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OFTHÈ
11$ 14
GRAiyiWATIGA GRECA
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DEL
AINTOIVIO
DPi^OJF.
R. .Ispettore
I.
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scolastico
IiLL.OI>IO
provinciale
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Oorizia tip. Seilx.
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GRAMMATICA GRECA
DEL
1*1^01^.
I.
AIVTOIVIO BLLOOIO
R. Ispettore scolastico proTinciale.
Tàs intióam ò^/ttr y*yvo/tfva( ntl
twv tij(vàv »aX %àv SXlor inanuv,
ov ila Tovs iuuàvovTas roti xa9-tmàaiv, alia èia rouf lnavog9ovvras,
xal xoluàvxai àlC rt xivttv Tcàv /<i)
»aXà( t)(óviav.
'laoxQ. Eietyóf.
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J<ìA^(m
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V-
Qorìzia 1870,
A
tipografia Seitz.
spese dell' Ànt. ed.
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autore si riserva
il
diritto di traduzione e riproduzione.
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PREFAZIONE.
È ammesso
non
si
universalmente
Una
peritò di impugnarlo.
che in tutto un certo ordine di
cezioni
l'
adagio, che non t' ha regola senza eccezione; tuttavia Leibnitz
regola, così egli,
il
non farebbero che scuotere quella certezza, e lasciando
da
principio
lei
la certezxa
enunciato; ora le ec-
mente renderebbero
dubbiosa la
prima vista può sembrare un paradosso,
la regola stessa. L' idea del filosofo alemanno, che a
pure qualche cosa di vero. Difatti
non infonde
al suo intento, se
fallisce
costantemente
fatti si applica
inutile
contiene
progressi della scienza, col risalire a principii più alti e facendosi
i
a un puuto di vista più ampio, tendono sempre a far scomparire
danno a vedere che quelle
le eccezioni, e
che parevano dapprima deviazioni dalla regola, non sono in gran parte che applicazioni di una legge più
Animato da questa
larga.
nesse
come
lingua greca.
come
giche,
mi
accinsi a scrivere la presente
più sicuro e
il
Omero
nioso idioma d'
grammatica, la quale propo-
risultati della scienza del linguaggio,
i
Procurai quindi far vedere, tenendomi però sempre entro
le eccezioni delle
mi parve
tico
persuasione,
in tanti quadri o prospetti
i
in quanto concernono la
limiti delle esigenze pedago-
regole nel più dei casi non sono in realtà che apparenti.
più spiccio per avviare
il
H
e di Platone.
non aveva altro
unite,
mento del greco
;
i
dotti
sistema introdotto da lui è capace di non
s'
è fatto,
ma
volli in questo libro rendere di
del
pubblica r^ione
polemica, ed è perciò che
io,
È
Non
pochi miglioramenti.
è mestieri procacciare
mio pubblico insegnamento.
nell'
insegna-
i
arti
parrà quindi strano che
e in ogni
d' esempio,
risultati
esperienza
dell'
dal principio,
fin
scelta della pronunzia, riservandomi a discorrere più
io
cosa non bisogna
il
pure,
appa-
assiduamente di correggere ciò che è imperfetto,
da
me
i-accolta
ben naturale che in un libro da scuola non deve
a mo'
mente
la
tempio del bello.
il
venute alla luce j)iù tardi dimostrano abl>astanza che
che per progredire e nelle
attenendomi al detto di Isocrate,
garsi di quello che
di frastagliare e
Curtius segnarono la data d' un vero progresso
lavori del
però le tante grammatiche
metodo sinot-
che dì stancare
effetto
e la pazienza de' giovanetti, e render odioso uno studio che dovrebbe schiuder loro
Egli è innegabile che
D
conoscenza dell'armo-
piena
giovanetti alla
vezzo fin qui troppo comune ai grammatici
andavan
disgiungere cose che per loro natura
i
largamente di
trovar
lasciai all' arbitrio del
tutti
ì
nel corso
posto la
maestro la
punti controversi La un altro
volume, destinato a daie degli schiarimenti a questo.
Del resto giudicai ottimo metodo quello che
per
tiene
Lo
le
menti
le
regole
di
principio
stesso
le uscite
giovanili.
dei
cogli occhi
il
Da
regole se
non sono coadjuvate
questo
principio
fui guidato
accentuazione,
mi
suggerì
temi nominali,
oltre all' essere sinottico
le
ebbi a persuadermi che
perocché
la
quale benché
di presentare allo
perchè egli
potesse
nuova,
non
solo
troverà,
nella
spero,
acconcia
seconda (terza)
afferrare
colla mente,
allo
declinazione
ma
sterili
che con-
anche
scopo..
tutte
vedere
processo, direi quasi morfologico, che in conseguenza delle regole fonetiche esse subiscono
nella formazione del nominativo; lo stesso principio infine
con chiarezza efficace espongono come dal tema verbale
'-''
si
rimangono
compilazione della tabella
nella
scolaro
fosse anche ìntuitivoj
dall' intuizione'
si
mi
indusse ad estendere le tabelle che, spero,
formino
i
singoli tempi
e modi. In quanto
VI
all'
ordinamento della materia stimai opportuno di non
nessuna regola che non venisse imme-
esporre
diatamente applicata, e trattai quindi la fonologia in luoghi diversi. Volli poi anche evitare la ripeti-
una
zione delle cose già dette
il
nome
sostantivo,
e
volta, e trattai quindi
appartengono
che
quelli
gli aggettivi
prima declinazione
della
tosto dopo
unitamente al sostantivo. Nondkneno a
alla seconda,
pagina 15 ho dato un prospetto generale degli aggettivi, e ciò perchè reputo del tutto necessario che
cose trattate sparsamente vengano raccolte in un sol quadro. Della declinazione dei
poi non volli far parola, prima che non ne venisse spiegata la formazione.
ruto spediente
questa divisione ho
nella quarta
posto
spandimento della vocale
potuto
dare
piiì
per
d' esporli in tre lezioni
classe
i
fondamentale, perchè
come
si
vede
in o-w, e-w, o-w,
verbi
i
ossia in o-jo, e-jo,
nanzi al sigma nel futuro.
di ridurre le regole
erano
ff-]o
altro cenno suU' origine
dell'
origi)iariamente
e dell'
ri
su due pagine di rincontro, spero d'aver ottenuto
mente confrontarne
la formazione.
gare, aoristo secondo dopo
me
il
fatta, che gli scolari in
Dell' aver
il
futuro e l'aoristo
vantaggio ben rilevante che
collocato
l'
lo
il
dell'ordinamento di
tutti.
Così pure
tutti quelli che
mi parve
fanno
il
Curtius,
necessario di accenare che non tutti
perfetto secondo.
ordine, vale a dire, di trattare
in
I.
con-
(composto)
il
termine
vol-
motivo testé addotto, e l'esperienza
si
i
da-
danno facilmente a credere
che la maggior parte dei verbi formino quell' aoristo, mentre non lo fanno che pochi, da
quasi
in-
scolaro possa facil-
aoristo semplice, o per usare
composto (primo) ne dà ragione
conseguenza
-il
w
ad un numero possibilmente
piccolo e di non scemarne la forza colle eccezioni, relegai i verbi che nella formazione dei tempi
servano la vocale caratteristica breve, alla pagina 37. Coli' esporre
ho
Qui poi mi sembrò necessario di
un
al principio
presente coU'e-
il
nelle pagine seguenti (30-36)
verbi in ajami, onde poter dare alla pagina seguente
Attenendomi
m'è pa-
verbi in classi. In
tema verbale formano
verbi che dal
così,
facilmente unificare la teoria della formazione dei tempi.
almeno un cenno che
I verbi contratti,
passaggio alla divisione dei
far poscia
le
of
comparativi in
verbi fanno
il
me
enumerati
perfetto, e di registrare
Nei §§. ora accennati (108-126) seguii sempre il medesimo
puri, poi i muti e finalmente i liquidi, locchè
i verbi
primo luogo
spero contribuirà non poco a dar più risalto alle regole generali e a farle scorgere più facilmente. Del
raddoppiamento così detto attico non credetti opportuno parlarne prima
vo, essendoché
anche in questo
lo si
incontra,
dovere ancora avvertire che adducendo gli
usai per
i
verbi della classe IV. nelle
ripetere più volte
l'
come
elementi
".
che
tema
del
presente
sta nel §. 103. leiTt-o ecc. Della qual cosa vorrei che
NeU' esposizione
costituiscono
l'
aver esposto
d'
perfetto passi-
i
tempi esposti nei §§. 108-126
t. pres. unicamente per non
abbreviazione:
vorrei ovviare al malinteso che
leiTt
il
ecc.,
mentre
lo
è
trattare
il
verbo
della prima classe, e di far loro succedere le quattro classi dei verbi cosi detti
forse potrebbe
secondo la teoria espo-
maestro rendesse attenti gli
dei verbi in fu stimai conveniente di
j£''àéL:.<
il
verbi indicati al §. 123. Credo di
verbi della classe IV. espandono la vocale fon-
„ i
Con questo avvertimento
se io reputassi per
rileva dai
si
formolo rispettive
osservazione del §. 108. B. che
damentale come nel presente
insorgere
come
scolari.
%it
con gli
irregolari,
altri
stantechè
i
^f-"
Tn
142 foggiano
verbi indicati nel §.
minarmi ad
abbracciare
parte gli studj
ni.) e
come
G. J.
prof. cav.
sul
trattato
mi
omerico
un
E.
Lomb.
insegnare
me
agli
semplicemente
mi sono
il
della, serie
che
VI.)
fase.
tradotto
il
un breve
sua gram-
dalla
Nell'esposizione della sin-
soltanto
scolari
più necessarie e
regole
le
Affinchè lo scolaro
lettura.
sulla metrica, secondo
trattato
IV.
voi.
non ebbero poca
X-1.
voi.
etimologia del dialetto attico aggiunsi
da
e
Ist.
deve sapere per potere con buon successo studiare
che lo scopo che
a
ticale
bisogna
che
principio
Lombardo,
del E. Istituto
che corrono tra quello e questo.
mettano in grado di darsi alla
li
volumetto, tutto ciò che
(^imo
Koch,
prof.
le principali differenze
tenni al
più salienti che
del
Qui basti notare che a deter-
altro volume.
che campeggia in questa grammatica,
memorie
mi mandò. AH'
gentilmente
Ascoli
dialetto
di aggiungere
suffissi
un
linguistici (estratto dai rendiconti del
matica, che espone
tassi
la teoria dei
accennai, in
ario-semitici ("estratto dalle
frammenti
i
Perchè poi abbia smesso la
loro aoristo giusta l'aoristo ìari^.
il
teoria della vocale congiuntiva, esporrò
poeti,
i
sol
credetti opportuno
sistema di Weitphal e Eossbach.
prefisso in questo libro è quello di
un
trovi raccolto in
Del resto vede
gramma-
restringere l'istruzione
più lunga a tre semestri, volendo lasciar più agio alla lettura dei classici. Che
soli due, o alla
intimamente convinto perchè ne
ciò sia possibile ne sono
Fino a tanto che uscirà
feci la prova.
con leggiere mutazioni
di esercizi che sto compilando, potrà servire
libro
il
di
il
libro
esercizi compilato dal
prof. Dr. Schenkel e tradotto in italiano.
Quanto
più
dietro
ogni
ro
alla
I.
:^ w^
hxaaa,
ei
tabella, lo fa
w
zw'?'*i
II.
Inoltre
tutti
f«>w«
nell'
III.
^
fare con
ciò
cui
in
nella
superiore
il
conjugato
il
benevole parole,
professore
il
il
compito
appianino di giorno in giorno,
r
fanno
l'
scorgerà tosto
finito, e la
li
H
che tosto
si
passerà
-ÌìlÌ&ìMài^^^"'i'"^^^
i
dovrebbe
formolo
i
terran
esercitarsi
dell'
di quelle le
nei loro
alzerà uno o
l'
ad esaminare
libretti
accento :
Poscia
mo-
altro a
un
quello di
declinato
correggerà
Ml-
voci:
quaderni.
esaminato abbia
se lo scolaro
indicato
gioverebbe assai
intento,
p. e. le
norma
il
no-
suU' istante,
Procedendo in questo modo ed animando gli scolari con
levarsi tra essi
soddisfazione che
una certa emulazione nel voler essere
proveranno al vedere
ecciterà vie più a progredire. In questo
ai verbi irregolari,
principio
ripetizione
professore chiama uno scola-
istessa cosa
fatto,
l'
istruzione
d'
medesima
deUa
verbo senza errore. Gli errori trovati esaminando
il
l'insegnamento fino
f
ore
il
nella
queste nelle declinazioni furo-
grammatica.
suo compito e vedrà
le regole contro le quali peccano.
primo a mostrare
quali poi
facilità,
nelle
professore osserverà se sia ben
altro, e finalmente si rivolgerà alla tabella per vedere
me,
tenga fermo
e lo fa declinare ed accentare a
ecc. e infrattanto tutti gli scolari
Con uno sguardo
rammentando
si
con più sicurezza
raggiungere
esposti
angolo
^_,
domanda, chi abbia già terminato
strarlo.
per
modelli
i
possa
un quaderno
d'
scrivere
^O
maestro
il
munito
fosse
conjugare
o
insegnamento,
nell'
insegnino dapprima soltanto le regole, alle
tipi diversi.
scolare
a declinare
metodo da seguire
si
Affinchè
eccezioni.
le
no stampate con
che
al
vale a dire
su,
come
le
difficoltà
modo sarebbe da continuare
quali dovrebbero venir appresi in iscuola, facendo dire a
.
à....:Jw^...
:
w
il
si
.d-.y
..iaJ.iaìaii.ri^/^fegì;,.
me-
vni
moria
p. e. il
primo scolaro
mentre
efp&crut,
della
prima panca ad alta voce: q>&dvw,
scolaro ripetesse Io stesso verbo ad alta voce, poi
il
terzo, poi
il
risultato sarà
il
una sicura
dubitasse quanto sia vantaggioso
permetta di ricordare
parola,
ma
il
il
e pronta conoscenza di tutti
i
far sì che ogni scolare scriva tutti
detto di Bacone, che leggendo
s'
—
eq>9aaa, i(p9^,
farei che il secondo
quarto e via via sino all'ultimo
siede in classe. Continuerei quindi a fare imparare alla stessa maniera
all'ultimo; e
(pdi^aofia;
a ripetere la stessa cosa tacitamente. Poi
tutti gli altri avrebbero
acquista
il
verbo
secondo
tempi di questi verbi.
i
A
chi poi
modelli nel suo libretto,
erudizione,
eh»
e via via fino
conversando
mi
si
facilità di
soltanto collo scrivere s'acquista esatezza e precisione.
Sarebbe quasi superfluo
il
ricordare che ho fatto prò per
il
mio
dei
libro
lavori rispettivi
di Bopp, dello Schleicher, del Curtius, di Pott, di Steinthal, di Bumouf, di Justi, di Ahrens, di Leone
Meyer, dell'Ascoli, di Kruger, di Kùhner,
di
Acken,
essere
il
Koch
di
mio lavoro
quanti altri
e di
coscenzioso.
di
ho
Bàumlein, di Buttmann, di Pappe, di GObel, di Mullach,
saputo avere scritto in
Consultai pure una
proposito,
grammatica pubblicata
posso
sicché
Atene nel
in
affermare
1850 di
6. Gennalia ed un' altra pubblicata nella stessa città nel 1862 da Stefanopulo.
Adempio
che più per
1'
amore
inoltre
per r esecuzione di questo
Non
un dovere esprimendo
dell' arte e
i
meritati ringraziamenti al tipografo sig. E. Dr. Seitz,
per amicizia che per viste
difficile lavoro,
di
interesse
volle
commettere nuovi
tipi
sobbarcandosi a spese ben rilevanti.
posso infine passare sotto silenzio le gentilezze e gli ajuti che ebbi dai sigg. professori
Dr. Eugenio Valussi, Dr. Giovanni Clodig,
cav. Ferrai, FiegJ e Schedle,
ai
quali
mi
credo in debito
di tributare questo pubblico segno di riconoscenza.
Gorizia nel Maggio 1870.
Antonio Klodii.
'
^
'
v-;f!
.>'"
''
§.
1
—
1. -AJfa.l>eto
greoo.
i-r/:
La lingua
la figura
greca ha 24 lettere (yQÓ^i^aza), delle quali ecco:
2
—
—
—
Qualora si trovi sulla seconda vocale di un dittongo il segno (••)
dieresi
le due vocali
pronunziano distintamente, conservando il loro suono naturale, p. e. a'idiog.
I dittonghi sou lunghi tranne oi ed ai aperti, ossia in fin di parola, p. e. jiovaai.
|.
S.
Riguardo
al suono si distingua tra
le vocali:
^
si
3
IO.
§.
-
L' aceenttiazrafle delle parole si fa
seconde queste:
regole (ytavóveg Tov Toytapiov xùv M^ewv):
formole:
e»em|ii:
breve
L
L'accento acuto può stare
ultima sillaba, sia essa
sull'
lunga
Parole così accentate si chiamano ossitene {ò^vTovog).
Il grave è 1' accento acuto delle ossitene indebolito nel
Mil/ig
contesto del
àvrq
discorso
Innanzi
ai segni d' interpunzione si conserva
1'
accento acuto.
Se r ultima sillaba di una parola polisillaba è breve,
acuto può cadere sulla terzultima, sia questa ed anche la
II.
P«^"lt™a
l'
!,-,„„
of&qtanog
iolunga
Parole così accentate
dicono proparossitone {tr^naqo^ivovos).
si
in. Quando 1' ultima sillaba è lunga, sulla penultima non
può cadere altro accento che l'acuto, sia poi essa.
.
Parole così accentate
si
.
f
Poche
volte
trova
si
Parole così accentate
si
e p.
breve
'lo
ttvd-qUTTOV
lunga
(pevyio
dicono parossitone (Trapolrrowg).
IV. Sulla penultima, se è accentata, si pone l'accento circonflesso, quando essa è lunga e l'ultima breve.
Parole così accentate si dicono properispomene ijrqoTieqiaTna^iivrj).
V.
te
accento
,
1'
accento
circonflesso
chiamano perispomene
sull'
ultima sillaba
ma
o^
(pevye,
ma exe
nutìuùg
{Ttsqiaitfafiivrj).
§.11.
L' accento del nomitativo dei nomi è da cercarsi nel dizionario, ma nella flessione si osserveranno particolarmente, come vedremo, le formole II. III. IV. perchè comprendono anche
detto, che ai ed oi in fin di parola, per ciò che riguarda l'accento,
parossitone, le properispomene vanno comprese sotto il nome codi „ baritone ".
cambiamenti di accento. Abbiamo
sono brevi.
Le proparossitone, le
i
—
mune
§.
IS.
Delle enclitiche e proclitiche.
Vi
senza
accento
che si uniscono nel tono alla parola susseguente,
I.
e questfl si chiamano proclitiche: a) le forme dell'articolo ò, f), oi, al; h) le preposizioni tv (in
(in coU'accusativo^, «e, è|(ex); e) le congiunzioni et ("se;, wg (come, che, affinchè);
col dativo), elg,
d) la particella negativa oi (oi'x, ovx)
non; II. che lo cedono aUa parola precedente, e queste si
sono
delle
voci
:
h
chiamano
enclitiche
=
(èyxAtrt/a/);
a)
i
pronomi personali n<w, ^oi,
pronome indeterminato in tutti i
noi, Tio&iv, Ttoté, noi, no&i (v. §. 69.); d) le
a<puji{t>);h) il
*iv, xé
l'Èrebo
(forse),
^
pie; aoì; aoi, aé; ov, ol, i'; aqxotr,
casi (§.66); e) gli avverbi indeterminati: jrcóg, nm, mn,
particelle yé (quidem), té (e), toi (infatti), vivo vv (ora),
(aqa dunque), di^v (realmente), nèq (molto) e de inseparabile come "EQe^óaóe, —'
nelNB.
Ni
e) el^ii io sono, yij/ii dico, all' indicativo presente, eccetto el (tu sei), ft'jg (ttì dici).
s' adopera davanti a consonanti, oiV. iimanzi a vocali, ovx davanti a vocali aspirate.
;
§.13.
w
I. Le proclitiche conservano l'accento: 1) in fine della proposizione, p. e.^jjs
? oìi; 2) wg, àx
posposte al nome, p. e. d^sòg òig, tovtiov Ix; 3) wg
otVrjg (così). NB. Invece di orrwg innanzi
alle consonanti si scrive ovvoi.
—
=
II. Le enclitiche lo conservano: 1) in principio delle proposizioni, p. e. rivtg Xtyovaiv; 2) dopo
elisione, p. e. ttoUm d' elaiv, 3) quando si vogliono far ristare nel discorso; specialmente poi eartv
nel senso di t^eariv (licet), inoltre si scrive ìanv dopo le particelle ovn, pirj (non), «, ùg, rtai Ce).
r
_
4
_
§. 14.
Ecco
le
regole della modificazione del tono (ttsqI èyxUaewg tóvov):
_
5
—
1) in tutte le preposizioni che finiscono in vocale, eccetto ttsqì e ngó, axqi o fiéxf^i (sino), p. e. viv'
avè-Qtó/rov per VTtò àv9qÓ7tov,
neql avd-qéTtov; 2) in molte particelle che finiscono in vocale
(sed), de (autem), té (que), a/ore (sicché),
breve, p. e in ana (simul), aqa (num), iva (affinchè),
ma
àXM
m
che, perchè). Non
rote (tum), ore (quum),
(ancora), ovxìti (non più); non si usa però mai in bri
si elide v breve né a, e, o nelle voci mon(isillabe. (NB. ire^i'^^intorno, Trpó^^innanzi, t'?ró=da).
Kiguardo l' accento si noti, che le preposizioni e congiunzioni ossitene perdono 1' accento nell' eUsione, ma che le altre parole lo trasmettono in forma di accento acuto sulla sillaba precedente, p. e.
àtX' èyd (sed ego) invece di alla eyé; el'it' cìv7]q (sum vir) invece di eli^tt dvi]Q.
Nel concorso di una consonante tenue collo- spirito aspro, avvenuto in conseguenza dell'elisione,
si noti che la consonante tenue innanzi allo spirito aspro si cambia nella corrispondente aspirata: p. e.
iq>' ijjuwv (da noi) per v7t' r/^tiov. La stessa legge vale anche nella composizione: p. e. èfiarijni (prepongo), per ijr' ìaTTjftì,
e in ogni altro caso simile: p. e. oi-x ovrog, per oi'x ovrog.
(
—
18.
§.
La
una vocale finale con una vocale iniziale della parola coxiha per segno la Coronide (v.oQiovig\ La caronide si pone sopra
crasi, cioè la contrazione di
secutiva in
un suono misto,
—
quella lettera che rappresenta il suono misto, e se questo è un dittongo, essa sta sulla seconda vocale.
La crasi ha luogo 1) nell' articolo; 2) nella congiunzione -/.ai (et); 3) nella preposizione ttqó (innanzi);
del pronome relativo o (quod) e a (quae): p. e. Tovvo^a per tò ovovia (il nome,
4:) nelle due forme
tàh^d-ég per tò alrj&ig (il vero), -Mneira per xaì tìreira (e poscia), y.^ta per xcì eira (e poscia).
Oss« lìL't
T(5
iTlgov
§.
19.
fl'altro])
si
soscrive sol(iinto allorché l'ultimo degli elementi che si uniscono abbia
lò IfiuTiov (la sopravestc} ha converlito lo spirito aspro il r
e &oìfiuTtor per
Talvolta
si
elide
una vocale
tra due consonanti, locchè si
—
i.
2) In 9tttegov per
&.
in
chiama sincope
(ffuyxo^rif), p.
e.
ylyvofiaL (nascoj per yiytvoj.tai.
ao.
§.
V
tflsi
,
Talora, particolarmente con l,
(ìal, §la.
{neràd-saig)
^i,
v,
q,
si
traspone la vocale ed é ciò che
si
chiama meta-
:
Declinazioni (y.llaeig).
31.
La lingua greca ha cinque
:
il nominativo foWiUaoTtxiy), il vocativo (xAijrixij) *)
(óoTiY.tj), l'accusativo iahiaTiy.rj); tre numeri (àgi5-|iioij:
il genitivo (yew/.if), il dativo
il singolare {èvi-KÓg), il duale (dit/óg), il plurale [Tilrj&vvifAÓg). Il duale indica che si fa menzione di due
persone, o di due cose. Il duale non ha che due desinenze, Tuna pel nominativo, vocativo, accusativo,
l'altra pel genitivo e pel dativo. Il vocativo é uguale al nominativo sempre nel plurale, spesso nel
§.
ca,si (irrcóastg)
singolare.
§.
tevi
§.
