ne ‘ntenèi niente pe magnà
e songhe jute da u parreche.
L’ej ritte de damme caccosa
e j le rèia l’anma mèja;
e sa che cosa m’a respuoste?
Ca ne me putèja ra niénte,
pecché l’anema ‘ntiéne valore,
ne vale niénte. E j ej penzate:
se le rice isse dev’esse vére,
pèrò, allora, j ne vale niénte?
Minghe, ma ’nche munne vevéme!
Ma vale sule chi te le solde?
E scì, mo capische u mutive
pecché tutte le vuonne piglià!
Senza le solde, ne sci nisciune!
Menico caro, se la sai, dimmi
quale è la situazione nostra.
Che vuol da noi questo professore
quando dice che c’è la crisi?
Che loro non possono spendere
perché non ci sono più soldi?
Che dobbiamo ancora dar qualcosa
per farli prendere a qualcuno?
Ma noi non possiamo dar più nulla
perché abbiamo dato ogni cosa
ed ora non abbiamo più niente;
ora ci resta solo l’anima!
Questa, però, non la vuol nessuno,
non vale nulla, non ha valore!
Caro Menico, neanche i preti
la vogliono. Senti, l’altro giorno,
non avevo nulla da mangiare
e sono andato dal parroco.
Gli ho detto di darmi qualcosa
ed io gli davo l’anima mia;
e sai cosa mi ha risposto?
Che non mi poteva dare nulla,
perché l’anima non ha valore,
non vale niente. Ed ho pensato:
se lo dice lui dev’esser vero,
però, allora, io non valgo niente?
Menico, ma in che mondo viviamo!
Ma vale solo chi ha i soldi?
E sì, adesso capisco il motivo
perché tutti li voglion prendere!
Senza i soldi, non sei nessuno!
(Michele Gianfagna)
(Michele Gianfagna)
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FORCHE CAUDINE – OPINIONI IN LIBERTA’
Nel segno del pluralismo, diamo spazio a pensieri anche diametralmente opposti…
►LA NOTA / SFIDARE LE CRISI PER AVERE SPERANZE
Umberto Berardo,
è nato a Duronia (Cb)
nel 1947.
Laureato in pedagogia
a Roma, insegna
materie letterarie nella
scuola secondaria
di primo grado.
Membro della Caritas,
è impegnato nel
sociale, inserito in più
associazioni culturali
e collabora
a diverse riviste.
di Umberto Berardo_
Nel piccolo paese dove abitiamo, abbarbicato sulla montagna molisana, qualche giorno fa,
passeggiando, abbiamo provato ad affrontare le raffiche di uno dei più violenti maestrali mai
sentiti spirare nella zona.
Ci respingeva, impedendoci letteralmente di avanzare, ed allora ci siamo dovuti rifugiare tra le
pareti di una solidissima casa in pietra nella quale nulla ha più potuto metterci in pericolo.
Quel vento ci appare l'immagine delle crisi che la nostra società sta vivendo e l'abitazione ci
sembra un po' la metafora della salvezza che dobbiamo cercare.
Viviamo un crollo di tessuti valoriali, di sistemi associativi e strutturali, di forme organizzative
dell'economia e di secolarismi postcristiani che stanno erodendo profondamente la visione
dello stesso essere umano, le basi democratiche degli Stati e delle organizzazioni
internazionali, il concetto e la definizione di associazioni fondamentali quali la famiglia, il
sindacato, i partiti, ma riducendo perfino l'insorgenza della domanda religiosa.
Tale situazione crea indubbiamente difficoltà psicologiche e relazionali, accentua
discriminazioni e povertà, mina i profili della democrazia e ne cagiona degenerazioni, provoca
crisi esistenziali e spinge molti fuori dalle chiese verso forme di agnosticismo o di ateismo.
Sul piano locale e mondiale l'egoismo umano impedisce di superare la finanziarizzazione
dell'economia per giungere ad un'equa distribuzione del lavoro e della ricchezza, ma anche ad
un ripensamento del sistema produttivo capace di renderlo ecocompatibile e di riportarlo
anzitutto ai settori primari che sono quelli dell'agricoltura e dell'allevamento.
Senza una tale visione saremo sepolti da un'economia di carta che già ha prodotto danni per
certi versi irreversibili in paesi come l'Argentina, la Grecia e Cipro.
