Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Parità di retribuzioni: la CES sostiene la richiesta della Commissione UE per un maggior impegno a tutti i livelli per la riduzione del divario salariale di genere Cinquantanni dopo aver fissato il principio di parità di retribuzione per uomini e donne nel primo Trattato europeo, esiste ancora un considerevole divario salariale tra uomini e donne: sintomo della persistente disuguaglianza che le donne vivono nel mercato del lavoro. La Ces è daccordo con la Commissione europea nellaffermare che il divario di genere è causato da unampia gamma di fattori e che per questo deve essere affrontato da tutti gli attori interessati, in particolare dagli Stati membri e dalle parti sociali. Tuttavia è necessaria anche unazione concreta a livello UE. Tra i vari fattori si evidenzia la segregazione e gli stereotipi, la generale sottovalutazione del lavoro delle donne, la divisione ineguale tra lavoro retribuito e di assistenza tra uomini e donne in ambito familiare, il circolo vizioso di una cultura dei tempi lunghi per gli uomini e strategie part-time per le donne che conduce a una situazione di lavoro femminile a bassa retribuzione con poche prospettive di carriera e carenza di diritti pensionistici, misere possibilità di migliorare lequilibrio vita lavoro per uomini e donne che costringe le donne a interrompere frequentemente la propria carriera e lassenza di donne nel processo decisionale e nella contrattazione dei salari. Nel quadro dazione sulluguaglianza di genere del 2005 le parti sociali europee hanno riconosciuto il loro importante ruolo nella gestione di questi problemi e nellaffrontare il divario salariale. Il Segretario generale John Monks ha dichiarato:La Ces ritiene che limpegno delle parti sociali possa ampiamente beneficiare dellazione di sostegno delle autorità pubbliche, degli Stati membri e dellUE, nel rispetto dellautonomia delle parti sociali nella contrattazione collettiva. La Ces accoglie la Comunicazione della Commissione sulla riduzione del divario salariale di genere, che propone il miglioramento del quadro normativo e la sua implementazione, procedendo con lazione nel quadro della strategia europea per loccupazione, incoraggiando gli imprenditori e le autorità pubbliche a giocare un ruolo più rilevante nelleliminazione delle disuguaglianze salariali e sostenendo lo scambio delle buone pratiche. Tuttavia vorremmo vedere un maggior numero di misure concrete, incluso il reinserimento di un obiettivo specifico e di uno scadenzario per leliminazione del divario salariale nella strategia europea per loccupazione ha detto il Segretario confederale Ces Cathelene Passchier. Siamo inoltre molto preoccupati sulla crescente disuguaglianza salariale in tutta Europa, specialmente nei settori e nei lavori non protetti dalla contrattazione collettiva, e vorrebbe vedere un sostegno maggiore più esplicito alla contrattazione collettiva quale importante strumento per rafforzare la posizione delle donne nei luoghi di lavoro e nel mercato del lavoro. Debbono essere fatte iniziative specifiche per gestire le penalizzazioni legate apparentemente al lavoro parziale, che significa una valutazione della Direttiva sul lavoro parziale che stabilisca parità di trattamento tra lavoratori a tempo pieno e lavoratori a tempo parziale. Numero undici - 24 luglio 2007 pagina uno Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Conferenza Ces su demografia e mercato del lavoro in Europa Il 3 e il 4 luglio si è svolta a Bruxelles la conferenza finale della Ces su demografia e mercato del lavoro in Europa. Preceduta da due riunioni preparatorie, svoltesi a Parigi e a Varsavia la scorsa primavera, la conferenza ha avuto come obiettivo quello di identificare alcune possibili strade per lazione sindacale che trasformino i cambiamenti demografici in atto in Europa in opportunità per il mondo del lavoro, e in modo particolare per i giovani che sono al primo impiego e per gli ultra55enni. Alla fine di questanno, infatti, la Commissione europea rivedrà le Linee guida sulloccupazione e la Ces ha dichiarato Maria Helena André, segretaria confederale della Confederazione europea dei sindacati intende presentare alla Commissione le proprie proposte per favorire loccupazione dei giovani e dei lavoratori senior. Maryse Huet ha presentato il punto di vista della Direzione generale