ASSOCIAZIONE COMBATTENTI Xa FLOTTIGLIA MAS CAPITANO DI FREGATA MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE JUNIO VALERIO BORGHESE 1906 – 2006 CENTENARIO DELLA NASCITA Pubblicazione edita dall’Associazione Combattenti Xa Flottiglia Mas su iniziativa dei Consiglieri Mario Bordogna e Fabio Castellani Se ho sbagliato con la mia decisione dell’8 settembre sono qui per pagare, anche con la vita, che non è la prima volta che metto a disposizione della Patria, ma chiedo che esca da questo processo la gloria della Decima MAS. Junio Valerio Borghese 1 2 INTRODUZIONE L’Associazione Combattenti Xa Flottiglia Mas ha voluto ricordare il centenario della nascita del suo Comandante Medaglia d’Oro al Valore Militare Junio Valerio Borghese (6 giugno 1906) ed il trentaduesimo della sua morte (26 agosto 1974) avvenuta in esilio, pubblicando stralci di un suo memoriale scritto durante la sua permanenza nel campo di prigionia di Cinecittà in Roma nei mesi di maggio e giugno 1945. Viene riportato anche l’elenco delle decorazioni e le motivazioni delle Decorazioni al Valore Militare ricevute nel compimento del dovere di Soldato durante la sua attività al comando del leggendario Sommergibile “Scirè” e della X Flottiglia M.A.S. a difesa dell’onore militare ferito a seguito della resa incondizionata dell’8 settembre 1943. Auspichiamo che queste pagine possano far comprendere alle giovani generazioni che cosa abbia significato battersi ancora quando ogni speranza era ormai perduta, con il solo scopo di difendere l’ONORE della nostra Patria ITALIA. 3 Milano, Ottobre 1944 4 DECIMA COMANDANTE ! I marò della Xa Flottiglia Mas della Repubblica Sociale Italiana salutano il mai dimenticato Comandante Medaglia d’Oro al Valore Militare Junio Valerio Borghese a 100 anni dalla nascita e 32 dalla dipartita, sempre presente nelle loro menti e nel loro cuore. Abbiamo sempre apprezzato le sue decisioni, le sue parole, i suoi ordini, orgogliosi di appartenere alla sua Decima Flottiglia Mas. Indicheremo sempre alle future generazioni la sua onestà d’intenti, la sua linearità di pensiero ed auspichiamo che in questa epoca di mancanza di Ideali e di senso morale, i suoi scritti possano essere utili per far comprendere a chi verrà dopo di noi i valori ed i principi che ci spinsero ad accorrere volontari nei suoi reparti di mare e di terra ove combattemmo con valore per riscattare l’Onore perduto l’8 settembre 1943. “Onestà, lealtà, coraggio e competenza”: abbiamo sempre operato con questi suoi principi e sempre opereremo al servizio della nostra ITALIA. Grazie Comandante! DECIMA SEMPRE! Bordogna Mario 5 6 ESTRATTO MATRICOLARE DEL CAPITANO DI FREGATA BORGHESE JUNIO VALERIO SCIPIONE ALFREDO DI LIVIO (DEI PRINCIPI) E DI KEUN VALERIA, NATO IL 6 GIUGNO 1906 A ROMA SERVIZI E PROMOZIONI • Allievo della Regia Accademia Navale (Corso Ufficiali di Vascello) dal 25 ottobre 1922 per Decreto Ministeriale 15 novembre 1922 • Aspirante Guardiamarina il 1° novembre 1927 • Guardiamarina nello Stato Maggiore Generale della Regia Marina con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1928 con Regio Decreto 28 giugno 1928 (Registrato alla Corte dei Conti il 3 agosto 1928 Registro 1 Marina Foglio 388) • Sottotenente di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1929 con Regio Decreto 26 luglio 1929 (Registrato alla Corte dei Conti il 4 novembre 1929 Registro 3 Marina Foglio 457) • Tenente di Vascello con riserva di anzianità e con anzianità di grado 1° luglio 1933 con Regio Decreto 13 luglio 1933 (Registrato alla Corte dei Conti il 29 settembre 1933 Registro 42 Marina Foglio 38) • Capitano di Corvetta con riserva di anzianità e con anzianità di grado 13 agosto 1940 con Regio Decreto 5 settembre 1940 (Registrato alla Corte dei Conti il 21 dicembre 1940 Registro 17 Marina Foglio 192) • Capitano di Fregata per merito di guerra con riserva di anzianità e con anzianità di grado 20 settembre 1941 temporaneamente in soprannumero con Regio Decreto 29 novembre 1941 (Registrato alla Corte dei Conti il 31 agosto 1942 Registro 11 Marina Foglio 25) • Con ordine del giorno in data 18 giugno 1944 il Sottosegretario di Stato gli ha concesso le funzioni del grado superiore a decorrere dall’8 febbraio 1944 (Foglio 73691 del 24 giugno 1944) – Repubblica Sociale Italiana • Sospeso dall’impiego a tempo indeterminato in attesa di procedimento penale a decorrere dal 14 settembre 1944 per Decreto Luogotenenziale in data 14 settembre 1944 • Incorso nella perdita del grado per cancellazione dai ruoli degli Ufficiali della Regia Marina in applicazione dell’articolo 1 del Decreto Legislativo Luogotenenziale in data 26 7 aprile 1945 n. 294 per Decreto Luogotenenziale in data 21 giugno 1945 (Registrato alla Corte dei Conti il 13 giugno 1946 Registro 77 Marina Foglio 264) • In congedo il 21 giugno 1945 • Reinserito, in seguito alla perdita del grado, nei ruoli del C.E.M.M. della sua classe e contemporaneamente trasferito al Distretto Militare di Roma con matricola 12739 Esercito Italiano (Foglio n. 3391332/28126 del 9 maggio 1951 di Marinequip - Roma) • Deceduto a Cadice (Spagna) in data 26 agosto 1974 CAMPAGNE DI GUERRA, COMBATTIMENTI, FERITE, AZIONI DI MERITO, DECORAZIONI , INCARICHI, MISSIONI SPECIALI • Destinazioni a terra alla Regia Accademia Navale di Livorno: dal 4 dicembre 1924 all’8 luglio 1925 dal 21 ottobre 1925 al 4 luglio 1926 dal 16 ottobre 1926 al 1° luglio 1928 • Ascritto al Comando in Capo del Dipartimento Marittimo Alto Tirreno di La Spezia per disposizione Ministeriale 8 luglio 1928 • Ha prestato giuramento presso il Comando della Regia Nave “Trento” il 21 agosto 1928 • Destinato alla Regia Accademia Navale per eseguirvi il Corso Superiore dal 6 novembre 1930 al 15 luglio 1931 • Ha contratto matrimonio con la Signorina Olsoufieff Daria il 30 settembre 1931 previo Regio Assentimento in data 24 luglio 1931 • Destinato alle Scuole C.R.E.M. di Pola dal 26 agosto 1931 al 5 giugno 1932 • Destinato alla Commissione Permanente E.M.G. per tirocinio T dal 27 ottobre 1933 al 14 marzo 1934 • Tirocinio per palombari grandi profondità dal 15 marzo 1934 al 2 giugno 1934 • Concessogli il brevetto di idoneità al servizio T di bordo (siluri) previsto dal Regio Decreto 5 maggio 1921 n. 629 (Foglio Ordini 15 maggio 1934) 8 • Mobilitato per esigenze di carattere eccezionale ai sensi e per gli effetti dei Regi Decreti 11 giugno 1936 n. 1807 e 24 settembre 1936 n. 1846 dal 7 novembre 1935 al 31 luglio 1936 • MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE Regio Decreto 8 aprile 1939 • Ha diritto al computo di una Campagna della Guerra di Spagna 1936 – 1939 • MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE Regio Decreto 2 gennaio 1941 (Foglio n. B/11859 in data 10.9.1941 del Ministero Marina Gabinetto) • CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA Sovrano Motu Proprio 2 marzo 1942 • Concessagli dal Comando Supremo delle Forze Armate Germaniche la Croce di Ferro di 2^ Classe (Foglio B/33011 del 25 luglio 1942 Ministero Marina Gabinetto) • Ha presto giuramento alla R.S.I. presso il Sottosegretariato di Stato il 10 gennaio 1944 • Il Tribunale Supremo Militare con sentenza emessa in data 23 novembre 1959 ha esteso gli effetti della riabilitazione concessa dalla Corte di Appello di Roma in data 4 dicembre 1958 alle pene accessorie militari e ad ogni effetto penale militare della condanna riportata con sentenza della Corte di Assise Speciale di Roma in data 17 febbraio1949 (Foglio n. 6455 in data 18 dicembre 1959 del Tribunale Supremo Militare). • La Corte di Assise Speciale di Roma con sentenza in data 17 febbraio 1949, confermata dalla Corte di Cassazione in data 10 settembre 1950, ha condannato il BORGHESE alla pena di anni 12 di reclusione (condonati anni 9) in ordine al reato di “collaborazione militare” (escluso il reato di omicidio) con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici (Foglio D/3148 del 6 ottobre 1995 di Maripers 2 Divisione) 9 La Spezia, 2 aprile 1942 Consegna delle decorazioni al Valore Militare all‘equipaggio del Sommergibile“Sciré” e al comandante Borghese 10 11 IMBARCHI DEL COMANDANTE BORGHESE NAVE DATA IN TEMPO DI PACE IMBARCO FERRUCCIO 11.7.1923 FERRUCCIO 8.7.1924 VESCPUCCI 8.7.1925 PISA 4.7.1926 TRENTO 15.7.1928 FABRIZI 31.10.1929 FABRIZI 1.5.1930 COSENZ 20.5.1930 COSENZ 16.6.1930 COSENZ 21.6.1930 COSENZ 23.7.1930 CANTORE 15.7.1931 TRICHECO 5.6.1932 TRICHECO 5.9.1932 