progetto Comunità Pastorale SS. Redentore e S. Gregorio Magno - Parrocchia SS. Redentore n°9 - Settembre 2012 41° anno di Comunità aperta Lo Stadio Vuoto Iniziamo l’anno della fede P er una squadra di calcio è dura sostenere una partita quando il tifo è tutto contro. Ma la cosa veramente deprimente sarebbe disputare una partita con gli spalti vuoti, senza nessun tifo, nella completa assenza di interesse. Passerebbe la voglia di giocare. Almeno con un tifo contrario una squadra avrebbe due avversari contro cui mostrare i muscoli, ma in uno stadio vuoto c’è da scoraggiarsi. Ai tempi del nuovo testamento anche San Paolo usava la metafora agonistica: “corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pu- In Questo Numero ✔Lo Stadio Vuoto Dalla penna di don Natale ✔Il nostro Family 2012 Cinque testimonianze ✔Calendario parrocchiale Tutti gli appuntamenti del mese ✔Progetto Pastorale Edizione 2012 ✔Dall’archivio parrocchiale Chi arriva, chi si sposa, chi ci lascia ✔ Im vacanza con l’oratorio Un estate di cammino ✔Le vetrate della nostra chiesa Impressioni ed emozioni ✔Diamoci la mano I Ministri Straordinari dell’Eucarestia ✔Crest 2012 Dì soltanto una parola ✔Nella vigna del Signore Il Consiglio Pastorale ✔Il percorso formativo Conclusioni e riflessioni ✔Dibattito sulla Coppia Imperfetta Musica e Psicoterapia al Palestrina ✔ Freschi di stampa Libri appena usciti letti per voi ✔Sintesi da Atlantide Lasciar fare a Dio ✔ Indirizzi utili gilato, ma non come chi batte l’aria”. Poteva dire non solo di avere fede, ma anche di avere qualcuno a cui proporla, che la accettasse o che la avversasse. Egli non sta parlando di avversari da combattere, ma di interlocutori a cui rivolgersi. Questo potrebbe valere anche oggi per la Chiesa nei confronti del mondo, se ci fosse qualcuno a cui interessa essere nemico o interlocutore. Facciamo un banale esempio: San Paolo non si sarebbe mai immaginato di dover fare processioni in strade deserte come spesso capita a noi. Meglio sarebbe avere chi ci impedisce di fare processioni, vorrebbe dire che qualcuno le considera come roba importante. Naturalmente la Chiesa non si limita a usare il linguaggio delle processioni. Perfino i documenti ufficiali non rimangono in latino ma vengono immediatamente tradotti. Ma qualcuno li legge, al di fuori degli addetti ai lavori? Ci si interroga sul linguaggio da utilizzare per comunicare adeguatamente con il mondo, ma la situazione in cui ci troviamo è particolarmente grave perchè si rischia di giocare nello stadio vuoto. Ringraziamo il cielo che ogni tanto salta fuori qualche Dan Brown o qualche matematico impertinente oppure qualche sito internet che tenta di convincere la gente che la Chiesa è in errore: in questi casi l’interlocutore c’è, eccome, anzi ci si accorge che è informatissimo sul linguaggio religioso e si muove su orizzonti tracciati da una inadeguata ➲ Segue nella seconda pagina Un Papa a Milano dopo 28 anni per il Family 2012. Ad accoglierlo una piazza Duomo gremita, il cardinale Scola e il sindaco Pisapia. Il ‘nostro’ Family 2012 l’evento del Family 2012, che ha impegnato per mesi la nostra Diocesi, ha lasciato certamente in ciascuno di noi ricordi indelebili da conservare gelosamente nel nostro cuore tra le cose più care e da meditare profondamente. Per tenerne viva la memoria abbiamo pensato di raccogliere 5 testimonianze tra i partecipanti della nostra Parrocchia, da leggere con curiosità e da confrontare con le proprie esperienze personali. IL CONVEGNO DI FIERA MILANO CITY La splendida settimana del Family 2012, attesa e preparata da mesi, è ormai ➲ Segue nella seconda pagina 1 ➲ Segue dalla prima pagina ➲ Segue dalla prima pagina educazione. Questi nemici visibili della chiesa sono il frutto di cattiva testimonianza che hanno ricevuto anni addietro e che ha prodotto astio e reazioni smodate contro la fede. A questi signori si trova sempre cosa rispondere: i nemici dichiarati non fanno paura perchè sono interlocutori a cui ci si può rivolgere. Forse sono indietro nei tempi e non se ne accorgono. Il vero nemico da temere oggi è un altro, quello invisibile, assente, noncurante, che molti chiamano nichilismo, quell’aria che tutti respirano, dentro e fuori della Chiesa. Qui non ci sono valori che si oppongono ai valori cristiani: che ci siano valori assoluti o che non ce ne siano affatto, rimane una questione indifferente per la vita che conduciamo. Si ha l’impressione di “battere l’aria”, direbbe San Paolo. Questo clima culturale nebbioso non è frutto di cattiva testimonianza, ma semplicemente di assenza di testimonianza. Qui siamo tutti coinvolti. Che fare allora nell’anno della fede? Chiarire la fede, cercare linguaggi, stanare interlocutori? Certamente dobbiamo preoccuparci di non essere cattivi testimoni per non produrre nemici dichiarati della fede, né di essere assenti nella testimonianza per non allargare il deserto. Ma la vera domanda è se sia possibile una testimonianza che non cada nel nulla! La Chiesa ci ha appena donato un esempio splendido di testimone presente e di ottima qualità: il Card. Martini. Il mondo laico ha percepito la sua capacità di dialogare con la modernità, proprio quella palude che contiene sia nemici visibili che vite indifferenti. Come ha saputo il Card. Martini individuare interlocutori nel vuoto? Il segreto lo si può conoscere all’interno della Chiesa, laddove la Parola della Bibbia non è una semplice parola di saggezza ma è la voce di Dio ascoltata con fede. Egli è stato il maestro che ci ha insegnato, con la scuola della Parola, ad accogliere Gesù che parla oggi ed è presente oggi. Se lo abbiamo apprezzato e amato come maestro è perchè lo abbiamo conosciuto come testimone, come diceva Paolo VI. La sua capacità di ascoltare con fede la Parola gli ha permesso di farsi ascoltare. Torniamo quindi ad avere fede. Egli ci ha mostrato che lo stadio in cui giocare la partita non è mai così vuoto come la nostra rassegnazione ce lo dipinge. dietro le nostre spalle. Come un vento impetuoso ha spazzato via pensieri, preoccupazioni e affanni, per lasciare il posto alle cose più vere e profonde, per avvicinarci nuovamente gli uni agli altri, per rinsaldare la nostra Fede. Noi due l’abbiamo presa come una vacanza dello spirito, seguendo quanto era possibile, a partire dalle conferenze del mattino al Congresso di Fiera Milano City, alle quali abbiamo presenziato con due straordinari compagni di viaggio in questa nostra esperienza, il nostro Parroco don Natale e l’amico Paolo Raffone della Casa d’Accoglienza, scambiandoci opinioni e commenti sull’evento che stavamo vivendo. Ci ha colpito il numero di presenze, mediamente 6.000 persone, concentrate in gran parte nell’immensa sala centrale, dotata di grandi schermi, altoparlanti, cuffie per la traduzione simultanea, così da consentire a tutti una partecipazione attenta e condivisa. Abbiamo cantato con voce via via più convinta l’inno ufficiale della manifestazione con strofe che si alternavano nelle quattro lingue ufficiali: italiano, inglese, francese e spagnolo. Ricordiamo innanzitutto in apertura del Convegno la bellissima relazione del Card. Ravasi. Basandosi sul libro della Genesi ha abbozzato un grandioso affresco, che