^ OFTHÈ 11$ 14 GRAiyiWATIGA GRECA / y''^ DEL AINTOIVIO DPi^OJF. R. .Ispettore I. 'P;^ scolastico IiLL.OI>IO provinciale W; M -e%^^ r • A, ;, _ , ^- * -, '''•ift:;«s-r^--&;;t^---. Oorizia tip. Seilx. -\L. :.S ' '"''"-^^fii'^: ' ^ : m-."'' GRAMMATICA GRECA DEL 1*1^01^. I. AIVTOIVIO BLLOOIO R. Ispettore scolastico proTinciale. Tàs intióam ò^/ttr y*yvo/tfva( ntl twv tij(vàv »aX %àv SXlor inanuv, ov ila Tovs iuuàvovTas roti xa9-tmàaiv, alia èia rouf lnavog9ovvras, xal xoluàvxai àlC rt xivttv Tcàv /<i) »aXà( t)(óviav. 'laoxQ. Eietyóf. i J<ìA^(m j V- Qorìzia 1870, A tipografia Seitz. spese dell' Ànt. ed. \*f' '.i.- - '.-:. jf\u^'- ,.' :'v--fv ^H V -^..->^».rv-M:^ autore si riserva il diritto di traduzione e riproduzione. 7ÌiÌliÌÉÌÌÉiin'i'fiiiiiri"^r-| iiiriiiìiÉMi^^*^-^'- '^^'^^'&ìì^ì^'ìì^.:ì''^'ìì^'£I'^' . PABTEPBm ETIMOLOGIA. ^: ->i' -•.«•• A'A>'>. >.:<,:,, ^!ii^kt.-,L :...^.iL^>^à.^;ii^Ìia>^> ,V.ri~,.", -.j-.n. l'I 1 •.. '. •/>, ^" PREFAZIONE. È ammesso non si universalmente Una peritò di impugnarlo. che in tutto un certo ordine di cezioni l' adagio, che non t' ha regola senza eccezione; tuttavia Leibnitz regola, così egli, il non farebbero che scuotere quella certezza, e lasciando da principio lei la certezxa enunciato; ora le ec- mente renderebbero dubbiosa la prima vista può sembrare un paradosso, la regola stessa. L' idea del filosofo alemanno, che a pure qualche cosa di vero. Difatti non infonde al suo intento, se fallisce costantemente fatti si applica inutile contiene progressi della scienza, col risalire a principii più alti e facendosi i a un puuto di vista più ampio, tendono sempre a far scomparire danno a vedere che quelle le eccezioni, e che parevano dapprima deviazioni dalla regola, non sono in gran parte che applicazioni di una legge più Animato da questa larga. nesse come lingua greca. come giche, mi accinsi a scrivere la presente più sicuro e il Omero nioso idioma d' grammatica, la quale propo- risultati della scienza del linguaggio, i Procurai quindi far vedere, tenendomi però sempre entro le eccezioni delle mi parve tico persuasione, in tanti quadri o prospetti i in quanto concernono la limiti delle esigenze pedago- regole nel più dei casi non sono in realtà che apparenti. più spiccio per avviare il H e di Platone. non aveva altro unite, mento del greco ; i dotti sistema introdotto da lui è capace di non s' è fatto, ma volli in questo libro rendere di del pubblica r^ione polemica, ed è perciò che io, È Non pochi miglioramenti. è mestieri procacciare mio pubblico insegnamento. nell' insegna- i arti parrà quindi strano che e in ogni d' esempio, risultati esperienza dell' dal principio, fin scelta della pronunzia, riservandomi a discorrere più io cosa non bisogna il pure, appa- assiduamente di correggere ciò che è imperfetto, da me i-accolta ben naturale che in un libro da scuola non deve a mo' mente la tempio del bello. il venute alla luce j)iù tardi dimostrano abl>astanza che che per progredire e nelle attenendomi al detto di Isocrate, garsi di quello che di frastagliare e Curtius segnarono la data d' un vero progresso lavori del però le tante grammatiche metodo sinot- che dì stancare effetto e la pazienza de' giovanetti, e render odioso uno studio che dovrebbe schiuder loro Egli è innegabile che D conoscenza dell'armo- piena giovanetti alla vezzo fin qui troppo comune ai grammatici andavan disgiungere cose che per loro natura i largamente di trovar lasciai all' arbitrio del tutti ì nel corso posto la maestro la punti controversi La un altro volume, destinato a daie degli schiarimenti a questo. Del resto giudicai ottimo metodo quello che per tiene Lo le menti le regole di principio stesso le uscite giovanili. dei cogli occhi il Da regole se non sono coadjuvate questo principio fui guidato accentuazione, mi suggerì temi nominali, oltre all' essere sinottico le ebbi a persuadermi che perocché la quale benché di presentare allo perchè egli potesse nuova, non solo troverà, nella spero, acconcia seconda (terza) afferrare colla mente, allo declinazione ma sterili che con- anche scopo.. tutte vedere processo, direi quasi morfologico, che in conseguenza delle regole fonetiche esse subiscono nella formazione del nominativo; lo stesso principio infine con chiarezza efficace espongono come dal tema verbale '-'' si rimangono compilazione della tabella nella scolaro fosse anche ìntuitivoj dall' intuizione' si mi indusse ad estendere le tabelle che, spero, formino i singoli tempi e modi. In quanto VI all' ordinamento della materia stimai opportuno di non nessuna regola che non venisse imme- esporre diatamente applicata, e trattai quindi la fonologia in luoghi diversi. Volli poi anche evitare la ripeti- una zione delle cose già dette il nome sostantivo, e volta, e trattai quindi appartengono che quelli gli aggettivi prima declinazione della tosto dopo unitamente al sostantivo. Nondkneno a alla seconda, pagina 15 ho dato un prospetto generale degli aggettivi, e ciò perchè reputo del tutto necessario che cose trattate sparsamente vengano raccolte in un sol quadro. Della declinazione dei poi non volli far parola, prima che non ne venisse spiegata la formazione. ruto spediente questa divisione ho nella quarta posto spandimento della vocale potuto dare piiì per d' esporli in tre lezioni classe i fondamentale, perchè come si vede in o-w, e-w, o-w, verbi i ossia in o-jo, e-jo, nanzi al sigma nel futuro. di ridurre le regole erano ff-]o altro cenno suU' origine dell' origi)iariamente e dell' ri su due pagine di rincontro, spero d'aver ottenuto mente confrontarne la formazione. gare, aoristo secondo dopo me il fatta, che gli scolari in Dell' aver il futuro e l'aoristo vantaggio ben rilevante che collocato l' lo il dell'ordinamento di tutti. Così pure tutti quelli che mi parve fanno il Curtius, necessario di accenare che non tutti perfetto secondo. ordine, vale a dire, di trattare in I. con- (composto) il termine vol- motivo testé addotto, e l'esperienza si i da- danno facilmente a credere che la maggior parte dei verbi formino quell' aoristo, mentre non lo fanno che pochi, da quasi in- scolaro possa facil- aoristo semplice, o per usare composto (primo) ne dà ragione conseguenza -il w ad un numero possibilmente piccolo e di non scemarne la forza colle eccezioni, relegai i verbi che nella formazione dei tempi servano la vocale caratteristica breve, alla pagina 37. Coli' esporre ho Qui poi mi sembrò necessario di un al principio presente coU'e- il nelle pagine seguenti (30-36) verbi in ajami, onde poter dare alla pagina seguente Attenendomi m'è pa- verbi in classi. In tema verbale formano verbi che dal così, facilmente unificare la teoria della formazione dei tempi. almeno un cenno che I verbi contratti, passaggio alla divisione dei far poscia le of comparativi in verbi fanno il me enumerati perfetto, e di registrare Nei §§. ora accennati (108-126) seguii sempre il medesimo puri, poi i muti e finalmente i liquidi, locchè i verbi primo luogo spero contribuirà non poco a dar più risalto alle regole generali e a farle scorgere più facilmente. Del raddoppiamento così detto attico non credetti opportuno parlarne prima vo, essendoché anche in questo lo si incontra, dovere ancora avvertire che adducendo gli usai per i verbi della classe IV. nelle ripetere più volte l' come elementi ". che tema del presente sta nel §. 103. leiTt-o ecc. Della qual cosa vorrei che NeU' esposizione costituiscono l' aver esposto d' perfetto passi- i tempi esposti nei §§. 108-126 t. pres. unicamente per non abbreviazione: vorrei ovviare al malinteso che leiTt il ecc., mentre lo è trattare il verbo della prima classe, e di far loro succedere le quattro classi dei verbi cosi detti forse potrebbe secondo la teoria espo- maestro rendesse attenti gli dei verbi in fu stimai conveniente di j£''àéL:.< il verbi indicati al §. 123. Credo di verbi della classe IV. espandono la vocale fon- „ i Con questo avvertimento se io reputassi per rileva dai si formolo rispettive osservazione del §. 108. B. che damentale come nel presente insorgere come scolari. %it con gli irregolari, altri stantechè i ^f-" Tn 142 foggiano verbi indicati nel §. minarmi ad abbracciare parte gli studj ni.) e come G. J. prof. cav. sul trattato mi omerico un E. Lomb. insegnare me agli semplicemente mi sono il della, serie che VI.) fase. tradotto il un breve sua gram- dalla Nell'esposizione della sin- soltanto scolari più necessarie e regole le Affinchè lo scolaro lettura. sulla metrica, secondo trattato IV. voi. non ebbero poca X-1. voi. etimologia del dialetto attico aggiunsi da e Ist. deve sapere per potere con buon successo studiare che lo scopo che a ticale bisogna che principio Lombardo, del E. Istituto che corrono tra quello e questo. mettano in grado di darsi alla li volumetto, tutto ciò che (^imo Koch, prof. le principali differenze tenni al più salienti che del Qui basti notare che a deter- altro volume. che campeggia in questa grammatica, memorie mi mandò. AH' gentilmente Ascoli dialetto di aggiungere suffissi un linguistici (estratto dai rendiconti del matica, che espone tassi la teoria dei accennai, in ario-semitici ("estratto dalle frammenti i Perchè poi abbia smesso la loro aoristo giusta l'aoristo ìari^. il teoria della vocale congiuntiva, esporrò poeti, i sol credetti opportuno sistema di Weitphal e Eossbach. prefisso in questo libro è quello di un trovi raccolto in Del resto vede gramma- restringere l'istruzione più lunga a tre semestri, volendo lasciar più agio alla lettura dei classici. Che soli due, o alla intimamente convinto perchè ne ciò sia possibile ne sono Fino a tanto che uscirà feci la prova. con leggiere mutazioni di esercizi che sto compilando, potrà servire libro il di il libro esercizi compilato dal prof. Dr. Schenkel e tradotto in italiano. Quanto più dietro ogni ro alla I. :^ w^ hxaaa, ei tabella, lo fa w zw'?'*i II. Inoltre tutti f«>w« nell' III. ^ fare con ciò cui in nella superiore il conjugato il benevole parole, professore il il compito appianino di giorno in giorno, r fanno l' scorgerà tosto finito, e la li H che tosto si passerà -ÌìlÌ&ìMài^^^"'i'"^^^ i dovrebbe formolo i terran esercitarsi dell' di quelle le nei loro alzerà uno o l' ad esaminare libretti accento : Poscia mo- altro a un quello di declinato correggerà Ml- voci: quaderni. esaminato abbia se lo scolaro indicato gioverebbe assai intento, p. e. le norma il no- suU' istante, Procedendo in questo modo ed animando gli scolari con levarsi tra essi soddisfazione che una certa emulazione nel voler essere proveranno al vedere ecciterà vie più a progredire. In questo ai verbi irregolari, principio ripetizione professore chiama uno scola- istessa cosa fatto, l' istruzione d' medesima deUa verbo senza errore. Gli errori trovati esaminando il l'insegnamento fino f ore il nella queste nelle declinazioni furo- grammatica. suo compito e vedrà le regole contro le quali peccano. primo a mostrare quali poi facilità, nelle professore osserverà se sia ben altro, e finalmente si rivolgerà alla tabella per vedere me, tenga fermo e lo fa declinare ed accentare a ecc. e infrattanto tutti gli scolari Con uno sguardo rammentando si con più sicurezza raggiungere esposti angolo ^_, domanda, chi abbia già terminato strarlo. per modelli i possa un quaderno d' scrivere ^O maestro il munito fosse conjugare o insegnamento, nell' insegnino dapprima soltanto le regole, alle tipi diversi. scolare a declinare metodo da seguire si Affinchè eccezioni. le no stampate con che al vale a dire su, come le difficoltà modo sarebbe da continuare quali dovrebbero venir appresi in iscuola, facendo dire a . à....:Jw^... : w il si .d-.y ..iaJ.iaìaii.ri^/^fegì;,. me- vni moria p. e. il primo scolaro mentre efp&crut, della prima panca ad alta voce: q>&dvw, scolaro ripetesse Io stesso verbo ad alta voce, poi il terzo, poi il risultato sarà il una sicura dubitasse quanto sia vantaggioso permetta di ricordare parola, ma il il e pronta conoscenza di tutti i far sì che ogni scolare scriva tutti detto di Bacone, che leggendo s' — eq>9aaa, i(p9^, farei che il secondo quarto e via via sino all'ultimo siede in classe. Continuerei quindi a fare imparare alla stessa maniera all'ultimo; e (pdi^aofia; a ripetere la stessa cosa tacitamente. Poi tutti gli altri avrebbero acquista il verbo secondo tempi di questi verbi. i A chi poi modelli nel suo libretto, erudizione, eh» e via via fino conversando mi si facilità di soltanto collo scrivere s'acquista esatezza e precisione. Sarebbe quasi superfluo il ricordare che ho fatto prò per il mio dei libro lavori rispettivi di Bopp, dello Schleicher, del Curtius, di Pott, di Steinthal, di Bumouf, di Justi, di Ahrens, di Leone Meyer, dell'Ascoli, di Kruger, di Kùhner, di Acken, essere il Koch di mio lavoro quanti altri e di coscenzioso. di ho Bàumlein, di Buttmann, di Pappe, di GObel, di Mullach, saputo avere scritto in Consultai pure una proposito, grammatica pubblicata posso sicché Atene nel in affermare 1850 di 6. Gennalia ed un' altra pubblicata nella stessa città nel 1862 da Stefanopulo. Adempio che più per 1' amore inoltre per r esecuzione di questo Non un dovere esprimendo dell' arte e i meritati ringraziamenti al tipografo sig. E. Dr. Seitz, per amicizia che per viste difficile lavoro, di interesse volle commettere nuovi tipi sobbarcandosi a spese ben rilevanti. posso infine passare sotto silenzio le gentilezze e gli ajuti che ebbi dai sigg. professori Dr. Eugenio Valussi, Dr. Giovanni Clodig, cav. Ferrai, FiegJ e Schedle, ai quali mi credo in debito di tributare questo pubblico segno di riconoscenza. Gorizia nel Maggio 1870. Antonio Klodii. ' ^ ' v-;f! .