TRICHECO 1.10.1932 TRICHECO 9.10.1932 TRICHECO 5.12.1932 TITANO 24.1.1933 COLOMBO 24.5.1933 COLOMBO 9.6.1933 COLOMBO 13.6.1933 COLOMBO 15.6.1933 LEONE 15.2.1934 TITANO - TIROCINIO PRATICO 14.3.1934 TITANO 13.5.1934 TITANO 24.5.1934 TITANO 2.6.1934 TITANO 11.6.1934 TRICHECO 1.11.1935 TRICHECO 6.12.1936 FINZI 13.2.1937 IRIDE 15.6.1937 IRIDE - COMANDANTE 20.6.1937 FERRARIS - COMANDANTE 12.11.1937 IRIDE - COMANDANTE 8.1.1938 NEREIDE - COMANDANTE 19.4.1939 AMETISTA - COMANDANTE 14.6.1939 AMETISTA - COMANDANTE 16.6.1939 ZAFFIRO - COMANDANTE 1.11.1939 PISANI - COMANDANTE 9.5.1940 SCIRE’ - COMANDANTE 11.9.1940 DIASPRO - COMANDANTE 1.1.1941 SCIRE’ - COMANDANTE 15.2.1942 X FLOTTIGLIA MAS 29.7.1941 SCIRE’ - COMANDANTE 29.9.1941 SCIRE’ - COMANDANTE 8.2.1942 X FLOTTIGLIA MAS / SCIRE’ 8.3.1942 X FLOTTIGLIA MAS 28.5.1942 12 IN TEMPO DI GUERRA SBARCO ANNI MESI GIORNI ANNI MESI GIORNI 20.10.1923 3 9 20.10.1924 3 12 22.10.1925 3 14 16.10.1926 3 12 30.10.1929 1 3 15 1.5.1930 6 1 20.5.1930 19 16.6.1930 26 21.6.1930 5 23.7.1930 1 2 27.10.1930 3 4 26.8.1931 1 11 5.9.1932 3 1.10.1932 26 9.10.1932 8 5.12.1932 1 26 23.1.1933 1 18 24.5.1933 4 9.6.1933 14 13.6.1933 4 15.6.1933 2 27.10.1933 4 12 15.2.1934 1 13.5.1934 1 29 24.5.1934 11 2.6.1934 8 11.6.1934 9 29.10.1935 1 4 18 6.12.1936 1 29 12.2.1937 2 6 15.6.1937 4 2 20.6.1937 5 11.11.1937 4 2 8.1.1938 1 26 18.4.1939 1 3 10 14.6.1939 1 25 16.6.1939 2 1.11.1939 4 15 9.5.1940 6 8 11.9.1940 1 2 3 30.12.1940 3 19 15.2.1941 1 14 27.7.1941 5 14 2 29.9.1941 8.2.1942 4 9 8.3.1942 1 28.5.1942 2 20 8.9.1943 1 3 11 DECORAZIONI DEL CAPITANO DI FREGATA JUNIO VALERIO BORGHESE 1. CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE MILITARE DI SAVOIA 2. MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE 3. MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE MILITARE 4. MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE MILITARE 5. CROCE AL MERITO DI GUERRA – SPAGNA 6. CROCE AL MERITO DI GUERRA – AFRICA ORIENTALE E GUERRA 1940-1943 7. MEDAGLIA DI BENEMERENZA PER I VOLONTARI DELLE OPERAZIONI MILITARI IN O.M.S. 8. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLE CAMPAGNE DI LIBIA 9. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLE OPERAZIONI MILITARI IN AFRICA ORIENTALE 10. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA CAMPAGNA DI SPAGNA 11. MEDAGLIA COMMEMORATIVA DELLA GUERRA 1940 – 1943 12. CROCE DI CAVALIERE UFFICIALE DELLA CORONA D’ITALIA 13. CROCE DI CAVALIERE DELL’ORDINE COLONIALE DELLA STELLA D’ITALIA 14. MEDAGLIA D’ONORE DI LUNGA NAVIGAZIONE 15. CROCE DI ANZIANITA’ DI SERVIZIO 16. ORDINE DI MALTA 17. CROCE DI FERRO TEDESCA DI IIª CLASSE 18. CROCE DI FERRO TEDESCA DI Iª CLASSE DISTINTIVI D’ONORE 1. DISTINTIVO PER PROMOZIONE PER MERITO DI GUERRA 2. DISTINTIVO D’ONORE MEZZI D’ASSALTO 3. DISTINTIVO D’ONORE Xª FLOTTIGLIA MAS REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 13 Distintivo d’Onore dei Mezzi d’Assalto Regno d’Italia – Repubblica Sociale Italiana – Repubblica Italiana Distintivo d’Onore della Decima Flottiglia MAS della Repubblica Sociale Italiana 14 DECORAZIONI AL VALORE MILITARE DI JUNIO VALERIO BORGHESE Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia “Comandante di sommergibile assegnato alla Xa Flottiglia Mas per operazioni con mezzi speciali d’assalto, dopo aver compiuto con successo tre audaci e difficili imprese, studiava e preparava con tecnica perfetta e sagacia una quarta operazione per il forzamento di altra base nemica. Con il suo sommergibile si avvicinava al munitissimo porto affrontando con fredda determinazione i rischi frapposti dalla difesa e dalla vigilanza del nemico per mettere i mezzi d’assalto nelle condizioni migliori per il forzamento della base nemica. Lanciava quindi i mezzi d’assalto nell’azione che era coronata da brillante successo avendo portato al grave danneggiamento di due corazzate nemiche”. Mediterraneo orientale, dicembre 1941 Sovrano Motu Proprio 2 marzo 1942 15 Medaglia d’Oro al Valore Militare “Comandante di sommergibile, aveva già dimostrato in precedenti circostanze di possedere dele doti di ardimento e di slancio. Incaricato di riportare nelle immediate vicinanze di una munitissima base navale nemica alcuni volontari destinati a tentarne il forzamento con mezzi micidiali, incontrava, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla violenta reazione nemica e dalle condizioni del mare e dalle correnti.Dopo avere superato con il più assoluto sprezzo del pericolo e con vero sangue freddo gli ostacoli opposti dall’uomo e dalla natura, riusciva ad assolvere in maniera completa il compito affidatogli, emergendo a brevissima distanza dall’ingresso della base nemica ed effettuando con calma e con serenità le operazioni di fuoriuscita del personale. Durante la navigazione di ritorno, sventava la rinnovata caccia del nemico e, nonostante le difficilissime condizioni di assetto in cui era venuto a trovarsi il sommergibile, padroneggiava la situazione, per porre in salvo l’unità e il suo equipaggio. Mirabile esempio di cosciente coraggio, spinto agli estremi limiti di perfetto dominio d’ogni avverso evento”. Mediterraneo occidentale, 21 ottobre – 3 novembre 1940 16 Regio Decreto 2 gennaio 1941 Medaglia d’Argento al Valore Militare “Comandante di sommergibile di elevatissime capacità professionali, partecipava fin dai primi giorni del conflitto, con ardimento ed indomito spirito aggressivo, a numerose missioni di guerra in Mediterraneo, durante le quali conduceva le unità e l’equipaggio al suo comando a fortunato contatto col nemico. Desideroso di condurre l’offesa sempre più a fondo, chiedeva ed otteneva il comando di sommergibile assegnato ai reparti d’assalto della Marina, dedicandosi con grande entusiasmo e rara perizia tecnica al rapido approntamento e messa a punto della nuova unità e delle attrezzature speciali, nonché al delicato addestramento dell’equipaggio per il particolare impiego.Per ben cinque volte trasportò quindi con grande successo, nelle immediate vicinanze delle più munite basi nemiche del Mediterraneo, mezzi d’assalto della Marina destinati a tentarne il forzamento incontrando, nel corso dei reiterati tentativi di raggiungere lo scopo prefisso, le più aspre difficoltà create dalla intensa vigilanza, dalla violenta reazione nemica e spesso dalle sfavorevoli condizioni idrografiche”. Mare Mediterraneo, giugno 1940 – giugno 1942 Determinazione del 1° agosto 1944 – Repubblica Sociale Italiana 17 Medaglia di Bronzo al Valore Militare “Comandante di sommergibile legionario ha compiuto numerose missioni di guerra sulle coste spagnole operando contro le navi da guerra rosse e contro il traffico di contrabbando, dimostrando elevato spirito offensivo e solide qualità professionali. Con il sommergibile Iride attaccava risolutamente di notte, stando in superficie un cacciatorpediniere e riusciva successivamente con calma e abilità ad eludere la ricerca e l’offesa di varie unità avversarie che cercavano ripetutamente di colpire il sommergibile con bombe di profondità”. Mediterraneo occidentale, settembre 1937 – febbraio 1938 Regio Decreto 8 aprile 1939 18 Promozione a Capitano di Fregata per merito di guerra “In comando di sommergibile destinato a missioni speciali, dopo aver eseguito una audace e difficilissima operazione di trasporto di mezzi d’assalto in prossimità di una munitissima base nemica, ripeteva una seconda e una terza volta le stesse operazioni con cosciente ardimento e indubbio sprezzo del pericolo. Assunto anche il comando del Reparto d’assalto, preparava con grande capacità e con lavoro meticoloso gli uomini e i mezzi che nel corso della 3a operazione riuscivano ad attaccare tre unità nemiche, danneggiandone gravemente una e affondando le altre due. In ognuna delle missioni riusciva a riportare alla base il sommergibile e il suo equipaggio, nonostante le difficoltà frapposte dalla insistente caccia del nemico e dalle navigazioni subacquee spinte sino ai limiti della resistenza fisica degli uomini. Magnifico esempio di organizzatore e di comandante”. Regio Decreto 20 settembre 1941 19 La Spezia 1943 Caserna San Bartolomeo 20 8 SETTEMBRE 1943 Si riportano alcuni autorevoli giudizi in merito alla resa incondizionata dell’Italia. “La resa dell’Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse ma l’Italia è la sola ad avere perduto questa guerra con disonore salvato, solo in parte dal sacrificio dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana” Dal Diario di guerra di Eisenhower Comandante supremo delle forse USA nello scacchiere europeo. “Il fatto è che il governo italiano decise di capitolare non perché si vide incapace di offrire ulteriore resistenza ma perché era venuto, come in passato, il momento di saltare dalla parte del vincitore” Da Le armate alleate in Italia di Alexander “Il voltafaccia italiano dell’otto settembre fu il più grande tradimento della storia” Da Le memorie di Montgomery Comandante l’Ottava Armata britannica in Africa Settentrionale “Solo dopo la defezione italiana noi abbiamo potuto raggiungere la vittoria” Da Taccuino segreto di W. Churchill Primo Ministro inglese “L’Italia fu fedele al suo carattere di sciacallo internazionale, sempre in cerca di compenso per i suoi tradimenti” Da Storia della diplomazia di Potemkin Ambasciatore sovietico a Roma “Che alleata sarà l’Italia nel caso di guerra? Quali garanzie ci sono che l’Italia, la quale ha cambiato schieramento nella seconda guerra mondiale di questo secolo, non farà altrettanto? Da un articolo di fondo del Washington Post, autorevole giornale americano, dell’inizio degli anni novanta. “Voi della Repubblica Sociale Italiana siete stati dalla parte giusta. La ragione e la storia sono state e saranno sempre con Voi. Se non fossi stato il figlio di Sua Maestà il Re d’Italia, io pure avrei scelto la via del nord. Baci per me la mia, la nostra Patria” Pur quasi incredibile, ma assolutamente vero, è quanto lo stesso Umberto di Savoia ebbe a confidare al giornalista Loris Lolli (Combattente della R.S.I.) nel 1956 a Cascais nel corso di un lungo colloquio improntato alla massima gentilezza e cordialità. 21 “Lo smarrimento e la disperazione Borghese li sperimentò nelle giornate susseguenti l’8 settembre, quando si rese conto che “il 25 luglio non era solo mutato un governo, ma era stata decretata la resa e la dissoluzione del paese”. Per l’esattezza Borghese ha voluto precisare che, pur considerandosi e comportandosi da militare e non essendosi mai occupato di politica, aveva i suoi convincimenti e i suoi ideali, che così possono riepilogarsi: 1. La guerra si doveva vincere, oltreché per ovvie ragioni militari, anche per ragioni politiche; e queste erano nel 1943 che la civiltà europea andava salvaguardata dal predominio sia americano che sovietico; 2. Il passaggio del re di Badoglio a quella parte costituiva, pertanto, un tradimento ai danni del popolo italiano; e il sacrificio della sua civiltà “europea” al materialismo americanosovietico; 3. Con il loro vile comportamento, i capi responsabili avevano perso le loro prerogative e, quindi, ogni autorità per impartire ordini agli italiani; 4. Era intollerabile che, volendo sottrarre l’Italia alla guerra e alla alleanza, lo si facesse in modo indegno e turpe.” “Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà; e allora l’evento storico non incide che materialmente, sia pure per decenni. La resa e il tradimento hanno, invece, incidenze morali incalcolabili, che possono gravar per secoli sul prestigio di un popolo, per il disprezzo sia degli alleati traditi che dei vincitori con cui si cerca, vilmente, di accodarsi. Non mi sembra che tali convincimenti e sentimenti abbiano una impronta fascista: appartengono al patrimonio ideale e morale di chiunque”. “Dai miei orientamenti generali, dal mio comportamento, dalla mia deferente ammirazione per Mussolini, mi si può definire fascista. Dalla mia indipendenza nei confronti del partito, dal mio rifuggire dalle sue manifestazioni esteriori (camicia nera, rettorica, ecc.), dall’essermi opposto a fare della Decima una formazione politica anziché militare (lo dichiarai lealmente a Mussolini che, su pressione dei gerarchi mi propose di tenere “almeno” un discorso politico alla radio), a molti fascista non parvi. 22 Ancor oggi, per i comunisti, di cui sono avversario, rappresento la quintessenza del fascismo, per i fascisti fanatici sono, nella migliore delle ipotesi, un “fascista tiepido”. Io non dò troppo peso alle definizioni. Poniamo, ad esempio, il quesito: “Fu fascista la RSI? Per me, la RSI rispose ad una esigenza morale e nazionale; avrebbe potuto formarsi anche senza Mussolini. Non va confusa con il fascismo tradizionale. Alla RSI aderirono uomini che non erano mai stati fascisti e si trovarono a fianco con fascisti del ventennio per un ideale più alto di quello di un partito”. Dal volume di Ruggero Zangrandi “1943: 25 luglio – 8 settembre” Feltrinelli Editore Milano - 1964 La Spezia, 19 febbraio 1944 Cerimonia della partenza per il fronte del Battaglione Barbarigo 23 TRATTATO DI ALLEANZA TRA LA Xa FLOTTIGLIA MAS E IL RECH TEDESCO La Spezia, 14 settembre 1943 1. 2. La Xa Flottiglia M.A.S. è unità complessa appartenente alla marina militare italiana, con completa autonomia nel campo logistico, “organico”, della giustizia e disciplinare, amministrativo; Die 10. M AS Flottille ist eine organische 1. Einheit, die zur italienischen Kriegsmarine angehört. Sie geniesst vollständige Selbstregierung auf dem logistichen, organisatorischen, rechtlichen und disziplinerischen Gebiet. E’ alleata alle FF. AA. germaniche con parità di diritti e di doveri; Sie hat bei gleichen Pflichten und Rechten zusammen mit der deutschen Wehrmacht 2. ein Bündnis geschlossen. Sie fuhrt die italienische Kriegsflagge. 3. 4. 5. Batte bandiera da guerra italiana; E’ riconosciuto a chi ne fa parte il diritto all’uso di ogni arma; E’ autorizzata a ricuperare e armare, con bandiera ed equipaggi italiani, le unità italiane che si trovano nei porti italiani; il loro impiego operativo dipendedal Comando della Marina germanica; Il Comandante Borghese ne è il Capo riconosciuto, con i diritti e i doveri inerenti 6. a tale incarico. J.V. BORGHESE MAX BERNINGHAUS La Spezia, den 14. September 1943 24 3. Wer ihr angehört, der wird berichtigt alle Waffen zu benützen. 4. Es wird ihr die Vollmacht zugegeben, die in italienischen Häfen stehenden italienischen 5. Einheiten mit italienischer Flagge und Bemannung wiedereizunehmen; die wirkende Anlage von diesen wird durch die Kommandantur der deutschen Kriegsmarine bestimmt. Der Kommandant Borghese ist das anerkannte Haupt davon, mit allen bei diesem Auftrag verknupften Rechten und 6. Plichten. MAX BERNINGHAUS J.V. BORGHESE La scelta dell’Onore All’8 settembre, al comunicato di Badoglio, piansi. Piansi e non ho mai più pianto. E adesso, oggi, domani potranno esserci i comunisti potranno mandarmi in Siberia, potranno fucilare la metà degli italiani, non piangerò più. Perché quello che c’era da soffrire per ciò che l’Italia avrebbe vissuto come suo avvenire, io l’ho sofferto allora. Quel giorno io ho visto il dramma che cominciava per questa nostra disgraziata nazione che non aveva più amici, non aveva più alleati, non aveva più l’onore ed era additata al disprezzo di tutto il mondo per essere incapace di battersi anche nella situazione avversa. Così, l’esperienza per me più interessante ed importante dal punto di vista politico, formativo e dell’esistenza è stata quella successiva all’8 settembre. Prima era piuttosto semplice. Si trattava di compiere il proprio dovere senza scelte personali. Non c’erano problemi. L’8 settembre ci ha messo di fronte a molti dilemmi, a esami di coscienza, alle responsabilità da prendersi verso noi stessi, verso le istituzioni alle quali appartenevamo, per me la Marina, e verso gli uomini che da noi dipendevano. Quindi, da quel momento, hanno cominciato a pesare fattori di ordine spirituale e politico. Tutto il periodo della RSI è stato particolarissimo anche per il tipo di umanità che è affluita sotto le armi in quella fase. I volontari si spogliavano di ogni interesse terreno ed erano animati esclusivamente dall’impegno di conseguire un risultato puramente spirituale. Essi volevano mettere in luce lo spirito di combattività dell’italiano che non si rassegnava ad un armistizio giudicato obbrobrioso, ma intendeva far vedere di saper morire combattendo contro il nemico. Naturalmente, tra i volontari c’erano tutte le sfumature politiche. C’era il fascista fanatico, che pensava che fosse suo dovere ritrovarsi dalla parte di Mussolini. E c’era il giovane politicamente freddo, che però pensava di dover continuare a combattere accanto a degli alleati da un giorno all’altro traditi. Anch’io in quei giorni del settembre 1943, fui chiamato ad una scelta. E decisi la mia scelta. No, non me ne sono mai pentito. Anzi, quella scelta segna nella mia vita il punto culminante, del quale vado più fiero. E nel momento della scelta, ho deciso di giocare la partita più difficile, la più dura, la più ingrata. La partita che non mi avrebbe aperto nessuna strada ai valori materiali, terreni, ma mi avrebbe dato un carattere di spiritualità e di pulizia morale al quale nessuna altra strada avrebbe potuto darmi. In ogni guerra, la questione di fondo non è tanto di vincere o di perdere; ma di come si vince, di come si perde, di come si vive, di come si muore. Una guerra si può perdere, ma con dignità e lealtà. La resa e il tradimento bollano per secoli un popolo davanti al mondo. Junio Valerio Borghese 25 Il comandante Borghese al fronte di Nettuno con alcuni marò del Battaglione Barbarigo A sinistra il comandante Bardelli e Bordogna 26 GIURAMENTO DEI MILITARI DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA “Giuro di servire e di difendere la Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi, nel suo onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, fino al sacrificio supremo. Lo giuro dinanzi a Dio e ai Caduti per l’unità, l’indipendenza e l’avvenire della Patria”. GIURO! 