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ottobre 2005
54
Periodico
bimestrale
di cultura,
informazione
e dibattito
Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno
collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Elisa Russian, Sandro Venturini, Massimo Vitti e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Redazione: via A. di Prampero, 51/2 - Gemona del Friuli_ _Inviare la corrispondenza a: Pense e Maravee,
casella postale - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Finito di stampare: ottobre 2005_ _Tiratura: 5.100 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine_
_Contiene I.R.
PENSE EMARAVE E
Anno 14 - n. 3
sommario
La Manifattura:
Tra storia e futuro
Intervista a C. Burgi
Il parere dei sindacati
e della Regione
Musica e giovani:
Cinque piccole storie The Desperados
Donne!
Giovani e arte:
Urbanistica e territorio Marcella Forgiarini
Speciale Amnesty
International sulla
pena di morte
...e ora?
MANIFATTURA
2
Cent’anni di storia e memoria
spesso le sorti di
Molto
un'azienda diventano
fornì nuova energia e
in contemporaneo ventutt'uno con il Comune dove nero costruiti due dorsono situate. Chi dice Torino mitori per le operaie
dice Fiat o Milano con Pirel- che venivano da fuori
li, chi dice Gemona pensa Comune. Nel frattemalla Manifattura, un tempo po il Morganti si era
Cotonificio Morganti, quella definitivamente stabilifilatura che ancora per tanti è to a Gemona, nella
e resterà "la fabriche". Un'a- Villa Pecol, opera delzienda che fino al 1° agosto l'arch. R. D'Aronco,
di quest'anno, data della sua ora Centro Affari, di
messa in liquidazione, ha cui oggi rimangono
avuto un ruolo insostituibile solo le splendide canper l'economia del Gemonese cellate. In quegli anni
e in particolare per l'occupa- all'interno dello stabilizione femminile. Ma tornia- mento venne costruita
mo nel secolo scorso.
una centrale termoeletIl comm. Antonio Morganti trica di 1200 kw, su La facciata della Manifattura come si presentava prima del terremoto.
(1868 - 1939), di origine progetto dell'ing. Pitti- Dal libro: Manifattura di Gemona, 1979
lombarda, decise di costruire ni di Gemona e avviata
un cotonificio a Gemona, l'attività di tintoria, che cessò mento. Molti furono i feriti. stabilimento di Gemona, posnella spianata antistante la nel 1940. I dipendenti, che L'opificio fu irrimediabil- sedeva una filatura a Vivaro
stazione ferroviaria, poiché all'inizio erano 400 passaro- mente compromesso e quindi (Pn) e la Manifattura di Gorila ferrovia, a quei tempi, era no a 1200 e producevano demolito. Dopo lo sgombero, zia, 4 centrali idroelettriche
l'unico mezzo di trasporto 7000 kg. di filato al giorno. al posto di una moderna in Regione, Telefriuli, il
delle merci e perché la forza Nei bombardamenti del azienda rimaneva una spiana- castello di Susans, oltreché
motrice degli impianti prove- marzo/aprile 1945 lo stabili- ta deserta. Immediata fu la partecipazioni in altre Azienniva da una centralina situata mento fu nuovamente distrut- volontà di ricostruire e l'11 de e alcuni immobili. I dipensul Canale Ledra/Tagliamen- to. Nel 1939 moriva il comm. dicembre 1976 venne posta denti assommano a 700
to. Il Consorzio infatti era Morganti a cui subentrò il la prima pietra della nuova unità.
nato nel 1876 con lo scopo di figlio Enea, che morì nel Manifattura. Il pallido sole di A metà anni '90 arriva la
fornire acqua all'agricoltura e 1945. Alla guida del Cotoni- quel giorno illuminò la prima crisi con la chiusura di
produrre energia elettrica da ficio Morganti subentrarono i caparbia volontà di un popo- un reparto. Dal dicembre '98,
destinare allo sviluppo del generi del fondatore, l'ing. E. lo a ricostruire ancora una sotto i colpi della concorrenterritorio. Fu costituita nel Spina e il comm. Remy volta ciò che era andato za globale, vengono vendute
1900 una Società Lombardo - Amira, originario questi di distrutto! Nel frattempo un man mano tutte le province
Friulana e ad essa aderirono Smirne (Turchia). I due deci- piccolo numero di dipendenti dell'impero, fino a restare
anche i fratelli Stroili di sero di ricostruire la fabbrica, lavorò a Udine e a Pordeno- con la sola Gemona. ArriviaGemona, che a quel tempo che nel 1947 riprende a pro- ne, al recupero parziale del mo così al 1° agosto di quepossedevano molte case, ter- durre. Ma i costi della rico- macchinario. Nel febbraio st'anno, quando la proprietà
reni una banca, una fabbrica struzione avevano dissangua- 1977 ci fu il primo getto di getta la spugna e mette in
di birra ad Ospedaletto e to la società e il nuovo Presi- calcestruzzo. Nel dicembre liquidazione l'azienda. A
anche una tessitura dove ha dente, il conte Titta Gilberti, dello stesso anno, venne pro- tutt'oggi, non sappiamo come
ora sede la Pittarc del Gruppo vende l’azienda a una nuova dotto il primo kg. di filato. Il finirà, poiché c'è un impegno
Pittini. Il 4 novembre 1901 società composta dai fratelli riavvio graduale si protrasse generale a salvare i 150 posti
arrivò l'energia elettrica e Gussoni e dall'ing. Luigi nei primi mesi del 1978 e il di lavoro che tuttora residual'anno dopo il cotonificio Burgi (1902 - 1984), che 16 giugno di quell'anno, alla no. Molte speranze, sono
funzionava a pieno regime. diventò Cittadino Onorario di presenza del Ministro del riposte nella creazione di un
Lo stabilimento fu distrutto Gemona nel 1977 e a cui, in lavoro C. Donat-Cattin, centro commerciale, che
la prima volta nel novembre tempi recenti, è stata intitola- avvenne l'inaugurazione uffi- verrà creato in una porzione
1918 a causa dell'incendio ta la via antistante lo stabili- ciale. Il 12 aprile 1984 scom- dell'attuale capannone. Ma se
appiccato dagli Austriaci in mento. Il cotonificio riparte pare l'ing. Luigi Burgi a cui non interverranno nuove attività manifatturiere, in grado
ritirata. Nel frattempo il nel novembre 1955 dopo subentra il figlio, ing. Tito.
di assorbire l'attuale manodoIl
23
febbraio
'83,
un
grosso
Cotonificio Morganti fornì forti lotte operaie e arriverà a
pera, soprattutto femminile,
incendio,
distrugge
il
magazl'energia elettrica a ditte e quasi 500 dipendenti all'iniattualmente in C.I.G.S., tutto
zino
materia
prima,
gli
attigui
privati nella parte bassa del zio degli anni '70.
il Gemonese, perderà una
uffici
e
la
mensa
aziendale.
paese.La fabbrica fu rico- Arriviamo così al 6 maggio
grossa fonte di reddito, che
Tutto
venne
immediatamente
struita nel 1921. Un'altra cen- del '76. Sei dipendenti periroinevitabilmente si ripercuoricostruito.
Alla
fine
degli
tralina sul Ledra/Tagliamento no con il crollo dello stabilianni '90, il Gruppo Gemona - terà nell'indotto commerciale
In copertina: La protesta per la chiusura della Gemona ManifatManifatture, si era notevol- e di servizio.
ture. Foto di Massimo Mattei
Claudio Polano
mente ingrandito e oltre lo
3
MANIFATTURA
G.Manifatture: un futuro da costruire
primo agosto 2005 il
Dallocale
stabilimento della
GEMONA MANIFATTURE
SPA (in seguito G.M.) ha cessato la produzione di filati di
cotone.
La fabriche di Morgant, attiva dal 1901, non c'è più.
Carlo Burgi, amministratore
delegato della G.M., in un
documento del 25.7.05
(inviato ai Sindacati, agli
uffici del Servizio Lavoro e
all'Associazione Industriali
di Udine) così descrive la
fine della storica azienda
gemonese.
Il forte rallentamento congiunturale
dell'economia
europea iniziato nel 2001 e
accompagnato da:
- un incremento generalizzato dell'offerta sul mercato
tessile proveniente dai Paesi
a basso costo di manodopera;
- un incremento esponenziale delle importazioni nei
Paesi Europei dalla Cina
(capi finiti, tessuti, ecc.) a
seguito della soppressione
definitiva, dal primo gennaio
2005, delle quote all'importazione di prodotti del settore
tessile-abbigliamento;
ha comportato una forte
"riduzione della domanda, da
parte dei nostri clienti, di
prodotti tessili sui mercati
italiani ed europei" con una
conseguente caduta verticale del fatturato della
Società nel corso del primo
semestre 2005, come riportato nella tabella sottostante.
Pertanto - preso atto del per-
durare di bilanci negativi
succedutesi nel tempo e al
fine di evitare il totale prosciugamento delle risorse
finanziarie disponibili atte a
fronteggiare i debiti per le
retribuzioni differite dei
dipendenti - "i soci hanno
deciso di cessare l'attività
produttiva".
Due giorni dopo, il 27.7.05,
presso la sede di Udine della
Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, i rappresentanti di: Regione, Ditta
G.M./Associazione Industriali e Sindacati sottoscrivono un verbale di esame
congiunto in cui le parti per
scongiurare il licenziamento
dei lavoratori in forza alla
G.M. (pari a 147, di cui 61
uomini e 86 donne) concordano:
a) con la proposta della
Regione, tesa ad un comune
impegno per favorire nuovi
insediamenti produttivi nel
sito, che indispensabilmente
devono aggiungersi alla prospettiva di prossima apertura
di un Centro commerciale i
cui lavori inizieranno, secondo quanto indicato dalla proprietà, nel prossimo autunno
per concludersi nell'autunno
2006 con l'apertura;
b) di chiedere il trattamento di C.I.G.S. (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) per cessazione di attività
per 12 mesi fino ad un massimo di 147 unità, di cui 9
Descrizione
30.6.04
Quantità vendute (kg) 1.250.144
Fatturato (Euro)
7.245.921
30.6.05 Differenza
853.689 - 31,71%
4.969.506 - 31,42%
assunte con contratto a
tempo determinato, dal
01.08.2005 al 31.07.2006
tenuto conto che sarà chiesta
la proroga del trattamento
per ulteriori 12 mesi;
c) resta ferma la possibilità
per la G.M. di collocare in
mobilità, entro il 31.07.2006,
i lavoratori per i quali vi sia
un'effettiva possibilità di
ricollocazione.
PIANO DI GESTIONE
DEGLI ESUBERI
La domanda di C.I.G.S. al
Ministero del Lavoro rende
possibile la predisposizione
di un Piano di gestione degli
esuberi, dove prevedere percorsi di riqualificazione e di
ricollocazione per i lavoratori con l'impegno comune
della Regione, della Provincia, dell'Azienda e delle
Associazioni sociali (Sindacati) e datoriali.
L'intervento specifico della
Regione consiste nell'attivazione del Programma
PARI, finanziato dal Ministero del Lavoro con l'assistenza di Italia Lavoro
S.p.A., al fine di rafforzare
gli strumenti di politica attiva
del lavoro nel Friuli V.G., con
particolare riguardo al comparto tessile e quindi anche
alla Gemona Manifatture.
Il Direttore del Servizio
Lavoro della Regione, in una
nota del 19.9.05 inviata al
Ministero, ha confermato che
il Piano biennale di gestione
delle eccedenze "interesserà
fin da subito tutti i 147
lavoratori/ici sospesi dal
lavoro per i quali viene
chiesta la C.I.G.S.".
Va segnalato, infine, l'impegno assunto dall'Associazione degli Industriali della Provincia di Udine, anche nei
confronti dei rappresentanti
dei lavoratori, a favorire l'occupazione presso aziende del
territorio.
PROPOSTA
COMUNE
PER
Dopo oltre due mesi dalla
chiusura ufficiale della G.M.
sembra doveroso che l'Amministrazione comunale di
Gemona promuova - entro
l'anno 2005 presso il Cine
Teatro Sociale - un incontro/dibattito pubblico introdotto dagli interventi del Sindaco G. Marini, degli Assessori regionali R. Cosolini (al
Lavoro) e E. Bertossi (alle
Attività produttive), di C.
Burgi per la G.M., di G. Fantoni presidente Assindustria e
di un rappresentante dei Sindacati per conoscere le iniziative concrete programmate dalla Regione, dalla proprietà della Gemona Manifatture e dall'Associazione
Industriali di Udine per porre
rimedio, in tempi socialmente accettabili, alla pesante
botta inflitta all'economia
del Gemonese dalla chiusura
della fabriche di via Luigi
Burgi.
A cura di Lorenzo Londero
P.S.: per saperne di più sul
"Progetto dell'area commerciale della Gemona Manifatture" vedi pure gli articoli
pubblicati sui numeri 42
(marzo 2003) e 44 (luglio
2003) di Pense e Maravee o
sul sito www.pensemaravee.it.
CARTOLIBRERIA COCCINELLA
Cartolibreria Coccinella sas
di Marina Lepore & C.
Via Dante Alighieri 213
33013 Gemona del Friuli
tel/fax 0432.981305
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di Forgiarini Roberto & C. snc
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MANIFATTURA
4
Intervista al dott. Carlo Burgi
Dialogo a tutto campo con l’Amministratore delegato della G.M.
nostro inserto sulla
NelManifattura
di Gemona
non poteva mancare la voce
della proprietà dell’azienda.
Abbiamo incontrato il dott.
Carlo Burgi, Amministratore
delegato, e gli abbiamo posto
alcune domande.
Pense e Maravee: Dott.
Burgi, i documenti che avete
presentato per dichiarare la
cessazione dell’attività (per
la richiesta di concessione
della Cassa Integrazione
Guadagni Straordinaria e
per la realizzazione del Centro commerciale) e tutte le
note vicende che ben conosciamo,
rappresentano
senz’altro aspetti di una fase
non facile per la vita di qualsiasi imprenditore ed è anche
con il pensiero a questi aspetti che le abbiamo chiesto
quest’incontro. Nondimeno,
anche per Gemona tutta, ed
in particolare per i lavoratori della Gemona Manifatture,
questa chiusura è un duro
colpo. Ma guardiamo al futuro: nell’accordo del 27 luglio
[vedi articolo di Lorenzo
Londero] si dichiara, tra l’altro, che i lavori per la costruzione del Centro commerciale inizieranno, secondo quando indicato dalla proprietà,
nell’autunno del 2005 per
concludersi, con l’apertura,
nell’autunno del 2006. Lei
conferma queste date?
Carlo Burgi: Al 100%. Tra
un paio di settimane si
vedranno i primi lavori.
P&M: Gli esercizi commerciali sul territorio, compresa
la grande distribuzione,
cominciano a segnare qualche battuta d’arresto. Nel
Centro Le valli di Carnia di
Amaro diversi esercizi sono
stati chiusi ed anche all’Alpe
Adria le serrande si abbassano. Di recente si sente parlare di scricchiolii anche nel
nuovo Centro commerciale di
Taboga. C’è qualche motivo
particolare per cui Lei pensa
che questo nuovo Centro
presso la G.M. (nel quale si
prevede l’impiego di duecentosei persone nei sette eserci-
zi di vendita e sette persone
nel ristorante) sia in controtendenza rispetto ad altre
realtà già presenti, anche in
una situazione generale di
restrizione dei redditi e dei
consumi?
C.B.: Noi abbiamo fatto una
ricerca di mercato su Gemona
con una società indipendente.
