BRANI
315
I processi di desertificazione si verificano laddove c’è l’espansione o l’intensificazione dei caratteri
tipici del deserto in ecosistemi che, seppur interessati dal problema dell’aridità, non costituiscono
deserti naturali. Questo fenomeno, quindi, non avviene in zone solitamente desertiche, ma nelle
terre aride e semiaride, come quelle della steppa e della savana.
A) La desertificazione riguarda solitamente ecosistemi caratterizzati da estrema aridità, veri e propri deserti
naturali.
B) La desertificazione è l’espansione o l’intensificazione dei caratteri tipici del deserto, perciò è un
fenomeno proprio di ecosistemi aridi e semiaridi, come la steppa o la savana, e non di zone che siano
già deserti veri e propri.
C) La desertificazione consiste nell’espansione del deserto in zone come quelle della steppa.
D) I processi di desertificazione non devono essere intesi nel senso di un avanzamento del deserto quanto
piuttosto come l’aumento del terreno degradato correlato all’incapacità di alcuni ecosistemi di sostenere
forme di vita animale e vegetale.
316
Il turismo si disegna nel territorio, che diventa ambiente e risorsa. Le attività debbono essere
pianificate con rispetto per la tradizione e le vocazioni tenendo conto delle specificità, pur con un
percorso culturale riconducibile a standard più ampi. Non può quindi ignorarsi il coinvolgimento
delle comunità locali, da considerare protagoniste nelle ipotesi progettuali e nella gestione,
piuttosto che passive fruitrici soltanto di redditi marginali.
A) Il turismo deve essere progettato nel territorio, ambiente-risorsa, pianificando le attività secondo canoni
culturali standard e insieme specifici, nel rispetto delle tradizioni e delle vocazioni. Si devono pertanto
coinvolgere le comunità locali, come attive protagoniste nella gestione dei progetti.
B) Il turismo si disegna nel territorio pianificando le attività nel rispetto delle tradizioni. Si devono pertanto
coinvolgere in questo progetto le comunità locali le quali non possono limitarsi a fruire dei soli redditi
marginali.
C) Il turismo – importante risorsa nazionale – va progettato nel territorio. Le attività devono essere
pianificate con un'attenzione particolare per le tradizioni e le vocazioni specifiche. Un certo riguardo va
anche riservato alle comunità locali.
D) Il turismo è una risorsa di importanza notevole per il Paese, che deve pertanto saperlo valorizzare nel
migliore dei modi: occorre progettarlo sul territorio, in modo che esso diventi ambiente e risorsa e non
solo oggetto di abusi edilizi. Bisogna agire rispettando le tradizioni e tenendo conto della specificità, pur
all'interno di percorsi culturali standard. Devono quindi essere coinvolte le comunità che vivono nel
territorio, così che queste diventino protagoniste e non solo passive fruitrici delle ipotesi progettuali.
BRANI
317
Fin dai primi mesi di vita, ogni bambino ha un reale e necessario bisogno di muoversi. Nei primi tre
anni di vita il movimento è indispensabile per diventare sempre più abile nello stare eretto, nel
camminare, nel correre, nel salire e scendere una scala. Solo la possibilità di ripetere continuamente
questi esercizi permette al bambino di acquisire sempre maggior padronanza del proprio corpo. Il
bambino va seguito e incoraggiato nell'attività fisica che però non deve avere caratteristiche
agonistiche fino alla pubertà.
A) Il bisogno di movimento è proprio di ogni bambino fin dalla tenerissima età; il movimento è necessario
perché permette al piccolo di acquisire destrezza nel camminare e nel correre e padronanza del proprio
corpo. Pertanto, l'attività fisica infantile va incoraggiata, purché non a livello agonistico.
B) Vivacità è sinonimo di intelligenza! Ecco perché occorre incoraggiare i bambini all'esercizio fisico. Il
movimento, infatti, è indispensabile non solo perché consente ai bambini di avere una postura corretta,
ma anche perché permette di acquistare un maggior controllo del proprio corpo.
C) Fin dalla nascita il neonato ha bisogno di muoversi. Questa necessità si protrae fino ai quattro anni,
durante i quali il bambino impara a stare in posizione eretta, a camminare, a correre, a salire e scendere
le scale in modo corretto. L'attività fisica deve accompagnare il bambino per tutta l'età preadolescenziale
e deve essere sospesa con la pubertà.
D) Nella vita di ogni essere umano il movimento è fondamentale e deve essere praticato costantemente
durante tutto l'arco dell'esistenza. In particolare, è durante i primi mesi di vita che l'attività fisica gioca un
ruolo insostituibile per la formazione del futuro adulto. Attraverso i primi, ripetuti esercizi, il bambino
impara a stare eretto, a camminare, a salire e scendere le scale e ad avere padronanza del proprio
corpo.
318
Il corsivo, che viene rappresentato in dattilografia con la modalità della sottolineatura, viene
utilizzato, erroneamente, per i termini di una certa importanza nel testo: esso va invece utilizzato
solo per i termini ripresi da una lingua diversa rispetto a quella nella quale si sta scrivendo. Per tutte
le altre circostanze, bisogna ricorrere al grassetto, che si presta meglio a evidenziare termini o
concetti importanti.
A) Se si desidera evidenziare l’importanza di un termine all’interno di un testo, si può utilizzare il corsivo
(sottolineato in dattilografia). Per le parole straniere si può utilizzare il grassetto.
B) Chi scrive testi, in prosa o in poesia, può utilizzare il corsivo o il grassetto, applicandoli a termini che
vuole mettere in una certa evidenza. Occorre però applicare il corsivo alle parole straniere e il grassetto
a tutte le altre.
C) L’equivalente del sottolineato è, in dattilografia, il corsivo. Il grassetto è invece più appropriato quando si
vuole sottolineare l’importanza di un termine e in tutti gli altri casi.
D) Il corsivo (sottolineato in dattilografia) dovrebbe essere utilizzato solo per le parole straniere. Per
evidenziare i termini o i concetti importanti è invece più indicato l’uso del grassetto.
BRANI
319
Il mercato mondiale del libro manda segnali di tipo opposto, con una complementarietà di crisi e di
successi commerciali. Non ha senso considerare l’editoria e i lettori "in genere", perché è evidente
che ci sono diverse politiche editoriali e pubblici che rispondono alle sollecitazioni del mercato e
alle dinamiche culturali con comportamenti variegati.
A) È ormai chiaro che non è più ragionevole, quando si analizzano e si cercano i motivi che sono alla base
della buona riuscita commerciale o, al contrario del fallimento, di un libro, parlare in generale di editoria e
di lettore. La complessità della società contemporanea comporta che vi siano diverse strategie editoriali
e differenti pubblici di riferimento: è necessario quindi suddividere le analisi economiche in più ambiti.
B) Nell’attuale situazione dell’universo editoriale, i successi e gli insuccessi di vendita sono determinati dalla
risposta del lettore alle dinamiche culturali e dai diversi pubblici di riferimento di ciascuna opera. Non ha
più senso, dunque, parlare di editoria “in genere”.
C) L’editoria europea oscilla tra periodi di crisi e di ottimi risultati: ciò si deve alle buone strategie di alcune
case editrici che si contrappongono alle strategie fallimentari di altre.
D) Il mondo dell’editoria manda segnali ambigui: i successi commerciali si alternano alle delusioni; non si
può più quindi considerare il lettore “in genere”, perché il pubblico risponde diversamente alle
diversificate sollecitazioni del mercato e alle dinamiche culturali.
320
La teoria della relatività ristretta nacque dall’osservazione che, per passare da un sistema inerziale a
un altro, le leggi dell'elettromagnetismo non si trasformano correttamente quando si applicano le
trasformazioni di Galileo. Lorentz formulò una serie di equazioni che, sostituite alle trasformazioni
di Galileo, consentono una corretta trasformazione delle equazioni dell'elettrodinamica nel
passaggio da un sistema di riferimento all'altro.
A) Il padre della teoria della relatività ristretta è Lorentz, che perfezionando gli studi di Galileo riuscì a
trasferire le leggi di quest’ultimo da un sistema inerziale a un altro.
B) L’osservazione che le leggi dell’elettromagnetismo non si trasformano in modo corretto applicando le
trasformazioni galileiane nel passaggio da un sistema inerziale a un altro ha dato origine alla teoria della
relatività ristretta. Le equazioni formulate da Lorentz, al contrario delle trasformazioni galileiane,
consentono un passaggio corretto in tal senso.
C) La teoria della relatività ristretta ha origine dalla constatazione empirica che, passando da un sistema
inerziale a uno di altro tipo, le leggi afferenti l'elettromagnetismo si trasformano in modo corretto
applicando le trasformazioni galileiane. Lorentz ha elaborato alcune equazioni che trasformano
correttamente le equazioni dell'elettrodinamica, sempre passando da un sistema inerziale all'altro.
D) L’osservazione è l'origine della teoria della relatività ristretta: è sufficiente infatti osservare come le leggi
di Galileo si trasformano correttamente nelle leggi dell'elettromagnetismo. Anche Lorentz riuscì a
trasformare, attraverso una serie di equazioni, le equazioni dell'elettrodinamica passando da un sistema
di riferimento all'altro.
BRANI
321
È dunque facile per chiunque entrare in possesso dei precursori di un’arma di distruzione di
massa? In realtà, almeno dal 1997, cioè da quando è entrata in vigore la CWC, è più difficile. La
Convenzione permette infatti ai governi dei Paesi firmatari di impedire ogni attività legata alla
produzione delle armi chimiche proibite. Tra l’altro, il testo non fa riferimento solo agli agenti
tossici, ma anche ai loro precursori e a ogni tipo di equipaggiamento progettato per la dispersione,
siano essi diffusori o munizioni.
A) Dall’entrata in vigore nel 1997 della CWC, i Paesi firmatari della Convenzione non solo possono
impedire qualsiasi forma di attività connessa alla produzione di armi chimiche proibite, ma possono
anche bandire i precursori di tali armi e le attrezzature (munizioni o diffusori) eventualmente utilizzabili
per la dispersione di agenti tossici.
B) Il testo della CWC, la Convenzione entrata in vigore nel 1997 in tema di armi di distruzione di massa, pur
impedendo nei Paesi firmatari ogni attività legata alla produzione delle armi chimiche proibite, non
prende in considerazione la libertà di acquisto e di utilizzo di quelli che sono considerati gli strumenti
diffusori di agenti tossici. A causa di questa grave lacuna, ancora oggi è possibile procurarsi senza
restrizioni tali strumenti.
C) I precursori di un’arma di distruzione di massa sono attualmente disponibili sul mercato senza particolari
restrizioni. Tuttavia, a seguito dell’entrata in vigore della CWC, dal 1997 in alcuni dei Paesi firmatari della
convenzione sono stati posti limiti alla loro commercializzazione, residuando ancora oggi una certa
libertà nel loro acquisto e nel loro utilizzo per la progettazione di armi di distruzione di massa.
D) Attualmente, procurarsi sul libero mercato sostanze considerate armi di distruzione di massa non è poi
così difficile. Più difficile è invece reperire i loro precursori, quali diffusori o munizioni perché, dall’entrata
in vigore della CWC nel 1997, la loro commercializzazione è stata regolamentata nei Paesi firmatari.
322
La battaglia di Varsavia del 1944 terminò con la vittoria dei Tedeschi e la distruzione di circa il 90%
della città. È provato che i Sovietici diedero ordine alla resistenza polacca di insorgere, senza poi
muoversi in suo aiuto. Essi diedero tempo ai Tedeschi di reprimere l'insurrezione nel sangue e di
annientare completamente i partigiani polacchi. In questo modo, l'Armata Rossa dovette
successivamente liberare la Polonia da sola, ma quello che trovò fu un Paese privato della sua
classe dirigente e di una sua milizia: un Paese pronto quindi per essere annesso.
A) Destino sfortunato, quello di Varsavia, distrutta nel 1944 per il 90%. Destino sfortunato quello della
Polonia, i cui "amici" russi ne fecero sterminare l'élite dai nemici tedeschi.
B) Il destino della Polonia sarebbe stato molto diverso se i Polacchi avessero vinto la battaglia di Varsavia
del 1944 o se i Sovietici li avessero aiutati a liberare il Paese. La mancanza di coordinamento provocò la
sconfitta dei partigiani e la distruzione di circa il 90% di Varsavia. La Polonia dovette quindi rassegnarsi
all'annessione all'URSS.
C) Nel 1944, l'Armata Rossa si poteva considerare in guerra tanto con i Tedeschi quanto con i partigiani
polacchi. Brillantemente, riuscì a mettere i primi contro i secondi e ad annientare entrambi. La vittoria
sovietica, che richiese ancora un ultimo sforzo contro i Tedeschi, fu così completa.
D) Ordinando l'insurrezione dei partigiani polacchi nel 1944, senza poi muoversi in loro soccorso, i Sovietici
fecero in modo che la resistenza polacca fosse annientata dai Tedeschi nella battaglia di Varsavia, città
che venne distrutta per circa il 90%. Lo scopo era quello di privare la Polonia delle sue capacità di difesa
e di prepararne l'annessione, dopo averla liberata.
BRANI
323
Un tempo gli Innu vivevano, nomadi, a Nitassinan. Poi arrivarono gli europei e un esploratore
portoghese, Gaspar Corte-Real, che nel 1501 catturò molti nativi e li ridusse in schiavitù. Da allora
Nitassinan si chiama Labrador, che vuol dire "Terra fonte di forza lavoro". I coloni continuarono ad
affluire fino all'inizio del Novecento. Nel frattempo le compagnie minerarie avevano scoperto che il
Labrador è ricco di materie prime e gli Innu, che per due millenni avevano vissuto come cacciatori
nomadi, all'inizio degli anni Cinquanta furono costretti a diventare stanziali.
A) I Portoghesi giunti in Labrador per sfruttare le ingenti risorse minerarie hanno schiavizzato i nativi e li
hanno costretti a diventare nomadi, cacciandoli dalle loro terre d'origine, provocando una rivolta
soffocata nel sangue.
B) Gli Innu erano una popolazione nomade del Labrador che si nutriva di caribù e cacciava orsi, castori e
pesci. Poi arrivarono gli europei che li costrinsero ad abbandonare le loro abitudini e li schiavizzarono
nelle miniere da cui si ricavavano metalli preziosi.
C) Gaspar Corte-Real ha rinominato il Nitassinan in Labrador e ha iniziato la tratta degli schiavi dal Canada
all'Europa, oltre a depredare le ingenti risorse minerarie del Paese.
D) Con l'arrivo dell'esploratore portoghese Gaspar Corte-Real nel 1501 e degli europei, la cui
colonizzazione continuò fino all'inizio del XX secolo, e in seguito con la scoperta dell'abbondanza di
materie prime nel Labrador, gli Innu sono stati prima ridotti in schiavitù e poi costretti a diventare
stanziali.
324
Il Giappone ha intenzione di tagliare i suoi contributi alle Nazioni Unite del 25% nei prossimi anni. I
tagli sono motivati in parte dalla crescente crisi finanziaria del Paese. Altre sarebbero però le ragioni
di tale decisione: la mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il paese
del Sol Levante come "ex-nemico", dopo quasi sessant'anni dalla seconda guerra mondiale e
soprattutto la negazione al Giappone di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite.
A) La diminuzione dei contributi giapponesi alle Nazioni Unite del 25% non deve essere imputata solamente
alla crisi finanziaria da cui è afflitto il Paese ma, soprattutto, alla mancata rimozione, dalla Carta
dell'ONU, della clausola che definisce il Giappone "ex-nemico" nonostante siano passati molti anni dalla
fine della seconda guerra mondiale.
B) Nei prossimi anni il Giappone taglierà i suoi contributi alle Nazioni Unite a causa della crisi finanziaria
che ha investito il Paese.
C) L'intenzione giapponese di diminuire i contributi alle Nazioni Unite del 25% non deve essere imputata
solamente alla crisi finanziaria, ma probabilmente anche alla mancata rimozione, dalla Carta dell'ONU,
della clausola che definisce il Giappone "ex-nemico", e, soprattutto, alla mancata concessione di un
seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
D) La diminuzione dei contributi giapponesi alle Nazioni Unite deve essere imputata alla mancata
rimozione, dalla Carta dell'ONU, della clausola che definisce il Giappone "ex-nemico" e soprattutto alla
mancata concessione di un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
BRANI
325
La tradizione teatrale occidentale trova le sue origini storiche nella tragedia e nella commedia,
entrambe legate al culto di Dioniso e ai più antichi riti di fertilità. Se la tragedia affronta i grandi temi
mitologici e gli eterni interrogativi della vita umana, la commedia ruota attorno agli avvenimenti
politici, sociali e culturali del tempo.
A) Le origini storiche della tradizione teatrale occidentale affondano nella tragedia e nella commedia dei
Greci, passate in eredità ai Romani. I due generi erano legati al culto di Apollo e agli antichi riti di fertilità.
Al centro della tragedia vi sono la tematica mitologica e gli interrogativi umani, mentre al centro della
commedia vi sono gli avvenimenti socio-culturali dell'epoca.
B) Alla base della tradizione teatrale occidentale vi sono l'antico culto di Dioniso e i riti di fertilità,
rintracciabili nella tragedia e nella commedia greca. I due generi si occupavano rispettivamente degli
aspetti mitologici e di quelli politici.
C) Il culto dionisiaco è indubbiamente legato alla tragedia e alla commedia antica. La rappresentazione
teatrale di questi due generi era un evento pubblico di carattere sacrale al quale partecipavano tutti i
cittadini.
D) Le origini storiche della tradizione teatrale occidentale vanno rintracciate nella tragedia e nella commedia
legate al culto di Dioniso e agli antichi riti di fertilità. La tragedia si occupa di temi mitologici ed
esistenziali, la commedia degli aspetti politici, sociali e culturali del tempo.
326
A Chateauroux, nel cuore della Francia, l'azienda pubblica dei trasporti ha trovato il modo di ridurre
al minimo i costi e allo stesso tempo raddoppiare in dieci mesi i passeggeri: autobus gratis per tutti
i cittadini. L'abolizione del servizio di biglietteria ha eliminato i costi per stampa, vendita e controllo
dei biglietti cosicché adesso le spese complessive ammontano a soli 300.000 euro completamente
coperti dai contributi delle imprese.
A) A Chateauroux, in Francia, l'azienda pubblica dei trasporti, rendendo gratuito il servizio per i cittadini, ha
raddoppiato in dieci mesi i passeggeri. Inoltre, l’abolizione dei costi per stampa, vendita e controllo dei
biglietti ha ridotto le spese complessive a 300.000 euro, tutti coperti dai privati.
B) Sono fortunati i cittadini di Chateauroux, in Francia, che possono viaggiare sui mezzi pubblici senza
dover pagare il biglietto. Infatti l'azienda dei trasporti pubblici, rendendo gratuito il servizio, ha ridotto i
costi eliminando le spese di biglietteria e stampa, vendita e controllo dei ticket.
C) A Chateauroux, in Francia, l'azienda pubblica dei trasporti, ha raddoppiato in dieci mesi i passeggeri e
ridotto i costi al minimo: grazie all'abolizione del servizio di biglietteria, ha, infatti, eliminato i costi per
stampa, vendita e controllo dei biglietti riducendo le spese complessive di 300.000 euro.
D) L'azienda pubblica dei trasporti di Chateauroux, in Francia, ha potuto aumentare i propri profitti di
300.000 euro abolendo il servizio di biglietteria e i costi per la stampa, vendita e controllo dei ticket.
BRANI
327
Sogna, fantastica sul futuro, sdraiato sul letto della sua casa di Pietroburgo. Così passa la vita Ilia
Ilic Oblomov, il protagonista trentatreenne del romanzo di Ivan Goncarov. Ha mille propositi
Oblomov, ma muore senza averne attuato neanche uno. Fa mille promesse, mentre amori e amicizie
si dissolvono. Incapace di reagire e mentre la sua casa va in rovina, aspetta che qualcuno risolva i
suoi problemi.
A) Goncarov si descrive come un personaggio indolente, per quanto pieno di buoni propositi. Egli elabora
progetti, ma non ha la forza di attuarli, restandosene sdraiato a letto. Vede passare amicizie e amori,
vede la sua casa andare in rovina e nel trentatreesimo anno di vita muore.
B) Goncarov è un trentatreenne che passa la vita sdraiato a letto, incapace di agire. Chiede l’aiuto degli
amici, ma la sua inattività lo porterà alla rovina. Egli fantastica sdraiato sul letto, fissando il soffitto
affrescato della sua casa a Pietroburgo, promettendo di alzarsi ai genitori, che sono preoccupatissimi per
la sua indolenza.
C) Oblomov, il protagonista dell’omonimo romanzo di Goncarov, è privo di stimoli ma pieno di idee. Supera
la sua indolenza con l’aiuto degli amici.
D) Ilia Ilic Oblomov è il protagonista trentatreenne del romanzo di Ivan Goncarov. Pur essendo pieno di
propositi, fantastica sul futuro dal letto della sua casa a Pietroburgo e muore senza averne realizzato
neanche uno. Egli è incapace di reagire: mentre aspetta che qualcuno risolva i suoi problemi, la sua
casa va in rovina.
328
Benché nato come movimento di insurrezione popolare, il regime orleanista si resse su una base di
consenso piuttosto ristretta. Il regime di Luigi Filippo si identificò sempre più con i valori espressi
dall’alta borghesia e dall’aristocrazia liberale, detentrici del monopolio della rappresentanza politica
e strato assai sottile della società francese. Forte era l’opposizione al regime rappresentata da una
parte dai cattolici reazionari favorevoli al ritorno della dinastia dei Borbone e dall’altra dai gruppi
democratico-repubblicani già protagonisti dell’insurrezione parigina del ’30.
A) Il regime orleanista nato nel ’30 si resse su una base piuttosto ristretta di consenso. Il sostegno a Luigi
Filippo era infatti fornito dall’alta borghesia e dall’aristocrazia liberale del Paese. Queste classi erano uno
strato assai sottile della società francese e, come tali, non potevano rappresentare la maggioranza della
popolazione francese e costituirono quindi una piattaforma di consenso assai limitata. Forte fu in quel
periodo l’opposizione al regime.
B) Nato come movimento di insurrezione popolare, il regime di Luigi Filippo si resse su una base di
consenso ristretta rappresentata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia liberale, strato sottile della società
francese. In forte opposizione al regime orleanista erano i cattolici reazionari e i gruppi democraticorepubblicani.
C) Nato come movimento di insurrezione popolare, il regime di Luigi Filippo si resse inizialmente su una
base di consenso ristretta e rappresentata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia liberale. Al regime
orleanista si opponevano solo i cattolici reazionari e i gruppi democratico-repubblicani.
D) Nato come movimento di insurrezione popolare, il regime orleanista, dopo aver preso nel ’29 il potere in
Francia si resse su una base di consenso ristretta e rappresentata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia
liberale, strato sottile della società francese. Forte fu in quel periodo l’opposizione al regime di cattolici e
gruppi democratico-repubblicani.
BRANI
329
Nel 1855-56 tutte le colonie si diedero un autogoverno attraverso un sistema bicamerale, che relegò
essenzialmente i grandi allevatori-agricoltori nella Camera alta. Le Camere basse venivano elette a
suffragio segreto e universale maschile regolarmente ogni tre anni; i membri del governo venivano
scelti dalla Camera bassa e i giudici designati dai governi. I governatori inviati dalla Corona
britannica assunsero sempre più funzioni rappresentative e di garanzia in casi di crisi
costituzionale.
A) Dal 1855-56 iniziò il processo di democratizzazione interna delle colonie australiane, che si diedero
governi autonomi, bicamerali, formati da una Camera alta in cui erano presenti gli allevatori-agricoltori e
una bassa eletta a suffragio universale maschile, ogni tre anni. I governi sceglievano inoltre i magistrati. I
governatori britannici assunsero una funzione rappresentativa.
B) Il 1855-56 segna l'avvento dell'indipendenza di tutte le colonie che scelsero il sistema bicamerale. La
Camera alta rappresentava gli allevatori e gli agricoltori, mentre la Camera bassa eleggeva il governo e i
giudici. Il governo britannico aveva la funzione di risolvere le crisi politiche.
C) L'autogoverno delle colonie australiane si strutturò in un sistema bicamerale, formato da una Camera
alta di allevatori-agricoltori e da una Camera bassa, eletta a suffragio universale ogni tre anni, che
sceglieva i membri del governo. La Corona britannica mantenne un potere solo rappresentativo.
D) Nel 1855-56 nelle colonie si affermò un sistema bicamerale: nella Camera alta vi erano i grandi
allevatori-agricoltori, la Camera bassa era eletta ogni tre anni a suffragio segreto e universale maschile e
sceglieva i membri del governo. I governatori britannici assunsero sempre più un ruolo di garanzia in
caso di crisi costituzionali.
330
Nel 1945 esistevano solo due grandi potenze: gli USA e l'URSS. La Gran Bretagna, terzo fra i
"grandi", in realtà seguiva a una distanza qualitativamente incolmabile. L'Europa centro-occidentale
si trovava presa tra due centri di forza mondiale senza rivali. Eppure fra questi due centri esisteva
una differenza sostanziale: se entrambi erano grandi potenze militari ed economiche, la superiorità
industriale statunitense era fortissima.
A) La enorme superiorità industriale permise agli Stati Uniti di imporsi sull'URSS, Paese però militarmente
più sviluppato, nell'Europa centro-occidentale degli anni ’40. La Gran Bretagna non poté giocare alcun
ruolo, essendo solo terza fra i "grandi".
B) Nel 1945 gli USA e l'URSS, due grandi potenze militari ed economiche di pari livello, tranne che da un
punto di vista industriale, si contendevano l'Europa centro-occidentale. L'unico Paese che vi si opponeva
era la Gran Bretagna, che però economicamente era solo terza a una distanza incolmabile.
C) USA e URSS dominavano lo scenario europeo del 1945. Potenze economiche senza pari, seguite al
terzo posto dalla Gran Bretagna, i due Paesi erano simili in tutto tranne che per lo sviluppo industriale.
D) Nel 1945, L'Europa centro-occidentale si trovava presa tra le due uniche grandi potenze allora esistenti:
gli USA e l'URSS (la Gran Bretagna era infatti solo terza, a una distanza incolmabile). Entrambe erano
grandi potenze militari ed economiche, con la differenza che gli Stati Uniti possedevano una fortissima
superiorità industriale.
BRANI
331
Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, nella
penisola non si ferma la rivoluzione tecnologica. Un numero sempre più alto di persone è corso nel
2002 ad acquistare e a usare telefonini, personal computer, Dvd, collocando il nostro Paese fra i
primi nel mondo per diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione.
A) Il Rapporto sull'e-family indaga la dotazione elettronica media della famiglia italiana, e studia come nel
nostro Paese si diffondano il consumo e l'utilizzazione dei nuovi mezzi di comunicazione.
B) Secondo il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, il nostro
Paese si colloca tra i primi nel mondo per la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione, grazie
all'incremento degli acquisti e dell'uso di telefonini, personal computer e Dvd.
C) Il Rapporto 2002 sull'e-family, la dotazione elettronica media della famiglia italiana, mostra chiaramente
come la produzione nazionale di telefonini, personal computer e Dvd sia aumentata: un numero
crescente di persone acquista e usa prodotti tecnologici.
D) Non si arresta la rivoluzione tecnologica che ci vede tra i primi Paesi del mondo per diffusione dei nuovi
mezzi di comunicazione: infatti, in Italia, il consumo di telefonini, personal computer e Dvd è aumentato.
332
A Matt Kramer – incaricato della maggior parte degli esperimenti di serra e di tutti gli studi di campo
finalizzati a capire come il gene Flavr Savr rendesse i pomodori modificati diversi dai loro cugini
derivati da incrocio tradizionale – spettò la compilazione della sezione C, «Effetti tecnici desiderati
dei pomodori Flavr Savr». Matt evidenziò che l’effetto diretto e desiderato della modifica consisteva
nella riduzione della quantità di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti.
A) La compilazione della sezione C, «Effetti tecnici desiderati dei pomodori Flavr Savr», fu affidata a Matt
Kramer, il quale era anche incaricato della parte preponderante degli esperimenti di serra e di tutti gli
studi di campo finalizzati a dimostrare che era il gene Flavr Savr a differenziare i pomodori modificati dai
loro cugini derivati da incrocio tradizionale. Matt raggiunse l’obiettivo dimostrando che la modifica
produceva l’effetto desiderato della riduzione di poligalatturonasi attiva nei frutti.
B) Il gene Flavr Savr, secondo quanto inserito da Matt Kramer nel modello C, viene descritto come il
risultato della diminuzione della quantità di poligalatturonasi (pg) attiva nei pomodori. Questo è il
principale effetto tecnico desiderato da chi, come Kramer, si dedica da anni alla ricerca in campo
genetico.
C) I cugini dei pomodori Kramer, grazie all’introduzione del gene Flavr Savr, presentano nella loro
composizione genetica una minor quantità di poligalatturonasi (pg). Così come descritto dallo stesso
Kramer nella sezione C.
D) La compilazione della sezione C, dedicata agli effetti tecnici desiderati nei pomodori Flavr Savr, fu
affidata a Matt Kramer, responsabile degli esperimenti in serra e in campo che dovevano evidenziare le
differenze tra i pomodori trattati con il gene Flavr Savr e quelli incrociati in modo tradizionale. Un effetto
diretto e voluto era la riduzione di poligalatturonasi (pg) attiva nei frutti.
BRANI
333
Il bi-wiring e il bi-amping sono due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore.
Prerequisito affinché sia il bi-wiring sia il bi-amping siano realizzabili è che i diffusori presentino i
doppi morsetti (che nell'utilizzo normale saranno cavallottati tra loro): uno per la sezione medio alta
e l'altro per la sezione bassa.
A) Il bi-wiring e il bi-amping sono due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore.
Prerequisito affinché sia il bi-wiring sia il bi-amping siano realizzabili è che i diffusori presentino i doppi
morsetti: solo in questo caso bi-wiring e bi-amping sono cavallottati tra loro.
B) Il bi-wiring e il bi-amping sono due diverse modalità di collegamento tra uno o più amplificatori e uno o
più diffusori. Prerequisito affinché entrambe le modalità funzionino senza problemi è che ogni diffusore
collegato all'amplificatore presenti i doppi morsetti (che nell'utilizzo normale, cioè nel 99% dei casi,
saranno cavallottati tra loro): uno per la sezione medio alta e l'altro per la sezione bassa.
C) Il bi-wiring e il bi-amping sono modalità di collegamento tra amplificatore e diffusore. Non sono
realizzabili con tutti i diffusori; nell'uso normale è previsto che i due morsetti vengano cavallottati tra loro
per favorire il bi-wiring a scapito del bi-amping.
D) Il bi-wiring e il bi-amping, due modalità di collegamento tra un amplificatore e un diffusore, richiedono
che i diffusori presentino i doppi morsetti: uno per la sezione medio alta e l'altro per quella bassa.
334
Quando si dice "stelle cadenti" si pensa subito alle Lacrime di San Lorenzo, alle calde notti attorno
al 10 agosto, durante le quali vediamo sfrecciare centinaia di meteore. Ma anche l'autunno ha le sue
belle piogge di stelle che si ripetono ogni anno: le due più importanti sono le Leonidi e le Geminidi,
dai nomi delle costellazioni da cui, in apparenza, provengono le scie luminose. Nelle serate in cui il
cielo è ripulito dai primi venti autunnali, lo spettacolo è garantito.
A) Il fenomeno delle "stelle cadenti" si verifica nella stagione estiva, soprattutto nelle notti attorno al 10
agosto in cui sfrecciano le meteore chiamate Lacrime di San Lorenzo. Anche nelle prime sere autunnali
in cui il cielo è ripulito dai venti si può assistere allo spettacolo della pioggia di stelle.
B) Solitamente all'espressione "stelle cadenti" si associano le Lacrime di San Lorenzo, meteore che
sfrecciano a centinaia attorno al 10 agosto. Anche in autunno, però, quando il cielo è ripulito dai primi
venti, si verificano piogge di stelle. Le due più importanti sono le Leonidi e le Geminidi, dai nomi delle
costellazioni da cui pare provengano le scie luminose.
C) Quando si dice "stelle cadenti" il pensiero va alle così dette Lacrime di San Lorenzo, meravigliose
meteore che sfrecciano a centinaia nelle calde notti d'agosto. Anche durante la stagione autunnale, però,
quando i primi venti leggeri ripuliscono il cielo e lo rendono terso, la temperatura si abbassa e l'atmosfera
è attraversata da frequenti piogge di stelle che illuminano il cielo di notte.
D) Nelle serate autunnali è garantito lo spettacolo delle "stelle cadenti", chiamate anche Lacrime di San
Lorenzo. Le due più importanti sono le Leonidi e le Geminidi, che prendono il nome dalle due
costellazioni da cui, in apparenza, provengono le scie luminose.
BRANI
335
In base al bilancio effettuato dall'Exhibitor Relations, società di rilevamento dati di Los Angeles, il
2001 è stato d'oro per Hollywood: nei cinema degli Stati Uniti è stato venduto il 5 per cento di
biglietti in più rispetto all'anno precedente, con un aumento degli incassi del 9 per cento. Più
precisamente, gli incassi sono passati dai 7,7 miliardi di dollari del 2000 agli 8 miliardi e 350 milioni
del 2001.
A) Se si confronta il fatturato del 2000 con quello del 2001, negli Stati Uniti c'è stato un aumento negli
incassi registrati dal settore del cinema pari a circa 650 milioni (in base a quanto riportato dall'Exhibitor
Relations). In percentuale, tale aumento è di circa il 5 per cento, ma tale percentuale aumenta fino al 9
per cento se si considerano soltanto gli incassi della città di Los Angeles.
B) In base a una ricerca della Exhibitor Relations ogni anno gli incassi di Hollywood aumentano del 9 per
cento. Il settore del cinema americano, dunque, mostra di essere in costante crescita e di non risentire
affatto di eventuali crisi economiche o politiche.
C) L'anno 2001 è stato particolarmente prolifico per quanto riguarda i film prodotti a Los Angeles. Così
risulterebbe da un'analisi svolta da una società di Hollywood. Basti pensare che, rispetto al 2000, gli
incassi sono aumentati di circa 650 milioni di dollari.
D) In base al bilancio effettuato da una società di rilevamento dati di Los Angeles, nel 2001 è stato venduto
negli Stati Uniti il 5 per cento di biglietti cinematografici in più rispetto all'anno precedente, con un
aumento degli incassi del 9 per cento.
336
Nel 1669 fu fondata a Torino la Reale Accademia di Savoia, il primo istituto di istruzione militare al
mondo. Aperta inizialmente solo ai nobili, essa ammise poi anche i borghesi e vide la nascita di altre
istituzioni consimili, destinate a formare personale di rango diverso delle forze armate. In
particolare, la Scuola di Fanteria di Modena ottenne a sua volta nel 1923 il rango di Accademia e,
dopo che entrambi gli istituti furono sciolti nel 1943, fu soltanto la Scuola di Modena a essere
ricostituita. Essa è così oggi l'unica Accademia dell'Esercito.
A) Nata come Accademia elitaria, la Reale Accademia di Savoia sita a Torino dovette nel tempo tollerare
l'apertura ai borghesi e l'istituzione di altre Scuole militari. Finì anzi per essere sciolta e cedere il suo
rango di Accademia alla Scuola di Fanteria di Modena.
B) La Reale Accademia di Savoia di Torino fu la prima scuola militare al mondo. Fondata nel 1669 e aperta
inizialmente solo ai nobili, venne poi affiancata da altre istituzioni consimili tra cui quella di Modena che,
nel 1923, divenne anch’essa Accademia. Quest’ultima è oggi l’unica Accademia dell’Esercito, essendo la
sola a essere stata ricostituita dopo lo scioglimento nel 1943.
C) Dal 1669 al 1923 l'unica Accademia dell'Esercito fu la Reale Accademia di Savoia di Torino, ma dopo
quella data comparve la Scuola di Fanteria di Modena. Essa a sua volta divenne un'Accademia quando
fu ricostituita, dopo lo scioglimento del 1943, ed è oggi l'unica Accademia dell'Esercito.
D) L'unica Accademia dell'Esercito oggi esistente è quella di Modena, ma non fu sempre così. La prima
Accademia, e non solo in Italia ma nel mondo, fu infatti la Reale Accademia di Savoia di Torino che
sorse nel 1669. Essa fu però sciolta senza più essere ricostituita, dopo che nella sua storia aveva anche
conosciuto l'apertura ai borghesi e l'istituzione di altre Scuole militari.
BRANI
337
Se un agente estraneo penetra all'interno del corpo umano, quest'ultimo mette in atto una serie di
reazioni che hanno uno scopo prevalentemente difensivo e che tendono a eliminare l'agente che le
ha provocate. In tali reazioni, il sistema immunitario gioca un ruolo centrale, tanto che si parla di
"risposta immunitaria". Nel caso dei trapianti d'organo realizzati per la cura di alcune malattie, si
cerca di ostacolare tale "risposta" immunitaria, che tenderebbe a "rigettare" l'organo trapiantato.
A) Il corpo umano, quando viene infettato da un virus, mette in atto una reazione per difendersi
dall'aggressore. Questa reazione è coordinata dal sistema immunitario che si attiva per allontanare
l'agente patogeno. Tale reazione, denominata "immunitaria", è responsabile dei casi di rigetto che
talvolta si verificano nei trapianti d'organo.
B) Se un agente estraneo penetra all'interno del corpo umano, quest'ultimo si difende attraverso un insieme
di reazioni che prende il nome di "risposta immunitaria". Tale risposta, mediata dal sistema immunitario,
ha lo scopo di eliminare l'agente estraneo.
C) Il corpo umano è in grado di difendersi nei confronti di diversi agenti esterni con i quali viene
quotidianamente in contatto. Il risultato dell'azione di difesa è molto spesso l'eliminazione degli agenti
che l'hanno scatenata. Tale meccanismo di difesa è anche alla base del fenomeno del "rigetto" che si
verifica in alcuni casi di trapianto d'organo.
D) Il corpo umano, se invaso da un agente estraneo, reagisce con una risposta difensiva che mira a
eliminare l'agente stesso. Tale risposta, denominata "immunitaria" per il ruolo centrale svolto dal sistema
immunitario, viene ostacolata nel caso dei trapianti d'organo per evitare che quest'ultimo venga
"rigettato".
338
La sperimentazione voluta dal Ministero della Sanità per valutare l'efficacia della terapia cosiddetta
"Di Bella" non ha portato a conclusioni incoraggianti per la cura dei tumori. Dagli studi effettuati,
coordinati e diretti da un gruppo di esperti, è emerso che una percentuale molto bassa dei pazienti
inclusi nella sperimentazione ha tratto beneficio dalla terapia del medico modenese. Il dottor Di
Bella ha contestato i metodi con cui la sperimentazione è stata condotta.
A) Per verificare l'efficacia della terapia "Di Bella", il Ministero della Sanità ha condotto una sperimentazione
sotto la direzione di un gruppo di esperti, ma secondo metodi non condivisi dallo stesso Di Bella. I
risultati non sono stati incoraggianti: solo una minima parte dei pazienti ha tratto beneficio dalla terapia
del medico modenese.
B) La sperimentazione per valutare l'efficacia della terapia antitumorale cosiddetta "Di Bella", voluta dal
Ministero della Sanità, non ha portato a conclusioni incoraggianti per coloro che si aspettavano una
soluzione definitiva al problema dei tumori. Il gruppo di esperti che ha diretto la sperimentazione ha
infatti evidenziato che pochi pazienti, all'esame radiografico, dimostravano che la malattia tumorale era
scomparsa grazie alla terapia del dottore emiliano, il quale non ha perso l'occasione per contestare i
metodi della sperimentazione.
C) Il Ministero della Sanità, dopo aver condotto una sperimentazione guidata da un gruppo di esperti, ha
concluso che la terapia proposta dal dottor Di Bella non è efficace per la cura dei tumori.
D) Il dottor Di Bella ha fortemente polemizzato con la commissione di esperti che ha condotto una
sperimentazione per valutare l'efficacia della sua cura antitumorale. In particolare, ha contestato i metodi
con cui la sperimentazione è stata condotta e i risultati a cui essa ha dato luogo.
BRANI
339
I manoscritti medievali sono decorati da splendide illustrazioni: le miniature. La parola deriva da
"minio", un colore rosso-arancione, che a quei tempi era molto usato sia per i disegni sia per le
parole. Siccome nei manoscritti medievali quei dipinti, pur essendo piccoli, erano molto dettagliati e
precisi, con il tempo il termine miniatura passò a indicare la rappresentazione in piccolo di persone
o di oggetti.
A) Dal vocabolo “minio”, che indica un colore rosso-arancione usato per i disegni in età medievale, deriva la
parola miniatura, che designa le illustrazioni di persone e oggetti nei manoscritti eseguite con quel
particolare colore e con assoluta precisione.
B) I manoscritti medievali sono decorati da splendide illustrazioni che presentano un notevole grado di
precisione nei dettagli. Proprio per questa accuratezza i dipinti vengono chiamati miniature, dal termine
“minio”.
C) Il vocabolo miniatura, che designa le piccole e preziose illustrazioni dei manoscritti medievali, deriva da
“minio”, un colore rosso-arancione al tempo molto utilizzato. Data la precisione e i dettagli dei dipinti dei
manoscritti, il termine indicò in seguito la rappresentazione in piccolo di cose e figure umane.
D) Caratteristica dei manoscritti medievali è la presenza di miniature, cioè di splendide illustrazioni
solitamente collocate nelle lettere iniziali di ogni capitolo o paragrafo. Questi disegni sono detti miniature
per il fatto di essere molto piccoli, dettagliati e precisi.
340
Per quanto riguarda l’architettura, lo stile romanico è caratterizzato dalla semplicità delle forme e
dall’imponenza delle costruzioni, che ricorda i maestosi edifici dell’antica Roma: è uno stile
"povero", che preferisce la pietra al marmo, il legno all’oro e all’avorio, l’affresco (pittura eseguita
sulla parete ancora "fresca") al quadro. Uno dei primi esempi di chiesa romanica è la basilica di
Sant’Ambrogio, la cui edificazione iniziò a Milano nel IX secolo.
A) Intorno al 1000 in Italia nacque uno stile architettonico che, per il suo richiamarsi all’imponenza degli
edifici dell’antica Roma, fu definito romanico. Uno dei primi esempi di arte romanica è la basilica di
Sant’Ambrogio a Milano.
B) Dal punto di vista architettonico, lo stile romanico si caratterizza per semplici forme, imponenti
costruzioni e per la “povertà” dei materiali o della pittura (pietra, legno, affresco). La basilica milanese di
Sant’Ambrogio, costruita a partire dal IX secolo, è uno dei primi esempi di architettura romanica.
C) Lo stile romanico predilige, dal punto di vista architettonico, la semplicità delle forme, l’imponenza degli
edifici, che ricordano quelli dell’antica Roma, e la “povertà” della pietra e del legno. Uno dei primi esempi
di chiesa romanica è la basilica di Sant’Ambrogio, costruita a Milano fin dal 900.
D) Dopo il IX secolo nelle arti figurative europee si succedettero due stili fondamentali: il romanico e il
gotico. Il romanico si caratterizza per la semplicità delle forme e per l’imponenza delle costruzioni. Uno
dei primi esempi di chiesa romanica è la basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
BRANI
341
Mentre comincia il nuovo secolo, si va intensificando la competizione per la terra coltivabile tra
automobili e raccolti. Fino a ora l'asfaltatura di terreni coltivabili è avvenuta in modo esteso nei
Paesi industrializzati, dove sono presenti fino ai quattro quinti dei 520 milioni di automobili
mondiali. Oggigiorno la terra agricola viene sacrificata sempre di più anche nei Paesi in via di
sviluppo, dove ci sono interi strati della popolazione affamati.
A) Ora che i Paesi industrializzati si avvicinano alla saturazione delle auto, il processo di asfaltatura del
suolo sta rallentando. In compenso aumenta l'asfaltatura nei Paesi in via di sviluppo.
B) L'area destinata alle auto – asfaltata e sottratta all'agricoltura – sta assumendo proporzioni sempre
maggiori. Se fino a poco tempo fa si trattava però di una tendenza limitata ai Paesi industrializzati, ora
anche nei Paesi in via di sviluppo si toglie terra all'agricoltura, nonostante il bisogno alimentare della
popolazione.
C) Il terreno sottratto all'agricoltura e asfaltato aumenta sempre di più. Fino a poco tempo fa si trattava di un
problema strettamente limitato ai Paesi industrializzati, mentre da qualche decennio a questa parte chi
più ne fa le spese risultano essere proprio i Paesi in via di sviluppo, che vedono sacrificati terreni fertili
all'industria automobilistica.
D) All’alba del XX secolo, aumenta la contraddizione tra le necessità di asfaltare terre altrimenti coltivabili
(prima solo nei Paesi industrializzati, ora anche nei Paesi in via di sviluppo) e quella di destinarle al
soddisfacimento dei bisogni alimentari della popolazione
342
Nel 1612, dopo un lavoro ventennale, venne pubblicato a Firenze il Vocabolario della lingua italiana,
a opera dell’Accademia della Crusca, un’associazione di intellettuali che si proponeva di separare la
farina (le parole veramente italiane) dalla crusca. Quest’opera ebbe il merito di fissare per la prima
volta, in un organico corpo lessicale, le parole della nostra lingua. Solo a questo punto possiamo
parlare davvero di italiano, perché c’era una lingua nazionale, accettata da tutti.
A) Il Vocabolario della lingua italiana, pubblicato a Firenze dall’Accademia della Crusca, rappresentò il
primo tentativo di purificare la lingua italiana (farina) da vocaboli stranieri, in modo da creare una lingua
nazionale da tutti accettata.
B) All’inizio del XVI secolo, dopo venti anni di lavoro, fu pubblicato a Firenze il Vocabolario della lingua
italiana, a opera dell’Accademia della Crusca. Da allora nasce la lingua nazionale italiana, accettata da
tutti.
C) Nel 1612 a Firenze l’Accademia della Crusca pubblicò il Vocabolario della lingua italiana. Quest’opera
nacque dal tentativo di alcuni intellettuali di separare parole italiane (farina) da parole straniere (crusca).
Da allora l’italiano divenne lingua nazionale, perché codificata in un corpo lessicale da tutti accettato.
D) Il Vocabolario della lingua italiana fu pubblicato a Firenze nel 1612 a cura dell’Accademia della Crusca,
ossia a opera di intellettuali che volevano separare parole davvero italiane (farina) dalla crusca. Questo
lavoro fissò per la prima volta le parole italiane in un organico corpo lessicale e sancì la nascita
dell’italiano come lingua nazionale.
BRANI
343
Il Museo Napoleonico di Roma occupa il piano terra del Palazzo Primoli, la cui costruzione risale al
secolo sedicesimo; appartenne prima alla famiglia Gottifredi – tale proprietà è ancora indicata nella
pianta del Nolli del 1748 – poi, alla fine del Settecento, passò ai Filonardi. Tra il 1820 e il 1828 venne
acquistato dal conte Luigi Primoli. A seguito delle radicali modifiche della zona dovute alla
costruzione dei muraglioni del Tevere e all'apertura di via Zanardelli, il conte Giuseppe Primoli, che
nel 1901 era rimasto l'unico proprietario dell'edificio, affidò all'architetto Raffaele Ojetti la
ristrutturazione del palazzo.
A) Appartenuto ai Gottifredi (che lo fecero costruire nel Cinquecento) e ai Filonardi, Palazzo Primoli,
acquistato dalla famiglia dei conti romani Primoli al principio dell'Ottocento e completamente ristrutturato
all'inizio del Novecento, ospita a piano terra il Museo Napoleonico.
B) Non fosse stato per l'apertura di via Zanardelli e la costruzione dei muraglioni del Tevere, Palazzo
Primoli non avrebbe avuto necessità di una ristrutturazione così radicale come quella operata da Ojetti a
partire dal 1901. Altrimenti la sede romana del Museo Napoleonico sarebbe rimasta nell'antica
costruzione abitata dai Primoli.
C) Gottifredi, Filonardi e Primoli si sono succeduti a partire dal sedicesimo secolo nel possesso di un
grande palazzo del centro storico romano. Palazzo Primoli, la cui ultima importante ristrutturazione risale
al 1901, ospita in una sua ala anche il Museo Napoleonico.
D) Il piano terra dell'antico Palazzo Primoli ospita il Museo Napoleonico di Roma. La costruzione risale al
XVI secolo e all'inizio del XIX fu acquistato dai conti Primoli, che successero ai Gottifredi e ai Filonardi.
La ristrutturazione dell'edificio, voluta da Giuseppe Primoli, risale al 1901 e fu realizzata dall'architetto
Ojetti.
344
In Argentina e in Uruguay, due Paesi dell’America meridionale, si estende una vasta pianura
ricoperta da una prateria, chiamata pampa. Il paesaggio si presenta monotono per chilometri e
chilometri, in quanto il suolo è piatto e la vegetazione è formata da un uniforme tappeto di erbe e
cespugli, interrotto da lunghi corsi d’acqua che scorrono verso l’Oceano Atlantico o da vaste
pianure e pantani.
A) Il paesaggio dell’Argentina e dell’Uruguay è tipico dei Paesi dell’America meridionale: la pampa, una
vasta e monotona pianura ricoperta da erbe e cespugli e solcata da fiumi che sfociano nell’Oceano
Atlantico.
B) L’Argentina e l’Uruguay sono due Paesi confinanti dell’America meridionale che si affacciano
sull’Oceano Atlantico. Il loro territorio è in gran parte occupato dalla pampa, un’immensa prateria
costituita da erbe e cespugli su cui pascolano numerose mandrie bovine. La vasta pianura è solcata da
numerosi fiumi che rendono ancora più fertile il terreno.
C) L’Argentina e l’Uruguay costituiscono il regno della pampa, una vasta pianura ricoperta da erbe e licheni.
Il paesaggio è per molti chilometri monotono, poiché il suolo è interrotto solo raramente da corsi d’acqua
che si gettano nell’Oceano e da sabbie mobili.
D) Nei Paesi sudamericani dell’Argentina e dell’Uruguay si trova la pampa, una vasta pianura ricoperta da
prateria. Il paesaggio è monotono: il suolo, piatto e ricoperto da un tappeto erboso e cespuglioso, è
solcato da lunghi corsi d’acqua o interrotto da pianure e pantani.
BRANI
345
La contestazione studentesca del 1968 ebbe fra i suoi simboli e i suoi miti il "libretto rosso", che
raccoglieva le massime del presidente cinese Mao, e l’immagine di Che Guevara, il teorico della
guerriglia contro i regimi reazionari e dittatoriali dell’America Latina.
A) Gli studenti contestatori del Sessantotto combatterono con Che Guevara e Mao contro i regimi del Sud
America.
B) Che Guevara e Mao erano frequentati dai protagonisti della contestazione giovanile del Sessantotto.
C) Gli studenti contestatori del Sessantotto tenevano in gran conto le gesta del rivoluzionario Che Guevara
e il pensiero di Mao, il presidente della Cina.
D) Mao e Che Guevara composero insieme un libro di pensieri e immagini che fu adottato nelle scuole nel
1968.
346
La svolta degli anni Sessanta è stata incredibile. Ha chiuso, anzi travolto, un periodo davvero
terrificante, perché gli anni Cinquanta sono stati davvero terrificanti. La gente al Sud moriva ancora
di fame, l’ho vista io, coi miei occhi, a Palermo, bambini e vecchi uccisi dalle infezioni e dalla fame.
Si moriva nelle periferie delle città meridionali e nei feudi della Puglia, della Calabria, della Sicilia.
Per chi come me si occupava di politica, quello era un periodo atroce, più ancora che sotto il
fascismo. C’era ugualmente un regime autoritario, e in più la Chiesa, capillare, quotidiana,
efficacissima.
A) L’autore del brano sostiene che nel Meridione, durante gli anni Cinquanta, vi sono stati esseri umani
morti per fame. La Chiesa contribuì attivamente a creare queste situazioni terrificanti.
B) L’autore del brano è stato testimone oculare delle infezioni e della fame che ancora affliggevano diverse
città del Sud Italia negli anni Cinquanta. Gli anni Sessanta hanno rappresentato una svolta rispetto a un
periodo che l’autore critica aspramente e che considera, per certi versi, peggiore del fascismo.
C) Negli anni Cinquanta, nell’Italia meridionale c’era ancora il feudalesimo, un regime autoritario che aveva
sostituito il fascismo. La religione è una delle cause della miseria dell’Italia meridionale di quel periodo.
D) Il fascismo è un periodo tutto sommato positivo, e per certi versi da rimpiangere. Durante il fascismo,
nessun italiano è mai morto per infezioni o per fame.
347
Nella tragedia di Euripide "Ecuba", si può osservare un momento di importante sviluppo formale
delle opere euripidee. Il coro, qui impersonato da Troiane prigioniere, a volte canta solo brevi
intermezzi tra due episodi. Ciò, tuttavia, non significa affatto che la parte lirica passi in secondo
piano rispetto a quella narrativa: anzi, il canto degli attori occupa uno spazio ben maggiore rispetto
alle tragedie precedenti.
A) Nella tragedia euripidea “Ecuba” si osserva un momento di sviluppo formale nelle opere di Euripide, ma
non sostanziale. Se è vero che il coro di donne troiane esegue canti sempre più brevi tra un episodio e
l’altro, è anche vero che aumenta lo spazio dedicato al canto dagli attori. La lirica ha sempre la sua parte
e la narrazione rimane ancora un elemento di secondo piano nella tragedia.
B) Nell’“Ecuba” di Euripide si assiste a un importante sviluppo della forma tragica; il coro è intonato dalle
donne troiane, ma il loro canto, chiuso tra gli episodi, è breve. In un certo senso la parte lirica si riduce
rispetto a quella narrativa, anche se gli attori dedicano più spazio al canto rispetto alle opere precedenti.
C) Con l’“Ecuba”, le tragedie di Euripide mutano profondamente. Da un lato il coro, qui formato da Troiane,
ha sempre meno spazio, solo intermezzi tra un episodio e l’altro; dall’altro gli attori più che recitare
cantano, soprattutto se si opera un confronto con le opere precedenti.
D) Nella tragedia euripidea “Ecuba”, si osserva un momento di passaggio significativo nell’aspetto formale
delle opere di Euripide. Il coro, in questo caso formato da Troiane prigioniere, esegue canti piuttosto
brevi tra gli episodi, ma ciò non coincide con un ridimensionamento della lirica rispetto alla narrazione,
perché lo spazio dedicato al canto dagli attori è accresciuto rispetto alle opere precedenti.
BRANI
348
Per coltura intensiva si intende uno sfruttamento del terreno al massimo delle sue potenzialità e del
suo rendimento, in termini sia di spazio sia di coltivazione. La coltura intensiva si basa sulla fertilità
di alcuni suoli, associata a climi favorevoli, il che rende possibile ottenere elevate rese. Come
contropartita, sono richieste maggiori cure e maggiori risorse: per esempio, più acqua per
l'irrigazione o più personale per la raccolta.
A) Un terreno coltivato intensamente sfrutta al massimo le sue possibilità di rendimento, con l'impiego
estensivo di alcuni particolari suoli in climi favorevoli.
B) Alle origini si coltivava basandosi sulla fertilità dei suoli e sui climi favorevoli, ma avendo maggiori spese:
per esempio, più acqua e più personale. Più tardi si è intensificata la coltura, in termini sia spazio sia di
coltivazione.
C) La coltura intensiva è possibile solo dall'associazione virtuosa tra la fertilità di alcuni suoli e alcuni climi
favorevoli, che rende possibili rese maggiori.
D) La coltura intensiva, che si basa sulla fertilità dei suoli e sui climi favorevoli, ricerca la massima resa dal
terreno con l'impiego di maggiori cure e risorse.
349
Cinquecento anni fa papa Giulio II benedisse la prima pietra della nuova erigenda basilica di San
Pietro e collocò in Vaticano una scultura del I secolo avanti Cristo spuntata fuori proprio quell’anno,
il 1506, dal terreno di una vigna di Roma: il "Laocoonte", forse la più celebrata statua dell’antichità.
Le due decisioni erano tra loro legate. Con il Laocoonte e con la nuova, grandiosa basilica papale –
progettata "come un Pantheon sopra le Terme di Caracalla", secondo un detto attribuito al
Bramante – Giulio II voleva far rinascere la Chiesa sulle fondamenta della civiltà greca e romana.
A) L’anno in cui iniziarono i lavori per la costruzione della basilica di San Pietro, paragonata da Bramante a
un Pantheon, riaffiorò dagli scavi una statua celebratissima nell’antichità, il “Laocoonte”, che Giulio II
collocò in Vaticano come simbolo della rinascita della Chiesa sulle vestigia della civiltà classica.
B) La basilica di San Pietro, la cui edificazione, iniziata nel 1506, fu paragonata a quella di un Pantheon, e il
collocamento in Vaticano del “Laocoonte”, statua celebratissima dell’antichità rinvenuta nel medesimo
anno, furono eventi collegati dalla volontà di Giulio II di rifondare la Chiesa sulle fondamenta della civiltà
greco-romana.
C) Il collocamento in Vaticano del “Laooconte”, gruppo marmoreo scolpito intorno al I secolo dopo Cristo da
autore ignoto, e l’inizio dell’edificazione della basilica di San Pietro furono per Giulio II decisioni collegate
dalla volontà di mostrare la rinascita della Chiesa sulle fondamenta della civiltà classica.
D) Il collocamento di antiche statue in Vaticano e la costruzione della basilica di San Pietro furono
espressione della volontà di rinnovamento della Chiesa riformata rinascimentale.
350
"Andrai davvero a trovare Maria?", chiese Piero a Guido sommessamente. "Assolutamente!"
rispose Guido. Piero lo conosceva bene e sapeva quanto fosse coerente e sempre fedele agli
impegni presi. Il signor Bianchi, invece, guardava Guido con sospetto: era chiaro che la sua parola
non bastava a tranquillizzarlo.
A) Piero era certo che Guido sarebbe andato a trovare Maria. Non si può dire altrettanto del signor Bianchi.
B) Piero era certo che Guido non sarebbe andato a trovare Maria. Il signor Bianchi non si sentiva per nulla
sicuro delle intenzioni di Guido.
C) Il signor Bianchi era intimamente convinto che Guido sarebbe andato a trovare Maria. Piero, al contrario,
era certo che Maria avrebbe ricevuto la visita di Guido.
D) Il signor Bianchi era certo che Guido non sarebbe andato a trovare Maria. Per contro, Piero era pronto a
giurare sulla buona fede di Guido.
BRANI
351
In tutti i Paesi che hanno sistemi statistici affidabili, si nota un fatto assai interessante. Anno dopo
anno, pur con oscillazioni dovute al caso, l’età media di morte si è spostata in avanti. Ciò è dovuto
in parte a un fatto meramente statistico: il numero delle persone che diventano molto anziane è
aumentato, un po’ perché molte più persone superano la soglia di 90, 100 o più anni e un po’ perché
le popolazioni sono cresciute di numero. È perciò facile che il caso, operando invece che su 100
persone, su 1.000, 10.000 o 100.000, determini circostanze eccezionali che innalzano il record di
longevità.
A) Al di là di ogni indagine statistica, è innegabile che si vive più a lungo (90, 100 o più anni) e che le
popolazioni sono tutte cresciute di numero.
B) In tutti i Paesi che hanno sistemi statistici affidabili si è notato che l’oscillazione dell’età al momento della
morte è dovuta al caso. Sebbene su una popolazione numerosa siano di più le persone che giungono a
90, 100 o più anni, il ruolo del caso, sia che si tratti di 100, 1.000, 10.000 o 100.000 persone, rimane
comunque determinante.
C) In quei Paesi che hanno sistemi statistici affidabili si evidenzia anno dopo anno, pur con qualche
oscillazione, un aumento della longevità. Questo è parzialmente spiegabile con un fatto statistico
determinato sia da un maggior numero di persone molto anziane sia dall’incremento demografico.
Dunque il caso, operando su più persone, innalza il record.
D) In alcuni tra i Paesi che hanno sistemi statistici affidabili, si è notata una minore longevità. Ciò è dovuto a
un fatto statistico: su 100, 1.000, 10.000 o 100.000 persone è più facile che alcune arrivino ai 90, 100 o
più anni. Vanno inoltre tenute nel debito conto le oscillazioni prodotte dal caso.
352
In alcuni ambienti culturali si avverte il rischio di un indiscriminato progresso tecnologico; un
progresso fine a se stesso finirebbe infatti per subordinare l’uomo alla tecnica. Il degrado
ambientale, l’alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza alcun controllo
etico, sono alcuni degli argomenti utilizzati per avvalorare questa tesi. La proposta che viene da
questi ambienti non è quella di un rifiuto della tecnologia ma quella di una sua subordinazione ai
valori spirituali.
A) Il degrado ambientale, l’alienazione del mondo del lavoro, la stessa ricerca scientifica senza alcun
controllo etico, hanno portato a un indiscriminato sviluppo tecnologico che ha finito però con il negare i
valori culturali e spirituali.
B) In certi ambienti culturali, sottolineando una serie di problemi quali il degrado ambientale, l’alienazione
del mondo del lavoro, la ricerca scientifica senza alcun controllo etico, si denunciano i rischi di un
progresso fine a se stesso; non si vuole con questo rifiutare la tecnologia, ma subordinarla ai valori
spirituali.
C) In alcuni ambienti, si propone di utilizzare la tecnologia a scopi culturali, risolvendo una serie di problemi
come il degrado ambientale, l’alienazione del mondo del lavoro, la ricerca scientifica senza alcun
controllo etico.
D) La cultura porta spesso a una critica della tecnologia. Il degrado ambientale, l’alienazione del mondo del
lavoro, la stessa ricerca scientifica senza alcun controllo etico, sono alcuni degli argomenti utilizzati per
denunciare la mancata subordinazione del progresso ai valori spirituali.
BRANI
353
Nonostante la tecnologia stia facendo passi da gigante in tutti i campi, tutti i sistemi di trasduzione
esistenti sono caratterizzati, oltre che da una bassissima efficienza, dal doversi scontrare con un
principio fisico che sostiene come, al ridursi della frequenza, il mantenimento di una pressione
sonora costante comporta lo spostamento di masse d’aria sempre maggiori.
A) I notevoli progressi della tecnologia non consentono ai sistemi di trasduzione esistenti, caratterizzati da
una bassissima efficienza, di sottrarsi alle conseguenze del principio fisico per cui, al ridursi della
frequenza, mantenere una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d’aria sempre
maggiori.
B) Nonostante l’evoluzione tecnologica stia facendo passi da gigante e grandi progressi in ogni settore,
quasi tutti i sistemi di trasduzione esistenti sono caratterizzati, oltre che da una bassissima efficienza, dal
dover fare i conti con un banale principio della fisica secondo il quale, al ridursi della frequenza, il
mantenimento di una pressione sonora costante comporta lo spostamento di masse d’aria sempre più
grandi.
C) Tutti i sistemi di trasduzione esistenti sono caratterizzati, oltre che da una crescente efficienza (ottenuta
grazie al progresso tecnologico), dal riuscire a fornire, al ridursi della frequenza, una pressione sonora
costante pur in presenza dello spostamento di masse d’aria sempre maggiori.
D) I sistemi di trasduzione esistenti sono caratterizzati dal principio per cui il mantenimento di una pressione
sonora comporta lo spostamento di masse d’aria. Tale fenomeno è dovuto a un preciso principio fisico
che comunque verrà sorpassato in futuro grazie al continuo progresso tecnologico.
354
Non vi è sistema più sicuro per avere delusioni che porsi obiettivi impossibili, non c’è critica più
ingiusta quindi di quella che si fonda sull’attribuire obiettivi che nessuno si era posto. Per il
semplice motivo che nessuno li voleva e nessuno potrebbe mai conseguirli.
A) Nessuno vuole obiettivi impossibili poiché nessuno è in grado di conseguirli. Perciò fissare dei target al
di fuori della portata massima delle proprie capacità è una delusione sicura.
B) È ingiusta la critica derivante dall’assegnazione di mete mai poste ed è fonte di sicure delusioni porsi
obiettivi impossibili: lo garantisce la natura del non voluto e del non possibile.
C) Quando non ci si è posti obiettivi impossibili, giacché non si conseguirebbero in alcun modo, la critica
che si fonda sull'attribuzione di essi è davvero ingiusta.
D) Porsi obiettivi impossibili è il sistema più sicuro per procurarsi delusioni.
BRANI
355
È indubbio che il tempo, per l'uomo, sia qualcosa di limitato e per questo prezioso. Solitamente a
scuola non si insegna come organizzare il proprio tempo. Eppure si tratta di un elemento
determinante al fine di una buona preparazione per l'esame di Stato. Spesso, in effetti, le persone
che riescono a fare bene molte cose non sono più intelligenti, ma semplicemente più efficienti di
coloro che invece incontrano maggiori difficoltà nel realizzare i propri progetti.
A) Per una buona preparazione all'esame di Stato risulta determinante la capacità di organizzare il proprio
tempo, qualità che solitamente non viene insegnata a scuola. Questa qualità non dipende tanto
dall'intelligenza, quanto piuttosto dall'efficienza.
B) Le persone che riescono meglio di altre a realizzare i propri progetti non sono più intelligenti ma,
semplicemente, sono meglio organizzate e quindi complessivamente più efficienti di coloro che invece
non riescono a realizzare i propri progetti.
C) Nonostante il tempo a disposizione dell'uomo sia limitato e, dunque, prezioso, solitamente a scuola non
si insegna come organizzarlo. Si tratta di una carenza alquanto preoccupante poiché la capacità di
gestire il tempo a disposizione è alla base di una buona preparazione per gli esami che la vita ci riserva.
Spesso si crede erroneamente che sapere organizzare il proprio tempo sia una questione di intelligenza;
in realtà, si tratta solo di efficienza.
D) Poiché il tempo a nostra disposizione in questa vita è limitato, esso risulta prezioso. Per questo bisogna
sfruttarlo al massimo, non lasciandosi sfuggire nessuna occasione e cercando sempre la massima
efficienza.
356
Cinicamente, a conti fatti, non c’è dubbio che il numero di vittime provocato dal Sarin, se
confrontato con quello che si ottiene dallo scoppio di un’auto imbottita di tritolo, è
sorprendentemente basso: sette persone uccise a Matsumoto, dodici a Tokyo. A dimostrazione che
anche gli agenti chimici più letali, per quanto potenzialmente pericolosi, non possono essere
trasformati tanto facilmente in un’arma di sterminio.
A) Non vi è dubbio, anche se il conteggio è cinico, che il Sarin provochi meno vittime di un’autobomba: 7
persone a Matsumoto e 12 a Tokyo. Questa è la dimostrazione del fatto che solo gli agenti chimici più
letali, potenzialmente i più pericolosi, possono essere trasformati in un’arma di sterminio, pur con
qualche difficoltà.
B) Il numero di persone uccise dal Sarin è accertato e, se rapportato, con un certo cinismo, a quello
provocabile dalla detonazione di una carica di esplosivo ad alto potenziale collocata in un’auto, è
inopinatamente basso: sono “solo” 7 le persone uccise a Matsumoto, che salgono a 12 con quelle
dell’attentato di Tokyo. Questo dato fa dire che perfino gli agenti chimici più letali, per quanto
potenzialmente più pericolosi, non possono essere tramutati con facilità irrisoria in un ordigno di
sterminio di massa.
C) Sulla base dei dati a disposizione, si può affermare che lo scoppio di un’auto-bomba può provocare molti
più morti di un attacco con il gas Sarin, basta considerare i casi di Matsumoto e Tokyo. Ciò avvalora
l’ipotesi che agenti chimici anche molto pericolosi non si possono trasformare facilmente in efficaci armi
di sterminio.
D) In base a un cinico conteggio è indubbio che lo scoppio di un’auto piena di tritolo provoca un numero di
vittime decisamente superiore a quelle causate dal Sarin che non sono state più di 20. Questo dimostra
che perfino gli agenti chimici più letali, per quanto potenzialmente pericolosi, solo difficilmente possono
essere trasformati in un’arma di sterminio.
BRANI
357
È un dato di fatto che le donne vivono più a lungo degli uomini: oggi, nei Paesi industrializzati, un
uomo ha una vita media di circa 73 anni, una donna invece di circa 77. Da anni gli studiosi di
demografia si chiedono da cosa dipenda questa maggiore "resistenza" delle donne: si tratta di una
differenza fisiologica o di fattori sociali? Probabilmente le donne vivono più a lungo non solo
perché sono meglio "attrezzate" fisiologicamente, ma soprattutto perché hanno un atteggiamento
più positivo nei confronti della vita.
A) Nei Paesi industrializzati le donne hanno una vita media di quasi 77 anni contro quella degli uomini, pari
a 73 anni. Le ragioni di questa maggiore “resistenza” delle donne, secondo alcuni studiosi, sono da
imputare principalmente a cause di natura fisiologica e in secondo luogo a fattori sociali.
B) Per spiegare il fatto che le donne vivono più a lungo degli uomini gli studiosi di demografia indicano
cause molto diverse. Innanzitutto le donne sono protette, nei confronti di alcune malattie, come quelle
cardiache e circolatorie, da ormoni tipicamente femminili. Inoltre, la donna vive con maggiore positività
una vita meno stressante e meno esposta a situazioni di pericolo sia sul lavoro sia nelle attività sportive.
C) Che le donne vivano più a lungo degli uomini (in tutto il mondo il dato è pari a 77 anni per le donne
contro 73 per gli uomini) è un dato di fatto, spiegato dagli studiosi di demografia con ragioni di natura sia
fisiologica sia psicologica: sarebbe la maggiore positività nei confronti della vita il fattore determinante.
D) Per quale ragione nei Paesi industrializzati le donne vivono mediamente più a lungo degli uomini (circa
77 anni contro 73)? Gli studiosi ritengono che oltre a una ragione fisiologica ve ne possa essere anche
una psicologica che consiste in un atteggiamento più positivo nei confronti della vita da parte delle
donne.
358
Ateismo: dal greco "a-" (privativo: "senza") e "theos" ("dio"). È la negazione dell’esistenza di Dio o
di una realtà trascendente la natura e l’uomo. Solitamente, l’ateismo viene a coincidere con il
materialismo.
A) L’ateismo è la negazione dell’esistenza di Dio o di qualunque realtà trascendente l’uomo.
B) L’ateismo e il materialismo sono dottrine necessariamente coincidenti.
C) L’ateismo non è la negazione dell’esistenza di Dio ma solo del trascendente.
D) Nella filosofia greca, l’ateismo afferma che Dio non esiste.
359
Uno dei caratteri essenziali della cultura italiana tra l’ultimo Ottocento e la prima guerra mondiale fu
lo sforzo degli intellettuali a partecipare alla lotta politica. Da ciò un pullulare di riviste, un
incrociarsi di polemiche, un aggregarsi e disgregarsi intorno ad alcune testate o ad alcune parole
d’ordine; uno spirito di ribellione e di attivismo; un caricare la letteratura di ideologie facendola
strumento di discussione, di polemica e di propaganda.
A) Tra l’ultimo Ottocento e la prima guerra mondiale si segnala la tendenza all’isolamento politico da parte
degli intellettuali, i quali, perso lo spirito di attivismo e di ribellione che fino ad allora li aveva
caratterizzati, si rifugiarono nella letteratura.
B) Gli intellettuali italiani tra l’ultimo Ottocento e la seconda guerra mondiale si impegnarono nella lotta
politica e si servirono delle riviste come strumenti di discussione, di polemica e di propaganda.
C) L’impegno degli intellettuali nella lotta politica, tra ribellione e attivismo, costituisce un tratto saliente della
cultura italiana tra fine Ottocento e prima guerra mondiale; la letteratura caricata di ideologie divenne
strumento di discussione, di polemica e di propaganda.
D) La cultura italiana di fine Ottocento è caratterizzata dall’attivismo politico di numerosi intellettuali, i quali
caricarono a tal punto la letteratura di ideologie da causarne il soffocamento.
BRANI
360
L’aspetto più appariscente della vita economica europea del Cinquecento è un’inflazione intensa e
prolungata, chiamata dagli storici "rivoluzione dei prezzi". Dapprima essa fu attribuita al massiccio e
subitaneo arrivo di notevoli quantità di metalli preziosi dal Nuovo Mondo appena scoperto e
conquistato. Poi la ricerca storica rilevò che il processo inflativo aveva preso avvio già nel secondo
Quattrocento, per continuare fino ai primi decenni del secolo XVII. Si è fatta strada una spiegazione
diversa, fondata sull’idea che la causa della "rivoluzione dei prezzi" stia nello sviluppo demografico
dell’epoca.
A) Secondo teorie più recenti, l’aumento della popolazione sarebbe alla base della massiccia inflazione
europea tra la seconda metà del Quattrocento e i primi decenni del Seicento. In precedenza si riteneva
che essa, definita la “rivoluzione dei prezzi”, fosse stata causata dalla massiccia importazione di materie
prime preziose conseguente alla scoperta dell’America.
B) La scoperta dell’America non ha in alcun modo influito sull’inflazione europea del Cinquecento. Gli storici
hanno infatti dimostrato che l’importazione dal Nuovo Mondo di metalli preziosi avvenne in quantità poco
significative.
C) La “rivoluzione dei prezzi” era iniziata prima della scoperta dell’America e causò una grande crescita
demografica.
D) Gli europei del Cinquecento pensavano che la “rivoluzione dei prezzi” dipendesse dalla scoperta del
Nuovo Mondo. Solo in tempi recenti si è introdotta una spiegazione diversa, fondata sull’aumento della
popolazione in Europa a partire dal Quattrocento.
361
Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all’esposizione residenziale a
campi di frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell’alta tensione), ma i risultati nel
complesso sono difficili da interpretare: un’associazione significativa tra esposizione e malattia non
è sempre presente né a maggiore esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi.
A) Dalla valutazione eseguita da molti esperti in materia di tumori in relazione all’esposizione a campi di
frequenza bassi è risultato che esiste sempre un’associazione significativa tra esposizione e malattia,
ma non tra esposizione e frequenza di casi.
B) I risultati della valutazione compiuta da ricercatori sulla frequenza di tumori correlata all’esposizione
residenziale a campi di frequenza bassi sono di difficile interpretazione, poiché non sempre emerge una
significativa associazione tra esposizione e malattia, né tra esposizione e maggiore incidenza.
C) Numerosi ricercatori hanno dimostrato che a una maggiore esposizione residenziale a campi di
frequenza bassi (da apparecchi elettrici o linee dell’alta tensione) corrisponde una maggiore frequenza di
tumori.
D) Molti studiosi hanno dimostrato che un’associazione significativa tra esposizione a campi di frequenza
bassi (da apparecchi elettrici o linee dell’alta tensione) e tumori non è mai presente, e che a maggiore
esposizione corrisponde maggiore frequenza di casi.
BRANI
362
Attentati su larga scala all’aperto richiedono enormi quantità di agenti chimici, difficili da produrre
ma anche da nascondere. Le stime del Pentagono quantificano sia necessaria almeno una decina di
chili di Sarin per fare cinquanta vittime e almeno un centinaio per farne cinquecento. Non solo
siamo ben lontani dai 280 grammi che avrebbe potuto ottenere James Tour, ma queste stime si
riferiscono al Sarin puro: nel caso di una pari quantità di gas fatto in casa il numero delle vittime
andrebbe drasticamente ridimensionato.
A) Per perpetrare attentati all’aperto e su larga scala, sono necessarie tali quantità di agenti chimici da
rendere problematico sia produrle sia nasconderle. Il Pentagono ha quantificato che occorrono oltre dieci
chili di gas Sarin per uccidere cinquanta persone e oltre cento per ucciderne cinquecento. Si tratta quindi
di quantità decisamente superiori a quei 280 grammi di cui avrebbe potuto disporre James Tour. Inoltre
le stime citate del Dipartimento di Stato statunitense fanno riferimento al gas “puro”: il gas prodotto
artigianalmente è sicuramente molto meno letale.
B) In generale, gli agenti chimici necessari per realizzare attentati sono difficili da produrre e anche da
nascondere. Più aumenta la scala, più aumentano le quantità richieste e più le difficoltà crescono.
Secondo le stime del suddetto Pentagono sono necessari 250 grammi di gas Sarin per uccidere un
uomo. James Tour ne aveva sì 280 grammi, ma di Sarin non puro, bensì “fatto in casa”, e quindi
drasticamente meno letale.
C) Sono stime del Pentagono ad affermare che per realizzare grandi attentati all’aperto con il gas Sarin
puro è necessario, ad esempio, utilizzarne 50 chili per uccidere 200 persone: è evidente che tale
quantità è complicata da produrre e perfino da nascondere. James Tour, poi, aveva solo 280 grammi di
gas Sarin e per di più non era puro, ma prodotto artigianalmente, quindi molto meno efficace.
D) In base alle stime del Pentagono sul numero di chili di Sarin puro necessari per uccidere (circa 10 Kg per
50 morti, circa 100 Kg per 500), si può dedurre che per effettuare attentati su larga scala in luoghi aperti
sarebbero necessarie quantità di agenti chimici ardue da produrre e anche da nascondere. James Tour
avrebbe potuto ottenerne solo 280 grammi e, in più, nel caso di un prodotto “fatto in casa”, il numero di
vittime prevedibile sarebbe inferiore.
363
"Ascensore per il patibolo" è unanimemente considerato uno dei grandi capolavori di Miles Davis.
Le musiche contenute in questo CD costituiscono la colonna sonora del celebre film di Louis Malle,
"Ascenseur pour l'échafaud" che, grazie alla perfetta interazione tra le immagini e le glaciali
atmosfere create da Davis, è rimasto una pietra miliare della cinematografia. Malle traspose sul
grande schermo un crudo romanzo noir di Noel Calef in cui il protagonista, dopo avere ucciso il suo
datore di lavoro su istigazione della moglie di quest'ultimo (una straordinaria Jeanne Moreau),
rimane bloccato in ascensore, impossibilitato ad allontanarsi dalla scena del delitto. Il film ottenne il
Premio Delluc nel 1957.
A) Un uomo uccide il suo datore di lavoro e mentre fugge dal luogo del delitto rimane bloccato in
ascensore. Da questa situazione si sviluppa il film d'esordio di Louis Malle, "Ascensore per il patibolo", la
cui colonna sonora fu firmata da Miles Davis e costituisce uno dei capolavori del musicista nonché una
delle più felici collaborazioni artistiche degli anni Sessanta.
B) La colonna sonora di "Ascensore per il patibolo", film di Louis Malle ("Ascenseur pour l'échafaud",
Premio Delluc nel 1957), è uno dei capolavori di Miles Davis. Le atmosfere create dal musicista sono in
perfetta sintonia con le immagini del film, tratto da un romanzo noir di Calef, che narra di come un uomo,
dopo aver commesso un delitto, rimane bloccato in ascensore mentre tenta di fuggire.
C) Pochi non riconoscono in "Ascensore per il patibolo" una magnifica colonna sonora di grande intensità,
capace di ricreare una simbiosi fra immagini e note. Merito certamente di Miles Davis, autore del
commento musicale, e del regista Louis Malle ma anche di Jeanne Moreau, che di entrambi fu la musa
ispiratrice.
D) Uno dei motivi che fanno di "Ascenseur pour l'échafaud" di Malle, film del 1957 tratto da un romanzo di
Calef e interpretato da una splendida Jeanne Moreau, un capolavoro cinematografico è la colonna
sonora jazz, ricca di atmosfere glaciali che fanno da ideale contrappunto alla cruda storia noir narrata dal
film.
BRANI
364
La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva posto le premesse per un radicale
mutamento del sistema produttivo e quindi della stessa struttura della società occidentale, anche se
nel settore agricolo le innovazioni dovute al progresso tecnico ebbero un'affermazione limitata. Con
la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, l'evoluzione
tecnologica trovò applicazione principalmente nel settore manifatturiero.
A) La prima rivoluzione industriale aveva posto le premesse per un radicale mutamento del sistema
produttivo e culturale della società occidentale. Con la seconda rivoluzione industriale, risalente al primo
ventennio del XIX secolo, sia nel settore agricolo sia in quello della manifattura si verificarono notevoli
progressi.
B) La prima rivoluzione industriale è stata un evento epocale che ha posto le premesse per un radicale
mutamento del sistema produttivo dell'intero Occidente. Ma è con la seconda rivoluzione risalente
all’inizio del XIX secolo che l'evoluzione tecnologica subisce una rapida accelerazione: mentre nel
settore agricolo, però, le innovazioni dovute al progresso agricolo hanno avuto un'evoluzione piuttosto
ridotta, in quello manifatturiero trovano vasta applicazione.
C) La prima rivoluzione industriale alla fine del XVIII secolo aveva dato inizio a un radicale mutamento del
sistema produttivo e della struttura sociale della civiltà occidentale. Con la seconda rivoluzione
industriale, risalente al primo ventennio del XIX secolo, le innovazioni prodotte dal progresso tecnico,
trovarono vasta applicazione nel settore manifatturiero, mentre ebbero un’affermazione più limitata in
quello agricolo.
D) La prima rivoluzione industriale, alla fine del XVIII secolo, aveva gettato le basi dello sviluppo tecnologico
nel settore manifatturiero nel XIX secolo. Nel settore agricolo, però, le innovazioni dovute al progresso
tecnico ebbero un'affermazione limitata.
365
Se teniamo conto che, nel processo di metamorfosi proprio dell’adolescenza, le trasformazioni del
corpo occupano uno spazio e un peso grandissimi, è normale che le preoccupazioni fisiche siano
numerose e frequenti. Esse possono finire con l’incidere anche sulla psiche, originando tensioni,
angosce e paure. È allora frequente che l’adolescente somatizzi le sue difficoltà.
A) Se si considera l’importanza del corpo e della psiche nell’adolescenza, è normale che nell’adolescente vi
siano numerose e frequenti preoccupazioni fisiche e conseguenti somatizzazioni.
B) Data la centralità della trasformazione del corpo nell’adolescenza, in questa età le preoccupazioni per il
fisico sono numerose e frequenti e possono originare tensioni, angosce e paure, scatenando anche
somatizzazioni.
C) Corpo e psiche nell’adolescenza sono fortemente connessi: accade sempre quindi che preoccupazioni
fisiche incidano sulla psiche originando somatizzazioni.
D) La trasformazione del corpo riveste una tappa essenziale nell’adolescenza e dunque nell’adolescente si
producono normali preoccupazioni fisiche che talvolta danno vita a somatizzazioni, quando il ragazzo
trasferisce all’interno del proprio corpo il malessere provato nell’intimità dello spirito.
BRANI
366
Le armi chimiche sono sostanzialmente dei veleni. E, in quanto veleni, la loro storia si perde nella
notte dei tempi. Quando nel settembre del 1947 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decide
di considerare gli ordigni nucleari tra le "armi di distruzione di massa", il triste elenco comprende
diversi tipi di gas tossici, già largamente usati durante la prima guerra mondiale.
A) Essendo di fatto veleni, in quanto tali le armi chimiche hanno una storia molto antica. Quando il Consiglio
di Sicurezza dell’ONU decise di includere le armi nucleari tra quelle di distruzione di massa, l’elenco
contava già un certo numero di gas tossici, utilizzati non occasionalmente durante il primo conflitto
mondiale.
B) Le armi chimiche sono veleni utilizzati fin dalla notte dei tempi. Solo nel 1947, a New York, il Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di considerare gli ordigni nucleari come “armi di distruzione di
massa”, quando i gas tossici erano ormai stati utilizzati per i 20 anni precedenti.
C) Le armi chimiche si possono considerare alla stregua delle sostanze velenose. In conseguenza di tale
assunto, la loro origine può essere fatta risalire agli albori della civiltà. Quando nella seconda metà del
1947 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York ha emanato una risoluzione in base alla
quale gli ordigni nucleari venivano catalogati come “armi di distruzione di massa”, vi erano già plurimi e
variegati esempi di tali turpi armi (gas tossici ecc.), utilizzate addirittura già nel primo conflitto mondiale in
dosi massicce.
D) Le armi chimiche possono essere considerate come veleni e, in quanto tali, la loro origine può essere
fatta risalire addirittura all’antichità. Nel settembre 1947 l’ONU ha deciso di considerare quelle nucleari
come armi di distruzione di massa, quando però, purtroppo, queste erano già state utilizzate, insieme ai
gas tossici, fin dalla prima guerra mondiale.
367
Il termine "tecnocrazia", il cui "padre" è il conte di Saint-Simon, è una parola molto usata oggi in
Italia, ma quasi sempre a sproposito, senza alcun rapporto veritiero con la realtà dell’ideologia
tecnocratica, dottrina ben strutturata, con proprie linee portanti e modalità di interpretazione del
mondo.
A) Saint-Simon è tra i primi sostenitori della tecnocrazia, filosofia ben strutturata, con proprie linee portanti e
una precisa modalità di interpretazione del mondo.
B) Claude Henri de Rouvrroy, Conte di Saint-Simon, è il padre del termine tecnocrazia: spesso però in Italia
il senso del termine viene stravolto applicandolo a realtà slegate da una dottrina che invece ha una sua
precisa visione del mondo.
C) Il termine “tecnocrazia”, inventato da Saint-Simon, è molto diffuso nel linguaggio politico attuale in Italia.
Il suo utilizzo, però, non coincide con la reale conoscenza della dottrina che sottostà a tale termine.
D) Il termine “tecnocrazia”, che si deve a Saint-Simon, è spesso usato in Italia in modo improprio ma, nella
realtà, identifica una dottrina alla cui base vi è una ben definita e chiara visione del mondo.
BRANI
368
Non è da un secolo che nel mondo civilizzato si svolge, senza che sia stato subito avvertito, un
processo di perdita di concentrazione e di altezza spirituale, di dispersione, di spreco irrimediabile
di valori spirituali. Nel XIX secolo in pochi lo hanno notato. L'intero XX secolo, invece, tanto riuscito
nella tecnica, ma psicologicamente precipitoso, per varie vie ha lavorato a svilire la cultura.
