“Vuoi essere il Vicedirettore dello Svegliarino?”. Mi chiese la allora Direttrice Letizia Poser. Ma non immaginavo che, un paio di anni più tardi, mi sarei accaparrato la poltrona più importante di questo giornale, che ha ormai una storia pluridecennale e vanta un gran numero di ex “scrittori”, ma anche di nuovi… Ora penserete che io incomincerò a scrivere la mia biografia con un procedimento annalistico, anno per anno, partendo dagli albori di quando nacqui un lontano giorno del 1991…, ma voi direte a voi stessi: “Sai quanto me ne importa! Mi basta avere la mia copia da leggere e non avere altri pensieri per la testa!”. Vi dirò solo il mio nome: Mattia Longobucco (Con due c, quindi non c’è niente da aggiungere…), per la maggior parte ormai Bucoz, soprannome che è ormai radicato dalle Medie. Vi dico solo una cosa: leggetelo con attenzione perché l’argomento è molto curioso ed interessante e anche perché, sotto quattro fogli di carta e qualche litro di inchiostro, c’è stato un grande lavoro da parte di tutte quelle persone di cui vedrete comparire il nome. Anche tu, sì, proprio tu che in questo momento stai leggendo queste frasi un po’ noiose e forse anche sgrammaticate, puoi unirti a noi, senza timore. In ogni caso, di che cosa parleremo oggi? L’argomento che quest’oggi vi proporremo è il cioccolato. Crederete che sia un tema forse troppo banale, ma vi posso assicurare che ci siamo addentrati nei meandri più disparati di questo mondo per coglierne degli aspetti anche curiosi, piacevoli ed emozionanti e, perché no, culturali: dalla storia del cioccolato, alle sue diverse tipologie che incontriamo nel mondo, per passare alle regole del Galateo per regalare una scatola di cioccolatini, a Giovanni Allevi, pianista straordinario (Leggendo, capirete che cos’ha a che fare con questo tema), e concludere con alcune informazioni, per così dire, “terapeutiche” sul cioccolato (Farà bene? Farà male? Fa venire i brufoli? Lo scoprirete…). Non disperate, però: rimangono le ormai intramontabili rubriche della mitica Bridget Jones, del Circolo di Mecenate e degli Ipse Dixit (Grazie a chi li ha raccolti!). Insomma, tema molto ricco… di calorie!! Allora, buona scorpacciata, ma state attenti a non abusarne! Mangiarla è facile, ma poi bisogna pensare anche a smaltirla… (Io ne so qualcosa ☺!). Alla prossima! Ciao ☺! Cioccolata, maestra di vita spirituale La storia del cioccolato Cioccolato… per tutti i gusti! La fabbrica di cioccolato Il cioccolato come medicina? Curiosità cioccolatose I miti del cioccolato Peratoner: dove il cioccolato diventa arte… Intervista doppia La magia del cioccolato (Libri & Film) Regalare cioccolatini… con classe Quel pazzo Allevi A.A.A. Aforismi cercasi Diario di una Bridget Jones Venexiana Ricette Per essere come il cioccolato, la scuola… Alessandro Magno Annibale 1 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 10 Pag. 12 Pag. 14 Pag. 15 Pag. 15 Pag. 16 Pag. 17 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 24 Ipse dixit Pag. 26 Cioccolata maestra di vita spirituale Qualche settimana fa ho ricevuto un bellissimo regalo: un vasetto di Crema di gianduia da Torino (altro che Nutella, questa è l'originale!). Una meraviglia. Poco tempo dopo due amici appena tornati da un viaggio in Sicilia mi hanno portato una tavoletta di cioccolato modicano: la mia preferita! Cristallina, si scioglie in bocca e lascia sullo sfondo l'aroma degli agrumi siciliani. Chi era con me mentre l'assaggiavo mi ha consigliato: «prova anche questa del “Commercio equo” alla menta!». Niente male, anzi: la freschezza appuntita della menta insieme al gusto caldo e rotondo del cioccolato! «Mah, don Fabio, non ti sembra di esagerare?!». «Perché?». «Sei goloso, ecco perché!». Iiiih, quante storie. E quanta poca storia! Voglio dire che, se cerchiamo quale sia storicamente il significato del vizio chiamato «golosità» ci accorgiamo che non corrisponde a quello che comunemente abbiamo in mente. A Gesù piaceva molto mangiare, soprattutto in compagnia, tanto che lo accusavano di essere «un mangione e un beone» (cfr Mt 11,19). Me lo immagino che, stando con i commensali, assaggia un po' di tutto, assapora fino in fondo ogni pietanza, sosta un momento a identificare il retrogusto del vino che ha appena sorseggiato, ringrazia la cuoca per il lavoro fatto con amore, loda il Padre per le cose buone che ci sono al mondo e per la genialità dell'uomo che le trasforma rendendole ancora più buone. In fondo, il momento culminante della sua vita, quello che in tutto riassume la sua esistenza terrena, è proprio una cena, con dei cibi, del pane e del vino. Allora, Gesù era goloso? Proprio no. Non si alzava da tavola ubriaco, né con la pesantezza di chi divora quello che ha davanti per riempire all'inverosimile la pancia o i propri vuoti affettivi. In questo sta la golosità, che in origine veniva chiamata gastrimargìa (gastrimargììi,a < gasth,r = ventre e mààa,rgoòj = insaziabile, vorace, furente, folle) e stava ad indicare l'ingordigia del ventre, l'insaziabilità sregolata di chi mangia, mangia, mangia. Perché fa così chi è «goloso»? Mah, forse perché è insoddisfatto, forse vuoto, annoiato, arrabbiato con se stesso e con gli altri... Un salmo dice: «Gustate e vedete come è buono il Signore!» (Sal 34,9). Proprio questo aveva sempre in mente Gesù mentre mangiava o beveva qualcosa. Vedere la bellezza, gustare la bontà suscita in noi come reazione la meraviglia, che è l'inizio della contemplazione e della lode. Quale via più semplice e ordinaria per dire a Dio: «Sei grande e geniale, Tu che hai inventato tutto questo e hai reso l'uomo partecipe della tua creatività!»?. Se qualcuno vuole andare un pomeriggio a fare il tour del cioccolato, per gustarne diversi tipi e qualità, sappia che troverà in me un alleato! don Fabio 2 Il cacao ha origini antiche, più di 6000 anni fa, in America Latina. I primi ad utilizzare il cacao furono i Maya intorno al 1000 a.C. e successivamente gli Aztechi. Il cacao veniva usato per offrirlo in sacrificio alle divinità e per ricavarne una bevanda con acqua, vaniglia, pepe e peperoncino. Questa bevanda, chiamata xocoatl, veniva usata nelle grandi feste. La sua caratteristica principale era la schiuma che si otteneva anticamente mediante ripetuti travasi. I Maya e gli Aztechi consideravano i semi di cacao come moneta di scambio e li usavano come unità di misura. Nel 1502 Colombo porta alla corte del re di Spagna alcuni semi di cacao. Solo Cortés diffuse il commercio del cacao. Per tutto il 1500 il cacao fu un’esclusiva della Spagna. I monaci spagnoli, esperti in infusi, modificarono la ricetta del cioccolato, togliendo il pepe e il peperoncino e aggiungendo una vaniglia dolce, rendendo amabile il cioccolato. Solo nell’600 il cacao arriva in Italia per merito del commerciante fiorentino Antonio Carletti. Nella Venezia del ’700 nascono le prime botteghe del caffè che vendevano anche il cioccolato. Nel 1826 Pierre Paul Caffarel, inventò una macchina per produrre in modo industriale il cioccolato. Alla fine del XVIII, a Torino, Doret produsse il primo cioccolatino in forma solida e Michele Prochet mescolò cacao con nocciole tritate e tostate creando la pasta Gianduia. Rudolph Lindt inventò il processo per mantenere a lungo il cioccolato fuso e omogeneo. Nel 1946 Pietro Ferrero inventò una crema di cioccolato e nocciole, nacque la Nutella che ebbe successo in tutto il mondo. Documenti storici Hernán Cortés (1485 – 1547) condottiero spagnolo, scriveva all'imperatore Carlo V : "una tazza di questa preziosa bevanda consente ad un uomo dì sopportare un'intera giornata dì marcia, senza prendere altri cibi". Girolamo Benzoni (1575) nell’”Historia del Mondo Nuovo”, Scriveva: […] il quale [il cioccolato] più pare beveraggio da porci, che da homini. […] Il suo sapore è alquanto amaro, satia e rinfresca il corpo, però non imbriaca e questa è la migliore, e più cara mercantia che gli’Indiani stimano, dove la costumano. 3 José De Acosta (tardo XVI secolo) un missionario gesuita spagnolo che visse in Perù e in Messico scrisse: Disgustoso per coloro che non lo conoscono, con una schiuma o pellicola in superficie che è molto sgradevole al gusto. Tuttavia è una bevanda molto apprezzata dagli indiani, che la usano per onorare i nobili che attraversano il loro paese. Gli spagnoli, sia uomini che donne, che si sono abituati al paese sono molto golosi di questo Chocolaté. Dicono di prepararne diversi tipi, caldi, freddi, tiepidi, e di aggiungervi molto chili; ne fanno inoltre una pasta che dicono essere buona per lo stomaco e contro il catarro. Libretto di Lorenzo Da Ponte e musica di W. A. Mozart (1790) Atto primo, scena ottava di “Così fan tutte” (sulla scena la cameriera Despina, soprano, mentre prepara la colazione alla padrona Dorabella) Che vita maledetta è il far la cameriera! Dal mattino alla sera si fa, si suda, si lavora, e poi di tanto che si fa nulla è per noi. È mezz'ora che sbatto; il cioccolatte è fatto, ed a me tocca restar ad odorarlo a secca bocca? Non è forse la mia come la vostra, o garbate signore, che a voi dessi l'essenza e a me l'odore? Perbacco, vo' assaggiarlo! Com'è buono! (si forbe la bocca) Vien gente. O ciel, son le padrone! Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: -1600 Si rintracciano numerosi scritti che testimoniano acceso dibattito sul “cioccolate” e sui suoi consumi di Magliabechiano e Palatino, Francesco Redi, Lorenzo Magalotti e Francesco D’Antonio Carletti. Sempre a Firenze, dal 1680, si rintracciano numerosi scritti sul tema del cioccolato: - 1680 “Differenza tra il cibo e ‘l cioccolatte…” a cura di Gio. Battista Gudenfridi; - 1728 “Parere intorno all’uso della cioccolata” di Gio. Battista Felici; “Lettera in cui si esaminano le ragioni addotte dall’Autore del primo parere intorno all’uso della cioccolata” di Lorenzo Serafini; “Lezione accademica in lode della cioccolata” di Giuseppe Avanzini; “Altro parere intorno alla natura, ed all’uso della Cioccolata” di Francesco Zeti. Leonardo 4 Cioccolato…per tutti i gusti! Bambini, adulti e ragazzi… che importanza ha l’età?? Tutti, senza distinzioni, amano il cioccolato… Cioccolato al latte, bianco, fondente, con le nocciole, questi sono i preferiti… ma siamo davvero sicuri che l’ universo del cacao si limiti a questo? Infatti il cioccolato appare in molte insospettabili forme. Lo sapevate che sono stati prodotti oggetti comunissimi in cioccolato?? Chiavi, lucchetti, strumenti musicali, giochi… ma non si sono fermati solo a questo. La casa produttrice di intimo americana Wonderbra, ad esempio, per presentare Passion, il suo ultimo modello di reggiseno ha creato e fatto indossare copie perfette in cioccolato. I chocobra, così chiamati, non in vendita, erano identici ai capi in tessuto, decorati con foglioline sui bordi e disponibili nei colori nero, bianco e rosa. E che ne dite di questo magnifico cd di cioccolato? Le case di alta pasticceria ormai non si danno più limiti. In ogni caso non sono solo queste le grandi particolarità di cioccolato… infatti una delle cose più apprezzate dagli intenditori è la grandissima varietà di gusti e di associazioni di sapori… Cannella, fragola, pepe, peperoncino, arancia, scaglie di arancia, erbe aromatiche, spezie di vario tipo, caffè, menta, panna, yogurt, mele, cappuccino… ce n’è per tutti i gusti!!! Ci sono anche numerose varietà di cacao: In particolare il cacao dell’ America centro- meridionale viene chiamato Criollo. Il termine deriva da "creole" straniero ed è il cacao precolombiano originario del Messico, dell'America Centrale e del Venezuela ( proprio da Maracaibo viene il Porcelana). Fino agli anni Venti il cacao di Maracaibo era classificato come uno dei migliori del mondo, insieme ad alcune varietà del Messico e della Colombia. Purtroppo il cacao Criollo è sensibile alle malattie, e per questo non è rimasto molto puro. Il porcelana potrebbe essere identificato anche come un cru: si tratta del nome di un fiume e di una vallata, nella quale si trova l’omonima cittadina con le sue antichissime piantagioni di cacao. Il sapore di questa varietà è rotondo, esaltante, l' aroma è quello gentile della mandorla tostata. Il Chuao invece, è il miglior cacao del mondo. Nasce nell’omonima piantagione a mezz’ora di Oceano