>'" '' §. 1 — 1. -AJfa.l>eto greoo. i-r/: La lingua la figura greca ha 24 lettere (yQÓ^i^aza), delle quali ecco: 2 — — — Qualora si trovi sulla seconda vocale di un dittongo il segno (••) dieresi le due vocali pronunziano distintamente, conservando il loro suono naturale, p. e. a'idiog. I dittonghi sou lunghi tranne oi ed ai aperti, ossia in fin di parola, p. e. jiovaai. |. S. Riguardo al suono si distingua tra le vocali: ^ si 3 IO. §. - L' aceenttiazrafle delle parole si fa seconde queste: regole (ytavóveg Tov Toytapiov xùv M^ewv): formole: e»em|ii: breve L L'accento acuto può stare ultima sillaba, sia essa sull' lunga Parole così accentate si chiamano ossitene {ò^vTovog). Il grave è 1' accento acuto delle ossitene indebolito nel Mil/ig contesto del àvrq discorso Innanzi ai segni d' interpunzione si conserva 1' accento acuto. Se r ultima sillaba di una parola polisillaba è breve, acuto può cadere sulla terzultima, sia questa ed anche la II. P«^"lt™a l' !,-,„„ of&qtanog iolunga Parole così accentate dicono proparossitone {tr^naqo^ivovos). si in. Quando 1' ultima sillaba è lunga, sulla penultima non può cadere altro accento che l'acuto, sia poi essa. . Parole così accentate si . f Poche volte trova si Parole così accentate si e p. breve 'lo ttvd-qUTTOV lunga (pevyio dicono parossitone (Trapolrrowg). IV. Sulla penultima, se è accentata, si pone l'accento circonflesso, quando essa è lunga e l'ultima breve. Parole così accentate si dicono properispomene ijrqoTieqiaTna^iivrj). V. te accento , 1' accento circonflesso chiamano perispomene sull' ultima sillaba ma o^ (pevye, ma exe nutìuùg {Ttsqiaitfafiivrj). §.11. L' accento del nomitativo dei nomi è da cercarsi nel dizionario, ma nella flessione si osserveranno particolarmente, come vedremo, le formole II. III. IV. perchè comprendono anche detto, che ai ed oi in fin di parola, per ciò che riguarda l'accento, parossitone, le properispomene vanno comprese sotto il nome codi „ baritone ". cambiamenti di accento. Abbiamo sono brevi. Le proparossitone, le i — mune §. IS. Delle enclitiche e proclitiche. Vi senza accento che si uniscono nel tono alla parola susseguente, I. e questfl si chiamano proclitiche: a) le forme dell'articolo ò, f), oi, al; h) le preposizioni tv (in (in coU'accusativo^, «e, è|(ex); e) le congiunzioni et ("se;, wg (come, che, affinchè); col dativo), elg, d) la particella negativa oi (oi'x, ovx) non; II. che lo cedono aUa parola precedente, e queste si sono delle voci : h chiamano enclitiche = (èyxAtrt/a/); a) i pronomi personali n<w, ^oi, pronome indeterminato in tutti i noi, Tio&iv, Ttoté, noi, no&i (v. §. 69.); d) le a<puji{t>);h) il *iv, xé l'Èrebo (forse), ^ pie; aoì; aoi, aé; ov, ol, i'; aqxotr, casi (§.66); e) gli avverbi indeterminati: jrcóg, nm, mn, particelle yé (quidem), té (e), toi (infatti), vivo vv (ora), (aqa dunque), di^v (realmente), nèq (molto) e de inseparabile come "EQe^óaóe, —' nelNB. Ni e) el^ii io sono, yij/ii dico, all' indicativo presente, eccetto el (tu sei), ft'jg (ttì dici). s' adopera davanti a consonanti, oiV. iimanzi a vocali, ovx davanti a vocali aspirate. ; §.13. w I. Le proclitiche conservano l'accento: 1) in fine della proposizione, p. e.^jjs ? oìi; 2) wg, àx posposte al nome, p. e. d^sòg òig, tovtiov Ix; 3) wg otVrjg (così). NB. Invece di orrwg innanzi alle consonanti si scrive ovvoi. — = II. Le enclitiche lo conservano: 1) in principio delle proposizioni, p. e. rivtg Xtyovaiv; 2) dopo elisione, p. e. ttoUm d' elaiv, 3) quando si vogliono far ristare nel discorso; specialmente poi eartv nel senso di t^eariv (licet), inoltre si scrive ìanv dopo le particelle ovn, pirj (non), «, ùg, rtai Ce). r _ 4 _ §. 14. Ecco le regole della modificazione del tono (ttsqI èyxUaewg tóvov): _ 5 — 1) in tutte le preposizioni che finiscono in vocale, eccetto ttsqì e ngó, axqi o fiéxf^i (sino), p. e. viv' avè-Qtó/rov per VTtò àv9qÓ7tov, neql avd-qéTtov; 2) in molte particelle che finiscono in vocale (sed), de (autem), té (que), a/ore (sicché), breve, p. e in ana (simul), aqa (num), iva (affinchè), ma àXM m che, perchè). Non rote (tum), ore (quum), (ancora), ovxìti (non più); non si usa però mai in bri si elide v breve né a, e, o nelle voci mon(isillabe. (NB. ire^i'^^intorno, Trpó^^innanzi, t'?ró=da). Kiguardo l' accento si noti, che le preposizioni e congiunzioni ossitene perdono 1' accento nell' eUsione, ma che le altre parole lo trasmettono in forma di accento acuto sulla sillaba precedente, p. e. àtX' èyd (sed ego) invece di alla eyé; el'it' cìv7]q (sum vir) invece di eli^tt dvi]Q. Nel concorso di una consonante tenue collo- spirito aspro, avvenuto in conseguenza dell'elisione, si noti che la consonante tenue innanzi allo spirito aspro si cambia nella corrispondente aspirata: p. e. iq>' ijjuwv (da noi) per v7t' r/^tiov. La stessa legge vale anche nella composizione: p. e. èfiarijni (prepongo), per ijr' ìaTTjftì, e in ogni altro caso simile: p. e. oi-x ovrog, per oi'x ovrog. ( — 18. §. La una vocale finale con una vocale iniziale della parola coxiha per segno la Coronide (v.oQiovig\ La caronide si pone sopra crasi, cioè la contrazione di secutiva in un suono misto, — quella lettera che rappresenta il suono misto, e se questo è un dittongo, essa sta sulla seconda vocale. La crasi ha luogo 1) nell' articolo; 2) nella congiunzione -/.ai (et); 3) nella preposizione ttqó (innanzi); del pronome relativo o (quod) e a (quae): p. e. Tovvo^a per tò ovovia (il nome, 4:) nelle due forme tàh^d-ég per tò alrj&ig (il vero), -Mneira per xaì tìreira (e poscia), y.^ta per xcì eira (e poscia). Oss« lìL't T(5 iTlgov §. 19. fl'altro]) si soscrive sol(iinto allorché l'ultimo degli elementi che si uniscono abbia lò IfiuTiov (la sopravestc} ha converlito lo spirito aspro il r e &oìfiuTtor per Talvolta si elide una vocale tra due consonanti, locchè si — i. 2) In 9tttegov per &. in chiama sincope (ffuyxo^rif), p. e. ylyvofiaL (nascoj per yiytvoj.tai. ao. §. V tflsi , Talora, particolarmente con l, (ìal, §la. {neràd-saig) ^i, v, q, si traspone la vocale ed é ciò che si chiama meta- : Declinazioni (y.llaeig). 31. La lingua greca ha cinque : il nominativo foWiUaoTtxiy), il vocativo (xAijrixij) *) (óoTiY.tj), l'accusativo iahiaTiy.rj); tre numeri (àgi5-|iioij: il genitivo (yew/.if), il dativo il singolare {èvi-KÓg), il duale (dit/óg), il plurale [Tilrj&vvifAÓg). Il duale indica che si fa menzione di due persone, o di due cose. Il duale non ha che due desinenze, Tuna pel nominativo, vocativo, accusativo, l'altra pel genitivo e pel dativo. Il vocativo é uguale al nominativo sempre nel plurale, spesso nel §. ca,si (irrcóastg) singolare. §. tevi §. Tema si I casi si formano aggiungendo al tema (&tfta) le terminazioni (MCTalr^^eig). chiama quella parte stabile della parola, che ci resta dopo aver detratte le terminazioni aggiunper la declinazione (tema nominale) o congiugazione: p. e. di veaviag il tema é vsavla **). aa. 23. Il nominativo differisce per facile il separare dal §. 1*4. §. 25. §. 26. tema lo ci mostra 1' esempio recato, nel quale è I generi sono tre: maschile, femminile, e neutro. Il genere dei sostantivi terminazione, dall' articolo aggiunto, ed in fine dall' uso. si Eiguardo all' accento vale questa regola: L' accento rimane su quella sillaba, nel nominativo, finché lo permettano le regole II. III. IV. del §.10. Vi sono due declinazioni: la in consonante, ed alcuni in o, w, §.27. più dal tema, come la terminazione. Nella prima declinazione prima comprende i, i conosce dalla che l'aveva' temi in a e in o; la seconda tutti i temi v. terminazioni sono facili a separarsi soltanto nel nominativo altri casi sono strettamente unite all' uscita del tema. Proporremo quindi nelle seguenti tabellette le desinenze dei nomi in questi casi, come si presentano all' occhio, senza distinguere la terminazione dei casi dal suono finale del tema. le e neir accusativo singolare, ne?li •) 11 vocativo non è veramente che una forma di inferjezione. **) I temi come vedremo possono essere derivati, p. e. ri/Àa da n, e sono allora bisillabi o polisillabi, ovver» tema è nello stesso tempo anche radice, ed è monosillabo. - e lo è, perchè tutte le radici sono monoriillabe in forz» di Dna ìeggn universale. Questo ha luogo specialmente nei verbi, p. e: (fvy è radice e tema verbale (è-ifvy-i), mn tema nominale e (fvy-a. il — §. SS. I. Temi in 6 — 7 — declinazione §. 90. II. (Comunemente seconda Temi declinazione.) Osservazioni ad 1. I maschili e i feiumiiiili aggiungcmo nel nominativo singolare al tema il g, nell'accusatiro il v. I neutri prendono questa terminazione anche nel nominativo singolare, e nel plurale escono in a I maschili e i femminili indeboliscono nel vocativo 1' o del tema in e. Solo &eóg (deus) fa nel vocativo tZ &£Óg (o deus). Negli altri casi i maschili, i femmiaili e i neutri, si formano tutti allo stesso modo. in Kiguardo III. IV. del §. accento all' 10. — Le si osservino le regole n. ossitene anche in questa i numeri diventano perispomene. 'Aóel(fóg fa nel vocati- declinazione nel genitivo e dativo di tutti e tre vo aSeXcpe (fratello). Osservazioni ad 2 (Declinazione attica). Alcuni temi escono in w. Si noti 1) che Tw si conserva in tutti i casi; 2) che 1' twro gli si scrive sotto anche in tutti quei casi, nei quali si trova nella declinazione dei temi in o scritto appresso; 3) che le ossitene conservano l'acuto in tutti i casi; 4) che sia si considera riguardo all'accento co- me una sola sillaba. Paradigmi. — §. ao. ' " 8 — Aggettivi {sni&exa). Gli aggettivi iri' o-g, tj od a, o-v seguono nel maschile neutro la declinazione dei temi in o, nel femminile quella dei temi in a. L' a nel nom. sing. di questi temi è sempre lungo, perchè preceduto da Q, £, t. Si osservi che il femminile qualora lo permetta 1' ultima sillaba conserva l' accento dei maschile. Eccone un modello : Genere ^ §. SS. -9 - Seconda declinazione (<JewfV« (Comunemente La seconda declinazione abbraccia • "^'«"s)- terza declinazione.) nomi maschili, femminili e neutri, colla desinenza del no* nomi di questa declinazione hanno nelgen. una sillaba di più minativo in a, i, v, co, v, q, a (xp, |j. I che nel nominativo e perciò dai Greci son detti ns^itToailla^a. §. 3 3. Detratto l' og al genitivo singolare si ha il tema deUa maggior per formare tutti i casi basterà aggiungere queste terminazioni: Singolare parte dei nomi, al quale ^ *>>itvy.riij-'yi!;,.^?/*' §. 89. Temi -lodasse Prima. in: '/ s?®-. — §. 40. Temi 11 — Classe Seconda. in: -.' § 41. ~ 12 — — is§. 4». Temi olasse quarta. VocaFe in cioè in 1) O, di gen.: 0), m.o fem. fenuninilfl Dsc.delt. n nomin. si forma 2) ev I il ov. oev, £v g g ttv WQù) g YQCtv g TteiSióogYfvg tJQw g og yovev G. D. yové log i yarié-i) ài yqa yqa òg ^o 7i:ad-(6-i)ói iJQto t /Jo yqttv V ^OV e yové yovev rJQb) L'a. /Jor (y. §. t I g noh a IxSt ìav yqm tiÓXa, N.A, Tteid-có G.D N.V oìv:,ìo oiv TToXé Tteidvi TjQW sg yov{€-eg)étg yqa eg (?o eg G. TTei&WV rjQbi ù)v yqa ùv /So wv D. A. neid-olg 7JQwai(v) yovev nei&ovg iJQioag.