occupazione ed affari sociali della Commissione europea. Secondo le stime dellUe, dal 2017 si comincerà ad avere un abbassamento del tasso di popolazione attiva. La Commissione europea ha pubblicato il 12 ottobre 2006 una Comunicazione su Lavvenire demografico dellEuropa: trasformare una sfida in unopportunità, in cui pone come priorità linnalzamento del tasso di occupazione per donne, giovani e ultra55enni, insistendo sulla necessità di: varare misure di conciliazione vita familiare-vita lavorativa; sviluppare linvecchiamento attivo; favorire iniziative di formazione anche per i lavoratori più anziani (attualmente, nellUnione europea solo il 10% degli ultra55enni usufruisce di iniziative di formazione). A questa Comunicazione ne è seguita unaltra il 10 maggio di questanno sulla solidarietà fra le generazioni, il cui obiettivo è la realizzazione del rinnovamento demografico e la promozione della solidarietà nelle famiglie e per le famiglie. Nel biennio 2007-2008 la Commissione Ue, che ha avviato con le parti sociali una seconda fase di consultazione sulle politiche di conciliazione, conta di aumentare il proprio impegno nella lotta alla povertà dei bambini, nel miglioramento dei servizi per gli anziani, nellaumento di asili e nellinclusione sociale. Al termine della Conferenza, Henry Lourdelle, che nella Ces si occupa di politiche sociali e di previdenza, ha proposto le seguenti strade per lazione sindacale: · Aumentare il tasso di occupazione, favorendo la formazione continua e le politiche attive del lavoro; · Impegnarsi nella qualità delloccupazione, lottando contro il lavoro nero e vigilando sui contratti atipici; · Sviluppare delle misure che stimolino a unoccupazione di qualità (le differenti tipologie contrattuali devono sempre rispettare i diritti sociali); · Assicurare ladeguamento tra la formazione e il mercato del lavoro; · Conciliare le risposte individuali con politiche integrate; · Ripensare i sistemi di prepensionamento; · Assicurare la mobilizzazione congiunta dei poteri politici e delle parti sociali; · Fissare delle misure concrete; · Poter valutare; · Trasformare i cambiamenti demografici in opportunità. Ornella Cilona - dip. Politiche attive del lavoro Cgil Numero undici - 24 luglio 2007 pagina due Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Continua la raccolta firme per la petizione europea per servizi pubblici di alta qualità. Raggiunto il mezzo milione Aiutaci a raccogliere le adesioni alla petizione! Il Comitato esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati ha deciso di avviare una raccolta di firme per sollecitare la Commissione Europea ad emanare una direttiva su di un tema che ha una grande rilevanza per i lavoratori e per tutti i cittadini europei: i servizi pubblici di interesse generale. Una scelta questa della petizione, che in sede di esecutivo è stata appoggiata con forza dalle tre confederazioni italiane, ed è un momento significativo sia per liniziativa politica della CES, sia per laffermazione di una necessità inderogabile di dare ai servizi pubblici di interesse generale una forte cornice di regolamentazione che assicuri la continuità della fornitura di servizi e la possibilità di accesso a tutti. Su questa decisione della CES Nicola Nicolosi, responsabile del Segretariato Europa della Cgil nazionale, aggiunge: Da un punto di vista politico è importante che la CES abbia deciso di spingere la Commissione Europea ad assumere liniziativa per una regolamentazione sui servizi di interesse generale, superando così una lunga fase di stallo, consumata dagli organismi comunitari tra libri bianchi e rapporti senza nessuno sbocco politico. Quindi Nicolosi aggiunge: Anche alla luce della tormentata vicenda della direttiva sui servizi nel mercato interno è fondamentale che ci sia una norma che definisca un quadro certo di regolamentazione privo di ambiguità e che riconosca e tuteli questo tipo di servizi che sono di vitale interesse per tutti i cittadini che hanno una influenza decisiva sulla qualità della vita e che sono essenziali per la coesione sociale, economica e regionale dellEuropa. La campagna della raccolta delle firme è quindi iniziata (anche con iniziative di carattere unitario con Cisl e Uil, con limpegno verso un tema così rilevante, come è rilevante lobiettivo della Ces: un milione di firme. Per aderire basta collegarsi al sito della Cgil e ciccare