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4 Il bat PM 2 impiegato a favore di AIR14
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Il comando forze speciali: istruzione intensa
 8
NBC-KAMIR: esercizio per la decontaminazione di persone
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Nuovo villaggio d’esercizio Wangen a/A:
Nuovo villaggio d’esercizio Wangen an der Aare: inaugurazione di una nuova installazione
Editorial
Stimati militari,
il 2014 ci ha dimostrato inequivocabilmente come sviluppi che noi
tutti ritenevamo impossibili possano in realtà avvenire in modo
­incredibilmente rapido. Nel giro di pochi mesi la situazione in materia di sicurezza è radicalmente cambiata: mentre nel Vicino e M
­ edio
Oriente i confini si dissolvono, nell’Europa dell’est infuria un conflitto di potere che ruota intorno a sfere d’influenza. Intanto, in
­entrambe le regioni delle persone trovano la morte.
Noi per contro viviamo in sicurezza, anche e proprio perché voi,
­stimati soldati e quadri, adempite ai vostri compiti durante i vostri
servizi e contribuite in tal modo alla sicurezza del nostro Paese. Vi
ringrazio di cuore! Il mio ringraziamento va esplicitamente anche
a tutti i militari che forniscono all’estero un contributo per la pace.
Ci tengo a sottolineare che noi tutti dobbiamo fornire un contributo a
favore della nostra sicurezza comune. Proprio qui da noi in S­ vizzera,
dove grazie all’obbligo militare e alla milizia l’esercito è democraticamente legato alla società civile, le nostre forze armate sono i ­garanti
della sicurezza per tutti gli ambiti della società.
Desidero segnalarvi l’articolo di questa edizione di armee.ch concernente il brevetto di nuovi cappellani militari. Quando si parla
­dell’esercito, in pochi pensano in prima linea ai cappellani militari.
Tuttavia, proprio questi militari portano con sé un enorme knowhow civile e svolgono un lavoro silenzioso ma molto impegnativo e
importante. Anche questa attività contribuisce alla sicurezza e alla
libertà – nel corso di tutto l’anno, non solo nel periodo dell’Avvento.
Auguro a tutti voi delle festività tranquille, piene di pace e di serenità.
Comandante di corpo André Blattmann
Capo dell’esercito
2 esercito.ch Capo dell’esercito 2 / 14
Foto: CME
Noi, qui in Svizzera, potremo trascorrere delle festività liete, tranquille e sicure. Purtroppo però, altre persone nel mondo non p
­ ossono
godere di tale benessere: per loro la tranquillità non è ovvia e non è
nemmeno possibile parlare di sicurezza.
Immagine di copertina
Prestazione memorabile durante
AIR14 – sulla PM si può fare affidamento!
(Foto: messa a dispo)
Contenuto
4 Il bat PM 2 impiegato a favore di AIR14
292 ore per la sicurezza
6Il comando forze speciali
Istruzione intensa presso del battaglione di granatieri 30
8 Esercizio delle truppe di difesa NBC "MECCANICA/SPITPORT"
Decontaminazione di persone al freddo pungente
10 Il villaggio d’esercizio a Wangen an der Aare
Inaugurazione di una installazione più realistica che mai
4 Il bat PM 2 all’impiego
6Bat gran 30: «Pronti!»
Impressum
«esercito.ch», la rivista per i militari dell’Esercito svizzero, edizione del capo dell’esercito,
viene pubblicata due volte all’anno in italiano, francese e tedesco
Prossima edizione:
1/2015
Chiusura redazionale: 23.03.2015
Esce il: estate 2015
Editore: Comunicazione Difesa (D)
Direzione di redazione: Comunicazione interna e nell’ambito della truppa, Stauffacherstr. 65/31b, 3003 Berna
Traduzioni: Servizi di traduzione DDPS
Veste grafica: Centro dei media elettronici (CME), BLEs
Stampa: Ziegler Druck- und Verlags-AG, 8400 Winterthur
Cambiamenti d’indirizzo: per scritto al caposezione militare del luogo di domicilio
Copyright: DDPS, settore Difesa
Internet: www.esercito.ch
10Nuovo villaggio d’esercizio
Wangen a/A
esercito.ch Capo dell’esercito 2 / 14
3
Rubriktitel
Il bat PM 2 impiegato a favore delle Forze aeree e di AIR14
Un impiego di 292 ore per la
sicurezza della manifestazione
Durante AIR14 a Payerne, il battaglione della polizia militare 2 ha fornito una prestazione memorabile che le persone
coinvolte ricorderanno per lungo tempo. Sia nel comportamento che con le prestazioni la formazione ha dimostrato che
sulla PM si può fare affidamento!
Magg SMG Mario Fässler, cdt ad interim bat PM 2
Durante il primo fine settimana di AIR14,
in occasione del cambio di turno il pubblico
ha applaudito spontaneamente all’esibizione
con le biciclette militari da parte della sezione
d’impiego 9 del battaglione PM 2 comandata dal I ten Lars von Ow, membro della
polizia del Cantone dei Grigioni. Nessuno
si sarebbe mai immaginato che la creatività
potesse conciliarsi con la disciplina e nemmeno che questo avrebbe riscosso un applauso
spontaneo. Proprio come fanno i piloti nei
cieli, anche i granatieri PM alla fine del turno
hanno salutato gli spettatori a terra. Ma come
si è giunti a tutto ciò? Quest’anno il bat PM 2
era stato attribuito per la durata dell’airshow
al comitato d’organizzazione di AIR14 delle
Forze aeree. L’impiego, iniziato il 27 agosto
alle ore 13.00 con l’occupazione del dispositivo, si è protratto fino alla riconsegna della
sicurezza alla «Garde civile» l’8 settembre alle
ore 17.07, per un totale di 12 giorni, ovvero
292 ore.
Scarsità di mezzi per numerosi compiti
A fine novembre 2013 il comandante del bat
PM 2 era stato informato per la prima volta
dalla direzione di progetto di AIR14 e nel
mese di marzo 2014 gli erano stati assegnati
i seguenti compiti:
• vigilare la zona centrale (anello di sicurezza interno) comprendente la torre di
controllo, la pista di volo e i velivoli;
• vigilare la banca e altre installazioni sensibili;
• garantire il trasporto sicuro di denaro tra
la banca e gli stand di vendita;
• garantire la sicurezza della zona VIP;
• sorvegliare l’anello di sicurezza interno
(intervenire, apertura controllata in caso
di eventi gravi);
• tener pronta una riserva di polizia in caso
di evento.
Quale risultato di un’intensa settimana di lavoro di stato maggiore, nel mese di
maggio è seguita la decisione di base del cdt
bat PM 2 che prevedeva l’articolazione in 11
sezioni d’impiego (8 sez gran PM, 3 sez prot
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PM) e una sezione di sicurezza come pure un
distaccamento di quadri ad hoc, un posto di
comando «fronte» integrato nel PC «Securité
interieure et éxterieure», delle liste d’impiego giornaliere e nominali, dei collegamenti
ridondanti e un «Dienstrad» fisso.
Malgrado la scarsità dei mezzi rispetto alla lista degli incarichi, il bat PM 2 è
riuscito a far fronte a tutte le mansioni che
gli erano state affidate dal dipartimento «Safety and Security» di AIR14 e ad assicurare
l’adempimento del compito. Per garantire
la sicurezza è stato necessario un notevole
sforzo di coordinamento tra i partner attivi
nell’ambito della sicurezza, di cui facevano
parte elementi della polizia dei Cantoni di
Vaud e Friburgo, complessivamente tre compagnie di sicurezza delle Forze aeree (anello
di sicurezza esterno), una compagnia di
trasporto, due compagnie sanitarie, parti di
professione della Sic mil (supp e assistenza di
polizia delle truppe impiegate) nonché il bat
PM 2. Per l’aiuto alla condotta è stato invece
impiegato il bat aiuto cond 21. Al riguardo,
il bat PM 2 ha messo a disposizione circa il
90% delle risorse di personale per l’anello di
sicurezza interno.
Centrati tutti e quattro gli obiettivi
Per iniziare l’impiego nel migliore dei modi,
il bat PM 2 è entrato in servizio eccezionalmente già di mercoledì. In cinque giorni di
istruzione specifica all’impiego, interrotta
dal fine settimana, i militari del bat PM 2
si sono preparati appositamente in vista di
questo impiego riuscendo a conseguire una
«Unité de doctrine».
In occasione della consegna della bandiera in riva al lago di Morat, il comandante
del battaglione ad interim ha comunicato
i quattro obiettivi riportati qui di seguito
assieme alla valutazione concernente l’adempimento del compito.
1. Fungere da modello e da esempio per
quanto riguarda l’aspetto e il comportamento, la puntualità e l’affidabilità.
Già durante la cerimonia d’inaugurazione
per le truppe impiegate, le cinque sezioni
d’impiego e i quadri (il dispositivo di sicurez-
za era già in funzione) hanno avuto modo di
dare il buon esempio: con una formazione e
una cadenza ineccepibili abbiamo sfilato tra
le altre truppe: a ranghi serrati, comandati e
con la bandiera. Siamo stati un esempio per
le altre truppe e il simbolo che: «Si può fare
affidamento sul bat PM 2».
2. Il mantenimento o il ristabilimento
dell’ordine e della legalità come compito principale di polizia, applicato
con il metodo «dialogo – riduzione
della tensione – intervento», nonché
secondo il motto «La polizia militare:
un amico e un aiuto».
I fatti seguenti dimostrano che l’etica e la
tattica di polizia sono state applicate con
successo:
– non si conoscono azioni ingiuriose commesse da visitatori contro la PM;
– non si è verificato alcun tentativo di attacco
a un trasporto di denaro;
– non si è registrato alcun singolo caso di
misure immediate errate da parte della
polizia.
Al contrario: a titolo esemplare del lavoro svolto dagli impavidi aiutanti e delle
priorità fissate dalla polizia si può ricordare
il caso seguente tra i circa 1000 interventi
sanitari e i 200 di polizia: il primo sabato,
vale a dire il 30 agosto, un cinquantenne si
è accasciato davanti alla zona VIP tossendo
sangue. Grazie all’immediato intervento dei
militari del bat PM 2 è stato possibile stabilizzare il paziente, tranquillizzare i parenti e
in fine evacuarlo a bordo di un’ambulanza.
La riconoscenza mostrata dalle persone coinvolte è eloquente.