A) È da ben oltre un secolo che il mondo civilizzato è colpito da un processo di perdita, di dispersione e di
spreco di valori spirituali. Nell'Ottocento solo pochi se ne sono resi conto; per tutto il secolo successivo
invece si è attuato in vari modi uno svilimento della cultura.
B) A partire dal XIX secolo nel mondo civilizzato si è verificata una crisi spirituale, acuitasi nel XX secolo.
Infatti, al di là dello sviluppo della tecnologia, è indubbio che si è attuata un'opera consapevole di
svilimento della cultura.
C) È passato solo un secolo dall'inizio del processo di perdita, di dispersione e di spreco di concentrazione
e di altezza spirituale che ha coinvolto il mondo civilizzato e dunque l'Occidente. Inizialmente pochi
hanno avvertito tale sconvolgimento, poi nel XX secolo molti si sono impegnati oltre che nel settore
tecnico anche in quello culturale.
D) Nel mondo civilizzato si sta svolgendo un subdolo processo di dispersione spirituale. Nel XIX secolo in
pochi lo hanno avvertito, mentre nel XX secolo, a causa della debolezza tecnica e psicologica, si è
attuato uno svilimento culturale.
369
L'aumento della conflittualità sindacale non sembra affatto correlato all'aumento delle
disuguaglianze tra livelli di reddito. Non sono affatto i lavoratori più poveri a far registrare i tassi di
conflittualità più elevata, a scioperare non sono quasi mai gli irregolari, i precari o i sotto-protetti,
ma i dipendenti delle imprese maggiori. Anche in questo il mondo del lavoro italiano manifesta la
spaccatura che lo attraversa: da una parte circa 9 milioni di lavoratori ben visibili, protetti dalla
legge, dal contratto collettivo e dal sindacato; dall'altra circa 7 milioni pressoché invisibili, protetti
poco o nulla, che non hanno voce ad alcun tavolo negoziale.
A) Il mondo del lavoro italiano è spaccato tra lavoratori tutelati da legge, contrattazione collettiva e sindacati
da una parte e dall'altra le nuove figure di collaborazione a vario titolo, la cui posizione non è tutelata da
forme di contrattazione collettiva. Questo determina un divario sempre crescente tra livelli di reddito,
eppure l'aumento della conflittualità sindacale non è correlato alla forbice reddituale, giacché scioperano
con maggior frequenza i dipendenti delle imprese maggiori.
B) La maggior precarietà delle diverse forme di inquadramento contrattuale che si vanno diffondendo causa
un aumento del divario tra livelli di reddito, è quindi causa di minor coesione sociale e di una maggior
conflittualità sindacale. Tuttavia il paradosso è costituito dal fatto che i lavoratori che scioperano con
maggior frequenza siano i dipendenti delle imprese maggiori, più tutelati da contrattazione collettiva e da
forme di rappresentanza.
C) Il mondo del lavoro italiano è attraversato da una profonda spaccatura tra figure che possono godere di
adeguata rappresentanza al tavolo negoziale e lavoratori precari non rappresentati in questa sede. A
questa diversità di tutela contrattuale è correlata la disparità nei livelli di reddito, inferiore per le forme di
inquadramento più precario. Paradossalmente tuttavia non sono i lavoratori meno rappresentati a
ricorrere più massicciamente allo sciopero, nonostante i loro livelli di reddito siano distanti da quelli dei
"colleghi regolamentati".
D) La crescita delle diseguaglianze di reddito non appare direttamente correlata alle agitazioni sindacali: in
Italia si nota una spaccatura, per cui gli scioperi sono partecipati più dai 9 milioni di lavoratori protetti dal
contratto collettivo e dal sindacato che dai 7 milioni di precari, irregolari e con nessuna rappresentanza ai
tavoli negoziali.
BRANI
370
Il popolo finlandese, contrariamente agli altri popoli nordici, crede molto nel futuro dell'Unione
europea. Nel Paese si respira un'aria di ottimismo e di entusiasmo legati all'idea di essersi uniti ad
altre centinaia di milioni di cittadini europei attraverso la moneta unica. Al fine di accelerare la
completa integrazione con la nuova moneta, tutti i negozi, le banche e i centri di smaltimento sono
stati, inoltre, preventivamente riforniti di una quantità tale di euro che ha permesso ai cittadini di
ricevere sempre il resto nella nuova moneta anche per pagamenti avvenuti ancora in marchi.
A) La preparazione all'introduzione dell’euro in Finlandia è stata molto accurata e la distribuzione della
nuova moneta molto capillare. Tutto ciò a dimostrazione dell'entusiasmo per l'Unione europea proprio
non solo dei finlandesi, ma di tutti i popoli nordici.
B) I finlandesi sono entusiasti dell’idea di unirsi, grazie alla moneta unica, agli altri popoli europei e,
contrariamente a questi, sono ottimisti sul futuro dell’Unione europea. Per facilitare l’integrazione con
l’euro, molti soggetti economici hanno ricevuto abbondanti quantità di moneta nel nuovo conio in modo
da averne a sufficienza per i resti da dare ai finlandesi.
C) I finlandesi, diversamente dagli altri popoli del nord, si stanno dimostrando entusiasti e fiduciosi sul futuro
dell'Unione europea. Il passaggio all'euro e l'integrazione con la nuova moneta sono stati favoriti facendo
in modo che tutti i cittadini, anche pagando in marchi, potessero avere sempre il resto nella nuova
moneta.
D) La Finlandia sta dimostrando un notevole entusiasmo legato al processo di integrazione con centinaia di
milioni di altri cittadini europei. L'introduzione dell'euro è stata molto ben preparata dalla locale Banca
Centrale, che ha provveduto a rifornire tutti i possibili centri di erogazione di moneta in modo tale che
tutti i cittadini potessero avere il resto sempre in euro.
371
Si è soliti attribuire la paternità del karate nella sua forma moderna a Bodhidharma, un monaco
buddhista che lo avrebbe introdotto in Cina all’epoca della dinastia Sung (420-479). Tuttavia molti
studiosi non sono d’accordo con questa attribuzione e la considerano frutto della fantasia popolare.
A) Secondo la tradizione popolare il karate sarebbe stato introdotto in Cina dal monaco buddhista
Bodhidharma, all’epoca della dinastia Sung. Molti studiosi, invece, pur non credendo all’esistenza di
Bodhidharma, concordano sull’origine indiana del karate.
B) A parere di molti studiosi è senza dubbio leggendaria la paternità del karate attribuita a Bodhidharma,
monaco buddhista che lo avrebbe introdotto in Cina nel IV secolo.
C) Nonostante il parere contrario della maggioranza degli studiosi, alcuni storici attribuiscono l’invenzione
del karate nella sua forma moderna a Bodhidharma, il quale lo avrebbe introdotto in Cina all’epoca della
dinastia Sung (420-479).
D) Nonostante il disaccordo di molti studiosi, tradizionalmente l’elaborazione della forma moderna del
karate viene attribuita al monaco buddhista Bodhidharma, che lo avrebbe introdotto in Cina al tempo
della dinastia Sung (420-479).
BRANI
372
Il medico svizzero Paracelso, vissuto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500, fu il primo a dare
una lettura chimica, anche se errata, dell’organismo umano, composto da tre elementi: zolfo,
mercurio e sale. Le malattie non sarebbero, a suo dire, che una conseguenza della sproporzione tra
questi tre elementi e quindi vanno curate con uno dei tre o con i loro derivati. Per questo Parecelso
può essere considerato il padre della biochimica.
A) Il medico svizzero Paracelso, vissuto tra 1400 e 1500, è considerato il padre della biochimica. Difatti fu il
primo a considerare, anche se in modo erroneo, l’organismo umano in quanto costituito da elementi
(zolfo, mercurio e sale) e le malattie come un loro squilibrio da curare facendo ricorso alla
somministrazione di uno dei tre elementi o di suoi derivati.
B) Il medico svizzero Paracelso, vissuto tra 1400 e 1500, scoprì la composizione chimica dell’organismo
umano, formato da zolfo, mercurio e sale, e spiegò le malattie e le rispettive cure sulla base del rapporto
tra questi elementi. Per questo Paracelso può essere considerato il padre della biochimica.
C) Il medico svizzero Paracelso, vissuto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500, fu l’inventore della
chimica. Infatti scoprì, anche se erroneamente, la composizione chimica dell’organismo umano.
D) Il medico svizzero Paracelso, vissuto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1500, scoprì, anche se
erroneamente, che l’organismo umano era composto di zolfo, mercurio e sale, e fu in grado perciò di
proporre la cura di molte malattie. Per questo viene considerato il padre della biochimica.
373
Nel 1920 l’Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Tra il 1870 e il 1915 sei milioni di italiani si
erano trasferiti definitivamente all’estero. Interrotta dalla guerra, l’emigrazione riprese
massicciamente subito dopo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale la Francia ospitava un
milione di italiani, pari a un terzo della propria popolazione straniera.
A) Agli inizi del Novecento l’Italia era uno dei Paesi più poveri del mondo. La massiccia emigrazione,
interrotta dalla prima guerra mondiale, riprese subito dopo. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, ad
esempio, in Francia si trovava un milione di Italiani.
B) Nel 1920 l’Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. La prima guerra mondiale non fece che
incrementare la già massiccia emigrazione, in direzione soprattutto della Francia.
C) Agli inizi del Novecento l’Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. La massiccia immigrazione,
incominciata già nella seconda metà dell’Ottocento, riprese subito dopo la prima guerra mondiale. In
Francia ad esempio, alla vigilia della seconda guerra mondiale, un terzo della popolazione era costituito
da emigranti italiani.
D) Nel 1920 l’Italia era uno dei Paesi occidentali più poveri. Incominciata già nella seconda metà
dell’Ottocento, la massiccia emigrazione fu interrotta dalla prima guerra mondiale ma riprese subito
dopo. In Francia, ad esempio, alla vigilia della seconda guerra mondiale si trovavano un milione di
italiani: un terzo degli stranieri ospitati.
BRANI
374
L’espressione industrial design si riferisce alla progettazione intesa a dare forma d’arte a oggetti di
produzione industriale. L’industrial design tende a considerarsi un ambito di ricerca autonoma e
non solo una funzione di marketing. Le origini del disegno industriale risalgono all’inizio
dell’Ottocento, ma furono tuttavia alcuni protagonisti del movimento inglese Arts and Crafts i primi
a riconoscere le possibilità artistiche della produzione di serie.
A) Il disegno industriale, in inglese industrial design, svolge nell’industria principalmente una funzione di
marketing, anche se i suoi esponenti vorrebbero considerarsi autonomi. Sviluppatosi nel corso
dell’Ottocento, il disegno industriale, detto anche Arts and Crafts, vorrebbe dare forma d’arte a tutti gli
oggetti di produzione industriale.
B) Furono alcuni protagonisti del movimento inglese Arts and Crafts a coniare per primi l’espressione
industrial design. Sviluppatasi principalmente nel corso dell’Ottocento, questa disciplina si applica
attualmente all’industria, nella produzione autonoma di oggetti d’arte.
C) L’industrial design, espressione con cui si indica la progettazione che vuole dare forma d’arte a oggetti
prodotti industrialmente, nasce all’inizio dell’Ottocento, anche se i primi a ravvisare le possibilità
artistiche della produzione di serie furono alcuni protagonisti del movimento Arts and Crafts. Oggi, il
disegno industriale si considera un ambito di ricerca autonoma e non solo una funzione di marketing.
D) L’industrial design nacque in Gran Bretagna agli inizi dell’Ottocento. I suoi primi esponenti furono artisti
del movimento Arts and Crafts, i quali ravvisarono possibilità artistiche anche nella produzione di serie. Il
disegno industriale, che oggi si considera una disciplina autonoma, progetta oggetti di produzioni
industriale con uno stile particolare.
375
Non di maggioranza o minoranza si parlava nel secolo della Riforma, ma di verità e di errore. Il
criterio della verità non dipendeva dalla quantità dei seguaci. Persino la Chiesa di Roma dette risalto
al criterio quantitativo della cattolicità solo verso la fine del XVI secolo.
A) Nel secolo della Riforma la quantità di seguaci di una confessione religiosa determinava la sua verità o il
suo errore.
B) Nel secolo della Riforma non esistevano minoranze.
C) Nel secolo della Riforma non ci si appellava a un criterio quantitativo per sostenere la superiorità di una
confessione religiosa su un’altra, ma a quello della verità.
D) La Chiesa di Roma, essendo in errore, nel XVI secolo si appellò al criterio quantitativo.
376
Gli Huaxtechi (o Huastechi) furono una popolazione indigena dell'odierno Messico nord-orientale.
La città principale fu Tampico, che diventò nel tempo un importante centro economico. Restarono
comunque assoggettati al dominio azteco e non riuscirono a imporre nessuna delle proprie arti e
tecnologie.
A) Tampico diventò un importante centro economico durante il dominio azteco, anche se gli indigeni
Huaxtechi (o Huastechi) restarono comunque i principali innovatori del Messico nord-orientale nelle arti e
nelle tecnologie.
B) Tampico fu un importante centro economico degli Huaxtechi (o Huastechi), indigeni del Messico nordorientale, le cui arti e tecnologie andarono perdute durante il dominio azteco cui furono soggetti.
C) Arti e tecnologie degli Huaxtechi (o Huastechi) permisero a Tampico di diventare un importante centro
economico durante il dominio azteco del Messico nord-orientale.
D) Gli Huaxtechi (o Huastechi) furono una popolazione primitiva del Messico nord-orientale che,
assoggettata al dominio azteco, impose le proprie arti e tecnologie alla importante città di Tampico.
BRANI
377
Il 13 febbraio 1895 è una data importante nella storia della società e della cultura contemporanea:
quel giorno i fratelli Lumière depositarono il brevetto del "cinematografo", così si chiamava la loro
macchina per proiettare immagini in movimento. Alla fine dell’anno successivo migliaia e migliaia di
persone affollavano le sale oscure per ammirare spettacoli che suscitavano entusiasmo.
A) I fratelli Lumière sono passati alla storia per il loro brevetto che rivoluzionò la cultura dell’epoca,
segnando un simbolico spartiacque tra Ottocento e Novecento. Si tratta del cinematografo, che attirò a
sé numerosissimi spettatori curiosi ed entusiasti.
B) Alla fine del Novecento si colloca un evento molto rilevante nel panorama della cultura contemporanea:
l’invenzione del cinematografo, ossia dello strumento che permette di proiettare immagini. L’invenzione
suscitò l’entusiasmo di migliaia di persone.
C) Il 13 febbraio 1895 i fratelli Lumière depositarono il brevetto del “cinematografo”, la macchina per
proiettare immagini in movimento. Alla fine del 1896 moltissimi spettatori assistevano con entusiasmo
agli spettacoli proposti nelle sale.
D) Il 13 febbraio 1895 i fratelli Lumière brevettarono il cinematografo, lo strumento per proiettare immagini
in movimento. Dopo l’invenzione della macchina fotografica, questa fu l’invenzione più importante del
XIX secolo.
378
Fred strinse la mano a Karl. Questo gesto sanciva la pace tra due uomini che per tanti anni erano
stati acerrimi nemici. Ma Fred non era convinto di aver operato la giusta scelta. «Quale certezza
potrò mai avere – pensava Fred – che quest’uomo rispetterà il patto?». Questo pensava, mentre
tentava di decifrare, inutilmente, l’impenetrabile sguardo di Karl.
A) Una stretta di mano sancì la fine delle ostilità tra Karl e Fred, seppur quest’ultimo rimanesse diffidente in
merito alle intenzioni del primo.
B) Anche dopo aver stipulato il patto che sanciva la loro pace, Karl continuava ad odiare Fred.
C) Karl aveva l’intenzione di non rispettare la pace con Fred. Per questo motivo, Fred era molto diffidente.
D) Fred aveva messo da parte il suo odio verso Karl, ma era certo che il suo avversario non aveva fatto
altrettanto.
379
In occasione dell’Esposizione universale dell’industria e della tecnica di Parigi del 1889 (centenario
della Rivoluzione francese) fu costruita la torre Eiffel. Alta 300 metri, doveva essere insieme un
monumento al cammino verso la libertà e una celebrazione delle realizzazioni della moderna
tecnologia. L’ingegnere Gustave Eiffel disegnò la torre come la confluenza di quattro iperboli.
A) La celebre torre parigina, progettata dall’ingegnere Gustave Eiffel come l’incrocio di quattro iperboli, fu
costruita nel 1889 per la prima Esposizione universale dell’industria e della tecnica a Parigi.
B) La torre Eiffel, disegnata dall’ingegnere Gustave Eiffel come la confluenza di quattro iperboli e alta 300
metri, fu costruita nel 1889, in occasione dell’Esposizione universale dell’industria e della tecnica di
Parigi, come simbolo della libertà e della moderna tecnologia.
C) Non è un caso che proprio in occasione del centenario della Rivoluzione francese fu costruita la torre
Eiffel. Con tutto il suo splendore e la sua imponenza (300 metri di altezza), il monumento doveva
trasmettere al popolo parigino un messaggio di libertà.
D) Per celebrare il centenario della Rivoluzione francese, nel 1889 fu costruita dall’ingegnere Gustave Eiffel
la torre che da lui prese il nome. La straordinaria altezza, ben 300 metri, era simbolo della moderna
tecnologia.
BRANI
380
Il concetto fondamentale della genetica mendeliana è il gene. Questo può essere studiato da molti
punti di vista; tuttavia, per definizione, esso è una unità di funzione. Ciò significa, in un certo senso,
che i geni sono la causa ultima di tutti i caratteri ereditari di un organismo.
A) L’unità di funzione consente a Mendel di spiegare il gene da molti punti di vista.
B) I caratteri ereditari di un organismo trovano una spiegazione, secondo la teoria di Mendel, nel concetto di
gene come unità funzionale.
C) La teoria genetica di Mendel esclude dallo studio dei geni qualsiasi punto di vista che non sia
riconducibile alla definizione del gene come unità di funzione.
D) Mendel fu il primo studioso a definire il gene come unità di funzione.
381
Il «Manifesto di Ventotene», preparato nel 1941 mentre era in corso la seconda guerra mondiale, dai
due antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, è considerato una delle tappe essenziali
dell’europeismo, cioè del movimento ideale e politico che tende a integrare gli Stati e i popoli
d’Europa in un ordinamento a base federalista.
A) L’europeismo è un movimento che sostiene la necessità, per gli Stati e i popoli europei, di integrarsi in
un’entità politica federale. Questo ideale ha una tappa fondamentale nel «Manifesto di Ventotene» di
Rossi e Spinelli (1941).
B) L’idea europeista è espressa nel «Manifesto di Ventotene», scritto durante la guerra ma che ha trovato
una concreta applicazione politica solo dopo la seconda guerra mondiale.
C) Spinelli e Rossi scrissero il «Manifesto di Ventotene» per attaccare il fascismo. L’europeismo è un ideale
politico espressamente diretto contro il fascismo.
D) L’ideale federalista non era ancora espresso chiaramente da Rossi e Spinelli nel «Manifesto di
Ventotene». Esso venne sviluppato dal movimento europeista solo dopo la seconda guerra mondiale.
382
L’industrializzazione ha causato lo spostamento e la concentrazione della popolazione e, di
conseguenza, profonde modificazioni territoriali: si assiste così all’incremento degli spazi usati per
l’insediamento e all’aumento del fabbisogno idrico e alimentare, che a sua volta fa crescere la
domanda di terra coltivabile.
A) L’effetto finale dell’industrializzazione è la maggiore domanda di terra coltivabile, necessaria per
soddisfare il fabbisogno idrico e alimentare della popolazione che si è spostata e concentrata,
incrementando gli spazi usati per l’insediamento urbano.
B) Con l’industrializzazione si sono verificate sensibili modificazioni del territorio, dovute allo spostamento e
alla concentrazione della popolazione: sono aumentati sia il fabbisogno di acqua e quello alimentare, il
quale a sua volta produce una maggiore domanda di terra coltivabile, sia gli spazi usati per
l’insediamento.
C) L’industrializzazione ha causato profonde modificazioni territoriali. Si è verificato inoltre un sensibile
spostamento della popolazione che si è concentrata nei centri urbani: ciò fa crescere la domanda di
acqua e di cibo, mentre diminuisce la terra coltivabile.
D) L’industrializzazione ha causato profonde modificazioni territoriali: sono aumentati gli spazi per
l’insediamento, mentre è diminuita la terra coltivabile. Ciò non permette più di soddisfare il fabbisogno
alimentare della popolazione che si è concentrata intorno alle industrie.
BRANI
383
Gli Accordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, redatte dal
Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10 più il Lussemburgo, allo scopo di
perseguire la stabilità monetaria e finanziaria. Gli accordi (assieme alle linee guida, agli standard e
alle raccomandazioni) sono una particolare forma operativa, in quanto i Paesi che vi aderiscono ne
sono implicitamente vincolati e quelli che non aderiscono si adeguano a quello che, di fatto, diventa
uno standard regolamentare.
A) Stabilità monetaria e finanziaria sono al centro degli Accordi di Basilea, in quanto permettono al
Comitato di Basilea (i G10 più il Lussemburgo) di requisire patrimoni alle banche con una particolare
forma operativa che diventa uno standard regolamentare.
B) A Basilea si persegue la stabilità monetaria e finanziaria degli Stati con accordi e con altri strumenti che
operano vincolando chi aderisce a chi non aderisce, diventando così uno standard regolamentare
internazionale.
C) Stabilità monetaria e finanziaria delle banche sono al centro degli Accordi di Basilea redatti dai G10 e dal
Lussemburgo, che operano vincolando, di fatto, i Paesi che non vi aderiscono a quelli che vi aderiscono,
definendo così uno standard regolamentare.
D) Gli Accordi di Basilea, assieme alle linee guida, agli standard e alle raccomandazioni, sono una
particolare forma operativa, in quanto i Paesi che vi aderiscono sono implicitamente vincolati e quelli che
non aderiscono si adeguano a quello che, di fatto, diventa un nuovo standard patrimoniale.
384
Sembra davvero che un limite del fumetto sia quello di non poter raccontare la cronaca. Compito
solitamente affidato alla vignetta satirica, fumetto sui generis che, però, quando ci riesce, commenta
e non racconta. Il fumetto è il prodotto di lunga e laboriosa lavorazione, come il cartone animato e
talvolta ancor più del cinema: quando si arriva a finire l’opera, i tempi, le notizie, i fatti del mondo
sono bell’e che cambiati.
A) È opinione diffusa che il fumetto non possa raccontare i fatti di cronaca, compito meglio svolto dalla
vignetta, che del fumetto è una forma particolare ma che più che raccontare commenta. Infatti la
realizzazione di un fumetto vero e proprio è lenta e complessa, a volte più di quella di un cartone o di un
film, al punto che, una volta terminato, i fatti e le notizie di cui narra sono ormai superati.
B) Il fumetto ha almeno un limite che la vignetta, fumetto sui generis, non ha; infatti quest’ultima più che
raccontare la cronaca, la commenta e in questo modo non rischia che fatti e notizie siano ormai
inesorabilmente trascorsi quando l’opera è finalmente compiuta.
C) Il compito di raccontare la cronaca è di solito affidato alla vignetta satirica più che al fumetto vero e
proprio, perché quest’ultimo è troppo lungo e laborioso da realizzare – sia per questioni tecniche sia per
questioni strettamente artistiche e di genere – e rischia di essere pronto solo quando le notizie e i fatti a
cui si riferisce sono ormai trascorsi.
D) Al giorno d’oggi, i fatti e le notizie che costituiscono la cronaca cambiano e passano velocemente: per
questo sembra che il fumetto, lungo e complesso da realizzare, non sia in grado di narrarli, in ciò meglio
sostituito dalla vignetta satirica di commento.
BRANI
385
La scorsa primavera il dibattito pubblico sull'eccessiva magrezza delle modelle ha diviso l'industria
della moda tra quelli che chiedono il rispetto di alcuni parametri e quelli che non vedono alcun
problema, come Stefano Gabbana, che ha detto alla rivista "Women's Wear Daily": «Dietro le quinte
vedo sempre le modelle che mangiano, a volte anche più di me». Ma la decisione della settimana
della moda di Madrid di non ammettere sulle sue passerelle modelle con un indice di massa
corporea troppo basso, non è bastata a chiudere la questione. Ora il governo italiano e la Camera
nazionale della moda hanno annunciato una campagna contro l'anoressia e «un manifesto di
autoregolamentazione».
A) Dalla prossima stagione delle sfilate, le modelle con indice di massa corporea troppo bassa non
potranno lavorare a Madrid. Questa decisione è stata avversata da stilisti come Stefano Gabbana.
B) La decisione spagnola di impedire di sfilare alle modelle con indice di massa corporea troppo basso non
chiude il dibattito che aveva diviso gli operatori della moda sull’eccessiva magrezza delle modelle,
centrato sulla necessità di rispettare o meno alcuni parametri fisiologici. Sono infatti attesi i
provvedimenti delle autorità italiane in materia.
C) Secondo alcuni stilisti, come Stefano Gabbana, non è necessario imporre alle modelle dei parametri di
riferimento in relazione alla loro magrezza, poiché le ragazze sarebbero in grado di regolarsi
autonomamente e di mangiare quanto vogliono.
D) La decisione spagnola di impedire la passerella alle modelle con indice di massa corporea troppo basso
riapre il dibattito, avvenuto la scorsa primavera, sui problemi alimentari delle modelle, che aveva diviso
gli operatori della moda e che era stato ritenuto inutile da stilisti come Stefano Gabbana. Sono attesi i
provvedimenti delle autorità italiane in materia.
386
Sul tema cruciale delle nuove tasse universitarie, Tony Blair ha ottenuto una vittoria con soli cinque
voti di maggioranza rispetto ai centosessantuno di cui poteva disporre in teoria, contando solo sul
suo partito. Si vara infatti una impopolarissima legge che renderà sempre più costoso per gli
studenti accedere a una università; per questa ragione nessuno aveva azzardato previsioni fino
all’esito del voto che, comunque, ha provocato gravi lacerazioni all’interno del partito laburista.
A) Il premier inglese Tony Blair ha messo a segno un’altra vittoria, anche se di stretta misura, con soli
cinque voti a favore, quando ne aveva a disposizione altri centosessantuno del suo partito. Si votava
infatti la impopolare legge sull’aumento delle tasse universitarie, che ha profondamente diviso il partito
laburista.
B) L’impopolare legge voluta da Tony Blair, che aumenta le tasse universitarie, è stata approvata con soli
cinque voti di vantaggio, al prezzo di una profonda lacerazione all’interno del partito laburista.
C) La Camera dei Comuni ha approvato la legge sulle nuove tasse voluta da Tony Blair, che però ha vinto
per soli cinque voti di vantaggio, rispetto ai centosessantuno che aveva a disposizione nel suo stesso
partito, che si è diviso su questa legge impopolare, in un voto su cui fino all’ultimo nessuno ha osato
esprimere previsioni.
D) Tony Blair è riuscito a far approvare il suo progetto sulle tasse universitarie, ma con soli cinque voti di
margine contro i centosessantuno su cui teoricamente poteva contare nel suo partito. La legge è infatti
molto impopolare, aumentando i costi di accesso agli atenei, e per questo non è stato possibile
prevedere fino all’ultimo i risultati del voto, che ha diviso profondamente il partito laburista.
BRANI
387
In successione di tempo l’"autunno caldo" produsse molteplici effetti nel mercato del lavoro.
Gli aumenti salariali concentratisi soprattutto nell’ambito della grande industria determinarono una
progressiva riduzione dei saggi di crescita dei posti di lavoro nei settori più moderni e, di
conseguenza, un incremento proporzionale dell’occupazione nei comparti più tradizionali e nel
pubblico impiego. Inoltre, in seguito all’aumento dei dipendenti dello Stato, venne delineandosi un
conflitto non più latente nella ripartizione del reddito tra le maestranze dell’industria e il personale
occupato nella pubblica amministrazione.
A) La crescita dei salari intersettoriali causata dall’“autunno caldo” fece aumentare prima l’afflusso di
lavoratori nei settori moderni e successivamente nel settore pubblico, creando i presupposti per un
conflitto nella ripartizione del reddito tra dipendenti della pubblica amministrazione e personale
dell’industria.
B) L’“autunno caldo”, favorendo una crescita a catena dei salari nella grande industria, ridusse il tasso di
occupazione nei settori tradizionali, ma aumentò proporzionalmente il saggio di crescita dei posti di
lavoro nel settore pubblico, creando i presupposti per un conflitto nella ripartizione del reddito tra i
dipendenti della pubblica amministrazione e il personale dell’industria.
C) Durante l’“autunno caldo”, la crescita dei salari nella grande industria, riducendo il tasso di crescita
dell’occupazione nei settori moderni, favorì l’espansione occupazionale nei settori più tradizionali e nel
settore pubblico, creando i presupposti per un conflitto nella ripartizione del reddito tra i dipendenti della
pubblica amministrazione e il personale dell’industria.
D) L’“autunno caldo” innescò una crescita a catena dei salari nella grande industria, che ridusse il tasso di
crescita dei settori moderni favorendo l’espansione occupazionale nei settori più tradizionali e nel settore
pubblico e creando i presupposti per un conflitto nella concentrazione del reddito tra i dipendenti della
pubblica amministrazione e il personale dell’industria.
388
Secondo la definizione di Burrough (1986), il GIS è composto da una serie di strumenti software per
acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale,
associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Il sistema
informativo geografico o GIS può essere visto come una forma di DBMS (Database Management
System, Sistema di Gestione di basi di dati), in grado di gestire dati geografici.
A) Burrough (1986) definì il GIS come un composto di strumenti software dati dal mondo reale, in grado di
associare a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche.
B) Il GIS è una sorta di Sistema di Gestione di basi di dati, in grado di gestire dati spaziali dal mondo
associati a elementi geografici e descrizioni numeriche.
C) Il GIS permette di acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati del mondo reale,
associando agli elementi geografici uno o più caratteri alfanumerici con un software realizzato da
Burrough nel 1986.
D) Il GIS è composto da una serie di strumenti software per elaborare e visualizzare dati spaziali,
associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche.
BRANI
389
«L’economia del nostro Paese sta andando a rotoli!», esclamò all’improvviso il ministro. Il gelo calò
nella sala: nessuno si sarebbe aspettato una presa di posizione così netta e allarmante. Il disagio
generale era acuito dall’espressione seria e decisa di chi aveva pronunciato quella frase.
A) Il modo serio e deciso con cui il ministro aveva reso note le sue preoccupazioni sull’economia italiana
aveva aumentato l’allarme dei presenti.
B) La preoccupazione dei presenti era dovuta a un’inattesa e netta affermazione del ministro intorno allo
stato dell’economia nazionale.
C) Tutti i presenti (coscienti che a parlare era una persona dal carattere responsabile e determinato)
presero sul serio il ministro quando, all’improvviso, assunse una posizione preoccupata davanti
all’andamento dell’economia nazionale.
D) In una sala fredda, il ministro fece alcune dichiarazioni allarmanti intorno allo stato dell’economia
nazionale.
390
Nel mondo greco, almeno sin dal VI secolo a.C., c’erano sempre state delle scuole in cui si
impartivano i primi rudimenti del sapere, e i sofisti avevano molto contribuito a far capire
l’importanza dell’istruzione superiore. In epoca ellenistica si diffuse un sistema organico
d’istruzione, perché l’insegnamento doveva avere due funzioni vitali: assicurare che i giovani
apprendessero la cultura greca degli antenati e rispondere alle necessità culturali di un mondo più
fluido e più individualistico.
A) Dal VI secolo a.C. in poi, fiorirono in Grecia scuole in cui veniva impartita un’istruzione elementare. È
con i sofisti, in epoca ellenistica, che si sviluppa l’insegnamento superiore, attento alla cultura degli
antenati, ma al contempo più fluido e individualistico.
B) Le prime scuole superiori greche furono fondate dai sofisti nel VI secolo a.C. Esse, in epoca ellenistica,
vennero poi coordinate e sviluppate al fine di impartire ai giovani un’istruzione più in linea con i tempi.
C) L’affermarsi dell’istruzione superiore in Grecia si deve ai sofisti, operanti nelle scuole del VI secolo a.C.
Essi, infatti, crearono un sistema organico di istruzione, per garantire ai giovani l’apprendimento della
storia e prepararli a competere in un mondo, quello ellenistico, fluido e individualistico.
D) Per rispondere alle necessità culturali di un mondo più fluido e individualistico, senza dimenticare la
cultura degli antenati, in età ellenistica si sviluppò un sistema organico di istruzione. È in buona parte
grazie ai sofisti che si era compresa l’importanza dell’istruzione superiore, mentre già dal VI secolo a.C.
esistevano in Grecia scuole in cui si impartivano solo i primi rudimenti del sapere.
391
Secondo l'annuale report di Yahoo! sulle "Tendenze della Rete", la top ten del 2011 vede i navigatori
nostrani impegnati non tanto a digitare l'immancabile parola "sex", almeno secondo il rapporto,
quanto piuttosto a cercare informazioni su previsioni del tempo e astri. Al secondo posto viene la
ricerca di amicizie attraverso le chat. Tre cose che, a pensarci bene, non sono poi nemmeno così
lontane tra loro, visto il sempre crescente bisogno di amici e divertimento.
A) Secondo il report annuale di Yahoo! su internet, la parola più cercata in assoluto non è stata la parola
“sex” perché è stata sorpassata dalla ricerca di informazioni sul meteo e dalla ricerca di amicizie in chat.
Questo fatto si spiega con il crescente bisogno di socializzazione e divertimento.
B) Secondo il report annuale di Yahoo! gli italiani non solo hanno effettuato moltissime ricerche con la
parola “sex”, ma hanno anche ricercato amicizie per soddisfare il proprio bisogno di socializzazione e
divertimento.
C) Secondo il report annuale di Yahoo! gli italiani nel 2011 hanno preferito cercare on-line informazioni
meteorologiche, amicizie in chat e previsioni sugli astri piuttosto che visitare siti pornografici.
D) Non sorprende che i navigatori italiani nel 2011 abbiano preferito cercare on-line informazioni
meteorologiche, amicizie in chat e previsioni sugli astri, come riferito dal report annuale sulla Rete di
Yahoo!, considerato il crescente bisogno di socializzazione e divertimento.
BRANI
392
I tornado sono vortici depressionari di breve durata dove i venti possono raggiungere velocità molto
elevate, superiori ai 300-400 km/h; questi fenomeni avvengono essenzialmente nelle zone
pianeggianti degli Stati Uniti e dell'Australia e si sviluppano sotto le grandi nubi temporalesche
(cumulonembi). Un tornado medio ha un diametro di 100-200 m, si sposta sulla superficie terrestre a
una velocità di alcune decine di km/h e dura pochi minuti. Sono in grado di distruggere tutto quello
che incontrano sul loro percorso a causa delle violente correnti ascensionali e dei venti fortissimi al
loro interno.
A) I tornado sono molto distruttivi sul loro percorso a causa delle violente scariche di corrente
depressionaria al loro interno. Si sviluppano principalmente nelle pianure statunitensi e australiane.
B) I tornado sono vortici di venti che raggiungono i 300-400 km/h. Queste depressioni si spostano
velocemente e possono essere molto distruttive anche se durano pochi minuti, come accade nelle
pianure nordamericane e australiane dove si verificano.
C) Anche se i tornado sono molto distruttivi e i venti al loro interno possono raggiungere i 300-400 km/h,
sviluppandosi nelle pianure statunitensi e australiane non provocano mai gravi danni.
D) I tornado sono vortici depressivi di breve durata che si sviluppano sotto le grandi nubi dette
cumulonembi. Ne sono soggetti essenzialmente gli statunitensi e gli australiani delle zone pianeggianti.
393
L’accentramento e il decentramento in genere (e di conseguenza anche l’accentramento e il
decentramento amministrativi) non sono istituti giuridici univoci, ma formule contenenti principi e
tendenze, modi di essere di un apparato politico o amministrativo.
A) L’accentramento non può essere amministrativo, a differenza del decentramento, che è una formula di
comportamento.
B) Soltanto l’accentramento amministrativo e il decentramento amministrativo non costituiscono istituti
giuridici univoci.
C) Il decentramento politico si identifica con il decentramento amministrativo.
D) L’accentramento e il decentramento amministrativo non costituiscono istituti giuridici univoci ma
esprimono la tendenza di un apparato.
394
Teoricamente, quindi, tutti i cittadini erano membri uguali della polis, nel senso che erano protetti
nel possesso dei loro fondamentali diritti privati. Continuavano a esserci gli schiavi; alcuni elementi
della popolazione contadina potevano diventare servi; le donne erano considerate politicamente
incapaci, ma nel complesso i cittadini avevano i loro diritti e doveri.
A) Anche se in teoria tutti i cittadini della polis amavano considerarsi uguali, le donne non avevano diritto di
voto. Inoltre, continuavano a esserci gli schiavi e chiunque, pur avendo uguali diritti e doveri, se cadeva
in miseria era costretto a diventare servo.
B) Nella polis greca i cittadini erano tutti uguali, avendo i propri diritti e doveri, ma solo teoricamente. Infatti
tutti gli uomini potevano diventare schiavi o servi, mentre le donne erano considerate politicamente
incapaci.
C) Benché nella polis ci fossero gli schiavi, taluni contadini potessero diventare servi e le donne non
venissero riconosciute politicamente capaci, i cittadini erano teoricamente tutti membri uguali della polis,
poiché venivano protetti i loro diritti privati fondamentali.
D) Nella polis greca i contadini e le donne, che peraltro erano considerate politicamente incapaci, potevano
diventare servi o schiavi. Malgrado ciò, i legislatori sostenevano che tutti i cittadini fossero uguali e che
avessero i medesimi diritti privati e doveri.
BRANI
395
La definizione del concetto di "Romanticismo" risulta ancor più complessa di quella di
"Rinascimento" o di "Illuminismo" e sembra urtare contro ostacoli insormontabili che derivano dalla
difficoltà di definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Due sono le interpretazioni prevalenti: la
prima identifica la nota qualificante del Romanticismo nell'esaltazione del sentimento, mentre per la
seconda il Romanticismo è una temperie culturale che si riflette nella letteratura, nella filosofia, nella
politica, nella pittura ecc.
A) Delucidare e spiegare il concetto di “Romanticismo” è fra le operazioni più ardue, poiché il Romanticismo
fu un movimento ancora più complesso rispetto ai già difficili concetti di “Rinascimento” e di “Illuminismo”
e risulta difficile definirne adeguatamente l'ambito storiografico. Le due interpretazioni prevalenti
comunque vedono nel movimento il prevalere del sentimento e la manifestazione di una particolare
temperie culturale.
B) Per alcuni interpreti la nota qualificante del Romanticismo è costituita dall'esaltazione del sentimento,
secondo altri esso è invece una temperie culturale che investe tutte le espressioni culturali quali l'arte, la
letteratura, la filosofia ecc.
C) Il concetto di "Romanticismo" è di complessa definizione per via della difficoltà di definirne
adeguatamente l'ambito storiografico. Secondo alcuni interpreti la nota qualificante del Romanticismo
sarebbe l'esaltazione del sentimento, mentre altri lo ritengono una temperie culturale che si riflette in
tutte le manifestazioni culturali.
D) La delucidazione critica del concetto di "Romanticismo" risulta ancor più complessa di quelli di
"Rinascimento" o di "Illuminismo" e urta con ostacoli veramente insormontabili che provengono dalla
presenza di due interpretazioni contrastanti.
396
"Dalla Russia con amore" è un gioco elettronico recentemente messo sul mercato che si rifà nei
minimi particolari all’omonimo film, proponendo al tempo stesso intense sequenze d’azione
completamente inedite e altre che riprendono gli elementi più famosi di diverse pellicole del primo
Agente 007, fra cui la memorabile scena in cui James Bond si sfila la muta da sub per sfoggiare un
impeccabile smoking con tanto di garofano rosso e di orologio subacqueo.
A) La pellicola intitolata “Dalla Russia con amore” è stata prodotta e commercializzata in previsione del
lancio sul mercato di un nuovo gioco elettronico che ne riproduce le scene più famose, tra le quali quella
in cui il protagonista si sfila una muta da sub per esibire un elegantissimo smoking.
B) È in vendita da poco tempo un gioco elettronico ispirato alla figura di James Bond. Il gioco ripropone le
scene più famose dei primi film dell’agente 007 che ebbero questo personaggio come protagonista,
insieme a nuove situazioni originali.
C) Esiste un gioco elettronico interamente costruito intorno alla più celebre scena del film “Dalla Russia con
amore”, quella in cui l’Agente 007 si toglie la muta da sub rivelando al pubblico la sua vera identità.
D) La scena in cui James Bond si toglie la muta da sub e l’orologio subacqueo per esibire un elegante
smoking con garofano fa parte del film intitolato “Dalla Russia con amore”. Un gioco elettronico di
recente produzione è ispirato a questa pellicola.
BRANI
397
è sempre più vero che la natura in generale e l’ambiente in particolare sono ridotti a fattore di
produzione per realizzare crescita così come, drammatici ed espliciti, da decenni si rincorrono i
richiami sui limiti sociali allo sviluppo, contro la beatitudine economica, in opposizione alla società
opulenta e rifiutando il fascino della crescita infinita.
A) La natura in generale e l’ambiente in particolare sono utilizzati da decenni per rincorrere la beatitudine
economica, la società opulenta e una crescita infinita, ma molti appelli si sono levati contro il limite
sociale dello sviluppo.
B) La natura è sempre di più un fattore di produzione che genera crescita così come da decenni si
rincorrono gli appelli a favore della beatitudine economica, della società opulenta e della crescita infinita
e senza limiti sociali.
C) Sono drammatici ed espliciti i limiti dei fattori di produzione, della natura in generale e dell’ambiente in
particolare, come affermano gli appelli che da decenni rincorrono la beatitudine economica, in
opposizione alla società opulenta e rifiutando una crescita infinita.
D) Sempre più la natura è utilizzata solo come fattore di produzione mentre si susseguono i ripetuti appelli
al rispetto dei limiti dello sviluppo, contro l’idea di un’economia comunque positiva, contro una società
opulenta e contro il mito di una crescita infinita.
398
Fino a quando fu possibile avviarsi all’esercizio dell’industria con capitali provenienti dalla
monetizzazione del proprio patrimonio, dal concorso di familiari e parenti, da prestiti o società con
amici e conoscenti, la parte dell’industriale rimase abbastanza autonoma, e così la sua relativa
indipendenza finanziaria. In seguito, il ricorso al capitale finanziario andò crescendo. Alla fine del
secolo XIX la grande finanza aveva ristabilito e ampliato la centralità già acquistata nella strategia e
nella dinamica economica europea dai tempi della maggiore espansione medievale. Nel secolo XX
questa tendenza si sarebbe accentuata.
A) All’inizio chi si indirizzava a un’attività di tipo industriale doveva necessariamente ricorrere al proprio
patrimonio personale o al concorso di parenti e amici con cui, eventualmente, entrava in società. Solo
quando in seguito andò crescendo il ricorso al capitale finanziario, la figura dell’industriale diventò
relativamente autonoma. Ciò avvenne già a partire dalla fine del XIX secolo e in misura ancora maggiore
nel secolo successivo.
B) Fino a quando fu possibile monetizzare il proprio patrimonio, ci si poté avviare all’industria senza
ricorrere al capitale finanziario. Alla fine del secolo XIX la grande finanza aveva tuttavia riacquisito
l’importanza che precedentemente aveva avuto solo nell’economia europea medievale. Nel corso del XX
secolo ciò avvenne in misura ancora maggiore.
C) Fino alla fine del XIX secolo chi voleva avviare un’attività industriale doveva necessariamente ricorrere
alla monetizzazione del patrimonio familiare. Il ruolo dell’economia finanziaria crebbe però
incessantemente durante il XX secolo. Per questo la figura dell’industriale fu dapprima relativamente
autonoma, per quanto sempre legata a un tipo d’industria a conduzione familiare, e poi sempre più
dipendente dalla grande finanza.
D) Finché fu possibile iniziare un’attività industriale senza ricorrere al capitale finanziario, ma grazie al
patrimonio personale o attraverso prestiti di familiari o costituendo società con amici e parenti,
l’imprenditore preservò la propria indipendenza. A fine Ottocento, tuttavia, il ricorso al capitale finanziario
tornò a essere centrale come durante l’espansione medievale e, durante il Novecento, la sua importanza
aumentò ulteriormente.
BRANI
399
Gli assiomi sono enunciati assunti come veri, per necessità ed evidenza. Secondo la moderna
metodologia, però, in una teoria si può considerare come assioma ogni enunciato: ciò che lo rende
tale è il fatto, puramente arbitrario e dettato da ragioni di praticità, di essere assunto come vero
senza dimostrazione. Quindi non si parla più di assioma in assoluto, ma solo relativamente a una
singola teoria: gli assiomi di una possono essere teoremi di un’altra. La scelta degli assiomi non è
del tutto arbitraria, condizione essenziale per l’accettabilità di un sistema di assiomi rimane infatti la
loro reciproca non contraddittorietà nel complesso della teoria.
A) Gli assiomi sono proposizioni necessarie e autoevidenti. Secondo la metodologia moderna, però, gli
assiomi assoluti possono diventare in un’altra teoria teoremi da dimostrare, non sulla base dell’evidenza
logica, ma arbitrariamente e per questioni di praticità. Ciò che è necessario perché un sistema di assiomi
sia accettabile è che non sia contraddittorio con la teoria cui si riferisce.
B) In senso assoluto, gli assiomi sono enunciati che si considerano veri, in quanto sono necessari ed
evidenti; con la moderna metodologia, però, all’interno di una teoria, un assioma può essere considerato,
arbitrariamente, tale solo relativamente al contesto, per praticità: gli assiomi in una teoria potrebbero,
infatti, essere considerati teoremi in un’altra. Perché il complesso di assiomi assunti come tali all’interno
di una teoria sia accettabile è però necessario che essi siano tra loro non contraddittori.
C) Se un enunciato è necessario ed evidente è un assioma e viene assunto come vero senza
dimostrazione. Nella metodologia moderna, però, possono essere considerati assiomi in una teoria
anche enunciati non evidenti, per ragioni di praticità; condizione perché siano accettabili è la loro
reciproca non contraddittorietà.
D) Gli assiomi assoluti, necessari ed evidenti della tradizione classica euclidea, sono diventati nella
moderna metodologia relativi e arbitrari nelle singole teorie; ciò che li rende accettabili è solo la reciproca
non contraddittorietà.
400
La maggioranza dei laureati ha, da sempre, più facilmente trovato lavoro in aziende piccole o
piccolissime, in modo assai spesso legato a conoscenze personali e questo tipo di aziende
garantisce forse non sempre la qualità delle occupazioni, ma sempre un discreto numero di
opportunità anche in tempi di crisi. In particolare, oltre l'80% dei laureati lo scorso anno ha trovato
lavoro nel settore terziario, contro un modesto 16% assunto nel settore industriale.
A) Le aziende piccole o piccolissime garantiscono sempre opportunità, ma quasi mai qualità per i
neolaureati. Questo rimane vero anche nei periodi di crisi strutturale. Tutte le opportunità, però, passano
attraverso le conoscenze personali.
B) La gran parte delle opportunità lavorative per i neolaureati proviene dal terziario. In particolare, oltre
l'80% dei laureati ha trovato lavoro in questo settore, mentre solo il 16% si è collocato nel settore
industriale. Questi dati, per la precisione, si riferiscono all'anno appena passato.
C) È ormai un fatto consolidato che i laureati trovino più facilmente lavoro all'interno di aziende piccole o
piccolissime, quasi sempre grazie all'attività di mediazione svolta presso le aziende dall'università
stessa. Si tratta di opportunità che, da un lato, non garantiscono la qualità delle occupazioni ma,
dall'altro, ne garantiscono la quantità. In particolare, il settore terziario assorbe il numero più elevato di
laureati (circa l'80%), mentre quello dell'industria soltanto il 16%.
D) La maggioranza dei laureati (l’anno scorso oltre l’80%) trova più facilmente lavoro presso aziende
piccole o piccolissime del settore terziario, spesso grazie alle conoscenze personali. Tali aziende
garantiscono infatti un discreto numero di opportunità anche in periodi di crisi, anche se non sempre la
qualità delle occupazioni è elevata.
BRANI
401
Il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti gli abitanti di quel Paese. Un Paese dove la
maggior parte della gente è povera sarà dunque un Paese povero o un Paese a basso reddito. Ciò è
vero anche se nel Paese vi sono alcune persone che sono ricche o anche molto ricche.
A) Un Paese a basso reddito è quello in cui vi sono persone ricche o anche molto ricche e persone povere
o anche molto povere. Infatti, il reddito di una nazione è dato dalla somma dei redditi di tutti i suoi
abitanti.
B) Non necessariamente la presenza di alcune persone che sono ricche o anche molto ricche, significa che
il reddito nazionale del loro Paese sia sopra la media. Se vi sono anche dei poveri, poiché il reddito di
una nazione è la somma dei redditi di tutti i suoi cittadini, il Paese potrebbe non essere ricco.
C) Per valutare la ricchezza di una nazione, bisogna sommare i redditi di tutti i suoi abitanti poveri. Si
potrebbe scoprire che un Paese in cui vi sono persone che sono ricche o anche molto ricche, è in realtà
un Paese a basso reddito.
D) Il fatto che in un Paese vi siano persone anche molto ricche, non significa che un Paese sia ricco. Infatti,
il reddito di una nazione è la somma dei redditi di tutti i suoi abitanti: se in maggioranza essi sono poveri,
il Paese sarà a basso reddito.
402
L’arte bizantina è essenzialmente un’arte cristiana e si dedica soprattutto alla costruzione e
decorazione dei luoghi di culto: le grandi basiliche. Il suo scopo non è soltanto abbellire gli edifici,
ma esortare i fedeli al sentimento religioso e alla preghiera. È, a tutti gli effetti, arte sacra.
A) L’arte bizantina, poiché è arte cristiana, si dedica alla costruzione e decorazione dei luoghi di culto. Il suo
scopo non è quello di abbellire gli edifici, bensì quello di esortare i fedeli al raccoglimento e alla
preghiera.
B) L’arte bizantina è un’arte cristiana; infatti nasce con lo scopo esclusivo di decorare i luoghi di culto e
assolve la funzione di esortare i fedeli al sentimento religioso.
C) Esclusivamente arte cristiana, quella bizantina è utilizzata soprattutto per la decorazione di grandi
basiliche con figure e simboli che richiamano la storia sacra e invitano i fedeli alla preghiera.
D) Quella bizantina è nella sua essenza arte cristiana e sacra, dedita in particolare alla costruzione e
all’abbellimento delle basiliche cristiane come luogo di culto, con un duplice scopo: decorativo e di
esortazione alla preghiera.
403
La storia propriamente detta incomincia dal momento in cui si hanno notizie autentiche,
contemporanee o posteriori a determinati avvenimenti: il che si verifica non tanto quando l’uomo si
costituisce in società, bensì quando comincia a incidere su legno, pietra, papiro o altro materiale,
cioè quando inventa la scrittura, unico indispensabile mezzo per realizzare un vero documento
storico.
A) Si assume come inizio della storia l’invenzione della scrittura. Per questo motivo la storia propriamente
detta è quella che ci ha tramandato documenti e notizie su determinati avvenimenti.
B) La storia propriamente detta incomincia dal momento in cui si hanno notizie vere, contemporanee o
posteriori, su determinati avvenimenti. Una società, quindi, può costituirsi solo mediante la scrittura, cioè
realizzando documenti autentici.
C) Si può parlare di storia da quando si possiedono notizie autentiche, contemporanee o posteriori, su
determinati avvenimenti. La storia ha quindi inizio prima della costituzione di uomini in società, cioè già
con la scrittura che consente la realizzazione di documenti storici.
D) Si può parlare di storia dal momento in cui sono disponibili notizie autentiche, contemporanee o
posteriori, su determinati avvenimenti. La storia ha quindi inizio con la scrittura (incisa su supporti di
materiale vario come pietra, papiro ecc.), l’unico mezzo che consenta la realizzazione di veri documenti
storici.
BRANI
404
L'armistizio dell'8 settembre 1943 provocò lo sbandamento dell'esercito italiano. Immediatamente i
tedeschi cercarono di porre rimedio alla situazione, prima catturando i nostri militari e,
successivamente, cercando di inquadrarli nei loro reparti. La successiva proclamazione della
Repubblica sociale non cambiò molto la situazione.
A) L'armistizio dell'8 settembre 1943 causò lo sbandamento dei militari italiani che vennero catturati e
inquadrati nei reparti tedeschi. La situazione rimase inalterata anche con la proclamazione della
Repubblica sociale.
B) L'armistizio del 1943 provocò lo sbandamento delle truppe italiane: i soldati furono catturati dai tedeschi
e, dopo la proclamazione della Repubblica sociale, vennero inquadrati nei loro reparti.
C) La proclamazione della Repubblica sociale non bastò a risolvere lo sbandamento dell'esercito italiano
verificatosi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Infatti i soldati furono catturati dai tedeschi.
D) I tedeschi non riuscirono a evitare lo sbandamento dei soldati italiani, causato dall'armistizio dell'8
settembre 1943. Solo la proclamazione della Repubblica sociale migliorò la situazione.
405
Sia nel Nord sia soprattutto nel Sud del mondo, sono le donne che pagano le conseguenze più alte
della povertà perché non esiste ancora parità fra i sessi. Per esempio, i loro guadagni medi sono
ovunque più bassi di quelli degli uomini e il loro carico di lavoro è ovunque più alto perché esse si
prendono anche cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo la cura della casa comprende anche
la raccolta della legna e l'approvvigionamento dell'acqua. Infine, le donne devono pensare anche
all'orto e talvolta anche alla stessa coltivazione dei campi.
A) Ovunque nel mondo, le conseguenze più gravi della povertà ricadono sulle donne, poiché non esiste
ancora parità tra i sessi. Le donne guadagnano mediamente meno degli uomini e hanno carichi di lavoro
maggiori, considerando la cura della casa e dei figli. Nel Sud del mondo le donne si occupano anche
della raccolta della legna e dell'approvvigionamento dell'acqua, oltre che dell'orto e in alcuni casi della
coltivazione dei campi.
B) Soprattutto nel Nord del mondo le donne sono vittime delle conseguenze della povertà a causa della
discriminazione sessuale. Il carico di lavoro è maggiore rispetto a quello degli uomini, perché oltre
all'attività lavorativa fuori casa, esse devono sobbarcarsi anche i lavori domestici e la cura dei figli. Nel
Sud del mondo le donne si occupano esclusivamente della raccolta della legna e
dell'approvvigionamento dell'acqua.
C) La condizione femminile, sia nel Nord sia nel Sud del mondo, risente ancora dei maggiori disagi legati
alla povertà. Le donne guadagnano meno dei loro colleghi maschi e lavorano di più. Se poi nei Paesi
ricchi esse devono solo occuparsi della casa e dei figli, nel Terzo mondo devono anche badare alla
raccolta della legna, all'approvvigionamento dell'acqua, all'orto e alla sua coltivazione.
D) Nel mondo, indifferentemente fra Nord e Sud, la condizione della donna è discriminata perché guadagna
di meno ma il suo carico di lavoro resta comunque elevato, in quanto alle donne è affidata la gestione
della casa e della prole.
BRANI
406
Godfrey Harold Hardy (1877-1947), specialista in teoria dei numeri, è autore di "Apologia di un
matematico". Così è descritto il libro: «Un grande matematico del nostro secolo scrive una
dichiarazione d'amore per la disciplina a cui ha dedicato la vita. Libro di culto per tutti i matematici,
l'Apologia è intessuta di humour, logica e malinconia: anche quando l'autore sembra conversare di
cricket o di scacchi, della giovinezza o della vecchiaia, o quando "racconta" un teorema, il lettore
viene sempre reso magicamente partecipe dell'intimo piacere che solo la creazione può dare».
A) Malgrado siano ormai passati decenni dalla pubblicazione di "Apologia di un matematico" e dalla
scomparsa del suo autore (Hardy morì nel 1947), questa "dichiarazione d'amore" verso una disciplina
generalmente ostica ai più è ormai a tutti gli effetti un libro di culto, testimonianza di una creatività
debordante.
B) Godfrey Harold Hardy è certamente più famoso come autore di "Apologia di un matematico" che come
uno tra i massimi specialisti del Novecento in teoria dei numeri. D'altro canto, l'Apologia è proprio un bel
libro, ricco di humour e avvincente, in grado di conquistare sia gli appassionati della materia sia i profani.
C) "Apologia di un matematico", libro di culto di cui è autore G.H. Hardy, specialista in teoria dei numeri
scomparso nel 1947, è un inno alla matematica capace di avvincere sia nella parte dedicata alla
rievocazione di fatti della vita quotidiana sia in quella più propriamente specialistica. È un'opera ricca di
humour, logica e malinconia.
D) Non sempre i grandi specialisti sono in grado di svelare i segreti della loro disciplina e la passione e la
"magia" che ne hanno animato la ricerca. In una simile opera di divulgazione è riuscito molto bene
l'autore di "Apologia di un matematico", divenuto in breve un libro guida per tutti i matematici, ricco di
humour e di logica sia quando parla di cricket che di teoremi.
407
Secondo l'American Psychological Association, la percentuale di popolazione statunitense in cura
da uno psicologo è stata per molti anni inferiore al 50%. Oggi sfiorerebbe l’80%. Gli individui
sembrano sempre più deboli, incapaci di affrontare le sfide che la vita pone loro davanti senza
l’aiuto di un esercito di professionisti.
A) Secondo l'American Psychological Association, la percentuale di popolazione statunitense in cura da
uno psicologo è aumentata dal 50% all’80%. Gli psicologi sono talmente richiesti come aiuto
nell’affrontare le difficoltà dell’esistenza da formare un vero e proprio esercito.
B) Secondo l’Associazione americana di psicologia, la percentuale di popolazione statunitense in cura da
uno psicologo è aumentata considerevolmente: da meno del 50% sino a raggiungere l’80%. Questo
mostrerebbe la crescente debolezza di gran parte degli individui nell’affrontare i problemi dell’esistenza.
C) Secondo l'American Psychological Association, la percentuale di popolazione statunitense in cura da
uno psicologo è aumentata dal 50% all’80%. Questo mostrerebbe come nel mondo contemporaneo le
difficoltà della vita aumentino e gli individui diventino sempre più deboli e sofferenti.
D) Secondo alcuni studi, la percentuale della popolazione in cura da uno psicologo è aumentata da meno
del 50% all’80%. Questo mostrerebbe la debolezza di molti individui nell’affrontare le sfide della vita
senza un aiuto psicologico.
BRANI
408
La Spagna è una vera fucina di arti e cultura. Da decenni l'esuberanza degli spagnoli e la stabilità
delle condizioni meteorologiche estive attirano chi vuole fuggire dalle umide regioni dell'Europa
settentrionale, e la Spagna ha certamente molto di più da offrire dell'anche troppo celebre fascia
costiera: l'eredità artistica di Goya, Velázquez, Picasso e Dalí; le avventure romanzesche di Don
Chisciotte e il fascino di un paesaggio estremamente vario.
A) I turisti dell’Europa settentrionale si recano ormai da decenni in Spagna, non solo per la mitezza del
clima estivo della ormai troppo celebre fascia costiera, ma anche per l’esuberanza dei suoi abitanti.
B) L’esuberanza degli abitanti e le buone condizioni climatiche spingono ormai da decenni i turisti
dell’Europa verso la Spagna, che vanta un patrimonio artistico e culturale molto ricco, oltre a un
paesaggio estremamente vario.
C) Il buon clima e l’esuberanza dei suoi abitanti spingono ormai da decenni i turisti dell’Europa
settentrionale verso la Spagna, che oltre alle coste ormai inflazionate può offrire l’arte, la letteratura e un
paesaggio estremamente vario.
D) L'eredità artistica di Goya, Velázquez, Picasso e Dalí, le avventure romanzesche di Don Chisciotte, il
fascino di un paesaggio estremamente vario sono solo alcune delle numerose attrattive offerte dalla
Spagna, che da decenni ospita i turisti dell'Europa settentrionale.
409
Stando a questi dettagli, il dado appariva ormai tratto. Era infatti lo stesso Strozzi (che è tutto dire) a
mostrare ormai senza più incertezze d’aver imboccato la via senza ritorno dello scontro armato. A
spiegare l’improvvisa inversione politica dello Strozzi e del cardinal Salviati, ora pronti a muover
l’armi dopo anni di resistenze e retropensieri e inconfessati tentativi di accordi sottobanco con
l’oligarchia medicea di Firenze, concorrono motivazioni di genere diverso, politiche certamente, non
meno che psicologiche.
A) Lo Strozzi agì cautamente per molti anni. Le sue posizioni politiche – avverse a quelle della ristretta
cerchia di persone che reggeva le sorti di Firenze – erano strettamente legate a quelle del cardinale
Salviati. A fargli cambiare idea furono motivi di carattere sia psicologico sia politico. Lo scontro armato
appariva comunque allo Strozzi come un pericoloso gioco d’azzardo.
B) Pochi sapevano che nel corso degli anni precedenti lo Strozzi aveva brigato di nascosto dal cardinal
Salvati per far cadere l’oligarchia medicea. La mutata situazione politica, unita a moventi di natura
psicologica, contribuì a far cambiare atteggiamento ai due personaggi.
C) Lo Strozzi si era mosso cautamente per un lungo periodo di tempo, allacciando trattative segrete con gli
avversari. Il fatto di aver trovato un alleato nel cardinal Salviati gli fece decidere di scendere in guerra
con Firenze.
D) Lo Strozzi stava per scendere in guerra con la classe dirigente fiorentina legata ai Medici. Suo alleato in
questo repentino cambiamento di posizione era il cardinal Salviati. La decisione, motivata da ragioni
politiche e psicologiche, fu molto importante nel contesto delle vicende qui narrate.
BRANI
410
La Costituzione americana, che sarebbe divenuta un modello per la Rivoluzione francese e per le
rivoluzioni liberali europee dell’Ottocento, era tutta permeata, come la Dichiarazione di Indipendenza
del 1776, dello spirito dei filosofi illuministi: lo Stato, attraverso la costituzione, deve tutelare la
libertà, la vita e la proprietà dei cittadini; il resto deve essere regolato da un libero contratto tra
uomini liberi. Solo il popolo è sovrano, e solo il popolo può cambiare la costituzione. Garanzia
fondamentale di tale libertà e sovranità popolare era la separazione dei poteri organizzati in tre corpi
separati e indipendenti.
A) La Costituzione americana, ispirata ai principi del pensiero illuministico, sarebbe stata presa come
esempio da altri popoli. Essa infatti garantiva il rispetto dei diritti di ogni cittadino e sanciva la libertà e la
sovranità popolare attraverso la separazione dei poteri dello Stato.
B) La Costituzione americana venne scritta dai filosofi dell’Illuminismo, che avevano sostenuto essere lo
Stato il garante della libertà, della vita e della proprietà dei cittadini.
C) Secondo la Costituzione americana, il popolo sovrano garantisce che i poteri rimangano separati. Solo la
separazione dei poteri tutela la libertà di ogni cittadino.
D) La Costituzione americana non poteva essere in alcun modo cambiata se non attraverso un libero
contratto che doveva coinvolgere tutti gli uomini liberi. Questo principio si riassume nella formula «popolo
sovrano».
411
Le acque sotterranee rappresentano lo 0,6% dell'acqua del globo terrestre. Quando piove, l'acqua
non assorbita dai vegetali penetra nel suolo e scende verso il basso finché trova una superficie
impermeabile. L'acqua di tale zona costituisce una falda acquifera, il cui limite superiore è chiamato
superficie freatica.
A) L'acqua piovana non assorbita dai vegetali penetra nel sottosuolo e, spinta dalla forza di gravità, scorre
verso zone più depresse dando origine a una circolazione sotterranea. La circolazione è resa possibile
dalla presenza di strati impermeabili.
B) Le acque sotterranee (lo 0,6% dell'acqua terrestre) si formano in seguito alla penetrazione dell'acqua
piovana nel suolo, la quale, quando incontra una superficie impermeabile, dà origine a una falda
acquifera, il cui limite superiore è detto superficie freatica.
C) Le acque sotterranee, dette anche falde acquifere, costituiscono la maggior parte delle acque presenti
sulla Terra. Tali acque scorrono su una porzione impermeabile della superficie terrestre.
D) La pioggia si deposita sul suolo: una parte è assorbita dalle piante, l'altra scende in profondità e forma
una falda acquifera, la cui superficie è detta freatica.
BRANI
412
L’evoluzione in senso finanziario dei mercati dell’economia mondiale è ormai un fenomeno noto da
decenni e la fascia di attività economiche legate ai movimenti transfrontalieri di capitali continua a
espandersi senza limiti prevedibili in una prospettiva ravvicinata. È una realtà indiscussa l’esistenza
di centri d’affari che operano senza interruzioni, traendo il massimo dei vantaggi dal fatto che vi è
sempre una Borsa operativa.
A) Da decenni è nota l’evoluzione in senso finanziario dell’economia mondiale e la crescita delle attività
economiche connesse ai movimenti transfrontalieri di capitali non mostra rallentamenti imminenti. Inoltre
alcuni centri d’affari operano senza interruzioni e con vantaggio, grazie al fatto che c’è sempre una
Borsa aperta.
B) Le attività economiche legate ai movimenti internazionali di capitali sono in continua espansione; ciò
evidenzia l’evoluzione in senso finanziario dei mercati dell’economia mondiale.
C) È una realtà certa l’esistenza di vari centri d’affari che operano senza interruzioni, dato che vi è sempre
una Borsa operativa. Queste attività legate ai movimenti transfrontalieri di capitali continuano a
espandersi in modo inarrestabile da decenni.
D) L’evoluzione finanziaria dei mercati mondiali è nota da decenni, ma la crescita senza limiti delle attività
economiche connesse ai movimenti transfrontalieri di capitali non era prevedibile in una prospettiva
ravvicinata. Inoltre alcuni centri d’affari operano traendo i massimi profitti dalla Borsa, sempre operativa.
413
Sono state 28 le vittime degli incidenti stradali sulle strade italiane durante l’ultimo weekend del
2006. Un dato in netta diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando in 48
incidenti avevano perso la vita 57 persone. Il calo è significativo se si pensa anche alle condizioni
del tempo di quel weekend, con pioggia e neve in molte parti d’Italia. Per gli esperti la diminuzione è
da collegarsi all’entrata in vigore della patente a punti.
A) Grazie all’introduzione della patente a punti, il numero delle vittime per incidenti stradali dovuti al
maltempo è nettamente diminuito nell’ultimo weekend del 2006 rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente.
B) Nonostante le pessime condizioni meteorologiche su molte parti dell’Italia, il numero degli incidenti
stradali è diminuito durante l’ultimo weekend del 2006 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La diminuzione è dovuta all’introduzione della patente a punti.
C) Nonostante le pessime condizioni meteorologiche, il numero delle vittime degli incidenti stradali è
diminuito durante l’ultimo weekend del 2006 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
D) Nonostante il maltempo, il numero di vittime per incidenti stradali in Italia, durante l’ultimo weekend del
2006, è nettamente diminuito rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per gli esperti la
diminuzione è connessa all’introduzione della patente a punti.
BRANI
414
Nella foresta equatoriale, durante il giorno le chiome degli alberi guarnite di foglie sono le zone più
calde e quando esse si toccano costituiscono un suolo effettivo che, dal punto di vista termico,
sostituisce il suolo reale: vi è dunque un’inversione di temperatura e il massimo si osserva al livello
delle cime, con 32 °C, per scendere ai 25 °C al livello del suolo.
A) Il massimo termico nella foresta equatoriale si osserva al livello delle chiome degli alberi, dove si
raggiungono i 32 °C come se fosse un suolo vero e proprio. Successivamente però la temperatura
scende a 25 °C, quando le chiome si toccano fra loro.
B) Nella foresta equatoriale il massimo termico si osserva al livello delle cime degli alberi, con 32 °C, per
scendere ai 25 °C al livello del suolo. Questo fenomeno è dovuto all’intrecciarsi delle chiome guarnite di
foglie, che intercettano i raggi del sole come se fossero, da un punto di vista termico, un suolo vero e
proprio.
C) Le foglie delle foreste equatoriali intercettano i raggi del sole fino a raggiungere i 32 °C, mentre il suolo
giunge solo fino a 25 °C. Per questo al suolo reale si registra un’inversione di temperatura.
D) L’inversione di temperatura nelle foreste equatoriali si osserva al livello delle cime degli alberi, quando le
foglie si uniscono e fanno scendere la temperatura del suolo da 32 °C a 25 °C.
415
I rapporti tra cinema e psicoanalisi sono di lunga data. La follia è stata spesso rappresentata sullo
schermo, mentre per parte loro gli psicoanalisti hanno applicato gli strumenti interpretativi su
opere, autori e personaggi del cinema. Di recente si è profilato un nuovo intreccio tra arte
cinematografica e psicoanalisi: la cosiddetta cineterapia, che si propone di curare ogni nevrotico
con il film adatto: film comici per i depressi, commedie rosa per la crisi di coppia, thriller per gli
apatici.
A) Spesso il cinema ha rappresentato la follia e la psicoanalisi ha contribuito allo sviluppo del cinema
interpretando opere, autori e personaggi. Ma solo oggi si è arrivati alla realizzazione della cineterapia,
che cura le nevrosi attraverso la visione di film adatti, per esempio film comici per i depressi, commedie
rosa per la crisi di coppia, thriller per gli apatici.
B) Spesso il cinema ha rappresentato la follia e la psicoanalisi ha utilizzato i propri metodi per interpretare
opere, autori e personaggi del cinema. Ma il rapporto tra arte cinematografica e psicoanalisi, che è di
lunga data, si è rinnovato con la cosiddetta cineterapia, che cura le diverse forme di nevrosi con il film
più adatto a ciascuna.
C) La psicoanalisi ha spesso interpretato opere, autori e personaggi del cinema, sino a realizzare la
cosiddetta cineterapia, che fa corrispondere a ogni forma di nevrosi un genere cinematografico.
D) I rapporti tra cinema e psicoanalisi sono vecchissimi, ma soltanto adesso il loro intreccio ha dato origine
alla cineterapia, che si propone di selezionare e curare le nevrosi in base ai diversi tipi di film.
BRANI
416
Negli ultimi 15 anni una serie di studi ha scoperto una relazione inversa tra la presenza di vitamina C
nel sangue e rischio di ammalarsi di tumore. Nonostante questi dati di fatto, tutti gli esperimenti di
uso della vitamina C a fini preventivi o curativi del cancro non hanno dato esiti positivi. La
spiegazione è che i livelli di vitamina C nel sangue sono indicatori di una dieta ricca di frutta e
verdura, che è la vera ragione dell’azione anticancro.
A) Secondo una serie di studi recenti, la presenza di vitamina C nel sangue diminuisce nei malati di tumore.
I tentativi di curare il cancro ricorrendo alla vitamina C non hanno dato infatti esito positivo, tranne
quando accompagnati da una dieta ricca di frutta e verdura.
B) Studi recenti hanno smentito la teoria secondo cui la presenza di vitamina C nel sangue sia indice di un
minore rischio di contrarre tumori. Infatti non è la vitamina C, ma una dieta ricca di frutta e verdura la
vera causa dell’azione anticancro.
C) Una serie di studi recenti ha scoperto un’inversa relazione tra presenza di vitamina C nel sangue e
minore rischio di contrarre tumori. Nonostante questo, i tentativi di prevenzione del cancro attraverso una
dieta ricca di frutta e verdura, di cui la vitamina C è un componente essenziale, non hanno dato alcun
esito.
D) La presenza di vitamina C nel sangue è inversamente proporzionale al rischio di ammalarsi di tumore.
Tuttavia gli esperimenti hanno dimostrato che non è la vitamina C la causa dell’azione anticancro,
quanto una dieta ricca di frutta e verdura, di cui la vitamina C è un indice.
417
Sino a due secoli fa, si riteneva di conoscere con certezza la data dell'origine del mondo e quella
dell'apparizione dell'uomo sulla Terra: infatti, muovendo dalla Bibbia, si sosteneva che l'episodio
della creazione della Terra e quindi anche del suo abitante più perfetto, l'uomo, dovesse essere fatto
risalire a 4.000 anni circa avanti Cristo.
A) A partire dal secolo scorso si è ritenuto di poter conoscere con esattezza la data della creazione
dell'uomo e del mondo, collocandola, sulla base della Bibbia, a 4.000 anni circa prima di Cristo.
B) Fino a due secoli fa non vi erano dubbi sulla data di origine del mondo e dell’uomo, fino a quel punto
fissata, sulla base della Bibbia, a 4.000 anni prima.
C) Ancora due secoli fa si riteneva, sulla base della Bibbia, che la creazione dell'uomo e del mondo fosse
collocabile con certezza a circa 4.000 anni avanti Cristo.
D) Sino all'inizio dell'Ottocento si è creduto di poter utilizzare la Bibbia come unico testo nello stabilire con
esattezza la data di origine dell'uomo e del mondo, collocandola a circa 4.000 anni prima della morte di
Cristo.
BRANI
418
Nel periodo preso in considerazione, vengono mantenute e rafforzate le iniziative di tipo divulgativo
e formativo, alcune delle quali si connotano fortemente per la loro matrice "ambientale". Nello
stesso periodo espleta il suo pieno impatto sull’operatività dei progetti anche la legge regionale sui
servizi di sviluppo agricolo, in cui la formazione e l’aggiornamento professionale hanno un grande
rilievo.
A) La legge regionale sui servizi di sviluppo agricolo, di grande rilievo per la formazione e l’aggiornamento
professionale, perde efficacia sui progetti durante il periodo preso in considerazione, quando vengono
mantenute, e rafforzate, le iniziative ambientali.
B) Nel periodo considerato sono rafforzate le iniziative di tipo divulgativo e formativo, alcune di matrice
“ambientale”; nel mentre, la legge regionale sui servizi di sviluppo agricolo, importante per la formazione
e l’aggiornamento professionale, ha i suoi massimi effetti nella realizzazione dei progetti.
C) Nel periodo preso in considerazione, sono mantenute le iniziative di impostazione “ambientalista”,
mentre la legge regionale sui servizi di sviluppo agricolo estingue l’impatto dei progetti sull’operatività
della formazione e l’aggiornamento professionale.
D) Il periodo preso in considerazione vede mantenute iniziative fortemente connotate per la loro matrice
divulgativa e formativa. Inoltre, ha grande influenza sui progetti ambientali la legge regionale sui servizi
di sviluppo agricolo.
419
L’intensificazione dei rapporti tra Piemonte e Francia, destinati a culminare in una vera e propria
alleanza militare, fu determinata dagli effetti di un attentato compiuto il 14 gennaio 1858 contro
Napoleone III da Felice Orsini, un ex mazziniano convintosi che l’Italia non avrebbe potuto liberarsi
senza un mutamento sociale e politico europeo promosso da una Francia rinnovata.
A) Felice Orsini, un ex mazziniano convintosi che l’Italia non avrebbe potuto liberarsi senza un mutamento
sociale e politico europeo promosso dalla Francia, il 14 gennaio 1858 compì un attentato contro
Napoleone III, al fine di determinare un’intensificazione dei rapporti tra Piemonte e Francia e una vera e
propria alleanza militare tra i due Paesi.
B) Il 14 gennaio 1858 Felice Orsini attentò alla vita di Napoleone III. Orsini, ex mazziniano, credeva che la
liberazione dell’Italia non sarebbe potuta avvenire se una Francia rinnovata non avesse promosso un
mutamento sociale e politico. Il gesto di Orsini produsse un rafforzamento dei rapporti franco-piemontesi,
fino a giungere a una vera e propria alleanza militare.
C) Il gesto compiuto da Felice Orsini 14 gennaio 1858, contrariamente alle aspettative dell’ex mazziniano,
provocò l’intensificazione dei rapporti tra Piemonte e Francia: a seguito dell’uccisione di Napoleone III,
infatti, i due Paesi si allearono militarmente in funzione anti-italiana.
D) Con la scomparsa di Napoleone III, ucciso da Felice Orsini nel 1858, si verificò un profondo mutamento
sociale e politico in Europa. Inoltre, Francia e Piemonte si allearono favorendo in tal modo la nascita
dell’Italia.
420
Rincaro di Capodanno per le bollette energetiche: nel primo trimestre del 2008 le bollette elettriche
saliranno del 2,5%, mentre quelle del gas registreranno un aumento dello 0,7% rispetto al quarto
trimestre del 2007.
A) Il primo trimestre del 2008 vedrà bollette più care per circa il 3,2%.
B) Con il nuovo anno, la bolletta elettrica aumenterà nel primo trimestre, mentre quella del gas nell’ultimo.
C) A causa del Capodanno, le bollette di gas ed elettricità saranno aumentate.
D) Nei primi tre mesi del 2008, il costo di gas e di elettricità sarà maggiore che negli ultimi tre mesi del
2007.
BRANI
421
La latitudine (o latitudine geografica) è la coordinata geografica pari all'altezza del polo celeste
sull'orizzonte. Tale angolo viene misurato in gradi sessagesimali e può assumere valori
nell'intervallo da 0 a 90° N e da 0 a 90° S. Il punto in cui la latitudine è un angolo retto e dal quale la
rotazione del pianeta è vista come antioraria è detto polo nord, il suo opposto polo sud. I rispettivi
emisferi sono detti boreale e australe.
A) La latitudine è la coordinata geografica, misurata in gradi sessagesimali, pari all'altezza del polo celeste
sull'orizzonte. Al polo nord, nell'emisfero boreale, l'angolo è retto e misura 90° N; il suo opposto, al polo
sud, nell'emisfero australe, è 90° S.
B) La latitudine è la coordinata geografica che forma un angolo retto dal quale la rotazione terrestre è vista
come antioraria e misurata in gradi sessagesimali. Rispettivamente è di 90° N nell'emisfero boreale e
90° S in quello australe.
C) La latitudine esprime in gradi sessagesimali la coordinata geografica pari all'altezza del sole
sull'orizzonte. Il punto in cui l'angolo è retto e la rotazione del pianeta è vista come antioraria (90° N) è
detto polo nord nell'emisfero boreale, polo sud in quello australe.
D) La latitudine è il punto in cui il polo celeste forma un angolo retto, espresso in gradi sessagesimali, dal
quale la rotazione del pianeta è vista come antioraria al polo nord nell'emisfero boreale (90° N) e oraria
al polo sud nell'emisfero australe (90° S).
422
Uno studio pubblicato su "Climatic change" mostra che l'influenza delle attività umane sul clima
non è un fenomeno recente, sorto 150 anni fa in concomitanza con l'era industriale, ma è cominciato
ben 8.000 anni fa; cioè quando l'essere umano iniziò a praticare l'agricoltura tramite i
disboscamenti, la deforestazione e la sempre maggiore innovazione tecnologica nelle pratiche
agricole.
A) Secondo uno studio pubblicato su “Climatic change” l’influenza dell’attività umana sul clima risale, come
risaputo, a circa 8.000 anni fa, periodo a partire dal quale l’uomo ha cominciato a praticare l’agricoltura e
a disboscare i terreni.
B) Uno studio recente fa risalire l’influenza dell’attività umana sui cambiamenti climatici non più all’avvento
dell’era industriale, e cioè circa a 150 anni fa, ma all’avvento della cosiddetta “era agricola”, iniziata più di
8.000 anni fa. Essa, infatti, introdusse nella pratica di sfruttamento del terreno nuove tecniche quali il
disboscamento.
C) Un recente studio americano afferma che la teoria secondo la quale l’influenza dell’attività umana sul
clima è iniziata circa 150 anni fa, con l’avvento dell’era industriale e con l’uso di sempre nuove
tecnologie, è da rifiutarsi a favore di una nuova teoria che fa risalire i cambiamenti climatici all’avvento
dell’era agricola.
D) Secondo uno studio pubblicato su “Climatic change” l’influenza dell’attività umana sul clima non risale
all’avvento dell’era industriale, ma è cominciato circa 8.000 anni fa, quando l’uomo cominciò a praticare
l’agricoltura tramite tecniche agricole nuove, tipo deforestazione e disboscamento.
BRANI
423
Per tutto il Settecento, il "grande nord" canadese fu terreno di conquista e di conflitto tra Francia e
Inghilterra, che se ne contendevano i commerci e non esitarono a battersi direttamente per il
controllo dei territori e degli insediamenti urbani. Tra le città canadesi quella che ebbe la storia più
tormentata nel conflitto franco-inglese fu certamente Québec, fondata nel 1608.
A) Per tutto il Settecento il Canada fu terreno di conflitto tra le due principali potenze europee, che
desideravano il controllo dei territori e quindi dei traffici commerciali. La città di Québec, fondata dai
francesi all’inizio del XVIII secolo, fu completamente distrutta dagli inglesi.
B) Per tutto il secolo XVIII Francia e Inghilterra si contesero il controllo delle città, dei territori e dei
commerci del Canada settentrionale. A risentire di questo conflitto fu soprattutto la città di Québec,
fondata nel 1608.
C) Québec, città del nord canadese fondata nel 1608, divenne territorio di conquista sia dei francesi sia
degli inglesi, interessati ai suoi commerci e al suo insediamento urbano.
D) Il nord del Canada fu oggetto di aspre lotte tra gli Stati europei: la Francia voleva il controllo dei
commerci marittimi; l’Inghilterra dei territori; la Spagna delle città. In particolare, il centro di Québec fu
duramente colpito.
424
La Cina, a differenza del Giappone, negli ultimi decenni del secolo XIX, vede fallire una serie di
tentativi riformisti che avevano cercato di prendere in prestito dall’Occidente scienza e tecnologia,
in alcuni casi anche la democrazia, sia pure salvaguardando l’identità culturale dell’antico Impero
del Mezzo.
A) Se il Giappone si chiuse a ogni contatto esterno, la Cina si aprì allo scambio scientifico, tecnologico e
politico con l’Occidente. Nonostante questa apertura, però, il riformismo fallì.
B) Alla fine del XIX secolo in Cina fallirono i tentativi di riforma ispirati alla scienza, alla tecnologia e alla
democrazia occidentali, portati avanti nel rispetto della propria identità culturale.
C) La Cina, come già il Giappone, cercò di imitare le innovazioni occidentali e il suo modello politico.
Nonostante gli sforzi riformisti, l’Impero del Mezzo fallì nel suo progetto.
D) Nel corso del XIX secolo la Cina cercò di adeguare la propria cultura al modello di cultura e politica
occidentali. Il tentativo, tuttavia, fallì.
425
La console per i videogame ha conquistato a pieno titolo il suo posto tra i nuovi media. Quelle della
nuova generazione sono orientate proprio a potenziare gli aspetti della multimedialità; i tre "colossi"
che dominano questo mercato puntano ora addirittura su prodotti che offrano l’opportunità di
connettersi a Internet e di leggere i dischi Dvd.
A) Tra i mass-media ha oggi un posto primario la console, seguita dai videogame. Il mercato cerca di
procurarsi nuovi giovani clienti potenziando gli aspetti della multimedialità. Connettersi a Internet e
leggere i dischi Dvd devono essere caratteristiche imprescindibili per questi prodotti.
B) I videogame sono ormai entrati a buon diritto nei nuovi media. Le tre principali aziende che controllano il
mercato puntano ora l’attenzione su prodotti in grado di connettersi a Internet e di leggere i dischi Dvd.
C) Le console di nuova generazione sono sempre più sofisticate dal punto di vista tecnologico e
multimediale; alcune sono in grado di leggere dischi Dvd.
D) Tra i nuovi media ha oggi un posto decisivo la console per i videogame. La tendenza del mercato è
quella di offrire prodotti che potenzino gli aspetti della multimedialità e che permettano di connettersi a
Internet e di leggere i dischi Dvd.
BRANI
426
Le prime multinazionali sono apparse già alla fine dell’Ottocento, ma la loro massima crescita è
avvenuta dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando molti gruppi statunitensi hanno
impiantato aziende in Europa e, successivamente, hanno iniziato a localizzarle in tutti gli altri
continenti. All’inizio tali imprese operavano in un solo settore produttivo (per esempio l’estrazione
del petrolio), poi hanno esteso le proprie attività ai settori collegati diventando veri e propri colossi
industriali e finanziari.
A) Le prime multinazionali sono apparse negli Stati Uniti già alla fine dell’Ottocento. Esse si occupavano di
un solo settore produttivo (l’estrazione del petrolio), anche se poi hanno esteso le proprie attività ai
settori collegati, diventando veri e propri colossi industriali e finanziari. Ciò è avvenuto dopo la seconda
guerra mondiale con l’apertura di fabbriche in tutto il mondo.
B) Dopo la seconda guerra mondiale, le multinazionali, apparse già alla fine dell’Ottocento, hanno vissuto il
loro massimo sviluppo: molte società statunitensi hanno infatti aperto stabilimenti in Europa e poi negli
altri continenti. Tali gruppi hanno poi esteso le proprie attività ai settori collegati a quello di cui all’inizio si
occupavano esclusivamente, divenendo così veri e propri colossi industriali e finanziari.
C) Le multinazionali sono veri e propri colossi industriali e finanziari, apparsi negli Stati Uniti già alla fine
dell’Ottocento. Inizialmente esse si occupavano di un solo settore produttivo, ma in seguito hanno esteso
le proprie attività ai settori a esso collegati, specialmente dopo la seconda guerra mondiale.
D) Dopo la seconda guerra mondiale, le multinazionali americane (specialmente quelle petrolifere) hanno
impiantato aziende in Europa e in tutti gli altri continenti. Ciò ha permesso a questi gruppi, veri e propri
colossi industriali e finanziari già nell’America di fine Ottocento, di occuparsi anche di altri settori
produttivi.
427
Il termine "femminismo" si origina da quel movimento di donne che ebbe tra le condizioni della
propria comparsa la Rivoluzione francese e i dibattiti da essa suscitati, sia in Europa sia negli Stati
Uniti.
A) Il femminismo è nato durante la Rivoluzione francese.
B) La Rivoluzione francese portò il movimento femminista a dominare sia in Europa sia negli Stati Uniti.