-B); I^Qtó Signifie. [persuasione | presenta yga oiv yqa yovs OIV yové e eroe e e yové ìaaTv aoTe-og,-wg j. laW(«-t)a ìfìo il T^^ tema e Ix^ otv Ix^ nóX(é-eg)eig IxShi jróXe e aarv laarv oiv av dare eg ìav eg aaT(£-a')ij wv \av ai yqavaitv (?ot) ai(v') jtoXs wv lx9-v ci)v av TToXe ai (y) Ix^vaiCv) av yqav g §ov tr6X(eag) etg' lx3vag,vg av-ttg,avg genitore | vecchia | g bove pesce oiv aa%e wv aiiv) aaze ai (») \ città c^-S-^^) e oiv e 1 Sg b)v yové temi in I con V = nom. esce fCEt&OlV óg g og av t av r av 34) I j hv. TjQW V g s uìg\ Ix&v óg ?rói« t 7TÓX(e-i)ei, ix9v V ìxd^v V JCÓXl forma con a si m oi neutro sigma OVS g N. A. V. V, I col to t, maschile o femminile | I g Des.d. n. 3) I maschile o femminile I 1 senza , aar ie-ayij troia città sono in realtà temi che escono in consonante, giacché il toc. Avvertimenti. 1) I jrei&oi sta per jteid-óFi, il gen. Tteid-ó-og per Ttei-d-óFJ-og, ed ^qio deriva da ^^P. questi temi appartiene pure il tema aldog che fa nel nom. ^ aldwg il pudore, acc. aldcH. 1 temi in o hanno Tace. sing. ossitono ad onta del §. 15. II: jretd-w; nel duale e plur. seguono la prima declinazione. 2) Dei temi in et;, av, ov V v innanzi a vocale si cambiò in F, p. e. §ó¥-óg ('bovis) che venne poi omesso ; ^oóg. I temi in et» fanno il genitivo atticamente, nel dat. contraggono e-i in eì, nell' acc. sing. e pi. hanno 1' a lungo, e non ammettono contrazione. Nel nom. plur. eeg talvolta si contrae in ^ailSjg. Ileiqaievg (Pireo) fa nel gen. Ileiqaié-iog e Ileiqaiwg, acc. Ileiqaié-a e 1JS, come p. e. in JlBiqaià. — Xoevg (misura), gen. xo(,éwg)iSg, zoet, xo(«a)5, xo^vj X^eìg, xo(étav')iì)v, xoev-ai, xo(é-ag')ag, o, io A — — %0EÌg; xoé-e, xoéoiv. I temi in av, ov, fanno l'accusativo plur. in vg, in guisa che si dovrebbe scrivere yqav-vg, pov-vg; ma siccome il v innanzi al 5 si elimina, si ha yqavg, /Sorg. singolare 3) Quasi tutti i temi in i, e e in tutti i casi del duale i temi degli aggettivi in v cambiano questa vocale nel gen. e dat. e plur. in plur. e-eg, e-ag in etg. L' e-a dei sostantivi neutri — e (e3, si eP). contrae in Nel ij, ma dat. sing. si contrae e-i in et, nel non l'e-o degli aggettivi, come si Gli aggettivi formano il femminile aggiungendo al tema rinforzato iti: yXv%e-~ia. vede nel modello. I temi monosillabi in t, v allungano il loro t, v nel nom. sing. che serve poi anche pel voc. Jl^Z'-'S (braccio) e néXe^v-g (scure) nei casi accennati mutano v in e, (jrij'xewg, yreAe'xewg), e prendono nel gen. sing. la terminazione attica, mentre tutti gli altri temi in v nel gen. hanno og. Si noti eyxeXvg,-vog (plur. èyxéXeig) anguilla. Alcuni sostantivi in vg conservano t in tutti i casi, p. e. ò, fj nóqTig,-u>g giovenco e giovenca; xtg, xtóg punteruolo, e ìdqig, ìdqi, gen. ìdqiog perito, pratico. Sing.N. G. D. A. V. - • v-V;.;> 43. §. ' =''-;(^5r,"-. '•> : — ; 14 — Sostantivi irregolari della seconda declinazione {'u4vé^taXa). I. Fu detto nei §§. precedenti, che alcuni sostantivi formano i casi traendoli da due temi differenti, Ire^ox^a/a. Ai sostantivi già indicati sono da agche hanno la stessa forma del nominativo giungersi anche questi : 6 cnvcpog (bicchiere), rov aywqiov e rò axvq>og, rov anvfovg; ò aywTog, tov — — e tò ayAiog, tov mtóiov n. Si noti ancora nome il amtovg (le tenebre). proprio Óidijrovg, tov Oldinoòog e Olditrov. -'v;' ; un tema differente da qnello da cui è formato il nominativo. Questa formazione si chiama metaplasmo (/xetaTrlaaixóg), p. e. nom. sing. té òévdgov (albero!, dat. pi. divdqeai- (dal tema òévdqeg), si trova però anche il dativo dtvòqoig; nom. sing. tò òa-x-Qvov (lagrima), dat. pi. óa-KQvai (dal tema dattQv) nom. sing. rò mJq (fuoco), pi. tà mJQa^ toìg in. Vi sono dei sostantivi, che traggono alcuni casi da ; jtvqolg (fuochi di vedetta); cambia il genere, atdóioi e tà atàòia. sostantivi è oveiqog (sogno), gen. òveiqov e òvelgatog, pi. tà òveiqata. In alcuni altog (frumento), tà aita; tò atàdiov (una misura, stadio) pi. oì p. e. 6 rv. Altri anomali in ordine alfabetico. t. 1) è àvi^q (uomo), tem. àveq: av-d-q-óg, avóqag, confr. §. 40. 2) "-^qr^g 3) Tema 4) yi-vjy (Marte), tem. dqeg: ^'Aqeug e tivdqi, , -t'rv avdqeg, àvdqwy, àvdqaai, avdqa, avsq; iivdqs, àvòqolv; 'i/iqBog, ^'u4qsi, ^'Aqrjv e ^'-^qr}, ^'Aqeg. ' ' i àqv senza nom. sing. tov e r^g àqvóg (agnello), àqvi, àqvdai. Nel nom. si usa o, ;- '- «juvóg. ^ (donna); il resto dal tema yvvai%: yvvaiyMg, yvvaiM, ywaìrLa, yvvai; ywaì-me, yvvannoXv ; pi. yvyivot/wy, yvvai^i (v), ywalnag. vaìrLsg, 5) Zevg (Jupiter, Jovis), 6) é, 7} moiv (cane), voc. vlvov, 7) ò iiaQtvg (testimonio), dat. 8) ^ vaì-g, vsióg, vrjt, il oqvig (uccello) forma r; oqvecov. tema xry; tcvvóg, i tema òqvT&. Dal tema òqvi forme: oqvid-a, oqvx&sg, èqn&uv. casi regolarmente dal le 10) IIvv^ luogo delle adunanze popolari in Atene, tem. il vecchio, plur. gli ambasciatori, S. è Ttqia^vg (e ò trrqsa^itìjg) (tov nqea^vtov) (t^ {jX vecchio) Ttqeajìvtrj) TOV Tcqéa^v-v & i.iaqtvq: fióqtvqog, v.vai{y), -nvvoig. ecc. vrjeg^ Sono usate però anche 11) ò jtqéa^vg, sing. yt.vva; TLvveg, nvviàv, -/.vvl, tema vewv, vavai {v), vaìg. NB. Il tema vav quando lo segue una vocale per vìjYeg; vecJg sta invece di vrjEóg, come ^aaikéwg per ^aaiX^Fog vavv; pi. cangia in vrjF: vriEg sta (metathesis quantitatis). è, resto dal pi. iiaqTv-<ji{v), il resto dal si 9) Ji¥: Jióg, Ju, Jla, Zev. [per z/Jei'g] tem. ò Trqea^evtrjg {tov jtqsa^evtov) ecc. dell'amba- declina come PI. al jrqsa^vtai, tùv forma Trqea^vtóh' ecc. dei vecchi ìiqvag, ìiqvi-v, Ilv^vóg, IIvkvì, Tlvava. tti^xv: si si , segue: o'i itqéa^eig gli ambasciatori. twv nqia^eiav To7g irqia^eai i tovg nqéa^eig. sciatore Ttqéa^v I 12) tò vdùjq (aqua), tem. v3a{q)t: vdatog, dat. pi. vda-ai{v). Così rigettano nel n. a. v. sing. il t, negli altri casi il g i temi qiqeaqt, fircaqt, dìeicpaqt: tò cpqéaq (pozzo), (pqtatog, ^Ttaq, - atog fegato (v. §. 39. awert. 5.), a^Kpaq, - atog, unguento. 13) o rtog figlio, si declina in questo Sing. vìóg modo : Plur. vleìg 1 viioiv vtov viiog viicov v'ul viéai (v) vi(^ vióv vìe v'ulg vióv 14) ^ x^tQ ^mano), tem. x««?: X«?ós :iieÌi-t&iiàìi^iÈràl^ÌL^/Ìii^É^tJi'ìr;:. ecc. vìeìg ecc., dat. pi. x«?ffi {"), g- 'l^jf^ÌLjixalà.^iàaji^^^iii d. i . ed anche vtóg Duale vìée duale xeqolv. # — §.44. I. Temi che appartengono 2) Temi in v coli' accento 3) Temi in v. (§. 40) p. e. 4) Temi in n: 1) \ „ „ — CEni^era). alla Tcòiaa èxovaa ayuov anovaa xaqieig xaqleaaa èxcóv *-','"• Di tre terminazioni CTptxoraAijy.Ta). v. §. 30. 31. prima declinazione, sulla finale, v. §. 42. réqrjv, xéqsiva, xéqev (gracile); iiéÌMS, fdhxiva (invece di fielccvia), (lélavj-ayoq. À) N. nSg 15 Prospetto degli aggettivi ^àv (tutto, T. §. 39. 2. ìwv (volontario) amv (a Aggettivi. V. Gen. ecc.) jraw-os „ mala voglia) „ %aqiev (grazioso) „ Per formare il femminile di questi temi si aggiunge al tema ìa, poscia l' t che segue il t si converte in a (£xo>Tt«=«/ovrffa) dinnanzi al quale si elide vx giusta il §. 37. 5, coU'allungamento della vocale precedente : s/jovaa.-Xaqisaoa è derivato da un tema più breve xaqier (xapiFerJa), come pure il dat. plur. xaqiB-m. Fu detto già nel §. 39. aw. 4, che ó-«e, 6-eaaa, ó-ev si contraggono in oCg, ovaaa, olrmg, olvovaaa, oivovv (ricco di vino). ovv (si confronti il §. 16. II. NB.): olvóeig, óeaaa, óev = B) deiyivvv (uno che ha sciolto) (uno che mostra) IvS-év (che è stato sciolto) kvaàv vraidevwv, naidevovaa, didovg, didovaa, Participi (v. §. 39. n»idevov (uno che educa) didóv (uno che dà) 2 III. Gen. , „ „ „ IV. V). — §. 45. Tema: 16 - Aggettivi irregolari. — 47 — (ladro e ladronesco), ìdeietlaTotog; v^qiat^Q (scellerato, TÌolento),^ v^fnnóttQog, {fqi<nótaTog; 8qn:a%, ^Afrjh^, gea. df ifAtxog (di età matura), fa è<pr;hx-iaa^jmyos (rapace), àqjtayiaw^f à^Ttayiotatos. rsQOSx à(pr]hx'éa-zaTog. — §. 33. I il comparativo ed il superlativo, come se avessero comp. èmxa(^ittkEqog. composti di zrf?*? formano p. e. hiixccQig (grazioso), il tema xa^ro, comparativo è quella in lov (nom sing. masch. e fem. loiv, L'ultima vocale dei temi si omette innanzi all' t, l' accento si ritira per quanto è possibile verso il principio della parola. Cosi si form» Si elida ^Svg (tem. ^òv) il comparativo f)d-i(ov, tjà-iov, il superlativo ^d-iarog, fjò-iaTrj, ^ó-iarov, mina la sillaba qo nelle voci alaxQÓg (turpe), tem. alaxgo, comparativo alax-itov, aì'ax-K>v, superlativo alaxiatog; sx^QÓg (inimico}, tem. sx^QO, compar. ixd^-tiov, è'x^-iov, ed anche ix&QÓTeQog, superL ex^iSr- &4- n. Un' neutro altra lov), forma più rara del e del superi, in raro, (n. s. tatog, ioti], lgtov). — atog, e ix^'QÓvocTog. §. 55. ni. Formazioni irregolari. Osserv. 1. ''Afieivav, Sqiotos esprimono principalmente le no- Positivo (^sTiKÙ STI.) tema. zioni di capacità e di valentia, delk bontà interna, morale; inx^e/ffdwv, xpo- ^elriiov insinua l'idea «ffrog all' incontro prevale l'idea della forza (y^Tog). Il concetto fondamentale di h^ov non si può determinare con precisione, xa7U.CJV, rùxiatog (pejor, pessimus) significa profonda perversità; z«qwv, xelgiarog corrisponde a deterior, deterrimus; ìjaacav a infeferior, ed è opposto a xQsiaaof, che equivale a superior. 2. L'irregolarità di alcune di queste formazioni consiste in ciò che r t della terminazione lov si è internato nella sillaba precedente del tema, quindi é^ulvwv da à^evioìv (si confr. §. 44. 3, té^eiva da reqevia, ^ihxiva da ;<eAawo). CoUe consonanti gutturali si fonde i in guisa da formare il gruppo aa, TT, e alle volte y e t si fondono terna 3. (v.Q£iaaci)v = nQet-Jcov). Nella declinazione i comparativi in wv, ov in t, e perciò fpduiv, èXaxiwv si cangiano in ijaaoìv, èhxaawv. Nelle tre forme %qeia(5oiv, neiCav, &aaaiav Y i non solo si fuse coll'ultima consonante del tema, ma ne modificò eziandio la vocale in- omettono in alcuni casi il v. Eccone il modello : — :'.. §. 5«. Comparativo Sono difettivi 18 {fU^i7mxa) i — comparativi e superlativi: 19 Segni ^ — so- — oppure si fa pr*' cardinali uniti a aiv (conj, p. e. avvòvo, a due a due, avrtqug, a tre a tre, cedere ai medesimi la preposizione xoxa o avi, p. e. xa^' hux, a uno, òvà réaaageg, a quattro. rqinhiivg, ànhìvg duihyvg (simplex), (duplex), Trtyranhovg Moltiplicativi sono: V. ecc. ISotUsi no ì ancora le duplice, « i ij x*^«?> §. sostantivi: gì. dinMatog, duplus; zQiTtXaatog, triplus; rcoWxniaaiog, molte volte tanto ecc., dioaóg Si hanno anche avverbi: ftopax^, a uà sol modo, óixjj o óIxb, in due maniere; ^ (torag (tema (iovaS), unità (da y^vog solo, uaicq), ij dvag, ^ rquig, ^ ^^óofiag, ^ óaiés, forme TpifffffJg "J ' : triplice. ftvQtag [TQelg /.tv^àdeg aTqauunwv, 30000 Pronomi personali {irqoatomxai), S.Nom. soldati). Pronomi {'Avtuwfiiai). e aggettivi pronominali possessivi. . — 21 — sene. Come avróg per aìX §. • declina alias, oìXij, aìXo, alius, alia, aliud, di allo) forma il pronome reciproco {àU,ijXojTa9^g). si •4. Pronomi H ó 8i questi poi; 6 fitv —ò ós l'uno — l'altro. ly, ró il tema ripetuto QM.-t]Jio (Seiwiìuii). iJimostrattri significato originale dimoetrativo di è, cui si conserva 'v/3'' soltanto in 'ri'. aldine locnzioni, p. a. '^>'-:^S- f. «8. 1. Interrogativa Pronomi 'C 22 — correlativi (^àvrarroócfriitai). — 23 Verbo — ..-.^:^:,-« S.-/-.---.. ;:,W- • (?^/'«)- singolare, duale, plurale, e tre forme : attiva^ I Greci distinguono nel verbo tre numeri passiva e media (diaO-éaeig elal T^elg- ivéqyeia, TtàS-og, fisaórtjs' ^^^lara iveqyeii-ML, jta9rp:nux ^= (leta^aTiTna verbi neutri transitivi ; àfierà^axa =^ intransitivi). Però il medio fiéott. Oi'diTeqa ; Il significato del medio è riflessivo, cioè e il passivo differiscono soltanto nell' aoristo e nel futuro. r azione del verbo ricade sul soggetto. Chiamansi deponenti (dTroS-erjxa) i verbi che hanno soltanto §. 79. : = il medio o il — passivo. I tempi (x^óvoi) si dividono I. In principali (àqxiy.oiy. 1) presente (è svearùg x^órog), In storici (ìaTOQixoi) o secondari II. 3) futuro io fiélhov). 