3. Legalità e proporzionalità: presentarsi
e agire in maniera legittima.
La polizia è in grado di misurare in maniera
semplice e pragmatica la proporzionalità: la
popolazione moderna, critica e sensibile nei
confronti dell’autorità insorge non appena
le persone controllate si sentono trattate ingiustamente, sia che ciò sia oggettivamente
giustificato sia che questo venga soltanto
percepito in maniera soggettiva. In occasione
Rubriktitel
dell’impiego di AIR14 non è stato sporto alcun reclamo nei confronti del bat PM 2. Non
è allora questo un segno di proporzionalità?
Evidentemente i militari del bat PM 2 sono
riusciti ad applicare al meglio la strategia
«dialogo – riduzione della tensione – intervento».
4. Impegno creativo durante l’adempimento del compito e la gestione dell’evento.
Per fornire informazioni ai visitatori e per
essere attrezzati in vista della direzione e
della gestione di eventi quotidiani in materia
di sicurezza e di polizia si è resa necessaria
una carta di condotta ampliata di AIR14.
Dopo una breve valutazione e consultazione, un militare del bat PM 2 (disegnatore
edile) ha sviluppato e messo a punto una
carta d’impiego che è stata giornalmente
utilizzata dai militari del bat PM 2. La carta
è stata realizzata talmente bene da essere
richiesta e impiegata con successo durante la
manifestazione anche da altri partner e altre
truppe. È allora questo un esempio di impegno creativo. Allo stesso modo l’esibizione
con le biciclette della sez gran PM del I ten
von Ow mostra che anche un compito poco
impegnativo può diventare un esempio di
disciplina con un forte impatto sul pubblico
grazie alla creatività dei soldati di milizia.
Elogi unanimi per un impiego esemplare
In occasione della consegna della bandiera, sia il comandante del battaglione sia il
comandante della airbase di Payerne, colonnello SMG Benoît Studemann, in quanto
delegato del comitato d’organizzazione di
AIR14 hanno tracciato una valutazione
differenziata. Ovviamente anche durante il
servizio 2014 il bat PM 2 ha incontrato alcune
avversità. Resta tuttavia il fatto che il bat PM 2
non solo è stato in grado di riconoscere i propri errori, ma anche di applicare i correttivi
necessari e di trarre i debiti insegnamenti
in maniera costante, oggettiva e orientata
all’impiego. Resta inoltre il fatto che gli
elogi giunti da tutte le parti per l’impegno
esemplare abbiano motivato tutti. I militari
del bat PM 2 hanno compiuto il loro dovere
in maniera OTTIMALE! Siamo fieri della
nostra prestazione comune. Grazie a tutti i
presenti, ai colleghi dei partner nell’ambito
della sicurezza e ai committenti!
In marcia verso la cerimonia d’inaugurazione.
Controllo d’accesso per l’anello di sicurezza interno.
Posto di sbarramento TARMAC.
Controllo d’accesso alla zona VIP.
Istruzione specifica all’impiego ISI, tema S san soccorso d’urgenza.
Accordi con il cdt del bat PM 2, magg SMG M. Fässler.
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Istruzione intensa presso il Centro d’istruzione al combattimento Est
Battaglione di granatieri 30: «Pronti!»
Il corso di ripetizione 2014 del battaglione di granatieri 30 si è svolto per molti aspetti all’insegna del motto «Pronti!».
La formazione ha funto quale battaglione d’intervento dell’esercito. Lo stato maggiore del battaglione si è preparato con
un esercizio di stato maggiore per poter svolgere con successo un esercizio quadro di stato maggiore che avrà luogo
durante il prossimo CR. In conclusione tutti i granatieri si sono dimostrati pronti ad apprendere come utilizzare le armi,
gli apparecchi e le tecniche di nuova generazione.
Magg Daniel Slongo, capo Comca CFS (milizia)
«Essere pronti», «Aspettarsi l’inaspettato», «Essere immediatamente pronti all’impiego»: sono tutti attributi che vengono messi in relazione con i granatieri. Che queste qualifiche rendano giustizia alla loro fama, il bat gran 30 lo ha dimostrato durante il suo annuale
corso di ripetizione, durante il quale si è trattato di essere «pronti» a
tutti i livelli e di adempiere il compito.
Innanzi tutto, lo stato maggiore del battaglione ha dovuto dimostrare il proprio grado di prontezza. Con un esercizio di stato maggiore di 24 ore, l’organo di comando superiore, ossia lo stato maggiore del comando forze speciali (CFS), ha effettuato un allenamento
in materia di prontezza dello stato maggiore del bat gran 30. Sono
così stati creati i presupposti per svolgere un esercizio quadro di stato maggiore nel 2015.
Poi si è trattato di essere pronti quale battaglione "SUBVENIO",
per poter fungere da primo elemento impiegabile a favore dell’esercito nel caso in cui se ne fosse presentata la necessità. I granatieri e
i quadri hanno dovuto da un canto disporre le necessarie misure di
prontezza, dall’altro strutturare l’istruzione in maniera flessibile affinché, per qualsiasi eventualità, il bat gran 30 potesse passare alla
modalità d’impiego. Fortunatamente ciò è rimasto entro i limiti della pianificazione e della realizzazione della prontezza. In ogni caso si
è trattato di un buon allenamento.
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Ai quadri e alla truppa è stata richiesta la massima prontezza. Questo CR è stato caratterizzato anche dall’introduzione di armi, apparecchi e tecniche nuovi e le capacità acquisite sono poi state messe
alla prova nell’ambito di diversi esercizi. Sono stati infatti introdotti
il nuovo fucile d’assalto (F ass 07), il nuovo supporto per lanciagranate (GWA 08), i nuovi tipi di granata a mano (gran mano11) come
pure le nuove tecniche di combattimento in zone edificate (CIZE).
Efficienza grazie alla simulazione
Una compagnia del bat gran 30 ha potuto consolidare e verificare le
nuove tecniche CIZE a Walenstadt presso il comando simulazione di
combattimento Est del Centro d’istruzione delle Forze terrestri. Qui
i gruppi, le sezioni e anche la compagnia sono stati sollecitati per sei
giorni durante i quali hanno portato a termine 74 esercizi di gruppo, 15 di sezione e 5 di compagnia. In altre parole, in circa 46 ore sono state prestate 3450 ore/uomo d’allenamento.
Queste cifre impressionanti possono essere realizzate soltanto
se le infrastrutture in cui hanno luogo gli esercizi sono di prima categoria e il relativo personale lavora in maniera efficiente e professionale. E proprio queste sono le condizioni quadro che la cp gran 30/1
ha trovato a Walenstadt.
Il supporto della squadra sul posto si è rivelato estremamente
prezioso per i granatieri, tanto da riscuotere elogi e apprezzamenti
a tutti i livelli. Presso l’impianto di Walenstadt è stato possibile alle-
4 domande per il ten col SMG Clement Leu, cdt bat gran 30
Il comandante uscente
del bat gran 30, ten col
SMG Clement Leu
Che cosa contraddistingue il bat gran 30?
Il bat gran 30 è stato creato con Esercito XXI
e pertanto si tratta di un battaglione piuttosto giovane. Malgrado o proprio in virtù di
questa sua caratteristica lo spirito di corpo è impressionante. Anche la volontà di fornire prestazioni è notevole. Dagli ufficiali, ai
sottufficiali, fino ai singoli soldati ciascuno è
pronto a migliorare di giorno in giorno e desidera ampliare le proprie conoscenze. Tutti i
militari si contraddistinguono per la disciplina
e l’ordine nella quotidianità militare.
Qual è la particolarità dal punto di vista del comandante di
battaglione?
Ciò che rende unico i battaglioni di granatieri è che a livello di battaglione
si dispone già di un mix di forze. Con i granatieri esploratori disponiamo di
sensori propri e con i tiratori scelti e le armi d’appoggio delle mitragliatrici pesanti e dei lanciamine possiamo contare su effettori propri. In questo
modo siamo in grado di fornire appoggio in maniera autonoma alle nostre
compagnie di granatieri durante l’impiego, cosa che conferisce a me in
quanto comandante di battaglione mezzi e possibilità unici. Un’altra particolarità è data dal sistema d’istruzione dei granatieri con una scuola reclute più lunga. I giovani vengono istruiti in maniera eccellente anche durante i
CR. Questo ci permette di approfondire l’istruzione durante i CR in maniera
mirata e di progredire rapidamente.
Quali sono stati i momenti salienti del CR 2014?
Gli esercizi all’interno dell’impianto per il combattimento di località «Äuli»
a Walenstadt con la cp 30/1 hanno sicuramente rappresentato uno degli
elementi fondamentali del CR. In sei giorni è stato possibile svolgere circa 100 esercizi a livello di gruppo, sezione e compagnia. Si tratta di un’ottima preparazione in vista del 2016, quando riuniremo l’intero battaglione
a Walenstadt. Un altro momento importante è stato il tiro di combattimento svolto con altre compagnie sul Glaubenberg. L’intensità con la quale si
è lavorato ogni giorno era impressionante. In questo modo durante l’SPT è
stato possibile incrementare costantemente le prestazioni.
Quali conclusioni trae dal suo periodo come comandante di
battaglione?
Quello che ricorderò sono le persone e i numerosi incontri, come pure i
contatti e le amicizie nati durante questi duri e intensi corsi di ripetizione.
Le relazioni interpersonali per me sono sempre state un elemento fondamentale e spero che questi nuovi contatti si mantengano anche oltre il mio
periodo quale cdt.
Tuttavia il clou è stato l’onore di aver potuto comandare un battaglione di
granatieri. Semper Fidelis!
Il granatiere Christoph Märki: un allenamento impegnativo, visto
che non conoscevamo il terreno e nemmeno le case. Proprio questo
aspetto lo ha reso variegato e interessante.
Discussione dell’esercizio di altro genere: efficienza grazie all’analisi
video autocritica.
narsi con un’intensità tale, pari soltanto a quella che i granatieri hanno conosciuto durante la loro istruzione di base a Isone. «L’istruzione
presso l’installazione di Walenstadt è alquanto intensa e ricca di insegnamenti. Le attuali videocamere non mentono e nell’ambito della discussione dell’esercizio abbiamo modo di osservare chiaramente sullo
schermo ciò che è andato bene e che cosa invece no. Questo amplifica
notevolmente l’effetto didattico», con queste parole di riconoscimento il granatiere Christoph Märki ha espresso il suo apprezzamento.