A livello politico abbiamo bisogno di immaginare nuovi spazi di rappresentanza e di partecipazione di base che certo
possono servirsi della tecnologia, ma che non devono assolutamente scimmiottare quelle che nel web sono solo
limitate e talora pseudo consultazioni della volontà popolare.
L'aspetto culturale e dell'organizzazione sociale richiede un confronto onesto e leale che, lungi dagli anacronismi
moralistici o dagli ideologismi settari, sia capace di ridare senso profondo e punti di riferimento solidi ad un'esistenza
fondata essenzialmente sull'amore e sulla condivisione dei beni in grado di eliminare le disuguaglianze e di rendere il
mondo più giusto.
Di queste problematiche dovremmo occuparci tutti, ma abbiamo come la sensazione che sia le forze politiche che il
popolo preferiscano vivere in una sorta di forma di attesa del leader di turno capace di inventarsi soluzioni magiche o
miracolose. Anche l'attenzione per la proposta di messaggi religiosi vive oggi una forte contrazione.
Gli episodi scandalistici e le diverse forme di attaccamento al potere, soprattutto a livello istituzionale di vertice,
generano non solo difficoltà nel creare proseliti, ma addirittura portano ad una diminuzione del numero dei fedeli
soprattutto nei paesi a forte tradizione cristiana.
Tale questione, che sembrava la più difficile da risolvere, pare aperta a soluzioni possibili nella Chiesa cattolica con il
gesto di profonda responsabilità di Benedetto XVI e soprattutto con l'elezione di Papa Francesco che in pochi giorni
sta riscuotendo interesse, attenzione ed affetto non solo da parte dei cristiani, ma anche da tanti non credenti.
C'è anche chi col solito anticlericalismo precostituito ha provato ad inventarsi storie di collateralismo con il potere da
parte di quest'uomo che, invece, ha fatto della semplicità e dell'attenzione per gli ultimi il suo stile di vita.
Se i cristiani sono tante volte capaci di autodenuncia, sarebbe talora auspicabile che anche chi non crede fosse
disponibile a vedere gli aspetti negativi, ma altresì i tanti segni positivi ed i contributi che le comunità religiose hanno
dato e stanno rendendo alla civiltà ed in generale all'umanità.
L'intuito e la fiducia, derivanti dall'osservazione di uno stile di vita che ci sembra profondamente legato al messaggio
evangelico, ci fanno sperare che i primi segni del pontificato di Bergoglio siano di buon auspicio per quei cambiamenti
che ovviamente anche noi ci aspettiamo nella Chiesa. Mettere ordine in una struttura verticistica ancora di tipo
feudale, eliminare scandali e segni di ostentazione di ogni tipo di ricchezza, ritornare alla povertà ed alla condivisione
delle origini, rinnovare il linguaggio, le tecniche e le forme dell'evangelizzazione e della liturgia, riportare le
beatitudini al centro di un'opzione forte per i poveri, dare dignità e ruoli decisionali collegiali a tutti i pastori, ma
ovviamente ai laici e soprattutto alle donne, seguendo le indicazioni dei documenti del Concilio Vaticano II. È questo
in sintesi ciò che ci aspettiamo da Papa Francesco. Le resistenze saranno tante, ma qualcosa ci dice che nella Chiesa si
sta costruendo quella solida casa in pietra, di cui scrivevamo nella metafora iniziale e che saprà essere il punto di
riferimento nella difesa dal vento del male che spesso tenta di suggestionare ciascuno di noi.
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►BLOG / ANGELA, UNA “YOUNG GLOBAL LEADERS”
Nato a Larino (Cb), s’è
laureato in agraria a
Firenze dove ha vissuto
un’ intensa attività
politica e sindacale fino
al 1982, quando,
vincitore di concorso, è
diventato segretario
generale dell’Enoteca
Italiana di Siena, ruolo
svolto fino al 2004. E’
uno dei massimi esperti
di enogastronomia.
di Pasquale Di Lena_
L’altro giorno a molti degli amici molisani, che quasi quotidianamente assalgo (chiedo scusa) con
i miei messaggi, ho inoltrato, grazie a Luca Di Domenico un “manager di origine molisana”, un bel
lavoro di Angela Morelli, una giovane ingegnera molisana che, dopo essersi laureata nel 2000 al
Politecnico di Milano e dopo aver continuato conseguendo un master in Disegno Industriale,
parte per Londra per un master ancor più selezionato in Comunication Design alla Central St.