C) Se non ci fosse stata la Rivoluzione francese, le donne non si sarebbero mai emancipate, né in Europa
né negli Stati Uniti.
D) Il movimento femminista trae le sue radici dai dibattiti suscitati dalla Rivoluzione francese in tutto il
mondo occidentale.
BRANI
428
I conflitti armati infuriarono in Europa per tutto il Cinque e il Seicento; ma le residenze principesche
persero la struttura di castello fortificato. Le corti si insediarono in palazzi sempre più sontuosi.
Invece che ai margini delle città o nel loro centro, in alcuni paesi europei esse trovarono posto
lontano dalle delle capitali. La decisione più radicale venne presa da Filippo II di Spagna, lavoratore
infaticabile e carattere solitario. Egli si fece costruire un enorme palazzo, l’Escoriale, a qualche
decina di chilometri da Madrid, e per i vari decenni del suo lungo regno non ricercò neppure la
presenza di molti cortigiani.
A) La decisione di Filippo II di costruire il palazzo dell’Escoriale andava contro la tendenza dominante nelle
corti europee del Cinque e Seicento. Il suo carattere solitario lo portò a scegliere una residenza meno
lussuosa rispetto a quella degli altri regnanti europei.
B) La residenza di Filippo II era il palazzo chiamato Escoriale, che si trovava distante da Madrid. Anche in
altri Paesi europei le residenze dei sovrani erano collocate ai margini delle capitali e, a differenza di
quanto avveniva nei secoli precedenti, esse non erano finalizzate alla difesa militare.
C) L’Europa del Cinque e Seicento fu percorsa da violenti conflitti. La corte spagnola assomigliava alle corti
delle altre nazioni.
D) Nonostante il carattere di Filippo II, la corte del re di Spagna non era tra le più sfarzose. Essa aveva
sede in un palazzo costruito su espresso desiderio del re, avendo come modello le altre corti europee
del periodo.
429
Lo Scirocco è un vento che proviene dal deserto del Sahara e condiziona il tempo atmosferico del
Mediterraneo meridionale. Si stabilisce in presenza di bassa pressione sulla Tunisia e sul Canale di
Sicilia e può soffiare con violenza nello Ionio e nell'Adriatico centro-meridionale. Si può avere in
tutte le stagioni, ma è più frequente in autunno e in primavera.
A) Lo Scirocco è un vento del deserto che soffia prevalentemente in primavera e autunno nelle regioni del
Mediterraneo meridionale. La sua violenza può spingersi fino alle regioni dell’Adriatico centromeridionale e dello Ionio.
B) Lo Scirocco è un vento che ha origine nel Sahara e spira prevalentemente in autunno e in primavera. In
presenza di bassa pressione si stabilisce nelle regioni del Mediterraneo meridionale e ne condiziona il
tempo atmosferico, ma può soffiare violentemente anche nello Ionio e nell’Adriatico centro-meridionale.
C) Lo Scirocco è un vento forte che nasce nel deserto del Sahara; in condizioni di bassa pressione si
stabilisce sul Mediterraneo meridionale, per esempio sulla Tunisia e sul Canale di Sicilia, e lì spira
violentemente condizionando il tempo di quelle regioni. Può soffiare in tutte le stagioni, ma è più
frequente in autunno e in primavera.
D) C’è un vento che ha origine nel Sahara e che in condizioni di bassa pressione si stabilisce sulla Tunisia
e sul Canale di Sicilia e da lì soffia condizionando fortemente il tempo atmosferico di quelle regioni. Il suo
nome è Scirocco.
BRANI
430
Al pubblico colto italiano C.G. Starr è noto soprattutto per la "Storia del mondo antico". La fortuna
di quest’opera non è limitata all’Italia: l’originale, pubblicato nel 1965, è uscito in seconda edizione
nel 1975; l’anno precedente ne era stata pubblicata una traduzione spagnola. Tale fortuna non
sarebbe stata possibile senza quelle buone qualità divulgative che abbiamo sempre apprezzate nei
francesi: limpidezza del disegno, chiarezza e garbo nell’espressione.
A) C.G. Starr, storico francese, è noto in Italia per la “Storia del mondo antico”, un’opera giunta, nel 1975,
alla seconda edizione, dopo che ne era stata pubblicata una traduzione spagnola. La fortuna di Starr è
dovuta soprattutto alle buone qualità divulgative di tutti i suoi testi: limpidezza del disegno, chiarezza e
garbo nell’espressione.
B) C.G. Starr, storico americano di scuola francese, ha per ora pubblicato in Italia solo la “Storia del mondo
antico”, un testo che è stato molto apprezzato dal pubblico colto anche nel resto d’Europa, come
testimoniano le sue diverse traduzioni quali quella spagnola del 1974. Tra gli altri motivi alla base della
sua notorietà, citiamo la limpidezza del disegno e la chiarezza e il garbo nell’espressione.
C) Lo storico americano C.G. Starr, autore tra l’altro del pregevole saggio “Le origini della civiltà greca”, è
più noto al pubblico italiano per la “Storia del mondo antico”, pubblicato in originale nel 1965, e quindi
tradotto in varie lingue negli anni successivi. La fortuna della “Storia del mondo antico” si deve
soprattutto alle buone qualità divulgative del testo, sempre apprezzate nei francesi: limpidezza del
disegno, chiarezza e garbo nell’espressione.
D) Le buone qualità divulgative, sempre apprezzate nei francesi, cioè limpidezza del disegno, chiarezza e
garbo nell’espressione, hanno determinato la fortuna della “Storia del mondo antico” di C.G. Starr, opera
per la quale l’autore è soprattutto noto in Italia presso il pubblico colto. La fortuna di quest’opera non è
del resto limitata all’Italia, come testimoniano la sua riedizione del 1975 e la traduzione spagnola del
1974.
431
Nuovo record nel campo della conversione energetica tramite pannelli solari: gli scienziati del
Boeing-Spectrolab hanno sviluppato un concentratore in grado di superare il 40% di rendimento
delle celle fotovoltaiche. Per avere un’idea delle performance della nuova tecnologia si pensi che
attualmente i pannelli solari hanno un’efficienza di conversione pari al 15-18%.
Tale traguardo dovrebbe contribuire a diminuire la nostra dipendenza dal petrolio, nonché elevare
l’energia solare allo status di fonte primaria, e giungere così alla produzione di elettricità a costi
molto bassi, nell’ordine degli 8 centesimi per kilowatt/ora, con costi di installazione pari a soli 3
dollari per watt.
A) Oggi grazie agli scienziati del Boeing-Spectrolab, installare un pannello solare costa 3 dollari per watt di
energia elettrica prodotta.
B) Il nuovo concentratore sviluppato dagli scienziati del Boeing-Spectrolab, ottenendo dalle cellule
fotovoltaiche dei pannelli solari un rendimento di conversione superiore al 40%, rende potenzialmente
l’energia solare una fonte di energia a basso costo.
C) L’energia solare fino a oggi non è stata una fonte primaria di energia a causa della limitata efficienza di
conversione delle celle fotovoltaiche montate sugli attuali pannelli. In futuro, si potrà arrivare a
un’efficienza superiore al 40% producendo l’energia elettrica a costi molto bassi.
D) Grazie a un pannello solare progettato dalla Boeing-Spectrolab si ottiene una conversione energetica
superiore rispetto a quella attuale, risparmiando oltre il 40%. Tale traguardo diminuirà la nostra
dipendenza dal petrolio.
BRANI
432
Marte potrà essere colonizzato solo se il viaggio sarà a senso unico, dimezzando così i costi della
spedizione. Dotare il vettore del necessario per il decollo e per il ritorno costerebbe troppo. Un
gruppo di scienziati e astronauti dotato di un reattore nucleare e di altre attrezzature hi-tech
potrebbe produrre in proprio ossigeno, acqua e cibo. Ogni due anni, quando Marte fosse nell'orbita
giusta, la Nasa potrebbe inviare rifornimenti e altri astronauti: così la vita umana fiorirebbe.
A) L'unica condizione alla quale il Pianeta Rosso potrebbe essere colonizzato è quella di dimezzare i costi
economici: dotando gli astronauti delle apparecchiature necessarie alla produzione di ossigeno, acqua e
cibo e inviando periodicamente rifornimenti materiali e "umani", la vita umana vi si potrebbe stabilire.
B) Il Pianeta Rosso può essere colonizzato solo a costo di ingenti investimenti economici e di sacrifici
umani. Infatti economicamente è meno costoso dotare gli astronauti della apparecchiature necessarie
alla produzione di ossigeno, acqua e cibo che non permettere loro di rimettere piede sulla Terra. La
Nasa potrebbe contribuire all'insediamento della vita umana inviando rifornimenti e risorse umane nuove
ogni due anni, quando cioè Marte fosse nell'orbita giusta.
C) Colonizzare il Pianeta Rosso ha un costo ingente in termini economici e di sacrifici umani.
D) Colonizzare Marte è possibile, ma a condizione che i costi economici sostenuti per mandarvi vettore e
astronauti non debbano essere sostenuti per il loro ritorno. La dotazione di reattore nucleare e
apparecchiature high-tech metterebbe gli esploratori spaziali nella condizione di potersi procurare
ossigeno, acqua e cibo e la Nasa potrebbe contribuire all'insediamento della vita umana inviando
rifornimenti e uomini nuovi ogni due anni, quando cioè il pianeta viene a trovarsi nell'orbita giusta.
433
Le vicende dell'industria petrolifera e di quella chimica rimasero a lungo separate. Fino ai primi anni
del XX secolo le raffinerie di petrolio avevano il compito esclusivo di distillare il greggio per
separare le varie frazioni di idrocarburi e commercializzarle per i diversi usi. Fra il 1890 e il 1900 vi fu
penuria della frazione a 10-15 atomi di carbonio (cherosene) ed eccesso di quella a 6-10 atomi di
carbonio (benzina). Il cherosene era richiestissimo per le lampade a petrolio, mentre la benzina era
ritenuta troppo pericolosa per la sua infiammabilità ed era in genere scaricata nei fiumi.
A) Fra il 1890 e il 1900 industria petrolifera e industria chimica, ancora separate, scoprirono come separare
il cherosene dalla benzina, basandosi sulla frazione di atomi di carbonio (10-15 per il primo e 6-10 per la
seconda), e commercializzandole in modo molto diverso (la benzina non aveva quasi mercato).
B) Ancora nei primi anni del XX secolo le raffinerie distillavano greggio per commercializzare cherosene,
mentre la benzina era ancora troppo pericolosa e veniva smaltita nell’ambiente.
C) Industria petrolifera e industria chimica ebbero a lungo destini separati. All'inizio del XX secolo le
raffinerie di petrolio distillavano esclusivamente il greggio per separare le varie frazioni di idrocarburi,
come cherosene e benzina, e commercializzarle per vari utilizzi. A quel tempo, il cherosene era molto
richiesto per le lampade, la benzina non veniva utilizzata perché considerata pericolosa.
D) L'industria petrolifera e quella chimica sono lontane fin dai primi anni del XX secolo. Una frazionava il
cherosene, l'altra la benzina, che però, ritenuta troppo pericolosa per la sua infiammabilità, era in genere
scaricata nei fiumi.
BRANI
434
Racconigi è una cittadina della provincia di Cuneo che può essere considerata la porta della
provincia Granda. Sul suo territorio pianeggiante risiedono poco meno di diecimila abitanti. La
fama della cittadina in Italia e in Europa è dovuta sicuramente al suo castello sabaudo, patrimonio
mondiale dell'UNESCO. Chi abita oggi a Racconigi non sa apprezzare il fascino e la storia che si
celano dietro ai portoncini scuri delle vie del centro. Non tutti sanno che nel Settecento Racconigi
visse un'epoca di grande splendore, grazie alla ricchezza portata dall'industria serica.
A) Racconigi, porta della provincia Granda, racchiude al suo interno un centro storico caratteristico. Sulla
collina circostante sorge il castello sabaudo, patrimonio mondiale dell'UNESCO.
B) Racconigi è la cittadina della provincia di Cuneo con maggior fascino ospitando sul suo territorio il
castello sabaudo, patrimonio mondiale dell'UNESCO, e un centro storico caratterizzato da scure vie
medievali.
C) Racconigi è una cittadina che, nonostante i soli diecimila abitanti, può vantare la presenza di un castello
sabaudo, oggi patrimonio mondiale dell'UNESCO, che era frequentato dai reali per villeggiatura.
Racconigi nel Settecento visse un'epoca di grande splendore, grazie alla ricchezza portata dall'industria
serica.
D) Oggi, gli abitanti di Racconigi sono indifferenti al fascino della cittadina, in provincia di Cuneo, in cui
vivono. Eppure nel Settecento la loro città visse un'epoca di grande splendore grazie alla ricchezza
portata dall'industria della seta. L'UNESCO ha inoltre riconosciuto il castello dei Savoia come patrimonio
mondiale.
435
Su 180 aziende, il 77% non tiene in considerazione il voto del neolaureato al fine dell'assunzione e il
66% non bada nemmeno all'autorevolezza della facoltà di uscita. Fino a qualche anno fa, al laureato
che fa il proprio ingresso in azienda era possibile raddoppiare la paga nel giro di pochi anni, ora
tutto il percorso di carriera si allunga.
A) L'intero percorso di carriera dura più a lungo nelle aziende, nonostante voto di laurea elevato e
l'autorevole nomea dell'università.
B) Le aziende, al momento dell'assunzione, tengono in bassa considerazione sia il voto di laurea sia
l'autorevolezza della facoltà frequentata. Inoltre, negli ultimi anni, la progressione economica dello
stipendio del laureato è diventata più lenta.
C) Scalare la piramide all'interno delle aziende diventa sempre più arduo: se infatti fino a pochi anni fa era
possibile raddoppiare gli emolumenti percepiti in pochi anni, specie in relazione a voto di laurea elevato
e autorevolezza dell'istituzione di uscita, oggi questi elementi diventano pressoché ininfluenti anche ai
fini dell'assunzione.
D) Voto di laurea elevato e istituzioni autorevoli sono ormai pressoché ininfluenti ai fini dell'assunzione di
neolaureati.
BRANI
436
Fu soprattutto a opera di Theodore Roosevelt e Woodrow Wilson che si affermò lo spirito del
progressismo, come venne chiamato il movimento che da un lato chiedeva il controllo sui trust e
dall’altro si batteva per un risanamento della vita pubblica, corrotta dall’onnipotenza del cosiddetto
governo invisibile dei grandi ricchi. Rispetto al precedente movimento populista, quello
progressista era meno radicale e più conservatore. Esso diede espressione soprattutto alle
esigenze della classe media, la quale rivendicava un maggiore intervento del governo nella vita
economica, con una funzione mediatrice e coordinatrice, ma al tempo stesso desiderava che una
limitazione dei poteri dei monopoli ripristinasse e rivitalizzasse le possibilità di libera concorrenza
tra le imprese. Il suo ideale era quindi quello del “capitalismo democratico”.
A) Il progressismo era la corrente cui aderiva Theodore Roosevelt mentre Woodrow Wilson, appoggiando il
populismo, si batteva per l’eliminazione dei trust economici e della corruzione nella vita pubblica. Il
progressismo era più moderato del populismo in quanto rifletteva l’orientamento delle classi medie
americane favorevoli al controllo dell’economia da parte dello Stato in modo da garantire le condizioni di
libera concorrenza tra le imprese.
B) Secondo la prospettiva del “capitalismo democratico” promossa da Theodore Roosevelt e Woodrow
Wilson, lo Stato sarebbe dovuto intervenire in economia, in modo dirigista per superare i trust e la
concorrenza tra le imprese.
C) La classe media degli Stati Uniti chiedeva un maggiore intervento del governo nella vita economica per
limitare i poteri dei monopoli e ripristinare la possibilità di libera concorrenza tra le imprese. Questo
avvenne particolarmente sotto la guida di Theodore Roosevelt e di Woodrow Wilson, artefici del
progressismo.
D) Il controllo sui trust e la lotta contro il governo invisibile dei grandi magnati furono gli obiettivi di fondo del
progressismo, il movimento che si oppose al populismo affermatosi grazie a Roosevelt e Wilson, che
dava voce alle esigenze della classe media americana. Esigenze che si concretizzavano nell’ideale del
capitalismo democratico, che prevedeva un maggiore intervento del governo in economia con funzioni di
mediazione e una limitazione dei monopoli per accrescere la libera concorrenza.
437
Principale caratteristica distintiva del cane è il senso dell'olfatto, dovuto alla sua innata attività di
cacciatore. Parte fondamentale del suo processo di riconoscimento degli odori è la conformazione
del suo naso (il tartufo), ma soprattutto la potente mucosa interna, in grado di distinguere una sola
molecola di una sostanza su milioni di altre. Il tartufo rappresenta l'estremità terminale del naso del
cane.
A) La capacità olfattiva del cane diventa particolarmente evidente nell'attività di ricerca del tartufo, nella
quale qualunque cane è molto efficiente.
B) Recenti rilevamenti hanno dimostrato che il cane domestico discende dal lupo grigio.
C) In relazione alla sua innata attività di cacciatore, il cane ha un peculiare sviluppo del senso dell'olfatto
che gli deriva dalla conformazione del naso e dalla potenza olfattiva della mucosa interna.
D) A differenza del lupo grigio, tutte le razze canine hanno una spiccata predisposizione al comportamento
giocoso e socievole durante tutta la loro esistenza.
BRANI
438
La causa scatenante della prima guerra punica è nota: i mercenari di Marte, detti Mamertini, si
insediarono a Messina da dove iniziarono a saccheggiare il territorio cartaginese e greco in Sicilia.
Sconfitti dai Siracusani, chiesero e ottennero aiuto proprio da Cartagine. Ma, poiché il presidio
cartaginese inviato a Messina si stava trasformando in occupazione stabile, chiesero infine aiuto a
Roma, che intervenne.
A) L’alleanza tra i Siracusani e i Mamertini è la causa scatenante della prima guerra punica, che vedrà poi il
coinvolgimento di Cartagine e di Roma.
B) I maneggi e i voltafaccia dei Mamertini, in un contesto politico movimentato e caratterizzato dalla
presenza di forti Stati diversi, furono in grado di provocare la prima guerra punica.
C) La causa della prima guerra punica fu l'insediamento, da parte dei Mamertini, a Messina, dove si
dedicarono al saccheggio delle terre greche e cartaginesi di Sicilia. I Mamertini furono sconfitti dai
Siracusani e chiesero l’aiuto di Cartagine, contro cui poi chiesero e ottennero l'aiuto di Roma.
D) Un gruppo di mercenari, detti Mamertini in onore di Marte, scatenò la prima guerra punica con i suoi
saccheggi in Sicilia. Quando furono sconfitti dai Siracusani, essi si rivolsero a Cartagine domandandone
l’aiuto. Dopo che la città africana ebbe inviato loro una truppa di presidio, essi temettero di essere sul
punto di essere sottomessi. Chiesero così, ancora una volta, aiuto all’esterno.
439
Il mondo del lavoro italiano manifesta una profonda spaccatura: da una parte circa 9 milioni di
lavoratori ben visibili, protetti dalla legge, dal contratto collettivo e dal sindacato; dall'altra circa 7
milioni pressoché invisibili, con un più basso livello retributivo, protetti poco o nulla e che non
hanno voce ad alcun tavolo negoziale. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, non sono i
lavoratori più poveri a far registrare i tassi di conflittualità più elevata: a scioperare non sono quasi
mai gli irregolari e i precari, ma i dipendenti maggiormente tutelati.
A) Il mondo del lavoro italiano è spaccato tra lavoratori tutelati da legge, contrattazione collettiva e sindacati
da una parte e dall'altra le nuove figure di collaborazione a vario titolo la cui posizione non è tutelata da
forme di contrattazione collettiva. Questo origina un divario sempre crescente tra livelli di reddito, eppure
l'aumento della conflittualità sindacale non è correlato alla forbice reddituale, giacché scioperano con
maggior frequenza i dipendenti delle imprese maggiori.
B) La maggior precarietà delle diverse forme di inquadramento contrattuale che si vanno diffondendo causa
un aumento del divario tra livelli di reddito: è quindi causa di minor coesione sociale e di una maggior
conflittualità sindacale.
C) In Italia i livelli di reddito dei lavoratori irregolari e precari (in totale circa 7 milioni) sono inferiori a quelli
dei lavoratori stabili e maggiormente tutelati (in totale circa 9 milioni). Tuttavia sono soprattutto i primi a
far registrare i tassi di conflittualità meno elevati: a scioperare sono generalmente i lavoratori più visibili e
protetti.
D) Il mondo del lavoro italiano è diviso tra figure che possono godere di adeguata rappresentanza al tavolo
negoziale e lavoratori precari non rappresentati in questa sede. Alla differente tutela contrattuale è
correlata la disparità nei livelli di reddito, inferiore per le forme di inquadramento più precario. Di
conseguenza sono i lavoratori meno rappresentati a ricorrere più massicciamente allo sciopero.
BRANI
440
Poiché Socrate non ha lasciato scritti, è risultato sempre arduo ricostruire il suo pensiero
affidandosi alle testimonianze dei suoi contemporanei. Oggi, gli studiosi considerano fondamentali
le testimonianze riportate nei dialoghi platonici integrate con le opere di Aristotele. Le commedie di
Aristofane sono invece considerate poco attendibili, perché destinate alla polemica contro la
sofistica.
A) È complicato ricostruire il pensiero di Socrate, in mancanza di suoi scritti e basandosi solo sulle
testimonianze dei suoi contemporanei. Tra queste, fondamentali sono quelle contenute nei dialoghi di
Platone e nelle opere di Aristotele. Poco attendibili sono invece le commedie di Aristofane.
B) Per ricostruire il pensiero di Socrate, più che alle testimonianze dei suoi contemporanei, gli studiosi
moderni si affidano ai dialoghi platonici e alle opere di Aristotele. Le commedie di questi risultano
fuorvianti perché ideate con scopo polemico.
C) È difficile ricostruire il pensiero socratico, in quanto lo stesso Socrate ha lasciato pochi testi scritti, ed è
quindi necessario affidarsi alle testimonianze dei suoi contemporanei. In particolare, oggigiorno, sono le
opere di Aristotele e i dialoghi platonici che permettono agli studiosi di comprendere il pensiero del
filosofo e che sono quindi ritenuti fondamentali. Al contrario, le commedie di Aristofane, destinate alla
polemica contro la sofistica, non vengono ritenute attendibili e dunque non sono in grado di apportare
elementi nuovi per la comprensione del pensiero di Socrate.
D) I contemporanei di Socrate ci permettono di ricostruire il pensiero del filosofo; in particolare gli studiosi
reputano fondamentali i dialoghi platonici, molte delle opere di Aristotele e alcune commedie di
Aristofane.
441
Il futurismo fu il primo movimento organico, in Italia, di "avanguardia", e la sua importanza storica
sta proprio nell’avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutte le manifestazioni
della vita. Perciò fu un fatto non solo letterario, ma artistico nel senso più largo della parola, esteso
alla pittura, alla scultura, all’architettura, alla scenografia, al teatro e al cinema.
A) Il futurismo, primo movimento d’avanguardia, in Italia si estese a tutte le arti, elaborando una poetica
coerente.
B) Il merito storico del futurismo consiste nell’avere elaborato un esteso manifesto letterario, subordinando
alla poetica della parola quella di pittura, scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
C) L’importanza storica del futurismo, primo movimento italiano di “avanguardia”, consiste nell’avere
elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutti gli ambiti della vita: letteratura, pittura,
scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
D) Il futurismo ha un’importanza storica notevole, perché fu il primo movimento di “avanguardia” ad avere
elaborato una poetica coerente, sviluppandosi in tutti i principali ambiti artistici.
BRANI
442
Sebbene "homo novus", Catone volle essere il difensore della tradizione contro un gruppo di nobili
spregiudicati e innovatori. Egli si era facilmente inserito in un altro settore del ceto senatorio,
ancora legato agli antichi ideali e ostile alla cultura greca, mentre gli Scipioni, come Flaminio, erano
filelleni. Come amministratore, diede prova di un’assoluta rettitudine e si adoperò contro le
speculazioni dei pubblicani.
A) Per quanto “homo novus” nel ceto senatorio, Catone fu un difensore della tradizione contro un gruppo
della nobiltà, rappresentato dagli Scipioni, che era invece filelleno. Diede inoltre prova di assoluta onestà
come amministratore.
B) A un esame superficiale, la figura di Catone sembra incoerente: “homo novus” e tuttavia difensore della
genuina tradizione romana; nobile (di nobiltà acquisita) e nemico di un altro gruppo di nobili, cioè gli
Scipioni; incorruttibile e tuttavia nemico della cultura greca. La verità è però ben diversa.
C) In quanto “homo novus”, Catone comprensibilmente difendeva le tradizioni, soprattutto quelle dell’antica
cultura greca, contro gli spregiudicati nobili di nome Scipioni. Fu un ottimo amministratore e lottò contro
la corruzione dei repubblicani.
D) Catone, benché “homo novus”, difendeva le tradizioni romane e il ceto senatorio in cui era inserito,
contro gli Scipioni, senatori spregiudicati, innovatori, filelleni e guidati da Flaminio. Inoltre fu
amministratore probo.
443
è difficile pensare a un altro testo che si riproponga a ogni nuova generazione di lettori con una
carica altrettanto forte di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità. La
fortuna, che è toccata a questo testo, è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui
l’autore ha fatto i conti e con cui ancora oggi ci misuriamo.
A) Il testo si ripropone ai lettori di ogni nuova generazione con una forte carica di informazione, di metodo e
di stilizzazione di epoche e personalità. La fortuna del suo autore è legata alla sua complessa cultura ed
è per questo che dobbiamo ancora oggi misurarci con essa.
B) Il testo si offre ai lettori di ogni nuova generazione con una tale carica di informazione, di metodo e di
stilizzazione di epoche e personalità che è difficile trovarne uno eguale. Il suo successo è anche il
riconoscimento della complessa cultura con cui si è misurato l’autore e con cui ancora ci confrontiamo.
C) Il testo si ripropone alle nuove generazioni di lettori con la stessa carica della prima pubblicazione. Il suo
successo è anche il riconoscimento del complesso pensiero dell’autore con cui ancora oggi ci
misuriamo.
D) La fortuna di questo testo sempre carico di informazione, metodo, stilizzazione di epoche e personalità
dipende dal riconoscimento di quella cultura con cui si sono misurati prima l’autore e poi noi.
444
Un esperimento di psicologia mostra una scimmia costretta a trovare cibo in scatole di un dato
colore, mescolate ad altre di colori diversi. Si giunge a un momento in cui il numero degli errori
diminuisce senza che la scimmia possegga ancora la piena soluzione del problema.
A) Un esperimento sulla psicologia delle scimmie mostra che una scimmia, se costretta a trovare cibo in
scatole di colori diversi, arriva a risolvere il problema senza esserne consapevole.
B) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore mescolate ad altre di diverso colore, procede casualmente ma esattamente nella
risoluzione del problema.
C) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore mescolate ad altre di diverso colore, non giunge mai a una risoluzione ottimale del
problema.
D) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore, mescolate ad altre di diverso colore, attiva dinamiche di risoluzione del problema
senza averne ancora piena consapevolezza.
BRANI
445
I sociologi tendono a riservare il termine "Nazione" a una popolazione che abbia sperimentato per
parecchie generazioni una comunanza di territorio, di vita economica, di cultura, di lingua, di
vicende storiche, al punto che la maggior parte degli individui ha sviluppato nei suoi confronti un
elevato attaccamento affettivo. A causa di tali processi, l’idea e il sentimento di Nazione – di
appartenere cioè a una stessa Nazione – sono possenti fattori di integrazione sociale e di
solidarietà.
A) Un fortissimo sentimento di solidarietà è all’origine dell’idea di Nazione. In sociologia, si può parlare
correttamente di Nazione solo se vi è comunanza di territorio tra diverse persone.
B) Il termine “Nazione”, per i sociologi, indica una comunione di esperienze di varia natura tra diversi
individui, tale per cui riveste un ruolo importante nei processi di integrazione sociale e solidarietà.
C) Gli individui che compongono una Nazione (non necessariamente la totalità di essi) condividono
un’eredità culturale. I legami di solidarietà che esistono tra questi individui generano in loro il sentimento
di appartenere a una stessa Nazione.
D) Una popolazione può essere detta una Nazione solo nel caso che abbia generato – attraverso diversi e
ripetuti tentativi nel corso dei secoli – una comunanza linguistica, culturale ed economica. Un’ulteriore
condizione è data dal fatto di abitare un medesimo territorio.
446
Se un soggetto abilitato gestisce un patrimonio per conto terzi, può avvalersi di intermediari esteri?
Per rispondere bisogna verificare se nella disciplina di riferimento vi siano disposizioni contrarie.
L’esame dimostra come non si rinvengano prese di posizione negative esplicite da parte del
legislatore e come, anzi, i meccanismi previsti ben si adattino anche all’intervento di intermediari
esteri. Di più, vi sono taluni elementi impliciti che fanno ritenere che il legislatore avesse
considerato questa possibilità.
A) L’esame della disciplina legislativa non evidenzia l’esistenza di ostacoli alla possibilità che un soggetto
abilitato a gestire patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri. Vi sono, anzi, elementi
impliciti che legittimano il contrario.
B) Anche se non è detto dalla legge a chiare lettere, è da ritenere che il soggetto abilitato alla gestione di
patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri.
C) Tutto dimostra che il legislatore volesse permettere al soggetto abilitato, che gestisce patrimoni per
conto terzi, di servirsi di intermediari esteri. Non solo non si rinvengono infatti divieti, nella disciplina di
legge, ma i meccanismi ivi previsti dimostrano di ben adattarsi a questa eventualità.
D) I soggetti abilitati a gestire un patrimonio per conto terzi possono, d'ora in avanti, avvalersi di intermediari
esteri, essendo appena stata concessa questa possibilità dal legislatore.
BRANI
447
L’economia dell’Impero Romano, come quelle di tutte le civiltà antiche, poggiava sull’agricoltura. La
maggior parte della popolazione lavorava nei campi e il possesso di terra era considerato la vera
ricchezza, ma questi ultimi non sono argomenti decisivi per supportare l’affermazione di partenza. È
però stato dimostrato che effettivamente una percentuale significativa del prodotto interno lordo
veniva dall’agricoltura.
A) L’Impero Romano viveva in un regime di economia agricola, anche se non si può affermare che la
maggior parte della popolazione lavorasse la terra né che il possesso di questa fosse percepito come la
vera ricchezza. Era l’agricoltura che produceva la maggior parte del prodotto interno lordo.
B) L’economia romana era fondamentalmente agricola, prova ne è il fatto che la maggior parte della
popolazione lavorava la terra. Anche la circostanza che il possesso di terra fosse considerato l’unica
ricchezza non è privo di significato. A ciò si aggiunge il fatto che l’agricoltura produceva la maggior parte
del prodotto interno lordo.
C) Se non fosse stato dimostrato che una percentuale significativa del prodotto interno lordo dell’Impero
Romano veniva dall’agricoltura, non si potrebbe affermare che il sistema economico romano era
prevalentemente agricolo. Così però non è.
D) Il fatto che la maggior parte della popolazione dell’Impero Romano lavorasse nei campi e che il
possesso di terra fosse percepito come la vera ricchezza non basta da solo a dimostrare che l’economia
dell’Impero fosse essenzialmente agricola. È però certo che gran parte del prodotto interno lordo veniva
dall’agricoltura.
448
Nello Stato di Fantàsia il governo sta cercando di aumentare il prodotto interno lordo per evitare che
i prolungati problemi dell’economia sfocino in una grave recessione. Tra le diverse misure
adottabili, è stato deciso di diminuire le tasse, in maniera da lasciare maggior reddito disponibile
per l’investimento privato. Certo, ciò provocherà una diminuzione della spesa pubblica e quindi una
contrazione della domanda pubblica, ma questo danno sarà più che compensato dai vantaggi.
A) Per aumentare il prodotto interno lordo e prevenire una crisi economica, il governo di Fantàsia ridurrà le
tasse, così da incrementare l’investimento privato. Ciò provocherà una riduzione della spesa pubblica,
ma i vantaggi ottenuti in termini di prodotto interno lordo saranno decisamente superiori.
B) Per non peggiorare la crisi economica, il governo di Fantàsia ha deciso di diminuire le tasse. Ciò lascerà
maggiore reddito a disposizione dell’investimento privato e incrementerà il prodotto interno lordo.
C) Allo scopo di evitare che i problemi economici nazionali sfocino in una crisi, il governo di Fantàsia ha
deciso di ridurre le tasse. In questo modo sarà possibile compensare gli effetti derivanti dall’inevitabile
calo della domanda pubblica.
D) Lasciare maggiori risorse ai privati sembra al governo di Fantàsia il modo migliore per evitare un
peggioramento dell’economia. In questo modo, il maggiore investimento che si verificherà sarà tale non
solo da compensare l’inevitabile calo della domanda pubblica, ma da innalzare significativamente il
prodotto interno lordo.
BRANI
449
Bisogna intendere correttamente il significato della guerra sociale che Roma si trovò ad affrontare
tra il 91 e l’87 a.C. Chi si ribellò furono gli italici, latini ma anche etruschi, che da secoli vivevano in
pace con Roma e si erano ben integrati nella sua cultura e nella sua cornice politica. Perché allora la
ribellione? Non per recuperare la libertà, ma al contrario per completare l’integrazione, divenendo
cittadini romani a pieno titolo.
A) I motivi della ribellione a Roma degli italici nel 91-87 a.C. si comprendono solo considerando l’alto livello
di romanizzazione da questi conseguito. Non si potrebbe altrimenti spiegare il perché di questa
insurrezione.
B) Occorre chiarire che la guerra sociale del 91-87 a.C. scatenata dagli italici contro Roma non aveva lo
scopo di recuperare la libertà, ma di far conseguire la cittadinanza romana a popoli che erano ormai
romanizzati.
C) Lo scopo dei latini che insorsero contro Roma nel 91-87 a.C. non era quello di recuperare la libertà, ma
diventare Romani a propria volta: fu, insomma, una sorta di conquista “a rovescio”, giustificata
dall’istanza di completare l’integrazione.
D) Nel periodo che va dal 91 all’87 a.C. Roma viene flagellata da una guerra civile che vede contrapposti
coloro che vogliono concedere la cittadinanza agli italici, latini ed etruschi, e coloro che vi si oppongono.
Tale richiesta appare giustificata, alla luce dell’alto livello di romanizzazione raggiunto dagli italici.
450
Il sistema di voto romano nei "comitia centuriata" sorprenderà molti lettori d’oggi. Il corpo
elettorale, comprensivo dei soli maschi adulti, era suddiviso per classi di censo. Se ne contavano
cinque, suddivise ciascuna in centurie, ma essendoci al vertice alcune centurie di molti ricchi e alla
base una centuria di nullatenenti, si può dire che le classi fossero sette. Ogni centuria aveva a
disposizione un voto e il voto della centuria era deciso dalla maggioranza dei suoi membri.
A) I maschi adulti romani erano divisi in classi censitarie per esprimere il loro voto nei “comitia centuriata”.
Le classi erano cinque, però sopra di esse vi erano alcune centurie di personaggi molto ricchi, mentre,
alla base, vi era una sola centuria di chi non aveva niente. Si può concludere allora che le classi fossero
sette.
B) Cinque o sette che si vogliano considerare le classi censitarie romane, chiamate a esprimersi nei
“comitia centuriata”, è evidente che il voto dei ricchi contava più di quello dei poveri perché i più ricchi
disponevano di alcune centurie, mentre i nullatenenti di una sola.
C) Sorprenderà sapere che a Roma votavano solo i maschi adulti. Essi erano divisi in classi e queste, a loro
volta, in centurie. All’interno di ogni centuria, i membri decidevano a chi attribuire i loro singoli voti.
D) Per dare il loro voto nei “comitia centuriata” i Romani erano suddivisi in classi di censo. Le classi,
suddivise in centurie, erano cinque ma, considerando le classi ai vertici opposti, erano di fatto sette. Ogni
centuria aveva un voto, deciso dalla maggioranza dei propri membri.
BRANI
451
Il piano di Pompeo per sconfiggere Cesare nella guerra del 49 a.C. era insieme semplice e geniale.
Cesare sarebbe sceso per la penisola italica con una legione: affrontarlo era pericoloso. Meglio
ritirarsi in Oriente, dove Pompeo aveva amici potenti. Là, avrebbe potuto trovare facilmente truppe e
denaro. Nello stesso tempo, le forze di Spagna a lui fedeli avrebbero preso alle spalle l’esercito
nemico. Purtroppo diversi luogotenenti di Pompeo non capirono il piano e lo compromisero.
A) Pompeo concepì contro Cesare un piano destinato a non funzionare per l’ottusità di taluni suoi
luogotenenti che preferirono affrontare l’avversario in Italia anziché ritirarsi in Oriente, dove avrebbero
trovato rinforzi.
B) Prese tra le truppe di Spagna e quelle che lui avrebbe reclutato in Oriente, le forze di Cesare in Italia non
avrebbero avuto scampo: così pensava Pompeo.
C) Non fu una buona idea quella di evitare di affrontare Cesare in Italia perché, come dimostrarono i fatti, la
guerra fu persa, sia pure solo per errori dei luogotenenti. Certo, il piano non mancava di genialità, perché
le forze d’Oriente e di Spagna avrebbero anche potuto vincere.
D) Nella guerra del 49 a.C. Pompeo preferì evitare uno scontro con Cesare in Italia e si ritirò in Oriente, per
preparare truppe che, con il concorso di quelle spagnole, avrebbero costretto l’avversario nel mezzo. Ma
il piano fu compromesso dall'incomprensione di molti dei luogotenenti di Pompeo.
452
Il botanico che si accinge allo studio di un determinato ambiente floristico-vegetazionale, prima o
poi non può fare a meno di prendere in considerazione, oltre alle piante "superiori", anche quei
vegetali "inferiori" che tanta parte esercitano nella vita delle comunità naturali: funghi e batteri.
Come è noto, il ruolo svolto da questi organismi negli ecosistemi terrestri è essenzialmente quello
di rendere possibile la riutilizzazione, da parte della copertura verde (si pensi a una foresta o a un
prato) di quel materiale morto, altrimenti sprecato. In altre parole, essi sono i decompositori della
sostanza organica che via via si accumula sul "fondo" dell'ecosistema.
A) Il botanico non studia solo gli esseri viventi "superiori" ma anche quelli "inferiori" di un certo ambiente
vegetale: ecco perché deve conoscere i funghi e i batteri, che, in una foresta o in un prato, disgregano gli
organismi inutilizzabili e li eliminano quando si accumulano sul "fondo" dell'ecosistema.
B) Quando lo studioso di fitologia vuole conoscere un certo ambiente floristico-vegetazionale non può
omettere di considerare le piante "superiori" oltre ai funghi e ai batteri: il compito che essi espletano è di
consentire che la copertura verde sia riutilizzata con il materiale morto sottostante, che altrimenti
sarebbe sprecato.
C) Se il botanico studia bene la vegetazione di un certo ambiente si accorge che esistono anche i funghi e i
batteri, cioè la vegetazione bassa, il cosiddetto “fondo” dell’ecosistema d'importanza fondamentale
perché, decomponendo il materiale organico morto, fa sì che venga riutilizzato e non sprecato.
D) Chi inizia a studiare la flora e la vegetazione di un certo ambiente deve analizzare non solo le piante
"superiori", ma anche i vegetali "inferiori", funghi e batteri. Nelle comunità naturali tali esseri viventi
decompongono la sostanza organica che si accumula sul "fondo" dell'ecosistema, cioè permettono alla
vegetazione verde di riutilizzare il materiale morto, che altrimenti sarebbe sprecato.
BRANI
453
Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai non scienziati è
che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi
problemi – e le possibili soluzioni degli stessi – se non ha un’idea esatta di cosa faccia la scienza.
Inoltre, l’iniziazione al meraviglioso mondo della scienza è fonte di grande soddisfazione estetica, di
ispirazione per i giovani, di appagamento del desiderio di sapere e di un più profondo
apprezzamento delle mirabili potenzialità e capacità della mente umana.
A) Secondo Asimov, l’iniziazione al meraviglioso mondo della scienza è fonte di grande soddisfazione
estetica, che permette ai giovani di apprezzare le capacità della mente umana, mentre i non scienziati
devono saper valutare la natura dei problemi del mondo moderno.
B) Secondo Asimov, i non scienziati non possono sentirsi a proprio agio nel mondo moderno perché non
conoscono la scienza, mentre, poiché la scienza è fonte di ispirazione per i giovani, permette loro di
apprezzare le capacità della mente umana.
C) Secondo Asimov, i non scienziati non possono sentirsi a proprio agio nel mondo, non conoscendo cosa
fa la scienza; infatti i giovani la considerano solo fonte di grande soddisfazione estetica e capacità della
mente umana.
D) Secondo Asimov, la conoscenza della storia della scienza è utile a tutti gli uomini perché aiuta a sentirsi
più a proprio agio nel mondo, è fonte di ispirazione per i giovani e permette di apprezzare le capacità
della mente umana.
454
Il sentimento è una ragnatela, mentre i muscoli sono corde; se si volesse fare un raffronto, si
devono intrecciare molte ragnatele fra di loro per raggiungere la forza di una corda. Nella creazione
artistica avviene la stessa cosa. Per assoggettare il fisico di un attore, con i suoi volgari muscoli, al
delicato sentimento, conviene in primo luogo intrecciare molti fili di sensazioni spirituali, di
sentimenti, di reviviscenze dell'attore.
A) Nella creazione artistica è il sentimento a far muovere i muscoli dell’attore: per assoggettare il suo fisico
ai sentimenti bisogna intrecciarne molti, assieme a sensazioni spirituali e reviviscenze.
B) Il sentimento dell’attore è come una ragnatela che muove i suoi muscoli, una corda delicata, ma forte;
dunque conviene usare una forte sensazione per raggiungere la reviviscenza dell’attore.
C) Nella creazione artistica i muscoli dell’attore sono come una corda e i suoi sentimenti come fili di
ragnatela, dunque sono necessari molti di questi per assoggettare il fisico dell’attore e farlo muovere.
D) Il fisico dell’attore, i suoi volgari muscoli, vanno assoggettati a numerosi fili di suoi sentimenti, sensazioni
spirituali e reviviscenze, così come sono necessarie tante ragnatele per raggiungere la forza di una
corda.
BRANI
455
Le prime opere per orchestra di Schubert sono scritte sotto l'influsso di Mozart, tanto che, sebbene
il materiale melodico e armonico sia diversissimo da quello mozartiano, il suono del complesso
orchestrale, in un lavoro come la "Sinfonia n. 5", non è molto diverso da quello che ascoltiamo
nelle musiche dell'ultimo periodo mozartiano.
A) Mozart influenza le prime opere per orchestra di Schubert a tal punto che, mentre il materiale melodico e
armonico è molto diverso, nella “Sinfonia n. 5” il suono del complesso orchestrale è uguale a quello delle
musiche dell'ultimo periodo di Mozart.
B) Schubert scrive le sue prime opere per orchestra sotto l'influsso di Mozart: il suono del complesso
orchestrale, ad esempio nella “Sinfonia n. 5”, è vicino a quello delle composizioni dell'ultimo Mozart, da
cui differisce tuttavia notevolmente per melodia e armonia.
C) Schubert ha tratto da Mozart le sue prime opere per orchestra, infatti il suono del complesso orchestrale
in composizioni come la “Sinfonia n. 5” è simile a quello dell'ultimo periodo mozartiano, mentre melodia e
armonia ne differiscono alquanto.
D) Le prime opere per orchestra di Schubert sono composte sotto l'influsso di Mozart, tuttavia il suono
orchestrale nella “Sinfonia n. 5” è molto diverso da quello delle ultime composizioni di Mozart, al
contrario del materiale melodico e armonico.
456
Già nel 1919 l'isolamento della ricerca scientifica non era più che un'"ipotesi di lavoro". Proprio
quella guerra, che appena allora s'era conclusa, aveva mostrato fin troppo chiaramente, con la sua
tecnica degli armamenti fondata sull'applicazione di scoperte scientifiche, i rapporti quasi fatali tra i
laboratori "appartati dal mondo" e la sanguinosa realtà dei campi di battaglia.
A) Nel 1919 la ricerca scientifica non era più isolata: proprio la prima guerra mondiale appena terminata
aveva dimostrato, con le sue armi ricavate dalle scoperte scientifiche, l'esistenza di rapporti tra scienza e
guerra.
B) Nel 1919 crollava l'illusione dell'isolamento della ricerca scientifica; infatti la guerra appena conclusa
aveva mostrato troppo spesso che erano molto stretti i rapporti tra i laboratori scientifici e la realtà della
guerra, poiché gli scienziati avevano lavorato per la produzione di armi.
C) Nel 1919 la guerra appena conclusasi aveva dimostrato che la scienza non poteva più essere
considerata avulsa dalla società, dal momento che si era avvalsa di armamenti fondati sull’applicazione
di scoperte scientifiche.
D) Nel 1919 si comprese che, applicando agli armamenti le scoperte scientifiche, la guerra era diventata
fatalmente sanguinosa e che gli scienziati non potevano restare "appartati dal mondo".
BRANI
457
La bambina con il cappotto rosso s’affacciò timidamente alla porta della baracca. Nella lunga fila
delle donne internate vide sua madre e cominciò a chiamarla piangendo. Ma la madre non poteva
udirla perché dagli altoparlanti uscivano grida che, in tedesco, impartivano ordini. Sapeva che non
poteva allontanarsi dall’uscio, ma istintivamente corse verso la donna che, riconoscendola, la prese
tra le braccia e la baciò. In quell’istante si udì una raffica e la madre cadde nel fango tenendo ancora
stretta la bimba ferita ma viva.
A) Affacciandosi timidamente dalla baracca la bambina vide sua madre in fila con le altre internate. La
chiamò piangendo, ma le voci dagli altoparlanti coprivano la sua. Corse istintivamente verso la madre
che, riconosciutala, l’abbracciò baciandola, ma una raffica uccise la donna mentre ancora la teneva
stretta.
B) Affacciatasi timidamente alla porta della baracca la bambina vide sua madre, ultima nella fila delle
internate. Subito cominciò a chiamarla piangendo, ma la donna non poteva udirla a causa delle grida
che venivano dall’altoparlante. Allora corse verso di lei e l’abbracciò, ma una raffica uccise la madre che
cadde nel fango mentre ancora la stringeva.
C) Affacciatasi alla porta della baracca la bambina vide sua madre nella fila delle internate e la chiamò
piangendo, ma la donna non poteva sentirla perché dall’altoparlante risuonavano ordini in tedesco.
Allora corse verso la madre che, riconosciutala, l’abbracciò. Ma una raffica spietata spense
immediatamente la loro gioia e la vita della donna.
D) Affacciatasi alla porta della baracca la bambina vide sua madre nella fila delle internate e la chiamò
piangendo. Ma le urla che dall’altoparlante impartivano ordini impedirono alla madre di sentirla. Allora
corse istintivamente verso la donna che l’abbracciò baciandola, ma subito una raffica la uccise mentre
ancora la madre la stringeva.
458
Nel recente convulso accavallarsi di annunci, fenomeni e disinneschi della crisi finanziaria, non tutti
i soggetti collettivi, politici come socioeconomici, sono riusciti a capire e difendere le proprie
filosofie di sviluppo e al limite i propri interessi. In particolare un soggetto è apparso in grande
difficoltà: il mondo che chiamiamo «forze sociali», quell’insieme cioè delle organizzazioni che
rappresentano i diversi interessi imprenditoriali, sindacali, categoriali. Non si è vista traccia di una
loro idea, iniziativa, proposta, mentre il governo era obbligato a inventare e correggere una
molteplicità di ipotesi e di interventi.
A) Nonostante le organizzazioni che rappresentano i diversi interessi imprenditoriali, sindacali, categoriali
abbiano cercato di difendere le proprie idee e i propri interessi, durante la crisi finanziaria il governo ha
agito inventando e correggendo ipotesi e interventi.
B) Tra i soggetti collettivi che non sono riusciti a capire e difendere le proprie filosofie di sviluppo, si
segnalano le «forze sociali» che, avendo diversi interessi imprenditoriali, sindacali, categoriali, hanno
lasciato al governo l'obbligo di inventare e correggere ipotesi e interventi.
C) L’insieme delle organizzazioni che rappresentano i diversi interessi imprenditoriali, sindacali, categoriali
durante la crisi finanziaria ha lasciato che il governo inventasse e correggesse una molteplicità di ipotesi
e di interventi, per difendere le proprie filosofie di sviluppo.
D) Soprattutto le «forze sociali» sono apparse in difficoltà e non hanno avanzato alcuna proposta, idea o
iniziativa lasciando, in piena crisi finanziaria, al governo l'onere di inventare e correggere molte ipotesi e
interventi.
BRANI
459
Ha senso sviluppare e potenziare il terzo livello della formazione universitaria, quello imperniato sul
dottorato di ricerca, proprio perché esso può servire a promuovere più ampie ed elevate
competenze in tutti gli ambiti interessati a giovarsene per compiere salti di qualità e di
modernizzazione nel rispettivo settore.
A) Il dottorato di ricerca universitario deve essere sviluppato, in quanto può promuovere elevate
competenze, che consentirebbero ai differenti ambiti interessati a giovarsene, di compiere salti di qualità
e modernizzazione.
B) Il dottorato di ricerca potrà apportare giovamento nella modernizzazione di vari settori solo promuovendo
ampie ed elevate competenze in tutti gli ambiti.
C) Solamente gli ambiti interessati a compiere salti di qualità e di modernizzazione nel proprio settore
possono giovarsi del terzo livello della formazione universitaria.
D) Devono essere sviluppati gli ambiti interessati a giovarsi della formazione universitaria imperniata sul
dottorato di ricerca compiendo salti di qualità e di modernizzazione.
460
È in corso a Bonn, in Germania, il primo meeting del Technology executive committee (Tec), il
braccio operativo del Technology mechanism istituito in occasione della Conferenza di Cancun del
2010 dello United Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc). Il meeting di 3 giorni
sta discutendo su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l'utilizzo di tecnologie
ecologicamente sostenibili. Il Tec è composto da 20 tecnici, esperti di diritto, politica, sviluppo
sociale e finanza, che lavorano nell'ambito delle tecnologie per la mitigazione e l'adattamento al
cambiamento climatico.
A) È in corso in queste ore a Bonn il meeting del Technology executive committee (Tec), ovvero il reparto
operativo dal Technology mechanism, costituito nel 2010 alla conferenza di Cancun dello United Nations
Framework Convention on Climate Change (Unfccc). Si raduneranno per 3 giorni tecnici, politici, esperti
di diritto, sviluppo sociale e finanza, per decidere le politiche di commercializzazione, sviluppo e utilizzo
di tecnologie ecologicamente sostenibili, in virtù della mitigazione e dell’adattamento al cambiamento
climatico.
B) Nel meeting di 3 giorni in corso a Bonn, organizzato dal Tec (Technology executive committee), istituito
in occasione della Conferenza di Cancun del 2010, 20 tecnici, esperti di diritto, economia, sviluppo
sociale e finanza, discutono su come facilitare lo sviluppo, la commercializzazione e l’utilizzo di
tecnologie ecologicamente sostenibili.
C) Si sta svolgendo in Germania il primo meeting del Technology executive committee (Tec), costituito dal
Technology mechanism, a sua volta istituito durante la conferenza di Cancun del 2010 dallo United
Nations Framework Convention on Climate Change (Unfccc). Si raduneranno esperti tecnici, di diritto, di
sviluppo sociale e finanziario per decidere la politica di sviluppo e utilizzo di tecnologie sostenibili in
futuro.
D) Durerà 3 giorni, il meeting a Bonn del Tec, il Technology executive committee (Tec), reparto operativo
istituito alla conferenza di Cancun dallo United Nations Framework Convention on Climate Change
(Unfccc). Tecnici ed esperti di sviluppo, finanza, politica e diritto, discuteranno su come facilitare lo
sviluppo e la commercializzazione di tecnologie ecosostenibili.
BRANI
461
Con la denominazione di "psicologia della Gestalt" o "della forma" si definisce l'opera degli
psicologi che lavorarono fino al 1933 all'Istituto di Psicologia dell'Università di Berlino. La parola
"Gestalt" deriva dal tedesco e significa "struttura unitaria", "configurazione armonica"; l'idea
portante dei fondatori di tale corrente fu, infatti, la convinzione che il "tutto" fosse diverso dalla
somma delle singole parti e che fosse necessario concentrasi sul modo in cui l'individuo percepisce
la realtà. La "psicologia della Gestalt" si diffuse dopo l'avvento del nazismo negli Usa, dove i suoi
principali esponenti si erano trasferiti a causa dell'emanazione delle leggi razziali.
A) La "psicologia della Gestalt" o "della forma" nacque dall'opera di psicologi che lavorarono presso l'Istituto
di Psicologia dell'Università di Berlino e si diffuse negli Usa dopo l'avvento del nazismo, dove i suoi
principali esponenti si erano trasferiti a causa dell'emanazione delle leggi razziali. Il suo nome deriva dal
termine tedesco "Gestalt", è una corrente che fu fondata sull'idea che il "tutto" fosse diverso dalla somma
delle singole parti.
B) La "psicologia della Gestalt" o "della forma", il cui nome deriva dal termine tedesco "Gestalt" che significa
"struttura unitaria", "configurazione armonica", è una corrente che fu fondata sull'idea che il "tutto" fosse
diverso dalla somma delle singole parti e che fosse necessario concentrarsi sul modo in cui l'individuo
percepisce la realtà. Nata dall'opera di psicologi che avevano lavorato presso l'Istituto di Psicologia
dell'Università di Berlino, si diffuse negli Usa dopo l'avvento del nazismo, dove i suoi principali esponenti
si erano trasferiti a causa dell'emanazione delle leggi razziali.
C) La "psicologia della Gestalt" o "della forma", deve il suo nome al termine "Gestalt" ed è una corrente che
fu fondata sull'idea che il "tutto" fosse diverso dalla somma delle singole parti e che fosse necessario
concentrarsi sul modo in cui l'individuo percepisce la realtà. Nata dall'opera di psicologi che lavorarono
presso l'Istituto di Psicologia dell'Università di Berlino, si diffuse negli Usa dopo l'avvento del nazismo,
dove i suoi principali esponenti si erano trasferiti.
D) Dopo l'emanazione delle leggi razziali molti scienziati ebrei abbandonarono la Germania, così accadde
per i fondatori della scuola della Gestalt a Berlino. La teoria psicologica elaborata da questi ultimi deve il
suo nome al termine "Gestalt" che significa "struttura unitaria", "configurazione armonica". Questa è una
corrente che fu fondata sull'idea che il "tutto" fosse diverso dalla somma delle singole parti e che fosse
necessario concentrarsi sul modo in cui l'individuo percepisce la realtà.
462
Metempsicosi: dal greco metempsychousthai ("passare da un corpo a un altro"), composto da meta("oltre") e pshyco ("anima"). La metempsicosi è la credenza, diffusa presso i Pitagorici e poi
predicata anche da Platone per cui l'anima, a ogni successiva morte del corpo in cui è ospitata,
passa in un altro corpo umano, animale, vegetale o minerale, finché non si è liberata da ogni vincolo
con la materia. La credenza è antichissima ed è di origine orientale, ma il termine compare soltanto
negli scrittori dei primi tempi dell'epoca cristiana.
A) Secondo alcune dottrine religiose la metempsicosi consiste nella trasmigrazione dell'anima, considerata
immortale, dal corpo che muore in un altro corpo appartenente al mondo naturale, fino alla completa
purificazione e al raggiungimento della beatitudine ultraterrena.
B) La metempsicosi è una credenza di origine orientale risalente ai primi autori cristiani, secondo cui
l'anima, dopo la morte trasmigra di corpo in corpo fino a svincolarsi completamente dalla materia. Il
termine deriverebbe dal greco metempsychousthai ("passare da un corpo a un altro"), composto da
meta- ("oltre") e pshyco ("anima").
C) Metempsicosi è un termine coniato agli inizi dell'epoca cristiana indicante una credenza di derivazione
orientale diffusasi in tempi molto antichi a opera della scuola pitagorica prima e di Platone poi, secondo
la quale, dopo la morte, l’anima trasmigra da un corpo a un altro, fino alla liberazione da ogni vincolo con
la materia. Sempre secondo la tradizione il termine deriverebbe dal verbo greco metempsychousthai
("passare da un corpo a un altro").
D) Furono i pitagorici a inventare il termine metempsicosi: dal greco metempsychousthai ("passare da un
corpo ad un altro"), composto da meta- ("oltre") e pshyco ("anima"). La credenza diffusasi
successivamente presso i cristiani consiste nel pensare che l'anima trascenda il corpo, prima nell'atto di
migrare verso altri corpi, poi in quello di raggiungere la beatitudine ultraterrena.
BRANI
463
“Circolo vizioso della povertà” è un’espressione utilizzata per indicare le difficoltà che incontrano
alcuni Paesi sottosviluppati a spezzare il nesso tra domanda e produzione che non permette loro di
avviare una seria politica di sviluppo economico.
Tali paesi, infatti, sono caratterizzati da un basso reddito pro capite che comporta un livello basso di
consumi e quindi di domanda e di risparmio. Ma bassi risparmi frenano l'accumulazione di capitale;
la scarsità di capitale determina bassi investimenti e quindi impedisce l'introduzione di innovazioni
di prodotto e di processo e la crescita della produttività; la produttività a sua volta comporta un
basso reddito pro capite.
A) Il “circolo vizioso della povertà” è tipico dei Paesi sottosviluppati e indica un fenomeno che impedisce a
questi Paesi di svilupparsi economicamente. I consumi limitati di questi Paesi, accompagnati da scarsa
domanda e scarsi risparmi, sono causati dai bassi redditi individuali. Questo impedisce l’accumulo di
capitali, senza il quale è impossibile attirare investimenti che inneschino un vero processo produttivo. La
mancanza di produttività genera a sua volta redditi sempre più bassi.
B) L’espressione “circolo vizioso della povertà” indica il fenomeno, frequente nei Paesi sottosviluppati, per
cui i poveri sono sempre più poveri, e quindi incapaci di avviare sviluppo economico e produttività nel
proprio Paese.
C) I bassi redditi pro capite sono la causa principale della povertà nei Paesi sottosviluppati. La gente ha
pochi soldi, quindi consuma poco e non si riesce a instaurare un normale rapporto domanda/offerta che
inneschi un processo di produzione e industrializzazione.
D) “Circolo vizioso della povertà”. Con questa perifrasi si è soliti definire le enormi difficoltà dei Paesi poveri
a svilupparsi, a scapito degli aiuti forniti dai Paesi più ricchi. In questi Paesi, infatti, tutta la popolazione
soffre di un bassissimo reddito pro capite, che non può che frenare i consumi e limitare sia i risparmi
individuali che la domanda di beni e servizi. La mancanza di consumi è l’anticamera dello stallo
economico e infatti in queste condizioni è impossibile accumulare capitali o fare investimenti. In un
quadro del genere, eventuali nuovi prodotti non verranno mai acquistati e la produttività non farà che
diminuire. Produttività pressoché pari a zero significa redditi sempre più bassi. E da qui riparte il circolo
vizioso della povertà.
BRANI
464
La traumatica esperienza della depressione degli anni Trenta e la guerra diedero origine a una
nuova ideologia, nella quale avevano la precedenza il raggiungimento della piena occupazione e la
giustizia sociale attraverso un intervento attivo da parte del governo. Per raggiungere tali obiettivi
era necessario che l’economia operasse a piena capacità, che i governi attenuassero le recessioni
cicliche che avrebbero potuto verificarsi e, infine, che si sviluppasse una strategia di crescita di
lungo periodo tale da consentire un’espansione ininterrotta dei benefici economici, che sarebbero
potuti essere distribuiti attraverso lo Stato assistenziale. La chiave di volta di tutto fu l’economia
mista.
A) La depressione e la guerra improntarono la successiva ideologia economica all’assunto della piena
occupazione e della giustizia sociale. I governi perciò furono chiamati a interventi attivi perché, lavorando
l’economia a pieno regime, si riducessero le possibili recessioni cicliche e, in una strategia di crescita di
lungo termine, lo Stato assistenziale distribuisse i vantaggi economici, in continua espansione grazie
all’economia mista.
B) Dopo la Prima guerra mondiale prese forma una nuova ideologia che aveva come obiettivi la piena
occupazione e la giustizia sociale. Era perciò necessario che l’economia operasse a piena capacità, che
i governi attenuassero le recessioni cicliche e si sviluppasse una strategia economica di lungo periodo
per garantire la distribuzione dei benefici economici attraverso lo Stato assistenziale. Nacque così
l’economia mista.
C) Piena occupazione e giustizia sociale attraverso l’intervento attivo del governo erano gli obiettivi di una
nuova ideologia nata negli anni Trenta. L’economia mista fu la scelta per arrivare a tutto ciò. I governi
dovevano attenuare eventuali recessioni cicliche, l’economia doveva operare a piena capacità e si
doveva sviluppare una strategia di crescita di lungo periodo.
D) La piena occupazione e la giustizia sociale con l’intervento del governo furono gli obiettivi di una nuova
ideologia sorta dopo l’esperienza della depressione degli anni Trenta e della guerra. L’economia doveva
operare a piena capacità e si doveva sviluppare una strategia di crescita di lungo periodo per consentire
l’espansione continua dei benefici economici da distribuire solo attraverso lo Stato sociale.
465
Nessun bosco di conifere è completo senza i suoi gruppi di rapaci notturni, in particolare di civette.
La più piccola civetta reperibile in queste foreste è la civetta nana euroasiatica, che ha l'abitudine di
formare un legame di coppia permanente. Nidifica nelle cavità abbandonate dal picchio verde e,
mentre la femmina cova le uova, il maschio è in giro a caccia di roditori e di uccellini per nutrirla. La
femmina pulisce il nido gettando via escrementi e avanzi del cibo che si ammucchiano ai piedi
dell'albero segnalando la presenza della coppia. Le civette nane sono abili nel canto e gli uccellini di
cui vanno a caccia si radunano assieme, non appena sentono il suo richiamo, per assalirla e
allontanarla.
A) La civetta nana è un piccolo rapace che vive nelle foreste di conifere. Questo strigide forma una coppia
permanente i cui membri si suddividono i compiti. Dopo aver costruito il nido nelle cavità degli alberi, la
femmina ne cura la pulizia e, mentre essa cova, il maschio procura il cibo cacciando. Il suo bel canto ne
rivela spesso la presenza alle prede che cercano di allontanarla.
B) Nei boschi di conifere vivono sempre rapaci notturni, il più piccolo dei quali è la civetta nana
euroasiatica. Essa forma una coppia permanente e fa il nido nelle cavità degli alberi. Il maschio procura
il cibo e la femmina cura la pulizia. Gli uccellini che la civetta caccia. quando ne sentono il canto si
radunano per difendersi attaccandola.
C) La civetta nana euroasiatica è l'unico rapace notturno che vive nelle foresta di conifere. Essa forma una
coppia permanente in cui il maschio si occupa di procurare il cibo e la femmina cura la pulizia del nido
che insieme hanno costruito nella cavità degli alberi. La civetta produce un bel canto che, però, rivela
sua presenza alle prede che cercano di allontanarla.
D) Molti rapaci notturni vivono nelle foreste di conifere e tra questi il più diffuso è la civetta nana
euroasiatica. Essa fa il nido nelle cavità degli alberi e i membri della coppia hanno compiti precisi: il
maschio va a caccia anche per la compagna e la femmina cova e cura la pulizia del nido.
BRANI
466
Poiché Socrate non ha lasciato scritti, è risultato sempre arduo ricostruire il suo pensiero
affidandosi alle testimonianze dei suoi contemporanei. Oggi, gli studiosi considerano fondamentali
le testimonianze riportate nei dialoghi platonici integrate con le opere di Aristotele. Le commedie di
Aristofane sono invece considerate poco attendibili, perché destinate alla polemica contro la
sofistica.
A) È complicato ricostruire il pensiero di Socrate, in mancanza di suoi scritti e basandosi solo sulle
testimonianze dei suoi contemporanei. Tra queste, fondamentali sono quelle contenute nei dialoghi di
Platone e nelle opere di Aristotele. Poco attendibili sono invece le commedie di Aristofane.
B) Per ricostruire il pensiero di Socrate, più che alle testimonianze dei suoi contemporanei, gli studiosi
moderni si affidano ai dialoghi platonici e alle opere di Aristotele. Le commedie di questi risultano
fuorvianti perché ideate con scopo polemico.
C) È difficile ricostruire il pensiero socratico, in quanto lo stesso Socrate ha lasciato pochi testi scritti, ed è
quindi necessario affidarsi alle testimonianze dei suoi contemporanei. In particolare, oggigiorno, sono le
opere di Aristotele e i dialoghi platonici che permettono agli studiosi di comprendere il pensiero del
filosofo e che sono quindi ritenuti fondamentali. Al contrario, le commedie di Aristofane, destinate alla
polemica contro la sofistica, non vengono ritenute attendibili e dunque non sono in grado di apportare
elementi nuovi per la comprensione del pensiero di Socrate.
D) I contemporanei di Socrate ci permettono di ricostruire il pensiero del filosofo; in particolare gli studiosi
reputano fondamentali i dialoghi platonici, molte delle opere di Aristotele e alcune commedie di
Aristofane.
467
Il futurismo fu il primo movimento organico, in Italia, di "avanguardia", e la sua importanza storica
sta proprio nell’avere elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutte le manifestazioni
della vita. Perciò fu un fatto non solo letterario, ma artistico nel senso più largo della parola, esteso
alla pittura, alla scultura, all’architettura, alla scenografia, al teatro e al cinema.
A) Il futurismo, primo movimento d’avanguardia, in Italia si estese a tutte le arti, elaborando una poetica
coerente.
B) Il merito storico del futurismo consiste nell’avere elaborato un esteso manifesto letterario, subordinando
alla poetica della parola quella di pittura, scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
C) Il futurismo ha un’importanza storica notevole, perché fu il primo movimento di “avanguardia” ad avere
elaborato una poetica coerente, sviluppandosi in tutti i principali ambiti artistici.
D) L’importanza storica del futurismo, primo movimento italiano di “avanguardia”, consiste nell’avere
elaborato una poetica coerente, estesa a tutte le arti e a tutti gli ambiti della vita: letteratura, pittura,
scultura, architettura, scenografia, teatro e cinema.
BRANI
468
Il "content editing" (detto anche "substantive editing") è l'editing che va oltre gli aspetti puramente
formali per investire lo stile, l'organizzazione e la logica dei contenuti. Il "content editor" è un vero
collaboratore dell'autore: la sua revisione mira a un testo ben costruito, scritto con chiarezza,
capace di comunicare con efficacia a un particolare tipo di pubblico. Il suo compito è quello di
migliorare le carenze di logica, eliminare le parole gergali che possono non essere capite, rimettere
mano ai periodi per rendere il testo più chiaro, più leggibile e più accattivante.
A) Il "content editor", detto anche "substantive editor", è un professionista dotato di spiccate capacità
espressive, che egli mette al servizio dell'autore per migliorare la qualità dei testi pur senza rivederne i
contenuti.
B) Il "substantive editing" (o "content editing") è l'attività con cui si interviene su un testo per adattarlo e
dirigerlo al pubblico di riferimento, e che può implicare anche interventi sostanziali sul testo originario
(organizzazione e logica dei contenuti, chiarezza ecc.).
C) Il "content editing" mira a migliorare la leggibilità di un testo scritto. Il "content editor" organizza in modo
logico i contenuti e rende più chiaro il linguaggio, modificandone, se necessario, anche la struttura. Si
tratta di un lavoro svolto collaborando con l'autore e che può implicare anche interventi sostanziali sul
testo da lui scritto.
D) Autore ed editor devono collaborare molto strettamente. Un testo ben scritto, infatti, non richiede solo il
contributo creativo dell'autore ma, molto spesso, ha bisogno di una revisione operata da un
professionista specializzato, come il "content editor" che, se necessario, possa intervenire sul testo
anche in modo sostanziale.
469
A partire dai primi mesi del 1915, il dibattito politico tra lo schieramento neutralista e quello
interventista si infiamma e si inasprisce, allargandosi fino a coinvolgere e a mobilitare l'intera
opinione pubblica italiana. I neutralisti sono decisamente più numerosi sia in Parlamento sia nella
società civile, ma gli interventisti suppliscono alla minor consistenza numerica con una capacità di
attrazione e soprattutto una chiassosa visibilità, decisamente travolgente.
A) Con l'inizio del 1915, si inasprisce il dibattito politico tra neutralisti e interventisti, almeno in Parlamento.
Nell'opinione pubblica italiana, invece, i neutralisti sono molti di più e non faticano ad avere quindi
capacità di attrazione e soprattutto una chiassosa visibilità, decisamente travolgente.
B) È a partire dai primi mesi dell'anno 1915 che il già acceso dibattito politico tra lo schieramento neutralista
e quello interventista si estende, fino ad allargarsi al punto di coinvolgere e mobilitare l'intera opinione
pubblica italiana ed europea. I neutralisti sono decisamente più numerosi con diverse decine di deputati
e milioni di semplici cittadini, ma gli interventisti suppliscono a questa più che evidente minor consistenza
numerica con una capacità di attrazione delle masse, decisamente travolgente e trascinante.
C) Con l'inizio del 1915, si inasprisce il dibattito politico tra neutralisti e interventisti, coinvolgendo anche
l'opinione pubblica italiana. I neutralisti sono molti di più, sia in Parlamento sia nella società civile, ma gli
interventisti hanno forte capacità di attrazione e una chiassosa visibilità.
D) Nel 1915, il dibattito tra neutralisti e interventisti si inasprisce, coinvolgendo l'opinione pubblica italiana. I
neutralisti sono comunque di più anche se meno incisivi e meno capaci di attrarre nuove persone nel
loro schieramento.
BRANI
470
Per inserirsi e crescere in azienda nel modo migliore è importante capire dall'inizio che cosa le
imprese vogliono dai giovani neoassunti. A volte, di fatto, è già nei primi mesi di lavoro che una
persona si crea la propria immagine aziendale, di giovane particolarmente sveglio e intraprendente
piuttosto che "normale" in senso riduttivo. Sicuramente le aziende richiedono ai giovani una solida
base tecnico/culturale e la capacità di rispettare le "regole aziendali".
A) Per inserirsi al meglio nel lavoro, è importante che il neoassunto capisca ciò che gli viene richiesto
dando così fin dall'inizio una buona immagine di sé. In particolare, essere svegli e intraprendenti, dotati
di una solida base tecnico/culturale e rispettosi delle "regole aziendali" è ciò che le aziende chiedono ai
giovani.
B) È importante curare la propria immagine in azienda per un giovane neoassunto. Non basta apparire
"normale"; bisogna mostrarsi dotati di qualità fuori dal comune per elevarsi al di sopra della massa.
C) Nella vita come nel lavoro, la prima impressione è quella che conta. Ciò significa che per inserirsi e
crescere in azienda nel migliore dei modi occorre capire da subito ciò che il datore di lavoro si aspetta.
Del resto ai giovani le aziende hanno sempre chiesto le stesse cose: solida preparazione, flessibilità e
rispetto delle "regole aziendali".
D) È importante capire già dai primi mesi di lavoro che cosa le imprese si aspettano dai giovani neoassunti.
471
La Rivoluzione industriale fu anche una "rivoluzione energetica", perché il carbone soppiantò la
legna come principale fonte di energia. Grazie alla combustione del carbone e al perfezionamento
della macchina a vapore si produsse energia meccanica capace di fare funzionare le prime
macchine industriali e, successivamente, i primi mezzi di trasporto a vapore.
A) La Rivoluzione industriale fu prima di tutto una rivoluzione energetica: fu, infatti, grazie all'uso del
carbone come fonte di energia e all'invenzione della macchina a vapore per opera di Watt (1769) che
furono azionate le prime macchine industriali, i battelli e le locomotive.
B) La Rivoluzione industriale sostituì alla legna, come fonte di energia, il carbone; il suo uso nella macchina
a vapore consentì la produzione dell’energia meccanica in grado di azionare le prime macchine
industriali e i primi mezzi di trasporto.
C) La Rivoluzione industriale è legata all'utilizzo di nuove fonti di energia, la legna e il carbone, senza le
quali non sarebbe stata possibile alcuna meccanizzazione delle industrie. In particolare, il carbone avviò
lo sviluppo dei mezzi di trasporto a vapore.
D) La Rivoluzione industriale, che iniziò nella seconda metà del Settecento nell'Europa centrosettentrionale, determinò una “rivoluzione” sul piano energetico: il carbone sostituì la legna come
principale fonte di energia e diede avvio allo sviluppo dei primi mezzi di trasporto.
BRANI
472
Max Weber distingue nettamente tra conoscere e valutare, tra giudizi di fatto e giudizi di valore, tra
“ciò che è” e “ciò che deve essere”. Per lui la scienza sociale è avalutativa, nel senso che cerca la
verità, ossia cerca di appurare come andarono i fatti e perché andarono così e non diversamente. La
scienza spiega, non valuta.
Tale presa di posizione ha, all’interno del lavoro di Weber, due significati: uno epistemologico,
consistente nella difesa della libertà della scienza da valutazioni etico-politico-religiose; l’altro eticopedagogico, che mirava a difendere la scienza dalle storture demagogiche dei cosiddetti “socialisti
della cattedra” che legavano il valore della verità a valori etico-politici, subordinando cioè
l’insegnamento a ideali politici.
A) Poiché all’epoca di Max Weber molti docenti subordinavano l’insegnamento delle proprie discipline agli
orientamenti politici che abbracciavano, egli propose la distinzione tra giudizi di fatto e giudizi di valore,
sostenendo che la vera scienza dovesse essere immune dai primi quanto dai secondi, in modo da
limitarsi ad appurare la veridicità dei fatti.
B) In Max Weber, la distinzione tra giudizi di fatto e giudizi di valore serve a definire l’ambito di applicazione
delle scienze sociali, che, in quanto avalutative, devono limitarsi a spiegare i fatti per come sono
avvenuti. Tale presa di posizione implica che la scienza sia immune da valutazioni etico-politico-religiose
e che debba essere insegnata senza il condizionamento di valori etico-politici.
C) Secondo Max Weber, l’obiettivo della scienza consiste in una ricerca della verità che si attenga
esclusivamente alla valutazione dei fatti, astenendosi da valutazioni etiche, politiche e religiose. Inoltre,
dal punto di vista epistemologico, essa deve essere insegnata in modo libero, senza il condizionamento
di valori etico-politici.
D) Secondo Max Weber, la scienza sociale è avalutativa quando spiega ciò che deve essere, cercando la
verità attenendosi esclusivamente all’andamento dei fatti, senza essere influenzata da giudizi di valore.
Tale affermazione implica che la scienza sia immune da valutazioni etico-politico-religiose e che debba
essere insegnata senza il tradizionale condizionamento di valori etico-politici.
473
Spesso si sente dire fra gli "addetti ai lavori" che un bravo formatore deve essere in grado di
insegnare qualsiasi cosa. In realtà questa affermazione paradossale vuole semplicemente mettere in
guardia sul fatto che la conoscenza approfondita di un argomento non implica necessariamente la
capacità di insegnarlo; così come, per converso, il possedere doti sviluppate di comunicatore non è
sufficiente a trasmettere vera conoscenza, se si è privi di una preparazione di base consolidata in
un settore specifico.
A) Gli addetti ai lavori sostengono che un buon formatore deve essere in grado di insegnare qualsiasi cosa:
con questa affermazione paradossale essi vogliono solo mettere in guardia sul fatto che chi è privo di
conoscenze solide in uno specifico settore, non può spiegare approfonditamente nessun argomento.
B) Dire che un formatore deve essere in grado di insegnare qualsiasi cosa significa porre l'accento sul fatto
che possedere doti di comunicatore non è un requisito sufficiente a trasmettere vera conoscenza.
C) La capacità di comunicare e la conoscenza approfondita di un argomento, possedute separatamente,
non sono sufficienti per essere un buon formatore se mancano, rispettivamente, una solida preparazione
di base in un settore specifico e la capacità di insegnare.
D) Ciò che si sente comunemente sostenere, cioè che un bravo formatore deve essere in grado di
insegnare qualsiasi cosa, vuole solo significare che la capacità di insegnare non comporta la
conoscenza di un argomento così come la trasmissione di una conoscenza non comporta il possesso di
ottime doti di comunicatore.
BRANI
474
La rivoluzione russa del 1917 determinò un profondo cambiamento del sistema socio-economico e
in particolare agricolo. Dapprima si procedette all'esproprio dei latifondi aristocratici e alla
distribuzione delle terre ai contadini, poi, nel 1928, si attuò una collettivizzazione delle terre.
A) Nel 1928, in seguito alla rivoluzione russa del 1917, si attuò una collettivizzazione delle terre e si affermò
quel modello di agricoltura sovietica definita anche "agricoltura pianificata".
B) La rivoluzione comunista fece sì che nell'Unione Sovietica, prima degli anni Trenta del XX secolo, le
terre venissero collettivizzate, con la conseguenza che tutte le attività agricole furono pianificate dallo
Stato tramite piani quinquennali.
C) La rivoluzione russa provocò un mutamento del sistema socio-economico del Paese: nel campo agricolo
si passò dall'esproprio dei latifondi aristocratici alla distribuzione delle terre ai contadini e, infine, alla
collettivizzazione.
D) La rivoluzione russa determinò anche una rivoluzione socio-economica. Nel giro di pochissimi anni i
latifondi aristocratici furono confiscati, espropriati e distribuiti ai contadini. La collettivizzazione delle terre,
infine, garantì una maggiore giustizia sociale.
475
"Oro nero": chi lo trova, trova un tesoro. L'OPEC controlla la produzione mondiale di petrolio. Si
trova in grandi cavità sotterranee. Il libro che qui presentiamo svela questi e altri falsi miti sulla
materia prima più importante del Ventesimo secolo, continuamente al centro di obiettivi di politica
estera, relazioni e guerre tra Stati, sicurezza internazionale e vita stessa di intere nazioni.
A) Il libro che qui presentiamo è un contributo importante sul tema dello sfruttamento della "risorsa petrolio"
e delle sue ricadute sulla politica internazionale di molti Paesi. In particolare, il volume svela alcuni falsi
miti sull'oro nero, come il fatto che l'OPEC ne controlla la produzione in diversi Paesi.
B) Il libro che qui presentiamo rappresenta il più completo manuale sul tema dello sfruttamento della
"risorsa petrolio" e delle sue ricadute sulla politica internazionale di molti Paesi
C) Il libro qui presentato fa chiarezza su alcuni luoghi comuni a proposito del valore, dell'origine, della
produzione e del controllo del petrolio, la materia prima più importante del '900, intorno alla quale ruota
gran parte degli interessi che determinano il corso delle relazioni internazionali.
D) Nonostante sia una delle risorse più preziose del Pianeta, intorno all'oro nero sono sorti falsi miti che
questa pubblicazione intende svelare all'opinione pubblica. Rimane il fatto, confermato dal libro in
esame, che il petrolio sia continuamente al centro di obiettivi politici.
BRANI
476
L'origano è diventato sinonimo di buona salute. Una ricerca effettuata dal Dipartimento
dell'Agricoltura statunitense ha mostrato che questa erba ha un alto contenuto di antiossidanti, più
di molti altri cibi conosciuti. Gli antiossidanti sono una classe di composti che previene i danni
provocati dall'eccesso di radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo o lo
smog. Dallo studio è emerso che l'origano ha un'attività antiossidante 42 volte superiore a quella
della mela, 30 volte quella della patata e 12 volte quella dell'arancia.
A) I radicali liberi possono essere combattuti attraverso un consumo intenso di origano, la spezia che,
secondo una recente ricerca statunitense, contiene il più elevato tasso di antiossidanti. In particolare,
dallo studio è emerso che l'attività antiossidante dell'origano è 42 volte superiore a quella della mela.
B) L'origano ha un elevato contenuto di antiossidanti, molto maggiore rispetto ad altri cibi come la mela,
l’arancia o la patata. Si tratta quindi di un’erba benefica per la salute, dal momento che gli antiossidanti
consentono di prevenire i danni provocati dai radicali liberi, generati da molti agenti nocivi come i
pesticidi, il fumo e lo smog.
C) L'origano ha un elevato contenuto di radicali liberi, molto maggiore di quello di altri frutti e ortaggi. Si
tratta di una spezia benefica per la salute, dal momento che i radicali liberi consentono di prevenire i
danni provocati da molti agenti nocivi come i pesticidi, il fumo e lo smog, dall'elevato potere
antiossidante.
D) L'origano ha un elevato potere antiossidante. È questo il risultato di uno studio effettuato dal
Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, che attribuisce all'origano un'azione contro i danni provocati
dai radicali liberi.
477
Convenzionalmente si pone l'inizio dell'epoca medievale nel 476, quando la riconsegna
all'imperatore di Bisanzio delle insegne imperiali da parte di Odoacre sancisce la scomparsa
dell'impero romano d'Occidente. Da molto tempo, tuttavia, all'interno del mondo antico era in atto
un ampio cambiamento da cui sarebbe poi nata la civiltà medievale, frutto della fusione di tre
elementi: la tradizione germanica, la cultura romana e la religione cristiana.
A) I cambiamenti da cui nasce la civiltà medievale (segnatamente: la fusione della tradizione germanica con
la cultura romana e con la religione crisitiana), sono cominciati prima della fine dell'impero romano
d'Occidente, convenzionalmente posta nel 476, quando Odoacre ha riconsegnato all'imperatore di
Bisanzio le insegne imperiali, sancendo in questo modo l'inizio dell'epoca medievale.
B) L'impero romano d'Occidente è scomparso nel 476, anno in cui all'imperatore di Bisanzio vennero
restituite le insegne imperiali da Odoacre.
C) L'individuazione dell'anno 476 come inizio dell'epoca medievale è frutto di una convenzione. In
quell'anno, infatti, l'imperatore Odoacre restituì all'imperatore di Bisanzio le insegne imperiali e questo
avvenimento ha segnato, di fatto, la fine dell'impero romano. In quell'anno iniziarono i cambiamenti da
cui sarebbe scaturita la civiltà medievale dall'interazione della tradizione germanica, della cultura romana
e della religione cristiana.
D) Per convenzione, l'epoca medievale inizia nel 476, con la scomparsa dell'impero romano d'Occidente,
sebbene i cambiamenti che hanno dato origine alla civiltà medievale, frutto della fusione tra la tradizione
germanica, la cultura romana e la religione cristiana, siano cominciati molto prima di quella data.
BRANI
478
Le famiglie piemontesi e torinesi spendono di più e risparmiano di meno, rivelandosi
particolarmente spendaccione nel settore delle nuove tecnologie. Una vera e propria mutazione
genetica, che rivoluziona il cliché del piemontese oculato e previdente, quella rilevata
dall’Osservatorio della Soldo, società specializzata nel credito al consumo, che ha presentato ieri i
risultati dell’annuale ricerca.
A) Le famiglie piemontesi e torinesi spendono di più e risparmiano di meno. Tale tendenza, perfettamente
in linea con la consolidata tradizione del piemontese avventato e incauto, è stata rilevata
dall’Osservatorio della Soldo.
B) L’Osservatorio della Soldo ha recentemente rilevato che quelle piemontesi sono le famiglie più
spendaccione d’Italia. Il settore di maggiore interesse è quello informatico.
C) Le famiglie torinesi, secondo la semestrale ricerca condotta dalla Soldo, risultano risparmiare di meno e
spendere di più.
D) La società Soldo, specializzata nel credito al consumo, ha rilevato che le famiglie piemontesi e torinesi,
contravvenendo alle proprie tradizioni di oculati risparmiatori, spendono di più, soprattutto nel settore
delle nuove tecnologie.
479
Sebbene "homo novus", Catone volle essere il difensore della tradizione contro un gruppo di nobili
spregiudicati e innovatori. Egli si era facilmente inserito in un altro settore del ceto senatorio,
ancora legato agli antichi ideali e ostile alla cultura greca, mentre gli Scipioni, come Flaminio, erano
filelleni. Come amministratore, diede prova di un’assoluta rettitudine e si adoperò contro le
speculazioni dei pubblicani.
A) In quanto “homo novus”, Catone comprensibilmente difendeva le tradizioni, soprattutto quelle dell’antica
cultura greca, contro gli spregiudicati nobili di nome Scipioni. Fu un ottimo amministratore e lottò contro
la corruzione dei repubblicani.
B) A un esame superficiale, la figura di Catone sembra incoerente: “homo novus” e tuttavia difensore della
genuina tradizione romana; nobile (di nobiltà acquisita) e nemico di un altro gruppo di nobili, cioè gli
Scipioni; incorruttibile e tuttavia nemico della cultura greca. La verità è però ben diversa.
C) Catone, benché “homo novus”, difendeva le tradizioni romane e il ceto senatorio in cui era inserito,
contro gli Scipioni, senatori spregiudicati, innovatori, filelleni e guidati da Flaminio. Inoltre fu
amministratore probo.
D) Per quanto “homo novus” nel ceto senatorio, Catone fu un difensore della tradizione contro un gruppo
della nobiltà, rappresentato dagli Scipioni, che era invece filelleno. Diede inoltre prova di assoluta onestà
come amministratore.
480
Un esperimento di psicologia mostra una scimmia costretta a trovare cibo in scatole di un dato
colore, mescolate ad altre di colori diversi. Si giunge a un momento in cui il numero degli errori
diminuisce senza che la scimmia possegga ancora la piena soluzione del problema.
A) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore, mescolate ad altre di diverso colore, attiva dinamiche di risoluzione del problema
senza averne ancora piena consapevolezza.
B) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore mescolate ad altre di diverso colore, procede casualmente ma esattamente nella
risoluzione del problema.
C) Un esperimento di psicologia mostra che una scimmia, costretta a trovare cibo in scatole di un
determinato colore mescolate ad altre di diverso colore, non giunge mai a una risoluzione ottimale del
problema.
D) Un esperimento sulla psicologia delle scimmie mostra che una scimmia, se costretta a trovare cibo in
scatole di colori diversi, arriva a risolvere il problema senza esserne consapevole.