Anche per i quadri le giornate trascorse a Walenstadt si sono
rivelate preziose. Grazie a condizioni d’allenamento ideali, infrastrutture eccellenti e un supporto professionale presso l’impianto,
l’istruzione è risultata particolarmente efficace. «Non avevo mai visto la mia compagnia compiere progressi così significativi come qui,
presso l’impianto di Walenstadt», afferma il comandante di compagnia, cap Marc Dürr.
prie prestazioni sotto forma di colloquio didattico, traendo le debite
conseguenze. Gli errori sono stati messi in luce con l’aiuto di analisi video per poi essere discussi in modo che non si ripetano in occasione del prossimo esercizio.
Non soltanto granatieri e quadri della cp gran 30/1 hanno potuto
convincersi dell’intensità, dell’efficienza e dell’efficacia date dalle possibilità e dai metodi d’allenamento in uso a Walenstadt. Anche la squadra di professionisti del CIC Est ha riconosciuto ai granatieri un notevole incremento delle proprie prestazioni. Per quest’ultima, inoltre, il
fatto di far esercitare i granatieri nel proprio ambito di competenza ha
rappresentato una novità. «Gli impianti d’allenamento reali ci permettono di far svolgere ai militari un allenamento intenso e ricco di esperienze», spiega il magg Nico Schiller, C Op sost SIMUG a Walenstadt.
Il notevole investimento è tuttavia pagante poiché presso l’impianto di simulazione è possibile apprendere molto di più che durante la tradizionale istruzione al combattimento. Una situazione winwin per tutti gli interessati. Questo valore aggiunto è noto anche al
CFS e pertanto resta da sperare che queste condizioni d’allenamento ideali e il sostegno motivato del CIC Est possano essere sfruttati
anche nei prossimi anni, qualora sussista l’intenzione di permettere
non soltanto a una compagnia, bensì a tutte le compagnie dei battaglioni di granatieri di svolgere a turno durante i rispettivi CR l’allenamento presso l’impianto di Walenstadt.
Un investimento sforzo che paga
Dai preparativi dell’esercizio fino alla conclusione dello stesso con
la relativa discussione, la cosiddetta After Action Reviews (AAR), i
granatieri hanno potuto contare sull’assistenza e sull’appoggio della
squadra di Walenstadt, degli ufficiali dell’SM CFS nonché dello stato maggiore del battaglione. Durante la discussione dell’esercizio i
granatieri hanno esaminato in maniera aperta e autocritica le pro-
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Esercizio "MECCANICA/SPITPORT"
Decontaminazione di persone
al freddo pungente
Il 2 e il 3 dicembre 2013 si è svolto a Burgdorf l’esercizio "MECCANICA/SPITPORT", al quale hanno preso parte l’ospedale SSC
di Burgdorf, la compagnia d’intervento di difesa NBC e il battaglione d’ospedale (bat osp) 66. L’obiettivo dell’esercizio era di
fare in modo che le forze d’impiego civili e militari nonché la sanità e la difesa NBC si esercitassero a collaborare tra di loro.
Questo tipo di collaborazione è infatti indispensabili per poter raggiungere la necessaria efficacia in caso di evento NBC.
Mattina d’inverno: il percorso di decontaminazione davanti all’ospedale di Burgdorf.
Uff spec Anita Noli-Kilchenmann, SM spec NBC,
Centro di competenza NBC-KAMIR
Lo scenario dell’esercizio "MECCANICA/
SPITPORT" si basa su un impiego sussidiario probabile delle truppe di difesa NBC. In
quanto partner per la decontaminazione dei
pazienti, l’esercito viene chiamato in causa
poiché è l’unico a disporre dei mezzi e del personale con il necessario grado di prontezza.
La collaborazione civile-militare nell’ambito
di un impiego sussidiario va approfondita
mediante allenamenti e occorre accumulare
esperienze. I risultati devono poi confluire
in un dossier che servirà quale riferimento.
Successivamente l’esercizio sarà ripetuto
con diversi ospedali di decontaminazione
in Svizzera al fine di redigere a partire dalle
esperienze raccolte almeno un dossier per
ciascun ospedale e soprattutto delle liste di
controllo per i rapporti di coordinamento.
Svolgimento
Ore 0600: lunedì 2 dicembre 2013. Il freddo
è pungente quando l’esercizio ha inizio. La
8 esercito.ch Capo dell’esercito 2 / 14
compagnia d’intervento di difesa NBC si
trova ancora presso la propria ubicazione
CR con un grado di prontezza di marcia
3. Data la situazione (deragliamento di un
treno-cisterna contenente agenti C a seguito
di scosse telluriche) all’ospedale di Burgdorf
sta arrivando un numero crescente di persone probabilmente contaminate. Fuori dal
pronto soccorso il personale dell’ospedale
gestisce un posto di decontaminazione appositamente allestito. Le persone contaminate
devono spogliarsi, fare una doccia secondo
quanto viene loro indicato e successivamente
ricevono degli indumenti d’emergenza. Alla
fine vengono effettuati dei controlli per campionatura in modo da verificare che la decontaminazione sia stata eseguita correttamente.
Ore 0700: siccome la situazione peggiora
e non è possibile prevedere quanto durerà
ancora l’afflusso di pazienti, si decide di richiedere l’appoggio sussidiario dell’esercito.
Questa sequenza dell’esercizio è soltanto supposta, vale a dire che non viene inscenata.
Siccome al momento la compagnia d’intervento di difesa NBC sta prestando il proprio
CR, viene allertata e si mette in marcia alla
volta di Burgdorf.
Ore 1100: il comandante della cp interv dif
NBC, tenente colonnello Daniel Anderes,
arriva a Burgdorf con un distaccamento
avanzato e svolge il primo rapporto di coordinamento. Purtroppo questo ha luogo
principalmente tra l’ospedale e la difesa NBC.
Contemporaneamente arrivano le truppe di
difesa NBC nella base di partenza.
Ore 1200: i militari della cp interv dif NBC
iniziano allestendo il percorso di decontaminazione direttamente davanti all’entrata
principale dell’ospedale. In caso di evento
reale si intende in questo modo evitare che i
pazienti contaminati possano accedere all’ospedale. In caso reale l’entrata del pronto
soccorso verrebbe chiusa e tutti i pazienti
avrebbero accesso all’ospedale attraverso le
relativa decontaminazione. Questo poiché,
come spiega il medico in capo dell’esercito,
divisionario Andreas Stettbacher, soltanto
i pazienti decontaminati in un ospedale
adeguatamente preparato avrebbero reali
possibilità di sopravvivere.
Ore 1500: i militari della cp interv dif NBC
si fanno carico della decontaminazione
dei pazienti in arrivo. Il posto di decontaminazione dell’ospedale viene chiuso. La
mancanza di un medico responsabile del
triage non fa perdere la concentrazione ai
militari motivati della cp interv dif NBC. Essi
effettuano la decontaminazione sui pazienti
in arrivo fedeli al principio «prelavaggio –
decontaminazione – risciacquo». Dopo la
decontaminazione i pazienti vengono rivestiti con gli indumenti d’emergenza e solo a
quel momento consegnati all’ospedale o ai
sanitari per l’ulteriore assistenza sanitaria.
Questa importante collaborazione non può
essere messa in scena durante l’esercizio
poiché l’ospedale al momento non dispone
della necessaria capacità.
Ore 2200: il posto di decontaminazione viene
gestito fino a notte inoltrata. Siccome si tratta
di un esercizio, durante la notte il lavoro deve
essere interrotto. L’impatto fonico e luminoso sarebbe troppo forte e i pazienti dell’ospedale di Burgdorf, al momento al completo,
sarebbero eccessivamente disturbati.
Secondo giorno d’esercizio: la mattina
del 3 dicembre 2013 gli specialisti della
decontaminazione della cp interv dif NBC
riprendono il lavoro. Tuttavia, a seguito
delle condizioni invernali le temperature si
situano al di sotto dello zero facendo quindi
gelare in continuazione l’acqua all’interno
dei tubi. Mentre i primi pazienti aspettano
all’esterno, i soldati cercano di rimettere in
moto l’esercizio. Non è possibile aspettare la
riparazione, pertanto si decide di modificare
la procedura decontaminando manualmente
i pazienti anziché con gli appositi apparecchi.
Verso mezzogiorno l’esercizio è concluso. L’area viene sgomberata e la base di parten-
za trasportata presso l’ex PAEs di Burgdorf. Il
brigadiere Thomas Kaiser, comandante della
brigata logistica 1, ringrazia personalmente i
soldati per l’impiego prestato.
Posto di decontaminazione civile presso
l’ospedale che in caso sovraccarico richiede
l’appoggio militare.
Percorso di decontaminazione militare durante l’impiego sussidiario d’esercitazione davanti
all’ospedale di Burgdorf.
Sfide e conclusione
La collaborazione concreta tra l’ospedale
civile, la sanità e le truppe di difesa NBC
costituisce una vera e propria sfida. Sebbene
l’esercizio sia stato pianificato, sono emerse
alcune difficoltà. I rapporti di subordinazione o di attribuzione dei diversi partner
in futuro dovranno essere meglio chiariti
nell’ottica di una più efficace collaborazione.
Da parte sua, la compagnia d’intervento
di difesa NBC avrebbe auspicato una maggiore affluenza di pazienti per poter testare i
limiti prestazionali sia a livello del personale
che del materiale.
L’insufficienza nella disponibilità
di medici addetti al triage era già nota in
precedenza ma nel corso dell’esercizio si è
ripercossa negativamente. I pazienti in arrivo avrebbero dovuto essere smistati da un
medico prima della decontaminazione. Date
le difficoltà di personale dell’ospedale, questa
funzione non ha potuto essere rivestita. Per il
triage sia da parte civile che da parte militare
sarà necessario fornire uno sforzo maggiore
affinché in caso di evento reale sia disponibile
il personale qualificato.
Ciò vale anche per la consegna dei pazienti decontaminati all’ospedale. In occasione di esercizi futuri questo elemento dovrà
essere inscenato in modo che tutti i partner
comprendano il significato di un afflusso
massiccio di persone contaminate dopo un
evento NBC e come questo vada gestito.