potesse servire da traccia di riflessione per il Congresso, sulle nostre origini, sulla natura della famiglia come una casa fatta di pietre vive, e cioè di fondamenta (gli sposi), di pareti (i figli che la fanno crescere verso l’alto, verso il futuro), delle stanze del dolore, del lavoro e della festa (ciascuna con i suoi problemi), di finestre aperte generosamente sul mondo. Ci ha rammentato che la coppia secondo la Bibbia è fatta da uomo e donna, “uguali nella loro dignità radicale, ma differenti nella loro identità individuale”, che vivono l’unione come “donazione totale, in piena reciprocità”. L’ amore fecondo è l’essenza della famiglia, immagine della stessa Trinità divina. Questa famiglia è anche il nucleo fondante don Natale 2 di ogni società civile, che va pertanto difesa e valorizzata. Le relazioni successive del Prof. Bruni, del Card. Tettamanzi, del cileno Prof. Morandè Court, e della spagnola Prof. Castilla, hanno esaminato attentamente i vari aspetti inerenti quali il lavoro con le sue opportunità e precarietà, con la sua invadenza nella vita familiare, con gli ostacoli che pone alla celebrazione della festa, con le implicazioni antropologiche e sociali. Infine l’appassionata esposizione dell’americano Card. O’ Malley, che ha ricordato a tutti la centralità dell’Eucaristia nella festa dei Cristiani con la S. Messa domenicale, come momento di riposo in Dio e con la famiglia, come vigoroso sostegno per affrontare le difficoltà settimanali che ci attendono. Che dire? Pensandoci bene ha fatto immenso piacere ascoltare gente di grande cultura e spessore che parlava della famiglia tradizionale come di una realtà per nulla superata o da riformare, ma come una novità continua capace di smussare i nostri egoismi e di irradiare amore verso tutto e tutti. Feli e Roberto Bosisio I VOLONTARI Family 2012: una grande occasione per servire Dio, la Chiesa e il prossimo. “Unità e missione sono i due tratti tipici del volontario: unirsi con i propri doni e le proprie capacità per metterli a servizio della grande famiglia che è la Chiesa”, ha detto l’arcivescovo Scola durante l’omelia. Il desiderio di imitare Gesù, che si è messo al servizio dell’uomo, è quindi la motivazione che ha spinto tutti noi. «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore…Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,42-45). Forse per questa società e per i suoi canoni è molto difficile comprendere come essere secondi possa gratificare molto più che essere primi. L’esperienza del Family 2012 ci ha permesso di sperimentare in prima Calendario parrocchiale Settembre Domenica 16 Giornata diocesana per il Seminario alle 20.45 CPCP (Red) Mercoledì 26 alle 18.30 S. Messa con i gruppi di ascolto della Parola e presentazione del tema dell’anno - a seguire: primo incontro Animatori del gruppo di ascolto Domenica 30 alle 11.00 Cinema Palestrina: Presentazione libro “La coppia imperfetta” Ottobre persona cosa vuol dire tutto questo, cosa vuol dire essere servitori e cosa se ne giova. Come volontari della Parrocchia ci siamo occupati dell’accoglienza di numerose famiglie, provenienti da diverse parti del mondo - dalla Guinea Bissau, dal Camerun, dall’Equador e ancora da Francia e Spagna, ma anche numerose famiglie italiane che sono accorse numerose a Milano per l’evento – che sono state ospitate da famiglie della nostra parrocchia. Bisognava fare incontrare ospiti e ospitanti nelle diversità; orari, abitudini, lingue, tutto sembrava difficile ma si è rivelato più divertente del previsto. Ci siamo improvvisati interpreti di lingue che non conoscevamo, guide turistiche, call center, accompagnatori; ogni piccolo ostacolo delle famiglie era una missione per noi. Ogni piccolo gesto, ogni minimo contributo fomentava in noi un’immensa soddisfazione che nessuna carica prestigiosa e nessun ruolo di potere avrebbe mai potuto darci. Donarsi interamente e gratuitamente è un modo per toccare con mano la grandezza dell’amore di Dio. Non servivano atti di riconoscenza e gratitudine, il solo gesto di donarsi era sufficiente ed appagante, abbastanza per sentirsi molto più che “potenti”. I sorrisi e gli abbracci sia dei nostri ospiti che delle famiglie ospitanti ci hanno però riempito di gioia. Riflettere su quanto l’esperienza di servire possa farci sentire cristiani è forse un passo importante per cercare il nostro posto nel mondo. La corsa al potere e alla Volontari alla Fiera Family 2012. La straordinaria la macchina organizzativa messa in atto dalla diocesi milanese ha funzionato alla perfezione. Encomiabile e commuovente il lavoro svolto da migliaia di volontari e religiosi nelle parrocchie e dai giovani del servizio d’ordine in occasione degli eventi. gloria hanno assunto un ruolo sbagliato, ma sulle orme di Gesù possiamo rimediare. “Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste,fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?” E il Re, rispondendo, dirà loro: “in verità vi dico: tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”(Mt 25, 34-40). Elisa Gulino ➲ Segue nella quarta pagina Venerdì 5 1° venerdì del mese alle 18.00 presso la Chiesa del S. Cuore: S. Messa con il Cardinale Domenica 7 Festa dell’Oratorio Mercoledì 10 alle 20.45 Preghiera SDR “Per chi ha il cuore ferito” Govedì 11 Apertura dell’Anno della Fede Venerdì 12 Pellegrinaggio Unitalsi a Lourdes (fino al 18) Formazione cristiana – 1 (SGM) Domenica 14 Incontro famiglie adozioni a distanza (Gr Missionario) Sabato 20 alle 15.30 Giornata decanale del malato (al Santuario di s. Camillo) Domenica 21 Dedicazione del duomo di Milano Chiesa Madre di tutti i fedeli ambrosiani Mercoledì 24 alle 20.45 CPCP (SGM) Venerdì 26 Formazione cristiana – 2 (SGM)?? Sabato 20 alle 15.30 Giornata decanale del malato (al Santuario di s. Camillo) Domenica 28 I Domenica dopo la Dedicazione – Giornata Missionaria Mondiale; Predicazione di un missionario. - alle 16.00 in chiesa: concerto del Coro Gospel Ensemble Vocale Ambrosiano (nella foto) a favore dell’Associazione Sindrome di Cornelia De Lange 3 ➲ Segue dalla terza pagina LA NOTTE DELLE TESTIMONIANZE Abbiamo deciso che era importante esserci come famiglia, anzi soprattutto come coppia. Così abbiamo lasciato i figli a casa e siamo andati. L’aria era quella della GMG che noi, ex giovani di Santiago de Compostela nel 1989, avevamo respirato proprio 3 mesi prima di sposarci. Le famiglie si susseguivano al microfono con le loro storie, storie di tutti i giorni. Poi la serata è entrata nel vivo con famiglie provenienti da vari paesi del mondo che hanno interrogato il Papa: la bimba vietnamita a cui il Papa racconta della sua infanzia piena di musica “fatta in casa” con il padre e il fratello; i fidanzati con l’interrogativo del “per sempre” che spaventa un po’ e il Papa che riporta il brano della nozze di Canaa - il primo vino “l’innamoramento” è bellissimo, ma il secondo vino “l’amore definitivo” è più buono del primo. Poi la solidarietà spiegata alla famiglia greca in difficoltà economiche e il progetto di gemellaggio tra famiglie, dove ci sia la responsabilità ad aiutare le famiglie con gravi problemi. Il lavoro che, quando per fortuna c’è, porta via tanto tempo alla vita familiare e da qui un richiamo alla sacralità della domenica, il giorno di festa, giorno da vivere insieme. E un forte richiamo a Un momento della magica Notte delle testimonianze. Più di un milione i pellegrini giunti nel capoluogo lombardo da città e interland e da tutto il mondo in occasione del Family 2012 . 