27 28 LA SPEZIA LA SPEZIA SESTO CALENDE LA SPEZIA SESTO CALENDE SANREMO LA SPEZIA PORTOFINO LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA POLA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA PAVIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA LA SPEZIA BORDEAUX LA SPEZIA ROMA MONTECCHIO GAVIRATE GENOVA TRIESTE ARONA VENEZIA MONTORFANO TORINO MILANO ROMA TORINO RAVENNA FIUME TRIESTE LA SPEZIA POLA OTTOBRE 1943 FEBBRAIO 1944 25.1.1944 GENNAIO 1944 17.8.1944 5.2.1945 15.9.1943 GENNAIO 1944 DICEMBRE 1943 GENNAIO 1944 OTTOBRE 1943 NOVEMBRE 1943 NOVEMBRE 1943 1.5.1944 NOVEMBRE 1943 GENNAIO 1944 27.10.1943 MARZO 1944 29.9.1943 APRILE 1944 MARZO 1944 MARZO 1944 MARZO 1944 FEBBRAIO 1944 MARZO 1944 MARZO 1944 1.3.1944 GENNAIO 1945 FEBBRAIO 1945 MARZO 1944 DICEMBRE 1944 MAGGIO 1944 FEBBRAIO 1944 MAGGIO 1944 MARZO 1944 GIUGNO 1944 SETTEMBRE 1943 GIUGNO 1944 1.12.1944 MAGGIO 1944 OTTOBRE 1943 LUGLIO 1944 SETTEMBRE 1943 6.4.1945 26.4.1945 26.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 3.5.1945 26.4.1945 OTTOBRE 1944 26.4.1945 4.6.1944 30.4.1945 3.5.1945 2.5.1945 APRILE 1944 DICEMBRE 1944 3.5.1945 SETTEMBRE 1944 2.5.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 2.5.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 30.4.1945 LUGLIO 1944 26.4.1945 30.4.1945 APRILE 1945 8.5.1945 MAGGIO 1945 28.5.1945 MAGGIO 1945 22.4.1945 9.5.1945 MAGGIO 1944 26.4.1945 27.4.1945 AGOSTO 1944 MONTECCHIO MILANO MILANO TRIESTE ARONA VENEZIA MONTORFANO TORINO MILANO ROMA TORINO CHERSO FIUME LA SPEZIA LA SPEZIA POLA GENOVA POLA THIENE PADOVA PADOVA VENEZIA S. ELENA SCHIO MAROSTICA MAROSTICA PADOVA MAROSTICA MAROSTICA MAROSTICA VENEZIA VERBANIA VICENZA LA SPEZIA STRAMBINO R BRIONI MAGGIORE VALDAGNO PORTOROSE LA SPEZIA TORINO LA SPEZIA MILANO SALO’ MARINA DI PISA DATA LUOGO DATA LUOGO DI COSTITUZIONE DI COSTITUZIONE DI SCIOGLIMENTO DI SCIOGLIMENTO 9.9.1943 LA SPEZIA 26.4.1945 MILANO STRUTTURA DELLA Xa FLOTTIGLIA MAS UNITA - GRUPPI COMANDO1 COMANDO MEZZI D’ASSALTO 2 GRUPPO TODARO - SCUOLA M EZZI D’ASSALTO DI SUPERFICIE 3 GRUPPO ARDIMENTO 4 BASE OPERATIVA SUD 5 BASE OPERATIVA DI COLLEGAMENTO CON L’ITALIA OCCUPATA 6 BASE OPERATIVA OVEST 7 BASE OPERATIVA EST 8 GRUPPO GAMMA “LICIO VISENTINI” 9 SCUOLA SOMMOZZATORI 10GRUPPO OPERATIVO S.S.B. REPARTI NAVALI 11SQUADRIGLIA MAS CASTAGNACCI 12 SQUADRIGLIA SOMMERGIBILI CA 13SQUADRIGLIA SOMMERGIBILI I N ALLESTIMENTO 14SQUADRIGLIA SOMMERGIBILI CB E CM FANTERIA DI MARINA 15DIVISIONE DECIMA 16BATTAGLIONE BARBARIGO 17BATTALIONE LUPO 18BATTAGLIONE N.P. 19BATTAGLIONE FULMINE 20BATTAGLIONE VALANGA 21BATTAGLIONE SAGITTARIO 22GRUPPO ARTIGLIERIA COLLEONI 23 GRUPPO ARTIGLIERIA DA GIUSSANO 24GRUPPO ARTIGLIERIA SAN GIORGIO 25BATTAGLIONE FRECCIA 26 BATTAGLIONE LONGOBARDO 27BATTAGLIONE CASTAGNACCI S.A.F. 28SERVIZIO AUSILIARIO FEMMINILE REPARTI NON INDIVISIONATI 29 BATTAGLIONE PEGASO 30GRUPPO CONTRAEREO “Q” 31BATTAGLIONE RISOLUTI 32BATTAGLIONE SAN GIUSTO 33BATTAGLIONE SCIRE’ 34BATTAGLIONE SERENISSIMA 35BATTAGLIONE VEGA DISTACCAMENTI 36DISTACCAMENTO CUMERO 37DISTACCAMENTO MILANO 38DISTACCAMENTO ROMA 39DISTACCAMENTO TORINO COMPAGNIE 40COMPAGNIA ADRIATICA 41COMPAGNIA D’ANNUNZIO 42COMPAGNIA MAI MORTI 43COMPAGNIA “O” 44 COMPAGNIA NAZARIO SAURO Inno della Xa MAS Quando pareva vinta Roma antica sorse l’invitta Decima Legione vinse sul campo il barbaro nemico Roma riebbe pace con onore. Quando l’ ignobil 8 di Settembre abbandonò la Patria il traditore sorse dal mar la Decima Flottiglia e prese l’armi al grido “Per l’Onore”! Decima Flottiglia nostra che beffasti l’Inghilterra vittoriosa ad Alessandria Malta Suda e Gibilterra. Vittoriosa già sul mare ora pure sulla terra Vincerai ! Navi d’Italia che ci foste tolte non in battaglia ma col tradimento nostri fratelli prigionieri o morti noi vi facciamo questo giuramento: Noi vi giuriamo che ritorneremo là dove Iddio volle il Tricolore Noi vi giuriamo che combatteremo fin quando avremo pace con Onore! Decima Flottiglia nostra che beffasti l’Inghilterra vittoriosa ad Alessandria Malta, Algeri e Gibilterra vittoriosa già sul mare ora pure sulla terra Vincerai ! Testo di Donna Daria Borghese 29 Comunicato del 14 gennaio 1944 alla Xa Flottiglia M.A.S. dal carcere di Brescia dove il Comandante Borghese fu rinchiuso dopo il suo arresto nell’anticamera dell’ufficio di Benito Mussolini, Capo del Governo e dello Stato repubblicano. L’arresto, voluto da elementi fascisti, ebbe termine dopo pochi giorni. 30 La Spezia, febbraio 1944 L’Ammiraglio Sparzani consegna al comandante Borghese la Bandiera di Combattimento della Repubblica Sociale Italiana. A sinistra il Comandante Bardelli 31 Brani tratti dal memoriale scritto dal Comandante Borghese durante la sua permanenza nel campo di prigionia di Cinecittà in Roma nei mesi di maggio e giugno 1945. “Nelle pagine che seguono è brevemente riassunta l’attività svolta dalla Xa Flottiglia MAS nei 20 mesi intercorsi fra l’8 settembre 1943 ed il 1° maggio 1945. La Xa Flottiglia MAS, che nel quadro delle attività offensive della marina Italiana, durante 3 anni di guerra, è stata la pattuglia di punta, e con i suoi valorosi ragazzi dei mezzi d’assalto ha riportato sul marinaio italiano l’attenzione e l’ammirazione di tutto il mondo, ha al suo attivo l’affondamento di 2 navi da battaglia inglesi – la Queen Elizabeth e la Valiant (Alessandria 17 dicembre 1941) – due incrociatori inglesi (York a Suda – altro ad Algeri) – e di oltre 150 mila tonn. di naviglio mercantile nemico – affondate in tutti i mari – da Sebastopoli ad Algeri, da Suda a Gibilterra, da Alessandria a Messina. Questa unità della Marina – abbandonata, come molte altre – alla sua sorte l’8 settembre – quando ogni decisione – per esplicito parere dei capi responsabili – era rimesso alla coscienza dei singoli comandanti, non ha voluto accettare una resa a discrezione (che non concedeva l’onore delle armi, ma anzi - esplicitamente – la loro consegna al nemico) – resa che oggi il popolo italiano conosce nella crudezza del suo testo originale – e ha ritenuto suo onorevole dovere di continuare la lotta contro il nemico che . contrariamente ad ogni armistizio – continuava l’invasione della nostra terra. A questo scopo, nei duri giorni seguenti l’8 settembre, la Xa Flottiglia MAS ha dovuto dapprima lottare contro le forze germaniche occupanti – per preservare il suo stato di completa indipendenza – quale unità appartenente alla Marina da guerra italiana – statuto riconosciuto poi dalle autorità germaniche negli accordi del 14 settembre 1943; mantenere con onore e decoro la bandiera da guerra italiana, che dal picco dell’albero eretto nel piazzale della Flottiglia in La Spezia – e sventolante a poppa delle sue unità d’assalto – non è mai stata ammainata; in seguito difendersi contro reiterati attacchi da parte di autorità politiche (che ne vollero e ordinarono lo scioglimento) – culminati con l’arresto del Comandante Borghese, d’ordine di Mussolini, il 12 gennaio 1944; in seguito 32 difendersi contro gli attacchi di elementi partigiani, che indiscriminatamente attaccavano individui della Xa – confondendoli con fascisti; e finalmente lottare strenuamente contro la volontà germanica di asservimento – lotta culminata con il