da Caracas, in Venezuela. Le piantagioni si trovano nel cuore di una vallata accessibile unicamente dal mare. Ha il sapore di prugne, di marmellate di frutti aspri. Altri tipi sono il Forastero e il trinitario: Il Forastero fu introdotto dai portoghesi nell' isola di Sao Tomé. E' diffuso in Africa e Brasile e costituisce l' 80% della produzione mondiale di cacao. È di qualità inferiore al Criollo. La produzione più pregiata di Forastero è quell’ Equador. Il Trinitario è un ibrido risultato dall' incrocio di Criollo e Forastero. E' coltivato in Centro e Sud America, Sri Lanka e Indonesia. Anche le tecniche di lavorazione sono tra le più svariate :il cioccolato foresta è un cioccolato prodotto esclusivamente in Campania. Le qualità di cacao predominanti sono l' Arriba e il Criollo, tostate rigorosamente a legna. La massa di cacao viene mischiata allo zucchero, al latte, le nocciole, alle mandorle pralinate e poi tirato, attraverso una ruota di pietra, in sfoglie sottili e ripiegate su loro stesse. La pasta è morbidissima e si scioglie subito nella bocca, lasciando un sapore gentile e fresco. Per il cioccolato messicano, invece, le fave di cacao del Sud America sono tostate e poi macinate assieme allo zucchero e alla cannella. E' un cioccolato ruvido e selvaggio, dal sapore forte e speziato. Viene consumato sciolto, in acqua o latte. Ma forse tra i tipi più amati di cioccolato, c’è sicuramente il gianduia… E' il cioccolato simbolo di Torino. Viene lavorato a partire dalle fave di cacao fresche provenienti da piantagioni selezionate, come Grenada o Sao Thomé. Il risultato è un cioccolato vellutato con note di nocciola e aroma di vaniglia. Buonissima è anche la versione con il cioccolato fondente. Il cioccolato gianduia può essere utilizzato anche per la creazione di cioccolatini strani e insoliti come ad esempio il cioccolato alpino: Si tratta di un cioccolatino a forma di tronco di cono, costituito da un guscio di gianduia, con un ripieno di crema al liquore,il quale è ottenuto da una miscela di aromi e erbe. Si può quindi comprendere quanta originalità è presente nell’ universo di cioccolato , che ci sembra di conoscere ma che in realtà nasconde tantissime imprevedibili sorprese. Silvia, Catia e Vale 5 Il cioccolato, come forse tutti sanno, è a base di semi di cacao. Però non tutti sanno come lo si produce: la produzione del cioccolato inizia con la miscelazione dei vari ingredienti che variano per le qualità di cioccolato che si vuole ottenere. Per ogni varietà di cioccolato si utilizza la parte grassa dei semi di cacao, con burro vegetale, zucchero e vaniglia come base a cui poi vengono aggiunti altri ingredienti tra cui possiamo ricordare il latte, il peperoncino e il pepe. Se non si aggiungono ingredienti all’impasto si ha il cioccolato fondente che nella maggior parte dei casi è composto per il 70% da cacao. Una volta che l’impasto è pronto, viene fatto raffinare da delle macchine laminatrici che preparano il materiale per il concaggio. Il concaggio consiste nel mettere l’impasto in macchine chiamate conche che a una temperatura di 40°-45° rompono i grumi fatti dagli ingredienti e se necessario immettono nell’impasto altro burro vegetale. Questa fase dura anche una settimana per ottenere il cioccolato più pregiato. Una volta che il cioccolato ha finito il concaggio, viene tenuto in serbatoi riscaldati sempre a 40°-45° in attesa dell’ultima fase del processo. L’ultima fase del processo è chiamata temperaggio e serve a far si che il cioccolato diventi morbido e allo stesso tempo si spezzi facilmente. In quest’ultima fase si procede lasciando raffreddare il cioccolato nei serbatoi da 40°-45° a 27° poi si riscalda nuovamente il cioccolato finché non raggiunge 37° e infine lo si lascia solidificare. Una volta solido è pronto per essere inscatolato e venduto. Αντονιο IL CIOCCOLATO COME MEDICINA? Per golosi e non, sono diversi i buoni motivi per mangiarlo senza sensi di colpa, a vantaggio della salute. Fa bene a cuore... Leggende a parte, il cacao ci aiuta a mantenere efficiente il nostro cuore perché contiene i flavonoidi. Si tratta di pigmenti contenuti nelle piante e proteggono il cuore abbassando il colesterolo e impedendo l’aggregazione delle piastrine, processo decisivo verso l’arteriosclerosi. Uno studio del Dipartimento di Nutrizione dell’Università della California ha infatti evidenziato che il cacao inibisce l’attivazione delle piastrine, piastrine primo passo della formazione degli emboli, e che, come l’aspirina, rende più fluido il sangue rallentandone la coagulazione. I flavonoidi svolgono anche azione antiossidante: migliorano dunque l,elasticità dei vasi sanguigni e l’ossidazione dei tessuti. ..e non solo! Sorprendentemente, il cioccolato previene le carie. Lo dimostra una ricerca effettuata da un’èquipe dell’Università di Osaka . Secondo i ricercatori il cacao sarebbe, più del dentifricio, un valido aiuto nella prevenzione delle carie: la tesi 6 poggia sulla scoperta che gli agenti antibatterici contenuti nel cacao hanno la meglio sugli zuccheri di qualsiasi dolciume, riducendo perciò il rischio di carie. Un ulteriore ricerca ha invece dimostrato che il consumo di cacao protegga la elle dal danno indotto dai reggi UV, migliorandone lo stato di idratazione e prevenendo la comparsa di eritemi. Buon umore Legato ad incontri dell’infanzia, ad allegri incontri di festa, a situazioni amichevoli e piacevoli, il cioccolato cioccolato procura rassicuranti sensazioni di calore e benessere. Insomma , l’antica credenza che il cioccolato tiri su di morale e migliori il buon umore è vera! Lo conferma una ricerca americana sugli effetti antidepressivi di questo alimento : lo studio evidenzia l’azione dei carboidrati e degli zuccheri presenti nel cioccolato come attivatori di endorfine, ormoni il cui effetto benefico è paragonabile a quello degli antidepressivi . Il cioccolato agisce dunque da catalizzatore, facilitano la produzione di endorfine che stimolano le sensazioni di euforia e benessere attenuando il dolore. A cura di Pizzolitto Chiara Curiosità cioccolatose: di tutto e di più sul cioccolato… Ecco alcune perle sull’insostituibile cioccolato… Partiamo con un po’ di storia… * Intorno al 1630 il vescovo di Chiapa, in Messico, stufo di assistere durante i suoi sermoni alle grandi bevute di cioccolata degli spettatori, ne vietò l'uso durante la messa. Pena: la scomunica! Però così si attirò le ire della sua gente tanto che, non solo li allontanò dalla Chiesa, ma spinse addirittura un fedele all’omicidio! Infatti l’incauto vescovo venne ucciso poco più tardi, versando del veleno…nella sua cioccolata! * Nel XVIII sec. nacquero a Venezia le Case della Cioccolata: a metà tra un negozio e un moderno bar, si bevevano e degustavano prodotti. * Nel 1875 Daniel Peter produsse il latte in polvere con cui fabbricò la prima tavoletta di cioccolato al latte. * La Sacher Torte nacque come esperimento dolciario dalle mani di Franz Sacher nel 1832 per il cancelliere austriaco Metternich. Ma che dire dei mitici inventori del cioccolato? Beh…si dice per esempio che Montezuma, ultimo imperatore azteco, bevesse al giorno circa 50 tazze di “xocoati” o “chocolati”, una bevanda calda a base ovviamente di cacao. E che invece i Maya la mescolassero a farina di mais, vaniglia, cannella o peperoncino. …e della pianta dalla quale derivano? Una pianta di cacao può essere alta anche 10 m e produce solo 20-30 frutti all’anno! La raccolta avviene due volte all’anno e all’interno di questi frutti ci sono le fave del cacao… Il vino buono sta nelle botti piccole! Il nome scientifico della pianta, invece, è Teobroma (lett. “cibo degli dei”). Un nome, un destino! Ma se volessimo fare una ricerca in Internet? …In Internet si trovano ben 3.710.000 voci dedicate al cioccolato, mentre 1.530.000 alla cioccolata! A proposito di internet… I ladri di cioccolato si sono aggiornati…invece che la cara vecchia irruzione nottetempo, si può rubare cioccolato comodamente seduti davanti al computer! 7 Lo ha fatto un quindicenne irlandese, particolarmente goloso che probabilmente passerà alla storia come il primo cyberladro di delikatessen. Il ragazzo infatti, digitando un numero di carta di credito a caso, ha acquistato quasi 800 chili di cioccolato con un'ordinazione via Internet. Come ha fatto? Semplice come bere un bicchier d’acqua: è entrato nel sito di una società statunitense specializzata nelle fornitura di cioccolato e ha compilato un modulo di ordinazione. Qualche giorno più tardi un fattorino della società gli ha consegnato tre gigantesche casse di cioccolato! Cioco stranezze… La pasticceria genovese Poldo ha ricevuto complimenti e ringraziamenti ufficiali dall’ambasciatore britannico Richardson per i suoi straordinari…cioccolatini al pesto! È noto che sono stati creati innumerevoli oggetti in cioccolato, dal portafoglio alle lingerie…Infatti per presentare Passion, l'ultimo modello di reggiseno creato dalla casa produttrice di intimo americana Wonderbra, ne sono state create ed indossate copie perfette in cioccolato! Ma che dire di un palazzo interamente in cioccolato? Andare al “Etruscan Chocohotel” di Perugia per credere! Fondente, bianco, gianduia, …ogni quadretto di questa maxi tavoletta è un piano e in ogni stanza ci sono storici pezzi unici per la preparazione della cioccolata calda. Strabiliante anche l’idea dell’Unione dei fabbricanti svizzeri di cioccolata: per il centenario hanno concordato con l’amministrazione postale l’emissione di…un francobollo di cioccolato! Ma non bisogna lasciarsi ingannare: ha l’aspetto di un cioccolatino al latte e se viene premuto emana un intenso profumo di cacao, ma purtroppo non si mangia! E per gli amanti del genere esistono pure le sigarette al cioccolato! Infatti il cacao figura tra gli additivi usati nella preparazione di alcune sigarette. Lo scopo è quello di arricchire e rendere più gradevole il loro bouquet aromatico... Cioccolato da Guinness… * In occasione dell’Eurochocolate di Torino nel 2000 i maestri cioccolatieri Novi hanno creato la più grande tavoletta di cioccolato del mondo, superando il precedente record inglese del 1988. Mentre la tavoletta inglese pesava appena (!) 1100 kg, quella nostrana è stata prodotta con 1500 kg di cioccolato e, come se non bastasse, arricchita con 500 ulteriori kg di nocciole! Incredibile… * Mentre nel 2004 a Napoli venne realizzato un presepio in cioccolato: una vera opera d’arte, larga 24 metri e alta più di 3! * Nel 2002 a Cagliari venne realizzata la scacchiera di cioccolato più grande del mondo. 64 riquadri di 9 kg ciascuno. 