Durante una After Action Revue (AAR)
con tutte le parti (ospedale, sanità, SSC, Can-
Gli ospedali di decontaminazione
Per impedire una diffusione della contaminazione all’interno dell’ospedale, la decontaminazione viene effettuata PRIMA di accedere
all’ospedale. Gli ospedali di decontaminazione
sono stati implementati in occasione del Campionato di calcio UEFA EURO 08. Attualmente
in Svizzera si contano 17 ospedali di decontaminazione (tendenza in aumento).
Per la decontaminazione prima dell’accesso
all’ospedale esistono due concetti d’esercizio:
• l’ospedale stesso gestisce il posto di decontaminazione (personale e mezzi propri);
• l’esercito gestisce il posto di decontaminazione in maniera sussidiaria (con personale
e materiale militare).
Entrambi i concetti sono possibili. Occorre tener conto che l’esercito ha bisogno di un certo
tempo di mobilitazione. In caso di eventi pianificabili o eventi che richiedono un elevato grado di prontezza, ciò non costituisce un problema, una mobilitazione militare immediata è
tuttavia dispendiosa.
tone, difesa NBC) queste esperienze sono
state discusse in riferimento all’esercizio.
Quest’ultimo ha tuttavia evidenziato
una volta di più l’importanza di svolgere
esercitazioni comuni. Il fatto che siano necessari altri allenamenti di questo genere non
è stato minimamente contestato.
Lodevole è l’impegno profuso dai militari della cp interv dif NBC che non si sono
lasciati scoraggiare nemmeno dal freddo
pungente e dall’acqua gelata e hanno assolto
il loro impiego con determinazione e fedeli al
motto del Centro di competenza NBC-KAMIR: «Competenza al servizio della nostra
sicurezza».
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Villaggio d’esercizio di Wangen an der Aare
Un villaggio d’esercizio più realistico che mai
Chi avrebbe mai immaginato dieci anni fa che fosse possibile simulare inondazioni, costruire finte macerie e riprodurre
catastrofi in modo così straordinariamente realistico? Forse quasi nessuno. E invece dopo due anni di lavori il villaggio
d’esercizio di Wangen an der Aare è di nuovo operativo e ospita la principale installazione d’esercizio svizzera dell’esercito
per gli interventi in caso di catastrofe
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
«Non abbiamo solo dato una mano di bianco
qua e là, abbiamo creato il villaggio d’esercizio che sognavamo. Questa è la nuova
filosofia che vogliamo portare a Wangen an
der Aare», spiega il colonnello SMG Stefan
Christen, comandante della Scuola sottufficiali/Scuola reclute del salvataggio 75. «Le
nuove infrastrutture sono state pensate in
base alle situazioni verificatesi in Svizzera e
all’estero, per rendere gli scenari d’esercizio
ancora più realistici.» Durante la giornata di
inaugurazione lo stesso comandante di corpo
e comandante delle Forze terrestri Dominique Andrey aveva precisato: «La prima volta
che mi hanno mostrato i progetti pensavo
fosse un’utopia, ma come ha detto Oscar Wilde, il progresso serve per realizzare le utopie».
Le nuove macerie di edifici, le installazioni per le inondazioni e per la simulazione
10 esercito.ch Capo dell’esercito 2 / 14
di incendi permettono di riprodurre in modo
realistico e sicuro scenari di catastrofi e situazioni pericolose. Se prima la preparazione
di un esercizio richiedeva quasi un’intera
giornata, ora è possibile predisporre tutto
in soli cinque minuti, e ogni esercizio può
essere ripetuto più volte senza distruggere
niente. «Le prove di ricerca tra le macerie possono essere modificate a nostro piacimento
grazie a un sistema dotato di piattaforma in
cemento modulabile», aggiunge il colonnello
SMG Stefan Christen. Un sistema di botole
e passaggi consente inoltre di posizionare le
comparse all’ultimo momento: prima bisognava invece costruire l’esercizio su di loro
e costringerli quindi ad aspettare per ore.
Anche l’installazione per la simulazione
delle inondazioni si basa su una situazione reale. «Il lavoro consiste nel bloccare o deviare
l’acqua in modo che non penetri nel garage
dell’edificio, dove si trova una cisterna d’olio», spiega l’aiutante SMG Stefan Binggeli.
«Se l’acqua riesce lo stesso a infiltrarsi la
cisterna rischia di rovesciarsi.»
Rispetto dell’ambiente
«Le persone che vengono a visitare il villaggio non se ne rendono veramente conto,
ma buona parte delle risorse investite non
hanno un riscontro visibile perché tutte le
nuove installazioni si trovano sottoterra»,
precisa il colonnello SMG Stefan Christen. In
effetti tutto è stato pensato in modo rigoroso.
Nuove condutture assicurano la protezione
delle acque, bacini di decantazione e sistemi
di separazione prevengono qualunque pericolo di contaminazione della falda freatica
o dell’Aar in caso di incidenti. «La schiuma
Foto: CME
che utilizziamo per spegnere il fuoco o il
gas è molto difficile da smaltire. Quindi la
raccogliamo in un container e poi la inviamo
a piccole dosi all’impianto di depurazione
dove viene riciclata.»
Le installazioni di simulazione di incendi funzionano a gas e vengono utilizzate
senza emissioni di fumo. «Quando bruciavamo palette di carico di legno non potevamo
correggere l’esercizio a metà o ricominciare
se non aveva funzionato», precisa il colonnello SMG Stefan Christen. «Oggi possiamo
spegnere il fuoco e discutere dei problemi.
Possiamo anche simulare l’insorgere di altri
principi di incendio per far sì che i soccorritori rimedino ai propri errori. Il livello di
apprendimento è completamente diverso.»
Un nuovo modo di lavorare
Per garantire il funzionamento del villaggio
d’esercizio e delle installazioni è stato creato
un nuovo posto di lavoro: l’aiutante SMG
Stefan Binggeli si occupa di guidare le truppe.
«Molti gruppi esterni all’esercito vengono a
esercitarsi da noi: polizia, motociclisti, cani
addestrati al salvataggio in caso di catastrofi», spiega il colonnello SMG Stefan Christen.
Ma l’aiutante SMG Stefan Binggeli precisa:
«Non sono io a formare i privati, che vengono
qui con i loro specialisti, io mi occupo solo dei
militari. Cinque formazioni di addestramento e sette scuole reclute si allenano qui da noi».
Le nuove infrastrutture permettono di
lavorare in modo diverso. Se qualcosa non
funziona l’aiutante SMG Stefan Binggeli può
utilizzare i vari comandi per far reagire i
soldati. «È anche importante vedere come
si comportano i quadri durante l’esercizio
e se reagiscono o meno alle provocazioni»,
osserva l’aiutante SMG Stefan Binggeli dopo
aver maneggiato i comandi di un incendio.
«Ad esempio durante questo esercizio ho
visto che una persona non si trovava al posto
giusto e ho deciso di innescare apposta un
principio di incendio da un’altra parte per
far vedere l’errore.»
Reportage, foto e video:
→→ www.he.admin.ch > Attualità > Reportage
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Riproduzione di una facciata per
gli esercizi di recupero.
Una casa di macerie con piastre di
calcestruzzo sostituibili.
L’impianto per gli allagamenti simula
situazioni reali.
12 esercito.ch Capo dell’esercito 2 / 14
Impianto per gli incendi telecomandato,
come in una tavola di missaggio.
Foto: CME, Lorenz Schmid, Ruth van der Zypen
Edificio per allenarsi nella protezione
della respirazione: fumo simulato,
oscurità, dimensioni modulari.
8Operativi entro sei o dodici ore
Comando d’impiego della formazione
d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe
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2 USEs: proseguire in modo mirato
4 Il capo Personale Difesa partecipa alla Tournée informativa: ogni passo è decisivo
7 25 anni di Peace Support Operations (PSO)
Novità dalla direzione di progetto USEs
«Dobbiamo proseguire in modo
mirato lungo la via intrapresa»
A colloquio con il brigadiere Sergio Stoller, capoprogetto USEs, sulle importanti fasi di pianificazione,
sugli obiettivi intermedi e sulle sfide da affrontare.
Intervista: Daniela Brunner, Comunicazione USEs
Quali importanti fasi di pianificazione sta trattando attualmente
nell’organizzazione di progetto USEs?
Controlliamo presso tutte le future unità organizzative se le prestazioni e i prodotti richiesti sono armonizzati con le strutture e il
personale previsti, rivolgendo un’attenzione particolare a possibili
doppioni. Inoltre, stiamo preparando – in linea con la nuova data
d’ordine dell’esercito – la pianificazione della transizione in vista
della trasformazione dell’attuale esercito nell’esercito a partire dal
2017. Nell’ordine sulla transizione sono disciplinate anche la realizzazione e la ristrutturazione delle strutture del personale nonché il
trasferimento della milizia nelle nuove formazioni.
In merito a quali successi parziali o obiettivi intermedi del progetto
USEs lei può attualmente informare le collaboratrici e i collaboratori?
La trasmissione del messaggio concernente la modifica delle basi legali
per l’ulteriore sviluppo dell’esercito è stato un obiettivo intermedio
essenziale. Nella decisione del Consiglio federale sono contenute anche
le misure preliminari di cui necessitiamo per modificare l’istruzione.
«Tutto è interconnesso: se si gira una
rotella, si muove l’intero ingranaggio nel
sistema complessivo».
Quali sono le tre pietre miliari fino a metà 2015 nell’organizzazione di
progetto?
Entro la fine di febbraio 2015 gli elenchi della dotazione di base per le
future scuole dei quadri dovranno essere elaborati nel dettaglio. A livello di
Dipartimento e di esercito sono previsti diversi adeguamenti di ordinanze
e istruzioni affinché possiamo iniziare opportunamente con il futuro
esercito. Inoltre, tutte le strutture di dettaglio di tutte le unità organizzative
devono essere autorizzate affinché possiamo abbordare gradualmente la
pianificazione dettagliata del trasferimento del personale D.
Cantoni in merito ai cambiamenti previsti nell’ambito dell’istruzione
di base e dei quadri e, in secondo luogo, l’adeguamento del sistema di
reclutamento a partire dal 2015. Tali misure devono essere orientate
al fabbisogno futuro dell’esercito ed essere approvate in precedenza
dal Consiglio federale.
Come si riesce a far fronte alla dicotomia tra prestazioni più elevate
(prontezza, istruzione dei quadri, equipaggiamento, regionalizzazione)
e, nel contempo, risparmi (personale) in seno all’amministrazione?