Dall’analisi dei risultati si
ritiene che Alpe Adria è più
defilato e non dovrebbe
entrare in grossa competizione con un Centro come
Gemona, mentre su Amaro si
sono rilevate delle caratteristiche non positive ed a queste si fanno risalire le cause
dei problemi attuali di quella
realtà. Sulla base di questa
analisi abbiamo poi dimensionato il nostro Centro. Questi dati, d’altra parte, sono
confermati dal fatto che una
grossa società della distribuzione alimentare come la
Coop NordEst, che non aveva
ritenuto di aprire ad Amaro,
ha subito accettato di inserirsi nel nostro futuro Centro
commerciale di Gemona.
Comunque ad Amaro rimarranno aperti Bernardi e CoopCa. Forse chiuderanno gli
altri esercizi.
P&M: Nella relazione presentata al Comune per richiedere la creazione della zona
HC (area commerciale) nel
Piano Regolatore, si sostiene
che “non dovrebbero crearsi
grosse alterazioni al sistema
commerciale esistente” a
Gemona e dintorni. Questo
punto solleva notevoli perplessità, poiché è opinione
diffusa e condivisa che il
nuovo Centro commerciale
costringerà a rivedere a
fondo la rete commerciale
esistente.
C.B.: La tendenza in tutti i
Paesi europei è che le cose
“grosse” saranno distribuite
nei grandi centri commerciali, mentre i piccoli negozi
dovranno essere sempre più
specializzati. Gemona ha già
una tendenza alla specializzazione. Gli antiquari o il negozio con tutte le grappe parti-
colari. I negozi che ci sono
dovranno essere molto specializzati, per il resto ci saranno i centri commerciali. Ma
io posso anche dire di più, se
mi permettete una punta di
ottimismo. Siccome dalle
ricerche risulta che il Centro
commerciale produrrà attrazione anche da fuori, si
potranno addirittura avere
nuovi clienti per i negozi che
già ci sono (mi riferisco
soprattutto alle zone limitrofe
al nuovo Centro). Infine mi
preme ricordare che noi,
come già dichiarato, intendiamo dare la precedenza ai
commercianti locali che
intendono aprire all’interno.
P&M: Nella domanda di
Cassa Integrazione Straordinaria inviata al Ministero nel
settembre scorso si afferma
che il piano di gestione degli
esuberi interesserà “fin da
subito” tutti i 147 lavoratori
della G.M. Cosa significherà,
in concreto, per queste persone? Cosa possono aspettarsi?
C.B.: Prima di tutto si stanno
definendo dei corsi di riqualificazione del personale. Poi
bisogna ricordare che già
alcuni lavoratori hanno trovato un altro impiego ed io stesso mi sto muovendo in questa
direzione per aiutare qualcuno. Poi c’è anche chi, non trovandosi in situazioni di reale
necessità, preferisce tenersi la
cassa integrazione piuttosto
che accettare subito un nuovo
lavoro pur avendone la possibilità. Ricordiamoci, inoltre,
che sono previsti sgravi fiscali per le aziende che assumono personale in mobilità. Infine spero che anche dopo i due
anni di cassa integrazione
straordinaria, se dovessero
ancora esserci delle situazioni
non risolte, si possano trovare
ulteriori forme di sostegno.
P&M: L’Associazione degli
Industriali della Provincia si
era impegnata a favorire
l’occupazione presso aziende
del territorio e a favorire
nuovi insediamenti produttivi
nel sito della G.M. Secondo
Lei questi impegni si stanno
mantenendo?
C.B.: Sì, senz’altro. Sto addirittura predisponendo la
documentazione con le informazioni sui locali dell’azienda per favorire l’Associazione Industriali in questo senso.
Ad oggi non ho richieste per
lo stabilimento (ce n’era una,
ma è stata ritirata). Per l’impegno alle assunzioni ho
notato una certa attività.
Abbiamo mandato dei nostri
lavoratori presso altre realtà
produttive nel settore per
prendere contatti, alcuni
nostri lavoratori sono già stati
assunti da altre aziende locali, si sta muovendo qualcosa,
pur lentamente e pur rimanendo nell’ambito delle trattative personali. Sul livello
istituzionale non ho ancora
visto azioni concrete.
P&M: Dalla lettura dei documenti, che accompagnano
questa vicenda, si comprende
che quando Lei chiede la trasformazione dei locali ad uso
HC (nel 2003), la situazione è
già compromessa …
C.B.: No, no ... guardate che
io ero fiducioso di poter mantenere il tessile. Considerate
che da allora abbiamo anche
speso un sacco di soldi nei
lavori di ristrutturazione. Noi
abbiamo un prodotto di nicchia. E questa nicchia, secondo noi, avrebbe potuto resistere. Sono accaduti un paio
di inconvenienti gravissimi.
Abbiamo avuto una concorrenza interna fortissima ed
inaspettata dovuta ad una
situazione del tutto anomala
relativa ad un nostro concorrente, e poi il problema della
Cina, che tutti ci aspettavamo, è stato molto più grosso
di quanto avessimo mai potuto immaginare! Ero fiducioso, abbiamo rinforzato il settore commerciale con nuove
assunzioni, abbiamo messo in
opera prodotti nuovi, insomma, abbiamo profuso un
grosso sforzo. Non c’era
affatto l’idea di fare prima il
Centro, poi chiudere l’attività… no. Io ci credevo ancora, fino a dopo il 2003.
MANIFATTURA
5
P&M: Sempre dalla lettura
dei documenti si ricava l’impressione che sopra la Manifattura di Gemona si sta
posando una grossa pietra,
che non sarà più rimossa. Lei
crede che invece ci possa
essere spazio per qualche iniziativa di produzione in futuro
(magari per qualche prodotto
particolare), oppure …?
C.B.: Io purtroppo sono oramai convinto che l’attività
manifatturiera (non solo filati,
quindi) in Europa sia destinata a ridursi drasticamente di
fronte ai prodotti provenienti
dai Paesi a basso costo della
mano d’opera. E questa è una
scelta europea, non è un caso
se hanno chiuso tutte le aziende tessili. Il nostro prodotto,
in particolare, è il filato. Con
questo si fa il tessuto, col
quale si fanno le confezioni.
Se dall’estero entrano confezioni, oppure tessuti, oppure
filati ci mangiano comunque
il mercato, dato che noi siamo
l’ultimo anello. Per far fronte
alla situazione, questa azienda ha rivoluzionato tutto! Ma
non è bastato. I nostri clienti
sono andati via.
P&M: Avete cercato altre
soluzioni? Qualcuno che
entrasse nella società, accordi con altre aziende ...
C.B.: Vede, quello che noi
potevamo fare, che è quello
che hanno fatto tutti i tessili
italiani, era andare a produrre
fuori dall’Italia. Questa è la
verità. Non c’e niente da fare.
In questo settore, chi sopravvive è chi delocalizza. Ma,
ripeto, è tutto il manifatturiero che in Europa non ha spazio. Qui, una filatura, non la
vedremo più. I macchinari
saranno senza dubbio venduti. Ora stiamo facendo ancora
qualche attività per ridurre il
magazzino, che è grosso, e
per questo dobbiamo ancora
produrre qualcosa, anche per
completare le commesse, ma
a breve terminerà la produzione. Certo che abbiamo cercato soluzioni alternative. Gli
unici contatti veramente interessanti erano legati alla creazione di un “Call center” in
questi locali. In quel modo si
sarebbe trovato impiego per
200 persone. Poi la controparte ha trovato una destinazione diversa.
Dobbiamo renderci conto che
in Italia c’è un benessere
generale e nessuno più vuol
fare dei lavori manuali. L’industria tessile italiana si è sfasciata. L’idea di tutti, in Europa, è che bisogna vivere solo
di specialità. Noi abbiamo
sempre sostenuto che far
vivere tutta l’Europa non di
manifatturiero ma di sola specialità (che siano i computer,
o altro) non è possibile, ma
questa è l’idea che è passata!
Io, con l’Associazione Tessile
Italiana, ho fatto la battaglia
contro quegli 80 milioni di
capi che i cinesi hanno mandato in Europa e ho perso.
La protesta davanti al Municipio. Foto Soravito
Eravamo riusciti a bloccarli,
poi il commissario inglese
Mandelsson, cui evidentemente non importa nulla del
tessile, ha deciso di lasciarli
entrare sul mercato dopo le
pressioni dei Paesi nordici e
delle grandi catene dei Centri
commerciali che li stavano
aspettando. Li hanno fatti
entrare tutti, anziché farli
aspettare fuori dal mercato,
40 milioni (40 milioni di
capi!) liberamente ed altri 40
milioni come sconto sulle
quote di importazione concesse per il prossimo anno.
Questo per dire quanto
importa l’industria tessile
all’Europa.
P&M: Cosa intende? Auspica che in Europa si introducano misure protezionistiche? Ed il principio della
libera concorrenza, cardine
della società capitalistica?
C.B.: A chi sostiene che la
Cina è anche una grande
occasione, io dico che potrà
forse esserlo per la Ferrari,
ma per la Fiat sarà la tomba!
Sapete bene che sta per uscire
questa famosa automobile a
3500 Euro dalla Cina no? Io
non capisco come possiamo
gioire perché alcune piccole
aziende di punta potranno
trarre giovamento mentre le
nostre grandi aziende chiuderanno! Io non riesco a capire!
Ma lo sapete per chi è una
grande occasione? Per i grandi nomi della moda, il marchio Armani ad esempio!
Fanno costruire là i loro prodotti, che gli costano un decimo, e li vendono qui agli stessi prezzi di prima. E poi vendono anche là, ai nuovi ricchi
locali. Stanno guadagnando
delle ricchezze colossali.
P&M: Già, di certo qualcosa
non va anche perché loro,
cinesi e compagni, si faranno
a breve anche i capi di alta
moda, dato che gli abbiamo
insegnato a farli e, perché no,
si faranno anche la Ferrari,
dopodomani. In questi giorni
sono rientrati i loro astronauti dallo spazio. Ma Lei come
pensa che se ne possa uscire,
dobbiamo mettere dei freni
alla concorrenza?
C.B.: Eh no! Questi fanno
concorrenza sleale. Questi
hanno l’energia a prezzo
basso perché è fornita dallo
Stato, fanno lavorare i bambini, inquinano quanto
vogliono …!
P&M: Però fa senso pensare
che questo sia sostenuto in
primis dalle nostre aziende
occidentali! Sono i “nostri”
prodotti (da Timberland a
Nike ad Armani, etc) ad essere fatti in Cina o India che
alimentano quel sistema di
concorrenza sleale! Allora,
sono le nostre stesse aziende
a farci concorrenza sleale?
C.B.: Ma certo, lo sappiamo
benissimo. Questo è un tasto
delicato! Ma cosa pretendiamo che il sig. Armani (così,
per fare un nome) si metta a
fare il “casto”? Per che cosa?
A queste aziende basta guadagnare. Fin quando la fanno
franca, va bene. Sono loro le
fabbriche che inquinano,
mica le nostre!
P&M: ..e sono i loro bambini
che lavorano, non i nostri …
C.B.: Certo. Però qui il
discorso diventa difficile. Noi
abbiamo detto: signori, voi
state distruggendo tutto il
patrimonio della industria
tessile-abbigliamento italiana. Lo state finendo. Attenzione che se poi dobbiamo
tornare indietro, non sarà più
possibile! Qui, nel frattempo,
avremo chiuso tutti. Io non
credo che i cinesi saranno
così tremendi, ma se poi ci
chiederanno 50 Euro per una
maglietta, noi cosa faremo?
P&M: Questa è una buona
domanda. Soprattutto fatta
da Lei che ha ricoperto ruoli
di vertice nell’Industria Italiana. Questa globalizzazione
selvaggia pare ormai un processo sfuggito di mano a tutti.
Non è dato capire dove ci stia
portando. Anche i cittadini di
Gemona, intanto, cominciano
a pagarne i costi sulla propria pelle. Ricordo che il cav.
Marco Fantoni, alcuni anni
fa, diceva che una volta a
Gemona c’erano le filande,
ora ci dovrà essere qualcos’altro. Sono passati gli anni,
ma non si vede ancora cosa
possa essere questo qualcos’altro che potrà assicurare il
pane (e magari anche il companatico) per tutti.
A cura di Roberto Urbani
MANIFATTURA
6
Cosa ne pensano i Sindacati
Quattro domande di P&M
proprietà
della
1.LaGEMONA
MANIFATTU-
RE SPA (in seguito G.M.) ha
dichiarato la cessazione di
attività dal 10 agosto 2005,
ma a tutt'oggi (fine ottobre)
continua la produzione per
"completamento commesse".
Come valutate questa contraddizione?
Nel progetto del Centro
commerciale della G.M.
si prevede l'impiego di n. 206
addetti nei 7 grandi esercizi
di vendita e di n. 7 addetti nel
ristorante per un totale di
213 persone. Ritenete ancora
realistiche quelle previsioni?
L'Associazione
degli
Industriali della Provincia di Udine si era impegnata a favorire l'occupazione
presso Aziende del territorio
e a favorire nuovi insediamenti produttivi nel sito della
G.M. Secondo Voi, l'Assindustria di Udine sta mantenendo questi impegni?
La Regione si é impegnata "fin da subito" ad attivare il Programma PARI, al
fine di rafforzare gli strumenti di politica attiva del lavoro
con particolare riguardo al
comporto tessile e quindi
anche alla G.M. In concreto,
tutto questo che cosa significherà per i 147 cassaintegrati della G.M.?
2.
3.
4.
A queste domande hanno
risposto:
Per CGIL, CISL e UIL:
Alessandro Forabosco, Saverio Scalera e Luigi Oddo
1) La nostra opinione è che
innanzitutto l'azienda poteva
rinviare la messa in liquidazione della società a dopo le
ferie previste per il mese di
agosto; nella sostanza tuttavia la prosecuzione parziale
dell' attività produttiva è solo
in apparenza una contraddizione in quanto l'esaurimento
delle commesse rimaste
sospese, la messa in produzione delle materie prime in
giacenza e lo smaltimento del
magazzino, se non causano
un ulteriore appesantimento
di costi, sono consentiti e non
mettono certo in dubbio, purtroppo diciamo noi, il destino
finale della Gemona Manifatture. La richiesta posta dalle
Organizzazioni Sindacali al
liquidatore semmai è quella
di ruotare i 30/40 lavoratori
in produzione se il lavoro si
prolunga per qualche mese.
2) Se la stima fatta dalla proprietà della G.M. è esatta
siamo i primi ad esserne soddisfatti, francamente riteniamo eccessivo il numero degli
addetti indicato.
Peraltro va chiarito, fra le
molte cose dette su questo
Centro commerciale, che
finora la quota dei contratti di
affitto è sufficiente all'avvio
dei lavori, ma raggiunge il
60%-70% della capienza ed
inoltre non si può parlare
interamente di nuovi posti di
lavoro perché le aziende che
si insedieranno porteranno
già del loro personale. D’altra parte pensiamo che solo
un certo numero di dipendenti della G.M. sarà inserito
nelle attività commerciali.
3) Noi abbiamo effettuato di
recente un incontro con il
Presidente dell' Associazione
degli Industriali Giovanni
Fantoni, a cui abbiamo richiesto di farsi carico prioritariamente di ricercare nuove attività imprenditoriali da collocare nell' area dello stabilimento che lo stesso accordo
sindacale sulla Cassa Integrazione Straordinaria prevede
debba rimanere sito produttivo; in subordine di attivarsi
per individuare le possibilità
di reimpiego per il personale
della G.M. II Presidente G.