2) perfetto (ó jtaQCMslfisvog'), (SevTSQ€vovT£g'): 1) imperfetto ijraQaTariyióg), 2) più che perfetto (vTteQavvteh.'xóg'), 3) aoristo (é àÓQtaiog). I tempi storici differiscono dai principali in questo: 1) che prendono altre desinenze personali, §. 73. 2) che innanzi §. 74. al I rax.TiTiij'), §. 75. §. 70. §. 77. tema ricevono modi 3) r aumento. 1' (syìiXlaeig) quattro : 1) V indicativo (^ÒQiari/.r/), l' imperativo (TrQoaTamiiitj'). sono 2) il soggiuntivo (vtto- ottativo (é^xnxi/), 4) I nomi verbali sono tre: 1) gettivo verbale. l'infinito (co ànaqéiufarov), 2) il participio (fisxoxrì), 3) l'ag- Il soggiuntivo si distingue dall' indicativo per la quantità delle vocali che precedono le terminazioni personali, p. e. ind. ì.vo-(iev, sogg. M<o-fiev. All' ottativo è propria la vocale i che, posta innanzi alla terminazione personale, forma colla vocale finale del tema un dittongo, per esempio Ivo-i |U£v. (Nella terza persona plur. il carattere dell' ott. è te). Xwt-fjev = Nella seguente tabella si Attivo scorgono le forme originarie delle desinenze personali: — 24 — La prima persona del presente di questi verbi dovrebbe essere quindi in o-fii, ma omessa la terminazione fii, la vocale o venne prolungata per compenso in w. I verbi di questa categoria dioonsi wrbl in w, p. e. Ivi» (per Xv-o-fu). L'altra nei tempi accennati unisce le terminazioni personali immediatamente al tema tei' ad un tema derivato da quello a mezzo Jel suffisso w{vyv}, ed h»eonservato nella prima persona singolare del presente la terminazione ju, e chiamasi quindi la conjugasiona dei verbi in f/t, p. e. deUrv-^i. Il suffisso, usato per la formazione dell' aoristo primo attivo e del perfetto attivo, esce in a, che nella terza persona singolare si muta in e. §. 98. baie, p. e. t'-Te, ovvero — Verbi 94. in co. tema del presente di questi verbi abbreviando l' io della prima persona siflgo^ lare in o, p. e. Ivo) in Xvo. Dal tema del presente si formano; 1) il presente coli' aggiungere le terminazioni personali dei tempi principali, ossia primarie, 2) l'imperfetto, premesso l'aumento, colr aggiungere le terminazioni personali dei tampi storici, ossia secondarie. Ecco le formolo ed i modelli r §. Si trova Elementi J il tema del presente I- | del presente -\- termin. pers. primarie l'éo-vrai | costitutivi |II. dell' imperf.| aumento -|- ^ii^ii del presente -\- termin. pers. secondarie,! I. Indicativo Soggiuntivo | Presente Ottativo { è-lvo-vto Imperativo | Infinito Attivo sciolgo sciolga Singolare 1 Iva} 2 Xveis Duale Plurale scioglierei sciogli Xéoi-iu Xvot-g Xve (di Ttaideiio Xv7rotd«;« v.§.81) particip.,che scioglie: 3 Xvei 2 Xve-tov 3 XvE-TOV Mìrj Xvoi. Xvé-TU) XÌT^-ZOV Xvoi-rov Xve-tov Xérj-tov Xvol-Ttjv Xvé-ziov 1 XvO-fÀSV Xvio-fiev 2 Xve-re 3 Xvov-ai(v) Xitj-rs XvM-fier Xvoi-re Xvoi-ev Xve-Te Xvta-aiQv) sciogliere Xiia-v, Xvov-<fa, (y. il Xvov §.44.4. b.) di Ttaióevca educo: rraidevMV, naidevov aa, jraiòevov At'e'-T Osserv. Invece di Xvo-ftì, Xvs-m, ìm-ti, si ha Xito, Xveig, Xi-u, perchè la terminazione della (v. §. 82^, e venne allungato in compenso 1' o precedente; nella seconda persona venne inserito 1' t innanzi il g, nella terza scomparve il r. Nella terza del plurale Xvov-ai sta per Xvo-vci, perchè il v innanzi al a fu espunto lasciando allungamanto di compenso ad onta del §. 37 (v. pag. 7. sotto la linea). Dell' irregolarità del ^i, nell' Ottativo fu fatta menzione nel §. 80. Neil' imperativo si perde la desinenza &i dopo il suffisso (v. §. 82.J senza che lasci traccia di se. Circa la formazione del nomin. dei participi vedi il §. 44. prima persona andò perduta §. SS. Medio e passivo. mi sciolgo, sonojmi sciolga, sia sciolto Singolare 1 vo-fiai Xv-si 2Xvì] Xve-rai Xvó-nsO^ov Duale 2lXve-a9ov Plurale sciolto mi scioglierei, sciogliti, sii sciolto venissi sciolto Xv(a-ntti Xvoi-^irp> XvTj Xìe-adw Xirj-adw Xvoi-o Xvoi-zo Xvoi-fi£&ov Xioi-a&ov Xvoi-a&rp' Xvó-fte-9a Xvió-fie9a Xvoi-^e9a Xve-a&s XvTj-ad^e Xvoi-ad-e Xve'a&e Xvca-vrcu. Xvoi-vto Xvé-o&oìv, XvTj-Tai. Xv(a-(ie&ov Xi'tj-a&ov sciogliersi Xéead'M Xvov Xvé-a&ia Participio: che si scioglie, che vien sciolto Xvó-^uvo-g Xie-aùov Xvé-a&oni Xvo-fiévt] Xvó-nim-v "'.'1 -*;' 3 Avo Osserv, PV. Xvs-aat, (e -\- at oilMffiai, In = mezzo a due vocali il a si elimina (v. il §. 37.), e quindi rf); per Xioi-ao, Xvoi-o; per Xvt-ao, Xv-ov. Si notino yedròj che nella seconda persona fanno soltanto §ovXei, om, oipei. ', ,2 Xvé-adwacof ^Xonai ne risulta Xó^ per voglio, olefio» cred», — S- »«. Singoiar U. 25 — Imperfetto. 'm — 26 Alcuni verbi uniti a preposizioni hanno doppio aumento: àvo^óu (innalzo), imp. ^aqàvéxofiM (sopporto), lijveixóftrjv; tvo^Mm (sono molesto), tjvéxXeoi'l-ovv'); iragoivéo) (inSeguono la stessa legge i seguenti verbi: òiaitdia (da Siaita furio per ebbrietà), iwaQ(^v£ov{-ovv). vita), sono arbitro, è(Jt>;Taoi'(-wv) e dnjvcov; diorAovuo (òiav.ovo^ servo), £dirj-MVEOv(-ovv) e diijMvovv. §. 93. d-eo>'{-ovv); — 94. Alcuni verbi derivati da nomi già composti hanno l'aumento in principio: èvavtióoiim, sono contrario (da èvavriog), imp. ilvavnoiuriv; ifijreònia raffermo (da mneòog) ìlj.i7tédoov {-ovv); con franchezza (da ira^qtjma) ejra^^ijaia'CófUjv; dvri^nXko supplico, ijvti^óIovv. Molti hanno l'aumento dopo la preposizione, come: 7rqo<fr,Ttiw profetizzo (da ^rgocpi^Tr^g), ^QOecp^ zevov; ovyeQYHo lavoro insieme, avvi]Qy£ov(^ovv) (avve^yóg collaboratore); èyxwjtudCw lodo (iyy.có^iovJ, ève§. — Tttt^qr^aiatofiai parlo Verbi 1 Verbi cui il tema trazione furono esposte nel §. I. del presente esce in a-o, e-o, o-o contraggono §. queste vocali nel presen- 15 e 16. Si richiami però alla memoria che noi verbi, i quali hanno il 97. in a-o, si contrae: «-|-e, in a; a-\-ei, a-{-Tj in cc-\-r] Soggiuntivo Indicativo Presen: a-f-o, a-\-ov, a-\-(o in (f; w; o-f-ot in Imperativo Ottativo (p. Infinito: I Sing. 1 iifi(d-ù))ù) onoro {d-eii)yg 2 TlfÀ,[d-ll)) w iriju(a-ot) ({>-fu, (d-oig) (d-ti 1^ 3 Dual. 2 rtji(a-«)5-Tov (d-£)à-Tov 3 (d-ij) (w-oi) I TiiJ.(a-T]) cc-Toy {d-ri) (ikjflSV iti-re, <éw (d-oi) (7)-ev tm{a-oi) a-Tai T<ju(a-w) d-TCO rifi{d-o) til.i(d-£) (a-ó) (ó-vTiov, Tif-i {a-é) d-rioaav Infinito: xi(.i{d-ov) (T)-o ù Ti(i{d-£) S-ad-ai, {a-é) d-a9ci)v Participio: Tt/t(a-o) có-fievog {d-oi) qt-ad-ov {a-oi) ù-vrog (a-ov) ov-Oìjg d-te dj-^irp' {d-oi) i7)-To \ w-v (d-ov)(S-aa {d-o) w-v 5-Tov Ti(.i{a-oi) iii-^ie&ov \'ci(.i{a-w)w-iiedx)v {d-e) d-ad-ov 2 {d-rf) à-ad-av (a-rj) à-a&ov (d-e') à-ad-ov 3 Plur. 1 ti^{a-n) (u-(ie9a Tiju(a-w) w-fxed-a {de) fi ad-e 2 {d-ri) à-ad-e . Tif.i(d-e) Participio: « (a-é) d-Tù)v tìi-j-iev,- (d-oi) {d-oi) (a-e) S-rai Dual. 1 Tifi(a-ó) ii-(i£d-ov («-«') qiì] iji, {a-oi) qì-TV/V,Tt,u(a-of) Ti/À(d-o) w-(Àai 2 3 T/,it(«-«) ci,t]g \Tlfl(d-Ol) l7ì-T0V,- (l'vTOV (d-rj) à-TOv «/((tt-w) w-iisv Plur. 1 tlflid-o) lò-flEV à-TS (d-e) a-re (d-ìj) 2 {d-ov) iZ-ai (v) (d-co) w-m{v) 3 Sing. 1 Ttfi(d-o) w-ftai tin{d-eiv) àv ajrjv i^)-g, Ti/((«-e) à-a&ov (a-o) w-^iévt] (a-é) d-a&cav (j'ì-ad-tpi {a-ó) li-iievov | {do) ù-viai 3 Attivo Imperi. Sing. 1 f.-TÌfx{a o) io-v 2 f-TÌfi{a-e} a-g 3 f-Tln{tt-e') a Dual. 1 2 è-xifiid-e) a-TOv 3 s-tt(i{tt-é) d-iìjv Plur. 1 è~ri(i{d-o) ùì-fiev 2 f'-ri/u(a-e) 3 £-r(fi(a-o) S-re in-ì' Tii.i{a-oi) qi-i.ie&tt {d-oi) (ji-a&e {d-to) w-vrai. medio verbi : La-co vivo, Inf. óiilidw sono assetato, io non si l^ìjv; óiif'Tjv; all' a viene sostituito jieivdw sono «ffamato, XQao^ai uso, xQ^o&ai 1' nei ?] Treiffni; ; x^ow i quali fanno adunque: Cw, tfjg, t^, ecc. Ques-Tm{a-ó) ló-iied-ov sta regola vale anche per -/.vaco, gratto, ofidio frego, xpdo), (d-e) à-ad-ov raschio. La terminazione dell' indefinito non aveva in ori- (d-e) a-TO do oracoli, (a-é) d-adip' gine _ et, ma e, e perciò si contrae rifid-eiv in njiiav e non è-r/ju(«-w') w-f/«,9^a in ^'W''- I ^^rbi contratti nella forma attiva, oltre l'ottativo consueto (col segno di modo i, term. d. l.pers. fu), ne {d-e)5-ad-e ) {d-o) iò-vTo I formano un' altro che chiamasi term. della cezioni, S-ad-e (a-é) d-ad-wv, ti^{a-é)d-<jd-(aoav Osserv. Nella contrazione e passivo é-Tifi (a-ó) (ó-firpr {d-ov) Ttft(tt-e) {d-oi) (^-vvo 1. attico (segno di modo it] pers. regolarmente v). Però, salvo poche ec- usa questa forma che nel singolare Altri verbi da conjugare: vi-xdco vinco, voXiidw oso, aiydio taccio. "1:^:^^': . — — 27 convoco un' adunanza (sxxkrjala), l^-ev.h^a'iaCov; vjt07tzti<j) (v^roTTrog) sospetto, tuaftiaì^oy; vjtujttevov; TUXTrffogéco (yiUTijyOQOs accusatore}, xazrjyÓQOw; naqavo^ébi (Ttaqà-vo^iogj, trasgredisco una '--r-^' v^. '-. legge, ìtaq-rp'óiuovl-ovv'). ," ^'t^-*J'K-o5~;- /;V: èmXrjataù» ' " ' - . 95. Altri composti prendono l'aumento in principio: /.tvd^oloyiu (fiv&olóyog~) racconto, ifiv&olÓYeov(-ow), ohxtóo^éoi (oly.oóói.iog) edipeo, (^/.oóóue(n'(-ow'), àS-vuéio sono scoraggiatoci» privati^dxj.isovijovv). animq), TO e d-v(iós §. 96. I composti con Jig, se il verbo comincia con una vocale breve, hanno l'aumento temporale dopo àvq: dvgaqsariio sono malcontento, dva-rjQtaT£Ov(-ovv). Se poi il verbo comincia tla una consonante oppure da n od co, ha l' aumento sillabico innanzi la particella: óvgrvxtia sono infelice, èòvatvxeop(^-ovv'), óvawTttw svergogno, idvawvrsovC-ow'). I composti con «5 ricusano per solito l' au,mento, tuttavia oltre eéeQYéreov, si ha evrjQyéTeovQ-ow), da evsQyertto io benefico. §. — Contratti. te e neir imperfetto attivo e tema §. I medio in una sola Le regole sillaba, e diconsi perciò verbi contratti. di con- del presente in: 9S. II. in €-0, si contrae: e-\-s, e-\-ti in ei; e-\-i], in Indicativo Presenl Sing. 1 (piX(é 2 (o) co | amo w cpiX(é-co) (i-£is) e7g 3 w) fìs (t-ei) «t (*- Dual ,2' (piX{te) el-Tov cpiX{é-tj) ij-TOV (é-e) et TOP [é- ij) rj-TOv 3 Plur (piX{t-co) co-ftev 1 (fiX[é-o) ov-(.iiv 2 (i-i) £1 Te 3j {i-ov) oc-aiiy) (*- rj) 2 (fiht-co) (é- (i-iì) il (t-e) sì-zai 3 Dual.l q)iX{e-ó)ov-^e9-ov 2 3 (t-é) el-ad-ov (t-e) el-ad-ov Plur. 1 (fiX(s-ó) ov-iced^a (t-e) eì-ade 2 (i-o) ov-vrai 3 Attivo Imperf.l Sing. \\è-(fiX(e-o)oV'V ri -te (6- co)w-ai (v) Sing. 1 (ptX{^éo) ov-^iai w-uai V)fì rj) rj-rai ,<piX{e ci) ci-fie&ov | rj; e-\-rj (é rj) rj ) rj-a&ov rj-a&ov (piX{e- tu) cjó-fieS-a Tj) co) medio in rj; £-\-o, e-\-ov (é-oi)oi-g, -oirjg {_é-oi) oi, -ohj (i-oi)oi-%e, Cfll(,t-£IV} liv («-*') -oii]T£ I Infinito: Participio: (piìXt-cov) (5v «-TW (J.-OV) (fiXi_é-o) ìq)iX(^t-£) ii-oi)ol-ev, -ohpav] dv-au (t-ov) otv ie-f} tl-uov (fiX(t-oi)oi-uev, -oir]U£v\ ov-yrog Ce-ot;) ov-ai}S tl-ze {e-ó')ot'-vTcov, (fiXie-i) ti-cc»aav (fiMe-oi) oi-fir^v Infinito: (i-oiyù-o qwA(i-ot) ov iù-oi) oi-TO (piX(^é-e) el-a&at, (e-6) ti-od^cx) Participio: (piXie-oi} oi-j.ie&ov (piX(e-(i) {é-oi) ol-adov qiiX(é-£') (e-ol) ol-adrjv sl-a&ov ov -fievog (t-o) ov-fiivrj (e-o) ov-uevov (e-t) ei-adxav qpiA(e-oi) oi-jue^a ù-vtai (é-oi) oi-vTo (piX(t-e') el-a-i^e (s-t)ei-a9xiìv,(f>iX Osserv. 1 temi monosillabi in e non contrazione che in ei, quindi: (t-ov) ov jtXteig= 'ò (t-e) el-TO iT^'ei Dual.ll^ in w; e-}-M in ot. fpiX(s-£) ti (jB-oÌ)ol-Trp>, -otiirr^v^ 2.t-(fiX(e e) et g i-g>lX {e-e)ei. e-\-ii) cpiX(é-oi)o7-Tov, -oirjzov qpiA(é-e) el-rov ié-oi) dl-ads t-(piX(e-ó) ov-(.irpi ov; (fiX(i-oi}oÌ-^u,cfih}irjv rj-{j9e e passivo in Imperativo Ottativo Soggiuntivo -- TrXteiv=. £-cf>tX(e-ó)ov-iÀed-ov ^Xeìg, ma jrXel, , jrXtovai(r) nXélv, , jrXtcav (t-t)ei-adxoaav ammettono altra TrXta) — t-TtXeov. Soltanto òko (le„ contrae sempre {%o dóvv, dovrai ecc.) per distinPlur. 1 e-^iil (é-o) àv-^tev i-(fiX(e-ó) ov-i^e&a guerlo da dico (abbisogno), àel è mestieri, TÒ diov il dovere. Quanto all'ottativo attico v. §. 97. Altri esempi da conju2\è-q)iX it-e) el-TS (é-e) sl-a&e gare : Ttoiéw faccio, daY.iio esercito, dqid^uiio numero, xo<t(u«i> 'ò\i-(plX(e-o) ov-v (t-o) m-vzo 2iè-qiiX (s-e) el-TOv (t-e)el-a&ov (e-é) ei-trpi (e-i)ei-a9Tiv 'ò'.