tentato arresto del Comandante Borghese, da parte germanica – avvenuto in Fiume d’Italia – nel dicembre 1944”. …………… In particolare si deve all’energico intervento della Xa se è stata scongiurata la minaccia della distruzione totale del porto di Genova – così come era stata predisposta dalla Marina germanica. La Xa ha avuto numerosi contatti sia con capi partigiani o uomini responsabili del Fronte della Libertà, sia con emissari inviati dal Sud al Nord da varie autorità – con vari compiti. Ogni qual volta si è manifestata una possibilità di intesa sulla base di un interesse nazionale da salvaguardare, al di sopra ed al di fuori di divergenze politiche o differenze di parte, questi contatti hanno portato a pratici risultati di collaborazione fra italiani per la difesa contro la sopraffazione straniera – indifferentemente tedesca o inglese – slava o americana. …………… La Xa non si trincera dietro a fangosi ripari di doppiogioco – ma racconta quello che ha fatto – e perché lo ha fatto – con quella tranquillità di coscienza che deriva dal dovere compiuto per la più nobile delle cause: servire l’Italia invasa – al di fuori di ogni faziosità – contro tutti gli invasori. …………… Quello che non passò nemmeno nell’anticamera del cervello del Comandante Borghese fu che si dovesse abbandonare il proprio posto di combattimento – e, travestiti in borghese – si dovesse fuggire, abbandonando militari dipendenti e relativo materiale. Armistizio in atto, uguale ognuno al suo posto di combattimento con le armi al piede. Ma quando si apprese che Badoglio, col suo proclama – pochi giorno dopo avere annunciato al popolo che “la guerra continua” fa intendere che l’alleato di tre anni è improvvisamente diventato nemico – che il Re non è più a Roma – ma in mano del nemico, che la flotta, al 33 completo e pronta al combattimento estremo, con le armi e con gli spiriti – si è consegnata in un porto nemico, che le più alte autorità dello stato – militari e civili – governo in testa – hanno abbandonato il loro posto, il loro popolo, le loro Forze Armate, curandosi solamente di fuggire, allora un soldato ed un Comandante – abbandonato alla decisione delle propria coscienza – che sente la responsabilità verso il paese dell’incarico affidatogli, del valore di molti milioni del prezioso materiale segreto di guerra, e della vita di molte centinaia di marinai, un Comandante che ha una destinazione a terra e non a bordo – e che vede intorno a sè il cataclisma che si abbatte sul popolo italiano abbandonato alla sua triste sorte e alla inevitabile reazione germanica, decide di restare al suo posto – di non fuggire – di non abbandonare né ammainare la bandiera di combattimento della sua unità, ma di difenderla con tutti i mezzi contro chiunque. …………… Se nei giorni correnti dall’8 al 30 settembre 1943 gli angloamericani fossero sbarcati invece che a Salerno e a Taranto, a Genova e a Trieste, non avrebbero incontrato nessuna resistenza organizzata – e la campagna d’Italia sarebbe finita nell’autunno del 1943 – con immenso risparmio di lutti e di rovine per il nostro paese. Questa mancata iniziativa è sempre rimasta un mistero per gli italiani del Nord. …………… Il 14 settembre fu stipulato un accordo con la più alta autorità militare germanica in sede: il Capitano di Vascello Berlinghaus ed il Comandante Borghese. Tale accordo è di capitale importanza in quanto chiarisce e delimita perfettamente le funzioni della Xa nel quadro generale: gli accordi rimasero in vigore per 20 mesi e non furono modificati nemmeno quando – sorto il governo della repubblica – questa concordava con i germanici altri accordi riguardanti lo statuto delle FF.AA. italiane. …………… Ben presto, da Spezia dapprima, e poi da tutta Italia, affluirono attorno a questa bandiera italiana – forse l’unica rimasta a riva dopo l’armistizio – dapprima centinaia e poi migliaia e migliaia di giovani , tutti volontari per riprendere le armi e continuare il combattimento – al grido “Per l’Onore d’Italia”. 34 Con i vecchi elementi della Xa - tutti della Marina - ed altri affluiti dalle basi sommergibilistiche italiane di Francia e Germania (Bordeaux e Danzica) furono rimesse in piedi le attività specifiche marinare – mezzi d’assalto di superficie e subacquei. In tre mesi di duro lavoro furono riportati alla superficie i 3 sommergibili della Xa - nuovissimi e attrezzati quali trasportatori, affondati criminalmente da alcuni invasati il 9 settembre (con perdite di vite umane). Erano il Grongo il Murena e lo Sparide. Ne furono subito inizi i lavori di raddobbo. Fu ripresa la sorveglianza tecnica presso le ditte costruttrici delle costruzioni navali in corso. 80 SMA e 36 SSB. Fu recuperato all’Arsenale di Spezia un trasporto mezzi di superficie – la nave Pegaso – e fu messa ai lavori. A Spezia, Bocche di Magra e nei Cantieri Baglietto di Varazze furono rastrellati tutti i MAS disponibili – assicurandoli così alla Marina Italiana in contrasto a quella germanica, e ne fu sollecitamente curato il ripristino di efficienza e l’approntamento militare. Fu attrezzata una officina civile per la costruzione dei silurotti per i mezzi d’assalto, che, dopo qualche mese, forniva regolare produzione. …………… La raccolta completa dei rapporti di missione, che era conservata presso lo Stato Maggiore della Marina a Lonato, dimostra di quali qualità era dotato il marinaio italiano, proteso in lotta disperata contro un nemico strapotente che ne invadeva la patria; e quanti sforzi sia costato al Comando della Xa Flottiglia Mas far risorgere questo speciale reparto, intorno al quale era concentrata la maggiore attività della marina da guerra della Repubblica. Sotto la guida di valenti comandanti, i marinai volontari della Xa hanno combattuto sino al limite dell’impossibile, dimostrando sempre grande coraggio, alto spirito patriottico e morale molto elevato, non smentendo cos’ la promessa fatta ai compagni morti e prigionieri, di combattere “sino a quando non si avrebbe una pace con onore”. …………… In questo particolare tipo di attività il segreto più assoluto sul personale operatore, sul materiale ed i suoi perfezionamenti, nonché sulle operazioni progettate, è condizione indispensabile di riuscita; e questo fu ottimo argomento per circondare il gruppo di tali e tante norme cautelative che avevano come scopo segreto di tenere lontani gli alleati 35 germanici, a cui non volevasi comunicare elementi che costituiscono un segreto specifico bellico della Marina Italiana. Tale segreto è stato, sotto molti aspetti, potuto mantenere fino a quando l’arrivo delle truppe alleate, forti delle norme armistiziali, ne ha, per forza di cose, provocata la rottura a danno della potenza militare della nostra Marina e del nostro paese. …………… Le molte migliaia di volontari che si andavano presentando alla Xa non potevano tutte trovare impiego nelle attività navali disponibili. Per soddisfare il loro desiderio di partecipare con le armi in pugno alla lotta di difesa del territorio nazionale contro il nemico avanzante, fu deciso di riunirli sotto l’organico di battaglioni . facenti parte del corpo della Fanteria di Marina – e, ad addestramento ultimato, impiegarli al fronte. Nacquero così vari battaglioni e gruppi di artiglieria. Il primo battaglione ad essere impiegato fu il “Barbarigo” che, con una forza di 650 uomini, fu avviato al fronte di Nettuno nel marzo del 1944. Questo Battaglione partì con scarso addestramento, ma lo completò egregiamente in linea, ove fu subito impiegato, e dove valorosamente si mantenne fino alla occupazione di Roma nel giugno 1944. Fu la prima unità totalmente italiana a raggiungere il fronte dopo l’armistizio ed il suo invio al fronte, prematuro nei riguardi dell’addestramento degli uomini, era stato reso necessario perché alla difesa di Roma contro i negri e gli australiani si volle fossero presenti truppe italiane; era una sentita questione di prestigio di fronte al popolo italiano e di fronte agli alleati germanici. Dal calore della dimostrazione di affetto che la cittadinanza e tutto il popolo di Spezia fece al Battaglione, all’atto della sua partenza per il fronte, si potè arguire che quei giovani volontari rappresentavano veramente e degnamente la volontà popolare di non cedere al nemico e non arrendersi senza combattere. Altri battaglioni seguirono per un totale di circa 10 mila uomini di cui 5000, per ordine del Maresciallo Graziani, furono inviati alla Divisione