24 pedine di 8 kg. …Peso totale: 800 kg! Cioccolato & Nazioni… * Gli inglesi amano le specialità molto zuccherate, col caramello e la menta. Gli spagnoli impazziscono per la cioccolata in tazza, i belgi per il cioccolato ripieno. * Il Massachusetts è la culla del cioccolato a stelle e strisce: fu proprio qui che nacque la prima fabbrica di cioccolato degli Usa. * L’Italia è al XII posto per consumo di cioccolato, ma ben al IV per produzione. Cioccolato & Ambiente… In Inghilterra è stato sperimentato un innovativo carburante a base di…cioccolato! Un industria dolciaria inglese ha infatti offerto quattro tonnellate di cacao, da cui sono stati ricavati 2000 litri di carburante, formato da una miscela di acidi grassi dell’olio vegetale e di alcol ricavato dal burro di cacao. Due ambientalisti inglesi sono addirittura partiti nel novembre 2007 per Timbuktu a bordo di un fuoristrada alimentato a biodisel di cacao! Non ho trovato alcun accenno al loro ritorno, ma, in ogni caso, l’impianto di sperimentazione di questo nuovo carburante è stato donato alla stato del Mali. Lo sapete quali sono i maggiori produttori di cioccolato al mondo? Eccoli qui: Costa d’Avorio e Brasile. Ma sembra che non se la cavino male nemmeno Messico e Venezuela, da cui sarebbe originaria la pianta del cacao. E lo sapevate che esiste anche una giornata del cacao?? Dal 2005 è il 12 ottobre! Ambito medico… Siete ciocotossici? Scherzi a parte, questa è una vera e propria malattia! Provate a controllare se consumate quantità di cioccolato 4/5 volte superiore alla media, fino a toccare punte di 800/1000 gr a settimana (50 kg l’anno)! Se si, meglio se consultiate uno specialista:) 8 Ed ecco i più importanti musei europei sul cioccolato… Musée de chocolat jacques Barry - Callebaut Belgium, Rue de l’industrie 16, B-4700 EUPEN. www.chocojacques.be/fr Le musée du chocolat di Biarritz 14, avenue Beau Rivale, 64200 Biarritz (Francia). www.lemuseeduchocolat.com Museo Natica Norba, via Capo dell’Acqua 1, 04010 Norma (LT), Italia. Il primo museo del cioccolato, nato in Italia nel 1995. Chocolat Al prose www.alprose.ch Museo Xocolata Barcellona, Antiguo Convento si San Agustin, Commerc 36 Barcellona (Spagna). SA, via Rompada 36, 6987 Casiano-Lugano, Switzerland. Elena È vero che... I MITI DEL CIOCCOLATO Intanto, quali sostanze contiene il cioccolato? Più di trecento e le più rilevanti fra queste sono: anandamide, arginino, epicatechina, istamina, magnesio, feniletilamina, polifenoli, salsolinolo, serotonina, teobromina, triptofano, tiratina, vitamine. una vera e propria miniera di tesori naturali! E’ vero che fa venire i brufoli? No, non è provato, nonostante si siano condotti molti studi, non si sono mai trovati legami fra i brufoli ed un qualsiasi alimento. E’ vero che i grassi e gli zuccheri sono nemici della pelle, ma gli studi effettuati da parte di dermatologi e dietologi su campioni di “volontari” costretti a mangiare cioccolato, non hanno dimostrato l’insorgere di questi spiacevoli in estetismi cutanei! È vero che è un afrodisiaco? Si, secondo alcuni studi, ma non è appurato scientificamente. Vi sono sostanze di tipo afrodisiaco nel peperoncino, nelle ostriche, nei crostacei, nel tartufo e persino nella polenta, in quanto contengono particolari molecole, precursori chimici dell’innamoramento, presenti anche nel cioccolato. In verità, e questo è specificato dagli esperti, per ottenere l’effetto sperato, bisognerebbe ingurgitare in gran quantità questi cibi: soltanto così, infatti, può alzarsi il livello della dopamina nel nostro cervello. È vero che è un antiossidante e che può sconfiggere i radicali liberi? Si, è un aiuto. I radicali liberi sono le molecole che producono un invecchiamento precoce, agendo in modo distruttivo sulle cellule, ossidando il nostro organismo. E’ stato dimostrato che persone sane, che avevano mangiato quotidianamente per due settimane una piccola quantità di cioccolato fondente, ne hanno tratto sostanziali benefici per la funzione arteriosa. Il cacao è ricco di flavonoidi con proprietà antiossidanti e i migliori risultati si ottengono, proprio, quando la tavoletta contiene una percentuale di cacao superiore al 70%. È vero che fa bene all’umore? Si. In tutta la sua storia sono sempre state considerate positivamente le proprietà toniche che il cacao può offrire all’organismo umano; le sostanze che contiene possono indurre, infatti, un miglioramento dell’umore. La presenza di serotonina(ormone dell’umore, che procura sensazioni di benessere e appagamento), sebbene in concentrazioni modeste, è interessante, perché può fornire la spiegazione del frequente ricorso al consumo di prodotti dolciari a base di cacao, specie in quei soggetti che tendono a frequenti alterazioni dell’umore. È vero che può sostituire un tranquillante? Si, in certe condizioni. La serotonina è un neurotrasmettitore che regola l’umore. Anche il nostro organismo produce autonomamente serotonina, partendo dal triptofano, un aminoacido che è presente in molti alimenti. Il cioccolato può essere considerato tra i principali protagonisti della “self-medication” da parte di chi è affetto da depressione premestruale o stagionale: è proprio la serotonina, infatti, che riesce a placare l’ansia producendo gli stessi effetti indotti dai farmaci. 9 È vero che ha effetti stimolanti? Si. Il suo nome deriva, appunto, da Teobroma Cacao, come venne battezzata la pianta da Linneo nel XVIII secolo. La teobromina è uno stimolante, meno dannoso della caffeina, che in una tavoletta di cioccolato fondente da 100g è presente tre volte di più che in una barretta al latte. E’ una sostanza che agisce sul sistema nervoso e migliora, anche, il sistema muscolare: la sua particolarità, infatti, è di agire come rilassante del tessuto muscolare liscio, per cui non causa l’effetto prima stimolante e poi depressivo dei caffè e dei tè forti. È vero che è un eccitante, come il caffè? Si, anche se la percentuale di caffeina presente nel cacao è un decimo di quella contenuta dal caffè. Sotto l’effetto della caffeina i nostri neuroni si attivano più velocemente, mentre nel cervello viene rilasciato un surplus di dopamina, con la conseguenza di ottenere una sferzata di energia. Ma non ci sono “controindicazioni” su quanto mangiare il cioccolato: questo perché le tracce di caffeina presenti sono pressoché insignificanti, e spesso confuse con un altro alcaloide presente in maggiori quantità, la teobromina, che è un rilassante e non provoca quell’effetto di crollo post-caffeina. È vero che fa ingrassare? Si e no, dipende dalla quantità. “Non vi sono sostanze tossiche, soltanto dosi tossiche” ha scritto Paracelo: in effetti, questo si adegua, perfettamente, al cioccolato. Il medico francese Montignac distingue la popolazione in tre categorie: -i magri, che possono mangiare cioccolato a volontà, cercando di scegliere quello con la percentuale meno alta di zucchero; -gli obesi, che devono fare molta attenzione; per loro, infatti, è meglio raggiungere il peso forma e poi reintrodurlo nella dieta, -i dimagriti, se per loro il recisero del peso forma è avvenuto in modo corretto, la secrezione dell’insulina da parte del pancreas non avverrà più in modo anarchico ed una modica quantità non ne danneggerà il mantenimento. Le calorie presenti in 100g di cioccolato sono: - fondente: 545 Kcal - al latte: 568 Kcal - gianduia: 510 Kcal È vero che fa male hai cani e hai gatti? Si, per loro è tossico. Lo spiegano i veterinari e gli esperti: la teobromina è dannosa per cani, gatti, cavalli e in genere per gli animali domestici. Nel cane, in particolare, tale molecola viene eliminata molto più lentamente rispetto all’uomo ed a altri mammiferi: può, infatti, arrecare gravi disturbi per il cuore. La teobromina è un alcaloide che è contenuto in alte percentuali nel cioccolato: questa agisce sul cuore degli animali provocando aritmia e tachicardia, oltre a nervosismo ed irritabilità.. È vero che può aiutare a ridurre il colesterolo? Si, sia la polvere di cacao sia il cioccolato fondente possono aiutare a ridurre il tasso di colesterolo nel sangue fino al 10%. Questo è possibile perché il cioccolato è ricco di polifenoli, che hanno una buona azione antiossidante. Cento grammi di cioccolato fondente al giorno abbassano la pressione sanguigna e diminuiscono di un quinto il pericolo di essere colpiti da infarto. Nel 2004 è stato pubblicato uno studio sul “British Medical Journal” che consigliava una dieta miracolosa per ridurre i rischi di infarto ed allungare la vita, basata su questi cibi: pesce, aglio, verdure, frutta, mandorle, cioccolato fondente ed un bicchiere di vino. La quantità di colesterolo contenuta in 100g di cioccolato è la seguente: - fondente: 0 - al latte: 16 - gianduia: 16 E’ vero che combatte i problemi cardiaci? Si, grazie all’epicatechina, un flavonoide del cacao contenuto anche nel tè, con un’efficace azione anti-aterosclerotica e rilassante delle pareti dei vasi sanguigni. La sostanza è stata individuata grazie ad una ricerca effettuata su un gruppo di volontari a cui sono state somministrate bevande speciali, dove in alcune vi era il cioccolato con l’epicatechina, mentre in altre era assente. I risultati dei test hanno messa in evidenza che soltanto chi ha potuto gustare il vero cacao ha avuto positivi effetti sul cuore, quali una diminuzione della pressione sistolica troppo alta. È vero che li può mangiare chi ha la glicemia alta? No. E’ una delle poche eccezioni, in quanto chi soffre di diabete ed è anche obeso, deve evitare gli alimenti che offrono zuccheri a rapido assorbimento, come i dolci. Si sa, però, che il fondente ha una percentuale più bassa di zucchero e che esistono tavolette prodotte con dolcificante, anche se dal sapore deludente. È vero che provoca assuefazione come una droga? No, nonostante si senta dire che la cioccolata è una droga, le sostanze contenute nel cacao non provocano dipendenza. E’ vero che nel cioccolato è presente l’anandamide, sostanza che provoca dipendenza, ma per ottenere un effetto droga, la sua concentrazione dovrebbe essere centomila volta superiore alla quantità presente. E’ vero che piace di più alle donne? Si; molte ricerche, infatti, oltre all’esperienza quotidiana, ci dicono che esiste un rapporto privilegiato fra donne e cioccolato. Questo perché il cervello femminile, avendo un maggiore equilibrio fra emisfero sinistro e destro, cioè quello che coglie sfumature e complessità, è in maggiore sintonia con il cioccolato, un cibo ricco, complesso, dalla personalità poliedrica. Dicono che si possano distinguere quattro tipologie di consumatrici di cioccolato: - le sportive, donne che vivono il cioccolato come utilità e socialità - le compensative, donne che vivono il cioccolato come utilità ed individualità - le ablative, le donne che vivono il cioccolato come piacere e socialità 10 - le passionali, le donne che vivono il cioccolato come piacere e socialità E’ vero che provoca mal di testa? Dipende. L’emicrania è un disturbo fastidioso, che spesso viene confuso con una cefalea o con altri malesseri derivati da pressione arteriosa alta, tensione, stress, ansia. Il mal di testa può essere provocato da una tavoletta soltanto dai soggetti allergici alla tiratina, una sostanza presente, anche, in molti formaggi stagionati e che nell’organismo sano viene ossidata e diviene inattiva, grazie all’azione di un enzima. È vero che può aiutare in caso di affaticamento e dare piacere? Forse si. Sulla quantità esatta di questa molecola presente nel cioccolato non vi è concordanza fra esperti. Ha una struttura molto simile alle anfetamine, delle quali condivide gli effetti sul cervello perché si lega agli stessi recettori celebrali; dovrebbe essere, infatti, la responsabile di quel senso di godimento che si prova deliziandosi con praline e napolitaines. Anche quando scatta l’innamoramento produciamo feniletilamina, ed appunto questo viene sempre ricordato per sostenere gli aspetti afrodisiaci del cioccolato. E’ vero che protegge le arterie? Probabilmente si. Cacao e cioccolato hanno un elevato contenuto di flavonoidi, cioè composti vegetali presenti nel tè, nel vino, nella frutta ed in molti legumi. Secondo diversi studi scientifici hanno effetti positivi sulla salute e nella riduzione del rischio di malattie croniche, comprese le malattie cardiache ed il cancro. Tali composti si sono rivelati anche efficaci antiossidanti: è dimostrato, infatti, che dopo l’assunzione di cioccolato si verifica, non solo, un incremento di quest’ultimi nel sangue, ma anche variazioni su componenti che riguardano il trasporto del sangue. È vero che aiuta la memoria? Pare di si. Secondo una ricerca, il cioccolato migliora tutte le performance celebrali, agendo già 15 minuti dopo averlo ingerito. Una barretta da 85g migliora la memoria visiva e verbale, i tempi di reazione, l’attenzione, la capacità di risolvere i problemi ed il controllo degli impulsi: pare, infatti, che sia una sorta di toccasana anche per la mente. Caffeina, teobromina e feniletilamina, contenute nel cioccolato, sono sostanze stimolanti che aumentano la soglia di attenzione, la reattività ed il controllo degli impulsi, migliorando di gran lunga i tempi di reazione. Elena …quando il cioccolato diventa arte Un Sabato qualunque. Una giornata apparentemente normale: scuola, poi pranzo in famiglia e un breve momento di relax seduto sul divano. Avevo, però, un obiettivo per il pomeriggio: dovevo andare ad acquistare un libro da leggere. Come al solito, mi reco alla libreria Al segno a Portogruaro, ma, brutta notizia! Il libro che cercavo era terminato! “Che ne dici se andiamo fino a Pordenone, alla libreria in centro, quella grande?”, mi chiese mio papà. “Sicuro?! È tanta strada da qui! E poi non ho una gran voglia di andare perché ormai è tardi”. Erano già passate le cinque, ma, alla fine, ho desistito e sono partito per Pordenone. Voi direte:”Che cosa c’entra tutta questa premessa con il titolo?”