Martins per specializzarsi in Information Design. La sua bravura le permette di restare come
insegnante in questo istituto che, come ho potuto capire, è importante.
la Cattedrale di Larino
Ora è in Norvegia per un progetto finanziato dall’Unione europea che la scopo di migliorare la
comunicazione nel campo della sanità, sia per i medici sia per i pazienti, senza, però, tralasciare il
suo impegno primario nella comunicazione di problematiche legate alla crisi idrica mondiale, che
è poi il lavoro in inglese che ho avuto modo di leggere e trasmettere grazie al gruppo “manager
molisani nel mondo”, creato da Luca Desiata un altro cervello che onora il Molise nel mondo .
Per chi ha avuto modo di sfogliare il documento si è reso conto che è la presentazione, attraverso
diagrammi, illustrazioni, immagini e, anche, parole, dell’impatto del consumo d' acqua a livello
globale.
Una questione che tocca direttamente lo stato dell’arte dell’acqua nel Molise che, come ben
sanno le multinazionali e non tutti i molisani, è, con le sue dolci colline e le sue montagne, un
grande serbatoio di tante piccole cisterne d’acqua, oggi a disposizione della Puglia e della
Campania, domani con la diga di Chiauci, anche dell’Abruzzo.
olivi di guardialfiera e lago del liscione
In pratica una fonte possente che dà da bere al centro sud, altrimenti assetato. Un bene prezioso
che bisogna tenersi caro per non perderlo e disperderlo, ma renderlo fonte di collaborazione e
reciprocità con le regioni interessate, oggetto di desiderio dei potenziali visitatori che, domani,
sceglieranno le loro mete anche in base alla possibilità di trovare acqua e, soprattutto, acqua
potabile. Per questo e altri aspetti continuo a dire quello che vado dicendo da qualche decennio e
cioè che il Molise è da “recintare” per renderlo quello scrigno stupendo che è. Uno scrigno da che
vale la pena custodire con l’amore che merita e con l’entusiasmo di chi sa di avere in mano un
bene che merita rispetto.
In questo senso l’Information Design – come spiega Angela Morelli in una sua intervista a
“21Minuti ” - è uno straordinario strumento che porta a cogliere l’obiettivo della difesa e utilizzo
dell’acqua, nel momento in cui riesce a “tradurre informazioni in un modo accessibile a tutti,
sapendo che la comprensione è una delle monete più pesanti oggi, proprio perché facilita
l’azione” . In pratica, se ho capito bene, la comprensione è la possibilità per ognuno di capire
meglio cosa deve fare e, nell’era della conoscenza, si può ben dire che essa è fondamentale al pari
della progettualità e della partecipazione a tutti i livelli.
Per chiudere questo omaggio a una molisana che onora la sua terra, diciamo, con grande
orgoglio, che Angela Morelli, dopo aver ricevuto, nel 2009, il prestigioso premio “Index Aiga
Aspen Design Challenge”, è, oggi, uno dei 50 componenti della “Young Global Leaders”,
l’associazione (non segreta) che seleziona e mette insieme i giovani che pensano e lavorano per il
futuro. Una particolarità eccelsa che rende ancora più interessante il suo curriculum.
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►MOLISE / NON CI SARANNO MIRACOLI
Nicola Franco, molisano
di Casacalenda, è
residente a Montreal, in
Canada, dal 1954. Ha
viaggiato in tutto il
mondo, dalle Americhe
all’Europa all’Africa.
di Nicola Franco_
Sin dal 24 e 25 febbraio scorso sta soffiando sulla Regione Molise un vento di speranza. Molti
molisani hanno accolto il risultato delle elezioni con entusiasmo, con gioia e nell'euforia del
momento sono già certi di una cosa, cioè che il periodo d'oscurantismo politico, di governo
malfamato e del signoraggio medievalistico è tramontato.
I molisani hanno interamente ragione di rallegrarsi, poiché il futuro non sarà più lo stesso:
una nuova generazione ha rovesciato il muro fissurato, screpolato della corruzione e si
presenta come la generazione della trasparenza; una nuova forza è ormai presente per
governare dando spazio ad una vera democrazia; questa nuova squadra vuol essere più
vicina al popolo ed impegnarsi a risolvere i bisogni cruciali del popolo molisano. Per tutto
ciò possiamo parlare veramente della speranza che il nuovo partito al governo della Regione
suscita nei cuori di molti.