Ciò è possibile soltanto se evitiamo prestazioni superflue. Dobbiamo
pertanto armonizzare imperativamente le prestazioni e i prodotti
con i processi e le strutture. A tale scopo devono essere disponibili
sufficienti risorse umane. In altre parole: l’uomo o la donna giusta
deve agire nel luogo e nella funzione giuste. Un fatto importante: il
futuro esercito non è una riforma, ma un’evoluzione necessaria, un
ulteriore sviluppo. Una situazione di stallo significa fare un passo
indietro. Vogliamo andare in questa direzione?
In quali fasi del progetto sono direttamente integrati i collaboratori e
da quali cambiamenti sono interessati in prima persona?
Posso citarle alcuni esempi: il modello con due inizi di SR, la durata
delle scuole reclute di 18 settimane, la reintroduzione del pagamento
dell’ultimo grado, un coaching dell’istruzione più intensivo a favore
dei quadri di milizia sono cambiamenti nell’ambito dell’istruzione.
I collaboratori sono inoltre toccati da cambiamenti nella struttura di
condotta. In generale, la nuova articolazione degli ambiti dell’impiego
e dell’istruzione rendono necessari adeguamenti a livello di personale.
Dei collaboratori saranno quindi interessati direttamente da nuove
subordinazioni. Inoltre alcuni collaboratori dovranno sicuramente
prevedere di occupare un posto di lavoro in un’altra ubicazione.
«Occorre tenere conto delle paure e delle
preoccupazioni dei collaboratori e
prenderli sul serio».
In che misura la tabella di marcia politica influenza la pianificazione di
Quali sono dal suo punto di vista le principali sfide dell’USEs?
progetto dell’USEs?
Il cosiddetto processo di cambiamento. Nelle grandi organizzazioni e
imprese è generalmente difficile spiegare ai collaboratori la necessità e
l’urgenza di un ulteriore sviluppo. Occorre tenere conto delle paure e
delle preoccupazioni dei collaboratori prendendoli sul serio e dando
prova di grande trasparenza. Di conseguenza, la comunicazione
con i collaboratori rappresenta una grande sfida. Oltre ai canali di
comunicazione ufficiali anche i capi devono fornire un contributo
essenziale in tal senso. Hanno la responsabilità di informare i loro
collaboratori tempestivamente e in modo personale.
Per principio, il nostro piano orario è orientato alla tabella di marcia
politica, da cui alcuni ambiti parziali del progetto dipendono direttamente. Dopo il no alla Legge sul Fondo Gripen e lo spostamento
del messaggio di un trimestre, non abbiamo più una riserva, se
intendiamo dare inizio all’attuazione con decorrenza dal 1° gennaio
2017. Come vedete, il tempo stringe.
Quali misure preliminari sono previste prima della vera e propria
attuazione? Quali ambiti dell’esercito saranno toccati direttamente da
tali misure?
E quali sono le sfide relative alla pianificazione del progetto?
Per un’attuazione ineccepibile dell’istruzione sono previste due misure
preliminari concrete: in primo luogo un’informazione esauriente ai
Le condizioni quadro generali e la complessità del progetto costituiscono un’impresa molto impegnativa. Ogni minimo adeguamento
2 esercito.ch 2 / 14
Foto: Stefan Meienhofer
Se si gira una rotella, si muove l’intero ingranaggio
nel sistema complessivo: il brigadiere Sergio Stoller
dirige il progetto USEs.
in un progetto parziale richiede obbligatoriamente un riesame e una
concertazione con gli altri progetti parziali. Ciò significa che bisogna
procedere a una sincronizzazione in praticamente tutti gli ambiti
parziali. Tutto è interconnesso: se si gira una rotella, si muove l’intero
ingranaggio nel sistema complessivo.
Quale organo gestisce il processo di cambiamento nel settore Difesa?
L’organo di vigilanza USEs che è composto di membri dell’attuale
Comando dell’esercito. I comandanti dovranno essere designati in
tempo utile, affinché possano esercitare il loro influsso nell’organo
di vigilanza e, di riflesso, nel processo di cambiamento. Ma in definitiva – e ciò risulta decisivo – l’intero processo di cambiamento e
d’attuazione dev’essere anche un compito della linea. Ogni superiore
sarà tenuto a pianificare e gestire gli adeguamenti nel proprio ambito.
Il futuro esercito verrà così concretizzato soprattutto in maniera
decentralizzata.
«Anche lungo il percorso vengono prese
delle decisioni; dobbiamo quindi essere
pronti in tal senso».
Che cosa si augura per questo progetto in veste di capoprogetto USEs?
Dobbiamo proseguire sulla via intrapresa in modo mirato e non dobbiamo distogliere la nostra attenzione dalla direzione di marcia. I sentieri
si costruiscono viaggiando. Ciò non significa tuttavia che durante il
percorso non possiamo guardare indietro. Anche lungo il percorso per
giungere al traguardo dobbiamo costantemente verificare, analizzare e,
se necessario, adeguare le decisioni alla nuova situazione. Anche lungo
il percorso vengono prese delle decisioni; dobbiamo quindi essere pronti
in tal senso. Confucio lo descrive in modo calzante: «Solo i più saggi o
i più stupidi degli uomini non cambiano mai».
Pietre miliari previste USEs 2015*
1° trimestre
Data d’ordine dell‘esercito (da parte del CEs)
Ordine sulla transizione n. 1 per l‘USEs (capoprog USEs)
2° trimestre
Struttura di dettaglio Personale D
Processi D 2017 (processi di base, parziali e principali)
3° trimestre
Regolamenti CO17 e CT 17
Concetti parziali per l‘istruzione (SIB, SPT e istruzione dei quadri)
4° trimestre
Regolamento Prontezza dell‘esercito
Organizzazione e struttura Cdo Operazioni e Cdo Istruzione
*Le indicazioni si basano sullo stato attuale della pianificazione transitoria.
Condizioni quadro | Parametri fondamentali
Fondamento Obbligo di prestare servizio militare e principio
di milizia
Effettivo regolamentare 100 000 militari
Limite di spesa 5 mia. di franchi
Giorni di servizio Ca. 5 mio. all’anno
Punti fondamentali dell’USEs
•
•
•
•
Maggiore prontezza
Migliore istruzione dei quadri
Equipaggiamento completo
Radicamento regionale
Trovate ulteriori informazioni in merito all'USEs sul sito intranet del settore D.
→→ Siti intranet del settore D > Pagina iniziale > Informazioni > Dossier >
Ulteriore sviluppo dell’esercito
→→ www.armee.ch/wea
esercito.ch 2 / 14
3
Il capo Personale Difesa partecipa alla Tournée informativa
Foto: Mattias Nutt
Ogni passo è decisivo
Il gruppo di progetto «Profili professionali» del Personale D ha girato la Svizzera nell’ambito di una campagna informativa
ad ampio raggio e organizzata nel dettaglio, durante la quale ha informato gli ufficiali e i sottufficiali di professione in merito
alle prossime novità.
Due ruoli in uno
Il capo del Personale D Daniel Gafner, il colonnello SMG Walter
Bähler, il responsabile di progetto «Profili professionali» e l’ufficiale di progetto capitano Patrick Hofstetter hanno presentato le novità direttamente sul posto al personale militare di professione durante la loro Tournée informativa nell’autunno del 2014.
Progetto maturo, campagna di comunicazione attiva
L’importanza di ogni passo
I temi principali sono il reclutamento di nuove leve, la struttura delle
carriere, la formazione e il perfezionamento nonché la pianificazione della transizione. Secondo il gruppo di progetto i primi due temi
Foto: Ruth van der Zypen
I nuovi profili professionali per gli ufficiali e i sottufficiali di professione (uff prof / suff prof) sono in fase di elaborazione dal 2011. Nell’aprile del 2014 il Comando dell’esercito ha deciso di introdurre i nuovi
profili professionali D a partire dal 1° gennaio 2016. La Tournée informativa è un’occasione per il personale di porre domande al gruppo di progetto e di dare un feedback diretto, sia esso positivo o critico.
Le 46 manifestazioni coinvolgono ogni volta dai 30 agli 80 ufficiali di
professione e sottufficiali di professione, come possiamo constatare questo pomeriggio a Payerne presso la Formazione d’addestramento dell’aviazione 31. Secondo il capitano Patrick Hofstetter il grande interesse dimostrato ogni volta dai partecipanti è molto positivo: «I camerati
professionisti non sono qui solo perché lo impone il loro ruolo: vengono in qualità di collaboratori per capire come sarà il loro futuro professionale. Allo stesso tempo possono fare pubblicità alle nuove leve e informare i giovani interessati sulle nuove prospettive che offre l’esercito».
Il capitano Patrick Hofstetter spiega processi complessi in modo
comprensibile.
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Foto: Ruth van der Zypen
Ruth van der Zypen, Comunicazione D
Il confronto diretto è molto utile: il colonnello SMG Walter Bähler
parla con un partecipante.
sono senza dubbio i più importanti. Nelle presentazioni i quattro temi vengono rappresentati sotto forma di un cosiddetto «Bärentritt»
(letteralmente «passo dell’orso»), che i militari di professione sperimentano nel percorso a ostacoli. Per raggiungere l’obiettivo occorre superare tutti gli ostacoli: ogni ostacolo un passo e non è possibile
saltarne nessuno. «In questo modo ogni passo è decisivo per quello
successivo», sottolinea il colonnello SMG Walter Bähler.
Le novità sono benaccette
I partecipanti seguono concentrati la presentazione. Durante la pausa un sottufficiale di professione si mostra soddisfatto: apprezza soprattutto il nuovo modello di acquisizione di nuove leve organizzato su due livelli di selezione secondo l’ordine interessato, candidato,
aspirante e infine militare di professione. L’intervistato conferma che
questo processo è senza dubbio un passo avanti. Il gruppo di progetto sottolinea inoltre quanto sia importante che dopo il diploma gli
aspiranti uff prof / suff prof abbiano un’idea chiara di come sarà il loro lavoro. In questo modo si può evitare la perdita di personale dovuta a false aspettative sia da parte degli aspiranti che dell’esercito.
Work-life balance
Tra i temi trattati non mancano le novità riguardanti la qualità del
lavoro. Il settore Personale D ha svolto un sondaggio presso 140 camerati professionisti sul tema work-life balance, in seguito al quale è
stato avviato un processo per un cambiamento culturale progressivo. In futuro anche gli ufficiali e i sottufficiali di professione dovranno poter conciliare meglio vita professionale e privata, ad esempio
con una miglior pianificazione delle vacanze e del tempo libero o una
miglior gestione delle proprie risorse.