Tema si
I casi si formano aggiungendo al tema (&tfta) le terminazioni (MCTalr^^eig).
chiama quella parte stabile della parola, che ci resta dopo aver detratte le terminazioni aggiunper la declinazione (tema nominale) o congiugazione: p. e. di veaviag il tema é vsavla **).
aa.
23.
Il
nominativo differisce per
facile il separare dal
§. 1*4.
§.
25.
§.
26.
tema
lo
ci
mostra
1'
esempio
recato, nel quale è
I generi sono tre: maschile, femminile, e
neutro. Il genere dei sostantivi
terminazione, dall' articolo aggiunto, ed in fine dall' uso.
si
Eiguardo all' accento vale questa regola: L' accento rimane su quella sillaba,
nel nominativo, finché lo permettano le regole II. III. IV. del §.10.
Vi sono due declinazioni:
la
in consonante, ed alcuni in o, w,
§.27.
più dal tema, come
la terminazione.
Nella prima declinazione
prima comprende
i,
i
conosce dalla
che l'aveva'
temi in a e in o; la seconda tutti
i
temi
v.
terminazioni sono facili a separarsi soltanto nel nominativo
altri casi sono strettamente unite all' uscita del tema. Proporremo quindi nelle seguenti tabellette le desinenze dei nomi in questi casi, come si presentano
all' occhio, senza distinguere la terminazione dei casi dal suono finale del tema.
le
e neir accusativo singolare, ne?li
•) 11 vocativo non è veramente che una forma di inferjezione.
**) I temi come vedremo possono essere derivati, p. e. ri/Àa da n, e sono allora bisillabi o polisillabi, ovver»
tema è nello stesso tempo anche radice, ed è monosillabo. - e lo è, perchè tutte le radici sono monoriillabe in forz»
di Dna ìeggn universale. Questo ha luogo specialmente nei verbi, p. e: (fvy è radice e tema verbale (è-ifvy-i), mn tema
nominale e (fvy-a.
il
—
§.
SS.
I.
Temi
in
6
—
7
—
declinazione
§.
90.
II.
(Comunemente seconda
Temi
declinazione.)
Osservazioni ad 1. I maschili e i feiumiiiili
aggiungcmo nel nominativo singolare al tema il g,
nell'accusatiro il v. I neutri prendono questa terminazione anche nel nominativo singolare, e nel plurale escono in a
I maschili e i femminili indeboliscono nel vocativo 1' o del tema in e. Solo &eóg
(deus) fa nel vocativo tZ &£Óg (o deus). Negli altri
casi i maschili, i femmiaili e i neutri, si formano
tutti allo stesso modo.
in
Kiguardo
III.
IV. del
§.
accento
all'
10.
— Le
si
osservino le regole
n.
ossitene anche in questa
i numeri diventano perispomene. 'Aóel(fóg fa nel vocati-
declinazione nel genitivo e dativo di tutti e tre
vo aSeXcpe (fratello).
Osservazioni ad 2
(Declinazione attica).
Alcuni temi escono in w. Si noti 1) che Tw si conserva in tutti i casi; 2) che 1' twro gli si
scrive sotto anche in tutti quei casi, nei quali si trova nella declinazione dei temi in o scritto appresso; 3) che le ossitene conservano l'acuto in tutti i casi; 4) che sia si considera riguardo all'accento co-
me
una
sola sillaba.
Paradigmi.
—
§.
ao.
'
"
8
—
Aggettivi {sni&exa).
Gli aggettivi iri' o-g, tj od a, o-v seguono nel maschile neutro la declinazione dei temi in o, nel
femminile quella dei temi in a. L' a nel nom. sing. di questi temi è sempre lungo, perchè preceduto
da Q, £, t. Si osservi che il femminile qualora lo permetta 1' ultima sillaba conserva l' accento dei maschile. Eccone un modello
:
Genere
^
§.
SS.
-9
-
Seconda declinazione (<JewfV«
(Comunemente
La seconda
declinazione
abbraccia
•
"^'«"s)-
terza declinazione.)
nomi maschili, femminili e neutri, colla desinenza del no*
nomi di questa declinazione hanno nelgen. una sillaba di più
minativo in a, i, v, co, v, q, a (xp, |j. I
che nel nominativo e perciò dai Greci son detti ns^itToailla^a.
§.
3 3.
Detratto l' og al genitivo singolare si ha il tema deUa maggior
per formare tutti i casi basterà aggiungere queste terminazioni:
Singolare
parte dei
nomi, al quale
^
*>>itvy.riij-'yi!;,.^?/*'
§.
89.
Temi
-lodasse Prima.
in:
'/
s?®-.
—
§.
40.
Temi
11
—
Classe Seconda.
in:
-.'
§
41.
~
12
—
— is§.
4».
Temi
olasse quarta.
VocaFe
in
cioè in
1) O,
di gen.:
0),
m.o fem.
fenuninilfl
Dsc.delt.
n nomin.
si
forma
2) ev
I
il
ov.
oev,
£v g
g
ttv
WQù)
g
YQCtv
g
TteiSióogYfvg tJQw
g
og
yovev
G.
D.
yové
log
i
yarié-i) ài
yqa
yqa
òg ^o
7i:ad-(6-i)ói iJQto
t
/Jo
yqttv
V
^OV
e
yové
yovev
rJQb)
L'a.
/Jor
(y. §.
t
I
g
noh
a
IxSt
ìav
yqm
tiÓXa,
N.A,
Tteid-có
G.D
N.V
oìv:,ìo
oiv TToXé
Tteidvi
TjQW
sg yov{€-eg)étg yqa
eg
(?o
eg
G.
TTei&WV
rjQbi
ù)v
yqa
ùv
/So
wv
D.
A.
neid-olg
7JQwai(v) yovev
nei&ovg
iJQioag.-B);
I^Qtó
Signifie. [persuasione
|
presenta
yga
oiv yqa
yovs
OIV yové
e
eroe
e
e
yové
ìaaTv
aoTe-og,-wg
j.
laW(«-t)a
ìfìo
il
T^^
tema
e
Ix^
otv Ix^
nóX(é-eg)eig IxShi
jróXe e
aarv
laarv
oiv av
dare
eg ìav
eg
aaT(£-a')ij
wv
\av
ai
yqavaitv
(?ot) ai(v')
jtoXs
wv lx9-v ci)v av
TToXe ai (y) Ix^vaiCv) av
yqav g
§ov
tr6X(eag) etg' lx3vag,vg av-ttg,avg
genitore
|
vecchia
|
g
bove
pesce
oiv
aa%e
wv
aiiv) aaze ai (»)
\
città
c^-S-^^)
e
oiv
e
1
Sg
b)v
yové
temi in
I
con V
= nom.
esce
fCEt&OlV
óg
g
og av
t av
r av
34)
I
j
hv.
TjQW
V g
s
uìg\ Ix&v
óg ?rói«
t 7TÓX(e-i)ei, ix9v
V ìxd^v
V JCÓXl
forma con a
si
m oi
neutro
sigma
OVS
g
N.
A.
V.
V,
I
col
to
t,
maschile o femminile
|
I
g
Des.d. n.
3)
I
maschile o femminile
I
1
senza
,
aar ie-ayij
troia
città
sono in realtà temi
che escono in consonante, giacché il toc.
Avvertimenti. 1) I
jrei&oi sta per jteid-óFi, il gen. Tteid-ó-og per Ttei-d-óFJ-og, ed ^qio deriva da ^^P.
questi temi appartiene pure il tema aldog che fa nel nom. ^ aldwg il pudore, acc. aldcH. 1 temi in o hanno Tace. sing.
ossitono ad onta del §. 15. II: jretd-w; nel duale e plur. seguono la prima declinazione.
2) Dei temi in et;, av, ov V v innanzi a vocale si cambiò in F, p. e. §ó¥-óg ('bovis) che venne
poi omesso ; ^oóg. I temi in et» fanno il genitivo atticamente, nel dat. contraggono e-i in eì, nell' acc.
sing. e pi. hanno 1' a lungo, e non ammettono contrazione. Nel nom. plur. eeg talvolta si contrae in
^ailSjg.
Ileiqaievg (Pireo) fa nel gen. Ileiqaié-iog e Ileiqaiwg, acc. Ileiqaié-a e
1JS, come p. e. in
JlBiqaià. — Xoevg (misura), gen. xo(,éwg)iSg, zoet, xo(«a)5, xo^vj X^eìg, xo(étav')iì)v, xoev-ai, xo(é-ag')ag,
o, io
A
—
—
%0EÌg; xoé-e, xoéoiv.
I temi in av, ov, fanno l'accusativo plur. in vg, in guisa che si dovrebbe scrivere
yqav-vg, pov-vg; ma siccome il v innanzi al 5 si elimina, si ha yqavg, /Sorg.
singolare
3) Quasi tutti i temi in i, e
e in tutti i casi del duale
i
temi degli aggettivi in v cambiano questa vocale nel gen. e dat.
e
plur. in
plur. e-eg, e-ag in etg. L' e-a dei sostantivi neutri
—
e (e3,
si
eP).
contrae in
Nel
ij,
ma
dat. sing. si contrae e-i in et, nel
non
l'e-o degli aggettivi,
come
si
Gli aggettivi formano il femminile aggiungendo al tema rinforzato iti: yXv%e-~ia.
vede nel modello.
I temi monosillabi in t, v allungano il loro t, v nel nom. sing. che serve poi anche pel voc.
Jl^Z'-'S (braccio) e néXe^v-g (scure) nei casi accennati mutano v in e, (jrij'xewg, yreAe'xewg), e prendono nel
gen. sing. la terminazione attica, mentre tutti gli altri temi in v nel gen. hanno og. Si noti eyxeXvg,-vog
(plur. èyxéXeig) anguilla. Alcuni sostantivi in vg conservano t in tutti i casi, p. e. ò, fj nóqTig,-u>g
giovenco e giovenca; xtg, xtóg punteruolo, e ìdqig, ìdqi, gen. ìdqiog perito, pratico.
Sing.N.
G.
D.
A.
V.
-
•
v-V;.;>
43.
§.
'
=''-;(^5r,"-. '•>
:
—
;
14
—
Sostantivi irregolari della seconda declinazione {'u4vé^taXa).
I. Fu detto nei §§. precedenti, che alcuni sostantivi formano i casi traendoli da due temi differenti,
Ire^ox^a/a.
Ai sostantivi già indicati sono da agche hanno la stessa forma del nominativo
giungersi anche questi : 6 cnvcpog (bicchiere), rov aywqiov e rò axvq>og, rov anvfovg; ò aywTog, tov
—
—
e tò ayAiog, tov
mtóiov
n.
Si noti ancora
nome
il
amtovg
(le tenebre).
proprio Óidijrovg, tov Oldinoòog e Olditrov.
-'v;'
;
un tema differente da qnello da cui è formato il
nominativo. Questa formazione si chiama metaplasmo (/xetaTrlaaixóg), p. e. nom. sing. té òévdgov
(albero!, dat. pi. divdqeai- (dal tema òévdqeg), si trova però anche il dativo dtvòqoig; nom. sing. tò
òa-x-Qvov (lagrima), dat. pi. óa-KQvai (dal tema dattQv)
nom. sing. rò mJq (fuoco), pi. tà mJQa^ toìg
in. Vi sono
dei sostantivi, che traggono alcuni casi da
;
jtvqolg (fuochi di
vedetta);
cambia il genere,
atdóioi e tà atàòia.
sostantivi
è oveiqog (sogno), gen. òveiqov e òvelgatog, pi. tà òveiqata. In alcuni
altog (frumento), tà aita; tò atàdiov (una misura, stadio) pi. oì
p. e. 6
rv. Altri anomali in ordine alfabetico.
t.
1) è àvi^q (uomo), tem. àveq: av-d-q-óg,
avóqag, confr. §. 40.
2)
"-^qr^g
3)
Tema
4)
yi-vjy
(Marte), tem. dqeg: ^'Aqeug e
tivdqi,
,
-t'rv
avdqeg, àvdqwy, àvdqaai,
avdqa, avsq; iivdqs, àvòqolv;
'i/iqBog, ^'u4qsi, ^'Aqrjv e ^'-^qr}, ^'Aqeg.
'
'
i
àqv senza nom. sing. tov e r^g àqvóg (agnello), àqvi, àqvdai. Nel nom.
si
usa
o,
;-
'-
«juvóg.
^
(donna); il resto dal tema yvvai%: yvvaiyMg, yvvaiM, ywaìrLa, yvvai; ywaì-me, yvvannoXv ; pi. yvyivot/wy, yvvai^i (v), ywalnag.
vaìrLsg,
5) Zevg (Jupiter, Jovis),
6) é, 7} moiv (cane), voc.
vlvov,
7) ò iiaQtvg (testimonio), dat.
8) ^
vaì-g, vsióg, vrjt,
il
oqvig (uccello) forma
r;
oqvecov.
tema
xry; tcvvóg,
i
tema òqvT&. Dal tema òqvi
forme: oqvid-a, oqvx&sg, èqn&uv.
casi regolarmente dal
le
10) IIvv^ luogo delle adunanze popolari in Atene, tem.
il
vecchio, plur. gli ambasciatori,
S. è Ttqia^vg (e ò trrqsa^itìjg)
(tov nqea^vtov)
(t^
{jX vecchio)
Ttqeajìvtrj)
TOV Tcqéa^v-v
&
i.iaqtvq: fióqtvqog,
v.vai{y), -nvvoig.
ecc.
vrjeg^
Sono usate però anche
11) ò jtqéa^vg, sing.
yt.vva; TLvveg, nvviàv,
-/.vvl,
tema
vewv, vavai {v), vaìg. NB. Il tema vav quando lo segue una vocale
per vìjYeg; vecJg sta invece di vrjEóg, come ^aaikéwg per ^aaiX^Fog
vavv; pi.
cangia in vrjF: vriEg sta
(metathesis quantitatis).
è,
resto dal
pi. iiaqTv-<ji{v), il resto dal
si
9)
Ji¥: Jióg, Ju, Jla, Zev.
[per z/Jei'g] tem.
ò Trqea^evtrjg
{tov jtqsa^evtov)
ecc.
dell'amba-
declina
come
PI. al jrqsa^vtai,
tùv
forma
Trqea^vtóh'
ecc. dei vecchi
ìiqvag,
ìiqvi-v,
Ilv^vóg, IIvkvì, Tlvava.
tti^xv:
si
si
,
segue:
o'i
itqéa^eig gli ambasciatori.
twv nqia^eiav
To7g irqia^eai
i
tovg nqéa^eig.
sciatore
Ttqéa^v
I
12) tò vdùjq (aqua), tem. v3a{q)t: vdatog, dat. pi. vda-ai{v). Così rigettano nel n. a. v. sing. il t, negli altri casi il g i temi qiqeaqt, fircaqt, dìeicpaqt: tò cpqéaq (pozzo), (pqtatog, ^Ttaq, - atog fegato
(v. §. 39. awert. 5.), a^Kpaq, - atog, unguento.
13) o rtog
figlio, si
declina in questo
Sing. vìóg
modo
:
Plur. vleìg
1
viioiv
vtov
viiog
viicov
v'ul
viéai (v)
vi(^
vióv
vìe
v'ulg
vióv
14) ^ x^tQ ^mano), tem. x««?: X«?ós
:iieÌi-t&iiàìi^iÈràl^ÌL^/Ìii^É^tJi'ìr;:.
ecc.
vìeìg
ecc., dat. pi. x«?ffi {"), g-
'l^jf^ÌLjixalà.^iàaji^^^iii
d.
i
.
ed anche vtóg
Duale vìée
duale xeqolv.
#
—
§.44.
I.
Temi che appartengono
2) Temi in v coli' accento
3) Temi in v. (§. 40) p. e.
4) Temi in n:
1)
\
„
„
—
CEni^era).
alla
Tcòiaa
èxovaa
ayuov
anovaa
xaqieig xaqleaaa
èxcóv
*-','"•
Di tre terminazioni CTptxoraAijy.Ta).
v. §. 30. 31.
prima declinazione,
sulla finale, v. §. 42.
réqrjv, xéqsiva, xéqev (gracile); iiéÌMS, fdhxiva (invece di fielccvia), (lélavj-ayoq.
À)
N. nSg
15
Prospetto degli aggettivi
^àv
(tutto, T. §. 39. 2.
ìwv
(volontario)
amv
(a
Aggettivi.
V.
Gen.
ecc.)
jraw-os
„
mala voglia)
„
%aqiev (grazioso)
„
Per formare il femminile di questi temi si aggiunge al tema ìa, poscia l' t che segue il t si
converte in a (£xo>Tt«=«/ovrffa) dinnanzi al quale si elide vx giusta il §. 37. 5, coU'allungamento della
vocale precedente : s/jovaa.-Xaqisaoa è derivato da un tema più breve xaqier (xapiFerJa), come pure il
dat. plur. xaqiB-m. Fu detto già nel §. 39. aw. 4, che ó-«e, 6-eaaa, ó-ev si contraggono in oCg, ovaaa,
olrmg, olvovaaa, oivovv (ricco di vino).
ovv (si confronti il §. 16. II. NB.): olvóeig, óeaaa, óev
=
B)
deiyivvv
(uno che ha sciolto)
(uno che mostra)
IvS-év
(che è stato sciolto)
kvaàv
vraidevwv, naidevovaa,
didovg,
didovaa,
Participi (v. §. 39.
n»idevov (uno che educa)
didóv
(uno che dà)
2
III.
Gen.
,
„
„
„
IV. V).
—
§.
45.
Tema:
16
-
Aggettivi irregolari.
—
47
—
(ladro e ladronesco), ìdeietlaTotog; v^qiat^Q (scellerato, TÌolento),^ v^fnnóttQog, {fqi<nótaTog; 8qn:a%,
^Afrjh^, gea. df ifAtxog (di età matura), fa è<pr;hx-iaa^jmyos (rapace), àqjtayiaw^f à^Ttayiotatos.
rsQOSx à(pr]hx'éa-zaTog.
—
§.
33.
I
il comparativo ed il superlativo, come se avessero
comp. èmxa(^ittkEqog.
composti di zrf?*? formano
p. e. hiixccQig (grazioso),
il
tema xa^ro,
comparativo è quella in lov (nom sing. masch. e fem. loiv,
L'ultima vocale dei temi si omette
innanzi all' t, l' accento si ritira per quanto è possibile verso il principio della parola. Cosi si form»
Si elida ^Svg (tem. ^òv) il comparativo f)d-i(ov, tjà-iov, il superlativo ^d-iarog, fjò-iaTrj, ^ó-iarov,
mina la sillaba qo nelle voci alaxQÓg (turpe), tem. alaxgo, comparativo alax-itov, aì'ax-K>v, superlativo
alaxiatog; sx^QÓg (inimico}, tem. sx^QO, compar. ixd^-tiov, è'x^-iov, ed anche ix&QÓTeQog, superL ex^iSr-
&4- n. Un'
neutro
altra
lov),
forma più rara del
e del superi, in raro, (n. s. tatog, ioti], lgtov).
—
atog, e ix^'QÓvocTog.
§.
55.
ni. Formazioni irregolari.
Osserv. 1. ''Afieivav, Sqiotos
esprimono principalmente le no-
Positivo (^sTiKÙ STI.) tema.
zioni di capacità e di
valentia,
delk bontà
interna, morale; inx^e/ffdwv, xpo-
^elriiov insinua l'idea
«ffrog
all' incontro prevale l'idea
della forza (y^Tog). Il concetto
fondamentale di h^ov non si può
determinare con precisione, xa7U.CJV, rùxiatog (pejor, pessimus)
significa profonda perversità; z«qwv, xelgiarog corrisponde a deterior, deterrimus; ìjaacav a infeferior, ed è opposto a xQsiaaof,
che equivale a superior.
2. L'irregolarità di alcune di
queste formazioni consiste in ciò
che r t della terminazione lov si è
internato nella sillaba precedente
del tema, quindi é^ulvwv da à^evioìv (si confr. §. 44. 3, té^eiva
da reqevia, ^ihxiva da ;<eAawo).
CoUe consonanti gutturali si fonde i in guisa da formare il gruppo
aa, TT, e alle volte y e t si fondono
terna
3.
(v.Q£iaaci)v
= nQet-Jcov).
Nella declinazione
i
comparativi in wv, ov
in t, e perciò fpduiv, èXaxiwv si
cangiano in ijaaoìv, èhxaawv. Nelle tre forme %qeia(5oiv, neiCav,
&aaaiav Y i non solo si fuse coll'ultima consonante del tema, ma
ne modificò eziandio la vocale in-
omettono in alcuni casi
il
v.
Eccone
il
modello
:
—
:'..
§.
5«.
Comparativo
Sono
difettivi
18
{fU^i7mxa)
i
—
comparativi e superlativi:
19
Segni
^
— so-
—
oppure si fa pr*'
cardinali uniti a aiv (conj, p. e. avvòvo, a due a due, avrtqug, a tre a tre,
cedere ai medesimi la preposizione xoxa o avi, p. e. xa^' hux, a uno, òvà réaaageg, a quattro.
rqinhiivg,
ànhìvg
duihyvg
(simplex),
(duplex),
Trtyranhovg
Moltiplicativi
sono:
V.
ecc. ISotUsi
no
ì
ancora
le
duplice,
«
i
ij
x*^«?>
§.
sostantivi:
gì.
dinMatog, duplus; zQiTtXaatog, triplus; rcoWxniaaiog, molte volte tanto ecc., dioaóg
Si hanno anche avverbi: ftopax^, a uà sol modo, óixjj o óIxb, in due maniere;
^ (torag (tema (iovaS), unità (da y^vog solo, uaicq), ij dvag, ^ rquig, ^ ^^óofiag, ^ óaiés,
forme
TpifffffJg
"J
'
:
triplice.
ftvQtag
[TQelg /.tv^àdeg
aTqauunwv, 30000
Pronomi personali {irqoatomxai),
S.Nom.
soldati).
Pronomi {'Avtuwfiiai).
e aggettivi pronominali possessivi.
.
— 21 —
sene.
Come avróg
per aìX
§.
•
declina alias, oìXij, aìXo, alius, alia, aliud, di
allo) forma il pronome reciproco {àU,ijXojTa9^g).
si
•4.
Pronomi
H
ó 8i questi poi; 6
fitv
—ò
ós l'uno
—
l'altro.
ly,
ró
il
tema ripetuto QM.-t]Jio
(Seiwiìuii).
iJimostrattri
significato originale dimoetrativo di è,
cui
si
conserva
'v/3''
soltanto
in
'ri'.
aldine locnzioni, p. a.
'^>'-:^S-
f. «8.
1.
Interrogativa
Pronomi
'C
22
—
correlativi (^àvrarroócfriitai).
—
23
Verbo
—
..-.^:^:,-«
S.-/-.---..
;:,W-
•
(?^/'«)-
singolare, duale, plurale, e tre forme : attiva^
I Greci distinguono nel verbo tre numeri
passiva e media (diaO-éaeig elal T^elg- ivéqyeia, TtàS-og, fisaórtjs' ^^^lara iveqyeii-ML, jta9rp:nux
^=
(leta^aTiTna
verbi
neutri
transitivi ; àfierà^axa =^ intransitivi). Però il medio
fiéott. Oi'diTeqa
;
Il significato del medio è riflessivo, cioè
e il passivo differiscono soltanto nell' aoristo e nel futuro.
r azione del verbo ricade sul soggetto. Chiamansi deponenti (dTroS-erjxa) i verbi che hanno soltanto
§.
79.
:
=
il
medio o
il
—
passivo.
I tempi (x^óvoi) si dividono I. In principali (àqxiy.oiy. 1) presente (è svearùg x^órog),
In storici (ìaTOQixoi) o secondari
II.
3) futuro io fiélhov).
2) perfetto (ó jtaQCMslfisvog'),
(SevTSQ€vovT£g'): 1) imperfetto ijraQaTariyióg), 2) più che perfetto (vTteQavvteh.'xóg'), 3) aoristo (é àÓQtaiog). I tempi storici differiscono dai principali in questo: 1) che prendono altre desinenze personali,
§.
73.
2) che innanzi
§.
74.
al
I
rax.TiTiij'),
§.
75.
§.
70.
§.
77.
tema ricevono
modi
3)
r
aumento.
1'
(syìiXlaeig)
quattro : 1) V indicativo (^ÒQiari/.r/),
l' imperativo (TrQoaTamiiitj').
sono
2)
il
soggiuntivo
(vtto-
ottativo (é^xnxi/), 4)
I nomi verbali sono tre: 1)
gettivo verbale.
l'infinito (co ànaqéiufarov), 2)
il
participio (fisxoxrì), 3) l'ag-
Il soggiuntivo
si distingue dall' indicativo per la quantità delle vocali che precedono le
terminazioni personali, p. e. ind. ì.vo-(iev, sogg. M<o-fiev. All' ottativo è propria la vocale i che,
posta innanzi alla terminazione personale, forma colla vocale finale del tema un dittongo, per esempio
Ivo-i |U£v. (Nella terza persona plur. il carattere dell' ott. è te).