BRANI
481
è difficile pensare a un altro testo che si riproponga a ogni nuova generazione di lettori con una
carica altrettanto forte di informazione, di metodo e di stilizzazione di epoche e personalità. La
fortuna, che è toccata a questo testo, è anche il riconoscimento della complessa cultura con cui
l’autore ha fatto i conti e con cui ancora oggi ci misuriamo.
A) Il testo si offre ai lettori di ogni nuova generazione con una tale carica di informazione, di metodo e di
stilizzazione di epoche e personalità che è difficile trovarne uno eguale. Il suo successo è anche il
riconoscimento della complessa cultura con cui si è misurato l’autore e con cui ancora ci
confrontantiamo.
B) Il testo si ripropone ai lettori di ogni nuova generazione con una forte carica di informazione, di metodo e
di stilizzazione di epoche e personalità. La fortuna del suo autore è legata alla sua complessa cultura ed
è per questo che dobbiamo ancora oggi misurarci con essa.
C) Il testo si ripropone alle nuove generazioni di lettori con la stessa carica della prima pubblicazione. Il suo
successo è anche il riconoscimento del complesso pensiero dell’autore con cui ancora oggi ci
misuriamo.
D) La fortuna di questo testo sempre carico di informazione, metodo, stilizzazione di epoche e personalità
dipende dal riconoscimento di quella cultura con cui si sono misurati prima l’autore e poi noi.
482
I sociologi tendono a riservare il termine "Nazione" a una popolazione che abbia sperimentato per
parecchie generazioni una comunanza di territorio, di vita economica, di cultura, di lingua, di
vicende storiche, al punto che la maggior parte degli individui ha sviluppato nei suoi confronti un
elevato attaccamento affettivo. A causa di tali processi, l’idea e il sentimento di Nazione – di
appartenere cioè a una stessa Nazione – sono possenti fattori di integrazione sociale e di
solidarietà.
A) Il termine “Nazione”, per i sociologi, indica una comunione di esperienze di varia natura tra diversi
individui, tale per cui riveste un ruolo importante nei processi di integrazione sociale e solidarietà.
B) Gli individui che compongono una Nazione (non necessariamente la totalità di essi) condividono
un’eredità culturale. I legami di solidarietà che esistono tra questi individui generano in loro il sentimento
di appartenere a una stessa Nazione.
C) Un fortissimo sentimento di solidarietà è all’origine dell’idea di Nazione. In sociologia, si può parlare
correttamente di Nazione solo se vi è comunanza di territorio tra diverse persone.
D) Una popolazione può essere detta una Nazione solo nel caso che abbia generato – attraverso diversi e
ripetuti tentativi nel corso dei secoli – una comunanza linguistica, culturale ed economica. Un’ulteriore
condizione è data dal fatto di abitare un medesimo territorio.
BRANI
483
Se un soggetto abilitato gestisce un patrimonio per conto terzi, può avvalersi di intermediari esteri?
Per rispondere bisogna verificare se nella disciplina di riferimento vi siano disposizioni contrarie.
L’esame dimostra come non si rinvengano prese di posizione negative esplicite da parte del
legislatore e come, anzi, i meccanismi previsti ben si adattino anche all’intervento di intermediari
esteri. Di più, vi sono taluni elementi impliciti che fanno ritenere che il legislatore avesse
considerato questa possibilità.
A) Anche se non è detto dalla legge a chiare lettere, è da ritenere che il soggetto abilitato alla gestione di
patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri.
B) L’esame della disciplina legislativa non evidenzia l’esistenza di ostacoli alla possibilità che un soggetto
abilitato a gestire patrimoni per conto terzi possa avvalersi di intermediari esteri. Vi sono, anzi, elementi
impliciti che legittimano il contrario.
C) Tutto dimostra che il legislatore volesse permettere al soggetto abilitato, che gestisce patrimoni per
conto terzi, di servirsi di intermediari esteri. Non solo non si rinvengono infatti divieti, nella disciplina di
legge, ma i meccanismi ivi previsti dimostrano di ben adattarsi a questa eventualità.
D) I soggetti abilitati a gestire un patrimonio per conto terzi possono, d'ora in avanti, avvalersi di intermediari
esteri, essendo appena stata concessa questa possibilità dal legislatore.
484
L’economia dell’Impero Romano, come quelle di tutte le civiltà antiche, poggiava sull’agricoltura. La
maggior parte della popolazione lavorava nei campi e il possesso di terra era considerato la vera
ricchezza, ma questi ultimi non sono argomenti decisivi per supportare l’affermazione di partenza. È
però stato dimostrato che effettivamente una percentuale significativa del prodotto interno lordo
veniva dall’agricoltura.
A) Se non fosse stato dimostrato che una percentuale significativa del prodotto interno lordo dell’Impero
Romano veniva dall’agricoltura, non si potrebbe affermare che il sistema economico romano era
prevalentemente agricolo. Così però non è.
B) L’economia romana era fondamentalmente agricola, prova ne è il fatto che la maggior parte della
popolazione lavorava la terra. Anche la circostanza che il possesso di terra fosse considerato l’unica
ricchezza non è privo di significato. A ciò si aggiunge il fatto che l’agricoltura produceva la maggior parte
del prodotto interno lordo.
C) Il fatto che la maggior parte della popolazione dell’Impero Romano lavorasse nei campi e che il
possesso di terra fosse percepito come la vera ricchezza non basta da solo a dimostrare che l’economia
dell’Impero fosse essenzialmente agricola. È però certo che gran parte del prodotto interno lordo veniva
dall’agricoltura.
D) L’Impero Romano viveva in un regime di economia agricola, anche se non si può affermare che la
maggior parte della popolazione lavorasse la terra né che il possesso di questa fosse percepito come la
vera ricchezza. Era l’agricoltura che produceva la maggior parte del prodotto interno lordo.
BRANI
485
Nello Stato di Fantàsia il governo sta cercando di aumentare il prodotto interno lordo per evitare che
i prolungati problemi dell’economia sfocino in una grave recessione. Tra le diverse misure
adottabili, è stato deciso di diminuire le tasse, in maniera da lasciare maggior reddito disponibile
per l’investimento privato. Certo, ciò provocherà una diminuzione della spesa pubblica e quindi una
contrazione della domanda pubblica, ma questo danno sarà più che compensato dai vantaggi.
A) Lasciare maggiori risorse ai privati sembra al governo di Fantàsia il modo migliore per evitare un
peggioramento dell’economia. In questo modo, il maggiore investimento che si verificherà sarà tale non
solo da compensare l’inevitabile calo della domanda pubblica, ma da innalzare significativamente il
prodotto interno lordo.
B) Per aumentare il prodotto interno lordo e prevenire una crisi economica, il governo di Fantàsia ridurrà le
tasse, così da incrementare l’investimento privato. Ciò provocherà una riduzione della spesa pubblica,
ma i vantaggi ottenuti in termini di prodotto interno lordo saranno decisamente superiori.
C) Allo scopo di evitare che i problemi economici nazionali sfocino in una crisi, il governo di Fantàsia ha
deciso di ridurre le tasse. In questo modo sarà possibile compensare gli effetti derivanti dall’inevitabile
calo della domanda pubblica.
D) Per non peggiorare la crisi economica, il governo di Fantàsia ha deciso di diminuire le tasse. Ciò lascerà
maggiore reddito a disposizione dell’investimento privato e incrementerà il prodotto interno lordo.
BRANO DM 30
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
A Gomance, sotto un abete folto e aggrovigliato che nasconde il terreno, ci dev’essere ancora un elmetto tedesco, perforato
da una pallottola. È giusto averlo rimesso là sotto, dopo averlo trovato per caso; forse è l’unica ancorché vicaria tomba di chi
lo portava sulla testa ed è verosimilmente sparito, perché la foresta, a differenza dei campi, non ha sepolture riconoscibili che
mettano un po’ d’ordine nel mondo. I boschi del Nevoso erano un punto nevralgico della guerra partigiana; vi agivano piccole
fulminee compagnie e vi si insediavano comandi importanti, soprattutto le basi per i corrieri che tenevano i collegamenti
clandestini con i reparti anche lontani.
(Da: Claudio Magris, "Microcosmi", Garzanti)
486
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 30
Nel contesto del brano, l'elmetto rappresenta:
A) un simbolo religioso
B) un segno sostitutivo di sepoltura
C) un segno distintivo della personalità di chi lo aveva indossato
D) il simbolo della morte
487
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 30
Nel passaggio "forse è l’unica ancorché vicaria tomba di chi lo portava sulla testa", quale delle
seguenti espressioni può essere sostituita nel brano a “vicaria” senza cambiare il senso della
frase?
A) non convenzionale
B) facente funzione di
C) misera
D) provvisoria
BRANI
BRANO DM 34
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Alla base del film c’è l’idea, che può essere originale oppure ispirarsi ad altre forme artistiche e letterarie; in quest’ultimo caso,
l’idea andrà opportunamente rielaborata per poterla realizzare cinematograficamente, attraverso immagini in movimento. In
ogni caso, al centro della storia che verrà sviluppata, ci deve essere un conflitto esteriore (tra personaggi, fra ambiente e
personaggio ecc.) oppure interiore (sul piano morale, esistenziale, ideologico ecc.), per determinare la tensione drammatica
del film.
L’immagine filmica deve essere funzionale alla narrazione: ciascuna inquadratura racconta e comunica emozioni, da sola e in
sequenza con altre inquadrature.
Nel passaggio dall’idea alla stesura della sceneggiatura si definiscono sempre più precisamente l’argomento, i luoghi, l’epoca,
i personaggi, le azioni. La sceneggiatura descrive tutte le scene in cui si dipana il film, le azioni e le battute dei personaggi.
Preparatorio al film è lo Story board, che rappresenta, tramite vignette, tutte le scene.
In genere la narrazione cinematografica condensa la storia, utilizzando frequentemente l’ellissi ed eliminando i momenti meno
significativi, dato che il film dura mediamente da un’ora e trenta minuti a tre ore, pur se la storia narrata dura anni o secoli. A
volte si può scegliere se far coincidere tempo della storia e tempo della narrazione, costruendo il film in tempo reale, come
avviene in "Mezzogiorno di fuoco" di Fred Zinnemann del 1952.
Le battute, data la limitata durata di un film, devono essere particolarmente ricche di significato e sintetiche; attraverso di esse
si stabiliscono i legami fra i personaggi, si comprendono antefatti, si svelano segreti; talvolta chi parla resta fuori campo, come
accade per la voce del narratore nelle sequenze girate in soggettiva o nei documentari. Il registro adottato (solenne,
scientifico, familiare, gergale ecc.) connota i personaggi e contribuisce all’ambientazione. Alcuni registi, tuttavia, preferiscono
avere solo un canovaccio e procedere alla definizione della sceneggiatura nel corso delle riprese.
(Archivio Selexi)
488
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 34
In base a quanto scritto nel brano, quale delle seguenti è la corretta definizione di Story board?
A) Selezione delle inquadrature prescelte per costituire un film
B) Costruzione di ambienti, sia interni sia esterni, necessari per la realizzazione di un film
C) Insieme di bozzetti grafici che rappresentano le scene del film
D) Testo che descrive tutte le scene in cui si dipana il film, le azioni e le battute dei personaggi
489
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 34
Relativamente alla realizzazione di un film, l’autore del brano:
A) ama il film Mezzogiorno di fuoco
B) individua nel registro utilizzato nei dialoghi la chiave connotativa dei personaggi
C) attribuisce alla voce fuori campo dei documentari una funzione marginale
D) attibuisce al canovaccio una funzione di ellissi
BRANI
BRANO DM 47
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
"Esci dai debiti senza chiedere un mutuo" è il titolo dell’ultima arrivata. L'e-mail racconta di un sistema per farsi prestare soldi
a tassi stracciati, artefice del miracolo non profit che avrebbe "già aiutato oltre 20 mila persone". Si clicca sull’indirizzo, si
viene condotti su un sito dove vi si chiedono le generalità e si promette di chiamarvi a casa per proporvi il metodo. Il mittente
è [email protected], i destinatari probabilmente sono nell’ordine delle centinaia di migliaia, tutte vittime dello spam.
Il fenomeno cresce di anno in anno e uno studio commissionato dall’Unione europea ne ha adesso calcolato il controvalore
economico: 10 miliardi di euro, pari a quasi 20 mila miliardi di lire, sarebbe il danno monetario annuo in termini di
ingolfamento della rete. Per prendere in consegna e recapitare le quantità industriali di posta spazzatura, Internet subirebbe
uno sforzo supplementare che la rallenterebbe, a scapito di tutti i suoi utenti. Tutto ciò per consegnare offerte roboanti
("Diventa miliardario in 2 mesi"), promesse da marinaio ("Riconquista la virilità anche se hai 80 anni") e altra paccottiglia che
intasa le caselle e-mail.
La crescita esponenziale dello spam negli anni recenti è un dato di fatto. La tecnologia corrente consente a una singola
compagnia di marketing di spedire mezzo miliardo di e-mail personalizzate al giorno. Gli Stati membri dell’Unione europea
hanno adottato approcci diversi al problema. Per la maggior parte il sistema vigente è quello dell’"opt out", per cui gli utenti
devono attivarsi e barrare una casella se non vogliono ricevere – generalmente in coincidenza con l’iscrizione a nuovi servizi
– posta pubblicitaria. Altri Paesi, tra cui l’Austria, la Germania, la Finlandia e anche l’Italia, hanno generalmente abbracciato il
più rispettoso schema "opt in" per cui, normalmente, non si riceve niente a meno di chiederlo esplicitamente.
Nel ’99, su scala mondiale, il 64% dei nuovi utenti della Rete riceveva spam almeno una volta alla settimana. La percentuale
passava al 91% per coloro che mantenevano il medesimo indirizzo per almeno 3 anni. Stando alle stime di uno dei più grossi
service provider del mondo, ormai il 15% della corrispondenza elettronica è costituito da spam.
Il problema è enorme ma la soluzione non è alle porte. Da un punto di vista tecnico c’è pochissima differenza tra l’e-mail che
potete volere e quella pubblicitaria non richiesta. Ogni tentativo di filtro, basato su parole ricorrenti che possono apparire
nell’intestazione (abuso di aggettivi entusiasti: "fantastico", "eccezionale"; abuso di maiuscole; abuso di punti esclamativi ecc.)
è rischioso: si possono buttare nel cestino, in automatico, lettere incolpevoli e magari utili che accidentalmente contengono gli
stessi termini.
Allora? A parte le legislazioni che in certi Stati americani già puniscono gli "untori", c’è poco da fare.
Nel tempo che c’è voluto per scrivere questo articolo è arrivata un’altra e-mail dallo sconosciuto [email protected].
Dice: "142 MILLION E-mail Addresses – ONLY $149". E chiede: "Volete fare un po’ di soldi? Immaginate di avere un prodotto
da vendere a 5 dollari: anche se solo l’1% delle persone contattate vi risponderà, significa oltre 7 milioni di dollari che
pioveranno nelle vostre tasche". Sette milioni di dollari incassati semplicemente spedendo un’e-mail multipla: se fosse vero,
varrebbe la pena risultare degli scocciatori?
(Archivio Selexi)
490
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 47
Scopo dell'autore del brano è:
A) dimostrare l'eterogeneità fra le legislazioni che tutelano la privacy in Europa
B) descrivere il crescente problema dello spam nella rete
C) difendere il valore dello spam come strumento di vendita
D) proporre almeno due soluzioni al problema dello spam
BRANI
BRANO DM 68
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L’uomo del Rinascimento ha molti volti ben individuabili. […] La donna del Rinascimento, invece, sembra quasi senza volto.
Un uomo può essere principe o guerriero, artista o umanista, mercante o ecclesiastico, saggio o avventuriero. La donna
assume solo raramente tali ruoli e, se lo fa, non sono questi i ruoli che la definiscono, ma altri: è madre o figlia o vedova;
vergine o prostituta, santa o strega, Maria, o Eva, o Amazzone. Queste identità (che le derivano soltanto dal sesso a cui
appartiene) la sommergono completamente ed estinguono qualsiasi altra personalità cui ella aspira. La donna, per tutto il
periodo del Rinascimento, combatte per esprimere sé. Ma è una lotta destinata all’insuccesso, dato che, dalla fine del
Rinascimento, la fissità dei ruoli sessualmente definiti della donna è stata riaffermata a ogni livello della società e della
cultura, e la condizione femminile non è avanzata ma si è avviata a un progressivo declino. La gran parte delle donne del
Rinascimento divennero madri, e la maternità ha costituito la loro professione. La loro vita adulta (dai venticinque anni circa
nella maggior parte dei gruppi sociali, dall’adolescenza nelle élites) è tra un ciclo continuo di parti, allattamenti e ancora parti.
Le donne che appartenevano alle classi superiori davano alla luce un figlio ogni ventiquattro o trenta mesi. Gli intervalli tra un
parto o l’altro erano scanditi dai periodi di allattamento, che limitano la fertilità: quando il bambino era ormai svezzato, si
poteva avere un nuovo concepimento. Le donne ricche partorivano anche più figli di quelle povere. Il bisogno di procurarsi un
erede, corollario alla necessità di trasmettere efficacemente la ricchezza, le costringeva alla fertilità. Dato che esse non
allattavano i loro bambini, gli intervalli tra un parto e l’altro potevano essere più brevi. […] Portare un figlio è un privilegio e un
fardello della donna. In Italia e in Francia, la donna che aveva appena partorito un bimbo veniva festeggiata e coccolata. Il
canonico milanese Pietro Casola, nel 1494, descrive la camera di una donna della nobile famiglia Dolfin di Venezia che era
appena divenuta madre. La stanza era stata addobbata con ornamenti del valore di almeno duemila ducati, mentre le donne
che si prendevano cura della partoriente indossavano gioielli il cui valore raggiungeva almeno i centomila ducati. La donna
che aveva appena partorito, come una sposa novella il giorno delle nozze, occupava per un momento transitorio una
posizione di onore che non conosceva confronti. Essere incinte costituiva comunque un segno di onore. […] Dalle donne
delle classi superiori ci si aspettava anche che amassero i figli, e in effetti molte di loro lo facevano: nutrivano i figli e li
educavano sino all’età di sette anni (le figlie fino al matrimonio) trovando così nella maternità un’occasione di creatività e di
espressione. […] La preoccupazione per la morte del bambino era sempre in agguato a ogni nascita. Il neonato era in
qualche modo considerato dalle madri del Rinascimento come un essere transitorio al quale si poteva dedicare solo un affetto
provvisorio, anche se molto intenso.
(Archivio Selexi)
491
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 68
In base a quanto scritto nel brano, durante il Rinascimento la donna:
A) combatte con insuccesso per esprimere la propria identità
B) ha un’aspettativa di vita media inferiore di venticinque anni a quella maschile
C) può svolgere solo un numero limitato di professioni
D) educa tutti i figli fino al matrimonio
492
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 68
Secondo la tesi espressa nel brano, le donne rinascimentali di famiglia ricca:
A) allattavano i propri figli per ridurre la frequenza delle nascite
B) non si affezionavano ai propri figli temendo di perderli prematuramente
C) erano spinte ad avere figli anche da una pressione sociale
D) partorivano circa ogni anno e mezzo
BRANI
493
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 68
Quale affermazione, tra le seguenti, sulla condizione della donna del Rinascimento, può essere
ricavata da quanto espresso nel brano?
A) La donna durante la gravidanza riceveva le stesse attenzioni riservate alle spose novelle
B) L’allattamento limitava temporaneamente la fertilità della donna
C) La condizione femminile alla fine del Rinascimento si mostrava diversa in misura significativa rispetto ai
secoli precedenti
D) Durante lo svezzamento, per le donne era impossibile iniziare una nuova gravidanza
BRANO DM 69
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
C’era una volta, così iniziano tantissime fiabe. Prendete una cipolla, una carota e una costa di sedano, tritatele, fatele
rosolare ecc., così iniziano un’infinità di ricette.
Questa preparazione si chiama soffritto. Serve a dare corpo e spessore ai piatti. Va cotto a bassissima temperatura, io uso
dire: sopra una candela, quella elevata lo brucia e lo rende amarognolo e indigesto. Quando sentite un retrogusto di cipolla
dopo aver gustato un piatto, vuol dire che al 99 per cento dei casi è stata cotta a una temperatura troppo elevata.
A volte, per esempio nel caso di un risotto, abbinare bene il soffritto al riso è praticamente impossibile. Infatti, se il soffritto
richiede sempre una temperatura di cottura più bassa possibile, il riso diventa risotto solo grazie a una tostatura iniziale fatta a
fuoco più che allegro: salvare capra e cavoli è impossibile, o la cipolla brucia o il riso non si tosta bene. Se si deve rosolare
una carne per un brasato, cipolle e verdura non solo si bruciano, ma impicciano questa rosolatura, attenuandone il successo.
Sono molti i casi come questi.
Qual è la soluzione? Semplice. Fare il soffritto come si deve, a fuoco dolcissimo, levarlo dalla casseruola, tritarlo, tenerlo da
parte e unirlo alla preparazione quando la temperatura di cottura sarà meno elevata. Ma c’è una soluzione anche migliore.
Fate il soffritto, con calma, nella solita giornata uggiosa, quando non avete niente di meglio da fare. Conservatelo in frigo,
dove dura senza problemi una settimana o in freezer, diviso in dosi standard, dove dura tre mesi, e aggiungetelo dove e
quando serve, al momento giusto. Questa procedura fa guadagnare sempre tempo, l’ingrediente più prezioso, e migliora la
qualità di un piatto, senza mai peggiorarla. È inutile riscaldarlo prima di utilizzarlo, toglietelo dal freezer due ore prima di
utilizzarlo.
Non spaventatevi e arrabbiatevi con me quando troverete nelle mie ricette l’indicazione di unire il soffritto a cucchiaiate. Se
non l’avete pronto, basta farlo in un pentolino a parte e tritarlo, tutto qui. Calcolate che con una cipolla si fanno circa quattro
cucchiai di soffritto di cipolle e con una cipolla, una carota e un gambo di sedano circa sei cucchiai di soffritto all’italiana.
Due piccoli consigli finali.
Un soffritto va preparato con il burro, caso mai con lo strutto, molto più leggero di quanto chiunque pensi. Se proprio volete
usare l’olio, dovrà essere extravergine d’oliva, ma non saporito, altrimenti il sapore d’oliva dominerà.
Il soffritto non si sala, tanto non lo si mangia a cucchiaiate e salerete il piatto dove lo utilizzerete. In tutti i libri di cucina si
consiglia di usare le spezie con moderazione. È giusto fare così. Ma c’è una spezia di cui tutti sempre abusiamo: il sale. Ne
va messo poco, se e quanto necessario e all’ultimo momento.
(Archivio Selexi)
494
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 69
Secondo l’autore del brano, tutti i libri di cucina, correttamente, consigliano di:
A) utilizzare lo strutto al posto del burro
B) unire il soffritto a cucchiaiate
C) non salare il risotto
D) adoperare con moderazione le spezie
BRANI
495
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 69
Secondo l’autore del brano, il soffritto è utile per dare ai piatti:
A) corpo e spessore
B) un retrogusto di cipolla
C) la giusta tostatura
D) un sapore amarognolo
496
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 69
Secondo l’autore del brano, quando si cucina, quali operazioni è impossibile svolgere bene nello
stesso momento?
A) Preparare un risotto e un brasato
B) Rosolare il soffritto e tostare il riso
C) Usare lo strutto e salare i piatti
D) Congelare il soffritto e dosarlo a cucchiaiate
BRANO DM 70
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L’avvocato Utterson era un uomo dall’aspetto rude, non s’illuminava mai di un sorriso; freddo, misurato e imbarazzato nel
parlare, riservato nell’esprimere i propri sentimenti; era un uomo magro, lungo, polveroso e triste, eppure in un certo senso
amabile. Nelle riunioni di amici, quando il vino era di suo gusto, gli traspariva negli occhi qualcosa di veramente umano;
qualcosa che non trovava mai modo di risultare nelle sue parole, e che si manifestava, oltre che in quella silenziosa
espressione della faccia dopo una cena, più spesso ancora e più vivamente nelle azioni della sua vita. L’avvocato era severo
nei riguardi di se stesso; quando si trovava solo, beveva gin, per mortificare l’inclinazione verso i buoni vini; e, sebbene il
teatro lo attirasse, non aveva mai varcato la soglia di un teatro in vent’anni. Nei riguardi del prossimo era tuttavia di una
grande indulgenza; talvolta si meravigliava, quasi con invidia, della forza con la quale certi animi potevano venire spinti alla
malvagità; e, in ogni occasione, era disposto più ad aiutare che a disapprovare. "Io tendo all’eresia di Caino", soleva dire
argutamente, "lascio che mio fratello se ne vada al diavolo come meglio gli piace". Avendo un simile carattere, gli accadeva
spesso di essere l’ultimo conoscente stimato, e di esercitare l’ultima buona influenza nella vita di uomini perduti. Costoro,
sinché frequentavano la sua casa, venivano trattati senza il minimo mutamento di modi.
Indubbiamente questo contegno riusciva facile al signor Utterson, poiché egli era riservato al massimo grado, e anche le sue
amicizie parevano fondate su una simile dottrina di bontà. È proprio dell’uomo modesto accettare il cerchio delle amicizie,
così come sono, dalle mani della sorte; questo era il caso dell’avvocato. I suoi amici erano persone del suo stesso sangue,
oppure gente che conosceva da lungo tempo; i suoi affetti, come l’edera, si sviluppavano con il tempo, e non implicavano
particolari qualità nel loro oggetto.
Di tal genere senza dubbio doveva essere il legame che lo univa al signor Richard Enfield, suo lontano parente, uomo molto
conosciuto in città. Per molti restava un mistero cosa quei due potessero trovare uno nell’altro, e quali argomenti di
conversazione potessero avere in comune. Coloro che li incontravano nelle loro passeggiate domenicali riferivano che non
parlavano, e parevano singolarmente tediati, e salutavano con evidente sollievo l’apparire di un comune conoscente. E
tuttavia, i due uomini tenevano in gran conto quelle passeggiate, considerandole il maggior svago della loro settimana, e non
solo scartavano ogni altra occasione di divertimento, ma resistevano persino al richiamo degli affari, per goderne senza
interruzione. In uno di quei vagabondaggi accadde che passassero per una strada secondaria di un quartiere affollato di
Londra. La via era piccola, e quel che si dice tranquilla, ma nei giorni feriali era piena di gente affaccendata.
(R.L. Stevenson, "Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde")
497
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 70
Enfield e Utterson consideravano le loro uscite domenicali come:
A) dei vagabondaggi lungo le strade secondarie dei quartieri più affollati della città
B) il principale divertimento della settimana
C) l’unica occasione di svago della settimana
D) occasioni per incontrare comuni conoscenti
BRANI
498
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 70
Utterson, nell’ambito delle proprie amicizie:
A) si accontentava di quanto proposto dalla sorte
B) coltivava solo i rapporti con i parenti
C) non andava oltre la conoscenza occasionale
D) annoverava solo Richard Enfield
BRANO DM 71
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L’invenzione della moneta è relativamente recente. Gli uomini primitivi non la conoscevano e utilizzavano il baratto come
mezzo per lo scambio. Questo fu superato dall’introduzione della moneta naturale, consistente in un animale o in una cosa
esistente in natura e considerata utile da tutti. Anticamente nel bacino del Mediterraneo si usava, per esempio, come moneta
naturale, il bestiame. Le testimonianze di questa forma pre-monetale sono molte; basti ricordare che il termine latino pecunia
(denaro) deriva dal vocabolo pecus, che significa gregge. Ben presto però apparve chiaro che questa forma di pre-moneta
aveva grandi difetti: il bestiame, infatti, consentiva un accumulo di ricchezza, ma il suo mantenimento era costoso e
impegnativo. Si passò allora alla cosiddetta moneta utensile, ovvero a oggetti lavorati, i quali mantenevano intatti nel tempo il
loro valore. Ad esempio, nella Grecia antica la moneta utensile fu rappresentata principalmente dagli spiedi e dalle asce,
mentre in Cina si usarono vanghe e coltelli. A poco a poco gli oggetti usati a questo scopo persero ogni funzione pratica,
legata al lavoro, e diventarono puri mezzi di scambio. A modificare la storia dei mezzi di scambio fu la scoperta del metallo.
Esso, fuso in forma di piccoli pani o lingotti, possedeva infatti tutti i requisiti necessari a diventare mezzo di scambio.
L’introduzione della moneta di Stato rappresentò il punto di arrivo di un’evoluzione degli scambi commerciali del popolo greco.
Nel corso del VII secolo a.C., infatti, i Greci emigrati verso le colonie del Mediterraneo diedero vita a un intenso rapporto
commerciale con la madrepatria. Lo sviluppo degli scambi in termini quantitativi indusse gli operatori economici ad agevolare
le contrattazioni adottando mezzi di pagamento più rapidi, diversi dalle forme di pre-moneta allora in uso. Nacque così la
nuova merce-campione, costituita da globetti di metallo di dimensioni minime, più agili e facili da trattare rispetto ai pani di
rame. I metalli nobili (l’oro, l’argento e l’elettro, una lega ottenuta dai due metalli precedenti) vennero preferiti agli altri per il
fatto di essere rari, di essere pressoché inalterabili, in quanto non ossidabili, e di essere riconoscibili facilmente, oltre che dal
suono e dall’aspetto, anche dal peso specifico, superiore a quello di tutti gli altri metalli allora conosciuti. L’uso quotidiano di
pezzi del genere aveva però un limite. Non presentando, infatti, nessuna marca di valore e nessun segno di garanzia, ogni
volta che venivano ricevuti in pagamento, i pezzi dovevano essere pesati per stabilirne il valore e saggiati per verificarne la
purezza. Questo inconveniente fu superato con l’introduzione di globetti contromarcati garantiti da banchieri, mercanti o altri
operatori economici. A questo punto (intorno al 620-600 a.C.) intervenne il governo di una delle città ioniche, forse Mileto, che
si appropriò dell’idea emettendo una moneta statale con il suo simbolo. In circa un secolo, la moneta statale invase la Grecia
continentale, poi divenne patrimonio di tutte le economie del Mediterraneo. Quella greca fu la prima moneta della storia, in
tutte le altre aree la sua introduzione fu successiva.
(Archivio Selexi)
499
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 71
In base al brano, in quale secolo la moneta statale si diffuse in tutta la Grecia continentale?
A) Nel VIII secolo a.C.
B) Nel V secolo a.C.
C) Nel VI secolo a.C.
D) Nel IX secolo a.C.
500
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 71
In base a quanto scritto nel brano, prima del 600 a.C., come forma pre-monetale NON si è:
A) avuto il baratto
B) avuta la moneta naturale
C) avuta la moneta utensile
D) avuta la merce-campione
BRANI
501
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 71
Nel brano si afferma che anticamente in Cina si utilizzarono:
A) vanghe e coltelli come moneta utensile
B) spiedi e asce come moneta utensile
C) globetti d’oro come merce-campione
D) capi di bestiame come mezzi di scambio
BRANO DM 73
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Blakelock è un pittore americano del tardo Ottocento che divenne noto solo quando, a mezza età, perse la ragione e non fu
più in grado di riconoscere le proprie opere. Tanto che da allora fu impossibile distinguerle da quelle che nel frattempo erano
state copiate o imitate nello stile (da Innes, Ryder, Kitchell e altri). Solo dopo il 1970 a Brookaven, con l’aiuto di una tecnica
radioisotopica molto usata in biologia e in metallurgia (l’autoradiografia), si è dimostrato che i suoi dipinti autentici risultano
inconfondibili per la costanza nell’uso dei materiali e per la tecnica di applicazione dei colori.
Questo è solo un esempio di come le tecniche radioanalitiche possano aiutare identificazione, conservazione e restauro delle
opere d’arte sia antiche che attuali, offrendo procedimenti di analisi molto sensibili e, quel che più conta, non distruttivi.
Sono già noti i metodi di datazione archeologica (al carbonio 14 o altri) o lo studio con l’analisi per l’attivazione dei colori. Oggi
le tecniche di radioanalisi al servizio dell’arte sono ancora cresciute, mutuando metodologie da campi diversi, come la
medicina e l’industria. Queste tecniche possono essere rivolte sia alla determinazione della struttura dell’oggetto (analisi
morfologica) che alla sua composizione (analisi chimica), e finalizzate tanto alla sua identificazione quanto alla sua
conservazione.
La composizione strutturale si può studiare sfruttando la trasparenza dei corpi alla radiazione elettromagnetica ad alta
energia, cioè con la radiografia o la Tac. La radiografia viene applicata ai quadri, e permette di mettere in evidenza tutti i
componenti come la tela, la stesura di gesso, le colle e i pigmenti con i loro leganti; si può così conoscerne non solo la tecnica
adottata e deciderne l’attribuzione nel caso di incertezza, ma anche lo stato di conservazione e programmare l’eventuale
restauro con cognizione di causa. L’apparecchio a raggi X usato non differisce, a parte l’energia dei raggi, da quelli impiegati
per la radiodiagnostica umana, così come la lastra radiografica è di un tipo comune, e viene messa a contatto con il dipinto
creando fra i due strati una leggera depressione in modo da avere una perfetta aderenza. Quando l’opera sotto studio è
tridimensionale, come una statua, un vaso, un sarcofago, si mutua invece dalla medicina la tomografia assiale
computerizzata (Tac). Con essa si riesce a visualizzare la struttura interna dell’oggetto, altrimenti visibile solo con interventi
distruttivi. Data la grande varietà dei campioni da esaminare, la Tac sulle opere d’arte ha subito, rispetto alla Tac clinica,
notevoli variazioni: per statue e oggetti metallici di grandi spessori (fino a 30 centimetri) i normali raggi X di 0,1-0,3 MeV
vengono sostituiti da raggi di 12 MeV. Le tecniche radioanalitiche che consentono l’analisi chimica sono invece quelle basate
sulla fluorescenza indotta e sull’analisi per attivazione. La prima è normalmente più agevole della seconda perché si può
eseguire con strumenti portatili. In sostanza essa consiste nello stimolare con radiazioni poco penetranti gli atomi superficiali
dell’opera in esame. Gli atomi così stimolati rispondono emettendo a loro volta una radiazione che è come una loro carta di
identità e si rivelano quindi come tipo e quantità. Normalmente la radiazione usata per la stimolazione consiste in raggi X o
gamma e la tecnica si chiama "X Ray Fluorescence" (XRF), ma ultimamente è stata sviluppata una interessante variante, la
Pixe alfa. In essa la stimolazione degli atomi viene realizzata con una sorgente di particelle alfa (da Po-210), che percorrono
circa 5 centimetri in aria e non richiedono particolari precauzioni di radioprotezione, salvo il non venirne a contatto.
(Archivio Selexi)
502
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 73
Secondo quanto affermato nel brano, quale vantaggio offre l’impiego della Tac nello studio delle
opere d’arte?
A) Permette di rilevare il deterioramento di strati di materia spessi pochi millesimi di millimetro
B) Consente di eseguire l’analisi chimica di tutti i componenti di oggetti tridimensionali
C) Permette di analizzare la struttura esterna di oggetti tridimensionali evitando interventi distruttivi
D) Consente di visualizzare la struttura interna di oggetti tridimensionali senza interventi distruttivi
BRANI
503
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 73
Qual è lo scopo del brano?
A) Persuasivo
B) Informativo
C) Descrittivo
D) Normativo
504
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 73
Quale dei seguenti potrebbe essere un titolo adeguato del brano?
A) Radiochimica per analisi, tutela e attribuzioni di opere d’arte
B) Nuove frontiere per il metodo di datazione al carbonio 14
C) Due tecniche innovative: XRF e Pixe alfa
D) Risolto il giallo Blakelok
505
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 73
Il brano tratta di un argomento di natura:
A) storica
B) artistica
C) sanitaria
D) scientifica
BRANI
BRANO DM 75
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Soltanto i giovani hanno momenti del genere. Non dico i più giovani. No. Quando si è molto giovani, a dirla esatta, non vi
sono momenti. È privilegio della prima gioventù vivere d’anticipo sul tempo a venire, in un flusso ininterrotto di belle speranze
che non conosce soste o attimi di riflessione.
Ci si chiude alle spalle il cancelletto dell’infanzia, e si entra in un giardino d’incanti. Persino la penombra brilla di promesse. A
ogni svolta il sentiero ha le sue seduzioni. E non perché sia questo un paese inesplorato. Lo sappiamo bene che l’umanità
tutta è passata di lì. È piuttosto l’incanto dell’universale esperienza, da cui ci aspettiamo emozioni non ordinarie o personali,
qualcosa che sia solo nostro.
Si va avanti ritrovando i solchi lasciati dai nostri predecessori, eccitati, divertiti, facendo tutt’un fascio di buona e cattiva sorte
– zuccherini e batoste, si può dire – il pittoresco lascito assegnato a tutti, che tante cose riserba a chi ne avrà i meriti, o forse
a chi avrà fortuna. Già. Si va avanti. E anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d’ombra, ad avvertirci
che bisogna dIre addio anche al paese della gioventù.
Questo è il periodo della vita in cui è più facile sopraggiungano i momenti che ho detto. Che momenti? Be’, momenti di noia,
di stanchezza, d’insoddisfazione. Momenti d’avventatezza. Voglio dire momenti in cui, chi è ancora giovane, si trova a
commettere azioni avventate, come ad esempio sposarsi all’improvviso o abbandonare senza un motivo un posto di lavoro.
Questa non è la storia di un matrimonio. Non mi andò poi così male. Per quanto avventata, la mia azione fu piuttosto
qualcosa come un divorzio, quasi una diserzione. Senz’alcuna ragione comprensibile alla luce del buon senso, abbandonai il
posto di lavoro – sbaraccai la mia cuccetta – lasciai una nave di cui il peggio che si poteva dire è che era una nave a vapore,
e dunque forse non degna della cieca lealtà che… Ma è inutile adesso voler abbellire ciò che io stesso all’epoca sospettai
fosse soltanto un capriccio.
Fu in un porto d’Oriente. D’Oriente era la nave, in quanto apparteneva a quel porto. Commerciava tra le scure isole d’un mare
azzurro solcato da scogliere, col rosso vessillo mercantile sulla corona di poppa, e sull’albero maestro una bandiera di
compagnia, parimenti rossa, ma con orlo verde e bianca mezzaluna al centro. Infatti il suo armatore era un arabo, e per
giunta un capo. Da cui il verde orlo della bandiera. Era costui il capo di una grande casata di Arabi degli Stretti, ma a Est del
canale di Suez non si trovava suddito più fedele del composito impero britannico. La politica mondiale non lo toccava né
punto né poco, godendo egli bensì d’un forte e oscuro potere tra la sua gente.
Ma poco a noi importava chi fosse l’armatore di quella nave. Egli aveva dovuto impiegare dei bianchi al suo servizio, per i
compiti di navigazione, e molti di questi si erano congedati senza averlo visto manco una volta. Io stesso lo vidi una volta
soltanto, del tutto casualmente su un molo: un vecchietto scuro, cieco d’un occhio, con candida casacca e pantofole gialle.
Una folla di pellegrini malesi, cui aveva concesso favori in forma di cibo o denaro, si lanciava a baciargli la mano. Mi dissero
che spandeva le sue elemosine a destra e a manca, fino a coprire quasi tutto l’Arcipelago. Infatti non è forse scritto che
"L’uomo caritatevole è amico di Allah"?
Ottimo (e pittoresco) armatore con cui si poteva star tranquilli, ottima nave scozzese – perché tale era dalla chiglia in su –
ottima imbarcazione, facile da tener pulita, maneggevole sotto ogni aspetto, e salvo per la faccenda della propulsione a
vapore, degna d’affetto in modo assoluto, ancora oggi la venero con profondo rispetto per la sua memoria. Quanto al genere
di commerci cui era adibita e ai miei compagni, se un mago benefico mi avesse concesso di scegliere una vita e degli uomini
di mio gradimento, non avrebbe potuto toccarmi di meglio.
E all’improvviso abbandonai tutto questo. L’abbandonai alla maniera di un uccello che, senza logica per noi, se ne va da un
comodo ramo. Fu come se, pur senza rendermene conto, avessi udito un sussurro o visto qualcosa.
(Joseph Conrad, "La linea d’ombra", Mondadori)
506
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 75
L’episodio a cui si riferisce il brano è una introduzione che si svolge quando il protagonista:
A) è alle soglie della vecchiaia
B) è all’inizio della gioventù
C) si è appena chiuso alle spalle il cancelletto dell’infanzia
D) è al termine della gioventù
BRANI
507
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 75
In base a quanto riportato nel brano, che cosa NON si può dire dell’armatore?
A) Era anziano
B) Era orbo da un occhio
C) Non era interessato alla politica
D) Non vi era suddito dell’Impero britannico più fedele di lui
BRANO DM 90
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Fra le tante città create dall’uomo, Venezia ci appare come simbolo di bellezza, di saggio governo e di un capitalismo
controllato dalla comunità. La singolarità dell’ambiente fisico in cui fu costruita le conferì un fascino eccezionale: d’altra parte il
sito acqueo contribuì a darle una tradizione aristocratica di libertà. Venezia fu la più libera delle molte città libere italiane,
come vanta uno dei suoi cronisti medievali; non aveva altre mura che la laguna, non guardie di palazzo tranne gli operai
dell’Arsenale maggiore e nessuna piazza d’armi per le esercitazioni e le parate militari a eccezione del mare. I vantaggi del
luogo favorirono inoltre un’economia che combinava libertà e controlli in modi non meno insoliti del sistema viario e
dell’architettura della città.
Le istituzioni che rendono Venezia memorabile si vennero sviluppando nel corso di molte centinaia d’anni. Dal secolo VI
dell’era cristiana al secolo XVIII, i Veneziani furono un popolo a sé. Considerati dal punto di vista dei loro mezzi di
sussistenza, quei dodici secoli si dividono in tre periodi che sconfinano largamente l’uno nell’altro e durano ciascuno all’incirca
quattro secoli. Fino al 1000 circa i Veneziani furono essenzialmente dei barcaioli o battellieri che, con piccoli natanti,
percorrevano le loro lagune e risalivano e discendevano i fiumi e i canali di terraferma dell’Italia settentrionale. Dopo il 1000
diventarono una nazione marinara, che veleggiava, commerciava e combatteva in molte parti del Mediterraneo e dai fiumi
della Russia meridionale su su fino alla Manica. Infine Venezia diventò una città di artigiani, di funzionari e di pochi
aristocratici, una città famosa per i suoi talenti nel campo delle arti manuali, della finanza e del governo.
La vita dei Veneziani prima del 1000 è stata ed è relativamente oscura, ma in quell’anno cominciò una serie di vittorie navali,
culminata nel 1204 con la parte avuta da Venezia nella conquista di Costantinopoli a opera dei Crociati. Questa conquista
fece di Venezia una potenza imperiale e, da quella data, la sua storia si intreccia con tutti i rivolgimenti di potere del
Mediterraneo. Nei secoli seguenti i Veneziani mantennero, come popolo marinaro, la ricchezza e la reputazione della
Repubblica, a onta delle rivoluzioni avvenute nella tecnica nautica, militare e commerciale e nelle rotte marittime. Mentre
vicini imperi sorgevano e cadevano, essi elaborarono una forma di governo repubblicano che suscitava l’invidia di altre CittàStato italiane.
All’inizio dell’era moderna la maggior parte delle comunità medievali delle dimensioni di Venezia furono sopraffatte
dall’ascesa di grandi monarchie fortemente organizzate e le rotte commerciali oceaniche minarono le fonti tradizionali della
prosperità veneziana. Venezia nondimeno perfezionò le sue caratteristiche istituzioni repubblicane di città-Stato, conservò la
sua indipendenza grazie alla sua abilità diplomatica e prolungò la propria prosperità adattando la sua attività commerciale e
soprattutto manifatturiera alle nuove possibilità offerte da un’Europa in via di espansione. Nel 1600, divenuta ormai una
nazione più di artigiani che di marinai, Venezia toccò il culmine della sua influenza come centro di creazione artistica.
In tutti quei lunghi secoli si mantenne nelle istituzioni politiche e sociali di Venezia una notevole continuità, in cui si esprime la
forza dell’attaccamento dei Veneziani agli usi e ai costumi peculiari che avevano fatto di loro un popolo a parte.
(Archivio Selexi)
508
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 90
In base a quanto riportato nel brano, quale delle seguenti affermazioni è FALSA?
A) La percentuale di marinai tra i Veneziani aumentò con il passare dei secoli
B) Le rotte marittime di Venezia si ampliarono nel corso dei secoli
C) Venezia ebbe un ruolo anche nella conquista di Costantinopoli
D) Fino al 1000 Venezia non fu una città particolarmente importante
BRANI
509
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 90
Il brano risulta tratto verosimilmente da un libro di:
A) arte
B) letteratura
C) economia
D) storia
510
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 90
L’immagine di Venezia tra il 1000 e il 1700, così come si evince dal brano, è quella di una città:
A) la cui potenza era legata unicamente al commercio marittimo
B) aristocratica, ma in progressivo declino
C) prospera, a sé stante, ma, per alcuni aspetti, esemplare
D) sottomessa e dal destino incerto
511
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 90
Secondo quanto riportato nel brano, il talento degli artigiani veneziani trovò espressione
soprattutto:
A) quando il territorio di espansione dei veneziani era limitato all’Italia settentrionale
B) nel 1204
C) nessuna delle altre alternative è corretta
D) dopo il secolo XVIII
BRANI
BRANO DM 94
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La scienza ha oramai assunto un ruolo di prima importanza nella nostra cultura. Di giorno in giorno essa muta radicalmente le
forme stesse della nostra esistenza immediata, il nostro modo di essere nel tempo e nello spazio, i nostri rapporti sociali e
persino molti aspetti dei nostri più intimi e gelosi rapporti personali, la nostra etica sessuale e familiare. Naturalmente così,
che ce ne avvediamo o no, finisce con il mutare profondamente anche il nostro quadro della vita e del mondo. Questo fatto è
oramai divenuto pacifico e di dominio pubblico in altre contrade del mondo, in America come in Russia. Nella vecchia Europa
il suo riconoscimento trova ancora forti ostacoli nella tradizione prevalentemente retorica o teologica che presiede alla
formazione dell'uomo colto: ciononostante, oramai, una tale convinzione sta conquistando anche il nostro ambiente più
conservatore.
Naturalmente, questo implica in sé l'importanza – specialmente per noi europei, uomini che abbiamo sulle spalle qualche
millennio di tradizione e che difficilmente riusciamo a pensare o ad agire senza coscienza dei nostri rapporti, positivi o
negativi, con il passato – implica in sé, dico, l'importanza della conoscenza e dello studio della storia della scienza, in quanto
tale storia è quasi l'autocoscienza del nostro essere europei, del nostro essere quegli uomini di cui la scienza è oggi la
produzione spirituale più importante. Ma una storia propriamente della scienza non si può fare, poiché la scienza in sé non si
riconosce una storia, tutt'al più una cronaca. La scienza conosce solo il vero, il falso e il probabile, il verificato e il confermato:
aspetto sconcertante, per un uomo di cultura storica, delle "storie delle scienze" fatte da scienziati, ridotte a biografie di
uomini più o meno illustri e a cronache delle scoperte e degli errori, fuori di ogni autentica prospettiva storica. Quello invece di
cui si può fare una storia è il pensiero scientifico: si può fare una storia delle prospettive, delle categorie, degli scopi e dei
metodi delle scienze, del loro divenire in una con il divenire dell'umanità in seno alla quale, secondo esigenze e situazioni
certamente diverse, concretamente si è fatto il sapere scientifico. Insomma, il pensiero scientifico è il quadro di scopi e regole
e valori di verità entro cui sorgono e dal quale traggono significato concreto le singole ricerche scientifiche: una storia fatta
fuori di tale quadro si frantuma in sporadiche ricerche che sono prive di significato o, peggio, alle quali si rischia di conferire
(come avviene con le troppo confidenti traduzioni degli enunciati del passato in enunciati moderni) significati arbitrari. Solo di
questo quadro si può fare la storia.
E l'opera che presentiamo al pubblico vuole essere, appunto, non una storia delle scienze, bensì una storia del pensiero
scientifico. Una migliore delimitazione di questo concetto si troverà nel corso dell'opera, in particolare nei primi paragrafi del
primo capitolo della parte prima. Qui vorrei solo spiegare quella che potrà apparire una singolarità della mia trattazione: che la
storia del pensiero scientifico è divisa in "scienza antica" e "scienza moderna", con una netta soppressione della "scienza
medievale". Anche di ciò, la migliore giustificazione si ritroverà nella lettura dell'opera. Preliminarmente posso dire che,
qualunque sia la valutazione che si possa dare dell'originalità del pensiero medievale in altri campi, comunque il Medioevo
non ha avuto un pensiero scientifico: quel tanto che vi si trova o è ancora pensiero antico o già preannuncia la scienza
moderna – è ancora pensiero scientifico antico finché resta scienza retorica e teologica, non ancora liberata dal
compromesso filosofico; è già pensiero scientifico moderno quando (con la tarda Scolastica) e nella misura in cui diviene
probabilismo e sperimentalismo, sganciandosi dalla retorica e dalla teologia e abbandonando la nozione filosofica di "verità".
(Archivio Selexi)
512
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 94
Considerando le informazioni contenute nel brano, quale potrebbe essere l'opinione dell'autore
circa il ruolo e le conseguenze dello sviluppo scientifico?
A) Per l'autore la scienza non si deve occupare di alcuni argomenti, lo studio dei quali deve continuare a
essere oggetto della teologia
B) Per l'autore la scienza e le sue applicazioni hanno contribuito ad abbassare il tasso di democraticità della
società
C) L'autore sostiene, in linea con alcune generali visioni del mondo contemporanee, la necessità di
comprimere lo sviluppo scientifico e le relative applicazioni tecnologiche per non rivoluzionare il
tradizionale approccio ai problemi della vita
D) L'autore auspica e prefigura il progressivo prevalere dell'atteggiamento scientifico sulle attività della
creatività umana
BRANI
513
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 94
Dal brano si può dedurre che l’autore verosimilmente è:
A) un famoso scienziato americano
B) un sociologo russo interessato alle scienze
C) uno studioso di storia del pensiero scientifico
D) uno studente di astrofisica
514
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 94
Quale affermazione, tra le seguenti, NON trova giustificazione nel testo del brano?
A) Le singole ricerche scientifiche traggono significato dal loro essere inserite in un quadro di regole e scopi
che è il pensiero scientifico
B) La cultura europea, di impostazione retorico-teologica, fino a oggi ha faticato a riconoscere l’importanza
della scienza per la cultura stessa
C) Spesso si definisce storia della scienza ciò che invece è semplice cronaca
D) La storia della scienza si divide sempre e comunque in “antica”, “medievale” e “moderna”
BRANO DA 08
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Appunto come signore della forma, padrone assoluto come altri mai delle parole che portavano nel mondo la pienezza e la
forza imperiali; che sapeva dare l’interpretazione più efficace delle azioni del sovrano, influenzandone spesso il
comportamento, e sapeva trovare la formula giusta per giustificare e spiegare i continui voltafaccia di Federico; Pier delle
Vigne era indispensabile all’imperatore. Federico l’aveva tratto a sé dal nulla, elevandolo al rango supremo; ne aveva fatto il
compartecipe di ogni suo piano, e per questo appunto fu infine costretto a sbarazzarsene, quando il suo servitore aveva
cominciato a tralignare in maniera inesplicabile. Con un altro sarebbe bastata un’ammonizione, un allontanamento: un passo
falso di Pier delle Vigne esigeva la sua scomparsa.
(Ernst Kantorovicz, "Federico II imperatore", Garzanti)
515
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 08
In base al brano, Pier delle Vigne:
A) compiva continui voltafaccia
B) era l’interprete più efficace delle azioni e delle parole del sovrano
C) assolveva compiti ingrati con elegante disinvoltura
D) otteneva con facilità e abilità di parola vantaggi per il suo sovrano
516
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 08
Secondo il brano, Pier delle Vigne era indispensabile all’imperatore perché:
A) Federico era stato elevato al rango imperiale da una condizione umile
B) era depositario dell’erario imperiale
C) era in grado di motivare l’incoerenza di Federico con accorta efficacia e capacità di persuasione
D) onorava ogni capriccio di Federico
BRANI
BRANO DA 23
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Scelsi Violeta tra tutte le mie amiche perché la nostra storia era cominciata tanto indietro nel tempo che con lei non servivano
mai spiegazioni. Faceva parte della mia infanzia, era quasi una di famiglia. Questo spiegava perché la sua amicizia mi
risultava comoda: se facevamo qualcosa insieme, per me era come farlo da sola. E la mia paura del vuoto non mi concedeva
tanta privatezza. Allora, quando gli altri cominciarono progressivamente a essere di troppo – fenomeno che andò acuendosi
indipendentemente dalla mia volontà –, ebbi paura che, spezzando anche quest’ultimo anello con il mondo, sarei sprofondata
senza scampo nella più totale solitudine.
(Marcela Serrano, "Antigua, vita mia", Feltrinelli)
517
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 23
Il rapporto tra la narratrice e Violeta può fare a meno:
A) di spiegazioni
B) di recuperare un legame che ha origini così lontane
C) della comodità
D) dell’appoggio affettivo
518
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 23
Violeta è preziosa per l’autrice perché:
A) può spiegarle ogni cosa
B) è “quasi una di famiglia”
C) la fa sentire bene
D) è una donna invisibile
519
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 23
La narratrice del brano ha timore:
A) del vuoto
B) degli altri
C) di avere troppi legami affettivi
D) di se stessa
520
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 23
La paura della solitudine spinge la narratrice del brano a:
A) allontanare coloro che non le danno vero affetto
B) non spezzare l’ultimo anello con il mondo
C) confondere se stessa con l’amica
D) fare spesso cose con la sua amica
BRANI
BRANO DA 41
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La metacognizione è la consapevolezza che l’individuo ha dei processi cognitivi, che si manifesta sia nella conoscenza delle
operazioni e dei procedimenti di cui fa uso, sia nella capacità di osservarsi mentre esegue un compito, ponendolo sotto
controllo. Grazie all’attività metacognitiva, il soggetto è in grado di riconoscere che cosa sta facendo, interviene per scegliere
la strategia più adatta in ogni fase del compito, ne controlla l’applicazione, verifica se i risultati sono soddisfacenti e se il
lavoro può ritenersi concluso, e così via. Varie ricerche sperimentali hanno dimostrato che nell’esecuzione delle attività
complesse riescono meglio quei soggetti che impiegano più tempo nelle fasi di riflessione e di controllo e, relativamente, un
tempo minore in quelle di esecuzione. Gli apprendimenti innescati con largo impiego di capacità metacognitive sarebbero,
inoltre, più duraturi.
Per quanto riguarda in particolare la scrittura, molti sostengono che prendere coscienza dei propri processi cognitivi sarebbe
una base importante per lo sviluppo di una competenza matura. Gli studenti, difatti, assumerebbero un ruolo più attivo e
motivato nelle attività di composizione e, soprattutto, il loro sforzo per acquisire strategie più complesse acquisterebbe un
significato grazie alla consapevolezza degli obiettivi cognitivi che si propongono, delle potenzialità delle strategie che ancora
non padroneggiano e dei progressi via via realizzati. Si può concludere, di qui, che non è sufficiente che gli studenti imparino
a usare delle tecniche. Occorre, anche, che ne divengano coscienti e acquisiscano la conoscenza del processo di
composizione nelle sue varie componenti, così da essere in grado di governarlo.
La scrittura non è infatti un’attività compatta e indivisibile, ma un’azione complessa che coinvolge una pluralità di operazioni:
costituisce un processo. L’idea che essa comprenda più fasi risale tuttavia alla retorica classica, che distingueva, come è
noto, cinque stadi operativi: l’inventio (reperimento delle idee e dei dati), la dispositio (organizzazione e ordinamento dei
materiali in funzione dello sviluppo del discorso), l’elocutio (messa a punto verbale), la memoria (memorizzazione del
discorso) e l’actio (esecuzione conclusiva). Di questi cinque stadi, solo i primi tre interessano direttamente la composizione.
Gli ultimi due, infatti, sono riferiti all’esecuzione del testo, destinato a una pubblica performance orale nelle assemblee
politiche o giudiziarie.
Nel quadro di tale impostazione si collocano anche le proposte, più recenti, della manualistica neo-retorica, diffusa soprattutto
in ambiente anglo-americano. Il modello classico viene qui però ulteriormente articolato, con l’attribuzione di uno spazio
specifico all’attività di revisione del testo prodotto. Questa concezione tradizionale è alla base di tutte le elaborazioni
successive, che si propongono tuttavia di superarne la staticità. Nell’impianto retorico vi è l’idea infatti che le diverse attività
implicate nello scrivere si susseguano in modo rigidamente lineare e che ciascuna di esse rappresenti un momento chiuso del
processo complessivo. Chi scrive, invece, non segue una sequenza di tipo rigorosamente progressivo, ma si muove con una
certa libertà da uno stadio all’altro, torna su stadi precedenti, anticipa stadi successivi. Per esempio, dopo aver preparato la
"scaletta" e aver dato inizio alla stesura del testo, può avere ripensamenti e modificare di conseguenza il piano
precedentemente elaborato. Oppure, durante la fase di revisione, può cogliere un vuoto informativo e retrocedere alla ricerca
di dati e di idee. Le operazioni di scrittura, insomma, non vengono affrontate in sequenza lineare, ma piuttosto in maniera
ricorsiva.
Oggi si preferisce perciò considerare la composizione come un processo costituito di sotto-processi, ognuno dei quali si
distingue per un compito specifico che viene affrontato (per esempio elaborare idee, pianificare, revisionare), ma non è
vincolato a una posizione rigida in una sequenza di atti scritturali. Chi scrive spezza l’azione complessiva in sotto-azioni, per
ridurre la complessità del compito, ma si muove in modo elastico e flessibile fra le diverse componenti operative,
coordinandole mediante un sistema di regolazione che gli permette di tenere sotto controllo l’insieme dell’attività.
(Archivio Selexi)
521
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 41
Secondo l’autore del brano, attualmente si tende a considerare la composizione scritta come:
A) un insieme di attività che si susseguono in maniera rigidamente lineare, ciascuna delle quali costituisce
un momento chiuso del processo complessivo
B) un processo costituito di sotto-azioni, ciascuna con un compito specifico, affrontate in modo elastico e
flessibile
C) la successione di attività puramente meccaniche e ripetitive
D) la sintesi, di matrice classica, di cinque stadi: l'inventio, la dispositio, l'elocutio, la memoria e l'actio
BRANI
522
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 41
L'autore del brano afferma che:
A) la metacognizione è un fattore importante per esercitare in maniera più matura e compiuta le tecniche di
scrittura
B) la consapevolezza dei processi cognitivi è fondamentale per la lingua orale, superflua per quella scritta
C) la metacognizione non costituisce assolutamente un fattore rilevante nel campo della scrittura
D) per scrivere è necessario imparare a usare appropriatamente le tecniche di scrittura, ogni altra
operazione è superflua
523
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 41
Il brano è verosimilmente tratto da:
A) un saggio sui problemi e le tecniche di scrittura
B) un saggio di arte retorica per specialisti del settore
C) un saggio di filosofia teoretica
D) un saggio di psicologia sociale
BRANI
BRANO DA 52
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La difesa della proprietà privata è non soltanto uno dei cardini delle grandi rivoluzioni borghesi, ma è presente, alla pari di
ogni altro diritto civile, nella totalità dei documenti costituzionali ispirati alla dottrina liberale, a cominciare dalla "Dichiarazione
dei diritti dell'uomo e del cittadino" del 1789. Soltanto molto più tardi, nella costituzione di Weimar del 1919, si introdurranno le
prime limitazioni dell'istituto e si farà riferimento agli obblighi dei proprietari, oltre che ai loro diritti, senza tuttavia minimamente
contraddire i principi dell'economia di mercato. In realtà il binomio liberty and property è nelle concrete battaglie rivoluzionarie
della nascente borghesia capitalistica, nei documenti e nei testi normativi più importanti del costituzionalismo moderno, oltre
che nell'ideologia dei maggiori esponenti del pensiero liberale, qualcosa di assolutamente inscindibile. Sta qui, a mio parere,
la radice del problema: il tema dell'uguaglianza solleva oggi questioni molto gravi sia nei confronti degli istituti giuridici che
tutelano la proprietà privata, sia nei confronti degli istituti giuridici che tutelano le libertà individuali in senso stretto.
Come è noto, la proprietà in quanto tale, e cioè come modalità di appropriazione in forma privata ed esclusiva di beni o di
risorse, è stata oggetto di critiche di carattere morale fin dai primi secoli dell'era cristiana. La teologia patristica, riecheggiando
insegnamenti evangelici, condanna la proprietà come un istituto che soddisfa l'egoismo dei ricchi e sanziona l'esclusione dei
poveri. Questo perché un'esigenza di giustizia esige che tutto ciò che è superfluo per il singolo (proprietario) venga attribuito a
chi manca del necessario per vivere. Questa ostilità morale nei confronti della proprietà e dei proprietari persiste lungamente
nella tradizione cristiana e cattolica – si pensi, per tutti, ai movimenti pauperistici medievali e all'ascetismo francese – e alla
fine si attenua e scompare del tutto con l'avvento dell'economia di mercato. In epoca moderna è Rousseau a rilanciare la
critica dell'istituto proprietario e ad attribuirgli responsabilità non solo morali: la proprietà è per lui l'origine della disuguaglianza
fra gli uomini. E non molto diversa è la posizione anarco-sociale di Proudhon, e in generale del socialismo critico-utopistico,
per il quale, come è noto, la proprietà privata è intrisa di violenza e di sopraffazione e va soppressa ed eventualmente
sostituita con forme di proprietà collettive.
Da questa tradizione si distacca nettamente e consapevolmente l'analisi marxiana. Marx non ha mai criticato la proprietà
come tale, né ha mai proposto una sua abolizione. La sua critica riguardava, come tutti sanno, la proprietà privata dei mezzi
produttivi, che a suo giudizio era l'architrave dell'economia capitalistica. Riguardava proprio quella illimitata facoltà di
possedere – non più proporzionata alla (limitata) capacità di consumo del proprietario e, soprattutto, alla sua (limitata)
capacità di lavoro – che è teorizzata e moralmente giustificata dal padre fondatore del liberalismo, John Locke. E la critica
marxiana riguardava in secondo luogo quella libertà di iniziativa economica che è il fulcro della teoria classica liberale, da
Adam Smith a David Ricardo, a Stuart Mill.
(D. Zolo, "Libertà, proprietà ed uguaglianza nella teoria dei diritti fondamentali. A proposito di un saggio di Luigi Ferrajoli",
Laterza)
524
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 52
Dal brano si può dedurre che:
A) il concetto di uguaglianza e quello di proprietà privata si conciliano in modo problematico
B) il concetto di uguaglianza spesso pone un limite all’economia di mercato
C) il binomio uguaglianza e proprietà viene citato nei testi normativi più importanti del costituzionalismo
moderno
D) il concetto di uguaglianza spesso pone un limite alle libertà individuali
BRANI
BRANO DA 64
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La pace con la Russia rendeva ora finalmente possibile ai tedeschi di volgere tutte le proprie forze verso occidente.
Nonostante le perdite, l'esercito tedesco era ancora un possente organismo militare che non aveva subito mai vere sconfitte.
Fra il 21 marzo e il 17 luglio 1918 i tedeschi rinnovarono le loro offensive in Piccardia e nella Champagne contro le posizioni
nemiche. Essi ottennero una serie di brillanti vittorie parziali, anche grazie al fatto che disponevano della superiorità numerica
in conseguenza dell'afflusso di truppe da quello che era stato il fronte orientale. In giugno avevano fatto centinaia di migliaia
di prigionieri e si erano impadroniti di circa 2.500 cannoni. Eppure il fronte occidentale non cedette. I franco-britannici
riorganizzarono alla fine di marzo i loro comandi affidando il comando supremo al maresciallo francese Foch. Nel frattempo,
sotto la spinta del gigantesco urto offensivo tedesco, gli americani accelerarono l'invio di truppe. In sostanza, alla fine di
giugno si ripeteva la situazione che era stata propria delle grandi offensive occidentali tedesche dell'inizio della guerra. I
tedeschi avevano conseguito brillanti successi parziali, senza però riuscire a raggiungere l'obiettivo dello sfondamento, la
conquista di Parigi o di Calais (così da isolare gli inglesi dai francesi). Il 15 luglio essi sferrarono l'ultimo colpo, decisivo per le
sorti future della guerra, e attaccarono in direzione della Marna. Era questa la seconda battaglia della Marna, dopo quella del
1914. Foch il 17 luglio contrattaccò con le sue riserve, costringendo gli esausti tedeschi a indietreggiare e iniziando una
controffensiva generale. Inglesi, francesi e americani poterono contare su una schiacciante superiorità di mezzi. Le truppe
alleate gettarono nella lotta un gran numero di carri armati e di aerei, senza che i tedeschi potessero contrapporre mezzi
analoghi. I tedeschi subirono così, fra la metà di luglio e la metà di agosto, la loro prima grande disfatta. Nella battaglia di
Amiens (8-11 agosto) gli inglesi fecero una profonda breccia nelle linee tedesche gettando nella fornace 450 carri armati. Il
generale Ludendorff definì quella battaglia la "giornata nera" dell'esercito tedesco. Le truppe ebbero cedimenti su vasta scala
e sintomi di ribellione aperta misero a nudo come anche per i soldati tedeschi fosse venuto il momento della rivolta contro la
guerra e le sue stragi. Il 14 agosto Guglielmo II prese in considerazione la possibilità di intavolare, con la mediazione
dell'Olanda, trattative di pace. Ma gli alleati, ormai forti della loro superiorità, pretendevano la capitolazione totale degli Imperi
centrali; il che la Germania non intendeva accettare. La situazione dei tedeschi era ulteriormente aggravata dal fatto che i loro
alleati, l'Impero austro-ungarico, la Turchia e la Bulgaria, si trovavano ormai in uno stato di crisi vicino al collasso. Mentre in
Siria e in Palestina i turchi subivano continue disfatte a opera degli inglesi, truppe alleate si apprestavano all'attacco finale
contro la Bulgaria, la quale capitolò il 24 settembre 1918. Francesi e inglesi poterono contare in agosto, quando il
generalissimo Foch diede inizio all'avanzata che doveva culminare nell'ordine di offensiva generale del settembre,
sull'appoggio di un milione di soldati americani e su un gigantesco aiuto materiale degli USA (armamenti, viveri ecc.). I
tedeschi non erano più assolutamente in condizione di resistere. Pur senza abbandonarsi al panico e retrocedendo
disciplinatamente e ordinatamente, furono costretti a sgomberare le zone occupate della Francia del Nord e il Belgio
occidentale.
La catastrofe militare imminente ebbe profondi riflessi nella politica interna. Mentre l'imperatore Guglielmo II entrava
nell'ombra, si formò agli inizi di ottobre un governo presieduto dal principe Max von Baden, che godeva fama di essere di
orientamenti democratici.
(Archivio Selexi)
525
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 64
Scopo del brano, verosimilmente, è di:
A) illustrare la fine della guerra, dalle sconfitte tedesche ai trattati di pace
B) spiegare il perché del fallimento delle trattative di pace
C) valutare il diverso apporto degli alleati degli inglesi e dei tedeschi nella prima guerra mondiale
D) illustrare la progressiva crisi militare dei tedeschi nella prima guerra mondiale
526
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 64
In base a quanto riportato nel brano, in quale periodo, durante il 1918, si sono verificate condizioni
analoghe a quelle delle grandi offensive occidentali tedesche dell'inizio della guerra?
A) Fra la metà di luglio e la metà di agosto
B) Alla fine di marzo
C) Alla fine di settembre
D) Alla fine di giugno
BRANI
527
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 64
Secondo quanto riportato nel brano, gli eventi bellici avvenuti nei primi anni di guerra consistettero
in una:
A) fase di stallo, caratterizzata da una guerra di posizione
B) serie di offensive tedesche, caratterizzata da vittorie parziali, ma non decisive
C) serie di avanzate e controffensive continue, dall'una e dall'altra parte
D) avanzata tedesca a oriente, con conseguente cattura di migliaia di prigionieri
528
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 64
In base alle informazioni contenute nel brano, quale tra i seguenti eventi si colloca
cronologicamente prima degli altri?
A) La pace tra la Germania e la Russia
B) La battaglia di Amiens
C) La formazione del governo presieduto dal principe von Baden
D) La prima battaglia della Marna
529
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 64
In base a quanto si desume dal brano, i tedeschi si trovavano in superiorità numerica perché:
A) avevano nuovi alleati
B) erano stati arruolati anche uomini provenienti dalle colonie
C) grazie alla pace firmata con la Russia avevano potuto smobilitare il fronte orientale e riversare le truppe
sul fronte occidentale
D) Gugliemo II aveva imposto una leva di massa
BRANI
BRANO DA 88
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Assumere una maschera triste oppure allegra, così come travestirsi con abiti aristocratici o plebei, implica una scelta di ruolo;
chiunque abbia partecipato a una festa in maschera, al Carnevale di Venezia, alla sfilata di Viareggio, sa che il
comportamento di ciascuno si modella sul personaggio interpretato.
Nell’assunzione del ruolo si esprime una ricerca di identificazione, spesso il desiderio di sperimentare, sia pure per un breve
tempo e in un contesto particolare, un’altra vita. Desiderio di tutti e di tutte le epoche, come è testimoniato dalle
rappresentazioni drammatiche e teatrali e, perché no, dalla complicità con cui vengono accolte le maschere. Il travestimento è
una cosa seria.
Bisogna stare al gioco sia da interpreti sia da spettatori.
Si dà luogo a un effetto catartico, di scarica delle tensioni cui condanna la consueta realtà: il dirigente d’azienda si veste da
Pierrot e l’educatrice da Angelica o da Gianburrasca; a loro volta, uno studente del primo anno di fisica può impersonare
Einstein, manifestando un’ambizione che non confesserebbe neppure a se stesso, e un impiegato di banca travestirsi da
Gengis Khan.
Per qualche ora, per un giorno, ciò è perfettamente lecito. Dà il piacere dell’insolito. Permette all’altra parte di sé di
manifestarsi e l’esperienza non è fonte di ansia perché non viene posto davvero in discussione il proprio modo di essere. Gli
altri non conoscono la nostra vera identità; si può ridere, parlare forte, lasciarsi andare a scherzi un po’ spinti. E se la
conoscono fa lo stesso. Tutti stanno al gioco.
Purtroppo l’allentarsi delle inibizioni può anche condurre a eccessi pericolosi e asociali. Non a caso l’indossare in pubblico
una maschera è vietato da molte legislazioni.
Mutarsi il volto con un’immagine tragica o buffonesca sia pure di cartapesta, con un viso anonimo o celebre, costituisce anche
una rivalsa della gente comune. Come sarebbe altrimenti possibile a chi non è professionista della parola e del gesto
impersonare dignitosamente stati d’animo, personaggi, situazioni? La maschera dà sicurezza, permette di calarsi nella parte
prescelta senza troppi problemi e di tornare se stessi in modo assai semplice: basta toglierla.
Addestramento e sensibilità interpretativa sono invece richiesti in abbondanza agli attori. Essi devono saper evidenziare le
azioni (movimenti, parole, discorsi) che le persone pongono in essere per averle coscientemente apprese oppure assimilate
in maniera inconsapevole o perché innate. E così pure devono individuare gli atti, ovvero i contenuti intenzionali delle azioni.
Accentuare taluni aspetti o certi altri, a seconda dei casi, significa interpretare tipi umani diversi.
Nell’osservazione del comportamento altrui l’attore si comporta dunque come un etologo attento a cogliere azioni, atti, gesti
caratteristici. E su questi ultimi si sofferma specialmente quel tipo particolare di attore che è il mimo. Egli infatti comunica con
il pubblico mediante idonei segnali visivi che, secondo le classificazioni proposte dal noto etologo Desmond Morris, rientrano
principalmente nelle categorie dei gesti espressivi, schematici, simbolici e propriamente mimici.
(Archivio Selexi)
530
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 88
Secondo l’autore del brano la gente comune può indossare una maschera:
A) per un innato desiderio di rivolta contro un ordine costituito
B) per sognare almeno una volta nella vita di essere un attore
C) per ribaltare i ruoli e sfuggire ai dolori della propria esistenza
D) per sentirsi sicura
BRANI
BRANO DB 69
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Città del Messico è una città di superlativi: è insieme la più antica (669 anni) e la più alta (2240 metri) città del continente
nordamericano e, con i suoi 22 milioni di abitanti, è la più popolosa del mondo. È il centro della vita culturale, politica e
finanziaria del Messico, in cui è ancora molto radicata l’eredità azteca.
Per capire Città del Messico, è necessario conoscere com’era prima dell’arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo: la
raffinata e prospera capitale della civiltà azteca. Un migliaio di anni dopo la fine della grande città tolteca di Teotihuacan, gli
Aztechi, che vagavano in cerca della terra promessa da una profezia, costruirono la loro città dopo avere incontrato un’aquila,
che teneva un serpente nel becco, appollaiata sul ramo di uno spinoso fico d’india. Nel 1325, la data ufficiale della fondazione
di Città del Messico (su cui però non tutti gli storici sono d’accordo), la città fu fondata in quello stesso luogo. Tenochtitlan,
questo era il suo nome, era perfino allora la più grande città dell’emisfero ovest e, secondo gli storici, una delle tre più grandi
della terra. Tenochtitlan occupava quella che era allora un’isola nel basso lago Texcoco, unita ad altre città satellite sulle rive
(oggi quartieri) da una rete di calzadas (canali e sopraelevate; oggi superstrade). Quando il conquistador spagnolo Hernan
Cortés mise gli occhi sulla città per la prima volta, fu abbagliato dalla splendida metropoli, che a lui e ai suoi uomini ricordava
Venezia.
La conquista fu resa possibile da una serie di fattori: il superstizioso imperatore azteco Montezuma II credette che il bianco,
barbuto Cortés a cavallo fosse un discendente del potente serpente-dio Quetzalcoatl, il quale, secondo una profezia
tragicamente ironica, era atteso dall’est nell’anno 1519 per governare quella terra. Di conseguenza, Montezuma accolse il
forestiero, offrendogli oro e una sfarzosa sistemazione.
Come ricompensa, Cortés iniziò lo sterminio della popolazione di Tenochtitlan, che andò avanti per almeno due anni. Si unì a
lui un enorme esercito di indios che odiavano Tenochtitlan, raccolti da altre colonie, ormai stanchi di sopportare il dominio e di
pagare le tasse dell’impero azteco. Cortés riuscì a distruggere Tenochtitlan con la forza del loro esercito, un sistema di
brigantini costruiti appositamente per attraversare il lago, con i cavalli, con le armi da fuoco e con le armature importate
dall’Europa; il vaiolo e il raffreddore, inoltre, contribuirono a falcidiare la popolazione. Solo due secoli dopo la sua fondazione,
la giovane capitale azteca giaceva in rovina, con circa metà della sua popolazione decimata dalla battaglia, dalla fame e dalle
contagiose epidemie europee contro cui non avevano difesa.
La conquista portò alla formazione di una nuova cultura, che è qualcosa di più della combinazione delle sue distinte
componenti etniche; una filosofica targa del 1964 nella Plaza de las Tres Culturas (Piazza delle Tre Culture), a nord del
centro, riassume molto bene la fisionomia generale della città, affermando: "Il 13 agosto 1521, difesa dall’eroico Cuauhtémoc
(successore di Montezuma), Tlatelolco cadde sotto il potere di Hernan Cortés. Non fu né un trionfo né una sconfitta. Fu la
nascita sofferta della nazione messicana".
Cortés iniziò a costruire Città del Messico, la capitale di quella che lui chiamò patriotticamente Nuova Spagna, la colonia
dell’Impero spagnolo destinata a espandersi verso nord, coprendo quelli che sono ora gli Stati Uniti del sud e, verso sud, in
direzione di Panama. Nel luogo del distrutto centro rituale azteco – oggi lo Zocalo – cominciò a costruire una chiesa (antenata
della gigantesca Cattedrale Metropolitana), ville ed edifici governativi.
(Archivio Selexi)
531
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 69
Secondo l'autore del brano, quale significato esprime la targa collocata nella Plaza de las Tres
Culturas?
A) La commemorazione di tanti individui caduti in battaglia
B) Un segno di gratitudine nei confronti degli Spagnoli per averli civilizzati
C) La celebrazione dell'eroe Cuauhtémoc, morto per difendere Tenochtitlan
D) La consapevolezza maturata dai Messicani della loro identità e cultura
532
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 69
Quale dei seguenti fattori NON contribuì alla sconfitta azteca contro gli spagnoli?
A) Le epidemie
B) Il clima tropicale
C) Le armi da fuoco
D) La superstizione
BRANI
533
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 69
Dal brano è possibile dedurre che l'antico nome di Città del Messico era:
A) Zocalo
B) Tenochtitlan
C) Teotihuacan
D) Cuauhtémoc
534
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 69
In quale secolo gli Spagnoli sterminarono la civiltà azteca?
A) Nel XVI secolo
B) Nel XIV secolo
C) Nel XV secolo
D) Nel XVIII secolo
BRANO DB 70
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il quindici marzo a mezzogiorno Tom era seduto sulla panca davanti alla fucina. La mattinata solatia era finita e le nuvole
grigie foriere di pioggia arrivavano dall’oceano e le loro ombre scivolavano sulla terra splendente sotto di loro. Tom sentì il
rumore degli zoccoli di un cavallo e vide un ragazzino che, agitando le braccia, spingeva un cavallo stanco verso casa. Si
alzò e si diresse verso la strada. Il ragazzo galoppò fino alla casa, si tolse il cappello, buttò in terra una busta gialla, fece fare
una giravolta al cavallo e lo rimise al galoppo a forza di calci. Tom fece per richiamarlo, ma poi si chinò stancamente e
raccattò il telegramma. Sedette al sole sulla panca davanti alla fucina, con il telegramma in mano. E guardò le colline e la
vecchia casa come per salvare qualcosa, prima di strappar la busta e leggere le inevitabili quattro parole, la persona, l’evento
e l’ora. Si avviò verso la casa, attraversò la cucina, la stanzetta di soggiorno ed entrò in camera da letto. Tirò fuori
dall’armadio il suo vestito nero e lo mise sullo schienale di una sedia e sul sedile ci mise una camicia bianca e una cravatta
nera. Poi si distese sul letto e voltò la faccia contro il muro.
(John Steinbeck, "La valle dell’Eden", Mondadori)
535
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 70
I gesti di Tom dopo la notizia ricevuta:
A) sembrano quasi meccanici
B) denotano la sua meticolosità nel vestire
C) denunciano il suo desiderio di impegnarsi in piccole cose quotidiane per allontanare pensieri tristi
D) rivelano la tensione del suo stato d'animo
BRANI
BRANO DB 77
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Vladimir Nabokov nacque il 23 aprile 1899 a San Pietroburgo, al 47 di via Morskaia (attualmente via Herzen), in un ambiente
aristocratico liberale e anglofono. Figlio maggiore di una famiglia di cinque ragazzi, Vladimir Nabokov beneficia, con i suoi
fratelli e le sue sorelle, di un’educazione trilingue. Questo trilinguismo dell’infanzia sarà determinante per la sua opera di
scrittore russo, poi americano. L’autore viaggia al principio del secolo in Europa con i suoi genitori, scopre la passione per i
lepidotteri e gli scacchi, la felicità di vivere vicino a una "biblioteca di diecimila opere". Tra il 1911 e il 1917 segue i corsi
dell’Istituto Ténichev a San Pietroburgo, e la sua prima opera, una raccolta di poesie stampata in 500 esemplari, comparve a
titolo privato nel 1916.
La Rivoluzione del 1917 interrompe brutalmente questa infanzia idilliaca. Il padre dell’autore, Vladimir Dimitriévitch Nabokov,
eminente giurista e figlio di un anziano ministro della Giustizia, era membro del Partito costituzionale democratico e della
prima Duma del 1906 (il primo ed effimero parlamento russo). Oppositore determinato del dispotismo dello zar, aveva
conosciuto la prigione nel 1908. Al principio del 1917, fa parte del Governo provvisorio di Kerenski e della nuova Assemblea
costituente. La Rivoluzione d’ottobre costringe i Nabokov a rifugiarsi dapprima in Crimea. Il 15 aprile 1919, la famiglia lascia
definitivamente la Russia con destinazione Londra.
Tra il 1919 e il 1923, Vladimir Nabokov studia letteratura russa e francese a Cambridge (Trinity College). Suo padre, che si è
installato a Berlino con il resto della famiglia per dirigere con Hessen il giornale emigrato Roul, è assassinato da fascisti russi
nel marzo 1922. È in questo giornale di Berlino, così come nei giornali russi emigrati di Parigi, che Nabokov fa comparire
poesie, articoli di critica, traduzioni dal francese o dall’inglese, poi le sue prime novelle ed estratti dei suoi primi romanzi.
A partire dal 1923, con la comparsa della sua traduzione russa di Alice nel Paese delle meraviglie, poi dei suoi propri
romanzi, in particolare La difesa di Luzin (1930), Camera oscura (1932), La svista (1936) e soprattutto Il dono (1937),
Nabokov si impone come il più eccezionale romanziere russo del suo tempo. Residente a Berlino dal 1923 al 1937, l’autore,
che ha sposato Vera Evseievna Slonim il 15 aprile 1925, si installa, per fuggire il nazismo, a Parigi all’inizio del 1937, dove
alcuni suoi libri sono già stati tradotti in francese.
Lo scrivano poliglotta, che firmava le sue opere russe con lo pseudonimo di Sirine, comincia a metamorfizzarsi in uno scrittore
in lingua inglese. Dopo aver tradotto, non senza rimaneggiarli, due suoi romanzi russi in inglese, La svista che diviene
Disperazione (Londra, 1937) poi Camera oscura ribattezzata Risa nel buio (New York, 1938), Nabokov scrive a Parigi nel
1938 il suo primo romanzo in lingua inglese, La vera vita di Sebastian Knight, che comparirà solo nel 1941, cioè un anno
dopo il suo arrivo in America, il 28 maggio 1940. Tutta l’opera di Nabokov sarà ormai scritta in inglese.
Nominato professore alla Stanford University nel 1941, accetta successivamente un posto di entomologo al Museo di
zoologia comparata di Harvard, tenendo tuttavia lezioni di letteratura al Wellesley College. L’amicizia e il sostegno di Edmund
Wilson e di Mary McCarthy, poi dei responsabili del New Yorker, gli permettono di acquisire un ascolto che non aveva mai
sperato. Nominato professore di letteratura alla Cornell University nel 1948, tiene lezioni sui grandi maestri europei del
romanzo fino al 1959, un anno dopo il successo dello scandalo di Lolita (pubblicato prima in inglese a Parigi, da Olympia
Press, nel 1955), che gli permette di vivere grazie alla sua penna e fa scoprire un’opera immensa.
(Archivio Selexi)
536
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 77
Quale delle seguenti affermazioni circa Vladimir Nabokov è da ritenersi corretta, alla luce di quanto
scritto nel brano?
A) Alcune sue opere andarono incontro a una revisione successiva alla prima stesura
B) Odiava il comunismo quanto il nazismo
C) Scrisse “Alice nel Paese delle meraviglie” mentre si trovava in Gran Bretagna
D) I suoi anni in Russia furono pochi e quindi non determinanti per lo sviluppo della sua produzione
letteraria
537
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 77
Il padre del padre di Nabokov:
A) fu ucciso da fascisti russi per la sua attività di direttore di un giornale russo emigrato
B) conobbe personalmente Kerenski
C) era un famoso avvocato prima di andare in esilio
D) fu ministro
BRANI
538
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 77
Quale delle seguenti affermazioni non è concorde con il brano?
A) Nabokov sapeva giocare a scacchi
B) Nel 1934 Nabokov era sposato, aveva scritto “Disperazione” e risiedeva a Berlino
C) Successivamente al successo di “Lolita”, Nabokov abbandonò l'Università
D) “La vera vita di Sebastian Knight” fu scritta prima dell'arrivo di Nabokov in America
BRANO DB 80
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il parlare dello "scopo" dell'attività scientifica può forse suonare un po’ ingenuo; è chiaro, infatti, che scienziati differenti si
propongono scopi differenti, e che la scienza in se stessa (qualunque cosa ciò possa significare) non ha scopi. Tutto questo
lo ammetto. E tuttavia sembra che quando parliamo di scienza ci rendiamo conto più o meno chiaramente che esiste
qualcosa che è caratteristico dell'attività scientifica; e poiché l'attività scientifica ha tutto l'aspetto di un’attività razionale e
l'attività razionale deve avere qualche scopo, può darsi che il tentativo di descrivere lo scopo della scienza non sia del tutto
futile.
Secondo ciò che intendo proporre, lo scopo della scienza è quello di trovare spiegazioni soddisfacenti di tutto ciò che ci
colpisce come bisognoso di spiegazione. Per spiegazione (o spiegazione causale) si intende un insieme di asserzioni, una
delle quali descrive lo stato di cose che si deve spiegare l'explicandum, mentre le altre, le asserzioni esplicative, costituiscono
la "spiegazione" nel senso più stretto della parola (l'explicans dell'explicandum).
Possiamo ritenere, di regola, che la verità dell'explicandum sia più o meno ben nota o che si assuma che lo sia. Non ha infatti
molto senso il chiedere la spiegazione di uno stato di cose che può rivelarsi del tutto immaginario (possiamo illustrare un caso
del genere ricorrendo all'esempio dei dischi volanti: ciò di cui abbiamo bisogno non è, forse, la spiegazione dei dischi volanti,
ma quella dei resoconti delle apparizioni dei dischi volanti; tuttavia, se i dischi volanti esistessero davvero, non ci sarebbe più
bisogno di altre spiegazioni di tali resoconti). D'altra parte l’explicans, che costituisce l’oggetto della nostra ricerca, non sarà,
di regola, noto, ma dovrà essere scoperto. Così, la spiegazione scientifica, in tutti i casi in cui costituisca una scoperta, sarà
la spiegazione del noto mediante l'ignoto.
