http://www.pensemaravee.it [email protected] ottobre 2005 54 Periodico bimestrale di cultura, informazione e dibattito Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Elisa Russian, Sandro Venturini, Massimo Vitti e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Redazione: via A. di Prampero, 51/2 - Gemona del Friuli_ _Inviare la corrispondenza a: Pense e Maravee, casella postale - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Finito di stampare: ottobre 2005_ _Tiratura: 5.100 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine_ _Contiene I.R. PENSE EMARAVE E Anno 14 - n. 3 sommario La Manifattura: Tra storia e futuro Intervista a C. Burgi Il parere dei sindacati e della Regione Musica e giovani: Cinque piccole storie The Desperados Donne! Giovani e arte: Urbanistica e territorio Marcella Forgiarini Speciale Amnesty International sulla pena di morte ...e ora? MANIFATTURA 2 Cent’anni di storia e memoria spesso le sorti di Molto un'azienda diventano fornì nuova energia e in contemporaneo ventutt'uno con il Comune dove nero costruiti due dorsono situate. Chi dice Torino mitori per le operaie dice Fiat o Milano con Pirel- che venivano da fuori li, chi dice Gemona pensa Comune. Nel frattemalla Manifattura, un tempo po il Morganti si era Cotonificio Morganti, quella definitivamente stabilifilatura che ancora per tanti è to a Gemona, nella e resterà "la fabriche". Un'a- Villa Pecol, opera delzienda che fino al 1° agosto l'arch. R. D'Aronco, di quest'anno, data della sua ora Centro Affari, di messa in liquidazione, ha cui oggi rimangono avuto un ruolo insostituibile solo le splendide canper l'economia del Gemonese cellate. In quegli anni e in particolare per l'occupa- all'interno dello stabilizione femminile. Ma tornia- mento venne costruita mo nel secolo scorso. una centrale termoeletIl comm. Antonio Morganti trica di 1200 kw, su La facciata della Manifattura come si presentava prima del terremoto. (1868 - 1939), di origine progetto dell'ing. Pitti- Dal libro: Manifattura di Gemona, 1979 lombarda, decise di costruire ni di Gemona e avviata un cotonificio a Gemona, l'attività di tintoria, che cessò mento. Molti furono i feriti. stabilimento di Gemona, posnella spianata antistante la nel 1940. I dipendenti, che L'opificio fu irrimediabil- sedeva una filatura a Vivaro stazione ferroviaria, poiché all'inizio erano 400 passaro- mente compromesso e quindi (Pn) e la Manifattura di Gorila ferrovia, a quei tempi, era no a 1200 e producevano demolito. Dopo lo sgombero, zia, 4 centrali idroelettriche l'unico mezzo di trasporto 7000 kg. di filato al giorno. al posto di una moderna in Regione, Telefriuli, il delle merci e perché la forza Nei bombardamenti del azienda rimaneva una spiana- castello di Susans, oltreché motrice degli impianti prove- marzo/aprile 1945 lo stabili- ta deserta. Immediata fu la partecipazioni in altre Azienniva da una centralina situata mento fu nuovamente distrut- volontà di ricostruire e l'11 de e alcuni immobili. I dipensul Canale Ledra/Tagliamen- to. Nel 1939 moriva il comm. dicembre 1976 venne posta denti assommano a 700 to. Il Consorzio infatti era Morganti a cui subentrò il la prima pietra della nuova unità. nato nel 1876 con lo scopo di figlio Enea, che morì nel Manifattura. Il pallido sole di A metà anni '90 arriva la fornire acqua all'agricoltura e 1945. Alla guida del Cotoni- quel giorno illuminò la prima crisi con la chiusura di produrre energia elettrica da ficio Morganti subentrarono i caparbia volontà di un popo- un reparto. Dal dicembre '98, destinare allo sviluppo del generi del fondatore, l'ing. E. lo a ricostruire ancora una sotto i colpi della concorrenterritorio. Fu costituita nel Spina e il comm. Remy volta ciò che era andato za globale, vengono vendute 1900 una Società Lombardo - Amira, originario questi di distrutto! Nel frattempo un man mano tutte le province Friulana e ad essa aderirono Smirne (Turchia). I due deci- piccolo numero di dipendenti dell'impero, fino a restare anche i fratelli Stroili di sero di ricostruire la fabbrica, lavorò a Udine e a Pordeno- con la sola Gemona. ArriviaGemona, che a quel tempo che nel 1947 riprende a pro- ne, al recupero parziale del mo così al 1° agosto di quepossedevano molte case, ter- durre. Ma i costi della rico- macchinario. Nel febbraio st'anno, quando la proprietà reni una banca, una fabbrica struzione avevano dissangua- 1977 ci fu il primo getto di getta la spugna e mette in di birra ad Ospedaletto e to la società e il nuovo Presi- calcestruzzo. Nel dicembre liquidazione l'azienda. A anche una tessitura dove ha dente, il conte Titta Gilberti, dello stesso anno, venne pro- tutt'oggi, non sappiamo come ora sede la Pittarc del Gruppo vende l’azienda a una nuova dotto il primo kg. di filato. Il finirà, poiché c'è un impegno Pittini. Il 4 novembre 1901 società composta dai fratelli riavvio graduale si protrasse generale a salvare i 150 posti arrivò l'energia elettrica e Gussoni e dall'ing. Luigi nei primi mesi del 1978 e il di lavoro che tuttora residual'anno dopo il cotonificio Burgi (1902 - 1984), che 16 giugno di quell'anno, alla no. Molte speranze, sono funzionava a pieno regime. diventò Cittadino Onorario di presenza del Ministro del riposte nella creazione di un Lo stabilimento fu distrutto Gemona nel 1977 e a cui, in lavoro C. Donat-Cattin, centro commerciale, che la prima volta nel novembre tempi recenti, è stata intitola- avvenne l'inaugurazione uffi- verrà creato in una porzione 1918 a causa dell'incendio ta la via antistante lo stabili- ciale. Il 12 aprile 1984 scom- dell'attuale capannone. Ma se appiccato dagli Austriaci in mento. Il cotonificio riparte pare l'ing. Luigi Burgi a cui non interverranno nuove attività manifatturiere, in grado ritirata. Nel frattempo il nel novembre 1955 dopo subentra il figlio, ing. Tito. di assorbire l'attuale manodoIl 23 febbraio '83, un grosso Cotonificio Morganti fornì forti lotte operaie e arriverà a pera, soprattutto femminile, incendio, distrugge il magazl'energia elettrica a ditte e quasi 500 dipendenti all'iniattualmente in C.I.G.S., tutto zino materia prima, gli attigui privati nella parte bassa del zio degli anni '70. il Gemonese, perderà una uffici e la mensa aziendale. paese.La fabbrica fu rico- Arriviamo così al 6 maggio grossa fonte di reddito, che Tutto venne immediatamente struita nel 1921. Un'altra cen- del '76. Sei dipendenti periroinevitabilmente si ripercuoricostruito. Alla fine degli tralina sul Ledra/Tagliamento no con il crollo dello stabilianni '90, il Gruppo Gemona - terà nell'indotto commerciale In copertina: La protesta per la chiusura della Gemona ManifatManifatture, si era notevol- e di servizio. ture. Foto di Massimo Mattei Claudio Polano mente ingrandito e oltre lo 3 MANIFATTURA G.Manifatture: un futuro da costruire primo agosto 2005 il Dallocale stabilimento della GEMONA MANIFATTURE SPA (in seguito G.M.) ha cessato la produzione di filati di cotone. La fabriche di Morgant, attiva dal 1901, non c'è più. Carlo Burgi, amministratore delegato della G.M., in un documento del 25.7.05 (inviato ai Sindacati, agli uffici del Servizio Lavoro e all'Associazione Industriali di Udine) così descrive la fine della storica azienda gemonese. Il forte rallentamento congiunturale dell'economia europea iniziato nel 2001 e accompagnato da: - un incremento generalizzato dell'offerta sul mercato tessile proveniente dai Paesi a basso costo di manodopera; - un incremento esponenziale delle importazioni nei Paesi Europei dalla Cina (capi finiti, tessuti, ecc.) a seguito della soppressione definitiva, dal primo gennaio 2005, delle quote all'importazione di prodotti del settore tessile-abbigliamento; ha comportato una forte "riduzione della domanda, da parte dei nostri clienti, di prodotti tessili sui mercati italiani ed europei" con una conseguente caduta verticale del fatturato della Società nel corso del primo semestre 2005, come riportato nella tabella sottostante. Pertanto - preso atto del per- durare di bilanci negativi succedutesi nel tempo e al fine di evitare il totale prosciugamento delle risorse finanziarie disponibili atte a fronteggiare i debiti per le retribuzioni differite dei dipendenti - "i soci hanno deciso di cessare l'attività produttiva". Due giorni dopo, il 27.7.05, presso la sede di Udine della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, i rappresentanti di: Regione, Ditta G.M./Associazione Industriali e Sindacati sottoscrivono un verbale di esame congiunto in cui le parti per scongiurare il licenziamento dei lavoratori in forza alla G.M. (pari a 147, di cui 61 uomini e 86 donne) concordano: a) con la proposta della Regione, tesa ad un comune impegno per favorire nuovi insediamenti produttivi nel sito, che indispensabilmente devono aggiungersi alla prospettiva di prossima apertura di un Centro commerciale i cui lavori inizieranno, secondo quanto indicato dalla proprietà, nel prossimo autunno per concludersi nell'autunno 2006 con l'apertura; b) di chiedere il trattamento di C.I.G.S. (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) per cessazione di attività per 12 mesi fino ad un massimo di 147 unità, di cui 9 Descrizione 30.6.04 Quantità vendute (kg) 1.250.144 Fatturato (Euro) 7.245.921 30.6.05 Differenza 853.689 - 31,71% 4.969.506 - 31,42% assunte con contratto a tempo determinato, dal 01.08.2005 al 31.07.2006 tenuto conto che sarà chiesta la proroga del trattamento per ulteriori 12 mesi; c) resta ferma la possibilità per la G.M. di collocare in mobilità, entro il 31.07.2006, i lavoratori per i quali vi sia un'effettiva possibilità di ricollocazione. PIANO DI GESTIONE DEGLI ESUBERI La domanda di C.I.G.S. al Ministero del Lavoro rende possibile la predisposizione di un Piano di gestione degli esuberi, dove prevedere percorsi di riqualificazione e di ricollocazione per i lavoratori con l'impegno comune della Regione, della Provincia, dell'Azienda e delle Associazioni sociali (Sindacati) e datoriali. L'intervento specifico della Regione consiste nell'attivazione del Programma PARI, finanziato dal Ministero del Lavoro con l'assistenza di Italia Lavoro S.p.A., al fine di rafforzare gli strumenti di politica attiva del lavoro nel Friuli V.G., con particolare riguardo al comparto tessile e quindi anche alla Gemona Manifatture. Il Direttore del Servizio Lavoro della Regione, in una nota del 19.9.05 inviata al Ministero, ha confermato che il Piano biennale di gestione delle eccedenze "interesserà fin da subito tutti i 147 lavoratori/ici sospesi dal lavoro per i quali viene chiesta la C.I.G.S.". Va segnalato, infine, l'impegno assunto dall'Associazione degli Industriali della Provincia di Udine, anche nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori, a favorire l'occupazione presso aziende del territorio. PROPOSTA COMUNE PER Dopo oltre due mesi dalla chiusura ufficiale della G.M. sembra doveroso che l'Amministrazione comunale di Gemona promuova - entro l'anno 2005 presso il Cine Teatro Sociale - un incontro/dibattito pubblico introdotto dagli interventi del Sindaco G. Marini, degli Assessori regionali R. Cosolini (al Lavoro) e E. Bertossi (alle Attività produttive), di C. Burgi per la G.M., di G. Fantoni presidente Assindustria e di un rappresentante dei Sindacati per conoscere le iniziative concrete programmate dalla Regione, dalla proprietà della Gemona Manifatture e dall'Associazione Industriali di Udine per porre rimedio, in tempi socialmente accettabili, alla pesante botta inflitta all'economia del Gemonese dalla chiusura della fabriche di via Luigi Burgi. A cura di Lorenzo Londero P.S.: per saperne di più sul "Progetto dell'area commerciale della Gemona Manifatture" vedi pure gli articoli pubblicati sui numeri 42 (marzo 2003) e 44 (luglio 2003) di Pense e Maravee o sul sito www.pensemaravee.it. CARTOLIBRERIA COCCINELLA Cartolibreria Coccinella sas di Marina Lepore & C. Via Dante Alighieri 213 33013 Gemona del Friuli tel/fax 0432.981305 IL di Forgiarini Roberto & C. snc Rive di Venturin, 18 - Gemona del Friuli Cell. 339.7716031 - Telefono 0432.981511 MANIFATTURA 4 Intervista al dott. Carlo Burgi Dialogo a tutto campo con l’Amministratore delegato della G.M. nostro inserto sulla NelManifattura di Gemona non poteva mancare la voce della proprietà dell’azienda. Abbiamo incontrato il dott. Carlo Burgi, Amministratore delegato, e gli abbiamo posto alcune domande. Pense e Maravee: Dott. Burgi, i documenti che avete presentato per dichiarare la cessazione dell’attività (per la richiesta di concessione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e per la realizzazione del Centro commerciale) e tutte le note vicende che ben conosciamo, rappresentano senz’altro aspetti di una fase non facile per la vita di qualsiasi imprenditore ed è anche con il pensiero a questi aspetti che le abbiamo chiesto quest’incontro. Nondimeno, anche per Gemona tutta, ed in particolare per i lavoratori della Gemona Manifatture, questa chiusura è un duro colpo. Ma guardiamo al futuro: nell’accordo del 27 luglio [vedi articolo di Lorenzo Londero] si dichiara, tra l’altro, che i lavori per la costruzione del Centro commerciale inizieranno, secondo quando indicato dalla proprietà, nell’autunno del 2005 per concludersi, con l’apertura, nell’autunno del 2006. Lei conferma queste date? Carlo Burgi: Al 100%. Tra un paio di settimane si vedranno i primi lavori. P&M: Gli esercizi commerciali sul territorio, compresa la grande distribuzione, cominciano a segnare qualche battuta d’arresto. Nel Centro Le valli di Carnia di Amaro diversi esercizi sono stati chiusi ed anche all’Alpe Adria le serrande si abbassano. Di recente si sente parlare di scricchiolii anche nel nuovo Centro commerciale di Taboga. C’è qualche motivo particolare per cui Lei pensa che questo nuovo Centro presso la G.M. (nel quale si prevede l’impiego di duecentosei persone nei sette eserci- zi di vendita e sette persone nel ristorante) sia in controtendenza rispetto ad altre realtà già presenti, anche in una situazione generale di restrizione dei redditi e dei consumi? C.B.: Noi abbiamo fatto una ricerca di mercato su Gemona con una società indipendente. Dall’analisi dei risultati si ritiene che Alpe Adria è più defilato e non dovrebbe entrare in grossa competizione