Xwt-fjev
=
Nella seguente tabella
si
Attivo
scorgono le forme originarie delle desinenze personali:
—
24
—
La prima persona del presente di questi verbi dovrebbe essere quindi in o-fii, ma omessa la
terminazione fii, la vocale o venne prolungata per compenso in w. I verbi di questa categoria dioonsi
wrbl in w, p. e. Ivi» (per Xv-o-fu).
L'altra nei tempi accennati unisce le terminazioni personali immediatamente al tema tei'
ad un tema derivato da quello a mezzo Jel suffisso w{vyv}, ed h»eonservato nella prima persona singolare del presente la terminazione ju, e chiamasi quindi la conjugasiona
dei verbi in f/t, p. e. deUrv-^i.
Il suffisso, usato per la formazione dell' aoristo primo attivo e del perfetto attivo, esce in a,
che nella terza persona singolare si muta in e.
§.
98.
baie, p. e. t'-Te, ovvero
—
Verbi
94.
in co.
tema
del presente di questi verbi abbreviando l' io della prima persona siflgo^
lare in o, p. e. Ivo) in Xvo. Dal tema del presente si formano; 1) il presente coli' aggiungere
le terminazioni personali dei tempi principali, ossia primarie, 2) l'imperfetto, premesso l'aumento, colr aggiungere le terminazioni personali dei tampi storici, ossia secondarie. Ecco le formolo ed i modelli r
§.
Si trova
Elementi
J
il
tema
del presente
I-
|
del presente -\- termin. pers. primarie
l'éo-vrai
|
costitutivi |II. dell' imperf.| aumento -|- ^ii^ii del presente -\- termin. pers. secondarie,!
I.
Indicativo
Soggiuntivo
|
Presente
Ottativo
{
è-lvo-vto
Imperativo
|
Infinito
Attivo
sciolgo
sciolga
Singolare 1 Iva}
2 Xveis
Duale
Plurale
scioglierei
sciogli
Xéoi-iu
Xvot-g
Xve
(di Ttaideiio
Xv7rotd«;« v.§.81)
particip.,che scioglie:
3 Xvei
2 Xve-tov
3 XvE-TOV
Mìrj
Xvoi.
Xvé-TU)
XÌT^-ZOV
Xvoi-rov
Xve-tov
Xérj-tov
Xvol-Ttjv
Xvé-ziov
1 XvO-fÀSV
Xvio-fiev
2 Xve-re
3 Xvov-ai(v)
Xitj-rs
XvM-fier
Xvoi-re
Xvoi-ev
Xve-Te
Xvta-aiQv)
sciogliere
Xiia-v, Xvov-<fa,
(y. il
Xvov
§.44.4. b.)
di Ttaióevca educo:
rraidevMV, naidevov
aa, jraiòevov
At'e'-T
Osserv. Invece di Xvo-ftì, Xvs-m, ìm-ti, si ha Xito, Xveig, Xi-u, perchè la terminazione della
(v. §. 82^, e venne allungato
in compenso 1' o precedente; nella seconda
persona venne inserito 1' t innanzi il g, nella terza scomparve il r.
Nella terza del plurale Xvov-ai sta per Xvo-vci, perchè il v innanzi al a fu espunto lasciando
allungamanto di compenso ad onta del §. 37 (v. pag. 7. sotto la linea).
Dell' irregolarità del ^i, nell' Ottativo fu fatta menzione nel §. 80.
Neil' imperativo si perde la desinenza &i dopo il suffisso (v. §. 82.J senza che lasci traccia di se. Circa la formazione del nomin. dei participi vedi il §. 44.
prima persona andò perduta
§.
SS.
Medio e passivo.
mi
sciolgo,
sonojmi sciolga, sia
sciolto
Singolare 1 vo-fiai
Xv-si
2Xvì]
Xve-rai
Xvó-nsO^ov
Duale
2lXve-a9ov
Plurale
sciolto
mi
scioglierei,
sciogliti, sii sciolto
venissi sciolto
Xv(a-ntti
Xvoi-^irp>
XvTj
Xìe-adw
Xirj-adw
Xvoi-o
Xvoi-zo
Xvoi-fi£&ov
Xioi-a&ov
Xvoi-a&rp'
Xvó-fte-9a
Xvió-fie9a
Xvoi-^e9a
Xve-a&s
XvTj-ad^e
Xvoi-ad-e
Xve'a&e
Xvca-vrcu.
Xvoi-vto
Xvé-o&oìv,
XvTj-Tai.
Xv(a-(ie&ov
Xi'tj-a&ov
sciogliersi
Xéead'M
Xvov
Xvé-a&ia
Participio:
che si scioglie,
che vien sciolto
Xvó-^uvo-g
Xie-aùov
Xvé-a&oni
Xvo-fiévt]
Xvó-nim-v
"'.'1
-*;'
3 Avo
Osserv,
PV.
Xvs-aat, (e -\- at
oilMffiai,
In
=
mezzo a due
vocali
il
a
si
elimina
(v. il §.
37.), e quindi
rf); per Xioi-ao, Xvoi-o; per Xvt-ao, Xv-ov. Si notino
yedròj che nella seconda persona fanno soltanto §ovXei, om, oipei.
',
,2
Xvé-adwacof
^Xonai
ne risulta
Xó^ per
voglio, olefio» cred»,
—
S-
»«.
Singoiar
U.
25
—
Imperfetto.
'm
—
26
Alcuni verbi uniti a preposizioni hanno doppio aumento: àvo^óu (innalzo), imp. ^aqàvéxofiM (sopporto), lijveixóftrjv; tvo^Mm (sono molesto), tjvéxXeoi'l-ovv'); iragoivéo) (inSeguono la stessa legge i seguenti verbi: òiaitdia (da Siaita
furio per ebbrietà), iwaQ(^v£ov{-ovv).
vita), sono arbitro, è(Jt>;Taoi'(-wv) e dnjvcov; diorAovuo (òiav.ovo^ servo), £dirj-MVEOv(-ovv) e diijMvovv.
§.
93.
d-eo>'{-ovv);
—
94.
Alcuni verbi derivati da nomi già composti hanno l'aumento in principio: èvavtióoiim,
sono contrario (da èvavriog), imp. ilvavnoiuriv; ifijreònia raffermo (da mneòog) ìlj.i7tédoov {-ovv);
con franchezza (da ira^qtjma) ejra^^ijaia'CófUjv; dvri^nXko supplico, ijvti^óIovv.
Molti hanno l'aumento dopo la preposizione, come: 7rqo<fr,Ttiw profetizzo (da ^rgocpi^Tr^g), ^QOecp^
zevov; ovyeQYHo lavoro insieme, avvi]Qy£ov(^ovv) (avve^yóg collaboratore); èyxwjtudCw lodo (iyy.có^iovJ, ève§.
—
Tttt^qr^aiatofiai parlo
Verbi
1
Verbi
cui
il
tema
trazione furono esposte nel
§.
I.
del presente esce in a-o, e-o, o-o contraggono
§.
queste vocali nel presen-
15 e 16. Si richiami però alla memoria che noi verbi,
i
quali hanno
il
97.
in a-o,
si
contrae: «-|-e,
in a; a-\-ei, a-{-Tj in
cc-\-r]
Soggiuntivo
Indicativo
Presen:
a-f-o, a-\-ov, a-\-(o in
(f;
w; o-f-ot in
Imperativo
Ottativo
(p.
Infinito:
I
Sing. 1 iifi(d-ù))ù) onoro
{d-eii)yg
2
TlfÀ,[d-ll))
w
iriju(a-ot) ({>-fu,
(d-oig)
(d-ti 1^
3
Dual. 2 rtji(a-«)5-Tov
(d-£)à-Tov
3
(d-ij)
(w-oi)
I
TiiJ.(a-T]) cc-Toy
{d-ri)
(ikjflSV
iti-re,
<éw
(d-oi)
(7)-ev
tm{a-oi)
a-Tai
T<ju(a-w)
d-TCO
rifi{d-o)
til.i(d-£)
(a-ó) (ó-vTiov,
Tif-i
{a-é) d-rioaav
Infinito:
xi(.i{d-ov)
(T)-o
ù
Ti(i{d-£) S-ad-ai,
{a-é) d-a9ci)v
Participio:
Tt/t(a-o) có-fievog
{d-oi) qt-ad-ov
{a-oi)
ù-vrog
(a-ov) ov-Oìjg
d-te
dj-^irp'
{d-oi) i7)-To
\
w-v
(d-ov)(S-aa
{d-o) w-v
5-Tov
Ti(.i{a-oi) iii-^ie&ov
\'ci(.i{a-w)w-iiedx)v
{d-e) d-ad-ov
2
{d-rf) à-ad-av
(a-rj) à-a&ov
(d-e') à-ad-ov
3
Plur. 1 ti^{a-n) (u-(ie9a Tiju(a-w) w-fxed-a
{de) fi ad-e
2
{d-ri) à-ad-e
.
Tif.i(d-e)
Participio:
«
(a-é) d-Tù)v
tìi-j-iev,-
(d-oi)
{d-oi)
(a-e) S-rai
Dual. 1 Tifi(a-ó) ii-(i£d-ov
(«-«')
qiì]
iji,
{a-oi) qì-TV/V,Tt,u(a-of)
Ti/À(d-o) w-(Àai
2
3
T/,it(«-«)
ci,t]g
\Tlfl(d-Ol) l7ì-T0V,- (l'vTOV
(d-rj) à-TOv
«/((tt-w) w-iisv
Plur. 1 tlflid-o) lò-flEV
à-TS
(d-e)
a-re
(d-ìj)
2
{d-ov) iZ-ai (v)
(d-co) w-m{v)
3
Sing. 1 Ttfi(d-o) w-ftai
tin{d-eiv) àv
ajrjv
i^)-g,
Ti/((«-e)
à-a&ov
(a-o) w-^iévt]
(a-é) d-a&cav
(j'ì-ad-tpi
{a-ó) li-iievov
|
{do) ù-viai
3
Attivo
Imperi.
Sing. 1 f.-TÌfx{a o) io-v
2
f-TÌfi{a-e} a-g
3
f-Tln{tt-e')
a
Dual. 1
2 è-xifiid-e) a-TOv
3 s-tt(i{tt-é) d-iìjv
Plur. 1 è~ri(i{d-o) ùì-fiev
2
f'-ri/u(a-e)
3 £-r(fi(a-o)
S-re
in-ì'
Tii.i{a-oi) qi-i.ie&tt
{d-oi) (ji-a&e
{d-to) w-vrai.
medio
verbi
:
La-co vivo, Inf.
óiilidw sono assetato,
io
non
si
l^ìjv;
óiif'Tjv;
all' a viene sostituito
jieivdw sono «ffamato,
XQao^ai uso, xQ^o&ai
1'
nei
?]
Treiffni;
;
x^ow
i quali fanno adunque: Cw, tfjg, t^,
ecc. Ques-Tm{a-ó) ló-iied-ov sta regola vale anche per -/.vaco, gratto, ofidio frego, xpdo),
(d-e) à-ad-ov raschio. La terminazione dell' indefinito non aveva in ori-
(d-e) a-TO
do oracoli,
(a-é) d-adip'
gine
_
et,
ma
e,
e perciò si contrae rifid-eiv in njiiav e
non
è-r/ju(«-w') w-f/«,9^a in ^'W''- I ^^rbi contratti nella forma attiva, oltre l'ottativo consueto (col segno di modo i, term. d. l.pers. fu), ne
{d-e)5-ad-e
)
{d-o) iò-vTo
I
formano un' altro che chiamasi
term. della
cezioni,
S-ad-e
(a-é) d-ad-wv, ti^{a-é)d-<jd-(aoav
Osserv. Nella contrazione
e passivo
é-Tifi (a-ó) (ó-firpr
{d-ov)
Ttft(tt-e)
{d-oi) (^-vvo
1.
attico
(segno
di
modo
it]
pers. regolarmente v). Però, salvo poche ec-
usa questa forma che nel singolare
Altri verbi da conjugare: vi-xdco vinco, voXiidw oso, aiydio taccio.
"1:^:^^':
.
—
—
27
convoco un' adunanza (sxxkrjala), l^-ev.h^a'iaCov; vjt07tzti<j) (v^roTTrog) sospetto,
tuaftiaì^oy;
vjtujttevov; TUXTrffogéco (yiUTijyOQOs accusatore}, xazrjyÓQOw; naqavo^ébi (Ttaqà-vo^iogj, trasgredisco una
'--r-^'
v^.
'-.
legge, ìtaq-rp'óiuovl-ovv').
,"
^'t^-*J'K-o5~;- /;V:
èmXrjataù»
'
"
'
-
.
95.
Altri composti prendono l'aumento in principio: /.tvd^oloyiu (fiv&olóyog~) racconto, ifiv&olÓYeov(-ow), ohxtóo^éoi (oly.oóói.iog) edipeo, (^/.oóóue(n'(-ow'), àS-vuéio sono scoraggiatoci» privati^dxj.isovijovv).
animq),
TO e d-v(iós
§.
96.
I composti con Jig, se il verbo comincia con una vocale breve, hanno l'aumento temporale
dopo àvq: dvgaqsariio sono malcontento, dva-rjQtaT£Ov(-ovv). Se poi il verbo comincia tla una
consonante oppure da n od co, ha l' aumento sillabico innanzi la particella: óvgrvxtia sono infelice,
èòvatvxeop(^-ovv'), óvawTttw svergogno, idvawvrsovC-ow').
I composti con «5 ricusano per solito l' au,mento, tuttavia oltre eéeQYéreov, si ha evrjQyéTeovQ-ow), da evsQyertto io benefico.
§.
—
Contratti.
te e neir imperfetto attivo e
tema
§.
I
medio in una sola
Le regole
sillaba, e diconsi perciò verbi contratti.
di con-
del presente in:
9S.
II. in €-0, si contrae: e-\-s, e-\-ti in ei; e-\-i], in
Indicativo
Presenl
Sing. 1 (piX(é
2
(o) co
|
amo
w
cpiX(é-co)
(i-£is) e7g
3
w) fìs
(t-ei) «t
(*-
Dual ,2' (piX{te) el-Tov
cpiX{é-tj) ij-TOV
(é-e) et TOP
[é- ij) rj-TOv
3
Plur
(piX{t-co) co-ftev
1 (fiX[é-o) ov-(.iiv
2
(i-i) £1 Te
3j
{i-ov) oc-aiiy)
(*- rj)
2
(fiht-co)
(é-
(i-iì) il
(t-e) sì-zai
3
Dual.l q)iX{e-ó)ov-^e9-ov
2
3
(t-é) el-ad-ov
(t-e) el-ad-ov
Plur. 1 (fiX(s-ó) ov-iced^a
(t-e) eì-ade
2
(i-o) ov-vrai
3
Attivo
Imperf.l
Sing. \\è-(fiX(e-o)oV'V
ri
-te
(6- co)w-ai (v)
Sing. 1 (ptX{^éo) ov-^iai
w-uai
V)fì
rj) rj-rai
,<piX{e ci) ci-fie&ov
|
rj;
e-\-rj
(é
rj)
rj
)
rj-a&ov
rj-a&ov
(piX{e- tu) cjó-fieS-a
Tj)
co)
medio
in
rj;
£-\-o, e-\-ov
(é-oi)oi-g,
-oirjg
{_é-oi) oi,
-ohj
(i-oi)oi-%e,
Cfll(,t-£IV} liv
(«-*')
-oii]T£
I
Infinito:
Participio:
(piìXt-cov) (5v
«-TW
(J.-OV)
(fiXi_é-o)
ìq)iX(^t-£)
ii-oi)ol-ev, -ohpav]
dv-au
(t-ov) otv
ie-f} tl-uov
(fiX(t-oi)oi-uev, -oir]U£v\
ov-yrog
Ce-ot;) ov-ai}S
tl-ze
{e-ó')ot'-vTcov, (fiXie-i) ti-cc»aav
(fiMe-oi) oi-fir^v
Infinito:
(i-oiyù-o
qwA(i-ot) ov
iù-oi) oi-TO
(piX(^é-e) el-a&at,
(e-6) ti-od^cx)
Participio:
(piXie-oi} oi-j.ie&ov
(piX(e-(i)
{é-oi) ol-adov
qiiX(é-£')
(e-ol) ol-adrjv
sl-a&ov
ov -fievog
(t-o) ov-fiivrj
(e-o) ov-uevov
(e-t) ei-adxav
qpiA(e-oi) oi-jue^a
ù-vtai
(é-oi) oi-vTo
(piX(t-e') el-a-i^e
(s-t)ei-a9xiìv,(f>iX
Osserv. 1 temi monosillabi in e non
contrazione che in ei, quindi:
(t-ov) ov
jtXteig=
'ò
(t-e) el-TO
iT^'ei
Dual.ll^
in w; e-}-M in ot.
fpiX(s-£) ti
(jB-oÌ)ol-Trp>, -otiirr^v^
2.t-(fiX(e e) et g
i-g>lX {e-e)ei.
e-\-ii)
cpiX(é-oi)o7-Tov, -oirjzov qpiA(é-e) el-rov
ié-oi) dl-ads
t-(piX(e-ó) ov-(.irpi
ov;
(fiX(i-oi}oÌ-^u,cfih}irjv
rj-{j9e
e passivo
in
Imperativo
Ottativo
Soggiuntivo
--
TrXteiv=.
£-cf>tX(e-ó)ov-iÀed-ov
^Xeìg,
ma
jrXel,
,
jrXtovai(r)
nXélv,
,
jrXtcav
(t-t)ei-adxoaav
ammettono
altra
TrXta)
—
t-TtXeov.
Soltanto òko (le„
contrae sempre {%o dóvv, dovrai ecc.) per distinPlur. 1 e-^iil (é-o) àv-^tev i-(fiX(e-ó) ov-i^e&a guerlo da dico (abbisogno), àel è mestieri, TÒ diov il dovere.
Quanto all'ottativo attico v. §. 97. Altri esempi da conju2\è-q)iX it-e) el-TS
(é-e) sl-a&e
gare : Ttoiéw faccio, daY.iio esercito, dqid^uiio numero, xo<t(u«i>
'ò\i-(plX(e-o) ov-v
(t-o) m-vzo
2iè-qiiX (s-e) el-TOv
(t-e)el-a&ov
(e-é) ei-trpi
(e-i)ei-a9Tiv
'ò'.è-cfiX
l'--/rXeeg
go)
-
ìi-irXeig,
si
adomo, XaXtu
ciarlo,
jtovéco
mi
signoreggio, inaivécù approvo, lodo, àiieXico (col gen.) non ho cura di
vlirfe':
affatico,
lavoro,
rLqaiko
,-
III. ino -0, si contrae: o-j-e,
òtjH ó-o>)ùimostTO dt]X{ó-ù})
(o-«ig) oìg
2
(ó-ei.) ai
3
Dual.2 drjX{n-e^ ov-rov
3
W-TOV
Q-tov
(_ó-r[)
ù-te
(ó- otjol-s,
-oti;s
(ó- otj ot,
-
(0- o'i)ol-Trp>,-<Hri-%rp>
óì]X{ó-ii)
)
óì]X{ooi)
w-fJtti.
{ó-fl) ol
(ó-rj) ù-Tcu.
(ó-oi
)
o^dv-aa
{ó-ov) òvv
oi-xmv
f o-oi5) ov-aijs
m-ZE
(o-ó) ov-vroiv,
ót]X{o-i)ov-T<oaecì'
Infinito:
oi-ftip'
6tjX(ó ov) OV
dr]X(ó-eìot'-a&at
(o-é) ov-a9oi
ol~TO
Participio:
I
ótjX{o-oi) oì-^ie9ov
drjX(o-ó) oi-fièvog
(ó-oi) ol-a&ov
Qo-oi) oi-ad-rp'
órjX(6-e) ov-ad-Of
(o-o) ov-fiévt]
(o-ó) ov-ftevof
(o-é)ot'-adwv
drjXQo-oi) oi-^tsd-a
dr^{ó-€)
(ó-oi") ol-ad-e
(ó-w)
Ol-VTO
oi'-ad-e
(o-é^ov-aO-tov.dtjX {o-é)ov-a-9(aoon',
medio e passivo
attivo
Osserv.
è-(JijÀ(o-ó) ov-nrjv
Dual.l
è- òriX{o-ó )ov-fie&ov
I.
(ó-e) otj-ro
abbia òriXovv in vece che
(ó-e) ov-a&ov
{o-e)ov-a9r]v
II.
dopo
(ó-o) óv-vto
il
w
e
(jj
é'J'W'*''dijXnìv, ne dà
invece di ov ed or.
Perchè
tema
nell'
ragione
il
mf.
§.
si
97.
Xovia (lavo) scomparisce la vocale suffissa
dittongo ov, quindi sXov per i'Xov-e; Xovftai per
—
Altri verbi da conjugare: òovXóù) soggiogo,
fitto, atecpai'óù) corono, ^>;;«ó([) castigo.
(ó-e) óv-ad-e
Differenza fra
ha
é*?''?'
Nel verbo
il
Plur. 1 fdtjX(_Ó-o)0V-fl£V f.-òrjX{o-ó) ov-fxe&a Xovoiiai ecc.
(ó-e) oP-Te
3 è-driX (o-o) ov-v
(io gelo),
inf.
(ó-e) óv-tov,
i-òrjX
^lyóu
^'/ióv, pres. é'y^^S.
{ó-ov) óv
3i F-di]X (^o-é}ov-Ttjv
§ lOO.
òriX{ò
di]l(ó-o^ óv-vrog
drjX(^ó-e')
(o'-ot) oì-o
Sing. 1 \s-ó>jX (o-o) ov-v
2 f.-dijX (o-e) ov-g
3 è'&tjX (o-e) ov
2
(j>-é)
(6. •ot) ol-re, -oitj-te
(ó-e) ov-rat,
Dual. 1 dt]X(o-n )ov-nsd-ov dtjX[o-é) é-y.ed-ov
(ó-r) w-ad^av
2
( ó-e} ov-adw
(o-t/) (ó-adrjv
3
(ó-e) óv-ad-ov
Plur. 1 Si]X(o-ó')ov-^e&a òì]X(o-ti) có-^e&a
(ó-e) ov-ad-e
2
(ó-ìj) m-ad-e
(ó-o)or-vra/
(ó-w) (à-vtai
3
f.-di]X
6iriX{ò-byv) tu»
(o-é) ov-rù)
oi) ol-£y,-olrj-aav
(ó-fì) 01
imperf.l
Participio:
dijX(o-e') ov
oitj
dtjX{ó Ol)ol-T0t',-OlV-T<»> ótjXQó-e^ oiv-Tov
(6-ov')ov-ai.(v)
2
3
Infinito:
dtiX(ó -oi)oi-^ev,-oiri-^iev
Sing. 1 drjX{^n-n ) ov-jiai
o-f-ot in ot.
<y-\-^,
Imperativo
driX[ó OiJoi-iiifdrjXoirp'
dvf.iev
(ó-e) ov-re
2
3
o-|-w in w; o-{-ov in ov; o-\-ei,
Ottativo
w
(^ó-tj)
dtjX(Ó-Tj)
(Ó-fi) oiv-TOv
Plur. 1 órjX(o-o')
28
o-f-i;,
Soggiuntivo
IndicatiTO
Presenj
0+0 in w;
del presente e
il
fua&óoy af-
tema verbale.
già detto nel §. 84. che il tema del presente si trova abbreviando 1' co della prima pers.
singolare. Dal tema del presente è d' uopo distinguere il tema verbale, perocché in una gran parte dei
verbi il primo non è altro che una amplificazione del tema verbale, vale a dire di quella parte stabile
del verbo, che ci resta dopo aver detratte le terminazioni personali, e quegli elementi che costituiscon»
i tempi e i modi (v. §. 22.J. Atteso questo rapporto del tema verbale e del tema del presente, i verbi in
Fu
w
si
distribuiscono in varie classi, di cui
prime quattro comprendono
le
i
regolari,
le
ultime
i
cosi
detti irregolari.
§.
tOl.
Qui presso
si
porrà la tabella prospettica delle quattro classi dei verbi regolari, che moPer la migliore intelligenza della
pers. del pres. il tema verbale.
le leggi fonetiche esposte nel §. 37, alle quali si aggiungano ancora
come si possa trovare dalla I.
medesima si richiamino a memoria
stra,
queste:
1. Ogni consonante muta vuole innanzi a se una muta dello stesso ordine; quindi
nante tenue esige una tenue, una media dimanda una media, un' aspirata
mute:
vuole un' aspirata, p. e. :
div. Xsx-vóg
di (ir e (pr .si forma tìt, di yc e x^ diventa xr : ie^óg
.
una conso-
—
§.