Tuttavia il cammino per ricostruire il Molise politico, sociale ed economico sarà lungo,
semplicemente perché le speranze del cambiamento primaverile restano prigioniere dei gravi
errori del passato. E l'altro cammino, quello della riunificazione di tutte le forze molisane
divise, sarà ancora più lungo, poiché i nuovi dirigenti hanno da curare i mali profondi che
affliggono, da più generazioni, la gente molisana. Il nuovo presidente molisano Paolo Di
Laura Frattura sa esattamente quali sono i gravi problemi della regione e pure essendo
profondamente motivato per correggere una situazione drammatica, conta sul partenariato
di tutti i responsabili politici e sopratutto sull'appoggio di tutti i cittadini molisani per
riuscirci.
Diciamolo subito, chiaramente: ''non ci saranno miracoli nel Molise per i Molisani a breve
scadenza''. C'è bisogno che ricordi quanto ci sia da fare nel Molise per ricostruirlo,
riedificarlo o restaurarlo? Il Molise è schiacciato dai debiti e le casse per amministrarlo sono
vuote; il sistema sanitario è dissestato, molti cantieri sono chiusi, le piccole imprese,
l'agricoltura, il commercio, l'artigianato sono in agonia; il tasso di disoccupazione è tra i più
elevati del Paese, in particolare per le categorie dei giovani e delle donne. C'è bisogno che
ricordi quanti poveri lavoratori sono dipendenti dalla pubblica carità per sfamare le loro
famiglie nel Molise ? Che sono ormai centinaia i giovani che partono dal Molise verso terre
straniere con numerosi diplomi in tasca, pronti a tutto, per assicurarsi un avvenire ?
Il cantiere delle riforme e della ricostruzione per il nuovo partito alla testa della regione è
immenso, la sfida quasi titanesca, perciò non c'è da credere che i problemi saranno risolti in
tempi brevi; qui non si tratta di un terremoto, ma di uno sfacelo che ha gettato a terra e
malmenato istituzioni, uomini e organizzazioni.
Davanti a questa situazione drammatica i molisani dovranno unirsi, compatti, ai nuovi eletti
per creare un Nuovo Molise. Non c'è un altra scelta per riuscire a raggiungere questo
obiettivo. Il tempo in cui il cittadino sperava tutto, passivamente, dai governi, dai dirigenti o
dagli eletti, non fa più parte del mondo contemporaneo; il cittadino deve agire con i governi,
con i dirigenti e con gli eletti per il benessere comune. Praticamente, tutti i cittadini
molisani che da tanto hanno sperato un cambiamento o che hanno lottato per un po' di
giustizia e d'uguaglianza, tutti i cittadini che via le numerose Associazioni hanno contribuito
al sollievo spirituale e materiale dei loro simili, tutti i cittadini che con gli scritti hanno
lottato contro gli abusi della casta e contro gli sperperi delle amministrazioni, tutti coloro
che da anni credono che la cultura possa essere un fattore importante di cambiamento e di
avanzamento, tutti costoro dovranno schierarsi affianco ai nuovi dirigenti per creare le
condizioni favorevoli al rinnovamento ed alla ricostruzione del nostro Molise.
Una delle più importanti associazioni regionali a Roma.
Da 25 anni al servizio della cultura molisana.
“Forche Caudine”: dinamismo, credibilità, passione.
www.forchecaudine.it – [email protected]
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 5
►GENS / CIPRO SI RIBELLA, L’ITALIA SI RASSEGNA
Fabio Scacciavillani,
nato a Campobasso,
noto economista,
lavora al fondo sovrano
dell’Oman dopo
pluriennali esperienze
internazionali.
E’ tra i fondatori
di “Forche Caudine”.
Collabora al Fatto
Quotidiano.
di Fabio Scacciavillani_
Lo schizo-dramma cipriota ha colpito la psiche collettiva per la brutale confisca dei conti correnti
inizialmente imposta indistintamente a tutti i risparmiatori. Ululati di indignazione si sono levati
persino dai pasdaran italici della patrimoniale (dimostrando che sperimentare nella realtà le pulsioni
oniriche è il miglior antidoto alle follie politiche collettive).