Fantoni, aderendo alla nostra
domanda, si è assunto il compito di promuovere tutte le
possibili iniziative in tal
senso e si è dato tempo un
paio di mesi per un primo
esame delle concrete eventualità ed ipotesi maturate.
4) In primo luogo va rimarca-
to che abbiamo coinvolto gli
Assessori Regionali alle Attività Produttive e al Lavoro
Bertossi e Cosolini per realizzare e favorire con tutti gli
strumenti legislativi a disposizione, a partire dalla recente Legge Regionale per l'occupazione, la tutela e la qualità del lavoro, la ricollocazione dei lavoratori e l'insediamento di nuovi siti produttivi. II programma PARI, una
volta individuate le reali e
concrete opportunità lavorative sul territorio, dovrebbe
condurre le lavoratrici e i
lavoratori, mediante corsi
mirati di riconversione e
riqualificazione professionale, verso sbocchi occupazionali graditi e certi. Nei prossimi giorni agiremo per avviare
una costante concertazione
con la Regione, l'Associazione degli Industriali e gli Enti
Locali al fine di trovare quanto prima possibile soluzione
ai problemi occupazionali dei
lavoratori della G.M.
Per UGL: Tiziano Clemente
e Paolo Di Bernardo
1) Che anche questa volta da
parte della proprietà non si è
voluto fare una scelta chiara
come oramai da 5 anni a questa parte, infatti non si è mai
rispettato un accordo. Non si
venga a dire che per fermare
una fabbrica tessile ci vogliono 5 mesi. A Vivaro hanno
chiuso in 15 giorni.
2) Secondo noi non solo non
sono più realistiche queste
previsioni, che come numero
di negozi sembra siano
aumentate di molto. Pensiamo fortemente che la realizzazione del Centro commerciale non sia più cosa urgente, visto che doveva salvare
la filatura, invece ha solo
aumentato il valore dell'area.
E sono passati già 2 anni e
mezzo dall' autorizzazione
regionale ed è tutto fermo.
Pensiamo che una sua realizzazione oltre ad una urbanizzazione maggiore del paese,
in una zona dove c'è pure una
grande area demaniale, che
magari un giorno viene
dimessa. E che divida ancora
di più il paese dal centro storico e non porti molti benefici ma metterebbe in "sofferenza" le realtà commerciali
esistenti sia i grandi che i piccoli rimasti. Sarebbe il caso
di sentire cosa pensano anche
i commercianti.
3) "L'Assindustria" di Udine
non sta mantenendo questi
impegni, ma neanche la proprietà, che in Regione si è
detta disponibile a trovare
soluzioni alternative. Non
vorremmo che ci debba pensare ancora Friulia.
4) Per quanto riguarda il Programma di Azione per il ReImpiego per i lavoratori
svantaggiati pensiamo si debbano trovare le soluzioni
assieme ad ITALIA LAVORO che è l'agenzia del Ministero del welfare e la Regione
con la nuova legge sul Lavoro. Ovvero legge Cosolini e
corsi di formazione.
Il corteo di protesta. Foto di Massimo Mattei
MANIFATTURA
7
Le azioni intraprese dalla Regione
Nostra intervista all’Assessore regionale al lavoro Roberto Cosolini
P&M: Che cosa sta facendo
la Regione, attraverso l'Assessorato al lavoro, per
accelerare l'approvazione
del Decreto Ministeriale di
concessione della C.I.G.S.
per la Gemona Manifatture
S.p.A.?
Assessore Cosolini: Abbiamo presentato l'ipotesi al
Direttore del Ministero
appena sottoscritto l'accordo, cioè ai primi di agosto,
ben prima della presentazione formale della domanda da
parte dell'azienda. Monitoriamo con periodicità tutti
gli iter di CIGS al Ministero
che interessano il nostro territorio ma i tempi non
potranno essere inferiori ai
tre/quattro mesi dalla presentazione fatta dall'azienda,
che è avvenuta a fine settembre. Anche per questo motivo Regione e Comune hanno
promosso l'accordo con un
istituto di credito per ridurre
il disagio ai lavoratori e alle
lavoratrici.
P&M: La Regione si è impegnata ad attivare il PROGRAMMA PARI che riguarda, in particolare, il comparto tessile e quindi anche la
G.M. In concreto, che cosa
significherà per i 147 cassaintegrati della G.M.?
Assessore Cosolini: Il Programma PARI è un tassello
del Piano di Gestione degli
Esuberi allegato alla domanda di CIGS: l'obiettivo è
quello di mettere presto in
atto un'azione di accompagnamento delle maestranze
verso la ricerca di nuove
opportunità
lavorative,
anche attraverso percorsi di
riqualificazione delle competenze professionali, attraverso la collaborazione fra
Regione, Provincia e Italia
Lavoro. Presto presenteremo
il Piano alle Organizzazioni
Sindacali e alle maestranze
interessate.
P&M: Quando sarà avviato
il tavolo di lavoro con l'Associazione degli Industriali,
i Sindacati e gli Enti Locali
interessati per porre rimedio alla pesante botta all'economia del Gemonese
derivata dalla chiusura
della Manifattura?
Assessore Cosolini: Un
incontro tecnico preliminare
c'è già stato mentre intendo
attivare il Tavolo generale
entro la metà del mese di
novembre: sarà quella la
sede in cui esaminare tutte
le iniziative che si possono
avviare per contrastare il
depauperamento produttivo
del territorio: la Regione
farà la sua parte, con gli
strumenti di supporto anche
finanziari, ma prima di tutto
ci dovrà essere una risposta
imprenditoriale altrimenti
tutto diventa più difficile.
Proprietà del Comune concesse in
comodato ad Enti ed Associazioni
Ente/associazione
Località e uso
Data conces. Delib.n. Durata
in anni
A.N.A. Gemona
Campolessi - terreno a parco 29/01/1992 D.c.c.15
10
Pro Glemona
P. Municipio ex Stella d'Oro 22/03/2002 81/2001
10
C.A.I.
Maniaglia - Casa Europa
11/11/2002 245/002
9
Soccorso Alpino
Maniaglia - Casa Europa
11/11/2002 245/002
9
Comitato Borgata Maniaglia Maniaglia - Casa Europa
11/11/2002 245/002
9
L.A.S.E.R.
Gleseute - area festegg.
09/03/2003 56/2003
20
C.I.S.O.
Ospedaletto, v.Cjamparis-sede 28/03/2003 65/2003
9
Sci Club Monte Quarnan
Vicolo del Teatro - sede
03/04/2003 61/2003
9
Parrocchia S.Maria Ass.
Vicolo de' Brugnis
07/05/2003 91/2003
3
Casa Europa
Piazza del Ferro - sede
12/05/2003 130/2003
9
Ass. Naz. Combattenti e Red.Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Ass. Naz. Bersaglieri
Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Ass. Naz. del Fante
Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Ass. Naz. Genieri e Trasmett.Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Ass. Naz. Carabinieri
Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Un.Naz.Sottuf.It.in congedo Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
A.F.D.S.
Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003
9
Agesci
Stavolo del Cjrlo
30/06/2003 154/2003
9
Comitato Borgata Maniaglia Maniaglia - area festegg.
07/07/2003 178/2003
9
Riserva di caccia
Casera Gleriis bassa
28/08/2003 241/2003
20
Rally Sport
Ospedaletto, v.Cjamparis-sede 08/01/2004 07/2004
9
Gr. Sportivo Campagnola
V. S.Pietro - area festegg.
14/06/2004 172/2004
20
A.N.A. Gemona
V. Scugjelârs - sede
30/06/2004 184/2004
20
Club Alcolisti in t.
V. de' Brugnis - sede
10/11/2004 292/2004
9
Patrie dal Friûl
V. B.Brollo - sede
87/2005
3
In alcuni casi si tratta di rinnovi e la concessione originaria è precedente.
A cura di Marco Iob e Mariolina Patat
Se sentite
qualche brivido,
non è una corrente d’aria.
Il GTI è tornato.
Iob Silvano & C.
Gemona del Friuli
SOCIETA’
8
Cinque piccole storie
Ricordare per riconoscerci
Al mondo originario nessuna via riconduce.
Non esiste schiera di stelle,
né foresta né fiume né mare
a consolazione e felicità dell'anima.
Non c'è albero, fiume o animale
che possa al tuo cuore arrivare;
ci sarà conforto nel tuo cuore
solo fra gli altri uomini.
Da "Poesie del pellegrinaggio" di H. Hesse
breve intervento lo
Questo
dedico a quelle persone
che ho incontrato, con cui ho
condiviso piccoli momenti e
che mi hanno dato l'occasione di recuperare ricordi sbiaditi... Non riporterò il loro
vero nome, anche se un po'
mi dispiace, avrei preferito
raccontarli con i loro nomi,
come si fa ricordando le persone che, in qualche modo,
ci hanno toccato.
cosa sto parlando!" Recuperando dei ricordi infantili le
risposi "Maria, mi dica dove
trovo il libretto del latte e a
che ora chiude la latteria, si
fidi…" Quella frase la rassicurò, mi dette tutte le informazioni necessarie, finsi di
allontanarmi e piano piano si
tranquillizzò. Da quel giorno
ho munto tantissime mucche… Maria vive sospesa in
un mondo a noi sconosciuto.
Maria
aria aveva a quel tempo
85 anni, e da 10 era
vedova. Era solita sedersi
sulla panca dell'ingresso e
osservare il solito via vai di
persone. Ad ogni ultimo
venerdì del mese, in occasione della festa dei compleanni
(nella Casa era consuetudine
festeggiarli insieme una
volta al mese) Maria si agitava e si lasciava guidare dall'irrequietezza cercando di
uscire ed allontanarsi …
Voleva ritornare a casa sua, a
Bordano, prima del rientro
del marito, doveva mungere
le mucche, riordinare la stalla e preparare la cena. Suo
marito si arrabbiava moltissimo se lei non aveva svolto
tutte le sue faccende…
Maria era una donna grande,
massiccia, parlando del
marito assumeva un aria
mite.. Un pomeriggio cercando di tranquillizzarla le
dissi "Maria, stia tranquilla,
vado io a mungere le mucche…" Mi lanciò uno sguardo dall'alto in basso, poco
conciliante e con fare sdegnoso mi rispose "Non farmi
ridere, non sai nemmeno di
Eugenio e Mario
n pomeriggio d'estate di
tre anni fa. Eugenio (89
anni), Mario (65) ed io
andiamo al lago di Cavazzo;
volevamo trascorrere un
oretta in tranquillità. Ci
siamo accomodati al bar e
abbiamo ordinato da bere.
Era un vero piacere vederli
godersi la birra e la sigaretta,
guardarsi in giro, curiosi e
divertiti, scambiarsi sorrisetti complici.. Ad un certo
punto una giovane in due
pezzi ci passò davanti ed
Eugenio cominciò ad
osservarla e a lanciarmi sguardi interrogativi. Gli chiesi cosa lo
preoccupava e lui mi
rispose un po' divertito
e un po' scandalizzato
"Ma, ma l'hai vista, va
in giro nuda??!!"
"Eugenio,
quella
ragazza ha indosso un
costume da bagno, si
usa così adesso". Eugenio continuò ad osservarla perplesso mentre
Mario ridacchiava…
Quella gita finì con una
lunga serie di "Che
tempi, che tempi…."
M
U
Eugenio
ro seduta vicino a Eugenio, lui mi fissava come
era solito fare prima di porre
una domanda; ad un certo
punto mi disse spingendomi
con delicatezza "Ma tu, tu
come sei messa?" Era una
domanda che aleggiava nell'aria da tempo e lui non
sapeva come pormela.
"Eugenio che domanda mi
fai, cosa vuoi sapere?" feci
io per vedere cosa avrebbe
detto. Eugenio scosse la testa
e mi chiese brevemente "Sei
sposata?" Gli risposi "Diciamo che sono una mal maritata" non sapendo come tradurre il termine separata.
Eugenio con fare dispiaciuto
mi disse "Oh mi dispiace.
Quello ti picchiava, beveva
forse?" Era tenero Eugenio
con la sua visione della vita
rimasta impigliata in chissà
quale anno della sua storia.
"No Eugenio, semplicemente non ha funzionato, ora
vivo con le mie figlie e sto
con un uomo che non vive
con noi" Eugenio mi fissò
sempre più perplesso e
incredulo mi chiese "Non
vivi con lui? Ma perché,
questo ti picchia, beve?"
E
Amelia
melia era una vecchia
signora dalla chioma
fluente, raccolta in un incer-
A
ta crocchia. Arrivava al mattino con il suo bastone e la
sua borsetta nell'atrio e si
sedeva al suo solito posto,
sull'angolo esterno della
panca. Metteva la sua preziosa borsetta vicino ai suoi
piedi e controllava che nessuno si avvicinasse. Amelia
parlava volentieri della sua
giovinezza, come me proveniva da Campo Lessi e mi
raccontava i suoi ricordi dei
miei nonni materni. Un giorno, dopo averle detto che
sarei andata dalla parrucchiera per farmi rossa, lei mi
disse strabuzzando i suoi
occhi chiari "Ma cosa fa, non
posso crederci! Io da giovane ero rossa e nessuno mi ha
voluta, dicevano che ero una
strega. Lei che ha dei bei
capelli biondi perché si
vuole rovinare? Lo sa cosa
rischia?" Ovviamente non
ha apprezzato la mia scelta.
Amelia se n'è andata anni fa.
Dorina, Giovanna ed
Eugenio
asqua 1994. Dorina con la
sua elegante permanente
e gli spessi occhiali era seduta vicino alla sua amica Giovanna.
Parlando
della
Pasqua lei mi disse "Sa, mi
piacerebbe uscire a pranzo
con Giovanna e mio fratello.
Sarebbe un peccato rimanere
qua dentro." Pensammo
insieme alla possibilità di un
pranzo fuori; lei era originaria di Godo e così telefonammo al ristorante "Agli
Amici" per prenotare 3 posti.
Iniziai a cercare un tassista, senza risultato.
Nel frattempo tutti e tre
si erano messi eleganti
ed era un vero piacere
vederli così eccitati per
l'uscita. Dissi a Dorina
che non trovavo un taxi
ma che li avrei accompagnati io e sarei passata poi a riprenderli. Lei
sorridendo mi rispose
"Facciamo così, io la
invito a pranzo con noi
se non ha impegni e lei
ci accompagna con
l'auto. Le chiedo però
di mettersi elegante, ci
tengo!" In effetti sotto il
camice indossavo
P
SOCIETA’
9
Donne!
Pari opportunità
er la prima volta nella storia di Gemona la maggioranza in Comune ha istituito e
nominato (24 marzo 2005)
una Commissione per le pari
opportunità tra uomo e donna.
Questo atto dovuto, in quanto
previsto dalla normativa, è
stato "benevolmente concesso" dopo reiterate richieste da
parte mia, unica consigliera
comunale donna.
Tutto a posto, allora? D'ora in
avanti le donne di Gemona
potranno farsi sentire di più e
meglio?
Non ne sono così convinta: ci
sono infatti segnali poco rassicuranti.
Innanzitutto la composizione
della commissione stessa, che
ha quale presidente un uomo,
nella persona del dott. Vincenzo Salvatorelli, assessore
alle politiche sociali e vicesindaco. E' vero che le pari
opportunità
potrebbero
riguardare anche casi di
discriminazione o difficoltà di
integrazione dei maschi, ma
le statistiche su livelli di
occupazione, retribuzioni,
posti di responsabilità, parte-
P
cipazione alla vita politicoistituzionale, ecc. dei Gemonesi non evidenziano la
necessità di ulteriore sostegno
al sesso forte.