Prospettive per il futuro
Per i presenti è particolarmente importante sapere quali prospettive si
presentano loro per il futuro. Anche il brigadiere Peter Soller, comandante della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31, esprime
la sua convinzione nella presentazione finale: «Le persone sono motivate solo se vedono delle prospettive per il proprio futuro». E come
sottolinea il capitano Patrick Hofstetter, tutti sono motivati a reclutare un numero sufficiente di nuove leve: «Altrimenti in futuro l’attuale mole di lavoro peserà sulle spalle di sempre meno persone».
«Grazie ai nuovi profili professionali miglioriamo l’acquisizione di
personale militare. Individualizziamo l’esordio nella professione
e aumentiamo la trasparenza della pianificazione delle carriere.
Garantiamo così che ognuno / a possa essere impiegato / a in
funzione delle proprie capacità, dalla prima assunzione fino al
pensionamento a 60 anni.»
Comandante di corpo André Blattmann, capo dell’esercito
Carriera candidato / aspirante / Cfo base
1
2
Candidato uff prof/suff prof
Aspirante uff prof/suff prof
Uff prof/suff prof
Servizio di milizia
Cdt U
Prima del Cfo
base
Uff prof cdt U
(servizio pratico,
CR)
Direttamente selezione 2
Integrazione nel
team mil prof
Sost cdt U
incl preparazione sel 2
Nessuna
funzione
specifica
possibile
A seconda delle premesse:
preparazione sel 2 (d/f)
o impiego quale sgtm/fur
Incl corsi CIEs
Preparazione
sel 2
D’ora in avanti chiamata
solo tramite il PISA
L’ordine di marcia personale sarà aggiornato con effetto
dall’inizio del 2015. Si vuole così garantire che i dati
registrati nel libretto di servizio coincidano con quelli delle
cartoline IPG.
Harold A. Koch, capo Assistenza alle applicazioni
Nel rapporto finale relativo all’inchiesta amministrativa «Inchiesta
servizio volontario / indennità per perdita di guadagno» del 2011 sono stati riscontrati dei punti deboli e delle incertezze riguardo alle basi giuridiche e alla chiamata per i servizi militari. In generale è
emerso che la qualità dei dati relativi alla registrazione del numero
di giorni di servizio prestati sia nel libretto di servizio che nel «sistema di gestione del personale dell’esercito» (PISA) e sulle cartoline per l’indennità di perdita di guadagno (cartoline IPG) deve essere assolutamente migliorata. Per poter eliminare questa possibile
fonte di errore è indispensabile che la chiamata per i servizi militari
possa essere effettuata esclusivamente tramite iscrizione nel PISA e
la rispettiva emissione centralizzata dell’ordine di marcia.
Non saranno più possibili sostituzioni rapide
Grazie alla revisione dell’ordinanza concernente l’obbligo di prestare
servizio militare (OOPSM), avvenuta nel 2012, e alla risultante attribuzione di competenza al capo Personale dell’esercito (J1), la misura
in oggetto – emissione centralizzata degli ordini di marcia tramite il
PISA – garantisce che non possano più essere creati ordini di marcia
all’insaputa del Personale dell’esercito (AFC 1). Gli ordini di marcia
potranno quindi essere emessi esclusivamente tramite il PISA. Da
gennaio 2015 sarà in particolare disattivata la funzionalità «sostituzione dell’ordine di marcia» con il MIL Office Release 4.5. Inoltre il
layout degli ordini di marcia è stato rielaborato per renderlo più moderno. Il nuovo ordine di marcia reca un codice QR (Quick Response) che permette di trasferire le date dei servizi militari e le scadenze su uno Smartphone.
Solo il nuovo ordine di marcia vale come titolo di trasporto
A partire dal prossimo anno saranno accettati come titolo di trasporto unicamente i nuovi ordini di marcia. Un militare in possesso di un
ordine di marcia non conforme sarà trattato dal personale dei trasporti pubblici alla stessa stregua di una persona senza titolo di traporto valido. Gli ordini di marcia emessi fino alla fine del 2014 mantengono comunque la loro validità.
Diploma
Militare interessato uff prof/suff prof
Cfo +
S pratico
sgtm U
Novità riguardo all’ordine di marcia personale
C dipl
CSB
Scuola mil
Cfo base
SSPE
S pratico
cdt U
Uff prof U
Uff prof cdt U
Istruttore specialista
Istruttore specialista
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5
Retrospettiva sull’AIR14
«Grazie a tutti, ci siamo riusciti!»
«L’AIR14, un momento magico!», con queste le parole il direttore ha espresso il suo giudizio sulla manifestazione tenutasi
a Payerne. Ian Logan è al settimo cielo. Retrospettiva su questo pittoresco meeting aereo.
Delphine Allemand, Comunicazione Forze aeree
Dopo oltre tre anni dedicati all’organizzazione e alla realizzazione,
L’AIR14 è stato un successo popolare e una manifestazione che, come
l’evento è terminato in un’apoteosi con il passaggio di 24 F-5 Tiger nei
auspicato, ha reso omaggio al centenario dell’aviazione militare
cieli di Payerne. Qual è il sentimento predominante che si percepisce
svizzera, ai 50 anni della Patrouille Suisse e al quarto di secolo del
il primo giorno dopo l’AIR14?
PC-7 TEAM. Allora arrivederci tra 10 anni?
Un sentimento di soddisfazione, ma anche una grande emozione.
Tutto ha funzionato a puntino in un ambiente straordinario: 400 000
spettatori entusiasti. Che «lavoro di squadra», che energia positiva
da parte di tutti coloro che hanno lavorato e partecipato all’AIR14:
grazie a tutti! Ringrazio anche le truppe di tutto l’esercito, che hanno
svolto un lavoro notevole.
Ritengo effettivamente che dovremmo avere il coraggio di organizzare più spesso delle grandi manifestazioni in Svizzera. Dobbiamo
e possiamo essere fieri del nostro Paese, della nostra «swissness»:
mostriamola dunque, e facciamola conoscere!
È ancora un po’ presto per tracciare un bilancio finale dell’AIR14, ma a
prima vista il pubblico, la qualità delle dimostrazioni, i volontari, e anche
le condizioni meteo hanno risposto tutti «presente». Si può parlare di un
pieno successo?
Assolutamente sì. Il risultato è magico: i visitatori, i partner, le autorità
e gli invitati, sono rimasti tutti contentissimi. La maniera in cui è stata
realizzato l’AIR14 era innovativa, lo spettacolo eccezionale e il tutto
si è svolto con un tempo da favola! Se si riesce a unirsi attorno a un
progetto, è possibile spostare montagne, ne sono convinto.
Il bilancio dell’AIR14 si riassume quindi in un cielo terso e senza nuvole
oppure secondo lei ci sono comunque alcuni punti da migliorare?
Durante il nostro debriefing abbiamo individuato alcuni elementi
che non sono stati gestiti in modo ottimale. Si tratta però di aspetti
minimi considerando l’ampiezza dell’evento. Dobbiamo anche imparare a dire: «Complimenti, abbiamo superato la prova! Il risultato è
eccellente!», senza voler sempre trovare per forza qualcosa di negativo.
L’AIR14 ha ricevuto un bel premio come meeting meglio organizzato
dell’anno dall’International Council of Airshows. Al cospetto di questo
premio, lei è sorpreso di tutti i complimenti che giungono da ogni parte?
Siamo molto emozionati. È una cosa incredibile ricevere tutte queste
felicitazioni dal mondo intero, dai fan, dal grande pubblico, dagli equipaggi, dall’industria e dagli invitati. Prima dell’AIR14 ci chiedevamo
cosa fosse un buon meeting. Credo che tutte queste testimonianze
sono la risposta alla domanda. Complimenti a tutto il team AIR14
per il suo impegno esemplare.
avrà anche il direttore. Ne esiste uno più presente degli altri?
La Patrouille Suisse e il PC-7 TEAM riuniti in una formazione unica
fanno parte dei miei ricordi più belli, come anche la dimostrazione
dell’A330 di Swiss assieme alla Patrouille Suisse. Anche il quadro
omaggio delle singole giornate e naturalmente l’A380 sono stati
fantastici! Senza dimenticare la cifra 100 disegnata nel cielo l’ultima
domenica in segno di chiusura. Che brividi!
6 esercito.ch 2 / 14
Foto: team Comunicazione AIR14
I visitatori dell’AIR14 serberanno tanti bei ricordi. E sicuramente ne
Il direttore dell’AIR14,
colonnello SMG Ian Logan,
e i 400 000 visitatori
hanno vissuto momenti
indimenticabili a Payerne.
25 anni di Peace Support Operations (PSO)
Gli impieghi di promovimento della
pace all’estero dell’Esercito svizzero
Da 25 anni l’Esercito svizzero partecipa attivamente agli impieghi internazionali dell’ONU. Il primo impegno internazionale
della Svizzera nell’ambito del promovimento della pace risale al 1989 e consisteva in una Medical Unit che prestava servizio
in Africa. Le due missioni più recenti si svolgono nel Sahara Occidentale e in Kenia.
Comunicazione SWISSINT
Negli ultimi 25 anni l’Esercito svizzero si è impegnato nel campo del
promovimento della pace in quattro continenti: Asia, Africa, Europa
e Nordamerica. All’inizio si trattava di personale medico che prestava servizio nelle Medical Unit. Un anno più tardi si sono aggiunti osservatori militari non armati, i cosiddetti berretti blu. In virtù di un
decreto del Consiglio federale del 1990, da quell’anno il nostro Paese partecipa alla United Nations Truce Supervision Organisation, in
breve UNTSO, incaricata di vigilare sull’armistizio nel Vicino Oriente e sulla tregua sulle alture del Golan e nel Libano meridionale. In
passato gli osservatori militari svizzeri non armati avevano prestato
servizio in Croazia, nel Tagikistan, in Etiopia, in Eritrea, in Georgia
e in Nepal. Attualmente, oltre che nel Vicino Oriente, sono impiegati degli osservatori militari anche nel Sudan meridionale, nel Mali, nel Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo e nella regione del Kashmir. In questo periodo circa 300 uomini e donne nei
ranghi che vanno dal soldato semplice al divisionario stanno dando un contributo alla pace in 17 Paesi ripartiti su quattro continenti.