Lo sdegno per l’esproprio proditorio è riverberato in modo talmente impetuoso che alla fine l’Unione
europea, il Fmi e il governo cipriota hanno dovuto mollare la presa sui piccoli risparmiatori e procedere
a spolpare quelli più grossi, che essendo in maggioranza stranieri (e quindi privi di copertura politica),
costituiscono il chiodo ideale per il martello confiscatorio.
Ma di tutta la faccenda l’aspetto notevole, dal mio punto di vista, è il contrasto tra la reazione a Cipro e
la rassegnazione con cui in Italia è stata accettata una confisca di ben altre proporzioni.
Vediamo se riesco a spiegarmi con qualche cifra. Nell’isola dove secondo la mitologia nacque Afrodite
(in un’ incantevole baia incorniciata da scogli e pareti di roccia frastagliata), i depositi fino a 100.000
mila euro sarebbero stati tassati (una tantum) al 6.75%. Quindi una famiglia benestante con circa
50.000 euro in banca avrebbe pagato poco più di 3.300 euro.
Paragoniamo allora la cifra ventilata per i ciprioti all’esproprio subito dal contribuente italiano con
l’Imu. Dal momento che l’Imu è una tassa, come è tipico in l’Italia, estremamente farraginosa, opaca e
difficile da calcolare (con conseguente parcella al commercialista per essere sicuri di non finire nel
tritacarne di Equitalia) mi affido ai dati forniti dall’Unità (15 dicembre 2012), organo del partito che –
insieme al Pd con la elle e alla defunta Udc – ha votato allegramente il provvedimento con la scusa
dell’emergenza.
Ecco alcuni esempi: “Nella capitale, il Comune ha scelto di applicare le aliquote più alte, il 5 per mille sulla prima casa e il 10,6
per mille sulla seconda. Nel caso dell’abitazione principale, per un’abitazione media di 70 mq in zona semicentrale classificata
al catasto come A2 (abitazione di tipo civile), chi ha versato 308 euro per la prima rata arriverà a pagarne 512 con il saldo, per
un totale di 819 euro”.
Va leggermente meglio ai torinesi: “Nel capoluogo piemontese l’aliquota sulla prima casa è stata portata allo 0,575%: chi ha
versato 165 euro per un immobile di 70 mq in zona semicentrale di tipo A2 all’acconto vedrà più che raddoppiato il saldo (396
euro) per un conto totale di 561 euro”.
Se poi si hanno seconde case la stangata è molto più sostanziosa: sfogliamo nuovamente gli esempi forniti dal quotidiano
fondato da Antonio Gramsci: “Per le seconde case i genovesi arriveranno a pagare un totale Imu di 1.357 euro per un immobile
A2 e di 828 euro per un A3. [...] Per le seconde case i milanesi arriveranno a pagare anche oltre 2mila euro”.
Quindi, a occhio e croce, una famiglia milanese con abitazione di proprietà che avesse investito i risparmi in una seconda casa si
troverebbe a pagare una cifra simile a quella che si voleva espropriare ad una famiglia cipriota con 50.000 euro in banca.
Con due differenze abissali:
1) La famiglia milanese subisce la confisca anche se sta pagando il mutuo e quindi invece di aver accumulato un patrimonio, è in
realtà oberata da un debito;
2) A Cipro per far quadrare i conti si sarebbe tosato una sola volta, a Milano si continuerà a pagare la stessa cifra ogni anno per
un futuro indefinito (anzi sono disposto a scommettere che sia il governo centrale che i Comuni alla prima occasione
inaspriranno le aliquote e aumenteranno le rendite catastali).
Sicuramente qualcuno troverà da obiettare che i dati dell’Unità sono distorti, sono artificiali, non includono le agevolazioni
(effettivamente il 65% dei Comuni, bontà loro, ha concesso l’agevolazione prima casa per gli anziani ricoverati nelle case di
riposo), che le rendite catastali sono sbagliate eccetera.
Allora per verificare se quanto ho scritto trova conferma nella realtà chiederei ai lettori di indicare nei commenti se a loro
sarebbe costato meno un prelievo sul conto corrente del 6.75% una tantum oppure l’Imu semper.