è-cfiX l'--/rXeeg go) - ìi-irXeig, si adomo, XaXtu ciarlo, jtovéco mi signoreggio, inaivécù approvo, lodo, àiieXico (col gen.) non ho cura di vlirfe': affatico, lavoro, rLqaiko ,- III. ino -0, si contrae: o-j-e, òtjH ó-o>)ùimostTO dt]X{ó-ù}) (o-«ig) oìg 2 (ó-ei.) ai 3 Dual.2 drjX{n-e^ ov-rov 3 W-TOV Q-tov (_ó-r[) ù-te (ó- otjol-s, -oti;s (ó- otj ot, - (0- o'i)ol-Trp>,-<Hri-%rp> óì]X{ó-ii) ) óì]X{ooi) w-fJtti. {ó-fl) ol (ó-rj) ù-Tcu. (ó-oi ) o^dv-aa {ó-ov) òvv oi-xmv f o-oi5) ov-aijs m-ZE (o-ó) ov-vroiv, ót]X{o-i)ov-T<oaecì' Infinito: oi-ftip' 6tjX(ó ov) OV dr]X(ó-eìot'-a&at (o-é) ov-a9oi ol~TO Participio: I ótjX{o-oi) oì-^ie9ov drjX(o-ó) oi-fièvog (ó-oi) ol-a&ov Qo-oi) oi-ad-rp' órjX(6-e) ov-ad-Of (o-o) ov-fiévt] (o-ó) ov-ftevof (o-é)ot'-adwv drjXQo-oi) oi-^tsd-a dr^{ó-€) (ó-oi") ol-ad-e (ó-w) Ol-VTO oi'-ad-e (o-é^ov-aO-tov.dtjX {o-é)ov-a-9(aoon', medio e passivo attivo Osserv. è-(JijÀ(o-ó) ov-nrjv Dual.l è- òriX{o-ó )ov-fie&ov I. (ó-e) otj-ro abbia òriXovv in vece che (ó-e) ov-a&ov {o-e)ov-a9r]v II. dopo (ó-o) óv-vto il w e (jj é'J'W'*''dijXnìv, ne dà invece di ov ed or. Perchè tema nell' ragione il mf. §. si 97. Xovia (lavo) scomparisce la vocale suffissa dittongo ov, quindi sXov per i'Xov-e; Xovftai per — Altri verbi da conjugare: òovXóù) soggiogo, fitto, atecpai'óù) corono, ^>;;«ó([) castigo. (ó-e) óv-ad-e Differenza fra ha é*?''?' Nel verbo il Plur. 1 fdtjX(_Ó-o)0V-fl£V f.-òrjX{o-ó) ov-fxe&a Xovoiiai ecc. (ó-e) oP-Te 3 è-driX (o-o) ov-v (io gelo), inf. (ó-e) óv-tov, i-òrjX ^lyóu ^'/ióv, pres. é'y^^S. {ó-ov) óv 3i F-di]X (^o-é}ov-Ttjv § lOO. òriX{ò di]l(ó-o^ óv-vrog drjX(^ó-e') (o'-ot) oì-o Sing. 1 \s-ó>jX (o-o) ov-v 2 f.-dijX (o-e) ov-g 3 è'&tjX (o-e) ov 2 (j>-é) (6. •ot) ol-re, -oitj-te (ó-e) ov-rat, Dual. 1 dt]X(o-n )ov-nsd-ov dtjX[o-é) é-y.ed-ov (ó-r) w-ad^av 2 ( ó-e} ov-adw (o-t/) (ó-adrjv 3 (ó-e) óv-ad-ov Plur. 1 Si]X(o-ó')ov-^e&a òì]X(o-ti) có-^e&a (ó-e) ov-ad-e 2 (ó-ìj) m-ad-e (ó-o)or-vra/ (ó-w) (à-vtai 3 f.-di]X 6iriX{ò-byv) tu» (o-é) ov-rù) oi) ol-£y,-olrj-aav (ó-fì) 01 imperf.l Participio: dijX(o-e') ov oitj dtjX{ó Ol)ol-T0t',-OlV-T<»> ótjXQó-e^ oiv-Tov (6-ov')ov-ai.(v) 2 3 Infinito: dtiX(ó -oi)oi-^ev,-oiri-^iev Sing. 1 drjX{^n-n ) ov-jiai o-f-ot in ot. <y-\-^, Imperativo driX[ó OiJoi-iiifdrjXoirp' dvf.iev (ó-e) ov-re 2 3 o-|-w in w; o-{-ov in ov; o-\-ei, Ottativo w (^ó-tj) dtjX(Ó-Tj) (Ó-fi) oiv-TOv Plur. 1 órjX(o-o') 28 o-f-i;, Soggiuntivo IndicatiTO Presenj 0+0 in w; del presente e il fua&óoy af- tema verbale. già detto nel §. 84. che il tema del presente si trova abbreviando 1' co della prima pers. singolare. Dal tema del presente è d' uopo distinguere il tema verbale, perocché in una gran parte dei verbi il primo non è altro che una amplificazione del tema verbale, vale a dire di quella parte stabile del verbo, che ci resta dopo aver detratte le terminazioni personali, e quegli elementi che costituiscon» i tempi e i modi (v. §. 22.J. Atteso questo rapporto del tema verbale e del tema del presente, i verbi in Fu w si distribuiscono in varie classi, di cui prime quattro comprendono le i regolari, le ultime i cosi detti irregolari. §. tOl. Qui presso si porrà la tabella prospettica delle quattro classi dei verbi regolari, che moPer la migliore intelligenza della pers. del pres. il tema verbale. le leggi fonetiche esposte nel §. 37, alle quali si aggiungano ancora come si possa trovare dalla I. medesima si richiamino a memoria stra, queste: 1. Ogni consonante muta vuole innanzi a se una muta dello stesso ordine; quindi nante tenue esige una tenue, una media dimanda una media, un' aspirata mute: vuole un' aspirata, p. e. : div. Xsx-vóg di (ir e (pr .si forma tìt, di yc e x^ diventa xr : ie^óg . una conso- — §. I09. §. 103. 29 tema verbale, sia essa o una vocale o una consonante, si chiama carattere, e quella recale che immediatamente la precede rien detta recale fondamentale. Di ,. ,, / questa dorrassi tener conto specialmente nella 3. e 4. classe. -= .•-,;,., La lettera finale del .. , — § Manne lOj». futuro: a) col il verbi: 1. A. della Gli Classe I. IL III. tem. v.-ffo-t. p. ilt.ver.l y.wlt 00 - /(«v (flOQtt wihj e ao - ao - fiev ao - fi£v acfax 7 avv ra av£va d aggrappo mXiio amo otjhko mostro I sono: loro: t. ver.- «-(a)o-t.p. il \' ! il | presente mostro fav qiavovfiiv acpal aq:alov^t£v acpdìha inganno atei \(faivto axehtv^tev usviXko i-(ff)o-j[(£v v.qìvov^£v txqlv , fut.cont. \r.qivia |rìÀ Tìh)V(iev ìdfivv di.ivvovfi£v iàfivvw \atq avqoì-fiev mando giudico \tìU.u) svello difendo \atqw trascino xojcTio batto Osservazione. Fra la consonante liquida e il a si inserisce la vocale t che toglie l'asprezza del suono va, hj, /.ta, qa; poi si elimina a, che vertfvXay. '•.(fvìAaaio custodisco rebbe a stare tra due vocali, come fu detto nel mpay \a(faaaio immolo 37, 7, e le vocali concorrenti si contraggono taqax \xaqaaoo) confondo seconda le regole esposte nel §. 98. La vocale fondamentale nel futuro è breve. avrrt \avvtit} compio Si notino però i temi vxq, xeÀ (presente ytvqioi ffxeiad a%evàtw apparecchio colgo, 7.ÌU.10 spingo) che nel futuro fanno xt'^ffw viliód^ii) filo xaqayt. T impedisco (fioqdio otjXo danneggio d-dicTw sotterro Ta(p (pvhiy. a.! V.10Ì.VII) (i'Ktt7crio f.t£v pójr (p presente. il wils A07C \%07t ?r 5-= stitutivi Tt^dùì onoro o 109 Si confrontano tra Gli elementi co- TTaióevTiaidevù) educo TUO onoro (e)« (pwQa a §: liquidi sigmatico: ti i' b) contratto Si confronti col futuro sono: naiòsv fi) — puri, 2. muti elementi co- stitutivi 30 sigma (sigmatico) v.h.6 anevd vd viiXaio. aTtivdio libo o in luogo di questi Futuro attico. Alcuni temi bi§. I IO. sillabi e polisillabi in t ed ad fanno il vocale caratteristica breve nel presente ed imperfetto, hanno negli altri tempi una vocale lunga (in sosti- futuro attico, vale a dire levano a tutti i modi, tuzione dell' antico suffisso derivatore aja (foqrj-au= àll'infuori dell' ottativo, il a dei futuri in e-aoj, (jpopsje-oje-Tt), vale a dire i; per a ed «; a per a pre- a-aw, e contraggono poi le vocali. Quindi si ha; Avvertimenti : I temi in or, e, : ceduto da q, e, i; w per o. Si eccettuino z?aw do (oil futuro ilt.ver.l il presente. racoli} che fa y.qriaw, xqao^iai (uso) y,qr;ao^tti; a-nqoaoTeli [«Xor/uev reXs Tfkiw compio j pag. 37. Anche la ca/.alti {a)o-^uv ly.alotiÀ£v -/ale xatóo chiamo atteristica /, v, breve nel presente, diventa lunga negl /Jt^aCwfo andare altri tempi. Invece di 7ra, /.a si scrive i/', ^: xót/iw Alla stessa guisa fanno i verbi in -avwi.u e Offa^w; circa la consonante dentale vedi il §. 37. d^tfitvyiftì (vesto), vedi §. 144. Verbi di altre Elem. costituì. Si confr. col futuro sigmat. classi, che fanno il futuro alla stessa maniera, B. Verbi il presente verranno indicati altrove. d. CI. IV. t. pres.- ao - 1. p. il t.ver. I , liai (ascolto): àv.qouao(iai , v. | I [.tlV IdlsiTr qi .o S \Ì.Ì7C Isùcw T«jS [dutp rqi^io frego inseriscono dletcpioìiago wfu-i-o-^£v=y.oi.uovu£v\vtoiiid Trpuo TljK lascio temi in id (pres. I liquefaccio 111. I Trw'ic }ao - f.uv TTViy 7rvìyio soffoco A«/x ) lsij(ft) irei 1 7Ci9 V 7tXv lecco che £, si - lì^io), fatta l'elisione del a, £•. |xojUi'Cft>, porto. Futaro dorico. Alcuni verbi do il a del futuro prendono anche pò un persuado 7tltw navigo 7C£l&(j) un contrae colla vocale seguente, p.e. 7rl£v- a-i-O'fiai (per jrÀ4i'ojof(aO= 7tlevaoZi.iai; cp£v^io- uai = (f£v\ov^iai. Questa forma incontra sol- si — Si noti IV Classe espandono la voc. fond. come tanto nel medio col signific. dell' attivo. 2) nei temi in i; non apparisce l' et; prima che nel rrai^óv^ai dal tema Ttaiy, 7ralCw, scherzo; gli futuro; 3) ;f^{i) verso, pere lo fa geoxa il a: /fyfAOt, verserò. altri tempi si formano dal tema .raió. Osa. 1) I verbi della nel presente; Futuro attivo Ott. Tiaidev-ata Ttaidev-aoi-fu Inf. Ttaidev-aeiv Ind. Futuro medio TCttiòtv-ao-nai, Ttaiòtv-aoi-^rp' (fav-ov-nai, (foevoirpi .ij„: i-i.jVn---,ji.-< vii,.'., il ov-aa, dv-v presente .-.^v^* <ibn i » resto vii qxw-oi-nrjfv (fav-iì-a&ai Ttaidev-aó-^ievog come Futuro medio. attivo. ol-fu, Tcaiòev -ae- a&ai Part. 7taióev-aù)-v,-oyrog Il resto Futuro WV-cà - ,. --«Li»»i^isH!.'^i^ come il (fav-ov-fitvo^. presente di qìiKiò, qnlovnai ecc. J §. 11». Hanno verbi: i Gli elementi co- della A. Classe II. I. k o puri, 2. quasi tutti 1. stitutivi b) suppletorio muti ì tem. v.| il naiòevb) V è-Xv Xv Xvco o.è-(piì,rj qiile stitutivi -1 r-^o presente Ttaidev ev, ttv,ov.è.-7raiàev i, aa /(£>' •al-* vSlè-OTtei Le vyittv a ofttl è-acprjk /?Aaj9 (iXaiTTCU i-fieiv atfay aqidaaci) è-y.QÌv axsvad axsvd^co mitv OTTevà a/civóco e-avQ il presente Tteqav nsqatvo) compio vyiav vyiaivù) son sano e-TtSQav osservazioni del §. 108 valgono anche qui. l'aoristo ;a.-t.ver.-((T)a.-t.p.;ilt.ver.i S: a, e, Si confronti col- cosono: Gli elementi l'aoristo il iia. §• liquidi Si confronti col- sono: a.-t.ver.-ffa-t.p. III. — sigma (sigmatico) l'aaristol: a) col | 51 aqélht) inganno ftivm resto XQÌV x^ivw giudico à^vv avQ «juivw difendo trascino a-[.t£v ftev avqco L' aoristo di questi verbi è forma perchè questo, aggiunto alle consoprodurrebbe cacofonia, p. e. liryaAClasse lY. a.-t.pres. -ff«-t.p.iiltem. v.llTpresente panti liquide, nella formazione ](ja. In compenso del a omesso 7r, /?, (jp s-tqxn: TQÌ(ÌO) di questo aoristo si allunga la vocale fondamen t, y, X è-TTviv. Tvvìy Ttviyw tale (v. §. 40.), vale a dire a in rj, ma dopo q e aa- ^sv B. Verbi della T, il' Senza ^ to senza s-7tel i v.ì-wXsv a Osserv. Elemen. costitut.lSiconfron. coll'aoristo ttÌàw \/tXv «- I. il cr, in u; e in ei; l, v in i, f. (alzo) aXloi.tat (salto), xeQÓaivù) (gasi- II. aiQto Ze-w dagnoj allungano Va in a e non in rj : soggiun«Aa/ifi'Og, indicativo è/.èqNella prima e tivo aqwitai, participio òàva; ìjqa e r/hii.iì]v è per l'aumento. Si notino: nella terza persona sing. manca la desinenza pers. {y. è-md-aga, £ff)j7'«''«, talvolta usati per «ca5i;5a(puril §. 84.) La vw. a del suffisso si cambia nella terza y.a&alQci), èamttjfa (indicai) da ar^iialno; persona sing. in e ("v. §. 83). L'aumento resta soltanto gaì) da ey^Xaa, i'y.vQaa, da sulho, y.vquo v. §. 109. esser. nell' indicativo. Ecco il modello: il Vedi si fa |«- - x« oss. del §. le i-iev\llfi 108. A. B. — — — Attivo,- educai Medio,- Sing. 1 B-naì6ev-aa 2 è-7Taidsv-aa-g 3 E-Ttaiòev-ae Dual. l| mi Medio Attivo mostrai educai s-7caiòev-aà-f.irjv (fr^v-a i-jTaidev-aw(_=^aa ao) s-Ttaidev-aa-TO '-(pr^v-a-g è-yij-yw -cpjV-e è'(f^v-a-TO t-<fr,v-a-fti]v (= a-ao 2 è-naidei-aa-TOv 3 è-TTOT dei-ffa-Tijv È-itaidtv-aa-a&ov -(fì]v-a-TOv è-7raióev-aà-aih]v -qìTjv-a-Tìjv è-(fr^v-d-a!yr^v Plur. \\è-7taidev-aa-fiev è-7raidev-aó-i.ie&a -<fii'jv-a- iitv è-(ft]v-d-iuei)-a è-Tcaióev-aa-ad-e è-7taidev-aa-vT0 -ffijv-a-Te 1 2 i-naidev-aa-re 3lè-7tttiósv-aav & ISing. I|7r«t(j£i5-ac<>, comeilpr. \7iaidev-a(o-^tai ecc. Sing. lliTatdei;- aai-f.a 2,7i;aidev- aai-g, -asiag 3\jcaidsv- aai, -aste (»>) Dual. Ttaidev -Otti ^rjv - i-q^r^v-a-a&ov è-tpìjv-a-a&e è (frjv-a-VTO (pijvw ecc. come il pres. (fn^v-ai-(.ii [{prjvco-^ai ecc. (= ai-ao) Traidev aai-o rfìjv-ai-g o (mv-eiag \<pjv-ai-o Ttaidev aai-TO (fr'-v-ai (fr^vas (v) \(ptjv-ai-TO 7caidev aai-f.te&ov ifpr^v-ai-iÀe&ov aai-TOv naiòev -aai-a&ov (pr'iV-ai-TOv ìqr^v-ai-ad^ov Ttaióev aai-a&rp' rfrjV-tti-TrjV \cprp'-al-a&rp' Plur. 1 nraiòsv- aai-fi£v 2|?F«tda' aai-Ts TcaiSsv atti-j.iEÌ^a tprjv-ai-^ev \(pijv-al-fie9a tprjv-at-re \(ftjv-ai-a&e rpTjv-ai-ev, (frjvetav Iqirjv-ai-vTO Ttttiòev aai-ad-e 3'7taidev- aai-ev, -oeiav Tiaiòsv- aai-vTO Sing. ', 1 Dual. f TTuidev- ao-v {jrxQg.) Traidev-aai (irreg.) (pìjv-o-v cirregolare) jiaiòtv- aa-Tb) Ttaidsv-ad-a&o) Ttaidev- oa-ad-ov Tiaid^-ad-ad-bìv Tcaidev-aa-aS-e tfVjV 7Taidev-ad-a&ù)t' iraidev- aa-rov S'Ttaióev- ad-Ttav Plur. . 2 JTatdei;- aa-ie SÌnaióev- ad-vfbtv come iCfrjV'ai-fxijv 3 Tcaióev- aai-Trjv 2'.jraid£v- 85) è (fì]i'-a-fiid-ov è-7taidev-aa-i^i€%^nv ; §. d-TW ftjv-ai ( irregolare cpijy-d-a&ti) (frjv a-TOv ifrjv tt-TbJv (ftp'-d'ad'iov (pijv a-TB (fijv-a-ad-e tftjv a qtrjv-d-a&bjv VTbìv (ft]v a-aSnv ilpr. Imp. pl.-3|ow. naidev-cd-vioaccv \o'vy.naidevad-a9iùomi oyy. \nttiòw-aai * Infinito nouòev-aa-aS-ai I Participio [7ratdei)-ff«-g,<rà-a-a,óv \-rtaidev-aa-^£vog, * Hanno rj, ov (ptjvas, aaa, av,-aytos Iqttjvd-fievog, tj, ay Aoristo secondo (semplice). l'a. II. 6 verbi liquidi Elementi costituì. <»; 03 |ott. (f>tp>-à-a&io<jav \q>i^v-a-a&ai. Si bkdi alla differenza di accento nel/ inlìnito Tiiutdam, ailativo naiievaat, imper. med. nafifvatu. 114. §. {ptpi-a-tbjattf (pi^-ai ed alcuni muti Modello completo di tutte le ci. dell' aoristo II. medio attivo Si confr. coll'aoristo II. 1 I o g n. ' a.-t. ver. - suf -t.p. . , il t. ver. | l' Imperfetto S-TVJt e-TVTC-TO e-rex l'-rtx-ro III. i'-^al-Ko IV. \i'-Xtijt-o e-qiy \(fvy 'J-(p£vy-o i'-TQay Itqay \i-TQCOy-0 lasciai lasciai per I me Indica- i-Xijt o-v,^.