Inizio come «organo di condotta per azioni di mantenimento
della pace»
Dal 2004 la competenza per quanto riguarda la realizzazione operativa delle Peace Support Operations (PSO) dell’Esercito svizzero
è demandata al Centro di competenza SWISSINT che ha sede sulla
piazza d’armi Wil a Stans-Oberdorf. Tale centro di competenza era
stato fondato nel 1989 come organo di condotta per le operazioni di
mantenimento della pace dell’allora Dipartimento militare federale
(DMF, oggi DDPS). Già nel 1990 era stato ribattezzato Divisione per
le misure in materia di politica di pace, Sezione delle operazioni per il
mantenimento della pace. Dal 1996 l’organo competente si chiamava
Divisione delle operazioni per il mantenimento della pace (DOMP).
Impiego della SWISSCOY prolungato fino al 2017
Foto: messa a dispo
Nel giugno 1999 è iniziato, con la SWISSCOY, l’impegno più grande dell’Esercito svizzero nell’ambito del promovimento della pace. Ancora oggi un
numero massimo di 220 volontari armati a scopo
di difesa personale prestano servizio nella
SWISSCOY a favore della Kosovo Force (KFOR). Durante la sessione estiva 2014, il Parlamento ha deciso di prolungare l’impiego della
SWISSCOY di altri tre anni, fino al 2017. I compiti principali consistono, da un lato, in prestazioni logistiche come per esempio trasporti
di materiale e di truppe, e comprendono anche una sezione del genio
che realizza progetti di costruzione generali per conto della KFOR.
D’altro canto sono molto apprezzate anche le competenze dei Liaison & Monitoring Team (LMTs) e la condotta del Comando regionale Nord affidata agli svizzeri.
È ricercato know-how specifico
Negli ultimi anni i conflitti sono diventati sempre più complessi. Come dimostrato dagli esempi del Sudan meridionale o del Congo, sovente non esiste una chiara linea di conflitto come nelle guerre del
passato. In generale si denota tendenzialmente un’evoluzione che va
in una direzione in cui sono necessari meno osservatori militari in
senso classico, ma per contro un numero sensibilmente maggiore di
cosiddetti «UN Military Experts on Mission». Si tratta per esempio
di ufficiali di collegamento e consulenti militari, dunque di soldati
che dispongono di un know-how specifico.
Gli impieghi più recenti
Un esempio di tale know-how specialistico dei militari svizzeri è dato dall’impiego presso l’International Peace Support Training Centre
(IPSTC) a Nairobi, Kenia. Questo centro d’istruzione per il promovimento della pace si occupa della preparazione di militari africani e di
diverse nazioni occidentali in vista di impieghi nell’ambito delle missioni dell’ONU. La Svizzera ha deciso di dar seguito alla richiesta del
ministro degli esteri keniano, inviando un ufficiale come direttore dei
corsi nel centro. Lo scorso ­mese di agosto la Svizzera ha deciso di a­ ppoggiare
con l’invio di ­osservatori militari
svizzeri anche la missione ONU del
Sahara Occidentale.
L’Esercito svizzero partecipa agli impieghi di
promovimento della pace dell’ONU da ormai
25 anni – nella foto durante la missione degli
osservatori sulle alture del Golan.
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In seguito al crollo di un ponte, le truppe del ten col
SMG Nicolas Roduit sono giunte in aiuto della popolazione a Bumbach, nell’Emmental.
Basilea, Davos, Zurigo, Emmental
Operativi entro sei o dodici ore in tutta la Svizzera
Le truppe del comando d’impiego della formazione d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe (cdo impg fo interv acc), stazionate
a Bremgarten, quest’estate hanno avuto diverso filo da torcere: montaggio e smontaggio dell’infrastruttura dello Jodelfest
di Davos, del Basel Tattoo e dei Campionati del mondo di atletica, costruzione della «House of Switzerland» e intervento a
seguito delle inondazioni nell’Emmental.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
Uno dei compiti fondamentali dell’Esercito
svizzero consiste nel garantire appoggio alle
autorità civili quando i mezzi di cui dispongono non sono più sufficienti per far fronte a gravi minacce nonché per gestire altre situazioni
eccezionali. L’appoggio fornito alle autorità
civili per far fronte alle fasi di sovraccarico in
caso di catastrofi naturali, di origine umana
oppure dovute ad azioni violente in Svizzera
ha luogo secondo un concetto che prevede
tre livelli , ovvero l’appoggio preventivo,
l’aiuto spontaneo e l’aiuto militare in caso di
catastrofe. Tutto ciò avviene a due condizioni:
le truppe sono impiegate esclusivamente su
richiesta delle autorità competenti e prevale
il principio di sussidiarietà.
Aiuto in caso di catastrofe e appoggio
fornito dalle truppe
Il comando d’impiego della formazione
d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe as-
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sicura l’aiuto militare in caso di catastrofe in
Svizzera e all’estero sull’arco di tutto l’anno.
Perciò è sempre di picchetto. «Come indicato
nell’ordine sulla prontezza dell’esercito, io dispongo delle mie truppe. Devono poter essere
messe a disposizione in permanenza, 24 ore
su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno, con
un grado di prontezza di marcia di quattro
ore», spiega il ten col SMG Nicolas Roduit,
comandante del cdo impg fo interv acc. «Ciò
significa che, dal momento in cui vengono
impiegate, devono trovarsi a Bremgarten al
più tardi entro quattro ore e lasciare tale ubicazione due ore dopo. Se i miei militari sono
in congedo o hanno libero, la compagnia
al completo deve poter essere mobilitata al
più tardi entro dodici ore dal momento in
cui giunge l’ordine dello Stato maggiore di
condotta dell’esercito», continua il ten col
SMG Roduit.
Per garantire una prestazione simile,
ogni soldato porta con sé un pager. I militari
a contratto temporaneo vengono chiamati sul
loro cellulare di servizio. «Ciascun militare
ha l’obbligo di rispondere all’allarme, indipendentemente dal fatto che si trovi a casa
sua, che sia Natale o Pasqua. Facciamo delle
prove durante ogni fine settimana a partire
dalla centrale d’allarme di Thun. Coloro che
non rispondono alla chiamata al primo tentativo ricevono un avvertimento. A partire
dalla seconda risposta mancata, avviamo
una procedura disciplinare», spiega il ten
col SMG Roduit.
Se la ragion d’essere primaria del comando è l’aiuto in caso di catastrofe, le truppe
sono tuttavia impiegate anche nel quadro
dell’ ordinanza concernente l’appoggio a
favore di attività civili e di attività fuori del
servizio mediante mezzi militari (OAMM).
«Siamo impiegati su richiesta dei civili, per il
tramite della regione territoriale interessata,
quale appoggio nell’ambito di grandi manifestazioni civili d’importanza nazionale
e internazionale», precisa Nicolas Roduit.
«Quest’estate i miei militi sono stati impiegati
contemporaneamente nel montaggio e smontaggio dell’infrastruttura dello Jodlerfest di
Davos, del Basel Tattoo e dei Campionati
del mondo di atletica a Zurigo nonché nella
costruzione della «House of Switzerland». A
ciò si sono aggiunte le inondazioni nell’Emmental», commenta il ten col Roduit.
bilità ai soldati di venire da me quali militari
in ferma continuata. Si tratta di una scelta
puramente volontaria e non esercito alcuna
pressione in tal senso», spiega il ten col SMG
Roduit. «I militari delle truppe di salvataggio
provengono dalla SR del salvataggio 75 di
Wangen an der Aare, mentre quelli restanti
provengono dalla SR del genio 73 di Brugg.
Assolvono le loro 18 settimane di SR e il
venerdì dell’ultima settimana fanno volare
il berretto in aria per festeggiare la conclusione della SR. Il lunedì mattina successivo
iniziano il proprio servizio da me per altre
25 settimane», conclude Nicolas Roduit.
Ferma continuata volontaria
Il cdo impg fo interv acc conta 178 militari
di milizia (in ferma continuata), 41 militari
a contratto temporaneo, 15 militari di professione e un posto civile. Vi sono inoltre incorporati soldati di trasmissione, conducenti
di macchine edili, autisti di mezzi pesanti
e altri tipi di autisti. «Sussiste tuttavia una
differenza considerevole tra l’effettivo della
compagnia che abbiamo nel mese di novembre, quella di marzo e quella di luglio / agosto.
In linea generale dispongo soltanto del 50%
dei miei effettivi», spiega Nicolas Roduit. «Ciò
rappresenta un grosso problema poiché la
maggioranza delle manifestazioni sportive a
livello nazionale o internazionale si svolgono
durante il periodo estivo», aggiunge Roduit.
La maggior parte dei soldati che giunge
a Bremgarten è stata reclutata come militare
in ferma continuata. I militari provengono
perlopiù da professioni artigianali legate alla
lavorazione del legno, all’ambito edilizio, al
giardinaggio o al contesto rurale. Gli altri
hanno invece deciso di cambiare il proprio
statuto all’inizio della SR. «All’inizio della
SR tengo sempre una teoria e offro la possi-
Nel frattempo, a Zurigo, un’altra squadra si occupava del montaggio e dello smontaggio delle
infrastrutture che hanno ospitato i Campionati europei di atletica leggera.
Statistiche del 2013
• 26 impieghi OAMM
• 3 impieghi d’aiuto in caso di catastrofe (2x Acqua Ems, 1x Acqua Argovia e l’impiego per l’incidente dell’F/A-18)
• 28 impieghi d’appoggio a favore di truppe dell’esercito
• 15 esibizioni e visite organizzate a favore di terzi
Su Internet è disponibile il video «INFO ARMEE», che spiega i diversi impieghi.
→→ w ww.armee.ch/forzeterrestri > Attualità > Reportage > Operativi entro sei o dodici ore
in tutta la Svizzera
Per costruire il ponte mobile Mabey a
Bumbach ci sono voluti diversi giorni
di lavoro ininterrotto.
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Nuovi cappellani militari hanno ricevuto il brevetto
Un corso di formazione unico nel suo genere
Impressioni tratte dal corso di formazione tecnica A per cappellani militari.
15 partecipanti svizzeri e altri cinque provenienti dalle nazioni vicine hanno concluso con successo la più recente formazione
di assistenza spirituale e sono stati nominati cappellani militari dal brigadiere G. Seewer nell’ambito di una coinvolgente
cerimonia tenutasi il 19 settembre 2014. Sono state tre settimane intense e ricche di sfide, con parti teoriche, esercizi,
presentazioni e molti colloqui.