Morale della favola?
A Cipro per difendere i propri risparmi la gente si è rivoltata, in Italia il gregge ha votato Berlusconi e infatti sono tutti in
trepidante attesa del rimborso Imu che il Cavaliere ha promesso di pagare di tasca propria.
A Roma nascono e muoiono tante associazioni regionali.
In genere seguono le sorti di uno sponsor politico.
“Forche Caudine”, dopo 25 anni di vita, è ancora qui.
Indipendente, dinamica, credibile. Con il Molise nel cuore.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 6
RASSEGNA STAMPA
Romani e Sanniti:
il pdl sotto le Forche caudine
Caro Silvio Berlusconi ti scrivo,
così mi distraggo un po’
di CATHARINA SOTTILE (Primapaginamolise)
di PINO CAVUOTI (I Fatti del Nuovo Molise)
I Romani hanno la mia stima, pur condizionata, soprattutto per il loro motto: ‘Si
vis pacem para bellum’. Per loro la pace era una prova di forza e la convivenza
tra popoli, che oggi chiameremmo ‘civile’ era semplicemente l’attrito che il più
forte riusciva a esercitare sui più deboli, facendolo sembrare equilibrio
consapevole. Ora, che c’entra il sacro Romano Impero col Molise? Poco. Noi
siamo sanniti e i Romani li abbiamo fatti neri.
Rimane la validità pragmatica, per così dire, di quel principio su cui si fonda la
loro politica estera: ‘Se vuoi la pace, prepara la guerra’. La pace, cioè, si
conquista con l’autorità. Che gran cafoni! Niente a che vedere con i
gentiluomini di campagna sanniti che umiliarono i Romani facendoli passare
sotto le Forche caudine, proprio per spiegare che la faccia la perdi anche così,
non solo se te la rompono. Il ‘romano poco imperioso’ Silvio Berlusconi, salito
in corsa sulla lettiga che doveva essere dell’uomo nuovo Alfano, ha dimostrato
che con due chiacchiere e molto populismo si può rischiare di vincere. Ma è
stato un salto disperato, in una corsa già persa. In Molise il clima era lo stesso,
semmai aggravato proprio dal trend nazionale. Due decenni di governo Iorio
sono stati attraversati da tutte le faide che un partito medioevale come il pdl
possa inventare. Faide interne, trasversali ma anche semplicemente erosioni
causate dal tempo. Calo fisiologico del desiderio di potere.
A scardinare il Totem isernino ci ha provato per anni la fiera opposizione fascioimprenditoriale di Ciarrapico. Anni di dossieraggi, di fango, di pulci fatte
all’impassibile democristiano travestito d’azzurro. Poi arrivò anche Massimo
Romano e continuò, avendo però l’eco della stampa nazionale. Alla fine, più
che l’Informazione poté la paura del futuro e la crisi economica ha reso gli
elettori incazzati e ribelli. Tutti contro Iorio, tanto, con chi ce la potevamo
prendere? E qui, proviamo a discutere di Pdl.
Non conoscendo i fatti procediamo, senza vergogna, a colpi di supposizioni.
L’ex senatore Di Giacomo dice che si è battuto perché Iorio non fosse
ricandidato, prevedendo che sarebbe stato un candidato perdente. Aldo
Patriciello, altra sponda mobile del pdl, ha proprio fornito le forbici per uno
strappo clamoroso, che lo ha visto al fianco dell’antagonista di centro sinistra,
Paolo Frattura. Ma sciolto e in posizione privilegiata.
Dopo la scelta guascona di Berlusconi, che usurpa il posto in Senato a Di
Giacomo, l’ex senatore dice qualcosa di inquietante. Suggerisce che sia stato
proprio Iorio a premere per convincere Berlusconi a ‘farlo fuori’. Ma perché il
Pdl si è fidato di Iorio (se fosse come dice Di Giacomo) e non di Ulisse? In
Molise, gli Scilla e Cariddi del partito di Berlusconi si sono schierati contro e
Iorio, solo ed elitario, è rimasto in piedi sulla sua barchetta, Argonauta astito,
capace di attraversare lo stretto e le sue correnti. Non ha vinto, ed era
impossibile, ma non ha perso il Pdl. Perchè?