. Mah… Forse era proprio un segno del destino che io dovessi imbattermi in un luogo tanto fuori dal comune, quanto straordinario. Dopo una affannosa ricerca del libro che cercavo e dopo aver girovagato per questa enorme libreria che si sviluppa su due piani (La commessa non era stata in grado di darmi una mano) mi venne un improvviso lampo, non so di quale natura, e dissi tra me e me:”Mi ricordo che qui a Pordenone dev’esserci un locale dove servono esclusivamente cioccolata! Magari posso farci una visitina e comprare qualche cioccolatino!”. In quel momento mi ritornò in mente che un amico di mio papà, che è proprietario di un ristorante, aveva organizzato una serata a tema proprio con il padrone di questa insolita pasticceria pordenonese. “Allora andiamo! Chissà che cosa mi aspetterà…”. Camminai “a sbrindolone”, come dice la mia cara amica Sara, che chi fa parte della Rete di Solidarietà conosce, lungo Corso Vittorio Emanuele, il viale principale del 11 Centro Storico. “Dove sarà?! Non mi sono mica perso?!”. Sicuramente no, perché non ero andato molto lontano. Poi, all’improvviso:”O mio Dio!”. Che cosa era successo? Lo scoprirete nella prossima puntata di… no, no, questa roba è troppo da Beautiful. Una vetrina luminosa, sfavillante, risplendente di una luce quasi accecante mi costrinse a rimanere incantato quasi come una bambola nel bel mezzo del viale lastricato. Beh? Una vetrina illuminata può ammaliare chiunque, anche se appartenesse ad un negozio di vestiti. Eppure questa aveva qualcosa di così tanto speciale, che, almeno credo, nessuno abbia potuto vedere una cosa di questo genere: un vestito lungo, credo di stile Sette – Ottocentesco, interamente composto di cioccolata!! “Come è possibile realizzare una vera e propria scultura solamente con del cioccolato?”. Sicuramente è necessaria un’ottima abilità di maestro cioccolataio… Che scoperta! Non ci vuole mica un genio per rispondere a questa domanda da un milione di dollari! Certo, ma quando poi ti ritrovi anche delle ballerine di vera cioccolata, vieni immerso in un universo quasi parallelo in cui incominci a vedere tutto di cioccolata: dalle persone che ti passano accanto agli abiti che indossa, dagli edifici alla strada. Dopo essere rimasto invasato in questo “dolce” mondo per quasi cinque minuti, decisi di entrare per acquistare i miei famigerati cioccolatini. Vuuu, porta scorrevole. Faccio un solo passo e… “Ho sbagliato epoca?! Sono ancora nel Novembre 2008?!”. Sì, sì: era tutto vero! Eppure stentavo a crederci… Mi sembrava di essere all’interno dei caffè, sì, di quei locali che spopolavano nel Settecento e Ottocento, in particolare in Francia, in cui si soleva chiacchierare con gli amici, discutere delle questioni più disparate sorseggiando un’ottima tazza di caffè o di cacao. Sono proprio questi caffè in cui si diffusero le dottrine filosofiche dell’Illuminismo e si incominciarono pian piano ad avvertire i primi presagi della Rivoluzione che avrebbe sconvolto la patria di re Luigi XIV. Senza dubbio, gli anni della Rivoluzione sono passati, ma, entrando in questo locale, si ha la sensazione di trovare intorno a sé uomini che indossano quei tradizionali parrucconi riccioluti dell’epoca. Una delle prime caratteristiche che colpiscono è, senza dubbio, l’arredamento: il bancone a destra, che accoglie, pensate un po’, un centinaio tra mignon e pasticcini secchi, sembra simile a quello di uno speziale: altissimo, intarsiato in stile viennese e mastodontico. Ma l’attenzione si concentra tutta sulla parte sinistra del corridoio centrale: un espositore colmo di barrette di cioccolato al latte, fondente e aromatizzato nei modi più fantasiosi (Cioccolato alla liquirizia, al rabarbaro, alla menta, all’arancia e a molti altri ingredienti particolari e speciali). “Comprami! Comprami!”, sembrava quasi che dicessero le barrette tutte collocate ordinatamente nello scaffale. Ma, ecco apparire l’oggetto del mio desiderio: un’ampia vetrina moderna, lunga quattro metri, in cui sono esposte una cinquantina di diverse praline. “Non sarà mica un luogo troppo da nobili? Guarda come sono conciato!”. Stavo morendo di caldo, ero grondante di sudore dopo aver ricercato il famigerato libro per quasi mezz’ora e non mi pareva il caso di presentarmi in questo stato in un ambiente così “elitario”. Invece, le signorine al bancone sono state molto cordiali e gentili nell’orientarmi nella scelta di queste deliziose praline (Anche se non le ho assaggiate tutte, sono sicuro che tutte sono squisite!). La scelta fu davvero difficile: ogni cioccolatino aveva un aspetto fantastico ed ognuno era composto da ingredienti particolari e ogni tipo di cacao proveniva da una diversa area geografica: Giava, Brasile, Amazzonia e chi 12 più ne ha, più ne metta… Non mi sono addentrato oltre nel locale, ma ho letto che ci sono diverse sale (Vedi foto in alto a destra), quella che ospita tazzine da collezione, mobili e lampadari antichi e anche una meravigliosa fontana alta un metro e 80, con ben quattro ugelli in cui circolano continuamente 35 chili di cioccolato fondente… Da paura! Sono proprio curioso di vederla! Comunque, per il momento, quello che ho visto quel Sabato mi ha proprio rasserenato e mi sono proprio, come si dice dalle mie parti, “rifatto gli occhi” dalla “squisitezza” e dalla fantasia di questo mondo speciale immerso nella cittadina di Pordenone! E tutto questo grazie alla cura e all’ingegno di maestro Giuseppe Faggiotto, che potete ammirare nella foto qui accanto! Soddisfatti? O meglio, deliziati? Spero di sì. Con questo mio articolo, in ogni caso, non ho voluto pubblicizzare il locale, ma ho voluto dirvi come basta avere pazienza, cura, ingegno e creatività per rendere speciali anche le piccole cose come il cioccolato! A presto! Bucoz INTERVISTA DOPPIA …quando si parla di… Deliberatamente tratto dall’intervista ai professori Valenti e Fontanella Prof. Valenti Prof. Fontanella Domanda di prassi… le piace il cioccolato? Si,100% Si, dai… A beneficio di molti servili studenti…qual è il suo tipo di cioccolata preferito? Al latte… Mnnn…al latte In genere, meglio dolce, amaro o amarissimo? Dolce come…il cioccolato ☺ Dolce, ovvio Secondo lei…è vera la credenza che il cioccolato dà il buon umore? Si, dai, abbastanza… No, sono uno scettico IO Allora immagino che eviti accuratamente di mangiarne prima delle lezioni… Anzi, sempre, per essere buono con i miei studenti… Anzi…uno scettico convinto!!! Avete mai avuto giorni “no” in cui vi siete rifugiati nel cioccolato? Sinceramente no… Si, troppe delusioni nella mia vita… Da piccoli avete mai mangiato cioccolato di nascosto? Non ne avevo motivo, quindi…per la cronaca… 13 sono sempre stato un bambino angelico, IO… No, di nascosto io MAI Ha mai preso una cioccolata calda assieme ad uno studente? No, con uno studente…e chi ci tiene! Scherzo dai… No… con una studentessa, magari! Crede nel potere del cioccolato come afrodisiaco? Non tanto... d'altronde io sono uno scientifico… mica è provata la cosa!!! No…e vi sembro il tipo?!? Meglio un 2 ad uno studente o due tavolette di cioccolato a colazione? Sicuramente 2 tavolette di cioccolato, anche di più… Due tavolette… almeno per la versione pubblica!!! Silvia e Arianna LA MAGIA DEL CIOCCOLATO In tazza, in tavolette, barrette, ripieno: il cioccolato come base per dolci ma soprattutto ingrediente per favolose ricette culinarie e…artistiche!!! Il cioccolato, infatti, è un incredibile unione di gusti e profumi, ottimo per dare quel tocco di fascino in più a film e libri. Basta citare il famoso Willy Wonka o il più dolce film Chocolat per rendersi conto di quanto abbia influenzato scrittori e registi. Il cioccolato, oltre a essere un buonissimo dolce, è infatti l’ingrediente principale di questi film e libri, che non hanno solo lo scopo di intrattenere ma anche quello di fantasticare e di scoprire gusti nuovi; infatti i protagonisti di queste due storie, entrambi cioccolatieri, non producono cioccolato per scopi economici, ma per passione e voglia di esprimersi in mille modi: come, per esempio, la fantasia di Vienne, la protagonista di Chocolat, intenta a preparare paradisiache vetrine che mostrano ogni sorta di forma e gusto di cioccolata. O come la creazione della cascata, che secondo Willy Wonka rende il cioccolato più morbido e gustoso. Ma perché proprio il cioccolato come soggetto? Beh, vi è mai capitato di sognare cioccolatini, torte, o insomma un mondo pieno di cioccolato? Probabilmente questo è successo anche ai registi e agli scrittori che hanno sviluppato una storia proprio su questi dolci, divertendosi a creare, come i protagonisti, nuove straordinarie idee. Questo è il loro frutto, e forse anche noi potremmo inventare una storia come hanno fatto loro, ma intanto accontentiamoci di leggere e vedere le loro storie e…magari…mangiando un po’ di cioccolato… Virginia Ambrosio REGALARE CIOCCOLATINI…CON CLASSE! Le prime semplici regole per donare una scatola di cioccolatini Quando si regala una scatola di cioccolatini si usa un vero e proprio linguaggio speciale! 14 È come se si dicesse a chi riceve il regalo “”Ti regalo un simbolo di dolcezza, di benevolenza, di protezione. Dentro questo simbolo ci ho messo ci ho messo qualcosa di raffinato e delicato, utilizzando il quale potrai consolarti se sei triste, aumentare la tua energia se sei stanco, tranquillizzarti se sei preoccupato…” Vi sono addirittura delle analisi psicologiche relative al tipo di scatola di cioccolatini acquistata! Qualche piccolo esempio… * Regalare una scatola rettangolare significa sottolineare l’importanza e l’autorevolezza di chi la riceve. * Offrire una scatola quadrata vuol dire sottolineare le doti di onestà, chiarezza, integrità e moralità sia di chi dona sia di chi riceve. * Con una scatola rotonda si auspica che il rapporto di amicizia e affetto tra chi dona e chi riceve duri all’infinito. * Donare una scatola a forma di ottagono significa cercare di sottolineare una novità o un cambiamento, un’evoluzione nella situazione, nella relazione, in chi dona e in chi riceve.. * Regalare ad una donna cioccolatini in una scatola a forma di cuore sottintende un chiaro messaggio d’amore. * Si regala un cubo di cioccolatini ad una persona che si ammira e di cui si riconosce l’autorità. * Il tubo o cilindro consente di fare un regalo simpatico, che segnala attivismo ed intraprendenza e permette di fare un regalo simpatico senza “sbilanciarsi troppo”. Elena Quel pazzo Allevi… Giovanni Allevi è così come lo vedi, come lo senti: semplicemente unico. Con questo non voglio dire che sia un artista semplice, anzi (quale artista lo è, del resto?): dietro la sua musica si cela una persona tutt’altro che semplice e comune: la sua è una mente contorta, ma contorta forte, di quelle menti geniali che non riesci a modificare nemmeno di un briciolo, in cui è impossibile alcun tipo di intervento; è uno di quei cervelli straordinari e ineguagliabili che pensano in un modo e quello è, che hanno una loro precisa visione del tutto, e per quanto loro stessi riconoscano la loro natura eccezionale, anomala rispetto a quella di tutti gli altri cervelli e menti umane, non si curano della loro diversità, ma ne fanno tesoro. Una delle stranezze che caratterizzano questo pazzo artista è il fatto che prima di ogni concerto debba necessariamente mangiare una fetta di torta al cioccolato, come se questo irrinunciabile rito valesse a conferirgli un non so che di straordinario, di unico e di ineguagliabile. Quando però si siede sullo sgabello e dà voce al primo tasto, tali straordinarietà e unicità non appartengono più al suo carattere soltanto, ma da modi di essere della sua persona diventano espressione di una musica che solo lui sa creare. La prima volta che ho riconosciuto “le sue dita” è stata in televisione, durante la pubblicità della nuova Fiat 500. La cosa che aveva destato la mia attenzione era il suono, indubbiamente di pianoforte. Ma prestando più attenzione mi rendevo conto di ricordare quelle note, quella melodia dolce e fluente: era “Come sei veramente”! La mia passione per questo artista è cresciuta a dismisura, tanto che questa estate mi è stata offerta su un piatto 15 d’argento l’occasione di assistere ad un suo concerto