con un Centro come Gemona, mentre su Amaro si sono rilevate delle caratteristiche non positive ed a queste si fanno risalire le cause dei problemi attuali di quella realtà. Sulla base di questa analisi abbiamo poi dimensionato il nostro Centro. Questi dati, d’altra parte, sono confermati dal fatto che una grossa società della distribuzione alimentare come la Coop NordEst, che non aveva ritenuto di aprire ad Amaro, ha subito accettato di inserirsi nel nostro futuro Centro commerciale di Gemona. Comunque ad Amaro rimarranno aperti Bernardi e CoopCa. Forse chiuderanno gli altri esercizi. P&M: Nella relazione presentata al Comune per richiedere la creazione della zona HC (area commerciale) nel Piano Regolatore, si sostiene che “non dovrebbero crearsi grosse alterazioni al sistema commerciale esistente” a Gemona e dintorni. Questo punto solleva notevoli perplessità, poiché è opinione diffusa e condivisa che il nuovo Centro commerciale costringerà a rivedere a fondo la rete commerciale esistente. C.B.: La tendenza in tutti i Paesi europei è che le cose “grosse” saranno distribuite nei grandi centri commerciali, mentre i piccoli negozi dovranno essere sempre più specializzati. Gemona ha già una tendenza alla specializzazione. Gli antiquari o il negozio con tutte le grappe parti- colari. I negozi che ci sono dovranno essere molto specializzati, per il resto ci saranno i centri commerciali. Ma io posso anche dire di più, se mi permettete una punta di ottimismo. Siccome dalle ricerche risulta che il Centro commerciale produrrà attrazione anche da fuori, si potranno addirittura avere nuovi clienti per i negozi che già ci sono (mi riferisco soprattutto alle zone limitrofe al nuovo Centro). Infine mi preme ricordare che noi, come già dichiarato, intendiamo dare la precedenza ai commercianti locali che intendono aprire all’interno. P&M: Nella domanda di Cassa Integrazione Straordinaria inviata al Ministero nel settembre scorso si afferma che il piano di gestione degli esuberi interesserà “fin da subito” tutti i 147 lavoratori della G.M. Cosa significherà, in concreto, per queste persone? Cosa possono aspettarsi? C.B.: Prima di tutto si stanno definendo dei corsi di riqualificazione del personale. Poi bisogna ricordare che già alcuni lavoratori hanno trovato un altro impiego ed io stesso mi sto muovendo in questa direzione per aiutare qualcuno. Poi c’è anche chi, non trovandosi in situazioni di reale necessità, preferisce tenersi la cassa integrazione piuttosto che accettare subito un nuovo lavoro pur avendone la possibilità. Ricordiamoci, inoltre, che sono previsti sgravi fiscali per le aziende che assumono personale in mobilità. Infine spero che anche dopo i due anni di cassa integrazione straordinaria, se dovessero ancora esserci delle situazioni non risolte, si possano trovare ulteriori forme di sostegno. P&M: L’Associazione degli Industriali della Provincia si era impegnata a favorire l’occupazione presso aziende del territorio e a favorire nuovi insediamenti produttivi nel sito della G.M. Secondo Lei questi impegni si stanno mantenendo? C.B.: Sì, senz’altro. Sto addirittura predisponendo la documentazione con le informazioni sui locali dell’azienda per favorire l’Associazione Industriali in questo senso. Ad oggi non ho richieste per lo stabilimento (ce n’era una, ma è stata ritirata). Per l’impegno alle assunzioni ho notato una certa attività. Abbiamo mandato dei nostri lavoratori presso altre realtà produttive nel settore per prendere contatti, alcuni nostri lavoratori sono già stati assunti da altre aziende locali, si sta muovendo qualcosa, pur lentamente e pur rimanendo nell’ambito delle trattative personali. Sul livello istituzionale non ho ancora visto azioni concrete. P&M: Dalla lettura dei documenti, che accompagnano questa vicenda, si comprende che quando Lei chiede la trasformazione dei locali ad uso HC (nel 2003), la situazione è già compromessa … C.B.: No, no ... guardate che io ero fiducioso di poter mantenere il tessile. Considerate che da allora abbiamo anche speso un sacco di soldi nei lavori di ristrutturazione. Noi abbiamo un prodotto di nicchia. E questa nicchia, secondo noi, avrebbe potuto resistere. Sono accaduti un paio di inconvenienti gravissimi. Abbiamo avuto una concorrenza interna fortissima ed inaspettata dovuta ad una situazione del tutto anomala relativa ad un nostro concorrente, e poi il problema della Cina, che tutti ci aspettavamo, è stato molto più grosso di quanto avessimo mai potuto immaginare! Ero fiducioso, abbiamo rinforzato il settore commerciale con nuove assunzioni, abbiamo messo in opera prodotti nuovi, insomma, abbiamo profuso un grosso sforzo. Non c’era affatto l’idea di fare prima il Centro, poi chiudere l’attività… no. Io ci credevo ancora, fino a dopo il 2003. MANIFATTURA 5 P&M: Sempre dalla lettura dei documenti si ricava l’impressione che sopra la Manifattura di Gemona si sta posando una grossa pietra, che non sarà più rimossa. Lei crede che invece ci possa essere spazio per qualche iniziativa di produzione in futuro (magari per qualche prodotto particolare), oppure …? C.B.: Io purtroppo sono oramai convinto che l’attività manifatturiera (non solo filati, quindi) in Europa sia destinata a ridursi drasticamente di fronte ai prodotti provenienti dai Paesi a basso costo della mano d’opera. E questa è una scelta europea, non è un caso se hanno chiuso tutte le aziende tessili. Il nostro prodotto, in particolare, è il filato. Con questo si fa il tessuto, col quale si fanno le confezioni. Se dall’estero entrano confezioni, oppure tessuti, oppure filati ci mangiano comunque il mercato, dato che noi siamo l’ultimo anello. Per far fronte alla situazione, questa azienda ha rivoluzionato tutto! Ma non è bastato. I nostri clienti sono andati via. P&M: Avete cercato altre soluzioni? Qualcuno che entrasse nella società, accordi con altre aziende ... C.B.: Vede, quello che noi potevamo fare, che è quello che hanno fatto tutti i tessili italiani, era andare a produrre fuori dall’Italia. Questa è la verità. Non c’e niente da fare. In questo settore, chi sopravvive è chi delocalizza. Ma, ripeto, è tutto il manifatturiero che in Europa non ha spazio. Qui, una filatura, non la vedremo più. I macchinari saranno senza dubbio venduti. Ora stiamo facendo ancora qualche attività per ridurre il magazzino, che è grosso, e per questo dobbiamo ancora produrre qualcosa, anche per completare le commesse, ma a breve terminerà la produzione. Certo che abbiamo cercato soluzioni alternative. Gli unici contatti veramente interessanti erano legati alla creazione di un “Call center” in questi locali. In quel modo si sarebbe trovato impiego per 200 persone. Poi la controparte ha trovato una destinazione diversa. Dobbiamo renderci conto che in Italia c’è un benessere generale e nessuno più vuol fare dei lavori manuali. L’industria tessile italiana si è sfasciata. L’idea di tutti, in Europa, è che bisogna vivere solo di specialità. Noi abbiamo sempre sostenuto che far vivere tutta l’Europa non di manifatturiero ma di sola specialità (che siano i computer, o altro) non è possibile, ma questa è l’idea che è passata! Io, con l’Associazione Tessile Italiana, ho fatto la battaglia contro quegli 80 milioni di capi che i cinesi hanno mandato in Europa e ho perso. La protesta davanti al Municipio. Foto Soravito Eravamo riusciti a bloccarli, poi il commissario inglese Mandelsson, cui evidentemente non importa nulla del tessile, ha deciso di lasciarli entrare sul mercato dopo le pressioni dei Paesi nordici e delle grandi catene dei Centri commerciali che li stavano aspettando. Li hanno fatti entrare tutti, anziché farli aspettare fuori dal mercato, 40 milioni (40 milioni di capi!) liberamente ed altri 40 milioni come sconto sulle quote di importazione concesse per il prossimo anno. Questo per dire quanto importa l’industria tessile all’Europa. P&M: Cosa intende? Auspica che in Europa si introducano misure protezionistiche? Ed il principio della libera concorrenza, cardine della società capitalistica? C.B.: A chi sostiene che la Cina è anche una grande occasione, io dico che potrà forse esserlo per la Ferrari, ma per la Fiat sarà la tomba! Sapete bene che sta per uscire questa famosa automobile a 3500 Euro dalla Cina no? Io non capisco come possiamo gioire perché alcune piccole aziende di punta potranno trarre giovamento mentre le nostre grandi aziende chiuderanno! Io non riesco a capire! Ma lo sapete per chi è una grande occasione? Per i grandi nomi della moda, il marchio Armani ad esempio! Fanno costruire là i loro prodotti, che gli costano un decimo, e li vendono qui agli stessi prezzi di prima. E poi vendono anche là, ai nuovi ricchi locali. Stanno guadagnando delle ricchezze colossali. P&M: Già, di certo qualcosa non va anche perché loro, cinesi e compagni, si faranno a breve anche i capi di alta moda, dato che gli abbiamo insegnato a farli e, perché no, si faranno anche la Ferrari, dopodomani. In questi giorni sono rientrati i loro astronauti dallo spazio. Ma Lei come pensa che se ne possa uscire, dobbiamo mettere dei freni alla concorrenza? C.B.: Eh no! Questi fanno concorrenza sleale. Questi hanno l’energia a prezzo basso perché è fornita dallo Stato, fanno lavorare i bambini, inquinano quanto vogliono …! P&M: Però fa senso pensare che questo sia sostenuto in primis dalle nostre aziende occidentali! Sono i “nostri” prodotti (da Timberland a Nike ad Armani, etc) ad essere fatti in Cina o India che alimentano quel sistema di concorrenza sleale! Allora, sono le nostre stesse aziende a farci concorrenza sleale? C.B.: Ma certo, lo sappiamo benissimo. Questo è un tasto delicato! Ma cosa pretendiamo che il sig. Armani (così, per fare un nome) si metta a fare il “casto”? Per che cosa? A queste aziende basta guadagnare. Fin quando la fanno franca, va bene. Sono loro le fabbriche che inquinano, mica le nostre! P&M: ..e sono i loro bambini che lavorano, non i nostri … C.B.: Certo. Però qui il discorso diventa difficile. Noi abbiamo detto: signori, voi state distruggendo tutto il patrimonio della industria tessile-abbigliamento italiana. Lo state finendo. Attenzione che se poi dobbiamo tornare indietro, non sarà più possibile! Qui, nel frattempo, avremo chiuso tutti. Io non credo che i cinesi saranno così tremendi, ma se poi ci chiederanno 50 Euro per una maglietta, noi cosa faremo? P&M: Questa è una buona domanda. Soprattutto fatta da Lei che ha ricoperto ruoli di vertice nell’Industria Italiana. Questa globalizzazione selvaggia pare ormai un processo sfuggito di mano a tutti. Non è dato capire dove ci stia portando. Anche i cittadini di Gemona, intanto, cominciano a pagarne i costi sulla propria pelle. Ricordo che il cav. Marco Fantoni, alcuni anni fa, diceva che una volta a Gemona c’erano le filande, ora ci dovrà essere qualcos’altro. Sono passati gli anni, ma non si vede ancora cosa possa essere questo qualcos’altro che potrà assicurare il pane (e magari anche il companatico) per tutti. A cura di Roberto Urbani MANIFATTURA 6 Cosa ne pensano i Sindacati Quattro domande di P&M proprietà della 1.LaGEMONA MANIFATTU- RE SPA (in seguito G.M.) ha dichiarato la cessazione di attività dal 10 agosto 2005, ma a tutt'oggi (fine ottobre) continua la produzione per "completamento commesse". Come valutate questa contraddizione? Nel progetto del Centro commerciale della G.M. si prevede l'impiego di n. 206 addetti nei 7 grandi esercizi di vendita e di n. 7 addetti nel ristorante per un totale di 213 persone. Ritenete ancora realistiche quelle previsioni? L'Associazione degli Industriali della Provincia di Udine si era impegnata a favorire l'occupazione presso Aziende del territorio e a favorire nuovi insediamenti produttivi nel sito della G.M. Secondo Voi, l'Assindustria di Udine sta mantenendo questi impegni? La Regione si é impegnata "fin da subito" ad attivare il Programma PARI, al fine di rafforzare gli strumenti di politica attiva del lavoro con particolare riguardo al comporto tessile e quindi anche alla G.M. In concreto, tutto questo che cosa significherà per i 147 cassaintegrati della G.M.? 2. 3. 4. A queste domande hanno risposto: Per CGIL, CISL e UIL: Alessandro Forabosco, Saverio Scalera e Luigi Oddo 1) La nostra opinione è che innanzitutto l'azienda poteva rinviare la messa in liquidazione della società a dopo le ferie previste per il mese di agosto; nella sostanza tuttavia la prosecuzione parziale dell' attività produttiva è solo in apparenza una contraddizione in quanto l'esaurimento delle commesse rimaste sospese, la messa in produzione delle materie prime in giacenza e lo smaltimento del magazzino, se non causano un ulteriore appesantimento di costi, sono consentiti e non mettono certo in dubbio, purtroppo diciamo noi, il destino finale della Gemona Manifatture. La richiesta posta dalle Organizzazioni Sindacali al liquidatore semmai è quella di ruotare i 30/40 lavoratori in produzione se il lavoro si prolunga per qualche mese. 2) Se la stima fatta dalla proprietà della G.M. è esatta siamo i primi ad esserne soddisfatti, francamente riteniamo eccessivo il numero degli addetti indicato. Peraltro va chiarito, fra le molte cose dette su questo Centro commerciale, che finora la quota dei contratti di affitto è sufficiente all'avvio dei lavori, ma raggiunge il 60%-70% della capienza ed inoltre non si può parlare interamente di nuovi posti di lavoro perché le aziende che si insedieranno porteranno già del loro personale. D’altra parte pensiamo che solo un certo numero di dipendenti della G.M. sarà inserito nelle attività commerciali. 3) Noi abbiamo effettuato di recente un incontro con il Presidente dell' Associazione degli Industriali Giovanni Fantoni, a cui abbiamo richiesto di farsi carico prioritariamente di ricercare nuove attività imprenditoriali da collocare nell' area dello stabilimento che lo stesso accordo sindacale sulla Cassa Integrazione Straordinaria prevede debba rimanere sito produttivo; in subordine di attivarsi per individuare le possibilità di reimpiego per il personale della G.M. II Presidente G. Fantoni, aderendo alla nostra domanda, si è assunto il compito di promuovere tutte le possibili iniziative in tal senso e si è dato tempo un paio di mesi per un primo esame delle concrete eventualità ed ipotesi maturate. 