\ è-Xi7i-ó-urjv, ov ecc. batteva tivo come l'imperfetto partoriva gettava AiTTw, 5s, ecc,| XÌ7i<j)-(icu, ecc. Sog^ ' lasciava giunt. come il soggiuntivo presente fuggiva h.7vol-(irp>, ecc. X*Vroj-/H,ecc. Ottarodeva tivo come l'ottativo presente I ji5y-oy I. il II. forma aggiungendo si al tema quanto Xinóv, ecc. i hnta9w alle terminazioià, rie- XiTrtSv, óvaa XtTtó-ftevog, Xl7Ci)V,-OVTOg [l/aor. cipio ecc. XlTfi-ad-M InflnitolA<7reIv suffisso», e le terminazioni personali secon- Parti- darie. Nell'indicativo esso, XijTs, ^y -o-v conduceva rativo come l'imperativo presente \ày L' aoristo verbale Imp3- II. nied. rj, ov n«n ha valore pa»8. modi invece rassomiglia al presente di .quegli stessi forme seguenti hneìv, Xeinsiv, hmiv, Xsinwv; iijtia&ai, XelirBa&ai; Xijtw, Xeinov. Lo stesso vale di (ìóIIm (circa i composti v.§. 139.3.") e di tutti gli altri verbi. L' imperfetto, essendo formato dal tema del presente, è facile a distinguersi dall' aor. II. L' aor. secondo possono formare soltanto verbi delle tre ultime classi e sono i sopra indicati, poi xcMxetwv uccisi, (xaTaxoiVw è inusitato), exiavov (v.ztivu uccido), l'anno»' camminai (jaTeixd), ìqvyov urlai {i^fiyo(.iai vomito). I poeti fanno: rjqine rovihò, cadde {iqtlmo trans, atterro), ì'^^iq<ov {^^Ìtttiù getto), i'&evov i&eivto percuoto^. Il verbo xqimo della classe 1. cangia la vocale fond. e in a: s-tqair-o-v, ayw raddoppia il tema inf. dy-ay-iìv, sogg. ày-ay-io. TQÌmo e zvjrrut (batto) fanno anche verb. per formare 1' aor. secondo r aoristo primo trgsifia, tivipa. Tutti gli altri verbi che fanno 1' aor. IL sono privi dell' aor. primo. sce perfettamente uguale all' imperfetto, negli altri modi. L' accento però ne differisce nelle : : : sii aoristl secondi più usilati delle altre e\».si\: hifiov (j^fivu taglio), j^xa^uor ^xa'tiriu mi affatico), fXa^ov (^la/j^drm prendo), (vnov (fVQlaxoi trovo), fyfrà/^tjr (^yCyvofiai nasoo), ^/*oy (?p/o^K> vengo', f iJoy (ópéeu vedo), tlitov (}.(-/io dico), ìaa!>ov imparai, compresi (uo)'ff«'i'Ci)). Si noti 1' accento di fìii(, fX9(, ìvq(, W(, Xafif, ma an-fX&f, tìa-tif. Si notino qui ancora 115. §. Perfetto. Presso i Latini il perfetto ha due significazioni. Esso si adopera in primo luogo a dinotare un'azione presentemente compiuta, di cui conosciamo già i risultati (perfectum rei perfectae); altre volte si usa per indicare semplicemente ciò che accadde in passato, come suol farsi nelle narrazioni (perfectum historicum). 1 Greci in quella vece adoperano il perfetto unicamente nel primo senso, e nel narrare fanno uso dell' aoristo, acni in italiano corrisponde il passato rimoto: ifiXtjaa amai, i7j.7rov lasciai. Reduplicazione. La reduplicazione consiste nella ripetizione della consonante iniziale del verbo coir e innanzi al tema, p. e. XeXv. Essa forma parte del tema del perfetto, e perciò questo la conserva in tutti i modi nonché nel participio. Nei verbi composti con preposizione la reduplicazione ha luogo nel mezzo della parola, cioè dopo la preposizione. Se il verbo comincia da aspirata, si ripete la corrispondente consonante tenue (v. §. 127), p. e. iH-o>, re-^'. Allorché il verbo comincia da una consonante muta seguita da una delle quattro liquide X, ju, r, Q si ripete soltanto la muta, p.e. yQaqxi), ye-yqatf. All' incontro sono privi della reduplicazione : 1. i verbi la cui iniziale è è> che hanno è^^, p. e. ql^cico tem. v. ^iq>, è^^i(p. non sono 2. i verbi che cominciano da consonante composta, o da due altre consonanti che muta con ma «y-w, >. ' liquida, o da tre consonanti, e premettono semplicemente è-axfi«d. 3. i verbi che cominciano con una vocale, e, p. e. ainevaìiu» ("apparecchio), te- ffxet'tttJ, r^y; è^i^ia Bceeiioat: tema del 1. perfetto el-&id. i quali poi assumono , 1' aumento temporale, . p. e. ># Verki che cominciano colle consonanti /v, yX, ^A (tranne fiXénrio inaneggio, fXaa<frifi(u ingiurio) — 116. §• i Hanno U verbi: 1. — 33 § secondo perfetto primo molti puri, 2. dentali, 3. liquidi 1. gutturali, 2. labiali, V.: 3. pochi »iy. liquidi. I A. della Gli Classe Elementi Si confronti col elementi costitutivi sono: Osserva- primo perfetto Si confronti col costit. I I secondo perfetto del perfetto II. zioni i.ii.m. re. - t. ver. -jt-a-t.p. ilt.yer, re-ri (fwqàù) aggrappo dopo p Ti(.ia rif-taia M « Il 7re-(pihj mke de-di]Xti èrji/) wiléw amo èr^lócj mostro v.-a-iÀiv re-rifiij ^ e-avcEva (lev E xpaXkci) psallo ìdyyel dyyélkt) nunzio \<fav (paivb) ' i in mostro x-a-iiev re-rd ìaréklù) mando ffTTe/pw semino ,q>d-£Q ,^5-eipw rovino |Te>'(TOJ xreivw uccido reivw tendo = = S /»-W- .eiaf;s? B. Verbi j d.CI. IV. re.! X a-^isv 1. IjSaA. pres. -x-a- 1. | il ìle-hoiTt ÀÌTT XeiTTio lascio V in fu. \jte-qtevy Si Trtói) TtVV 7T£-7rOf.t<p , i -fxev TtMx Jte- r in x-, ^ ]^lldx fi in if, -(.lev cambia la yL£-y.alv(f Non iidaaco impasto ray rdaaio ordino pUma K07C xóiTTw batto guardo ^kÓTTCù) dannegg. Mì^ 9U^u rs-i^ìÀq) premo y.alv^ xa^i'?rTtt>nascond. re rqi(f rqi^ rqi^io frego sì'7i:s-(fqiy. (pQiy. qpptffffwinorridisc. cambia nulla Hay ^Xen ^e^§M(p si rV. !iJ(((}xtu dy ìiyio conduco dXkay dlXdaaco permuto in tf, ma non ecc. 5. V. perseguito y.eQVTf. xeQvaaco anmmz, qjvXay (fvXdaaio custod irle/. nìÀiua intreccio 7TS-(fvhxX in X, \liyw óuo-K Ó£-Ól(óx xe-X£gt'z X TteuTT Tctfijao mando rqeic \rQtiao volto Isy ' rubo \%M.nri<ì lik/Bìt re-rgnep el-lóx fuggo qpet'yttf muta x£-xXóflp xf-xóqp persuado navigo uccido xriiyti» re-rdx I. percuoto fiorisco mostro v. §. 148) genero OTQfcf'Oj volgo oicsIqio semino 'rqimo nutro HS-itdx presente ÌTiei&io x-a-fiev YzaiW TiWw ItéX ti !(Sa^Aw getto Si confr. col perf. p. il tver. qiaivco irddti) persuado voc. fond. Elementi costitutivi NB. sulla ?rc-7ret dent ì«B»Jjte-7llsv x^tv ttXvv n:s-7tXv ^/Afj a-fi£v . kUvio piego xgrvw giudico ?rAéyw lavo XÀtJ' •x-o-ji(ev »al (fav jtì» 71 x«-xAi xe-xpi jiXr.aaii) ìjre-TToid- 11. \Xua verso s-aTidq È-(f&dq è-Krd ri;xto liquefaccio TtXay oi, Avv. Quanto alle vocali caratteristiche v. il §. 108 f in e A. avv. La consonante dentale innanzi al v. si perde si aspira il carattere: e il v si cangia in ;'. Presso gli scrittori di un' età piii tarda si trova di y.eQÓaivu fguadagnoj Tce-y.éq IH. Aspiday-Ti-a, x«xégdaxa e y.ext^dtpia. Molti verbi sono rano il carattere: privi del perfetto. Circa i temi in fi v. §. 121. ìarek TOX è-arqó<f lavoc. fon. è-araX Ixe-Z^V |T«-TOX presente il xQÓtfo grido \re-r qó(p lè-yaóv \ipal v.-a-(iev \xv denaCi.lvixe-zi- »;, f in o, amévòia libo l-Xpttì. 7Te-qiay sto in ver Milito} porto zojutd è-anel o «, del ffx«o'Cw apparec. jffKei'adj >x-a yt£-xofti onoro t. ìtQay \nWe-9^k rt-me-f^V (fioQu 7te-(fwqà -a-t.p. Ire. -t. ver. ìvaiòev'naidevw educo I. La voc.jxe-xpay Tt riw onoro fondant. siiW-TryZ TLiaXv luolvco impedisco cambia: a ire-TrXrjy iTS-jtatóev SS. presente il in: \7ryea spiro ^iTiro) getto è^^i(f ye-yqdcf re -rd(p s-7rrvx Oss. La 1. e la 3. pers. sing. sono prive della unico den. \7r£-q>Qdd desinenza personale tv- §. 84). Nella 3. pers. sing. Tte-TVQay ev ne e. Nella il suffisso a si muta in 3. plur. lelvTiaai Ttqaya si- Tte-TtQdx sta per leXvttavai, e questo invece di ìelvMcvri. (il v bene (v. si elide con compenso non ostante il §. 37). V. pag. 34. gnifica: sto yqdqiù) scrivo tt-fiev yqa(f ^a'iTTftJseppellisc. ra(f iTTiWtt» piego TTTl'X (f^d }a- -(.lev Tiqay \(p^t(a dico | ftqdaaia faccio abbiamo §. fatto I5l.), 7té.7toi&-<t (trans.) confido. — 2. xraoaia acquisto fa x^-«i)«ai; fufiviìaxu rial tema soltanto 1' f p. e. ìyvioxa {yiyvàaxnt v. §. Ii8). 3. (àH(o, ÒQaai (v. §. 89. 90.) fanno ìioa(im, «lo'poxa. 4. Si notino: toixa, più che percordo: n((irr)ftut (v. %. 148). Ff-Kopya) ho fatto, dal tema Igy (^= ^fQf- confr. il _teietto iifxuv, dal tema ìx; loXnct da ìlTioficu (spero); éOQya dueo Werk). 5. Invece della reduplicazione assumono I' aumento H i seguenti: cfligipa (Xaififiavia), tHrixa (ÌMYX^ytt Fpf o F*p (latino J. \VI.), awiiloxa (avlKyio TiLCee\go),it-(CXty(uu {SuxIìyo(juu discorro), ffpijxct (Ve-Vqtxa^ ini) tema verkam; »edi %. 150), it(ia^iu (lò (ttgoi parte, è destinato). 6. Il perf. II. tìm&it ('son solilo; è nato da ^-aVt»a tem^ aVtS-, latino sue - sco, 7. avotyu (apro) fa dv-(ij>ya (sto aperto) e àv-iipx-" (ho aperto). * ntifuyxa, ho mostrato, nìiffiva sono apparso) eos\ ftéfitiva infurio (^fiaCvo(icu),lfi^a (feci furente). premettono — — (= ... 5- ."'• '" — P erfetto I l«t. §. Indicativo Soggiuntivo | Più che perfett. I.|Piùohe perfet. come il pr.sogg.i come è-Xe-Xv-xei-v \s-^e-^hiq)-ei-v Xe-Xv-yLBi-g \s-^e-^Xà(p-ei-s l'ind. del perf. Oss. Ilpiiìche II. perfetto nella saa Indicativo Indicativo indicativo i Xe-Xù-x-tu ecc. ^i-^Xtt(p- a ecc. le Iv xa-g - 34 Perfetto n. I. formazione è a nalogoalpeifetto I. Xé Xv-xe Ottativo Xe-Xv-xoi-^u Xe Xv-y.azov Xe-Xv-Ka Tov come ì-Xe-Xv-xei ptt. è-Xe-Xv-iiei-Tor ^s-(iXaq>-oi-}U ' Tot. pres. I come :, S- VMt. Participio Xe-Xv-x-tvai l/S«-/?Àor(jp-*'vat fJg Futuro passato (futurum exactuin) Xe-Xv-yi-ùg l'ao^iai Circa èati^^M v. ». §. I. §. ( solverò) 'jSe-|9iaqp-i!ig ìaofxtti 139. 6 circa ts^^w vocale: indicativo in -Xe-Xv-%Ei -jUÉv è-/3e-j3AÓ9)-«f-fi«y terminazioni per\i-^e-phx(p-et Ti sonali secondarie -Xs-Xv~Tui-Te ìf-^.e-^Xd(p-£'aav [\ dittongo ej(liaf-Xe-Xv-ìiei-oav i-^e -^Xa(p-ei-mv to per contrazioea —t]~£i, donde la forma ne dà un originario èaa Omerica senza il v. ÌTrenold-ea - STtsTtoidr] ^^ènsTtnld-ei e STreTtoid-si-v, confrontaTrfJAeag ^= nóXeig). L'au ^ mento, che sostituisce la reduplicazione rimane inaltepiù che perfetto: ìjx-ei-v (ayu), èaxevdxeti'. 148. rato nel v. §. Si confronti col A.d.CI. Gli elem. del perf.pass. sono I.II.III re.- t.ver. - term. personali Ditt Tre naiÒEv y lTS-%1 V x« -MaXv {(j)a ne-ifwqa a re-tinti 2. 1. perf. ! m. vai orjXit) il Soggiuntivo Imperativo Più che perfetto | \è-Xe-Xv Xe-Xvftévoi; c3 ecc. dti Xe-Xv-fitvog Xé-Xv-oo ìnaidet Traióevù) |t'n?y, e%, d'i/ecc Xe-Xv-a&b) tÌ-ù) Inf. MoXi'-CO ìvuoXì} ad-ov q^aqa iie&a ìa&e e p. Xe-Xv'O&ai Fut. è-Xe-Xv-fted-oy Xé-Xv-aSw Exactum (piaqà-w Ini.Xe-Xt-ao Tifia tmà w come wtXe wiXé-io 0. Xe-Xv-aol-i.irjv oijXo otjXó'O) M-xv \xs-a XV X£-Xv-a9o)y fiai nel fut. fÀi/jv è-Xt-Xv-ao i-Xé-Xv-TO ver. jpres. att t. 3. I e ne-wiXrj (ode d.C.IV. più che per Perfetto medio e passivo. Temi 1 il jto,poi innanzi alle \ jJ^qo-wt,, t)<a, /?e \B.^e-^hxff-u-Tr,v f^Xs-Xv-Ke-aav Infinito \XeXvìUi')g,vìa,i')g e II. Si osservi che |r^*-'!^>-"!-^'"'|fettoharaumen- - , sogg.eott. pres ]e.Xe-Xv-xei-TY il Xe-Xv-ya-fiev Imperativo Xe }.v xo-Te Xé-Xv-K-e ecc. '^i-^Xaqi-e ecc. Xe-Xv-y.a-ai ^v) \è-^s- pXaq>-£i \Sogg.(ie-liXaq>-(jj m. • s-Xé-Xv-ad-ov 'è-Xs-Xv-ad-rp' è-Xe-Xv-fieO-a Xé-Xi-a&e i-Xé-Xv-a9s Xe-Xv-ae-a&ai Xe-Xv-a&iov, ow. è-Xs-Xvvio V.Xs-Xv-aó nevog Xe-Xi'-a9coaav 1. \ Oss. Per ciò che concerne le vocali caratteristiche v. il §. 108 A. Su XéXv^ai (con t;) vedi il §. 130. Il sogg. e l'ott. si esprimono con una forma composta, ciò è a dire col participioaccompagnato dal sogg. e ott. del verbo «jiit (v. §. 146). Si badi all'accento del part. ).sXv-(itrog. Il fut. passato si forma aggiungendo al tema del perfetto l'elemento ao e le termin. pers. primarie del passiv., ed ha significato pass. I §. vo. Per II. Temi muta ossia in 1. in: ciò che risguarda le consonanti caratteristiche innanzi a ;(, a, t, d-, si ricorra alle regole esposte nei §§. 37. e 101. 1. alle quali si aggiunga: si muta in fi I. che una cous. labiale innanzi a ju gutturale „ „ , , „ , „ y dentale a „ . „ , , „ „ dentale „ ad altra dent. „ II. , „ a „ „ III. che il sigma delle terminazioni a9<»>, a&e, «r^w, a&cov, quando ha dinanzi a se un'altra consonante, venendo così a stare in mezzo di due consonanti, si elimina (v. §. 80. Osserv.) ed entra poscia in vigore la regola II, e la regola 1. del §. 101, i9u innanzi aj^py quindi innanzi aj/ic^ov &e aai si cambia te, /J, ^ in /i in /r{ in TI . Fu detto già X wH §. 37. che invece di „ * mi, %a in 9 I X I n, ^, (f I 3. T, d, 2. X, y, X, ?r^, jrXtx-u ^Xtt^, ^Xun-tii) Si-^Xafi-fim 9é-^Xaìpai 8é-^Xa7r-Tai 'ìe-(iXdnn£9ov izé-nXey-fiai ni-nXe^ai &, \a%tvttd,a%EvdiCu e-ayt€vaa-fim è-oiieva-aai. /Té-7TXe%-%tti jè-oxei'ffff rat ìe-^Xóft-fie^a ne-TcXiy-ned^ov 'Tté-TrXex-^ov 'iTé-ìrXex-9ov Tte -7rXiy-iie9a ?