I09.
§.
103.
29
tema verbale, sia essa o una vocale o una consonante, si chiama
carattere, e quella recale che immediatamente la precede rien detta recale fondamentale. Di
,. ,, /
questa dorrassi tener conto specialmente nella 3. e 4. classe.
-=
.•-,;,.,
La
lettera
finale del
..
,
—
§
Manne
lOj».
futuro: a) col
il
verbi:
1.
A. della
Gli
Classe
I.
IL III. tem.
v.-ffo-t. p. ilt.ver.l
y.wlt
00 -
/(«v
(flOQtt
wihj
e
ao -
ao -
fiev
ao -
fi£v
acfax
7
avv
ra
av£va
d
aggrappo
mXiio amo
otjhko mostro
I
sono:
loro:
t. ver.- «-(a)o-t.p. il
\'
!
il
|
presente
mostro
fav
qiavovfiiv
acpal
aq:alov^t£v acpdìha inganno
atei
\(faivto
axehtv^tev usviXko
i-(ff)o-j[(£v v.qìvov^£v
txqlv
,
fut.cont.
\r.qivia
|rìÀ
Tìh)V(iev
ìdfivv
di.ivvovfi£v iàfivvw
\atq
avqoì-fiev
mando
giudico
\tìU.u) svello
difendo
\atqw trascino
xojcTio batto
Osservazione. Fra la consonante liquida e il
a si inserisce la vocale t che toglie l'asprezza del
suono va, hj, /.ta, qa; poi si elimina a, che vertfvXay. '•.(fvìAaaio custodisco rebbe a stare tra due vocali, come fu detto nel
mpay \a(faaaio immolo
37, 7, e le vocali concorrenti si contraggono
taqax \xaqaaoo) confondo
seconda le regole esposte nel §. 98. La vocale
fondamentale nel futuro è breve.
avrrt
\avvtit} compio
Si notino però i temi vxq, xeÀ (presente ytvqioi
ffxeiad a%evàtw apparecchio
colgo, 7.ÌU.10 spingo) che nel futuro fanno xt'^ffw
viliód^ii) filo
xaqayt.
T
impedisco
(fioqdio
otjXo
danneggio
d-dicTw sotterro
Ta(p
(pvhiy.
a.!
V.10Ì.VII)
(i'Ktt7crio
f.t£v
pójr
(p
presente.
il
wils
A07C
\%07t
?r
5-=
stitutivi
Tt^dùì onoro
o
109
Si confrontano tra
Gli elementi co-
TTaióevTiaidevù) educo
TUO onoro
(e)« (pwQa
a
§:
liquidi
sigmatico:
ti
i'
b) contratto
Si confronti col futuro
sono:
naiòsv
fi)
—
puri, 2. muti
elementi co-
stitutivi
30
sigma (sigmatico)
v.h.6
anevd
vd
viiXaio.
aTtivdio libo
o in luogo di questi
Futuro attico. Alcuni temi bi§. I IO.
sillabi e polisillabi in t ed ad fanno il
vocale caratteristica breve nel presente ed imperfetto,
hanno negli altri tempi una vocale lunga (in sosti- futuro attico, vale a dire levano a tutti i modi,
tuzione dell' antico suffisso derivatore aja (foqrj-au= àll'infuori dell' ottativo, il a dei futuri in e-aoj,
(jpopsje-oje-Tt), vale a dire i; per a ed «; a per a pre- a-aw, e contraggono poi le vocali. Quindi si ha;
Avvertimenti
:
I
temi in
or,
e,
:
ceduto da q, e, i; w per o. Si eccettuino z?aw do (oil futuro
ilt.ver.l
il presente.
racoli} che fa y.qriaw, xqao^iai (uso) y,qr;ao^tti; a-nqoaoTeli
[«Xor/uev reXs
Tfkiw compio
j
pag. 37. Anche la ca/.alti {a)o-^uv ly.alotiˣv -/ale
xatóo chiamo
atteristica /, v, breve nel presente, diventa lunga negl
/Jt^aCwfo andare
altri tempi. Invece di 7ra, /.a si scrive i/', ^: xót/iw
Alla stessa guisa fanno i verbi in -avwi.u e
Offa^w; circa la consonante dentale vedi il §. 37.
d^tfitvyiftì (vesto), vedi §. 144. Verbi di altre
Elem. costituì. Si confr. col futuro sigmat. classi, che fanno il futuro alla stessa maniera,
B. Verbi
il presente
verranno indicati altrove.
d. CI. IV. t. pres.- ao - 1. p. il t.ver.
I
,
liai (ascolto): àv.qouao(iai , v.
|
I
[.tlV
IdlsiTr
qi
.o
S
\Ì.Ì7C
Isùcw
T«jS
[dutp
rqi^io frego
inseriscono
dletcpioìiago
wfu-i-o-^£v=y.oi.uovu£v\vtoiiid
Trpuo
TljK
lascio
temi in id (pres.
I
liquefaccio
111.
I
Trw'ic
}ao - f.uv TTViy
7rvìyio soffoco
A«/x
)
lsij(ft)
irei
1
7Ci9
V
7tXv
lecco
che
£,
si
-
lì^io),
fatta l'elisione del a,
£•.
|xojUi'Cft>,
porto.
Futaro dorico. Alcuni verbi do
il
a del futuro prendono anche
pò
un
persuado
7tltw navigo
7C£l&(j)
un
contrae colla vocale seguente, p.e. 7rl£v-
a-i-O'fiai (per jrÀ4i'ojof(aO= 7tlevaoZi.iai; cp£v^io-
uai
=
(f£v\ov^iai.
Questa forma
incontra sol-
si
—
Si noti
IV Classe espandono la voc. fond. come tanto nel medio col signific. dell' attivo.
2) nei temi in i; non apparisce l' et; prima che nel rrai^óv^ai dal tema Ttaiy, 7ralCw, scherzo; gli
futuro; 3) ;f^{i) verso, pere lo fa geoxa il a: /fyfAOt, verserò.
altri tempi si formano dal tema .raió.
Osa. 1)
I
verbi della
nel presente;
Futuro attivo
Ott.
Tiaidev-ata
Ttaidev-aoi-fu
Inf.
Ttaidev-aeiv
Ind.
Futuro medio
TCttiòtv-ao-nai,
Ttaiòtv-aoi-^rp'
(fav-ov-nai,
(foevoirpi
.ij„: i-i.jVn---,ji.-< vii,.'.,
il
ov-aa, dv-v
presente
.-.^v^* <ibn i »
resto
vii
qxw-oi-nrjfv
(fav-iì-a&ai
Ttaidev-aó-^ievog
come
Futuro medio.
attivo.
ol-fu,
Tcaiòev -ae- a&ai
Part. 7taióev-aù)-v,-oyrog
Il resto
Futuro
WV-cà
-
,.
--«Li»»i^isH!.'^i^
come
il
(fav-ov-fitvo^.
presente di
qìiKiò,
qnlovnai
ecc.
J
§.
11». Hanno
verbi:
i
Gli elementi co-
della
A.
Classe
II.
I.
k o
puri, 2. quasi tutti
1.
stitutivi
b) suppletorio
muti
ì
tem.
v.| il
naiòevb)
V è-Xv
Xv
Xvco
o.è-(piì,rj
qiile
stitutivi
-1
r-^o
presente
Ttaidev
ev, ttv,ov.è.-7raiàev
i,
aa
/(£>'
•al-*
vSlè-OTtei
Le
vyittv
a
ofttl
è-acprjk
/?Aaj9
(iXaiTTCU
i-fieiv
atfay
aqidaaci)
è-y.QÌv
axsvad
axsvd^co
mitv
OTTevà
a/civóco
e-avQ
il
presente
Tteqav nsqatvo) compio
vyiav vyiaivù) son sano
e-TtSQav
osservazioni del §. 108 valgono anche qui.
l'aoristo
;a.-t.ver.-((T)a.-t.p.;ilt.ver.i
S:
a, e,
Si confronti col-
cosono:
Gli elementi
l'aoristo
il
iia.
§•
liquidi
Si confronti col-
sono:
a.-t.ver.-ffa-t.p.
III.
—
sigma (sigmatico)
l'aaristol: a) col
|
51
aqélht) inganno
ftivm
resto
XQÌV
x^ivw
giudico
à^vv
avQ
«juivw
difendo
trascino
a-[.t£v ftev
avqco
L' aoristo di questi verbi è forma
perchè questo, aggiunto alle consoprodurrebbe cacofonia, p. e. liryaAClasse lY.
a.-t.pres. -ff«-t.p.iiltem. v.llTpresente panti liquide,
nella formazione
](ja. In compenso del a omesso
7r, /?, (jp s-tqxn:
TQÌ(ÌO)
di questo aoristo si allunga la vocale fondamen
t, y, X è-TTviv.
Tvvìy
Ttviyw
tale (v. §. 40.), vale a dire a in rj, ma dopo q e
aa- ^sv
B. Verbi della
T,
il'
Senza
^
to senza
s-7tel
i
v.ì-wXsv
a
Osserv.
Elemen. costitut.lSiconfron. coll'aoristo
ttÌàw
\/tXv
«-
I.
il
cr,
in u; e in ei;
l,
v in
i, f.
(alzo) aXloi.tat (salto), xeQÓaivù) (gasi-
II. aiQto
Ze-w
dagnoj allungano Va in a e non in rj : soggiun«Aa/ifi'Og, indicativo è/.èqNella prima e tivo aqwitai, participio
òàva;
ìjqa e r/hii.iì]v è per l'aumento. Si notino:
nella terza persona sing. manca la desinenza pers. {y.
è-md-aga, £ff)j7'«''«, talvolta usati per «ca5i;5a(puril §. 84.) La vw. a del suffisso si cambia nella terza
y.a&alQci), èamttjfa (indicai) da ar^iialno;
persona sing. in e ("v. §. 83). L'aumento resta soltanto gaì) da
ey^Xaa, i'y.vQaa, da sulho, y.vquo v. §. 109. esser.
nell' indicativo.
Ecco il modello:
il
Vedi
si
fa
|«-
-
x«
oss. del §.
le
i-iev\llfi
108. A. B.
—
—
—
Attivo,-
educai
Medio,-
Sing. 1 B-naì6ev-aa
2 è-7Taidsv-aa-g
3 E-Ttaiòev-ae
Dual. l|
mi
Medio
Attivo mostrai
educai
s-7caiòev-aà-f.irjv
(fr^v-a
i-jTaidev-aw(_=^aa ao)
s-Ttaidev-aa-TO
'-(pr^v-a-g
è-yij-yw
-cpjV-e
è'(f^v-a-TO
t-<fr,v-a-fti]v
(= a-ao
2 è-naidei-aa-TOv
3 è-TTOT dei-ffa-Tijv
È-itaidtv-aa-a&ov
-(fì]v-a-TOv
è-7raióev-aà-aih]v
-qìTjv-a-Tìjv
è-(fr^v-d-a!yr^v
Plur. \\è-7taidev-aa-fiev
è-7raidev-aó-i.ie&a
-<fii'jv-a- iitv
è-(ft]v-d-iuei)-a
è-Tcaióev-aa-ad-e
è-7taidev-aa-vT0
-ffijv-a-Te
1
2 i-naidev-aa-re
3lè-7tttiósv-aav
& ISing.
I|7r«t(j£i5-ac<>,
comeilpr. \7iaidev-a(o-^tai ecc.
Sing. lliTatdei;- aai-f.a
2,7i;aidev- aai-g, -asiag
3\jcaidsv- aai, -aste
(»>)
Dual.
Ttaidev -Otti ^rjv
-
i-q^r^v-a-a&ov
è-tpìjv-a-a&e
è (frjv-a-VTO
(pijvw ecc.
come
il
pres.
(fn^v-ai-(.ii
[{prjvco-^ai ecc.
(= ai-ao)
Traidev aai-o
rfìjv-ai-g
o (mv-eiag
\<pjv-ai-o
Ttaidev aai-TO
(fr'-v-ai
(fr^vas (v)
\(ptjv-ai-TO
7caidev aai-f.te&ov
ifpr^v-ai-iÀe&ov
aai-TOv
naiòev -aai-a&ov
(pr'iV-ai-TOv
ìqr^v-ai-ad^ov
Ttaióev aai-a&rp'
rfrjV-tti-TrjV
\cprp'-al-a&rp'
Plur. 1 nraiòsv- aai-fi£v
2|?F«tda' aai-Ts
TcaiSsv atti-j.iEÌ^a
tprjv-ai-^ev
\(pijv-al-fie9a
tprjv-at-re
\(ftjv-ai-a&e
rpTjv-ai-ev, (frjvetav
Iqirjv-ai-vTO
Ttttiòev
aai-ad-e
3'7taidev- aai-ev, -oeiav Tiaiòsv- aai-vTO
Sing.
',
1
Dual.
f
TTuidev- ao-v {jrxQg.)
Traidev-aai (irreg.)
(pìjv-o-v cirregolare)
jiaiòtv- aa-Tb)
Ttaidsv-ad-a&o)
Ttaidev- oa-ad-ov
Tiaid^-ad-ad-bìv
Tcaidev-aa-aS-e
tfVjV
7Taidev-ad-a&ù)t'
iraidev- aa-rov
S'Ttaióev- ad-Ttav
Plur.
.
2
JTatdei;-
aa-ie
SÌnaióev- ad-vfbtv
come
iCfrjV'ai-fxijv
3 Tcaióev- aai-Trjv
2'.jraid£v-
85)
è (fì]i'-a-fiid-ov
è-7taidev-aa-i^i€%^nv
;
§.
d-TW
ftjv-ai
(
irregolare
cpijy-d-a&ti)
(frjv
a-TOv
ifrjv
tt-TbJv
(ftp'-d'ad'iov
(pijv
a-TB
(fijv-a-ad-e
tftjv
a
qtrjv-d-a&bjv
VTbìv
(ft]v
a-aSnv
ilpr.
Imp. pl.-3|ow. naidev-cd-vioaccv \o'vy.naidevad-a9iùomi oyy.
\nttiòw-aai *
Infinito
nouòev-aa-aS-ai
I
Participio [7ratdei)-ff«-g,<rà-a-a,óv \-rtaidev-aa-^£vog,
*
Hanno
rj,
ov
(ptjvas,
aaa, av,-aytos
Iqttjvd-fievog,
tj,
ay
Aoristo secondo (semplice).
l'a. II.
6 verbi
liquidi
Elementi costituì.
<»;
03
|ott. (f>tp>-à-a&io<jav
\q>i^v-a-a&ai.
Si bkdi alla differenza di accento nel/ inlìnito Tiiutdam, ailativo naiievaat, imper. med. nafifvatu.
114.
§.
{ptpi-a-tbjattf
(pi^-ai
ed alcuni muti
Modello completo
di tutte le ci.
dell' aoristo II.
medio
attivo
Si confr. coll'aoristo II.
1
I
o
g
n.
'
a.-t. ver. -
suf -t.p.
.
,
il t.
ver.
|
l'
Imperfetto
S-TVJt
e-TVTC-TO
e-rex
l'-rtx-ro
III.
i'-^al-Ko
IV.
\i'-Xtijt-o
e-qiy
\(fvy
'J-(p£vy-o
i'-TQay
Itqay
\i-TQCOy-0
lasciai
lasciai per
I
me
Indica- i-Xijt o-v,^.\ è-Xi7i-ó-urjv, ov ecc.
batteva
tivo
come l'imperfetto
partoriva
gettava
AiTTw, 5s, ecc,| XÌ7i<j)-(icu, ecc.
Sog^
' lasciava
giunt. come il soggiuntivo presente
fuggiva
h.7vol-(irp>, ecc.
X*Vroj-/H,ecc.
Ottarodeva
tivo
come l'ottativo presente
I
ji5y-oy
I.
il
II.
forma aggiungendo
si
al
tema
quanto
Xinóv,
ecc.
i
hnta9w
alle terminazioià, rie-
XiTrtSv,
óvaa
XtTtó-ftevog,
Xl7Ci)V,-OVTOg [l/aor.
cipio
ecc.
XlTfi-ad-M
InflnitolA<7reIv
suffisso», e le terminazioni personali secon- Parti-
darie. Nell'indicativo esso,
XijTs,
^y -o-v conduceva rativo come l'imperativo presente
\ày
L' aoristo
verbale
Imp3-
II.
nied.
rj,
ov
n«n ha valore pa»8.
modi invece rassomiglia al presente di .quegli stessi
forme seguenti hneìv, Xeinsiv, hmiv, Xsinwv; iijtia&ai, XelirBa&ai; Xijtw, Xeinov. Lo stesso vale di (ìóIIm (circa i composti v.§. 139.3.") e di tutti gli altri verbi.
L' imperfetto, essendo formato dal tema del presente, è facile a distinguersi dall' aor. II. L' aor. secondo
possono formare soltanto verbi delle tre ultime classi e sono i sopra indicati, poi xcMxetwv uccisi, (xaTaxoiVw è inusitato), exiavov (v.ztivu uccido), l'anno»' camminai (jaTeixd), ìqvyov urlai {i^fiyo(.iai vomito). I poeti fanno: rjqine rovihò, cadde {iqtlmo trans, atterro), ì'^^iq<ov {^^Ìtttiù getto), i'&evov i&eivto
percuoto^. Il verbo xqimo della classe 1. cangia la vocale fond. e in a: s-tqair-o-v, ayw raddoppia il tema
inf. dy-ay-iìv, sogg. ày-ay-io. TQÌmo e zvjrrut (batto) fanno anche
verb. per formare 1' aor. secondo
r aoristo primo trgsifia, tivipa. Tutti gli altri verbi che fanno 1' aor. IL sono privi dell' aor. primo.
sce perfettamente uguale all' imperfetto, negli altri
modi. L' accento però ne
differisce nelle
:
:
:
sii aoristl secondi più usilati delle altre e\».si\: hifiov (j^fivu taglio), j^xa^uor ^xa'tiriu mi affatico),
fXa^ov (^la/j^drm prendo), (vnov (fVQlaxoi trovo), fyfrà/^tjr (^yCyvofiai nasoo), ^/*oy (?p/o^K> vengo', f iJoy (ópéeu vedo),
tlitov (}.(-/io dico), ìaa!>ov imparai, compresi (uo)'ff«'i'Ci)). Si noti 1' accento di fìii(, fX9(, ìvq(, W(, Xafif, ma an-fX&f, tìa-tif.
Si notino qui
ancora
115.
§.
Perfetto.
Presso i Latini il perfetto ha due significazioni. Esso si adopera in primo luogo a dinotare
un'azione presentemente compiuta, di cui conosciamo già i risultati (perfectum rei perfectae); altre volte
si usa per indicare semplicemente ciò che accadde in passato, come suol farsi nelle narrazioni (perfectum historicum). 1 Greci in quella vece adoperano il perfetto unicamente nel primo senso, e nel narrare
fanno uso dell' aoristo, acni in italiano corrisponde il passato rimoto: ifiXtjaa amai, i7j.7rov lasciai.
Reduplicazione.
La
reduplicazione consiste nella ripetizione della consonante iniziale del verbo coir e innanzi al
tema, p. e. XeXv. Essa forma parte del tema del perfetto, e perciò questo la conserva in tutti i modi
nonché nel participio. Nei verbi composti con preposizione la reduplicazione ha luogo nel mezzo della
parola, cioè dopo la preposizione.
Se il verbo comincia da aspirata, si ripete la corrispondente consonante tenue (v. §. 127), p. e.
iH-o>, re-^'. Allorché il verbo comincia da una consonante muta seguita da una delle quattro liquide
X, ju, r, Q si ripete soltanto la muta, p.e. yQaqxi), ye-yqatf. All' incontro sono privi della reduplicazione :
1. i verbi la cui iniziale è è> che hanno è^^, p. e. ql^cico tem. v. ^iq>, è^^i(p.
non sono
2. i verbi che cominciano da consonante composta, o da due altre consonanti che
muta con
ma
«y-w,
>.
'
liquida, o
da
tre consonanti, e
premettono semplicemente
è-axfi«d.
3. i verbi che cominciano con una vocale,
e,
p. e. ainevaìiu»
("apparecchio), te-
ffxet'tttJ,
r^y;
è^i^ia
Bceeiioat:
tema del
1.
perfetto el-&id.
i
quali poi assumono
,
1'
aumento
temporale,
.
p. e.
>#
Verki che cominciano colle consonanti /v, yX, ^A (tranne fiXénrio inaneggio, fXaa<frifi(u ingiurio)
—
116.
§•
i
Hanno U
verbi:
1.
—
33
§
secondo
perfetto primo
molti
puri, 2. dentali, 3. liquidi
1. gutturali, 2. labiali,
V.:
3.
pochi
»iy.
liquidi.
I
A. della
Gli
Classe
Elementi
Si confronti col
elementi costitutivi sono:
Osserva-
primo
perfetto
Si confronti col
costit.
I
I
secondo
perfetto
del perfetto II.
zioni
i.ii.m.
re. - t. ver. -jt-a-t.p. ilt.yer,
re-ri
(fwqàù) aggrappo dopo p
Ti(.ia
rif-taia
M «
Il
7re-(pihj
mke
de-di]Xti
èrji/)
wiléw amo
èr^lócj mostro
v.-a-iÀiv
re-rifiij
^
e-avcEva
(lev
E
xpaXkci) psallo
ìdyyel
dyyélkt) nunzio
\<fav
(paivb)
'
i in
mostro
x-a-iiev
re-rd
ìaréklù)
mando
ffTTe/pw
semino
,q>d-£Q
,^5-eipw rovino
|Te>'(TOJ
xreivw uccido
reivw tendo
= = S
/»-W-
.eiaf;s?
B. Verbi
j
d.CI. IV. re.!
X a-^isv
1.
IjSaA.
pres. -x-a-
1.
|
il
ìle-hoiTt
ÀÌTT
XeiTTio lascio
V in fu.
\jte-qtevy
Si
Trtói)
TtVV
7T£-7rOf.t<p
,
i
-fxev
TtMx
Jte-
r
in x-,
^
]^lldx
fi
in if,
-(.lev
cambia
la yL£-y.alv(f
Non
iidaaco
impasto
ray
rdaaio ordino
pUma
K07C
xóiTTw batto
guardo
^kÓTTCù) dannegg.
Mì^ 9U^u
rs-i^ìÀq)
premo
y.alv^ xa^i'?rTtt>nascond.
re rqi(f
rqi^
rqi^io frego
sì'7i:s-(fqiy.
(pQiy.
qpptffffwinorridisc.
cambia
nulla
Hay
^Xen
^e^§M(p
si
rV.
!iJ(((}xtu
dy
ìiyio conduco
dXkay dlXdaaco permuto
in tf,
ma non
ecc. 5.
V.
perseguito
y.eQVTf. xeQvaaco anmmz,
qjvXay (fvXdaaio custod
irle/. nìÀiua intreccio
7TS-(fvhxX
in X,
\liyw
óuo-K
Ó£-Ól(óx
xe-X£gt'z
X
TteuTT Tctfijao mando
rqeic \rQtiao volto
Isy
'
rubo
\%M.nri<ì
lik/Bìt
re-rgnep
el-lóx
fuggo
qpet'yttf
muta x£-xXóflp
xf-xóqp
persuado
navigo
uccido
xriiyti»
re-rdx
I.
percuoto
fiorisco
mostro
v. §. 148)
genero
OTQfcf'Oj volgo
oicsIqio semino
'rqimo nutro
HS-itdx
presente
ÌTiei&io
x-a-fiev
YzaiW
TiWw
ItéX
ti
!(Sa^Aw getto
Si confr. col perf.
p. il tver.
qiaivco
irddti) persuado
voc. fond.
Elementi costitutivi
NB. sulla ?rc-7ret
dent ì«B»Jjte-7llsv
x^tv
ttXvv
n:s-7tXv
^/Afj
a-fi£v
.
kUvio piego
xgrvw giudico
?rAéyw lavo
XÀtJ'
•x-o-ji(ev
»al
(fav
jtì»
71
x«-xAi
xe-xpi
jiXr.aaii)
ìjre-TToid-
11.
\Xua verso
s-aTidq
È-(f&dq
è-Krd
ri;xto liquefaccio
TtXay
oi,
Avv. Quanto alle vocali caratteristiche v. il §. 108 f in
e
A. avv. La consonante dentale innanzi al v. si perde si aspira il
carattere:
e il v si cangia in ;'. Presso gli scrittori di un' età
piii tarda si trova di y.eQÓaivu
fguadagnoj Tce-y.éq IH. Aspiday-Ti-a, x«xégdaxa e y.ext^dtpia. Molti verbi sono rano il carattere:
privi del perfetto. Circa i temi in fi v. §. 121.
ìarek
TOX
è-arqó<f
lavoc. fon.