4) In primo luogo va rimarca- to che abbiamo coinvolto gli Assessori Regionali alle Attività Produttive e al Lavoro Bertossi e Cosolini per realizzare e favorire con tutti gli strumenti legislativi a disposizione, a partire dalla recente Legge Regionale per l'occupazione, la tutela e la qualità del lavoro, la ricollocazione dei lavoratori e l'insediamento di nuovi siti produttivi. II programma PARI, una volta individuate le reali e concrete opportunità lavorative sul territorio, dovrebbe condurre le lavoratrici e i lavoratori, mediante corsi mirati di riconversione e riqualificazione professionale, verso sbocchi occupazionali graditi e certi. Nei prossimi giorni agiremo per avviare una costante concertazione con la Regione, l'Associazione degli Industriali e gli Enti Locali al fine di trovare quanto prima possibile soluzione ai problemi occupazionali dei lavoratori della G.M. Per UGL: Tiziano Clemente e Paolo Di Bernardo 1) Che anche questa volta da parte della proprietà non si è voluto fare una scelta chiara come oramai da 5 anni a questa parte, infatti non si è mai rispettato un accordo. Non si venga a dire che per fermare una fabbrica tessile ci vogliono 5 mesi. A Vivaro hanno chiuso in 15 giorni. 2) Secondo noi non solo non sono più realistiche queste previsioni, che come numero di negozi sembra siano aumentate di molto. Pensiamo fortemente che la realizzazione del Centro commerciale non sia più cosa urgente, visto che doveva salvare la filatura, invece ha solo aumentato il valore dell'area. E sono passati già 2 anni e mezzo dall' autorizzazione regionale ed è tutto fermo. Pensiamo che una sua realizzazione oltre ad una urbanizzazione maggiore del paese, in una zona dove c'è pure una grande area demaniale, che magari un giorno viene dimessa. E che divida ancora di più il paese dal centro storico e non porti molti benefici ma metterebbe in "sofferenza" le realtà commerciali esistenti sia i grandi che i piccoli rimasti. Sarebbe il caso di sentire cosa pensano anche i commercianti. 3) "L'Assindustria" di Udine non sta mantenendo questi impegni, ma neanche la proprietà, che in Regione si è detta disponibile a trovare soluzioni alternative. Non vorremmo che ci debba pensare ancora Friulia. 4) Per quanto riguarda il Programma di Azione per il ReImpiego per i lavoratori svantaggiati pensiamo si debbano trovare le soluzioni assieme ad ITALIA LAVORO che è l'agenzia del Ministero del welfare e la Regione con la nuova legge sul Lavoro. Ovvero legge Cosolini e corsi di formazione. Il corteo di protesta. Foto di Massimo Mattei MANIFATTURA 7 Le azioni intraprese dalla Regione Nostra intervista all’Assessore regionale al lavoro Roberto Cosolini P&M: Che cosa sta facendo la Regione, attraverso l'Assessorato al lavoro, per accelerare l'approvazione del Decreto Ministeriale di concessione della C.I.G.S. per la Gemona Manifatture S.p.A.? Assessore Cosolini: Abbiamo presentato l'ipotesi al Direttore del Ministero appena sottoscritto l'accordo, cioè ai primi di agosto, ben prima della presentazione formale della domanda da parte dell'azienda. Monitoriamo con periodicità tutti gli iter di CIGS al Ministero che interessano il nostro territorio ma i tempi non potranno essere inferiori ai tre/quattro mesi dalla presentazione fatta dall'azienda, che è avvenuta a fine settembre. Anche per questo motivo Regione e Comune hanno promosso l'accordo con un istituto di credito per ridurre il disagio ai lavoratori e alle lavoratrici. P&M: La Regione si è impegnata ad attivare il PROGRAMMA PARI che riguarda, in particolare, il comparto tessile e quindi anche la G.M. In concreto, che cosa significherà per i 147 cassaintegrati della G.M.? Assessore Cosolini: Il Programma PARI è un tassello del Piano di Gestione degli Esuberi allegato alla domanda di CIGS: l'obiettivo è quello di mettere presto in atto un'azione di accompagnamento delle maestranze verso la ricerca di nuove opportunità lavorative, anche attraverso percorsi di riqualificazione delle competenze professionali, attraverso la collaborazione fra Regione, Provincia e Italia Lavoro. Presto presenteremo il Piano alle Organizzazioni Sindacali e alle maestranze interessate. P&M: Quando sarà avviato il tavolo di lavoro con l'Associazione degli Industriali, i Sindacati e gli Enti Locali interessati per porre rimedio alla pesante botta all'economia del Gemonese derivata dalla chiusura della Manifattura? Assessore Cosolini: Un incontro tecnico preliminare c'è già stato mentre intendo attivare il Tavolo generale entro la metà del mese di novembre: sarà quella la sede in cui esaminare tutte le iniziative che si possono avviare per contrastare il depauperamento produttivo del territorio: la Regione farà la sua parte, con gli strumenti di supporto anche finanziari, ma prima di tutto ci dovrà essere una risposta imprenditoriale altrimenti tutto diventa più difficile. Proprietà del Comune concesse in comodato ad Enti ed Associazioni Ente/associazione Località e uso Data conces. Delib.n. Durata in anni A.N.A. Gemona Campolessi - terreno a parco 29/01/1992 D.c.c.15 10 Pro Glemona P. Municipio ex Stella d'Oro 22/03/2002 81/2001 10 C.A.I. Maniaglia - Casa Europa 11/11/2002 245/002 9 Soccorso Alpino Maniaglia - Casa Europa 11/11/2002 245/002 9 Comitato Borgata Maniaglia Maniaglia - Casa Europa 11/11/2002 245/002 9 L.A.S.E.R. Gleseute - area festegg. 09/03/2003 56/2003 20 C.I.S.O. Ospedaletto, v.Cjamparis-sede 28/03/2003 65/2003 9 Sci Club Monte Quarnan Vicolo del Teatro - sede 03/04/2003 61/2003 9 Parrocchia S.Maria Ass. Vicolo de' Brugnis 07/05/2003 91/2003 3 Casa Europa Piazza del Ferro - sede 12/05/2003 130/2003 9 Ass. Naz. Combattenti e Red.Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Ass. Naz. Bersaglieri Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Ass. Naz. del Fante Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Ass. Naz. Genieri e Trasmett.Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Ass. Naz. Carabinieri Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Un.Naz.Sottuf.It.in congedo Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 A.F.D.S. Gradinata del Mercato - sede 19/06/2003 159/2003 9 Agesci Stavolo del Cjrlo 30/06/2003 154/2003 9 Comitato Borgata Maniaglia Maniaglia - area festegg. 07/07/2003 178/2003 9 Riserva di caccia Casera Gleriis bassa 28/08/2003 241/2003 20 Rally Sport Ospedaletto, v.Cjamparis-sede 08/01/2004 07/2004 9 Gr. Sportivo Campagnola V. S.Pietro - area festegg. 14/06/2004 172/2004 20 A.N.A. Gemona V. Scugjelârs - sede 30/06/2004 184/2004 20 Club Alcolisti in t. V. de' Brugnis - sede 10/11/2004 292/2004 9 Patrie dal Friûl V. B.Brollo - sede 87/2005 3 In alcuni casi si tratta di rinnovi e la concessione originaria è precedente. A cura di Marco Iob e Mariolina Patat Se sentite qualche brivido, non è una corrente d’aria. Il GTI è tornato. Iob Silvano & C. Gemona del Friuli SOCIETA’ 8 Cinque piccole storie Ricordare per riconoscerci Al mondo originario nessuna via riconduce. Non esiste schiera di stelle, né foresta né fiume né mare a consolazione e felicità dell'anima. Non c'è albero, fiume o animale che possa al tuo cuore arrivare; ci sarà conforto nel tuo cuore solo fra gli altri uomini. Da "Poesie del pellegrinaggio" di H. Hesse breve intervento lo Questo dedico a quelle persone che ho incontrato, con cui ho condiviso piccoli momenti e che mi hanno dato l'occasione di recuperare ricordi sbiaditi... Non riporterò il loro vero nome, anche se un po' mi dispiace, avrei preferito raccontarli con i loro nomi, come si fa ricordando le persone che, in qualche modo, ci hanno toccato. cosa sto parlando!" Recuperando dei ricordi infantili le risposi "Maria, mi dica dove trovo il libretto del latte e a che ora chiude la latteria, si fidi…" Quella frase la rassicurò, mi dette tutte le informazioni necessarie, finsi di allontanarmi e piano piano si tranquillizzò. Da quel giorno ho munto tantissime mucche… Maria vive sospesa in un mondo a noi sconosciuto. Maria aria aveva a quel tempo 85 anni, e da 10 era vedova. Era solita sedersi sulla panca dell'ingresso e osservare il solito via vai di persone. Ad ogni ultimo venerdì del mese, in occasione della festa dei compleanni (nella Casa era consuetudine festeggiarli insieme una volta al mese) Maria si agitava e si lasciava guidare dall'irrequietezza cercando di uscire ed allontanarsi … Voleva ritornare a casa sua, a Bordano, prima del rientro del marito, doveva mungere le mucche, riordinare la stalla e preparare la cena. Suo marito si arrabbiava moltissimo se lei non aveva svolto tutte le sue faccende… Maria era una donna grande, massiccia, parlando del marito assumeva un aria mite.. Un pomeriggio cercando di tranquillizzarla le dissi "Maria, stia tranquilla, vado io a mungere le mucche…" Mi lanciò uno sguardo dall'alto in basso, poco conciliante e con fare sdegnoso mi rispose "Non farmi ridere, non sai nemmeno di Eugenio e Mario n pomeriggio d'estate di tre anni fa. Eugenio (89 anni), Mario (65) ed io andiamo al lago di Cavazzo; volevamo trascorrere un oretta in tranquillità. Ci siamo accomodati al bar e abbiamo ordinato da bere. Era un vero piacere vederli godersi la birra e la sigaretta, guardarsi in giro, curiosi e divertiti, scambiarsi sorrisetti complici.. Ad un certo punto una giovane in due pezzi ci passò davanti ed Eugenio cominciò ad osservarla e a lanciarmi sguardi interrogativi. Gli chiesi cosa lo preoccupava e lui mi rispose un po' divertito e un po' scandalizzato "Ma, ma l'hai vista, va in giro nuda??!!" "Eugenio, quella ragazza ha indosso un costume da bagno, si usa così adesso". Eugenio continuò ad osservarla perplesso mentre Mario ridacchiava… Quella gita finì con una lunga serie di "Che tempi, che tempi…." M U Eugenio ro seduta vicino a Eugenio, lui mi fissava come era solito fare prima di porre una domanda; ad un certo punto mi disse spingendomi con delicatezza "Ma tu, tu come sei messa?" Era una domanda che aleggiava nell'aria da tempo e lui non sapeva come pormela. "Eugenio che domanda mi fai, cosa vuoi sapere?" feci io per vedere cosa avrebbe detto. Eugenio scosse la testa e mi chiese brevemente "Sei sposata?" Gli risposi "Diciamo che sono una mal maritata" non sapendo come tradurre il termine separata. Eugenio con fare dispiaciuto mi disse "Oh mi dispiace. Quello ti picchiava, beveva forse?" Era tenero Eugenio con la sua visione della vita rimasta impigliata in chissà quale anno della sua storia. "No Eugenio, semplicemente non ha funzionato, ora vivo con le mie figlie e sto con un uomo che non vive con noi" Eugenio mi fissò sempre più perplesso e incredulo mi chiese "Non vivi con lui? Ma perché, questo ti picchia, beve?" E Amelia melia era una vecchia signora dalla chioma fluente, raccolta in un incer- A ta crocchia. Arrivava al mattino con il suo bastone e la sua borsetta nell'atrio e si sedeva al suo solito posto, sull'angolo esterno della panca. Metteva la sua preziosa borsetta vicino ai suoi piedi e controllava che nessuno si avvicinasse. Amelia parlava volentieri della sua giovinezza, come me proveniva da Campo Lessi e mi raccontava i suoi ricordi dei miei nonni materni. Un giorno, dopo averle detto che sarei andata dalla parrucchiera per farmi rossa, lei mi disse strabuzzando i suoi occhi chiari "Ma cosa fa, non posso crederci! Io da giovane ero rossa e nessuno mi ha voluta, dicevano che ero una strega. Lei che ha dei bei capelli biondi perché si vuole rovinare? Lo sa cosa rischia?" Ovviamente non ha apprezzato la mia scelta. Amelia se n'è andata anni fa. Dorina, Giovanna ed Eugenio asqua 1994. Dorina con la sua elegante permanente e gli spessi occhiali era seduta vicino alla sua amica Giovanna. Parlando della Pasqua lei mi disse "Sa, mi piacerebbe uscire a pranzo con Giovanna e mio fratello. Sarebbe un peccato rimanere qua dentro." Pensammo insieme alla possibilità di un pranzo fuori; lei era originaria di Godo e così telefonammo al ristorante "Agli Amici" per prenotare 3 posti. Iniziai a cercare un tassista, senza risultato. Nel frattempo tutti e tre si erano messi eleganti ed era un vero piacere vederli così eccitati per l'uscita. Dissi a Dorina che non trovavo un taxi ma che li avrei accompagnati io e sarei passata poi a riprenderli. Lei sorridendo mi rispose "Facciamo così, io la invito a pranzo con noi se non ha impegni e lei ci accompagna con l'auto. Le chiedo però di mettersi elegante, ci tengo!" In effetti sotto il camice indossavo P SOCIETA’ 9 Donne! Pari opportunità er la prima volta nella storia di Gemona la maggioranza in Comune ha istituito e nominato (24 marzo 2005) una Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna. Questo atto dovuto, in quanto previsto dalla normativa, è stato "benevolmente concesso" dopo reiterate richieste da parte mia, unica consigliera comunale donna. Tutto a posto, allora? D'ora in avanti le donne di Gemona potranno farsi sentire di più e meglio? Non ne sono così convinta: ci sono infatti segnali poco rassicuranti. Innanzitutto la composizione della commissione stessa, che ha quale presidente un uomo, nella persona del dott. Vincenzo Salvatorelli, assessore alle politiche sociali e vicesindaco. E' vero che le pari opportunità potrebbero riguardare anche casi di discriminazione o difficoltà di integrazione dei maschi, ma le statistiche su livelli di occupazione, retribuzioni, posti di responsabilità, parte- P cipazione alla vita politicoistituzionale, ecc. dei Gemonesi non evidenziano la necessità di ulteriore sostegno al sesso forte. Le altre componenti la commissione sono donne: la segretaria capo del Comune, dott.ssa Lanari e la sottoscritta. Come segretaria della commissione c'è un'altra dipendente del Comune, la dott.ssa Bianchini. Alla Commissione sono state attribuite le seguenti funzioni: - promuovere indagini sulla condizione femminile nel Comune di Gemona del Friuli con particolare attenzione alle condizioni di emarginazione della donna; - stimolare interventi di natura culturale e sociale atti ad accrescere la cultura delle pari opportunità. Pare strano perciò, vista l'importanza degli argomenti di cui si dovrebbe occupare, che dal momento della delibera ad oggi la commissione NON si sia neppure insediata, meno che meno riunita. E' rimasta