Perché dopo aver stravinto e stracomandato per decenni ha prestato la faccia
alla sconfitta. In questo modo, secondo me, ha preservato proprio il Pdl. Se
avessero perso già con un uomo nuovo, (ed era probabile) il partito avrebbe
già dilapidato, a prima botta, le sue eventuali energie nuove. Ha perso con
Iorio, che si è preso la colpa e l’onore di una sconfitta dignitosa, ma non
definitiva.
Guardando da fuori, si osservava la nomenclatura del Pdl, la potentissima
nomenclatura molisana, sparpagliata di qui e di là e lui, solo, dove avrebbero
dovuto stare tutti. Chissà, magari è stato questo il criterio con cui a Roma
hanno ragionato del Pdl molisano. Né colpe, né medaglie, ovviamente. Non si
tratta di scelte eroiche, ma di razionalità e di senso dei programmi politici.
Ordine mentale, a garanzia della politica, che mi sento di riconoscere anche a
Vitagliano. Non candidato dal suo partito ha chiarito subito, e prima delle
elezioni, la sua distanza. Ma Iorio, più di lui e di tutti gli altri, ha traghettato il
consenso elettorale preservandolo come un capitale. Se si fosse fatto da parte
il Pdl avrebbe perso anche il dopo-Iorio. Non tanto le elezioni, quindi, quanto lo
slancio di una prospettiva moderata e moderna.
Il prossimo candidato, chiunque sarà, avrà ancora una rampa di lancio non
usurata da poter utilizzare.
Gentilissimo Silvio Berlusconi,
è la prima volta che le scrivo. L’ho incontrata diverse volte
quando aveva l’abitudine di frequentare più spesso
questa regione per il terremoto di San Giuliano di Puglia o
in alcune campagne elettorali. Frequento questa regione
per motivi di lavoro. Però, a differenza di lei, ho imparato
ad amare il Molise e in particolare i suoi abitanti. Gente
laboriosa e affettuosa, che attribuisce all’amicizia un
grande valore, non mercificabile.
Non avendo la possibilità di venire a Roma per
intervistarla mi affido a questa mia, che pubblico anche
sul piccolo quotidiano locale che dirigo, per farle alcune
domande. Non mi legano ragioni né politiche, né di
amicizia, né di famiglia, né commerciali al “fu senatore”
Ulisse Di Giacomo. Non mi ha chiesto di perorare la sua
causa. Da osservatore privilegiato di questa regione sento
la necessità, più che il dovere, di capire e far capire ai miei
lettori lo schiaffo che lei ha dato più che al suo segretario
regionale a migliaia di molisani che hanno dato la fiducia al
Pdl. Sono certo che, seppur ricoverato in un letto
dell’ospedale San Raffaele, abbia avuto modo di
considerare che, per un macchinoso sistema elettorale,
questa regione è stata privata di un deputato. Per la
precisione a essere esclusa è stata Sabrina De Camillis
non riconfermata a Montecitorio, facendo così perdere
un seggio al Pdl e al Molise, che invece ne doveva
eleggere tre. Presidente, come candidato capolista in più
regioni, doveva optare. Ha preferito farlo in Molise dove
con la sua decisione non ha permesso ad altri molisani di
rappresentare questa Regione. Ci spiega perché? E’
davvero talmente innamorato della ventesima regione
d’Italia da contraddire, mi corregga se sbaglio, una
affermazione più volte ripetuta che sarebbe voluto
entrare in Senato come eletto della Lombardia, tra l’altro
ribadito anche a Campobasso da Angiolino Alfano? Si
ricorda che nel 2008 il trattamento che riservò a Quintino
Pallante, che fu escluso dalla Camera dei deputati? Si
ricorda che nel 2006 non entrò sempre a Montecitorio
Rosario De Matteis per consentire l’ingresso di Enrico La
Loggia? Perché nonostante l’avesse promesso nell’aprile
del 2010 che, in caso di vittoria del sindaco Antonio Di
Brino alle comunali di Termoli, sarebbe tornato in Molise
e non l’ha più fatto? Perché pur essendo un deputato di
questa regione non vi ha mai fatto ritorno? Dopo aver
optato per fregiarsi del privilegio di essere un senatore
molisano dalle nostre parti circola una voce secondo la
quale la sua scelta sia stata dettata da suggeritori locali. E’
vero o è la solita maldicenza? Ha forse scelto il Molise per
punire il risultato delle Regionali con la vittoria di un ex
forzista come Paolo Di Laura Frattura? La decisione di
mandare come commissario in Molise alla vigilia delle
regionali Raffaele Fitto che senso aveva? E’ vero che tutti i
sondaggi davano perdente Michele Iorio e che Fitto ne
era a conoscenza? E’ vero che l’europarlamentare Aldo
Patriciello le ha sottoposto più volte il caso Molise? Le
risulta che poi abbia appoggiato proprio il candidato
governatore vincitore?