è-araX
Ixe-Z^V
|T«-TOX
presente
il
xQÓtfo grido
\re-r qó(p
lè-yaóv
\ipal
v.-a-(iev \xv
denaCi.lvixe-zi-
»;,
f in o,
amévòia libo
l-Xpttì.
7Te-qiay
sto in
ver
Milito} porto
zojutd
è-anel
o
«, del
ffx«o'Cw apparec.
jffKei'adj
>x-a
yt£-xofti
onoro
t.
ìtQay
\nWe-9^k
rt-me-f^V
(fioQu
7te-(fwqà
-a-t.p.
Ire. -t. ver.
ìvaiòev'naidevw educo
I. La voc.jxe-xpay
Tt
riw onoro
fondant. siiW-TryZ
TLiaXv
luolvco impedisco cambia: a ire-TrXrjy
iTS-jtatóev
SS.
presente
il
in:
\7ryea spiro
^iTiro) getto
è^^i(f
ye-yqdcf
re -rd(p
s-7rrvx
Oss. La 1. e la 3. pers. sing. sono prive della unico den. \7r£-q>Qdd
desinenza personale tv- §. 84). Nella 3. pers. sing.
Tte-TVQay
ev ne
e. Nella
il suffisso a si muta in
3. plur. lelvTiaai
Ttqaya si- Tte-TtQdx
sta per leXvttavai, e questo invece di ìelvMcvri. (il v
bene (v.
si elide con compenso non ostante il §. 37). V. pag. 34. gnifica: sto
yqdqiù) scrivo
tt-fiev yqa(f
^a'iTTftJseppellisc.
ra(f
iTTiWtt» piego
TTTl'X
(f^d
}a- -(.lev
Tiqay
\(p^t(a dico
|
ftqdaaia faccio
abbiamo
§.
fatto
I5l.), 7té.7toi&-<t
(trans.)
confido.
—
2. xraoaia acquisto fa x^-«i)«ai; fufiviìaxu rial tema soltanto 1' f p. e. ìyvioxa {yiyvàaxnt v. §. Ii8).
3. (àH(o, ÒQaai (v. §. 89. 90.) fanno ìioa(im, «lo'poxa. 4. Si notino: toixa, più che percordo: n((irr)ftut (v. %. 148).
Ff-Kopya) ho fatto, dal tema Igy (^= ^fQf- confr. il _teietto iifxuv, dal tema ìx; loXnct da ìlTioficu (spero); éOQya
dueo Werk).
5. Invece della reduplicazione assumono I' aumento H i seguenti: cfligipa (Xaififiavia), tHrixa (ÌMYX^ytt
Fpf o F*p (latino
J. \VI.), awiiloxa (avlKyio TiLCee\go),it-(CXty(uu {SuxIìyo(juu discorro), ffpijxct (Ve-Vqtxa^ ini) tema
verkam; »edi %. 150), it(ia^iu (lò (ttgoi parte, è destinato). 6. Il perf. II. tìm&it ('son solilo; è nato da ^-aVt»a tem^
aVtS-, latino sue - sco, 7. avotyu (apro) fa dv-(ij>ya (sto aperto) e àv-iipx-" (ho aperto).
* ntifuyxa, ho mostrato, nìiffiva sono apparso) eos\ ftéfitiva infurio (^fiaCvo(icu),lfi^a (feci furente).
premettono
—
—
(=
...
5-
."'•
'"
—
P erfetto
I l«t.
§.
Indicativo
Soggiuntivo
|
Più che perfett. I.|Piùohe perfet.
come il pr.sogg.i come
è-Xe-Xv-xei-v
\s-^e-^hiq)-ei-v
Xe-Xv-yLBi-g
\s-^e-^Xà(p-ei-s
l'ind. del perf.
Oss. Ilpiiìche
II.
perfetto nella saa
Indicativo
Indicativo
indicativo
i
Xe-Xù-x-tu ecc. ^i-^Xtt(p- a ecc.
le Iv xa-g
-
34
Perfetto n.
I.
formazione è a
nalogoalpeifetto
I.
Xé Xv-xe
Ottativo
Xe-Xv-xoi-^u
Xe Xv-y.azov
Xe-Xv-Ka Tov
come
ì-Xe-Xv-xei
ptt.
è-Xe-Xv-iiei-Tor
^s-(iXaq>-oi-}U
'
Tot. pres.
I
come
:,
S- VMt.
Participio
Xe-Xv-x-tvai
l/S«-/?Àor(jp-*'vat
fJg
Futuro passato (futurum exactuin)
Xe-Xv-yi-ùg
l'ao^iai
Circa èati^^M
v.
».
§.
I.
§.
(
solverò)
'jSe-|9iaqp-i!ig ìaofxtti
139. 6 circa
ts^^w
vocale: indicativo
in
-Xe-Xv-%Ei -jUÉv è-/3e-j3AÓ9)-«f-fi«y terminazioni per\i-^e-phx(p-et Ti sonali secondarie
-Xs-Xv~Tui-Te
ìf-^.e-^Xd(p-£'aav [\ dittongo ej(liaf-Xe-Xv-ìiei-oav i-^e -^Xa(p-ei-mv to per contrazioea —t]~£i, donde la forma
ne dà un originario èaa
Omerica senza il v. ÌTrenold-ea - STtsTtoidr] ^^ènsTtnld-ei e STreTtoid-si-v, confrontaTrfJAeag ^= nóXeig). L'au
^
mento, che sostituisce la reduplicazione rimane inaltepiù che perfetto: ìjx-ei-v (ayu), èaxevdxeti'.
148. rato nel
v. §.
Si confronti col
A.d.CI. Gli elem. del perf.pass. sono
I.II.III re.- t.ver. - term. personali
Ditt Tre naiÒEv
y
lTS-%1
V x« -MaXv
{(j)a ne-ifwqa
a re-tinti
2.
1.
perf.
!
m.
vai
orjXit)
il
Soggiuntivo
Imperativo
Più che perfetto
|
\è-Xe-Xv
Xe-Xvftévoi; c3 ecc.
dti Xe-Xv-fitvog Xé-Xv-oo
ìnaidet Traióevù) |t'n?y, e%, d'i/ecc Xe-Xv-a&b)
tÌ-ù)
Inf.
MoXi'-CO
ìvuoXì}
ad-ov q^aqa
iie&a ìa&e
e p.
Xe-Xv'O&ai
Fut.
è-Xe-Xv-fted-oy
Xé-Xv-aSw
Exactum
(piaqà-w
Ini.Xe-Xt-ao
Tifia
tmà w
come
wtXe
wiXé-io
0. Xe-Xv-aol-i.irjv
oijXo
otjXó'O)
M-xv
\xs-a
XV
X£-Xv-a9o)y
fiai
nel fut.
fÀi/jv
è-Xt-Xv-ao
i-Xé-Xv-TO
ver. jpres. att
t.
3.
I
e ne-wiXrj
(ode
d.C.IV.
più che per
Perfetto medio e passivo.
Temi
1
il
jto,poi innanzi alle
\
jJ^qo-wt,, t)<a,
/?e
\B.^e-^hxff-u-Tr,v
f^Xs-Xv-Ke-aav
Infinito
\XeXvìUi')g,vìa,i')g
e II. Si osservi
che
|r^*-'!^>-"!-^'"'|fettoharaumen-
-
,
sogg.eott. pres ]e.Xe-Xv-xei-TY
il
Xe-Xv-ya-fiev
Imperativo
Xe }.v xo-Te
Xé-Xv-K-e ecc. '^i-^Xaqi-e ecc.
Xe-Xv-y.a-ai ^v)
\è-^s- pXaq>-£i
\Sogg.(ie-liXaq>-(jj
m.
•
s-Xé-Xv-ad-ov
'è-Xs-Xv-ad-rp'
è-Xe-Xv-fieO-a
Xé-Xi-a&e
i-Xé-Xv-a9s
Xe-Xv-ae-a&ai Xe-Xv-a&iov, ow. è-Xs-Xvvio
V.Xs-Xv-aó nevog Xe-Xi'-a9coaav
1.
\
Oss. Per ciò che concerne le vocali caratteristiche v. il §. 108 A. Su XéXv^ai (con t;) vedi il
§. 130. Il sogg. e l'ott. si esprimono con una forma composta, ciò è a dire col participioaccompagnato dal
sogg. e ott. del verbo «jiit (v. §. 146). Si badi all'accento del part. ).sXv-(itrog. Il fut. passato si forma
aggiungendo al tema del perfetto l'elemento ao e le termin. pers. primarie del passiv., ed ha significato pass.
I
§.
vo.
Per
II.
Temi
muta ossia
in
1.
in:
ciò che risguarda le consonanti caratteristiche
innanzi a ;(, a, t, d-, si ricorra alle regole esposte
nei §§. 37. e 101. 1. alle quali si aggiunga:
si muta in fi
I. che una cous. labiale innanzi a ju
gutturale „
„
,
,
„
,
„ y
dentale
a
„
.
„
,
,
„
„
dentale
„ ad altra dent. „
II. ,
„ a
„
„
III. che il sigma delle terminazioni a9<»>, a&e, «r^w,
a&cov, quando ha dinanzi a se un'altra consonante,
venendo così a stare in mezzo di due consonanti,
si elimina (v. §. 80. Osserv.) ed entra poscia in vigore
la regola II, e la regola 1. del §. 101,
i9u
innanzi aj^py
quindi innanzi aj/ic^ov
&e
aai
si
cambia
te,
/J,
^
in
/i
in /r{ in TI
.
Fu
detto già
X
wH §. 37. che invece di
„
*
mi, %a
in
9
I
X
I
n, ^,
(f
I
3. T, d,
2. X, y, X,
?r^, jrXtx-u
^Xtt^, ^Xun-tii)
Si-^Xafi-fim
9é-^Xaìpai
8é-^Xa7r-Tai
'ìe-(iXdnn£9ov
izé-nXey-fiai
ni-nXe^ai
&,
\a%tvttd,a%EvdiCu
e-ayt€vaa-fim
è-oiieva-aai.
/Té-7TXe%-%tti
jè-oxei'ffff
rat
ìe-^Xóft-fie^a
ne-TcXiy-ned^ov
'Tté-TrXex-^ov
'iTé-ìrXex-9ov
Tte -7rXiy-iie9a
?«-/?A«f-^«
JTTé'-TriUx-^-e
jì-ffxeraff-^e
Se-^Xafi-fiévoi
\!Te-7TÌ.Sy-(lÌV0l
|è-axfvo(r-jUéW
3é-()Xaq>-&or
Ss-fiXacp-d-ov
«ffiY»")
/
\
's-ay.evàa iàe&ov
\è-<ni.evaa--9-ov
\i-ayievaa-dr>v
li
axevaa-ne&a
eìal(v)
'
Imperativo
UVphixfitt
Tui-jrXe^o
e-trxeva-ao
3eUXtt(p-9(o
ii:enXix-&(a
è-axevaa
ìi-^Xacp-^ov
n:é-7tXex-9ov
è-a%svaa-9m>
Sé-pXa(f-&tot'
7t s-nXix d'ioy
è-axevaa-dtof
9w
n:i-7rXex-&S
è-o%eiaa-9-B
3£-^).aq>-&<t)y, e\ne-7rXéx-9tgv, e è a%evda-9on',e
'H-({ÌMq)-&e
si scrive
t/',|.||3e-/?U<p-^<ray
Ì:.)s^:>iSU:yÌc£^ii&.yM)i^ì^iLì^'X -iii.^'*t>Bi;^isii2»S
',y;i
[ns-nìÀx-^uaay è-mttvàa-^ac»
35
—
I temi in consonante non ammettono la I. \pe-^la<p ^«t
tetminazione vrat, talvolta le si sostituisce P. /Se-;8Àa|ii ^dvog
arai, innanzi alla quale le lettere x, y, re, j9,
sì cambiano
S.
IjSe
^«t
\jre-7rltx
aiuvaa-Sai
|è
\ne-jiXty-^iivng
e axéraa-fitrog
^Xafi-fiivos fi ec.'Tte Tikiy fitvoetoeb. è aTutaa-nivogilec-.
nell'aspirata corrispondente,p.e,
taaobìijay'): xs-tóx a%ai.
Nel più
dei casi
0. pe^kafifiivo;
tììjv ec.'TrtTri^yiitvogtU/vec.
si
adopera la perifrasi indicata dai modelli
i-ne nìÀy
liné-'/iXt^o
la
Tre verbi cambiano nel perfetto passivo
vocale fondamentale e in a:
f(ntvaafiivogiìt]vec.
e crmtvaa
/(jjv
itrpi
i-OKiva oo
è (navaa-TO
[è-né-TtXtvi-xo
èits-TtXiyi^ie&ov
ajiivdw ìiho
fa,
scherzo('§.lll)
jiotCjU)
7riamo{fve7v.\.^.104)
/(.
'argtqw giro
volgo ÌTQicpw nutro
rotTTCfj
„
&0V
è
aKuaa
dìjv
è
axtrda fit&a
f.-7ce
ité-naia-fiai
è
i-fie-^hm^dvoiìiaav l
Se si incontrano yy, fi/.!, innanzi
perde un y o un ;/, p. e. acplyyw
si
è atttt'na
k'-ajreia-ftai
ns-nm-\.iai
„
è-7ré-}Tlex-9op
èjr£-}Mx-&rjV
g
,^£-^Mi{io- ^lai
^ jecc.
jrXty-fil&a
ni-nl^x ^^
uè TtXty^ttvoi
\iw£-fcXi£o fiat
Si veda l'osservazione del §.
è anxicaa
9e
fjaav €(jy.ivaafitvoi i^aav
\è-aMvà ao fiai
120 che vale anche qui.
allaccio: s-aquy-^ai; x«/<7r-Tw piego: xe-xó/(-/(e^«,- le altre persone sono regolari.
131.
X,
Temi
III.
V, Q.
IX,
wyyfX-fiat
nsffaa-fioi
7t£<fav-aai
i-^Qttv-aai
Tt-ta-fiai
Ti ra aat
7is-(pav-Tai
i-£iJQav-Tai
ti-ra-TM
ii£-qttta-it£3ov
£-Sr^Qdfl-fl£&Of
T£ Td-fie9oi'
•S .riyy£X-9ov
ire (fav-&ov
è-^t]Qav--9ov
TÉta
S
7ti-(fav-&ov
£-£l]QaP-Ù0V
Tt-ra a9f)v
T£ Td-fl£&a
in<
Quan-'.£; iwy£X-aai
do aS- tien dietro ad una g ^tryyeX-Tai
•—'">
liquida, si tralascia il a. '~ wytX-fud-ov
'
Nei verbi in
alveo,
tvw
V d' ordinario si cam^f^y£X-&OV
bia avanti n in o. i7e <S riyytX-ft£&a
più
usato
(fiaantvoq di è
il
niifavaai.
Alcuni
assimilano il v al (i:
o^vfi-fÀai, ò£vvu) aizzo,
^axvfi-fiai,
/t£-qiaa-ii£ita
^ ìwyEX-ao
gogno. I verbi mentovati - 'riyyiX-9bn'
al §. 116. A. 1, 2, 3 for-
mano
il
xtt ecc.
in
ju
in (lai ecc. I verbi
tt-za-a9£
Tt-Ttt-Viai
•WE-cfàv-d-w
i-^tjqav-ao
i-^Tj^dv- &io
né- (far &ov
è-ì,J^Qav-&ov
Tt-ra ao
xe-rd-a&ij
T« TU a&ov
Tte-tpav-O-on'
i-^r^Qdv &b)v
7tè- (fav-d-£
i ^iJQav-'9£
Te-rd-a9xov
ré-ra a&e
«g jXQ/-^^y
\vyyfX-xrw
]Te-q>av-&iov, ovv.
è ^riqdv-&iov
te-xd-a^ijiv
^ [ì^vtXdwaa
[rffyéXdwaav
'yTe-cpav-d-wauv
è
^qdv-&ioaav
TE-td-a&uaav
traggono il perf da un
tema
in £: vifuo: vevifirpui,
veniiojutti V.
|.
cambiando
perf.
v>£
è-^t]Qaft-^iivoi £Ìai
7i£-(fav ao
I \rffyiX-»ui
aiaxvvw sver- ^,ijyy£X-&m'
è-^riQdfi-fie&a
è-£^Qav
ni-ffav-&£
.rjyyeX fttvM £taiv rce-(faa-fttvoi elai
di
od-ov
§.
il
la».
B.
149.
I.
\i^yyéX-&at
l-^Tjqdv-9ai
\ji:e-qidv-&ai
7t£-qiaa- ftivog
P. 'ijyyeX-itivo^
Verbi della CI. lY. espandono nel perf.
p. il
\è
^tjQttft-fiivos
T£-tà-a9ai
\t£ ra-fiivog
tema verbale come nel
futuro;
TqiS-w
(^VQÌ^y. rfTgTft-juat; /Ui'ttw: Xé-XEifi-fiat; /rfi'^w: né-nfia-fiai; jtX^aaio: ìti-nXtjy-fiai
§.
I»3.
Raddappiamento
Itemal perfetto attivo
Presente
ayeiQot raccolgo
éy-tly£Q-iÀai
igtK
iq-iìqty- fiai
mente
« *eyx
fX-tjley-iÀai
mentale resta breve nei perfetti che hanno
la reduplicazione att eccettuato il perfetto
\tthq>
bA/w(§. 128.; macino»^
àqo
àiHfa (§. 128.) aro
iy£Q
ÌY£iQ<o sveglio
èaeiiut)
divido
èìiyxto confuto
lfi/w(§.
128)
sputo
perfetto passivo
Alcuni verbi che hanno per iniziale a.
od 0, nel perfetto e più che perfetto innanzi l'aum. tempor. ripetono le due pri
me lettere del tema ed è ciò che si chiama
reduplicazione attica. Il più che perfetto
in questo caso riceve assai di rado nuovo
aumento, tuttavia questo si trova regolar-
làyep
àxof
àwitj ascolto
élelqxa tmgo
attico.
èfif
i(l£mw rovino
iiftlóio appoggio
è^m
6i(vaaa scavo
èqvy
iqeid
1.
dy-ijy£Q-ii.-a
II. àìi.-ifpM-a
IL àX-rXtq>-a
I. aÀ ijAe-x-o
I.
I.
fy- tjyeQ-K-a
m-fjii£-ìi.-a
|
ay-Tjyeq- fitti
muov-a-f-iai (§.131.
aX-tjXiti-fiai
àX-ijXe-a-nai
qq-^QO-fiai
ifi-rjiie-a-(Àat
'i(j-i,qiH-Hai
I.
II.
di
in:
«jxi^-«-v. La vocale
fonda-
Iqdèw. Irregolare è èyq-rjyoqa (veglio
iq-Tqoet-rL-a
ììqi^qeia- fitti
iy£q). Altri verbi che subiscono la
òq-m((OX-a
\ÒQ-éqvy-fttti
desima legge verranno
me-
indicati altrove.
ù
'
..lOlf^i^J^i
36
la^.
§.
Hanno
1'
verbi:
i
secondo
primo
aoristo passivo
1.
—
Elementi
Si confronti col-
costit.
Elementi
A.
§•
1*3
muti, 2. alcuni liquidi.
1. alcuni
puri, 2. muti, ò. liquidi
Si confronti coll'aoristo
costit.
I
della Classe
II.
i.
dell' aor.
ni.
I.
l'aoristo
pass.
a.-t.yer.-^e-t.p. ilt. ver.
della CI. dell' a.
I.
ilpr. att.
II.
Il
LII.III.a.-t.ver.
e-tp.4lt.ver.
|il
passivo
presente attivo
I
V è-jtaidev
l,
a
S
?r,
T,
d,
Sz
Omettono
sol-
Panno immergo
che Titano è-yqdcp
lyqaf
yqaqiv) scrivo
mXs
wiXiù)
r aoristo S tatf
JToqp
i?a?rrwseppellisco
otjlo
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II.
pas- \i-TMJC
.-/.OjC
U.^\ly
qìXey
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TTSQaiVÙ)
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/(at»'0|uoi(§. 151.)
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Indicativo
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Modello:
Modello:
B-Xv-D-ì^-v
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scortico
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rqéntù volto
Tqégxi) nutro
arqerp atqéqxo volto
foixU-
l^ttlhi)
Si conf. coU'aor.
a<faX
€-qpav
che cam- è-azaX
xA/fj»
^-^lev ^aX
costitut.
.
mentale, \l-a(fiiX
T«'(rtt)
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e e «
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Elemen.
Classe IV.
.axaqì
vocale
Ttqdaatii
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si fa: |è-/9Ajj-
B. Verbi della
S^ %
Ue-aaay
jtqay
è-avt£vaa
M
xonrrw batto
^anTw cuccio
^iTtTw getto
artamu) scavo
awaaaco uccido
a-TTQax
d-r]-uev
i-j9o9
8«-'-'*'^^*
sivo
&r]-l.tev
tanto il carattere U-xgi'
V i tre verbi:
le-yrÀì?
Con metal,
àiU«ff(7w§.l 17.111.
§a(f
Tifiatj
Ed. CI. I V. uno:i^ x^Mutano la voc. f.lì-rd
e in a, e omett. r
\à'kìxty
(ftoqaci)
ti(.ia
(p'h^hicf
|!?,
)B0l3
(pCOQtt
i-Ttiit]
0]Ì-Ot]ÌM
SE
\vXMy
TCCUÒEVW
Ttttidev
è-qMQa
Imperativo
Ottativo
\Xv-S-£Ìtj-v
Indicativo iSoggiunt.|
i-(fav'ij-v
Ottativo
|Imperat.
\(favij
(favsiri'v
Upavìj-g
<pav£Ìt]-g
(pavìj-&i
\(paijj
(foveitj
<pavi]-T(o
I
s-Xv-&i^-g
ÌXv-dfjS
\Xv-&£Ìrj s
iXv-3-t] zi
è-Xv-d-rj
iXv-^lì
IXv-d-eltj
\Xv-9^-tm
è-cpavtj-g
è-qxirij
.
è Xv St] Trp/.Xv-dij-xovXv-d-ei'^ xtjti,-&elrrp/\Xv-^iq -rwv
xov 'q>atij-TOv (pavBirj-Tov,-£iTOv (pavTj-tov
é-<pavrj-%ip> <fav^-TOv qiav£iil-rrjV,-eÌTrjv ìqtavìj-tav
è-Xv&ì] ^ev'Xv-&w
l-(favri(iev q:avù'-^ev (pav£lrj-i.iev,-£iiÀev\
è-Xv-^ri-TOy Xv-dTJ-TOv'Xvd-eiTj TOv,-9-tlT0vìXv-d7j-i:ov
(Uì>
Xv
d-sit] fiev,-&£Ìfiev
d^-ie Xvà£Ìl]-T£,-&€ÌTe
è-qiavT]
Xv-dr-je
è-(pavrj-te
è Xv dr] aav,Xv-&hi aiv XvS-eiì] aav,-9eiiv
Xv-^ Twaav
è-(pavrj-aav (paviS-oiiv) cpocvsiij-aav, sÌ£v\q)avtJTb)aca>
Inf.ilt'-.^^-»'ot,part.Ai' S-eig, etatt,év,-tvT og
XvSé-vrtav
Inf. yoj^yatjpart. (pav-eig, elaa,iv,-tvtog\<pavévTù)v
é-Xv-di^-te \Xv
Il
Futuro
I.
pass, segue
il
modello del futuro medio:
Il
Fut
II.
Ì(pavij-Te
cpaveirj-TSj-eÌTe
pass, segue
il
modello del
ìcpavr]
fut.
t«
medio
:
XvdVj-aoi.tai, Xvd-rj-aoiiÀrjV, Xvdij-aeai^ai, Xvdrj-aó^isvog. qxxin^aonat, (pavtjaoifirjv, q'ccy^aea&ai, (pavr/aóiÀeyog.
§•
»«•
Aggettivo verbale.
pXajc
Trqayt
1.
Tog,
—
37
Avvertimenti: Nell'aoristo passivo si aggiunge alterna verbale la sillaba &e, di cui Ve
si allunga nell' indicativo, imperativo e infinitivo in i;.
Le desinenze sono quelle dell' attivo
dei tempi storici, la terza persona plur. come nel più che perfetto ha aav. Il soggiuntivo contrae l'è
colle vocali del soggiuntivo w, ij: Xv&ù^^Xv&éw, Iv-d^w/jtv^rlvd-tw^iev. L'ottativo ha il segno di modo itj.
