PANACUS-TB
Patrimonio NAturale Culturale
e Storico della Toscana
e della Balagne
PANACUS-TB, PAtrimonio NAturale, Culturale e Storico
della Toscana e della Balagne
Progetto cofinanziato dal Programma Italia/Francia Marittimo
Progetti semplici bando Al di là del Mare
I
l progetto si è sviluppato in Toscana nel
territorio del comune di Castiglione
della Pescaia e nel comune di
Grosseto, in Corsica nella regione
naturale della Balagne, grazie alla
partecipazione delle scuole primarie e
secondarie di primo grado.
I temi del progetto sono incentrati
sull'individuazione delle analogie tra le
due aree attraverso attività di ricerca sia
bibliografica che sitografica ma anche
attraverso ricerche presso gli uffici
patrimonio dei Comuni e interviste agli
anziani del posto. Inoltre il progetto mira
a sviluppare conoscenze sui mutamenti
avvenuti attraverso l'antropizzazione dei
luoghi, da parte degli studenti (e dei
cittadini in generale) attraverso attività di ricerca e interviste sulle origini dei siti del proprio comune e
visite sul campo, e attraverso la partecipazione attiva alla realizzazione di strumenti pedagogici e
strumenti di comunicazione e informazione; far capire agli studenti che le due regioni costiere hanno la
stessa impronta mediterranea e hanno in comune l'habitat naturale e le stesse radici culturali, essendo
oltretutto anticamente la Corsica annessa all'Italia.
Obiettivo: Individuare e far comprendere ai ragazzi le connessioni, le affinità e i tratti comuni delle
due regioni Mediterranee, relativi al patrimonio storico-culturale, alle tradizioni, alle economie locali,
alla biodiversità e agli habitat naturali. Migliorare e potenziare la conoscenza dei patrimoni naturali
storici e culturali di Toscana e Corsica da parte dei giovani stessi attraverso la realizzazione di un
percorso pedagogico comune e condiviso.
Destinatari:
3 scuole della Toscana, di cui 1 del
Comune costiero di Castiglione della Pescaia e 2 del
Comune costiero di Grosseto e 2 scuole della Balagne.
La Natura della Maremma
I
l progetto Panacus in Italia si è sviluppato nella regione Toscana, più precisamente nella Maremma
Grossetana.
Il clima in Maremma è di tipo mediterraneo: caratterizzato da estati calde e siccitose, mitigato da venti
di maestrale e ponente; mentre gli inversi sono freddi e miti.
Il territorio può essere diviso in 4 parti:
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la costa (ovest): la Maremma è bagnata dal Mar Tirreno, dalla sua costa sono visibili alcune isole
dell'Arcipelago Toscano: Elba, Montecristo, Formiche di Grosseto, Giglio e Giannutri. Da qui, nelle
giornate più terse è possibile vedere i monti della Corsica. Il litorale maremmano presenta ampie distese
sabbiose con tratti di vegetazione dunale e retrodunale che precedono la tipica pineta che introduce
alla macchia mediterranea. Presso i promontori (es: Punta Ala e Monte Argentario, originariamente un
isola e in tempi recenti ancorato alla terra ferma grazie ai tomboli naturali della Giannella e della
Feniglia) che interrompono i lunghi arenili sabbiosi si ritrova un tipo di costa rocciosa, più alta e
frastagliata con scogli. Aree importanti rivestono le zone umide costiere come la Diaccia Botrona, la
Laguna di Orbetello e il lago di Burano (prima oasi wwf in Italia). Sulla costa sfocia il fiume più importante
della Maremma: l'Ombrone (161 km) la cui "bocca" si trova nel Parco Regionale della Maremma.
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le colline metallifere (nord): zona con carattere collinare e montuoso, estremamente ricca nel
sottosuolo di risorse minerarie e di flussi geotermici
sfruttati per la produzione di energia geotermica. In
questa zona si colloca il Lago dell'Accesa, unico bacino
naturale d'acqua dolce della parte nord della provincia
di Grosseto. Da questo lago sorge il fiume Bruna (circa 70
km) che sfocia in prossimità dell’abito di Castiglione
della Pescaia.
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la zona Montuosa (est): dove si trova il monte Amiata
(1738 m slm) la montagna più alta della Provincia di
Grosseto. Un vulcano spento da circa 350.000 anni,
ricchissimo di acque, dove troviamo boschi di castagno
e faggi.
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L'area del Tufo (sud): chiamata così per la massiccia
presenza di rocce tufacee (rocce magmatiche
effusive). L'area si presenta collinare e ricca di boschi,
che fanno da cornice naturalistica alle importanti aree
archeologiche di Sovana, Sorano e Pitigliano. Qui si
trovano importanti stazioni termali come Saturnia.
Tracce di storia in Maremma
L
a Maremma Grossetana, ultimo lembo selvaggio della Toscana, in passato era conosciuta con il
nome di Marittima Regia, Maretima, Marimma e poi Maremma. Abitata dall'uomo fin dal
Paleolitico, gli Etruschi rappresentano la popolazione simbolo di questo territorio, che sulle sponde
dell'antico Lago Prile costruirono le città di Vetulonia e di Roselle. Molti sono i siti in Maremma dove sono
state rinvenute tracce di questo popolo misterioso. Tra il IV e il III secolo a.C. I Romani conquistarono le
terre degli Etruschi. Con il crollo di Roma e le invasioni barbariche ci fu una diminuzione della
popolazione che trovò rifugio nei ruderi delle ville romane e nelle città in decadenza.