4 saper superare “le notti, l’oscurità” in cui qualche volta si sprofonda: saper dare attenzione, rinunciare qualche volta alla propria volontà per essere insieme famiglia. Il Papa ha ribadito che le famiglie spezzate, i separati, i divorziati devono essere al centro delle attenzioni delle parrocchie che non devono allontanare ma mantenere un dialogo con chi ha il cuore ferito, far sì che si sentano accettate. Argomento scottante che sicuramente sarà approfondito in futuro. Questa grande festa è stata per noi una vera e propria ventata d’aria buona e fresca: si parla tanto di altre “forme” di famiglia quasi che quella tra un uomo e una donna che si vogliono bene, si aiutano, si comprendono, superano le inevitabili difficoltà e crescono i figli, sia scontata se non obsoleta. In realtà è bello sottolineare che questa famiglia, unita dal sacramento del matrimonio, sia invece una colonna portante della società e che siamo in tanti a crederci. ringraziamento con dei brevi cori, che sottolineavano la nostra gioia e la nostra riconoscenza per chi aveva dedicato tempo e fatica affinché noi potessimo vivere un momento indimenticabile. Assonnati come noi, anzi più di noi perché sicuramente alcuni di loro avevano passato la notte sul posto o nei pressi, erano tutti pronti ad accoglierci con un sorriso. Durante il percorso per le strade della città addormentata o nel verde del parco abbiamo avuto il tempo di preparare il cuore a questo incontro, emozionati nel camminare insieme a tanta gente che testimoniava liberamente il nostro essere cristiani, colpiti dalla folla che si incontrava e dal clima di festa. Arrivati sul posto, ci siamo realmente resi conto di quanta gente fosse già arrivata seppure fosse presto e di quanta ne stava ancora arrivando. Ci siamo meravigliati che nonostante il lungo tragitto fatto a piedi per arrivare al nostro settore il tempo passato sembrava essere stato brevissimo. Il Elena e Giovanni Seno motivo forse era dovuto al fatto che lo stare insieme, il sentirsi comunità, LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA fa dimenticare tutte le fatiche. Era A BRESSO La S. Messa Solenne di fantastico osservare come le persone domenica 3 giugno celebrata dal si erano organizzate per l’attesa Santo Padre insieme alla nostra dell’inizio della Messa: c’era chi si comunità è stata fonte di grandi era portato delle piccole tende da aspettative, gioia e stupore ed ha campeggio per tenere riparati dal sole richiamato in noi un forte senso di i più piccoli, chi aveva portato le carte responsabilità. E’ ancora oggi in noi per giocare insieme, chi dei teli da molto vivo il ricordo appoggiare per terra a disposizione di di tutti i momenti che tutti. Eravamo tutti lì con un grande hanno preceduto e desiderio: affermare e testimoniare seguito quella Messa con forza l’importanza e la bellezza “speciale”. dell’essere famiglia, magari imperfetta, Siamo partiti al con i propri problemi, ma capace di mattino prestissimo, superare difficoltà e ostacoli grazie incontrandoci all’unità fondata sulla fede. in oratorio, per E’ stato bello vedere come sul volto poi prendere la di tutti erano presenti solo sorrisi e metropolitana gesti di fraternità, nonostante le ore di suddivisi in gruppetti attesa. di una ventina di Uno dei momenti più emozionanti persone, ognuno con è stato quello dell’arrivo del Papa, il proprio zainetto sulle quando tutti, grandi e piccini, ci spalle. Dalla fermata siamo messi ad acclamarlo con gioia, di Sesto S. Giovanni tutti insieme ci cercando di capire da dove arrivasse siamo incamminati verso l’areoporto seguendone gli spostamenti sui di Bresso. È stato molto bello vedere megaschermi, mettendoci i più piccoli lungo il tragitto tanti volontari al sulle spalle o in braccio per fare in servizio dei pellegrini in arrivo, ai modo che tutti potessero vederlo e quali abbiamo manifestato il nostro avvicinarsi il più possibile. Tantissime bandiere delle diverse nazioni presenti venivano sventolate in segno di gioia, tanti striscioni venivano innalzati per testimoniare la propria presenza, la voglia e la felicità di esserci. Durante la celebrazione abbiamo gustato il silenzio quasi irreale e il raccoglimento profondo in alcuni momenti importanti della S. Messa, anche da parte dei più piccoli. E poi finalmente la tanto attesa omelia di Benedetto XVI. Tra le parole del Papa ricordiamo in particolare il richiamo ai valori della famiglia, «fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna» e l’importanza del “tempo” nel saper equilibrare il lavoro con le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa. Un particolare accento l’ha posto poi sul dover privilegiare sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere poiché la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Il Papa ha riaffermato che la domenica è il giorno festivo per i cristiani, il giorno da deicare al riposo, alla famiglia, alla fede: «È il giorno della Chiesa, dell’assemblea convocata dal Signore attorno alla mensa della Parola e del sacrificio eucaristico. È il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura». La Messa celebrata in più lingue, ci ha fatto sentire ancora più parte di un unico popolo, tante culture diverse unite insieme nella fede in Cristo- Un fatto importante soprattutto oggi, quando vengono messi in forte discussione i valori fondamentali e più veri della nostra vita. La speranza è che anche i nostri figli, seppure alcuni ancora piccoli, portino nel loro cuore un ricordo bello di questa giornata, della fatica fatta, della tanta gente incontrata, delle emozioni provate, dell’essere parte di una famiglia molto più grande di quella delle nostre quattro mura domestiche. Far capire loro che la vera gioia del cuore si alimenta attraverso semplici gesti di condivisione e non nell’avere o nel comandare ma nel donare, nell’aiutare e nell’obbedire e nell’essere consapevoli di essere figli di un unico Padre. Tutto quanto abbiamo vissuto, non solo durante la Messa ma in tutta la settimana del Family 2012, possiamo riassumerlo in un’unica parola : “Eccomi!”