in cui avrebbe promosso il nuovo album, Evolution. Come sono uscita da quell’arena, con quale emozione nel cuore, con che melodia nella testa, con che adrenalina nelle dita, è uno di quei ricordi che faticherò a dimenticare. La sua musica è talmente spontanea, concreta e vicina da essere apprezzata anche da persone che di musica ne sanno poco: è questo il segreto del suo successo, il saper toccare ciascun ascoltatore indifferentemente, avere la capacità di trasmettere dalla più fievole alla più divampante emozione, senza travolgere l’ascoltatore, ma sorprendendolo con dolcezza. Giovanni Allevi, già maestro di se stesso nella musica, si racconta anche in un libro, “La musica in testa”, in cui tratteggia la sua vita di filosofo e di musicista, dal momento in cui, bambino, si è improvvisamente trovato a servizio della musica… Sino ad ora, uomo, in cui continua imperterrito ad obbedire alla “strega capricciosa che ha monopolizzato la sua vita e che gli chiede una dedizione assoluta”. Devo dire la verità: io il libro non l’ho letto. Me lo prometto sempre e sempre rimando il proposito. Come l’altro giorno, quando lo guardavo, lo giravo e rigiravo fra le mani, lo leggicchiavo qua e là, confusamente, avendo quasi paura di sciuparlo e di dissolvere così il suo contenuto. Ma della sua musica no, di quella non ho timore: mi segue in qualunque posto e in qualunque momento ha un preciso significato, un particolare messaggio da comunicarmi. Vicinanza, sensibilità, leggerezza: è questo che mi trasmettono le “13 dita” di Giovanni Allevi, che corrono e scorrono fra i tasti in un’infinita ricerca della musica perfetta. Letizia Poser A.A.A. AFORISMI CERCASI Perché dovrei innamorarmi? So bene quello che valgono gli uomini. So bene quello che valgono le donne. I cioccolatini, sono molto meglio. John Cowper Powys Chiunque abbia bevuto una tazza di cioccolato resiste a una giornata di viaggio. Johann Wolfang Goethe Il caffè bestemmiando e la cioccolata sorseggiando. Detto popolare Il cioccolato deve essere preso bollente, seduti e spettegolando. Anonima dama spagnola del XVII secolo La fava del cacao è un fenomeno che la natura non ha più ripetuto. Non si sono mai trovate tante qualità riunite in un solo frutto così piccolo. Alexander Humbold Che cos’è la salute? La salute è il cioccolato… Anthelme Brillat-Savarin Come? Lei non ha mai sentito parlare della Sacher Torte? E continuiamo così. Facciamoci del male! Nanni Moretti Il cioccolato non è un privilegio: ma un diritto. Come tale deve essere fornito, e quindi essere disponibile, come un vero e proprio servizio in ogni stato, in ogni comunità, in ogni isolato. Sandra Boynton 16 Il tabacco può uccidere, la cioccolata no. Fidel Castro Gli uomini sono come il cioccolato. All'inizio sono tutti dolcissimi ma poi salta sempre fuori un retrogusto amaro. Per fortuna ci sono anche quelli affidabili come i gianduiotti: non deludono neanche dopo una scorpacciata. Tina Grube (scrittrice tedesca) Gli uomini si possono suddividere in due categorie: quelli a cui piace il cioccolato e quelli che non vogliono ammetterlo. Anonimo Anche se ad una mucca dai da bere del cacao non ne mungerai cioccolata. Anonimo L'estasi e' trovare un secondo strato di cioccolatini sotto il primo. Anonimo Dicono che la cioccolata sostituisca il sesso in molte funzioni chimiche cerebrali. Non sapevo di aver fatto sesso così tanto... Guru Ho perso la testa un giorno solo, per dei quadretti neri incrostati di nocciole, per un Rocher ripieno d'aroma d'arancio, per delle barrette di cioccolato alle mandorle e al pistacchio. Sonia Rykiel, stilista Ciò di cui ho davvero bisogno è questo amore ma un pezzo di cioccolato prima e dopo, non stona! Lucy Van Pelt in Peannuts, di Charles M.Schulz Legge di Murphy: Se le regali dei cioccolatini è a dieta. Se le regali dei fiori è allergica. Ho imparato a conoscere i due unici rimedi contro il dolore la tristezza le paturnie e piaghe simili del cuore umano: essi sono la cioccolata e il tempo; per cioccolata intendo ogni specie di cibo dolce o anche, nei casi meno gravi, non dolce. Voglio dire che quando ci si sente tristi e addolorati ecc. basta mangiare un po' di cioccolata o aspettare un po' di tempo perché tutto si metta matematicamente a bene. Tommaso Landolfi In battaglia a cosa servono le cartucce? Io preferisco portarmi dietro della cioccolata. George Bernard Shaw Il mondo - secondo Socrate, il nonno di Margherita - si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato quelli che non hanno il pane. Stefano Benni, scrittore “Preferisci i cioccolatini o le caramelle?". "Beh, scarterei le caramelle…". Alessandro Bergonzoni I piu' bei versi d'amore possono servire a conquistare una donna o a fasciare cioccolatini. Fabio Fazio È d’inarrivabile sapore, che sfiora l’assoluto. Leonardo Sciascia La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. Forrest Gump Elè & Giulì 17 Diario di una Bridget Jones venexiana Di Laura Geretto Caro diario, dato che sei nuovo di pallino e già destinato ad essere ignaro ascoltatore delle mie avventure, mi sembra giusto presentarmi. Il mio nome non è importante, ma è chi sono che conta: sono una studentessa dell'ultimo anno di liceo classico al Marconi, una scuola apparentemente simile ad altre, ma per fortuna non ce ne sono altre così, anche perché sennò la Gelmini si potrebbe sparare un colpo dalla disperazione! Molti dicono che son cresciuta a pane e Sex and the City, una vera e propria fornace di doppi sensi, nonché Bridget Jones di casa nostra... Una vera sfigata in amore fino a prima di conoscere la mia dolce metà! Mentre scrivo queste righe alla tv trasmettono per la trentesima volta Forrest Gump: se c'è una cosa che mi piace di questo film è la frase “La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita!”. Ok, messa così fa pena quasi quanto il personaggio che la dice, ma più ci penso e più mi convinco che non c'è cosa più vera: ci sono infatti giorni che assomigliano a cioccolatini fondenti, che ci avvolgono con il loro gusto deciso ma mai scontato; ci sono poi quelli che invece assomigliano a cioccolatini al latte, che tirano fuori il nostro lato più dolce e amorevole… Ma ci sono dei giorni che preferisco sopra ogni cosa: quelli di cioccolato al peperoncino! Sono quei giorni dal gusto inimitabile, quelli che vuoi e riesci a vivere veramente a pieno, quelli in cui ti senti una forza della natura e senti come tuo personale sottofondo musicale Freddie Mercury che canta “Don't stop me now” perché nessuno ti può stoppare, non ora! Chi non apprezza dei giorni simili, bisognerebbe infatti essere pazzi per non apprezzarli! L'ultima volta che ho provato una cosa simile? Ovviamente alla festa del mio 18esimo compleanno! Se c'è una cosa che fin da piccola sapevo sarebbe stata indimenticabile era proprio la festa per i miei 18 anni! Lo so che quello che dico potrebbe essere discutibile o diseducativo, ma sfido chiunque a venirmelo a dire in faccia. Quella sera avevo la persona che amo e tutti i miei amici con me, ed era destinata a diventare una serata indimenticabile. Dopo i primi due giri di spumante in ristorante, assorbiti, si fa per dire, dal mio primo tiramisù, leggermente troppo alcolico, ci siamo spostati al bowling e là fra continui tiri storti dovuti all'ebbrezza (sembrava stessimo girando lo spot del Pampero!) e alle risate da piegarsi in due...ma perché ti racconto ciò? Perché quella serata è stata la serata al cioccolato al peperoncino che non dimenticherò mai, e non per l’alcool o perché il mio compleanno: ma perché a renderla speciale c’erano tutti coloro a cui tengo di più! Certo non so nemmeno rinunciare ai cioccolatini al latte che la vita mi riserva, momenti in cui riesco a tirar fuori la parte più dolce di me, per esempio quando sono con il mio ragazzo e si ride e ci si diverte a prendersi in giro e a farsi dispetti, e ci si ama... per non parlare poi di quando mi capita di passare serate con le amiche: vi potranno confermare che oltre ad essere una pazza scatenata, sono anche capace di momenti di vera tenerezza e serietà, che a volte sorprendono (e sorprendono pure me), piacevolmente ma sorprendono! E non può non venirmi un po’ di malinconia se ripenso a proposito di questi momenti a quando quest'estate fra il lavoro e le uscite con il mio ragazzo non rinunciavo mai a trovarmi con la mia migliore amica per andare a chiacchierare in fondo al faro, a guardare il mare e ridere e scherzare e parlare di come tutto sarebbe dovuto restare uguale anche dopo che lei avesse iniziato l'università... a illudersi perché no! Ogni tanto fa bene illudersi... ma fra tutti questi cioccolatini a volte capitano anche quelli amari, quelli che li mandi giù a forza e che lo stesso ti lasciano in bocca il gusto del male che ti hanno fatto e degli imprevisti che ti hanno cambiato progetti e desideri... forse solo per questi non vale la pena essere noi a scegliere la nostra scatola di cioccolatini, e quindi potrei arrendermi e affidare la mia sorte a qualcuno o qualcosa più grande di me, e vivere quindi in sordina perché quello che mi capita non l'ho voluto o scelto io… potrei, ma c'è un problema: mi piace troppo l'arena! Mi piace troppo essere io a lanciare i dadi della mia vita, essere io a decidere se testa o croce, quale cioccolatino prendere dalla scatola per ogni mio giorno...questa è la mia arena, questi i miei desideri per il mio futuro: vivere da protagonista ogni mio giorno! Per poi potermi sedere un giorno su una panchina bianca 18 alla fermata di una migliore che avessi potuto scegliere! La torta della nonna - cioccolato e mele Ingredienti: - 150 g di cioccolato fondente; - 100 g di burro; - 200 g di zucchero; - Uno yogurt da 125 g; - 80 g di latte; - Tre uova; - Una bustina di vanillina; - 300 g di farina “00”; - Un pizzico di sale; - Una bustina di lievito per dolci; - Tre mele; - Zucchero a velo quanto basta. BY GIULÌ Svolgimento: Grattugiate tutto il cioccolato fondente. In una ciotola lavorate il burro, il cioccolato grattugiato, lo zucchero, lo yogurt, il latte, le uova e una bustina di vanillina. Quindi unite la farina, un pizzico di sale e aggiungete una bustina di lievito per dolci. Lavorate il tutto per almeno tre minuti fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo. Sbucciate tre mele, tagliatele a pezzettini non troppo piccoli e inseriteli nell’impasto. Cuocere in forno caldo a 170° C per circa 50 minuti. Servite la torta spolverandola con lo zucchero a velo. Il fango di Parigi Ingredienti: - 200 g di amaretti; - 6 cucchiai di cacao amaro; - 6 cucchiai abbondanti di zucchero; - 6 cucchiai scarsi di farina; - 6 bicchieri di latte (circa un litro); - 250 g di panna da montare; - Rum e alchermes quanto basta. Svolgimento: Per il budino: in una pentola mescolate bene il cacao e lo zucchero; unite la farina e il latte senza grumi; cuocete finché si infittisce. Dopo di che, bagnate gli amaretti con il rum e l’alchermes e poneteli in una pirofila e versateci sopra il budino. Alternate strati di amaretti a strati di budino. Montate la panna e quando il composto sarà freddo, coprite il tutto con fiocchi di panna e decorate con una siringa. PER ESSERE COME IL CIOCCOLATO LA SCUOLA DOVREBBE ESSERE… Maria Eugenia & Valentina Meno studio DESIDERI: Meno compiti Professori/esse più giovani Più senza interrogazioni né tardi verifiche Iniziare la mattina più NienteRicoperta compiti durante le vacanze di cioccolato Più feste 2 N. DI PERSONE: 34 22 42 4 19 Come vorreste che fosse la scuola per essere più bella e per piacere tanto??? Ecco alcune statistiche di come dovrebbe essere secondo la IV ginnasio MATTIA SCAVO E DAVID ANZOLIN PRESENTANO IL CIRCOLO DI MECENATE vivere il passato…capire il presente. EDITORIALE Se, come molti, avete già letto la nostra rubrica, bentornati, se non l’avete mai letta, benvenuti. Il Circolo di Mecenate, anche quest’anno, occupa il solito spazio all’interno dello Svegliarino, e noi, fiduciosi del nostro obiettivo, continueremo a seguire le orme dei nostri predecessori. In questo numero tratteremo dei due più grandi strateghi dell’antichità, che hanno cambiato, con le loro memorabili gesta, il corso della nostra storia: ci riferiamo, in particolare, al macedone Alessandro Magno e al punico Annibale. Entrambi