«-/?A«f-^« JTTé'-TriUx-^-e jì-ffxeraff-^e Se-^Xafi-fiévoi \!Te-7TÌ.Sy-(lÌV0l |è-axfvo(r-jUéW 3é-()Xaq>-&or Ss-fiXacp-d-ov «ffiY»") / \ 's-ay.evàa iàe&ov \è-<ni.evaa--9-ov \i-ayievaa-dr>v li axevaa-ne&a eìal(v) ' Imperativo UVphixfitt Tui-jrXe^o e-trxeva-ao 3eUXtt(p-9(o ii:enXix-&(a è-axevaa ìi-^Xacp-^ov n:é-7tXex-9ov è-a%svaa-9m> Sé-pXa(f-&tot' 7t s-nXix d'ioy è-axevaa-dtof 9w n:i-7rXex-&S è-o%eiaa-9-B 3£-^).aq>-&<t)y, e\ne-7rXéx-9tgv, e è a%evda-9on',e 'H-({ÌMq)-&e si scrive t/',|.||3e-/?U<p-^<ray Ì:.)s^:>iSU:yÌc£^ii&.yM)i^ì^iLì^'X -iii.^'*t>Bi;^isii2»S ',y;i [ns-nìÀx-^uaay è-mttvàa-^ac» 35 — I temi in consonante non ammettono la I. \pe-^la<p ^«t tetminazione vrat, talvolta le si sostituisce P. /Se-;8Àa|ii ^dvog arai, innanzi alla quale le lettere x, y, re, j9, sì cambiano S. IjSe ^«t \jre-7rltx aiuvaa-Sai |è \ne-jiXty-^iivng e axéraa-fitrog ^Xafi-fiivos fi ec.'Tte Tikiy fitvoetoeb. è aTutaa-nivogilec-. nell'aspirata corrispondente,p.e, taaobìijay'): xs-tóx a%ai. Nel più dei casi 0. pe^kafifiivo; tììjv ec.'TrtTri^yiitvogtU/vec. si adopera la perifrasi indicata dai modelli i-ne nìÀy liné-'/iXt^o la Tre verbi cambiano nel perfetto passivo vocale fondamentale e in a: f(ntvaafiivogiìt]vec. e crmtvaa /(jjv itrpi i-OKiva oo è (navaa-TO [è-né-TtXtvi-xo èits-TtXiyi^ie&ov ajiivdw ìiho fa, scherzo('§.lll) jiotCjU) 7riamo{fve7v.\.^.104) /(. 'argtqw giro volgo ÌTQicpw nutro rotTTCfj „ &0V è aKuaa dìjv è axtrda fit&a f.-7ce ité-naia-fiai è i-fie-^hm^dvoiìiaav l Se si incontrano yy, fi/.!, innanzi perde un y o un ;/, p. e. acplyyw si è atttt'na k'-ajreia-ftai ns-nm-\.iai „ è-7ré-}Tlex-9op èjr£-}Mx-&rjV g ,^£-^Mi{io- ^lai ^ jecc. jrXty-fil&a ni-nl^x ^^ uè TtXty^ttvoi \iw£-fcXi£o fiat Si veda l'osservazione del §. è anxicaa 9e fjaav €(jy.ivaafitvoi i^aav \è-aMvà ao fiai 120 che vale anche qui. allaccio: s-aquy-^ai; x«/<7r-Tw piego: xe-xó/(-/(e^«,- le altre persone sono regolari. 131. X, Temi III. V, Q. IX, wyyfX-fiat nsffaa-fioi 7t£<fav-aai i-^Qttv-aai Tt-ta-fiai Ti ra aat 7is-(pav-Tai i-£iJQav-Tai ti-ra-TM ii£-qttta-it£3ov £-Sr^Qdfl-fl£&Of T£ Td-fie9oi' •S .riyy£X-9ov ire (fav-&ov è-^t]Qav--9ov TÉta S 7ti-(fav-&ov £-£l]QaP-Ù0V Tt-ra a9f)v T£ Td-fl£&a in< Quan-'.£; iwy£X-aai do aS- tien dietro ad una g ^tryyeX-Tai •—'"> liquida, si tralascia il a. '~ wytX-fud-ov ' Nei verbi in alveo, tvw V d' ordinario si cam^f^y£X-&OV bia avanti n in o. i7e <S riyytX-ft£&a più usato (fiaantvoq di è il niifavaai. Alcuni assimilano il v al (i: o^vfi-fÀai, ò£vvu) aizzo, ^axvfi-fiai, /t£-qiaa-ii£ita ^ ìwyEX-ao gogno. I verbi mentovati - 'riyyiX-9bn' al §. 116. A. 1, 2, 3 for- mano il xtt ecc. in ju in (lai ecc. I verbi tt-za-a9£ Tt-Ttt-Viai •WE-cfàv-d-w i-^tjqav-ao i-^Tj^dv- &io né- (far &ov è-ì,J^Qav-&ov Tt-ra ao xe-rd-a&ij T« TU a&ov Tte-tpav-O-on' i-^r^Qdv &b)v 7tè- (fav-d-£ i ^iJQav-'9£ Te-rd-a9xov ré-ra a&e «g jXQ/-^^y \vyyfX-xrw ]Te-q>av-&iov, ovv. è ^riqdv-&iov te-xd-a^ijiv ^ [ì^vtXdwaa [rffyéXdwaav 'yTe-cpav-d-wauv è ^qdv-&ioaav TE-td-a&uaav traggono il perf da un tema in £: vifuo: vevifirpui, veniiojutti V. |. cambiando perf. v>£ è-^t]Qaft-^iivoi £Ìai 7i£-(fav ao I \rffyiX-»ui aiaxvvw sver- ^,ijyy£X-&m' è-^riQdfi-fie&a è-£^Qav ni-ffav-&£ .rjyyeX fttvM £taiv rce-(faa-fttvoi elai di od-ov §. il la». B. 149. I. \i^yyéX-&at l-^Tjqdv-9ai \ji:e-qidv-&ai 7t£-qiaa- ftivog P. 'ijyyeX-itivo^ Verbi della CI. lY. espandono nel perf. p. il \è ^tjQttft-fiivos T£-tà-a9ai \t£ ra-fiivog tema verbale come nel futuro; TqiS-w (^VQÌ^y. rfTgTft-juat; /Ui'ttw: Xé-XEifi-fiat; /rfi'^w: né-nfia-fiai; jtX^aaio: ìti-nXtjy-fiai §. I»3. Raddappiamento Itemal perfetto attivo Presente ayeiQot raccolgo éy-tly£Q-iÀai igtK iq-iìqty- fiai mente « *eyx fX-tjley-iÀai mentale resta breve nei perfetti che hanno la reduplicazione att eccettuato il perfetto \tthq> bA/w(§. 128.; macino»^ àqo àiHfa (§. 128.) aro iy£Q ÌY£iQ<o sveglio èaeiiut) divido èìiyxto confuto lfi/w(§. 128) sputo perfetto passivo Alcuni verbi che hanno per iniziale a. od 0, nel perfetto e più che perfetto innanzi l'aum. tempor. ripetono le due pri me lettere del tema ed è ciò che si chiama reduplicazione attica. Il più che perfetto in questo caso riceve assai di rado nuovo aumento, tuttavia questo si trova regolar- làyep àxof àwitj ascolto élelqxa tmgo attico. èfif i(l£mw rovino iiftlóio appoggio è^m 6i(vaaa scavo èqvy iqeid 1. dy-ijy£Q-ii.-a II. àìi.-ifpM-a IL àX-rXtq>-a I. aÀ ijAe-x-o I. I. fy- tjyeQ-K-a m-fjii£-ìi.-a | ay-Tjyeq- fitti muov-a-f-iai (§.131. aX-tjXiti-fiai àX-ijXe-a-nai qq-^QO-fiai ifi-rjiie-a-(Àat 'i(j-i,qiH-Hai I. II. di in: «jxi^-«-v. La vocale fonda- Iqdèw. Irregolare è èyq-rjyoqa (veglio iq-Tqoet-rL-a ììqi^qeia- fitti iy£q). Altri verbi che subiscono la òq-m((OX-a \ÒQ-éqvy-fttti desima legge verranno me- indicati altrove. ù ' ..lOlf^i^J^i 36 la^. §. Hanno 1' verbi: i secondo primo aoristo passivo 1. — Elementi Si confronti col- costit. Elementi A. §• 1*3 muti, 2. alcuni liquidi. 1. alcuni puri, 2. muti, ò. liquidi Si confronti coll'aoristo costit. I della Classe II. i. dell' aor. ni. I. l'aoristo pass. a.-t.yer.-^e-t.p. ilt. ver. della CI. dell' a. I. ilpr. att. II. Il LII.III.a.-t.ver. e-tp.4lt.ver. |il passivo presente attivo I V è-jtaidev l, a S ?r, T, d, Sz Omettono sol- Panno immergo che Titano è-yqdcp lyqaf yqaqiv) scrivo mXs wiXiù) r aoristo S tatf JToqp i?a?rrwseppellisco otjlo orjXób) II. pas- \i-TMJC .-/.OjC U.^\ly qìXey (pléyco ardo TTSQaiVÙ) fonda- U.^tfy (lav /(at»'0|uoi(§. 151.) riyyil àyyeX S-TtSQttV Tieqav È-aVQ avq atqo) Cam- »» 1 biare la / X«w nove XTev(xTa) xretviD Wi fiev f-xW /Mvii) xqIv x^mu 7TÌ.VV 7rì,tvw a.-t.pres.-5-e-t.p. iltem. V. aqiallu) inganno cpav <paivw mostro è-óaq òeq delqu) è-OTtaq aneq ajteiqoì semino' arai aréìÀco biano la è (p&aq (p&eq Tocale è-nXccK riiiEv Ttkex I. p. E-zquTt mentale e in a. ilpr. att. rqecp I ^rj-iAev I B. della iqt/c èqeimj Clas.IV. è-TTviy auq> akel(f(it m» fanno è atxjc ver- sei bi q'qvyto Vj-<pqvx s-&np ÀetTTW r aori- ì-tÓk J-xqip \&Xipw premo •ri sto (fqiyu) passiva. \è-(pqvy Indicativo | Soggiun. Iv-d-w \7rviyi1} IffOTT iffK/rwimputridisc. soffoco }iev taf. Izr/YM liquefacelo iqi^ JTpijSw frego (pqvy \(fqvyiù friggo Modello: Modello: B-Xv-D-ì^-v \mìiy i rqi^w il. mando q>&eiqw guasto TTÌÀTuo intreccio tqert è-rqaq) è-arqaq) h.7t scortico vLléTirru rubo rqéntù volto Tqégxi) nutro arqerp atqéqxo volto foixU- l^ttlhi) Si conf. coU'aor. a<faX €-qpav che cam- è-azaX xA/fj» ^-^lev ^aX costitut. . mentale, \l-a(fiiX T«'(rtt) è-xra 7t'é-Xeiq> e e « away àyyéXÌM ffxeratw Elemen. Classe IV. .axaqì vocale Ttqdaatii aicevad si fa: |è-/9Ajj- B. Verbi della S^ % Ue-aaay jtqay è-avt£vaa M xonrrw batto ^anTw cuccio ^iTtTw getto artamu) scavo awaaaco uccido a-TTQax d-r]-uev i-j9o9 8«-'-'*'^^* sivo &r]-l.tev tanto il carattere U-xgi' V i tre verbi: le-yrÀì? Con metal, àiU«ff(7w§.l 17.111. §a(f Tifiatj Ed. CI. I V. uno:i^ x^Mutano la voc. f.lì-rd e in a, e omett. r \à'kìxty (ftoqaci) ti(.ia (p'h^hicf |!?, )B0l3 (pCOQtt i-Ttiit] 0]Ì-Ot]ÌM SE \vXMy TCCUÒEVW Ttttidev è-qMQa Imperativo Ottativo \Xv-S-£Ìtj-v Indicativo iSoggiunt.| i-(fav'ij-v Ottativo |Imperat. \(favij (favsiri'v Upavìj-g <pav£Ìt]-g (pavìj-&i \(paijj (foveitj <pavi]-T(o I s-Xv-&i^-g ÌXv-dfjS \Xv-&£Ìrj s iXv-3-t] zi è-Xv-d-rj iXv-^lì IXv-d-eltj \Xv-9^-tm è-cpavtj-g è-qxirij . è Xv St] Trp/.Xv-dij-xovXv-d-ei'^ xtjti,-&elrrp/\Xv-^iq -rwv xov 'q>atij-TOv (pavBirj-Tov,-£iTOv (pavTj-tov é-<pavrj-%ip> <fav^-TOv qiav£iil-rrjV,-eÌTrjv ìqtavìj-tav è-Xv&ì] ^ev'Xv-&w l-(favri(iev q:avù'-^ev (pav£lrj-i.iev,-£iiÀev\ è-Xv-^ri-TOy Xv-dTJ-TOv'Xvd-eiTj TOv,-9-tlT0vìXv-d7j-i:ov (Uì> Xv d-sit] fiev,-&£Ìfiev d^-ie Xvà£Ìl]-T£,-&€ÌTe è-qiavT] Xv-dr-je è-(pavrj-te è Xv dr] aav,Xv-&hi aiv XvS-eiì] aav,-9eiiv Xv-^ Twaav è-(pavrj-aav (paviS-oiiv) cpocvsiij-aav, sÌ£v\q)avtJTb)aca> Inf.ilt'-.^^-»'ot,part.Ai' S-eig, etatt,év,-tvT og XvSé-vrtav Inf. yoj^yatjpart. (pav-eig, elaa,iv,-tvtog\<pavévTù)v é-Xv-di^-te \Xv Il Futuro I. pass, segue il modello del futuro medio: Il Fut II. Ì(pavij-Te cpaveirj-TSj-eÌTe pass, segue il modello del ìcpavr] fut. t« medio : XvdVj-aoi.tai, Xvd-rj-aoiiÀrjV, Xvdij-aeai^ai, Xvdrj-aó^isvog. qxxin^aonat, (pavtjaoifirjv, q'ccy^aea&ai, (pavr/aóiÀeyog. §• »«• Aggettivo verbale. pXajc Trqayt 1. Tog, — 37 Avvertimenti: Nell'aoristo passivo si aggiunge alterna verbale la sillaba &e, di cui Ve si allunga nell' indicativo, imperativo e infinitivo in i;. Le desinenze sono quelle dell' attivo dei tempi storici, la terza persona plur. come nel più che perfetto ha aav. Il soggiuntivo contrae l'è colle vocali del soggiuntivo w, ij: Xv&ù^^Xv&éw, Iv-d^w/jtv^rlvd-tw^iev. L'ottativo ha il segno di modo itj. La seconda pers. dell' imperativo che dovrebbe avere la desinenza &t, la cangia in ti a motivo della aspirata ^e della sillaba precedente. Per non cominciare due sillabe consecutive coli' aspirata, invece di ^-5r-5i^ (&V0) sacrifico) si scrive è-rv-S-ip'. Si cambia pure nell' aoristo del verbo xqéqxa V iniziale (nutro, i:Qe(p), e si scrive: è-&Qécp ^v, per distinguerlo dal tema t^en; di Mtttù) (^Ta<p) vale la stessa regola: i-&ó(p-9rpi. Si osservi che tqsTto) fa l'aoristo passivo s-rgi'qp-^v ed è-TQÓ/r-rj-v; Tqéqxir. è-d-Qiq>9rjv e etqaqìrpi; ^Itvtco: è^^iqidTp' ed i^^i(prp>; /Stóyrrw: s^Xa(p9-r]v e s^kd^rjv; iidaaw: iuà%dTip> e tfmytjv; èepaì'Sriv (evenni mostrato^, èqiarijv (apparvi); -MCTaylivio fa y.aTe-Alivrji> e v.axeyM9-tp>; léyio: éMx9rp>, ma nelle composizioni anche iì^yr^v (Y.aTeXtytp'); (pléyw. èflè^dip', nelle comp. anche ifÙyrjK aveqìÙytp'; nXéiuo: èTrkmtjv, s7rlÌKr]v, èirléx&rjv; TtXijaaco: ènh^yrpi ma l^eTtÌMyrjv, t.axETtìÀyrpi (e xareTrA^Jyijy). §. 127. §. 1*8. Abbiamo detto nel §. 108 che nella formazione dei tempi i verbi puri, quali escono i hanno ima vocale lunga e si notarono alcune eccezioni. Ora poi è da avvertire che parecchi verbi conservano in tutti i tempi la vocale breve 1. yeìAoì rido, 2. S^ldio, schiaccio, 3. vdaw rompo, 4. ayraw tiro, 5. x»^*^ rallento, e sono i seguenti 6. ttldéo^iai mi vergogno, 7. à%in^iai. curo, 8. óAéw macino (§. 123), 9. àqvÀw basto, 10. èiikn vomito sono ebbro, 12. -cqéb) tremo, 13. ì^éw bollo, 14. |éw raschio, 15. reÀé'w compio 11. nedroì (§. 123), in vocale breve, in luogo di questa innanzi ai suffissi : dqvb) (e àqvTO)) attingo, 18. jm^w sputo, 19. avita (e àvi'rw) (§. HO), 16. àqób) aro (§. 123J, 17. compisco. Inoltre i medesimi (tranne àqóo)) nel perf. med. e pass, premettono il a alle desinenze personali che cominciano da /t ovv. t, così pure nell'aoristo I. passivo innanzi a ^« e nell'agg. verb. innanzi al r: Tempo Presente Imperfet. Perfetto Più che p. Carattere: a Carattere: e I Carattere: o | Carattere: a I Carattere: e i Carattere: o I (T7r(a-w)t5 Teì,(é-ii))ià 'dq{^ó-(i)^w s-an(a-ov)wv è-TéX{e-ov)owrjq{o-ov) ovv E-antt-TL-a TS-Tél£--/.-a è-GTtd-a-nrjv Futuro ana-au aTtà-ao-^iai, Aoristo ì-aita -aa r£Àt3(v.§.110) dqó-auì \è ìte-téì^-a-fim \àq ^qo-f-iai \è-te-t£M-a-y.rjì>\dq-rfió-^riv r«Aov|uat(§.llÓ) a^ó-ao-fiat È-(!7Ta-ad-(.irp> {È-te'KB-ad-^irjv \^qo-ad-^up' ìjqo-aa Futuro passivo. Aoristo passivo. è-OTta-a-d-Tj-v \àq{ó-o)ov-^ai, g-a7r(a-ó)ió-i,tr/v,i-rsl(s-ó)ov-firp'\tjq{o-6)ov-ftriì' aq-^qo--x.-a(^.l23) e-ana-a- (lai è-and-K-ei-v é-Te-lé-yc-ei-v àq-i^qó-'Mi-v è-téXe-aa lTel(é-ó)ov-fiai a7r(d-o)(3-f.iai anaa TeXé-a-dtj-v\ ^qó-ihjv &rj-cso^ai\te'kE-a-&Tqaonat\dqo-&rj-ao-iim. Aggettivi verbali: atta-a-téog, ia, éov, rsle-a-téog, rèa, réov; dqo-TÓs, tTj, tóv; — xéog, Tta, téov. ènaiviw lodo fa: in-aivé-cofiai; in-fjve-aa, STt-rjve-v.a, è7i:-'p>é-97j-v, ì/t-aive-zóg, ma ha la caratteristica lunga in èn-fivtj-ntti; v-aléw, chiamo (v. §. 149) fa: xaie-a-w, yé-vl-rjKa, è-xli]-drj-v, xÀjjróg; jro&tw desidero, ttovìo) lavoro, e dvio tramonto, hanno ora la breve ora la lunga ito&éaofuu, §. IStf. : e TTùdTJato; Ttoviav), §. 130. tTrovtjad/.irp'; ovaio, a. I. pass. «t^^v. Seca lego fa: dtjaw, edrjaa; dtdsy.a, dédefiai, idtd-ip', deróg, óedijao^ai. &vci) sacrifico: -diao), i'dvaa, téd^vy.a, ridTjiai, èrild^v À«Arx«, Xskv^at ma (v. §. 127). Xvróg (v. §. 119). a: dvuoi-m odo (v. §. 123), v.elev(ù comando, vle'ua chiudo, xportu urto, as'ua scuoto, Xevia lapido, Tta'ua batto, i/'ctt'o» tocco, xnitw giro, |cw raschio, x^i(a ungo, Ttqtw sego, p. e. TJKOvafiai, hLqoiadirp>, xqiaróg. òqào) faccio e narna fo cessare inseriscono il a raramente nel perfetto, ma sempre nel§. 