. Abbiamo imparato a viverla ogni mattina, anche con le nostre sorelle di Fede provenienti dal Cameroun, Madeleine e Bernadette, che abbiamo avuto la fortuna di ospitare in casa nostra; Meraviglioso e commuovente il bagno di folla per avere cioè la il Papa a Bresso, Domenica 3 giugno 2012. La certezza di non Celebrazione Eucaristica al Parco Nord ha chiuso in essere soli ad Grazia e Gloria, la tre giorni milanese di Benedetto XVI. affrontare le fatiche e le difficoltà del quotidiano, essendo Lunedì 28 maggio abbiamo quindi sempre disponibili per Cristo e finalmente aperto la nostra casa a Patricia e João, due sorrisi per i fratelli. Questo è quanto ancora oggi continuiamo a portarci nel cuore. travolgenti e una valigia piena di manghi da donare a noi e a tutti Anna e Maurizio Belmuso quelli che incontravano. Le differenze tra le nostre famiglie erano molte a partire dal numero UNA FAMIGLIA OSPITANTE E’ dei figli (João e Patricia hanno 9 gia passato un po di tempo ma, figli e già 3 nipoti), per proseguire l’esperienza di aver ospitato Patricia con i gusti alimentari (i dolci italiani e João è ben impressa nella nostra sono davvero troppo dolci?) e i mente e nei nostri cuori. vestiti; eppure abbiamo compreso Ora a ripensare alle nostre mille che entrambe cercavano di vivere paure ci viene quasi da ridere. Già da la fede cristiana e i valori della febbraio avevamo iniziato a ragionare famiglia. insieme ai nostri due figli e motivi per non accettare la proposta parrocchiale I primi giorni dopo la loro partenza, ci sembrava che qualcuno di di accogliere in casa nostra una famiglia sconosciuta ce ne erano: non famiglia se ne fosse andato e ci mancava la loro presenza discreta, abbiamo una stanza da letto in più, la loro curiosità per ciò che non l’incontro avrebbe avuto luogo negli ultimi giorni di scuola, noi adulti siamo conoscevano e la loro voglia di raccontarci del loro mondo. fuori casa quasi tutto il giorno. Alla Nei pochi giorni in cui abbiamo fine ci siamo irrazionalmente buttati vissuto insieme abbiamo capito nell’avventura e abbiamo consegnato che il nostro modello di vita, a Luca il modulo di iscrizione. basato essenzialmente su quanto In realtà pensavamo di ospitare una si possiede, può essere messo in famiglia europea con figli coetanei ai forse da chi vive in una semplice nostri ed esercitare il nostro inglese casetta senza ascensore ed per comunicare con loro. Abbiamo affronta le novità di un lungo comprato due materassini gonfiabili viaggio sempre sorridendo. per far dormire i nostri figli in sala e La nostra vita probabilmente non il più ci sembrava fatto; in fondo era cambierà, ma da questa esperienza solo per qualche giorno. abbiamo imparato che si può esser Invece a maggio abbiamo saputo famiglia pienamente cristiana che ci era stata affidata una coppia di cinquantenni provenienti dalla Guinea e felice anche in uno sperduto villaggio dell’Africa. Bissau, che parlava solo portoghese e sarebbe stata nostra ospite per una Cecilia e Cesare Pozzi settimana intera. 5 Progetto Pastorale Edizione 2012 Il Progetto pastorale dell’anno 2010 mantiene la sua generale validità, soprattutto nel riferimento alla Carta di Comunione per la Missione, salvo alcune parti che necessariamente richiedono aggiornamento, che in concreto corrispondono all’allegato A4 e A5 contenuti nel libretto precedente. Per esse vengono proposte alcune linee guida da sviluppare nei prossimi anni del mandato del CPCP. La famiglia è protagonista La CP si propone perciò di valorizzare la capacità della Famiglia di essere protagonista, specialmente al servizio di altre Famiglie nei diversi percorsi già esistenti (per esempio: Corso fidanzati, Gruppo sposi, Gruppo Battesimi, Genitori legati al percorso iniziazione cristiana, persone dal “cuore ferito”, etc) e in modo proattivo nelle nuove iniziative che saranno avviate, soprattutto di carattere missionario. La CP dovrebbe inoltre attivarsi per generare occasioni di comunicazione e accoglienza tra i vari gruppi esistenti. Suggerimento per il metodo di lavoro ☛ Il Progetto pastorale indica le linee pastorali guida tenendo in considerazione il criterio “comunione e missione”. ☛ Tenendo conto di ciò il CPCP assegna ai Gruppi di lavoro il compito di svilupparle per attuarle poi nella realtà concreta. ☛ A tempo debito i Gruppi di lavoro presentano al CPCP i risultati del loro elaborato. ☛ Il CPCP ne verifica la rispondenza al Progetto e le rende operative. La famiglia è destinataria La Famiglia rimane anche destinataria dell’azione pastorale: occorre cioè continuare a coinvolgere le famiglie, a proporre cammini di formazione e riflessione (per esempio percorso formazione genitori della IC, iniziative per la Giornata della vita, percorsi con il Camen (Centro ambrosiano Metodi naturali), Percorso Affido Familiare, CAV, …). Indicazione di quattro ambiti pastorali Quattro sono gli ambiti privilegiati cui dare attenzione prioritaria, ai quali se ne potranno aggiungere altri nel corso del mandato del CPCP. FAMIGLIA “Protagonista della vita pastorale” La CP riconosce e conferma l’importanza della Famiglia come perno della vita pastorale. E’ un bel segnale che questa riedizione del Progetto avvenga nell’anno in cui la nostra Comunità partecipa ad un evento di grande importanza, anche simbolica, come il Family2012. MONDO GIOVANILE “Comunità e Carità” Il punto di partenza è la Comunità Giovani la cui definizione può rimanere invariata come da precedente Progetto. L’obiettivo primario è introdurre un giovane alla vita spirituale, ovvero a camminare secondo lo Spirito di Dio. Introdurre significa “condurre dentro”. La vita secondo lo Spirito si sviluppa lungo tre direttrici: Fede, Speranza e Carità. Fede La Comunità Giovani dovrà far sì che un giovane approfondisca il proprio rapporto con Gesù, ovvero la propria adesione a lui. Lo farà cercando di portarlo ad una verifica del proprio cammino di fede, che verrà arricchito dai contenuti della catechesi e approfondito dalla vita sacramentale della Chiesa. In quest’ultimo ambito si collocano anche l’educazione alla preghiera e al personale rapporto con Gesù. La famiglia come modello di Comunità Guardiamo alla Famiglia anzitutto come modello di Comunità: lo stile comunitario nella CP deve cioè essere fraterno e spontaneo come in una vera famiglia. L’obiettivo è di realizzare un’osmosi tra la famiglia, piccola Chiesa domestica, e la Chiesa, intesa come “famiglia di famiglie”, conside- Speranza rando la CP al centro di questo percorso La Comunità Giovani cercherà di aiutare aggregativo. il giovane ad ampliare i propri orizzon- 6 ti, guidandolo ad interrogarsi sul proprio ruolo nella Chiesa e nel mondo. In tal senso, se la Comunità è il punto di partenza della vita spirituale di ogni giovane, il traguardo è “oltre” rispetto ad essa e spalanca di fronte al giovane il mondo intero. Carità Ogni cammino secondo lo Spirito Santo non può non condurre alla dimensione di Carità che rappresenta anche la chiave di volta di entrambe le precedenti dimensioni. La Comunità Giovani pertanto non si identifica semplicemente con un gruppo che vive una dimensione comunitaria, ma soprattutto con un gruppo-che-serve, fatto di gente che si mette al servizio degli altri. La strada della relazione La Comunità Giovani ha il compito di definire gli strumenti pedagogici di cui vorrà dotarsi nel far percorrere questo cammino di educazione alla fede. Quelli messi in evidenza passano tutti attraverso la strada della relazione e anche, peculiarmente, attraverso la strada della relazione di accompagnamento spirituale. Riteniamo infatti che un giovane debba essere necessariamente dotato di un accompagnamento, per sviluppare, pur all’interno di una Comunità, la singolarità del proprio cammino che in definitiva lo porta a realizzare la propria vocazione. Per questo si cercherà di favorire in ciascuno dei giovani, l’accostamento a figure educative di riferimento, non solo sacerdotali o religiose, ma semplicemente adulte nella fede (anche coppie di sposi), che