A questa fase seguì l'incastellamento (fondazione di villaggi fortificati). Iniziò poi il dominio della famiglia
Aldobrandeschi, di origine Longobarda, che aveva il dominio su quasi tutte le terre dell'attuale
provincia di Grosseto. Intorno all'anno mille si suppone che il Lago Prile si presentava come una palude
senza possibilità di navigazione, reso ostile dalla presenza della malaria. Dopo gli Aldobrandeschi ci fu il
dominio di Siena e di Pisa. Sempre nel medioevo sorsero su tutta la costa torri di avvistamento per la
difesa dai pirati saraceni. Nel 1557 i Medici erano i Granduchi di Toscana, i quali tentarono una prima
bonifica, rafforzarono le difese costiere e ricostruirono alcune torri e rocche distrutte dai Senesi, come le
Mura di Grosseto. La parte più a sud della Maremma (Orbetello e Argentario) divenne invece lo stato
dei Reali Presidi Spagnoli.
Ai Medici seguirono i Lorena di Asburgo nel 1737, i
quali si dedicarono molto alla Maremma
effettuando le grandi opere di Bonifica. Con
Leopoldo II di Lorena (detto Canapone) si ha
l'annessione al Regno d'Italia, così la Maremma
venne dimenticata. Sotto i Savoia ci fu un aspro
disagio economico e sociale che si sfogò
attraverso il Brigantaggio. Dopo la Prima Guerra
Mondiale, con il Fascismo si riprendono le
bonifiche abbandonate con i Lorena. All'Opera
Nazionale Combattenti si devono molti dei lavori
attuali e venne favorita la piccola proprietà
terriera a scapito del latifondismo. Grazie alle
opere di bonifica e al chinino la malaria iniziò a
scomparire, ma venne debellata del tutto con il
DDT, spruzzato durante i primi anni del 1950.
IN PASSATO FU: LAGO PRILE
In passato, circa 2,5 milioni di anni fa, la pianura grossetana era
occupata da un grande golfo in cui sfociavano i fiumi Ombrone e
Bruna. In epoca etrusca l'insenatura marina andò gradualmente
trasformandosi in un'ampia laguna: il cosiddetto Lago Prile.
Successivamente in epoca romana il Lago Prile divenne un bacino
chiuso, ambito da molti personaggi di rilievo, come confermato da
Cicerone nella sua composizione "Pro Milone" in cui Clodio, viene
denunciato per avere eretto una villa, pur non essendo il proprietario
del terreno. Oggi, dopo il periodo delle grandi bonifiche, è ancora
visibile una traccia del Lago Prile: la Diaccia Botrona, riserva naturale
provinciale.
La Natura della Balagne
I
l progetto Panacus in Corsica si è sviluppato nel territorio della Balagna e più precisamente nei territori
di Calenzana e Calvi.
Il clima della Balagna è di tipo mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche, e da inverni dolci
e umidi. Le sue coste sono spesso colpite dal vento, il Libeccio orientato a ovest\sud-ovest è il vento
dominante. Le violente tempeste di vento del nord e nord-est sono prevalenti in inverno.
La geologia di questa parte della Corsica, chiamata «corsica antica», si ritrova presso in Sardegna e nel
Massiccio dei Maures in Francia; l'aspetto è roccioso, scosceso e frastagliato, scavato da golfi e baie. Il
golfo di Calvi è chiuso a ovest dalla Punta Revellata e ad est dalla Punta Spanu. All'interno del golfo si
trova la spiaggia di Calvi che è relativamente grande, con i suoi 6 km di lunghezza, rispetto alle brevi
estensioni delle distese sedimentarie della costa occidentale della Corsica.
La spiaggia è delimitita da una lunga pineta, piantumata per seccare le paludi malsane. Benchè
risalente al XIX secolo, i primi progetti di piantazione risalgono all'epoca genovese nel 1736.
La vegetazione del litorale balanino è un misto di flora litorale e di macchia meditteranea, di cui certe
specie hanno saputo adattarsi alla salsedine.
La penisola di Revellata, sito naturale di cui 44 ettari appartengono al Conservatoire du Littoral, è un
ambiente naturale eccezionale. Vi si scoprono molte piante litorali e della macchia costiera, tra cui
molte specie endemiche.
Il comune di Calenzana, il secondo più grande della
Corsica copre circa un quinto della Balagna.
Appartenente al Parco Naturale Regionale della
Corsica, comprende 16 km di costa e vaste pianure,
catene montuose, e campi dedicati alla pastorizia. Il
villaggio è costruito sulle pendici del Monte Grosso, che
sale fino a 1937m; vi si celebra l'evento culturale e
religioso più importante della regione:
«A Santa
Restituda», Patrona della Balagna, a cui è dedicata
anche una cappella nel sito omonimo, dove i primi
abitanti dellà città vi si installarono in epoca romana.
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Libretto Panacus 1.1 - PaNaCus-TB