Marina San Marco di cui seguirono la sorte. …………… 36 Fu così possibile costituire una piccola Divisione, riunendo in unità complessa i battaglioni già pronti. La Divisione Xa aveva organico su tre Reggimenti: 1° Reggimento Fanteria – Battaglione Lupo, N.P., Barbarigo; 2° Reggimento Fanteria – Battaglione Sagittario, Guastatori Alpini Valanga, Bersaglieri Fulmine; 3° Reggimento Artiglieria su 3 Gruppi di Artiglieria con 12 pezzi da 100/22, 12 da 105 e 12 da 20 a.a. A disposizione del Comando Divisione vi era inoltre il Battaglione Genio Freccia. …………… Così per terra, come per mare, i nostri nemici di ogni razza e di ogni colore hanno incontrato degli italiani, valorosi combattenti e difensori della loro terra, inquadrati nelle formazioni della Xa, e, come è vero che il valore di un soldato dà prestigio alla nazione cui appartiene, così, a detta dello stesso nemico, la strenua ostinata difesa di questi marinai ha fatto onore alla nostra patria. …………… Nel mese di ottobre 1944 il Comando della Xa, ritenuto ultimato il periodo di addestramento della Divisione, constatato che la lunga permanenza in Piemonte aveva portato a coinvolgere la Divisione in attriti con i partigiani, quali contromisure all’assassinio del Comandante Bardelli e di 10 suoi marinai, esaminata la situazione generale che pareva prevedere imminente un crollo del fronte germanico, e quindi urgente la minaccia sulle nostre terre della Venezia Giulia, emanava le seguenti direttive circa la futura attività della Divisione Xa: A. Concentrare tutte le attività della Xa nella Divisione (escluse quelle navali) tralasciando quelle sussidiarie B. Destinare l’intera Divisione Xa alla difesa dei confini orientali contro l’esercito di Tito, con lo specifico compito di restare sul posto anche qualora le truppe germaniche si ritirassero. …………… I reparti hanno immediatamente assunto le previste posizioni di difesa e, fatti segno ad attacchi da parte delle truppe slave del IX Corpus di Tito (9a dell’Esercito jugoslavo), 37 hanno ovunque costituito solida barriera. Fra i molti episodi è da citarsi quello di Tarnova della Selva ove il Battaglione Fulmine, su una forza di circa 300 uomini, ha tenuto testa per tre giorni e tre notti contro un attacco di 2000 slavi, facendo così fallire la progettata e già decantata occupazione di Gorizia e perdendo, nella valorosa difesa, circa il 50% dei propri effettivi. …………… Fu stabilito, con il plenipotenziario tedesco, che metà Divisione, a turno, doveva partecipare alla difesa del fronte meridionale, mentre l’altra metà doveva restare nella zona per riordinamento ed addestramento. In tal modo il Comando della Xa intendeva tenere in Veneto forze discrete, che, come da primitivo programma, erano pronte ad affluire in Venezia Giulia in caso di necessità. …………… Il problema delle Province occupate dalla armate tedesche(Alto Adige – Venezia Giulia)è stato uno dei compiti fondamentali che la Xa ha voluto, di propria iniziativa, affrontare e che ha cercato di risolvere. Quello che si è fatto: a) trattato il problema per via diplomatica con le competenti autorità germaniche(numerosissimi colloqui Borghese – Rahn- Wolff); b) interessare il Governo Mussolini sull’argomento (colloqui Borghese – Mussolini); c) invio di reparti armati della Xa a Lussino, Fiume, Pola, Trieste e l’intera Divisione Xa a Gorizia; 38 Pagina 12 dell’originale manoscritto durante la prigionia 39 d) organizzare un servizio informativo politico e di propaganda nella Venezia Giulia; e) prendere contatti con quelle bande partigiane che davano affidamento di solidarietà nella lotta contro lo straniero invasore(specie jugoslavo). …………… Come risulta da quanto detto circa la nascita della nuova Xa, questa è sorta il 9 settembre 1943 quando ancora non esisteva in Italia né un Governo Mussolini, né, tantomeno, un movimento partigiano. Di più, le funzioni, i compiti e gli scopi della Xa erano nettamente militari, totalmente apolitici e si possono riassumere nella frase: “organizzazione volontaria militare navale col compito della salvaguardia degli interessi della Marina Italiana contro tutti gli stranieri”. La Xa non si è perciò mai occupata del problema partigiano, anche quando, nei primi mesi del 1944, la loro attività nella zona di Spezia (allora sede della Flottiglia)incominciò a farsi sentire. Era stato chiaramente reso noto a tutti che la Xa non si occupava né di politica, né di polizia, ma era un coprpo combattente che cercava il combattimento contro il nemico esterno, per mare e per terra, a protezione, e non in contrasto, al polo italiano. Purtroppo la voce di buon senso e di concordia non venne raccolta. …………… Era necessario che si sapesse che la Xa non si occupava in nessun modo dei partigiani, ma desiderava in egual modo che i partigiani non si occupassero di lei. …………… In Piemonte, malgrado la situazione partigiana fosse molto delicata e difficile, il Tenente Colonnello Carallo, che teneva il comando della Divisione, riuscì abilmente, attraverso opportuni ordini e transazioni con i capi partigiani, a mettere in esecuzione gli ordini impartitigli dal Comandante Borghese: evitare in ogni modo attriti; non immischiarsi nelle questioni di polizia locale; dedicare ogni attività all’unico scopo di completare l’addestramento del personale, per renderlo idoneo a raggiungere il fronte; far conoscere tali direttive ai capi partigiani. …………… 40 Questa situazione resse fino all’ 8 luglio 1944, nel quale triste giorno il Comandante Bardelli del Barbarigo, reduce dal fronte di Nettuno, mentre nel paesetto di Ozegna discuteva con alcuni partigiani, esprimendo loro l’inutilità, l’orrore ed il danno di una lotta fratricida, cadeva in un vigliacco agguato tesogli, e dopo strenua lotta veniva barbaramente ucciso con 10 dei suoi uomini. Furono ritrovati i loro corpi spogliati degli indumenti e dei valori personali, strappati gli anelli dalle dita ed i denti d’oro dalle bocche, e con le bocche stesse piene di terra e di erba in segno di sfregio. Questo episodio di ferocia balcanica, ingiustificabile delitto, compiuto da un “patriota” – noto criminale e delinquente comune, chiamato Piero, e dalla sua banda – fu motivo determinante perché la Xa la cui pazienza aveva tollerato numerosi altri fatti criminali isolati, decidesse di intervenire per rintracciare i colpevoli e dare loro l’esemplare punizione che essi si erano meritati per l’ignobile massacro. Nel mese di settembre e parte di ottobre 1944 alcune unità della Xa risalirono le vallate di Locana di Viù e di Lanzo alla ricerca del bandito Piero, scontrandosi più volte con resistenze di partigiani: ma toccò proprio al Battaglione Barbarigo la giusta sorte di raggiungere la banda di Piero, nell’alta valle Locana, e compiere quella giustizia che era richiesta dalla leggi divine, umane e da quelle dell’onore del soldato italiano. Dalla fine di ottobre, per evitare gli inevitabili strascichi, ed in concomitanza con altre direttive, tutti i reparti furono ritirati dal Piemonte e avviati a Gorizia per iniziare finalmente la agognata lotta contro lo straniero invasore. …………… Il Comandante Borghese personalmente, deplorando vivissimamente il fatto che tante vite umane (e generalmente, come succede, le migliori) si perdessero in una sterile lotta fratricida, così lontana dagli scopi della Xa, quando invece la situazione generale del paese avrebbe richiesto una più che mai una stretta cooperazione di tutti gli Italiani per la tutela degli interessi nazionali contro tutti gli invasori, e ben realizzando come, tutto sommato, questa lotta interna non facesse altro che il gioco degli occupanti (tedeschi a angloamericani), tutti ugualmente interessati ad averci divisi e a far pagare con nostro sangue la realizzazione dei 41 loro piani, si è adoperato in ogni modo per venire ad una possibile intesa, ogni volta che se ne è presentata l’occasione. Non ha mai rifiutato incontri con capi partigiani, quando richiestone; ha voluto ricevere i capi delle bande con cui erano in corso scontri nel Piemonte per tentare una definizione pacifica della questione; di sua iniziativa ha compilato un manifesto, affisso in tutti i borghi delle valli di Locana Lanzo e Aosta, in cui assicurava ogni partigiano, che avesse deposto le armi, che non sarebbe stato né giustiziato, né imprigionato, né mandato in Germania, ma rinviato a casa sua o arruolato nei battaglioni volontari di lavoratori del genio Militare (questo bando è stato immediatamente soppresso dalla autorità governative e ha procurato al Comandante Borghese serie noie con Mussolini che ha citato il fatto in Consiglio dei Ministri a prova di eccessivo spirito di iniziativa e autonomia – ma non ha avuto conseguenze – perché era stato preventivamente concordato fra lo stesso Comandante Borghese e il Generale Wolff e l’Ambasciatore Rahn a cui Borghese aveva chiesto (ed ottenuto) le più assolute garanzie per il mantenimento degli impegni che prendeva, da parte della autorità germaniche). …………… La Xa Flottiglia Mas che, quale corpo militare apolitico di volontari al combattimento, si disinteressava totalmente al problema partigiano, fu, inevitabilmente, coinvolta nella guerra civile che devastava il paese; molte centinaia di giovani furono le vittime, assolutamente innocenti, del loro alto ideale di combattere per una patria libera da stranieri; vittime di uno spirito veramente partigiano e fazioso, che, fuorché in alcuni uomini di buona fede, prese il sopravvento su uno spirito di concordia nazionale, che era quello che animava la Xa. Le poche volte che reparti della Xa sono stati impiegati contro bande partigiane questo è avvenuto solo ed esclusivamente per legittima difesa contro provocazioni di sangue; non è concepibile che un capo responsabile possa assistere indifferente allo sterminio e alla strage compiuta a danno dei suoi uomini, e che questo capo – esauriti e visti vani i mezzi pacifici di persuasione – non ricorra a sistemi energici, specie laddove l’azione patita manifesta, attraverso efferati dettagli di brutalità, l’esistenza di delinquenza comune che comodamente 42 Pagina 67 dell’originale manoscritto durante la prigionia 43 tentava di portare a segno i suoi nefasti scopi sotto la copertura di alti ideali politici. …………… Questo popolo italiano dovrà onorare questi suoi figli, Caduti, come molti altri, per l’alto ideale della sua difesa; ed il governo italiano, di qualunque tendenza esso sia, dovrà venire incontro alle famiglie dei Caduti, ai feriti e mutilati della Xa per un superiore senso di umanità e giustizia sociale e nazionale. …………… L’attività antisabotaggio germanico della Xa ebbe inizio quando nel settembre 1944 il Direttore Generale della FIAT chiese personalmente al Comandante Borghese se la Xa sarebbe stata in grado di organizzare un servizio armato di protezione ai macchinari e agli stabilimenti di Torino per impedire che, all’atto della ritirata, i germanici compissero atti di sabotaggio e distruzione. …………… Il Comandante Borghese prese i seguenti provvedimenti: a) creazione di un Distaccamento della Xa a Torino, su una forza di circa 150 uomini, al comando del Tenente Bigio, grande mutilato di guerra. Compito ufficiale: protezione contro gli stabilimenti FIAT contro i partigiani. Compito reale, segreto: protezione degli stabilimenti contro qualsiasi attività distruttiva germanica; b) interessare il Generale Plenipotenziario Wolff e l’Ambasciatore Rahn perché i piani di sabotaggio germanici non venissero compiuti. …………… Si ritiene che quanto è citato sia sufficiente ad illustrare con quale spirito, con quali intenzioni, con quali mezzi, con quali risultati, la Xa Flottiglia Mas abbia operato in questo campo vitale dell’attività nazionale ed il solo fatto di avere impedita la distruzione del porto di Genova, il primo d’Italia, sia motivo sufficiente di quella grande soddisfazione che deriva dall’avere compiuto il proprio dovere. …………… La guerra, che da tre anni infuriava, aveva colpito il popolo italiano nelle tre forme che 44 l’accompagnano inevitabilmente: Caduti, prigionieri e dispersi, mutilati e grandi invalidi di guerra. …………… Gli uffici assistenza della Xa (con sedi a Milano, Venezia e Genova) avevano i seguenti compiti: - assistenza ai militari della Marina, feriti o ammalati, negli ospedali o a casa; - assistenza alle famiglie dei Caduti, prigionieri o dispersi; - assistenza ai prigionieri e internati in Germania; - assistenza ai militari smobilitati per cause di servizio. …………… Gli uffici assistenziali della Xa, nella forma in cui hanno svolto la loro opera, sono stati un fatto nuovo nella storia delle FF.AA. italiane; fatto che merita di essere studiato e ripreso per l’alto spirito umanitario che lo ha ispirato e per i benefici risultati conseguiti. …………… Fu precisa volontà del Comandante Borghese che la Xa avesse le sue Ausiliarie per il principio, da salvaguardare in ogni circostanza, dell’apoliticità della Xa. …………… Quasi 300 sono le volontarie uscite dai 3 corsi svolti ed il servizio da esse prestato è stato di alto rendimento ed ha permesso di impiegare quasi 300 uomini in più nei reparti combattenti. Per il loro alto sentimento patriottico e la serietà dimostrata hanno benemeritato. Alcune di essere hanno pagato con la vita il loro attaccamento alla patria: due volontarie, una a Tiene ed una a Torino, sono cadute vittime dell’inconsiderato odio partigiano, nelle giornate che ora è uso chiamare “della liberazione”. …………… Quanto esposto sta a dimostrare la comprensione, la voluta e cosciente aderenza del Comandante Borghese – e con lui di tutta la Xa – a tutti i punti di vista di reale interesse nazionale, al di fuori e al di sopra di questioni di parte (Regi o Repubblicani) e di partiti (fascisti o anti), semplicemente deleterie, a suo avviso, nel momento in cui la patria era in 45 pericolo. Con tale modo di agire egli incorreva indubbiamente in gravissimi rischi, essendo sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità germaniche, come di quelle politiche, ma nessun timore e nessuna minaccia hanno mai deviato il Comandante Borghese dal compiere quello che egli riteneva essere il suo dovere. …………… Pur senza venir mai meno al principio della lealtà militare, la Xa non si è mai assoggettata ai tentativi di sottomissione che i tedeschi – con quella grossolanità di senso psicologico che talvolta li caratterizza – hanno cercato di esplicare nei suoi riguardi. ……….. Si può dire che la Xa abbia bene assolto quella parte di compito, che essa si era volontariamente accollata, di essere guida e difesa del popolo contro chiunque lo minacciasse – americani, tedeschi o banditi -; di costituire un elemento di moderazione e di ordine; di rappresentare – nel campo delle forze armate – con dignità ed onore il popolo italiano, davanti ad amici e nemici, per l’unica causa del bene dell’Italia. Data l’impostazione politica dei rapporti fra Repubblica Sociale Italiana e Germania, fu molto difficile a tutti mantenere rapporti di assoluta alleanza. La Xa, con la chiara impostazione del problema, senza possibilità di equivoci, sancita dagli accordi del 14 settembre, seguì la sua strada, sul concetto da cui mai deflettè: parità di diritti e parità di doveri. Questo valse, da parte germanica, molta diffidenza e sospetto, ma altresì stima e rispetto. La Xa, in un triste momento della storia nazionale, ha mantenuto alto l’onore delle FF.AA. italiane e della Marina in particolare. Dal 2 aprile ho seguito da vicino – in Milano – le ultime giornate del Governo della Repubblica Sociale Italiana, come spettatore, e, in piccola parte, come attore. Ormai la situazione non presentata più alcuna incognita: gli angloamericani, rotto il fronte, passato il Po senza resistenza, dilagavano nella pianura padana; le truppe germaniche, ormai in dissoluzione come esercito, non presentavano più seria resistenza; se ne avvalevano le forze dell’insurrezione per prendere il facile sopravvento. In queste circostanze ho tentato di portare una nota di buon senso e di logica, sia nella riunione dei Capi di Stato Maggiore 46 Pagina 75 dell’originale manoscritto durante la prigionia 47 delle Forze Armate, tenutasi in Milano il 23 aprile e presieduta dal Maresciallo Graziani, e sia nelle consultazioni a cui sono stato chiamato da membri del governo, come “esperto militare” alla Prefettura il 24 e 25 aprile. Le proposte che feci in tali occasioni sono le seguenti: Premesso che la guerra è ormai finita e perduta, è nostro dovere prendere tutti i possibili provvedimenti perché l’ondata di deflusso germanica e quella di riflusso angloamericano pasdsino sul nostro territorio arrecando il minimo possibile danno a persone e cose. Davanti a tale problema di interessa nazionale ogni altro diviene secondario e particolarmente quelli politi interni. Per affrontare nel miglior modo la situazione è necessario siano immediatamente