possano garantire questa cura. Non bisogna poi avere fretta; non attendersi risultati di breve periodo, ma lasciare tempo perché i giovani maturino la propria decisione di fare “missione” anche al di fuori dell’Oratorio. tecipazione attiva. Il percorso formativo non dovrà mai prescindere dalla Bibbia, dalla Tradizione cristiana e da testi di alto profilo religioso, principalmente il Magistero del Concilio Vaticano II. FORMAZIONE DEI LAICI “Cristiani non si nasce ma si diventa” Le due parrocchie della CP offrono molte occasioni formative per i laici, declinate in itinerari e gruppi di impegno o legati a ministeri o per categorie definite dall’età o dall’essere genitori. In particolare rimane garantito l’itinerario di fede liturgico – sacramentale, per esempio quello centrato sul giorno del Signore o sui tempi forti. Questo è il cammino principale di educazione alla fede rivolto a chi è già credente. Occorre pensare anche alla possibilità di cammini per “ricomincianti” e per non credenti. L’obiettivo è che ciascuno possa diventare cristiano, facendo sintesi dei molteplici argomenti o esperienze per formare l’uomo interiore. Con la costituzione della CP è nato un percorso specifico di formazione dei laici rivolto a una fede che cerca l’intelletto, che si pone come approfondimento culturale e teologico. Il metodo consiste nella proposta di una molteplicità di ambiti, toccando temi teologici e antropologici, presentando un ampio ventaglio di temi cristiani o esplicitando il senso cristiano di temi legati alla vita. La formazione è rivolta a una molteplicità di destinatari: persone impegnate nella CP e non. La proposta intercetta l’esigenza di formazione di persone responsabili nella CP e si propone anche di suscitare interesse in persone meno coinvolte ma in ricerca. In altre parole essa offre un approfondimento teologico per gli operatori pastorali, così che nessuno si consideri mai arrivato ma in cammino. Nello stesso tempo ha un intento missionario presentandosi come un’irrigazione a pioggia, un nutrimento dal quale, nel tempo, può nascere nelle persone la scoperta del senso cristiano dell’esistenza e forse l’iniziativa della par- PRESENZA DELLA CHIESA SUL TERRITORIO DELLA CP “Andare con gioia verso gli altri, riconoscendo il valore della differenza” Il territorio della Comunità Pastorale è dinamico e diversificato. La vicinanza agli snodi di traffico pone in evidenza presenze quali: lavoratori che quotidianamente riempiono gli uffici, studenti assai numerosi, migranti che con maggiore o minore stabilità entrano a far parte del nostro vicinato, tante solitudini nelle nostre case, molte persone ammalate. E’ significativa la presenza sul territorio del santuario e della clinica San Camillo, dell’istituto Gonzaga e della Scuola dell’infanzia Parrocchiale Redentore. La missionarietà ordinaria Se per le iniziative rivolte a chi versa in situazioni di bisogno materiale operano nel territorio varie istituzioni, in primis la Caritas, la Comunità Pastorale deve sempre mantenere viva “la straordinaria e preziosa missionarietà ordinaria”, intercettando il bisogno spirituale non solo dei residenti, ma anche di coloro che vivono nel territorio anche solo nelle ore lavorative. Se tale bisogno non fosse avvertito o fosse assai fievole ci si dovrà attivare per stimolarlo. La missionarietà ordinaria richiede la rimozione della diffidenza, per accogliere tutti, anche coloro che non sono parte attiva della ‘comunità dei praticanti’. Occorre riconoscere quindi l’umanità che ci circonda con le sue molteplicità e differenze, non solo culturali ed etniche, ma anche comportamentali, come ‘soggetto’ da accogliere, conoscere e valorizzare e con il quale sentire la gioia di essere cristiani. La nostra “differenza” rispetto a un’azione semplicemente sociale, è il messaggio di gioia di Gesù che ci fa partire convinti nella missione sul territorio. In questa missione che trova terreno nella quotidianità dei gesti e degli ambienti, la preoccupazione non deve essere tanto il ‘fare’, ma il ‘suscitare’: essere lievito cristiano per tutti quelli che ci sono attorno. Alcuni ambiti della missionarietà ordinaria sono la Caritas, la pastorale sociale, la visita alle famiglie, la pastorale scolastica. dall’archivio parrocchiale Sono rinati battezzati in Cristo Senattha Thanthiri Arachchillage Yasmine Sara Youre Stefano Plaza Miranda Anna Perissinotto Antonio Ardito Vittoria Rossetti Samuel Nicolas Cauntay Andrea Ventici Ferdinando Bonfanti Giulia Pescarolo Cecilia Luisa Prazzoli Nathan Edgardo Avelar Munoz Agnese Galfano Gaia Maria Tortini Si sono sposati in Cristo Francesco Berardi e Valeria Iannetti Fabio Nicola Paglialonga e Elena Uggeri Giampiero Antonio Sara e Francesca Pinto Luca Paolo Martini e Raffaella Giorgi Filippo Ratti e Ilaria Maggiani Ci hanno preceduto nella casa del Padre Maurizio Mutinelli di anni 78 Ines Giovanna Luigia Borri 91 Gustavo Boscolo 63 Mariacristina Prandoni 52 Felicita Sette 82 Silvana Grani 76 Maria Teresa Russo 90 Maria Mondani 92 Achille Giuseppe D’Ambrosio 85 Maria Paola Rubino 69 Micaela Raviolo 93 Ettore Morelli 99 Gianfranco Cassinari 91 Noemi Rosa Cacciò 90 Lucia Anna Avallone 73 Caterina Maria Ardiani 85 Antonio Pizza 86 Vittorio Zecca 75 Remo Canani 58 Paola Cavalli 91 Carlo Mendella 88 Brunilde Sambi 101 Olga Michelazzi 85 Antonio Disanto 69 Angela Trapasso 79 Icilio Vida 72 Assunta Boselli 92 Antonio Belcastro 69 7 Un’estate di cammino In Vacanza con l’Oratorio Dal 2 al 27 Luglio quasi 300 ragazzi hanno partecipato alle vacanze estive degli Oratori del Redentore e di San Gregorio. I n una splendida casa al passo del Tonale si sono avvicendati tre gruppi piuttosto consistenti, composti rispettivamente da elementari, medie e superiori. Sono stati giorni di amicizia, gioco, preghiera e formazione in cui i nostri piccoli per la prima volta e i più grandi una volta di più, hanno potuto sperimentare una possibilità pressochè unica: stare insieme in tanti ed essere comunità. Non siamo gli unici a proporre esperienze estive! Anche lo sport e le scuole (specialmente in relazione allo studio delle lingue straniere) propongono occasioni di vacanza insieme. Forse però l’Oratorio è uno dei pochi luoghi che mette insieme in modo così trasversale tanti ragazzi, facendo una chiara e contraddistinta proposta educativa. Andare in vacanza con l’Oratorio significa stare insieme tutto il giorno vivendo ora dopo ora proposte differenti che uniscono in sé il gioco, il servizio, la preghiera e la riflessione. In vacanza c’è chi cucina per noi (grazie cuochi!!!) ma nessuno è servito e riverito perché tutti sono impegnati nell’assistenza a tavola, nelle pulizie e nel tenere in ordine la casa. E poi si cammina, perché la montagna ha in sé una sua pedagogia che si attiva solo quando la si abbraccia, facendo attenzione a scegliere la meta giusta, ovvero alla portata dei ragazzi. Quest’anno per me è stata tutta una novità, e quello della vacanza era l’ultimo piatto sul menù del mio primo anno nell’Oratorio del Redentore! Credo di poter dire a distanza di un mese dalla conclusione di questa esperienza, che ne è valsa davvero la pena. E il miracolo a mio parere è questo: che ancora in