Le altre componenti la commissione sono donne: la
segretaria capo del Comune,
dott.ssa Lanari e la sottoscritta. Come segretaria della
commissione c'è un'altra
dipendente del Comune, la
dott.ssa Bianchini.
Alla Commissione sono state
attribuite le seguenti funzioni:
- promuovere indagini sulla
condizione femminile nel
Comune di Gemona del Friuli con particolare attenzione
alle condizioni di emarginazione della donna;
- stimolare interventi di natura culturale e sociale atti ad
accrescere la cultura delle
pari opportunità.
Pare strano perciò, vista l'importanza degli argomenti di
cui si dovrebbe occupare, che
dal momento della delibera ad
oggi la commissione NON si
sia neppure insediata, meno
che meno riunita. E' rimasta
un contenitore vuoto, messo
una mise un po' sciatta…
Andai a casa, mi misi elegante, ottenni la sua approvazione e partimmo per il
ristorante. Erano tutti e tre
un po' emozionati per l'uscita; all'ingresso nel ristorante
furono riconosciuti da altre
persone e ricoperti di complimenti e domande, a cui
non si sottrassero. Il proprietario del ristorante li riconobbe e ci accompagnò al
tavolo. Lì, in una sala con
varie famiglie, ci guardavamo intorno divertiti. Fu
divertente ordinare il pranzo,
i miei compagni erano sordastri, mi toccò leggere il
menù quasi urlando, condividendo con l'intera sala la
scelta… Ricordo ancora che
ordinarono il risotto con lo
"sclopit", erano decenni che
non lo mangiavano! Mi raccontarono di luoghi ricchi di
"sclopit", cercando di darmi
tutti i riferimenti geografici
utili! Di quel giorno ho una
fotografia e un bel ricordo.
Dorina e Giovanna non ci
sono più.
Giorno dopo giorno con
Maria, Eugenio, Mario,
Amelia, Dorina e Giovanna,
ho recuperato ricordi un po'
impolverati di un tempo lontano ed è stato per me a volte
struggente, vedere che in
fondo c'era un legame fra la
mia e le loro storie… Lo percepii subito, fin dal primo
istante in cui entrai in Casa
in piedi perché "non si può
farne a meno", ma che non
funziona.
Paura che abbia troppi poteri?
Quella commissione non ha
alcun potere decisionale: a
scanso di equivoci è scritto a
chiare lettere sulla delibera
che ha natura esclusivamente
consultiva per la giunta.
Dovrebbe, in altre parole,
solamente dare indicazioni,
consigli, suggerimenti a chi
ha gli strumenti e la facoltà di
decidere. Ad una richiesta
scritta di spiegazioni sui motivi del mancato avvio dei lavori è stata data risposta tardiva
e non facile da interpretare.
Che cosa sta succedendo?
Niente di nuovo, evidentemente! Forse si vuole continuare sulla linea ormai tradizionale di emarginazione
delle donne dalla vita pubblica… Oppure si ritiene che
una commissione per le pari
opportunità a Gemona non
serva, perché non ci sono problemi…
Noi sappiamo invece che i
problemi ci sono, e grandi. I
risultati elettorali dimostrano
con chiarezza che le donne di
Gemona o sono tenute fuori
dalla gestione della "cosa -che
dovrebbe essere- di tutti",
oppure vengono esautorate,
di Riposo, quando dovetti
presentarmi; mi accorsi che
"Buongiorno, sono Kathia,
la vostra nuova infermiera"
non aveva sortito effetti: sul
fatto che ero la loro infermiera non c'erano dubbi, ma
quel Kathia non era molto
significativo. Allora cambiai
la presentazione "Sono
Kathia, la nipote di Madio
Marin e Min dai Nonis". Mi
misero subito a fuoco e mi
riconobbero!
Kathia Cragnolini
messe a tacere in tutti i modi
(c'è già un'intera casistica al
proposito).
Che fare dunque? Certamente
non aspettare aiuto da chi
mostra di non avere intenzione di darlo. Piuttosto incontrarsi, discutere, organizzarsi
al di fuori dalle sedi istituzionali (se queste non offrono
spazi) superando, perché no?,
i tradizionali confini dei partiti e degli schieramenti politico-ideologici ed usando quel
buon senso e quella concretezza nell'affrontare i problemi che solo le donne hanno.
Senza la pretesa di poter fare
tutto e subito.
I punti di criticità nella nostra
zona sono tanti e non facili da
affrontare e risolvere: la presa
di coscienza di essi è il primo
passo, indispensabile per proseguire oltre. Si pensi solo
alle difficoltà delle donne nell'inserirsi (o re-inserirsi) nel
mondo del lavoro, ai problemi legati alla famiglia ed alla
maternità, all'assistenza ai
familiari anziani o disabili…
Ma anche al non sapere dove
reperire dati e informazioni
utili su opportunità, iniziative
o contributi, al funzionamento "parziale" del consultorio
familiare, al fragile equilibrio
tra tempi del lavoro, tempi
della famiglia e tempi per sé,
al preconcetto duro da estirpare che quanto succede
attorno a noi ma al di fuori di
casa nostra non ci interessi e,
infine, che la politica è "cosa
da uomini".
Cerchiamo di costruire qualcosa insieme: fatevi sentire!
Ogni proposta e idea verrà
presa in considerazione. Ogni
contributo costruttivo sarà
ben accolto.
Mariolina Patat
Consigliera comunale di
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URBANISTICA
10
Cronaca dal Consiglio
Regolamento Edilizio del 1935!
e Maravee da tempo
Pense
denuncia il degrado urba-
nistico di Gemona e la mancanza di capacità progettuale
della sua Amministrazione.
Volevamo scrivere sulla
variante al Piano Regolatore
n° 34, ma abbiamo ricevuto
un intervento che ne
approfondisce gli aspetti più
importanti ed al quale rimandiamo. Per rimanere sul
tema della gestione del territorio, ci soffermiamo su
un'interpellanza presentata
dal gruppo di opposizione
Intesa per Gemona in merito
al regolamento edilizio (vedi
riquadro). Sembra proprio
che il Regolamento Edilizio
di Gemona risalga a 70 anni
fa, all'epoca fascista, quando
la trasparenza delle scelte
operate dagli amministratori
era un miraggio. Fortunatamente, in tanti anni molte
cose sono cambiate e sembra
superfluo affermare che
anche il Regolamento Edilizio deve essere aggiornato,
per adeguare le disposizioni
tecniche alle moderne esi-
genze costruttive, per garantire la trasparenza nei conferimenti degli incarichi e,
soprattutto, perché lo stabilisce la L.R. 52/91 capo III art.
53 e succ., che impone ai
Comuni di dotarsi di un
Regolamento Edilizio che
definisca "la composizione,
il funzionamento e le competenze della commissione
edilizia comunale". Al fine
di orientare ed uniformare
gli standard dei regolamenti
comunali, la Regione, nel
giugno 1995 ha predisposto
un Regolamento Edilizio
Tipo, cui i Comuni avrebbero dovuto adeguarsi entro un
anno dalla sua emanazione.
Da allora moltissimi Comuni
si sono adeguati, ma non
Gemona.
Il Regolamento Edilizio
Tipo suggerisce i criteri cui
attenersi nella nomina dei
membri elettivi, componenti
la Commissione Edilizia. I
2/3 dei componenti sono
scelti da una lista fornita
dagli ordini e collegi professionali della progettazione
Interpellanza
PREMESSO
- Che l'attuale commissione è stata nominata con delibera giuntale n.227 del 29 .7.2004;
- che la stessa delibera fa riferimento ad un
vigente Regolamento Edilizio non meglio
precisato, né dice nulla sulla data di adozione
dello stesso […];
PRESO ATTO
che l'attuale legge regionale che norma la pianificazione territoriale comunale compreso il
regolamento edilizio e la relativa COMMISSIONE EDILIZIA COMUNALE è la legge
regionale n.52 del 19.11.1991 […] nonché le
successive modifiche […];
SI CHIEDE
Se corrisponda al vero che a parte modestissime modifiche ed integrazioni, l'attuale
Regolamento Edilizio ed Ornato che detta
disposizioni sulle opere edilizie nel Comune
di Gemona risalga al 26.06.1935;
- chi, conseguentemente, funga da podestà
nella prevista commissione igienico edilizia
ai sensi dell'art.6 dello stesso regolamento;
- a quale norma si faccia riferimento riguardo all'individuazione della suddetta figura
amministrativa (podestà) che non risulta
(ingegneri, architetti, geometri, periti), i restanti sono
scelti dal Sindaco anche su
consiglio dei membri suddetti.
La Commissione Edilizia di
Gemona, attualmente composta da tre membri di diritto (Sindaco, Ufficiale Sanitario, rappresentante dei
Vigili del Fuoco), tre membri effettivi (arch. Giovanni
Pietro Nimis, ing. Iob
Mauro, arch. Gianpaolo
Della Marina), due membri
supplenti (p.i.e. Fabio Collini, arch. Claudio Venturini)
ed un esperto in materia
ambientale (dott. Rudi
Gubiani), è stata nominata
con la Deliberazione della
Giunta comunale n. 227 del
29/07/2004. Dato che nelle
premesse di tale delibera si
fa riferimento ad un generico
regolamento edilizio, è lecito chiedersi se la Commissione Edilizia sia stata nominata attenendosi alle disposizioni di un regolamento del
1935, oppure, democraticamente, attenendosi ai sugge-
essere prevista nella legislazione della
Repubblica Italiana;
- se […] nella scelta dei membri della commissione si siano comunque rispettate le
modalità di scelta dei membri della commissione suggerita dal regolamento Regionale
("2/3 dei membri sono scelti tra una lista di
nominativi almeno doppia e predisposta dagli
organismi provinciali degli ordini e collegi
professionali");
- se le relative competenze dei membri
della commissione siano quelle stabilite
dallo Statuto e dal regolamento edilizio
comunale e quali queste siano;
- quali siano i criteri particolari di valutazione fissati a cui la commissione edilizia si
attiene per lo svolgimento delle sue funzioni;
- se non ritiene opportuno che, nell'anno
2005, le complesse problematiche dell'edilizia a Gemona vengano regolamentate da
norme aggiornate ed adeguate, che per altro
gli altri Comuni hanno da tempo adottato e se
Gemona non meriti delle regole edilizie un
po' più aggiornate di quelle di 70 anni fa!
Il Gruppo consigliare di Intesa per Gemona
Bruno Seravalli, Moreno Casani, Gianni
Gubiani, Marco Job e Mariolina Patat.
rimenti del Regolamento
Edilizio Tipo.
Gli strumenti e gli organi
decisionali di cui si dota
un'Amministrazione rappresentano le garanzie per la
gestione del territorio. Da
troppo tempo a Gemona in
questo campo si naviga a
vista. Non c'è nessuna programmazione. Alcuni esempi scelti a caso? In questi
giorni si è inaugurata la
piscina. Molto bene! Come
non ricordare, tuttavia, che il
Comune intendeva realizzare un palazzetto dello sport
in quel punto? Che ne è di
quel progetto pagato varie
decine di milioni? E del progetto di autostazione previsto nell'attuale Piazzale
Comelli? Che ne è delle
varianti al Piano Regolatore
(assegnate sempre allo stesso professionista) pagate
centinaia di milioni e mai
adottate dal Consiglio
Comunale? E le zone commerciali, o artigianali, che
nascono come funghi e si
spostano in continuazione
non si sa bene perché (o
forse si sa anche troppo
bene!)? Lasciamo che il lettore tragga le sue conclusioni sul perché la commissione
edilizia sia eletta in base ad
un regolamento del 1935, sul
perché non si scelgono i suoi
componenti secondo le indicazioni delle norme più
recenti. Sarebbe importante
la dimostrazione di un'attenzione maggiore da parte di
tutti i cittadini. Purtroppo la
partecipazione democratica
nel nostro paese non è sufficiente.
ATTUALITA’
11
Sovversione elettorale
Il pensiero di Raniero La Valle sulla legge recentemente approvata dalla Camera sul proporzionale
elettorale in vigoIlresistema
in Italia dal 1993, mag-
gioritario uninominale con
correzione in senso proporzionale, è sulla via del tramonto. Infatti l'11 ottobre la
Camera ha approvato, con
323 sì, 6 no e 5 astenuti, la
nuova legge elettorale, che
reintroduce il sistema proporzionale. Alla votazione
non ha partecipato, per protesta, il centrosinistra.
Questo atto legislativo ha
sollevato molte reazioni di
dissenso, anche da parte di
quelle forze che sono favorevoli, in linea di principio, al
sistema proporzionale, che
dovrebbe garantire un maggiore rispetto della volontà
degli elettori perché basato
su una ripartizione dei seggi
in proporzione al numero dei
voti ottenuti dalle singole
liste di candidati. Quali le
ragioni di un'accoglienza
così diffusamente sfavorevole? Una risposta a questa
domanda ci viene fornita da
Raniero La Valle, parlamentare europeo ed esperto di
diritto costituzionale, nonché fondatore dell'associazione Libertà e Giustizia.
legge elettoLaralecosiddetta
proposta dalla destra
al potere non è solo un attentato al centro-sinistra per
fare della sua eventuale vittoria una vittoria mutilata,
sottraendogli decine di
seggi; e nemmeno il suo
carattere iniquo consiste nel
fatto che si sia voluto imporre il cambiamento delle
regole all’ultimo minuto,
quando ormai ci si era preparati alla imminente battaglia
elettorale tenendo conto
delle vecchie regole. Queste
due sono cose gravi, ma non
tanto gravi da configurare un
attacco alla Costituzione e
alla Repubblica. Se si trattasse solo di questo, cioè di un
ritorno, fuori tempo massimo, dal maggioritario al proporzionale, per salvare il salvabile della destra in rotta,
sarebbe un gioco durissimo,
ma non fuori della democrazia. E anche i proporzionalisti della sinistra, pur di uscire dallo sconcio del sistema
maggioritario, avrebbero
potuto essere tentati di sostenerlo.
Invece, come hanno fatto
sapere dopo una loro assemblea a Roma, hanno respinto
il progetto della destra “con
sdegno”. Perché con sdegno? Perché la legge, così
com’è, è in realtà lo strumento mediante il quale si
può instaurare un regime.
La proposta elettorale della
destra sovverte con legge
ordinaria la Costituzione
della Repubblica prima della
riforma costituzionale in
corso d’opera, e in modo
ancora più radicale. Essa stabilisce prima di tutto che la
maggioranza sia fissata per
legge in almeno 340 deputa-
Fioreria
Emidia Manzano
Via Roma, 252
tel. 0432 970692
33013 Gemona del Friuli
e-mail: [email protected]
ti della Camera (su 630) e
170 al Senato (su 315), dunque ben più della maggioranza assoluta, e che tale
numero di parlamentari sia
assegnato d’ufficio al partito
o alla coalizione di partiti
che, con qualsiasi percentuale, abbia anche solo un voto
in più di ogni altro partito o
coalizione. E se si desse il
caso che non si formassero
le coalizioni, anche un singolo partito, ad esempio col
venti per cento dei voti, si
vedrebbe assegnati tutti questi seggi. In nessuna democrazia al mondo, per quanto
maggioritaria, c’è una simile
norma.
In secondo luogo la legge
stabilisce che ogni partito,
sia che si presenti da solo sia
che sia collegato ad altri in
una coalizione, deve dichiarare il nome e il cognome del
candidato alla presidenza del
Consiglio. Perciò si stabilisce un obbligo verso di lui
sia del Presidente della
Repubblica, che perderebbe
così il suo potere di nomina
secondo l’art.92 della Costituzione, sia dei 340 deputati
e 170 senatori, che avrebbero in tal modo un vincolo di
mandato, contro l’art.67
della Costituzione.