Per essere soddisfacente (l'essere soddisfacente può essere questione di grado) l'explicans deve soddisfare un certo numero
di condizioni. In primo luogo deve implicare logicamente l'explicandum. In secondo luogo l’explicans dev'essere vero, anche
se, in generale, la sua verità non è nota; in ogni caso non deve risultare falso, neanche in seguito all'esame critico più serrato.
Se non sappiamo che è vero (e di solito accade proprio così), devono esistere prove indipendenti in suo favore; o, in altre
parole, l'explicans deve poter essere controllabile indipendentemente: sarà tanto più soddisfacente quanto più indipendenti e
quanto più severi saranno i controlli che ha superato.
Così, devo ancora chiarire l'uso che io faccio dell'espressione "indipendente" e quello delle espressioni opposte: "ad hoc" e
(nei casi estremi) "circolare".
Sia a un explicandum che sappiamo vero; poiché, come è evidente, a segue da a stesso, possiamo sempre offrire a come
spiegazione di se stesso. Ma ciò sarebbe altamente insoddisfacente, anche se, in questo caso, sapremmo che l'explicans è
vero e che l'explicandum segue da esso. Dobbiamo perciò escludere le spiegazioni di questo tipo, a causa della loro
circolarità.
Ma il tipo di circolarità che ho in mente è questione di grado. Consideriamo il dialogo che segue: "Perché oggi il mare è
agitato?" "Perché Nettuno è molto arrabbiato". "Ma quale prova puoi portare a sostegno della tua asserzione che Nettuno è
molto arrabbiato?" "Oh, ma non vedi come è agitato il mare? E il mare non è sempre agitato quando Nettuno è arrabbiato?"
Troviamo insoddisfacente questa spiegazione, perché (proprio come nel caso della spiegazione pienamente circolare), la sola
prova dell'explicans è l'explicandum stesso.
(Archivio Selexi)
539
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 80
Quale delle spiegazioni contenute nelle frasi seguenti rispecchia meglio il problema della circolarità
descritto dall'autore?
A) Mi sono bagnato perché pioveva molto
B) Mi sono ammalato perché ho preso freddo
C) Si è spento il computer perché è mancata la luce
D) Mi sono perso perché non trovavo più la strada
BRANI
540
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 80
Secondo l'autore del brano, si può parlare di uno “scopo della scienza”?
A) No, in quanto ogni scienziato persegue finalità diverse
B) Sì, ma esso non è identificabile
C) Sì, perché ogni attività razionale ha uno scopo
D) Sì, perché ogni attività umana ha uno scopo
BRANO DB 83
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
All’inizio del Settecento, con la morte di Carlo II di Spagna e con il pericolo di un’egemonia dei Borboni, l’equilibrio europeo si
rompe e si fronteggiano due gruppi di potenze: Austria, Inghilterra, Olanda da una parte, Francia e Spagna dall’altra. La
morte dell’imperatore Giuseppe I capovolge la situazione ed è perciò necessario giungere alla pace tra Inghilterra, Francia e
Austria. La Francia è ormai in crisi e la vera vincitrice di questi conflitti solo apparentemente dinastici è l’Inghilterra, che si
assume per qualche decennio il ruolo di suprema moderatrice del difficile e complesso gioco degli equilibri, in cui poco alla
volta entrano con peso crescente due nuove potenze, la Russia e la Prussia. Nel lungo periodo di pace che l’Europa gode
verso la metà del secolo raggiunge il culmine la potenza che l’Inghilterra è in grado di esercitare con il dominio dei mari e con
la conseguente supremazia politica ed economica, ma soprattutto con il suo grandioso sviluppo scientifico, culturale e
letterario. La pubblica opinione di quel Paese dà la misura e l’esempio di una moderna società civile che ha il suo fulcro nella
borghesia e nel ceto dirigente che essa esprime in tutti i sensi e in tutti i campi. Lo stesso fenomeno di emancipazione dei ceti
borghesi delle "caste" e degli "ordini chiusi" tradizionali si sviluppa successivamente anche in Francia e, più lentamente, in
Germania e in Russia. La borghesia mercantile e intellettuale incontra talora l’approvazione di certa aristocrazia e ottiene
l’appoggio di alcuni sovrani: l’ancien régime comincia a sgretolarsi. Il pensiero si articola sui nuovi modelli forniti dallo
scientismo, dal razionalismo, dal laicismo e dall’individualismo, che saranno i fondamenti dell’Illuminismo, la più grande svolta
filosofica, politica e sociale del mondo moderno. Il primo impulso verrà dalla riflessione di Locke e dalla ricerca di Newton, ma
l’approfondimento e la divulgazione del nuovo modo di pensare è tutta opera francese. L’esigenza di rinnovamento
nell’ambito della società europea provoca l’alleanza tra le classi più avanzate e i sovrani illuminati, mentre in Francia il "partito
dei filosofi" formula più precise rivendicazioni di libertà politica. Intanto in Inghilterra la rivoluzione industriale, segnando il
passaggio dal capitalismo mercantile al grande capitalismo moderno, produce il triste fenomeno del proletariato e fa crollare
l’ipotesi della collaborazione tra le classi. La rivoluzione è ormai alle porte: dall’America passerà ben presto alla Francia e
diventerà un problema europeo.
La letteratura di questo periodo è tra le più ricche di fermenti e di suggestioni: riflette la vivacissima situazione della società
contemporanea e vi si immerge con l’empito della partecipazione. Il Settecento fu un secolo prosastico con interessi filosofici,
sociali, politici, economici, in una parola di solidarietà umana e di rinnovamento civile e sociale. Voci diverse si scontrano e
pur nella diversità dei toni e delle impostazioni collaborano alla fondazione della società moderna. Secolo per eccellenza
razionale, il Settecento conobbe infatti anche il fascino della commozione sentimentale, del languore e dell’abbandono alla
voce del cuore: e questa, anticipatrice della avanzata sensibilità romantica, è anch’essa pienamente settecentesca e, a suo
modo, rivoluzionaria.
(Archivio Selexi)
541
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 83
Lo scopo dell’autore del brano è di:
A) dipingere una pagina della storia culturale francese
B) dare un giudizio sulla letteratura settecentesca
C) delineare il contesto storico che ha dato vita all’Illuminismo
D) dimostrare il legame tra filosofia e storia
BRANI
542
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 83
Secondo quanto riportato nel brano, verso la metà del Settecento l’Inghilterra raggiunge il culmine
della sua potenza soprattutto tramite:
A) il legame tra le varie classi sociali
B) l’alleanza tra classi avanzate e despoti illuminati
C) lo sviluppo scientifico, culturale e letterario
D) la sua straripante forza militare
543
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 83
Quale delle seguenti rappresenta verosimilmente l’opinione dell’autore del brano?
A) I movimenti filosofici e culturali extraeuropei sono alla base dello sviluppo socio-economico dell’Europa
B) La rivoluzione industriale si è realizzata nel tempo senza soluzione di continuità
C) Storia, economia, filosofia e letteratura sono inscindibilmente connesse
D) Il Settecento non è che l’anticipazione della sensibilità romantica
BRANI
BRANO DB 88
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L'impossibilità di finanziare un disavanzo permanente con il debito pubblico in assenza di crescita rappresenta una
conclusione drammatica, che certamente sembra giustificare la preoccupazione diffusa nei confronti dei disavanzi e della loro
tendenza alla crescita, sulla base degli andamenti osservati nell'ultimo decennio. È estremamente importante chiarire i termini
del problema e spiegare perché esso sia meno serio in un'economia in crescita.
Supponiamo che il sistema economico non si stia sviluppando e che il settore pubblico stia mantenendo un disavanzo di
bilancio. Questo disavanzo può essere finanziato con l'emissione di titoli pubblici. Ma in questa maniera il settore pubblico
dovrà pagare gli interessi su tutto il debito che esisteva in passato e anche sui nuovi titoli emessi per finanziare il disavanzo
dell'ultimo periodo. Come è possibile far fronte al pagamento di questi interessi? Se si emettono nuovi titoli, il pagamento in
conto interessi nell'anno successivo sarà ancora maggiore e quindi l'emissione di nuovi titoli ancora più ampia e così via. Lo
stock del debito pubblico in Italia, così come nella generalità dei Paesi, negli ultimi 40 anni, è cresciuto anno dopo anno.
Possiamo allora dedurre che il bilancio pubblico è destinato a diventare incontrattabile con una crescita degli esborsi per
interessi tale da richiedere continui aumenti delle imposte fino a che ciò non conduca a qualcosa di drammatico? La risposta
a un problema formulato in questi termini è negativa, dato che ci troviamo di fronte a sistemi economici in crescita. In Italia,
durante gran parte del periodo compreso tra la seconda guerra mondiale e il 1970, il rapporto tra il debito pubblico e il PIL
nominale non ha mostrato tendenza alla crescita, anche se il valore del debito è aumentato in seguito a disavanzi di bilancio.
Come può accadere tutto questo? La risposta è che il rapporto tra il debito e il PIL diminuisce quando il PIL nominale cresce
più rapidamente del debito pubblico. Per valutare questo punto è utile considerare separatamente il numeratore e il
denominatore del rapporto suddetto. Il numeratore, cioè il debito, aumenta a causa dei disavanzi, mentre il denominatore,
cioè il PIL nominale, aumenta a seguito sia dell'inflazione sia della crescita del PIL reale; se il debito sta crescendo più
velocemente del PIL anche il rapporto debito/PIL aumenterà, ma se il debito sta crescendo meno velocemente quel rapporto
diminuirà.
Perché è utile considerare il rapporto debito/reddito, piuttosto che il valore assoluto del debito? La ragione è che il PIL
fornisce una misura della dimensione del sistema economico e dunque il rapporto debito/PIL rappresenta una misura della
grandezza del debito rispetto alle dimensioni dell'economia. Se il rapporto debito/PIL parte da un livello ragionevolmente
basso, allora disavanzi pubblici limitati, che assicurino una crescita del debito più lenta di quella del PIL, risulteranno
sopportabili. Ma se il disavanzo è così grande da far crescere il rapporto debito/PIL, senza alcuna prospettiva di
miglioramento, allora la dimensione del disavanzo costituirà fonte di preoccupazione.
In che modo l'inflazione aiuta a risolvere il problema del disavanzo? In primo luogo l'imposta da inflazione può fornire alcuni
piccoli contributi al finanziamento del disavanzo, ma la cosa più importante è che una grande e inattesa inflazione riduce il
valore reale del debito pubblico. In molti Paesi, il debito nazionale è stabilito in termini nominali e ciò significa che lo Stato si è
impegnato a pagare un ammontare prestabilito di euro ai detentori del debito: una politica economica che aumenta il livello
dei prezzi riduce dunque il valore reale dei pagamenti, cui lo Stato si è impegnato. Il debito, purché fissato in termini nominali,
può quindi essere praticamente eliminato da un'inflazione inattesa e sufficientemente grande.
(Archivio Selexi)
544
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 88
Secondo quanto esposto nel brano, è corretto affermare che una crescita consistente e inattesa
dell'inflazione aumenta il valore reale del debito pubblico?
A) No, lo riduce, purché il debito sia fissato in termini nominali
B) Sì, infatti il vero pericolo per un sistema economico è un aumento costante del tasso di inflazione
C) Sì, perché un aumento del tasso di inflazione aumenta la spesa per interessi sul debito
D) Sì, perché il debito reale è definito come debito nominale moltiplicato per il livello dei prezzi
545
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 88
È possibile che, in un sistema economico in crescita, il rapporto tra debito e PIL non aumenti
all'aumentare del disavanzo di bilancio?
A) No, perché un aumento del disavanzo di bilancio implica un aumento proporzionale del debito
B) Sì, sempre
C) Sì, se il debito cresce più rapidamente dell'inflazione
D) Sì, se il PIL nominale cresce più rapidamente del debito
BRANI
BRANO DB 90
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
I telefoni cellulari mettono in comunicazione gli utenti valendosi dell'emissione di microonde. Le stesse che permettono ai
forni a microonde di cuocere gli alimenti: da qui il timore che esse possano agire allo stesso modo sull'orecchio e sul cervello
dei maniaci del telefonino. La potenza di un forno a microonde è però di parecchie centinaia di watt, quella di un telefonino
non supera mai i due watt. Per fare chiarezza sono stati condotti studi scientifici, finanziati in particolare dai costruttori di
telefonini e dagli operatori della telefonia mobile, preoccupati di mettere fine alle voci.
Anni di ricerche di dosimetria hanno dimostrato che i telefonini non provocano alcun riscaldamento di tessuti. L'assenza di
riscaldamento potrebbe però essere una semplice conseguenza dell'attivazione del sistema di termoregolazione del corpo
umano: la circolazione sanguigna si intensificherebbe e agirebbe come un circuito di raffreddamento. Questa attivazione
sarebbe generatrice di stress e potrebbe, a lungo termine, indurre altri effetti biologici. Ma per il momento nessuno di questi
effetti è stato riscontrato.
E che ne è dei sospetti di eventuali effetti cancerogeni dei portatili? I vari studi si contraddicono e non sono facili da
interpretare. Si dice che le microonde abbiano la capacità di eccitare le molecole. In dosi elevate possono perfino rompere i
loro legami atomici. Il dottor Henry Lai, dell'Università di Washington, ha per esempio mostrato che, nel ratto, l'esposizione
alle microonde aumentava del 25% il numero di rotture delle molecole di DNA del cervello. Una cifra simile dovrebbe
inquietare, dato che queste rotture cromosomiche possono rendere le cellule cancerose.
Ma uno studio condotto da un'équipe californiana ha fornito indicazioni opposte, provando che queste radiazioni limitavano la
proliferazione di cellule tumorali nei ratti ai quali era stata inoculata una sostanza cancerogena! Ricerche francesi non hanno
riscontrato alcun effetto. E se i lavori dell'équipe australiana di Michael Repacholi del Royal Adelaide Hospital hanno rilanciato
i sospetti, essi non permettono più degli altri studi di trarre una conclusione netta.
Il telefonino è allora esente da rischi? Certamente no. «I telefoni cellulari introdotti nel complesso sanitario devono essere
tenuti spenti, perché rischiano di perturbare le apparecchiature mediche funzionanti con sistemi elettronici», recita un avviso
all'ingresso degli ospedali francesi. È una circolare della Direzione degli ospedali emessa il 6 ottobre 1995, che raccomanda
l'adozione di questo accorgimento per salvaguardare il corretto funzionamento delle pompe a perfusione, delle
apparecchiature per la dialisi e dei respiratori, tutti apparati che potrebbero risentire delle interferenze dovute alle microonde
dei telefonini. Si tratta di una semplice misura prudenziale, non essendosi verificato in Francia alcun grave incidente.
(Archivio Selexi)
546
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 90
Il brano ha carattere:
A) narrativo
B) polemico
C) divulgativo
D) politico
547
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 90
Qual è il significato del termine “inoculata” utilizzato dall’autore in riferimento a una sostanza
cancerogena?
A) Immunizzata
B) Introdotta
C) Asportata
D) Riscontrata
BRANI
BRANO DB 92
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Dennis Charles, responsabile dell’ufficio acquisti di una grande azienda americana, è famoso per le sue strategie commerciali
un po’ fuori del comune: per stabilire i budget da destinare ai vari settori di vendita non fa affidamento su proiezioni
economiche, demografiche o di marketing, ma usa i dati diffusi dagli enti che si occupano di previsioni meteorologiche a lungo
termine. In base alle informazioni così ottenute stabilisce, per esempio, quanti ventilatori o condizionatori ordinare in vista dei
mesi estivi senza correre il rischio di avere giacenze di magazzino. E, a quanto dice, la sua tattica si è rivelata vincente nella
maggioranza dei casi. Del resto, la storia insegna che la vita dei popoli è sempre stata strettamente legata alle condizioni
climatiche. Il biblico esodo degli ebrei verso la Palestina fu determinato tra l’altro dalla grande siccità che, intorno al 1300 a.
C., colpì la zona del Nilo. Nel 1450 in Groenlandia tutti gli abitanti morirono a causa dell’eccessiva rigidità del clima, ma se ne
ebbe notizia solo cinquanta anni dopo perché l’isola rimase a lungo circondata da un’enorme barriera di ghiaccio che
impediva di raggiungerla.
Ma qual è l’efficacia delle previsioni meteorologiche?
«Dipende da quella che in termini scientifici si chiama validità della previsione», spiega Antonio Ghezzi, esperto di
climatologia dell’Osservatorio Meteorologico di Milano Duomo. «Le previsioni a breve termine, cioè fino a 18-24 ore, hanno
una percentuale di successo pari al 95%. Quelle a medio termine, su un periodo compreso tra 24 e 72 ore, ci danno un’idea
dell’evoluzione generale della situazione atmosferica, per quel che riguarda in particolare la temperatura ed eventuali
precipitazioni. Infine, le cosiddette previsioni a lungo termine, cioè fino a 168 ore, ci dicono solo la tendenza di singoli
parametri, quali appunto la temperatura e le precipitazioni». E superate le 168 ore? «Oltre questi termini si passa alle
cosiddette “previsioni climatologiche”, distinguibili, a loro volta, in tre categorie: a breve termine, riferite a periodi da 10 a 30
giorni; a medio termine, stagionali o annuali, e a lungo termine, ovvero pluriennali o addirittura secolari. Comunque queste
previsioni ci forniscono soltanto stime di massima, cioè non sono in grado di stabilire se un determinato giorno ci sarà il sole o
pioverà. Ovvio che la loro attendibilità diminuisca con l’aumentare del periodo temporale preso in considerazione».
In ogni caso, i meteorologi hanno obiettivi molto ambiziosi: la ricerca sta già esplorando nuove strade per ottenere previsioni
certe su scala stagionale. L’ottimismo degli scienziati in questo campo si basa essenzialmente su tre fattori: il costante
miglioramento nella comprensione dei processi chimico-fisici che regolano l’atmosfera, la continua evoluzione dei modelli
matematici che simulano gli eventi climatici a partire dai dati forniti dalle stazioni meteorologiche sparse in tutto il mondo e il
crescente progresso nel campo della tecnologia dei satelliti destinati alle osservazioni ambientali del pianeta. Occorre
sottolineare che negli ultimi anni in tutto il mondo si verificano sempre più frequentemente eventi meteorologici che sembrano
sfuggire al controllo dei ricercatori. Basta ricordare la nevicata avvenuta a Milano il 17 aprile 1991. «Quell’episodio,» spiega
Ghezzi, «fu effettivamente imprevedibile. Fu provocato da un improvviso afflusso di aria artica, probabilmente proveniente
dalla Groenlandia, che in sole 3 ore e mezza provocò un abbassamento di temperatura pari a 16,5 gradi centigradi». Un
evento con caratteri estremi, ma inquadrabile nella normale variabilità climatica o un’indicazione del fatto che l’atmosfera del
nostro pianeta sta cambiando?
«Nella comunità scientifica molti sono ormai convinti che il clima del nostro pianeta stia attraversando una fase di forte
instabilità,» afferma Ghezzi «come se la Terra fosse sotto stress e, purtroppo, il quadro generale lascia supporre che eventi
meteorologici anomali si ripeteranno sempre più spesso che nel passato».
(Archivio Selexi)
548
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 92
Secondo quanto sostenuto nel brano le previsioni:
A) climatologiche a breve termine si riferiscono a periodi da 10 a 30 giorni
B) a medio termine arrivano fino a 168 ore
C) a breve termine hanno un margine di errore del 10%
D) a breve termine arrivano fino a un massimo di 30 ore
549
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 92
L'autore del brano è verosimilmente:
A) uno storico
B) un professore universitario
C) un meteorologo
D) un giornalista
BRANI
550
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 92
In base a quanto sostenuto nel brano si può dedurre che:
A) il clima della Groenlandia può influire su quello italiano
B) una temperatura di 16,5 gradi centigradi a Milano in primavera è del tutto fuori dal normale
C) le previsioni meteorologiche raggiungeranno ben presto un assoluto grado di certezza e di efficacia
D) la previsione certa su scala stagionale è già una realtà attuata dalla ricerca
551
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 92
L’argomento centrale del brano è:
A) il meccanismo in base al quale gli scienziati riescono a fare previsioni meteorologiche corrette
B) il rapporto tra i mutamenti climatici e gli eventi storici
C) l’attendibilità delle previsioni meteorologiche
D) l’influenza dell’inquinamento sulla stabilità del tempo
BRANI
BRANO DB 94
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La struttura e le tendenze attuali della famiglia in Italia sono in linea con quelle degli altri Paesi europei e in genere dei Paesi
di cultura e di stile di vita occidentali, ma con caratteristiche differenziate che rendono da noi il quadro non del tutto coerente
com'è invece negli altri Paesi. Lasciamo pure da parte i Paesi scandinavi dove abitudini e stili matrimoniali sono sempre stati
abbastanza diversi e molto all'"avanguardia", ma consideriamo, ad esempio, la Francia. Qui il quadro è coerente e tutto
denuncia un'accentuata disaffezione verso il matrimonio e l'istituzione familiare in generale: il matrimonio è sempre meno
scelto come modo di vivere e perciò calano i matrimoni e, anche per questo, le nascite; sono diffusi e crescenti tanto la
coabitazione quanto i divorzi; diminuisce la proporzione di divorziati che si risposano; è elevata e in aumento la proporzione di
figli naturali; va crescendo la proporzione di famiglie con un solo genitore; è in forte calo la dimensione media familiare;
aumenta sensibilmente l'età media dei componenti la famiglia. Si potrebbe già forse prefigurare per il futuro una famiglia
costituita senza alcun legame formale e una alta e crescente "mobilità coniugale" nel corso della vita di ognuno.
In Italia invece il quadro non è coerente; ci sono elementi di disaffezione, che sono la forte diminuzione dei matrimoni e,
anche, il più intenso calo delle nascite, ma ci sono anche elementi di non disaffezione: i divorzi restano molto pochi; la
coabitazione in unioni consensuali è ridottissima e, in particolare, praticamente nulla la coabitazione giovanile; la proporzione
di figli naturali è crescente, ma tuttora bassissima così come la proporzione di famiglie con un solo genitore non vedovo; il
numero dei divorziati che si risposa è molto elevato. E ancora: nelle indagini di opinione i giovani in maggioranza hanno
dichiarato che il matrimonio è la forma più adeguata per vivere insieme (salvo poi a scioglierlo se le cose non vanno). L'anno
scorso l'8% di tutti gli intervistati ha detto che il calo dei matrimoni è un bene (il 19 cinque anni fa) e il 46 un male.
È difficile dire come si disegnerà il futuro, anche perché, sia pure nel quadro di un modello occidentale di formazione delle
famiglie, non vi è dubbio che emergano nettamente specificità nazionali legate alla tradizione e alla cultura dei singoli popoli.
Se in Italia il calo dei matrimoni può essere visto come il fenomeno leader che da un lato è il sinonimo di un profondo e
radicato cambio di mentalità e dall'altro è un evento che trascina dietro di sé, a cascata, tutta una serie di conseguenze
(coabitazione, figli naturali ecc.), allora il futuro è di tipo nordeuropeo. Se invece il calo dei matrimoni è il frutto di una lunga
fase congiunturale negativa legata a difficoltà contingenti, come l'elevata disoccupazione giovanile e la difficoltà a trovare
casa, e se lo sviluppo della società nei prossimi anni farà scemare l'importanza dell'individuo come unità sociale di base,
potenzierà pertanto la necessità di ricorrere a una strategia familiare di organizzazione della vita quotidiana e la "sicurezza"
sarà il futuro anche delle reti interfamiliari, allora quella attuale potrebbe risultare solo una fase di aggiustamento. Il
matrimonio, impegno reciproco e legalizzato di un uomo e di una donna davanti alla società visto in opposizione alla
precarietà di unioni episodiche, non è mai stato un'istituzione inattaccabile né ben sopportata, ma sembra imperitura. La si
vilipende, si sogna di annientarla, ma essa perdura, anche perché la continuità delle tradizioni è quasi sempre riaffiorata sotto
le apparenze degli elementi di rottura. Già nel 1907 Léon Blum in un libro che fece scalpore si interrogava su «questa
istituzione che funziona male», al fine di sapere «se era preferibile abbandonarla del tutto o se era possibile emendarla». Nel
passato l'istituzione è stata emendata più volte e a renderla dinamica e vitale sono stati gli "emendamenti" che mutamenti
tecnologici, cultura e costume hanno imposto agli individui e alla società. Per il futuro la risposta, ovviamente, verrà con gli
anni, ma si deve essere ben consapevoli che in ogni caso le politiche adottate non sono certo neutrali rispetto alla soluzione
che verrà trovata e alla conseguente risposta che verrà data.
(Archivio Selexi)
552
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DB 94
Qual è l’intento che l’autore si prefigge?
A) Proporre "emendamenti" in grado di far sopravvivere l'istituto matrimoniale
B) Descrivere la situazione italiana attuale relativa all’istituto del matrimonio
C) Interrogarsi sulle prospettive future della famiglia italiana, dopo averne esaminato le tendenze evolutive
D) Confrontare la realtà francese relativa all’istituzione familiare con quella italiana
BRANI
BRANO DC 25
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Le vicende alimentari dell'Europa del Settecento sembrano ripercorrere cammini noti: espansione demografica, insufficienze
produttive, sviluppo agricolo. Una storia che ricorda da vicino quella dei secoli XI-XII, o del XVI. Solo che questa volta le
dimensioni del fenomeno sono ingigantite. La popolazione europea, che aveva raggiunto a metà del Trecento una punta di
forse 90 milioni di individui, e che attorno al 1700 (dopo la grande crisi e la successiva lenta ripresa) era attestata sui 125
milioni, cresce da allora in poi rapidissimamente: 145 milioni a metà del XVIII secolo, 195 alla fine. Il sistema produttivo è
messo a dura prova, le carestie si abbattono a intervalli regolari sulla popolazione. Alcune di esse (tristemente celebre quella
del 1709-10) colpiscono l’intera Europa, dalla Spagna all'Italia, dalla Francia all'Inghilterra, dalla Germania alla Svezia, ai
Paesi dell'Est. Altre investono territori più circoscritti: quella del 1739-41 colpì soprattutto Francia e Germania; quella del 1741
-43 l'Inghilterra; quella del 1764-67 fu particolarmente grave nelle regioni meridionali (Spagna, Italia); quella del 1771-74 nei
Paesi del Nord. Nell'insieme, gli anni "difficili" del XVIII secolo sembrano numerosi come non mai (a eccezione forse che
nell'XI secolo). Ciò non vuol dire che la gente muoia di fame: se così fosse stato, l'exploit demografico sarebbe a dir poco
incomprensibile. Siamo invece di fronte a un malessere diffuso, a uno stato di sottonutrizione permanente che viene per così
dire "assimilato" (fisiologicamente e culturalmente) come condizione normale di vita.
All'aumentata richiesta di cibo si rispose, per cominciare, nel modo più semplice e tradizionale: l'espansione dei coltivi. In
Francia, nei decenni precedenti la Rivoluzione, le terre a coltura passarono da 19 a 24 milioni di ettari nel giro di trent'anni.
In Inghilterra, nella seconda metà del secolo, furono recintati e messi a coltura centinaia di migliaia di ettari di terreni incolti e
boschivi. In Irlanda, in Germania, in Italia si prosciugarono paludi e acquitrini. Contemporaneamente si misero a punto nuove
tecniche produttive, in un clima di fervore scientifico e di sperimentazione agronomica che per la prima volta riuscì a
incontrarsi con gli interessi imprenditoriali dei proprietari terrieri. Si parla a ragione, per quest'epoca, di una vera rivoluzione
agricola: tale fu, dal punto di vista tecnico, l'abbandono della pratica del maggese e l’impiego delle leguminose da foraggio in
regolare rotazione con i cereali. Ciò consentì, da un lato, di integrare le pratiche zootecniche nel sistema agrario, superando
la tradizionale separazione fra attività pastorali e attività agricole; dall'altro, di accrescere sensibilmente i rendimenti del suolo,
reso più fertile sia dalla presenza delle leguminose (che possiedono la proprietà di fissare l'azoto nel terreno) sia dalla
maggiore disponibilità di concime animale. Queste e altre trasformazioni segnarono l'avvio del capitalismo agrario, che in
certe regioni europee – soprattutto l'Inghilterra e poi la Francia – fu il primo passo verso l'affermarsi dell'economia industriale.
All'ampliamento dei terreni coltivati e al perfezionamento delle tecniche produttive si affiancò lo sviluppo di colture
particolarmente robuste, sicure e redditizie: quelle stesse che avevano trovato una prima timida diffusione (in ambiti
localmente limitati) fra Quattro e Cinquecento, e che vengono ora "riscoperte" come soluzione a basso costo di pressanti
esigenze alimentari. Il riso, dopo un certo declino nel XVII secolo, legato anche alle polemiche sull'opportunità igienica e
ambientale di far ristagnare l'acqua nei campi, torna in auge nel Settecento come alternativa ai cereali tradizionali: in certe
zone esso viene introdotto per la prima volta; in altre viene per così dire reintrodotto. Analoga destinazione sociale ha il grano
saraceno, anch’esso "riscoperto" nel Settecento oppure, in certe regioni, introdotto per la prima volta.
Ma sono soprattutto il mais e la patata a conquistare un ruolo di assoluto primo piano, sbarazzando il campo da molti antichi
concorrenti: fra XVIII e XIX secolo, la tradizionale varietà di cereali inferiori – base millenaria della dieta popolare – viene
progressivamente riducendosi a favore dei nuovi protagonisti.
(Archivio Selexi)
553
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 25
In base al brano, dove si verificarono, nel Settecento, le carestie?
A) Soprattutto in Francia e in Germania
B) Soprattutto nell'Europa dell'Est
C) Soprattutto nei Paesi meridionali
D) In tutta l'Europa
554
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 25
Secondo quanto riportato nel brano, a quale causa si deve attribuire l'arrivo delle carestie nel
Settecento?
A) Alla diminuzione del commercio
B) All'arretratezza dei contadini
C) All'incapacità della produzione agricola di seguire l'espansione demografica
D) All'arrivo di nuove popolazioni
BRANI
555
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 25
Secondo quanto affermato nel brano, quali fattori furono alla base della rivoluzione agricola del XVIII
secolo?
A) L'abbandono del maggese e la diminuzione dell'allevamento
B) L'introduzione delle leguminose da foraggio e l'integrazione tra allevamento e sistema agrario
C) L'interesse dei governanti verso l'agricoltura
D) L'introduzione della rotazione triennale e dell'aratro pesante
556
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 25
Da quanto riportato nel brano, si può dedurre che:
A) l'economia industriale ricevette un impulso dal capitalismo agrario
B) si accentuò la separazione tra allevamento e agricoltura
C) il commercio dei cereali favorì l'accumulo di capitali
D) il riso e il grano saraceno sono le colture più robuste, sicure e redditizie tra quelle “riscoperte” nel
Settecento
BRANO DE 42
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ritengo che, se non in luogo, almeno a fianco delle differenze, gli studi etno-antropologici debbano assumere a oggetto le
invarianze. E di fronte al molto parlare di pensiero o logica "altri", mi chiedo se l'alterità cui ci si riferisce stia davvero nei
procedimenti inferenziali, come le espressioni usate porterebbero a credere, o stia invece soltanto negli assunti da cui si
inferisce.
La differenza è ovviamente decisiva. E in proposito vorrei esporre alcune considerazioni nate più specialmente dal
trattamento informatico dei sistemi di parentela e dei calendari preispanici mesoamericani in cui mi sono da tempo
avventurato. Non potrò evitare di procedere in modi che saranno forse giudicati come tecnici o addirittura tecnicistici. Ci sono
però ragioni che credo serie.
È del tutto evidente, infatti, che non bastano i comizi ad abbattere l'idea di una ragione né nostra né altra, ma di tutti, quale
quella cui pensava Montaigne. Ma è altrettanto evidente che, a maggior ragione, l'inadeguatezza dei comizi vale anche per
l'altro lato della barricata, in cui personalmente mi riconosco. Sarebbe forse oratoriamente efficace, per esempio, proclamare
che, a fronte di una antropologia angosciata dal rapporto con misteriosi "altri da sé", ce n'è un'altra che riflette sul difficile
rapporto con "altri sé".
Occorrono argomenti cogenti entro il perimetro della falsificabilità. E occorrono strumenti concettuali adeguati agli intenti, e
dunque anche tecnicamente impegnati: ad esempio, una rappresentazione formalizzata delle relazioni di parentela, che
consenta di distinguere tra posizioni genetico-procreative universali e comportamenti terminologici variabili da cultura a
cultura. Il punto in esame è se il problema del pensiero "altro" coinvolga o meno la distinzione tra procedimenti inferenziali e
assunti: bisognerà dunque impiegare mezzi o linguaggi che consentano di individuare o negare quella distinzione, e di farlo in
modi controllabili e suscettibili di confutazione.
(AA.VV., "Il sapere dell'antropologia. Pensare, comprendere, descrivere l'Altro")
557
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 42
Sulla base di quanto esposto nel brano, quale alternativa riporta una coppia di concetti tra loro
incompatibili od opposti?
A) Invarianza-altro sé
B) Differenza-altro da sé
C) Nessuna delle altre risposte è corretta
D) Falsificabilità-confutabilità
BRANI
558
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 42
Per quale ragione l'autore accenna alle relazioni parentali e ai calendari preispanici mesoamericani?
A) Sono citati come esempi avventurosi vissuti dall'autore
B) Sono citati perché uno si riferisce a un processo inferenziale, mentre l'altro a un assunto
C) Sono citati come esempi in cui le tecniche informatiche applicate dall'autore sono risultate inadeguate
D) Sono citati come oggetti di studio adeguati al trattamento informatico
BRANO DE 48
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nessuno lo vide sbarcare nella notte unanime, nessuno vide la canoa di bambù incagliarsi nel fondo sacro; ma pochi giorni
dopo, nessuno ignorava che l'uomo taciturno veniva dal Sud e che la sua patria era uno degli infiniti villaggi che sono a monte
del fiume, nel fianco violento della montagna, dove l'idioma zend non è contaminato dal greco, e dove la lebbra è infrequente.
L'uomo grigio baciò il fango, montò sulla riva senza scostare (probabilmente senza sentire) i rovi che gli laceravano le carni, e
si ritrasse melmoso e insanguinato fino al recinto circolare che corona una tigre o cavallo di pietra, che fu una volta del colore
del fuoco ed è ora di quello della cenere. Questa rotonda è ciò che resta d'un tempio che antichi incendi divorarono, che
profanò la vegetazione delle paludi, e il cui dio non riceve più onori dagli uomini. Lo straniero si stese ai piedi della statua.
Constatò senza stupore che le ferite s'erano cicatrizzate; chiuse gli occhi pallidi e dormì, non per stanchezza della carne ma
per determinazione della volontà. Sapeva che questo tempio era il luogo che conveniva al suo invincibile proposito: sapeva
che gli alberi incessanti non erano riusciti a soffocare, più a valle, le rovine d'un altro tempio propizio, anch'esso di dei
incendiati e morti; sapeva che il suo obbligo immediato era il sonno. Verso la mezzanotte lo svegliò il grido inconsolabile d'un
uccello. Sentì il freddo della paura e cercò nella muraglia dilapidata una nicchia sepolcrale, si coprì con foglie sconosciute. Il
proposito che lo guidava non era impossibile, anche se soprannaturale. Voleva sognare un uomo: voleva sognarlo con
minuziosa interezza e imporlo nella realtà.
(Borges, "Finzioni", Einaudi)
559
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 48
Per quale motivo l’uomo si reca presso i resti del tempio?
A) Guarire dalle ferite
B) Sognare un uomo
C) Ricostruire il tempio
D) Salvarsi dalle violenze della montagna
560
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 48
Che cosa resta dell’antico tempio dove si reca l’uomo?
A) Solo una nicchia sepolcrale
B) Una rotonda
C) Nulla, solo rovine
D) Una statua di pietra di una tigre
BRANI
BRANO DE 49
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La casa era fredda e deserta, e quasi subito Anderton cominciò i preparativi per il viaggio. Mentre faceva la valige, folli
pensieri gli passavano per la mente. Forse si era sbagliato sul conto di Witwer ma come poteva esserne certo? In ogni modo,
la cospirazione contro di lui era molto più complessa di quanto avesse pensato. Forse Witwer, in tutta questa situazione, era
solo una marionetta insignificante manovrata da qualcun altro, da qualche figura distante e indistinta, appena visibile sullo
sfondo. Mostrare la scheda a Lisa era stato un errore. Senza dubbio l'avrebbe descritta a Witwer in tutti i particolari. Non
sarebbe mai riuscito a lasciare la Terra, non avrebbe mai avuto l'opportunità di scoprire com'era la vita su un pianeta di
frontiera. Mentre era così preoccupato, sentì uno scricchiolio alle sue spalle. Si voltò dal letto, tenendo in mano una giacca a
vento macchiata dalle intemperie, e si ritrovò la canna grigio-azzurra di una pistola A puntata contro di lui. «Non ci ha messo
molto», disse guardando amareggiato l'uomo corpulento dalle labbra serrate. Indossava un cappotto marrone e impugnava la
pistola con la mano guantata. «Non hai avuto neanche una piccola esitazione?». Il volto dell'intruso non mostrò alcun segno
di reazione. «Non so di cosa sta parlando» disse «venga con me». Stupito Anderton lasciò cadere la giacca a vento «Lei non
fa parte della mia agenzia? Non è un poliziotto». Nonostante le sue proteste, venne spinto, ancora sconvolto fuori di casa
verso una limousine che li attendeva. Subito tre uomini armati sino ai denti si sedettero accanto a lui ai due lati del sedile.
(Dicke, "Rapporto di minoranza e altri racconti", Fanucci)
561
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 49
Che reazione ha Anderton al vedersi una pistola puntata contro?
A) Amarezza
B) Stupore
C) Paura
D) Non ha nessuna reazione
BRANO DE 51
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
È il sogno di ogni cacciatore d'autografi: la collezione di "firme d'autore" più completa del mondo. Comprende ogni attore o
attrice che abbia vinto un premio Oscar a partire dal 1929, l'anno in cui Hollywood iniziò ad assegnare le sue statuette ai divi
del cinema, oltre a un bel po' di altri Vip dello spettacolo, della canzone, della politica. A raccoglierli, con infinita
determinazione e a caro prezzo per le proprie tasche, è stato un anonimo contabile londinese, Alan Robinson, che per
trent'anni ha dedicato ogni energia, ogni attimo di tempo libero e ogni risparmio ad arricchire la sua collezione. Adesso ha
deciso di disfarsene, mettendola all'asta, il prossimo 24 febbraio, in un albergo nei pressi dell'aeroporto di Heathrow, forse
perché si prevede che collezionisti di tutto il pianeta voleranno a Londra per l'occasione. La previsione è che la vendita gli
frutterà più di un milione di sterline, quasi un milione e mezzo di euro: abbastanza per andare anticipatamente in pensione, a
godersi la vita. E per convincere chiunque abbia l'hobby degli autografi a imitarlo. La sua collezione ha due pezzi rari:
l'autografo di Greta Garbo, considerato il "Santo Graal" degli autografi, l'ultimo che il signor Robinson si è procurato tramite un
collezionista privato come lui, chiedendo un prestito da 70 mila euro in banca; e quello di Marylin Monroe, il cui valore viene
stimato in 25 mila euro. Tra le altre firme celebri del suo archivio figurano poi Elvis Presley, Liza Minnelli, Elizabeth Taylor,
Meryl Streep, Vivien Leigh, Sofia Loren, Clark Gable, Grace Kelly, Stanlio e Ollio, Steve McQueen, Brad Pitt, Gwyneth
Paltrow. Oltre alla raccolta completa di tutti gli attori e le attrici premiati dall'Oscar, la sua collezione comprende il novanta per
cento di tutti gli attori e attrici che hanno avuto una "nomination" all'Oscar. Il cinema, dopo gli autografi, è la sua seconda
passione.
("Repubblica online")
562
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 51
A chi appartiene l’ultimo autografo che si è procurato Alan Robinson?
A) A Greta Garbo
B) A Marylin Monroe
C) Nessuna delle altre alternative è corretta
D) A Elizabeth Taylor
BRANI
BRANO DE 54
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La costa deviava leggermente, e io virai in modo da oltrepassare la curva; così, anche prima di atterrare, avevamo perso di
vista le imbarcazioni. Balzai fuori, e mi portai correndo, più avanti che mi fu dato osare, con un fazzolettone di seta sotto il
cappello per raffrescarmi, e un paio di pistole pronte al fuoco, a mia salvaguardia. Non avevo percorso cento metri che giunsi
al fortino. Ecco come era disposto, quasi sulla sommità di un monticello scaturiva una polla di acqua limpida. Orbene, sul
monticello, includendovi la polla, era stata costruita una robusta ridotta di tronchi, capace di una quarantina di uomini con
feritorie da fucilieri su ogni lato. Tutt'allintorno era stata ricavata una vasta radura, e la costruzione era stata completata con
uno steccato alto sei piedi, senza porta o altra apertura, troppo solido per poter essere demolito senza tempo e fatica, e
troppo aperto per proteggere gli assalitori. Chi si fosse trovato nel fortino, li aveva sotto tiro da qualsiasi posizione;
standosene tranquillo al riparo poteva fulminarli come tante pernici. Quel che più mi sedusse fu la polla. Perché quantunque
nella cabina della Hispaniola avessimo abbondanza di armi, munizioni e viveri una cosa vi era stata trascurata: non avevamo
acqua. Stavo riflettendo su questo quando mi giunse, ripercosso attraverso l'isola, il grido di un uomo colpito a morte. Non
sono un novizio in fatto di morti violente. È qualcosa esser stato combattente, ma qualcosa di più essere dottore. Non c'è
tempo di gingillarsi nel nostro mestiere. Così io presi all'istante la mia decisione, e senza perdere un minuto tornai alla
spiaggia e balzai nella barchetta. Trovai tutti assai scossi, come naturale.
(Stevenson, "L'isola del tesoro", Einaudi)
563
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 54
Che cosa colpisce maggiormente l’attenzione del protagonista mentre osserva il fortino?
A) La presenza di una fonte di acqua
B) La sua solidità
C) La sua strategica posizione
D) La perizia con cui era costruito
BRANO DE 58
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Dai confini con il Gran Ducato di Toscana sino a Terracina la parte costiera dello Stato Pontificio era ricoperta dalla palude,
regno incontrastato della malaria. Sulla zona dominava la coltura estensiva del grano. L'andamento irregolare del suolo con
continui salti e depressioni e la presenza di numerose sorgive disseminate un po' ovunque creavano le condizioni del
paludismo. La zona delle paludi era delimitata dal fiume Astura che la divideva dall'Agro Romano e terminava a Terracina al
confine con il Regno di Napoli. La pianura pontina, compresa tra i monti Lepini e il Tirreno e fra i Colli Albani e il golfo di
Terracina, misurava circa 20.000 ettari. Alla fine del Settecento era ancora il regno incontrastato della palude, quasi del tutto
sommersa per buona parte dell'anno con pochissimi abitanti. Inoltre a causa dei continui disboscamenti della macchia di
Fossanova e di quella di Terracina la zona si era ulteriormente degradata. Le paludi erano separate dal mare da una doppia
serie di dune boschive di sabbia che formavano una barriera che impediva il deflusso delle acque. La causa principale
dell'impaludamento era dovuta al flusso disordinato degli innumerevoli torrenti e fiumi che dai monti Lepini scendevano a valle
privi di un andamento rettilineo che li portasse al mare. Da qui la sommersione continua delle terre e la formazione di
acquitrini perenni; ma non solo la natura contribuiva alla formazione della palude. Anche in quest'area ristretti gruppi sociali si
erano adattati a vivere in condizioni estreme creandovi veri e propri habitat. Un mondo marginale era nato, con regole e modi
di vita, con una propria economia; uomini dagli incerti contorni, pescatori, «legnajuoli», disertori e briganti erano interessati al
permanere delle acque.
(Topi, "L'insorgenza nel Dipartimento del Circeo", Franco Angeli)
564
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 58
Quale è la causa principale della formazione della palude pontina?
A) La presenza di gruppi umani che non volevano la bonifica in quanto avrebbe danneggiato il loro lavoro
B) Il flusso disordinato dei torrenti e dei fiumi che non avevano una via diretta verso il mare
C) La presenza di una doppia serie di dune boschive di sabbia che impediva il deflusso delle acque al mare
D) I continui disboscamenti delle macchie boschive
BRANI
BRANO DE 67
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Circondarono il cespuglio ma la scrofa se ne andò, portandosi via un'altra lancia nel fianco. Quello strascico di lance la
impacciava, e le punte aguzze, infilate di sbieco, erano un tormento. Essa andò a sbattere contro un albero, cacciandosi
ancora più addentro una delle lance; dopo di che chiunque dei cacciatori poteva inseguirla facilmente, tanto copioso era il
sangue che perdeva. Il pomeriggio passava, nebbioso e paurosamente soffocante; la scrofa continuava a scappare davanti a
loro, perdendo sangue, barcollando come pazza, e i cacciatori le andavano dietro, posseduti da una gioia feroce, eccitati del
lungo inseguimento e da tutto quel sangue. Ormai la potevano vedere, quasi la raggiungevano, ma essa saettò via con le sue
ultime forze e riprese una certa distanza. Le erano proprio dietro quando essa arrivò, barcollando, ad una radura dove
crescevano dei bei fiori e delle farfalle danzavano una intorno all'altra e l'aria era calda e ferma.
Qui, abbattuta dal calore, la scrofa piombò al suolo, e i cacciatori si gettarono su di lei. Quella spaventosa irruzione fuori da
un mondo conosciuto la rese frenetica: strillava e saltava, e l'aria era piena di sudore e di fracasso e di sangue e di terrore.
Ruggero correva intorno al mucchio, spingendo con forza la sua lancia ogni volta che vedeva la carne della scrofa: Jack le
balzò sul dorso e piantò giù il coltello: Ruggero trovò un punto che cedeva e cominciò a spingere, buttandosi sul bastone con
tutte le sue forze. Adagio adagio la lancia penetrava e gli strilli terrorizzati divennero un grido solo, altissimo. Poi Jack trovò la
gola, e il sangue gli sprizzò sulle mani, caldo caldo. La scrofa si accasciò sotto di loro ed essi le furono sopra con tutto il loro
peso, appagati finalmente. Le farfalle danzavano sempre, distratte in mezzo alla radura.
(W. Goldin, "Il signore delle mosche", Bibliotex)
565
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 67
Quale dei seguenti titoli meglio si adatta al contenuto del brano?
A) La danza delle farfalle
B) Un pomeriggio in campagna
C) Una sanguinosa battuta di caccia
D) La fuga della scrofa
BRANO DE 73
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Dopo Mario Draghi arriva Antonio Catricalà. Dopo la Banca d'Italia, anche l'Antitrust bastona le banche per i costi troppo alti
dei conti correnti. «I correntisti spendono in media 182 euro l'anno, molto di più che nel resto d'Europa» accusa l'autorità
presieduta da Catricalà, che da un anno ha ricevuto dall'istituto di via Nazionale la competenza della tutela della concorrenza
bancaria e che ieri ha diffuso le conclusioni della sua indagine conoscitiva sul caro sportello. Tale indagine ha preso spunto
da un'analisi avviata congiuntamente dalle due autorità e poi proseguita e approfondita autonomamente dall'Antitrust. Del
resto anche la Banca d'Italia, come ha fatto sapere sabato il Governatore, ha sviluppato il suo monitoraggio. E non v'è dubbio
che l'esito di entrambe le verifiche e dello studio fatto recentemente dalla Commissione di Bruxelles confermino, seppur con
cifre e parametri diversi, la circostanza che il correntista italiano è penalizzato rispetto agli altri cittadini europei.
Per l'Antitrust, che sollecita la portabilità del conto corrente, allo sportello in Italia si spendono in media circa 182 euro
all'anno, contro per esempio i 35 euro dell'Olanda o i 65 di Belgio e Regno Unito, i 99 della Francia o i 108 della Spagna. E
ciò perché il «nostro sistema creditizio è meno competitivo». La vera sorpresa sta nella scoperta fatta dagli uomini di
Catricalà. E cioè la minore convenienza per il cliente dei conti correnti a canone, ovvero a costo fisso mensile o annuale,
pubblicizzati dalle banche come i più economici. Dall'indagine infatti è emerso che i conti meno costosi sono in nove casi su
dieci quelli «a consumo», seguiti dai conti a canone con operazioni illimitate e infine, i più cari, quelli a canone con operazioni
limitate. I più convenienti in assoluto, con costi inferiori del 60%, sono comunque i conti online. È stato fatto anche un
sondaggio per tipologia familiare: i nuclei monoreddito spendono in media da 177,2 a 208,8 euro l'anno. Quelle bireddito circa
196,3 euro. I giovani in cerca del primo impiego 76,3 euro e i pensionati 96,6 euro.
(Stefania Tamburello, "Caro-sportello, antitrust contro le banche", «Corriere della sera»)
566
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 73
Relativamente al brano, quale tra le seguenti affermazioni è ERRATA?
A) Sia l’Antitrust sia la Banca d’Italia sono autorità che effettuano operazioni di controllo
B) L'Italia è uno dei Paesi in Europa in cui i costi dei conti correnti sono più elevati
C) Banca d'Italia e Antitrust sono giunte a conclusioni, riguardo ai costi dei conti correnti, simili nella loro
sostanza
D) Le operazioni bancarie in Italia hanno in ogni caso costi medi superiori a quelli di molti altri Paesi europei
BRANI
BRANO DE 75
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Gli spin-off sono le scissioni di rami d’azienda, operazioni poste in essere per massimizzarne il valore. La scissione di una
parte dell’attività (magari quella più profittevole e/o a maggiori potenzialità) può infatti essere interpretata positivamente dal
mercato, che vede con maggiore chiarezza e focalizzazione un particolare business che altrimenti resterebbe in una
situazione di opacità. Tipici esempi di scissioni sono gli spin-off dei rami immobiliari delle aziende (Unim scissa dall’Ina), ma
anche delle attività su Internet degli ex monopolisti delle telecomunicazioni (Terra Networks da Telefonica de España oppure
T-Online da Deutsche Telekom).
Nelle operazioni di spin-off la creazione di valore può essere spettacolare ma talvolta eccessiva: valga per tutti l’esempio di
Palm dalla 3Com di marzo.
3Com è un’azienda californiana con due linee business: la prima è il computer networking, in cui subisce la durissima
concorrenza del numero uno mondiale, Cisco. La seconda è la produzione di Pda (personal digital assistant), computer
tascabili senza fili che hanno avuto uno straordinario successo a partire dal 1995: un business nel quale la 3Com è sempre
stata leader mondiale con il marchio Palm Pilot.
Nel novembre scorso 3Com, quotata al Nasdaq, aveva una capitalizzazione di Borsa di oltre 10,5 miliardi di dollari. L’attesa
dello spin-off di Palm ha fatto salire la capitalizzazione fino a 42 miliardi all’inizio di marzo. 3Com effettivamente scorpora la
divisione Palm collocandone in borsa il 5% (e rimanendo proprietaria del restante 95%) giovedì 2 marzo, a un prezzo di 38
dollari per azione.
Il debutto di Palm al Nasdaq è spettacolare: la matricola apre le contrattazioni toccando un massimo a 165 dollari, per poi
ripiegare in chiusura a 95. Un prezzo sufficiente a valutare Palm 53,4 miliardi, più di quanto valesse la "mamma" 3Com.
(Marco Liera e Andrea Beltratti, "Capire la borsa. Guida all’investimento", «Il Sole 24 ore»)
567
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 75
Quale tra le seguenti affermazioni è FALSA, relativamente al brano?
A) Lo spin-off può creare valore mettendo sotto gli occhi degli operatori di mercato il successo di un
determinato tipo di business
B) Il giorno del suo debutto al Nasdaq, Palm ha superato nel corso delle contrattazioni il valore di 165
dollari per azione
C) Il clima d'aspettativa relativo alla scissione di Palm da 3Com ha fatto crescere il valore della seconda
D) Deutsche Telekom e Telefonica España hanno dato vita a operazioni di spin-off di natura molto simile tra
loro
BRANI
BRANO DE 78
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Quando William Mann, sul «Times» del 5 dicembre 1969, recensì "Abbey Road", si soffermò sul fatto che il disco non era
accompagnato dai testi delle canzoni. Suppose che tale scelta fosse legata in qualche modo all’intento del gruppo, rivelato da
Lennon in quei giorni, di allontanarsi da ogni tentazione sperimentale, per rifarsi più direttamente al rock’n’roll.
Le liriche di "Abbey Road", l’ultimo album concepito e registrato dai Beatles, rappresentano in realtà la fase finale di un
percorso consequenziale, costante sul piano musicale, caratterizzato su quello letterario non già da progressioni, quanto da
una serie di “slittamenti” dovuti a scelte estetiche, ovvero al susseguirsi di trasformazioni che investirono il gruppo anche al di
là della scena musicale.
Lennon e McCartney si rifecero in principio a quegli autori che avevano iniziato ad ammirare come fan, e sui quali avevano
basato il loro primo repertorio, da Chuck Berry a Little Richard, Jerry Lee Lewis, Carl Peckins, Buddy Holly, Arthur Alexandre
per citarne solo alcuni. Nella loro produzione discografica, lo ricordiamo, inclusero delle cover sino all’uscita di Help!, con
Dizzy Miss Lizzy di Larry Williams. Vollero altresì fare proprio il modello legato al tandem di autori, sull’esempio di Carole King
e Gerry Goffin, o ancor più di Jerry Leiber e Mike Stoller, tutti provenienti dalla “scuola” del Brill Building di New York, la nuova
Tin Pan Alley. Nel delineare il proprio stile si richiamarono, sul piano musicale, a una molteplicità di modelli strutturali (il
rock’n’roll, attraversando il blues e il rhythm’n’blues, il bluegrass, ma anche il country e la tradizione folk anglo-irlandese). Per
quanto riguarda i testi operarono viceversa “per sottrazione”. Non ritroviamo, ad esempio, né la carica irruente, a tratti
trasgressiva, di Chuck Berry, né l’allusività erotica del repertorio di Presley, nessun brano che veda come soggetto il ballo.
I primi Beatles parlano di piccole avventure sentimentali, optando per la formula, riletta attraverso infinite varianti, boy meets
girl, in sintonia con la più convenzionale musica popolare dell’epoca.
(Da: Antonio Taormina, Beatles, tutti i testi 1962-1970, Arcana)
568
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 78
Quale tra le seguenti affermazioni è deducibile dalla lettura del brano?
A) La musica dei Beatles si sviluppò in modo costante sul piano musicale, e si ispirò a svariati modelli
B) I Beatles non furono semplicemente un fenomeno musicale ma segnarono un punto di svolta anche
nella moda e nell'affermarsi di nuovi stili di vita
C) I Beatles rifiutarono lo sperimentalismo puro
D) Presley fu per i Beatles un modello sia sul piano musicale sia su quello delle liriche
BRANI
BRANO DG 00
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La conoscenza ha due forme: o conoscenza intuitiva o conoscenza logica; conoscenza per la fantasia o conoscenza per
l'intelletto; conoscenza dell'individuale o conoscenza dell'universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è,
insomma, o produttrice d'immagini o produttrice di concetti.
Continuamente si fa appello, nella vita ordinaria, alla conoscenza intuitiva. Si dice che di certe verità non si possono dare
definizioni; che non si dimostrano per sillogismi; che conviene apprenderle intuitivamente. Il politico rimprovera l'astratto
ragionatore, che non ha l'intuizione viva delle condizioni di fatto; il pedagogista batte sulla necessità di svolgere nell'educando
anzitutto la facoltà intuitiva; il critico si tiene a onore di mettere da parte, innanzi a un'opera artistica, le teorie e le astrazioni e
di giudicarla intuendola direttamente; l'uomo pratico, infine, professa di vivere d'intuizioni più che di ragionamenti.
Ma, a questo ampio riconoscimento che la conoscenza intuitiva riceve nella vita ordinaria, non fa riscontro un pari e adeguato
riconoscimento nel campo della teoria e della filosofia. Della conoscenza intellettiva c'è una scienza antichissima e ammessa
indiscussamente da tutti, la logica; ma una scienza della conoscenza intuitiva è appena ammessa, e timidamente, da pochi.
La conoscenza logica si è fatta la parte del leone; e, quando addirittura non divora la sua compagna, le concede appena un
umile posticino di ancella o di portinaia. Che cosa è mai la conoscenza intuitiva senza il lume della intellettiva? È un servitore
senza padrone: e, se al padrone occorre il servitore, è ben più necessario il primo al secondo, per campare la vita.
L'intuizione è cieca; l'intelletto le presta gli occhi.
Ora, il primo punto che bisogna fissare bene in mente è che la conoscenza intuitiva non ha bisogno di padroni; non ha
necessità di appoggiarsi ad alcuno; non deve chiedere in prestito gli occhi altrui perché ne ha in fronte di suoi propri,
validissimi. E se è indubitabile che in molte intuizioni si possono trovare mescolati concetti, in altre non vi è traccia di un simile
miscuglio; il che prova che esso non è necessario. L'impressione di un chiaro di luna, ritratta da un pittore; il contorno di un
Paese, delineato da un cartografo; un motivo musicale, tenero o energico; le parole di una lirica sospirosa, o quelle con le
quali chiediamo, e comandiamo e ci lamentiamo nella vita ordinaria, possono ben essere tutti fatti intuitivi senza ombra di
riferimenti intellettuali. Ma, checché si pensi di questi esempi, e posto anche si voglia e debba sostenere che la maggior parte
delle intuizioni dell'uomo civile siano impregnate di concetti, v'è ben altro, e di più importante e conclusivo, da osservare. I
concetti che si trovano misti e fusi nelle intuizioni, in quanto vi sono davvero misti e fusi, non sono più concetti, avendo
perduto ogni indipendenza e autonomia. Furono già concetti, ma sono diventati, ora, semplici elementi d'intuizione.
L'attività intuitiva tanto intuisce quanto esprime. Se questa proposizione suona paradossale, una delle cause di ciò è senza
dubbio nell'abito di dare alla parola "espressione" un significato troppo ristretto, assegnandola alle sole espressioni che si
dicono verbali; laddove esistono anche espressioni non verbali, come quelle di linee, colori, toni: tutte quante da includere nel
concetto di espressione, che abbraccia perciò ogni sorta di manifestazioni dell'uomo, oratore, musico, pittore o altro che sia.
(Archivio Selexi)
569
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 00
L’autore del brano ricorre all’esempio del dipinto di un chiaro di luna per:
A) dimostrare come alcuni fatti intuitivi possano essere privi di riferimenti concettuali
B) chiarire come in alcune opere artistiche convivano conoscenza logica e conoscenza intuitiva
C) evidenziare come le diverse forme artistiche condividano fra loro alcuni importanti elementi espressivi
D) mostrare come anche un dipinto esprima conoscenza logica
570
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 00
Il brano, verosimilmente, potrebbe appartenere a un:
A) manuale di comportamento
B) volume di storia della letteratura
C) articolo di una rivista di cinema
D) testo di filosofia
BRANI
BRANO DG 72
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ermes aveva fama di essere il più ingegnoso fra gli dei, e certo fu anche il più precoce di tutti i neonati. Appena deposto nella
culla, si divincolò dalle fasce, si rizzò sui piedini e uscì a respirare l'aria fresca. Vide una tartaruga nell'erba, e la salutò con
garbo: "Salve, amabile creatura, compagna delle danze, amica dei banchetti! È una gioia vederti: che bel giocattolo!". Ma
nelle gentili parole si celava un presagio minaccioso poiché, con la rapidità di un genio, il dio bambino aveva compreso la
futura funzione di quello splendido guscio. Egli lo afferrò e ne tolse la polpa, vi tese una pelle di bue, fissò due bracci
congiunti da una traversa, e applicò al guscio sette corde fatte con budello di pecora, intonandole in armonia. Aveva inventato
la cetra; e si mise a cantare, accompagnando la voce a quel dolce suono. Poi gli venne un formidabile appetito, e per saziarlo
rapì le mandrie di Apollo; ma costui prese malissimo la prodezza di quell'insolente bambino. Ermes dovette placare la sua ira
con il dono del nuovo strumento; e da allora Apollo è il dio della musica, che suscita "la gioia, l'amore e il dolce sonno".
Così l'"Inno omerico a Ermes" narra il mito, collegando la scoperta della musica con l'invenzione dello strumento musicale. I
trattatisti antichi preferivano identificare il primo strumento nella voce umana, da cui in seguito sarebbero derivati per
imitazione tutti gli altri. Saffo invoca la sua cetra ("chelys", propriamente "tartaruga") perché "diventi parlante"; e Platone
paragona la voce di Socrate a quella del flauto. Ma fino dai tempi più remoti l'accompagnamento strumentale era ritenuto una
necessità imprescindibile per l'esecuzione della poesia, tanto che una volta Archiloco, in mancanza di un citaredo, imitò il
suono della cetra con il ritornello onomatopeico "ténella". D'altro lato, altrettanto antico era l'uso di composizioni per strumenti
assolo; e ancora una volta il precedente ricorre in un episodio del mito, allorché Atena imitò con il flauto il pianto delle Gorgoni
immortali sulla loro sorella mortale Medusa, decapitata da Perseo. La dea fece dono di questa musica agli uomini perché la
possedessero per sempre; e Pindaro la ascoltò dal flautista Mida di Agrigento in un concorso musicale, lasciandone fulgida
memoria nel carme composto per celebrare la vittoria dell'artista, la "XII Pitica".
La cetra e il flauto sono gli esemplari tipici delle due famiglie, a corda e a fiato, in cui i musicologi greci suddividevano gli
strumenti; mentre non tutti sono d'accordo nell'introdurre un terzo gruppo per gli strumenti a percussione, considerati affini a
quelli a corda poiché in entrambi i casi il suono era prodotto da un contatto. Ma accanto a questo sistema fondamentale
esistevano altri criteri di classificazione: in base all'altezza dei suoni prodotti, oppure mediante l'opposizione di "maschile" e
"femminile" in rapporto al carattere dell'intonazione, o secondo l'origine indigena o straniera, o secondo l'uso che distingueva
fra gli strumenti di città e di campagna, da convito o da guerra.
Molte cose sappiamo della musica greca; ma dai rari testi corredati di notazioni musicali non riusciamo a ricostruirne il suono.
A fomentare questo rimpianto contribuisce la consapevolezza del ruolo centrale che la musica occupava nella vita dei Greci.
Non soltanto essa valeva come autonoma emozione artistica, e come imprescindibile complemento del testo nella poesia
lirica e nel teatro tragico e comico; ma il suo primato si affidava anche ai significati religiosi ed etici, psicologici ed educativi,
che nella cultura greca erano attribuiti all'esperienza musicale.
Nel complesso dei "Moralia" di Plutarco rientra un opuscolo di dubbia attribuzione, ma certamente di buona attendibilità, in cui
si trattano sia la storia della musica antica sia gli ardui problemi teorici e tecnici di un'arte che era pervenuta a un formidabile
livello di complessità.
(Archivio Selexi)
571
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 72
L'autore del brano mostra di avere numerose conoscenze di:
A) religione cristiana
B) storia antica
C) letteratura greca
D) numismatica
572
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 72
Il brano riporta tutte le seguenti affermazioni tranne una. Quale?
A) La XII Pitica è opera di Pindaro
B) I Greci consideravano l'accompagnamento musicale del tutto superfluo per l'esecuzione di un testo
poetico
C) Medusa era sorella delle Gorgoni
D) Secondo gli antichi trattatisti la voce umana sarebbe il primo strumento musicale
BRANI
573
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 72
Lo scopo dell'autore del brano è:
A) evidenziare l'importanza della musica nella vita dei Greci
B) proporre una classificazione degli strumenti greci in tre famiglie: a fiato, a corda e a percussione
C) illustrare gli antichi miti relativi alla nascita della musica in Grecia
D) fare conoscere i Moralia di Plutarco
574
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 72
In base a quanto scritto nel brano, quale opera letteraria fornisce preziose informazioni sulla storia
della musica antica e sulle problematiche a essa connesse?
A) Le liriche di Archiloco
B) L'Inno omerico a Ermes
C) Un opuscolo appartenente ai Moralia di Plutarco
D) Le liriche di Saffo
575
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 72
Secondo quanto sostenuto nel brano, è impossibile per noi ricostruire:
A) il nome degli strumenti antichi
B) il suono della musica greca
C) l'Inno omerico a Ermes
D) la storia della musica greca
BRANI
BRANO DG 74
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Uscita esangue e traumatizzata da trent'anni di guerra, la Cambogia cerca oggi di ricostruirsi. I problemi attuali, fra cui
spiccano l'estrema povertà e una classe politica troppo abituata a gestire con violenza il potere, restano gravi, ma sembrano
poca cosa rispetto alla ferocia omicida dei Khmer Rossi, all'invasione vietnamita, o alla guerra civile che ha diviso il Paese
fino all'altro ieri.
Il compito di ricostruzione è complesso: la Cambogia si ritrova priva di strutture di base, e sia il corpo legislativo, sia il sistema
educativo e sanitario, sia l'economia del Paese rappresentano altrettanti "lavori in corso" che cominciano solo ora a uscire
dall'emergenza.
Tuttavia, il Paese può contare su uno dei maggiori potenziali turistici dell'intera regione: la costa non è sfigurata dalla
speculazione immobiliare, e le città offrono un'atmosfera unica, tra i fasti del passato coloniale e gli eccessi odierni da "ultima
frontiera" della legalità, che si mescolano all'architettura tradizionale e al profumo degli onnipresenti gelsomini. E in Cambogia
si trova il principale tesoro della regione, racchiuso nel parco archeologico di Angkor, dove furono costruite le città imperiali di
epoca Khmer, dal IX al XII secolo. Oggi, quello che rimane dell'impero Khmer (che si estendeva su un'area che comprende il
Vietnam, il Laos, la Birmania e la Thailandia attuali) sono 400 chilometri quadrati di giungla, dove si trovano circa 1550 templi
fra i più seducenti e spettacolari del pianeta, passati dal 1992 sotto protezione dell'Unesco in quanto patrimonio artistico
dell'umanità.
I templi vennero costruiti in diverse tappe. Fino al XII secolo i sovrani Khmer, induisti, dedicano le loro opere architettoniche a
Shiva e a Vishnu. Nel 790 appare Jayavarman II, il quale, riscattatosi dalla dominazione di Giava, stabilisce la capitale ad
Angkor e inizia la santificazione dei luoghi, richiamandosi alla divinità Shiva, la cui protezione è sancita con l'edificazione di un
tempio in cima a una montagna. Ma è il successore di Jayavarman II, Indravarman (877-889), che getterà le basi della gloria
di Angkor, caratterizzata non solo dai templi, ma anche da un sofisticato sistema idraulico che renderà fertilissima e ricca una
zona poco favorita dalle condizioni naturali.
Con la costruzione di Angkor Wat, cattedrale vishnuita fatta erigere da Suryavarman II (1113-1145), l'architettura dei re
Khmer sviluppa uno stile e un'opulenza mai visti prima. Dominata da cinque torri scolpite, Angkor Wat è interamente ricoperta
di bassorilievi che rappresentano eleganti apsara (danzatrici celesti), sinuosi naga (serpenti mitologici) e alcune scene del
poema epico indiano Ramayana. Vista dall'alto la cattedrale forma un mandala, una rappresentazione del cosmo per lo
sguardo esclusivo degli dei. Dopo le delicate torri di Angkor Wat, il massimo momento di gloria architettonica Khmer arriva
con la conversione al buddhismo di Jayavarman VII, che, trascinato dalla sua devozione, costruisce più templi di quanto
l'impero possa permettersi: nasce la città murata di Angkor Tom (Angkor la Grande). Larghi viali fiancheggiati da animali
mitologici portano al centro, dove si trova il Bayon, uno dei monumenti più belli ed enigmatici di Angkor, caratterizzato dalle
54 "torri dei volti", ognuna decorata con quattro imponenti ritratti dal sorriso dolcissimo e misterioso del Buddha
Avalokiteshvara.
Così, all'apogeo dello splendore architettonico di Angkor corrisponde il declino militare e la prima invasione delle truppe
Cham thailandesi. Dopo una seconda invasione, un secolo dopo, la corte Khmer si sposta verso sud, per stabilirsi poi a
Phnom Penh, e fino agli inizi del 1900 il territorio consacrato dai re Khmer è in mano thailandese. Durante mezzo millennio il
fasto di Angkor resta un ricordo, che si stempera con il passare degli anni. I templi, ricoperti in breve tempo da una giungla
fitta, sono meta dei pellegrinaggi dei più devoti, e continuano a essere visitati dai contadini che abitano nella zona e che
depositano offerte di fiori, riso e incenso ai piedi delle statue buddhiste.
Non di meno dall'epoca del protettorato francese fino a oggi, la storia Khmer e la grandezza artistica di quell'epoca è
riscoperta come la base stessa della nazione cambogiana: un passato glorioso tramite il quale credere alle possibilità per il
futuro. Oggi le cinque torri di merletti del tempio di Angkor Wat sono divenute il simbolo della Cambogia, riprodotte al centro
della bandiera nazionale.
(Archivio Selexi)
576
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 74
In base a quanto affermato nel brano, Angkor Tom reca l'impronta:
A) del Buddhismo
B) dello Sciamanesimo
C) dell'Induismo
D) del Taoismo
BRANI
577
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 74
Dal brano è possibile dedurre che l'impero Khmer raggiunse l'apogeo nel secolo:
A) XI
B) XII
C) X
D) XIV
578
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 74
Dal brano si deduce che i re Khmer costruivano i templi per motivi prettamente:
A) difensivi
B) urbanistici
C) devozionali
D) edonistici
BRANI
BRANO DG 75
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il termine "rivoluzione industriale" indica il processo iniziatosi con il massiccio investimento di capitali nel nuovo tipo di
industria, chiamato "sistema di fabbrica" o "factory system", che nasce in Inghilterra attorno al 1770 e in cui per la prima volta
le operazioni fino allora compiute dall'uomo vengono eseguite in prevalenza dalle macchine. In questo nuovo modo di
produzione viene resa definitiva quella separatezza tra il produttore diretto (l'operaio) e i mezzi di produzione (le macchine)
che, secondo Marx, è tipica del modo di produzione capitalistico. A causa delle trasformazioni tecniche, si instaurano dei
rapporti di produzione, economici e sociali radicalmente nuovi, e si vengono a formare due classi contrapposte: quella degli
imprenditori capitalisti e quella degli operai, cioè della grande massa dei prestatori di manodopera salariata.
Tra i settori produttivi che "accumularono" i capitali da investire nella nuova industria – e che sicuramente interagirono – va
ricordata l'agricoltura. Sin dall'inizio del 1700, si erano andati in essa accentuando vari fenomeni di razionalizzazione e di
ristrutturazione aziendale, per cui crebbe l'ampiezza media delle aziende, si estesero le migliorie agronomiche e tecniche, e
venne liquidato il sistema comunitario prevalente dei "campi aperti" e delle "terre comuni", con la conseguente emarginazione
della "yeomanry", cioè di quella classe di piccoli proprietari terrieri e di piccoli affittuari che fino al secolo precedente
costituivano il nerbo dell'agricoltura inglese.
Le complesse trasformazioni agricole ricordate portarono sicuramente a un aumento della produttività e quindi a una
maggiore disponibilità di cibo, dalla quale probabilmente fu favorito il forte incremento demografico che ebbe inizio in
Inghilterra attorno al 1760.
Un terzo fattore, oltre al progresso agricolo e allo sviluppo demografico, contribuì al decollo industriale: l'industria della lana.
Essa, nella sua forma domiciliare, era già molto diffusa, anche nel secolo precedente, un po' dovunque, ma principalmente
nello Yorkshire, con le città di Leed e Halifax. Ma il sistema domiciliare non era l'unico in Inghilterra. Il "Rapporto sulla
manifattura della lana" del 1806 ci informa che, particolarmente nelle contee occidentali e settentrionali, era già da lungo
tempo praticata una sorta di manifattura domiciliare organizzata dai mercanti di panni, i quali acquistavano la lana nazionale
ed estera e, per tesserla, radunavano nella propria abitazione o in edifici annessi molti operai che lavoravano a tempo pieno,
con parecchi telai e già con una notevole suddivisione di compiti. I mastri manifatturieri riuscivano ad accumulare in tal modo
anche ricchezze considerevoli, giungendo a impiantare delle vere e proprie manifatture fin dai primi del 1700. Queste tre
forme di organizzazione della produzione laniera rappresentarono anche gradini successivi dell'accumulo dei capitali e
dell'industrializzazione del settore. Specie nel gradino più alto si andavano affinando quei processi lavorativi e compiendo
quelle innovazioni e scoperte tecniche che furono decisive per il decollo industriale.
Altro fattore non trascurabile dell'accumulazione furono i grandi profitti realizzati dagli inglesi nei commerci internazionali. Sin
dalla seconda metà del 1500 erano state fondate delle grandi compagnie di commercio e di navigazione e nel 1600 era stata
costituita la "Compagnia delle Indie". Il "Navigation Act" del 1651 fu lo strumento dell'enorme potenza marittima e
commerciale dell'Inghilterra. Infatti, proibendo a qualsiasi navigatore straniero di importare in Inghilterra prodotti che non
fossero del proprio Paese di origine decretava in sostanza che ogni commercio tra l'Inghilterra e i Paesi extraeuropei (Asia,
Africa, America) doveva essere svolto con navi inglesi, fabbricate in Inghilterra e senza alcun intermediario. Fu organizzata
così quella economia "mercantilistica" che, nel porre al centro di ogni interesse dello Stato la bilancia dei pagamenti, di fatto
sanciva che la ricchezza e la potenza della nazione dipendevano in primo luogo dai commerci, dalle speculazioni, dai
monopoli e dai protezionismi.
(Archivio Selexi)
579
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 75
Nel brano si afferma che il factory system nasce in:
A) Inghilterra, nella prima metà del XVIII secolo
B) Francia, nella seconda metà del XVIII secolo
C) Inghilterra, nella seconda metà del XVII secolo
D) Inghilterra, nella seconda metà del XVIII secolo
BRANI
BRANO DG 76
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
"Dominata, in vetta al colle, dall'antica cattedrale normanna, dedicata a san Gerlando, dal Vescovado e dal Seminario,
Girgenti era la città dei preti e delle campane a morto. Dalla mattina alla sera, le trenta chiese si rimandavano con lunghi e
lenti rintocchi il pianto e l'invito alla preghiera, diffondendo per tutto un'angosciosa oppressione. Non passava giorno che non
si vedessero per via in processione funebre le orfanelle grigie del Boccone del povero: squallide, curve, tutte occhi nei visini
appassiti, col velo in capo, la medaglina sul petto, e un cero in mano. Tutti, per poca mancia, potevano averne
l'accompagnamento; e nulla era più triste che la vista di quella fanciullezza oppressa dallo spettro della morte, seguito così
ogni giorno, a passo a passo, con un cero in mano, dalla fiamma vana nella luce del sole".
Questo è il ritratto che Pirandello disegna, nel romanzo "I vecchi e i giovani", di Girgenti (oggi Agrigento) l'amata e odiata sua
città natale. Akràgas per i Greci coloni di Gela, Agrigentum per i Romani, Kerkent per gli Arabi e infine Girgenti. Luigi
Pirandello vi nacque il 28 giugno 1867 (l'anno del colera) e vi trascorse gli anni dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza. Gli anni
della prima infanzia di Luigi sono avvolti nel buio. Sensibile, precoce, psicologicamente fragile, il bambino ha un estremo
bisogno di affetti familiari. Ne riceverà dalla madre, dai fratelli e dalle sorelle, non dal padre. Insicuro, attenderà dagli altri, con
ingenua fiducia, ripetutamente delusa, quella sicurezza che sa di non possedere.
Intorno ai tredici anni Luigi dovette lasciare Girgenti per Palermo, a causa di un rovescio finanziario del padre, travolto dal
fallimento di due produttori di zolfo ai quali aveva anticipato quasi tutto il suo capitale. Luigi soffrì del distacco: Girgenti era pur
sempre il paese dell'infanzia e gli rimase nel cuore.
Ed è Girgenti il teatro dei due avvenimenti più importanti (e drammatici) della vita di Pirandello. Dopo Palermo, Luigi venne a
Roma, per frequentarvi l'università, ma uno screzio con il rettore lo convinse a trasferirsi a Bonn in Germania, dove si laureò
con una tesi in filologia romanza, "Suoni e sviluppi di suoni nella parlata di Girgenti".
Poco dopo il ritorno in Italia ricevette dal padre la proposta di sposare la figlia di un socio in affari. Antonietta Portulano era
bella, giovane, onestissima e portava una cospicua dote. Luigi non sollevò obiezioni; andò a vederla, gli piacque e dette il suo
consenso. Il matrimonio ebbe luogo nel gennaio 1894, in chiesa e in municipio. Poi gli sposi partirono per Roma, dove
andarono ad abitare nella casa che Luigi aveva preparato, all'angolo tra via Sistina e via del Tritone. Nel 1895 nacque
Stefano, e, a distanza di due anni l'uno dall'altro, Lietta e Fausto.
Intanto, Luigi era stato nominato docente di linguistica al Magistero Femminile di Roma e viveva con la tranquiliità economica
derivante dagli interessi della dote di Antonietta, affidata al padre perché la investisse nel commercio dello zolfo. Ma un brutto
giorno accadde l'irreparabile. Una nuova miniera di zolfo, acquistata dal padre, e nella quale aveva messo tutto il denaro della
dote oltre al suo capitale personale, fu allagata e il capitale perso. La notizia del disastro provocò ad Antonietta una paralisi.
Una rivista letteraria, "La Nuova Antologia" offriva mille lire per un romanzo inedito e Luigi si mise a scrivere perché aveva
bisogno di quel denaro: il romanzo era "Il fu Mattia Pascal "ed ebbe un successo straordinario. Antonietta, intanto, non
migliorava: la paralisi era in parte scomparsa, ma al suo posto erano subentrati i sintomi della follia. Una follia che raggiunse
le forme di una gelosia paranoica, nei confronti prima delle allieve del Magistero, poi della figlia Lietta, la quale, accusata di
avere un rapporto incestuoso con il padre, tentò il suicidio. Fu allora che Antonietta venne internata in una clinica, dove
rimase fino alla morte, avvenuta molti anni dopo quella del marito. In seguito, negli anni dell'attività teatrale, Pirandello ebbe
modo di conoscere Marta Abba, l'attrice del suo ultimo grande amore, non ricambiato. In una lettera del 30 marzo 1930,
l'autore scriveva alla Abba che si apprestava a recitare in Sicilia: "Se ti avvenisse di toccare per qualche giorno Girgenti ...
salutami il bosco del Caos e la vecchia bicocca dove sono nato. Forse non li vedrò più". Moriva sei anni dopo, il 19 dicembre
1936.
(Archivio Selexi)
580
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 76
Dal brano è possibile dedurre che Pirandello nutriva nei confronti della sua città natale un:
A) attaccamento eccessivo e morboso
B) sentimento contraddittorio di amore e odio
C) sentimento di disprezzo
D) interesse puramente culturale, legato alla parlata del luogo
BRANI
581
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 76
Il brano è tratto dalle pagine di un quotidiano verosimilmente dedicate:
A) alla cultura
B) all'economia
C) alla cronaca
D) alla politica
582
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 76
Quale dei seguenti è il nome più antico dell'attuale Agrigento?
A) Agrigentum
B) Girgenti
C) Akràgas
D) Kerkent
BRANO DG 77
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Le drammatiche vicende della guerra sul suolo italiano avrebbero mostrato che tre forze si sarebbero contese il dominio del
Paese: gli Alleati, i comunisti, la Democrazia cristiana. Cominciamo con l'osservare in dettaglio ognuna di loro visto che le
rispettive strategie determinarono in larga misura il futuro assetto politico della Penisola. Dall'estate del 1943 gli Alleati, e gli
Inglesi in particolare, rivendicarono per sé l'Italia. Il controllo del Mediterraneo era un obiettivo strategico tradizionale
dell'Inghilterra, [1] e gli Americani accondiscesero al desiderio britannico di avere un ruolo preponderante in quell'area. I Russi
furono rapidamente esclusi da ogni controllo diretto sui destini della Penisola. Malgrado le rabbiose proteste di Stalin, l'idea di
una commissione congiunta dei tre grandi per decidere i termini dell'armistizio con l'Italia fu presto abbandonata. La forza
delle armi decideva ormai tutto. Quando Churchill e Stalin si incontrarono al Cremlino nell'ottobre 1944, si divisero l'Europa tra
loro: gli Alleati in Occidente, i Russi in Oriente. L'accordo non era del tutto chiaro rispetto allo status di alcuni Paesi,
soprattutto la Jugoslavia e la Grecia, ma non sussistevano dubbi circa il destino dell'Italia. Churchill confidò casualmente a
Stalin che non aveva un gran rispetto per il popolo italiano. [2] Stalin concordò affermando che era il popolo italiano che
aveva prodotto Mussolini, un commento difficilmente inseribile in qualsiasi conosciuta analisi di classe sulle origini del
fascismo.
Gli Inglesi erano dunque l'elemento esterno che aveva maggiore influenza sull'Italia e qualsiasi riassunto dei loro
atteggiamenti non ispira un giudizio incoraggiante. Churchill era stato in passato un ammiratore di Mussolini e aveva elogiato,
persino dopo il 1945, il modo in cui questi aveva salvato il popolo italiano dal bolscevismo a cui si stava abbandonando nel
1919, mettendo l'Italia in una posizione che essa non aveva mai avuto all'interno dell'Europa. Il primo ministro inglese si era
molto rammaricato che il Duce avesse scelto l'alleato sbagliato: "non capì mai la forza della Gran Bretagna, né le sue
capacità di resistenza e la sua forza marittima. Per questo procedette verso la rovina".
La principale preoccupazione di Churchill era di difendere ciò che egli chiamava "i tradizionali rapporti di proprietà" dalla
minaccia aggressiva del comunismo. Egli voleva che il Re rimanesse al suo posto, o che vi restasse perlomeno il figlio
Umberto. Non era interessato a sradicare il fascismo dall'apparato statale italiano ed era contento, come ha scritto Pavone "di
offrire l'immunità in cambio dell'obbedienza". Per lo statista inglese, Vittorio Emanuele e Badoglio costituivano la migliore
garanzia di continuità dell'ordinamento tradizionale e anche i più compiacenti interlocutori che gli Inglesi potessero trovare.
Churchill dava poca importanza all'antifascismo italiano. Di Croce aveva detto che era "un professore nano", e nel febbraio
1944 fece un discorso famoso e offensivo, schierandosi a favore della monarchia e contro il CLN: "Quando bisogna tenere in
mano una caffettiera è meglio non romperne il manico fino a quando non se ne è trovato uno nuovo altrettanto conveniente e
utilizzabile o almeno fino a quando non c'è uno strofinaccio per le mani".
(Archivio Selexi)
583
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 77
Secondo quanto riportato dall'autore, l'Italia finì per ricadere nella sfera d'influenza degli Alleati:
A) perché così era stato originariamente concordato dagli Alleati e dalla Russia
B) perché alla Russia era stata assegnata la Polonia, contrariamente a quanto desiderato dall'Inghilterra
C) perché così fu deciso da Churchill e Stalin nel 1944
D) perché Stalin non mostrò alcun interesse per i Paesi europei del Mediterraneo
BRANI
584
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 77
Secondo quanto affermato dall'autore, l'obiettivo principale di Churchill relativamente all'Italia era:
A) garantire la successione al trono del principe Umberto
B) garantire la continuità dell'ordinamento tradizionale
C) aiutare l'Italia nello sforzo di ricostruzione bellica
D) garantire lo svolgimento di libere elezioni
BRANO DG 78
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il presidente R. Reagan e alcuni dei suoi ministri o consiglieri usano il linguaggio della guerra fredda; denunciano
l'espansionismo sovietico, vedono la presenza sovietica in tutti i tumulti che agitano l'umanità attraverso il mondo. Ma la
retorica antisovietica non permette di trinciar giudizi sulle diverse scuole di pensiero negli Stati Uniti. In realtà, la classe
politica, i commentatori delle relazioni internazionali, restano profondamente divisi su certi dati (ad esempio, il rapporto di
forze), sulla politica e i progetti del Cremlino.
Cominciamo con i fatti e le discussioni che essi suscitano. L'Unione Sovietica si è assicurata una superiorità militare sugli
Stati Uniti? A una domanda del genere non può essere data nessuna risposta semplice e categorica, visto che noi
conosciamo in anticipo le quantità ma non le qualità; il valore delle armi e degli eserciti si rivela solo in combattimento. Detto
questo, le quantità note, le qualità valutate alla luce dell'esperienza autorizzano un giudizio almeno probabile.
A meno di rifiutare le cifre pubblicate nel fascicolo "Soviet Military Power" dal ministero americano della Difesa, mi pare
incontestabile che l'Unione Sovietica possieda uno stock di armi molto superiore a quello degli Stati Uniti e una capacità di
produzione industriale di armi ugualmente superiore. Bisogna dare una grande importanza ai cinquantamila carri armati, ai
ventimila cannoni, ai cinquemila elicotteri? Si potrebbe obiettare che queste cifre globali non significano un granché, che la
logistica non permetterebbe lo spiegamento di tutte queste armi in campo di battaglia, che comunque le forze armate
sovietiche sono distribuite su molti fronti e che le grandi battaglie, paragonabili a quelle della seconda guerra mondiale, sono
ormai inconcepibili, perlomeno tra le grandi potenze che dispongono di armi nucleari.
Lasciamo da parte le cifre globali e diamo uno sguardo alla bilancia centrale. Il SALT 2, non ratificato dal Senato americano,
verrebbe di fatto rispettato dalle due parti (supponendo che la verifica via satellite sia veramente attendibile). Secondo il
trattato, gli Stati Uniti possiedono 1054 missili intercontinentali di cui 550 con MIRV, 656 missili sui sottomarini (SLBM) di cui
469 con MIRV e 573 bombardieri pesanti, alcuni dei quali dotati di missili da crociera; da parte sua, l'Unione Sovietica
possiede 1398 ICBM di cui 608 con MIRV e 950 SLBM dei quali 144 dotati di MIRV e 156 bombardieri pesanti.