così tanti dicano “sì, mi piace” ad un’esperienza in cui non fai tutto quello che ti salta in mente senza curarti di nessuno, ma quello che forse il tuo cuore davvero desidera, prendendoti cura della responsabilità di stare con tutti. Ancora una volta: grazie! I ragazzi dell’oratorio al Passo del Tonale partono per una camminata. Sotto: le vetrate del transetto della nostra chiesa. Le vetrate della nostra chiesa Impressioni ed emozioni S ono da poco tornata dalle vacanze che ho trascorso nel mio solito paese di montagna. Altre volte ho descritto le bellezze della natura e della chiesa che mi accoglie durante il mio soggiorno estivo, ma quest’anno vorrei raccontarvi l’emozione che ho provato al mio ritorno, varcando nuovamente la soglia della “mia”, la “nostra” chiesa del SS. Redentore. Dopo aver inumidito le dita nell’acqua santa ed essermi fatta il segno della croce inchinandomi, ho alzato lo sguardo ed ho visto, nella penombra della chiesa, la meraviglia dell’abside illuminato e Gesù Redentore con gli apostoli, una teoria di don Alessandro angeli ed arcangeli con cherubini e sera- 8 fini che attorniano l’Eterno Padre e, sopra tutti, lo Spirito Santo. Allora ho pensato che, ancora una volta, il Signore mi aveva accolta alla grande. E’ un pomeriggio di fine agosto, la luce filtra attraverso le vetrate che, con i loro vivaci colori, arricchiscono di significato ciò che rappresentano. Ecco alla mia sinistra quella che rappresenta la natività: “Verbum caro factum est”, il Verbo si è fatto carne, dice la scritta in latino ed io penso con gioia che fra pochi mesi celebreremo ancora il Santo Natale. La mia attenzione è poi catturata dalla vetrata alla mia destra, quella sopra il fonte battesimale. Rappresenta la violenza della morte in croce di Gesù. “Redimisti nos Deo sanguine tuo” Ci hai redenti, o Dio, con il tuo sangue, recita la scritta sotto la vetrata. Allora mi dico che il fonte battesimale non a caso è stato posto proprio lì, sotto la croce, perché è grazie alla morte di Gesù e al suo battesimo di sangue che possiamo ancora chiamarci figli di Dio. Il sole è ormai tramontato e le vetrate sono diventate più scure, ma sta per iniziare la S. Messa e con l’Eucarestia avremo una luce speciale nel nostro cuore, avremo Gesù. Mi riprometto però di ritornare quando il sole sarà nuovamente alto nel cielo, per osservare con più attenzione tutte le altre belle vetrate della nostra chiesa, per poter condividere le mie impressioni ed emozioni con tutti voi che avete avuto la pazienza di leggermi e allora grazie e… arrivederci! Emma Della Valle Mella Diamoci la mano I Ministri straordinari dell’Eucarestia I volontari di questo gruppo affiancano il sacerdote alla S. Messa durante la comunione dei fedeli e portano l’Eucarestia agli ammalati e agli anziani. N el parlare del nostro gruppo, non intendiamo svolgere un trattato sui contorni giuridici e liturgici del nostro ministero, ma semplicemente testimoniare come agiamo all’interno della comunità parrocchiale. Alcuni cenni di inquadramento possono, tuttavia, essere utili. Anche se già nel II secolo d.C. si ha notizia di laici che distribuivano l’Eucarestia, è solo di recente che nella nostra Parrocchia si è introdotto questo servizio (2003). Una definizione del Ministro Straordinario dell’Eucarestia, la troviamo dal 1973 nella Istruzione “Immensae Caritatis”: “battezzato, cresimato adulto, uomo o donna, incaricato della distribuzione del Pane Eucaristico, sia durante che fuori la celebrazione della S. Messa”. In questo documento si afferma che il ministro straordinario della Comunione è un fedele laico il quale, debitamente preparato,si deve distinguere per la vita cristiana, la fede e la condotta. Tutti i ministri operanti nella nostra comunità, sono stati scelti dal Parroco ed hanno partecipato al corso di formazione specifico indetto dalla Curia ambrosiana ed articolato in sette incontri: Oratorio estivo 2012 Di’ soltanto una parola... assParTù” è una parola composta desideri, per diventare ciò che vorremmo e ‘inventata’, che richiama esplici- essere… non a parole, ma nei fatti. P tamente il “passepartout”, la chiave che Oltre 500 gli iscritti per quest’anno; esorapre molte porte. Ma “PassParTù” va oltre, perché - così come si legge - costruisce un percorso che dall’”io” passa al “tu” attraverso il “per”. Il tema di quest’anno dell’oratorio estivo ci ha aiutato a comprendere che ogni parola, per diventare qualcosa di reale, deve essere vissuta per essere capita. Facendone esperienza, noi ragazzi abbiamo scoperto che le parole fanno sempre riferimento a qualcosa che spinge ad agire verso l’altro e che – dentro le parole – noi costruiamo le nostre priorità, i nostri interessi, le nostre attenzioni e i nostri dio autorevole di don Alessandro come responsabile, coadiuvato maestralmente dagli animatori, ragazzi dai 14 ai 18 anni che hanno dedicato parte delle loro vacanze estive, svolgendo servizio di volontariato. Dopo 3 settimane di giochi, laboratori, gite, domeniche, incontri e stanchezza... si è concluso con la proclamazione dei ROSSI vincitori di questa edizione! Onore e merito ai vincitori, ma anche alle altre 7 squadre che hanno conteso fino all’ultimo punto il successo degli amici rossi. - Introduzione alla pastorale diocesana - Il ministero straordinario della Comunione eucaristica - Il sacramento dell’Eucarestia e la Comunione Eucaristica - L’esercizio del ministero straordinario della Comunione eucaristica. - Riflessione teologica sul dolore. - Il malato e la relazione di aiuto. - La spiritualità del ministro straordinario. Il mandato viene poi concesso dall’Ordinario diocesano, in base alle esigenze delle singole parrocchie; per noi il mandato ha durata di cinque anni e quindi non si tratta di un incarico a vita (per questo straordinario ) ed è vincolato alla frequenza di appositi corsi. Attualmente i corsi per noi sono tenuti da padre Adriano (priore di San Camillo) . E’ facoltà di don Natale (parroco) chiedere l’eventuale rinnovo del mandato. Il primo ambito in cui svolgiamo il nostro ministero è durante le celebrazioni della Santa Messa in chiesa quando le Suore Rosminiane, normalmente dedite a questo servizio, non sono presenti per aiutare il celebrante per la distribuzione eucaristica ai fedeli. Il secondo incarico è quello di portare l’Eucarestia fuori dalla nostra chiesa, ai malati ed alle persone anziane che non possono presenziale alla Santa Messa in parrocchia. In questo caso occorre richiamare la celebrazione eucaristica: un momento introduttivo (anche con una candela accesa, una tovaglia dove posare la teca, un fiore ecc..), la liturgia della Parola, il rito proprio della Comunione, la recita del Padre Nostro ed il ringraziamento. Per noi questo è un servizio particolare in quanto è come se allargassimo i muri della nostra chiesa fino a comprendervi tutti i nostri anziani ed ammalati. Il nostro intervento avviene su mandato del parroco a nome della comunità; invitiamo pertanto tutte le famiglie che fossero interessate a questo servizio, di farne esplicita richiesta in parrocchia. Siamo a vostra disposizione. I ministri straordinari del SS Redentore 9 Nella vigna del Signore Il Consiglio Pastorale Resoconto