La seconda pers. dell' imperativo che dovrebbe avere la desinenza &t, la cangia in ti a motivo della
aspirata ^e della sillaba precedente. Per non cominciare due sillabe consecutive coli' aspirata, invece di
^-5r-5i^ (&V0) sacrifico) si scrive è-rv-S-ip'. Si cambia pure nell' aoristo del verbo xqéqxa V iniziale
(nutro, i:Qe(p), e si scrive: è-&Qécp ^v, per distinguerlo dal tema t^en; di Mtttù) (^Ta<p) vale la stessa
regola: i-&ó(p-9rpi. Si osservi che tqsTto) fa l'aoristo passivo s-rgi'qp-^v ed è-TQÓ/r-rj-v; Tqéqxir. è-d-Qiq>9rjv
e etqaqìrpi; ^Itvtco: è^^iqidTp' ed i^^i(prp>; /Stóyrrw: s^Xa(p9-r]v e s^kd^rjv; iidaaw: iuà%dTip> e tfmytjv;
èepaì'Sriv (evenni mostrato^, èqiarijv (apparvi); -MCTaylivio fa y.aTe-Alivrji> e v.axeyM9-tp>; léyio: éMx9rp>, ma
nelle composizioni anche iì^yr^v (Y.aTeXtytp'); (pléyw. èflè^dip', nelle comp. anche ifÙyrjK aveqìÙytp';
nXéiuo: èTrkmtjv, s7rlÌKr]v, èirléx&rjv; TtXijaaco: ènh^yrpi ma l^eTtÌMyrjv, t.axETtìÀyrpi (e xareTrA^Jyijy).
§.
127.
§.
1*8.
Abbiamo
detto nel §.
108 che
nella formazione dei tempi
i
verbi
puri,
quali escono
i
hanno ima vocale lunga e si notarono
alcune eccezioni. Ora poi è da avvertire che parecchi verbi conservano in tutti i tempi la vocale breve
1. yeìAoì rido, 2. S^ldio, schiaccio, 3. vdaw rompo, 4. ayraw tiro, 5. x»^*^ rallento,
e sono i seguenti
6. ttldéo^iai mi vergogno, 7. à%in^iai. curo, 8. óAéw macino (§. 123), 9. àqvÀw basto, 10. èiikn vomito
sono ebbro, 12. -cqéb) tremo, 13. ì^éw bollo, 14. |éw raschio, 15. reÀé'w compio
11.
nedroì
(§. 123),
in vocale breve, in luogo di questa innanzi ai
suffissi
:
dqvb) (e àqvTO)) attingo, 18. jm^w sputo, 19. avita (e àvi'rw)
(§. HO), 16. àqób) aro (§. 123J, 17.
compisco. Inoltre i medesimi (tranne àqóo)) nel perf. med. e pass, premettono il a alle desinenze personali
che cominciano da /t ovv. t, così pure nell'aoristo I. passivo innanzi a ^« e nell'agg. verb. innanzi al r:
Tempo
Presente
Imperfet.
Perfetto
Più che p.
Carattere:
a
Carattere: e
I
Carattere: o
|
Carattere:
a
I
Carattere: e
i
Carattere: o
I
(T7r(a-w)t5
Teì,(é-ii))ià
'dq{^ó-(i)^w
s-an(a-ov)wv è-TéX{e-ov)owrjq{o-ov) ovv
E-antt-TL-a
TS-Tél£--/.-a
è-GTtd-a-nrjv
Futuro
ana-au
aTtà-ao-^iai,
Aoristo
ì-aita -aa
r£Àt3(v.§.110) dqó-auì
\è
ìte-téì^-a-fim
\àq ^qo-f-iai
\è-te-t£M-a-y.rjì>\dq-rfió-^riv
r«Aov|uat(§.llÓ) a^ó-ao-fiat
È-(!7Ta-ad-(.irp> {È-te'KB-ad-^irjv \^qo-ad-^up'
ìjqo-aa
Futuro passivo.
Aoristo passivo.
è-OTta-a-d-Tj-v
\àq{ó-o)ov-^ai,
g-a7r(a-ó)ió-i,tr/v,i-rsl(s-ó)ov-firp'\tjq{o-6)ov-ftriì'
aq-^qo--x.-a(^.l23) e-ana-a- (lai
è-and-K-ei-v é-Te-lé-yc-ei-v àq-i^qó-'Mi-v
è-téXe-aa
lTel(é-ó)ov-fiai
a7r(d-o)(3-f.iai
anaa
TeXé-a-dtj-v\ ^qó-ihjv
&rj-cso^ai\te'kE-a-&Tqaonat\dqo-&rj-ao-iim.
Aggettivi verbali: atta-a-téog, ia, éov, rsle-a-téog, rèa, réov; dqo-TÓs,
tTj,
tóv;
—
xéog, Tta, téov.
ènaiviw lodo fa: in-aivé-cofiai; in-fjve-aa, STt-rjve-v.a, è7i:-'p>é-97j-v, ì/t-aive-zóg, ma ha la
caratteristica lunga in èn-fivtj-ntti; v-aléw, chiamo (v. §. 149) fa: xaie-a-w, yé-vl-rjKa, è-xli]-drj-v,
xÀjjróg; jro&tw desidero, ttovìo) lavoro, e dvio tramonto, hanno ora la breve ora la lunga
ito&éaofuu,
§.
IStf.
:
e TTùdTJato; Ttoviav),
§.
130.
tTrovtjad/.irp'; ovaio, a.
I.
pass.
«t^^v.
Seca lego fa: dtjaw, edrjaa; dtdsy.a, dédefiai, idtd-ip', deróg, óedijao^ai.
&vci) sacrifico: -diao), i'dvaa, téd^vy.a, ridTjiai, èrild^v
À«Arx«, Xskv^at
ma
(v. §.
127).
Xvróg (v. §. 119).
a: dvuoi-m odo (v. §.
123), v.elev(ù comando, vle'ua chiudo, xportu urto, as'ua scuoto, Xevia lapido, Tta'ua batto, i/'ctt'o»
tocco, xnitw giro, |cw raschio, x^i(a ungo, Ttqtw sego, p. e. TJKOvafiai, hLqoiadirp>, xqiaróg.
òqào) faccio e narna fo cessare inseriscono il a raramente nel perfetto, ma sempre nel§. 183.
l'aoristo I. p. dé-òqa-^iai, èdqd-a-&rjv, è-ìté-nav-vio, nav-a-Tiov; di nXtw si ha TtéTckevafiat,
ènXEvaihp/; aétw fa aé-awa-^ai, ma è-acó-dij-v (dal tema aw), e awa-Tsov.
kvco sciolgo:
§.
131.
Anche
•§.
133.
xai'w ardo,
ktaio, s7.vaa,
alcuni temi colla vocale lunga o con
xi«tw piango
xlatr^aco, «tAai'tra; vita
§.
§.
134.
135.
(v.
ammucchio
§.
Xelvaofiai., iXv&rjv,
dittongo inseriscono
106) fanno v.av-ao}, e-%av-aa,
s--xav~9-rjv;
y.laiaoixai, o
fa r^oca, svtjaa, vhrjafiai, e vévTj/xai.
w'Cw forma i sui tempi dal presente vmTco: vlxpu, eviipa, vévi^fxat, vifmofim.
?Ajtw (imp. «Uxov) forma dal tema «ix il futuro eì^co, ma dal tema eAxtgli altri tem-
^aardau, ma aoristo pas.
waratto sonnecchio watdaoi, e vwra^w; vXdtu) grido, perfetto II. yjhXayya, yddy^w,
^Aay^a, ódayov; jrXaì^ca svio, nrlay^cj, enhiy^a, èjtMyxQ^; aaXmtio, trombetto, aakTtiy^w.
Per risalire dai tempi esposti nei §§. 108 126 al tema verbale, si stacchino 1. le ter§. 136.
pi: eìXxvaa, el'Axtxa, éÌXva:a(xai, eìkxvadip'; fiaordtia io porto, futuro
.i^aaTdxSrrv;
:
—
jf-ao;
minazioni personali; 2. i suffissi, se vi furono aggiunti; ao, aa, o, uà, a, x-et, et, ^e, *, &tj-ao,
amuento; 4. U raddoppiamento, e 5. finalmente si riduca la vocale fondamentale, se non
3.1'
—
r avesse,
58
Dal tema verbale giusta il §. 103. si potrà formar di leggieri
agevolaro l' analisi delle varie forme del verbo sarà utile la seguente
alla figura originaria.
pers. del presente.
Ad
la primfc
:
Tavola riassuntiva dei §§. 108-126.
Attivo
A. Verbi
deliaci.
I.
I.II.III.
persona
Futuro
del presente
t.
ao)
l
lU)
I
.
.
(*ft))<5|
(ow)<~
I
rAoristo~Ì7
-tv
V
a
~
i
Perfettrir
Passivo
i
lElementi
7
Perf.
II.
Perfetto
V. - ffo-tp a. -t.v.-ffo-tp!r.-t.v.-x«-tplr.-tv.-a-tp.|r.-t.v,
-£V
tv
-a,-e ..(a'w)tu,.
^
'
Elementi costitutivi del
Uscite della
costitutivi del
|
Aoristo l7~
,
i
-
.
g.
187.
Dei verbi
in
/.u.
39
-
..;,-.,
:;^Vj-^^;;;_':S
-..-;,_,,-;,-•.
^Ilegl toh' elg (u ^(iettar.)
Nei §§. precedenti fu esposta la formazione dei tempi dei verbi in tu. e si è veduto che essa
basa sulla differenza tra il tema del presente ed il tema verbale. Anche nella teoria dei verbi inf»
bisogna fare attenzione a questa differenza, in virtù della quale ci si pre.?entano due classi di verbi in /a.
Nella prima di queste, per formare il tema del presente, si prepone al tema verbale il raddoppiamento,
nell'altra invece si rinforza il tema verbale nella formazione del tema del presente aggiungendogli il
dòpo una consonante, vw dopo una vocale. In fine si prenderanno ad esame alcuni verbi, i
suffisso
quali non hanno né il raddoppiamento, né il suffisso accennato. Le seguenti tabellette pongono sott' occhio ciò che precede.
si
w
§.
138.
tema
del presente
—
40
—
—
i\
—
-
42
—
Attivo
j
—
43
—
_
:'^:^"^-'
•
-
44
Osserv. 1. Le forme dell' imperfetto è-zi-^ag, è-ri-^a e èdiòow, èdióavg, iòiòov (molto pia
usate che hcl&tjg, hidr), ididiav ecc.^, sono foggiate a guisa dei verbi contratti. ]Aq>-l^fu (spedisco)
r imperfetto t](piow, rjfUi, ijqiUaav, e «<jp/«, aipieaay.
2. Il a della desinenza aai e ao si mantiene nel presente e imperfetto tra dus vocali (xi^saai, vl^eao, hi&eao) ma si perde nell'aor. II. e^ov, &ov.
3. 1 composti vengono accentati come i semplici. Soltanto l' imperativo trasmette l' accento
sulla preposizione: cè/ródog (per drcóòod^i), ofeg, nsQÌd-eg, TtQÓg&ere; 7rQÓg9ea9e. Si scosta alquanto dft
questa regola la seconda persona dell' imperativo dell' aor. II. medio, la quale porta l' accento sufi
preposizione, se questa è bisillaba: /rsqid-ov, se è monosiUaba lo lascia sul verbo : ngoad-ov, àqm h9nv, TTQO&ov, £Ìa9ov.
4. L' aor. e il futuro passivo éréd-rjv, tedijaoftai si ha invece di èd-s9rp> e d-sd^aoiÀM a motivo
della regola esposta nel §.127.
&
.
medio dei verbi tid-rmi, 'irjf.u e òidmm ha per caratteristica del tempo
Questa forma irregolare dell' aor. I. si usa però soltanto nell' indicativo singolare inI'^j/v, e^s, e^,; lòmv, sóoìq, liJw. Di i'ijjut si trova anche l' aor.
5. L' aoristo I. attivo e
non
il
ma
a
x.
il
vece delle forme inusitate dell' aor. II.
I.
medio
rj-m^rpi.
6. Il verbo 'iaxi^fu
ha
tutti e
„mi
posi, coUocai'l, sotriv intransitivo
due
dell' attivo. "Eottjacx
gli aoristi
posi", ìaraiiai
mi
colloco, Sartpta
ha significato transitivo „
mi son posto,
io
sto, kattjneiv stava,
«ffnj|w starò.' Si osservi la differenza del significato anche nei composti: àqìiarrjfu ribello, stacco, àtvéaitp' mi ribellai, mi staccai, daéaxrfui sono lontano; èfiarijfii prepongo, èfréartp' mi preposi, èfféartpua
son preposto; y.a9iaTrjixi costituisco. xa^«'ffTi;v divenni, xad-earrpia sono. L' aoristo medio p. e. xorreorijaaio significa ^stabilì per se."
Nel duale e plurale del perfetto indicativo di ìaTrjfu e in tutte le altre forme dello stesso
terminazioni personali si aggiungono immediatamente al tema del perfetto iota (invece di
7.
tempo
le
ae-<na)
:
Perf.
^-aTt]-%-a Sogg. i-arm e ìotiI-kw ecc. Ott.i-ataltj-v
I.
Imp.
Infinito
y-arrj-K-a-g
i-m^-g
s-aTaitj-g
lè-aià-d-i,
è-ara-vca.
F-OTiy-x-e
i-ar^
è-ataiTj
k-ard-to)
f'-ard-Toy
i-arij-TOy
e-arairj-Toy t-ata-Tov
è-otòi-aa
(è-aróg)
è-aid-Twr
g. i-aTfòrog,
?-ffra-TOv
k-aTtj-Tov
«-(rratij-Tijv
e-ard-ftey
i-arù-(isv
t-<n^-Ts
k-aTÙ-ai{v)
k-araitj-re
e-ata-tE
è-aTàai{v)
k-atdi-ev
1.
2.
,
perfetti formati alla stessa maniera:
/Jé-/?ij-x-a,
tema
fié-^rj-x-a-g,
jSf-jSa rov,
P. pé-pa-iiev,
^é-^a-ie,
/9f-/ìiy-x-e,
^é-^a-xov,
fie-^à-ai
Dal tema
D:
temo
òtdia o dé-doi-Tt.~a
di:
'>
S-ara-re
g. kanpwTog, vlag.
satd-vfon'joèaTd-Toìaav
^aivw (vado) v §.147.
|}a
è-orw;
e s-<ni]-ìuóg, via,~às
è-araiìj~ft£v
Aggiungiamo qui ancora due
Participio
Sogg.
Conj.
§e-§wg, §e^(àaa,
geu.
Ott.
de-oioj ecc. dedulrjv eoe
plur. di-ói ftev,
part.
3. pi. /Se/?t3at(v),
C)
.
/Sfi-/?(3rog.
Imp.
Inf.
dé-oi-&i. ecc.
dedUvai ecc.dsòiég.
Part.
dé-dt-te
6e-di-à-ai{v).
Più che
aor. tòsiaa.
-
-
èdediiijv,
perf. èdsdietv,
V. anche
§.
142. 6.
— Di
•
idédiaav.
^v^anu muojo,
Il
futuro
si
forma dal tema
deiò: delaonai.,
ré&ytpia, Tt&vafief ecc. part. te&veMg, te&vsHiaa
TB'^veóg.
§.
1
40.
Nel presente
I.
òvivtjf.u
giovo,
mano come
segue:
aor. uyìjoa;
med.
1.
e nell' imperfetto
TTÌiÀTrlijiit
empio,
òvivafiai, traggo vantaggio,
ofaio (v. IL), (ivano,
vanno conjugati alla stessa maniera di
tait^fii
i
verbi:
m^n^ri^u brucio e Mxqrjfu, io presto. Gli altri tempi si formanca e si forma da wtpeléw, ùwélovv), fut. òt^am,
ò-vi-yrjftt (tem. ava), (imperf.
inf.
ovanti,
fut.
òvrjaofiai, aor.
wnjfitjv,
mmao,
àvtp:o, ecc.;
òvaifitjr,
aor. pass, ùvij&rjv, più raro invece di wvìjiitjv.
(tema nlay, mfutXa^iai, imperf. èni^nXrpi; gli altri tempi si formano dal tem»
son pieno), nilgau, errXrjaa, néitXtfifiai, iTrX^ad-tp'.i composti: i(À-ni-7vltj-fu, iv-e-m-iinXrpi, escludono n dal roddoppiamento quando ad esso precede un/u.
,:,2.
nXri&
7rl-^-7tXrj-iu
{nXijd-io
•;•/
•*ji;^-vVvi,-''-i!4/-!0".».-i>-.>^ufelfe^'^^
_
,
(tema n^a) fa come
nefTQ^aofieu. Compos. èfi-nt-nqtj-fu,
3) m-fi-jTQtj-fu
4htfi^a&rp>,
4) 7U-x^-fu (x^a) nixQdvai, XQ^/Oo,
—
45
Kegolarmente
basta.
i^rtóx^Tj
wv,
imperf.
àrréxQi], fut.
«3t?'7ff«i
si
medio
prendo ad imprestito,
io
(temi X5«, XsOj sogg. xpSi
forma da z^aw; à7roxQwai(v),
ànoxo^asi. A.
jténqrput, jrin^rjaftaif
sjtqrjaa,
jr^i^oft»,
èv-e-Tri-fi-frqrp'.
Notisi inoltre: xct' (oportet) è d' uopo, bisogna
inf. x^rjvai, part. rò z?«t^''> inip- ^XQW ^ XQV"wffff,
•;;,,'--
ìiL-fi-jthj-fu:
M.
ÙTcéxQijce.
inf.
fut. xqrjoofuu.
ott. xpet'i?
(da
xtì^)
ÒTroz^^y, part. djtoxQt^v,
ÓTTOXQfófiai, m'approffitto,
àn:oxQr,a-9tUy
seguita XQ^Ofiai.
§.141.
II.
Come
medio tatafion
il
vengono conjugati
i
deponenti: ayajufft (ammiro),
J^juw
(pos-
so), è7tiaza(.iai (so), viqéfiafiaL (io pendo); però nel soggiuntivo e nell' ottativo
ritirano 1' accento sulla terz' ultima sillaba, p. e. dtW|u«t, òvvaio. Allo stesso modo è accentuato l'aoristo II. sjrqidfiìp> {TVQiwfxai, TrQiaw) e ùvrj^rpi {ovaio v. I. 1). I tempi di questi verbi si formano come segue:
ayaiiai (tema
1.
àya) imp.
fiydaSrjv, àyctatóq, àydaoftai.
^yafirjt', aor.
dvva(im (dvva), òivaaai ecc. sogg. avvali, ott. dvvaiixtp', dvvaio ecc.
dwdnevog, imperf. sdvvdiirp', iòvva ecc. fut. ów^aoiiai, aor. èdvvtj&rjv ed èdvrdad-i]v,
V. drvaróg possibile, potente.
2.
3. STTiCTafiai, {ÈTtiava), tTciaraaai, sogg.
OTw, imperf. ijmaTdfitjv, i^marw,
èmaTotfiai,
ott.
è7rioTaifiTp>,
fidvyvftai §.
sarò
xqefiaadijaoiiai,
appeso,
14S.
III. Allo stesso
((Sa
1. /SaiVft)
vado
(v.
modo
3. di-dqd-avuo corro fv. §.
4. xrerVa» uccido
m.
yai, part. xTctg part.
(v. §.
aor. hf.qei.ii-
x^-
l'
»-
conjugano anche gli aoristi secondi di
(tem. yeqa).
inf.
òqà-voi, part. òqà^).
inf. xrcjue», -/.xaiis-
il
presente e l'imperf. sostituiti da vTto^dvù), dvéxofxat sopporto),
fut. Tlijaofxai, perf. réT^rj-Ka, pi. léTXaf.isv ecc.
Tlrjvai, rldg,
inf.
fdrjvai, part. qp^ag, med. (p&d^ievog.
un aor. med. difettivo, del quale
che non era in uso.
aor. snqidfxrp', comperai è
(ff/Je)
smorzo, aor.
10.
ffxe'/Uco dissecco,
11.
s'xoì,
aor.
/.tùi,
(/rta, ttw), part. ?rra-g, med. STrrófirjV, Trréo&ai.
aor. di cSvéojxai, è<avtiad(irp>,
a^évwfu
&or.
<<'))
-ntd-fisvog.
Tltjd-i,
r
adopera al present. ed imperf. i^ (ttc}
inf. yrjqa-vai
ip9dvw prevengo, aor. e-(p&rj-v(f&a),
8. (jrgta)
si
116, 117, 121, 124), aor. «ero»' (wa), sogg.
(mancano
9.
f.-Kqe^idfxrp',
(penderò, pendebo). Confr.
,
148), aor.
e-TTriy-i'
%ìiMÌrjv,
prosa
148), aor. e-òqà-v {dqa,
5) Tttxofiat volo, aor.
per supplire
xgfijti^ffOjuat
aor. s-^rj-v v. pag. 46.
6. (ril«) aor. «-riljj
7.
med.
fut.
dell' aoristo i'aTTjv si
147),
§.
2. ytjqd-ayui) invecchio (v. §.
sogg. TJUS;
ìmoTaio, imperat. ^tw-
144.
Si aggiunga ancora igafiai amo (in
èqdadTp/ amai, fut. éqaa&ijaoixai amerò.
§.
dvvaa&ai, partic.
dedurrai, agg.
perf.
aor. ^mo'crjdirp', iTnaTijróg.
fut. èmar'^aofiat,,
4. KQifxafiai {-xQSfio), sogg. ìiqéfUììfmi, ott. yi^enaifir}>>,-aio,-aiTO, imperf.
a&rjv pendei, fut.
inf.
ea^r/v.
—
Inf. a^tjvai, v. p.
si
servivano gli Attici
46.
aor. i'-aìdrj-v (axAj;) inaridii, axÀ^yat, axXairp'.
imp. axég, da axé-S^i{axe),
1.
sing. aor.
e-axov.
12. éliayMnai, k-dÌMviàh)) fui preso, sogg. àiw, ott. àìaitj-v, part. à^i'g, inf. óAtSj-oj.
13. ^léia, aor. è-^Uo-v vissi, ott. /9t-f^j;-v (non /Jtoi'i^ come yvoi')^, per distinguerlo dall' otta^ioitp>),
inf. ^mSvot, part. ^wvg, ovaa (il neutro non si usa;i casi obliqui peraltro vengon,
Il presente ed imperf. sono poco usati dagli^ Attici. Piuttosto^ si usava
suppliti dall' aor. I. ^uóaag).
^(ftì)=Cw, il quale alla sua volta prende gli altri tempi da /?tów, fut. piwaoficu, perf. /Ì«/Sói>xa, /Setivo pres.
pianai
^loi,
—
part. ^e^uo^iévog (§. 148).
14. yiyvéayixo, aor. tyvtav (yvo) conobbi v. §. 148.
16.
nivm bevo,
aor.
smov
(§.
147) imp. iti-9i{jn).
,
-
•
•—
>'
••'-
^
16. òvo) affondo, aor.
-^
—
46
—
sòw, imp. óv-^i, Svvat, dtg.
—
17. q>va) produco, aor. è'fvv, inf. q)vvai.
Analoga all' aor. II. «Wi^v è pure la
di è^^iip' (T. §. 148) e ìxóqtjv dai temi ^e, x^^c, pf^scorro, z^'V'' ""^i rallegh).
Tema
|
/Ja
1
a/Je (v.
§.
144;
^
formazione
il
§.
144.
Nella formazione dei
tempi
si
osservi ciò che fu detto nel §. 128. 131.
Si badi pure
—
(pa-i.iiv S.
(fd 0. (paitj-v
I. (f>a-9i
(ffj-S
ti =>,
D. qia-TÓv
(fot^é
(frffi
(pali]-e
(pa-d-i
qpij-ffi
(fa-xóv
(fa-ai
ecc.
ecc.
fti-fii (tem. (fa)
'•I
Pres.
i8
la conjngazione dei verbi indicati:
Ecco
inf.
(fé
P.
-vai, dire
|Fut. (fr/-aù};
2. Si notino le forme: jj-f» (e. lat. a-jo)
Soggiuntivo
S.iosonol Indicativo
1
ft-jiii
2. p. (pa-ts
SLOT.
k
eim
D. 2 èff-róv
rriov
eirrtov, eitov «irrov
3'«(T-r(5i'
tjTOf
sìtjTrp', ei%rp>
2J«I
3|«ff-Ti (y)
me
èff-ré
3\elai(v')
S.
Im
i'-wa-aav
|
eìtji.iev,
ei^tev
sir/is,
eìzs
ov
ìeoTe
g.
e<TTWv,opp. «ffrcuffav
tjfitp')
3f
3mTi]v
S.
1 W*»'
(e fjaTs)
rflav
saoift^
l'iaoi-tai.
2
i'aì]
opp.
(per «ffeTaO
D. li'sffÓHe^y ecc.
1 ;el-f«
2*1
3 el
D.
vado
<rt
i-T(fy
3
3/
t-rov
P. lìi-uev
jt-Tfi
3it-«fff(v)
t
eaead-tti
i'aoio
i(j«t
3s(jTtti
S.