sono stati figure molto carismatiche che, con gran determinazione e un pizzico di fortuna, compirono, con l’ausilio dei loro eserciti, imprese inimmaginabili. Ma detto ciò cogliamo l’occasione per segnalarvi, a nostro grande dispiacere, un evento di grande sconforto che, purtroppo, è accaduto agli inizi di settembre: stiamo parlando della scelta del prof. Adriano Drigo, docente di storia dell’arte, di lasciare questo grande Istituto; il prof. Drigo, per quelli che non hanno mai avuto il piacere dei suoi insegnamenti, è, a nostro parere, una persona molto intelligente, professionale e allo stesso tempo simpatica. Il suo posto è stato affidato alla professoressa Stefania Girotto; siamo convinti che sarà in grado di sostituire il prof. Drigo con altrettanta dedizione, perciò le rivolgiamo uno speciale augurio di buona permanenza in questo venerando Istituto. Quindi, detto ciò, vi auguriamo:”bona lectio”. I GRANDI CONDOTTIERI DELL’ANTICHITÁ ALESSANDRO IL GRANDE SEMPLICE UOMO O FIGLIO DI ZEUS? Chi fu veramente Alessandro Magno? Sono molte le leggende che celano, sotto molti aspetti, questa fantomatica figura della mitologia greca, rimasta da sempre avvolta da un alone di mistero; infatti è molto complicato comprendere pienamente tutti gli eventi che segnarono la vita di Alessandro: ed è per questo che non possiamo prendere in considerazione i singoli episodi, ma dobbiamo analizzare tutte le fonti di cui disponiamo. Perciò allacciate le cinture: il viaggio ha inizio. Secondo le fonti storiche giunte sino a noi, Alessandro era figlio del re di Macedonia Filippo II e di Olimpiade, principessa di origine epirota: per ciò egli dal ramo paterno vantava una discendenza da Eracle, il semidio del mito greco che compì le dodici fatiche, mentre da parte materna includeva l’eroe omerico Achille. Tuttavia oltre alle fonti storiche mi è doveroso, per comprendere a fondo il pensiero di Alessandro, citare, se non direttamente, i miti riportati dai vari cronisti dell’epoca; ci è pervenuto, in particolare, un mito riportato da Plutarco di Cheronea: secondo i suoi scritti, Alessandro, dopo essere salito al trono, alimentò la leggenda di essere figlio di Zeus; non fu l’ultima occasione che ebbe per dirlo. Infatti, quando si recò in Egitto, il sacerdote del santuario oracolare di Amon (assimilato dai greci a Zeus) lo dichiarò figlio del dio; così facendo gli gettò le basi per un culto divino basato sulla sua persona, ma procediamo con ordine. Alessandro III (356-323), noto per l’attributo greco “Mégas”, cioè grande, fu educato, su committenza del padre, prima da Leonida e Lisimaco di Acarnania e, dal 343 a.C., dal filosofo Aristotele, che aveva ricevuto l’incarico di completare la sua istruzione; fu, infatti, 20 dagli insegnamenti di quest’ultimo che derivarono tutti i suoi maggiori interessi, e in particolare quello per l’Iliade, che fu per lui fonte di profonda ispirazione sia nell’arte oratoria che in quella militare. Così facendo Filippo II impartì ad Alessandro un’educazione atticaateniese che, in breve tempo, avrebbe dato i frutti sperati: in una leggenda viene narrato come, all’età di dodici o tredici anni, Alessandro riuscì a domare da solo, mostrando così la sua natura divina, il cavallo Bucefalo, regalatogli dal padre: egli infatti notò che il cavallo era spaventato dalla propria ombra, e, prima di montargli in groppa, lo mise col muso verso il sole. Dopo qualche anno dall’impresa di Bucefalo, Filippo II, nel 340 a.C., occupato nell’assedio di Bisanzio( l’attuale Istanbul), affidò ad Alessandro la reggenza della Macedonia; e in seguito nel 338 egli si distinse nella battaglia di Cheronea guidando la cavalleria macedone. Alessandro era destinato a diventare un grande condottiero, e lo si notò fin dalle sue prime imprese militari, poiché nelle sue vene, si dice, scorresse il sangue di Achille, l’idolo prediletto, nel quale amò identificarsi per l’ambizione frenata di gloria e l’animo sempre pronto a cedere alle più opposte passioni. Tuttavia nel 336 il padre Filippo II venne assassinato, in seguito ad una congiura a cui presero parte, se non direttamente, anche Olimpiade e Alessandro, da un ufficiale della sua guardia di nome Pausania, durante le nozze della figlia Cleopatra con il re Alessandro I d’Epiro; è possibile inoltre che l’assassinio sia stato istigato dal re di Persia Dario III, appena salito al trono. Alessandro allora fu subito presentato, dai suoi generali, all’esercito come il nuovo re. Ottenutone l’appoggio, dopo aver eliminato tutti i rivali potenziali ed essendosi conquistato la fedeltà dell’aristocrazia macedone e greca, sconfisse le popolazioni barbare confinanti. A questo punto, Alessandro, all’età di vent’anni, appoggiato da tutti i Greci, poté avviare la campagna dei Balcani contro i Triballi e gli Illiri, che furono sottomessi in quattro mesi; Alessandro riuscì a sedare molte altre rivolte, come quelle nell’attuale Albania contro Clito e Glaucia, le quali si risolsero nella battaglia di Pelio. In seguito a questa battaglia, nella quale vinse Alessandro, si sparse la voce che il condottiero greco fosse rimasto ucciso nello scontro, e questa notizia scatenò una ribellione delle ̟óλεις: Alessandro, con una marcia rapidissima di più di duecento km, raggiunse Tebe, la circondò e nel 335 a.C. stroncò l’aperta ribellione. Consolidata così la sua posizione in Macedonia e in Grecia, si accinse a realizzare, in nome della grecità, la spedizione in Persia progettata dal padre. Alessandro allora, dopo aver lasciato Antipatro come suo rappresentante in patria, nel 334, sbarcato in Asia con un esercito di 40.000 uomini e 5.000 cavalieri e una flotta di 160 navi, si unì al primo contingente già inviatovi dal padre e trincerato ad Abidio: tuttavia i satrapi persiani, non volendo cedere territori, decisero di scontrarsi subito. La battaglia si svolse, nel 334 a.C. presso il fiume Granico. La tattica di Alessandro consisteva nell’aprire un varco nella fanteria nemica, lasciando così lo spazio alla cavalleria macedone di spezzare l’esercito nemico permettendo alla falange macedone di caricare con le sarisse e annientare l’esercito di Dario: la battaglia si svolse, alle prime luci dell’alba, risolvendosi con uno scontro tra cavallerie, nel quale quella macedone prevalse, mettendo in fuga i Persiani. Le forze di Dario III tentarono di opporre resistenza a Mileto e Alicarnasso, ma entrambe le città furono conquistate e Alessandro, dopo aver attraversato Licia, Panfilia, Psidia e Frigia scese senza incontrare resistenza in Cilicia; passò anche per l’antica capitale Gordio, dove si svolse il celebre episodio del nodo gordiano: qui, si dice, esisteva un antico carro il cui giogo era legato da un possente nodo inestricabile, e un oracolo aveva predetto che, chi fosse riuscito a scioglierlo, avrebbe ottenuto il dominio dell’Asia. Alessandro, dopo alcuni tentativi, risolse l’enigma tagliando il nodo con un colpo di spada. Mentre Alessandro scendeva verso la Siria di città in città, Dario, avendo preparato una resistenza, lo aggirava sperando di sorprenderlo alle spalle; ma Alessandro, riunitosi con il grosso dell’esercito, sotto il comando del generale Parmenione, passò per le porte siriache, dove lo stava attendendo Dario. I due eserciti si fronteggiarono per qualche tempo, ma nessuno prevalse sull’altro; tuttavia, nel 333 a.C., Dario, temendo che l’inverno lo costringesse a ritirarsi senza aver sconfitto Alessandro, sicuro della superiorità numerica del suo esercito, si spostò alle spalle di Alessandro, precisamente nella pianura costiera di Isso (l’odierna Dörtyo). La scelta di Dario, basata sulla sola superiorità numerica delle sue truppe, fu pessima, dal momento che in questa pianura non potevano essere schierati più di 60.000 uomini; perciò è evidente che un campo di battaglia come quello di Isso, con il suo ridotto spazio di manovra, era molto sfavorevole per un esercito imponente come quello persiano: poiché Dario non poteva schierare tutte le proprie truppe, Alessandro, del suo consiglio e del generale Parmenione, volle evitare lo scontro impari in campo aperto; questo avrebbe costretto, secondo la tattica di Alessandro, i persiani a cercare assolutamente la battaglia prima del sopraggiungere dell’inverno ed essere costretti al ritiro per mancanza di vettovaglie. Tuttavia Dario poteva contare su un esercito quattro volte più numeroso di quello macedone; qui le fonti sono abbastanza in disaccordo per quanto riguarda le forze in campo: secondo alcuni, i greci in tutto erano 40.000, mentre i persiani erano 600.000, ma la storiografia moderna si attesta a cifre inferiori, tra i 100.000 e i 120.000 uomini per i persiani e circa 30.000 per i macedoni. Alessandro si trovava sulla destra, all’uscita della valle del Pinarus, e comandava la cavalleria pesante degli Eteri, mentre alla sua sinistra si trovava la falange macedone con i peltasti (unità di fanteria leggera), guidati da Parmenione. Dario invece pose, copiando, si dice, la formazione greca nella battaglia del Granico, la cavalleria a destra vicino alla costa a sostegno dei mercenari greci; inoltre collocò la fanteria pesante, una parte lungo la costa, e l’altra sulle colline (formazione a gamma), mentre al 21 centro vi era lui con le truppe migliori: gli Immortali e la cavalleria reale. Dopo che il re persiano aprì le ostilità caricando, con la cavalleria, le truppe di Parmenione formate dalla potente falange macedone, che reggendo l’urto, permisero così alla cavalleria degli Eteri, su ordine di Alessandro, di attaccare e indebolire il fianco sinistro, in modo da aprire un varco tra le linee nemiche, separando l’ala sinistra dal centro dello schieramento. Alessandro allora, montato a cavallo, guidò gli Eteri in un nuovo assalto contro il centro dello schieramento persiano mettendolo in IN ALTO A fuga: egli, al posto di inseguire Dario così da portare a compimento la sua opera, attaccò, alle spalle, i mercenari greci, che stavano per abbattere la falange di Parmenione e la cavalleria tessalica. DESTRA Immagine di Alla vista del gran re in fuga, l’intero esercito persiano scappò, venendo inseguito e massacrato dalla cavalleria macedone. Alessandro Magno nella Con ciò Alessandro ebbe la strada aperta per sottomettere tutti i possedimenti costieri dell’Impero persiano; così s’impossessò in poco più di un anno di Siria, Fenicia ed Egitto. battaglia di Isso. Particolarmente importante per la sua vita fu la sottomissione dell’Egitto tra 332 e 331 a.C.: qui egli fondò la AL CENTRO Strategie nella celeberrima città di Alessandria, una delle tante costruite da Alessandro durante le sue conquiste, e, con una battaglia di marcia avventurosa in pieno deserto, raggiunse l’oasi di Siwa dove avvenne l’evento che cambiò per sempre la sua vita e che ci permetterà di comprendere meglio il tema fondamentale del mio articolo: come detto all’inizio Granico. IN BASSO A Alessandro, dopo aver compiuto, a Menphi, un sacrificio in favore del bue Api, ottenuto il favore dei sacerdoti egiziani, si recò nel celebre santuario oracolare di Amon. SINISTRA Strategie nella Qui Alessandro, come riporta Plutarco nelle Vite Parallele, si rivolse così ai sacerdoti:[...]” egli (Alessandro) chiese se (il dio) aveva punito tutti gli uccisori di Filippo. Poi chiese del suo impero, e cioè se gli concedeva di diventare battaglia di Isso. IN BASSO A signore di tutti gli uomini. Il dio rispose che questo gli era concesso, e che Filippo era completamente vendicato; poi Alessandro fece splendide offerte al dio e diede ai sacerdoti abbondanti somme di denaro. DESTRA Strategia di Questo tramandano la maggior parte delle fonti;[...] alcuni dicono che il profeta volendo rivolgersi a lui con affetto, Alessandro nella in greco, dicendogli:””O p£idion”(figlio), alla fine della parola, data la imperfetta conoscenza della lingua, pronunziò “ς” in luogo di “ν”, e ne risultò:”o ̟αιδιος”(“o figlio di Zeus”); Alessandro fu lieto per questo errore di battaglia di Isso. IN BASSO AL pronuncia, e si diffuse poi la voce che il dio stesso lo aveva chiamato figlio di Zeus”. CENTRO Impero Alessandro 323 a.C. Dopo essere stato proclamato, dai sacerdoti di Amon, successore dei faraoni, Alessandro, sicuro del suo già immenso potere, ripresa