un contenitore vuoto, messo una mise un po' sciatta… Andai a casa, mi misi elegante, ottenni la sua approvazione e partimmo per il ristorante. Erano tutti e tre un po' emozionati per l'uscita; all'ingresso nel ristorante furono riconosciuti da altre persone e ricoperti di complimenti e domande, a cui non si sottrassero. Il proprietario del ristorante li riconobbe e ci accompagnò al tavolo. Lì, in una sala con varie famiglie, ci guardavamo intorno divertiti. Fu divertente ordinare il pranzo, i miei compagni erano sordastri, mi toccò leggere il menù quasi urlando, condividendo con l'intera sala la scelta… Ricordo ancora che ordinarono il risotto con lo "sclopit", erano decenni che non lo mangiavano! Mi raccontarono di luoghi ricchi di "sclopit", cercando di darmi tutti i riferimenti geografici utili! Di quel giorno ho una fotografia e un bel ricordo. Dorina e Giovanna non ci sono più. Giorno dopo giorno con Maria, Eugenio, Mario, Amelia, Dorina e Giovanna, ho recuperato ricordi un po' impolverati di un tempo lontano ed è stato per me a volte struggente, vedere che in fondo c'era un legame fra la mia e le loro storie… Lo percepii subito, fin dal primo istante in cui entrai in Casa in piedi perché "non si può farne a meno", ma che non funziona. Paura che abbia troppi poteri? Quella commissione non ha alcun potere decisionale: a scanso di equivoci è scritto a chiare lettere sulla delibera che ha natura esclusivamente consultiva per la giunta. Dovrebbe, in altre parole, solamente dare indicazioni, consigli, suggerimenti a chi ha gli strumenti e la facoltà di decidere. Ad una richiesta scritta di spiegazioni sui motivi del mancato avvio dei lavori è stata data risposta tardiva e non facile da interpretare. Che cosa sta succedendo? Niente di nuovo, evidentemente! Forse si vuole continuare sulla linea ormai tradizionale di emarginazione delle donne dalla vita pubblica… Oppure si ritiene che una commissione per le pari opportunità a Gemona non serva, perché non ci sono problemi… Noi sappiamo invece che i problemi ci sono, e grandi. I risultati elettorali dimostrano con chiarezza che le donne di Gemona o sono tenute fuori dalla gestione della "cosa -che dovrebbe essere- di tutti", oppure vengono esautorate, di Riposo, quando dovetti presentarmi; mi accorsi che "Buongiorno, sono Kathia, la vostra nuova infermiera" non aveva sortito effetti: sul fatto che ero la loro infermiera non c'erano dubbi, ma quel Kathia non era molto significativo. Allora cambiai la presentazione "Sono Kathia, la nipote di Madio Marin e Min dai Nonis". Mi misero subito a fuoco e mi riconobbero! Kathia Cragnolini messe a tacere in tutti i modi (c'è già un'intera casistica al proposito). Che fare dunque? Certamente non aspettare aiuto da chi mostra di non avere intenzione di darlo. Piuttosto incontrarsi, discutere, organizzarsi al di fuori dalle sedi istituzionali (se queste non offrono spazi) superando, perché no?, i tradizionali confini dei partiti e degli schieramenti politico-ideologici ed usando quel buon senso e quella concretezza nell'affrontare i problemi che solo le donne hanno. Senza la pretesa di poter fare tutto e subito. I punti di criticità nella nostra zona sono tanti e non facili da affrontare e risolvere: la presa di coscienza di essi è il primo passo, indispensabile per proseguire oltre. Si pensi solo alle difficoltà delle donne nell'inserirsi (o re-inserirsi) nel mondo del lavoro, ai problemi legati alla famiglia ed alla maternità, all'assistenza ai familiari anziani o disabili… Ma anche al non sapere dove reperire dati e informazioni utili su opportunità, iniziative o contributi, al funzionamento "parziale" del consultorio familiare, al fragile equilibrio tra tempi del lavoro, tempi della famiglia e tempi per sé, al preconcetto duro da estirpare che quanto succede attorno a noi ma al di fuori di casa nostra non ci interessi e, infine, che la politica è "cosa da uomini". Cerchiamo di costruire qualcosa insieme: fatevi sentire! Ogni proposta e idea verrà presa in considerazione. Ogni contributo costruttivo sarà ben accolto. Mariolina Patat Consigliera comunale di "Intesa per Gemona" VUOI LAVORARE CON NOI? TI OFFRIAMO: - una formazione qualificata e costante; - un compenso adeguato; - ma soprattutto UN GRANDE AVVENIRE. PA R L I A M O N E ! ! ! Gemona, via dei pioppi, 9 - tel 0432 981619 - fax 0432 980519 e-mail [email protected] URBANISTICA 10 Cronaca dal Consiglio Regolamento Edilizio del 1935! e Maravee da tempo Pense denuncia il degrado urba- nistico di Gemona e la mancanza di capacità progettuale della sua Amministrazione. Volevamo scrivere sulla variante al Piano Regolatore n° 34, ma abbiamo ricevuto un intervento che ne approfondisce gli aspetti più importanti ed al quale rimandiamo. Per rimanere sul tema della gestione del territorio, ci soffermiamo su un'interpellanza presentata dal gruppo di opposizione Intesa per Gemona in merito al regolamento edilizio (vedi riquadro). Sembra proprio che il Regolamento Edilizio di Gemona risalga a 70 anni fa, all'epoca fascista, quando la trasparenza delle scelte operate dagli amministratori era un miraggio. Fortunatamente, in tanti anni molte cose sono cambiate e sembra superfluo affermare che anche il Regolamento Edilizio deve essere aggiornato, per adeguare le disposizioni tecniche alle moderne esi- genze costruttive, per garantire la trasparenza nei conferimenti degli incarichi e, soprattutto, perché lo stabilisce la L.R. 52/91 capo III art. 53 e succ., che impone ai Comuni di dotarsi di un Regolamento Edilizio che definisca "la composizione, il funzionamento e le competenze della commissione edilizia comunale". Al fine di orientare ed uniformare gli standard dei regolamenti comunali, la Regione, nel giugno 1995 ha predisposto un Regolamento Edilizio Tipo, cui i Comuni avrebbero dovuto adeguarsi entro un anno dalla sua emanazione. Da allora moltissimi Comuni si sono adeguati, ma non Gemona. Il Regolamento Edilizio Tipo suggerisce i criteri cui attenersi nella nomina dei membri elettivi, componenti la Commissione Edilizia. I 2/3 dei componenti sono scelti da una lista fornita dagli ordini e collegi professionali della progettazione Interpellanza PREMESSO - Che l'attuale commissione è stata nominata con delibera giuntale n.227 del 29 .7.2004; - che la stessa delibera fa riferimento ad un vigente Regolamento Edilizio non meglio precisato, né dice nulla sulla data di adozione dello stesso […]; PRESO ATTO che l'attuale legge regionale che norma la pianificazione territoriale comunale compreso il regolamento edilizio e la relativa COMMISSIONE EDILIZIA COMUNALE è la legge regionale n.52 del 19.11.1991 […] nonché le successive modifiche […]; SI CHIEDE Se corrisponda al vero che a parte modestissime modifiche ed integrazioni, l'attuale Regolamento Edilizio ed Ornato che detta disposizioni sulle opere edilizie nel Comune di Gemona risalga al 26.06.1935; - chi, conseguentemente, funga da podestà nella prevista commissione igienico edilizia ai sensi dell'art.6 dello stesso regolamento; - a quale norma si faccia riferimento riguardo all'individuazione della suddetta figura amministrativa (podestà) che non risulta (ingegneri, architetti, geometri, periti), i restanti sono scelti dal Sindaco anche su consiglio dei membri suddetti. La Commissione Edilizia di Gemona, attualmente composta da tre membri di diritto (Sindaco, Ufficiale Sanitario, rappresentante dei Vigili del Fuoco), tre membri effettivi (arch. Giovanni Pietro Nimis, ing. Iob Mauro, arch. Gianpaolo Della Marina), due membri supplenti (p.i.e. Fabio Collini, arch. Claudio Venturini) ed un esperto in materia ambientale (dott. Rudi Gubiani), è stata nominata con la Deliberazione della Giunta comunale n. 227 del 29/07/2004. Dato che nelle premesse di tale delibera si fa riferimento ad un generico regolamento edilizio, è lecito chiedersi se la Commissione Edilizia sia stata nominata attenendosi alle disposizioni di un regolamento del 1935, oppure, democraticamente, attenendosi ai sugge- essere prevista nella legislazione della Repubblica Italiana; - se […] nella scelta dei membri della commissione si siano comunque rispettate le modalità di scelta dei membri della commissione suggerita dal regolamento Regionale ("2/3 dei membri sono scelti tra una lista di nominativi almeno doppia e predisposta dagli organismi provinciali degli ordini e collegi professionali"); - se le relative competenze dei membri della commissione siano quelle stabilite dallo Statuto e dal regolamento edilizio comunale e quali queste siano; - quali siano i criteri particolari di valutazione fissati a cui la commissione edilizia si attiene per lo svolgimento delle sue funzioni; - se non ritiene opportuno che, nell'anno 2005, le complesse problematiche dell'edilizia a Gemona vengano regolamentate da norme aggiornate ed adeguate, che per altro gli altri Comuni hanno da tempo adottato e se Gemona non meriti delle regole edilizie un po' più aggiornate di quelle di 70 anni fa! Il Gruppo consigliare di Intesa per Gemona Bruno Seravalli, Moreno Casani, Gianni Gubiani, Marco Job e Mariolina Patat. rimenti del Regolamento Edilizio Tipo. Gli strumenti e gli organi decisionali di cui si dota un'Amministrazione rappresentano le garanzie per la gestione del territorio. Da troppo tempo a Gemona in questo campo si naviga a vista. Non c'è nessuna programmazione. Alcuni esempi scelti a caso? In questi giorni si è inaugurata la piscina. Molto bene! Come non ricordare, tuttavia, che il Comune intendeva realizzare un palazzetto dello sport in quel punto? Che ne è di quel progetto pagato varie decine di milioni? E del progetto di autostazione previsto nell'attuale Piazzale Comelli? Che ne è delle varianti al Piano Regolatore (assegnate sempre allo stesso professionista) pagate centinaia di milioni e mai adottate dal Consiglio Comunale? E le zone commerciali, o artigianali, che nascono come funghi e si spostano in continuazione non si sa bene perché (o forse si sa anche troppo bene!)? Lasciamo che il lettore tragga le sue conclusioni sul perché la commissione edilizia sia eletta in base ad un regolamento del 1935, sul perché non si scelgono i suoi componenti secondo le indicazioni delle norme più recenti. Sarebbe importante la dimostrazione di un'attenzione maggiore da parte di tutti i cittadini. Purtroppo la partecipazione democratica nel nostro paese non è sufficiente. ATTUALITA’ 11 Sovversione elettorale Il pensiero di Raniero La Valle sulla legge recentemente approvata dalla Camera sul proporzionale elettorale in vigoIlresistema in Italia dal 1993, mag- gioritario uninominale con correzione in senso proporzionale, è sulla via del tramonto. Infatti l'11 ottobre la Camera ha approvato, con 323 sì, 6 no e 5 astenuti, la nuova legge elettorale, che reintroduce il sistema proporzionale. Alla votazione non ha partecipato, per protesta, il centrosinistra. Questo atto legislativo ha sollevato molte reazioni di dissenso, anche da parte di quelle forze che sono favorevoli, in linea di principio, al sistema proporzionale, che dovrebbe garantire un maggiore rispetto della volontà degli elettori perché basato su una ripartizione dei seggi in proporzione al numero dei voti ottenuti dalle singole liste di candidati. Quali le ragioni di un'accoglienza così diffusamente sfavorevole? Una risposta a questa domanda ci viene fornita da Raniero La Valle, parlamentare europeo ed esperto di diritto costituzionale, nonché fondatore dell'associazione Libertà e Giustizia. legge elettoLaralecosiddetta proposta dalla destra al potere non è solo un attentato al centro-sinistra per fare della sua eventuale vittoria una vittoria mutilata, sottraendogli decine di seggi; e nemmeno il suo carattere iniquo consiste nel fatto che si sia voluto imporre il cambiamento delle regole all’ultimo minuto, quando ormai ci si era preparati alla imminente battaglia elettorale tenendo conto delle vecchie regole. Queste due sono cose gravi, ma non tanto gravi da configurare un attacco alla Costituzione e alla Repubblica. Se si trattasse solo di questo, cioè di un ritorno, fuori tempo massimo, dal maggioritario al proporzionale, per salvare il salvabile della destra in rotta, sarebbe un gioco durissimo, ma non fuori della democrazia. E anche i proporzionalisti della sinistra, pur di uscire dallo sconcio del sistema maggioritario, avrebbero potuto essere tentati di sostenerlo. Invece, come hanno fatto sapere dopo una loro assemblea a Roma, hanno respinto il progetto della destra “con sdegno”. Perché con sdegno? Perché la legge, così com’è, è in realtà lo strumento mediante il quale si può instaurare un regime. La proposta elettorale della destra sovverte con legge ordinaria la Costituzione della Repubblica prima della riforma costituzionale in corso d’opera, e in modo ancora più radicale. Essa stabilisce prima di tutto che la maggioranza sia fissata per legge in almeno 340 deputa- Fioreria Emidia Manzano Via Roma, 252 tel. 0432 970692 33013 Gemona del Friuli e-mail: [email protected] ti della Camera (su 630) e 170 al Senato (su 315), dunque ben più della maggioranza assoluta, e che tale numero di parlamentari sia assegnato d’ufficio al partito o alla coalizione di partiti che, con qualsiasi percentuale, abbia anche solo un voto in più di ogni altro partito o coalizione. E se si desse il caso che non si formassero le coalizioni, anche un singolo partito, ad esempio col venti per cento dei voti, si vedrebbe assegnati tutti questi seggi. In nessuna democrazia al mondo, per quanto maggioritaria, c’è una simile norma. In secondo luogo la legge stabilisce che ogni partito, sia che si presenti da solo sia che sia collegato ad altri in una coalizione, deve dichiarare il nome e il cognome del candidato alla presidenza del Consiglio. Perciò si stabilisce un obbligo verso di lui sia del Presidente della Repubblica, che perderebbe così il suo potere di nomina secondo l’art.92 della Costituzione, sia dei 340 deputati e 170 senatori, che avrebbero in tal modo un vincolo di mandato, contro l’art.67 della Costituzione. In terzo luogo si stabilisce che ogni partito deve depositare il programma elettorale, e tutti i partiti che si collegano in una coalizione devono presentare lo stesso pro- gramma: il che vuol dire che ogni differenza tra i partiti collegati deve scomparire; e così la proporzionale che dovrebbe servire a salvare le identità si rovescerebbe nella più grande omologazione e mistificazione e a giustificarla resterebbe solo la lotta di potere. In quarto luogo si stabilisce che, senza preferenze, gli eletti sarebbero designati in liste bloccate secondo l’ordine deciso dai capi-partito, per cui tutti i candidati si trasformerebbero in clienti, e i parlamentari in vassalli e il Parlamento in una aggregazione di feudi con al vertice un principe. Nemmeno la legge Acerbo, né quella che permise a Hitler di prendere il potere, erano così. Speriamo, poiché Ciampi non è Facta, l’ultimo presidente del Consiglio dell’Italia prefascista, e perciò non potrà non rinviare la legge alle Camere per la violazione di un numero impressionante di articoli della vigente Costituzione. Raniero La Valle A cura del Comitato per la difesa della Costituzione Gemona Sogni. Come caprioli, liberi, disegnano salti felici nell'aria tersa e leggera, giovane e fresca, nello spazio privo di peso di un improvviso prato verde. Lasciano un'impronta reale nel morbido sentiero del bosco. Marina Stroili ASSOCIAZIONI 12 Speciale Amnesty Internat Ma se dimostrerò non essere la morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell'umanità. Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene" 10 ottobre: Giornata mondiale contro la pena di morte mondiale contro la propri sforzi in favore dell'abolizione LapenaCoalizione di morte (World Coalition della pena di morte in tutto il mondo.In against the Death Penalty, WCADP), di cui Amnesty International fa parte, ha dichiarato il 10 ottobre Giornata mondiale contro la pena di morte, promuovendo azioni e iniziative in tutto il mondo.Fondata a Roma nel maggio 2002, la WCADP è una coalizione internazionale di cui fanno parte organizzazioni impegnate nel campo dei diritti umani, associazioni legali, sindacati e autorità locali, che hanno unito i occasione della Giornata mondiale i cittadini e le associazioni che in Italia hanno a cuore un mondo senza esecuzioni sono invitati a partecipare alle iniziative organizzate nelle proprie città dibattiti, concerti, mozioni e manifestazioni - per dare ampia risonanza alla richiesta della Coalizione.La Sezione Italiana di Amnesty International invita inoltre a sottoscrivere l'appello della WCADP alle autorità dei paesi che CONTRO LA PENA DI MORTE ancora mantengono la pena di morte, chiedendo loro di introdurre una moratoria immediata sulle esecuzioni e di abolire la pena di morte per tutti i reati. Firma anche tu l'appello on-line: http://www.amnesty.it Sapevi che anche in Giappone c’è la pena di morte? per ore, pose una confessione scritta a morte dalla Corte Distret- avvenuti in una stazione di “Fuiin interrogato continuazione, e gridando mi ordinò di scri- tuale di Urawa il 30 gennaio polizia, durante i quali l’uosenza avere la possibilità di vere il mio nome, indicandomi il punto dove firmare mentre mi prendeva a calci e mi torceva il braccio dietro la schiena. In questo modo mi strapparono la firma”. Ex operaio edile di 82 anni, Tomizo Ishida è stato accusato degli omicidi di due donne, una delle quali era la sua compagna, commessi nel 1973. Arrestato l’8 ottobre del 1974 è stato condannato 1980. La sentenza è stata confermata dall’Alta Corte il 30 marzo 1983 e dalla Corte Suprema il 13 giugno 1989. Tomizo Ishida si è dichiarato colpevole dell’omicidio non premeditato della sua compagna; del secondo continua a proclamarsi innocente. La confessione è giunta dopo 148 giorni di interrogatorio Numero di stati che hanno abolito definitivamente la pena di morte per tutti i reati al termine dell’anno (escluso il 2005). Fonte: Amnesty International accedere al bagno. Dissi loro che avevo bisogno di andarvi ma mi fu risposto che me lo avrebbero permesso soltanto se avessi firmato la confessione, ammettendo di avere ucciso. Quando mi rifiutai di firmare mi dissero di defecare sul pavimento. Non potei fare altro che ripiegarmi per trattenermi, quando uno degli uomini che mi interrogavano mi sotto- mo non è stato informato del diritto di poter essere assistito da un avvocato. Attualmente Tomizo Ishida è detenuto presso la Tokyo Detention House (Centro detentivo destinato ai soli condannati a morte). Le sue condizioni di salute non sono buone, sta perdendo la vista all’occhio destro. Il suo avvocato lo incontra soltanto una volta l’anno; il figlio e la figlia non possono recarsi a visitarlo perché entrambi affetti da handicap mentali. Tomizo Ishida si trova in prigione da 30 anni, nel braccio della morte da 25 ed è attualmente il condannato a morte più anziano del Giappone. NOTIZIE GENERALI I prigionieri non possono incontrare i loro avvocati ogni volta che ne hanno bisogno ma addirittura solo una volta all’anno. È stato riscontrato che molti prigionieri sono stati detenuti in condizione di incommunicado dopo l’arresto, quindi senza la possibilità di consultare un legale e ricevere assistenza e ASSOCIAZIONI 13 tional sulla pena di morte sottoposti a lunghissimi interrogatori durante i quali sono stati anche oggetto di torture da parte dalla polizia, per ottenere una confessione che è stata utilizzata poi come prova inconfutabile durante il processo. Le condizioni nel braccio della morte sono disumane: i detenuti non ricevono cure mediche, vivono in una cella di circa 5 mq, le celle sono monitorate 24/24h. L’esecuzione non è mai preannunciata al condannato o alla sua famiglia. Nel Paese ci sono sette prigioni attrezzate con un patibolo per l’impiccagione. A settembre 2004, il Giappone ha eseguito la condanna di due persone detenute nel braccio della morte. Entrambe le esecuzioni sono avve- nute in segreto per impiccagione. I prigionieri sono stati informati dell’esecuzione soltanto poche ora prima di essere uccisi e i loro familiari e avvocati sono stati avvisati dopo che le esecuzioni avevano avuto luogo. Le esecuzioni sono avvenute durante un periodo di sospensione del parlamento, nel tentativo di evitare il pubblico dibattito o critiche. I detenuti del braccio della morte sono tenuti in isolamento, con limitate possibilità di comunicazione con il mondo esterno. Almeno 25 prigionieri con sentenze definitive sono da oltre dieci anni nel braccio della morte in attesa di esecuzione. Secondo quanto riferito, il 10% dei reclusi nel braccio della morte sarebbero vitti- La pena di morte nel mondo Più della metà dei paesi ha abolito la pena di morte di diritto o de facto. Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati al 5 aprile 2005: 84 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato. 12 paesi l'hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra. 24 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte. In totale 120 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 76 paesi mantengono in vigore la pena capitale e, spesso, eseguono condanne a morte. me di errori giudiziari. Circa 120 parlamentari di tutti i partiti, maggioranza e opposizione, su un totale di circa 640 tra deputati e senatori, sono membri della Lega per l'abolizione della pena di morte. Dal 1990 il numero degli stati africani che hanno abolito la pena di morte è aumentato progressivamente. ASSOCIAZIONI 14 Speciale pena di morte La pena di morte negli Stati Uniti d’America di gran parte nel 1986 Condannati a morte rila- altre minoranze) 18 Aldeicontrario paesi che fanno ricor- nel 1987 sciati dal 1976 perché inno- Donne in attesa di esecuzio25 so alla pena di morte, dove questa, spesso, viene applicata in segreto e dove risulta molto difficile reperire le informazioni, negli Stati Uniti d'America la trasparenza che caratterizza l'applicazione della pena capitale consente di ricostruire in tempo quasi reale un quadro attendibile della realtà nel paese per quanto concerne i dati sulle esecuzioni. Giurisdizioni in cui è prevista: 40 (38 Stati e due legislazioni federali) Non è prevista in Alaska, Hawaii, Iowa, Maine, Massachussetts, Michigan, Minnesota, North Dakota, Rhode Island, Vermont, West Virginia, Wisconsin e nel distretto federale di Columbia. Pur prevista, è stata giudicata incostituzionale in alcuni suoi aspetti dalle corti statali di Kansas e New York. Condanne a morte eseguite: dal 1608 oltre 19.000 (dal 1930 al 2000 oltre 4.500 a) nel 1976 0 nel 1977 1 nel 1978 0 nel 1979 2 nel 1980 0 nel 1981 1 nel 1982 2 nel 1983 5 nel 1984 21 nel 1985 18 nel 1988 11 nel 1989 16 nel 1990 23 nel 1991 14 nel 1992 31 nel 1993 38 nel 1994 31 nel 1995 56 nel 1996 45 nel 1997 74 nel 1998 68 nel 1999 98 b) nel 2000 85 nel 2001 66 nel 2002 71 nel 2003 62 nel 2004 59 c) 37 d) nel 2005 dal 1976 a oggi 981 e) a) di cui 49 donne b) record di esecuzioni da quando nel 1976 è stata reintrodotta la pena di morte. Il record nel XX secolo si è verificato nel 1936, con 199 esecuzioni. Nel 1930 - 1950 la media annuale era stata di 150 esecuzioni c) di cui 23 in Texas d) di cui 12 in Texas e) di cui 22 minorenni all'epoca del reato, 54 minorati mentali, 119 "volontari", 10 donne, 10 nativoamericani e 22 cittadini stranieri o con doppia cittadinanza. Commutazioni dal 1976: 223 (di cui 167 in Illinois e 1 federale) centi: 121 Metodi di esecuzione applicati dal 1976 a oggi: iniezione di veleno 813; sedia elettrica 152; camera a gas 11; impiccagione 3, fucilazione 2 Numero di prigionieri in attesa di esecuzione (dicembre 2004): 3471 (54% bianchi; 43% afro-americani; 3% ne: 50 in 18 stati Cittadini stranieri in attesa di esecuzione: 118 Esecuzioni dal 1976 (Stati con oltre 50 esecuzioni): Texas 348 Virginia 94 Oklahoma 79 Missouri 65 Florida 60 Breve cronologia dell'abolizione della pena di morte La prima abolizione fu opera del Granducato di Toscana il 30/11/1786. La Repubblica Romana fu il primo stato sovrano a scrivere nella propria Costituzione l'abolizione totale della pena di morte il 3/7/1849. Prima, però, il Michigan, Stato facente parte degli USA, l'abolì l’1/3/1847. San Marino ne decretò l'abolizione nel 1848 (l'ultima esecuzione avvenne nel lontano 1468) e l'abolizione totale nel 1865. Per quanto riguarda lo Stato Italiano, il 23/3/1865 la Camera vota l'abolizione, ma il Senato la blocca. Nel 1944-1945 venne abolita ma subito reintrodotta. Nel 1947 avvengono le ultime fucilazioni. Nel 1948 viene abolita dalla Costituzione (ma rimane in vigore nel codice penale di guerra). Nel 1992 c'è un tentativo di reintrodurla. Nel 1998 viene finalmente sancita l'abolizione totale a seguito di una campagna della sezione italiana di Amnesty International. Per informazioni e approfondimenti: AMNESTY INTERNATIONAL Sez. Italiana Gruppo ITA 143 c/o Vitti Massimo Via C. Percoto, 14 - Osoppo - Tel. 0432-974179 Condanne a morte eseguite nel 2005* Afghanistan: 1 Arabia Saudita: almeno 62 Autorità Palestinese: 5 Bangladesh: 3 Cina: almeno 310 Corea del Nord: almeno 3 Giordania: almeno 9 Indonesia: 2 Iran: almeno 64 (di cui almeno 6 minorenni all'epoca del reato) Kuwait: almeno 2 Libia: almeno 6 Pakistan: almeno 8 Vietnam: almeno 20 Singapore: almeno 1 Stati Uniti d'America: 37 Sudan: almeno 1 Uzbekistan: 1 *: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni che Amnesty International è riuscita ad accertare dal 1° gennaio al 2 settembre 2005. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. disegno inviato ad Amnesty Internatiol da un detenuto palestinese. TERRITORIO 15 Il Broili di Madone Una vicenda poco “edificante” Dalla cronaca dei giornali 7-09-’05, Messaggero Veneto Esposto per i danni alle antiche mura La terza cinta muraria risalente alla fine del 1300 è stata danneggiata… Il consigliere di minoranza Gubiani ha inviato alla soprintendenza un esposto nel quale mette l'ente a conoscenza di quello che ritiene uno scempio… nell'area di realizzazione di un Percorso vita, realizzato dall'amministrazione comunale nel parco sopra la Facoltà di Scienze motorie… "Nella realizzazione della pista -spiega il consigliere del gruppo "Intesa per Gemona"non si è badato a conservare integra questa parte del paese: a partire dalle mura di sostegno dei terrazzamenti, che sono state distrutte, fino alla cinta muraria, intaccata dalle operazioni di scavo". L'allarme, abbandonato per un attimo il caso specifico, porta con sé la richiesta di una gestione più attenta e organica del patrimonio culturale del paese…la pista in sé non ha nulla di negativo, anzi…" 9-09-’05, Messaggero Veneto Il sindaco: mura integre Marini: il consigliere Gubiani ha preso un abbaglio. "Ma quali danneggiamenti alle mura trecentesche. Credo proprio che nella foga d'imbastire una delle sue tipiche polemiche di retroguardia il consigliere Gianfrancesco Gubiani abbia preso una solenne cantonata". Gubiani ha addirittura chia- mato in causa la Soprintendenza attraverso un esposto che però- assicura Marini- è destinato a non ottenere alcun riscontro…Non so cosa il consigliere Gubiani abbia visto né tanto meno dove stia lo scempio che gli operai avrebbero compiuto. L'archeologo Andrea Pessina…. ha avuto modo di verificare che i presunti danneggiamenti delle mura trecentesche sono solo il frutto della fantasia del consigliere Gubiani. "A questo punto mi sento di chiedere all'esponente dell'opposizione di accertarsi bene prima di firmare esposti, è questo tipo di allarmismo a mortificare la città di Gemona, non certo l'operato della giunta. Annuncio fin da ora che prenderò in considerazione l'eventualità di ricorrere alle sedi giudiziarie per rispondere a un attacco immotivato che ritengo abbia danneggiato non soltanto la giunta ma anche l'immagine del Comune" 12-09-’05, Petizione urgente Al signor sindaco di Gemona …la preghiamo di sospendere immediatamente i lavori nell'area "Broili di Madone", affinché si possa serenamente valutare, anche con l'apporto di sensibilità competenti diverse, se questo sia il modo più opportuno per intervenire in quell'area… Un gruppo di cittadini di Gemona 16-09-’05, Il Gazzettino Petizione per salvare i terrazzamenti: «Stop ai lavori» Lavori di sbancamento presso il “Broili di Madone” La richiesta inviata al sindaco riguarda la tutela de "lis altanis" contenute dai muretti a secco e costruite dagli antenati: "Troviamo alternative". 