Participio
oSffa
's(n(ov
1
w
i'aoiTO
iaolfie&ov
ec.\
(enei. t. g.
d'iig diss'egli (v. §.
la&i
enjacn/, etev
\(i)ai(v)
opp. ^ (e med.
we
fj
i
D. 2|^T0J'
2
3
diss'io,
Infinito
2\m»a
P.
è-(fd-triv
s(jt(a
llèff-lity
2
e-tpa-xe
^nfèyw—
Imperat.
I
F.i'-tpa-iier
e-(pij
(ij
V
—
il'-(pt]^)é-(f>tj-ad^a,s-(fa^ot'
e-(frj-aa: affermerò; affermai, sostenni
= inquam;
Ottativo
D.
S. i'-tptj-y
òW-og
12)
65. osser.)
—
6. siedo
.
1
Indicativo
|
Soggiunt.
|
Ottativo
|
49
Imperativo
|
Infinito
§.
147.
v»^'
50
Verbi irregolari
100 abbiam detto, che la divisione dei verbi ?i ba,sa sul raj^orto del laiaa ywbale col
abbiamo poi trattato i verbi che sono compresi nelle classi indicate al g|. lO^^ Vi
i quali formano il loro presente in modo diverso da quello ivi esposto.
A seconda d^la
maniera particolare, colla quale formano il presente dal tema verbale, li dividerenqft
%li^^to cl^si
Nel
tema
§.
del presente, e
sono altri verbi
^
con altre suddivisioni.
'.-''
.
*
'
.;?"
y
*
Classe quinta.
n
tema
del presente formasi dal
A.
tema verbale aggiungendogli un
suffisso in cui si trova
uà
r-
Tema
Presente
^.
--
Future
Aor. pass.
i
Trevaopat
itvS'
2i. tvfXdvio, colgo
(tci'xw, preparo CI. IV.^
!
fftàS-ov
\fta&
Trw&óì'Ofiai, ricerco
Perfetto
Acrisie
Moto
21. ÌM9é*K.{(ihj&idy]&t6o'k^9
m. inilar&àvoftai, ditìieiitico
22. ntìf^óno, apprendo
SI
:rrtma/.tttl.
ìrervxiput, di
'tw-fov
\Tvx
jrado tétevxa
I
i
Al tema verbale
F.
25. /ìfw'tii, turo
;i8i;
26. *xv«0|ua(, vengo (<§y-,^|-)lx
ii'7r-4z
27. ijnaxvio^tai, prometto
si
aggiunge
suffisso ve-o.
t^iaa
/Siaw
(ffZ*)'''''''<X'Z';'<"'|ii«i
si
'^i^Ta^iai
lyfiai
'imfiTiv
Ji^ofiai,
G. Al tema verbale
il
yntaxóiirp'
aggiunge
il
^vTttaxti^Mt
suffisso w-ia.
28. «JUa'yw (per ila-ì'v-io)
I
spingo, caccio
is^S
I
.
§.
I-fS.
ir.hjkai.iai
ecc.
Il
tema
del
presente
Classe sesta
(Incoativi).
formasi aggiungendo al tema verbale, se
so ano (ffxf), ovvero t-axo (i-a^), se esce in consonante. Molti verbi
presente (v- §. 138). Questi verbi chiamansi incoativi fcome in lat.
nuHio il cominciamento d' una azione.
A.
\
I
*
'
Temi che
escòno in vocale,
ma
i
esce in vocale,
hanno
il
il
suffis-
raddoppiamento del
verbi in scoj, perchè molti espri-
che non ammettono raddoppiamento del presente.
|
83
Presente
—
55
Presente
'
Tema
,
i^'V
-
64
—
—
—
55
Molti Ter^i di significato attiro, e specialBteBte quelli che indicano un' azione corporale »
mentale (p- e- cammino, mangio, apprendo) hanno nel futuro la forma media conservando tuttavia il
significato attivo. Eccone l' elenco.
2-
ignoro
canto
odo
2. $óu),
un grido
qaofiai
ènaivéao(itti
26. iiraivib), lodo
27. èa&lw, mangio l'do/iai
18. tAot'jUaCw,
mando dXala^oftai
di guerra
5. à(iaq%dv(a pecco
49. Ttì^ao), salto
25.
etjUi,
e
àlala^to
àftaQT^ao^ai
Futuro
Presente
Futuro
sono
àyvofjaofiai
moveofiai
3. óxoi'w,
4. dilaAaCw,
Presente
Futuro
Presente
1. dyvoéo),
eao^iai
am- d-avfjLdaonai
miro
29. ^«w, corro
d-evaoj.iai.
30. ^ijgaw, caccio
d-r^qdaonoLi
50.
Ttìjdrjaofiai
miw, bevo
Ttioftai
51. niTTco), cado
52. rrA*'w, navigo
Ttsaóìfioci
n'kevaof.iai e
Trilet'aofjuat
Trri'w,
TTvsvaoi.tat e
soffio
Q. à?ra»T«w,incontro àTrttrtrjao^ai e 31. drjQsvca, caccio &rjQeiaonai
32. &iyydvw, tocco D-l^oftat.
àrroXaiu, gusto
7.
34. ^Qciay.o), salto
«^Tra^w, rubo
uqTtdaofiai,
9. ^adiCw, cammino ^adiovfxai
35.
8.
10. /JatVw,
^luiaofiai
12. ^XtJtu), vedo
piiìpio e
36. /.Àot'w, piango
13. ^hiaìuo,
37. yXéTTTO), rubo
^Xfìponai
vado (lohn^tai
«uo^ì
14. (9oaw, grido,
jSoK'<wf/«t
15. yejlaw, rido
yeldaof^iai
56. Tvwd-dvo^i,
xlaioofiai e
x^'i/w/iai e
più raro: ytohUaco
Sd.kayxàva), ottengo Xrj^o^tai
61. (T/WTFTw, derido avuóìjiouai
62. aJTOvdd^ù), m'af- OTTOvddaoftai e
40. hxfi^ayw, prendo ktjipoixai
41. ^iav9dvo), ap- fiuSijaofiai
63. avu^aivsi, accade av(i^i']aeTai
mordo dij^ofiai
da^dpo, dormo òaq^ao^ai
43. olda, so
eiaof.iai
olud^o^iai
44. oJjUftJtw, gemo
(di età più tarda: 04|uw|w^
20. dsldù), temo
ósiao^ai
21. dt^^ffxw, corro òqdaofiai
22. diwTua, inseguo dui^o^iai e
oftvi'fii, giuro
più raro
46. ógtt'w, vedo
23. iy/Mi-ud^w, lodo èyyuofudaofiai. 47. Tratte}, giuoco
\2i.èyxdaxio, spalan- èyz"''''^!""*
co verso uno la bocca, lo beffeggio, 48. Trdaxco, softo
45.
I
3. Il passivo di molti verbi transitivi
ha
il
anovòdaio
fretto
64. ffi'^iVx-w(c£ii),zufolo av^^oftai
65. •ch.TO}, produco ré^oftai
66. rpézw, corro
ÓQUi-ioùficu
67. Tpwyw, rodo
TgtJ|0|Uoi
68. i-fj'x«''Wi ottengo Tsv^ofxai
vevao^iai e
yvdaoficu,
18. daxvw,
^tvaouai
^ftjao^tai
aiyijao^iai
59. aiydco, taccio
60. aibJTtdci), taccio auoTrijaofiai
42. viw, nuoto,
chio
17. y/yyaJffxw
Trevaofiai
chiedo, molto raro: nevaolfiai
57. é«Wi scorro
58. ^oqiico, sorbo
38. xoAo'^w, punisco 'AoXdaofiai
prendo e comprendo
16. y)7^d<Ty.w, invec- yTjQÓaofiai
19.
S-OQOvftai
mi fatico xa^ov^at,
cammino (?)f(TOjUot
11. /Stów, vivo
(aoristo
y.dfivù),
TTJ'frffoi'JUOl
54. Tiviyo), soffoco 7rvi^Oftai,ovfictt
55, Tto^éu, desidero nod-éao^ai e
aTtoXavao^iai e 33. &vrja-Ma, muojo d^avmfiai-
àiroXavao)
e
69. v^QiCw, insolen- v^gioCfiai e
òiiov^M
v^qÌoo), att.
tisco
òfióaw
70. (pevyu), fuggo
oìpo^iau
71. cpd-dvù}, prevengo (jp5i/(T0ji(ai.
?ra/|ojuai e
72. x«o''«w, sbadiglio xovovfiai
ywqi^aofica e
73. ymqiw, cedo
jra<|o?f(ot
Ttdaofuxi
Zwpifffw
medio Cpass. med
valore
iw
(p€v^oti.iai
).
Il
futuro ha la forma
passiva.
etazww
svergogno,
alaxvvoi.iai
mi vergogno,
fut. /.aro-yJ,/vw,
mi
alaxvv9i]ao^tai e aìaxvvov(.iai
ttTtaXldtToj, allontano,
d-rcuXM-cto^iai,
me
depongo,
a. niateyJj.&tp'
e
y.areyJdì'tp',
coricai
ne vado AtJTi'w, contristo, limolai, sono
afflitto,
fut.
med.
aor. pass. dmnlXdyriV, fut. dTraìlayijaofiat
óufllÓTTùì, scamoio, rftijAtóyrv, mi riconciliai
«TtToAtóiTTw, scambio, awrjklayrjv, mi riconciliai
èloTTÓio, accorcio, «ÀaTrfffajfJojiiaj, soccombo
STrsiyw,
spingo, fTielyo^iai,
m'
affretto
karidoì,
convito, katidoftai, gozzoviglio
eùqtfaifbj, rallegro, evqQÓvérjv, mi rallegrai
fut. evqiQttvov fitti e tvifqavdijaoiitat
(nqi(fio, piego . tatQdftjy,
mi
volsi
ópyt'Cw, irrito: òqyitofiai,
mi
adiro, fut.
ÒQyiovi.iai,
raro: òqyia9rjao(iai
ògiidco,
spingo, oQfitjd^vai, mettersi in marcia, affret-
tarsi,
f.
òqfiTjOOfitti
TTSQaiów, trasporto, pass, col
TrA.cD'att),
f.
m.
oltrepasso
faccio errare, svio, pass, erro
(fo^tw, intimorisco, iqo^i^Shriv, impaurii
(faivio,
mostro,
((fdvrjv,
apparvi da (palvofioi
*
—
56
—
ìa^
hanno anche valore passivo: ìaofiai curo,
alcuni le forme medie valgono così pel passivo che
Le forme passive
di molti deponenti
iixofiai ricevo, idixi>rjv fui ricevuto; in
To: i-uniofiai imito, /if/iZ/o^/Kai ho imitato e fui imitato.
4. Verbi di Significato transitivo
-,;;
1. l'oriy/Jt T. §.
2. ^alvio nei
Cy. §. p. 46),
3.
fondo
V
—
fit^Tj-xa
poeti fo andare, coli' aoristo:
sono andato v. §. 139. 7.
i'^rjaa,
a) àteo (calo, velo), dtaw, i'draa, tdil^tp'.
b) óvofi ai e di'vit) (\. §. 146. 4) mi calo,
tramonto (sole i, mi nascodo.
fut.
mi
invece è «/?i^ andai
intransitivo
/?i^ffw,-
affondo: dtaoftai, tócv, óidiiux; %ataòi<a af-
v.aTadioi.iai
•:'.'f'\"j
;' /^
4.
]
ed intransitivo.
139. 6.
èxdvto riva ti svesto
èvdvio Ttvà ti vesto
'"'
•
a)
b)
natura fv.
§.
cfn'vj
fui curato,
pier l' atti-
—
—
tyi.Svo^tai
ivóuofiai ti
i,
•;..
mi svesto.
mi vesto.
produco, qiavj, i'fCaa;
vengo generato, nasco, i'fvv
(jpi'o/iOT
"
"
'..-
sono
<pvv) fui generato, divenni, né<fT%a
(cfl-vcu,
di
'
142. 17).
a^twvfu smorzo, i'a^saa smorzai.
b) a^iwv^tai mi estinguo, l'a/Ji;»' mi spensi
5. a)
.'*-
•:'.
V
'
6. a) (Txi'ÀÀtu disecco (v. §.
.'
'\
,-..
7.
.
-
[_'^
8.
•-."'
a)
iyiiqio sveglio, èyeqd, ^ystqa, iyi]y£Q-/.a, èyijyeQuai, tjytQd-t]v,
b)
iyéi'QOi.iai
a)
desto, aor. II.
perdo,
(ikhfiai, (lat.)
9. a) Tiditv) persuado,
b) TTtid-ofiai
-.^ttm&a,
credo,
vkò
tjyq't^irjv
mi
(§.
'
-
--'
svegliai, iyQijynqa sono desto.
lokeaa, òlió^-Aa, perdidi v. §. 144. B. 4.
wÀójiojv,
ohoka
-ì^
'"!
123.)
...'
perii.
i"^
ndaw,
tntiaa, nininna, jteia&rjaofiai verrò persuaso.
ubbidisco, Tiiiaonai, tndaiyrp/, TrtTteiafiai sono persuaso (raro
.
perf.
IL
confido).
10. a) (palvio mostro, (fovóì, eiprjva, 7ti(ftty-f.tt ho mostrato, Tittfaa^iai, i(fdv&rpi.
b) (faivoi-iai appajo, i(favrjv apparvi, favijaofitti, niqtjva sono apparso.
>"5*'
ninqaya
11. TTQciaaù) faccio, perf. II. TttTrqSxa ho fatto,
;
(p. e.
,r
"'
13. a) ayvv^u rompo, e'a|a ruppi (trans.).
b) ayriftai mi spezzo, Idyrjv, perf. II. laya sono rotto.
.:
.'•_
a) TT^yn-fu attacco, conficco, 7n;|w, titTf^a, jrtTir^yfiai sto fermo, ijonxd^.
b) m^yw^ttt. resto attaccatto, gelo, ninriya sto attaccatto, sono saldo, inàyrpi.
15.
^yyv^u
spezzo,
"
...
14.
'
.
male.
ev, tiaxiCg) sto bene,
12. àviiiìxa ho aperto, dvti^ìya sto aperto v. §. 144. B. 6.
i..
.
mi
b^ (Miniai pereo, òlovftat,
,'
"'.
spento.
b) a-«.iXh)^iai inaridisco (intr.), taxi);»' inaridii, ayàifoo^iai, eax^j^xa.
[.'.:
'
mi sono
Cp- 46), ea^ipia,
142. 10).
i'^^ya sono spezzato.
16. a) a^Ttto faccio putrefare.
b) arJTto^tai marcisco, aiatjTta son marcio, iaSnrpi.
17. a)
•.
'
Tifxftj
liquefaccio.
b) rTJMftat intrans., èraxrp'
t
,
•
'.
.'.
mi
liquefeci, TéTtjna sono liquefatto.
18. a) ex7rA.»^rr((jff)w e xara/rAjJrrw spavento.
b) ir.-{jMxra-')rtì.fiTTO(.iai, mi spavento, stupisco, aor. f|-(xar-) £7rXayrp>.
19. yslvonai
passivo
usato soltanto nel
pres.
imperfetto,
e
nasco,
ma
1'
aoristo
lyeivanrpr
prodassi, da yiyvo/jai.
Si notino ancora
perf. II. Tt&ì]Xa
i
verbi che hanno nel perf. II.
significato del presente, p. e. ^óìXca fiorisco,
il
fiorisco.
fjaivoftai infurio, fittvov(iai, ifidvrp', perf.
iii(irp>a
infuiio,
furente, adirai.
t
':'-:
^<\^Èi^)h^-
f
<*
ma
fialvm faccio furente, eiirjva feci
E
I.
I
e n e
—
&7
A4ri|l#.f l^e »o t
i
z
D
i
i.
wb can, cM:
Pra|M9Ì2MM cb* rtfgoM iM
V
/-
^^
;^y
;
a) n Genitivo.
^^vU
il dinanzi a
—
—
-
'Ex ed
W/ro da.
IIqó davanti (e rare volte) per, a favore di.
p«r, inveee dL
"Evtma a, cagione di (sta quasi sempre dopo il suo caw; Uvev
vocale, da o di, fuori.
—
i
Moza.
b}
*&
io.
3» «£<?*'
II
Ditivo.
eon: atv Qetp, con Dio, coU'ajoto di Dio>
e) Accusativo.
'^MctgMC oMcavorso^ durante.
II.
il
^là
t
per,
f»^
—
—
— Elg ed
'Eg in, verso, oofitzo, a.
— Zig
Preposizioni che reggono due casi, cioè
(ki. ad) sSffl'endosi a
:
r Accusative
tieoitiva
diù x^''>*f»>, dopo lungo
a traverso
af& par meezo tuo.
teni-
Jià sé per
per «agiene- tua.
te,
Aà
Kttfd verso, contiu,
Karà
all' ingiù.
yviófii^v
secondo l'opinione
—
significa inol-
tre per, a traverso, traversalmente.
hFn^^V SApra» per
0-
»
ftivore di.
HI.
Il
'TT^r/g
Preposizioni che reggono tre casi, cioè
Genitivo.
iiifiql e IltQÌ
sopra, al di sopra, al di là.
Il
L' Accusativo.
DaUv».
'.^fiqì e lìt^i circa, per,
circa, intorno, di.
JMevcc con
—
'Etti
in.
I
1
I
a cagio-
ne di
"Eni su, sopra,
:
'yifiqi
e
Ih^i
circa, in circa.
I
oltre,
dopo
(
in aÌTiTi dopo di
{Mtra fra, poetic.)
IWpog
(jctó ffow, con te,
per iO£«zo.tu(^.o.€;))l tuo aiuto.l
rpite
tioqù
da:
roZ ^aatliiog, Jla^ presso, al fianco
veniva dal re.
apud^.
Jli^ a, da, rispetto, dinanzi : n^óg a. Terso, oltra.
TT^òg 9iùv dinanzi agli
Deij
Tbt^
àviartj 'Eni, verso,
a
lui).
MetA
di
dopo.
(lat. Ilttqd a, verso,
contri
vicino.
|
(coram
'Xn6
i7i^
a,
vOTse, giusta.
Diis).
da, sotto
VX":^
a,
sotto.
'Xnó
sotto.
,
..
V--;C^
.
_
j^**
—
58
DeldfaiettoOmerieo.
:^-
'KC-
§. 1. Della quantità.
Sillabe che contengono una vocale lunga o un dittongo, sono lunghe per natura. (V. Gr. § 2.16.)
2. Lunga per posizione dicesi quella sillaba, la cui vocale breve è susseguita da due o più consonanti che non sieno una muta e usa liquida, sia in quella stessi voce, sia in quella che le vien die1.
tro, p. e. tv
aniaai yXafvQoìai ^
- "
-
VTtttTS %Qtióyi(oy
Tovxo xorà
\
I
Mtl
;
mnta con
X,
iai!>iant> tquì
(i,
- -. Perfino un semplice l,
v,
v,
fi,
nolQ<n>
ò
3. Vocali
^|'-|
xoToAèf ijg
nel
tema
l"".
oìW
terminano
- - - -
tao»
Una
ficf
-.
-=^
|
principio delle
^ in
posizione:
posizione i
fa
parole
lìnetn nttviv
«/(« ^è vtqng
"- |-t-- |---|
drjv - - -
\
--.
una parola diventano innanzi ad nn altra
xj jjvij inn -
- " -
-
- - -
(=xot
Ytlfiaai).
sillaba breve può diventare lunga nell'arsi, specialmente poi innanzi alla cesura
àiwxr,fif*oi
|--h||'"'|
vocale
laninzi alle pirole poi, che comin-
.
ciavano anticamente da F, resta lunga la vocale finale noi sUfiaatv
4.
ag, ^ - -
temere) e in dr^ (a lungo) oèS" S^ tvi
di (òsìaai,
lunghe o dittonghi che
in tesi (abbassameutq) brevi:
|
fanno in Omero quasi sempre
q
I
pure
così
^ -
"
-^
-"
•-
\
Osserv. Anche una consonante
t^r^o-
.
NB. La prima sillaba di un dattilo o di uno spondeo si dice essere in arsi (aìdta), perchè si
pronuncia con un certo alzamento di voce, e la sillaba consecutiva chiamasi la sillaba in tesi (abbassamento), perchè si proferisce meno spiccatamente.
§ 3.
Delle vocali.
iitf].
usano la vocale o, Omero ha spesso n fr. Gram. §. 23) p. e. àyogi^,
Egli allunga spesso e in ei, n in oi- p. e. Sùvog, xQvos^'*i< n:avlvs, ftolyog. Più di rado si trova
M
0,
Nei
1
per
casi ove gli Attici
ai per a,
ao
2.
tj
(^i^j si
per
«,
p. e
nvnii^, aìcróg, tiOijfiiPog.
cambia sovente
eu «per au)
in
p.e.
l^iQiidùo e ^iQiideut (metathesis quantitatis>.
§. 3. Del concorso delle vocali.
si fa secondo le regole esposte nel §. 15 e 16. della Gram. Si noti soltanto cha
contraggono sempre in ev p. e. q<ilivviag.
2. Spesso si omette la contrazione: di%ioy nais, oig, &àqaing; all'incontro la contrazione ha luogo
non di rado in parole che gli Attici lasciano sciolte: come Jp^ (<«e'>St, pioaui (!lnijaag\.
Due vocali che non fanno dittongo, nella pronuncia si fondono assai volte in un suono lungo
misto («nWCijffig), p. e. 'Acqùàeio, -mqia, fiìj aU/>g, ÌtiÙ ov.
La
eo ed sov
contrazione
si
^
§r4.1ato
(V.
Gr.
§.
j'U
17).
L' iato è permesso;
:.[-/
tei;,
1.
dopo
2.
89 le parole sono disgiunte a
le vocali
,
:
i
,
I
3. se la vocale finale è
4. se
P.
una vocale
e.
finale
-
1.
Traiól Sfivviv, -
2.
X)h'finte, ov vi t'
3. àvTt9t<it
4.
nlayx^f]
mezzo
della cesura e dell' interpunzione,
lunga e si trova in arsi,
lunga viene abbreviata essendo posta in
Xidvar^t
-'
I
-
tesi
;,.] S.
-
innanzi ad un' altra.
>•
•••...
w)-""!-""!--"xj-""!-"
ìfrti - ^ "
Vdóvaang
j
-
,
oììim iaccv - - « «
.
Oss. L' iato è soltanto apparente innanzi alle parole che anticamente avevano
S'sol dtióvds vita9m ( -- Yoi-«h>òi), oidi %i tqymp ( - Yiqywv).
§.5.
il
digamma,
Elisione.
In Omero si elidono anche le vocali or, £, e e o nella declinazione e conjngazione;
minazioni fitti, aai, tal, aSai; ot in fiol, zoi; i in ini.
§.0.
Innanzi a consonanti si possono omettere
nttQé, nord (àuonon^): aq, av, irdq, -mot.
p. a.
Apocope.
,
le vocali
finali brevi
in
Squ e
,7
cu.
nella ter-
„
aelle preposizioni àpd,
—
n
—
59
assimila a qualsivoglia consooante seguente; il v di a»' si assimila al l
ed al f< sapente e innanzi al n si cambia in n, p. e. xatt miinv,. tlòó òirafur, teòx xoQvqitjv, xaiiure,
à»~^^ità.
»dftfioqt, aiXi^ai, S^i nidiùv. La forma at'e^ao deriva da óFFc^tki»
Oss.
T del wìt
si
—
§. 9. Delle consonanti.
In molti casi le consonanti dentali e gutturali rimangono inalterate innanzi a
1.
p. e. ÌSfisvy
(i,
iuiiU>^-9fiirog, àxaxfiivog.
2. a innanzi a a non sempre si perde e le consonanti dentali mute si assimilano
nodai).
susseguente, p. e. taao^iai, noaai (
ò Si raddoppiano in molti casi lu consonanti semplici, e specialmente poi il, n, v,
tkXapov,
TÓaaog,
i'aotvoy.
Sitjrws,
ififiadov,
—
òf;j-(?-porog, da ^Qovóg
e q, come anche |i« e A si inserisce /?,
lat. morior^, fiifi-fi-luma dal tema fiko—fiol. (v. Gram. §. 151. 2, 13).
trólig e nóltfiog.
Si notino nróAig e irrólifiog
Tra n
4.
=
sp3S8o al
e a:
(f
hqotós
a
om,
^ma /uo^,
=
5.
Non
6.
Anticamente cominciavano
a e 9,
digamma
è infrequente la metatesi di
col
p.
i
e.
^Qaog
maqiir] e xqaòit),
e ^Qdaos.
aywfu, étJmmftat, avaS, aaiv, eoQ
vocaboli:
(lat.