delle ultime due sessioni della Comunità Pastorale 23 maggio Dopo un breve richiamo al Progetto Pastorale, in possesso di tutti i Consiglieri e di cui si dovrà tener conto nella preparazione dei programmi dei vari Gruppi della Comunità, si è parlato del grande evento del Family 2012 ormai imminente, di come le Parrocchie si siano attrezzate con le famiglie ospitanti, i volontari e i partecipanti a vario titolo alla manifestazione, in un clima di grande attesa e si spera con una grande partecipazione mondiale. Si è poi riferito sui lavori del ➤ Il percorso formativo della nostra Comunità Retrospettiva e proposte Con Venerdì 18 Maggio è terminato il terzo ed ultimo ciclo del percorso formativo adulti della nostra Comunità “L’uomo, la vita, la morte,” e cioè quello dedicato alla morte; un tema che pur interessando i partecipanti, sempre numerosi, li ha lasciati spesso silenziosi, portandoli a formulare con difficoltà le domande ai relatori e sovente più come sfogo e racconto personale che non come reale desiderio di approfondire l’argomento. N el primo incontro, dal titolo “Vivere la morte, appunti per un silenzio credente”, don Francesco Scanziani, docente di Antropologia Teologica, ha parlato dello sgomento della morte, partendo da quello provocato in Alessandro Manzoni dalla scomparsa della giovane moglie Enrichetta Blondel nella poesia “Natale 1833”, che inizia col grido angosciato “Sì che Tu sei terribile!” e si conclude con l’invocazione sospesa “Onnipotente…”. Poi l’Antico Testamento con la visione della morte come fine con la discesa nello Sheol, sino alla svolta dei Maccabei con l’invito della madre ai figli a subire il martirio per la vita futura. Infine il messaggio di Speranza di Gesù che è venuto a sconfiggere definitivamente la morte con la Sua gloriosa Resurrezione e con la prospettiva della vita eterna. Interessante l’osservazione che Dio non ha creato la morte, ma che essa si è insinuata nel mondo per invidia del diavolo. Dio. come il padrone nella parabola dei vignaioli omicidi, non ha inviato il proprio Figlio per morire ma per amare sino alla fine; la morte in croce è stata causata dall’insondabile Mistero del male del mondo. Nella seconda serata, “La Speranza oltre il dolore e la morte.”, don Scanziani, e la psicoterapeuta Cecilia Pirrone, hanno affrontato il tema del come porsi di fronte alla morte quando ci tocca da vicino e di come introdurre i figli, piccoli o adolescenti, a questo ineludibile fatto. Il dolore deve trovare pian piano la giusta dimensione, 10 senza cadere nell’autocommiserazione o nella disperazione. E’ impossibile non soffrire e a nessuno piace farlo; nemmeno a Gesù nel Getsemani! Delle emozioni primarie: la paura possiamo dichiararla apertamente, così ci si alleggerisce; la rabbia razionalizzarla, pensando che non siamo i soli a subire tali sofferenze; la tristezza combatterla con la gioia, che sovente si affaccia assieme al dolore con i ricordi, con un sorriso, con un gesto d’amore. I figli hanno il diritto di sapere e di ricevere risposte convincenti alle loro domande sulla morte di una persona cara. Spesso per proteggerli li lasciamo soli coi loro interrogativi; mentre hanno bisogno di un adulto che li sappia ascoltare e parli loro col cuore. Così capiranno e sapranno parlare di Dio. Di fronte alla morte la domanda su Dio nasce anche in chi non crede. Ha colpito la lettera di un giovane che sul letto di morte rimprovera sua madre dicendo: “Mi hai detto tutto, anche come vestirmi, ma non mi hai fatto conoscere Gesù”. Nell’ultimo incontro “Un nuovo modo di morire? Criteri per orientarsi nell’oggi.” don Stefano Cucchetti, Docente di Teologia morale, ha esplorato il tema del morire, dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico (meglio esubero terapeutico), del testamento biologico. Non si può legiferare in proposito sulla spinta della cronaca; servono formazione e tempo per capire. Cosa significa oggi morire? La morte è un tabù, non si può, non se ne deve parlare. Non abita più le nostre città; è ghettizzata in piccole aree, cimiteri, ospedali, cronicari, spesso sospinti ai margini del tessuto urbano. I figli, non si portano più in questi posti; oggi non si muore più in casa ma negli ospedali, sono sempre più rari i cortei funebri. Si deve tornare ad essere più realisti ed umani, soprattutto noi cristiani che crediamo nell’aldilà. Difficilissimo il tema della morte in terapia intensiva, spesso oggetto di interesse morboso da parte dell’opinione pubblica. La vita in difficoltà va affidata al medico, o meglio alla Medicina, che deve fare tutto il possibile per sostenerla con umanità, senza cedere ai due estremi dell’ esubero terapeutico da un lato e dall’altro della dolce morte procurata, come avvenuto recentemente in nome di una presunta dignità dell’individuo che si perderebbe al di sotto di una certa soglia. Il consiglio è quello di procedere con prudenza, valutando caso per caso, in attesa di una buona legge rispettosa della vita. Come retrospettiva si può essere soddisfatti di quanto fatto quest’anno per la formazione, cosa confermata dalla numerosa e attenta presenza dei partecipanti. Per il futuro possiamo anticipare che ci sarà un percorso formativo della Comunità, che coinvolgerà pure la Parrocchia di S. Francesca Romana, orientato sul tema della Fede di Gesù, dei discepoli e di noi credenti, in linea quindi con l’Anno della Fede che sarà proclamato il prossimo Ottobre dal Papa Benedetto XVI. Roberto Bosisio Gruppo Famiglia dai quali sono emerse alcune indicazioni su come preparare i nuovi progetti comuni alle due parrocchie, che dovranno rappresentare una novità ed un miglioramento rispetto al passato. Si è deciso anche di confermare le attività valide di entrambe le parrocchie, ormai consolidate positivamente dall’esperienza. Si è posto soprattutto l’accento sul modo di accogliere le nuove famiglie, che si avvicinano alla parrocchia, ad esempio per un corso fidanzati, per il matrimonio o per i sacramenti da impartire ai loro figli. E’ necessario mostrare sempre un’affabile disponibilità, senza forzature che potrebbero sortire l’effetto opposto. Importante poi è che agli occhi di chi ci si accosta si possa apparire sempre come testimoni credibili della vita cristiana con il suo messaggio di gioia e di salvezza. Si sono discusse anche alcune iniziative concrete per trattenere nella Comunità le famiglie con ragazzi che crescono e che magari si allontanano dall’Oratorio e dalla chiesa e di come portare il nostro messaggio a chi non frequenta la Parrocchia. I vari Gruppi svilupperanno le loro proposte che sottoporranno poi al CPCP per un miglior coordinamento e per una verifica della rispondenza alle linee guida che ci siamo dati. La proposta che ha convinto tutti è quella di un’uscita di due giorni in Autunno delle famiglie complete per affiatarci e per riflettere insieme sulle nostre motivazioni di fede. R.B. 13 giugno All’ordine del giorno la visione di un estratto del filmato della serata delle Testimonianze di sabato 2 giugno con il Papa e la disanima/valutazione delle attività svolte nel primo anno del nuovo CPCP. Il video conteneva tre delle domande che, in occasione di Family 2012, sono state poste al