In terzo luogo si stabilisce
che ogni partito deve depositare il programma elettorale,
e tutti i partiti che si collegano in una coalizione devono
presentare lo stesso pro-
gramma: il che vuol dire che
ogni differenza tra i partiti
collegati deve scomparire; e
così la proporzionale che
dovrebbe servire a salvare le
identità si rovescerebbe nella
più grande omologazione e
mistificazione e a giustificarla resterebbe solo la lotta
di potere.
In quarto luogo si stabilisce
che, senza preferenze, gli
eletti sarebbero designati in
liste bloccate secondo l’ordine deciso dai capi-partito,
per cui tutti i candidati si trasformerebbero in clienti, e i
parlamentari in vassalli e il
Parlamento in una aggregazione di feudi con al vertice
un principe. Nemmeno la
legge Acerbo, né quella che
permise a Hitler di prendere
il potere, erano così. Speriamo, poiché Ciampi non è
Facta, l’ultimo presidente
del Consiglio dell’Italia prefascista, e perciò non potrà
non rinviare la legge alle
Camere per la violazione di
un numero impressionante
di articoli della vigente
Costituzione.
Raniero La Valle
A cura del Comitato per la
difesa della Costituzione Gemona
Sogni.
Come caprioli,
liberi,
disegnano
salti felici
nell'aria
tersa e leggera,
giovane e fresca,
nello spazio
privo di peso
di un improvviso
prato verde.
Lasciano
un'impronta reale
nel morbido
sentiero del bosco.
Marina Stroili
ASSOCIAZIONI
12
Speciale Amnesty Internat
Ma se dimostrerò non essere la morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell'umanità.
Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene"
10 ottobre:
Giornata mondiale contro la pena di morte
mondiale contro la propri sforzi in favore dell'abolizione
LapenaCoalizione
di morte (World Coalition della pena di morte in tutto il mondo.In
against the Death Penalty, WCADP), di
cui Amnesty International fa parte, ha
dichiarato il 10 ottobre Giornata mondiale contro la pena di morte, promuovendo azioni e iniziative in tutto il
mondo.Fondata a Roma nel maggio
2002, la WCADP è una coalizione
internazionale di cui fanno parte organizzazioni impegnate nel campo dei
diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità locali, che hanno unito i
occasione della Giornata mondiale i cittadini e le associazioni che in Italia
hanno a cuore un mondo senza esecuzioni sono invitati a partecipare alle iniziative organizzate nelle proprie città dibattiti, concerti, mozioni e manifestazioni - per dare ampia risonanza alla
richiesta della Coalizione.La Sezione
Italiana di Amnesty International invita
inoltre a sottoscrivere l'appello della
WCADP alle autorità dei paesi che
CONTRO LA PENA DI MORTE
ancora mantengono la pena di morte,
chiedendo loro di introdurre una moratoria immediata sulle esecuzioni e di
abolire la pena di morte per tutti i reati.
Firma anche tu l'appello on-line:
http://www.amnesty.it
Sapevi che anche in Giappone c’è la pena di morte?
per ore, pose una confessione scritta a morte dalla Corte Distret- avvenuti in una stazione di
“Fuiin interrogato
continuazione, e gridando mi ordinò di scri- tuale di Urawa il 30 gennaio polizia, durante i quali l’uosenza avere la possibilità di vere il mio nome, indicandomi il punto dove firmare
mentre mi prendeva a calci e
mi torceva il braccio dietro
la schiena. In questo modo
mi strapparono la firma”.
Ex operaio edile di 82 anni,
Tomizo Ishida è stato accusato degli omicidi di due
donne, una delle quali era la
sua compagna, commessi nel
1973. Arrestato l’8 ottobre
del 1974 è stato condannato
1980. La sentenza è stata
confermata dall’Alta Corte il
30 marzo 1983 e dalla Corte
Suprema il 13 giugno 1989.
Tomizo Ishida si è dichiarato colpevole dell’omicidio
non premeditato della sua
compagna; del secondo
continua a proclamarsi
innocente.
La confessione è giunta dopo
148 giorni di interrogatorio
Numero di stati che hanno abolito definitivamente la pena
di morte per tutti i reati al termine dell’anno (escluso il
2005). Fonte: Amnesty International
accedere al bagno. Dissi
loro che avevo bisogno di
andarvi ma mi fu risposto
che me lo avrebbero permesso soltanto se avessi firmato
la confessione, ammettendo
di avere ucciso. Quando mi
rifiutai di firmare mi dissero
di defecare sul pavimento.
Non potei fare altro che
ripiegarmi per trattenermi,
quando uno degli uomini che
mi interrogavano mi sotto-
mo non è stato informato del
diritto di poter essere assistito da un avvocato.
Attualmente Tomizo Ishida è
detenuto presso la Tokyo
Detention House (Centro
detentivo destinato ai soli
condannati a morte).
Le sue condizioni di salute
non sono buone, sta perdendo la vista all’occhio destro.
Il suo avvocato lo incontra
soltanto una volta l’anno; il
figlio e la figlia non possono
recarsi a visitarlo perché
entrambi affetti da handicap
mentali.
Tomizo Ishida si trova in prigione da 30 anni, nel braccio
della morte da 25 ed è attualmente il condannato a morte
più anziano del Giappone.
NOTIZIE GENERALI
I prigionieri non possono
incontrare i loro avvocati
ogni volta che ne hanno
bisogno ma addirittura solo
una volta all’anno.
È stato riscontrato che molti
prigionieri sono stati detenuti in condizione di incommunicado dopo l’arresto, quindi
senza la possibilità di consultare un legale e
ricevere assistenza e
ASSOCIAZIONI
13
tional sulla pena di morte
sottoposti a lunghissimi
interrogatori durante i quali
sono stati anche oggetto di
torture da parte dalla polizia,
per ottenere una confessione
che è stata utilizzata poi
come prova inconfutabile
durante il processo.
Le condizioni nel braccio
della morte sono disumane: i
detenuti non ricevono cure
mediche, vivono in una cella
di circa 5 mq, le celle sono
monitorate 24/24h. L’esecuzione non è mai preannunciata al condannato o alla
sua famiglia.
Nel Paese ci sono sette prigioni attrezzate con un patibolo per l’impiccagione.
A settembre 2004, il Giappone ha eseguito la condanna
di due persone detenute nel
braccio della morte. Entrambe le esecuzioni sono avve-
nute in segreto per impiccagione. I prigionieri sono stati
informati dell’esecuzione
soltanto poche ora prima di
essere uccisi e i loro familiari e avvocati sono stati avvisati dopo che le esecuzioni
avevano avuto luogo. Le
esecuzioni sono avvenute
durante un periodo di
sospensione del parlamento,
nel tentativo di evitare il
pubblico dibattito o critiche.
I detenuti del braccio della
morte sono tenuti in isolamento, con limitate possibilità di comunicazione con il
mondo esterno. Almeno 25
prigionieri con sentenze
definitive sono da oltre dieci
anni nel braccio della morte
in attesa di esecuzione.
Secondo quanto riferito, il
10% dei reclusi nel braccio
della morte sarebbero vitti-
La pena di morte nel mondo
Più della metà dei paesi ha abolito la pena di morte di diritto o de facto.
Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati al 5 aprile 2005:
84 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
12 paesi l'hanno abolita salvo che per reati eccezionali,
quali quelli commessi in tempo di guerra.
24 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.
In totale 120 paesi hanno abolito la pena di morte nella
legge o nella pratica.
76 paesi mantengono in vigore la pena capitale e, spesso,
eseguono condanne a morte.
me di errori giudiziari.
Circa 120 parlamentari di
tutti i partiti, maggioranza e
opposizione, su un totale di
circa 640 tra deputati e senatori, sono membri della Lega
per l'abolizione della pena di
morte.
Dal 1990 il numero degli stati
africani che hanno abolito la
pena di morte è aumentato progressivamente.
ASSOCIAZIONI
14
Speciale pena di morte
La pena di morte negli Stati Uniti d’America
di gran parte nel 1986
Condannati a morte rila- altre minoranze)
18
Aldeicontrario
paesi che fanno ricor- nel 1987
sciati dal 1976 perché inno- Donne in attesa di esecuzio25
so alla pena di morte, dove
questa, spesso, viene applicata in segreto e dove risulta
molto difficile reperire le
informazioni, negli Stati
Uniti d'America la trasparenza che caratterizza l'applicazione della pena capitale consente di ricostruire in tempo
quasi reale un quadro attendibile della realtà nel paese per
quanto concerne i dati sulle
esecuzioni.
Giurisdizioni in cui è prevista: 40 (38 Stati e due legislazioni federali)
Non è prevista in Alaska,
Hawaii, Iowa, Maine, Massachussetts, Michigan, Minnesota, North Dakota, Rhode
Island, Vermont, West Virginia, Wisconsin e nel distretto
federale di Columbia. Pur
prevista, è stata giudicata
incostituzionale in alcuni suoi
aspetti dalle corti statali di
Kansas e New York.
Condanne a morte eseguite:
dal 1608 oltre 19.000 (dal
1930 al 2000 oltre 4.500 a)
nel 1976
0
nel 1977
1
nel 1978
0
nel 1979
2
nel 1980
0
nel 1981
1
nel 1982
2
nel 1983
5
nel 1984
21
nel 1985
18
nel 1988
11
nel 1989
16
nel 1990
23
nel 1991
14
nel 1992
31
nel 1993
38
nel 1994
31
nel 1995
56
nel 1996
45
nel 1997
74
nel 1998
68
nel 1999
98 b)
nel 2000
85
nel 2001
66
nel 2002
71
nel 2003
62
nel 2004
59 c)
37 d)
nel 2005
dal 1976 a oggi 981 e)
a) di cui 49 donne
b) record di esecuzioni da
quando nel 1976 è stata reintrodotta la pena di morte. Il
record nel XX secolo si è verificato nel 1936, con 199 esecuzioni. Nel 1930 - 1950 la
media annuale era stata di
150 esecuzioni
c) di cui 23 in Texas
d) di cui 12 in Texas
e) di cui 22 minorenni all'epoca del reato, 54 minorati
mentali, 119 "volontari", 10
donne, 10 nativoamericani e
22 cittadini stranieri o con
doppia cittadinanza.
Commutazioni dal 1976:
223 (di cui 167 in Illinois e 1
federale)
centi: 121
Metodi di esecuzione applicati dal 1976 a oggi:
iniezione di veleno 813; sedia
elettrica 152; camera a gas
11; impiccagione 3, fucilazione 2
Numero di prigionieri in
attesa di esecuzione (dicembre 2004): 3471 (54% bianchi; 43% afro-americani; 3%
ne: 50 in 18 stati
Cittadini stranieri in attesa
di esecuzione: 118
Esecuzioni dal 1976 (Stati
con oltre 50 esecuzioni):
Texas
348
Virginia
94
Oklahoma
79
Missouri
65
Florida
60
Breve cronologia dell'abolizione
della pena di morte
La prima abolizione fu opera del Granducato di Toscana il 30/11/1786.
La Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria Costituzione l'abolizione totale della
pena di morte il 3/7/1849. Prima, però, il Michigan, Stato
facente parte degli USA, l'abolì l’1/3/1847. San Marino
ne decretò l'abolizione nel 1848 (l'ultima esecuzione
avvenne nel lontano 1468) e l'abolizione totale nel 1865.
Per quanto riguarda lo Stato Italiano, il 23/3/1865 la
Camera vota l'abolizione, ma il Senato la blocca. Nel
1944-1945 venne abolita ma subito reintrodotta. Nel
1947 avvengono le ultime fucilazioni. Nel 1948 viene
abolita dalla Costituzione (ma rimane in vigore nel codice penale di guerra). Nel 1992 c'è un tentativo di reintrodurla. Nel 1998 viene finalmente sancita l'abolizione
totale a seguito di una campagna della sezione italiana di
Amnesty International.
Per informazioni e approfondimenti:
AMNESTY INTERNATIONAL Sez. Italiana
Gruppo ITA 143 c/o Vitti Massimo
Via C. Percoto, 14 - Osoppo - Tel. 0432-974179
Condanne a morte eseguite nel 2005*
Afghanistan: 1
Arabia Saudita: almeno 62
Autorità Palestinese: 5
Bangladesh: 3
Cina: almeno 310
Corea del Nord: almeno 3
Giordania: almeno 9
Indonesia: 2
Iran: almeno 64 (di cui almeno 6 minorenni all'epoca del
reato)
Kuwait: almeno 2
Libia: almeno 6
Pakistan: almeno 8
Vietnam: almeno 20
Singapore: almeno 1
Stati Uniti d'America: 37
Sudan: almeno 1
Uzbekistan: 1
*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni
che Amnesty International è
riuscita ad accertare dal 1°
gennaio al 2 settembre 2005.
In alcuni paesi asiatici e
mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato.
disegno inviato ad Amnesty Internatiol da un detenuto palestinese.
TERRITORIO
15
Il Broili di Madone
Una vicenda poco “edificante”
Dalla cronaca dei giornali
7-09-’05, Messaggero Veneto
Esposto per i danni alle
antiche mura
La terza cinta muraria risalente alla fine del 1300 è stata
danneggiata… Il consigliere
di minoranza Gubiani ha
inviato alla soprintendenza un
esposto nel quale mette l'ente
a conoscenza di quello che
ritiene uno scempio… nell'area di realizzazione di un Percorso vita, realizzato dall'amministrazione comunale nel
parco sopra la Facoltà di
Scienze motorie…
"Nella realizzazione della
pista -spiega il consigliere del
gruppo "Intesa per Gemona"non si è badato a conservare
integra questa parte del paese:
a partire dalle mura di sostegno dei terrazzamenti, che
sono state distrutte, fino alla
cinta muraria, intaccata dalle
operazioni di scavo".
L'allarme, abbandonato per
un attimo il caso specifico,
porta con sé la richiesta di una
gestione più attenta e organica del patrimonio culturale
del paese…la pista in sé non
ha nulla di negativo, anzi…"
9-09-’05, Messaggero Veneto
Il sindaco: mura integre
Marini: il consigliere Gubiani
ha preso un abbaglio.
"Ma quali danneggiamenti
alle mura trecentesche. Credo
proprio che nella foga d'imbastire una delle sue tipiche
polemiche di retroguardia il
consigliere Gianfrancesco
Gubiani abbia preso una
solenne cantonata".
Gubiani ha addirittura chia-
mato in causa la Soprintendenza attraverso un esposto
che però- assicura Marini- è
destinato a non ottenere alcun
riscontro…Non so cosa il
consigliere Gubiani abbia
visto né tanto meno dove stia
lo scempio che gli operai
avrebbero compiuto. L'archeologo Andrea Pessina….
ha avuto modo di verificare
che i presunti danneggiamenti delle mura trecentesche
sono solo il frutto della fantasia del consigliere Gubiani.
"A questo punto mi sento di
chiedere all'esponente dell'opposizione di accertarsi
bene prima di firmare esposti,
è questo tipo di allarmismo a
mortificare la città di Gemona, non certo l'operato della
giunta. Annuncio fin da ora
che prenderò in considerazione l'eventualità di ricorrere
alle sedi giudiziarie per
rispondere a un attacco
immotivato che ritengo abbia
danneggiato non soltanto la
giunta ma anche l'immagine
del Comune"
12-09-’05, Petizione urgente
Al signor sindaco di Gemona
…la preghiamo di sospendere
immediatamente i lavori nell'area "Broili di Madone",
affinché si possa serenamente
valutare, anche con l'apporto
di sensibilità competenti
diverse, se questo sia il modo
più opportuno per intervenire
in quell'area…
Un gruppo di cittadini di
Gemona
16-09-’05, Il Gazzettino
Petizione per salvare i terrazzamenti: «Stop ai lavori»
Lavori di sbancamento presso il “Broili di Madone”
La richiesta inviata al sindaco
riguarda la tutela de "lis altanis" contenute dai muretti a
secco e costruite dagli antenati: "Troviamo alternative".