Stefan Junger, capo dell’Assistenza spirituale dell’esercito
Contenti del trattamento ricevuto
Il corso di formazione tecnica A per cappellani militari di quest’anno, che ha avuto luogo a Le Bouveret sulle rive del Lago Lemano, è ormai concluso. I partecipanti stanno per congedarsi e non mancano di
esprimere il loro apprezzamento ai responsabili: «Grazie mille, è stata
proprio una bella cosa!» Per tutti coloro che durante le settimane precedenti si erano prodigati per organizzare e realizzare il corso, questa
è la prova che l’impegno a favore dell’esercito e dei militari vale veramente la pena. L’obiettivo della direzione del corso era di introdurre i
cappellani già esperti alle particolari sfide legate al lavoro di assistenza spirituale nell’esercito e di fornire loro il bagaglio necessario per
poter offrire un servizio utile in funzione delle esigenze della truppa.
Per formarsi ed esercitarsi in questi ambiti, nelle tre settimane di
corso i candidati hanno svolto un programma molto fitto e intenso:
un’istruzione che probabilmente solo l’esercito è in grado di offrire
in questa forma. Dove altrimenti se non qui è possibile svolgere così
intensamente un percorso assieme a colleghi di varia provenienza,
con radici diverse e oltre i confini linguistici e nazionali, e imparare gli uni dagli altri?
Gli ospiti stranieri – provenienti dalla Francia, dalla Germania e
dall’Austria – hanno apprezzato l’impronta cameratesca e amichevole
dei rapporti interpersonali e il modo di affrontare insieme un percorso
in maniera mirata, come è d’uso nel nostro esercito. Hanno ricevuto numerosi impulsi che potranno mettere in pratica nei loro rispettivi Paesi.
Il cappellano militare è un frontaliere. La Chiesa gli conferisce l’incarico, l’esercito organizza la formazione specifica, lo nomina capitano
cappellano e lo impiega nei suoi ranghi. In questa funzione deve sapersi districare nei vari servizi specialistici e conoscere i rispettivi approcci metodologici. Deve essere in grado di creare una rete di contatti
all’interno dell’esercito, e anche al di fuori. Inoltre, deve sapersi immedesimare nelle persone e nelle situazioni e affrontare la situazione sociale e di assistenza spirituale che incontra nella truppa. Deve essere
capace di improvvisare e disporre anche di competenze in psicologia
della religione e conoscenze cliniche di base oltre, naturalmente, a essere consapevole dei propri limiti e dei propri punti di forza nelle situazioni straordinarie, riflettendo anche sul suo modo di gestire i rapporti con vicinanza e distanza. E tutto ciò sempre con un’ampiezza di
vedute ecumenica e di apertura verso le persone di opinione diversa.
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Foto: messa a dispo
Esigenze elevate
La cerimonia per la nomina dei nuovi cappellani militari si è svolta
a Le Bouveret.
Cerimonia protocollare
Una visita curata fin nei minimi dettagli
Per capire meglio cosa sta dietro la cerimonia protocollare in occasione degli onori militari abbiamo fatto visita alla scuola
reclute della fanteria 5 di Colombier che si preparava a ricevere il Primo ministro del Lussemburgo a Neuchâtel. Un evento
da preparare fin nei minimi dettagli.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
Quando quel mercoledì mattina siamo arrivati a Neuchâtel per assistere ai preparativi
degli onori militari era ancora molto presto.
Allineate su due ranghi di 40 persone l’uno,
le reclute di Mathias Maurer, comandante
d’unità della scuola reclute della fanteria 5,
cp 3, si tenevano pronte. Per noi che abbiamo poca familiarità con questo genere di
cerimonie, tutto sembrava perfetto. Per l’aiut
SM Simon Burren, capo sicurezza e trasporto
nell’ambito del protocollo militare, qualche
dettaglio andava invece ancora affinato prima dell’arrivo del Primo ministro. «Tutto
deve essere perfetto: dalle stringhe delle scarpe all’inclinazione del berretto, dall’altezza
delle cerniere lampo alla divaricazione dei
piedi», spiega l’aiut SM Simon Burren.
Per prepararsi a questa giornata particolare i soldati si sono esercitati per un’intera
mattinata sulla piazza d’armi di Moudon.
«La prima cosa che facciamo con i soldati
è spiegare loro le ragioni di questa visita. In
seguito controlliamo che non vi siano tatuaggi o piercing in vista e che la rasatura e il
taglio di capelli siano in ordine. Sostituiamo
il materiale non conforme e poi ci esercitiamo
ripetendo più volte lo svolgimento della cerimonia», continua l’aiut SM Burren.
Il tempo stringe e il momento si avvicina, la musica militare si installa e l’aiut
SM Simon Burren chiede di fare un ripasso
generale quale controllo finale. Passa tra i
ranghi per sistemare gli ultimi dettagli. Tutto
è ormai pronto. Il Presidente della Confederazione Didier Burkhalter arriva, poi è la
volta del Primo ministro lussemburghese. La
tensione è percepibile, non bisogna fare alcun
passo falso. I quindici minuti di cerimonia
protocollare sono trascorsi e la missione è
compiuta.
«Se al giorno d’oggi gli onori militari sono prettamente simbolici, un tempo valevano
quale dimostrazione della sovranità statale e
costituivano un segno di protezione nei confronti dell’ospite. Infatti quando questi passa
in rassegna la formazione d’onore armata in
compagnia del «padrone di casa», ha modo
di vedere non soltanto dei validi cittadini in
uniforme ma viene anche simbolizzata la
protezione di cui gode durante tutta la sua
visita», aggiunge il colonnello Reto P. Senn,
capo Protocollo militare.
Concentrazione prima dell’arrivo del Primo ministro.
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Gli occhiali che simulano gli effetti dell’alcol
riproducono in modo
impressionante lo stato di una persona sotto
l’influsso di alcol.
Campagna di prevenzione della PIDM
Pellicola per lunotto posteriore, spot e
occhiali che simulano gli effetti dell’alcol
Nuova tornata della campagna anti alcol della Prevenzione d’incidenti e di danni militari (PIDM) in concomitanza con il terzo
inizio di scuola reclute. Le scuole e i corsi hanno ora a disposizione tre nuovi elementi per il lavoro di prevenzione.
Stefanie Stettler, responsabile PIDM
Nel 2012 la Prevenzione d’incidenti e di danni militari (PIDM) ha
lanciato, in collaborazione con l’Ufficio svizzero per la prevenzione
degli infortuni (upi) la campagna di prevenzione «Per fortuna ci sono
i drink analcolici». Il messaggio principale è sottolineato anche dal
nuovo slogan della campagna, ovvero «Niente alcol in divisa». Contrariamente alle aspettative, l’elemento scatenante che ha portato al
lancio di una campagna a tappeto non erano avvenimenti nell’ambito della circolazione stradale militare, ma piuttosto fenomeni come
il tasso alcolico residuo riscontrato il mattino (dopo una libera uscita
o un congedo), comportamenti inadeguati durante la guardia oppure
baruffe e cadute durante le libere uscite. Dopo un periodo di circa 20
mesi è ora possibile trarre le prime conclusioni riguardo all’efficacia.
Meno sinistri, tasso alcolemico più elevato
Al termine di un’analisi approfondita degli indicatori è rallegrante
constatare che il numero di sinistri che ha richiesto l’intervento della polizia militare in questo ambito è calato. Sono tuttavia aumentati
gli episodi riconducibili al consumo eccessivo di alcol. Non parliamo più di tassi alcolemici fino allo 0,8 per mille, ma piuttosto di valori compresi tra l’1,2 e il 2,3 per mille. E questo sovente anche dopo
una misurazione del tasso alcolemico residuo il mattino successivo.
Dagli indicatori e dai sondaggi emerge che la campagna riscontra un buon grado di disponibilità e che, di riflesso, siamo sulla strada giusta ma comunque ancora ben lungi dal traguardo. S’impongono quindi ulteriori misure a favore della salute e della sicurezza dei
militari. Le misure d’accompagnamento specifiche saranno ampliate a decorrere dal terzo inizio di scuola reclute di quest’anno, concretamente con effetto dal 27 ottobre 2014. Oltre agli stampati e ai prodotti audio, le scuole e i corsi hanno a disposizione altri tre elementi
per la prevenzione.
Occhiali che simulano gli effetti dell’alcol
Analogamente ai corpi di polizia civili, il lavoro di prevenzione viene supportato con l’applicazione di speciali pellicole inerenti al tema, applicate sul lunotto posteriore dei veicoli d’impiego della polizia
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militare. L’obiettivo di questo provvedimento verte sull’informazione continua e ripetuta riguardo al focolare di pericolo rappresentato
dall’alcol e serve anche per aumentare ulteriormente il valore di riconoscimento tra civile e militare.
La Prevenzione d’incidenti e di danni militari (PIDM) ha anche
sviluppato uno spot di prevenzione, che parla di una giovane donna
che ha perso la vita perché un conducente in stato di ebrietà ha causato un incidente durante il quale lui è tuttavia rimasto illeso. La discussione verte sull’interrogativo: «Riusciresti a convivere con un tale peso sulle spalle?».
Come terzo elemento possono essere messi a disposizione degli occhiali che simulano gli effetti dell’alcol. Questi occhiali riproducono in modo impressionante lo stato in cui si trova una persona
sotto l’influsso dell’alcol. Non viene riprodotta esattamente l’immagine percepita in stato di ebrietà, tuttavia la sensazione fisica e l’impedimento nell’esecuzione di gesti quotidiani semplicissimi, come
per esempio raccogliere un mazzo di chiavi caduto per terra oppure camminare su una linea retta, sono pressoché identici alla realtà.
Incentivare la responsabilità personale e la corresponsabilità
Fedele al detto «la goccia scava la pietra», se vogliamo che la consapevolezza e la prudenza nonché la responsabilità personale e la corresponsabilità acquisiscano la dovuta importanza, la campagna deve continuare a coinvolgere i destinatari e ad attirare l’attenzione sui
pericoli legati al consumo di alcol. In questo modo verranno sostenuti gli sforzi instancabili dei comandanti e dei quadri, e il rischio
d’incidenti diminuirà costantemente. L’esercito ha un dovere morale in questo senso: ogni militare ha il diritto di entrare in servizio sano e di rimanere in salute fino al licenziamento.
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