la marcia verso l’Asia, e nel 331 si scontrò per l’ultima volta con le truppe di Dario a Gaugamela, dove Alessandro, in forte svantaggio numerico (le fonti parlano di 33.000 greci contro un milione di persiani), riuscì, grazie alla cavalleria, guidata da lui stesso, e grazie alla falange macedone guidata da Parmenione, ad annientare per sempre le truppe di Dario, che si rifugiò nella Media. Alessandro, conquistata la Mesopotamia, poté così riposarsi a Babilonia, dove lo accolsero tutti come il Grande re; egli alla vista di questa splendida città, dominata dalla bellezza e dalla purezza, costruita sull’oro, si stupì tanto da rendere Babilonia la sua seconda casa, dove sarebbe sempre stato accolto come il re dei re. Alessandro allora si spostò a Susa, Persepoli ed Ecbatana dove si impadronì di tutti i tesori al loro interno, che in parte diede ai suoi generali, in parte usò per mantenere la campagna e l’ultima parte la tenne per se. Alessandro stava per arrivare ad Ecbatana dove si rifugiava da un anno Dario, quando Besso, un satrapo della bactriana, saputo dell’arrivo del sovrano macedone, depose il persiano e successivamente lo fece uccidere a tradimento; ma egli, quando raggiunse la città, nel 330, riportò indietro il cadavere di Dario e lo fece seppellire con le dovute celebrazioni nelle tombe reali. Il suo attaccamento alle tradizioni e ai riti persiani li costarono la diffidenza dei suoi generali, che spesso sfociava in aperte discussioni; addirittura avvennero alcune congiure cui seguì una violenta repressione: Parmenione e suo figlio Filota furono tra le prime vittime. Nello 328 a.C. lo stesso Alessandro uccise di sua mano Clito il Nero, uno tra i più fidati generali di Filippo II, che gli rinfacciava la pretesa di farsi considerare figlio di Zeus e l’adozione di usi estranei ai macedoni. Alessandro dunque, considerandosi il continuatore della monarchia persiana, ritenne giusto per accrescere il suo prestigio come re, punire il traditore Besso, che fu sconfitto presso il fiume Osso; nel 329 Alessandro lo fece giustiziare ,da una corte persiana, ad Ecbatana. A questo punto senza più nessun rivale all’interno del suo regno, continuò la sua campagna in India, dove, assoggettata la città di Sogdiana, sposò, per interessi politici e militari, Rossane, figlia di un comandante indigeno della regione: l’introduzione della genuflessione di fronte al re e il matrimonio di Alessandro provocarono la “congiura dei paggi”, a seguito della quale fu ucciso Callistene, parente dello storico di corte Aristotele. Nel 327 a.C., varcato l’Indo, Alessandro iniziava con un esercito di 40.000 uomini la grande spedizione in India; sconfitto il re Poros nella battaglia dell’Idaspe e arrivato fino al fiume Ifasi, egli meditava di raggiungere l’Oceano Indiano: le truppe macedoni però si rifiutarono di procedere oltre e Alessandro, pentendosi della sua pazzia e del suo continuo richiedere sforzi dall’esercito, decise la ritirata. Così, costruita una flotta, scese lungo il fiume Ifasi e raggiunse le foci dell’Indo; con una snervante marcia lungo il litorale, tornò in Persia e, risalendo il Tigri, raggiunse Susa; qui imbandì grandiose feste per celebrare la fine della guerra e continuò l’obiettivo che lo rese celebre per l’attributo Megas: cercò di fondere la cultura dei popoli orientali con quella dei popoli occidentali, in modo da formare un grande e immenso impero basato sull’accoglienza e sulla fraternità. Per raggiungere tale scopo, Alessandro, ordinò che in tutto l’impero si celebrassero i famosi “matrimoni misti”: fece sposare i guerrieri greci con le ragazze orientali, e, per dare l’esempio, da buon re si sposò con Statira, la figlia di Dario III. di nel 22 Così Alessandro, fuse le due civiltà, si preparava, si dice, a compiere una grande campagna in Occidente, quando il 10 o il 13 giugno 323 a.C. si spense al tramonto colto da una micidiale malattia (alcune fonti dicono la malaria). In questo modo Alessandro Magno si spense, a trentatré anni, durante il tredicesimo anno del suo regno; tuttavia sono emerse diverse teorie sulla causa della sua morte: l’avvelenamento dei figli di Antipatro o della moglie Rossane, gelosa della seconda moglie Statira, oppure una congiura da parte dei suoi generali, causata probabilmente dall’invidia verso Alessandro, ma l’ipotesi più accreditata è quella secondo il quale egli sarebbe morto per una ricaduta della malaria che aveva contratto nel 336. Con la sua scomparsa, l’immenso impero si dissolveva, suddividendosi in parti minori, le monarchie ellenistiche, governate dai generali e successori di Alessandro: i Diadochi. Allora, chi fu veramente Alessandro Magno? Sicuramente non fu figlio di Zeus, poiché i greci attribuivano, a tutto quelle cose straordinarie che non riuscivano a spiegare, un’origine divina, e poi, come ho già scritto, si trattò solamente di un errore di pronuncia. Sicuramente Alessandro Magno fu una grande figura dell’antichità con straordinarie capacità, dovute alla sua particolare istruzione impartitagli, dai più grandi sapienti dell’epoca; in soli dodici anni conquistò, con grande determinazione, l’Impero Persiano, l’Egitto,spingendosi, come nessuno farà mai, fino agli attuali Pakistan, Afghanistan e India settentrionale. Nessuno fu come lui: Alessandro lascio di se tracce in ogni campo, da quello politico a quello della strategia militare, da quello religioso a quello della poliorcetica. Fu così grande che le sue gesta si raccontano tutt’ora, e successivamente fu definito il più grande condottiero di sempre da Annibale, Cesare e Napoleone. Un eroe senza macchia, un grande condottiero, un infallibile pensatore, un gentiluomo, un grande re: questo fu Alessandro Magno, un uomo diventato leggenda, i cui miti saranno narrati per l’eternità. MATTIA SCAVO Il giuramento di Annibale "Simul me ad aram adduxit, apud quam sacrificare instituerat, eamque ceteris remotis tenentem iurare iussit numquam me in amicitia cum Romanis fore." "Così dicendo mi condusse all'ara sulla quale aveva cominciato il sacrificio e, allontanati tutti gli altri, mi fece giurare con la mano su di essa, che mai sarei stato amico del popolo romano." Ecco le parole del giuramento che segnarono il destino di una vita ed il corso della nostra storia. Siamo nel 237 a. C.. Cartagine soffre economicamente e moralmente la sconfitta della prima guerra punica. Amilcare, il capostipite della famiglia Barak (in latino Barca), marciò verso la Spagna, alla testa di un ristretto esercito, per reperire nella ricca penisola iberica le risorse necessarie a Cartagine. In quest’ avventura porterà con se il figlio Annibale, che giurerà, per volere del Padre, di non essere mai amico di Roma ; gli trasmise così un odio che il giovane di appena 9 anni si porterà sempre dietro. Amilcare, arrivato in Spagna con una rapidità impressionante, sottomise ancora più velocemente molte città iberiche, inviando alla madre-patria metalli preziosi come tributo delle popolazioni conquistate; dalla sua straordinaria rapidità derivò il soprannome di “Barak”, che in fenicio significa “fulmine”. Purtroppo nell’apice del suo successo, nel 229, Amilcare morirà annegato in un fiume durante una ritirata lasciando il comando al marito di sua figlia Asdrubale, che consoliderà le posizioni acquisite in Spagna, dando finalmente un pò di respiro all’esausta Cartagine. Nel 221 Asdrubale morì in circostanze misteriose…pare ci fosse di mezzo una donna…e come suo erede venne acclamato dai soldati il giovane Annibale Barca, che a 26 anni possedeva non solo l’ambizione, ma anche i mezzi di portare a compimento il suo obiettivo: ROMA. Subito Annibale arruolò un immenso esercito con il quale intraprese la Grande Marcia : 90 mila fanti, 12 mila cavalieri, 37 elefanti al suo comando. Nel marzo del 219 Annibale dichiarò ufficiosamente guerra a Roma, ponendo sotto assedio l’alleata spagnola Sagunto. Presa la città, Annibale, con una rapidità degna del padre, attraversò la Spagna del nord, valicò i Pirenei, percorse il sud della Francia per infine raggiungere le Alpi con un esercito ormai sgranato. Aveva dovuto affrontare le varie e bellicose tribù celtiche, iberiche e galliche e lasciare delle guarnigioni per assicurare i nuovi domini . Al condottiero rimasero circa 40 mila appiedati, 8 mila cavalieri e i famosi 37 elefanti. Ed ecco che si arriva al passaggio della catena alpina, dove “si parrà la tua nobilitate” ! Annibale infatti tentò qualcosa di mai visto prima intraprendendo il valico armato delle Alpi e celebre è la sua frase :« Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo una nuova. » L’eroico passaggio rimasto alla storia ebbe però un gran dispendio in termine di vite umane; oramai dell’esercito iniziale di oltre 100 mila uomini, rimanevano solo 20 mila fanti, 6 mila cavalieri e 21 elefanti. Ed è contro questi spartani, ma provati guerrieri, che le legioni romane avanzeranno per bloccare Annibale nella battaglia 23 della Trebbia, che segnerà invece, la prima grande vittoria del Cartaginese sulle forze romane. Annibale aveva intuito che la potenza di Roma si basava sulle alleanze nella penisola e solo dividendo le città italiane, Roma sarebbe potuta cadere. Difatti, in seguito alla prima vittoria della Trebbia, Annibale ingrossò le sue fila con truppe fresche sopratutto di Galli provenienti dalle regioni recentemente conquistate da Roma. Mentre Annibale avanzava verso il cuore della Repubblica, Roma sguinzagliò i suoi due consoli ad intercettarlo ed Annibale, a dimostrazione della sua astuzia militare, organizzò un imboscata sul lago Trasimeno che impartì all’Urbe un’altra dura lezione con almeno 15 mila caduti. Ormai lo stratega punico era giunto vicino al Lazio ma, più si era vicini alla Capitale più i legami di questa con le sue città alleate erano forti. Decise di procedere verso sud per fomentare le tendenze separatiste di importanti città quali le ex colonie greche. Non va dimenticato che Annibale aveva allora un serio problema di logistica: la linea con la Spagna era lunga e tortuosa e nella madre-patria gli antagonisti aristocratici, temendo Annibale per la fama che stava acquisendo, non gli inviavano ben volentieri rifornimenti. L’unica fonte di vettovagliamenti proveniva quindi dai saccheggi e dai pochi e nuovissimi alleati italici, uniti dalla comune volontà anti-romana. Annibale era solo…ed è allora che ottenne a Canne, nel 2 agosto 216 a. C., la sua più importante vittoria che lo consacrerà per sempre nell’Olimpo dei più grandi strateghi di tutti i tempi. Per i Romani la sconfitta significò invece la più grande disfatta della loro storia nella quale perdettero come grande minimo 50 mila soldati e 10 mila ostaggi. In seguito a questo grande massacro, Roma cambiò strategia affidando il comando a Quinto Fabio Massimo, il quale, avendo capito la superiorità di Annibale nelle battaglie campali, adottò la tattica della guerriglia, per tal motivo venne soprannominato Cunctator, il Temporeggiatore. Indipendentemente dalle scelte di Roma, Annibale sapeva di non possedere però i mezzi materiali per realizzare un assedio prolungato all’Urbe ed infatti pur essendo arrivato nel 211 a soli 3 km da Roma, non successe nulla. La guerra così degenerata, si era trasformata in un conflitto di logoramento. Roma, avendo rifocillato le sue armate, sconfisse numerosi altri generali punici, pur continuando di evitare il confronto con il grande Annibale. Nel 204 però il generale Scipione l’Africano, portò a termine l’ambizioso piano ben visto dalle popolazioni italiche di spostare la guerra nell’Africa del Nord. Cartagine dovette allora preparare la difesa e richiamò Annibale, il quale dopo 35 anni, rivedeva finalmente la città-natale. Durante due anni non ci furono battaglie decisive. A Zama nel 202, lo stratega punico dovette però affrontare in inferiorità numerica Scipione. Il romano applicando le stesse tattiche di Annibale riuscì nell’impresa di sconfiggerlo definitivamente. Le condizioni imposte da Roma furono allora durissime e Annibale dimostrò pure delle qualità politiche risollevando le sorti della patria e ridando vita ai commerci. I nemici però non si trovavano solo a Roma, ma nella stessa Cartagine : gli aristocratici premevano affinché Roma richiamasse Annibale, il quale alla fine si rassegnò e partì con grande onore in esilio volontario. Come prima tappa si recò a Tiro, madre-patria di Cartagine. In seguito andò ad Efeso, corte di Antioco III, il quale preparava una guerra contro Roma. Annibale partecipò con vigore in questa guerra finchè non venne sconfitto. Quando ormai sembrava finita, scappò da Efeso alla volta di Creta, da dove partì di nuovo per arrivare, questa volta, in Armenia alla corte del re Artaxana. Egli gli attribuì l’incarico di costruire la nuova capitale del regno e persino in questo campo Annibale dimostrò ottime qualità. Non trovando però una vera seconda casa, Annibale andò alla corte di Prusa I re di Bitinia, dove si lanciò pure qui nell’urbanistica della nuova capitale del regno. I Romani però non avrebbero dormito sonni tranquilli fino a che il loro più acerrimo nemico non fosse morto e così chiesero la consegna di Annibale a Prusa, che assentì. Annibale era uomo d’onore che, avendo votato la sua vita contro Roma, non avrebbe ceduto neanche alla fine della sua vita. Così nel 182 a. C. si suicidò, con del veleno, dopo 65 anni di vita travagliata. Annibale rivoluzionò la tattica dell’epoca: Per sfondare le linee nemiche non veniva più utilizzato l’attacco frontale ma l’avvolgimento che metteva nello scompiglio più totale i soldati avversari. Egli segnò la sua epoca. Era uno e solo contro le potenze di Roma e da arbitro…“s’assise in mezzo a lor”. DAVID EPPURE L’HA DETTO!! 