ìXkÌs, e/rog, eQyov (ted. Werk ),
JWv;h (tem. F*g), «ff^ijg (vestis), "arTSQog (lat. vespen, etog, Idsìv (lat. video), iov (lat. viola ìg (laL
viS', ìaog, olxog (lat. vicus, viclnus, oìvog (lat vinum 1. Con sigma
digamma principiavano antiver), i'&og, linoai
1
lat.
vigiuti
1,
tigcj, fut.
ìqìu
lat.
vebum
ìmìv,
).
—
camente
(.lat.
i
vocaboli àvdavd), aor.
ìding =. aFldtng,
Nel
e: ié,
evade=ta¥ade,
^^g
suus",
suàvis— suadvisj
^dt'g, (lat.
?
;
-
a¥e
(ìa,t.
se),
og=ffFog
e ^ihiìng (lat. suescot
Omerico alla consonante
da ìaog.
dialetto
iiixoat, ìtatj
,
iniziale originale di certe voci viene sostituita la vocale
Declinazione.
§.
Una
I.
plurale, p.
e.
Terminazioni particolari ad Omero.
d'
Omero
è
^xCO
forma
che
il
genitivo e
il
dativo singolare e
•
dal
con forza, &^Qtj-<f* alla porta.
novto-qn dal mare, naq' avT6-<fi presso di loro (1'
è sempre accentato^.
ì^
1.
S.
terminazione propria
ei-vij-q'iv
2. ex
letto, filrj-tfiv
3. «e aTi^Sea-fiv dal petto, ttoqù vttl-<f>tv presso le navi.
II. Le terminazioni locali &t, &ev, 6s si trovano spesso in Omero; il de enclìtico si aggiunge
per lo più all'accusativo:
oYxo-&t a casa, xi^p-ó-^t nel cuore, ovqav6-9eì> dal cielo, "Idij-^ev dall' Ida, olxó»^, icóìuvde, cWe
dónovóe nella sua casa, '!A'id6gde=£lg'.Aidov.
Sono
La
= i| àUg.
irregolari
fiyade
in fuga,
i'^ate in terra.
terminazione &ty fa le veci della terminaziono del
§.9. Prima
1.
Invece dell'
«
finale nel singolare
declinazione.
genitivo, p. e. è(itd-eì'=ènov, e|
Temi
àX69er
in a.
Omero ha sempre ij, eccetto il solo &eà.
maschili esce in a p. e. tjtjtórà cavaliere, vs^hffBqha
2. Il nominativo singolare di alcuni
adunatore dei nubi, confr. il lat. poSta.
3. Il genitivo singolare dei nomi maschili esce in óo
sta
(contratto a), p.
e.
Idr^iào e
"jtfoeiòew, 'Eofteloì.
4.
D
genitivo
5.
n
dativo plurale esce in oin{v)
.
-Ji'i
1.
n
8.
n
'-
plurale
s--'-^-."
--V'.
esce in
:.
/,V
iw» Ccontratto óv)
ébìv
27?,
§.
di rado in
10. Temi
mg
In 0.
p.
Seàtty,
e.
mìimt,
vanéniv
p. e. ^((ijoir, néffnje.
'
.
,
'.
genitivo singolare conserva la terminazione più antica io ed esce quindi in oto; rarissima
8i trova la desinenza 0-0, più frequente la desinenza attica ov, p. e. m>éftou>, {fio-=ol Od. I. 70).
2. Il genitivo e dativo duale emono in ouv p. e. wftotif.
m^
dativo plurale esce in oiai(r), otg p.
e.
^eoìm
^aug.
1
—
§. 1
«5
—
Seconda ^eoliuzionft.
.
n
genitìvT) e datiro duale teimioa in o#(v p. e. ttvSwip.
dativo plorale ha la terminazione pia antica am{i') oltre all'attica ai'»); ti tÉnùiMMÉi
in consonante si aggiungono amendue le terminazioni a mezzo della vocale congiuntiva e, p. e. nné-seaiy e rroool, òraì(i-t-iuv, fitXt-i-aai (invece di ^tXta-i-aaiv) e fSéltaai, vt'xv aai, spesso pelò si trova
Ktstìtt6 rtri-tom, {hytiei<Q-t-aoi (attico ifiyargaai).
3. I temi in a per lo piii non si contraggono,- ing può centrarsi in «rg, ft. «. <9i((i««$.
1.
2
II
«
L' e della uscita dei temi in g, invece che colla vocale della tdrminazioi^
canlcae spesso
aititi, eìidtìag .— e 'tdi'tag.
colla vocale che lo precede, p. e. anf^i
I ti'Mni composti di -Akiog si declinano così: 'HQordijg, 'HQay.'lf;og, 'Hgaxl^, "Hfcmt^a.
'-
L' o dei temi in ag
4
I temi
i
indebolisce spesso in
si
conservano
il
loro
«,
p.
o.
nìòag, otàto^, e'vóu.
p. e. nóviig, /.tiivuog.
i,
*
_
.
•,r," »-,-;$•
Oss. TtóìUg (_moXig) ha queste forme:
Plur. nom. trnheg, nnkijts
Sing."
gen. Trnhng, jrnXrpg
idatt.
mh^i
TTóAr,
gen. noXìt'ìv
e nóXii
datt. TroXi-taat
accilS.
temi in tv allungano 1' e
ta/ao però anche le forme attiche.
6. l
in
j;
per compenso del
§.
13.
F
:!rr>)ijng.
eli30, p. e.
rróX^g,
n6i,t5.
^aadf>i, jJajjiJi;
si incoi»-
Aggettivi.
Invece dell' ù il femminile della prima declinazione ha t], p. e.
2. I temi in v formano il loro femminile in tta gau. iitjg), tu
1.
óiy.alrj,
e,l
trj,
eùnxgij.
p. e. lia^ùtc
«
/?«i^*\,
cJxta, tvgtlr^g.
trovano in Omero ameniiiie i tini ttoXv e ttoAIt iu qinsi tutti i cajroli'tg, jcoX^tg, ìcnX^fw, 7coXiaai ovvjro
noXiai o
si del genere maschile e neutro: iroXXóg e uoXXot;
noXitaai, jroXiag
4. I comparativi e superlativi in uov, lamg si trovano pi^ frequenti in Ooisro che presso gli
Àttici p. e. yXvxlMv (yXvxi-g), fidaauv e (ir/xiaTog ifiax-q-óg), (fiXìwv (qiXog).
3.
Di TToXvg (rrniXi-g')
si
§.
Oltre fila si trova in
Omero
la
13. Dei numerali.
forma
§.
1.
Personal
l'u,
ìr^g,
ìj, t«v; oltre
14. Pronomi
rtasa^sg ans'je nlavQs;.
—
4
61
—
*
Pronome
indefinito e pron. interrogativo:
Sing. gen. TÌo, Ttv
'
^,r
Plnr. gen. rlior
dat. tì^)
..'
,
dat. tioiai
'
neutro plur. Saaa.
In oarig resta spesso inalterata la prima parte: oug, ozso o
itùnai, OTivae, ueut. pi. iiaaa.
C
L'aumento
j
spessissimo, p.
si oipette
§.
1. Le
vmh fu e
tico,
iarffiinaEioni antiche
m
BOg. ed ottativo
'
u g a z i
n
15. Aumento.
n
§.
:>
2.
La 2
féi,
e.
^ìj
per
oneo o
orrsv,
-if^
e.
;-
Sieiii,
'V
onpa, ouiaTf
.
\
.j
"
Vis per elle, Kwte per IXeae.
i'ìt],
-
-^-v-./'-
,
:
,;..^
;^
i^.v-
16.
T«rminazioni personali.
a9a^
ai si trovano più di S3vente in Onnero che nel dialetto at-
nel soggiuntivo (p. e. tfUkoui, /.ttlfoiui, iS.-iui,
e.. H^tlrja^a, -/.latoia^a, (ialr]a9a, (ìaloiai^a).
.
óyàyco^u, èS-ilrjM, ^aXrjof,
a^a
.
'
iiel
p.
med.
sing.
di spesso
non
si
contrae p.
òdiQeai, sogg. ixicci, imper. pàXleo, imperf.
e.
aor. wdvaao.
duale e la 1. plur. med. finiscono spesso in ^teaùov e (tea^a, p. e. rtirhaaiuaOa.
3. persona plur. invece che in vcm e vio termina non di rado in atai- e ato, p. e. dsòaitnai, èmrerqttffaTai, TLtiato e xt'oro lattico t-Asivro), Titrpoliìjaco, ytvoiaio
5. L' infinitivo termina spesso in //«y«i, abbreviato /(f, p. e. pres. TV7tTÌitev{ai), fut. à^éfitv^at),
tkiUo ^contratto
La
4 La
3.
i'irltv),
i. pars,
4«r. il^ifuv ai} perf. Te9vàf4év(ai), aor. pass, ^a^l^^ltv:al^.
L'ìnf. aor. li. aii. termina anche in ittv, p. e. Idtetv.
."
.
,
17. Soggiuntivo.
§.
Nel dialetto Omerico il soggiuntivo buon numero di volte non differisce dall' indicativo per db
conceine la quantità della vocale che precede la terminaìiioue: Yoiitv per uoiiev, niqtvofitv per
xoTtaatTai per vjntiaarjrai^ aor. II. pass. daiitUve per daiiiìjie ( daiitjie \ Si deve quindi
por mente a distinguere le forme dell' a. I. attivo dalle forme corrispondenti del futuro.
che
Stftnofitv,
I». Verbi
§.
^i
contratti.
«w
presentano forma: 1) sciolte, 2) contratte, ovvero 3) distratte, vale a dire in
alle vocali risultanti dalla coutrazions si premette uu' altra vocale breve accentata dello stesso suono:
1. I verbi in
l^ntti, ÒQ^i^, fhkiiai,
ìMav
(fut.
da ihxhio).
A
cagione del metro però si inserisce talvolta una vocale lunga p. e. fjìióioaa (attic. ìjiSoaa da
ifiàto), ovvero la vocale breve sta dopo la vocale che risulta dalla contrazione, p. e. ^liénvcts (attico
iJifiùivTeg.
2. I verbi in
4:
jdittnagbi et
o
iw subiscono alcune
tv, p. e.
volte la contrazione, so
dalla contrazione possono risultare
téhl, zthxai. Alcune voci contraggono le per anomalia
in
ly,
p. e.
òoqm^irpr
(A>gjr«() ceno). Si noti l'inf. irreg. (fo^t^vai {tfoqéot porto).
Nelle forme sciolte
lungato
si
trova
ti
invece delta vocale caratt. del
3. I verbi in
ów ammettono per
r
in
del
tema
co,
p.
e.
tema
e; p.
e.
hililem.
lo più la contrazione delle vocali. Nelle forme sciolte viene al*
vnvwovies- Forme distratte sono àqòioai Cattic. ÓQovai), dijwyev (at-
tic. dìfiohv).
§.19. Tema
Vi SODO molti
qnisto), ittltio (divido), /(f^jUij^i'Cw
doj ha
il
tema
ìviti.
1.
no^n
A^e
r^
tema verbale.
'H-'"
"'
j;.
§.
I verbi puri che
piano spesso questo
del presente e
che hanno y per carattere, p. e. (taovltio ^erzo), cthtTratt» fcon(curo, medito j, noXtititw ( combatto^, mvffeìJitfit batto,- iyiaet* j^sgri-
-verbi in tia
ape.
20. FuL
e aor.
I.
att.
e med.
non hanno 'una vocale lunga innanzi al a del
càdtaaofiai, vt'nuaae,
hdwaoe;
fut. e dell' aoristo, raddopalcnni invece nel fot. elidono il «igina, p. e.
da f^ta).
tper tnqiaei da mtfiiiwfH), i^wai
2. Alcuni «erbi ia l, fi, e, ^ conservano il a nel fot. p e. èKtlaeqtev (ritUbuf, aie^a (xei^),
{oq-yvfu). Nella forma .aoristica òfpiXketev (^èfftìXio) si è assimilato il a al X.
3. Alcuni verbi formano l'aor. I. att. e medio senza il 0, p. e. ìxieva e tsvte (ze(i*=xn'«i)y
(fer iqt'aovci
StfdfW iatiu), ^levato (àisvoitai), ixi^, apgg.
^ti^o/i^,
mf.
tìjoi inaiai).
•iTrfiHifrJÉirfri \'àìMiÈià
I^ov, I|«s
aso e o{}atv
e.
anche
a
dell'
si
,
participio dvaófuvos ^OJ.
il
62 .-
trara spessa volte n ei « ianinzi alle terminazioai persoDftli nell' aor. L,
W-vàuuat , óóiTso di fi .•3>n') f )rin iti a questo mnlo gli imperativi: p. e. filijaeó {Salpa);'
ùStcs (Syci), oìas (q^Qtt) , gli iafiniti d^ifiey^ai), aautoifiev, neXevatfisym, e
HQ-»vftt
Invece
4.
I.
24).
§.
1.
n
2.
I soli
«I.
Perfetto.
raddoppiamento non si tralascia mai nel dialetto Omerico faccetto dexarai, ma diòsyiiat').
I perfetti tfiuoQa (jitiQo^iat) o tuavuai (aivcji Simo formati a guisa dei verbi che cominciano da ^. Circa
inirra — YtFokna (più che perfetto iciLrtiv \ ioQya -= Pè'Fo^yo vedi Qram. §. 115; èe^fiiiios ^= aa*
(otiQtt, corda, catena, couf. il lai. ser-o
aiQ^tivos
r
.
aspirazione, p.
poi participi, p.
temi
x/xo.Ta
e.
e.
in vocale
formino
xó;rr(t>
TisrpvCai
(-=
>.
I. Spesso si
incontra il perf. IL, sempre però senia
Persino dei te ni in vo3ale si trovano forme senza x, spieeialmento
^SÀ.utj'àca
xatiyw),
rc^i^ùrog e te^yijórog ijhf^aìUi}).
),
parf
il
jrifuyiaji
93.
§.
Più che perfetto.
Omero ha
conservato le d'^sinenze antichi ta, eag, es v), le quali contratte danno «'»») oAtf(7.
Oram. §. 118», p. e. iiti^iJTrta, idia io sapeva (per ^'d-wa/t lat vi-deram;, he^iJTrsas, lóse o jjót]; 3,
sing. (ièpXriyLtiv, òtòunvrìiutv,
a».
§.
La
terza
persona
Aor.
ililx9i]aca>
da
ftlp'i-^ti
ipiyrvfu), dai.tiitTe
i
i,
plurale
esce
e
volte
pass.
II.
in
i'xfa^tv
óóftvtjfd), aa/T^i] ((Tijtto»»
Oss. Di haQ7cip' {TtQma)
si
tiova
§.
Nei poemi
1.
spasso
I.
ev invece che in rjfiav, p. e. itilx^sv (per
per i/.iàdijaaf da -nttìvio , tqcuptv (per hQaipijaon' da tqitfM ,
2. Il soggiuntivo va spesso eseutj ila e )ntra/iioue; l'è pareschie volte si allunga, e la vocalo
che precede la terminazione s' abbrevia spesso nel dmle e nel plurale, p. e. séQsi^éii) (eó^iarua, fuyéoHn
1.
d'
Omero anche
l'
il
sogg. Tqanttoiuv (per metatesi).
«4.
Verbi in
/«.
^
indicativo pres. dei verbi in ;a è formato
a
foggia' dei verbi
contratti p. e. ti9éig, didnìa9a, òiàoì.
2. Nella terza plur. imperf. e aor. II. si aggiunge spesso»/'— cr) invece che «rav alla vocale breve
tema p. e. ìtv { =l'effav), tatai> e actii' ( tacìjaay), tlìav e /JaV (^—e^ìjaavj, eq>av e q>a> (^:=e<pa-
del
.
OOf, irfvv
(
- tffZaav
).
3. Nel sogg. dell'aor. II. att. si abbrevia, secondo il bisogno del verso, la vocale aggiunta alla
vocale caratteristica del tema e questa si allunga; la vocale a del tema può indebolirsi in«, il quale si
allunga non di rado in et.
1^
g»
,
9iuo
2 ^eise, ^'5s
3 ^e/fl, ^rj
Pers. 1
S
iùtjai, itarj
Duale
o^vS' Pia
iraQ-atijetw
£
.aitiofitp, (rriiofiev,
Pers. 1 ^iume», 9ùo(iei'
naia-pélofup
i
4. I verbi
-
'
'
Aor.
'
%.
...
'"^
%i(, nel
dialetto
d'
Omero ha
Pres. ind. plur. 3. Uìai, sogg. sing. 3.
ott. ind. ifpta, plur. 3. Taccf, sogg. tiot,
Aor. med. ind.
n
le
forme seguenti ignorate dagli Attici:
tijai, iaf. «cfievat.
^m
Imperf. sing.
e òp-^t),
pi. 3. trio. Fut. fjaia, (ài>)-iaa, ott. aor.
inf.
1.
tur, piar.
B.ÌW.
lu^-ifui'.
àp-iacufu.
verbo eìfu (ii quale nei poemi di Omero ha pura il significato del pres. „io vade" )
dfil io sono, oìóa io so, e ^fttu siedo, presentano anch' essi alcune Javiazioni dal dialetto atUeò:
>
5.
'
«•5Ind.
Iirp
Ott.
Scgfl.
Aoristo
Fut.
Imperfetto
i.f.
Skig. infu 1
Ittffc.fM»
im9a
il'
3
H.
?/(«» et)
irfiiv
1
'LOfisy, iiiev
31
t'imi
'
Sing. éUiil
i'w,
2
3
per-iia/
r^a,
i'lifitv{atì
taao
saat, £ig
tiitv ai
)
pait.
i'toai(v
foy, fóvrng
tw
i
i'rjfìSa
I
li;a<, i^fft, 1); tot
ta,
f,tv, ir^v, rjr^v
taaeivat
^
Plur.
1 eìfiiy
3
la<K(>')
Sing. olJa 1
)
I
eiò^au
tóitj
part
tìdopev
1 ìdpev
Plur.
31
fifiai:
plur.
fdtn. ìJt//,(r(
>;4i'(Jj;,
^'Jm
Il
tìdere
21
.
(iat.
I
3. pi.
Torat e éi'arot
ftoro
iitoto,
§.
3A.
Aoristo secondo.
Molti aoristi secondi dei verbi in
i%Ta, licTw, l'xrcrro (tema xTa=:x«»', pres.
w
iq>9lv
oéxto (di^ofiai), c/mxto e /lìxro
^ì^a9ai,it»mA^Xrj=^al,pves.^ttlXcit),àhfO,ulio (dXlnftat),
cpi'f/adat, part. apv^//ieK>S
to), t^lijio,
si
formano a guisa
dell' aoristo II. dai Terbi
Arw>,
ffstw', li-io
ott.
in
fu, p. e.
(p97zo, inf.
ffOifiiry,
(ftiy-rvfit).
§.
(
e
si
xrt/Vwi otto
a«. Forme
iterative.
Le forme iteratÌTe indicano la ripetizione dell'azione; esse sono riconoscibili dalle lettere «nt,
inflettono come l' imperfetto dei verbi in cn Vi sono impeifetti ed aoristi iterativi.
I verbi in w aggiungono ai temi rispettivi v. §. 22 ) nell' imperfetto e nell'aoristo le desinenze
«rww e o%ófH7v, innanzi
iìXbi'),
alle quali havvi per lo più la vocale * e
Ttek-e (TMO (jriXofiai), ^oa%-i-ayixn>in(finaTuo
(q^yu).
Vi
sono
però
anche
ben
di
lado la vocale «,
e.
p.
qì-w-ia-a-z/ìv [^ìiriv)), Vk-e-axE (aJp/wi,
',
alcune forme iterative
nell' aoristo
primo: p.
e.
tx-t-omo»
qry-t-ane
ìXd-ua-ane (iiaéito),
prijoà-avieto ifiipvrjOTuo).
foggiano le forme iterative in a-nov e amt-irp/
Anche
òidó-€TMv, ^iinvi-(ni£TO, vU-aneto (luti-tai), tarutv per ia-awv (lìfii).
dei verbi in
//i si
p.e. tqia-aitav, ara-incov,
Aggiunte e currezioni:
30
r»t
»
»»
r,
"»
„
«»»
t,
»«
rig. i ìeg. maschile e neutro invece rlie iiafcliile neu in.
37 „ 7 „ Un» conRimaiite denide min» rome pure il r ecc.
39 „ 9 dal basto Irg a'{ invece rh' ùi|.
Hlla |<ag. 18. $ hS (tùSttCfiav) inverr che tviaiftor.
56 „ leg. XQilaaav invier che xptCaaor,
65 nel D. Duale \rf. ot'v 'nvei-e rh. ot';, e $. 66 ie i li'C- {^ivo; invece che ^iivos.
78
1
„ Nell'altivo la prima euc. „
n 1^ prima ere.
(V. S 101. 3)
104
2 „ (V. S- 101. 2)
„
„
(v $ K». 2). rig. 4 leg. KXtiiui invece che xpn;».
105
1
„ (v, ^. 101. 3)
«
n
fxtoptt.
116
29 Si nnfi che il perf I. ìjnaxa fu poco usato, ed è piii eeei*nte VliMiaiidt-nJ d>-l pcrf.
<•
i
i
i
»
3»»
121
128
'3*
139
1*1
48
„
a
40
dd
—
leg.
t-Tt-TtU-x-tt-r
invece che f-ji-Xé-x-u
""•••
»
1
„
28
»
„
lojKìtov
„
15
„
^pC'O*!)», e J. 142, rig
al nura. i.
US.
iSivft[tu invece che S^v/if^iiu. e lig. 16 lee. i-S>iQ<iv ^ataav .nvrce che t l<)iir-9uaati.
Quanio alla vocale fund. dei Inni in il, q valgunii ecc.
Neli'aoris'O I. paHsivo invece che „\ell'aarisio pusi-ivo" e si inseriaoa alla fine di qnenla proposi ione: nell' aorisro II. si asciunee ai i.-ma verbale il snln ( che si allunga coiae I' c
sufH-KO 9(.
8i noli che i&i!if9>iv è ferma usa'a da Krodoto.
Il Icg
126
127
rig.
'
pioperispnnieno invere
yf
S
leg.
»
I.
elle
•
*»'•
laoìiov
(tema /il^).
„
„
3
r.
Ire.
\...
peri.^poroen»
apparieagouo invece che «pparieugo,
erg.
19 leg. àUS-^-«oftm.
,,'
—
*
*
"
''....
»
—
P»(. 11, raselU
V
64
—
inveee ohe I, e nel modello ìjtoq os, ìiTog t; pag. 12, rig» alt, leg.
àjvx'ii-ét, ixQaiiìt, is; peg. 13, rig. 18 leg. nòl^t-ti)tK; pag. 15, nel modello liog. dat. femm. leg. /o^^atfi); pàg.
16, rig. 6. sing. Dentro. utfaXqt, $. i6. rig. 8, leg. ^n^; pag. 2t, $. 66. ini. ind. neutro, rig. 4. leg. Srqv; pag. 22, ^. 70.
rig. 7, leg. MfyuQait; tìg.B,'ÈXrvatvttót; pag. 26, $. 93. rig. 1,leg. rjvtÓQ^oov; pag. 26, $. 97. part. fem. geo. Tiumongf,
imp. pass. 3. pera. sing. leg. riuaa&a; pag. 28, j. 99. pres. sogg. pass. 3. pera, duale Ug. dt]liSa^ov; pag,29, g. 103.
CI. tersa, 3. alóUm; pag. 30, %. 108. A. avv. rig. 6, leg. y^du (do oracoli); pag. 31, $. 113. nel modello rig. 2, 1^.
t-^v-w; pag. 32, rig. 3^ leg. natiiv-att-aa; pag. 31, $. 119. nei modelli, nlt. riga, leg. earatt. o inreee che u;
pag. 36, $. 124. B. riga alt. tem. veri. (fgUy; pag. 37, $. 129. rig. 2, leg. xaXi-aio, xi-xliì-xa; $. 133. rig. 2, leg.
ixittvaa; pag. 38, voc. fond. car. del fìitnro leg. a, e, ì, u, nei modelli (pagaaio; pag. 39. alt. rig. leg. Stiafu; pag.
45, §. 142. terzultima riga flefllioral fioi; pag. 46, rig. 29, leg. fSi; pag. 48, al N. 4. aogg. leg. t-r\-zt; pag. 49, al
N. 7, leg. Perf. II., rig. 31, leg. (fojxcóf).
^.ieiJUÈÉ,àJàìàà
dei Bonii aentri leg.
.
sS5s^«^*>v'^?^-j5*'^"^'- ;
iST''
-x
:Bt^.
v'ji;.
'.-
Delfo stesso autore
De
si
ordine et temporibus,
svet, Saloigra v
,
trovano vendibili queste opere:
quibus
compoaiierit commentatio.
Novi
f,-;
•
Horatiiis?
singulas
;
treh djanjh.
'
satiras
,
;
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