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l’editoriale
“Vi prego,
non perdete la fiducia”
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volti e parole
Chiara e Matteo:
una famiglia accogliente
dal decanato
Noi cristiani, noi comunità cristiane
di fronte alla crisi: una provocazione ed una opportunità
Esercizi spirituali di decanato
Le chiacchiere nella Chiesa
dalla diocesi
Festa diocesana delle famiglie
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dalle parrocchie
Marco
Sacco e San Giorgio
San Giuseppe
San Marco e Sacra Famiglia
Santa Caterina
Santa Maria
Comunità in cammino 2/2013
mondo giovani
Cosa bolle in pentola?
Il piccolo granello di senape
mondo famiglia
Un itinerario di preparazione
al matrimonio lungo 10 mesi
carità(s)
Educare alla fede per essere
testimoni di carità
“La cicala e la formica”: il libretto
del bilancio familiare
Il disagio sulle nostre strade
L’“Unità di strada” di Rovereto
missione a 360°
Riflessione sull’essere missionari
ecumenismo e dialogo
La Rovereto “Altra”:
pianeta ortodossia
realtà sociali
Cooperativa sociale Città Aperta
L’artigianato sociale della
Cooperativa Iter
segni nella liturgia
Pregare con il corpo
impegni di vita
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Papa Francesco e le realtà laicali
cultura e dintorni
Film lievi per temi importanti
news
piccoli lettori
Un gioco per l’estate
In copertina:
i Giardini Italia di via Dante a Rovereto
impegni di vita
carità(s)
Educare alla fede
per essere testimoni
di carità
“
A
“
La fede che si rende operosa
per mezzo della carità.
(Gal 5,6)
nche alcune persone della nostra diocesi e del nostro decanato hanno partecipato al 36° Convegno nazionale di Caritas
Italiana (aprile 2013) e offrono alcuni fecondi
spunti per gli operatori Caritas, per le nostre
comunità e per ogni singolo cristiano. S.E.
Monsignor G. Merisi (Vescovo di Lodi, Presidente della Commissione episcopale per
il servizio della carità e la salute e Presidente
di Caritas Italiana) ha illustrato gli obiettivi
della scelta del tema del convegno con
queste parole:
• far prendere consapevolezza dell’importanza di educarsi, per educare a
nostra volta ad una fede che si renda
operosa per mezzo della carità, capace
di discernimento e di testimonianza di
umanità.
• Fornire contenuti e indicazioni che vadano
a sostanziare le attività delle Caritas sul
territorio, in modo che abbiano valore
di segno e inducano a vivere una fede
che porta a “riconoscere i tratti del volto
di Dio nel volto del fratello” (Mt 25).
Nelle quattro giornate del Convegno si è
riflettuto con attenzione sulle nuove storie
e sui volti nuovi che si rivolgono ai Centri di
ascolto della Caritas. Si sono privilegiati i
lavori di gruppo e confronto rispetto a
queste tematiche: i giovani, le persone che
vivono le dipendenze, le famiglie, gli emigrati,
le persone che vivono le solitudini.
In queste pagine - Alcuni momenti del 36° Congresso nazionale delle Caristas diocesane
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impegni di vita
Riportiamo un estratto della relazione di
un gruppo di lavoro: “I dettagli della fotografia scattata a partire da queste cinque
prospettive hanno evidenziato che gli scenari
e i bisogni nuovi appaiono sempre più tra
loro trasversali; inoltre il tema che percorre
scenari e bisogni è la riduzione, lo sfilacciamento o l’assenza dei legami intorno alle
persone singole, ma sempre e ancora di più
intorno al soggetto famiglia.
Perciò non ci stancheremo mai di affermare
e sottolineare a grandi lettere la centralità
della persona. Per questo i centri Caritas,
più che luoghi di erogazione, dovranno saper
essere innanzitutto luoghi di ascolto, di relazione e punti di riferimento per le persone
che vi si rivolgono. Questo significa che la
persona, prima ancora che oggetto di studio,
di rilevazione, ecc., è il soggetto della nostra
attenzione e, in quanto tale, va amata e
quindi incontrata e messa in relazione con
gli altri, con la comunità, con Dio. La prima e
principale pista su cui lavorare è e rimane la
persona, a partire dai più poveri.
La lettura costante della storia, così vertiginosamente incalzante, ci sprona all’attenzione
alle nuove povertà, che sono il risultato nefasto, o il rovescio della medaglia, di nuove
situazioni di vita che caratterizzano la storia
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Comunità in cammino 2/2013
carità(s)
contemporanea. Tra le nuove povertà vi è la
perdita di sicurezza per il futuro a seguito
della situazione economica e della più profonda crisi di senso per il collasso di rapporti
e relazioni, vi è la nuova categoria di persone
vittime del suicidio fino all’altro ieri inimmaginabile, ossia quella degli imprenditori. A
queste inedite situazioni, come anche ai
vecchi bisogni che si presentano in modo
nuovo, e ai volti nuovi di coloro che si presentano in quanto mutate sono le condizioni
di vita, siamo chiamati sempre a portare
l’attenzione con lo spirito evangelico di chi
ha la consapevolezza di essere semplice strumento, ma con la determinazione di chi sa
che lo strumento deve essere comunque
efficace; con la pazienza del seminatore, anzi
dell’ apostolo che, per essere tale, è prima
di tutto e rimane sempre comunque un discepolo”.