sul rettangolo che pubblicizza liniziativa della petizione. PETIZIONE EUROPEA PER SERVIZI PUBBLICI DI ALTA QUALITA UNITI, NOI CHIEDIAMO SERVIZI PUBBLICI CHE RISPONDANO ALLE ESIGENZE DELLA POPOLAZIONE E CHIEDIAMO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ANDARE AVANTI CON LA LEGISLAZIONE I servizi pubblici sono essenziali in Europa per la coesione sociale, economica e regionale. Questi servizi devono essere di alta qualità e accessibili a tutti. Fino a questo momento, le uniche opzioni avanzate per lo sviluppo dei servizi pubblici sono state la privatizzazione e la liberalizzazione (particolarmente in settori come lEnergia, le Poste e le Telecomunicazioni). E tempo di trovare soluzioni diverse! Per questo chiediamo alla Commissione di proporre una legislazione europea sui servizi pubblici, così definita: che dia priorità allinteresse generale proprio dei servizi pubblici; che garantisca la possibilità per tutti di accedere ai servizi pubblici; che rafforzi i servizi pubblici, in modo che siano garantiti i diritti dei cittadini; che garantisca una migliore certezza giuridica, che consenta lo sviluppo della missione di servizi pubblici essenziali; che dia ai servizi pubblici una solida base legale perché siano immuni dagli attacchi ideologici dei sostenitori del libero mercato Numero undici - 24 luglio 2007 pagina tre Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] PETIZIONE EUROPEA PER SERVIZI PUBBLICI DI ALTA QUALITA UNITI, NOI CHIEDIAMO SERVIZI PUBBLICI CHE RISPONDANO ALLE ESIGENZE DELLA POPOLAZIONE E CHIEDIAMO ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI ANDARE AVANTI CON LA LEGISLAZIONE I servizi pubblici sono essenziali in Europa per la coesione sociale, economica e regionale. Questi servizi devono essere di alta qualità e accessibili a tutti. Fino a questo momento, le uniche opzioni avanzate per lo sviluppo dei servizi pubblici sono state la privatizzazione e la liberalizzazione (particolarmente in settori come lEnergia, le Poste e le Telecomunicazioni). E tempo di trovare soluzioni diverse! Per questo chiediamo alla Commissione di proporre una legislazione europea sui servizi pubblici, così definita: che dia priorità allinteresse generale proprio dei servizi pubblici; che garantisca la possibilità per tutti di accedere ai servizi pubblici; che rafforzi i servizi pubblici, in modo che siano garantiti i diritti dei cittadini; che garantisca una migliore certezza giuridica, che consenta lo sviluppo della missione di servizi pubblici essenziali; che dia ai servizi pubblici una solida base legale perché siano immuni dagli attacchi ideologici dei sostenitori del libero mercato Numero undici - 24 luglio 2007 pagina quattro Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] Diritti umani e tratta di donne e giovani in Europa Toolkit educativo per insegnanti e studenti E' disponibile on-line nella sezione 'Attività di Ricerca / Progetto Daphne' del sito internet del Centro diritti umani dell'Università di Padova la versione elettronica del realizzato nell'ambito del Progetto Daphne "Human Rights and Trafficking in Women and Young People. An Educational Toolkit for Teachers and Students' (Daphne Project 2005-1286-WY). Il Progetto Human Rights and Trafficking in Women and Young People. An Educational Toolkit for Teachers and Students è finanziato dalla Commissione Europea, Direzione Generale Giustizia, Libertà e Sicurezza, (nel quadro del Programma Daphne Il Decisione No 803/2004/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 Aprile 2004, di azione comunitaria, istituito per prevenire e combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne e per proteggere le vittime e i gruppi a rischio) e dalla Regione Veneto. Il Progetto è realizzato dal Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dellUniversità di Padova (Italia) in partnership con lIstituto Ludwig Boltzmann per i diritti umani (BIM) di Vienna, (Austria) lAssociazione Diritti Umani-Sviluppo Umano (ADUSU) di Padova (Italia) e la Fondazione La Strada (Foundation against Trafficking in Women) di Varsavia (Polonia) . Coordinatrice del Progetto è Paola Degani in collaborazione con Cinzia Clemente. Obiettivo del Progetto è quello di informare e di sensibilizzare gli insegnanti e gli studenti delle scuole secondarie superiori sul tema dei diritti umani e della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale attraverso la produzione di un pacchetto educativo (Toolkit) composto di diversi materiali di tipo informativo e metodologico. Il pacchetto si propone agli insegnanti come uno strumento utile ad acquisire le conoscenze di base per stimolare negli studenti una diversa consapevolezza sul tema della tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale. Il Progetto fornisce anche unopportunità per costruire un modello educativo nel sistema scolastico e per esplorare il fenomeno da una prospettiva diritti umani nel quadro di un approccio olistico ed integrato. Il Toolkit è prodotto in formato cartaceo ed elettronico in versione integrale in italiano, polacco e tedesco. Parte dei materiali prodotti è disponibile anche in lingua inglese nella sola versione elettronica. Le versioni eletroniche sono scaricabili nei siti dai partners del ProgettoIl Progetto è stato sviluppato in Austria, Italia e Polonia attraverso una serie di Attività quali: unindagine sui materiali didattici già disponibili nei tre paesi in materia di tratta, alcuni seminari con docenti della scuola secondaria superiore sviluppati a livello nazionale, una serie di interviste con soggetti che a diverso livello si occupano della tratta nei tre paesi (ONG, polizia, giudici, operatori sociali, avvocati ). I beneficiari diretti del Progetto sono donne e giovani che sono vittime o potenziali vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Le attività di sensibilizzazione possono infatti svolgere unimportante funzione di prevenzione. I beneficiari indiretti sono tutte le vittime di traffico, indipendentemente dalla natura dello sfruttamento, dalletà e dal genere della vittima. I componenti del Toolkit o Manuale per insegnanti: analizza, utilizzando lapproccio diritti umani, il fenomeno della tratta di donne e di giovani in modo particolare a scopo di sfruttamento sessuale nel contesto europeo facendo riferimento alle molteplici implicazioni che il fenomeno comporta e al ruolo fondamentale che riveste oggi lUnione Europea nella lotta contro le nuove forme di sfruttamento. o Guida metodologica: fornisce lapproccio metodologico e alcuni suggerimenti utili riguardo le Attività Numero undici - 24 luglio 2007 pagina cinque Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] didattiche ed i workshops da realizzare con gli studenti durante le lezioni in tema di diritti umani e tratta di persone. Permette di sviluppare sia attività di tipo individuale che di gruppo. o Panoramica sulla situazione nazionale (Rapporto nazionale su Italia, Austria, Polonia): analizza sinteticamente in chiave evolutiva le caratteristiche della tratta a livello nazionale facendo riferimento ai caratteri più importanti e significativi del fenomeno. Scopo di questo componente è quello di fornire gli elementi per una conoscenza di base anche alla luce delle politiche e della legislazione interna in materia. Il Rapporto Nazionale tiene conto anche delle interviste condotte nei tre paesi con testimoni privilegiati. o Codice internazionale: contiene i principali strumenti sui diritti umani in materia di tratta di persone a livello internazionale e regionale preceduti da una breve introduzione esplicativa. Il Codice propone sia norme di carattere vincolante (convenzioni, trattati, protocolli ), sia documenti di carattere raccomandatorio. o Libretto per studenti (I diritti umani sono per tutti): è uno strumento orientato alla comunicazione, volto a sensibilizzare i ragazzi sul legame diritti umani e tratta. Il Libretto intende fornire spunti per il confronto e per la discussione. o Approfondimenti: elenca alcune attività e progetti in materia di tratta a scopo di sfruttamento sessuale sviluppati da ONG, enti locali, istituti o centri di ricerca nei singoli paesi. Contiene una bibliografia e una lista di siti web da consultare allo scopo di favorire eventuali approfondimenti da parte dellinsegnante. Il Toolkit è disponibile in versione integrale in tedesco, italiano e polacco e in una versione ridotta in inglese al seguente indirizzo: http://centrodirittiumani.unipd.it/a_attivita/daphne.asp? menu.attivita Flessicurezza: la Commissione europea pubblica una comunicazione sul tema La Commissione propone la definizione di alcuni principi comuni in materia di flessicurezza: le strategie di flessicurezza prevedono contemporaneamente accordi contrattuali flessibili e affidabili, politiche