21-09-’05, Messaggero V. Marini interviene: "Riconsegneremo un'area che prima era inutilizzata" Anche il sindaco Marini condivide le preoccupazioni dei cittadini che hanno firmato la petizione a salvaguardia del cosiddetto "broili di Madone". "…è vero che il cantiere provoca un grande impatto emotivo. L'ho io stesso verificato in occasione di un recentissimo sopralluogo effettuato in compagnia del soprintendente reggente Giuseppe Franca…ho già fatto pervenire al progettista e direttore dei lavori, l'ing. Foramitti, precise disposizioni affinché vengano approfonditi gli aspetti dell'inserimento dell'opera in quel contesto, ricercando tutti gli elementi possibili di valorizzazione dello stesso. Al dirigente comunale ing. Vales ho invece dato mandato affinché tale mia disposizione sia attuata e concordata con la Soprintendenza" 5-10-’05, Messaggero Veneto Gubiani al sindaco: dovreb- be ringraziarmi per le mura medievali "Nei giorni scorsi il sindaco scrive Gubiani- ha annunciato l'intenzione di querelarmi…la mia segnalazione alla Sovrintendenza ha consentito di far procedere i lavori con le cautele del caso, tant'è che se il problema sollevato da me non fosse reale, i lavori non sarebbero stati improvvisamente interrotti nel tratto vicino alla terza cinta medievale. Inoltre è falso che l'archeologo Andrea Pessina abbia mai sostenuto quanto riferito dal sindaco… Commento Non può che farci piacere se il Sindaco assicura che verrà posta la massima attenzione alla valorizzazione dei resti del lavoro dei nostri antenati. Ci preoccupa, per contro, quando dice di aver chiesto ai tecnici di fare attenzione. Questo ci voleva prima. Giustamente viene riconosciuto il valore dell'area. La memoria dei gemonesi non può dimenticare il legame tra la chiesa di Madonna delle Grazie ed il suo "Broili”. Né si può ignorare quale sia il valore di quell'ultimo fazzoletto integro, limitrofo al "Broili”, all'interno della cinta muraria. Ma ora che si è preso coscienza del danno che il progetto produce in quel punto, un danno evidente a chiunque, non solo ai funzionari della Soprintendenza, si prenda il coraggio a quattro mani e si riconosca che quel progetto non permette di rispettare la memoria del duro lavoro realizzato dai nostri antenati per strappare, con terrazzamenti e muretti a secco sei o settecenteschi, un po' di terreno URBANISTICA Fâ e disfâ... Ancora una variante al Piano Regolatore Comunale seduta del ConNell'ultima siglio comunale, con il frontare le condizioni di vivibilità nel nostro paese, voto a favore della sola mag- che diventa sempre più scagioranza, è stata approvata dente : l'ennesima variante al Piano - molte piazzole ecologiche Regolatore, la n. 34. sono ridotte a livello di discaL'impegno dell'Amministra- rica abusiva; zione nel cambiare le regole - la pulizia e la manutenzione urbanistiche è (ed è stato) delle strade sono al limite sempre altissimo, con effetti della decenza; che spesso vanno ben oltre il - le piste ciclabili (ma ce ne solo significato tecnico. Infat- sono veramente?) sono di ti con l'approvazione di que- fatto impraticabili così come st'ennesima variante scontia- gli stessi marciapiedi; mo anche le seguenti conse- - le situazioni di degrado guenze : ambientale, soprattutto nel - Un ricorso al TAR (Tribu- Centro storico, allontanano nale Amministrativo Regio- anche i pochi turisti che nale), deliberato dalla Giunta hanno ancora il coraggio di comunale contro la Regione, mettere piede in quel "gran che ha bocciato una parte deserto". della variante (questa scelta In risposta alle osservazioni significa un esborso di soldi dei consiglieri di "Intesa per pubblici per pagare le spese Gemona" il sindaco Marini della pratica e l'avvocato); reagisce con espressioni ad - La presa d'atto del fallimen- effetto in stile berlusconiano, to di una precedente variante apostrofandoli come "cassanapprovata 20 anni fa e mai dre" nel momento in cui realizzata (perché?) ma i cui esprimono tutta la loro preoccosti di progettazione sono cupazione per l'ennesima comunque ricaduti sulla scelta urbanistica discutibile e comunità locale. Infatti quel priva di una visione progetPiano Particolareggiato, che tuale complessiva del territointeressava il territorio gemo- rio. Giudizio condiviso dalla nese lungo la SS. 13 viene stessa Regione FVG che ha di oggi stralciato (cioè cancella- fatto denunciato l'assurdità di to). Non altrettanto impegno alcune "soluzioni", presentan(in evidente contraddizione do le sue riserve e costringencon le promesse elettorali) do il Comune da una parte a ritroviamo da parte dell'attua- far marcia indietro (obbliganle Amministrazione nell'af- dolo a stralciare dal piano le nuove aree produtcoltivabile alle aride ghiaie del conoide di tive che erano state deiezione. Se il Sindaco avrà questa individuate presso forza, allora riconoscerà che c'è una sola lo svincolo autocosa da fare: rivedere il progetto e modificare almeno la parte più alta eliminando l'ultimo tornante del percorso verso nordest e ripristinando "lis altanis” ed i loro muretti. Nessuno contrasterà, di certo, la continuazione del percorso in un modo meno invasivo, anzi sarebbe auspicabile continuarlo sulle stesse mura in quello scenario straordinario che i resti esistenti, opportunamente rimessi in luce, possono offrire. Questa sarebbe una valorizzazione fenomenale per tutto il Centro storico e per quel percorso vita che potrebbe in tal modo offrire, a chi lo percorre, il ricordo dell'antica Gemona. Su www.pensemaravee.it la rassegna completa degli articoli e le foto. 16 stradale), dall'altra sollevando sull'abolizione del Piano particolareggiato della SS 13 gli stessi rilievi che erano stati sollevati dal gruppo di Intesa: - la necessità di governare le nuove consistenti attività che generano ulteriori ed importanti flussi di traffico, garantendo sicurezza, efficienza e funzionalità della strada statale e del suo sistema di viabilità; - la mancanza di idonee garanzie per il governo dei delicati rapporti tra SS 13, la rete viaria locale e territoriale ed il sistema commercialedistributivo. Il Sindaco e la sua maggioranza (ma anche il professionista incaricato del progetto!!), invece di rispondere con argomenti tecnici e politici appropriati, hanno ridicolizzato, criticato e messo in discussione le capacità professionali dei tecnici regionali che hanno redatto il parere, arrivando perfino a ipotizzare, da parte dell'Amministrazione Regionale, una specie di "fumus persecutionis" nei confronti del nostro Comune. C'è infatti un altro aspetto del problema da considerare: la prevista liberalizzazione del settore commerciale lungo la SS 13 potrà danneggiare la nuova zona commerciale che dovrebbe realizzarsi nell'ex Manifattura? Ci potrebbe essere concorrenzialità? Ad esempio: quale scelta si pensa che farà un imprenditore, davanti alla possibilità di aprire un nuovo esercizio commerciale di medie dimensioni in un capannone disponibile lungo la statale oppure nel nuovo centro commerciale della ex Manifattura? E' ovvio: l'esercizio commer- ciale lungo la SS 13 ha una più forte appetibilità, in quanto dotato di maggior visibilità, maggiore facilità di accesso, ecc. In tale ottica, noi temiamo che le due realtà possano porsi in concorrenza tra di loro, oltre che con le realtà commerciali medie e soprattutto piccole, attualmente esistenti e talvolta già in affanno a causa dell'attuale congiuntura economica. E allora da dove verranno fuori i posti di lavoro promessi nell'ex Manifattura? Una volta di più non si può che essere perplessi. Ma anche in questo caso l'Amministrazione ironizza o peggio solleva dubbi sull'onestà intellettuale e professionale di chi esprime forti dubbi su tali scelte urbanistiche e commerciali che forse risolveranno gli errori delle precedenti Amministrazioni (cioè aver permesso sulla SS 13 la costruzione di capannoni finora inutilizzati) ma che potrebbero risultare gravemente deleterie per l'occupazione industriale (soprattutto femminile) e per il singolo commerciante gemonese che vede spostare il centro commerciale verso la periferia del paese. Anche al problema del traffico non è stata data risposta. Si pensi solo in quali condizioni di impercorribilità e invivibilità si potrebbe ridurre la SS 13 che produrrà forse dei benefici soltanto a qualche grossa catena commerciale, con pochissime ricadute positive sull'economia di Gemona ed i suoi abitanti. Bruno Seravalli Capogruppo consigliare di "Intesa per Gemona" TERRITORIO 17 Piste ciclabili o marciapiedi? A proposito di Via Osoppo e di Via Trasaghis Il sindaco Marini dice che "sono riservate ai pedoni e vietate al traffico dei veicoli, tra i quali si annoverano le biciclette." Ma… mesi fa (14 giugno Alcuni 2005) chiesi con un'inter- pellanza al sindaco Marini "se i marciapiedi di Via Osoppo e di Via Trasaghis sono da considerarsi delle piste ciclabili, dei comuni marciapiedi o delle piste promiscue utilizzabili sia dai pedoni che dai ciclisti.” Chiesi altresì per quale motivo il Comune non abbia mai provveduto a far installare i necessari cartelli che evidenziassero il tipo di utilizzo consentito. Il 19 luglio 2005 il Sindaco rispose: "I marciapiedi posti sui lati Nord di via Osoppo e Trasaghis sono proprio dei marciapiedi, e quindi, come tali, riservati ai pedoni e vietati al traffico dei veicoli, tra i quali si annoverano le biciclette; - vista la tipologia dei manufatti, indicare con opportuna segnaletica specifica che un marciapiede è proprio e solo tale, appare non solo tautologia, ma anche una spendita inutile di denaro pubblico; - la costruzione di marciapiedi ‘a raso’ deve seguire specifiche e precise normative tecniche a protezione della viabilità pedonale; la scelta è quindi condizionata dalle situazioni topologiche delle singole viabilità e/o dalle La pista di Via Trasaghis: ciclabile o pedonale? disponibilità economiche assegnate all'intervento.” Dalla risposta del Sindaco si appura che dette piste, considerate da noi tutti "ciclabili" perché così ci erano state "vendute" tramite il passaparola al momento della loro costruzione, sono vietate alla circolazione delle biciclette. Ma è proprio così? Giovedì 8 settembre 2005, il sindaco Marini ha presentato al Consiglio comunale "l'Aggiornamento al Piano Generale del Traffico Urbano" per la sua approvazione. A pagina 55 della relazione allegata al piano si legge: "continuare lungo via Cavazzo (od immediatamente a Sud di essa) l'itinerario ciclabile esistente lungo via Trasaghis”. Alla richiesta di chiarimenti in merito, il Sindaco ha ribadito che detta pista è vietata alla circolazione delle biciclette. Pur di fronte alla palese contraddizione, il piano è stato approvato senza modifiche con il voto della maggioranza e del consigliere di opposizione Londero. Gubiani Gianfrancesco E’ NECESSARIA UNA MAGGIORE ATTENZIONE AL TERRITORIO Parcheggi...d’asfalto falto a Gemona sono quasi tutti asfaltaIparcheggi ti. Una volta coperto il suolo con il manto d'asfalto non c'è più bisogno di manutenzione, salvo qualche rinfrescata di colore lungo le strisce di delimitazione. Ma è sempre la cosa più utile da farsi? Mi permetto di fare una breve riflessione sul parcheggio dell'ex area Basilio Brollo e il recentissimo parcheggio della stazione (lungo via Roma), addossato alla ferrovia (vedi foto). 1. Sono belli? No! Il parcheggio del ex Basilio Brollo, si trova su una linea immaginaria che collega il parco di via Dante al castello. Pur trovandosi tra due ambienti di pregio e alle porte del centro storico è uno spazio vuoto. Richiama i parcheggi delle periferie delle grandi città. L'autostazione sotto il profilo architettonico è gradevole e mitiga l'impatto della ferrovia. Perché attaccarci un parcheggio d'asfalto nero che esalta invece tale l'impatto? 2. D'estate fa caldo? Si! Il parcheggio d'asfalto, con scarsa o nulla vegetazione, è una isola di calore e d'estate la temperatura all'interno delle rare macchine può raggiungere i 60, 70 gradi. Contribuisce inoltre all'aumento della temperatura dell'aria nelle aree circostanti. Quando è caldo fa ancora più caldo. E la temperatura di questi tempi è già in crescita di suo…. 3. Impermeabilizzare il suolo aumenta il disordine nel regime idrico. Il parcheggio "ex Basilio Brollo" ha una superficie di circa 1600 mq. Se cadono 100 mm di pioggia significa che su ogni mq si riversano 100 litri d'acqua. Su tutta la superficie circa 160.000 litri ovvero 160 metri cubi. Se il fenomeno è intenso e breve (cosa non infrequente di questi tempi) tutta quest'acqua viene convogliata in tempi brevissimi in fognatura che non riesce a contenere i volumi di tutto il conoide. Saltano i tombini, l'acqua nella piana fuoriesce dai troppopieni e si disperde con tutto il resto nel suolo o nel Ledra. Almeno dove è possibile conteniamo l'asfalto. 