21-09-’05, Messaggero V.
Marini interviene: "Riconsegneremo un'area che
prima era inutilizzata"
Anche il sindaco Marini condivide le preoccupazioni dei
cittadini che hanno firmato la
petizione a salvaguardia del
cosiddetto "broili di Madone". "…è vero che il cantiere
provoca un grande impatto
emotivo. L'ho io stesso verificato in occasione di un recentissimo sopralluogo effettuato
in compagnia del soprintendente reggente Giuseppe
Franca…ho già fatto pervenire al progettista e direttore dei
lavori, l'ing. Foramitti, precise disposizioni affinché vengano approfonditi gli aspetti
dell'inserimento dell'opera in
quel contesto, ricercando tutti
gli elementi possibili di valorizzazione dello stesso. Al
dirigente comunale ing. Vales
ho invece dato mandato affinché tale mia disposizione sia
attuata e concordata con la
Soprintendenza"
5-10-’05, Messaggero Veneto
Gubiani al sindaco: dovreb-
be ringraziarmi per le mura
medievali
"Nei giorni scorsi il sindaco scrive Gubiani- ha annunciato
l'intenzione di querelarmi…la
mia segnalazione alla Sovrintendenza ha consentito di far
procedere i lavori con le cautele del caso, tant'è che se il
problema sollevato da me non
fosse reale, i lavori non sarebbero stati improvvisamente
interrotti nel tratto vicino alla
terza cinta medievale. Inoltre
è falso che l'archeologo
Andrea Pessina abbia mai
sostenuto quanto riferito dal
sindaco…
Commento
Non può che farci piacere se
il Sindaco assicura che verrà
posta la massima attenzione
alla valorizzazione dei resti
del lavoro dei nostri antenati.
Ci preoccupa, per contro,
quando dice di aver chiesto ai
tecnici di fare attenzione.
Questo ci voleva prima. Giustamente viene riconosciuto il
valore dell'area. La memoria
dei gemonesi non può dimenticare il legame tra la chiesa
di Madonna delle Grazie ed il
suo "Broili”. Né si può ignorare quale sia il valore di
quell'ultimo fazzoletto integro, limitrofo al "Broili”,
all'interno della cinta muraria.
Ma ora che si è preso coscienza del danno che il progetto
produce in quel punto, un
danno evidente a chiunque,
non solo ai funzionari della
Soprintendenza, si prenda il
coraggio a quattro mani e si
riconosca che quel progetto
non permette di rispettare la
memoria del duro lavoro realizzato dai nostri antenati per
strappare, con terrazzamenti e
muretti a secco sei o settecenteschi, un po' di terreno
URBANISTICA
Fâ e disfâ...
Ancora una variante al Piano
Regolatore Comunale
seduta del ConNell'ultima
siglio comunale, con il
frontare le condizioni di
vivibilità nel nostro paese,
voto a favore della sola mag- che diventa sempre più scagioranza, è stata approvata dente :
l'ennesima variante al Piano - molte piazzole ecologiche
Regolatore, la n. 34.
sono ridotte a livello di discaL'impegno dell'Amministra- rica abusiva;
zione nel cambiare le regole - la pulizia e la manutenzione
urbanistiche è (ed è stato) delle strade sono al limite
sempre altissimo, con effetti della decenza;
che spesso vanno ben oltre il - le piste ciclabili (ma ce ne
solo significato tecnico. Infat- sono veramente?) sono di
ti con l'approvazione di que- fatto impraticabili così come
st'ennesima variante scontia- gli stessi marciapiedi;
mo anche le seguenti conse- - le situazioni di degrado
guenze :
ambientale, soprattutto nel
- Un ricorso al TAR (Tribu- Centro storico, allontanano
nale Amministrativo Regio- anche i pochi turisti che
nale), deliberato dalla Giunta hanno ancora il coraggio di
comunale contro la Regione, mettere piede in quel "gran
che ha bocciato una parte deserto".
della variante (questa scelta In risposta alle osservazioni
significa un esborso di soldi dei consiglieri di "Intesa per
pubblici per pagare le spese Gemona" il sindaco Marini
della pratica e l'avvocato);
reagisce con espressioni ad
- La presa d'atto del fallimen- effetto in stile berlusconiano,
to di una precedente variante apostrofandoli come "cassanapprovata 20 anni fa e mai dre" nel momento in cui
realizzata (perché?) ma i cui esprimono tutta la loro preoccosti di progettazione sono cupazione per l'ennesima
comunque ricaduti sulla scelta urbanistica discutibile e
comunità locale. Infatti quel priva di una visione progetPiano Particolareggiato, che tuale complessiva del territointeressava il territorio gemo- rio. Giudizio condiviso dalla
nese lungo la SS. 13 viene stessa Regione FVG che ha di
oggi stralciato (cioè cancella- fatto denunciato l'assurdità di
to). Non altrettanto impegno alcune "soluzioni", presentan(in evidente contraddizione do le sue riserve e costringencon le promesse elettorali) do il Comune da una parte a
ritroviamo da parte dell'attua- far marcia indietro (obbliganle Amministrazione nell'af- dolo a stralciare dal piano le
nuove aree produtcoltivabile alle aride ghiaie del conoide di tive che erano state
deiezione. Se il Sindaco avrà questa individuate presso
forza, allora riconoscerà che c'è una sola lo svincolo autocosa da fare: rivedere il progetto e modificare almeno la parte più alta eliminando
l'ultimo tornante del percorso verso nordest e ripristinando "lis altanis” ed i loro
muretti. Nessuno contrasterà, di certo, la
continuazione del percorso in un modo
meno invasivo, anzi sarebbe auspicabile
continuarlo sulle stesse mura in quello
scenario straordinario che i resti esistenti,
opportunamente rimessi in luce, possono
offrire. Questa sarebbe una valorizzazione fenomenale per tutto il Centro storico
e per quel percorso vita che potrebbe in
tal modo offrire, a chi lo percorre, il ricordo dell'antica Gemona.
Su www.pensemaravee.it la rassegna
completa degli articoli e le foto.
16
stradale), dall'altra sollevando
sull'abolizione del Piano particolareggiato della SS 13 gli
stessi rilievi che erano stati
sollevati dal gruppo di Intesa:
- la necessità di governare le
nuove consistenti attività che
generano ulteriori ed importanti flussi di traffico, garantendo sicurezza, efficienza e
funzionalità della strada statale
e del suo sistema di viabilità;
- la mancanza di idonee
garanzie per il governo dei
delicati rapporti tra SS 13, la
rete viaria locale e territoriale
ed il sistema commercialedistributivo.
Il Sindaco e la sua maggioranza (ma anche il professionista incaricato del progetto!!), invece di rispondere con
argomenti tecnici e politici
appropriati, hanno ridicolizzato, criticato e messo in
discussione le capacità professionali dei tecnici regionali che hanno redatto il parere,
arrivando perfino a ipotizzare, da parte dell'Amministrazione Regionale, una specie
di "fumus persecutionis" nei
confronti del nostro Comune.
C'è infatti un altro aspetto del
problema da considerare: la
prevista liberalizzazione del
settore commerciale lungo la
SS 13 potrà danneggiare la
nuova zona commerciale che
dovrebbe realizzarsi nell'ex
Manifattura? Ci potrebbe
essere concorrenzialità?
Ad esempio: quale scelta si
pensa che farà un imprenditore, davanti alla possibilità di
aprire un nuovo esercizio
commerciale di medie dimensioni in un capannone disponibile lungo la statale oppure
nel nuovo centro commerciale della ex Manifattura?
E' ovvio: l'esercizio commer-
ciale lungo la SS 13 ha una
più forte appetibilità, in quanto dotato di maggior visibilità, maggiore facilità di
accesso, ecc.
In tale ottica, noi temiamo che
le due realtà possano porsi in
concorrenza tra di loro, oltre
che con le realtà commerciali
medie e soprattutto piccole,
attualmente esistenti e talvolta già in affanno a causa dell'attuale congiuntura economica.
E allora da dove verranno
fuori i posti di lavoro promessi nell'ex Manifattura? Una
volta di più non si può che
essere perplessi. Ma anche in
questo caso l'Amministrazione ironizza o peggio solleva
dubbi sull'onestà intellettuale
e professionale di chi esprime
forti dubbi su tali scelte urbanistiche e commerciali che
forse risolveranno gli errori
delle precedenti Amministrazioni (cioè aver permesso
sulla SS 13 la costruzione di
capannoni finora inutilizzati)
ma che potrebbero risultare
gravemente deleterie per l'occupazione industriale (soprattutto femminile) e per il singolo commerciante gemonese che vede spostare il centro
commerciale verso la periferia del paese.
Anche al problema del traffico non è stata data risposta. Si
pensi solo in quali condizioni
di impercorribilità e invivibilità si potrebbe ridurre la SS
13 che produrrà forse dei
benefici soltanto a qualche
grossa catena commerciale,
con pochissime ricadute positive sull'economia di Gemona
ed i suoi abitanti.
Bruno Seravalli
Capogruppo consigliare di
"Intesa per Gemona"
TERRITORIO
17
Piste ciclabili o marciapiedi?
A proposito di Via Osoppo e di Via Trasaghis
Il sindaco Marini dice che
"sono riservate ai pedoni e
vietate al traffico dei veicoli, tra i quali si annoverano
le biciclette." Ma…
mesi fa (14 giugno
Alcuni
2005) chiesi con un'inter-
pellanza al sindaco Marini
"se i marciapiedi di Via
Osoppo e di Via Trasaghis
sono da considerarsi delle
piste ciclabili, dei comuni
marciapiedi o delle piste promiscue utilizzabili sia dai
pedoni che dai ciclisti.”
Chiesi altresì per quale motivo il Comune non abbia mai
provveduto a far installare i
necessari cartelli che evidenziassero il tipo di utilizzo
consentito.
Il 19 luglio 2005 il Sindaco
rispose: "I marciapiedi posti
sui lati Nord di via Osoppo e
Trasaghis sono proprio dei
marciapiedi, e quindi, come
tali, riservati ai pedoni e vietati al traffico dei veicoli, tra
i quali si annoverano le biciclette;
- vista la tipologia dei manufatti, indicare con opportuna
segnaletica specifica che un
marciapiede è proprio e solo
tale, appare non solo tautologia, ma anche una spendita
inutile di denaro pubblico;
- la costruzione di marciapiedi ‘a raso’ deve seguire specifiche e precise normative tecniche a protezione della viabilità pedonale; la scelta è
quindi condizionata dalle
situazioni topologiche delle
singole viabilità e/o dalle
La pista di Via Trasaghis:
ciclabile o pedonale?
disponibilità
economiche
assegnate all'intervento.”
Dalla risposta del Sindaco si
appura che dette piste, considerate da noi tutti "ciclabili"
perché così ci erano state
"vendute" tramite il passaparola al momento della loro
costruzione, sono vietate alla
circolazione delle biciclette.
Ma è proprio così?
Giovedì 8 settembre 2005, il
sindaco Marini ha presentato
al Consiglio comunale "l'Aggiornamento al Piano Generale del Traffico Urbano" per
la sua approvazione.
A pagina 55 della relazione
allegata al piano si legge:
"continuare
lungo
via
Cavazzo (od immediatamente a Sud di essa) l'itinerario
ciclabile esistente lungo via
Trasaghis”.
Alla richiesta di chiarimenti
in merito, il Sindaco ha ribadito che detta pista è vietata
alla circolazione delle biciclette.
Pur di fronte alla palese contraddizione, il piano è stato
approvato senza modifiche
con il voto della maggioranza
e del consigliere di opposizione Londero.
Gubiani Gianfrancesco
E’ NECESSARIA UNA MAGGIORE ATTENZIONE AL TERRITORIO
Parcheggi...d’asfalto
falto
a Gemona sono quasi tutti asfaltaIparcheggi
ti. Una volta coperto il suolo con il manto
d'asfalto non c'è più bisogno di manutenzione,
salvo qualche rinfrescata di colore lungo le
strisce di delimitazione. Ma è sempre la cosa
più utile da farsi? Mi permetto di fare una
breve riflessione sul parcheggio dell'ex area
Basilio Brollo e il recentissimo parcheggio
della stazione (lungo via Roma), addossato
alla ferrovia (vedi foto).
1. Sono belli? No! Il parcheggio del ex Basilio Brollo, si trova su una linea immaginaria
che collega il parco di via Dante al castello.
Pur trovandosi tra due ambienti di pregio e
alle porte del centro storico è uno spazio
vuoto. Richiama i parcheggi delle periferie
delle grandi città. L'autostazione sotto il profilo architettonico è gradevole e mitiga l'impatto della ferrovia. Perché attaccarci un parcheggio d'asfalto nero che esalta invece tale
l'impatto?
2. D'estate fa caldo? Si! Il parcheggio d'asfalto, con scarsa o nulla vegetazione, è una
isola di calore e d'estate la temperatura all'interno delle rare macchine può raggiungere i
60, 70 gradi. Contribuisce inoltre all'aumento
della temperatura dell'aria nelle aree circostanti. Quando è caldo fa ancora più caldo. E
la temperatura di questi tempi è già in crescita di suo….
3. Impermeabilizzare il suolo aumenta il
disordine nel regime idrico. Il parcheggio
"ex Basilio Brollo" ha una superficie di circa
1600 mq. Se cadono 100 mm di pioggia
significa che su ogni mq si riversano 100 litri
d'acqua. Su tutta la superficie circa 160.000
litri ovvero 160 metri cubi. Se il fenomeno è
intenso e breve (cosa non infrequente di questi tempi) tutta quest'acqua viene convogliata
in tempi brevissimi in fognatura che non riesce a contenere i volumi di tutto il conoide.
Saltano i tombini, l'acqua nella piana fuoriesce dai troppopieni e si disperde con tutto il
resto nel suolo o nel Ledra. Almeno dove è
possibile conteniamo l'asfalto.
4. Ma cosa si può fare in alternativa?
Il nuovo parcheggio di Via Roma
Sul mercato ci sono dei materiali chiamati
masselli drenanti in calcestruzzo che permettono all'acqua di percolare, all'erba di crescere e alle macchine di sostare. Riescono così a
integrare il parcheggio nel contesto ambientale: le piante, il verde, alcuni cartelli informativi per l'accoglienza dei turisti, … ed ecco che
il deserto di asfalto riduce il suo impatto e
risulta gradevole alla vista. Se non si vuole
ricoprire l'intero parcheggio con i masselli
almeno le aree di sosta delle auto!
Considerazioni finale.
La qualità del paesaggio, un ordinato regime
idrico (ridurre o evitare l'impermeabilizzazione dove è possibile), l'aumento del verde, la
riduzione del consumo di risorse non rinnovabili (suolo) sono aspetti qualificanti del governo di una città. Lo sviluppo quantitativo che si
misura in metri cubi di cemento e km di asfalto fa ormai parte di un periodo ormai concluso. O no…!