Esiste un equilibrio? La triade americana comporta una parte relativamente ridotta di ICBM, probabilmente perché i dirigenti
americani pensano che non colpiranno mai per primi, e contano di più sui missili dei sottomarini, meno vulnerabili al primo
colpo. L'equilibrio è stabilito, se a definirlo è la capacità di ciascuna delle due Superpotenze di infliggere all'altra, come
reazione a un primo colpo, "distruzioni inaccettabili". Ma, ribattono i pessimisti, reagire a un primo colpo contro le basi
americane con il bombardamento delle città significa attirare sulle città americane bombardamenti della stessa potenza.
(Archivio Selexi)
585
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 78
Con quale finalità l'autore menziona dati quali "cinquantamila carri armati, ventimila cannoni,
cinquemila elicotteri"?
A) Per dubitare della rilevanza di tali dati quantitativi nella situazione data di logistica bellica
B) Per evidenziare i danni che un eventuale conflitto potrebbe arrecare
C) Per chiarire lo squilibrio fra forze aeree e di terra dell'Unione Sovietica
D) Per evidenziare la netta superiorità militare dell'Unione Sovietica rispetto agli Stati Uniti
586
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 78
Secondo quanto affermato dall'autore, il rispetto del trattato SALT 2:
A) è subordinato alla possibilità di verifica mediante satellite
B) è condizione necessaria e sufficiente per il successo della strategia di disarmo bilaterale
C) non è stato ratificato dal Senato americano
D) è stato fortemente appoggiato da Reagan
BRANI
BRANO DG 82
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
"Economia" è una parola chiave del vocabolario degli uomini della nostra epoca. Non lo era per gli uomini dell'Antichità o del
Medioevo. Con essa ci si riferisce a quel vasto e complesso campo di beni, strumenti, comportamenti, rapporti fra le persone
che riguardano i bisogni materiali dell'uomo e il modo di soddisfarli. Oggi sappiamo bene che i bisogni dell'uomo variano nel
tempo: [1] non tutte le epoche hanno gli stessi bisogni e ogni età soddisfa i propri in modo diverso. Ma l'uomo di qualsiasi
tempo ha avuto dei bisogni e ha dovuto soddisfarli, a cominciare da quelli "elementari": cibo, vestiario, abitazione. Dunque,
ogni comunità umana ha dovuto (e deve) affrontare problemi economici. Per la loro importanza, anzi, costituiscono una delle
dimensioni decisive della storia dei popoli. Non meraviglia perciò scoprire che fin dall'Antichità ci siano tracce di una
riflessione sull'economia. Meraviglia, piuttosto, constatare qualcosa d'altro. Per molto tempo queste riflessioni sono
frammentarie, "affogate" in opere che si occupano d'altro. Mancò a lungo uno sforzo per comprendere se le singole parti del
processo economico (produzione, distribuzione, consumo dei beni) fossero tra loro legate e come, secondo quali regolarità o
"leggi". È una domanda che ci si comincia a porre in modo esplicito intorno ai secoli XVI-XVII. [2] Ne è spia un nuovo termine:
economia politica. Ha notato giustamente J.A. Schumpeter (1883-1950), economista e storico del pensiero economico: "nel
Cinquecento, e persino più tardi, 'oeconomia' significa ancora governo della casa", secondo l'etimologia greca della parola.
Ma già nel 1615 troviamo in Francia un libro intitolato "Traicté de l'économie politique" (Trattato d'economia politica), un titolo
destinato a divenire "classico": da allora in poi moltissimi libri di economia si chiameranno appunto così. L'autore del "Traicté",
Antoine Montchrétien de Watteville, era un modesto economista che non ha portato contributi all'avanzamento delle
conoscenze economiche. Ma proprio per questo quel titolo è un indizio: Montchrétien probabilmente lo usò perché il termine
si stava già diffondendo. L'economia stava divenendo economia "politica": ci si cominciava a chiedere oramai come si
formino, crescano, si distribuiscano i mezzi atti a soddisfare i bisogni (le "ricchezze", dicevano gli economisti dell'epoca)
dell'intero corpo sociale. Il '600 e il '700 sono secoli di grande fervore di ricerca economica. Vengono individuate le questioni
decisive dell'analisi economica e trovati abbozzi di risposte di notevole rilievo scientifico. Perché tanto interesse per
l'economia proprio in quei secoli? Una delle più convincenti risposte a tale quesito l'ha fornita Karl Marx. Secondo Marx nelle
società precedenti il capitalismo (o pre-capitalistiche) i rapporti economici fra gli uomini erano "velati", nascosti sotto altre
apparenze. Nel Medioevo, ad esempio, fra signore e servo della gleba c'era una differenza di "grado" di origine divina [3] (si
ricordi l'ordine trinitario). Fra capitalista e operaio il rapporto è apertamente economico: l'uno possiede i mezzi per produrre i
beni e ha bisogno dell'altro per azionarli; il secondo ha la forza-lavoro che serve al capitalista per mettere in moto i mezzi di
produzione e ha la necessità di ricevere per il suo lavoro un salario che il capitalista può pagargli. Una volta venuti in primo
piano, senza più veli, i rapporti economici nella realtà, la riflessione sull'economia si libera anch'essa da altre preoccupazioni.
(Archivio Selexi)
587
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 82
Questo brano è più verosimilmente parte di:
A) un testo di ragioneria
B) un articolo di una rivista accademica di economia
C) un articolo di un quotidiano economico-finanziario
D) un testo di storia economica
588
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 82
Dalle riflessioni riportate nel brano è possibile concludere che:
A) Schumpeter è il prosecutore delle teorie economiche di Marx
B) il rapporto tra capitalista e operaio è assimilabile a quello tra signore e servo
C) per poter comprendere lo sviluppo dell'economia intesa come scienza, è fondamentale studiarne lo
sviluppo storico
D) con Schumpeter lo studio dell'economia ha raggiunto la sua massima profondità
BRANI
BRANO DG 83
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Come paragonare il mondo dei nostri giorni con quello del 1914? Oggi sulla Terra vi sono cinque o sei miliardi di persone,
forse tre volte di più di quante ve ne fossero allo scoppio della prima guerra mondiale, e questa crescita è avvenuta
nonostante il fatto che durante il Secolo breve siano stati uccisi o lasciati morire per decisione dell'uomo tanti esseri umani
quanti mai prima nella storia. Una stima recente delle grandi stragi del nostro secolo registra 187 milioni di morti (Brzezinski,
1993), che equivalgono a un rapporto di più di uno su dieci sul totale della popolazione mondiale del 1900. Ai nostri giorni la
popolazione non è solo cresciuta numericamente, ma anche in peso e in altezza rispetto alle generazioni precedenti; inoltre è
meglio nutrita e vive più a lungo, nonostante le catastrofi avvenute in Africa, in America latina e nell'ex URSS negli anni '80 e
'90 sembrino indicarci il contrario. Il mondo è incomparabilmente più ricco di quanto lo sia mai stato prima, sia nella capacità
di produrre beni e servizi sia nella loro varietà illimitata. Se così non fosse, non potrebbe sussistere una popolazione mondiale
assai più numerosa di quanto sia mai accaduto sinora nella storia. Fino agli anni '80, nelle economie avanzate, la maggior
parte delle persone ha avuto un tenore di vita superiore a quello dei propri genitori e superiore alle loro aspettative o perfino a
quanto avessero mai potuto immaginare. A metà del secolo, per alcuni decenni, sembrò che si fosse trovato il metodo per
distribuire con una certa equità almeno una parte di questa enorme ricchezza alle classi lavoratrici dei Paesi più ricchi, ma
alla fine del secolo l'ineguaglianza ha preso di nuovo il sopravvento. Essa si è anche massicciamente introdotta nei Paesi ex
socialisti, dove in precedenza regnava una certa eguaglianza dovuta a una generale povertà. Oggi l'umanità ha un grado di
istruzione di gran lunga più alto di quello che aveva nel 1914. Per la prima volta nella storia, la maggior parte del genere
umano può essere considerata come alfabetizzata, anche se il significato di questo dato è assai meno chiaro ai nostri giorni
di quanto lo fosse nel 1914, visto l'enorme e crescente divario che esiste tra il grado minimo di istruzione ufficialmente
richiesto per essere considerati alfabetizzati, spesso prossimo a un analfabetismo effettivo, e l'alta padronanza nella lettura e
nella scrittura che si richiede a livello delle élite. Il mondo è permeato da una tecnologia rivoluzionaria in costante progresso,
basata sui trionfi della scienza, che poteva essere prevista nel 1914, ma che allora era appena iniziata a livello pionieristico.
Forse la conseguenza pratica più evidente di questo progresso tecnologico è stata una rivoluzione nei trasporti e nelle
comunicazioni che ha pressoché annullato il tempo e la distanza. Oggi nel mondo le informazioni e gli spettacoli sono
disponibili ogni giorno, ogni ora, in ogni casa, a un grado superiore a quello concesso alle stesse famiglie imperiali nel 1914.
Le persone possono parlarsi attraverso gli oceani e i continenti premendo pochi pulsanti e, dal punto di vista pratico, quasi
tutti i vantaggi culturali della città sulla campagna sono stati annullati.
Perché, dunque, il secolo non è finito con la celebrazione di questo progresso meraviglioso e incomparabile e invece si
diffonde un senso di disagio e di inquietudine? Perché tanti studiosi guardano al secolo trascorso senza soddisfazione e
certamente senza fiducia nel futuro? Non solo perché si è trattato del secolo più sanguinario che la storia ricordi, per la
dimensione, la frequenza e la durata delle guerre che lo hanno costellato, cessate solo per un attimo negli anni '20, ma anche
perché esso ha prodotto catastrofi umane senza precedenti, dalle più grandi carestie mai avvenute nella storia al genocidio
sistematico.
(da: E. Hobsbawm, "Il secolo breve")
589
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 83
Secondo l’autore del brano, oggi il grado di istruzione dell’umanità è aumentato anche perché:
A) nel dopoguerra sono state investite molte risorse nella costruzione di scuole e università
B) si è diffuso un crescente interesse per i libri e la lettura
C) all’inizio del secolo erano tutti pressoché analfabeti
D) alle élite si richiede maggiore padronanza nella lettura e nella scrittura
590
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 83
Secondo quanto affermato nel brano, nel corso del '900:
A) il progresso tecnologico ha rivoluzionato i trasporti e le comunicazioni
B) il grado di istruzione dell’umanità è diminuito soprattutto nei Paesi occidentali
C) il numero di persone che muoiono di fame è aumentato
D) il mondo è diventato globalmente più povero
BRANI
591
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 83
Il titolo che meglio esprime il contenuto del brano è:
A) le guerre del ventesimo secolo
B) il mondo di oggi a confronto con quello del 1914
C) cultura e progresso nel periodo tra le due guerre mondiali
D) cause e conseguenze della prima guerra mondiale
592
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 83
L'autore guarda alla storia del '900 con un sentimento di:
A) distacco e indifferenza
B) esaltazione per l'aumento della ricchezza nel mondo
C) compiaciuta soddisfazione per i risultati conseguiti nello sviluppo dell'alfabetizzazione
D) condanna per i crimini commessi dall'umanità
BRANI
BRANO DG 84
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L'esplosione delle conoscenze e l'introduzione di indagini di laboratorio sempre più raffinate rendono davvero difficile
tratteggiare la storia della medicina di questo secolo, che si caratterizza comunque come periodo nel quale avvengono in
successione due fatti fondamentali: la riconduzione della fisiologia all'interazione tra molecole, che fa esplodere la biochimica
come metodologia essenziale nell'avanzamento delle conoscenze, e la riconduzione della produzione delle molecole al
codice genetico e al DNA, cioè al programma scritto anch'esso su molecole e memorizzato in ogni cellula, che segna
l'ingresso della biologia molecolare nella medicina.
[1] Selezionare i principali contributi non è semplice. Si potrebbe cominciare ricordando Mendel, anche se i suoi studi
vengono per alcuni decenni dimenticati, sicché assumono importanza rilevante dopo la loro riscoperta all'inizio di questo
secolo. Si alternano in questo secolo scoperte di meccanismi biologici e patologici fondamentali che trovano rapida
applicazione nella clinica e nascono così, dietro alle nuove tecnologie per indagare organi e tessuti, nuove branche mediche
specialistiche (per esempio radiologia, medicina nucleare); analogamente, dietro le emergenti tecnologie cellulari e
molecolari, si sviluppa la medicina molecolare.
Dal 1901 gli avvenimenti più salienti per la medicina sono scanditi il 10 dicembre di ogni anno (anniversario della morte di
Alfred Bernhard Nobel), dall'assegnazione da parte dell'apposito Comitato del Karolinska Institute di Stoccolma dei premi
Nobel per la medicina o la fisiologia. Talvolta avvengono anche premiazioni Nobel da parte dell'Accademia delle Scienze
svedese per la fisica o la chimica per scoperte che hanno rilevante applicazione nella biomedicina: si vedano tra tutti i
riconoscimenti conferiti in questi settori a Lord Ernest Rutherford nel 1908 e a Marie Curie Sklodowska nel 1911 per la
scoperta degli elementi radioattivi. Nelle assegnazioni vi sono anche un paio di infortuni, con premi rivelatisi decisamente
immotivati, come a Finsen nel 1903 per la cosiddetta finsenterapia o fototerapia. C'è da rilevare che nella motivazione del
premio compaiono sempre due elementi: l'importanza della scoperta e, almeno nei primi tempi d'assegnazione, il beneficio
che da essa deriva all'umanità.
Nel corso del ventesimo secolo la tecnologia, sia per la disponibilità di nuovi e raffinati strumenti diagnostici, sia per la
possibilità di assistenza del malato critico, porta ad altre importanti innovazioni. La chirurgia inizia a divenire "sostitutiva" di
organi malati mediante i trapianti. Il primo trapianto di rene avviene tra due gemelli, Richard e Ronald Herrick, nel 1957 a
Boston. Nel 1967 avviene il primo trapianto di fegato, eseguito da Thomas Starzl a Denver, Colorado; a dicembre dello stesso
anno Christian Barnard a Città del Capo esegue il primo trapianto cardiaco. Quando il rigetto diviene largamente controllabile
mediante l'uso, a partire dal 1978, della ciclosporina A, la possibilità di trapianto si estende rapidamente alle isole
pancreatiche, al midollo osseo, al polmone e al complesso cuore-polmone, mentre si tentano trapianti di cellule embrionali
(per esempio cellule di ghiandole surrenali nel cervello di persone affette da morbo di Parkinson).
Si avvicina sempre più, nel passaggio dalla ricerca di base all'applicazione clinica, la possibilità per il medico di modificare
processi fondamentali dell'essere umano, come e quando si è generati o si nasce o si muore.
La medicina si ritrova di fronte ad antichi dilemmi, che riguardano come conciliare il rispetto dell'individuo con le possibilità
offerte dalla tecnologia, come rispettare la volontà dell'individuo, conciliandola con l'antico giuramento di Ippocrate che
prescrive di non dar morte neppure a chi lo chieda.
(Archivio Selexi)
593
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 84
In base a quanto affermato nel brano, Mendel:
A) era coevo di Finsen
B) ha compiuto i suoi studi negli anni a cavallo tra '800 e '900
C) vinse il premio Nobel
D) non avrebbe potuto vincere il premio Nobel perché morì prima della morte di Alfred Nobel
BRANI
BRANO DG 87
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L'editore è la vera anima di una casa editrice. Non solo la maggior parte delle volte le dà il nome, ma pensa a imprimerle le
necessarie spinte di sviluppo. L'editore è un imprenditore a tutti gli effetti e, anche se qualcuno vorrebbe smentire, possiamo
senza dubbio dire che lo scopo del suo operato è il profitto. Nella nostra epoca si è verificata la graduale scomparsa
dell'editore intellettuale e letterato, attento esclusivamente al valore culturale delle proprie pubblicazioni, mentre si è
decisamente imposta la figura dell'editore manager, molto più pragmatico, che commisura le scelte alle possibilità reali del
mercato e a sani equilibri di bilancio. La trasformazione è cominciata negli anni Sessanta. Prima di allora esisteva un'editoria,
certo minore ma importante, che seguiva linee proprie senza porsi come scopo prioritario il profitto. Alcuni editori,
appartenenti a prestigiose famiglie di imprenditori, consideravano l'editoria libraria solo un fiore all'occhiello [1], un omaggio
alle arti, in quanto traevano i loro redditi da altre attività, specie la stampa periodica, che allora aveva ingenti introiti
pubblicitari. Con il tempo cominciarono a diffondersi nel settore dei libri alcuni criteri di gestione più orientati all'aspetto
economico. Oggi la visione si è completamente ribaltata: fare l'editore significa essere imprenditore e, come tale, compiere
delle scelte strategiche riguardanti il prodotto, prima di tutto, quindi il mercato al quale indirizzarsi, la ricerca dei collaboratori,
dei fornitori, la scelta tecnologica e la creazione di un'immagine aziendale che sarà il biglietto da visita per l'operato attuale e
futuro. Obiettivi molto pratici e un occhio particolare al mercato, dal quale prendere tutte le informazioni necessarie per
svolgere al meglio la propria attività: notizie sulla concorrenza, statistiche, novità, strategie di marketing che hanno avuto
successo, nuovi canali di distribuzione e molto ancora.
Un progetto editoriale, per quanto originale e creativo, dovrà sempre fare i conti con un "pubblico" e con un "mercato" in cui
collocare il prodotto. L'idea iniziale dell'editore, la sua scelta di indirizzarsi verso un tipo di produzione piuttosto che un altro
deve essere pianificata in modo strategico e dovrà nel tempo mantenere la coerenza prefissata. Eventuali cambiamenti
saranno dettati da ragioni circostanziate [2], quali una variazione nei gusti dei lettori, ragioni economiche, dunque di mercato.
L'obiettivo sarà quello di creare una "linea editoriale", il segno che permetterà di riconoscere la casa editrice in mezzo alle
circa tremila che ci sono in Italia. Si inizierà con l'ideazione della "sigla editoriale", primo passo verso la concretizzazione del
progetto dell'editore. Poi verrà la suddivisione in "collane" che rifletterà motivazioni organizzative e contenutistiche.
Il pubblico da tenere in considerazione per creare un progetto editoriale è fondamentalmente quello dei lettori. In Italia, a
differenza dei maggiori Paesi europei, il numero dei lettori è esiguo rispetto all'offerta vastissima di titoli sul mercato; questo è
il dramma principale che attraversa la nostra editoria. Per avviare un'attività con probabilità di successo è necessario
incanalare l'offerta verso un target definito di lettori. Si tratta in sostanza di compiere delle scelte mirate che tengano conto
non di un pubblico generico che spesso rimane solo potenziale, ma di tipologie di pubblico ben individuate, a cui indirizzare
proposte idonee, supportate da un preciso piano di comunicazione e diffusione. Tale esigenza nasce soprattutto per un certo
tipo di editoria, medio-piccola, che, per continuare a produrre, deve orientarsi su una produzione specializzata, plasmata sui
bisogni di alcuni segmenti di clientela. Un'editoria di nicchia, dunque, tesa a soddisfare e conquistare un pubblico in termini di
qualità di offerta e di servizio e, attraverso queste due leve, creare una sorta di legame di fidelizzazione con i propri lettori.
(Archivio Selexi)
594
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 87
La divisione in collane:
A) nessuna delle altre risposte è corretta
B) è il primo passo che l'editore deve compiere per la razionale organizzazione del proprio lavoro
C) è ininfluente ai fini dei risultati operativi dell'attività editoriale intrapresa dall'editore
D) è successiva alla creazione di una sigla editoriale nella creazione della linea editoriale
595
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 87
L'autore del brano riportato è verosimilmente:
A) un editore
B) un esperto del mondo editoriale
C) un giornalista esperto di politiche di sviluppo culturale
D) un'economista
BRANI
BRANO DG 88
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Quando il diploma universitario fu introdotto in Italia, attraverso la legge 341 del 1990, nei più importanti Paesi industrializzati i
corsi di studio di analoga natura rappresentavano una realtà già consolidata, anche se avevano caratteristiche differenziate
nei contesti educativi. Ma, nonostante questa eterogeneità, ovunque l'istruzione superiore di primo livello forniva titoli a
contenuto pratico-professionale, più o meno specialistico, il cui carattere fondamentale era quello di essere rapidamente
spendibili sul mercato del lavoro e di essere fondati su curricoli diversi rispetto a quelli che caratterizzano i diplomi di secondo
livello (le lauree), soprattutto per il minore spessore teorico e per il più alto livello di specializzazione. Va anche detto che la
percentuale di studenti dei cicli brevi, sul totale di quelli interessati alla formazione superiore, è nei Paesi industrializzati
abbastanza elevata: si va da un 17% della Svezia a un 33% del Regno Unito; percentuali queste che ancora oggi, a tanti anni
di attuazione del corso di diploma universitario, sono notevolmente lontane da quelle riscontrabili nel nostro Paese.
La direttiva Cee 89/49 del 21/12/88, recepita in Italia con decreto legislativo n. 115 del 27/1/1992, ha avuto certamente un
ruolo decisivo nell'indurre anche l'Italia ad attrezzarsi per essere in linea con gli altri Paesi europei: secondo questa direttiva,
infatti, per poter svolgere un'attività professionale nei Paesi della UE occorre aver svolto un corso di studio post secondario di
almeno tre anni, anche se non necessariamente in strutture universitarie. Mancando in Italia un segmento formativo di questo
tipo, si rendeva necessario introdurlo, per potersi uniformare agli altri Paesi europei. Certo, esistevano già nel nostro Paese
alcune forme di istruzione post-diploma, come la formazione professionale di secondo livello, il post-diploma secondario della
formazione professionale regionale, le Scuole dirette a fini speciali concentrate soprattutto nel settore delle professioni
paramediche, i corsi di livello superiore delle Accademie musicali e quelli dell'Isef; ma in ogni caso queste esperienze, di
dimensioni complessivamente modeste, erano solo in parte collocabili all'interno dell'Istruzione superiore (per esempio, le
Scuole dirette a fini speciali avevano il compito di formare specifiche professioni, ma non quello di fornire una preparazione
metodologica scientifica).
Quando fu realizzata la riforma del 1990, l'Italia era quindi priva di un'istruzione superiore di primo livello, che desse il giusto
spazio non solo agli aspetti professionalizzanti, ma anche alla teoria e alla dimensione professionale o almeno semiprofessionale. A livello internazionale ci si trovava di fronte a una realtà variegata, in cui esistevano diverse tipologie di
istruzione superiore di primo livello; queste, come è stato opportunamente osservato, erano sostanzialmente riconducibili a
tre fondamentali modelli: "binario", "integrato" e "misto". Il primo prevede l'esistenza di un settore non universitario a fianco di
quello accademico; il secondo un processo di diversificazione istituzionale all'interno dell'università; il terzo, la presenza di un
intreccio tra i due precedenti modelli. In Italia fu scelto il modello integrato, fondato sull'esistenza di un'unica istituzione, senza
differenze a livello funzionale, nel senso che i corsi di diploma universitario sono gestiti dalla stessa istituzione accademica
senza la creazione di uno specifico organismo, sia pure all'interno dell'università. Questo carattere fortemente integrato ha
comportato implicitamente la scelta della "serialità", ossia la possibilità di osmosi tra il corso di laurea e quello di diploma, e
quindi l'implicita accentuazione di motivi di coerenza e di continuità tra queste diverse offerte formative.
(Archivio Selexi)
596
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 88
Il brano ha carattere:
A) poetico
B) divulgativo
C) giornalistico
D) polemico
597
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 88
Quale tra i seguenti titoli meglio si adatta al contenuto del brano?
A) L'avvio del diploma universitario in Italia
B) Corsi di laurea e diplomi universitari
C) Le differenze formative nei Paesi europei
D) Considerazioni sul decreto istitutivo del diploma universitario
BRANI
598
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 88
Quale potrebbe essere, tra i seguenti, l'argomento che con maggior probabilità viene trattato nel
seguito del brano?
A) Una spiegazione più articolata del modello "integrato"
B) Una critica alla coerenza e alla continuità fra diploma universitario e corso di laurea conseguite dal
decreto legislativo
C) Una spiegazione più approfondita del modello "misto"
D) Una spiegazione più articolata del modello "binario"
599
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 88
Perché nel brano viene citato il decreto legislativo n. 115 del 27/1/1992?
A) Perché recepisce le linee direttive europee in materia di formazione professionale
B) Perché con il decreto si attua la prima forma di studi post diploma che non sia un corso di laurea
C) Perché vengono riportate le statistiche fondamentali riguardo agli studenti dei cicli brevi di formazione in
Europa
D) Perché il decreto finalmente estende l'obbligo di formazione sino ai diciotto anni compiuti
BRANI
BRANO DG 89
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ogni volta che qualcuno mi chiede di parlare del metodo scientifico sono in imbarazzo. Non tanto perché nutra dubbi
fayerabendiani sull'esistenza del metodo, quanto perché non so bene né di che cosa il mio interlocutore vuole che parli, né se
vuole che ne parli in senso storico.
Che cosa si intende quando si chiede qualcosa intorno al metodo? Forse quali sono le regole grazie alle quali uno scienziato
persegue un suo qualche fine da identificare? Forse proprio qualcosa intorno a tale fine? O forse qualcosa di più generale? Si
vuole una storia del metodo scientifico attraverso i secoli? Si vuole la situazione dello stato dell'arte?
Perché tutte queste domande per una richiesta apparentemente non ambigua, almeno stando all'intendere comune? Ebbene
perché l'intendere comune, qui in Italia, è stato viziato da un'educazione non perfettamente in linea con ciò che si fa e si
discute quando realmente ci si occupa di filosofia della scienza.
Innanzitutto la filosofia della scienza non è solo lo studio del metodo scientifico inteso quale insieme di ricette più o meno
definite o definibili che indicano prescrittivamente o descrittivamente il processo della ricerca scientifica. In secondo luogo,
anche chi si occupa di metodologia non è detto che si debba occupare di metodo. Infatti con "metodologia" si dovrebbe
intendere la "filosofia della scienza generale", per distinguerla dalla "filosofia delle scienze particolari".
La "filosofia della scienza generale" si occupa di problemi riguardanti concetti che, più o meno, sono presenti in ogni ambito
scientifico: la spiegazione, il realismo con i connessi problemi della sottodeterminazione teorica a causa dei dati, il problema
delle notazioni equivalenti, l'inferenza alla miglior spiegazione o alla miglior causa o alla miglior corroborazione, la natura
delle leggi di natura, il problema della controfattualità, la teoreticità della conoscenza e il problema del confronto fra teorie
diverse, il progresso scientifico, i rapporti fra scienza e altri domini conoscitivi o valutativi ecc. Invece la "filosofia delle scienze
particolari" si occupa dell'analisi filosofica di concetti di particolari ambiti scientifici (il problema della massa, del tempo, dello
spazio ecc.) o di particolari teorie scientifiche (i problemi filosofici della relatività, della meccanica quantistica, della biologia
teorica ecc.).
Una volta specificato quanto sopra, mi è più facile proporre delle riflessioni sullo snodo metodo/scienza/filosofia. Dapprima
parlerò della "filosofia" che di principio non dovrebbe essere fatta senza scienza, ossia della filosofia della scienza. Così
discuterò dell'utilità di soffermarsi ancora sul metodo e delle due fallacie che derivano dal fare filosofia della scienza senza
scienza e filosofia della scienza senza filosofia. Infine, brevemente, mi soffermerò sulla questione se sia possibile fare
scienza senza filosofia e filosofia senza scienza.
Affrontare la questione del metodo scientifico comporta innanzitutto trovarsi davanti a un trivio: fare storia del metodo?
Utilizzare un approccio descrittivista? Proporre una via prescrittivista?
Inoltrarsi lungo la prima possibilità significa vestire i panni dello storico e tentare di capire qual è il metodo scientifico
teorizzato da un particolare autore in una particolare epoca, oppure vedere come all'interno di una data comunità scientifica,
ben localizzata temporalmente, gli scienziati si sono comportati.
Un lavoro quindi perfettamente legittimo, che vede storici delle idee, storici della filosofia e storici della scienza al lavoro. Si
studia qual era il metodo cartesiano, o quello baconiano. Si analizza il dibattito che c'è stato in Inghilterra nella prima metà
dell'800 fra John F.W. Herschel, William Whewell e John Stuart Mill. Oppure le discussioni, ormai avvenute quasi una trentina
di anni fa, fra, da una parte Karl Popper e dall'altra Paul K. Feyerabend, Imre Lakatos e Thomas S. Kuhn.
(Archivio Selexi)
600
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 89
Quale potrebbe essere verosimilmente il titolo del brano?
A) La filosofia e la scienza nel loro rapporto con il metodo
B) Differenze fra il pensiero di Feyerabend e quello di Popper
C) Il ruolo della storia della scienza nella cultura scientifica contemporanea
D) La filosofia e la tecnologia
601
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 89
L'autore del brano è presumibilmente:
A) un giornalista
B) uno storico
C) un filosofo della scienza
D) uno scienziato
BRANI
602
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 89
Il brano si inserisce verosimilmente nel contesto di:
A) una raccolta di articoli di divulgazione per gli studenti dei primi due anni di scuola superiore
B) una raccolta di biografie di filosofi famosi
C) un'inchiesta di una rivista di cultura scientifica sul ruolo del metodo nel processo di conoscenza delle
scienze
D) una raccolta di atti di un convegno dedicato allo studio del pensiero di Bacone
603
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 89
Secondo l’autore del brano, il metodo scientifico NON è:
A) invariabile a seconda dell’autore o dell’epoca di riferimento
B) un insieme di ricette più o meno definite che indicano prescrittivamente il processo della ricerca
scientifica
C) un insieme di ricette più o meno definibili che indicano descrittivamente il processo della ricerca
scientifica
D) un insieme di ricette più o meno definibili che indicano prescrittivamente il processo della ricerca
scientifica
BRANI
BRANO DG 91
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nell'ottobre 1918 Wilson, in occasione delle elezioni per il Congresso, si rivolse agli elettori statunitensi chiedendo loro un
voto massiccio per il partito democratico; fu clamorosamente sconfessato e i repubblicani conquistarono la maggioranza sia
al Senato sia alla Camera dei rappresentanti. La sconfitta del presidente, che era stato eletto anche in base alla convinzione
che egli avrebbe tenuto il Paese fuori del conflitto, fu probabilmente dovuta al modo in cui la politica interna era stata condotta
durante i due anni di guerra e al suo atteggiamento che mostrava di voler monopolizzare la vittoria imminente e la pace futura
a vantaggio della propria parte politica.
Per tutta la durata dell'impegno bellico americano la "nuova libertà" teorizzata da Wilson era stata messa da parte e una
pesante legislazione repressiva aveva intaccato alcuni capisaldi della tradizione politica statunitense, colpendo
vessatoriamente cittadini classificati bravamente come responsabili di reati "antipatriottici" e che al massimo potevano essere
accusati di avere opinioni non conformiste. Quando il presidente partì per l'Europa per partecipare alla conferenza della pace,
fu accompagnato dall'avvertimento di Teodoro Roosevelt che le sue enunciazioni e i suoi ormai famosi "quattordici punti" non
rappresentavano affatto l'espressione della volontà dei cittadini degli Stati Uniti. Quando tornò con il trattato di Versailles e
con il "covenant" della Società delle Nazioni le sue speranze di vederli ratificati dalla nuova maggioranza repubblicana erano
puramente illusorie: il minimo che si potesse dire era che, a parte un ristretto numero di suoi fedelissimi seguaci, entrambi i
rami del Congresso non intendevano approvare il trattato nella forma che esso aveva. Il clima di crociata democratica era
mutato, sia per la fine dell'artificioso entusiasmo che aveva contraddistinto l'intervento, sia per i risultati delle trattative di pace,
sia per il diffuso timore di un possibile coinvolgimento in futuri conflitti che non mettevano in gioco interessi americani. Le
argomentazioni repubblicane contro la Società delle Nazioni erano in parte speciose, ma destinate a far breccia nell'opinione
pubblica: "... quando avrete impegnato questa repubblica a un piano di controllo mondiale fondato sulla forza, sulla forza
militare unita delle quattro grandi nazioni del mondo – argomentava il senatore W. E. Borah, il principale oppositore di Wilson
in questa materia, – voi avrete per ciò stesso distrutto l'atmosfera di libertà, di fiducia nella capacità di autogoverno delle
masse in cui soltanto la democrazia può allignare. Quando questa coalizione sarà formata, quattro grandi potenze, che
rappresenteranno i dominatori, governeranno metà degli abitanti della Terra: sarà un governo fondato sulla forza e noi ne
faremo parte".
Per i repubblicani non si trattava soltanto di questioni di principio (per esempio il diritto del popolo di decidere della guerra e
della pace), ma anche di una valutazione strettamente politica del trattato che "con inaudita spietatezza" violava almeno in
una dozzina di casi "la divina legge della nazionalità" e precostituiva così i fomiti di un nuovo conflitto: quantunque
enfaticamente espressa, la loro convinzione che la Società delle Nazioni rappresentasse la garanzia dell'ordine ("ingiusto") di
Versailles non era fondamentalmente sbagliata; dove essi si sbagliavano era nel ritenere che gli Stati Uniti potessero
effettivamente condurre una politica isolazionistica, ma probabilmente non era questo il senso da attribuire alla loro volontà di
non compromettersi in alleanze.
(Archivio Selexi)
604
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 91
Quale dei seguenti temi è dominante nel brano?
A) Le linee guida della politica di Roosevelt
B) Il declino del successo e della popolarità di Wilson
C) Le capacità politiche dei rappresentanti repubblicani
D) Le alleanze degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale
605
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 91
Dal brano si può dedurre che:
A) i repubblicani ritenevano opportuno che gli Stati Uniti conducessero una politica isolazionistica
B) dopo il trattato di Versailles negli Stati Uniti vi era una maggioranza democratica
C) W. E. Borah era esponente del partito democratico
D) i famosi "14 punti" sono propri di Teodoro Roosevelt
BRANI
606
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 91
Qual è il significato del termine "speciose" utilizzato dall'autore con riferimento alle argomentazioni
repubblicane contro la Società delle Nazioni?
A) logiche
B) inattaccabili
C) valide solo in apparenza
D) convincenti
BRANO DG 97
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
È sempre rischioso, almeno per chi non è abituato a giocare troppo disinvoltamente con le idee, valutare i tempi in cui viviamo
come se fossimo sempre alla vigilia di dirompenti sconvolgimenti.
Il fatidico anno 2000, a prescindere dai valori simbolici riguardo l'ingresso nel nuovo Millennio, non era altro, in fin dei conti,
che l'anno successivo al 1999 e precedente all'anno 2001. Questa elementare avvertenza, con il suggerimento alla prudenza
nell'annunciare proclami, dovrebbe valere ancor più nel campo delle previsioni economiche e di mercato, dove domina, come
è noto, l'incertezza. Lo stesso Keynes sosteneva che "il prevedibile non si avvera mai e l'imprevisto sempre".
Nel campo dei media sono innumerevoli gli esempi di previsioni errate e di falsi annunci su presunte svolte rivoluzionarie.
Molti pseudostrateghi avevano preconizzato, a titolo di esempio, la fine della radio e del cinema con l'avvento della
televisione, il declino di quest'ultima con la nascita dell'home video, la rottamazione alla fine degli anni Ottanta della "vecchia"
televisione a seguito del "rivoluzionario" sistema della tv ad alta definizione, più recentemente la marginalizzazione
progressiva della tv generalista, come tipologia di offerta e come modello incentrato sulla pubblicità, a vantaggio delle varie
forme di televisione a pagamento.
È inutile ricordare che l'evoluzione del sistema ha sempre determinato l'integrazione tra i vari mezzi di comunicazione e che,
in molti casi, le previsioni non sono state rispettate (la stessa tv generalista, in un mercato maturo come quello USA, pur
perdendo quote, non ha smesso di macinare utili), mentre una quantità non indifferente di risorse è stata inutilmente
impegnata e dispersa in irrealistici progetti.
Pur con tutte le cautele suggerite da questa doverosa premessa, non si può non rilevare che il sistema televisivo, in tutti i
Paesi, si trovi di fronte a una svolta, essendo in una fase di passaggio tra due "epoche" televisive. Vi è infatti la percezione,
se non la sicurezza da parte dei più, che l'attuale modello televisivo sia in una fase declinante, avendo perso anche le energie
e le capacità di un tempo; nel contempo appare incerto e nebuloso l'approdo finale di un nuovo modello di cui si intravedono
solo i contorni.
In effetti la televisione non è più il luogo tranquillo di un tempo. E forse proprio questa tranquillità molti rimpiangono. Così era
la tv del monopolio pubblico, dichiaratamente pedagogica, di buona qualità e molto rispettosa del pubblico. Lo stesso periodo
iniziale, molto più dinamico, della concorrenza tra pubblico e privato negli anni Ottanta si è caratterizzato per le forti spinte
innovative nel linguaggio ideativo e produttivo. Ora, alla tranquillità di quei periodi, è subentrata una forte turbolenza.
Cerchiamo quindi di capire le tendenze di fondo del sistema televisivo così da individuarne i percorsi più ragionevolmente
possibili.
Sono tre, a mio parere, i grandi vettori portanti di una profonda modificazione della televisione. Primo: la tv, come tutto il
sistema delle comunicazioni di massa, assume sempre più i connotati e le peculiarità di un vero e proprio mercato. Secondo:
si assiste da alcuni anni allo sbriciolarsi dei confini nazionali. Il terzo elemento di rottura con il passato è la forte turbolenza
tecnologica.
(Archivio Selexi)
607
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 97
Secondo l'autore, negli anni Ottanta il mondo della televisione:
A) era più turbolento di quello attuale
B) non è stato sostenuto da spinte innovative
C) ha visto nascere la concorrenza tra pubblico e privato
D) nessuna delle altre alternative è esatta
BRANI
608
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 97
Secondo quanto affermato nel brano, la televisione del monopolio pubblico era una tv:
A) dichiaratamente pedagogica
B) per nulla rispettosa del pubblico
C) di pessima qualità
D) nessuna delle altre alternative è esatta
609
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 97
Quale dei seguenti titoli meglio riassume il contenuto del brano?
A) Le rivoluzioni nel campo dei mass media
B) Il futuro della televisione e del grande schermo
C) I grandi vettori portanti della profonda modificazione della tv
D) I cambiamenti del sistema televisivo e la sua prossima evoluzione
610
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 97
L'avvertenza che l'anno 2000 non era altro che quello successivo al 1999 serve all'autore per
ricordare che:
A) gli anni 1999 e 2000 sono stati dominati dagli stessi mass media
B) con l'anno 2000 non è iniziato un nuovo Millennio
C) troppo facilmente vengono previste improbabili rivoluzioni
D) la televisione non ha subito sostanziali cambiamenti con l'inizio del nuovo Millennio
BRANO EA 43
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La fine del XIX secolo è segnata dalla seconda rivoluzione industriale, che corrisponde all'era neotecnica (nata
dall'utilizzazione dell'elettricità).
L'elettricità è una nuova forma di energia facile da trasportare a grandi distanze e perciò utilizzabile in industrie molto lontane
dalle fonti energetiche: ciò ha permesso di annullare uno dei più forti vincoli di localizzazione delle industrie.
Paesi poveri di carbone ma ricchi di fiumi, come l'Italia, hanno avviato un sorprendente processo di industrializzazione
sfruttando i salti d'acqua mediante turbine idrauliche per produrre energia idroelettrica.
Nel XX secolo l'elettricità è entrata in tutte le fabbriche migliorando i metodi e i rendimenti; a loro volta il carbone e gli altri
combustibili hanno conosciuto una crescente utilizzazione in apposite centrali per produrre energia termoelettrica.
Nel 1860 venne brevettato il primo motore a scoppio e si avviò la produzione di benzina attraverso la raffinazione del petrolio;
nel 1885 cominciarono a circolare le prime automobili; oggi si va affermando l'uso dell'energia nucleare e si cerca di utilizzare
energie alternative e non inquinanti come quella solare e quella eolica.
Se nella prima fase della rivoluzione industriale il reinvestimento dei profitti da parte degli imprenditori (autofinanziamento) era
stato sufficiente ad assicurare lo sviluppo delle aziende, nell'era neotecnica l'impegno a mantenere il passo tecnologico
costrinse le imprese a ricorrere al credito bancario: per finanziare le imprese industriali nacquero le società per azioni.
(P. Dagradi, C. Cencini, "Compendio di geografia umana")
611
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EA 43
L’annullamento di uno dei più forti vincoli di localizzazione delle industrie è avvenuto grazie:
A) all’utilizzo di nuove forme energetiche
B) alle industrie collocate molto lontano dalle fonti energetiche
C) alla facilità di trasporto dell’elettricità
D) al precedente annullamento delle grandi distanze
BRANI
BRANO EA 44
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nei primi anni del suo governo Mussolini avviò un programma di radicali trasformazioni istituzionali che alterarono
profondamente il carattere liberale dello Stato.
Il fascismo, che aveva sin dagli inizi manifestato il proprio aperto disprezzo nei confronti del Parlamento e delle altre istituzioni
rappresentative, ne intaccò progressivamente le prerogative essenziali e le sostituì con nuovi organismi rispondenti alle
necessità della nascente dittatura. Nacque così il Gran Consiglio del Fascismo, composto dai maggiori esponenti del partito e
del governo, che fu investito di numerose funzioni prima attribuite al Parlamento, e la Milizia Volontaria per la Sicurezza
Nazionale, incaricata della difesa del nuovo regime, nella quale confluirono le squadre d'assalto.
Nel paese intanto si applicavano sempre maggiori restrizioni alla libertà di stampa e di riunione. Le elezioni del 1924
assicurarono la vittoria al Listone, in cui confluirono fascisti e conservatori, grazie alle intimidazioni e ai brogli che ne
accompagnarono lo svolgimento. Giacomo Matteotti, deputato socialista e segretario del PSU, che denunciò in Parlamento
quanto si era verificato durante la campagna elettorale, fu rapito a Roma il 10 giugno 1924 da emissari fascisti e ucciso.
Il delitto suscitò un'ondata di profonda indignazione in tutto il Paese, ma Mussolini, sebbene apparisse allora vacillante, ebbe
ancora una volta l'appoggio del re Vittorio Emanuele III. La protesta morale di alcuni parlamentari che abbandonarono la
Camera – la cosiddetta secessione dell'Aventino del 18 giugno 1924 – rimase un gesto simbolico senza conseguenze.
Uno degli elementi di forza su cui poté contare il nuovo regime fu un sempre più aperto sostegno da parte della chiesa
cattolica, che nel 1922 aveva elevato al soglio pontificio il cardinale Achille Ratti, che prese il nome di Pio XI. Ratti
rappresentava l'area più conservatrice della gerarchia cattolica, profondamente avversa al socialismo e diffidente nei confronti
della democrazia liberale.
(A. De Bernardi, S. Guarracino, "La conoscenza storica")
612
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EA 44
Quale evento portò alla secessione dell’Aventino?
A) L’indignazione del Paese
B) Il fatto che Mussolini apparisse vacillante
C) L’omicidio Matteotti
D) L’appoggio di Vittorio Emanuele III a Mussolini
BRANO EB 30
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Secondo il Bollettino economico della Banca d’Italia, "il debito delle famiglie, pur continuando a crescere a ritmi elevati, ha
rallentato al 10,3% nei dodici mesi terminati nel giugno del 2007″.
Numeri alla mano, hanno decelerato sia i mutui per l’acquisto di abitazioni (9,5% sui dodici mesi precedenti, contro 12,6% nel
dicembre del 2006), sia il credito al consumo (9,9% contro 13%). Nello scorso giugno il rapporto tra debito e reddito
disponibile ha quasi raggiunto il 49%, pressoché il 2% in più rispetto alla fine del 2006. Inoltre, gli oneri sostenuti dalle
famiglie per il pagamento degli interessi e restituzione del capitale sono saliti al 7,3% del reddito disponibile nei dodici mesi
terminati a giugno, quasi mezzo punto in più rispetto a dicembre 2006.
In generale, rallentano i prestiti a breve termine, "soprattutto quelli nei confronti di società finanziarie", mentre quelli a medio e
lungo termine "sono aumentati per la domanda di fondi per l’acquisto di abitazioni".
I finanziamenti bancari alle famiglie italiane continuano a correre, invece, secondo ABI e Assofin, superando i 353 miliardi di
euro a giugno 2007, con un aumento di circa il 9% sullo stesso periodo 2006.
Nonostante questo trend di crescita, che risulta comune ai principali Paesi europei a esclusione della Germania, l’Italia
registra tuttavia un divario dimensionale con i maggiori concorrenti. Confrontando il rapporto tra le consistenze del credito al
consumo e il Pil nel 2006, il Bel Paese segna il 5,8%, contro il 7,5% della Francia, il 9,4% della Spagna, il 9,9% della
Germania e il 16,5% del Regno Unito.
(Archivio Selexi)
613
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EB 30
Quale delle seguenti percentuali è ERRATA?
A) Gli oneri sostenuti per pagare gli interessi sono diminuiti del 7,3% nel mese di giugno
B) A giugno il rapporto tra debito e reddito disponibile è stato di poco inferiore al 49%
C) Gli oneri sostenuti per pagare gli interessi hanno raggiunto il 7,3% del reddito nel mese di giugno
D) Gli oneri sostenuti per pagare gli interessi sono aumentati del 7,3% del reddito nel mese di giugno
BRANI
BRANO EC 10
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Tutto concentrato sulla negatività assoluta della condizione umana è il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, in cui il
pessimismo di Leopardi si afferma nel suo nucleo più semplice e cristallino, liberato da ogni riferimento a dati storici e a eventi
personali. Il canto è affidato a uno dei pastori dell'Asia centrale che, come Leopardi aveva letto in una rivista francese
"passano la notte seduti su una pietra a guardare la luna e a improvvisare parole piuttosto tristi su arie che lo sono
altrettanto": esso vuole essere così una prova di poesia originaria, prodotta dal colloquio diretto con l'astro lunare, nella
solitudine notturna, di una voce non segnata da alcun carattere sociale o storico, espressione di una pura e primitiva essenza
"umana". Si susseguono insistenti le domande sul senso dei processi naturali, che chiamano in causa un sapere e un potere
ignoti, incommensurabili con la debolezza e l'infelicità dell'uomo, condannato a percorrere un viaggio insensato in un universo
indifferente e nemico; ma questo inquieto interrogare è animato anche da un'intensa ricerca di comunicazione con la natura
virginea e femminile della luna, con la sua translucida purezza, indifferente ma dolce: c'è come una spinta appassionata a
superare la distanza che separa il pastore dall'enigmatico astro, a scoprire un improvviso, affettuoso significato in un universo
che tutti i segni rivelano privo di senso.
Ma non ci sono risposte, e resiste solo il "tedio", che assale l'uomo anche quando è privo di sofferenze e di desideri, mentre
gli animali appaiono sereni nella loro incoscienza: l'ipotesi, appena accennata, che esistano condizioni più felici di quella
dell'uomo, è alla fine annullata da quella – più credibile – dell'infelicità universale ("è funesto a chi nasce il dì natale").
(Da: G. Ferroni, "Profilo storico della letteratura italiana")
614
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EC 10
Secondo quanto descritto nel brano, nel “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” lo sguardo
che Leopardi getta sulla condizione umana è:
A) puramente cristallino
B) assolutamente pessimista
C) liberato da ogni riferimento a dati storici
D) liberato da ogni riferimento a eventi personali
BRANI
BRANO EC 48
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
È nella politica francese che appaiono più evidenti i legami tra il governo e le banche, soprattutto a causa dell'ammontare
degli investimenti francesi negli altri Paesi europei. [1] Sebbene fosse ancora l'Inghilterra il Paese che vantava la quantità
maggiore di investimenti all'estero, meno del 6% del totale riguardava l'Europa, contro il 62% della Francia. Ciò non impediva
che gli imprenditori francesi con interessi nelle colonie francesi o in Marocco godessero di un'influenza sproporzionata alla
loro effettiva importanza finanziaria, ma indicava che, a causa della gran quantità di denaro francese investita negli altri Paesi
europei, la connessione tra politica d'investimento delle banche e politica estera del governo stava diventando molto stretta.
Anche al governo tedesco sarebbe piaciuto sostenere la propria politica con pressioni di tipo finanziario; ma mentre la
Germania soffrì di una penuria permanente di capitali dopo gli anni di rapida espansione industriale della seconda metà
dell'Ottocento, i risparmiatori francesi (anche se talvolta erano accusati dai nazionalisti di investire più all'estero che in patria)
disponevano di forti quantità di risparmio accumulato. Le tendenze degli investitori inglesi erano del tutto diverse, poiché la
maggior parte dei capitali britannici fuori del Regno Unito si volgeva all'Impero e all'America del Nord e del Sud, per cui la
politica britannica in Europa restò, in una certa misura, indipendente dai condizionamenti finanziari che invece influenzarono i
francesi. Più di ogni altro schieramento internazionale antecedente al 1914, l'alleanza franco-russa fu cementata da vincoli
che erano, oltre che politici e strategici, anche finanziari. Sebbene la stipulazione dell'alleanza (del 1893) all'origine fosse la
conseguenza di pressioni strategiche e politiche su entrambi i contraenti, i negoziati coincisero con il lancio della prima serie
di grandi prestiti russi sul mercato finanziario francese. I prestiti iniziali del 1888, 1889 e 1890 furono seguiti da investimenti
francesi in altri settori dell'economia zarista – crediti alle amministrazioni locali, ferrovie, miniere e imprese industriali di ogni
tipo – col risultato che nel 1914 quasi un quarto di tutti gli investimenti francesi all'estero riguardavano la Russia. È
impossibile che da vincoli finanziari di tali proporzioni non derivassero conseguenze politiche, anche se si prescinde da
condizioni particolari connesse ad alcuni prestiti, come ad esempio la costruzione di ferrovie strategiche o la promessa di
commesse alle imprese francesi. Le banche che incoraggiavano i clienti a investire i loro risparmi nei titoli o nelle miniere o
nelle ferrovie russe avevano tutto da guadagnare nel dipingere la Russia come un Paese forte, stabile politicamente ed
economicamente in espansione, avvalorando insomma l'immagine di un alleato valido. Ad onta degli attacchi della Sinistra
francese contro l'autocrazia e l'oppressione zarista, e nonostante i reiterati rifiuti dei Rothschild e di altri banchieri ebrei di
partecipare ai prestiti russi come segno di protesta contro i maltrattamenti cui erano fatti segno gli Ebrei in Russia, la fiducia
francese nell'alleato orientale rimase sorprendentemente alta fino allo scoppio della guerra, anzi fino a tutto il 1917.
(Archivio Selexi)
615
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EC 48
Dal brano si evince che i nazionalisti accusavano i risparmiatori francesi di:
A) legare eccessivamente le sorti della Francia a quelle della Russia
B) investire più all'estero che in Francia
C) tenere in poco conto le esigenze dei francesi emigrati nelle colonie
D) sperperare denaro pubblico
BRANI
BRANO EC 66
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Alla fine degli anni Sessanta, all'immobilità del governo si erano aggiunti gli "scandali" provocati dalla corruzione di una classe
politica da troppo tempo al potere. Immobilità e scandali avevano intaccato poco l'immagine e il potere della classe politica,
mentre la situazione sociale era radicalmente cambiata: gli italiani ormai sapevano che le riforme di cui il centrosinistra si era
riempito la bocca per quasi un decennio non sarebbero arrivate, e intanto il miracolo economico si stava spegnendo senza
nuove prospettive. La gente doveva adeguarsi, cercando da sola le soluzioni che la politica era incapace o disinteressata a
dare. [1] Però stava avvenendo qualcosa: la riforma della scuola aveva portato all'istruzione di massa ma aveva abbandonato
un'enorme quantità di studenti a programmi, strutture e docenti che non potevano e soprattutto non volevano prendere atto
del cambiamento. Se le difficoltà erano gravi nelle scuole medie e superiori, diventavano gravissime all'università, a cui, dopo
la riforma, poteva accedere chiunque avesse frequentato una qualsiasi scuola superiore. Nel quinquennio 1962-1967 gli
studenti universitari raddoppiarono superando il mezzo milione: un'università pensata per poco più di 125.000 studenti non
poteva reggere l'impatto. Solo i professori avrebbero potuto e dovuto fare qualcosa, rivolgendosi ai politici responsabili di un
simile squilibrio. Se non era una strada facile, era l'unica seria e possibile, ma per i docenti mettere in discussione il sistema
universitario avrebbe significato rivedere la legislazione che regolava il loro rapporto di lavoro. Per un salario medio-alto e
un'ottima posizione bastavano 52 ore all'anno di presenza: troppe, perché la maggior parte dei docenti era occupata anche in
altri impegni professionali, pubblici o privati, comunque più lucrosi. I professori rovesciarono così la responsabilità di tutto
sugli studenti. Dopo la riforma, i docenti divennero non solo più autoritari e sfuggenti, ma trasformarono il momento
dell'esame da meccanismo per la valutazione in strumento per risolvere il sovraffollamento, in una farsa in cui l'autoritarismo
dei metodi e il soggettivismo dei giudizi erano spinti all'eccesso, rendendo gli esami insuperabili specialmente per i più deboli
e i più poveri, che spesso erano anche i più volenterosi e desiderosi di promozione sociale, gli studenti-lavoratori. Fin
dall'inizio lo Stato si era reso conto della situazione e aveva trovato un pessimo rimedio per una cattiva legge: non fissare un
limite di tempo per raggiungere la laurea, come avveniva in quasi tutti i Paesi occidentali. Studenti demotivati e "fuori corso"
contrapposti a professori assenti e non disposti ad accettare la nuova realtà divennero la regola di un'università senza regole,
un luogo dove si premiavano non i migliori ma i più abbienti. Inoltre la laurea non garantiva a nessuno di inserirsi in un
mercato del lavoro difficilissimo che, per la maggiore offerta di diplomato o laureati e la congiuntura economica sfavorevole,
era governato dalla politica. Tutto ciò, infatti, avvenne quando le contraddizioni basilari e l'ipocrisia dell'intero sistema
economico e politico, alla fine del Boom, erano ancora più evidenti. [2] La maggioranza degli studenti poteva ritrovarsi ed
esprimere la propria frustrazione soltanto all'università, dove era cresciuta e dove trasferiva le sue amare esperienze. Per la
prima volta nella storia italiana, l'università si trasformava da luogo di formazione della classe dirigente a luogo di critica del
sistema e dei partiti, sia quelli che l'avevano prodotto, sia quelli che non erano stati in grado di trovare un'alternativa. Gli
studenti cominciarono a pensarsi non più come protagonisti della società futura ma come "oggetti" di uno scambio
incontrollabile da loro, "merce intellettuale" venduta e comprata da un sistema in cui non si riconoscevano.
(Archivio Selexi)
616
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EC 66
Quale fatto, avvenuto durante il quinquennio 1962-1967, viene evidenziato nel brano?
A) Il limite temporale stabilito dal legislatore per raggiungere la laurea
B) Il ruolo fondamentale, per l'aggiornamento del sistema universitario, del Boom economico
C) La grande crescita del numero degli studenti universitari
D) La grande crescita degli italiani che proseguivano gli studi oltre la scuola dell'obbligo
617
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EC 70
L'autore del brano sostiene che noi tutti "scommettiamo" perché:
A) effettuiamo una valutazione probabilistica sulla base dell'esperienza
B) amiamo sfogliare le margherite
C) non ci fidiamo delle previsioni meteorologiche
D) in fondo siamo tutti giocatori
BRANI
BRANO FM 01
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Con il termine “ionosfera” si intende la regione dell’alta atmosfera che si estende da 50 a 1000 km circa sopra la superficie
terrestre in cui la densità di elettroni e ioni liberi raggiunge valori fisicamente rilevanti tali da influenzare sensibilmente l’indice
di rifrazione delle radioonde. Tale ionizzazione è prodotta principalmente dalle radiazioni ultraviolette e, in misura minore, dai
raggi X provenienti dal Sole. A causa della sua estrema sensibilità nei confronti di fenomeni atmosferici di vario tipo, la
ionosfera può essere utilizzata come un sensibile indicatore di variazioni atmosferiche. Haarp, il programma di studio
finanziato da Us Air force, da Us Navy, dalla University of Alaska e dal Defence advanced research projects agency (Darpa),
gestisce un sito a Gakona nell’Alaska.
Haarp è in grado di inviare onde radio nella ionosfera: le onde, colpendo la ionosfera, la riscaldano causando delle
perturbazioni, simili a quelle provocate dalla radiazione solare. Le ricerche di Haarp riguardano le comunicazioni radio a lunga
distanza e le comunicazioni con i sottomarini, per le quali l’uso di onde radio riflesse dalla ionosfera sembrano essere
fondamentali.
(Da: "Haarp e la ionosfera” di Paola Baiocchi, in “Valori – Mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità”, Anno 11,
Numero 91, Luglio/Agosto 2011)
618
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 01
Secondo quanto riportato nel brano, la ionizzazione:
A) è prodotta solo dalle radiazioni ultraviolette
B) è prodotta soprattutto dai raggi X provenienti dal Sole
C) corrisponde alla densità di elettroni e ioni liberi
D) causa la rifrazione delle radioonde
BRANO FM 03
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Senza togliere la mano dalla manopola sinistra vedo dal mio orologio che sono le otto e mezza. Il vento, anche a cento
all’ora, è caldo e umido. Chissà come sarà nel pomeriggio, se già alle otto e mezza c’è tanta afa.
Nel vento ci sono gli odori pungenti degli acquitrini ai margini della strada. Ci troviamo nella zona delle Pianure Centrali, piena
di pantani, ideali per la caccia alle anitre; veniamo da Minneapolis e andiamo a nord-ovest, verso i due Dakota. Questa è una
vecchia strada di cemento a due corsie dove non c’è molto traffico, perché parecchi anni fa ne è stata costruita un’altra,
parallela, a quattro corsie. Quando passiamo accanto a un acquitrino l’aria si fa all’improvviso più fresca; poi, appena oltre, si
riscalda bruscamente.
Sono felice di ripercorrere questa regione. È un posto che non è un posto, senza nulla che lo renda famoso, ed è proprio
questo il suo fascino. Lungo le vecchie strade, così, la tensione scompare. Corriamo sobbalzando sul cemento eroso tra tife e
distese di pascoli, poi ancora tife ed erbe palustri. Qua e là c’è uno specchio d’acqua, e ai margini delle tife, guardando bene,
si vedono le anitre selvatiche. E le tartarughe… C’è un merlo.
(Da: "Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert M. Pirsig, Adelphi, Milano)
619
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 03
Quale dei seguenti termini può essere sostituito a "pungenti" (secondo capoverso)?
A) Spigolosi
B) Forti
C) Cattivi
D) Diffusi
BRANI
BRANO FM 04
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nell’India tradizionale, il padre entra a far parte della vita del figlio maschio in maniera preponderante solo negli ultimi anni
della sua infanzia. Nei primi anni e in quelli centrali il rapporto tra i due era un tempo (e in gran parte del Paese continua a
esserlo) caratterizzato dalla formalità e dalla superficialità del contatto sociale quotidiano. Negli antichi racconti autobiografici i
padri, siano essi severi o permissivi, freddi o affettuosi, sono costantemente ritratti come distanti. La voce del padre, modello
primario per la costruzione del senso d’identità di un uomo, si perde tra le voci dei numerosi componenti maschili della
famiglia, la sua paternità individuale è smorzata.
Le ragioni per cui un padre tradizionale non assume un ruolo apertamente attivo nell’educazione del figlio non sono poi così
difficili da comprendere. Un padre tradizionale agisce sotto la logica della famiglia allargata. Questa esige che, allo scopo di
impedire la costituzione di cellule nucleari all’interno della famiglia, che ne distruggerebbero la coesione, un padre si trattenga
in presenza del figlio, e divida il suo interesse e il suo sostegno in maniera equa tra i propri bambini e quelli dei suoi fratelli.
Inoltre può capitare che un giovane padre sia imbarazzato a tenere in braccio il figlioletto di fronte ai membri più anziani della
famiglia, poiché quel frutto dei suoi lombi è una prova inequivocabile della sua attività, per l’appunto, “lombare”.
Un altro fatto che condiziona i padri tradizionali in India (ma comune anche ad altre società patriarcali) è la dicotomia di
genere sui ruoli e sui doveri dei genitori: vi sono cioè idee ben precise su cosa gli uomini debbano e non debbano fare nella
cura della casa e dei bambini. Giocare o prendersi cura dei propri bambini e dei neonati non rientra nelle cose che il padre
deve fare, dal momento che il suo ruolo principale consiste nell’impartire al figlio la disciplina. Come recita un proverbio
indiano del nord: “Tratta un figlio come un re per i primi cinque anni, come uno schiavo per gli altri dieci, e da quel momento in
poi come un amico”.
(Da: "Gli Indiani – Ritratto di un popolo” di Sudhir e Katharina Kakar, Neri Pozza Editore, Vicenza)
620
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 04
Qual è il significato dell'espressione "dicotomia di genere" (paragrafo 3)?
A) Differenza tra maschi e femmine
B) Obbligo legato all'appartenenza di genere
C) Importanza dei tabù che caratterizzano una cultura
D) Insieme delle regole comportamentali per gli uomini
BRANO FM 06
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il signor Utterson, avvocato, era un uomo dall’aspetto scontroso, che non sorrideva mai; di poche parole, freddo e impacciato
nella conversazione, non si lasciava facilmente andare ai sentimenti. Era magro, alto, trascurato e tetro, ma c’era in lui
qualcosa che lo rendeva amabile, nonostante tutto. Quando si ritrovava con gli amici, davanti a un buon vino, gli brillava negli
occhi una luce profondamente umana, una sensibilità che i suoi discorsi non tradivano mai, e che tuttavia non si manifestava
soltanto dopo un pranzo conviviale, in quel suo sguardo silenzioso e appagato, ma in generale, e in modo più evidente, in
tutte le sue azioni. Con se stesso era rigido: da solo beveva gin, per mortificare la sua propensione ai vini di pregio, e
nonostante amasse il teatro non ci metteva piede da vent’anni. [1] Con gli altri, invece, si dimostrava sempre tollerante, e gli
capitava di considerare con meraviglia, quasi con invidia, quella passione sfrenata, vitale, che li spingeva al crimine, sicché
anche in casi estremi era più incline a soccorrere che a condannare.
«Io sono dalla parte di Caino», era un suo stravagante modo di dire, «lascio che mio fratello se ne vada per la sua strada al
diavolo.» Per via di questa disposizione di carattere, si trovava spesso a essere l’ultima conoscenza rispettabile, l’estrema
influenza benefica, nell’esistenza di individui destinati alla perdizione, e in nessun caso, finché questi frequentavano il suo
studio, dava mai il minimo segno di cambiamento nel suo modo di trattare con loro.
(Da: "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson, La biblioteca di Repubblica, Roma, 2011)
621
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 06
Quale dei seguenti termini può essere sostituito a "incline" (passaggio 1)?
A) Bravo
B) Propenso
C) Solito
D) Facile
BRANI
BRANO FM 10
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Brevissima e angosciatissima è la vita di coloro che dimenticano il passato, non curano il presente, temono il futuro: giunti alla
fine, infelici capiscono troppo tardi di essere stati tanto a lungo affaccendati, mentre non facevano nulla. Non credere che da
questa prova sia dimostrato che essi vivono una vita lunga, dato che a volte invocano la morte: li mette in agitazione la
mancanza di esperienza, con passioni incerte e che vanno a sbattere proprio contro ciò che temono; la morte, spesso la
desiderano perché la temono.
Non si deve neppure considerare, come prova che quelli vivono a lungo, il fatto che spesso sembri loro lungo il giorno, e il
fatto che si lamentino per lo scorrere tardo delle ore, fino a che non giunga il tempo convenuto per la cena; infatti, ogni volta
che le occupazioni li hanno abbandonati, lasciati in un riposo disimpegnato, sono affannati e non sanno come disporlo e farlo
trascorrere. Tendono pertanto a qualche occupazione, e tutto il tempo che sta di tramezzo è per loro pesante.
In linea generale, dunque, tutti sono d’accordo, che nessuna cosa è possibile sia ben esercitata da chi è affaccendato, non
l’eloquenza, non le discipline liberali, dal momento che un animo tirato da una parte e dall’altra nulla profondamente accoglie,
ma tutto rigetta, come se gli fosse stato inculcato. Nulla meno appartiene a un uomo affaccendato che il saper vivere: di
nessuna cosa è più difficile la scienza.
Molti, o l’aspirazione a raggiungere le fortune altrui o il lamento per la propria, li ha tenuti legati; moltissimi, che a nulla di certo
tengono dietro, una leggerezza instabile e incostante e scontenta di sé li ha sballottati per progetti sempre nuovi; a certuni
non piace nulla verso cui dirigere la rotta, ma snervati e sbadiglianti, il destino di morte li sorprende: cosicché ciò che è stato
detto a mo’ di oracolo presso il più grande dei poeti, io non dubito sia vero: “Piccola è la parte di vita in cui viviamo
veramente”. Tutto lo spazio che rimane non è vera vita, ma tempo.
(Da: "De brevitate vitae” di Seneca, in "Dialoghi II”, a cura di G. Viansino, Mondadori, Milano, 1990)
622
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 10
Cosa succede quando gli uomini affaccendati non hanno occupazioni?
A) Si riposano tranquillamente
B) Provano angoscia e noia
C) Cercano in fretta altre occupazioni
D) Cenano
623
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 10
"Brevissima" (paragrafo 1) è un aggettivo:
A) comparativo di maggioranza
B) comparativo di uguaglianza
C) superlativo assoluto
D) superlativo relativo di maggioranza
BRANI
BRANO FM 26
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Avrebbe fucilato tutti i suoi compagni dell'accademia e del reggimento in nome della rivoluzione. Un giorno fu assegnato alla
loro truppa un commissario politico ebreo, che si faceva chiamare Nirunov, uno scrittore che sfornava giornali e proclami,
teneva discorsi incendiari prima di andare all'attacco, ed era così goffo nella conversazione quanto era abile nell'arte di
entusiasmare. Quest'uomo, brutto, miope e sciocco, s'innamorò di Nataša, che lo trattava in politica come un suo pari.
Tunda avrebbe voluto saper parlare come il commissario, e lo emulò. Fece sue le espressioni tecniche dell'uomo politico,
imparò tutto a memoria, con la bravura di un innamorato. Un giorno il commissario fu ferito, dovettero abbandonarlo. Da allora
Tunda tenne discorsi politici e scrisse proclami.
(da: "Fuga senza fine” di Joseph Roth, La Biblioteca di Repubblica, Roma, 2011)
624
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 26
Secondo quanto riportato nel brano, Tunda:
A) da quando Nirunov fu ferito e abbandonato prese a comportarsi come lui
B) era innamorato di Nataša e invidioso di Nirunov
C) era miope e sciocco
D) era un ebreo rivoluzionario
BRANO FM 39
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il sistema tedesco di ammucchiare ricchezze. Io non sono qui da molto tempo, però quel che ho potuto osservare e
constatare qui rivolta il mio sangue tartaro. Com'è vero Dio, non voglio virtù come queste! Ieri sono già riuscito a fare un giro
di dieci miglia all'intorno. Ebbene, è punto per punto proprio come nei libriccini morali illustrati dei tedeschi: dappertutto, in
ogni casa, qui c'è il suo bravo Vater, straordinariamente virtuoso ed eccezionalmente onesto. Tanto onesto, che fa paura
persino avvicinarlo. Odio le persone oneste, che fa paura avvicinare. Ogni siffatto Vater ha la sua famiglia, e alla sera leggono
tutti ad alta voce dei libri istruttivi. Sopra la casetta stormiscono le fronde degli olmi e dei castagni. C'è il tramonto del sole, la
cicogna sul tetto... e tutto è straordinariamente poetico e commovente...
Non vi adirate, generale, permettetemi di raccontare le cose con un po' di commozione. Io stesso mi ricordo che mio padre
buon'anima, anche lui sotto i tigli, nel nostro giardinetto, alla sera leggeva ad alta voce a me e a mia madre dei libri come
quelli... Perché anch'io posso giudicarne con cognizione. Ebbene ognuna di queste famiglie qui è in completa schiavitù e
sottomissione rispetto al Vater. Lavorano tutti come bestie, e tutti ammassano denaro come giudei.
(da: "Il giocatore” di Dostoevskij)
625
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 39
Verosimilmente, cosa potrebbe indicare il termine "Vater"?
A) Casa
B) Maggiordomo
C) Padre
D) Giardino
BRANI
BRANO FM 41
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Capita a volte che due persone, un uomo e una donna, nelle quali passa in quel momento il fluido misterioso e potente della
primavera, s'uniscano e mettano al mondo un bambino. Nei primi tempi della sua vita, quel piccolo essere, intriso ancora di
tutta la freschezza e beltà che costituì il sentimento dei suoi genitori, è oggetto, da parte di questi, delle più trepide e
appassionate cure. In lui, padre e madre accarezzano e contemplano, quasi incoscientemente, quella che fu la propria
recente e ineffabile felicità.
Ma a poco a poco, e cioè quando il bambino, trascorsi i primissimi anni, comincia a perdere quella certa aureola di animalità
che lo circondava, dai capelli leggeri come piume ai piedi morbidi come fiori; e i suoi sguardi, fino allora ridenti e incerti,
acquistano un'interiorità, manifestano un pensiero e annunciano quasi la capacità di un distacco da coloro che lo hanno
generato; e, in altre parole, uno sconosciuto "io" compare in quella carne con l'intento preciso di mutarla, e correggerne via
via il disegno, e finalmente (cosa che avverrà nel tempo) distruggerla: allora quella prima trionfante e come inesauribile
tenerezza dei genitori si arresta, disorientata, e, senza che essi neppure se ne avvedano, comincia a perdere rapidamente
tutta la sua forza.
(Anna Maria Ortese, "L'Infanta sepolta”)
626
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 41
Qual è il verbo da cui deriva l'espressione "se ne avvedano" (paragrafo 2)?
A) Vedersi
B) Vedere
C) Avvedersi
D) Avere
BRANO FM 45
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
[1] Hamilton ammirava sempre più lo spirito di comunità dei suoi ospiti. Lavoro agricolo, costruzione di case, irrigazione e
caccia erano questioni che riguardavano tutto il villaggio, nessuno si traeva in disparte, e ognuno dava il suo meglio.
Ripensando alle liti e alle invidie alle quali aveva assistito nelle colonie europee, gli venne in mente la vecchia frase: «Noi
selvaggi, dopo tutto, siamo uomini migliori». Furono proprio le amorevoli qualità dei suoi amici, che, per qualche giorno, lo
trattennero dall'esprimere il desiderio di proseguire il viaggio verso il lago del tabù. Dopo il suo lungo soggiorno in India
godeva finalmente della spensieratezza con la quale la maggior parte degli uomini di origine mongola affronta la vita. In India,
soprattutto nelle regioni in cui i mesi caldi diventano una tortura, e ricordano il purgatorio, dove la siccità costringe il contadino
a un riposo inattivo, ogni lavoro dei campi è fermo e il bestiame assetato continua a smagrire, dove regna una religione che
considera la vita di ognuno come la ricompensa o la punizione della vita precedente e fa naufragare in devota mancanza di
speranza ogni tentativo di migliorare la propria sorte, dove le inondazioni e la siccità sono una continua minaccia, in breve
nella maggior parte del Paese, gli uomini sono devoti a Dio e il destino pesa su di loro come una oscura nube. Certo, anche
loro celebrano feste e si concedono alla gioia, ma il tono è smorzato e si viene subito influenzati, in qualità di forestieri, dal
loro comportamento.
[2] Tutto muta quando nelle regioni settentrionali od orientali s'incontra sulle colline e sulle montagne, che qui formano il
confine dell'India, il primo uomo dagli occhi a mandorla e dagli zigomi sporgenti. Nonostante le difficoltà qui la gente è pronta
ad approfittare della minima occasione per un festeggiamento gioioso. È come se il loro riso esuberante o per lo meno il loro
lieto sorriso aspettassero di scacciare le rughe delle preoccupazioni e dei crucci.
(da: "Il bianco Sahib” di Herbert Tichy, Società Editrice Internazionale)
627
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 45
La descrizione di un "uomo dagli occhi a mandorla e dagli zigomi sporgenti" (passaggio 2) si
riferisce verosimilmente a un:
A) indiano
B) europeo
C) uomo di origine mongola
D) selvaggio
BRANI
BRANO FM 52
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
[1] Internet ha permesso al Prodotto Interno Lordo (Pil) delle principali 13 economie mondiali di crescere del 10% in 15 anni e
del 21% negli ultimi cinque. È il risultato a cui giunge un rapporto di McKinsey Global Institute. La rivoluzione Internet, inoltre,
ha sì fatto perdere 500 mila posti di lavoro, ma ne ha creati 1,2 milioni, negli ultimi 15 anni, facendo aumentare il reddito pro
capite di 500 dollari. [2] Altri studi in passato hanno confermato l'impatto benefico di Internet sull'economia (della
Commissione europea, dell'Onu e della Banca mondiale, tra gli altri), ma le stime di McKinsey fanno un passo in più: parlano
di rivoluzione che cambia i paradigmi dell'industria, facendola entrare in una nuova era. Un po' come hanno fatto i primi
strumenti meccanici nell'800.
È preoccupante per questo motivo il ritardo dell'Italia, che sconta anche la quasi totale mancanza di investimenti e attenzione
da parte del governo per l'economia digitale. Solo pochi giorni fa il numero di utenti Internet nostrani ha raggiunto la quota del
50% sulla popolazione. Contro il 70-80% nelle altre principali economie.
(da: "Web fa rima con PIL” di Alessandro Longo, in "L'espresso")
628
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 52
Secondo quanto riportato nel brano, l'Italia:
A) ha un numero di utenti Internet inferiore alle altre principali economie
B) ha un numero di utenti Internet superiore del 20-30% rispetto alle altre principali economie
C) per quanto riguarda l'industria è rimasta a una mentalità ottocentesca
D) subisce la totale mancanza di attenzione della Commissione europea
BRANO FM 54
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
I Farquar erano sposati da molti anni quando nacque il piccolo Teddy; e furono commossi dal compiacimento dimostrato dai
loro domestici, che accorsero a congratularsi portando in dono polli e uova e fiori e contemplarono estasiati la piccola testa
coperta di lanugine dorata e gli occhi azzurri del bimbo. Si felicitarono con Mrs Farquar come se avesse compiuto un miracolo
e Mrs Farquar, che ne era convinta quanto loro, ringraziò gli indigeni che la circondavano pieni di ammirazione con un sorriso
colmo di benevola riconoscenza.
[1] Un giorno, quando a Teddy vennero tagliati per la prima volta i capelli, Gideon il cuoco raccolse da terra le morbide
ciocche dorate e le tenne in mano quasi con reverenza. Poi sorrise al bimbo ed esclamò: "Piccolo Testagialla!", e da allora
quello fu per gli indigeni il nome del bambino. Gideon e Teddy erano diventati subito grandi amici. Quando aveva finito il suo
lavoro Gideon si caricava Teddy sulle spalle, lo portava all'ombra di un grande albero e là giocava con lui, costruendogli con
erba, foglie e rametti dei piccoli bizzarri giocattoli o modellando degli animali con la terra umida. Quando Teddy cominciò a
muovere i primi passi Gideon si accosciava davanti a lui e con dei mormorii di incoraggiamento lo invitava a raggiungerlo, e
quando il bimbo stava per cadere lo afferrava e lo lanciava in aria finché entrambi restavano senza fiato per il gran ridere. [2]
Mrs Farquar voleva molto bene al vecchio cuoco per via dell'affetto che dimostrava al bambino.
(da: "La magia non è in vendita” di Doris Lessing, La biblioteca di Repubblica-L'espresso)
629
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 54
Qual è il significato del termine "reverenza" (passaggio [1])?
A) Timore
B) Gioia
C) Sdegno
D) Venerazione
BRANI
BRANO FM 80
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il terribile traffico di Mosca ha una pessima reputazione già da diverso tempo, ma da un paio d’anni è addirittura percepito
come una minaccia alla stessa vita della città. All’inizio di dicembre del 2009, la prima nevicata invernale ha completamente
paralizzato la città. [1] Andrej Kolesnikov, che segue le vicende del Cremlino per il quotidiano Kommersant ed è
probabilmente il giornalista della carta stampata più noto del Paese, non è riuscito a raggiungere in tempo l’aeroporto per
partire con il primo ministro Vladimir Putin alla volta di Nizhnij Tagil. [2] Invece di riferire in dettaglio le virili avventure di Putin
nella capitale metallurgica degli Urali, il giorno dopo Kolesnikov ha raccontato ai lettori l’odissea del suo viaggio verso
l’aeroporto.
Il centro per l’analisi del traffico di Yandex, il principale motore di ricerca del paese, ha parlato del peggior ingorgo mai visto,
con macchine in coda per sei ore di fila. Quella sera un famoso blogger, critico verso il Cremlino, camminando lungo la
Moscova verso il centro della città, ha incontrato l’autista di un’ambulanza in piedi accanto al veicolo fermo. Stava lanciando
pigramente delle palle di neve contro la banchina: era rimasto bloccato nel traffico così a lungo che il paziente era morto.
L’allora sindaco Jurij Luzhkov, che negli anni si è appropriato con la moglie di una grossa fetta di Mosca, ha reagito con
decisione: ha dato tutta la colpa ai meteorologi, colpevoli di aver sottovalutato la nevicata. [3] Servono previsioni più
attendibili, altrimenti saranno guai, ha minacciato. Ma nei mesi successivi la neve ha continuato a provocare il caos. In tre
diverse occasioni gli autisti degli spazzaneve sono stati attaccati a colpi di arma da fuoco perché erano andati a sbattere
contro delle automobili. Uno degli autisti è morto, ucciso da un poliziotto fuori servizio.
(Da: "Una vita bloccati in auto" di Keith Gessen, in “Internazionale”)
630
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FM 80
Secondo quanto riportato nel brano, Nizhnij Tagil:
A) è la capitale della Russia
B) nessuna delle altre risposte è corretta
C) è l'aeroporto di Mosca
D) è la capitale degli Urali
BRANO FA 18
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Sul sito dell'Fbi la foto di Osama Bin Laden compare ancora con la scritta su sfondo rosso “deceduto”; adesso gli uomini da
prendere sono un centinaio, divisi in undici liste: la prima elenca i criminali più pericolosi, l'ultima quelli che hanno commesso
reati finanziari. Nelle ore dell'allerta attentati – lunedì il ministro dell'Interno Maroni ha detto che il rischio è alto, martedì il capo
della polizia Manganelli ha elevato i livelli di sicurezza, mercoledì il premier Berlusconi ha riconosciuto che “tutti i Paesi
democratici temono ritorsioni” – la lista più importante è quella dei terroristi.
Il ministro della Giustizia americano Eric Holder ha detto che, con il materiale sequestrato nella casa di Bin Laden ad
Abbottabad, gli Stati Uniti aggiorneranno nelle prossime ore la lista dei più ricercati aggiungendo una serie di nomi alle
vecchie conoscenze.
(Angela Manganaro – Il Sole 24 Ore)
631
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FA 18
I criminali ricercati:
A) sono tutti catalogati a seconda del tipo di reato commesso
B) sono divisi in varie liste a seconda della loro pericolosità
C) appartengono a undici liste e una di queste è per i reati finanziari
D) hanno tutti commesso reati finanziari
BRANI
BRANO FA 35
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ma voglio dirvi prima, almeno in succinto, le pazzie che cominciai a fare per scoprire tutti quegli altri Moscarda che vivevano
nei miei piú vicini conoscenti, e distruggerli a uno a uno. Pazzie per forza. Perché, non avendo mai pensato finora a costruire
di me stesso un Moscarda che consistesse ai miei occhi e per mio conto in un modo d'essere che mi paresse da distinguere
come a me proprio e particolare, s'intende che non mi era possibile agire con una qualche logica coerenza. Dovevo a volta a
volta dimostrarmi il contrario di quel che ero o supponevo d'essere in questo e in quello dei miei conoscenti, dopo essermi
sforzato di comprendere la realtà che m'avevano data: meschina, per forza, labile, volubile e quasi inconsistente. Però ecco:
un certo aspetto, un certo senso, un certo valore dovevo pur averlo per gli altri, oltre che per le mie fattezze fuori della veduta
mia e della mia estimativa, anche per tante cose a cui finora non avevo mai pensato. Pensarci e sentire un impeto di feroce
ribellione fu tutt'uno.
(Luigi Pirandello, "Uno, nessuno e centomila”)
632
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FA 35
Quale dei seguenti aggettivi definisce meglio il narratore per come lo conosciamo da questo
estratto?
A) Distruttivo
B) Pazzo
C) Ribelle
D) Confuso
BRANO FA 38
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ormai è assodato. Le agenzie di rating hanno avuto una trasmutazione genetica. Sono diventate un ogm dei mercati
finanziari. Probabilmente dannose per la salute dei listini. Erano nate come strumento di garanzia perché il loro voto era
un’assicurazione sulla solidità degli investimenti. Si sono trasformate in un elemento destabilizzante capace di far perdere
milioni di dollari o di euro a chi investe. L’ampiezza e l’incisività della trasformazione è emersa in tutta chiarezza. In mattinata
le Borse europee, sostenute dagli interventi della Bce a supporto di Italia e Spagna, avevano galoppato. Nel pomeriggio Wall
Street, condizionata dal parere negativo di S&P sui conti pubblici, ha perso terreno trascinando il resto.
Nel 2010 sono state emesse circa 270.000 valutazioni per un totale di debito analizzato pari a circa 32 trilioni di dollari, con
circa 10.000 dipendenti nel mondo. Quindi con una “produttività” di 27 analisi pro-capite.
Immaginiamo cosa significhi dare la valutazione di un Paese immenso come gli Usa. Nessuno dubita della preparazione dei
dipendenti anche se, in massima parte, si tratta di giovani, sicuramente molto efficienti ma forse non sempre di grandissima
esperienza.
In attesa di una regolamentazione a livello internazionale, l’utilizzo del rating sugli Stati sovrani va in qualche modo
riconsiderato o ridimensionato alla stregua di un semplice supporto indicativo. Un “campanello di allarme”. Non la certezza
sulla presenza dei ladri. Si deve evitare che la cieca osservanza da parte degli investitori meno esperti (e soprattutto l’uso o
abuso strumentale degli speculatori) finisca per determinare quei bruschi cambiamenti di segno degli indici finanziari che
bruciano risorse immense e hanno riflessi negativi sull’economia (e la politica) “reale”.
(di Nino Sunseri, “Libero”)
633
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FA 38
Quante valutazioni si stima che faccia ogni dipendente di un’agenzia di rating?
A) Due/tre alla settimana
B) Una al mese
C) 27 al mese
D) Due/tre al mese
BRANI
BRANO FG 49
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Gambe e braccia d'acciaio nella danza siderale di Wayne McGregor
Un uomo e una donna danzano nella penombra della scena illuminata dalle fiaccole tenute in mano da quattro performer che
delimitano il perimetro di azione. Simili a primigeni guardiani della notte di un avamposto da difendere, ma anche a guardie di
un fantascientifico mondo siderale, uno dopo l'altro usciranno silenziosamente lasciando la coppia nel buio.
A rischiararli ulteriormente c'é, per fondale, un pannello bianco puntellato da filiformi lampade al neon che, con effetti
cangianti di luci bianche, diventerà universo stellare, monitor digitale di numeri che segnano un tempo sempre più veloce,
panorama lunare, display di interferenze tecnologiche. Alzandosi e abbassandosi segnerà, insieme alla musica
elettroacustica aggressiva e lirica, violenta e astrale, tellurica e rugiadosa di Ben Frost, l'atmosfera dello spettacolo. “Far” è
una prolungata, complessa, imprevedibile sequenza coreografica, che segna un nuovo impulso creativo nella
sperimentazione di Wayne McGregor.
Rivelatosi al pubblico italiano nel 2008 con “Entità” (spettacolo che ritorna al Ravenna Festival l'11 giugno), il quarantenne
coreografo britannico, che vanta collaborazioni internazionali e commissioni dalle più prestigiose istituzioni, appassionato di
scienze neurologiche, continua a esplorare il corpo nella sua relazione con la musica, indagandone le molteplici possibilità
meccaniche e cerebrali dettate dal movimento interno. Se l'incipit è molto intellettualistico – il titolo “Far”, infatti, è l'acronimo
del volume di Roy Porter “Flash in the age of reason", un trattato filosofico su corpo e anima all'epoca dei Lumi – il risultato è
un'affascinante composizione ad alto tasso emozionale, che non richiede affatto la conoscenza del libro in questione.
McGregor parte da questo studio per avventurarsi in un processo coreografico di percezione e movimento che genera un
vocabolario di precisione matematica e, nello stesso tempo, di imprevedibile destrutturazione. Su una solidissima base
classica i dieci giovani danzatori della Random Dance Company creano assoli mozzafiato fuoriuscendo dal buio e isolati in
quadrati di luce; si stagliano a gruppo scolpiti in controluce; formano coppie, terzetti, quartetti con interscambi che sfumano
l'uno dentro l'altro; intrecciano trame gestuali astratte che sbalordiscono per la continua tensione.
Braccia e gambe come d'acciaio tirate all'estremo disegnano linee pure continuamente spezzate, che rimandano alla
grammatica di William Forsythe; e poi torsioni di busti e squilibri di peso; velocità e rilassamento: materiale gestuale
esasperato, fluido, dinamicissimo, che detta nuove configurazioni anatomiche e traiettorie spaziali inedite.
Di conseguenza si modellano nuove forme fisiche, dinamiche, armoniche. È come se vista, udito e olfatto, sollecitati
internamente, trovassero nuove espressioni e azioni esterne per comunicare. E la comunicazione fra le coppie diventa
scontro, irrigidimento, seduzione, fuga, avviluppamento, passione. McGregor ci racconta anche questo, ma liberando gesto e
mente da qualsiasi idea di narrazione. Perché la sua danza è astratta evocazione di un mondo interiore dirompente. Che
necessita del corpo, e della sua imprevedibile forza, viscerale e istintiva.