4. Ma cosa si può fare in alternativa? Il nuovo parcheggio di Via Roma Sul mercato ci sono dei materiali chiamati masselli drenanti in calcestruzzo che permettono all'acqua di percolare, all'erba di crescere e alle macchine di sostare. Riescono così a integrare il parcheggio nel contesto ambientale: le piante, il verde, alcuni cartelli informativi per l'accoglienza dei turisti, … ed ecco che il deserto di asfalto riduce il suo impatto e risulta gradevole alla vista. Se non si vuole ricoprire l'intero parcheggio con i masselli almeno le aree di sosta delle auto! Considerazioni finale. La qualità del paesaggio, un ordinato regime idrico (ridurre o evitare l'impermeabilizzazione dove è possibile), l'aumento del verde, la riduzione del consumo di risorse non rinnovabili (suolo) sono aspetti qualificanti del governo di una città. Lo sviluppo quantitativo che si misura in metri cubi di cemento e km di asfalto fa ormai parte di un periodo ormai concluso. O no…! Sandro Cargnelutti CURIOSITA’ 18 Il Gruppo Folcloristico "Primevere" L'entusiasmo di un coro di bambini negli anni '70 a Gemona sono gli oggetti che si Tanti possono trovare ad un mercatino delle pulci: si svuotano cjiascj e cantinis, memorie e ricordi, per la gioia poi di un collezionista. In una prima domenica del mese, girando per le bancarelle del Mercatino delle pulci e del libro usato di Gemona, ho trovato una chicca: un 45 giri del 1977 dal titolo "Dai Friûl" - LA NUOVA GEMONA Gruppo Folcloristico "Primevere" (lato A) e PRIN MACET DI VILOTIS Gruppo Corale "La Torate" (lato B). Aprendo la custodia ho trovato all'interno alcune informazioni: entrambi i gruppi erano di Gemona e mi ha particolarmente colpita la storia del primo, formato esclusivamente da bambini e il cui Presidente era Bruna Plozzer. Come sempre ho voluto andare a fondo e così ho bussato alla porta di Bruna, che mi ha tolto ogni curiosità. Il Coro "Primevere" nasce nei primi mesi del 1974 come coro di bambini, da un'idea di Antonio Colussi, per tutti Toni Colùs, maestro elementare e di musica, diplomato in fagotto al conservatorio di Udine, ora dirigente scolastico a Udine (è nato ad Ospedaletto nel 1951 - laureato in pedagogia all'Università di Trieste - ha scritto anche due raccolte di versi). Il Presidente era Alfredo Capriz, coadiuvato dal fratello Pierino. Il coro era formato da una compagine di bambini che variava dalle 40 alle 60 unità, tutti di età compresa tra i 3 e i 13 anni, ed è sorto "col preciso intento di fornire a questi ragazzi un'educazione alle tradizioni popolari della terra friulana e come testimonianza di un mondo arcaico e contadino che rischiava di scomparire" come è riportato sulla copertina interna del disco. Il repertorio era formato da villotte e canti popolari nelle diverse varianti del friulano, in italiano e altri dialetti. Infatti, venne fatta una ricerca anche sui canti popolari di ogni Regione d'Italia e ad ognuna era abbinata una coppia di bambini con i costumi tradizionali. Il coro era capace di sostenere un repertorio anche di due ore. Nel settembre 1974 Bruna Plozzer (all'anagrafe Maria Rosa Verelli, nativa di Gorizia, ma gemonese dal 1960, dopo aver sposato Alfonso Plozzer) venne nominata Presidente dall'assemblea dei genitori con il seguente consiglio direttivo: Enzo Pischiutti Vicepresidente; Vilma Seravalli Segretaria; Dario Madotto Vicesegretario; Alfredo e Pierino Capriz, Toni Colùs Consiglieri; Guerrino Forgiarini e Rita Brollo Revisori Il disco realizzato dal Gruppo “Primavere” dei Conti. Rimase in carica fino al dicembre 1977, quando la figlia compì 13 anni; per statuto solo il genitore di un bambino/corista poteva ricoprire la carica di Presidente. Nacque dunque il Gruppo Folcloristico "Primevere", che, oltre a cantare, proponeva anche balletti e scenette con le coreografie di Dora Copetti e Licia D'Aronco, le scenografie e i costumi di Loretta Cragnolini. I bambini venivano solitamente accompagnati dalla fisarmonica suonata da Stefano Londero, ma anche da Toni Cuberli, oppure dall'oboe di Alessandra Bertoli, dalle trombe di Arrigo Burello e Carlo Zampa e dal clarinetto di Amedeo Pascolo o ancora dal liron. Il Gruppo partecipò a diverse sagre gemonesi: Sagra di S. Marco a Campolessi, Sagra del 1° Maggio a Campagnola, Sagra di S. Rocco in Borgo del Ponte e dei "Surisins" in Borgo Villa. A Gemona si ricordano due particolari serate della primavera del 1974 presso il teatro Santa Maria degli Angeli con la partecipazione, oltre al Coro "Primevere", anche del Coro "I Pronipoti", diretto da Cecilia Disetti, e dei bambini delle scuole elementari di Gemona, coordinati dal Maestro Severino Del Fabro, con una memorabile imitazione di Topo Gigio eseguita da Lauro Pittini, divenuto oggi noto regista cinematografico. Si esibirono anche presso il Centro Psichiatrico dell'Ospedale di Gemona e all'Istituto Tecnico Zanon di Udine. Ma girarono per tutta la Regione esibendosi in chiese, sagre e rassegne corali. E non solo! Portarono un po' di Friuli anche in molte località italiane, ospiti soprattutto dei Fogolârs Furlans (Milano, Trento, Reggio Emilia, Piemonte, …). Ma l'orcolàt del '76 portò via con sé, oltre ai due consiglieri Alfredo e Pierino Capriz, LA NUOVA GEMONA di Sandro Ghiro e Antonio Colussi a Federico, Luca, Giulia, Marina e Sandra La vecchia Gemona ormai non c'è più, ma noi non abbiamo paura: (bis) costruiremo una nuova Gemona con case, scuole e tanti giardini (bis). E tu ragazzo che cosa metterai nella nuova Gemona? (bis) Il campanile con le campane, il duomo, le statue e il largo piazzale (bis). Voglio vedere le piccole strade, che vanno su in salita, voglio vedere le luci in collina al chiaror della luna, voglio avere il vecchio castello con torri e merletti e il grosso cannone (bis). La vecchia Gemona ormai non c'è più, ma noi non abbiamo paura: (bis) costruiremo una nuova Gemona con case, scuole e tanti giardini. Costruiremo una nuova Gemona e la paura sparirà. anche alcuni bambini del coro: Federico, Luca, Giulia, Marina e Sandra, a cui è dedicata la canzone "La nuova Gemona". Il 16 settembre 1976 era già stata fissata l'uscita alla rassegna folcloristica di Gorizia, ma vi partecipò solo lo striscione con viva commozione del pubblico. Seguì lo sfollamento a Lignano, dove però l'attività del Gruppo non conobbe sosta. Nel 1977 andarono fino a Mentone sulla Costa Azzurra all'annuale Festa dei Limoni. Poiché Toni Colùs dirigeva anche il Gruppo Corale "La Torate", sorto nel 1968, spesso i due cori si esibivano insieme, alle stesse manifestazioni. La stampa dell'epoca dedicò molto spazio alle esibizioni di questi bambini di cui colpivano la bravura e la spontaneità, diretti GIOVANI&MUSICA 19 The Desperados Il gruppo Desperados Simone, Daniel, Silvia, Matteo e Marco Gruppi musicali a Gemona Secondo appuntamento con la musica gemonese e altro gruppo che esce dalla sua sala prove per raccontarci il suo progetto musicale. Dopo gli Zaibuglisch arrivano i Desperados, attivi a Gemona da ormai 4 anni un gruppo stabile che ha trovato, nel Rock 'n' Roll e nelle sonorità psichedeliche-acid, il suo modo di esprimersi. il lontano inverno 2001, manifestazioni musicali. quando quattro amici con Il tour si chiude nell'estate poca esperienza ma tanta del 2004 con l'addio al grupvoglia di fare del sano Rock po della chitarra di Andrea, 'n' Roll, iniziano a ritrovarsi celebrata con un sentito conin una modesta ma acco- certo al parco del Drago di gliente ex-stalla, trasformata Gemona. per l'occasione in sala prove. Durante i mesi successivi, i Questi sono Andrea Marsilli Desperados, si vedono così (chitarra solista), Daniel costretti ad un rinnovamento Degano (chitarra ritmica), interno, Marco nel doppio Matteo Serafini (basso) e ruolo di chitarrista d'accomSimone Londero (batteria). A pagnamento e cantante, e completare la formazione, Daniel che diventa a tutti gli dopo alcuni mesi di agognata effetti "leader-guitar" della a completarsi l'attuale forma- periodo di fine anni 60, con ricerca, si unisce la voce di band. zione con l'ingresso della cover di autori quali Crosby, Marco Muzzolini: nascono Durante questo periodo di tastierista Silvia Lepore, che Stills, Nash & Young, The così i DESPERADOS! riflessione, il gruppo, rimane permette al gruppo la realiz- Who, The Beatles, Count Da subito il gruppo propone comunque attivo sui palchi zazione di un progetto sul Five, Love, The Animals… pezzi di hard rock anni '70, appoggiando la causa di quale avevano a lungo medi- Mi sento di augurare ai melodie grintose ed energi- UBEUN (vedi P&M n° 53) e tato. L'obbiettivo della band Desperados di riuscire nel che di gruppi quali AC/DC, partecipando ad altre manife- è ora di far conoscere un loro progetto, mantenendo Free, Deep Purple, ZZ-Top… stazioni musicali come il sound più originale, meno così sempre vivo e frizzante Dopo qualche tempo gli sfor- "LAK'N'ROLL 2005" nella "suonato" e forse anche il panorama musicale gemozi in sala prove si concretiz- splendida cornice del Lago meno conosciuto, caratteriz- nese. Sergio Gollino zato da sonorità psichedelizano, nel "DESPE ALL dei Tre Comuni. RIGHT TOUR" una "tour- Nell'autunno del 2005, viene che-acid, distintivie del nee" che nel 2003 li porta ad esibirsi in pubblico in vari LA PREOCCUPAZIONE DEI POLITICI PER LA CASERMA DI VENZONE locali della zona ed in alcune È Patriottici ragionieri con maestria dal M° Colussi. Il Gruppo si sciolse nel 1978 dopo aver inciso un 45 giri e un'audiocassetta. "Ultimamente era giunto anche a stampare un suo giornalino dal titolo "Il gazzettino del folclore" in cui gli stessi bambini riportavano delle filastrocche, nenie, canti religiosi e amorosi… ricavati dalla viva voce delle nonne". Ho concluso il mio incontro con la signora Plozzer chiedendole se secondo lei sarebbe anacronistico riproporre oggi nel 2005 un gruppo folcloristico di bambini. Lei mi ha risposto: "Assolutamente no! E' un modo per stare insieme, per aggregare bambini e genitori, salvaguardando canti e balli di antica tradizione"… Maria Copetti paralizzati dall'angoscia. Pietrificati Siamo dal terrore. I giornali di inizio ottobre hanno diffuso senza usare mezzi termini la tragica notizia: la caserma di Venzone verrà abbandonata! E' questo il grido d'allarme del consigliere regionale Disetti, che sulle colonne del solerte Messaggero Veneto di mercoledì 5 ottobre manifestava tutta la sua preoccupazione. Pare che le crudeli disposizioni del Ministero della Difesa ordinino che entro un mese l'8° Reggimento alpini di Cividale assorba anche il 14° Reggimento, attualmente dislocato a Venzone. Secondo Disetti l'abbandono della caserma determinerebbe un grave danno per l'economia dell'intera area. A stretto giro di posta, venerdì 7 ottobre, il senatore Collino rispondeva a Disetti, assicurando che a Venzone resteranno dislocati ben 450 alpini. L'intera popolazione locale ha potuto riprendere fiato. Stupisce sempre il freddo pragmatismo dei nostri amministratori, capaci di quantificare le perdite e i guadagni fino al centesimo di euro. La politica si riduce a un calcolo ragionieristico, a una partita doppia che non contempla passioni, valori, principi. Così i professionisti della guerra diventano una benedizione per la nostra fragile economia: i soldati in libera uscita consumano pizze e bevono birre, fanno shopping nei nostri innumerevoli supermercati, garantiscono una sistemazione alle ragazze in età da marito. Nessuno esamina la questione da un punto di vista diverso. Qual è l'impatto di una caserma sulla cultura di un territorio? Come si concilia con l'educazione alla pace che tutti, a parole, si prefiggono per i nostri giovani? Cosa accade nella testa di un bambino costretto a veder sfilare tute mimetiche e mitragliatori? La lunga presenza dei militari a Venzone ha contribuito ad annebbiare il nostro senso critico. Non siamo abituati a porci e a porre domande scomode. Così ascoltiamo rassegnati il fragore dei mortai che allieta le nostre passeggiate a Sant'Agnese e accettiamo educatamente i posti di blocco intimati per la "nostra sicurezza". E' tempo di riconquistare il candore degli ingenui, capaci di stupore per ogni forma di violenza e indifferenti alle seduzioni del denaro. Alberto Barel COSE PUBBLICHE Lorenzo la talpa di Lorenzo Londero “flec” 1 Castello, 5° lotto: il nuovo progetto venga presentato ai cittadini 18.04.2003: la Giunta comunale approva il progetto esecutivo delle opere relative al 5° lotto, ma i lavori non ripartono perché la Soprintendenza del Friuli V.G. prescrive ulteriori approfondimenti degli scavi archeologici. A seguito dei risultati di questi scavi la stessa Soprintendenza richiede una revisione del progetto per la parte attinente l'edificio delle ex carceri, chiedendo di eliminare i vani ipogei (sottoterra) previsti e di mantenere le strutture murarie riferibili ai secoli XII, XIII e XIV nella ricostruzione del volume preesistente. La revisione progettuale comporta la riprogettazione dell'intero edificio ex carceri, struttura ed impianti compresi. Il disciplinare d'incarico prevede che il professionista incaricato ing. Angelo Giglio di Trieste, consegni gli elaborati progettuali al Comune entro il 12.09.2005; dopo l'esame e il benestare del Comune, il progetto dovrà essere ultimato entro il termine perentorio del 14 novembre 2005. Si auspica che l'Amministrazione comunale, prima di esprimere il proprio benestare, provveda a illustrare il progetto in un incontro aperto al pubblico e a tener conto dei possibili suggerimenti. 20 2 Gemona, Tarcento e Tricesimo ricordano il 60° della Liberazione Nel manifesto del Comune di Udine il Sindaco Sergio Cecotti ricorda che: "A 60 anni dal 25 aprile 1945 la cerimonia della Liberazione non può che rinnovarsi, in ricordo dei volontari della libertà di tutte le formazioni partigiane che lottarono per restituirci il dono più prezioso, la democrazia… 20.000 furono i friulani che scelsero la via delle montagne per partecipare alla Resistenza: 7.000 di loro vennero deportati e 2.600 sacrificarono la loro vita per riconquistare non solo la libertà, ma prima ancora la dignità umana… L'avvenire di libertà che ci è stato dato in eredità da questi coraggiosi combattenti non è una conquista che possiamo permetterci di dare per scontata…Va in particolare ai giovani il monito a guardarsi dai falsi revisionismi… L'eguaglianza delle vittime non significa eguaglianza delle cause per cui sono morte. La pìetas deve abbracciare tutti, ma bisogna sempre essere pronti a distinguere, al bivio, la strada che porta alla libertà da quella che va verso l'abisso". Per celebrare questa ricorrenza le sezioni A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Gemona, Tarcento e Tricesimo hanno pubblicato un libretto, coordinato dal prof. Luigi Raimondi Cominesi, intitolato "Sedici partigiani condannati a morte". L'autore rispolvera la storia di 16 partigiani condannati a morte, per rappresaglia, dal tribunale nazista. La sentenza venne eseguita all'inizio del 1945, ma in giorni differenti: a Gemona il 31.1, a Tarcento l'1.2 e a Tricesimo il 4.2. Era "una tattica usata dai Tedeschi che si riproponevano in tal modo di mantenere in tensione gli abitanti di tre località poste lungo la strada statale n° 13." Questo libretto è già stato presentato e distribuito a cura dei Sindaci di Tarcento e di Tricesimo nelle rispettive sale consiliari. Alcune copie dello stesso sono state donate dalla sezione A.N.P.I. di Gemona alla biblioteca comunale; altre copie verranno consegnate a studenti delle scuole superiori di Gemona. Lapide dedicata ai partigiani in via Caduti della Libertà 3 Ivano Benvenuti: chiese 500.000 euro, dovrà pagarne 17.480 Per conoscere i particolari della vicenda giudiziaria originata dalla vignetta satirica diffusa da Virgilio Disetti