attive del mercato del lavoro, strategie globali di apprendimento permanente e sistemi moderni di previdenza sociale atti a garantire un adeguato sostegno al reddito nei periodi di disoccupazione. Per la commissione europea flessibilità significa assicurare che i lavoratori possano trovare e cambiare facilmente lavoro; il concetto comprende sia la flessicurezza esterna (da un'impresa all'altra) che quella interna (nell'ambito di una stessa impresa). La sicurezza non riguarda soltanto i lavoratori ma anche le imprese: migliorare le competenze dei lavoratori è anche fonte di maggiore sicurezza e di vantaggi per i datori di lavoro. La flessibilità e la sicurezza possono rafforzarsi reciprocamente. La comunicazione preceduta da una consultazione - identifica otto principi comuni, quali punti di riferimento sui quali gli Stati membri dovrebbero trovare un accordo: 1. rafforzamento dell'attuazione della strategia per la crescita e l'occupazione e consolidamento del modello sociale europeo; 2. equilibrio tra diritti e responsabilità; 3. adattamento della flessicurezza alle diverse circostanze, esigenze e sfide che gli Stati membri si trovano ad affrontare; Numero undici - 24 luglio 2007 pagina sei Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] 4. riduzione del divario tra coloro che hanno un'occupazione atipica, a volte precaria, e coloro che hanno un'occupazione permanente a tempo pieno; 5. sviluppo della flessicurezza interna e esterna, aiutando i lavoratori a progredire nella carriera sia all'interno dell'impresa che attraverso il mercato del lavoro; 6. sostegno alla parità tra i sessi e promozione delle pari opportunità per tutti; 7. definizione di un insieme equilibrato di politiche che promuova un clima di fiducia tra le parti sociali, le autorità pubbliche e gli altri interessati; 8. equa distribuzione dei costi e benefici derivanti dalle politiche di flessicurezza e contribuzione a politiche di bilancio sane e finanziariamente sostenibili. Sulla base di esperienze e strategie reali maturate negli Stati membri -analizzate da un gruppo di esperti sulla flessicurezza (il cui relatore era il prof. Ton Wilthagen) .- la comunicazione presenta inoltre quattro "percorsi" tipici, atti a consentire agli Stati membri di sviluppare strategie di flessicurezza. Per la Commissione europea (sostenendo, ad esempio, iniziative di formazione a livello aziendale, programmi di apprendimento permanente o incoraggiando l'imprenditorialità) i Fondi strutturali communitari 2007-2013 - e in particolare il Fondo sociale europeo - possono contribuire in modo significativo agli aspetti finanziari della flessicurezza. La Commissione incoraggia gli Stati membri a collaborare con le parti sociali al fine di includere la loro concezione di flessicurezza nei programmi nazionali di riforma facenti capo alla Strategia per la crescita e l'occupazione. Silvana Paruolo - Segretariato Europa Cgil NOTIZIE Migranti: gli Stati membri richiamati ai loro obblighi secondo il diritto internazionale La rete euromediterranea dei diritti umani, che comprende 70 associazioni di difesa dei diritti umani dei paesi del processo di Barcellona (Unione europea e paesi rivieraschi del Mediterraneo) esprime la propria preoccupazione a proposito del trattamento riservato da taluni Stati membri ai naufraghi di imbarcazioni di fortuna e, su questa linea, riprende l'argomentazione di una relazione di analisi del CIR (Consiglio italiano dei rifugiati). Questo documento analizzala situazione in modo dettagliato e argomentato, tenendo conto del diritto internazionale e in particolare di quello marittimo e richiama gli Stati ai loro doveri. Notiziario del Segretariato Europa Il CIR si dichiara molto preoccupato per l'atteggiamento di alcuni della Cgil nazionale Stati, specialmente la Libia e Malta, le cui pratiche mettono in pericolo la vita di persone in situazione di emergenza in mare. Corso Italia 25 - 00198 Roma Italia Il CIR insiste sulla necessità di proteggere l'integrità della tradizione tel. +39 06 8476328 marittima (osservata) e l'impegno assunto nel diritto internazionale fax +39 06 8476321 marittimo di ricercare e di soccorrere le persone in situazione di e-mail: [email protected] emergenza. Per l'organizzazione, esiste un bisogno urgente di http://www.cgil.it/segretariatoeuropa definire con maggior precisione le condizioni in cui gli