"Far", regia e coreografia Wayne McGregor, musica Ben Frost, costumi Moritz Junge, set design Random International, luci
Lucy Carter. All'Auditorium Conciliazione di Roma per la rassegna Tersicore.
(di Giuseppe di Stefano, Il Sole 24 Ore)
634
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FG 49
Le coreografie di McGregor si basano:
A) sull'introspezione e sulla profondità delle emozioni
B) sulla fisicità
C) sull'espressività
D) sull'astrattismo
BRANI
BRANO FH 56
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Si dice che “ogni figura racconta una storia”, e questa asserzione generale vale per gran parte dell’arte, se si eccettua la
“mera” decorazione geometrica. Ma voglio appunto evitare di analizzare la “storia”: quell’aspetto dell’opera d’arte che può
facilmente essere ridotto in parole (la “mitologia” relativa al soggetto) non è ciò di cui voglio discutere. Non parlerò neppure
dell’inconscia mitologia del simbolismo fallico, se non alla fine.
Voglio occuparmi di quale importante informazione psichica si trovi nell’oggetto artistico a prescindere da ciò che esso possa
“rappresentare”. “Le style est l’home même” (“Lo stile è l’uomo”, Buffon). Che cosa è implicito nello stile, nei materiali, nella
composizione, nel ritmo, nell’abilità tecnica e così via?
È chiaro che questo soggetto comprenderà la decorazione geometrica insieme con gli aspetti compositivi e stilistici delle
opere di contenuto più rappresentativo.
I leoni di Trafalgar Square sarebbero potuti essere aquile o mastini ed egualmente esprimere gli stessi (o analoghi) messaggi
sull’impero e sulle premesse culturali dell’Inghilterra ottocentesca. Eppure, quanto diverso sarebbe potuto essere il loro
messaggio se fossero stati fatti di legno!
Ma il “fatto” di rappresentare è in sé significativo. I cavalli e i cervi estremamente realistici di Altamira non concernono certo le
stesse premesse culturali dei neri contorni assai stilizzati di un periodo successivo. Il “codice” tramite il quale gli oggetti o le
persone (o gli enti soprannaturali) percepiti sono trasformati in legno o in colori è una sorgente d’informazione sull’artista e la
sua cultura.
Sono proprio le regole della trasformazione che m’interessano: non il messaggio, ma il codice.
Il mio fine non è strumentale: non voglio, una volta scoperte le regole della trasformazione, impiegarle per “scomporre la
trasformazione” o “decodificare” il messaggio. Tradurre l’oggetto artistico in mitologia e poi esaminare quest’ultima sarebbe
solo un modo elegante per negare il problema: “Che cos’è l’arte?”.
La mia indagine, dunque, non è sul significato del messaggio, quanto piuttosto sul significato del codice scelto.
(da: G. Bateson, “Verso un’ecologia della mente”, Milano, Adelphi)
635
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FH 56
L'autore è interessato:
A) al codice
B) al messaggio
C) a scomporre la trasformazione
D) a tradurre l'oggetto artistico in "mitologia"
636
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FH 56
Il problema "Che cos'è l'arte?":
A) è ciò su cui si basa l'indagine dell'autore
B) sarebbe negato esaminando l'oggetto artistico
C) è strumentale alla decodifica del messaggio
D) sarebbe negato nella traduzione dell'oggetto artistico in mitologia
BRANI
BRANO GC 60
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Oggi, nella maggior parte dei paesi avanzati, il calcolo del tasso di disoccupazione si basa sulle indagini sulle famiglie. In
Europa, questa indagine è chiamata “Labour Force Survey” (Lfs) ed è basata su interviste a un campione rappresentativo di
individui. Ogni persona viene classificata come occupata se, nella settimana che precede quella in cui viene condotta
l’intervista, ha svolto almeno un’ora di lavoro retribuito in una qualsiasi attività. Nell’Unione Europea, stime basate su Lfs
mostrano che, nel 2008, il tasso medio di disoccupazione era pari al 7,1%. Negli Stati Uniti, viene condotta un’indagine
chiamata “Current Population Survey” (Cps), basata su interviste mensili a 50.000 famiglie. L’indagine classifica un individuo
come occupato se svolge attività lavorativa al momento dell’intervista e come disoccupato se non ha un lavoro ma ha
compiuto almeno un’azione di ricerca nelle ultime quattro settimane. Stime basate sul Cps mostrano che, nel 2006, 144,4
milioni di persone in media erano occupate e sette milioni disoccupate, quindi il tasso di disoccupazione era pari al 4,6%
circa.
Notate che solo chi è in cerca di un lavoro è considerato disoccupato; coloro che invece non lavorano, ma non stanno
nemmeno cercando un lavoro, sono considerati fuori dalla forza lavoro. Quando la disoccupazione è alta, alcune delle
persone senza un lavoro smettono di cercarne uno e quindi non sono più considerate disoccupate. Queste persone prendono
il nome di “lavoratori scoraggiati”. Considerate un esempio estremo: se tutti i lavoratori senza un’occupazione rinunciassero a
cercarne una, il tasso di disoccupazione sarebbe uguale a zero. Questo farebbe del tasso di disoccupazione un indicatore
poco affidabile di cosa sta succedendo nel mercato del lavoro. L’esempio è evidentemente estremo; in pratica, quando
l’economia rallenta, di solito si osserva sia un aumento della disoccupazione sia un aumento del numero di persone che
escono dalla forza lavoro.
(da: O. Blanchard, A. Amighini, F. Giavazzi, “Scoprire la macroeconomia”, Il Mulino, 2010)
637
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GC 60
Secondo le indagini di cui si parla nel brano, i “lavoratori scoraggiati” sono:
A) fuori dalla forza lavoro
B) disoccupati
C) sette milioni negli Stati Uniti
D) poco affidabili
BRANI
BRANO GC 75
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Per alcuni sono lo strascico della generazione X, quella scettica, disincantata, post-ideologica. Sono gli ultimi arrivati di una
prole nichilista, neanche troppo sfortunata, rammollita dagli agi, incapace di rivoluzioni, forse appena di evoluzioni. Per altri
sono la prova del proprio fallimento. Quelli da compatire, i nipoti a cui chiedere scusa. Con tutti quei debiti da pagare e poi le
pensioni e quel lavoro fisso che non vedranno mai.
E se i giovani fossero altro? Mentre la flessibilità è costretta da riforme mancate alla sua versione più feroce, il precariato, una
nuova generazione di italiani si sta trasformando silenziosamente.
Si potrebbe prendere in prestito un nome dalle scienze dei materiali. Si potrebbe definirli i "resilienti". Come certe sostanze
che si adattano agli urti, sono reattivi e plastici. Flessibili davanti a ogni rigida resistenza. Nel momento in cui la crisi porta al
pettine i nodi del sistema, i resilienti si districano tra i rimbalzi dello stage, i labirinti interinali e l'ossigeno a progetto,
imparando a riconoscere i peggiori difetti di chi li aveva preceduti e diventando altro.
Sul loro biglietto da visita non c'è un dott. o un rag., ma nome e cognome accompagnati dalle figlie delle ambizioni mortificate
e dei cambi di rotta: le loro esperienze frammentate, solo talvolta legate ai titoli di studio. Sono i laureati in fisica, diventati
panettieri, poi insegnanti e infine web designer. Questi nuovi italiani sanno che non avranno carriere lineari predefinite, ma
percorsi professionali variegati e ciclici.
Nel frenetico tentativo di trovare una collocazione, hanno imparato a credere nei principi neo-borghesi della meritocrazia e
dello sforzo, ma anche nel dono e nello scambio. I resilienti si sono formati imparando le lingue degli altri, viaggiando e
vivendo in mezzo ai "diversi da noi", tra i quali sono finiti per studiare o lavorare. Hanno conosciuto giovani donne con ruoli
che in Italia sono ricoperti da maschi anziani. Hanno scritto curricula dove è illegale mettere la data di nascita. Hanno visto
coetanei cambiare continuamente lavoro e avere figli. Hanno frequentato scuole con allievi di ogni età. Hanno incontrato
persone che davanti a nuove idee non hanno risposto «… perché no», ma «Perché no?».
Questi italiani hanno i tratti dell'uomo postmoderno a suo agio nelle contrazioni telematiche dello spazio e del tempo. Il
confronto con la tecnologia gli viene delegato con sufficienza da chi, sopra di loro, la teme o rifiuta. Grazie a lei hanno
imparato a muoversi fra le pieghe della storia, dell'arte e della cultura, a non aver paura del passato, ad accorciare le distanze
nel presente. Vivono dolorosamente l'accerchiamento di strutture statiche in una periferia dell'Occidente dove le voci forti
sono quelle degli ipergarantiti, dei fedelissimi del posto fisso, del sissignore e unamanolavalaltra. Intanto si chiedono se
Darwin avesse ragione, se vinca davvero la specie che si adatta meglio ai cambiamenti, se il futuro sarà loro, di questi nuovi
italiani, dei resilienti.
(da: Valentina Parasecolo, “Se ha ragione Darwin, i giovani giusti ci sono già”, Il Sole 24 Ore)
638
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GC 75
Secondo l’autrice, qual è il problema principale della struttura socio-lavorativa con cui devono
combattere i giovani?
A) L’ubbidienza cieca e incondizionata che si richiede agli ultimi arrivati
B) La scarsa rotazione di personale poco qualificato
C) La corruzione e l’incompetenza di chi comanda
D) L’immobilità e la difficoltà nel far ascoltare la loro voce, se privi di conoscenze importanti
BRANI
BRANO GD 87
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nettamente distinto in tre episodi di uguale durata (circa 20 min. ciascuno), "Fear and Desire" propone, con tutti i limiti propri
di un'inesperta opera giovanile, la poetica completa di Kubrick. Se il futuro grande autore non esordisce con una pellicola
eccezionale (peraltro anche il successivo "Killer's Kiss" non è un lavoro memorabile), ciononostante i temi appaiono già
estremamente ben delineati, al punto che essi non subiranno più sostanziali mutamenti di prospettiva, limitandosi Kubrick a
un loro ossessivo approfondimento e ampliamento, mediante anche una loro continua ricollocazione in differenti coordinate
spazio-temporali. Laddove Fellini, Antonioni, Pasolini o Visconti esordiscono con opere prime sorprendenti, che segnalano
autori già fortemente caratterizzati, Kubrick, pur tentando anch'egli fin dall'inizio "l'opera d'arte" alta e personale seppur
travestita da film bellico, approda però a un esito modesto, penalizzato soprattutto dai dialoghi verbosi e letterari.
Ciò che colpisce, col senno di poi, è la presenza delle tematiche fondamentali del suo futuro cinema. Il film dipinge l'uomo
quale pura aggressività, quale spietata macchina da guerra: nella prima parte la spinta alla sopraffazione agisce in relazione
alla fame (l'assalto alla pattuglia nemica, l'appropriarsi del loro "stufato" dopo averli uccisi); nella seconda essa agisce in
rapporto all'istinto sessuale (la cattura della ragazza, la tentata violenza, la fuga e la morte della giovane); nella terza essa si
manifesta sia come ossessione/competizione/duello (nell'impresa contro il Generale, Mac sembra dare un senso alla propria
"inutile" esistenza), sia come istinto di autoconservazione (il furto dell'aeroplano e la salvezza).
La concezione hobbesiana della vita come lotta senza quartiere, come guerra di tutti contro tutti, esordisce ora nel cinema di
Kubrick per rimanervi, radicata e centrale, fino ad "Eyes Wide Shut". Nell’astratta foresta, luogo universale dell'esistere,
attraversata da un fiume il cui scorrere allude all'indifferente passare delle ore e dei giorni, gli uomini si affrontano decisi a
combattere per soddisfare le proprie pulsioni primarie: la fame, il desiderio sessuale, l'istinto aggressivo finalizzato alla propria
autoconservazione ovvero il duello "utile alla vita" oltre che manifestazione ineludibile dell'umano spirito di competizione.
(da: G. Rausa, "Fear and Desire: pulsioni primarie in uno schizzo d'autore (1953)" http://www.giusepperausa.it)
639
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GD 87
Quale, tra i seguenti, NON è un tema affrontato da Kubrick in “Fear and desire”?
A) Lo spirito di autoconservazione che porta ad atti aggressivi
B) La brutalità collegata all’istinto sessuale
C) La violenza dell’uomo spinto da bisogni primari come la fame
D) Il potere disumanizzante della guerra sugli uomini
640
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GD 87
Quale delle seguenti affermazioni sulla visione di Kubrick della natura umana è coerente con quanto
esposto nel brano?
A) L’uomo diventa aggressivo solo in circostanze estreme, come i conflitti bellici
B) L’uomo sfoga la propria aggressività sui più deboli, in particolare sulle donne
C) Gli uomini tendono a prevaricare gli uni sugli altri per soddisfare i propri bisogni
D) Gli uomini, posti in situazioni molto dure, tendono a sviluppare la propria capacità di risolvere i problemi
BRANI
BRANO GD 89
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Una giovane numeraria, nella penombra della sua stanza, si frusta ripetutamente con violenza, e nello stesso momento un
gruppo di banchieri nei loro eleganti gessati grigi si stringono attorno a una tomba, in una cripta sotterranea, per saldare con
la preghiera il loro patto indissolubile. In un'altra parte del mondo, un ragazzo che ha compiuto la stessa scelta di vita stringe
attorno alla propria coscia un cilicio di metallo le cui punte gli trafiggono la carne, e nello stesso istante, in una cerimonia con
capi di Stato e di governo, ministri e intellettuali, industriali e finanzieri tra i presenti, un discusso sacerdote spagnolo di nome
Josemarìa Escrivà de Balaguer viene fatto santo.
In queste immagini così forti e contraddittorie sta tutto il mistero di una realtà che, come un miraggio che appare e scompare,
si sottrae alla definizione e all'indagine. Un mondo per molti aspetti sotterraneo, quasi una dimensione parallela, che si
affianca a quella conosciuta e visibile. L'Opus Dei, infatti, è segreta come «una setta», eppure alla luce del sole; è misteriosa
nei suoi rituali, ma dotata persino di un proprio sito Internet entra, attraverso i suoi uomini, nell'attività di banche, industrie,
partiti politici, sebbene sia dedita a opere di carità; viene spesso chiamata in causa quando si verificano clamorosi crac
finanziari, tuttavia è sempre in sella quando è di scena il grande capitale. Ottantacinquemila membri in tutto il mondo. Fondata
dal sacerdote spagnolo Escrivà de Balaguer nel 1928 e diventata Prelatura personale nel 1983. Una straordinaria capacità di
penetrazione negli ambienti che contano, non solo in Europa. Anche negli Stati Uniti, in America Latina e addirittura in India
l'Opera va conquistando spazi importanti nei settori strategici della società: economia, mass media, finanza, industria, politica,
ricerca scientifica, organizzazioni internazionali. E attraverso una visione del mondo tecnocratica e conservatrice sta
letteralmente rivoluzionando una parte sempre più consistente del mondo cattolico. Il successo avuto in particolare negli ultimi
venticinque anni è impressionante. Sostenuta con forza da papa Wojtyla – che ha avuto un ruolo centrale nell'ottenimento da
parte dell'Opus Dei della Prelatura personale, lo status giuridico che ne fa una "Chiesa nella Chiesa" – l'Opera ha contribuito
in maniera decisiva a esprimere anche il nuovo pontefice, Joseph Ratzinger.
(da: F. Pinotti, “Opus Dei segreta”, Rizzoli, 2011)
641
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GD 89
Nel primo paragrafo del brano l’autore, descrivendo diverse scene, vuole:
A) dare risalto alla struttura internazionale dell’Opera e al suo radicamento in ambienti esclusivamente
potenti
B) sottolineare la natura contrastante e indefinibile dell’Opus Dei e il suo potere
C) mettere in luce l’aspetto classista dell’Opus Dei
D) fare una carrellata dei principali rituali che attuano i membri dell’Opera
642
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GD 89
Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal brano?
A) L’Opera si occupa anche di attività filantropiche
B) L’Opus Dei è finanziariamente molto influente
C) L’Opera ha un’anima intellettuale e una politica, che è meno visibile
D) Wojtyla ha appoggiato l’Opus Dei durante il suo papato
BRANI
BRANO GF 49
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La guerra mondiale fece precipitare la crisi nella quale si dibatteva da tempo l’Impero russo. Sarebbe naturalmente erroneo
ritenere che il conflitto avesse in qualche misura determinato questa crisi; ma sarebbe altrettanto erroneo ritenere che esso
abbia avuto una scarsa importanza nel determinare il collasso dell’autocrazia zarista, responsabile di uno stato di arretratezza
che si traduceva in un'inferiorità tecnica e produttiva che era alla radice dei rovesci militari.
I sintomi della debolezza dell’Impero zarista si erano registrati nei primi anni del secolo in occasione della guerra russogiapponese: già allora la negativa prova militare aveva avuto come contraccolpo un’insurrezione che aveva denunciato il
profondo fossato che divideva l’autocrazia del Paese, e aveva posto il problema di soddisfare non solo delle rivendicazioni di
carattere sociale, ma anche delle fondamentali esigenze di natura politica.
Un processo di industrializzazione era cominciato in Russia nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. In connessione con l’inizio di
questo processo, l’intellettualità si era resa conto che l’evoluzione del Paese non poteva essere frutto di azioni individuali
sfocianti nel terrorismo, ma sarebbe stata frutto dell’evoluzione dei rapporti economici, i quali tuttavia erano segnati da
un’intrinseca contraddizione, dal momento che nello stesso tempo in cui la politica economica si orientava verso
l’industrializzazione, non si intendeva intaccare i rapporti di tipo precapitalistico esistenti nelle campagne. Il decollo industriale
fu reso possibile dall’adozione di una politica protezionistica, dalla compressione dei salari operai e dall’ancoraggio del rublo
all’oro, fattori che richiamarono in Russia capitali stranieri attratti dai profitti molto elevati che in tale contesto era possibile
realizzare. Il settore che registrò gli investimenti più cospicui fu quello delle costruzioni ferroviarie: il suo sviluppo determinò
l’incremento delle industrie estrattive del ferro e del carbone e la formazione d’una industria metalmeccanica, mentre si
ebbero considerevoli progressi anche nel settore tessile e in quello della produzione petrolifera nella zona transcaucasica.
L’afflusso del capitale estero fu molto massiccio: esso nel 1890 costituiva 1/3 del capitale delle società russe e nel 1900
addirittura il 50%.
L’industria russa nacque con un alto livello di concentrazione, che non fu però determinata da un processo di selezione
operato dalla concorrenza e venne a creare un forte squilibrio tra poche regioni industrializzate e il resto del Paese, nel quale
rimasero pressoché intatti rapporti di produzione di tipo assolutamente arretrato. Questa situazione pose il problema dei
rapporti tra un proletariato industriale dotato, per la sua stessa concentrazione, di una notevole forza d’urto sociale e politico,
e un mondo contadino in preda a una profonda miseria e dotato di istituzioni e strutture comunitarie passibili [1], in
prospettiva, di sviluppo o di distruzione. Si affacciò allora l’idea che non esistesse uno schema unico di sviluppo che
obbligasse tutti i Paesi ad attraversare una fase capitalistica simile a quella che avevano attraversato i Paesi industrializzati
dell’Europa occidentale, e che la Russia sarebbe potuta arrivare al socialismo percorrendo una via diversa.
I "socialdemocratici" russi tuttavia, con alla testa Plechanov, criticarono questa prospettiva e sostennero che il passaggio
attraverso uno stadio di capitalismo sviluppato sarebbe stato inevitabile anche per la società russa, e che quindi le forze
veramente rivoluzionarie dovevano essere identificate nella borghesia liberale e nella classe operaia, mentre il proletariato
doveva favorire la rivoluzione liberale borghese.
(Archivio Selexi)
643
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GF 49
Quale dei seguenti fattori NON ha giocato un ruolo nel determinare o nell'aggravare la crisi
dell'Impero russo?
A) La guerra mondiale
B) La guerra russo-giapponese
C) L'aumento degli investimenti stranieri in Russia
D) L'autocrazia zarista
644
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GF 49
Quale dei seguenti aggettivi descrive correttamente l'industria al momento della sua nascita in
Russia?
A) Arretrata
B) Concorrenziale
C) Concentrata
D) Autofinanziata
BRANI
645
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GF 49
Quale dei seguenti titoli meglio sintetizza il contenuto del brano?
A) Il partito social-democratico di Plechanov
B) Nessuna delle altre alternative è corretta
C) Le industrie estrattive nella Russia del primo Novecento
D) Le conseguenze della guerra russo-giapponese
BRANO GG 42
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
"Tabù" è una parola polinesiana che ci è difficile tradurre, perché non possediamo più il concetto a cui tale termine si riferisce.
Per gli antichi romani il concetto era ancora familiare: il latino "sacer" è concetto identico al tabù dei polinesiani. Anche lo
"hágos" dei greci, il "kodausch" degli ebrei deve aver coinciso, quanto a significato, con ciò che i polinesiani definiscono
mediante il termine di tabù, e che molti altri popoli d'America, d'Africa (Madagascar), dell'Asia settentrionale e centrale
esprimono attraverso analoghe definizioni.
Per noi il significato del tabù si distingue in due accezioni opposte. Da un lato vuol dire: santo, consacrato. Dall'altro lato:
inquietante, pericoloso, impuro. L'opposto del tabù si chiama in lingua polinesiana "noa", ossia "usuale", "generalmente
accessibile". Di conseguenza nel concetto di tabù [1] è implicita un'idea di riserva; infatti il tabù si esprime essenzialmente in
divieti e restrizioni. Il significato del tabù potrebbe coincidere spesso con la nostra espressione "orrore sacro".
Le restrizioni derivanti dal tabù sono diverse dai divieti religiosi o morali. Non vengono ricondotte al comandamento di un dio,
ma, propriamente parlando, si vietano da sé stesse; ciò che le distacca dalle proibizioni morali è il mancato inserimento in un
sistema che dichiari necessarie in termini assolutamente generali certe astensioni e che giustifichi anche tale necessità.
Le proibizioni derivanti dal tabù sono prive di qualsiasi giustificazione; la loro origine è sconosciuta; incomprensibili ai nostri
occhi, appaiono ovvie a coloro che vi sono soggetti. Wundt definisce il tabù come il più antico codice di leggi non scritte
dell'umanità. È un'ipotesi generalmente accettata che il tabù sia più antico degli dei e che risalga a tempi anteriori a ogni
religione.
Poiché ci occorre una descrizione imparziale del tabù, se vogliamo farne oggetto di un esame psicoanalitico, citerò qui alcuni
estratti dall'articolo che l'Enciclopedia britannica dedica alla voce "Taboo", redatta dall'antropologo Northcote W. Thomas.
"In senso più lato si possono distinguere diversi generi di tabù: 1) naturale o diretto, che è il risultato del "mana" (forza
misteriosa) inerente a una persona o cosa; 2) trasmesso o indiretto, che procede anch’esso dal "mana", ma è o a) acquisito
oppure b) imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro; 3) intermedio, ove sono presenti entrambi i fattori, come
nel caso di una moglie fatta propria dal marito". […]
Non vi è dubbio che all’inizio la punizione per la trasgressione di tabù è affidata a una disposizione interiore che opera in
maniera automatica: [2] il tabù violato si vendica da sé. Quando successivamente sorgono rappresentazioni di dei o di spiriti,
con i quali il tabù entra in relazione, ci si aspetta una punizione automatica dalla potenza della divinità. In altri casi,
probabilmente in conseguenza di un’ulteriore evoluzione del concetto, è la società che si assume il compito di punire il
temerario, il cui modo di procedere ha messo in pericolo i compagni. In tal modo anche i primi sistemi penali dell'umanità si
riallacciano al tabù. "La violazione di un tabù rende a sua volta il trasgressore tabù". Alcuni pericoli derivanti dalla
trasgressione di un tabù possono essere scongiurati mediante cerimonie di espiazione e purificazione.
La fonte del tabù si ritiene
è una particolare forza magica insita in persone e in spiriti, e da questi può essere trasmessa
mediante oggetti inanimati. "Persone o cose considerate tabù possono essere paragonate con oggetti carichi di elettricità;
sono la sede di un tremendo potere trasmissibile per contatto e si scatenano con effetti funesti se gli organismi che provocano
la scarica sono troppo deboli per resisterle; la conseguenza della violazione di un tabù dipende sia dall'intensità dell’influsso
magico insito nell'oggetto o persona tabù, sia dalla forza del "mana" che si oppone, nel trasgressore, a questa forza.
(da: S. Freud, "Totem e Tabù")
646
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GG 42
Quale dei seguenti termini NON è sinonimo di tabù?
A) Impuro
B) Sacer
C) Kodausch
D) Noa
BRANI
647
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GG 42
L'autore del brano sostiene che:
A) il tabù è precedente a ogni forma di religione
B) le proibizioni derivanti dal tabù hanno una loro precisa giustificazione
C) i divieti derivanti dal tabù sono simili a quelli religiosi o morali
D) nessuna delle altre risposte è concorde con quanto affermato dall'autore
648
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GG 42
Quale dei seguenti titoli meglio sintetizza il contenuto del brano?
A) I tabù del ventesimo secolo
B) Rapporto tra tabù e religione
C) Il significato di tabù secondo l'Enciclopedia britannica
D) Origine e significato dei tabù
649
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GG 42
Il carattere del brano è:
A) politico
B) giornalistico
C) polemico
D) divulgativo
BRANO HM 08
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Fabrizio si buttò giù per le scale, poi, arrivato sulla piazza, si mise a correre. Era appena arrivato davanti al castello di suo
padre che il campanile suonò le dieci. Ogni colpo gli echeggiava dentro, a mettergli addosso uno strano turbamento. Si fermò.
Voleva riflettere, anzi, voleva lasciarsi andare alla commozione che la vista di quella casa, guardata con tanta freddezza il
giorno prima, gli ispirava adesso. Un rumore di passi venne a risvegliarlo dalle sue fantasticherie. Si guardò intorno. Era in
mezzo a quattro gendarmi. Fabrizio aveva intorno alla cintura due ottime pistole appena caricate. Alzò il cane. Il rumore attirò
l’attenzione dei gendarmi, gli fece correre il rischio di essere arrestato. Era in pericolo e decise che avrebbe sparato per
primo. Per fortuna, i gendarmi, che stavano girando per il paese a far chiudere le osterie, non si erano certo dimostrati
insensibili alle premure che gli erano state usate in molti di quei simpatici locali, e così non furono molto pronti a fare il loro
dovere.
(Archivio Selexi)
650
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO HM 08
I gendarmi non arrestano prontamente Fabrizio perché:
A) sono alticci
B) hanno ottenuto elargizioni che ben li dispongono verso il prossimo
C) sono persone indulgenti verso il prossimo
D) non hanno l'autorizzazione ad arrestarlo
BRANI
651
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO HM 08
La vista del castello paterno suscita in Fabrizio:
A) un sentimento di nostalgia del passato
B) ricordi spiacevoli
C) un'emozione interiore
D) rancore
BRANI
652
Secondo una ricerca elaborata da AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), l'anno
scorso in Italia c’è stata una diminuzione del 3,7% dei consumi alimentari convenzionali, ma la
crescita del biologico ha sfiorato il 9%. L’Italia ha inoltre conquistato la leadership in Europa per le
esportazioni di prodotti biologici, che valgono oltre un miliardo di euro.
A) Secondo AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, l’anno scorso i consumi alimentari
tradizionali sono calati, in Italia, di quasi il 4%, mentre la crescita del biologico ha superato il 9%. Siamo
così diventati il paese europeo che esporta più prodotti biologici (oltre un miliardo di euro di valore).
B) Secondo AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, mentre i consumi alimentari tradizionali
sono in costante decrescita (meno 3,7% lo scorso anno), quelli di prodotti biologici sono invece in
crescita (+ 9% lo scorso anno). Questo si riflette positivamente anche sull’export, dato che, con oltre 1
miliardo di euro di fatturato, siamo leader europei del settore bio.
C) Oltre un miliardo di euro: è questo il valore delle esportazioni di prodotti italiani biologici che, secondo
AIAB, ci rende leader europei del settore. Il settore cresce anche in Italia (+ 9% lo scorso anno), mentre i
prodotti alimentari tradizionali l’anno scorso hanno fatto registrare oltre il 4% in meno di vendite.
D) L’associazione AIAB ha rilevato che lo scorso anno, in Italia, i consumi alimentari convenzionali sono
diminuiti del 3,7%, mentre il biologico è cresciuto di circa il 9%. Il nostro paese è inoltre leader europeo
per quanto riguarda le esportazioni di prodotti bio, che valgono più di un miliardo di euro.
653
Ricaricare un’auto elettrica con energia a costo zero, riutilizzando una risorsa che altrimenti
andrebbe sprecata. È il sogno di ogni convinto ecologista e ora è una realtà grazie al progetto
Train2Car gestito, a Madrid, dalla metropolitana della capitale spagnola e finanziato dal programma
INNpacto 2011 del Ministero dell’Economia e della Competitività. Grazie a un particolare punto di
ricarica, che è stato battezzato “Metrolinera” (termine mutuato da “gasolinera”, distributore in
spagnolo) gli automobilisti madrileni che guidano un’auto elettrica possono ora fare il pieno nei
giorni feriali, dalle 8 alle 21, senza alcun costo e sfruttando l’energia elettrica recuperata dai
convogli della Metro durante i rallentamenti e le frenate.
A) A Madrid è nata la “Metrolinera”, il sogno di ogni ambientalista. Si tratta di una stazione di ricarica
gratuita per automobili elettriche, che sfrutta l’energia dispersa dai convogli quando rallentano o frenano.
L’avveniristico progetto è stato reso possibile grazie al gestore della metropolitana madrilena e al
Ministero dell’Economia e della Competitività, ma per ora non funziona ancora 24 ore su 24.
B) A Madrid, grazie alla società che gestisce la metropolitana e al Ministero dell’Economia e della
Competitività, sarà presto possibile ricaricare la propria auto elettrica a costo zero utilizzando l’energia
dispersa dai convogli della Metro durante i rallentamenti e le frenate. Il punto di ricarica sarà uno solo,
detto “metrolinera” (calco del termine spagnolo “gasolinera”, cioè distributore di benzina), e sarà attivo
nei soli giorni feriali dalle 8 alle 21.
C) Chi ha un’auto elettrica a Madrid oggi può realizzare il sogno di ogni ambientalista: riutilizzare energia
che andrebbe sprecata (in questo caso, quella di rallentamenti e frenate dei treni della metropolitana),
per ricaricare il proprio veicolo. Questo è possibile grazie a un progetto gestito dalla rete di trasporto
locale e finanziato dal Ministero dell’Economia e della Competitività tramite il progetto INNpacto 2011,
che consente ai madrileni di rifornirsi di energia elettrica gratuita presso la “Metrolinera” (dallo spagnolo
“gasolinera”, cioè distributore di benzina) tutti i giorni dalle 8 alle 21.
D) Il sogno ecologista di un’auto elettrica a costo zero è ora realtà a Madrid dove, grazie al progetto
Train2Car, gestito dalla metropolitana della città con fondi erogati dal Ministero dell’Economia e della
Competitività grazie al progetto INNpacto 2011, l’energia elettrica recuperata durante rallentamenti e
frenate dei treni della metropolitana può essere usata per caricare le auto elettriche a costo zero. Il
rifornimento si può fare nei giorni feriali dalle 8 alle 21 in un punto di ricarica detto “Metrolinera” (dal
nome spagnolo del distributore di benzina: gasolinera).
BRANI
654
La “Nightmares fear factory” è un’attrazione turistica costruita nel luogo in cui prima sorgeva una
fabbrica di bare, vicino alle cascate del Niagara, in Canada. Il successo del posto si basa su una
leggenda legata al proprietario della fabbrica, Abraham Mortimer. Nel corso di un battibecco con dei
teppisti, Mortimer rimase ucciso da alcune bare cadutegli addosso e i teppisti riuscirono a
scappare. Pochi giorni dopo il funerale, la bara di Mortimer fu trovata aperta e vuota e secondo la
leggenda il suo fantasma ora si aggira per l’edificio dell’ex fabbrica in cerca di vendetta. I visitatori
della "Nightmares fear factory" seguono un percorso all’interno dell’edificio, quasi sempre al buio, e
hanno una parola di sicurezza, "incubi", che possono usare in qualsiasi momento per farsi scortare
fuori dalla casa.
A) La “Nightmares fear factory” è un’ex fabbrica di bare canadese, non lontana dalle Cascate del Niagara,
che oggi attira i turisti grazie al fantasma del suo ex proprietario, morto durante una lite con dei teppisti a
causa della caduta di alcune bare. La sua bara fu trovata aperta e vuota dopo il funerale, e la leggenda
vuole che l’uomo si aggiri per l’edificio in cerca di vendetta. Chi lo desidera, può visitare l’edificio e, in
caso di esperienze particolarmente spaventose, può chiedere di uscire dicendo: “incubi”.
B) Secondo una leggenda, vicine alle Cascate del Niagara, in Canada, c’è un’ex fabbrica di bare infestata
dal fantasma del suo ex proprietario, Abraham Mortimer, morto schiacciato da una bara per colpa di
alcuni teppisti. Dopo il suo funerale, la bara sarebbe stata trovata aperta e vuota, e il luogo trasformato in
attrazione turistica. I visitatori della “Nightmares fear factory” oggi hanno infatti la possibilità di incontrare
Mortimer durante un tour ad hoc dell’edificio, che si svolge quasi tutto al buio. Chi ha paura può però
essere scortato fuori pronunciando la parola “incubi”.
C) Vicino alle Cascate del Niagara, in Canada, c’è un’attrazione turistica chiamata “Nightmares fear
factory”, un’ex fabbrica di bare divenuta famosa grazie alla diceria secondo cui il proprietario della
fabbrica, Abraham Mortimer, morto schiacciato da alcune bare durante una lite con dei teppisti, sia
tornato a infestare l’edificio in cerca di vendetta. I visitatori della fabbrica seguono un percorso, per lo più
al buio, e se vogliono essere scortati fuori dall’edificio devono dire “incubi”.
D) Vicino alle Cascate del Niagara, in Canada, sorge la “Nightmares fear factory”, un’ex fabbrica di bare
che oggi attira i turisti perché si dice sia infestata dal fantasma di Abraham Mortimer, l’ultimo proprietario,
morto schiacciato da alcune bare. I turisti possono visitare l’edificio facendo un giro che si svolge per lo
più al buio, ma chi non resiste alla paura può uscire in qualunque momento semplicemente dicendo:
“incubi”.
BRANI
655
Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo è il punto in cui il mondo antico è ancora in diretto
contatto con il nostro. Noi siamo eredi della sua conclusione: dall'una parte e dall'altra, gli
interessati partecipavano di una cultura che fino a epoca recente noi abbiamo in larga misura
conservato. Come ogni fase di transizione, si trattò di un processo lento, contrassegnato da
momenti imprevisti di improvvisa rilevanza. Mentre il cristianesimo si andava diffondendo, molti tra
gli dei pagani erano già vecchi di un millennio.
A) Il nostro mondo è ancora in contatto con il paganesimo e, sebbene questo sia concluso, ne è l'erede. Il
cristianesimo è più recente di esso di circa un millennio, ed è proprio questo che fa sì che la lentezza
della transizione abbia prodotto come risultato quello di far sì che sino a epoca recente noi abbiamo
conservato tracce di paganesimo nella nostra cultura.
B) La fine del mondo antico ci ha lasciato in eredità una cultura, almeno sino a poco tempo fa, dominante. È
una cultura che ha origini antichissime – gli dei pagani esistevano da un millennio prima di Cristo – e che
ha necessitato di molto tempo per formarsi, non senza passare per momenti di improvvisa
accelerazione. Consegnata a noi, essa è la garanzia che quel mondo non è in realtà finito.
C) Paganesimo e cristianesimo ancora influenzano la nostra cultura. Il primo è più antico di addirittura un
millennio, ma tanto l'uno quanto l'altro hanno lasciato tracce evidenti in noi. La storia di questa influenza
non è poi stata priva di eventi imprevisti e rilevanti.
D) Il mondo antico ha lasciato un'eredità ancora ben evidente, almeno sino a poco tempo fa, a quello
moderno, che è quella cultura prodottasi al momento della transizione dal paganesimo al cristianesimo,
con il contributo di entrambi. Fu un fenomeno lungo, non privo di svolte epocali.
656
In quanto alle posizioni e ai gesti dei cantanti, e cioè a uno dei compiti dell'odierno regista, nel
teatro italiano della metà dell'Ottocento erano regolati da un codice molto preciso, cioè l'aderenza al
"vero" secondo regole convenzionali, senza alcuna intenzione di sovrapporre a quest'ipotetica
verità una visione interpretativa. Ciascuna situazione, o stato d'animo, o reazione emotiva, aveva un
suo preciso riferimento gestuale e fisionomico, modellato in sostanza sulla settecentesca teoria
degli affetti: ansietà, afflizione, sdegno, preghiera ecc.
A) Non era un regista, ma un codice assai preciso, a imporre ai cantanti del teatro italiano della metà
dell'Ottocento posizioni e gesti da assumere. Nel Settecento si era infatti sviluppata una teoria del "vero"
dello stato d'animo che, nella sua rappresentazione, prescindeva da ogni concretezza, mirando piuttosto
all'assoluto – per quanto convenzionale.
B) Dovendo rendere sul palco le diverse reazioni emotive, i cantanti del teatro italiano della metà
dell'Ottocento non potevano abbandonarsi all'interpretazione, ma piuttosto dovevano tenersi a un vero e
proprio, e rigido, codice degli stati d'animo, che, in nome del "vero" e sulla base della settecentesca
teoria degli affetti prevedeva quali fossero i gesti e le espressioni proprie di ogni singola reazione
emotiva.
C) Il codice della resa dei sentimenti, nel teatro italiano della metà dell'Ottocento, reprimeva la libertà
espressiva sia del regista sia degli interpreti. Tutto quel che si poteva fare era attenersi a quella gamma
degli affetti (ansietà eccetera) elaborata nel Settecento e ancora in vigore, che si basava su un'idea
convenzionale di "vero".
D) La comunicazione allo spettatore dei diversi stati d'animo che i cantanti del teatro italiano della metà
dell'Ottocento rappresentavano passava attraverso un codice assai rigido. Questo, risaliva addirittura a
un secolo prima ed era basato su una vera e propria teoria degli affetti. Era quindi il codice, e non il
regista, a stabile quando un interprete doveva provare ansietà piuttosto che sdegno eccetera.
BRANI
657
Il tasso di emigrazione intellettuale raggiunge in Italia livelli che dovrebbero preoccupare. Il mio
ottimismo, tuttavia, non deriva dal fatto che i migliori troveranno in ogni caso la propria strada.
Paradossalmente, deriva dal fatto che la troveranno sempre meno. Non è infatti pensabile che le
migliaia di giovani che si recano all'estero ogni anno riusciranno a trovare una loro posizione, a
dispetto della preparazione. I criteri si fanno sempre più selettivi, in concomitanza con la crisi
economica e con il declino inesorabile dei finanziamenti pubblici all'istruzione superiore. Sono
queste migliaia che porranno domande serie a un sistema politico e culturale non serio.
A) Sono ottimista quanto al fatto che il tasso di emigrazione intellettuale italiana diminuirà. All'estero, infatti,
i criteri di selezione si fanno sempre più rigidi, mentre i finanziamenti pubblici all'istruzione superiore
calano. Questo, rasentando il paradosso, comporterà che i giovani italiani saranno comunque obbligati a
rimanere in Italia. Qui, i migliori troveranno la loro strada, mentre gli altri metteranno sotto pressione il
sistema politico e culturale, obbligando a fornire quelle risposte che sinora sono mancate.
B) So che il mio ottimismo parrà provocatorio. Con i finanziamenti pubblici all'istruzione superiore in declino,
i criteri di selezione sempre più rigidi e la crisi economica, migliaia di giovani, pur preparati, non
riusciranno a trovare lavoro nemmeno all'estero – salvo naturalmente i migliori. Eppure, questa loro
situazione insostenibile potrà scardinare quel sistema politico e culturale che li ha condannati a questo.
C) Non è serio il problema che solleva il tasso di emigrazione intellettuale italiano? Esso dovrebbe
preoccuparci perché, anche se ciò può apparire contraddittorio, sempre meno, di questi giovani,
troveranno lavoro all'estero. La causa risiede nei tagli dei finanziamenti pubblici all'istruzione superiore e
nell'aumento della selettività dei criteri, oltre che nella crisi economica generale. Prepariamoci a tenere in
casa i nostri giovani, che si porranno domande inevitabilmente senza risposte.
D) Se sono ottimista circa le possibilità di superamento di un sistema politico e culturale inadeguato – quello
che condanna ogni anno migliaia di giovani cervelli italiani a cercare lavoro all'estero – è perché la
situazione non potrà tenere ancora molto a lungo. A causa della crisi economica, dei tagli all'istruzione e
dell'aumento della selettività, persino i migliori avranno difficoltà a lavorare anche all'estero. Saranno
allora questi giovani a forzare un cambiamento.
BRANI
658
Nella felicità, uno dei principali cambiamenti biologici sta nella maggiore attività di un centro
cerebrale che inibisce i sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, insieme
all'inibizione dei centri che generano pensieri angosciosi. Tuttavia, a parte uno stato di quiescenza
che consente all'organismo di riprendersi più rapidamente dall'attivazione biologica causata da
emozioni sconvolgenti, non si riscontrano particolari cambiamenti fisiologici. Questa
configurazione offre all'organismo un generale riposo, e lo rende non solo disponibile ed entusiasta
nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere, ma anche pronto a battersi per gli
obiettivi più diversi.
A) La felicità produce solo limitati cambiamenti fisiologici in una persona, mentre ne genera di maggiori sul
piano biologico. Qui si nota l'inibizione dei fenomeni che stanno alla base dei sentimenti negativi e
angosciosi e l'aumento della disponibilità di energia. L'organismo ottiene così uno stato di riposo e di più
facile recupero, e anche una maggior propensione all'attività, per compiti e obiettivi di vario tipo.
B) Il principale cambiamento biologico indotto dalla felicità è l'attivazione di un centro cerebrale che blocca i
sentimenti negativi e aumenta la disponibilità di energia, e l'inibizione di un altro che genera pensieri
angosciosi. Il contrario avviene invece in caso di emozioni sconvolgenti, in grado altresì di generare altri
cambiamenti fisiologici. Ma la persona felice sarà in uno stato di riposo e proverà entusiasmo sia per la
sua normale attività sia per le altre che volesse intraprendere.
C) Quando una persona si trova in uno stato di felicità, i suoi sentimenti negativi e angosciosi sono inibiti e
la sua riserva di energia aumenta. Il suo organismo entra in uno stato di quiescenza, esteriormente non
osservabile, che ne favorisce il riposo ma anche l'attività: le persone felici sono entusiaste per i compiti
che le aspettano e anche per altri eventuali obiettivi.
D) Osservando lo stato biologico di una persona felice, si nota il blocco dei centri che sono alla causa dei
pensieri angosciosi e, per contro, un aumento della disponibilità di energia, che fa sì che la persona sia a
un tempo più rilassata e più pronta a svolgere i suoi doveri e difendere altri interessi. Lo stato di
quiescenza in cui si entra fa sì che ci si possa riprendere meglio dall'attivazione fisiologica causata da
emozioni sconvolgenti.
BRANI
659
Il vescovo non governa la sua diocesi per se stesso o in virtù delle sue qualità individuali, ma in
quanto membro del collegio episcopale, che instaura un rapporto di guida e di servizio con la
comunità ecclesiale territoriale. Per la sua ascendenza apostolica, inoltre, non è assimilabile a un
rappresentante del Pontefice, perché, anche se è il Papa che conferisce l'ufficio episcopale e
determina l'ambito di giurisdizione di tale ufficio, quando fa ciò agisce "come causa strumentale,
vale a dire, non trasmette niente di proprio ma media ciò che sacralmente spetta al vescovo".
A) Non è il Papa a governare, indirettamente tramite un vescovo, la comunità ecclesiale territoriale. Il Papa,
infatti, in questo meccanismo è solo una causa strumentale, che interviene esclusivamente per
determinare l'ambito di giurisdizione del ruolo del vescovo. Ma è questi a essere chiamato al governo di
questa comunità non in virtù di un esame della sua relativa capacità, ma in quanto investito di ciò dal
diritto divino.
B) Nella Chiesa, il Papa è colui che si occupa di questioni giuridiche e strumentali. Ma è solo in qualità di
vescovo che egli diventa titolare del rapporto di guida e di servizio della comunità ecclesiale. E anche in
questo caso, lo è non per se stesso o per le sue qualità, ma per la sua appartenenza al collegio
episcopale, ossia per l'essere, con gli altri membri, i continuatori dell'opera degli apostoli.
C) Erede degli apostoli, il vescovo possiede in proprio il potere di governo della comunità ecclesiale
territoriale. Il Papa interviene solo secondariamente – e non sacralmente – nel meccanismo che pone un
vescovo a capo di questa comunità: egli è una "causa strumentale" e non è rappresentato dal vescovo, il
quale invece è titolare del potere di guida e di servizio alla sua comunità, così come lo è ogni membro
del collegio episcopale.
D) Nell'esercizio del governo di una comunità ecclesiale territoriale, il vescovo non agisce come
rappresentante del Papa (sebbene sia dal Papa nominato e da lui abbia determinato l'ambito di
giurisdizione) né ha un diritto in tale senso che sia proprio o conferitogli in dipendenza delle sue qualità.
Egli è chiamato al compito dalla sua appartenenza al collegio episcopale, che così guida e serve la
comunità.
660
Uno dei principali problemi del vino italiano è l'incapacità di comunicare. È un segmento che a
e all'iniziativa singola e privata. Il vino
livello collegiale comunica poco, lascia molto al
soffre uno schema un po' troppo tradizionale per autopromuoversi. Inoltre, spesso comunica a un
target di "supernicchia", trascurando la maggioranza. Dobbiamo state attenti a come parlare al
consumatore, altrimenti rischiamo che questi perda interesse. Ci deve essere una comunicazione
differenziata per i vari target.
A) Il successo del vino italiano nel mondo dipenderà dalla nostra capacità di instaurare una comunicazione
differenziata con i vari target. Occorre superare la comunicazione tradizionale, affidata all'iniziativa
singola e privata, poco attenta al consumatore e
. Solo così il vino italiano potrà
autopromuoversi.
B) Il vino italiano soffre di un'incapacità a comunicare. La sua comunicazione si può infatti descrivere come
scarsa, disorganica e troppo tradizionale. Anziché alla maggioranza del mercato, essa spesso si rivolge
a target di supernicchia. Deve invece riscoprire i mezzi per suscitare l'interesse del consumatore, anche
attraverso l'uso di linguaggi differenziati.
C) La conquista di nuovi segmenti di mercato per il vino italiano passa logicamente attraverso l'abbandono
delle supernicchie e la captazione dell'interesse della maggioranza. Ciò richiede una capacità di
comunicazione nuova, più ampia e che esca dal
per raccogliere l'interesse del
consumatore.
D) Il vino italiano sta pagando le conseguenze di una comunicazione sinora scarsa; una comunicazione,
per di più, che non è riuscita a uscire dai limiti dell'occasionalità e del below- to line. Per rilanciare il vino
italiano, occorre abbandonare le supernicchie di mercato e rivolgersi alla maggioranza dei consumatori,
al tempo stesso individuando però le forme di comunicazione adeguate per ogni target.
BRANI
661
Il concetto di Medioevo si formò nell'ambiente riformista germanico del secolo XV e di là passò in
seguito in Italia, in Francia e in Inghilterra. A monte stava dunque la Riforma e la storiografia da
essa prodotta, con l'interpretazione del tutto negativa della Chiesa e del Papato romano e con
l'esaltazione dell'impero medievale germanico: un ambito nel quale l'età di mezzo si venne
precisando con caratteri propri all'interno di due altri momenti storici, quello antico e quello
moderno, quest'ultimo contemporaneo a coloro che scrivevano e portatore di molti nuovi valori.
A) Nel Millecinquecento, tra le manifestazioni culturali della Riforma vi fu la riflessione su un tempo avvertito
come lo spartiacque tra il presente e il passato più remoto. Nacque così in Germania il concetto di
Medioevo, destinato poi ad avere fortuna anche in altri Paesi europei. La sua culla di origine gli trasmise
un'interpretazione del tutto negativa della Chiesa e del Papato romano e un'esaltazione dell'impero
medievale germanico.
B) Fu il mondo della Riforma, ossia la Germania del XV secolo, a forgiare il concetto di Medioevo e a
estenderlo ad altri Paesi. All'età di mezzo si assegnò un'identità tra il mondo antico e quello
contemporaneo, con i suoi nuovi valori, e lo si caratterizzò con un'interpretazione fortemente critica della
Chiesa romana e un'esaltazione dell'impero medievale germanico.
C) Alcuni ambienti culturali tedeschi, ostili alla Chiesa e al Papato romano, elaborarono il concetto di
Medioevo e lo definirono come il tempo che separava il mondo antico dal mondo moderno, quest'ultimo
inteso come quello a loro contemporaneo e portatore di valori considerati nuovi. Ciò che di tale tempo si
apprezzava, era il ruolo dell'impero germanico. Dalla Germania poi questo concetto passò in Italia,
Francia e Inghilterra.
D) Non fu l'Italia a creare il concetto di Medioevo. Questo si formò infatti nella cultura della Riforma, ossia
nella Germania del XV secolo, vale a dire in un ambiente pregiudizialmente ostile alla Chiesa e al
Papato romano e teso invece all'esaltazione dell'impero germanico. Medioevo, ossia età di mezzo, fu ciò
che separava il mondo antico da quello moderno.
BRANI
662
Una caratteristica del Giambellino è quella di avere diverse anime, anche contrastanti. A volte
questa disarmonia appare persino ai due lati della stessa strada. Ci sono dei punti strategici del
quartiere dove da una parte ci sono le case popolari e dall'altra i palazzi signorili. Contrasti forti in
spazi piccoli e a distanza brevissima. Il quartiere riflette queste disomogeneità ed è così che si
creano dei sottoquartieri. La zona verso piazza Tirana ha una percentuale di persone straniere
ampiamente sopra la media cittadina, mentre spostandosi verso piazza Napoli, la percentuale si
abbassa. Ci sono poi zone più signorili, come il quartiere ebraico, o le zone intermedie con una
percentuale di abitanti più mista, anziani, italiani immigrati dal sud Italia e stranieri.
A) A Giambellino i quartieri presentano molti contrasti a distanza brevissima. Da un quartiere all'altro le
differenze di età, provenienza e classe sociale degli abitanti sono enormi. Addirittura, capita che
all'interno dello stesso quartiere vi siano case popolari e palazzi signorili. Si parla in questo caso più
propriamente di sottoquartieri.
B) Il quartiere del Giambellino è caratterizzato dal fatto di essere abitato da diverse anime, anche
contrastanti. Tale disarmonia risulta particolarmente evidente in alcune zone, dove nella stessa strada si
hanno da un lato case popolari e dall'altro palazzi signorili. Le prime, spesso, sono abitate da stranieri,
mentre i secondi, per la maggior parte, sono di proprietà di ebrei. Ci sono poi zone intermedie, dove la
popolazione è più varia per provenienza ed età, ma le differenze di classe sociale sono più attenuate.
C) Il Giambellino è un quartiere disomogeneo, caratterizzato da diverse anime, a volte contrastanti. Si sono
sviluppati dei veri e propri sottoquartieri, come la zona ebraica, più signorile, o quella verso piazza
Tirana, dove è molto alto il numero di stranieri. Addirittura all'interno della stessa strada possono risultare
evidenti i contrasti, con vie che hanno da un lato case popolari e dall'altro palazzi signorili.
D) Una delle caratteristiche più interessanti del Giambellino è la disomogeneità della popolazione. Stranieri
e italiani, giovani e anziani, ricchi e poveri, vivono insieme in un fragile ma strategico equilibrio. In alcuni
casi, si parla di veri e propri sottoquartieri. Ne sono un esempio la zona verso piazza Tirana, dove si
concentrano molti stranieri o il quartiere ebraico, dove alle case popolari si affiancano palazzi signorili.
663
Il termine "hacker" ha una storia sfortunata. Il termine può indicare l'esplorazione intellettuale a
ruota libera delle più alte e profonde potenzialità dei sistemi di computer, o la decisione di rendere
l'accesso ai computer e alle informazioni quanto più libera e aperta possibile. Può implicare la
sentita convinzione che nei computer si possa ritrovare la bellezza, che la fine estetica di un
programma perfetto possa liberare la mente e lo spirito. Ma per molta gente l'hacker è una figura
odiosa, uno sbandato furbacchione pronto a saltare fuori dalle terre selvagge della propria cantina e
sconvolgere le vite degli altri per il proprio anarchico tornaconto.
A) La sfortuna della storia del termine "hacker" è legata al pregiudizio di molte persone. Per quanto gli
hacker abbiano infatti obiettivi estetici, filosofici e di ricerca informatica, sono spesso considerati individui
egoisti e pericolosi, pronti a sconvolgere le vite degli altri per portare avanti una personale battaglia
politica.
B) Con il termine "hacker" si sono intesi storicamente diversi aspetti di una questione complessa. Da un lato
un'esplorazione intellettuale, dall'altro una battaglia socio-politica libertaria o, ancora, una ricerca
estetica. In ogni caso, spesso, l'hacker è una figura enigmatica, odiosa, che spaventa la gente comune
per il suo intento anarchico.
C) “Hacker” è un termine che può avere diversi significati. Può riferirsi a un ambito intellettuale, politico o
estetico. Tendenzialmente, però, viene associato a individui che lavorando nell'ombra minacciano la
tranquillità altrui per perseguire il loro scopo.
D) Vi sono diversi tipi di hacker: alcuni si dedicano a una ricerca intellettuale riguardo alle potenzialità dei
sistemi di computer, altri sono decisi a rendere l'accesso ai computer e alle informazioni il più possibile
libera e disponibile, altri ancora sono legati a un discorso estetico sulla bellezza e la perfezione. Ma la
maggior parte di loro sono figure odiose, schive e pericolose, che vivono in cantine e tramano contro gli
altri per il proprio anarchico tornaconto.
BRANI
664
Tokyo sembra una città in mano ai giovani, nonostante la popolazione del Giappone stia
invecchiando rapidamente. Un luogo sofisticato e vivace, con almeno sei centri della città diversi,
che combina la forza di una capitale (politica, finanziaria e culturale) con un talento per il
cambiamento e il rinnovamento. Un’abilità che nasce da quattrocento anni di terremoti devastanti,
incendi e guerre. La corsa ai grattacieli che ha caratterizzato gli anni Novanta è rallentata e, nel
frattempo, è nata una nuova storia d’amore tra la città e il suo litorale. Ogni anno nuovi locali
specializzati in sushi o paté di foie gras si aggiungono ai 160mila ristoranti cittadini, e le zone
commerciali popolate da adolescenti ispirati dagli “anime” aggiornano continuamente la moda
cittadina.
A) Tokyo è una città vivace e alla moda, con un aspetto giovane nonostante l’invecchiamento della
popolazione giapponese. La capitale giapponese sa infatti cambiare e reinventarsi grazie alla sua storia
di guerre, terremoti e incendi. Dopo la febbre dei grattacieli degli anni Novanta, oggi Tokyo sta
riscoprendo il suo litorale e si presenta come una città che sa godersi la vita: ogni anno nascono nuovi
ristoranti (anche francesi!), che si aggiungono ai 160mila già presenti, mentre la moda è in continuo
cambiamento grazie agli adolescenti dallo stile ispirato agli anime che popolano le sue numerose zone
commerciali.
B) Nonostante le statistiche dicano che la popolazione giapponese sta invecchiando, Tokyo è la capitale dei
giovani giapponesi: con i suoi sei centri e la capacità di rinascere sempre dalle sue ceneri dopo guerre o
catastrofi naturali, Tokyo è una città vivace e alla moda che non punta più sui grattacieli ma sul litorale e
sul gusto della vita. È infatti in costante aumento il numero di ristoranti di tutti i tipi (oggi sono oltre
160mila). I giovani giapponesi, tuttavia, sanno anche divertirsi con la moda, come dimostrano gli
adolescenti ispirati dagli anime che affollano le zone commerciali.
C) A Tokyo non si nota che la popolazione giapponese sta velocemente invecchiando. La capitale politica,
economica e finanziaria del Giappone, infatti, sembra essere in mano ai giovani, che affollano i suoi
centri, il litorale, i 160mila ristoranti della città (e il numero è in costante aumento) e le zone commerciali
(dove lanciano nuove mode ispirate agli anime). La città sembra inoltre avere un talento per il
cambiamento e il rinnovamento, che le viene da quattrocento anni di guerre e terremoti.
D) La popolazione giapponese è sempre più vecchia, ma Tokyo è una città giovane: dinamica ed elegante,
dotata di almeno sei centri diversi, unisce la forza di una capitale politica, economica e finanziaria con la
capacità di cambiare e sapersi rinnovare, eredità di quattro secoli di guerre, terremoti e incendi. Se è
rallentata la costruzione di grattacieli che aveva caratterizzato la città negli anni Novanta, oggi gli abitanti
di Tokyo hanno riscoperto il litorale, mentre la città vanta un numero crescente di ristoranti non solo
giapponesi che si aggiungono agli oltre 150mila già presenti. Anche la moda si rinnova continuamente
grazie agli adolescenti ispirati agli anime che affollano le zone commerciali della città.
BRANI
665
I fattori geografici hanno sempre avuto grande importanza nello sviluppo di ogni civiltà agricola, ma
in nessun'altra parte del mondo sono stati così determinanti come nell'immenso territorio cinese.
Siccità lunghissime e inondazioni rovinose si sono ripetute in Cina nel corso dei secoli con
proporzioni inimmaginabili per l'Europa. A queste calamità naturali bisogna poi aggiungere i danni,
che nessuno ha mai calcolato con precisione, provocati da decenni di guerre. Per tutti questi motivi,
alla nascita della Repubblica Popolare Cinese, la miseria rendeva veramente disperata l'esistenza di
milioni di famiglie contadine.
A) Siccità lunghissime, inondazioni rovinose e decenni di guerre portarono i contadini cinesi a una
situazione di miseria e disperazione.
B) In Cina i fattori geografici e i decenni di guerre hanno causato danni di una dimensione mai sperimentata
in Europa, ed è per questo che, quando nacque la Repubblica Popolare Cinese, le famiglie contadine
erano disperate.
C) I fattori geografici hanno da sempre grande importanza nello sviluppo delle civiltà agricole. Anche
nell'immensa Cina hanno influito con grandi inondazioni e siccità sulla vita dei contadini, portando una
situazione di disperata miseria che favorì il successo della rivoluzione.
D) I fattori geografici sono stati determinanti per la Cina più che per qualsiasi altra civiltà agricola. Siccità e
inondazioni secolari, insieme ai danni causati da decenni di guerre, avevano fatto sì che, alla nascita
della Repubblica Popolare Cinese, milioni di famiglie contadine vivessero nella miseria e nella
disperazione.
666
L'Associazione Medici Senza Frontiere (MSF) ha aperto un nuovo ospedale per la salute materna in
Afghanistan, nella provincia orientale di Khost, che garantirà assistenza medica di qualità alle
donne incinte, aiutandole a partorire in condizioni sicure. È il primo centro specializzato di questo
tipo nella regione: ha 56 posti letto, una sala parto, una sala operatoria per la chirurgia d'emergenza,
un reparto per i neonati. Soltanto il personale medico femminile si prende cura dei pazienti.
L'Afghanistan è uno dei Paesi con i peggiori tassi di mortalità materna e infantile al mondo. La
maggior parte delle donne, specialmente nelle zone rurali, è costretta a partorire senza assistenza e
in condizioni non adeguate, mettendo a rischio la propria vita e quella dei figli. Khost è una delle
zone più instabili. MSF è presente inoltre con ospedali in altre località: a Kabul, a Kunduz e a
Lashkar Gah, capitale della provincia di Helmand.
A) L'Afghanistan è un Paese con altissima mortalità materna e infantile. Per aiutare le donne a partorire in
condizioni sicure l'associazione umanitaria italiana Medici Senza Frontiere (MSF) ha aperto un nuovo
ospedale nella provincia orientale di Khost. Il centro è fornito di sala parto, sala per chirurgia
d'emergenza e reparto neonatale e i pazienti sono assistiti solo da personale medico femminile.
Ospedali di MSF sono stati aperti anche in altre città afghane.
B) La mortalità materna e infantile in Afghanistan è tra le più alte del mondo e per aiutare le donne a
partorire in condizioni sicure Medici Senza Frontiere (MSF) ha aperto un nuovo ospedale specializzato
nella provincia orientale di Khost, tra le più instabili del Paese. Nel centro, fornito di sala parto, sala per
chirurgia d'emergenza e reparto neonatale, i pazienti sono assistiti solo da personale medico femminile.
Anche a Kabul, Lashkar Gah e Kunduz vi sono ospedali di MSF.
C) La mortalità materna e infantile in Afghanistan è altissima. Medici Senza Frontiere ha aperto un ospedale
in cui, per rispettare le regole locali, opera solo personale femminile. Si vogliono aiutare le donne a
partorire in condizioni sicure anche nella provincia orientale di Khost, tra le più instabili del Paese. Il
centro è fornito di sala parto, sala per chirurgia d'emergenza e reparto neonatale. Anche a Kabul,
Lashkar Gah e Kunduz vi sono ospedali di MSF.
D) Per cercare di migliorare la situazione delle donne afghane che vivono nelle zone rurali dell'Afghanistan,
Medici Senza Frontiere ha aperto un nuovo centro nella provincia di Khost. La mortalità materna e
infantile in Afghanistan è la più alta del mondo e si spera di poter così aiutare le donne a partorire in
condizioni sicure. Il centro è fornito di sala parto, sala per chirurgia d'emergenza e reparto neonatale e vi
opera solo personale medico femminile. Anche a Kabul, Lashkar Gah e Kunduz vi sono ospedali di MSF.
BRANI
BRANO DM 03
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La dilatazione temporale del periodo di dipendenza dalla famiglia d’origine ha causato un diffuso orientamento delle giovani
generazioni a posticipare sempre di più la conquista dell’autonomia abitativa. I dati a livello europeo mostrano il
consolidamento e la diffusione di questo comportamento in tutti i Paesi dell’Europa meridionale (Italia, Spagna, Grecia e
Portogallo) e con peculiarità specifiche rispetto alle altre nazioni dell’Unione europea, tanto che si è consolidato l’approccio
che contrappone due modelli di transizione alla vita adulta: il modello mediterraneo e quello nordico. A questi due modelli
Galland aggiunge il modello britannico, caratterizzato dalla maggiore precocità nel raggiungimento delle varie fasi. La
transizione dei giovani britannici, quindi, è contraddistinta dal precoce accesso al mercato del lavoro e da una più giovane età
media di matrimonio, mentre, all’opposto, la maternità e la paternità sono eventi tendenzialmente rinviati.
Il modello mediterraneo, di cui l’Italia è l’esempio più emblematico, è caratterizzato da un accentuato prolungamento della
transizione e, soprattutto, del periodo di permanenza nella famiglia d’origine.
Il modello nordico, diffuso nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale, si presenta più complesso perché meno lineare, in
quanto alcune fasi possono sovrapporsi ad altre e avere un carattere transitorio. Una delle differenze più rilevanti con il
modello precedente è che l’abbandono della casa dei genitori avviene precocemente, in quanto prevale l’adozione di diverse
strategie abitative, anche solo in via sperimentale. Le convivenze con il partner o con gli amici, la vita da single o la
sistemazione in residenze universitarie per tutta la durata degli studi sono forme residenziali molto diffuse tra i giovani. Per il
loro carattere temporaneo, tuttavia, non sempre danno esito all’acquisizione definitiva dell’autonomia abitativa.
In Italia e negli altri Paesi del sud Europa, invece, lasciare la famiglia d’origine impone quasi sempre una scelta definitiva,
motivata, nella maggior parte dei casi, da eventi socialmente legittimati, quali il matrimonio o un cambiamento di residenza
per ragioni di lavoro.
(Archivio Selexi)
667
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 03
Il cosiddetto "modello mediterraneo", secondo quanto affermato nel brano, comporta, fra l’altro:
A) l'abbandono tardivo della famiglia d'origine, spesso anche con soluzioni di carattere temporaneo
B) che l’autonomia abitativa venga raggiunta per lo più in coincidenza con eventi socialmente rilevanti quali,
tra gli altri, i trasferimenti per lavoro
C) la sperimentazione di soluzioni abitative diverse, come la convivenza sia di coppia sia di gruppi di amici
D) che gli studenti universitari raggiungano un’autonomia abitativa più tardi rispetto ai coetanei lavoratori
668
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 03
Quali sono i giovani che più precocemente sperimentano la maternità e la paternità?
A) I dati forniti dal brano non sono sufficienti per rispondere al quesito
B) Quelli dell’Europa centro-settentrionale
C) Quelli britannici
D) Quelli italiani
669
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 03
Quale dei seguenti potrebbe essere un titolo adeguato del brano?
A) Le scelte residenziali dei giovani europei
B) Giovinezza, generazioni e corso di vita
C) I comportamenti familiari in Europa
D) La transizione alla vita adulta tra i giovani europei
BRANI
BRANO DM 31
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Chi è tuo amico? Colui che sa apprezzare le tue qualità, che sa percepire i moti del tuo animo, con cui puoi confidarti sicuro di
essere capito. Colui a cui puoi affidare il tuo denaro, i tuoi figli perché egli se ne prenderà cura come se fossero i suoi. Colui
che ti consola, però sa anche dirti dove sbagli. Colui che ti consiglia sempre per il tuo bene e in modo da non offenderti,
rispettando la tua dignità. Colui che non ti invidia, che non sparla di te e che invece ti difende dalle calunnie e dagli attacchi
maligni. L’amicizia è una forma di amore impregnata, intessuta di eticità. L’amico sta dalla tua parte, ma esige da te un
comportamento corretto come quello che egli impone a se stesso nei tuoi riguardi. Gli amici sono uguali nell’affetto, nei diritti
e nei doveri.
Esistono tre tipi di legami "amorosi". Quelli forti, quelli medi e quelli deboli. I legami deboli sono quelli che stabiliamo con i
conoscenti, i colleghi, i vicini verso i quali non proviamo né forti sentimenti né particolari doveri. Quando li lasciamo non ne
sentiamo la mancanza. Anche i legami di affari e le alleanze politiche sono, di solito, deboli. Infatti si fanno e si sciolgono in
continuazione con il mutare delle strategie di lotta.
I legami forti invece resistono al tempo e alle frustrazioni. Come quelli che si stabiliscono fra genitori e figli e viceversa. La
madre sta dalla parte del figlio qualunque cosa faccia, anche se lui la tratta male, se mente, se la deruba, se la fa soffrire.
L’amore della madre è al di là del bene e del male. Ma sono forti anche i legami che si stabiliscono con l’innamoramento.
L’innamorato può amare qualcuno che non lo corrisponde, che lo tradisce. Gli innamorati si lasciano e si ritrovano piangendo,
si accusano e si perdonano. Vi sono infine legami forti di tipo ideologico o religioso nei riguardi del proprio partito, della
propria chiesa e del proprio capo.
Il rapporto con gli amici, invece, appartiene alla categoria dei legami medi. Mentre l’innamoramento spinge i due amanti a
fondersi, a mutare, l’amicizia si costituisce lentamente, per incontri successivi e ogni individuo resta se stesso. Essa non
chiede ai due individui di sradicarsi dal proprio passato, di rinascere, di costituire una nuova entità sociale che riorganizza il
proprio mondo. Naturalmente anche gli amici finiscono per avere punti di vista simili, per condividere molti valori. Ma come
individualità distinte, ciascuna con il suo mondo privato, che l’altro deve rispettare e, anzi, proteggere. Per questo l’amicizia è
libera, serena, non oppressiva. Per questo però è anche fragile e richiede attenzione e delicatezza.
(Archivio Selexi)
670
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 31
Nel brano si afferma che i legami lavorativi sono:
A) normalmente legami deboli
B) per lo più legami medi
C) legami forti, quando gli affari acquistano una certa importanza
D) sempre legami deboli, salvo quando si lavori con amici
671
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 31
In base a quanto scritto nel brano, cosa distingue l’amicizia dall’innamoramento?
A) La minore attenzione per i bisogni dell’altro
B) Il diverso grado di rispetto
C) La necessità di condividere valori e punti di vista
D) L’assenza di fusione dei due individui
672
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 47
Stando al contenuto del brano, ad oggi la quantità di spam stimata è:
A) mezzo miliardo di e-mail al giorno
B) il 64% dei nuovi utenti
C) il 91% degli utenti con un indirizzo da più di 3 anni
D) il 15% del totale
BRANI
673
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 47
Dal brano è possibile dedurre che:
A) l'Austria e la Germania sono gli Stati europei più attivi nel contrastare il fenomeno dello spam
B) lo spam non ha costi significativi per i cittadini dell’Unione europea
C) lo schema "opt out" è meno rispettoso nei confronti dell’utente della rete
D) lo schema "opt in" è più efficace per ridurre lo spam
674
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 47
In base a quanto affermato nel brano, qual è la differenza tra i sistemi "opt out" e "opt in"?
A) Con il sistema "opt in", il titolare dell’indirizzo e-mail deve notificare che non dà il suo consenso a
ricevere e-mail pubblicitarie; con quello "opt out" deve invece dichiarare esplicitamente di voler ricevere
determinate proposte commerciali
B) Con il sistema "opt out", il titolare dell’indirizzo e-mail deve notificare che non dà il suo consenso a
ricevere e-mail pubblicitarie; con quello "opt in" deve invece dichiarare esplicitamente di voler ricevere
determinate proposte commerciali
C) Con il sistema "opt out" si ricevono e-mail contenenti messaggi commerciali, con il sistema "opt in" si
ricevono solo e-mail personali
D) Il sistema "opt in" consente di non ricevere spam per almeno tre anni
BRANO DM 58
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nel processo che conduce all'acquisizione di uno status adulto, il raggiungimento dell'autonomia abitativa si presenta come
fase complessa, che coinvolge fattori strutturali connessi all'organizzazione del sistema scolastico e formativo, alle condizioni
del mercato del lavoro, alle politiche sociali e abitative. [1] Nella molteplicità dei fattori in gioco, i modelli di relazione familiare
costituiscono differenziali rilevanti per spiegare le diverse modalità di transizione nei vari Paesi. L'abbandono della famiglia
d'origine, infatti, è una decisione che coinvolge genitori e figli. I genitori, in particolare, giocano un ruolo determinante nel
favorire il distacco dei figli e nel promuoverne la definitiva uscita da casa. Essi abituano i figli a specifiche rappresentazioni
sociali della transizione, generando in loro determinate aspettative circa la sequenza degli eventi biografici. Inoltre, possono
facilitare l'abbandono della famiglia d'origine offrendo aiuti di tipo materiale.
La classe sociale di appartenenza rappresenta un'altra variabile determinante per la strutturazione dei modelli e dei tempi
entro cui avviene la transizione. In Italia, i giovani che prolungano maggiormente il periodo di convivenza con i genitori
provengono da famiglie di classe media e superiore. All'opposto, nei Paesi dell'Europa centro-settentrionale sono i giovani di
classe medio-alta a conquistare precocemente l'autonomia abitativa, allontanandosi dalla casa dei genitori all'inizio degli studi
universitari. L'esperienza precoce di distacco dalla famiglia consente a questi giovani di assumersi responsabilità e compiti
"quasi adulti". [2] Indipendentemente dal suo carattere transitorio, la sperimentazione di periodi di lontananza dalla famiglia
rende più graduale il definitivo distacco dai genitori. L'assenza di questi periodi sperimentali e preparatori prima
dell'abbandono della famiglia d'origine è in parte responsabile delle difficoltà incontrate dai giovani italiani a completare il
processo di transizione all'età adulta.
(Archivio Selexi)
675
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 58
In base a quanto scritto nel brano, quale alternativa riporta in modo esaustivo i principali fattori che
influiscono sul raggiungimento dell’autonomia abitativa da parte dei giovani?
A) I percorsi scolastici e formativi, il mercato del lavoro, le politiche sociali e, infine, le relazioni fra genitori e
figli
B) L’iter scolastico, la carriera professionale, la situazione economica e, infine, il matrimonio
C) L’organizzazione del sistema scolastico e formativo e, inoltre, la crisi occupazionale
D) Solo il modello familiare prevalente all'interno di una determinata cultura
BRANI
676
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 58
Nel brano si afferma che:
A) nei Paesi europei i giovani tendono a uniformarsi relativamente alla durata della convivenza con i
genitori dopo avere acquisito l’indipendenza economica
B) i giovani italiani di classe medio-alta tendono a convivere con i genitori per meno tempo rispetto ai
coetanei europei dello stesso ceto sociale
C) mentre nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale i giovani di classe medio-alta tendono a conquistare
piuttosto tardi l’autonomia abitativa, in Italia i giovani si allontanano dalla casa dei genitori molto prima
D) mentre in Italia sono i giovani di classe medio-alta a prolungare il periodo di convivenza con la famiglia
d’origine, nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale si verifica il fenomeno opposto
BRANO DM 85
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La condizione umana è segnata da due grandi incertezze: l'incertezza cognitiva e l'incertezza storica.
Ci sono tre principi d'incertezza nella conoscenza. Il primo è fisiologico: la conoscenza non è mai un riflesso del reale, ma
sempre traduzione e ricostruzione, cioè comporta rischi d'errore; il secondo è fisico: la conoscenza dei fatti è sempre debitrice
all'interpretazione; il terzo è epistemologico: deriva dalla crisi dei fondamenti di certezza nella filosofia e poi nella scienza.
Conoscere e pensare non significa arrivare a una verità assolutamente certa, significa dialogare con l'incertezza. L'incertezza
storica è legata al carattere intrinsecamente caotico della storia umana. L'avventura storica è cominciata più di 10.000 anni fa.
È stata segnata da creazioni favolose e da distruzioni irrimediabili. Non resta nulla degli imperi egizio, assiro, babilonese,
persiano, né dell'impero romano che era potuto sembrare eterno. Formidabili regressioni di civiltà e di economie sono
succedute a progressi temporanei. La storia è sottomessa al caso, a perturbazioni e a volte a terribili distruzioni di massa di
popolazioni e di civiltà.
La storia umana subisce certamente determinazioni sociali ed economiche molto forti, ma può essere deviata o sviata da
eventi o accidenti. Non ci sono leggi della storia. Al contrario, ci sono gli insuccessi di tutti gli sforzi per congelare la storia
umana, per eliminarne eventi e accidenti e per farle subire il giogo di un determinismo economico-sociale e/o farla obbedire a
un progresso preordinato.
E siamo giunti alla grande rivelazione della fine del XX secolo: il nostro avvenire non è teleguidato dal progresso storico. I
fallimenti della previsione futurologica, gli innumerevoli scacchi della previsione economica (a dispetto della sua sofisticazione
matematica), il crollo del progresso garantito, la crisi del futuro, la crisi del presente hanno introdotto ovunque il tarlo
dell'incertezza.
Siamo votati all'incertezza del futuro. La conoscenza della storia ci deve servire non solo a riconoscere i caratteri nello stesso
tempo determinati e aleatori del destino umano, ma anche ad aprirci all'incertezza del futuro.
(Archivio Selexi)
677
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DM 85
In base a quanto scritto nel brano, l’incertezza cognitiva di natura fisiologica consiste:
A) nel fatto che la conoscenza non è esente da errori, poiché è frutto di un processo di traduzione e di
ricostruzione del reale
B) nel fatto che l’uomo è in grado di tradurre e ricostruire solo in modo parziale le leggi della storia che
definiscono il corso degli eventi
C) nel fatto che la conoscenza dei fatti è conseguente e dipendente dalla loro interpretazione
D) nel fatto che la conoscenza può comportare errori poiché è un riflesso della realtà
BRANI
BRANO DA 49
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Le difficoltà erano queste: non è naturale lavorare per una causa, quale che sia, senza una ricompensa naturale, cioè
egoistica; e non è naturale che noi diamo il nostro contributo per un fine qualsiasi senza avere la soddisfazione di sapere che
questo fine sarà raggiunto. Le due difficoltà erano queste; ora consideri come sono risolte dal metodo anarchico che il mio
ragionamento mi ha portato a scoprire come l’unico valido. Tale metodo dà come risultato che io mi arricchisca; dunque
ricompensa egoistica. Il metodo cerca il conseguimento della libertà; ora, io, rendendomi superiore alla forza del denaro, cioè
liberandomene, riesco a conquistare la libertà. Ottengo libertà solo per me, certo; ma il fatto è che, come già le ho provato, la
libertà per tutti può venire solo dalla distruzione delle finzioni sociali da parte della rivoluzione sociale. Il fatto concreto è
questo: cerco libertà, ottengo libertà; ottengo la libertà che posso, perché, è chiaro, non posso ottenere quello che non posso.
E badi: metta da parte il ragionamento che determina che questo metodo anarchico è l’unico vero; il fatto che io risolva
automaticamente le difficoltà logiche che si possono opporre a qualsiasi procedimento anarchico, prova ancora di più che
quello è vero. È questo, dunque, il metodo che ho seguito. Ho dedicato tutte le mie energie all’impresa di soggiogare la
finzione denaro, arricchendomi. Ci sono riuscito. Ha richiesto un po’ di tempo, perché la lotta è stata dura, ma ci sono riuscito.
Evito di raccontarle la mia vita commerciale e bancaria. Potrebbe essere interessante, soprattutto in certi punti, ma non
c’entra con l’argomento. Ho lavorato, ho lottato, ho guadagnato soldi; ho lavorato di più, ho lottato di più, ho guadagnato più
soldi; alla fine ho accumulato molto denaro. Non mi sono fatto scrupoli – glielo confesso, amico mio, non mi son fatto scrupoli;
ho impiegato tutti i mezzi possibili: il monopolio, il cavillo giuridico, anche la concorrenza sleale. E come?! Combattevo le
finzioni sociali, immorali e antinaturali per eccellenza, e dovevo stare attento ai metodi?! Lavoravo per la libertà, e dovevo
stare attento alle armi con cui combattevo la tirannia?! L’anarchico stupido, che tira bombe e spara, lo sa bene che ammazza,
e sa bene che le sue dottrine non contemplano la pena di morte. Si batte contro l’immoralità con un delitto, perché trova che
questa immoralità valga bene il crimine che la distrugge. È stupido, lui, relativamente al metodo; perché, come già le ho
dimostrato, questo modo di agire è sbagliato e controproducente quale procedimento anarchico; ma, quanto alla morale del
procedimento, è intelligente. Ora, il mio modo d’agire era sicuro, e mi sono servito legittimamente, come anarchico, di tutti i
mezzi per arricchirmi. Oggi ho realizzato il mio sogno relativo di anarchico pratico e lucido. Sono libero. Faccio quel che
voglio, nei limiti, è chiaro, di quanto è possibile fare. La mia parola d’ordine di anarchico era "libertà"; bene, ho la libertà,
dunque; quella che, per il momento, nella nostra società imperfetta, è possibile avere. Volevo combattere le forze sociali; le
ho combattute e, quel che più conta, le ho vinte.
(F. Pessoa, "Il banchiere anarchico")
678
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 49
Secondo la voce narrante del brano:
A) non è naturale aspirare al successo delle proprie azioni
B) è naturale aspirare a una ricompensa naturale
C) non è naturale non perseguire alcuna causa naturale
D) è naturale ottenere una ricompensa egoistica
679
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 49
Secondo quanto afferma la voce narrante, l’anarchico stupido:
A) è tale rispetto allo scopo ma non rispetto al metodo del procedimento anarchico
B) è disposto a compiere crimini, come lanciare una bomba, perché lui non li ritiene tali
C) da un certo punto di vista è intelligente
D) non bada alla ricompensa naturale della sua lotta
680
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 49
Secondo il protagonista, la sua vita commerciale e bancaria è stata:
A) un azzardo
B) interessante
C) un crimine
D) una forma di tradimento del suo essere anarchico
BRANI
BRANO DA 50
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Ora le regole di esperienza, alle quali deve obbedire chi fa del diritto, sono della più varia natura e in questa varietà sta
un’altra delle ragioni per cui il compito della scienza, che le deve scoprire, è straordinariamente vasto e duro.
Anche quelli, e non sono molti, i quali si sono resi conto della distinzione che ho cercato poco fa di mettere in chiaro pensano,
soprattutto, alle leggi logiche, alle quali soggiacciono i fenomeni del diritto.
Per esempio le leggi dell’interpretazione, le quali costituiscono il gruppo più appariscente, o almeno più noto, tra codeste
regole, sono, appunto, nient’altro che regole logiche; difatti il comando giuridico opera, anzitutto, per le vie del pensiero; i
modi del suo operare sono, anzitutto, il conoscere e il far conoscere; il suo primo strumento è, pertanto, il linguaggio; così le
regole del linguaggio servono, prima di tutto, a chi tocca comandare per far capire ciò che comanda e a chi tocca obbedire
per capire ciò che gli è comandato.
Basterebbe, quanto a difficoltà, aver constatato come le regole, che cerchiamo, si contengano nel campo della logica poiché
non ci sono, dopo tutto, vie più misteriose di quelle che sono percorse dal pensiero.
Ma vero è che le regole logiche non sono che uno dei gruppi delle innumerevoli regole le quali governano i fenomeni del
diritto. Ce ne sono, accanto a esse, di ogni altro genere: psicologiche, fisiologiche, sociologiche, economiche e perfino fisiche,
da tenere in conto. Già, è sufficiente riflettere, ancora a proposito della manifestazione del pensiero, come accanto alla logica
esista la fisica del linguaggio, per doverne concludere che, nel campo stesso del comando, la logica non basta; e sono
proprio i cultori del diritto processuale che, con le note polemiche sulla oralità e sulla scrittura, hanno occasione di saggiare
più degli altri l’importanza di quest’altro settore dei risultati delle loro ricerche. Ma, poi, è decisivo riflettere come, in ultima
analisi, il comando non serva senza la sapienza della sua attuazione, che vuol dire senza l’applicazione delle sanzioni, le
quali ognun sa che si risolvono nell’uso della forza, onde l’operatore del diritto non può limitarsi a comandare ma, per farsi
ubbidire, deve spingersi a quella che si chiama la esecuzione forzata dei suoi comandi; ora qui è precisamente a regole
fisiche e perfino biologiche che egli deve, a sua volta, prestare obbedienza.
Ecco che, fra l’altro, una legge sulla pena di morte non può essere fatta senza conoscenza di alcune regole di fisiologia: se,
per esempio, fosse vero che, come ho detto di recente, la sedia elettrica non cagiona che una morte apparente, certe leggi
nordamericane sarebbero orrendamente sbagliate. Accenno, di scorcio, come questo sia un lato della loro scienza al quale,
troppo spesso, i giuristi hanno il torto di non pensare; ne deriva, fra l’altro, quella sottovalutazione, per non dire quel dispregio,
del problema delle cose nel processo, anzi, in genere, nel diritto, sul quale più di una volta ho cercato di dire una parola.
Peraltro, se la sanzione si dovesse attuare in tutti i casi, questo sarebbe il fallimento anziché il successo del diritto; in
definitiva il congegno costerebbe più di quello che rende; bisogna, invece, che basti la paura della sanzione a determinare
l’obbedienza al comando; bisogna, altresì, che l’obbedienza, affinché sia più sicura, sia resa quanto si può meno grave a chi
la deve prestare. Qui le parole stesse, da me usate, mostrano che del diritto non si può fare uso né da parte di quelli a cui
tocca comandare né da quella di coloro ai quali tocca obbedire senza fare dei conti, cioè senza tener conto di altre regole,
che sono le regole dell’economia, la quale sta a cavaliere, probabilmente, tra la sociologia e la psicologia. È dubbio che il
diritto arrivi a dominare l’economia; ma è certo invece che l’economia regola il diritto; e non è raro il caso, purtroppo, che il
diritto non operi perché, da una parte o dall’altra, i conti sono stati sbagliati.
Ma non è tutto, ancora, in fatto di regole che stanno non dentro il diritto ma sopra il diritto. Oserei dire che tutto questo è il
meno. Il resto è quello che rende più arduo e quasi irraggiungibile, nella sua vetta, il compito della scienza. Il vero è che, non
solo a leggi logiche, psicologiche, biologiche, fisiche, economiche, ma anche soprattutto a leggi etiche obbediscono i
fenomeni del diritto. Per quanto tutte le altre regole siano scrupolosamente rispettate, l’opera del legislatore non val nulla se
non risponde alla giustizia. Noi non sappiamo e, credo, non sapremo mai come ciò avvenga, ma l’esperienza ci insegna che
non giovano e non durano le leggi ingiuste: non giovano perché non recano la pace; non durano perché, presto o tardi,
anziché nell’ordine, sboccano nella rivoluzione. Ci sono dunque altre regole che il legislatore deve osservare; e se non le
osserva, il prezzo è terribilmente caro; e non mai come da questo lato si mostra in qual vanità si risolva la sua vantata
onnipotenza. Ora anche di queste leggi, che sono le più alte e le meno affidabili e a proposito delle quali si intende come la
natura, che le pone, non altro sia che ordine divino, anche, dico, di queste leggi la scoperta è compito della scienza. Io faccio
ammenda, così, sul finire del mio cammino, di quella specie di agnosticismo etico, che mi parve, per lungo tempo, il carattere
della scienza del diritto; questa era sul principio e per lungo tempo è stata la conseguenza inevitabile delle correnti di
pensiero che hanno dominato la mia educazione; anni e anni sono occorsi, di esperienza e di meditazione, affinché da questi
legami io mi sia potuto liberare; e se questa verità non mi fosse costata tanta fatica non ne avrei avuto tanta gioia.