durante la campagna elettorale comunale del 1999 è necessario rileggere l'articolo intitolato "La sconfitta è Gemo- na, dopo il pareggio giudiziario Disetti - Benvenuti" (su P&M luglio 2002). Quella battaglia giudiziaria fra l'allora Sindaco Disetti e l'ex Sindaco Benvenuti fu conclusa dal Tribunale di Tolmezzo senza risarcimenti e senza vincitori; in gergo calcistico, finì con uno zero a zero. Contro tale sentenza (n. 217 del 2002) Benvenuti ricorse alla Corte d'Appello di Trieste chiedendo, fra l'altro, che Disetti e il Comune di Gemona venissero condannati "in solido tra loro al risarcimento dei danni tutti, patrimoniali, non patrimoniali e morali patiti e patiendi dall'attore (Benvenuti ndr) a fronte di una condotta lesiva del diritto all'onore, alla reputazione, all'immagine, all'identità personale, alla integrità morale, alla dignità professionale ed alla riservatezza, nonché fonte di danno biologico, esistenziale ed alla vita di relazione del rag. Benvenuti, danni fin d'ora quantificati nella capital somma di euro 500.000,00…" In sintesi Benvenuti contestò la sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Tolmezzo e, in appello, chiese a Disetti e al Comune di Gemona un risarcimento danni pari a 500.000 euro. La Corte d'Appello di Trieste, con sentenza n. 508/2005, fra l'altro: 1) ha respinto l'appello di Benvenuti, confermando la sentenza del Tribunale di Tolmezzo; 2) ha condannato Benvenuti Ivano "a rifondere al Comune di Gemona le spese di lite del grado, liquidate in complessivi euro 17.480,25…). La Corte ha accolto tutte le richieste del Comune che, pertanto, non risarcirà alcun danno. METEOROLOGIA 21 Un’estate poco entusiasmante Dopo il caldo record della fine di maggio, giugno inizia con temperature sotto la media (minima di 7° l’8 e il 10, record degli uòtimi 70 anni) per poi salire decisamente dopo la metà di giugno. Andamento simile per luglio che si caratterizza per le abbondanti precipitazioni (265 mm, +56% oltre la media). Agosto con temperature quasi sempre sotto la media. Su www.pensemaravee.it i dati in tempo reale della stazione meteo di Gemona. Grazie ad Andrea Venturini e Massimo Marchetti per la collaborazione. Un nuovo agriturismo a Gemona A Gemona ci sono due agriturismi. La malga del Monte Cuarnan e un agriturismo aperto recentemente in Campolessi. Di quest'ultimo vi raccontiamo la storia. Maurizio ForCronistoria. giarini (Coleto), nel 1977 costruì la stalla in Campolessi (via Buia). Decisivi i contributi dati dalla Regione per favorire la ripresa delle attività produttive dopo il terremoto e la disponibilità di un terreno acquistato dalla zia. Decise così di continuare l'attività dei genitori che in Stalis, in via Ortaccio gestivano, prima del terremoto, la stalla con 17, 18 tra mucche e manze e una ventina di maiali. Per otto anni fece il pendolare tra la casa paterna e la stalla. Nel 1985 installò un container, aggiunse un modulo e vi si trasferì con la moglie Stefania e due figli piccoli. Per 7 anni rimasero nel container e poi traslocarono nella contigua Krivaja ristrutturata, dove attualmente abitano. Le difficoltà. "I primi anni sono stati duri" commenta Maurizio "la pendolarità non favoriva una presenza costante in stalla, e non era facile collocare tutto il for- maggio prodotto". "Dal 1984 - aggiunge la moglie Stefania, abbiamo iniziato a vendere il latte alla cooperativa di Spilimbergo, sostituito la pezzata rossa con la Frisona e stabilizzato così le entrate". La crisi e il nuovo progetto. Ma ciò non è bastato. "Il latte lo pagavano poco rispetto al prezzo di vendita al supermercato e ai nostri sforzi, il morbo della mucca pazza,… avevano reso difficile la prosecuzione dell'attività. Nel 2003 decidiamo di vendere le mucche. Un passaggio difficile per tutta la famiglia. Allora a mia moglie è venuta l'idea di aprire un agriturismo. Avrebbe reso possibile la prosecuzione dell'attività agricola, aprendola al contatto con la gente. L'avvio dell'agriturismo. La domanda l'abbiamo presentata lo scorso anno e con il primo di luglio abbiamo iniziato l'attività. Siamo soddisfatti, l'agriturismo è frequentato da giovani e anziani. Prodotti genuini e accoglienza sono le nostre pietanze. L'unione della famiglia - conclude Maurizio - e una chiara vocazione a vivere a contatto con la terra sono stati i punti di forza che ci hanno permesso di superare le molteplici difficoltà. Andando via vedo un cartello piantato nell'orto con una scritta "L'agricoltura è l'arte di saper aspettare". In questo caso è proprio vero. Sandro Cargnelutti Farmacia “Antonelli” dr. Franco Santi P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053 Gemona del Friuli (Ud) Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria GIOVANI ARTISTI 22 Tra cielo e mare Uno sguardo nell'azzurro mondo di Marcella Forgiarini Concorso "Fantasticando a Gemona" 2003 Marcella Honelconosciuto settembre 2003, quando partecipò al 6° concorso di pittura extempore "Fantasticando a Gemona", organizzato dal Comitato Borgate del Centro Storico, in collaborazione con la Galleria d'Arte Babele e la Pro Glemona. L'opera, che presentò al concorso (foto sopra), attirò fortemente la mia attenzione: quel segmento del rosone del duomo, su quell'intenso azzurro di un limpido cielo, mi suscitò un intenso senso di pace e libertà… Marcella Forgiarini è nata a Gemona nel 1974 e vive tal Borc di Loreit. Nel 1995 si è diplomata all'Istituto d'Arte "G. Sello" di Udine nella sezione grafica pubblicitaria e fotografia. Sono seguiti nel 1997 un corso di pittura sulla tecnica del trompe l'œil presso la Libera Accademia di Cividale del Friuli e nel 2002 un corso di mosaico e uno di grafica multimediale. E' laureanda in architettura presso l'Università di Venezia e lavora presso uno studio grafico e un noto negozio di arredamenti. Possiede anche il diploma di abilitazione all'insegnamento nelle scuole per l'infanzia, conseguito nel 1991. La produzione artistica di Marcella spazia quindi dalla pittura alla scultura fino al mosaico e alla fotografia. Le sue opere risentono della sua formazione professionale: la precisione dell'architetto e il messaggio diretto e nitido del grafico pubblicitario, ma si denotano chiaramente la sua profonda sensibilità e uno stile che si sta man mano personalizzando e definendo. Uno dei suoi primi quadri è un omaggio agli artisti a cui maggiormente s'ispira tra cui Picasso e De Chirico, Dalì e Mirò. Nelle sue opere più recenti prevale l'azzurro, che lei definisce "limpido e trasparente, tranquillo e rilassante". Oltre ai colori acrilici usa la materia (gesso e stucco) e l'alluminio che, pur nella sua naturale freddezza, l'artista riesce a rendere vivo e "caldo", piegandolo in forme armoniosamente sinuose. Forte è la ricerca simbolica che ha per bari1° premio concorso 2003 centro quasi sempre l'unione: l'unione di due mani in segno di pace, l'unione di vite o semplicemente l'unione di due entità o di due forme geometriche. Il cielo infinito e la profondità del mare ricorrono spesso nelle opere della giovane artista, così pure i raggi di quella luna bianca e luminosa, lontana ed irraggiungibile. Sono le cose semplici che colpiscono l'animo di Marcella, che poi lei traduce nei suoi quadri in forme pure e senza artifizi, regalando intime emozioni all'osservatore. Maria Copetti PRINCIPALI MOSTRE E PARTECIPAZIONI Marcella Forgiarini ha partecipato a diversi concorsi di pittura e di grafica vincendo nel 2003: - Il concorso per il disegno sulla maglietta per la 41^ Staffetta dei Tre Rifugi a Collina di Forni Avoltri (UD); - Primo premio al 4° Concorso Murales "Raccontami di un mondo di pace" organizzato dall'Oratorio Parrocchiale di Gonars - Presidente della Giuria l'artista friulano Arrigo Poz; - Primo premio al concorso per il logo delle Officine Giovani di Udine. di grafica "Oggetto Soggetto" a Udine presso il Museo della Città - Torre Santa Maria; - dic. 2002/genn. 2003 mostra collettiva presso il Circolo Culturale "Il Colle" di San Daniele del Friuli; - dic. 2002/genn. 2003: mostra sulla Natività a San Daniele del Friuli; - 1997: mostra di trompe l'œil presso la Libera Accademia di Cividale del Friuli; - 1995: a Udine in una mostra collettiva assieme ad altri studenti dell'Istituto Sello. Mostre - dic. 2004: Castions di Strada presso il Ristorante "La Levade"; - 2004: Fagagna; - dic. 2003: mostra collettiva presso il Circolo Culturale "Il Colle" di San Daniele del Friuli; - dic. 2003: mostra collettiva Scultura FREE CLIMBING SCI ALPINISMO ALPINISMO TREKKING Della Marina Manlio & C. via Roma - Gemona del Friuli tel. 0432.981367 www.msport.it [email protected] 23 3$*,1$'(/&225',1$0(172 '(//($662&,$=,21,&8/785$/,(', 92/217$5,$7262&,$/(',*(021$ $VVRFLD]LRQLDGHUHQWLDO&RRUGLQDPHQWR $&$7VH]LRQHGL*HPRQD$*(6&,*UXSSRGL*HPRQD$PLFL GHO/DERUDWRULR,QWHUQD]LRQDOHGHOOD&RPXQLFD]LRQH$PQHVW\ ,QWHUQDWLRQDO*UXSSR,WDOLD$98/66VH]LRQHGL*HPRQD $VVRFLD]LRQH%XWHJKHGDO0RQW*OHPRQH$VVRFLD]LRQH0XVLFRORJL &$,VH]LRQHGL*HPRQD$VVRFLD]LRQH7XWHOD6DOXWH0HQWDOH &DULWDVSDUURFFKLDOHGL*HPRQD&,',GHOOD&DUQLDHGHO *HPRQHVH&HQWUR*LRYDQLOH3DUURFFKLDOH*OHPRQHQVLV&RPLWDWR SHUOD&RVWLWX]LRQH&RPLWDWRSHUOD6ROLGDULHWj&5,'HOHJD]LRQH GL*HPRQD)ULO$GYHQWXUHV)LRUH*UXSSR&XOWXUD7LQD0RGRWWL *UXSSR´8QEODQFHXQQHULµ*UXSSR6SHFLDOOD3DWULHGDO)ULO/LQN 3HQVHH0DUDYHH &(1752*,29$1,/(*/(021(16,6 8QFDQWLHUHGLSURSRVWHHGDWWLYLWjSHULJLRYDQLGL*HPRQD /HSURSRVWHGHO&HQWUR*OHPRQHQVLV )RUVHQRQqFRVuVFRQWDWRFKHWXWWLVDSSLDQR FRV¶qLO*OHPRQHQVLV2DOPHQRFKHWXWWL VDSSLDQRDFRVDYRUUHEEHRSRWUHEEHVHUYLUH 6SXOFLDQGRQHOODVXD³&DUWD&RVWLWX]LRQDOH´ WURYLDPRTXHVWHGH¿QL]LRQL³VWUXWWXUDDO VHUYL]LRGHOODFRPXQLWjFULVWLDQDHQRQ´ ³VWUXWWXUDDOVHUYL]LRGHLJLRYDQL´&RPH VXRRELHWWLYRLO&HQWUR3DUURFFKLDOHLQWHQGH ³SURPXRYHUHODFUHVFLWDXPDQDHVSLULWXDOH GHOOHQXRYHJHQHUD]LRQL´ &HUFDQGRGLULVSRQGHUHDTXHVWH¿QDOLWjGD SDUHFFKLDQQLDO*OHPRQHQVLVVLRUJDQL]]D QRPROWHLQL]LDWLYHSHUUDJD]]LJLRYDQLH IDPLJOLH 3HULUDJD]]LIUHTXHQWDQWLOHVFXROHPHGLH qRUPDLWUDGL]LRQDOHO¶LQFRQWURGHOVDEDWR SRPHULJJLRGDOOHRUHDOOHRUH &LVLULWURYDSHUVWDUHLQVLHPHDJOLDOWUL HGLYHUWLUVLPDDQFKHSHUFUHVFHUHSHU TXHVWRYHQJRQRSURSRVWHDWWLYLWjPDQXDOL JLWHPRPHQWLGLULÀHVVLRQHHVSLULWXDOLWj WHVWLPRQLDQ]HWRUQHLVSRUWLYLHVSHULHQ]HGL VROLGDULHWj&HUFDQGRGLHYLWDUHLOWUDGL]LR 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Il lavoro dei civili nelle retrovie del fronte italiano (1915-1918), scritto dal gemonese Matteo Ermacora e pubblicato dall'editore "Il Mulino". Il volume affronta per la prima volta un aspetto dimenticato ma assai rilevante della Grande guerra, vale a dire l'enorme mobili- tazione di lavoratori civili destinati ad apprestare le opere logistiche al fronte: linee difensive, strade, ponti, baraccamenti, magazzini. Circa 650 mila lavoratori furono reclutati dall'esercito. Uomini, donne, ragazzi alimentarono una corrente d'emigrazione interna. Per importanza strategica e numero di addetti, il lavoro dei civili in zona di guerra rappresentò uno dei più importanti settori dell'economia bellica. La ricerca di Matteo Ermacora ricostruisce con grande chiarezza e ricchezza di dati una storia dimenticata: le modalità di reclutamento, l'organizzazione del lavoro nei diversi settori del fronte, le condizioni di vita dei lavoratori, le rivolte degli operai. Si tratta quindi di un'opera importante, che ricostruisce fatiche e sofferenze di tante donne e tanti uomini comuni, troppo spesso trascurati dalla storiografia. We b c a m s u l C a s t e l l o martedì 18 ottobre 2005 a cura di Sandro Venturini Maria Fanin Poetessa. CanScrittrice. tastorie. Maria Fanin, originaria di San Giorgio di Nogaro, è una tra le voci al femminile più significative nel panorama della letteratura friulana contemporanea. Autrice di versi sciolti e incisivi, ricchi di immagini in cui si intrecciano armoniosamente lingua e figure; "conte-côntis" che erra, "avvolta nel suo scialle", per i cortili, le piazze, le scuole e i teatri per raccontare, per ricreare la magia della lingua. Fin dal 1961 collabora con la "Scuele libare furlane" e partecipa alle numerose iniziative promosse nell'ambito della valorizzazione della lingua ladino-friulana. I suoi testi, nelle varietà della Val Pesarina e della Bassa, sono stati pubblicati in numerose antologie - La Cjarande (1967), Sorêli-Soleil (1979), Nuova Antologia della letteratura friulana (1982) - e in diverse riviste La Panarie (Udine), Il Turcli (Pozzuolo del Friuli), Ladinia in Il … ch'o' vès di imparâ a vaî come che si impare a cjacarâ, lagrime par peraule sanglòt par conjunziòn suspîr par verbo mitînt in sintunìe vôs mai usadis par fevelâ cun te fûr dal cunfìn dal mont 30/6/1992 ex libris Non è utile la pena di morte per l'esempio di atrocità che dà agli uomini. Cesare Beccaria "Dei delitti e delle pene" … ch'io dovessi apprendere il pianto / come s'apprende la parola / lacrima per nome / singhiozzo per congiunzione / sospiro per verbo, / mettendo in sintonia / insolite voci / per discorrere con te / oltre i confini / del mondo. Ta memorie no vuèi segnâ cunfìn al tô jèssi, no vuèi fermâ ta perfeziòn un ricuart di te, tu sîs un divignî ch'al à anciemò bisugne di dà e di rizèvi amôr 29/1/1993 Al tuo infinito / non voglio segnare / confini di memoria / né limitare / il tuo ricordo in una / perfezione immutabile, / sei un divenire / che ancora / chiede / e dona / amore. Bimestre (Firenze), Gnovis pagjnis furlanis (Udine). Nel 1997 è stata pubblicata, a cura dell'Associazione culturale "Ad Undecimum" di San Giorgio di Nogaro, il suo primo volume poetico: la raccolta di versi Savôr di bore (dalla quale riprendiamo le poesie qui pubblicate). In questi ultimi anni ha curato le letture di vari componimenti tradotti in lingua friulana (ad esempio nel 1998 ha tenuto a Zuccola di S. Giorgio di Nogaro la lettura integrale di dieci canti della Divina commedia) e ha partecipato a numerose rassegne e festival in tutto il Friuli. a cura di Elisa Russian Sostieni la campagna per un Trattato mondiale sul commercio delle armi entro il 2006. Per maggiori informazioni vedi Il Sfuei ospitato nell’ultimo numero di Voce Amica. Qui allegati trovi il volantino e la cartolina da firmare e spedire. Pense e Maravee è una voce libera e pluralista: sostieni la sua autonomia con il tuo contributo compila un bollettino di c.c. postale n. 16895336. Qualsiasi importo va bene!