Sandro Cargnelutti
CURIOSITA’
18
Il Gruppo Folcloristico "Primevere"
L'entusiasmo di un coro di bambini negli anni '70 a Gemona
sono gli oggetti che si
Tanti
possono trovare ad un
mercatino delle pulci: si
svuotano cjiascj e cantinis,
memorie e ricordi, per la
gioia poi di un collezionista.
In una prima domenica del
mese, girando per le bancarelle del Mercatino delle
pulci e del libro usato di
Gemona, ho trovato una
chicca: un 45 giri del 1977
dal titolo "Dai Friûl" - LA
NUOVA GEMONA Gruppo
Folcloristico "Primevere"
(lato A) e PRIN MACET DI
VILOTIS Gruppo Corale
"La Torate" (lato B).
Aprendo la custodia ho trovato all'interno alcune informazioni: entrambi i gruppi
erano di Gemona e mi ha
particolarmente colpita la
storia del primo, formato
esclusivamente da bambini e
il cui Presidente era Bruna
Plozzer. Come sempre ho
voluto andare a fondo e così
ho bussato alla porta di
Bruna, che mi ha tolto ogni
curiosità.
Il Coro "Primevere" nasce
nei primi mesi del 1974
come coro di bambini, da
un'idea di Antonio Colussi,
per tutti Toni Colùs, maestro
elementare e di musica,
diplomato in fagotto al conservatorio di Udine, ora dirigente scolastico a Udine (è
nato ad Ospedaletto nel 1951
- laureato in pedagogia all'Università di Trieste - ha scritto anche due raccolte di
versi). Il Presidente era
Alfredo Capriz, coadiuvato
dal fratello Pierino. Il coro
era formato da una compagine di bambini che variava
dalle 40 alle 60 unità, tutti di
età compresa tra i 3 e i 13
anni, ed è sorto "col preciso
intento di fornire a questi
ragazzi un'educazione alle
tradizioni popolari della
terra friulana e come testimonianza di un mondo arcaico e contadino che rischiava
di scomparire" come è riportato sulla copertina interna
del disco. Il repertorio era
formato da villotte e canti
popolari nelle diverse varianti del friulano, in italiano e
altri dialetti. Infatti, venne
fatta una ricerca anche sui
canti popolari di ogni Regione d'Italia e ad ognuna era
abbinata una coppia di bambini con i costumi tradizionali. Il coro era capace di sostenere un repertorio anche di
due ore. Nel settembre 1974
Bruna Plozzer (all'anagrafe
Maria Rosa Verelli, nativa di
Gorizia, ma gemonese dal
1960, dopo aver sposato
Alfonso Plozzer) venne
nominata Presidente dall'assemblea dei genitori con il
seguente consiglio direttivo:
Enzo Pischiutti Vicepresidente; Vilma Seravalli
Segretaria; Dario Madotto
Vicesegretario; Alfredo e
Pierino Capriz, Toni Colùs
Consiglieri; Guerrino Forgiarini e Rita Brollo Revisori
Il disco realizzato dal Gruppo “Primavere”
dei Conti.
Rimase in carica fino al
dicembre 1977, quando la
figlia compì 13 anni; per statuto solo il genitore di un
bambino/corista poteva ricoprire la carica di Presidente.
Nacque dunque il Gruppo
Folcloristico "Primevere",
che, oltre a cantare, proponeva anche balletti e scenette
con le coreografie di Dora
Copetti e Licia D'Aronco, le
scenografie e i costumi di
Loretta Cragnolini. I bambini venivano solitamente
accompagnati dalla fisarmonica suonata da Stefano Londero, ma anche da Toni
Cuberli, oppure dall'oboe di
Alessandra Bertoli, dalle
trombe di Arrigo Burello e
Carlo Zampa e dal clarinetto
di Amedeo Pascolo o ancora
dal liron. Il Gruppo partecipò
a diverse sagre gemonesi:
Sagra di S. Marco a Campolessi, Sagra del 1° Maggio a
Campagnola, Sagra di S.
Rocco in Borgo del Ponte e
dei "Surisins" in Borgo Villa.
A Gemona si ricordano due
particolari serate della primavera del 1974 presso il
teatro Santa Maria degli
Angeli con la partecipazione,
oltre al Coro "Primevere",
anche del Coro "I Pronipoti",
diretto da Cecilia Disetti, e
dei bambini delle scuole elementari di Gemona, coordinati dal Maestro Severino
Del Fabro, con una memorabile imitazione di Topo Gigio
eseguita da Lauro Pittini,
divenuto oggi noto regista
cinematografico. Si esibirono anche presso il Centro
Psichiatrico dell'Ospedale di
Gemona e all'Istituto Tecnico
Zanon di Udine. Ma girarono
per tutta la Regione esibendosi in chiese, sagre e rassegne corali. E non solo! Portarono un po' di Friuli anche in
molte località italiane, ospiti
soprattutto dei Fogolârs Furlans (Milano, Trento, Reggio
Emilia, Piemonte, …). Ma
l'orcolàt del '76 portò via con
sé, oltre ai due consiglieri
Alfredo e Pierino Capriz,
LA NUOVA GEMONA
di Sandro Ghiro e Antonio
Colussi
a Federico, Luca, Giulia,
Marina e Sandra
La vecchia Gemona ormai
non c'è più, ma noi non
abbiamo paura: (bis)
costruiremo una nuova
Gemona con case, scuole e
tanti giardini (bis).
E tu ragazzo che cosa metterai nella nuova Gemona? (bis)
Il campanile con le campane, il duomo, le statue e il
largo piazzale (bis).
Voglio vedere le piccole strade, che vanno su in salita,
voglio vedere le luci in collina al chiaror della luna,
voglio avere il vecchio
castello con torri e merletti e
il grosso cannone (bis).
La vecchia Gemona ormai
non c'è più, ma noi non
abbiamo paura: (bis)
costruiremo una nuova
Gemona con case, scuole e
tanti giardini.
Costruiremo una nuova
Gemona e la paura sparirà.
anche alcuni bambini del
coro: Federico, Luca, Giulia, Marina e Sandra, a cui
è dedicata la canzone "La
nuova Gemona". Il 16 settembre 1976 era già stata fissata l'uscita alla rassegna folcloristica di Gorizia, ma vi
partecipò solo lo striscione
con viva commozione del
pubblico. Seguì lo sfollamento a Lignano, dove però
l'attività del Gruppo non
conobbe sosta. Nel 1977
andarono fino a Mentone
sulla Costa Azzurra all'annuale Festa dei Limoni. Poiché Toni Colùs dirigeva
anche il Gruppo Corale "La
Torate", sorto nel 1968, spesso i due cori si esibivano
insieme, alle stesse manifestazioni. La stampa dell'epoca dedicò molto spazio alle
esibizioni di questi bambini
di cui colpivano la bravura e
la spontaneità, diretti
GIOVANI&MUSICA
19
The Desperados
Il gruppo Desperados
Simone, Daniel, Silvia, Matteo
e Marco
Gruppi musicali a Gemona
Secondo appuntamento con la musica gemonese e altro
gruppo che esce dalla sua sala prove per raccontarci il
suo progetto musicale. Dopo gli Zaibuglisch arrivano i
Desperados, attivi a Gemona da ormai 4 anni un gruppo
stabile che ha trovato, nel Rock 'n' Roll e nelle sonorità
psichedeliche-acid, il suo modo di esprimersi.
il lontano inverno 2001, manifestazioni musicali.
quando quattro amici con Il tour si chiude nell'estate
poca esperienza ma tanta del 2004 con l'addio al grupvoglia di fare del sano Rock po della chitarra di Andrea,
'n' Roll, iniziano a ritrovarsi celebrata con un sentito conin una modesta ma acco- certo al parco del Drago di
gliente ex-stalla, trasformata Gemona.
per l'occasione in sala prove. Durante i mesi successivi, i
Questi sono Andrea Marsilli Desperados, si vedono così
(chitarra solista), Daniel costretti ad un rinnovamento
Degano (chitarra ritmica), interno, Marco nel doppio
Matteo Serafini (basso) e ruolo di chitarrista d'accomSimone Londero (batteria). A pagnamento e cantante, e
completare la formazione, Daniel che diventa a tutti gli
dopo alcuni mesi di agognata effetti "leader-guitar" della a completarsi l'attuale forma- periodo di fine anni 60, con
ricerca, si unisce la voce di band.
zione con l'ingresso della cover di autori quali Crosby,
Marco Muzzolini: nascono Durante questo periodo di tastierista Silvia Lepore, che Stills, Nash & Young, The
così i DESPERADOS!
riflessione, il gruppo, rimane permette al gruppo la realiz- Who, The Beatles, Count
Da subito il gruppo propone comunque attivo sui palchi zazione di un progetto sul Five, Love, The Animals…
pezzi di hard rock anni '70, appoggiando la causa di quale avevano a lungo medi- Mi sento di augurare ai
melodie grintose ed energi- UBEUN (vedi P&M n° 53) e tato. L'obbiettivo della band Desperados di riuscire nel
che di gruppi quali AC/DC, partecipando ad altre manife- è ora di far conoscere un loro progetto, mantenendo
Free, Deep Purple, ZZ-Top… stazioni musicali come il sound più originale, meno così sempre vivo e frizzante
Dopo qualche tempo gli sfor- "LAK'N'ROLL 2005" nella "suonato" e forse anche il panorama musicale gemozi in sala prove si concretiz- splendida cornice del Lago meno conosciuto, caratteriz- nese.
Sergio Gollino
zato da sonorità psichedelizano, nel "DESPE ALL dei Tre Comuni.
RIGHT TOUR" una "tour- Nell'autunno del 2005, viene che-acid, distintivie del
nee" che nel 2003 li porta ad
esibirsi in pubblico in vari
LA PREOCCUPAZIONE DEI POLITICI PER LA CASERMA DI VENZONE
locali della zona ed in alcune
È
Patriottici ragionieri
con maestria dal M° Colussi.
Il Gruppo si sciolse nel 1978
dopo aver inciso un 45 giri e
un'audiocassetta. "Ultimamente era giunto anche a
stampare un suo giornalino
dal titolo "Il gazzettino del
folclore" in cui gli stessi
bambini riportavano delle
filastrocche, nenie, canti religiosi e amorosi… ricavati
dalla viva voce delle nonne".
Ho concluso il mio incontro
con la signora Plozzer chiedendole se secondo lei sarebbe anacronistico riproporre
oggi nel 2005 un gruppo folcloristico di bambini. Lei mi
ha risposto: "Assolutamente
no! E' un modo per stare
insieme, per aggregare bambini e genitori, salvaguardando canti e balli di antica
tradizione"…
Maria Copetti
paralizzati dall'angoscia. Pietrificati
Siamo
dal terrore. I giornali di inizio ottobre hanno
diffuso senza usare mezzi termini la tragica
notizia: la caserma di Venzone verrà abbandonata! E' questo il grido d'allarme del consigliere regionale Disetti, che sulle colonne del solerte Messaggero Veneto di mercoledì 5 ottobre
manifestava tutta la sua preoccupazione.
Pare che le crudeli disposizioni del Ministero
della Difesa ordinino che entro un mese l'8°
Reggimento alpini di Cividale assorba anche il
14° Reggimento, attualmente dislocato a Venzone. Secondo Disetti l'abbandono della caserma determinerebbe un grave danno per l'economia dell'intera area.
A stretto giro di posta, venerdì 7 ottobre, il
senatore Collino rispondeva a Disetti, assicurando che a Venzone resteranno dislocati ben
450 alpini. L'intera popolazione locale ha potuto riprendere fiato.
Stupisce sempre il freddo pragmatismo dei
nostri amministratori, capaci di quantificare le
perdite e i guadagni fino al centesimo di euro.
La politica si riduce a un calcolo ragionieristico, a una partita doppia che non contempla
passioni, valori, principi. Così i professionisti
della guerra diventano una benedizione per la
nostra fragile economia: i soldati in libera uscita consumano pizze e bevono birre, fanno
shopping nei nostri innumerevoli supermercati, garantiscono una sistemazione alle ragazze
in età da marito.
Nessuno esamina la questione da un punto di
vista diverso. Qual è l'impatto di una caserma
sulla cultura di un territorio? Come si concilia
con l'educazione alla pace che tutti, a parole, si
prefiggono per i nostri giovani? Cosa accade
nella testa di un bambino costretto a veder sfilare tute mimetiche e mitragliatori?
La lunga presenza dei militari a Venzone ha
contribuito ad annebbiare il nostro senso critico. Non siamo abituati a porci e a porre
domande scomode. Così ascoltiamo rassegnati
il fragore dei mortai che allieta le nostre passeggiate a Sant'Agnese e accettiamo educatamente i posti di blocco intimati per la "nostra
sicurezza".
E' tempo di riconquistare il candore degli
ingenui, capaci di stupore per ogni forma di
violenza e indifferenti alle seduzioni del denaro.
Alberto Barel
COSE PUBBLICHE
Lorenzo
la
talpa
di Lorenzo Londero “flec”
1
Castello, 5°
lotto: il nuovo
progetto venga
presentato ai
cittadini
18.04.2003: la Giunta comunale approva il progetto esecutivo delle opere relative al
5° lotto, ma i lavori non
ripartono perché la Soprintendenza del Friuli V.G. prescrive ulteriori approfondimenti degli scavi archeologici.
A seguito dei risultati di questi scavi la stessa Soprintendenza richiede una revisione
del progetto per la parte attinente l'edificio delle ex carceri, chiedendo di eliminare
i vani ipogei (sottoterra) previsti e di mantenere le strutture murarie riferibili ai
secoli XII, XIII e XIV nella
ricostruzione del volume
preesistente.
La revisione progettuale
comporta la riprogettazione
dell'intero edificio ex carceri, struttura ed impianti compresi.
Il disciplinare d'incarico prevede che il professionista
incaricato ing. Angelo Giglio
di Trieste, consegni gli elaborati progettuali al Comune
entro il 12.09.2005; dopo l'esame e il benestare del
Comune, il progetto dovrà
essere ultimato entro il termine perentorio del 14
novembre 2005.
Si auspica che l'Amministrazione comunale, prima di
esprimere il proprio benestare, provveda a illustrare il
progetto in un incontro aperto al pubblico e a tener conto
dei possibili suggerimenti.
20
2
Gemona,
Tarcento e Tricesimo ricordano il 60° della
Liberazione
Nel manifesto del Comune di
Udine il Sindaco Sergio
Cecotti ricorda che:
"A 60 anni dal 25 aprile 1945
la cerimonia della Liberazione non può che rinnovarsi, in
ricordo dei volontari della
libertà di tutte le formazioni
partigiane che lottarono per
restituirci il dono più prezioso, la democrazia…
20.000 furono i friulani che
scelsero la via delle montagne per partecipare alla Resistenza: 7.000 di loro vennero
deportati e 2.600 sacrificarono la loro vita per riconquistare non solo la libertà, ma
prima ancora la dignità
umana…
L'avvenire di libertà che ci è
stato dato in eredità da questi
coraggiosi combattenti non è
una conquista che possiamo
permetterci di dare per scontata…Va in particolare ai giovani il monito a guardarsi dai
falsi revisionismi…
L'eguaglianza delle vittime
non significa eguaglianza
delle cause per cui sono
morte.
La pìetas deve abbracciare
tutti, ma bisogna sempre
essere pronti a distinguere,
al bivio, la strada che porta
alla libertà da quella che va
verso l'abisso".
Per celebrare questa ricorrenza le sezioni A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani
d'Italia) di Gemona, Tarcento
e Tricesimo hanno pubblicato
un libretto, coordinato dal
prof. Luigi Raimondi Cominesi, intitolato "Sedici partigiani condannati a morte".