Stati membri Redazione a cura di: sono costretti ad assumere i loro doveri agli effetti del diritto Giulia Barbucci, Monica Ceremigna, marittimo e sulla sorte da riservare alle persone che chiedono l'asilo. Antonio Morandi, Nicola Nicolosi La Commissione europea è direttamente interpellata affinché Numero undici - 24 luglio 2007 pagina sette Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] approfondisca la legislazione in questa materia ed apra un dialogo con gli Stati che non costeggiano il Mediterraneo, per coinvolgerli nella cooperazione e a stabilire un fondo per compensare i costi imposti alle navi dalle operazioni di salvataggio di naufraghi. Il Parlamento europeo è invitato ad operare pressioni in questo senso. UE / economia: esame per la situazione economica dei paesi candidati potenziali La Commissione pubblica una relazione che esamina le prestazioni economiche e di bilancio dei paesi potenzialmente candidati all'UE. L'azione simile a quella attuata dal 2001 per i candidati con programmi economici di pre adesione permette di valutare le politiche a medio termine necessarie per una adesione futura. L'analisi della DG eco-fin riguarda obiettivi per le finanze pubbliche e le riforme strutturali per il 2006/08 in Albania, Bosnia, Montenegro e Serbia. In base alle informazioni dei programmi trasmessi dai 4 paesi a dicembre è chiaro che il ricupero economico per integrarli nell'UE richiederà tempo, afferma la Commissione che ritiene che le politiche da attuare dovranno comportare l'aumento delle capacità amministrative. Globalmente i paesi prevedono la continuazione nel 2007 e 2008 della crescita del 7% in Serbia (6,8% quest'anno) e non sono previsti mutamenti per i sistemi monetari operanti. Per la Commissione le prospettive macroeconomiche presentate paiono fattibili anche se non vi sono dettagli in certi casi. Al livello di bilancio i programmi di Albania, Montenegro e Serbia sono coerenti e mirano a continuare a consolidare le finanze pubbliche. Il programma di Belgrado ritenuto completo e ambizioso anticipa un calo delle spese rispetto al PIL e un equilibrato bilancio per il 2008. Le spese pubbliche diminuiranno in Montenegro con un leggero eccedente di bilancio. In Albania le previsioni prevedono und deficit del 5% circa e del 4% il prossimo anno. La Bosnia non ha fornito dati consolidati di bilancio. Per le riforme strutturali i programmi evidenziano i mutamenti nel settore delle imprese, finanziario, nel mercato del lavoro e nella pubblica amministrazione. Le agenda di riforma proposte spesso sono imprecise e l'impatto delle misure sulle finanze pubbliche è poco chiaro, afferma la Commissione. Il documento della DC Eco fin è disponibile in internet http://ec.europa.eu/economy_finance/index_en.htm Partenariato sindacale italo-bulgaro per rafforzare la dimensione europea del sindacato e delle relazioni industriali LIres-CGIL, insieme alla Confederazione del Lavoro bulgara PODKREPA e allistituto sindacale europeo della CISL, il SINDNOVA, si avvia alla conclusione di un progetto europeo finalizzato alla formazione dei quadri nazionali e aziendali del sindacato bulgaro. Si tratta di un progetto finanziato dalla Commissione Europea (VP/2006/003), finalizzato specificamente al sostegno di attività di livello transnazionale che abbiano lobiettivo di: a) favorire lo scambio di esperienze e di conoscenza in materia sindacale e delle relazioni industriali fra le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori dei paesi membri e/o candidati dellUE; b) sostenere la formazione dei rappresentanti dei lavoratori presso imprese multinazionali operanti in più di uno Stato membro; c) coinvolgere la partecipazione dei rappresentanti delle parti sociali dei nuovi stati membri e dei paesi candidati. Il progetto è nato dalla collaborazione e dallamicizia fra le strutture sindacali dei due paesi, quando la Bulgaria non è era ancora entrata nellUE. Il titolo del progetto è Training the Bulgarian workers to the information and consultation rights (Train.Bul.Part.). La sua finalità si iscrive nellambito delle iniziative con le quali il sindacalismo internazionale intende contrastare le conseguenze socialmente più insidiose della globalizzazione dei mercati e delle imprese. I sindacati europei, reduci dal recente congresso della loro confederazione (CES) a Siviglia, sono sempre Numero undici - 24 luglio 2007 