Monsignor Nervo, a chi gli chiedeva quale
fosse stato il più grande insegnamento dei
suoi quaranta anni di servizio in Caritas, rispondeva: “Sono convinto che la prima
carità è il vangelo, perché la povertà maggiore
è la mancanza di fede e per molti, che forse
crederanno di non essersi mai incontrati con
Gesù Cristo, la Carità sarà l’ottavo sacramento
che li salva.”
carità(s)
impegni di vita
La cicala e la formica:
il libretto del bilancio familiare
I
l potere di acquisto è diminuito di parecchio, a fronte di prezzi che continuano a salire con i salari che rimangono
gli stessi. È un refrain che i mezzi di informazione ribadiscono più volte al giorno
ed è la perfetta sintesi della crisi che stiamo
attraversando.
La consapevolezza che è necessario fermarsi
un attimo e tornare a consumare meno e
meglio, a far bilanciare entrate ed uscite
familiari, ad elencare le spese da fare in ordine di importanza reale e non di capriccio,
ci ha posti di fronte a molti dilemmi.
Per noi aiutare significa anche provare ad
educare le persone che incontriamo a camminare ben salde sulle proprie gambe, a
non appoggiarsi sempre e solo sull’assistenza pubblica o privata, a non fare debiti
inutili.
Queste riflessioni, condivise con alcuni volontari competenti anche dal punto di vista
tecnico ed economico, unite all’esperienza
nata all’interno del corso di formazione
“Quale uso corretto del denaro?” organizzato
dal CedAS di Rovereto nel mese di novembre 2011, hanno dato vita all’idea del
libretto Bilancio familiare. Lo strumento,
ideato dal CedAS di Rovereto, è indispensabile per tutti. Non molti anni fa nelle
scuole si insegnava economia domestica;
oggi tornare ad un rigore economico è inderogabile anche per chi è più fortunato,
quantomeno per destinare risorse ai più
bisognosi.
Con questo strumento mandiamo un messaggio e recuperiamo l’antica saggezza,
quel che di buono ci hanno insegnato i
nostri anziani: vivere con sobrietà, controllando le risorse a disposizione ed offrendo attenzione agli altri.
Per aiutare le persone non italiane che accederanno a questo strumento, tutti i testi
sono tradotti in inglese ed in arabo.
È auspicabile che l’utilizzo di questo strumento possa concretizzarsi nella quotidianità della gestione economica del singolo,
ma soprattutto della famiglia.
In alcuni casi si potrà anche prevedere una
forma di sostegno attraverso la consulenza
e/o l’accompagnamento di volontari/operatori dei Punti di Ascolto Parrocchiale o
del servizio Credito Solidale.
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carità(s)
Il disagio
sulle nostre strade
L’Unità di strada di Rovereto
L’
Unità di strada di Rovereto nasce
nel 2007 con il patrocinio del CedAS-Caritas, della Fondazione Comunità
Solidale e della Croce Rossa. È composta
da 14 volontari, preparati a questo servizio
grazie a un corso specifico, e poi con una
continua formazione, per non perdere di
vista l’evoluzione di questo fenomeno.
All’inizio tutti noi del gruppo cercavamo
di parlare, discutere, dare risposte, informazioni e capire perché delle persone finivano o decidevano di vivere in strada. Ci
sembrava che offrire questo alla persona
incontrata fosse basilare.
Dopo cinque anni di servizio ci siamo resi
conto che queste risposte possono “anche”
servire, ma, se non ci si mette la sensibilità
del cuore, il proprio credo, l’ascolto ed a
volte anche il silenzio, non si capisce nulla
di queste persone e non le si aiuta davvero,
perché a loro serve soprattutto essere
ascoltate. Sono uomini e donne che vivono
un disagio profondo, che li porta a volte a
perdere la propria dignità scivolando nell’alcolismo o nella droga. Altre volte sono
vite che sopravvivono sperando che alla
mattina, quando si sveglieranno (magari
in una fabbrica abbandonata), il loro incubo
finisca e torni il sole della speranza.
Un the caldo e dei biscotti sono le uniche
cose che nelle nostre uscite portiamo con
noi e che ci servono come aggancio per
cominciare la relazione con queste persone.
Ogni volta che finiamo il nostro giro serale
del martedì e del venerdì ci domandiamo:
“sarò servito a qualche cosa?” E allora alle
domande di équipe aggiungo le mie personali: “avrò capito il vero bisogno della
persona con cui ho parlato? Sono stato
scortese con quella persona che mi ha ri-
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Comunità in cammino 2/2013
fiutato dicendomi che non voleva niente
da me, perché non aveva bisogno di niente
e di nessuno e per lei vivere in strada era
una scelta?” Nelle riunioni, che ogni mese
facciamo come volontari, ci confrontiamo
e facciamo la verifica del lavoro svolto:
come sono andate le varie uscite, le dinamiche che si sono innescate tra noi e le
persone che incontriamo, a volte sfiorando
anche il pericolo.
Emerge sempre il bisogno di queste persone
di essere ascoltate e di avere uno spazio
per raccontarsi e così sentirsi più “leggere”
nell’affrontare il peso della lotta quotidiana
per la sopravvivenza. E l’ascolto ci sembra
sempre l’arma migliore nelle nostre mani
e la più difficile da mettere in atto.
Oscar Galletti
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COMUNITÀ IN CAMMINO
Redazione: parrocchia di San Marco, vicolo San Giuseppe, 13 - Rovereto
Direttore responsabile: Monica Signorati
Aut. Tribunale di Rovereto n. 42 in data 27.02.1964
mod. 17.12.1981 - mod. 10.04.2012
Amministrazione: Anna Pallaver - Via Unione, 1 - Rovereto
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Con approvazione ecclesiastica
Grafica e stampa: Tipografia Mercurio - Rovereto (TN)
Anno LXXXV - N. 4 - OTTOBRE-DICEMBRE 2013
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Unità di strada - CedAS Rovereto