L'autore rispolvera la storia
di 16 partigiani condannati a
morte, per rappresaglia, dal
tribunale nazista.
La sentenza venne eseguita
all'inizio del 1945, ma in
giorni differenti: a Gemona il
31.1, a Tarcento l'1.2 e a Tricesimo il 4.2.
Era "una tattica usata dai
Tedeschi che si riproponevano in tal modo di mantenere
in tensione gli abitanti di tre
località poste lungo la strada
statale n° 13."
Questo libretto è già stato
presentato e distribuito a cura
dei Sindaci di Tarcento e di
Tricesimo nelle rispettive
sale consiliari.
Alcune copie dello stesso
sono state donate dalla sezione A.N.P.I. di Gemona alla
biblioteca comunale; altre
copie verranno consegnate a
studenti delle scuole superiori di Gemona.
Lapide dedicata ai partigiani
in via Caduti della Libertà
3
Ivano Benvenuti: chiese
500.000 euro,
dovrà pagarne
17.480
Per conoscere i particolari
della vicenda giudiziaria originata dalla vignetta satirica
diffusa da Virgilio Disetti
durante la campagna elettorale comunale del 1999 è necessario rileggere l'articolo intitolato "La sconfitta è Gemo-
na, dopo il pareggio giudiziario Disetti - Benvenuti" (su
P&M luglio 2002). Quella
battaglia giudiziaria fra l'allora Sindaco Disetti e l'ex
Sindaco Benvenuti fu conclusa dal Tribunale di Tolmezzo
senza risarcimenti e senza
vincitori; in gergo calcistico,
finì con uno zero a zero.
Contro tale sentenza (n. 217
del 2002) Benvenuti ricorse
alla Corte d'Appello di Trieste
chiedendo, fra l'altro, che
Disetti e il Comune di Gemona venissero condannati "in
solido tra loro al risarcimento
dei danni tutti, patrimoniali,
non patrimoniali e morali
patiti e patiendi dall'attore
(Benvenuti ndr) a fronte di
una condotta lesiva del diritto
all'onore, alla reputazione,
all'immagine, all'identità personale, alla integrità morale,
alla dignità professionale ed
alla riservatezza, nonché
fonte di danno biologico, esistenziale ed alla vita di relazione del rag. Benvenuti,
danni fin d'ora quantificati
nella capital somma di euro
500.000,00…"
In sintesi Benvenuti contestò
la sentenza emessa in primo
grado dal Tribunale di Tolmezzo e, in appello, chiese a
Disetti e al Comune di Gemona un risarcimento danni pari
a 500.000 euro.
La Corte d'Appello di Trieste,
con sentenza n. 508/2005, fra
l'altro:
1) ha respinto l'appello di
Benvenuti, confermando la
sentenza del Tribunale di Tolmezzo;
2) ha condannato Benvenuti
Ivano "a rifondere al Comune
di Gemona le spese di lite del
grado, liquidate in complessivi euro 17.480,25…).
La Corte ha accolto tutte le
richieste del Comune che,
pertanto, non risarcirà alcun
danno.
METEOROLOGIA
21
Un’estate poco entusiasmante
Dopo il caldo record della
fine di maggio, giugno inizia
con temperature sotto la
media (minima di 7° l’8 e il
10, record degli uòtimi 70
anni) per poi salire decisamente dopo la metà di giugno. Andamento simile per
luglio che si caratterizza per
le abbondanti precipitazioni
(265 mm, +56% oltre la
media). Agosto con temperature quasi sempre sotto la
media.
Su www.pensemaravee.it i
dati in tempo reale della stazione meteo di Gemona.
Grazie ad Andrea Venturini e
Massimo Marchetti per la collaborazione.
Un nuovo agriturismo a Gemona
A Gemona ci sono
due agriturismi. La malga del
Monte Cuarnan e un agriturismo aperto recentemente in
Campolessi. Di quest'ultimo
vi raccontiamo la storia.
Maurizio ForCronistoria.
giarini (Coleto), nel 1977
costruì la stalla in Campolessi (via Buia). Decisivi i contributi dati dalla Regione per
favorire la ripresa delle attività produttive dopo il terremoto e la disponibilità di un
terreno acquistato dalla zia.
Decise così di continuare
l'attività dei genitori che in
Stalis, in via Ortaccio gestivano, prima del terremoto,
la stalla con 17, 18 tra mucche e manze e una ventina di
maiali.
Per otto anni fece il pendolare tra la casa paterna e la stalla. Nel 1985 installò un container, aggiunse un modulo e
vi si trasferì con la moglie
Stefania e due figli piccoli.
Per 7 anni rimasero nel container e poi traslocarono nella
contigua Krivaja ristrutturata,
dove attualmente abitano.
Le difficoltà. "I primi anni
sono stati duri" commenta
Maurizio "la pendolarità non
favoriva
una
presenza
costante in stalla, e non era
facile collocare tutto il for-
maggio prodotto". "Dal 1984
- aggiunge la moglie Stefania, abbiamo iniziato a vendere il latte alla cooperativa
di Spilimbergo, sostituito la
pezzata rossa con la Frisona
e stabilizzato così le entrate".
La crisi e il nuovo progetto.
Ma ciò non è bastato. "Il latte
lo pagavano poco rispetto al
prezzo di vendita al supermercato e ai nostri sforzi, il
morbo della mucca pazza,…
avevano reso difficile la prosecuzione dell'attività. Nel
2003 decidiamo di vendere le
mucche. Un passaggio difficile per tutta la famiglia.
Allora a mia moglie è venuta
l'idea di aprire un agriturismo. Avrebbe reso possibile
la prosecuzione dell'attività
agricola, aprendola al contatto con la gente.
L'avvio dell'agriturismo. La domanda l'abbiamo presentata lo scorso
anno e con il primo
di luglio abbiamo
iniziato l'attività.
Siamo soddisfatti,
l'agriturismo è frequentato da giovani
e anziani. Prodotti
genuini e accoglienza sono le nostre
pietanze.
L'unione della famiglia - conclude
Maurizio - e una
chiara vocazione a
vivere a contatto
con la terra sono stati i punti
di forza che ci hanno permesso di superare le molteplici
difficoltà.
Andando via vedo un cartello
piantato nell'orto con una
scritta "L'agricoltura è l'arte
di saper aspettare". In questo
caso è proprio vero.
Sandro Cargnelutti
Farmacia “Antonelli”
dr. Franco Santi
P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053
Gemona del Friuli (Ud)
Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria
GIOVANI ARTISTI
22
Tra cielo e mare
Uno sguardo nell'azzurro mondo di Marcella Forgiarini
Concorso "Fantasticando a
Gemona" 2003
Marcella
Honelconosciuto
settembre 2003,
quando partecipò al 6° concorso di pittura extempore
"Fantasticando a Gemona",
organizzato dal Comitato
Borgate del Centro Storico,
in collaborazione con la Galleria d'Arte Babele e la Pro
Glemona. L'opera, che presentò al concorso (foto
sopra), attirò fortemente la
mia attenzione: quel segmento del rosone del duomo, su
quell'intenso azzurro di un
limpido cielo, mi suscitò un
intenso senso di pace e
libertà…
Marcella Forgiarini è nata a
Gemona nel 1974 e vive tal
Borc di Loreit. Nel 1995 si è
diplomata all'Istituto d'Arte
"G. Sello" di Udine nella
sezione grafica pubblicitaria
e fotografia. Sono seguiti nel
1997 un corso di pittura sulla
tecnica del trompe l'œil presso la Libera Accademia di
Cividale del Friuli e nel 2002
un corso di mosaico e uno di
grafica multimediale. E' laureanda in architettura presso
l'Università di Venezia e
lavora presso uno studio grafico e un noto negozio di
arredamenti. Possiede anche
il diploma di abilitazione
all'insegnamento nelle scuole
per l'infanzia, conseguito nel
1991.
La produzione artistica di
Marcella spazia quindi dalla
pittura alla scultura fino al
mosaico e alla fotografia. Le
sue opere risentono della sua
formazione professionale: la
precisione dell'architetto e il
messaggio diretto e nitido del
grafico pubblicitario, ma si
denotano chiaramente la sua
profonda sensibilità e uno
stile che si sta man mano personalizzando e definendo.
Uno dei suoi primi quadri è
un omaggio agli artisti a cui
maggiormente s'ispira tra cui
Picasso e De Chirico, Dalì e
Mirò.
Nelle sue opere più recenti
prevale l'azzurro, che lei definisce "limpido e trasparente,
tranquillo e rilassante". Oltre
ai colori acrilici usa la materia (gesso e
stucco) e l'alluminio che,
pur nella sua
naturale freddezza, l'artista
riesce a rendere vivo e
"caldo", piegandolo
in
forme armoniosamente
sinuose. Forte
è la ricerca
simbolica che
ha per bari1° premio
concorso 2003
centro quasi sempre l'unione:
l'unione di due mani in segno
di pace, l'unione di vite o
semplicemente l'unione di
due entità o di due forme
geometriche. Il cielo infinito
e la profondità del mare
ricorrono spesso nelle opere
della giovane artista, così
pure i raggi di quella luna
bianca e luminosa, lontana ed
irraggiungibile. Sono le cose
semplici che colpiscono l'animo di Marcella, che poi lei
traduce nei suoi quadri in
forme pure e senza artifizi,
regalando intime emozioni
all'osservatore.
Maria Copetti
PRINCIPALI MOSTRE E
PARTECIPAZIONI
Marcella Forgiarini ha partecipato a diversi concorsi di pittura e di grafica vincendo nel
2003:
- Il concorso per il disegno
sulla maglietta per la 41^ Staffetta dei Tre Rifugi a Collina di
Forni Avoltri (UD);
- Primo premio al 4° Concorso Murales "Raccontami di un
mondo di pace" organizzato
dall'Oratorio Parrocchiale di
Gonars - Presidente della Giuria l'artista friulano Arrigo Poz;
- Primo premio al concorso
per il logo delle Officine Giovani di Udine.
di grafica "Oggetto Soggetto" a
Udine presso il Museo della
Città - Torre Santa Maria;
- dic.
2002/genn.
2003
mostra collettiva presso il Circolo Culturale "Il Colle" di San
Daniele del Friuli;
- dic.
2002/genn.
2003:
mostra sulla Natività a San
Daniele del Friuli;
- 1997: mostra di trompe l'œil
presso la Libera Accademia di
Cividale del Friuli;
- 1995: a Udine in una mostra
collettiva assieme ad altri studenti dell'Istituto Sello.
Mostre
- dic. 2004: Castions di Strada presso il Ristorante "La
Levade";
- 2004: Fagagna;
- dic. 2003: mostra collettiva
presso il Circolo Culturale "Il
Colle" di San Daniele del
Friuli;
- dic. 2003: mostra collettiva
Scultura
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ALPINISMO
TREKKING
Della Marina Manlio & C.
via Roma - Gemona del Friuli
tel. 0432.981367 www.msport.it [email protected]
23
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Cantieri di guerra
18 ottobre, presso
Martedì
la Sala consiliare di
palazzo Boton, si è svolta,
alla presenza di un folto e
interessato pubblico la presentazione del libro Cantieri
di guerra. Il lavoro dei civili nelle retrovie del fronte
italiano (1915-1918), scritto
dal gemonese Matteo Ermacora e pubblicato dall'editore
"Il Mulino".
Il volume affronta per la
prima volta un aspetto
dimenticato ma assai rilevante della Grande guerra,
vale a dire l'enorme mobili-
tazione di lavoratori civili
destinati ad apprestare le
opere logistiche al fronte:
linee difensive, strade, ponti,
baraccamenti, magazzini.
Circa 650 mila lavoratori
furono reclutati dall'esercito.
Uomini, donne, ragazzi alimentarono una corrente d'emigrazione interna. Per
importanza strategica e
numero di addetti, il lavoro
dei civili in zona di guerra
rappresentò uno dei più
importanti settori dell'economia bellica.
La ricerca di Matteo Ermacora ricostruisce con grande
chiarezza e ricchezza di dati
una storia dimenticata: le
modalità di reclutamento,
l'organizzazione del lavoro
nei diversi settori del fronte,
le condizioni di vita dei lavoratori, le rivolte degli operai.
Si tratta quindi di un'opera
importante, che ricostruisce
fatiche e sofferenze di tante
donne e tanti uomini comuni, troppo spesso trascurati
dalla storiografia.
We b c a m s u l C a s t e l l o
martedì 18 ottobre 2005
a cura di Sandro Venturini
Maria Fanin
Poetessa. CanScrittrice.
tastorie. Maria Fanin,
originaria di San Giorgio di
Nogaro, è una tra le voci al
femminile più significative
nel panorama della letteratura friulana contemporanea. Autrice di versi sciolti
e incisivi, ricchi di immagini in cui si intrecciano
armoniosamente lingua e
figure; "conte-côntis" che
erra, "avvolta nel suo scialle", per i cortili, le piazze,
le scuole e i teatri per raccontare, per ricreare la
magia della lingua. Fin dal
1961 collabora con la
"Scuele libare furlane" e
partecipa alle numerose
iniziative promosse nell'ambito della valorizzazione della lingua ladino-friulana. I suoi testi, nelle
varietà della Val Pesarina e
della Bassa, sono stati pubblicati in numerose antologie - La Cjarande (1967),
Sorêli-Soleil (1979), Nuova
Antologia della letteratura
friulana (1982) - e in diverse riviste La Panarie
(Udine), Il Turcli (Pozzuolo del Friuli), Ladinia in Il
… ch'o' vès di imparâ
a vaî
come che si impare
a cjacarâ,
lagrime par peraule
sanglòt par conjunziòn
suspîr par verbo
mitînt in sintunìe
vôs mai usadis
par fevelâ cun te
fûr dal cunfìn
dal mont
30/6/1992
ex libris
Non è utile la pena di morte
per l'esempio di atrocità che dà agli uomini.
Cesare Beccaria
"Dei delitti e delle pene"
… ch'io dovessi apprendere
il pianto / come s'apprende
la parola / lacrima per nome
/ singhiozzo per congiunzione / sospiro per verbo, /
mettendo in sintonia / insolite voci / per discorrere con
te / oltre i confini / del
mondo.
Ta memorie no vuèi
segnâ cunfìn
al tô jèssi,
no vuèi fermâ
ta perfeziòn
un ricuart di te,
tu sîs un divignî
ch'al à anciemò bisugne
di dà
e di rizèvi
amôr
29/1/1993
Al tuo infinito / non voglio
segnare / confini di memoria / né limitare / il tuo
ricordo in una / perfezione
immutabile, / sei un divenire / che ancora / chiede / e
dona / amore.
Bimestre (Firenze), Gnovis
pagjnis furlanis (Udine).
Nel 1997 è stata pubblicata,
a cura dell'Associazione
culturale "Ad Undecimum"
di San Giorgio di Nogaro,
il suo primo volume poetico: la raccolta di versi
Savôr di bore (dalla quale
riprendiamo le poesie qui
pubblicate).
In questi ultimi anni ha
curato le letture di vari
componimenti tradotti in
lingua friulana (ad esempio
nel 1998 ha tenuto a Zuccola di S. Giorgio di Nogaro la lettura integrale di
dieci canti della Divina
commedia) e ha partecipato
a numerose rassegne e
festival in tutto il Friuli.
a cura di Elisa Russian
Sostieni la campagna per
un Trattato mondiale sul
commercio delle armi
entro il 2006. Per maggiori
informazioni vedi Il Sfuei
ospitato nell’ultimo numero
di Voce Amica. Qui allegati
trovi il volantino e la cartolina da firmare e spedire.
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Speciale pena di morte