Mi fermo qui e la ringrazio per il tempo che vorrà
dedicarmi.
FO R CHE CA U D I NE Ne w sle t te r – pa gi na 2 7
►DULCIS IN FUNDO / “SPERANZE SPETTACOLARI”
di Giampiero Castellotti_
La montagna di voti raccolti dal Movimento cinque stelle in ogni angolo dello Stivale
ha radici non soltanto nella protesta, come un po’ superficialmente hanno liquidato la
pratica molti analisti (quelli che non mancano mai nel nostro Paese), ma –
aggiungiamo noi – anche nella speranza. Dopo anni d’immobilismo, molti italiani
hanno visto nel guru genovese e nei suoi giovani seguaci un fattore d’indubbia novità
nel panorama politico. Una sorta di “ultima speranza”, tanto da privilegiare nel voto
un movimento di cui, in fondo, si continua a sapere poco, tra entusiasmi radicali e
paure ancestrali.
Di certo la strana coppia Grillo & Casaleggio ha messo in piedi una macchina
comunicativa risultata poi decisiva per il successo finale. Perché ormai senza
un’efficace comunicazione non si va da nessuna parte. E non a caso i due, massimi
fautori acritici di internet e delle piazze virtuali, hanno nel contempo saputo sfruttare
al meglio la piazza fisica nel corso della campagna elettorale d’inizio 2013. Se loro
hanno chiuso la campagna elettorale riempiendo piazza San Giovanni in Laterano,
luogo anche simbolico della storia politica del nostro Paese, un disastroso Bersani l’ha
fatto nel teatro più radicalchic di Roma (l’Ambra Iovinelli), mentre Berlusconi ha
disertato l’evento conclusivo a Napoli. Proprio grazie all’incessante “Tsunami tour” che ha solcato in 77 tappe i luoghi storici della provincia italiana (Molise compreso) e
ha tratto linfa cavalcando le battaglie (per lo più ambientaliste) delle comunità locali il comico genovese ha potuto integrare e perfezionare quella collezione di emozioni
virtuali raccolte nelle tante solitudini collegate in rete.
Le piazze materiali hanno permesso ai grillini non solo di rastrellare anche le fasce più
anziane e meno istruite della popolazione e di avvolgere i propri sermoni nelle reali e
amare scenografie dei negozi chiusi per crisi, ma soprattutto hanno determinato
quegli “eventi” capaci di contaminare, sul piano locale e poi via via nazionale, ogni
canale mediatico. Se Grillo ha marcato le proprie differenze nel non andare in tv, le
cronache televisive hanno finito per inseguirlo – telecamere alla mano - nelle piazze di
tutta Italia.
Le piazze grilline hanno dimostrato come il Movimento cinque stelle raccolga consensi
trasversali. Non solo generi e classi differenti, ma anche fedi accomunate dagli ultimi
residui ideologici (o ideali): se la democrazia partecipativa e le battaglie ambientaliste
intrigano gli animi di sinistra, i muscolosi strali antitasse e contro Equitalia piacciono a
destra, così come il partito personale. La “spettacolarizzazione” del tutto tocca poi il
dna più autentico dell’elettorato italiano, quello estasiato dal calcio-poesia di
Francesco Totti, ma anche dagli show di Roberto Benigni sulla Costituzione.
Un elettore su quattro, insomma, ha affidato ai grillini le proprie “speranze
spettacolari”, la propria dimensione onirica. Occorrerà ora vedere come questi giovani
parlamentari, anche “di buone speranze”, sappiano mettere a frutto questo
patrimonio di consenso di fronte ai tanti bivi – ipotesi di ieri di un governo con il Pd e
atteggiamento di oggi verso la commissione dei dieci “saggi” - che rischiano di
spaccare nuovamente il proprio elettorato.
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