24 150.000!! Prof. Fontanella Federico (Mentre fa previsioni sulla festa del Marconi): E, dopo il pranzo, don Orioldo prenderà il microfono e inizierà a strillare!! Prof:- Eh! In questa classe abbiamo anche degli alunni usati. Stud:- Si, perché ci è piaciuta l’esperienza e volevamo riprovare! Drigo, la finiamo con le palline? Ho saputo cosa avete combinato ieri, con quelli scherzi da Scuola Elementare sottosviluppata!! Prof:- Perché, prima o poi, tutti moriremo. Stud:- Anche lei prof? Prof:- No, io sono già risorto! (Sempre in preparazione alla festa del Marconi) Stud:- Quando dobbiamo riportare i diplomini? Prof:- Al massimo Domenica mattina, il che vuol dire che a don Sergio prenderà una crisi isterico – cardio – respiratoria! (Parlando del libro “Notturno Indiano”) Stud:- Perché “l’archivio” era una vasca con dei fogli… Prof:- Ma non allarmiamoci perché anche in molti ospedali italiani è così! Stud:- Prof, posso andare in bagno? Prof:- Sì, puoi accedere agli stabilimenti termali. (Rivolto alla classe) Sapete, da Salsomaggiore…! (Leggendo un paragrafo sull’Amore cortese) Stud:- Prof! Mi toccano! Prof:- Non ci interessa! Quello che fate tra voi sono affari vostri! Qui insegniamo solo la dottrina di Santa Madre Chiesa: maschi e femmine! (Durante la parafrasi della Divina Commedia) Stud:- O divino Apollo, se a me ti presti… Prof:- Si può noleggiare Apollo?! Questo seminario non è un casinò! Visto che il riscaldamento dell’Università è già acceso, potremmo guadagnare due gradi creando dei fori sul pavimento e così potremo far salire il fumo. Così noi diremo: Caldo gratis! (Parlando della Beatrice di Dante) È un’amante nel senso suoresco? In base allo stato della sedia alla fine dell’anno si decreta il voto in condotta! Prof:- Cicerone deve saper Delectare, cioè… Stud:- Cioè, mmm… Prof:- No! Tu metti la parola, io faccio il gesto! C’è gente là dietro che sfoglia il libro come se fosse Donna Moderna! Questo seminario non è una sala da gioco! Certo che se avessimo tra gli sponsor quello del Casinò di Venezia… Beatrice non leggeva Donna Moderna, ma non leggeva neanche la Divina Commedia, perché era già morta! Questo seminario manicure!! non è un atelier du Prof. Gardin Iole … che non è il fiorentino parlato da chi scarica pacchi sull’Arno bestemmiando… Che gioventù! Perché, come dice il mio amico tedesco, con questi giovani perdiamo anche la prossima guerra! Prof:- Che cosa stai mangiando? Stud:- Una caramella per il mal di gola. (Dopo aver osservato la confezione delle caramelle) Prof:- Ma queste non servono a nulla… Stud:- Ma sono buone! Prof:- Ecco perché i farmacisti fanno i soldi..! Prof:- Favero, la matita sull’orecchio la portavano i fruttivendoli una volta… Stud:- Anche i Barbieri! Prof:- No! Quelli non fanno la ricevuta… (In preparazione alla festa del Marconi) Stud: In che cosa consiste l’accoglienza? Prof: Dovrete sorridere, soprattutto agli ex studenti con reddito superiore a € Stud:- Tipo quella ragazza che si è spogliata 25 in assemblea per farsi eleggere capoclasse. Prof:- Infatti…e mi sembra che Marco non nasconda il suo apprezzamento per una performance del genere. “Magari fossi stato anch’io in quella classe!”... Marco, tieni a freno gli ormoni… Stud:- I parenti ristretti… Prof:- Parenti ristretti?! Guarda che si dice stretti, non li abbiamo mica fatti bollire… Che cos’è? Una convention? (Indicando) Presidente, Segretaria, Valletto… Lui risponde:”No, no. Io non c’entro niente… Io sono il bidello!” Cosa facciamo? Soffochiamo il bambino o chiudiamo la finestra? Dai, chiudiamo la finestra e lasciamo il bambino che poverino non ha colpa per essere stato trascinato nella bolgia del Giovedì. A me piace lo sport, ma ormai è diventato solo un business… Perché se uno, sul pattino, deve portare lo sponsor “Polenta e Lumache”… A ricreazione c’è chi si riempie come un tacchino a Natale! E poi, con il pancino pieno, doormee… Riformula la frase perché è un Italiacano, cioè un Italiano da cani! Simone dice che posso fare la ballerina anche senza saper ballare…ma allora non mi chiamo ballerina, mi chiamo cretina! I Latini dicevano: Est modus in rebus. Ma se non ci stanno le rebus, non ci sta neanche il modus. Perché io so che nel 1302 c’è stata la bolla UNAM SANCTAM. E un altro dice: io nel 2006 ho fatto una bolla enorme! E il primo: ma quella del 1302 era una e santa. Ma la mia era enorme!...e tutti parlano di bolle ma nesun ga capio niente! Dopo aver partorito quel gracilino feto che è il suo compitino, ora se ne sta rilassato e si diverte. Hai un cammello nell’occhio?! Se uno entra in politica a 18 anni c’è il rischio che ne esca a 95 con un bel funerale pagato dallo Stato. Ah, la crisi della peste! Mamma ho la peste e mi sento in crisi! Sì, perché uno quando comincia a studiare deve avere il panino, la coca cola, poi non ci deve essere nessuno, “Non mi disturbate!”, e la luce, poi la sedia, poi mi manca il pennarello color violetto - dorato e quando sta finalmente per cominciare… si accorge che dentro al panino non c’è il culatello di Zibello, ma la volgare mortadella. E allora finisce tutto! Stud 1:- Ma dai! Io litigo sempre con i miei! Stud 2:- Io faccio pure a botte con mio padre! Prof:- Alt! Non voglio sapere quello che fate tra voi in famiglia, altrimenti mi toccherebbe avvisare i sevizi sociali. Prof:- Ma cosa state facendo voi in religione? Non leggete la Bibbia? Stud 1:- No, parliamo di sesso... Prof:- Addirittura!... E poi parlerete di droga? Stud 2:- L’abbiamo già fatto l’anno scorso. Prof: Allora dovete chiedere a gran voce di parlare di rock-and-roll la prossima volta. Sesso droga e rock-and-roll! Stud 3:- Questo seminario non è un conservatorio! (più tardi) Prof:- Quindi Bongermino ha parlato di sesso due anni consecutivi. Stud:- È per questo che si è fatto bocciare!! (Riferendosi ai ragazzi di III Liceo) Don:- Beh, anche se quest’anno ci sono solo due uomini, sono due uomini validi! Prof: <Risata> Poser, ma che cos’è?! Uno strip – tease?! Perché, quando si pensa che un ragazzo sia un principe azzurro, il 90% delle volte è un lazzarone! Il lavoro del prof. è rendervi la vita impossibile! Non sai chi è il re di Spagna? Chi conosci della monarchia spagnola? (Dopo un attimo di silenzio) Penelope Cruz! Prof. Bravin Anna 26 Stud:- Emanuele. Prof:- E se io ti chiamassi Sonia? In I Liceo ci sono ragazzi che hanno la frangia fin qua, e tu vedi loro solo mezzo occhio… E ti trovi così a parlare a degli spauracchi! Non masticare! Se gli viene un calo di zuccheri, la prossima volta si porti il suo bianchino e il suo bel panino… Stud:- Basta!!Non parlerò mai più! Prof:- Prendete nota: la bestemmia delle ore 9.30…questa va’ messa nello Svegliarino, E poi dicono che non esistono gli universi paralleli…Basta entrare in prima liceo! Prof:- …Guicciardini… Stud:- No, prof. Guardi che è Machiavelli! Prof:- Ah, sì… Hai ragione! (Dopo un po’ di tempo) Prof:- …Guicciardini… Stud:- Prof, è di nuovo Machiavelli! Prof:- No! Adesso è giusto! E non farmi fare confusione che sono già sconfusionato di mio! Qui è sempre Halloween…Con tutte le zucche che galleggiano. Ridi ridi, che ti faccio scrivere “zuzzurellone” 500 volte Sentite ragazzi, ci sono tante ragazze al mondo senza che andiate tutti a pichignare David… …anche per quelli che credono nel semiocculto…o nello scemi-occulto… Prof. Girotto Stefania Girotto:- Consegnate questa lettera ai vostri genitori, perché stiamo cercando dei vostri eredi! Prof:- Che non sono i vostri figli! Ho paura che il computer possa esplodere da un momento all’altro! Prima però devo sentirmi preparata! Prof. Valenti Giuseppe Prof. Colussi don Pier Aldo E così via, per tutti i π grechi! MONDO GATTISSIMO! Scrivere così e scrivere così è la stessa cosa. Solo che scrivendo questa formula consumi tanta penna, scrivendo l’altra poca! Stud 1:- Ma da dove deriva “Signora Longari”? Stud 2:- Da Mike Buongiorno, la signora Longari era una concorrente della ruota della fortuna… Prof:- Si, doveva rispondere ad una domanda di ornitologia. Stud 2:- In poche parole alla fine la sbaglia e Mike Buongiorno dice “ahi ahi ahi, Signora Longari! Mi è caduta sul pisello!”. Prof:- No! No! No! Sull’uccello, sull’uccello!!! (Alla lavagna) Sì, non sono capace di disegnare una fiamma.. mi riuscivano solo i ritratti della Gardin ☺! Prof. Girotto Franco E come si traduce il Genitivo Assoluto? Come cavolo si vuole… Merlotto! Prof:- D’ora in poi, quando ci sono io tu ti siedi sempre lì, vicino a me. Stud:- Perché?! Prof:- Perché ti voglio bene…L’amore non ha confini! Che cos’è? Un congiuntivo aoresto (NB: aoristo)! Studenti Prof:- Come ti chiami tu? 27 sempre bel tempo! Prof:- Chi è che di norma si veste con le camicie e i colletti bianchi? Stud: I becchini? (Durante la lettura di un passo tratto da una tragedia di Eschilo) Il mio cuore soccombe all’orologio (NB: orgoglio)… (Parlando del Bonge) Prof: Perché in quella chioma lì nasconde qualcosa. Stud: La forfora! Non ci è concesso di andare al cesso?! Prof:- Quali pregi ha il filo di Scozia? Stud:- Lasciano traspirare?| Non lo so, prof. Io uso la roba del mercato… (Pipez [II liceo], entrando in I liceo) Scusi prof ho sbagliato classe!!!!! Prof:- Il suo nome era cane, ma cane piccolo o cane grande? Stud:- Cannone! Stud:- Prof, dov’è nato Leopardi? Manzoni a Milano… Prof:- A Recanati. Stud:- Sempre in Piemonte, dunque! Mrs Golding:- Queste parole si dicono “onomeo…” Stud:- Omeopatiche (NB: Onomatopeiche)! Stud 1:- Posso uscire dopo Orlandi? Stud 2:- Ah, pensavo uscire “uscire”! Prof, io volevo chiederle di uscire “uscire”… Prof:- Allora, chi deve andare alle terme? Prof: Il Romanticismo rifiuta ogni regola precedente! Stud:- Sono un Romantico! (Durante la traduzione della versione “Onore per coloro che sono morti per la patria”) Oddio! Che ansia! Non capisco niente! Mi suicido! Muoio per la patria! Almeno dopo portatemi dei doni… Alla morte di Carlo, l’altro Carlo prese il posto del morto… (Durante la correzione del compito di Latino) Prof:Pignataro, come hai tradotto l’espressione “In tumultu (NB: Nel tumulto)”? Stud:- Nel casino! (Parlando della tratta degli schiavi) Prof.- Pignataro, perché ai Caraibi sono scuri? Stud:- Non lo so, prof… Forse perché c’è 28 Grazie per la collaborazione a: Alle new entries: Chiara Pizzolito, Virginia Ambrosio, Antonio Segalotti, Maria Eugenia Trentin, Silvia Maglio, Catia Perissinotto, Valentina Trevisan, Leonardo Furlanis, Arianna Pigani, Eleonora Del Sal; Alle “old entries”: Alessia Ballarin, Elena Maglio, Giulia Pantarotto & Luca Civiero; Alle “Veterans”: Letizia Poser & Laura Geretto. Un ringraziamento sincero va anche a don Fabio. Grazie a tutti da parte di Mattia Longobucco E PER CHIUNQUE VOLESSE AGGIUNGERSI, NON ABBIA TIMORE; LO ACCOGLIEREMO VOLENTIERI!!! DISEGNO DI CHIARA PIZZOLITO 29