presi i seguenti provvedimenti: - passare tutti i poteri dalle autorità civili a quelle militari; i civili pensino sono al prosieguo delle pratiche amministrative; - mediante appositi accordi con il C.L.N. impedire disordini di piazza: le FF.AA. repubblicane, sotto il comando delle autorità militari, si incarichino del mantenimento dell’ordine pubblico; - in accordo con le autorità militari germaniche condurre trattative fra le autorità militari della Repubblica e quelle angloamericane per il passaggio delle province del Nord senza disordine; - evitare in ogni modo ulteriore spargimento di sangue italiano. …………… Quando il 25 aprile, alle 19.30, vidi partire dalla Prefettura la colonna delle macchine governative, e mi trovai solo in mezzo al cortile della Prefettura, decisi di seguire il mio programma stabilito per la Xa, lo stesso dell’8 settembre 1943, restare sul posto, in difesa dei miei uomini e con essi, seguendo la loro sorte, cercare di rendersi ancora utile al popolo. …………… Salutai i miei bravi marinai e dissi loro che li lasciavo liberi di continuare a servire la Patria così come la loro coscienza, ed i principi che in 20 mesi la Xa aveva loro instillati, avrebbe dettato. Feci consegnare 6 mensilità di paga ad ogni uomo. Feci consegnare alla Prefettura 48 alcuni milioni di lire (11 mi pare), rimanenza di cassa, ed i registri amministrativi. …………… Basata su questi quattro postulati: Onestà, Competenza, Coraggio, Lealtà, la Xa ha servito il paese per 20 mesi; il fatto che si sia trovata dal lato perdente, non altera in nulla i benefici effetti prodotti. Alcune migliaia di giovani nelle sue file sono stati educati all’amore per la Patria, al coraggio, al combattimento, ad affrontare ogni rischio quando la meta sia il bene della Patria. Ha contribuito alla salvezza di molte proprietà italiane dalle distruzioni e dai saccheggi. Ha ingigantito l’attaccamento al mare di molte centinaia di giovani. Ha mantenuto in ogni caso alto il prestigio del soldato italiano davanti al popolo italiano, che voleva bene ai suoi “marò”, e lo ha dimostrato in molte occasioni, davanti al nemico anglosassone e all’alleato germanico. Ha esercitato una severa disciplina interna premiando i valorosi e colpendo duramente i disonesti e i codardi. Ha combattuto per mare e per terra, non sempre con successo, ma sempre con lealtà e coraggio. Ha assistito la popolazione bisognosa. Ha evitato in tutti i modi la disastrosa guerra civile, pur lottando, sempre secondo le buone regole di guerra, contro il banditismo, mai contro l’autentico patriottismo. Ha collaborato per evitare distruzioni e sabotaggi da parte germanica e ha il merito, con altri, della salvezza del porto di Genova. Ha difeso al massimo limite delle sue possibilità il suolo della Patria contro gli invasori e, in particolare, la Venezia Giulia contro le orde di Tito. Si è accodata con ogni italiano, di qualunque parte o partito, quando ciò era a vantaggio dell’interesse nazionale. Anche nei momenti di maggiore gravità, e quando il panico invadeva ogni strato dell’organizzazione militare italiana, ha seguito i dettami della calma, dell’onore militare e degli interessi del paese (8 settembre 1943 – 26 aprile 1945). Questa era la Xa Flottiglia MAS, costituita da migliaia di giovani volontariamente affluiti con un solo scopo, alto, disinteressato, eternamente trionfante: combattere per l’indipendenza della patria dallo straniero, combattere per l’Onore d’Italia”. 49 50 Curriculum vitae redatto a J.V.B nel 1974 51 52 53 Rapporto di attività di Junio Valerio Borghese dal 30 ottobre al 5 novembre 1944 54 Fonte: Ufficio Storico della Marina Militare - Roma 55 Sesto Calende, Ottobre 1944 Il Comandante Borghese in visita alla Scuola Piloti Mezzi d‘Assalto di Superficie “Todaro” Primo a sinistra il T.V. Pilota Elio Scardamaglia 56 57 58 “Nel concludere la vicenda della Decima Flottiglia Mas durante la Repubblica Sociale Italiana, non posso fare a meno di rivolgere pubblicamente un pensiero riconoscente a tutti quegli italiani che mi aiutarono a superare il periodo della mia detenzione. Un ringraziamento particolare va a tutti i miei ufficiali, sottufficiali e marò, alle ausiliarie del SAF, a tutti i commilitoni della Decima che, pur perseguitati e vilipesi, mi sono stati costantemente vicini. A tutti coloro che per la Decima si sono immolati combattendo per il bene della Patria e per l’”Onore”, il mio reverente, grato, commosso, perenne ricordo. Basata su questi quattro postulati: Onestà, Competenza, Coraggio, Lealtà, la Xa ha servito il paese per 20 mesi; il fatto che si sia trovata dal lato perdente, non altera in nulla i benefici effetti prodotti. Alcune migliaia di giovani nelle sue file sono stati educati all’amore per la Patria, al coraggio, al combattimento, ad affrontare ogni rischio quando la meta sia il bene della Patria. Ha contribuito alla salvezza di molte proprietà italiane dalle distruzioni e dai saccheggi. Ha ingigantito l’attaccamento al mare di molte centinaia di giovani. Ha mantenuto in ogni caso alto il prestigio del soldato italiano davanti al popolo italiano, che voleva bene ai suoi “marò”, e lo ha dimostrato in molte occasioni, davanti al nemico anglosassone e all’alleato germanico. Ha esercitato una severa disciplina interna premiando i valorosi e colpendo duramente i disonesti e i codardi. Ha combattuto per mare e per terra, non sempre con successo, ma sempre con lealtà e coraggio. Ha assistito la popolazione bisognosa. Ha evitato in tutti i modi la disastrosa guerra civile, pur lottando, sempre secondo le buone regole di guerra, contro il banditismo, mai contro l’autentico patriottismo. Ha collaborato per evitare distruzioni e sabotaggi da parte germanica e ha il merito, con altri, della salvezza del porto di Genova. Ha difeso al massimo limite delle sue possibilità il suolo della Patria contro gli invasori e, in particolare, la Venezia Giulia contro le orde di Tito. Si è accodata con ogni italiano, di qualunque parte o partito, quando ciò era a vantaggio dell’interesse nazionale. Anche nei momenti di maggiore gravità, e quando il panico invadeva ogni strato dell’organizzazione militare italiana, ha seguito i dettami della calma, dell’onore militare e degli interessi del paese (8 settembre 1943 – 26 aprile 1945). Questa era la Xa Flottiglia MAS, costituita da migliaia di giovani volontariamente affluiti con un solo scopo, alto, 59 disinteressato, eternamente trionfante: combattere per l’indipendenza della patria dallo straniero, combattere per l’Onore d’Italia”. Milano, Ottobre 1944 60 61 62 63 Milano, Ottobre 1944 64 Il Comandante Junio Valerio Borghese, riconosciuto “non colpevole” di “atti criminosi” né di “rapine” né di “sevizie efferate” né di “stragi”, fu condannato a 12 anni per “collaborazionismo col tedesco invasore”. In base al passato militare, all’attività svolta per la salvaguardia delle industrie del Nord e per la difesa della Venezia Giulia, e per l’assistenza prestata senza distinzioni ideologiche ai marinai internati nei campi di concentramento germanici e alle loro famiglie, lasciò il carcere di Regina Coeli alle ore 19 del 17 febbraio 1949. 65 Lettera consegnata a Bordogna dal Comandante Borghese per i commilitoni della Xa 66 67 68 69 70 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE Junio Valerio Borghese Xa FLOTTIGLIA MAS – DALLE ORIGINI ALL’ARMISTIZIO Garzanti Editore Milano – 1950 Ruggero Zangrandi 1943: 25 LUGLIO – 8 SETTEMBRE Feltrinelli Editore Milano 1964 Gianpaolo Pansa BORGHESE MI HA DETTO Palazzi Editore Milano – 1971 Silvio Bertoldi SALÒ – VITA E MORTE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Rizzoli Editore Milano – 1976 Franco Bandini VITA E MORTE SEGRETA DI MUSSOLINI Mondatori Editore Milano – 1978 Ricciotti Lazzero LA DECIMA MAS Rizzoli Editore Milano – 1984 71 Sergio Nesi DECIMA FLOTTIGLIA NOSTRA ….. – I MEZZI D’ASSALTO DELLA MARINA ITALIANA AL SUD E AL NORD DOPO L’ARMISTIZIO Mursia Editore Milano – 1986 Guido Bonvicini DECIMA MARINAI! DECIMA COMANDANTE! – LE FANTERIE DI MARINA 1943 – 1945 Mursia Editore Milano – 1988 A cura di Mario Bordogna JUNIO VALERIO BORGHESE E LA Xa FLOTTIGLIA MAS – DALL’8 SETTEMBRE 1943 AL 26 APRILE 1945 Mursia Editore Milano – 1995 Renzo De Felice IL ROSSO E IL NERO Baldini & Castoldi Editore Milano – 1995 Sergio Nesi JUNIO VALERIO BORGHESE – UN PRINCIPE UN COMANDANTE UN ITALIANO Editrice Lo Scarabeo Bologna – 2004 72