pagina otto Newsletter del Segretariato Europa CGIL - www.cgil.it/segretariatoeuropa - email [email protected] più consci della necessità di adeguare le forme della loro rappresentanza alle nuove sfide della globalizzazione. Il sindacato europeo ha sempre posto l'esigenza di accompagnare la costruzione dell'Europa economica e monetaria con quella sociale e politica. Importanti passi in avanti sono stati fatti. La Confederazione Europea dei Sindacati invita a non abbassare la guardia e a suonare, dove possibile, tutti i tasti oggi a disposizione per istituire nuovi presidi sindacali e negoziali nelle grandi imprese che operano nel nostro continente: i Comitati Aziendali Europei, la Società Europea, il dialogo sociale di settore, gli accordi transfrontalieri, le politiche di coordinamento contrattuale in seno alle grandi federazioni europee di categoria. E in questa prospettiva che abbiamo inteso impostare e realizzare il nostro progetto di collaborazione fra sindacati italiani e sindacati bulgari. Rafforzare la conoscenza ed i rapporti al fine di preparare e favorire lo sviluppo di una dimensione sempre più europea e sopranazionale dei diritti sociali e delle relazioni industriali nel nostro continente. Il nostro sforzo si è concretizzato nellorganizzazione di tre moduli formativi, della durata di un giorno e mezzo ciascuno, nel corso dei quali con lausilio di docenti ed esperti abbiamo comparativamente affrontato alcuni argomenti di obiettivo interesse sindacale, legati allacquisizione e allesercizio dei diritti di informazione e consultazione nelle imprese. Ai corsi ha preso parte unampia ed autorevole rappresentanza di dirigenti e funzionari del PODKREPA: segretari confederali e di categoria, responsabili di dipartimenti, delegati sindacali presso aziende multinazionali presenti in Bulgaria (Miroglio, Solvay, Nestlé, Jacob Souchard, InBev). Non meno di 30 partecipanti a ciascun modulo. I tre moduli si sono svolti fra marzo e giugno, ed hanno riguardato principalmente tre argomenti: 1) I diritti di informazione, consultazione e partecipazione nel diritto comunitario del lavoro e nella prassi dei paesi che compongono lUE. 2) Il ruolo e le prerogative delle rappresentanze collettive dei lavoratori in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; 3) Le politiche organizzative per mantenere ed ampliare la sindacalizzazione e le presenza sindacale nei luoghi di lavoro Tre moduli, in tutto, articolati in una quindicina di relazioni tematiche ad opera di esperti italiani e bulgari, fra i quali vogliamo ricordare: la Prof.ssa Eugenia Spassova, direttrice dellistituto per la ricerca sociale e sindacale del Podkrepa, Vladimir Boiadjev, esperto e consulente socio-economico del Podkrepa; il Dott. Vassil Voynov, sottosegretario del Ministero del Lavoro bulgaro, il dott. Jivko Asparuhov, della Direzione Generale degli Ispettorati del lavoro. E poi gli esperti italiani: il Dott. Salvo Leonardi (coordinatore del progetto), ricercatore dellIRES-CGIL, Claudio Stanzani, Direttore della Social Dialogue Agency (SDA) della Confederazione Sindacale Europea (CES), Diego Alhaique e Italo Stellon (CGIL), Orietta Raghetti (Sindnova-CISL), Daniele Di Nunzio (IRES). Un ruolo fondamentale alla riuscita del progetto lo ha fin qui avuto Vesselin Mitov, della Segreteria Confederale del PODKREPA, con la delega per lEuropa e gli affari internazionali. A conclusione dellintero progetto formativo, prevediamo lorganizzazione di una tavola rotonda internazionale, che si terrà a Sofia il 19 ottobre 2007, e alla quale prenderanno parte dirigenti sindacali italiani e bulgari, e alla quale è attesa unalta rappresentanza del Ministero del lavoro bulgaro. In quelloccasione prevediamo di dibattere i temi già oggetto degli interventi formativi, in una prospettiva sindacale di livello europeo, finalizzata al potenziamento del dialogo sociale e delle relazioni industriali europee, con particolare riguardo: · al rafforzamento della co-operazione transnazionale fra organismi sindacali di informazione, consultazione e partecipazione; · alla diffusione e al consolidamento dellesperienza dei CAE, ma anche degli altri istituti/organismi partecipativi previsti dalla legislazione comunitaria; · allo sviluppo in prospettiva di una contrattazione collettiva di livello sopranazionale. Salvo Leonardi Ires Cgil Numero undici - 24 luglio 2007 pagina nove