Le quali leggi etiche, a cui deve obbedire il diritto, non sono, ancora una volta, le regole del diritto; ma qui ancora una volta e
più grave si affaccia il pericolo della confusione tra il dato e il risultato della scienza, onde s’è parlato e si torna a parlare,
lungo i secoli, del diritto naturale come di un’altra specie del diritto, accanto al diritto positivo, o di diritto razionale e perfino di
diritto filosofico o (perché no?) di diritto scientifico: tutti equivoci, sempre meno perdonabili, con il passare degli anni, se la
scienza ha da cominciare a conoscere sé stessa; peggio che equivoci, tutti errori, culminati nella incoerenza tra il sostantivo e
il predicato, ché il diritto, come tale, non è e non può esser altro se non positivo complesso di comandi umani; ciò che sta
sopra il diritto non è e non può essere diritto; vero è, invece, che anche il diritto obbedisce a un ordine il quale non è ordine
logico o fisico o economico soltanto, ma soprattutto ordine etico e la visione di questo ordine, se non è procurata d’un colpo
dalla intuizione, non può esser guadagnata che a poco a poco, con il lento cammino della scienza. Ora poiché, a questo
punto, la scienza del diritto arriva alla sua maggiore altezza, ecco che molti tornano a chiamarla filosofia; e qui si impegna
BRANI
l’altra questione intorno ai rapporti tra questi due termini, che io non voglio ora neanche sfiorare; secondo me, poiché non
tende, anche in tal modo, se non alla scoperta delle regole del divenire, anche quando scruta le leggi etiche del diritto, l’uomo
altro non fa che della scienza; ma fosse pur filosofo anziché scienziato, la differenza non sarebbe che nel nome.
Fatto sta che questo è il compito più alto e più arduo di chi s’accinge a conoscere il diritto; perciò è quello intorno al quale la
scienza del diritto può ottenere i minori successi. Le leggi etiche, a differenza delle leggi logiche, economiche o fisiche, non si
lasciano catalogare. La luce della giustizia è difficile, forse impossibile da scomporre sullo spettro, come si fa per la luce
solare. Ma la scienza ha già adempiuto, su questo settore, in gran parte al suo compito quando ha ammonito gli operatori del
diritto, e tra questi, prima di ogni altro, il legislatore, che la sua opera, per quanto logicamente, fisicamente, economicamente
ben costruita, è fragile più del vetro se il metallo che egli adopera non è scavato dalle viscere della giustizia; non altro che
questo è il bronzo in cui può essere fusa la gloria del legislatore. Che tocchi, precisamente, allo scienziato del diritto, non ad
altri che a lui, ammonire di ciò il legislatore e così ricordargli ch’egli è il primo dei servi di Dio: questo è forse il maggior rischio
ma anche la maggiore nobiltà dell’opera sua.
(Francesco Carnelutti, "Metodologia del diritto", Padova 1939)
681
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 50
Secondo l'autore del brano, l'ordine etico:
A) può essere colto soltanto grazie a un’intuizione immediata
B) può essere raggiunto solo se la scienza del diritto cede il passo a una scienza del tutto diversa, la
filosofia
C) non è in alcun modo realizzabile da chi si occupa di scienze giuridiche
D) può essere raggiunto grazie alla scienza del diritto
682
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 50
Secondo l'autore del brano, l'efficacia del comando:
A) dipende dalla capacità di applicare sanzioni
B) si raggiunge soltanto dove è applicata la punizione estrema, cioè la pena di morte
C) è tanto più elevata quanto maggiore è l'altezza raggiunta dalla scienza del diritto
D) dipende esclusivamente da problemi legati alla fisica del linguaggio
BRANI
BRANO DA 57
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Per diritto naturale s’intende, in senso latissimo, un diritto che ha per suo fondamento, immediato o mediato, la natura (intesa
anch’essa in senso latissimo), e che quindi, proprio per tale fondamento, si distingue dal diritto positivo, o ius in civitate
positum, la cui fonte di produzione è invece empiricamente e storicamente individualizzata: il legislatore, il giudice, la
comunità (secondo che si abbia produzione legislativa, giudiziaria o consuetudinaria del diritto). A seconda delle concezioni,
si fa poi consistere il diritto naturale ora in un compiuto sistema di norme, ora in un complesso di principi imperativi, ora
persino in un unico principio (per esempio: bonum est faciendum), fermo restandone in tutti i casi il fondamento naturale.
Sembra possibile ricollegare questa idea del diritto naturale a due atteggiamenti mentali tipici, talora connessi e talora
disgiunti. Il primo consiste nella convinzione che, come vi è un ordine naturale del mondo fisico, di cui sono espressione le
leggi relative ai fatti naturalistici, così vi sia un ordine naturale dei rapporti umani, di cui sarebbero appunto espressione le
norme (o i principi) del diritto naturale relative ai comportamenti. Il secondo nasce dalla convinzione che l’essenza del diritto
consista nell’obbligare in pari misura (che non vuol necessariamente dire in misura uniforme) e, con fondata e obbiettiva
ragione, tutti i consociati, al di là delle loro particolari opinioni, aspirazioni e interessi. In tale prospettiva, all’essenza del diritto
appare corrispondere pienamente soltanto un diritto che abbia per fondamento la natura, poiché solo questa può sottrarlo alla
limitatezza, fallibilità e mutevolezza che son proprie tanto della capacità di giudizio (sia teoretico che pratico) quanto alla
volontà del singolo o dei singoli legislatori. In entrambe le prospettive, il diritto naturale riveste, in virtù del suo fondamento, i
caratteri della certezza e dell’oggettività.
Dall'idea generalissima di diritto naturale sopra indicata – valevole a un dipresso per tutte le dottrine giusnaturalistiche, che
tuttavia l'hanno sviluppata in modi assai differenti (v. Giusnaturalismo) – derivano due distinti significati fondamentali del diritto
naturale:
1) diritto naturale come il solo diritto giusto;
2) diritto naturale come il solo vero diritto.
S'intende che di tali qualificazioni, giusto e vero, partecipa anche il diritto positivo conforme al diritto naturale, poiché
nemmeno i più rigidi e conseguenti giusnaturalisti ritengono possibile l'integrale eliminazione del diritto positivo a opera del
diritto naturale.
Il significato 1) trae la sua giustificazione dall'idea che la giustizia consista in un ordinamento dei rapporti sociali imparziale e
adeguato, cioè tale che, per usare un’espressione aristotelica, non avvantaggi né danneggi alcuno, ma suum cuique tribuit.
Pertanto può apparire giusto solo l'ordinamento fondato sulla natura, cui, per la sua oggettività, non si può certo imputare né
parzialità né inadeguatezza. In tale prospettiva, il diritto naturale costituisce il criterio di accertamento della giustizia del diritto
positivo, alla cui obbligatorietà giuridica aggiunge quindi, od oppone, la propria obbligatorietà morale (diritto naturale
obbligante).
Quanto al significato 2) esso si giustifica con il radicato convincimento che, avendo il diritto per fine la giustizia (comunque
intesa), un diritto ingiusto, o un diritto la cui giustizia sia discutibile, non sembra pienamente diritto poiché fallisce il suo scopo.
Pertanto sarà vero diritto solo il diritto giusto, ma tale è soltanto, per il ragionamento precedente, il diritto naturale, quindi solo
il diritto naturale è vero diritto. In questa seconda prospettiva il diritto naturale costituisce il criterio di accertamento non solo
della giustizia (con le conseguenze già indicate), ma anche della giuridicità del diritto positivo, a cui conferisce quindi, o nega,
validità, e a cui, se necessario, si sostituisce (diritto naturale vigente e obbligante). Da ciò risulta che il secondo significato di
diritto naturale (formulato con chiarezza e precisione solo in tempi assai recenti) implica il primo e non viceversa.
(S. Cotta, "Voce Diritto naturale", in "Enciclopedia del Diritto")
683
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 57
Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal brano?
A) La natura può anche non essere fondamento mediato del diritto naturale
B) Indipendentemente dalle diverse concezioni, la produzione consuetudinaria del diritto naturale è compito
del legislatore
C) Il cosiddetto ius in civitate positum è sempre, a differenza del diritto naturale, prodotto dal giudice di una
comunità
D) Secondo i sostenitori del diritto positivo, esso è fondato prevalentemente sulla produzione di leggi
BRANI
684
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 57
In base a quanto riportato nel brano, il diritto naturale:
A) consiste esclusivamente in un sistema di norme che, in ultima istanza, è sempre riconducibile a un unico
principio
B) non può non consistere in un unico principio
C) può essere fatto consistere in un unico principio
D) può non avere un fondamento naturale
BRANI
BRANO DA 58
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Una società che si riferisce a se stessa nella forma del diritto, che si rappresenta come società giuridica – e, cioè, né come
società della tradizione né come società religiosa – ha bisogno di un diritto che sia interamente riducibile alla società stessa,
che sia cioè rigorosamente immanente e non dipendente da alcuna autorità esterna (la legge divina, la natura umana, la
tradizione dei padri). In una società giuridica il diritto non può avere altro fondamento che se stesso, deve potersi autofondare. Il problema del fondamento del diritto nella scienza giuridica è solitamente posto in rapporto all'"obbligazione
giuridica", alla "vincolatività" del "dover essere giuridico". Da dove nasce il vincolo a osservare uno specifico comportamento?
Qual è il fondamento dell'obbligo, della norma che induce ciascuno di noi a questo o a quel comportamento? E qual è,
ancora, la ragione per la quale lo approviamo o lo riproviamo? La risposta che il giurista offre a questi, fondamentali,
interrogativi reca il segno di un compito "sociale" che la scienza del diritto – come qualunque altro pensiero che si sia dato
uno statuto teorico – da tempo si è assegnata. Principalmente quello di istituire il campo della propria riflessione, di costruire il
proprio oggetto e i relativi strumenti di elaborazione e di comunicazione (i concetti) in via esclusiva rispetto a pensieri e saperi
il cui oggetto sia tale da interferire potenzialmente con il proprio (il sapere economico, il sapere sociale, il sapere storicofilosofico). Interrogandosi sul proprio fondamento, ponendosi, cioè, una "meta-domanda", il diritto erige le barriere a
protezione della propria autonomia e del proprio rango teorico. La meta-domanda non viene lasciata al campo della libera
appropriazione altrui (filosofia, sociologia, scienze sociali), ma se ne afferma l’appartenenza a pieno titolo all’interrogazione
propriamente giuridica. Ma l'esclusiva sulla domanda "quale fonte del diritto?" è anche funzionale all'istituzione di un
monopolio fondamentale per la riproduzione del ceto dei giuristi: il monopolio dell'attività di interpretazione della legge,
dell'attività cioè e delle operazioni mediante le quali, attraverso la ricostruzione del "senso" e della portata dei comandi
normativi, l'ordine astrattamente disegnato dal legislatore diventa concreto assetto dei rapporti fra gli uomini. La risposta agli
interrogativi prima prospettati è perciò solo apparentemente una semplice risposta a una domanda. È invece la questione
fondamentale per eccellenza della scienza giuridica. Comunemente, nell'epoca moderna, si parte dall'affermazione secondo
cui in una comunità sociale coesistono (possono coesistere) diversi sistemi di norme, ciascuno dei quali riconducibile a un
diverso criterio di valutazione delle condotte umane. La norma religiosa, la norma morale, la norma di costume o
professionale esprimono altrettanti modelli di comportamento e si pongono ciascuna come fonte di un obbligo che il singolo
osserva, o rifiuta, perché lo sente perlomeno tale (perché ha fede, perché possiede un'idea di giustizia, perché così la
comunità di appartenenza richiede ecc.). Fra tali sistemi di norme, e da ciascuno di essi, la norma giuridica si distinguerebbe
per la particolare garanzia di cui essa sola è provvista: la garanzia di poter essere realizzata anche in via coattiva, la garanzia
che alla sua eventuale violazione segua una reazione – a sua volta regolata da apposite procedure – tesa a reintegrare e
ristabilire l'ordine che essa mirava a realizzare. Il criterio della sanzione (della quale lo Stato è il depositario) emerge come
una nota differenziale, esclusiva e indefettibile della regola di diritto. Da taluno si è obiettato – come meglio si vedrà in seguito
– che esso non è in grado di spiegare del tutto il fenomeno giuridico: la sanzione non sarebbe, in realtà, che una norma come
tutte le altre; la norma che "obbliga" il debitore ad adempiere al proprio debito, ha come "sanzione" la norma che rende
l'inadempiente responsabile dei danni derivanti dalla condotta illecita; tale norma ha, poi, come "sanzione" la norma che
rende il soggetto responsabile esposto alle azioni esecutive del creditore. Ciononostante tale criterio continua a essere
considerato come un criterio distintivo utile, se non indispensabile. E ciò, a ben riflettere, almeno per due buone ragioni. In
primo luogo perché la sanzione giuridica della coercizione appare dotata, in una molteplicità di casi, di un elevatissimo grado
di percettibilità sociale. Il che consente di argomentare in maniera forte la peculiarità della regola giuridica. In secondo luogo,
e conseguentemente, perché tale criterio – seppur non riesca a differenziare il precetto giuridico da altri precetti dal punto di
vista formale, cioè della struttura della proposizione normativa (spesso anche le norme di altri settori presentano
tendenzialmente una struttura ipotetica: se è A, allora è B) – è quello che assicura meglio di qualunque altro la possibilità di
costruire l'autonomia del fenomeno giuridico come fenomeno sociale. E con questa, anche l'autonomia della scienza giuridica
dalle altre scienze sociali, segnatamente da quelle che assumono a oggetto altri fenomeni normativi.
L’argomento della coercibilità del diritto statuale si combina con quello che ravvisa altresì la peculiarità del fenomeno giuridico
nella presenza di uno specifico sistema di fonti di produzione, di altre regole e procedure, cioè, attraverso le quali soltanto è
possibile dar vita a regole giuridiche (coercitive). Se, infatti, la valutazione di giuridicità è sempre operata a partire da criteri
normativi – posti, dunque, da altre norme –, anche la posizione di una norma deve, per essere "valida", cioè giuridicamente
fondata, conformarsi al rispetto di una norma di rango superiore, al rispetto di una norma, insomma, che assuma a oggetto di
regolazione, per l'appunto, la posizione delle norme. E solo così il diritto si presenta realmente come autonomo. Si pensi alle
norme sul potere legislativo nel nostro ordinamento (norma di rango costituzionale): sono norme il cui rispetto è condizione
per la validità formale delle norme deliberate dal Parlamento. Attraverso la regolamentazione giuridica del processo di
formazione del diritto, si rende quest'ultimo autonomo e capace di trasformarsi, ma sempre attraverso il filtro della
normazione. La disciplina delle fonti (leggi, regolamenti, decreti) del diritto assolve, dunque, alla chiusura del sistema. L'input
sociale è sempre mediato. La risposta agli interrogativi formulati all'inizio si comincia in tal modo a delineare, nel suo
contenuto, ma anche nei suoi limiti, che è opportuno già in questa sede esplicitare. La costruzione del fenomeno giuridico
come fenomeno sociale dotato di caratteri suoi propri e tali da conferirgli autonoma rilevanza, dunque, da una parte
contribuisce a emancipare la regola di diritto dalla dipendenza da fonti esterne, naturali o divine, non controllabili da parte
degli uomini; così riconducendola nell'ambito delle esperienze della convivenza sociale. Dall'altra, compiuto tale fondamentale
passaggio teorico, si imbatte però nei limiti propri di un'argomentazione viziata almeno in parte da circolarità. E infatti, se
BRANI
l'obbligo non scaturisce da una legge naturale, né dalla legge divina, esso non può trovare altro fondamento che una
decisione degli uomini che lo hanno posto. Ma a tale decisione, perché possa porsi come fonte vincolante, non può a sua
volta non riconoscersi un carattere vincolante. E quest'ultimo non può che scaturire da una precedente decisione
fondamentale: quella che stabilisce le regole per la produzione delle regole. Fonte del diritto è solo la volontà della comunità,
espressa nelle forme previste, per esempio la legge del Parlamento. Ma le norme che determinano tali forme (per esempio, le
norme costituzionali sulle fonti di produzione, sul potere legislativo) sono anch'esse, a loro volta, decisioni della collettività: in
forza del rispetto di quali norme? Queste ultime sono giuridicamente fondate? Qual è la decisione che legittima la norma
posta al vertice della gerarchia delle fonti? Sta qui il vizio della circolarità. L'obbligo, in definitiva, scaturisce da un altro
obbligo, di rango superiore – dirà Kelsen – ma pur sempre tale – diranno i suoi critici –, fino ad arrivare a una norma
fondamentale, infondata, semplicemente presupposta. Questo è, dunque, uno dei luoghi oscuri, e spesso oscurati, del diritto
moderno: l'enigma della sua auto-fondazione.
(Archivio Selexi)
685
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 58
Secondo l'autore del brano, l'espressione "società giuridica" indica:
A) una società dove non esiste obbligazione giuridica
B) una società che, riferendosi a se stessa nella forma del diritto, non riconosce come valida nessuna
tradizione e nessuna religione
C) una società in cui il ceto dei giuristi monopolizza l'interpretazione della legge
D) una specifica modalità con cui una società rappresenta se stessa
BRANO DA 67
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Dal punto di vista storiografico, varcare le soglie della vita privata è certamente un’impresa affascinante e, allo stesso tempo,
assai complessa sia sul piano metodologico, sia dal punto di vista interpretativo. Ricostruire le memorie del sottosuolo
dell’umanità – i sentimenti, le emozioni, gli affetti, la follia – a lungo protetti da paradigmi del passato che ne negavano ogni
dignità conoscitiva, vuol dire, infatti, addentrarsi in una zona vietata e oscura, «luogo dei nostri sogni e delle nostre schiavitù»
e, forse proprio per questo, a lungo arbitrariamente sottratta a indagini critiche potenzialmente rivelatrici dei conflitti.
Il superamento della rimozione del privato dalla scena della storia rappresenta – come è stato evidenziato da un’ampia
saggistica storiografica – un indubbio progresso conoscitivo e un importante contributo alla ridefinizione dell’idea stessa di
passato.
Varcare le soglie dell’intimità significa innanzitutto entrare nelle dimore di tutti i tempi, laddove il privato è stato
istituzionalmente espunto (il carcere, l’ospizio, il collegio, l’educandato, il manicomio) ma soprattutto all’interno di quelle mura
domestiche considerate il luogo elettivo degli affetti e, insieme, la dimora stessa dell’identità femminile.
Entrare nella casa vuol dire, dunque, inoltrarsi nel mondo dei sentimenti, della cura e dell’iniziazione da parte dell’infanzia alla
vita adulta (un discorso che implica aspetti ad alta densità pedagogica a volte sottovalutati dagli storici sociali) e prendere in
esame percorsi esistenziali dove fatalmente norme sociali e affetti finiscono per intrecciarsi, rivelando la fallacia di ogni
tentativo di distinguere il privato dal pubblico, i sentimenti dal potere, i modelli pedagogici dalla vita sociale e politica. Più che
agli esiti recenti della storia sociale a volte edulcorata – come cercherò di approfondire in seguito – da una trama narrativa
poco sensibile al rapporto tra affettività e politica, si deve soprattutto alla storia sociale dell’educazione l’aver evidenziato,
negli ultimi anni, il complesso rapporto fra norma ed emozioni, fra metafora e realtà, fra modelli teorici e destini individuali o
sociali.
Dal punto di vista storico-educativo, la casa rappresenta il luogo di quell’educazione informale concettualmente e
terminologicamente distinta dall’educazione intenzionale tipica della scuola e delle istituzioni formative, anch’esse tuttavia non
prive di aspetti latenti, emotivi e affettivi, a volte – ma non sempre – inconsapevoli e sottaciuti.
(Archivio Selexi)
686
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 67
In base a quanto affermato nel brano, la casa viene tradizionalmente considerata:
A) il luogo dei nostri sogni e delle nostre schiavitù
B) il perno delle norme sociali
C) la sede dell’identità femminile
D) il centro della vita pubblica
BRANI
BRANO DA 73
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Diversa è la posizione dello psicologo (e anche, come vedremo, del pedagogista) che, attento ai processi che intervengono
nella costruzione della personalità piuttosto che alla collocazione dell’individuo nell’area di vita sociale e produttiva, fa
distinzione fra adolescenza e gioventù: la prima si estende dai 14 ai 18 anni di età, e costituisce il momento decisivo di
ricostruzione e di definizione del sistema del Sé, e dunque della conquista di un adeguato sentimento di identità personale,
passando attraverso crisi e/o mutamenti che sono biologici, psicologici e psicosociali; la seconda si estende dai 18 ai 25-29
anni e, se da un lato continua la fase precedente, dall’altro introduce una fase nuova, connotata da problematiche psicosociali
sue proprie.
Simile distinzione pone – come sappiamo – qualche problema sia descrittivo sia esplicativo: ma è da preferire rispetto a
posizioni, peraltro assai diffuse in letteratura, che continuano a definire l’adolescenza in termini ambigui, come fase di
transizione tra un’età che non c’è più (infanzia e fanciullezza) e un’età che non c’è ancora (età adulta): una connotazione
mantenuta sul negativo, su ciò che l’adolescente (o il giovane) non è, che rischia di occultare realtà che invece sono
chiaramente distinte, con una loro specificità e specifiche problematiche educative.
(Archivio Selexi)
687
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 73
"L’adolescenza è un’età di transizione". Questa affermazione, secondo l’autore del brano, è:
A) molto diffusa
B) sbagliata, dal momento che l’adolescenza occupa una parte ben definita della vita dell’individuo che può
arrivare fino ai 29 anni d’età
C) fondata su fatti che non possono essere contraddetti
D) utile tanto per lo psicologo quanto per il pedagogista
688
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 73
Secondo l’autore, durante l’adolescenza:
A) si supera la propria definizione del sistema del Sé, passando attraverso crisi e mutamenti biologici,
psicologici e psicosociali
B) in un lasso di tempo oggi compreso tra i 14 e i 25-29 anni, si vivono problematiche educative di
transizione che non bisogna occultare
C) si assume progressivamente il sentimento della propria identità, anche attraverso diversi momenti critici,
non solo di natura psicologica e psicosociale, ma anche biologica
D) si affrontano problemi cruciali in vista dell’età adulta, uscendo dall’ambiguità della fanciullezza
BRANI
BRANO DA 86
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Comunque, e in conclusione, una cosa mi sembra debba risultare ben chiara. Per quanto possano essere stretti i legami della
filosofia con la politica, per quanto la filosofia possa e debba essere politica, ciò non significa e non significherà mai (a meno
di alterare in modo totale il significato tradizionale delle parole) che il filosofo, come tale, possa trasformarsi in propagandista
politico.
E questo per due motivi. La propaganda come tale mira alla persuasione, comunque ottenuta (o, se si vuole, ottenuta con
mezzi segnici – discorsi, immagini ecc., ma comunque usati); la filosofia come tale mira anch’essa a ottenere la persuasione,
ma uno, e un solo tipo di persuasione (quindi con il solo impiego dei mezzi discorsivi atti a questo scopo): la persuasione
razionale, fondata sulla verifica. Ora, se si vuole chiamare "propaganda" qualsiasi attività volta alla persuasione altrui, anche il
filosofo è un propagandista: ma la sua persuasione può essere solo razionale e logica (concerne la verità, non le emozioni), e
i soli mezzi che può impiegare sono quelli della dimostrazione e della prova. Il che, ovviamente, non corrisponde affatto a ciò
che di solito si intende con la parola "propaganda", cioè con un discorso avente fini pratici immediati, facente leva su
emozioni di massa, tale che non si appella alle abitudini di verifica e deduzione, ma piuttosto a quelle di associazioni
immediate tra certi segni e certi comportamenti.
Ma forse c’è stato di più. "Cultura" è azione consapevole – consapevole non solo dei mezzi usati, ma dei fini perseguiti e del
loro valore. La propaganda è pura tecnica: il propagandista, come tale, è un tecnico, e come tutti i tecnici (come tali) o ignora i
fini per cui opera o li accetta senza proporsi un’indagine intorno al loro valore – come ogni tecnica, la propaganda subisce
una certa situazione e opera in essa senza sottoporla a critica. Essa rischia quindi di essere anticultura, quindi, a fortiori, di
essere antifilosofia.
(Archivio Selexi)
689
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 86
In base a quanto sostenuto nel brano, è possibile affermare che:
A) nessuna della altre risposte è corretta
B) la filosofia si serve di discorsi e immagini per perseguire la persuasione
C) la propaganda mira alla persuasione razionale
D) politica e filosofia coincidono
690
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 88
Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal brano?
A) Addestramento e sensibilità interpretativa sono richiesti agli attori più che ai mimi
B) I travestimenti portano spesso ad atteggiamenti violenti e antisociali
C) L’autore ordina, secondo una scala crescente di perizia, rispettivamente chi indossa una maschera,
l’attore e il mimo
D) Gli attori devono saper individuare gli atti e le azioni delle persone
691
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 88
Secondo quanto riportato nel brano, il travestimento:
A) richiede sensibilità interpretativa
B) permette di manifestare emozioni e parti di sé normalmente relegate nell'interiorità
C) è una pratica insolita in uso prevalentemente fra chi è insoddisfatto della propria vita
D) in pubblico è vietato dalle legislazioni più oscurantiste
BRANI
BRANO DA 89
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Gordon Allport di Harvard ha collaborato a uno studio sulle "voci che corrono": come nascono, crescono e si diffondono. Ha
intitolato il libro "The Psychology of Rumor". Ancor più di quello della pubblicità e della propaganda, lo studio delle "voci che
corrono" riguarda la patologia della comunicazione. Le "voci che corrono" sono in genere fatti distorti in modo grossolano o
privi di qualsiasi base di fatto. Si diffondono spesso con velocità incredibile: bastano poche parole sussurrate e "lo sa tutta la
città", il che fa pensare a una curva esponenziale.
Allport cita il classico caso delle campane di Anversa avvenuto durante la prima guerra mondiale:
Fase 1) La "Kölnische Zeitung" dà questa notizia: "Quando si seppe della caduta di Anversa, si suonarono le campane delle
chiese".
Fase 2) "Le Matin" di Parigi riprende la notizia: "Secondo quanto scrive la 'Kölnische Zeitung', quando la fortezza fu
espugnata il clero di Anversa fu costretto a far suonare le campane delle chiese".
Fase 3) Ed ecco il "Times" di Londra: "Secondo notizie che 'Le Matin' ha avuto da Colonia, i preti belgi che rifiutarono di
suonare le campane delle chiese alla caduta di Anversa furono cacciati via".
Fase 4) La notizia si ritrova nel "Corriere della Sera": "Secondo notizie che il 'Times' ha avuto da Colonia, via Parigi, gli
sfortunati preti che si rifiutarono di far suonare le campane delle chiese alla caduta di Anversa furono condannati ai lavori
forzati".
Fase 5) Si torna a "Le Matin": "Secondo informazioni che il 'Corriere della Sera' ha ricevuto da Colonia via Londra, si
conferma (sic) che i barbari conquistatori di Anversa punirono gli sfortunati preti belgi, per il loro eroico rifiuto di far suonare le
campane delle chiese, appendendoli alle campane stesse con la testa in giù, come batacchi viventi".
Così, una storia incominciata dal semplice fatto che dopo la conquista di una città si suonarono le campane nel Paese natale
dei vincitori, giunse sino alla fantastica favola dei batacchi viventi, in cui, come in altre famose storie di atrocità della prima
guerra mondiale, credettero fermamente milioni di persone. Alle voci infondate, nella loro qualità di comunicazione negativa,
si può porre rimedio intensificando la comunicazione positiva. Qualsiasi agente pubblicitario lo sa e, se appena gli è possibile,
preferisce dire la verità.
La storia delle campane di Anversa illustra non solo il modo in cui si propagano le voci infondate, ma anche una teoria che io
sostengo appassionatamente, anche se forse non scientificamente, che cioè bloccare deliberatamente le linee di
comunicazione è forse il peggior delitto che si possa commettere. È come avvelenare l’acqua dei pozzi nei deserti. Noi mortali
siamo così inclini a credere a tutto ciò che udiamo o vediamo scritto a grandi caratteri che a tutti quelli di noi che lavorano con
le parole s’impone l’obbligo solenne di renderle il più possibile chiare e sincere.
(Archivio Selexi)
692
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DA 89
Qual è tra i seguenti l’involontario protagonista della storia delle campane di Anversa?
A) I cappellani di guerra tedeschi
B) La popolazione di Colonia
C) Il clero belga
D) I soldati occupanti
BRANI
BRANO DC 14
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La fantascienza (dall'inglese science fiction), permette di spostarsi nel futuro, di abitare mondi paralleli, dà voce alle
inquietudini primordiali degli uomini raccontandole in maniera metaforica, scientifica e avventurosa.
I veri creatori della fantascienza sono Jules Verne, autore di romanzi d'avventura pervasi dalla fiducia, prettamente
ottocentesca, nel progresso della scienza, e H.G. Wells, attento soprattutto agli effetti della ricerca scientifica sui problemi
sociali e politici del tempo, con un fondo di negatività che distinguerà più tardi la fantascienza antiutopistica.
Negli Stati Uniti la fantascienza comincia ad affermarsi come genere popolare già dagli anni Dieci, con vastissima produzione
di collane editoriali e di riviste specializzate, la più importante delle quali fu "Amazing Stories", fondata nel 1926 da Hugo
Gernsback. Le storie dei pionieri dello spazio, chiamate "space operas", ricalcano quelle del romanzo western o di
esplorazione e privilegiano i temi dell'avventura spaziale, del contatto con gli alieni, della creazione di mostri e automi.
L'esplosione della bomba atomica su Hiroshima nel 1945 e la guerra fredda inseriscono nello sviluppo della fantascienza
ansie e preoccupazioni di tipo politico. In questo periodo si affermano, tra gli altri, Isaac Asimov, sapiente e prolifico
divulgatore scientifico, noto soprattutto per i suoi racconti e romanzi di fantascienza tecnologica e Ray Bradbury,
originalissimo scrittore, per il quale la fantascienza non è che un pretesto per dare sfogo alla sua estrosa fantasia e per
protestare contro la vita di oggi che tende a distruggere l'elemento poetico, fiabesco e ideale dell'uomo e della sua storia. In
Inghilterra, George Orwell scrive 1984, celeberrima utopia negativa nella quale scienza e politica producono nuove forme di
oppressione sociale e Arthur Clarke si pone come l'archetipo vivente dello scienziato-scrittore. Ballard dà vita a una
"letteratura dello spazio interno".
Con i primi anni Sessanta, la fantascienza diviene spesso fantapolitica, mentre nasce una new wave anglo-americana che,
partendo dalla tradizione consolidata, dà ampio spazio a nuove tematiche, come la droga, la psicoanalisi, il privato, il
misticismo orientale, i conflitti razziali. Il più immaginoso e sperimentale rappresentante di questa corrente è Philip K. Dick,
che nei suoi racconti dà voce alle tante realtà parallele che circondano il nostro universo.
Al centro della fantascienza rimangono, fino a oggi, le inquietudini generate dal progresso tecnologico, che sono sempre più
legate all'angoscia della perdita di identità, generata da un lato dallo sviluppo dell'ingegneria genetica e dall'altro dalla
diffusione dell'informatica e dalle ricerche sull'intelligenza artificiale.
Negli anni Ottanta nasce la letteratura cyberpunk (definizione derivata dall'associazione di punk con la nozione di
cyberspazio). Il testo chiave di questo movimento è il romanzo Neuromante di William Gibson, che ha per protagonista un
cow boy del cyberspazio che realizza i suoi colpi penetrando elettronicamente nella rete mondiale di computer che tutto
comprende e simula. L'altro capofila del movimento è Bruce Sterling, autore anche di una serie di testi teorici.
(Archivio Selexi)
693
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 14
Quale delle seguenti affermazioni relative alla diffusione della fantascienza negli Stati Uniti NON è
deducibile dal brano?
A) Le storie di pionieri dello spazio erano dette "space operas"
B) "Amazing Stories" fu una delle più importanti riviste specializzate
C) Uno dei primi esponenti americani del nuovo genere letterario fu H.G. Wells
D) Hugo Gernsback fondò una rivista negli anni '20 del '900
BRANI
BRANO DC 44
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Dacché funziona il nuovo sistema penale – quello definito dai grandi codici dei secoli XVIII e XIX , un processo globale ha
condotto i giudici a giudicare altra cosa che non i delitti; nelle sentenze essi sono stati condotti a fare altra cosa che non
giudicare; e il potere di giudicare è stato trasferito, in parte, a istanze diverse dai giudici del reato. L'intera operazione penale
si è gravata di elementi e di personaggi extragiuridici. Si potrà dire che non c'è nulla di straordinario, che è destino del diritto
l'assorbire poco a poco elementi che gli sono estranei. Ma una cosa è singolare nella giustizia penale moderna: se essa si
carica di tanti elementi extragiuridici, non è per poterli qualificare giuridicamente ed integrarli poco a poco nello stretto potere
di punire: è al contrario per poterli far funzionare all'interno dell'operazione penale come elementi non giuridici; è per evitare a
questa operazione di essere puramente e semplicemente punizione legale; è per discolpare il giudice dall'essere puramente
e semplicemente colui che castiga: «Noi emettiamo un verdetto, che è sì richiesto da un delitto, ma vedete bene che per noi
funziona in realtà come un modo di trattare un criminale; noi puniamo, ma è una via per dire che vogliamo una guarigione».
Oggi, la giustizia criminale non funziona e non si giustifica se non attraverso questo incessante riferirsi a qualcosa di diverso,
se non attraverso un'incessante reiscrizione in sistemi non giuridici. Essa è votata a questa riqualificazione per mezzo del
sapere. Sotto l'accresciuta dolcezza dei castighi, possiamo dunque reperire uno spostamento del loro punto di applicazione, e
attraverso questo spostamento, tutto un campo di oggetti recenti, tutto un nuovo regime della verità e una folla di ruoli finora
inediti nell'esercizio della giustizia criminale. Una conoscenza nuova, nuove tecniche, discorsi «scientifici», si propongono e si
intrecciano con la pratica del potere di punire.
(Archivio Selexi)
694
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 44
Lo scopo del brano è verosimilmente:
A) spiegare che, ai giorni nostri, l'obiettivo della pena è la crescita culturale dei detenuti
B) consigliare i giudici su come meglio esercitare il proprio potere
C) illustrare il ruolo degli elementi extragiuridici nell’operazione penale
D) rendere evidente che nel nuovo sistema penale i giudici non hanno più alcuna responsabilità
nell'attribuzione delle sanzioni
695
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 44
In epoca moderna l'aggiunta di elementi extragiuridici al procedimento penale serve a:
A) discolpare il giudice e attribuire la responsabilità della pena ad altre istanze
B) arricchire i codici penali dei secoli XVIII e XIX
C) trasferire il potere di giudicare dai giudici a professionisti esterni
D) considerare la pena un processo di recupero e non una mera punizione
696
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 44
Secondo l'autore del brano, i castighi:
A) servono solo a punire i colpevoli
B) devono includere terapie farmacologiche e psichiatriche
C) sono diventati più dolci
D) non devono più essere decisi dai giudici
697
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 44
Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal brano?
A) L’esercizio della giustizia criminale include oggi nuovi ruoli
B) La punizione viene considerata un percorso verso la guarigione
C) La giustizia criminale si è rinnovata avvalendosi di nuove tecniche e conoscenze
D) L'odierna giustizia criminale non funziona correttamente
BRANI
698
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 44
Secondo quanto riportato nel brano, in cosa si differenzia il “nuovo” sistema penale da quello dei
secoli precedenti?
A) Il sistema giuridico moderno assorbe e integra elementi extragiuridici nell'attribuzione della pena
B) Nella modernità i giudici non giudicano i delitti ma gli accusati
C) La pena non è più vista semplicemente come una punizione, ma come una sanzione che sia d'esempio
per il resto della popolazione e sollevi i giudici dalla responsabilità del castigo
D) La giustizia moderna si arricchisce di elementi che esulano dall'ambito strettamente giuridico
BRANO DC 75
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Fin dal periodo della laurea, Durkheim aveva chiaramente impostato la propria vita. Non aveva la vocazione del filosofo
tradizionale; la filosofia, almeno come era allora insegnata, gli sembrava troppo lontana dai problemi della vita del suo tempo,
troppo rivolta a sofismi vani e arcani. Egli voleva dedicarsi a una disciplina che avrebbe dovuto contribuire a chiarire le grandi
questioni morali che travagliavano il suo tempo e a risolvere i problemi della società a lui contemporanea. Più concretamente,
Durkheim voleva dare un contributo al consolidamento morale e politico della Terza Repubblica che, in quei giorni, era ancora
una struttura politica fragile e sottoposta a tensioni. Era convinto che tale guida morale potesse essere fornita soltanto da
uomini con una solida preparazione scientifica, perciò decise di dedicarsi allo studio scientifico della società, con l'obiettivo,
che considerava imperativo, di costruire un sistema sociologico su basi scientifiche, non fine a se stesso, ma mezzo per la
guida morale della società. Da tale obiettivo Durkheim non si allontanò mai.
Tuttavia, poiché la sociologia non era materia di insegnamento né nelle scuole secondarie né all'università, Durkheim iniziò la
propria carriera come insegnante di filosofia. Dal 1882 al 1887 insegnò in molti licei della provincia nei dintorni di Parigi, a
eccezione di un anno in cui gli fu consentito di assentarsi per perfezionare gli studi a Parigi e in Germania. Il soggiorno di
Durkheim in Germania fu prevalentemente dedicato allo studio dei metodi di insegnamento e di ricerca nella filosofia morale e
nelle scienze sociali; trascorse la maggior parte del tempo a Berlino e a Lipsia, dove fu profondamente colpito dal famoso
laboratorio psicologico di Wilhelm Wundt. Dai resoconti sull'esperienza in Germania, scritti successivamente, Durkheim si
rivelò entusiasta della precisione e dell'obiettività scientifica nella ricerca di cui era stato testimone nel laboratorio di Wundt e
altrove. Nello stesso tempo sottolineò il fatto che la Francia avrebbe dovuto emulare la Germania nel fare dell'insegnamento
filosofico un servizio per fini sociali e nazionali; egli condivideva totalmente gli sforzi degli scienziati sociali e dei filosofi
tedeschi, tesi a mettere in evidenza le radici sociali della nozione di dovere morale e a rendere l'etica una disciplina
indipendente e positiva.
(Archivio Selexi)
699
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 75
Relativamente al brano, si indichi quale proposizione è FALSA.
A) Durkheim riteneva che la filosofia del suo tempo fosse troppo rivolta a problemi lontani dalla vita reale
B) Durkheim riteneva che per risolvere i problemi della società era necessario studiare a fondo le scienze
sociali e la filosofia morale
C) Durkheim si occupò prevalentemente di scienza e filosofia morale
D) Durkheim credeva nello studio scientifico e obiettivo delle scienze sociali
BRANI
BRANO DC 84
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Gli uomini tendono a interpretare l'amore e il matrimonio in termini di possesso, come confermano gli studi su cerimonie
nuziali, negoziati prematrimoniali, leggi sull'adulterio e canzoni d'amore. La violazione del diritto di proprietà degli uomini sulle
"loro" donne può provocare gesti violenti. La grande maggioranza degli uxoricidi è dovuta al sospetto d'infedeltà o alla volontà
della moglie di chiudere il rapporto: il rischio che una donna sia uccisa è più alto dopo l'abbandono di un partner violento che
durante la convivenza. «Se non posso averla io, non l'avrà nessuno», pensano gli uxoricidi.
II rovesciamento dei ruoli non è molto frequente. E quando le donne uccidono i partner di solito è per reazione al dominio
violento dell'uomo. Forse la possessività maschile è dovuta al fatto che gli uomini sono in forte competizione tra loro per la
riproduzione e possono essere ingannati riguardo alla paternità. Tuttavia, gli uomini non aggrediscono le partner allo stesso
modo in tutto il mondo. Ci sono grandi differenze culturali. In Papua Nuova Guinea un etnografo ha rivelato che nella tribù dei
Lusi-kaliai quasi tutte le donne subiscono prima o poi percosse dal marito, mentre in quella dei Wape le violenze sono molto
rare. Anche nelle nazioni sviluppate ci sono situazioni molto diverse: secondo l'OMS, il numero delle mogli aggredite dal
marito oscilla dal 10 a più del 50 per cento.
Ogni anno più di cento britannici uccidono le partner o le ex partner. [...] Negli Stati Uniti sono circa mille le donne uccise dai
partner o dagli ex partner ogni anno. La cifra è inferiore ai 1.400 omicidi all'anno dei primi anni Ottanta, ma in rapporto alla
popolazione è pur sempre il doppio rispetto alla Gran Bretagna. Il dato sorprende perché contemporaneamente sono
aumentati l'impegno femminile nel mondo del lavoro e i divorzi richiesti dalle donne, entrambi fenomeni sgraditi agli uomini
possessivi. La riduzione degli uxoricidi potrebbe essere dovuta alla maggiore protezione sociale garantita alle donne
maltrattate. La riduzione del numero di uomini uccisi dalla moglie è stata ancora più netta. Evidentemente i programmi per la
tutela femminile hanno salvato la vita più agli uomini che alle donne: se le donne hanno la possibilità di sfuggire a uomini
violenti e dominanti, sono meno inclini a uccidere.
(Marty Daly e Margo Wilson, "Quando l'amore diventa pericoloso", «Internazionale»)
700
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 84
Secondo il brano, rispetto agli anni Ottanta:
A) la percentuale di donne maltrattate negli Stati Uniti si è dimezzata rispetto alla Gran Bretagna
B) la percentuale di donne maltrattate in Gran Bretagna è divenuta doppia rispetto agli Stati Uniti
C) le donne maltrattate sono diminuite negli Stati Uniti
D) la percentuale di divorzi è diminuita in Gran Bretagna
BRANI
BRANO DC 88
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Per Larry Ellison i videogiochi sono una gran perdita di tempo. Il capo della Oracle, una delle maggiori aziende di software del
mondo, non è tenero con l'industria dell'entertainment più dinamica degli ultimi dieci anni. Eppure, secondo un sondaggio di
Ap-Aol, il 40% degli americani adulti gioca con il computer. E di questi, il 45% lo fa su Internet. La rete attira i giocatori più
accaniti. Un terzo dei giocatori online spende più di 200 dollari all'anno in questa attività, mentre solo un quarto di quelli che
non giocano su Internet raggiunge una spesa di quell'ordine di grandezza. Non solo: i giocatori online che passano almeno 4
ore alla settimana con questo passatempo sono il 42%, contro il 26% di coloro che non giocano su Internet.
Secondo gli esperti, gli adulti si dedicano prevalentemente ai giochi di carte digitali, ai giochi di strategia, ai simulatori dello
sport, ai giochi di ruolo.
I ragazzini sono molto più avanzati. Oltre a sparare con ogni mezzo conosciuto e sconosciuto per abbattere nemici di ogni
forma, giocano a costruire città, a sviluppare civiltà, a stabilire il futuro di alcune famiglie o a gestire grandi studios
cinematografici. Secondo uno studio dell'Università di Utrecht, i bambini tra gli 8 e i 14 anni in Europa sono la prima
generazione che passa più tempo con i videogiochi che con la TV. Evidentemente sono andati più avanti dei loro genitori
nell'esplorazione delle possibilità espressive del computer e dei media digitali. Abituati a vivere in un mondo fatto di
connessioni continue via sms e di giochi computerizzati, conoscono la simulazione e l'interazione con i media più di quanto
non conoscano i prodotti dell'entertainment passivo.
Le sensazioni forti che possono provare in questo modo non sono paragonabili a quelle che vivono con un cartone animato e
tanto meno con un libro (anche se, a quanto pare, quest'ultimo è più "interattivo" della TV).
Può essere che tutto questo sia una gran perdita di tempo, come sostiene Ellison. Ma di certo ridefinisce l'entertainment e
cambia la gerarchia culturale: ponendo i bambini al di sopra degli adulti. I mondi del divertimento delle diverse generazioni si
stanno separando. Le conseguenze sono tutte da vedere.
(Archivio Selexi)
701
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DC 88
L’autore del brano cita il parere di Larry Ellison, capo della Oracle, perché:
A) pur appartenendo al mondo dell’informatica, mostra di non avere colto la separazione in atto tra
entertainment attivo e interconnesso, preferito dai giovani, ed entertainment passivo, preferito dagli adulti
B) pur appartenendo al mondo dell’informatica mostra, in quanto adulto, di non avere colto la separazione
in atto tra entertaniment attivo e interconnesso, preferito dagli adulti, ed entertainment passivo, preferito
dai giovani
C) in quanto appartenente al mondo dell’informatica, ha compreso pienamente la separazione in atto tra
entertainment attivo e interconnesso, preferito dagli adulti, ed entertainment passivo preferito dai giovani
D) vuole spiegare ai lettori per quale motivo la Oracle non investe in ricerca e sviluppo di nuovi videogiochi
BRANI
BRANO DD 97
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La torbiera? Un ambiente pericoloso, minaccioso, oscuro. Persino Frodo, il protagonista del Signore degli anelli, ha corso il
rischio di morire in una torbiera (le "Paludi morte"). Eppure, visti con gli occhi di un ricercatore, pochi ambienti sono più
affascinanti di queste distese di muschi in decomposizione, di piccoli cespugli e di specie vegetali e animali molto adattate. E
le torbiere non sono neppure ambienti marginali: coprono infatti 400 milioni di ettari delle terre emerse, in gran parte nelle
nazioni più vicine al Polo Nord, come Russia e Finlandia, e rappresentano circa il 50% delle zone umide del mondo.
Le torbiere si creano quando il territorio umido, come un lago non molto profondo o una palude, è lentamente ricoperto da
uno strato di muschi che, nel giro di migliaia di anni, vanno a riempire l’intero bacino. L’ambiente che si forma è una strana
combinazione di morte e vita, perché il muschio, di solito del genere Sphagnum, è sepolto nelle profondità a mano a mano
che i suoi piccoli steli crescono verso la luce. Si forma così un tappeto di piante vive che ricopre metri e metri di materiale
spugnoso che si decompone a fatica. Lontani dall’ossigeno dell’aria, infatti, i muschi e i resti organici sepolti rimangono intatti
per secoli. È un ambiente a volte estremamente acido, che quindi ospita specie adatte a un ecosistema particolare. Le piante,
per esempio, devono riuscire a sopravvivere con poco azoto, che si trova solo nei terreni ricchi di materiale organico
decomposto. Per questo nelle torbiere vivono spesso piante carnivore come la Drosera, che estraggono l’azoto dalle loro
prede: piccoli animali come insetti o ragni.
L’estrema immobilità delle torbiere le ha trasformate in un vero e proprio archivio vivente. Scavare nello strato, profondo
metri, di stagni morti o in via di decomposizione, permette di risalire, quasi anno per anno, ai cambiamenti di vegetazione
avvenuti nel corso dei secoli (spesso la torba ha cominciato a depositarsi oltre 10 mila anni fa). Il polline, le foglie o i fiori delle
piante testimoniano le modifiche nel clima della regione.
E a volte è possibile trovare corpi umani, le "mummie delle torbiere", che secondo alcuni studi sono abitanti locali dell’età del
ferro, forse sacrificati durante misteriose cerimonie.
(M. Ferrari, «Focus»)
702
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DD 97
La torbiera può essere definita un archivio vivente perché:
A) vi si trova una grandissima varietà di specie animali e vegetali
B) lontani dall’ossigeno e dall’acqua, i muschi e i resti organici si conservano per secoli
C) lontani dall’ossigeno dell’aria, i muschi e i resti organici sepolti si conservano per secoli
D) vi sono stati rinvenuti resti di corpi umani risalenti all’età preistorica
BRANI
BRANO DE 03
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Soltanto i giovani hanno momenti del genere. Non dico i più giovani. No. Quando si è molto giovani, a dirla esatta, non vi
sono momenti. È privilegio della prima gioventù vivere d'anticipo sul tempo a venire, in un flusso ininterrotto di belle speranze
che non conosce attimi o soste di riflessione.
Ci si chiude alle spalle il cancelletto dell'infanzia, e si entra in un giardino d'incanti. Persino la penombra qui brilla di
promesse. A ogni svolta il sentiero ha le sue seduzioni. E non perché sia questo un paese inesplorato. Lo sappiamo bene che
l'umanità tutta è passata da lì. È piuttosto l'incanto dell'universale esperienza, da cui ci aspettiamo emozioni non ordinarie o
personali, qualcosa che sia solo nostro.
Si va avanti ritrovando i solchi lasciati dai nostri predecessori, eccitati, divertiti, facendo tutt'un fascio di buona e cattiva sorte
– zuccherini e batoste, si può dire – il pittoresco lascito assegnato a tutti, che tante cose riserba a chi ne avrà i meriti, o forse
a chi avrà fortuna. Già. Si va avanti. E anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d'ombra, ad avvertirci
che bisogna dire addio anche al paese della gioventù.
Questo è il periodo della vita in cui è più facile sopraggiungano i momenti che ho detto. Che momenti? Be', momenti di noia,
di stanchezza, d'insoddisfazione. Momenti d'avventatezza. Voglio dire momenti in cui chi è ancora giovane si trova a
commettere azioni avventate, come per esempio sposarsi all'improvviso o abbandonare senza motivo un posto di lavoro.
(J. Conrad, "La linea d'ombra")
703
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DE 03
La gioventù è definita "un giardino d’incanti" perché:
A) è un paese inesplorato
B) consente di vivere in prima persona un’esperienza che molti hanno già vissuto
C) finalmente è finita l'infanzia
D) prospetta emozioni straordinarie attraverso l’esperienza universale
BRANI
BRANO DF 28
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Erano gli albori del 1900 quando Richard Sears, un giovane capostazione americano, si ritrovò proprietario di una spedizione
di orologi d'oro non reclamata. Si fece allora una domanda più che logica: "Chi può avere bisogno di conoscere l'ora esatta in
qualsiasi momento?". "Altri capistazione" fu l'ovvia risposta. Preparò una lista di nominativi, spedì loro una lettera e riuscì a
vendere tutti gli orologi. Era nato il marketing di nicchia.
Dopo aver scoperto, ciascuno per suo conto, le potenzialità della vendita tramite la posta, Sears e Aaron Montgomery Ward
lanciarono i primi cataloghi di vendita per corrispondenza.
Nel 1910 Sears comprese che, se voleva dare un rapido sviluppo alla sua attività di vendita per corrispondenza, doveva
concedere crediti al suo mercato primario, gli agricoltori, in modo che questi potessero fare acquisti anche nei mesi tra un
raccolto e l'altro. Con il lancio della prima carta di credito Sears, le vendite andarono alle stelle.
Si dovette attendere fino agli anni Cinquanta perché venissero introdotte la Diners Club e l'American Express. La Visa e la
Master Card arrivarono alcuni decenni dopo, seguite dalla Discover Card.
Alla fine degli anni Cinquanta, gli Stati Uniti registrarono l'avvio di un altro boom, gli annunci stampa con coupon ("direct
response"), grazie alla nascita delle edizioni regionali. Per la prima volta gli inserzionisti potevano condurre test sulle riviste a
larga tiratura con un investimento ridotto rispetto a quello della tiratura nazionale. Nello stesso decennio vennero introdotte le
cartoline inserite nelle riviste che, rispetto ai coupon stampati nelle pagine, aumentarono la risposta fino al 600%.
Nel 1965 entrarono in scena gli inserti nei quotidiani, che per la prima volta permisero di ottenere la stessa qualità di stampa
di un "direct mail."
Esattamente un anno dopo, nel 1966, fu introdotto il servizio telefonico gratuito con il "numero verde", che facilitò l'espansione
di un'industria completamente nuova: il telemarketing.
Anche gli anni Ottanta sono stati caratterizzati da un gran numero di innovazioni. Le videocassette sono diventate un mezzo
di "direct response", mentre alla televisione tradizionale si è affiancata quella via cavo, un mezzo ancora più dinamico. Poi si
è aggiunto il fax, mentre le trasmissioni finalizzate all'acquisto da casa si sono rapidamente diffuse, registrando vendite per
miliardi di dollari.
I personal computer sono diventati mezzi interattivi, mentre i servizi di informazione on-line, quali Comp-U-Serve e Prodigy,
sono diventati parti ormai integranti dello stile di vita della computer generation.
(Archivio Selexi)
704
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DF 28
La Discover Card fece la sua comparsa:
A) non prima degli anni Settanta
B) sul finire della seconda guerra mondiale
C) negli anni Cinquanta
D) nel 1910
705
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DF 28
Gli inserti dei quotidiani avevano il vantaggio di:
A) aumentare di sei volte la percentuale di risposta
B) aumentare la concorrenza tra i diversi giornali
C) raggiungere i propri clienti in modo più mirato
D) offrire una qualità di stampa elevata
706
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 00
Secondo quanto riportato nel brano, quale delle seguenti affermazioni sulla conoscenza logica è
corretta?
A) Produce immagini mentali delle singole cose e delle loro relazioni
B) È quella più usata dall’uomo pratico e dal politico, che vivono di ragionamenti e sillogismi
C) Si manifesta in concetti, sillogismi e teorie piuttosto che in immagini, intuizioni e fantasia
D) In filosofia è sempre stata considerata, a torto, come ancella della conoscenza intuitiva
BRANI
707
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO DG 00
Qual è l'idea centrale che l'autore del brano vuole comunicare al lettore?
A) L'identità tra conoscenza intuitiva e conoscenza logica
B) L'autonomia e la rilevanza della conoscenza intuitiva
C) La superiorità della conoscenza del particolare rispetto alla conoscenza dell'universale
D) La dipendenza della conoscenza intuitiva dalla conoscenza logica
BRANO EA 21
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L'Italia si conferma il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48% del reddito imponibile che non viene
dichiarato al fisco. Lo rileva, in una nota, Contribuenti.it, associazione contribuenti italiani, che ha condotto un'indagine su un
campione di 1.500 cittadini. Il 44% di chi non paga le tasse «lo fa per insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo
Stato o la scarsa cultura della legalità, il 36% per la complessità delle norme e soltanto il 20% per la scarsità dei controlli».
L'indagine di Contribuenti.it ha inoltre rilevato – si legge nella nota – che «i principali evasori sono industriali (32%), bancari e
assicurativi (28%), seguiti da commercianti (12%), artigiani (11%), professionisti (9%) e lavoratori dipendenti (8%)». A livello
territoriale, invece, l'evasione è diffusa soprattutto al Sud (34,5% del totale nazionale), seguito dal Nord Ovest (26,5%), dal
Centro (20,1%) e dal Nord Est (18,9%).
(Archivio Selexi)
708
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EA 21
In base a quanto riportato nel testo, è possibile affermare che:
A) tra gli evasori fiscali il 20% è composto da artigiani e professionisti
B) il 44% degli italiani non paga le tasse
C) il 32% degli industriali evade il fisco
D) industriali, bancari e assicurativi sono il 50% degli evasori fiscali
BRANI
BRANO ED 21
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la
lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro
l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si
fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La politica è una brutta
cosa. Che me n'importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia
storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l'oceano su un piroscafo
traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con
delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma siamo in
pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a
svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me
ne importa? Unn'è mica mio!». Questo è l'indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! È vero? È così comodo! La libertà c'è, si vive in regime di libertà. Ci sono altre cose da fare che
interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello, vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da
godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l'aria. Ci si accorge di
quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno
sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni
perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare,
vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci
dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che
nessuno di noi nel mondo è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e
del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i
nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi
articoli ci si sentono delle voci lontane.
E quando io leggo nell'art. 2: «l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando
leggo nell'art. 11: «L'Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo
alle altre patrie... ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell'art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell'art. 5: «La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è
Cattaneo!
O quando nell'art. 52 io leggo, a proposito delle forze armate: «l'ordinamento delle forze armate si informa allo spirito
democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell'art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi
lontani...
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni
articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati,
morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di
Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto
che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti. Se voi volete
andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la
dignità, andate lì o giovani, con il pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.
(P. Calamandrei, "Discorso agli studenti milanesi", 1955)
709
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO ED 21
Con l'espressione "voci recenti" l'autore intende:
A) tutte le vittime della guerra
B) le persone umili che soffrono per le ingiustizie
C) coloro che hanno costruito la libertà a costo della vita
D) i giovani di tutto il mondo che si oppongono alle dittature
BRANI
BRANO EL 88
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nella nostra società come in tutte le altre, l'educazione, la trasmissione dei valori e dei principi che assicurano la continuità di
una cultura si basano sulla riproduzione [1] e sulla trasmissione dei suoi miti fondanti. Così, nella cultura occidentale, educare
significa invitare l'altro, il giovane, a intraprendere con impegno un determinato cammino: quello della promessa che
conduceva a quel futuro che attendeva e che consentiva di sentirsi parte integrante, ognuno nel suo ambito, di un progetto
comune. E allora come è possibile ormai educare, trasmettere e integrare i giovani in una cultura che non solo ha perduto il
proprio fondamento principale ma l'ha visto trasformarsi nel suo contrario, nel momento in cui il "futuro-promessa" è diventato
"futuro-minaccia"? Alla fine la cosa più strana è che questo cambiamento passi pressoché inosservato. [2] Le diverse
istituzioni deputate a educare, a trasmettere e a curare ciò che va male agiscono come se non ci fosse alcuna crisi, come se
ci fossero solo delle difficoltà da superare, con l'aiuto della tecnica e un po' di buona volontà.
(Miguel Benasayag, Gerard Schmit, "L'epoca delle passioni tristi", Feltrinelli)
710
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EL 88
Secondo l'autore del brano, che cosa significa "educare"?
A) Intraprendere un cammino sperando che sia promettente
B) Trasmettere e curare ciò che va male
C) Assicurare la continuità di una cultura
D) Insegnare a far fronte alle minacce del futuro
BRANO EL 89
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Impegnarsi a fare il genitore con successo è una chiave di volta per la salute mentale delle nuove generazioni: abbiamo
bisogno di sapere tutto il possibile riguardo alle molteplici condizioni sociali e psicologiche che influenzano in senso positivo o
negativo lo sviluppo di tale processo. Il tema è tra i più vasti e il mio contributo sarà quello di delineare l'approccio di pensiero
che io adotto nei confronti di questi argomenti. Il mio è un approccio di tipo etologico.
Prima di inoltrarmi nei dettagli, però, voglio fare alcune osservazioni generali. Essere genitore con successo significa lavorare
molto duramente. Occuparsi di un neonato o di un bambino che fa i primi passi è un lavoro che impegna ventiquattro ore al
giorno per sette giorni alla settimana, e che spesso crea molte preoccupazioni. E anche se il carico di lavoro si allevia un po'
man mano che i bambini crescono, se si vuole che crescano bene è ancora necessario fornire loro moltissimo tempo e
moltissime attenzioni. Infiniti studi attestano che gli adolescenti e i giovani adulti sani, felici e fiduciosi in se stessi sono il
prodotto di famiglie stabili in cui entrambi i genitori forniscono ai propri figli una grande quantità di tempo e di attenzioni.
(John Bowlby, "Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento", Cortina)
711
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EL 89
Quale delle seguenti affermazioni NON è deducibile dal brano?
A) I figli hanno bisogno di tempo e attenzioni possibilmente da parte di entrambi i genitori
B) Chi ha un figlio neonato e non si occupa di lui per ventiquattro ore al giorno non sta facendo il genitore
con successo
C) Dedicando poco tempo ai propri figli aumentano le possibilità che non crescano mentalmente sani
D) L'autore affronta un argomento importante per il futuro
BRANI
BRANO EL 90
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
L’educazione come preparazione
Il processo educativo è un continuo processo di sviluppo che ha come scopo, a ogni stadio, una nuova capacità di crescita.
Questa concezione contrasta fortemente con altre idee che hanno influenzato la pratica. Il significato di questa concezione
verrà messo meglio in luce con il chiarirne tale contrasto. Il primo contrasto si ha con l'idea che l'educazione sia un processo
di preparazione, un "prepararsi". Ciò a cui ci si prepara sono naturalmente la responsabilità e i privilegi della vita adulta. I
bambini non sono considerati membri della società regolari e di pieno diritto, ma candidati; sono in lista d'attesa. Si va ancora
un po’ più in là quando si considera la vita degli adulti come priva di significato per se stessa, ma come uno stadio
preparatorio di tirocinio – per un'"altra vita". Questa idea non è che un'altra forma di quella del carattere privativo e negativo
della crescita che già abbiamo criticato; perciò non staremo a ripetere le critiche, ma passeremo alle cattive conseguenze che
derivano dal porre l'educazione su questa base.
In primo luogo questo implica una perdita di slancio. Il potere impulsivo non è utilizzato. I bambini vivono, per definizione, nel
presente; questo non solo è un fatto al quale non si sfugge, ma è un bene. Il futuro come tale manca di corpo e di urgenza.
Prepararsi a qualcosa senza sapere a che cosa, né perché, significa gettare la leva che già esiste, per cercare un potere
impulsivo in una vaga possibilità, e da ciò discende, in secondo luogo, un premio assegnato alla tergiversazione e alla
procrastinazione. L'avvenire al quale ci si prepara è lontano; passerà tanto tempo prima che diventi presente. Perché aver
fretta di prepararsi? La tentazione di rimandare è tanto più grande per il fatto che il presente offre tante occasioni
meravigliose, e porge tanti inviti all'avventura. Naturalmente l'attenzione e l'energia vanno a questi; ne consegue anche qui
un'educazione, ma un'educazione minore di quella che si sarebbe ottenuta se tutto lo sforzo fosse stato dedicato a creare
condizioni della maggior carica educativa possibile. Un terzo risultato indesiderabile è la sostituzione di una norma
convenzionale media di aspettazione e di bisogni, a una norma che tenga conto dei poteri specifici dell’individuo sotto
istruzione. Si sostituisce a un giudizio, severo e rigoroso, basato sui lati forti e deboli dell'individuo, un'opinione vaga ed
oscillante che ha di mira ciò che il giovane dovrebbe, in media, diventare in un avvenire più o meno remoto; per esempio alla
fine dell'anno, quando avvengono le promozioni, o al momento di entrare all'università oppure di cominciare ciò che, a
paragone del periodo di tirocinio, si considera il serio problema della vita. È impossibile sopravvalutare la perdita che risulta
dallo sviare l'attenzione dal punto strategico a un punto relativamente improduttivo: proprio il presunto successo – riuscire a
ottenere una preparazione per l'avvenire – è un insuccesso.
In fine il principio della preparazione rende necessario ricorrere su larga scala all'uso dei surrogati dei motivi di piacere e di
dolore. Poiché l'avvenire non ha un potere stimolante e direttivo, quando è separato dalle possibilità del presente, bisogna
agganciarvi qualcosa per farlo funzionare.
S'impiegano allora promesse di ricompense e minacce di pena. Il lavoro sano, eseguito per ragioni concrete e come fatto
vitale è in gran parte inconscio. Lo stimolo risiede nella situazione alla quale si è concretamente posti di fronte. Ma se s’ignora
questa situazione, agli alunni bisogna dire che, se non seguono il corso stabilito, ne deriverà una punizione; mentre se lo
seguono possono aspettarsi in avvenire delle ricompense per i loro sacrifici presenti. Tutti sanno quanto si è dovuto ricorrere
ai sistemi di punizioni da parte di concezioni educative che trascurano le possibilità presenti in favore di una preparazione per
l’avvenire. [1] Poi nel disgusto per la durezza e l'impotenza di questo metodo, il pendolo oscilla fino all'altro estremo, e la dose
di informazioni necessarie per il futuro è ricoperta di zucchero in modo da indurre gli alunni a prendere qualcosa che non
vorrebbero.
Naturalmente non vi è dubbio che l’educazione debba preparare per l’avvenire. Se l’educazione è crescita, deve realizzare
progressivamente le possibilità presenti, e così rendere gli individui più adatti ad affrontare i bisogni ulteriori. Il crescere non è
cosa che si compia a tempo perso: è un ininterrotto cammino verso l’avvenire. Un ambiente, a scuola e fuori, che fornisca
condizioni che utilizzino adeguatamente le capacità presenti dell'immaturo, certamente provvede all’avvenire che procede dal
presente. L'errore non sta nel dare importanza alla preparazione per i bisogni futuri, ma nel fare di questi la molla principale
degli sforzi presenti. Poiché il bisogno di prepararsi per una vita in continuo sviluppo è grande, è necessario che ogni energia
sia dedicata a rendere l’esperienza presente più ricca e significativa possibile. Allora, mentre il presente si fonde
insensibilmente nel futuro, viene provveduto al futuro.
(John Dewey, "Democrazia e educazione", La Nuova Italia, Firenze)
712
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EL 90
Secondo quanto riportato nel brano, l'idea che l'educazione sia un processo di preparazione:
A) riguarda solo i bambini
B) riguarda solo la preparazione a questa vita
C) è assolutamente sbagliata
D) ha delle conseguenze negative
BRANI
BRANO EL 99
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
I beni culturali non possono sopravvivere, se vengono esposti senza protezione ai meccanismi del mercato, e il giornalismo di
qualità, come mostra la presente crisi, non è del tutto finanziabile attraverso il mercato. Sostenere l’importanza e l’esistenza
della stampa vuol dire sostenere la necessità di creare delle fondazioni, indipendenti dallo Stato, per incentivare il giornalismo
di qualità. È una proposta che suona come una tipica frase sindacalista, però, anche in un Paese tradizionalmente molto
legato alla stampa come la Germania, la situazione è tale che i giornali tedeschi, come la “Frankfurter Rundschau” e il
“Tagesspiegel/Berliner Zeitung”, non trovano nulla da ridire nell’andare a mendicare al mondo della politica denaro e
trattamenti speciali; persino la creazione di organi di cogestione improvvisamente non è più considerato un tabù.
I media non possono essere misurati esclusivamente in base a criteri di mercato e sembra ragionevole considerare proprio gli
organi di stampa, che sviluppano la consuetudine con la lettura, come beni meritevoli, che occorre incentivare: è ragionevole
intendere il giornalismo come una funzione della società e distanziarlo a sufficienza dalle minacce del sistema economico.
Chi applica alla produzione di informazioni il solo criterio del profitto, si comporta in modo ingenuo e pericoloso, dimenticando
che, dove il giornalismo segue essenzialmente regole economiche e finanziarie, si sottopone a cicli di crisi del mercato.
Per assicurare il futuro della stampa, nei nostri Paesi abbiamo bisogno di un patto che unisca tutti coloro che vedono nei
media un ruolo importante legato non solo alla cultura dell’intrattenimento, ma anche allo sviluppo e alla diffusione del sapere.
Se, per usare le parole di Adorno, non esiste vita vera nella falsità, non esiste vero giornalismo nei falsi media. Ci saranno
sempre grandi discussioni su quali siano i “veri” media e quale sia il “falso” giornalismo. A mio parere, però, è indiscutibile il
fatto che un vivace dibattito pubblico necessiti di giornali e periodici.
Se, nell’era della multimedialità, la stampa vuole continuare a essere competitiva, non possiamo rinunciare a una tutela
normativa che, in quanto bene culturale, le garantisca uno stabile profilo qualitativo.
(Da: "Stampa europea tra masse ed élites di Siegfried Weischenberg” in “Anomalia Italiana Televisione” a cura di Marco
Buonocore, I libri di Reset, Goethe-Institut)
713
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO EL 99
Secondo quanto riportato nel brano, i giornali tedeschi:
A) sono meno esposti ai meccanismi del mercato
B) sono in crisi, a partire dalla “Frankfurter Rundschau” e dal “Tagesspiegel/Berliner Zeitung”
C) sono gestiti esclusivamente da politici
D) sostengono la possibilità di finanziamenti politici
BRANI
BRANO FA 11
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
I proverbi esprimono di solito il desiderio della gente. Sono i modi giocosi con cui le grandi aspirazioni tentano di diventare
realtà. Nella loro laconicità esprimono l'utopia. Ma nella loro utopia determinano i grandi movimenti di pensiero e il quotidiano
adattarsi alla dura realtà obiettiva (ob-jectum, cioè posto di fronte e contro). Così è per il proverbio che fa da titolo a questo
capitolo: "Volere è potere". Schiacciati dalle pressioni esterne, abituati a essere imprigionati, uccisi, affamati dalle forze
naturali e spesso inutilmente dai loro simili, gli uomini riaffermano la loro volontà di autonomia e il loro desiderio di
sopravvivere nonostante tutto. Si rivolgono alle religioni, alla politica, alle scienze e alle arti per riaffermare il loro diritto a
esistere, cioè il loro desiderio di potere. Ma l'utopia è lontana e lunga è la strada per arrivare alla meta. Da cui volere è potere.
Abituati per millenni al fatto che la loro volontà non contava niente e che solo al di fuori di loro c'era il destino della loro
esistenza, gli uomini hanno espresso con un proverbio il desiderio e l'utopia, la speranza e la rassegnazione, l'illusione
paranoica che il mondo dipenda da loro.
Volere è potere. Mai come in questo proverbio gli uomini hanno espresso la loro impotenza. Poiché dipende da noi, ogni
fallimento in un'impresa è da imputarsi solo a noi. Se non abbiamo potuto è segno che non abbiamo voluto. Un invito a
volere, a far agire la "forza di volontà" proprio quando tutto pare impossibile. Gli uomini, diceva Freud, preferiscono accusarsi
di crimini che non hanno mai commesso, pur di sfuggire al sentimento dell'assurdo e dell'impotenza. Accusarsi significa
almeno dichiararsi potenti. Il sentimento di impotenza altro non è che il sentimento di dipendenza: dalla natura, dagli animali,
dagli altri uomini, dai cibi, da noi stessi. Quando Freud introdusse il concetto di inconscio, ampliò a dismisura la gamma delle
nostre dipendenze. E aumentò perciò il sentimento di impotenza. Anche se è vero che la conoscenza di un legame
sconosciuto, che non credevamo esistesse, giova alla conquista della nostra autonomia, ciò nonostante tale conoscenza di
un legame nuovo risulta di primo acchito sgradevole e dà sentimenti di impotenza che spiegano molte delle resistenze alla
psicoanalisi e alla psicologia in genere.
Il desiderio di esistenza, di individualità e di vita urta contro la paura di impotenza, di dipendenza, di morte. I latini avevano
due verbi per esprimere il desiderio: desiderare e optare. De-siderare deriva "dalle stelle" (sidera) ed esprimeva "desideri" che
non potevano essere accontentati dalla nostra volontà. Optare deriva dai nostri occhi (in greco la radice op, presente per
esempio in ottica, significa vedere) cioè dal mondo delle cose tangibili, dipendenti dalla nostra volontà. Trasformare il
desiderio in opzione fu il sogno-mito del mondo greco, latino, cristiano: il volere è potere.
(da: E. Spaltro, "Sentimento del potere”, Boringhieri, Torino)
714
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FA 11
L'utopia degli uomini:
A) si trova espressa nei proverbi in forma laconica
B) è il contrario della realtà obiettiva vissuta quotidianamente
C) rappresenta le grandi aspirazioni dell'umanità
D) è un'illusione paranoica
715
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO FA 11
"Desiderare" e "optare":
A) erano due verbi che si riferivano l'uno all'osservazione delle stelle e l'altro a quella del mondo delle cose
tangibili
B) sono due verbi che indicano le paure di impotenza, dipendenza e morte
C) erano i due verbi usati dagli antichi greci per tradurre l’attuale "Volere è potere"
D) erano i due verbi che si usavano per esprimere, rispettivamente, il desiderio che non poteva avverarsi e
quello che dipendeva dalla propria volontà
BRANI
BRANO GB 72
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Il caso che intendo descrivere nelle pagine seguenti (sempre in maniera sommaria) si distingue per diverse caratteristiche
particolari sulle quali mi dovrò soffermare prima di passare all’esposizione dei fatti. È la storia di un giovane la cui salute subì
un tracollo all’età di diciotto anni, dopo un’infezione blenorragica, e che, quando cominciò il trattamento psicoanalitico,
parecchi anni dopo, era assolutamente incapace di badare a se stesso, per cui era costretto a dipendere in tutto e per tutto
dagli altri. Nei dieci anni precedenti l’infezione, aveva condotto una vita praticamente normale, superando senza troppe
difficoltà le scuole medie. Invece, i primi anni di vita erano stati turbati da una grave affezione nevrotica, che si era instaurata
sottoforma di isteria d’angoscia (fobia per gli animali), poco prima che compisse i quattro anni, e si era poi trasformata in una
nevrosi ossessiva a contenuto religioso che perdurò, con i suoi strascichi, fino all’ottavo anno.
Qui parlerò soltanto della nevrosi infantile. Sebbene il paziente me lo abbia chiesto direttamente, mi sono astenuto dallo
scrivere una storia completa della malattia, della terapia e della guarigione, in quanto trovavo questa incombenza
tecnicamente irrealizzabile e socialmente inammissibile. [1] Questo mi toglie la possibilità di provare l’esistenza di un rapporto
tra la malattia dell’infanzia e quella più tarda e permanente. Di questa dirò soltanto poche cose: il paziente rimase a lungo
ricoverato, per questa seconda malattia, in alcune case di cura tedesche e, in quel periodo, le massime autorità gli fecero una
diagnosi di “psicosi maniaco-depressiva”. Questa diagnosi era certamente valida per il padre del nostro paziente, la cui
esistenza, così ricca di attività e di interessi, è stata più volte turbata da accessi di depressione grave. Invece, nel figlio io non
sono mai riuscito, con osservazioni durate molti anni, a riscontrare alcun mutamento di umore che non fosse proporzionato,
per intensità o per le circostanze in cui si manifestava, alla sua situazione psichica. Perciò sono dell’opinione che questo
caso, analogamente a molti altri cui la psichiatria clinica ha posto l’etichetta di diagnosi oltremodo svariate e ambigue, debba
essere considerato come uno stato conseguente a una nevrosi ossessiva che si è conclusa spontaneamente lasciando, però,
dopo la guarigione, una minorazione permanente.
(Sigmund Freud, “Casi clinici”)
716
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GB 72
Il paziente di cui parla l’autore del brano:
A) iniziò il trattamento psicoanalitico in concomitanza con lo scatenarsi di un’isteria
B) a 8 anni cominciò a soffrire di una fobia per gli animali
C) soffrì di nevrosi ossessiva tra i quattro e gli otto anni ed ebbe un tracollo a diciotto anni
D) è stato affetto da una psicosi maniaco-depressiva, poi risoltasi da sé nel corso degli anni
BRANI
BRANO GB 84
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Un evidente presupposto della nostra psicologia popolare è che la gente ha credenze e desideri: noi crediamo che il mondo
sia organizzato secondo certe modalità, che noi stessi vogliamo certe cose, che alcune cose contino più di altre ecc.
Crediamo (o “sappiamo”) che la gente abbia delle credenze non solo riguardo al presente, ma anche riguardo al passato e al
futuro, credenze che ci mettono in rapporto con una particolare concezione del tempo: la nostra, non quella dei Talensee di
Fortes o dei samoani della Mead. Noi riteniamo inoltre che le nostre credenze dovrebbero possedere una certa coerenza, che
le persone non dovrebbero credere (o volere) cose all’apparenza inconciliabili, sebbene il principio di coerenza non sia
chiaramente definito. In realtà, riteniamo anche che le credenze e i desideri finiscano con l’assumere una coerenza e
un’organizzazione sufficienti a farli definire come “scelte” o “modi di vivere”, e tali tratti di coerenza vengono considerati
“inclinazioni” che caratterizzano le persone: moglie fedele, padre premuroso, amico leale. Il concetto di persona è esso stesso
un concetto costitutivo della nostra psicologia popolare, e, come osserva Charles Taylor, viene attribuito in modo selettivo, e
spesso viene negato agli appartenenti a un altro gruppo. (...)
La psicologia popolare ammette anche l’esistenza di un mondo esterno a noi, che modifica l’espressione dei nostri desideri e
delle nostre credenze. Questo mondo è il contesto nel quale si situano le nostre azioni, e gli stati del mondo possono essere
alla base dei nostri desideri e delle nostre credenze, come per Hillary, che scalava l’Everest perché era lì, tanto per citare un
caso estremo di offerta che crea la domanda. Ma sappiamo anche che i desideri possono condurci a ritrovare dei significati in
contesti in cui altri non li troverebbero. È segno di idiosincrasia, peraltro spiegabile, che alcuni provino piacere ad attraversare
il Sahara a piedi o l’Atlantico su una piccola imbarcazione.
(J. Bruner, “La ricerca del significato”, Bollati Boringhieri)
717
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GB 84
Secondo l'autore del brano, il fatto che alcuni provino piacere ad attraversare il Sahara a piedi:
A) è inspiegabile
B) nessuna delle altre risposte è corretta
C) è un caso estremo di offerta che crea la domanda, così come il fatto che Hillary abbia scalato l'Everest
D) è indice del loro desiderio di trovare dei significati in contesti in cui nessun altro li troverebbe
BRANO GD 26
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Lo studio delle fonti del diritto positivo, vale a dire delle regole istituzionali ed organizzative (norme giuridiche) vigenti in un
determinato momento storico, presuppone la conoscenza del concetto di norma giuridica.
Rinviando a quanto si è detto a suo luogo circa la distinzione tra il fenomeno giuridico e gli altri fenomeni sociali, possiamo
affermare in una prima approssimazione che la giuridicità di una norma si misura dalla sua attitudine ad assicurare la stabilità
e la continuità nel tempo di un gruppo sociale. Ciò, oltre a sottolineare l'intima connessione tra norma giuridica e gruppo
sociale (non esistono, non possono esistere, norme giuridiche poste da un solo individuo per se stesso), sta a significare che
le norme giuridiche si distinguono dalle altre norme sociali (morali, religiose, di costume, di correttezza, economiche ecc.) in
quanto determinano e specificano gli interessi per il cui soddisfacimento il gruppo si è costituito e le procedure per la loro
composizione. In tal senso, la prescrizione delle tavole mosaiche: "Onora il padre e la madre" non è di per sé una norma
giuridica, bensì una regola religiosa che ciascuno di noi è libero di seguire o no, e della cui inosservanza si risponde soltanto
davanti alla propria coscienza. Quando però un gruppo sociale (in questo caso, lo Stato) ritiene essenziale per la sua stabilità
e per assicurare la pacifica convivenza dei consociati adottare questa regola, ecco che la fa propria e la traduce in una sua
norma (nella specie l'art. 315 del codice civile: "Il figlio deve rispettare i genitori") ed, inserendola in un sistema, ne garantisce
l'osservanza mediante la previsione di procedure dirette ad accertare e a dichiarare l'inosservanza della norma e ad
applicare, nei confronti di chi l'ha violata, una misura punitiva (sanzione).
(T. Martines, "Diritto costituzionale", Giuffré)
718
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GD 26
Quale delle seguenti affermazioni è coerente con quanto riportato nel brano?
A) Esistono norme non dotate del carattere della giuridicità
B) Le norme giuridiche si distinguono in istituzionali, organizzative e vigenti
C) Chi viola una norma giuridica non ne risponde davanti alla propria coscienza
D) L'inserimento di una norma in un sistema la eleva al rango di norma giuridica
BRANI
BRANO GE 22
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
La fondamentale differenza fra governo presidenziale e governo parlamentare è che, con il primo, maggioranza parlamentare
e Governo costituiscono due centri di indirizzo e di decisione reciprocamente autonomi, e quindi più facilmente in contrasto
fra di loro, mentre con il secondo essi non solo non si contrappongono ma sono espressione dello stesso indirizzo politico
(perché il Governo è appunto espresso dalla maggioranza parlamentare). Nel governo presidenziale prevale la divisione dei
poteri fra esecutivo e legislativo; nel governo parlamentare il coordinamento fra i due poteri, politicamente omogenei. Poiché
nella politica di oggi governare implica largamente la necessità di fare leggi, il coordinamento tipico dei governi parlamentari
rende più facile governare. Per converso l’esecutivo, in questo sistema, non ha una sua legittimazione politica autonoma, ma
la sua autorità dipende dal fatto che esso esprime la maggioranza parlamentare, e dura finché la esprime, cade quando
questo appoggio cessa.
In sintesi, nel nostro sistema, il Governo è espressione della maggioranza parlamentare, e dipende dalla fiducia di questa: ma
contemporaneamente esso dirige la maggioranza, svolgendo in Parlamento un ruolo determinante sia nella scelta degli
argomenti su cui legiferare (l’ordine del giorno) sia nella determinazione del concetto di legislazione, fino alla massima forma
di pressione consistente nel vincolare la sopravvivenza del Governo stesso all’approvazione parlamentare delle sue proposte,
attraverso la cosiddetta "questione di fiducia". Il Governo, dunque, come è stato detto, è il "comitato esecutivo" e insieme il
"comitato direttivo" della maggioranza. Finché la maggioranza non si dissolve, o non decide di togliere la fiducia al Governo,
l’azione di questo sa di poter contare, in linea di principio, sull’appoggio del Parlamento.
(Da: V. Onida, "La Costituzione", Il Mulino)
719
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO GE 22
In un governo parlamentare, l’autorità dell’esecutivo dipende:
A) dalla fiducia della maggioranza presidenziale
B) direttamente dal potere legislativo
C) dal fatto che esso è espressione della maggioranza parlamentare
D) dalla sua autonomia politica rispetto alla maggioranza parlamentare
BRANO HA 51
Leggere il brano e rispondere ai relativi quesiti.
Fino ai primi anni Settanta, le marche sugli abiti erano generalmente nascoste alla vista, discretamente posizionate all’interno
del colletto.
Nella prima metà del secolo erano apparsi piccoli simboli all’esterno delle camicie, ma era un abbigliamento sportivo,
riservato ai corsi di golf e ai campi da tennis dei ricchi. Alla fine degli anni Settanta, quando il mondo della moda si ribellò alle
stravaganze dell’Era dell’Acquario, la tenuta da circolo sportivo degli anni Cinquanta divenne stile di massa per i nuovi
tradizionalisti e i loro figli studenti delle scuole private. Il giocatore di polo della Ralph Lauren e l’alligatore della Lacoste
scapparono dai campi da golf e se ne andarono in giro per le strade, bene in evidenza sulle camicie. Questi loghi avevano la
stessa funzione sociale del cartellino del prezzo lasciato attaccato al vestito [1]: tutti sapevano esattamente quale
sovrapprezzo per il nome era disposto a pagare chi indossava quel capo. A metà degli anni Ottanta, a Lacoste e Ralph
Lauren si unirono Calvin Klein, Esprit e, in Canada, Roots; da affettazione ostentata [2], il logo divenne gradualmente un
accessorio di moda. Estremamente eloquente era il fatto che il logo stesse aumentando di grandezza, passando dai due
centimetri alle dimensioni di un torace. E il processo di inflazione del logo prosegue, esempio clamoroso ne è Tommy Hilfiger,
il quale ha diffuso per primo uno stile di abbigliamento che trasforma i suoi fedeli seguaci in bambolotti che camminano,
parlano e vivono, mummificati in mondi firmati Tommy Hilfiger.
La crescita progressiva del logo è stata così rilevante da provocare un cambiamento sostanziale. Negli ultimi dieci-quindici
anni, i loghi sono divenuti talmente importanti che hanno radicalmente [3] trasformato l’abbigliamento, riducendolo a un mero
veicolo del marchio. Per dirla con una metafora, l’alligatore si è letteralmente mangiato la camicia [4].
(Naomi Klein, "No logo", Baldini&Castoldi, Milano)
720
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO HA 51
Quale delle seguenti affermazioni è deducibile dal brano?
A) I primi logo visibili sui capi d'abbigliamento sono stati posti su camicie sportive nei primi anni Settanta
B) Le prime marche sui capi d'abbigliamento sono state poste su camicie sportive
C) Tutte le altre risposte sono corrette
D) I primi logo visibili sui capi d'abbigliamento sono stati posti su camicie sportive
BRANI
BRANO HB 11
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o
implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Anthony Giddens ha definito la globalizzazione come «l’intensificazione di relazioni sociali mondiali che collegano tra loro
località distanti facendo sì che gli eventi locali vengano modellati dagli eventi che si verificano a migliaia di chilometri di
distanza e viceversa». È evidente dunque che la globalizzazione si manifesta in conseguenza del verificarsi di intensi
processi di scambio a livello planetario per merci, tecnologie e conoscenze scientifiche e culturali. E che essa comporta la
costituzione a livello internazionale di mercati sempre più omogenei e globali.
Non si tratta perciò di un fenomeno nuovo, come apparentemente potrebbe sembrare. Infatti, esso ha operato per migliaia di
anni, in quanto si è generalmente manifestato in conseguenza degli scambi resi possibili da viaggi, migrazioni e attività
commerciali. Addirittura, attorno all’anno Mille, la globalizzazione seguiva un percorso che non si originava dall’Occidente
verso il resto del mondo, ma andava nella direzione contraria. Ad esempio, strumenti d’uso come la carta, la polvere da
sparo, la balestra, l’orologio, la bussola magnetica, il carro su ruote e il ventilatore girevole all’epoca venivano già largamente
impiegati in Cina e da lì si sono diffusi anche nel resto del mondo, Europa inclusa.
Diversi autori ritengono però che di globalizzazione si possa propriamente parlare soltanto a partire dal Quattrocento, ovvero
da quella vera e propria rivoluzione commerciale che ha avuto inizio con la fine del Medio Evo. Essa dunque si è originata da
quella progressiva crescita della densità degli scambi economici che è una delle principali caratteristiche delle società
moderne. Vale a dire che è in qualche misura figlia della modernità.
In realtà, il processo di globalizzazione si è manifestato in maniera evidente soprattutto negli ultimi cento anni e ciò è
avvenuto per la spinta determinante esercitata dalle nuove tecnologie, che rendono sempre più economici e facilmente
accessibili i trasporti e la comunicazione, e omogeneizzano in maniera crescente i consumatori dei vari Paesi, raggiunti dalla
stessa massa di informazioni.
(Vanni Codeluppi, "Globalizzazione", www.doppiozero.com)
721
Rispondere al seguente quesito facendo riferimento al BRANO HB 11
Quando è iniziata, secondo l'autore del brano, la globalizzazione?
A) Alla fine del Medio Evo
B) Attorno all'anno Mille
C) Nessuna delle altre risposte è corretta
D) Cento anni fa
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