Santo Padre da parte di altrettante famiglie provenienti da vari Paesi del mondo.I temi toccati: le separazioni, quindi il dolore in famiglia, la mancanza di lavoro, quindi le difficoltà delle famiglia e la conciliazione fra impegni lavorativi e vita familiare, ovvero il tema della Festa in famiglia. Le risposte del Papa sono state di stimolo agli interventi e ai suggerimenti dei Consiglieri. Per quanto riguarda l’analisi dell’ultimo anno di Comunità Pastorale sono emersi alcuni spunti di riflessione su cui tornare all’inizio del nuovo anno pastorale anche alla luce delle linee guida che l’Arcivescovo ci comunicherà nei prossimi mesi. Il CPCP è stato preceduto da un piccolo spuntino comunitario che ha permesso ai Consiglieri di approfondire la reciproca conoscenza in un clima di amicizia e collaborazione. Roberto Maietti Freschi di stampa I libri consigliati in questa rubrica sono disponibili al Banco della Buona Stampa situato in chiesa. Xavier Lacroix La Coppia Attraverso gli anni Qiqaion edizioni pp. 89, € 10,00 Si deve acconsentire a morire a se stessi, al proprio egoismo naturale. Il primo frutto dell’amore è l’amore stesso, con tutto ciò che esso suscita e rende possibile tra le persone. Paolo Padrini Facebook internet e i digital media San Paolo Edizioni pp. 160, € 10,00 Una guida per genitori ed educatori. Con un linguaggio chiaro e concreto, l’autore conduce il lettore per mano nella selva oscura della rete fino a riveder le stelle. E’ per il 30 settembre, alle ore 11.00, il prossimo appuntamento al Cinema Teatro Palestrina con l’autrice del libro ‘La Coppia Imperfetta’, Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, edito da Ares Editore. Conduce l’incontro-dibattito la dott.ssa Gemma Barbouth psicologa e psicoterapeuta (con l’autrice nella foto in alto). Partendo dall’esperienza fortemente umana, delle numerose persone incontrate esercitando la sua professione, la dott.ssa Migliarese, affronterà temi che solo apparentemente possono sembrare non centrali all’interno di un matrimonio: “unire gli aspetti più pratici e prosaici della nostra vita con quelli più elevati e spirituali...”. Ad apertura e chiusura, l’esibizione del coro di voci bianche ‘I Musici Cantori di Milano’, diretto da Mauro Penacca. www.facebook. com/pages/I-Musici-Cantori-diMilano/216133658483311. Maria Rosa Pizzolitto a un passo da te Edizioni Segno pp. 144, € 12,00 Quando il dolore diventa più lieve e lascia spazio a stati d’animo più sereni, coloro che continuiamo a pensare e a cercare possono farci cogliere la certezza dell’“Altra Dimensione”. Tagore Citra, la scoperta del Dio della vita Paoline edizioni pp. 240, € 13,00 L’intuizione del grande poeta indiano, premio Nobel per la letteratura nel 1913, può aiutare tutti ad approfondire la conoscenza di Dio. 11 E’ ancora un messaggio attuale? Lasciare fare a Dio Ospitiamo ogni mese sui nostri fogli, un estratto dal giornale di opinione che da molti anni viene esposto all’interno della nostra chiesa e sul sito web della nostra parrocchia; temi che affrontano e discutono la realtà e l’attualità che ci circonda, perchè talvolta soffermarsi e approfondire il pensiero aiuta la fede e la nostra coscienza. to che il Signore realizza in lui, attraverso la sua Grazia. La conservazione e lo sviluppo della pace del cuore parte dalla consapevolezza che tutto il bene che viene compiuto non viene dall’uomo, ma da Dio. Il punto fondamentale della vita spirituale è perciò come lasciare che la Grazia di Dio agisca liberamente in ciascuno. Il nostro Dio è il Dio della pace e opera nella pace, non nell’agitazione. L’espeggigiorno la frenesia dell’agire e la rienza del profeta Elia sul monte Oreb velocità nel decidere - al di là della sottolinea questa caratteristica: Dio non validità o della bontà delle scelte fatte - era uragano, né tempesta, né fuoco, ma sembrano il criterio di base per giudica- mormorio di vento leggero. re la realtà. Un recente libro scritto da padre Jacques Philippe propone una Ma oggi siamo ancora capaci di tender critica a questo orientamento. l’orecchio ad un mormorio leggero come Padre Jacques sottolinea con forza nel una brezza sottile? Spesso ci si angolibro che il cammino verso Dio e verso il scia e ci si agita nel tentativo di impostaprogetto di santità che Dio ha preparato re tutta la propria vita da soli con i propri per ciascuno di noi diviene più efficace criteri, di risolvere tutto da soli mentre quando l’uomo si rende docile al proget- sarebbe molto più efficace volgere lo O PARROCCHIA SS. REDENTORE Orari S. Messe Feriali: 7.15 - 9.30 - 16.00 - 18.30 Prefestivi: 18.30 Festivi: 8.30 - 10.00 - 11.00 - 12.15 18.30 Segreteria Parrocchiale 9.30-12.00 da lunedì a sabato 15.30 - 18.30 solo il mercoledì Tel 026694498 Fax 026697251 [email protected] Oratorio 16.00-19.00 da lunedì a sabato 11.00-12.00 e 16.00-19.00 domenica Tel 0297384393 [email protected] Scuola materna Suore Rosminiane Tel 026704677 Fax 0266986082 Centro Ascolto Caritas Martedì e Giovedì: 16.00-18.00 Tel 026705181 12 SACERDOTI della COMUNITA’ PASTORALE Don Natale Castelli (Parroco) 026694498 3478517657 Don Gigi Colombo (Vicario Parrocchia SS. Redentore) 0267384114 3478033042 Don Sergio Tomasello (Vicario Parrocchia S. Gregorio) 0229409888 3392752279 Don Alessandro Noseda (Vicario Oratorio SS. Redentore) 0267384112 3288861369 Don Piero Denna (Residente Parrocchia SS. Redentore) 026705691 Don Luigi Parisi (Residente Parrocchia SS. Redentore) 0267384113 RIFERIMENTI PARROCCHIA SS. REDENTORE www.parrocchiaredentore.it Sul sito gli altri indirizzi mail. RIFERIMENTI PARROCCHIA San GREGORIO MAGNO Consulta il sito www.sangregoriomilano.it Giovanni Lanfranco, 1595, ‘Elia sul monte Horeb riceve gli ordini di Dio da un angelo’. Stampa. Amsterdam, Rijksmuseum. sguardo a Dio, e nella calma e relazione con Lui lasciare agire la Sua saggezza. L’acquisizione della pace interiore è quindi soprattutto un cammino di relazione con Dio, nel quale la preghiera svolge un ruolo fondamentale. Noi viviamo spesso nell’illusione che quanto ci circonda possa cambiare, che si trasformino le circostanze esteriori. Santa Teresa di Lisieux scrisse invece una meditazione illuminante per comprendere quanto sia importante passare dalla logica della ricerca affannosa a quella della disponibilità ad accogliere un dono: “Se qualcosa ci manca, è soprattutto il credere che tutto è Grazia”. La differenza tra il percepire la mancanza di qualcosa dietro cui si corre e la consapevolezza di ricevere già tanto, è la stessa che passa tra la pretesa di dover ottenere qualcosa ad ogni costo e la gioia per qualcosa di bello che ci viene offerto gratuitamente. Un noto letterato milanese che tutti conosciamo, Alessandro Manzoni, chiamava questo “qualcosa di bello” Provvidenza: le dedicò la sua opera più importante, per ricordarci come la storia di ciascun uomo è sorretta da un aiuto che mai viene meno, anche nelle peggiori avversità della vita. La redazione di Atlantide progetto di Comunità Aperta Parrocchia SS. Redentore via L. Palestrina 5 - Milano Direttore responsabile Margherita Faustinelli Per contatti: [email protected] Registrato presso il Tribunale di Milano n° 426 del 19-11-1971 Stampa Pixart.it