183. l'aoristo I. p. dé-òqa-^iai, èdqd-a-&rjv, è-ìté-nav-vio, nav-a-Tiov; di nXtw si ha TtéTckevafiat, ènXEvaihp/; aétw fa aé-awa-^ai, ma è-acó-dij-v (dal tema aw), e awa-Tsov. kvco sciolgo: §. 131. Anche •§. 133. xai'w ardo, ktaio, s7.vaa, alcuni temi colla vocale lunga o con xi«tw piango xlatr^aco, «tAai'tra; vita §. §. 134. 135. (v. ammucchio §. Xelvaofiai., iXv&rjv, dittongo inseriscono 106) fanno v.av-ao}, e-%av-aa, s--xav~9-rjv; y.laiaoixai, o fa r^oca, svtjaa, vhrjafiai, e vévTj/xai. w'Cw forma i sui tempi dal presente vmTco: vlxpu, eviipa, vévi^fxat, vifmofim. ?Ajtw (imp. «Uxov) forma dal tema «ix il futuro eì^co, ma dal tema eAxtgli altri tem- ^aardau, ma aoristo pas. waratto sonnecchio watdaoi, e vwra^w; vXdtu) grido, perfetto II. yjhXayya, yddy^w, ^Aay^a, ódayov; jrXaì^ca svio, nrlay^cj, enhiy^a, èjtMyxQ^; aaXmtio, trombetto, aakTtiy^w. Per risalire dai tempi esposti nei §§. 108 126 al tema verbale, si stacchino 1. le ter§. 136. pi: eìXxvaa, el'Axtxa, éÌXva:a(xai, eìkxvadip'; fiaordtia io porto, futuro .i^aaTdxSrrv; : — jf-ao; minazioni personali; 2. i suffissi, se vi furono aggiunti; ao, aa, o, uà, a, x-et, et, ^e, *, &tj-ao, amuento; 4. U raddoppiamento, e 5. finalmente si riduca la vocale fondamentale, se non 3.1' — r avesse, 58 Dal tema verbale giusta il §. 103. si potrà formar di leggieri agevolaro l' analisi delle varie forme del verbo sarà utile la seguente alla figura originaria. pers. del presente. Ad la primfc : Tavola riassuntiva dei §§. 108-126. Attivo A. Verbi deliaci. I. I.II.III. persona Futuro del presente t. ao) l lU) I . . (*ft))<5| (ow)<~ I rAoristo~Ì7 -tv V a ~ i Perfettrir Passivo i lElementi 7 Perf. II. Perfetto V. - ffo-tp a. -t.v.-ffo-tp!r.-t.v.-x«-tplr.-tv.-a-tp.|r.-t.v, -£V tv -a,-e ..(a'w)tu,. ^ ' Elementi costitutivi del Uscite della costitutivi del | Aoristo l7~ , i - . g. 187. Dei verbi in /.u. 39 - ..;,-., :;^Vj-^^;;;_':S -..-;,_,,-;,-•. ^Ilegl toh' elg (u ^(iettar.) Nei §§. precedenti fu esposta la formazione dei tempi dei verbi in tu. e si è veduto che essa basa sulla differenza tra il tema del presente ed il tema verbale. Anche nella teoria dei verbi inf» bisogna fare attenzione a questa differenza, in virtù della quale ci si pre.?entano due classi di verbi in /a. Nella prima di queste, per formare il tema del presente, si prepone al tema verbale il raddoppiamento, nell'altra invece si rinforza il tema verbale nella formazione del tema del presente aggiungendogli il dòpo una consonante, vw dopo una vocale. In fine si prenderanno ad esame alcuni verbi, i suffisso quali non hanno né il raddoppiamento, né il suffisso accennato. Le seguenti tabellette pongono sott' occhio ciò che precede. si w §. 138. tema del presente — 40 — — i\ — - 42 — Attivo j — 43 — _ :'^:^"^-' • - 44 Osserv. 1. Le forme dell' imperfetto è-zi-^ag, è-ri-^a e èdiòow, èdióavg, iòiòov (molto pia usate che hcl&tjg, hidr), ididiav ecc.^, sono foggiate a guisa dei verbi contratti. ]Aq>-l^fu (spedisco) r imperfetto t](piow, rjfUi, ijqiUaav, e «<jp/«, aipieaay. 2. Il a della desinenza aai e ao si mantiene nel presente e imperfetto tra dus vocali (xi^saai, vl^eao, hi&eao) ma si perde nell'aor. II. e^ov, &ov. 3. 1 composti vengono accentati come i semplici. Soltanto l' imperativo trasmette l' accento sulla preposizione: cè/ródog (per drcóòod^i), ofeg, nsQÌd-eg, TtQÓg&ere; 7rQÓg9ea9e. Si scosta alquanto dft questa regola la seconda persona dell' imperativo dell' aor. II. medio, la quale porta l' accento sufi preposizione, se questa è bisillaba: /rsqid-ov, se è monosiUaba lo lascia sul verbo : ngoad-ov, àqm h9nv, TTQO&ov, £Ìa9ov. 4. L' aor. e il futuro passivo éréd-rjv, tedijaoftai si ha invece di èd-s9rp> e d-sd^aoiÀM a motivo della regola esposta nel §.127. & . medio dei verbi tid-rmi, 'irjf.u e òidmm ha per caratteristica del tempo Questa forma irregolare dell' aor. I. si usa però soltanto nell' indicativo singolare inI'^j/v, e^s, e^,; lòmv, sóoìq, liJw. Di i'ijjut si trova anche l' aor. 5. L' aoristo I. attivo e non il ma a x. il vece delle forme inusitate dell' aor. II. I. medio rj-m^rpi. 6. Il verbo 'iaxi^fu ha tutti e „mi posi, coUocai'l, sotriv intransitivo due dell' attivo. "Eottjacx gli aoristi posi", ìaraiiai mi colloco, Sartpta ha significato transitivo „ mi son posto, io sto, kattjneiv stava, «ffnj|w starò.' Si osservi la differenza del significato anche nei composti: àqìiarrjfu ribello, stacco, àtvéaitp' mi ribellai, mi staccai, daéaxrfui sono lontano; èfiarijfii prepongo, èfréartp' mi preposi, èfféartpua son preposto; y.a9iaTrjixi costituisco. xa^«'ffTi;v divenni, xad-earrpia sono. L' aoristo medio p. e. xorreorijaaio significa ^stabilì per se." Nel duale e plurale del perfetto indicativo di ìaTrjfu e in tutte le altre forme dello stesso terminazioni personali si aggiungono immediatamente al tema del perfetto iota (invece di 7. tempo le ae-<na) : Perf. ^-aTt]-%-a Sogg. i-arm e ìotiI-kw ecc. Ott.i-ataltj-v I. Imp. Infinito y-arrj-K-a-g i-m^-g s-aTaitj-g lè-aià-d-i, è-ara-vca. F-OTiy-x-e i-ar^ è-ataiTj k-ard-to) f'-ard-Toy i-arij-TOy e-arairj-Toy t-ata-Tov è-otòi-aa (è-aróg) è-aid-Twr g. i-aTfòrog, ?-ffra-TOv k-aTtj-Tov «-(rratij-Tijv e-ard-ftey i-arù-(isv t-<n^-Ts k-aTÙ-ai{v) k-araitj-re e-ata-tE è-aTàai{v) k-atdi-ev 1. 2. , perfetti formati alla stessa maniera: /Jé-/?ij-x-a, tema fié-^rj-x-a-g, jSf-jSa rov, P. pé-pa-iiev, ^é-^a-ie, /9f-/ìiy-x-e, ^é-^a-xov, fie-^à-ai Dal tema D: temo òtdia o dé-doi-Tt.~a di: '> S-ara-re g. kanpwTog, vlag. satd-vfon'joèaTd-Toìaav ^aivw (vado) v §.147. |}a è-orw; e s-<ni]-ìuóg, via,~às è-araiìj~ft£v Aggiungiamo qui ancora due Participio Sogg. Conj. §e-§wg, §e^(àaa, geu. Ott. de-oioj ecc. dedulrjv eoe plur. di-ói ftev, part. 3. pi. /Se/?t3at(v), C) . /Sfi-/?(3rog. Imp. Inf. dé-oi-&i. ecc. dedUvai ecc.dsòiég. Part. dé-dt-te 6e-di-à-ai{v). Più che aor. tòsiaa. - - èdediiijv, perf. èdsdietv, V. anche §. 142. 6. — Di • idédiaav. ^v^anu muojo, Il futuro si forma dal tema deiò: delaonai., ré&ytpia, Tt&vafief ecc. part. te&veMg, te&vsHiaa TB'^veóg. §. 1 40. Nel presente I. òvivtjf.u giovo, mano come segue: aor. uyìjoa; med. 1. e nell' imperfetto TTÌiÀTrlijiit empio, òvivafiai, traggo vantaggio, ofaio (v. IL), (ivano, vanno conjugati alla stessa maniera di tait^fii i verbi: m^n^ri^u brucio e Mxqrjfu, io presto. Gli altri tempi si formanca e si forma da wtpeléw, ùwélovv), fut. òt^am, ò-vi-yrjftt (tem. ava), (imperf. inf. ovanti, fut. òvrjaofiai, aor. wnjfitjv, mmao, àvtp:o, ecc.; òvaifitjr, aor. pass, ùvij&rjv, più raro invece di wvìjiitjv. (tema nlay, mfutXa^iai, imperf. èni^nXrpi; gli altri tempi si formano dal tem» son pieno), nilgau, errXrjaa, néitXtfifiai, iTrX^ad-tp'.i composti: i(À-ni-7vltj-fu, iv-e-m-iinXrpi, escludono n dal roddoppiamento quando ad esso precede un/u. ,:,2. nXri& 7rl-^-7tXrj-iu {nXijd-io •;•/ •*ji;^-vVvi,-''-i!4/-!0".».-i>-.>^ufelfe^'^^ _ , (tema n^a) fa come nefTQ^aofieu. Compos. èfi-nt-nqtj-fu, 3) m-fi-jTQtj-fu 4htfi^a&rp>, 4) 7U-x^-fu (x^a) nixQdvai, XQ^/Oo, — 45 Kegolarmente basta. i^rtóx^Tj wv, imperf. àrréxQi], fut. «3t?'7ff«i si medio prendo ad imprestito, io (temi X5«, XsOj sogg. xpSi forma da z^aw; à7roxQwai(v), ànoxo^asi. A. jténqrput, jrin^rjaftaif sjtqrjaa, jr^i^oft», èv-e-Tri-fi-frqrp'. Notisi inoltre: xct' (oportet) è d' uopo, bisogna inf. x^rjvai, part. rò z?«t^''> inip- ^XQW ^ XQV"wffff, •;;,,'-- ìiL-fi-jthj-fu: M. ÙTcéxQijce. inf. fut. xqrjoofuu. ott. xpet'i? (da xtì^) ÒTroz^^y, part. djtoxQt^v, ÓTTOXQfófiai, m'approffitto, àn:oxQr,a-9tUy seguita XQ^Ofiai. §.141. II. Come medio tatafion il vengono conjugati i deponenti: ayajufft (ammiro), J^juw (pos- so), è7tiaza(.iai (so), viqéfiafiaL (io pendo); però nel soggiuntivo e nell' ottativo ritirano 1' accento sulla terz' ultima sillaba, p. e. dtW|u«t, òvvaio. Allo stesso modo è accentuato l'aoristo II. sjrqidfiìp> {TVQiwfxai, TrQiaw) e ùvrj^rpi {ovaio v. I. 1). I tempi di questi verbi si formano come segue: ayaiiai (tema 1. àya) imp. fiydaSrjv, àyctatóq, àydaoftai. ^yafirjt', aor. dvva(im (dvva), òivaaai ecc. sogg. avvali, ott. dvvaiixtp', dvvaio ecc. dwdnevog, imperf. sdvvdiirp', iòvva ecc. fut. ów^aoiiai, aor. èdvvtj&rjv ed èdvrdad-i]v, V. drvaróg possibile, potente. 2. 3. STTiCTafiai, {ÈTtiava), tTciaraaai, sogg. OTw, imperf. ijmaTdfitjv, i^marw, èmaTotfiai, ott. è7rioTaifiTp>, fidvyvftai §. sarò xqefiaadijaoiiai, appeso, 14S. III. Allo stesso ((Sa 1. /SaiVft) vado (v. modo 3. di-dqd-avuo corro fv. §. 4. xrerVa» uccido m. yai, part. xTctg part. (v. §. aor. hf.qei.ii- x^- l' »- conjugano anche gli aoristi secondi di (tem. yeqa). inf. òqà-voi, part. òqà^). inf. xrcjue», -/.xaiis- il presente e l'imperf. sostituiti da vTto^dvù), dvéxofxat sopporto), fut. Tlijaofxai, perf. réT^rj-Ka, pi. léTXaf.isv ecc. Tlrjvai, rldg, inf. fdrjvai, part. qp^ag, med. (p&d^ievog. un aor. med. difettivo, del quale che non era in uso. aor. snqidfxrp', comperai è (ff/Je) smorzo, aor. 10. ffxe'/Uco dissecco, 11. s'xoì, aor. /.tùi, (/rta, ttw), part. ?rra-g, med. STrrófirjV, Trréo&ai. aor. di cSvéojxai, è<avtiad(irp>, a^évwfu &or. <<')) -ntd-fisvog. Tltjd-i, r adopera al present. ed imperf. i^ (ttc} inf. yrjqa-vai ip9dvw prevengo, aor. e-(p&rj-v(f&a), 8. (jrgta) si 116, 117, 121, 124), aor. «ero»' (wa), sogg. (mancano 9. f.-Kqe^idfxrp', (penderò, pendebo). Confr. , 148), aor. e-TTriy-i' %ìiMÌrjv, prosa 148), aor. e-òqà-v {dqa, 5) Tttxofiat volo, aor. per supplire xgfijti^ffOjuat aor. s-^rj-v v. pag. 46. 6. (ril«) aor. «-riljj 7. med. fut. dell' aoristo i'aTTjv si 147), §. 2. ytjqd-ayui) invecchio (v. §. sogg. TJUS; ìmoTaio, imperat. ^tw- 144. Si aggiunga ancora igafiai amo (in èqdadTp/ amai, fut. éqaa&ijaoixai amerò. §. dvvaa&ai, partic. dedurrai, agg. perf. aor. ^mo'crjdirp', iTnaTijróg. fut. èmar'^aofiat,, 4. KQifxafiai {-xQSfio), sogg. ìiqéfUììfmi, ott. yi^enaifir}>>,-aio,-aiTO, imperf. a&rjv pendei, fut. inf. ea^r/v. — Inf. a^tjvai, v. p. si servivano gli Attici 46. aor. i'-aìdrj-v (axAj;) inaridii, axÀ^yat, axXairp'. imp. axég, da axé-S^i{axe), 1. sing. aor. e-axov. 12. éliayMnai, k-dÌMviàh)) fui preso, sogg. àiw, ott. àìaitj-v, part. à^i'g, inf. óAtSj-oj. 13. ^léia, aor. è-^Uo-v vissi, ott. /9t-f^j;-v (non /Jtoi'i^ come yvoi')^, per distinguerlo dall' otta^ioitp>), inf. ^mSvot, part. ^wvg, ovaa (il neutro non si usa;i casi obliqui peraltro vengon, Il presente ed imperf. sono poco usati dagli^ Attici. Piuttosto^ si usava suppliti dall' aor. I. ^uóaag). ^(ftì)=Cw, il quale alla sua volta prende gli altri tempi da /?tów, fut. piwaoficu, perf. /Ì«/Sói>xa, /Setivo pres. pianai ^loi, — part. ^e^uo^iévog (§. 148). 14. yiyvéayixo, aor. tyvtav (yvo) conobbi v. §. 148. 16. nivm bevo, aor. smov (§. 147) imp. iti-9i{jn). , - • •— >' ••'- ^ 16. òvo) affondo, aor. -^ — 46 — sòw, imp. óv-^i, Svvat, dtg. — 17. q>va) produco, aor. è'fvv, inf. q)vvai. Analoga all' aor. II. «Wi^v è pure la di è^^iip' (T. §. 148) e ìxóqtjv dai temi ^e, x^^c, pf^scorro, z^'V'' ""^i rallegh). Tema | /Ja 1 a/Je (v. §. 144; ^ formazione il §. 144. Nella formazione dei tempi si osservi ciò che fu detto nel §. 128. 131. Si badi pure — (pa-i.iiv S. (fd 0. (paitj-v I. (f>a-9i (ffj-S ti =>, D. qia-TÓv (fot^é (frffi (pali]-e (pa-d-i qpij-ffi (fa-xóv (fa-ai ecc. ecc. fti-fii (tem. (fa) '•I Pres. i8 la conjngazione dei verbi indicati: Ecco inf. (fé P. -vai, dire |Fut. (fr/-aù}; 2. Si notino le forme: jj-f» (e. lat. a-jo) Soggiuntivo S.iosonol Indicativo 1 ft-jiii 2. p. (pa-ts SLOT. k eim D. 2 èff-róv rriov eirrtov, eitov «irrov 3'«(T-r(5i' tjTOf sìtjTrp', ei%rp> 2J«I 3|«ff-Ti (y) me èff-ré 3\elai(v') S. Im i'-wa-aav | eìtji.iev, ei^tev sir/is, eìzs ov ìeoTe g. e<TTWv,opp. «ffrcuffav tjfitp') 3f 3mTi]v S. 1 W*»' (e fjaTs) rflav saoift^ l'iaoi-tai. 2 i'aì] opp. (per «ffeTaO D. li'sffÓHe^y ecc. 1 ;el-f« 2*1 3 el D. vado <rt i-T(fy 3 3/ t-rov P. lìi-uev jt-Tfi 3it-«fff(v) t eaead-tti i'aoio i(j«t 3s(jTtti S. Participio oSffa 's(n(ov 1 w i'aoiTO iaolfie&ov ec.\ (enei. t. g. d'iig diss'egli (v. §. la&i enjacn/, etev \(i)ai(v) opp. ^ (e med. we fj i D. 2|^T0J' 2 3 diss'io, Infinito 2\m»a P. è-(fd-triv s(jt(a llèff-lity 2 e-tpa-xe ^nfèyw— Imperat. I F.i'-tpa-iier e-(pij (ij V — il'-(pt]^)é-(f>tj-ad^a,s-(fa^ot' e-(frj-aa: affermerò; affermai, sostenni = inquam; Ottativo D. S. i'-tptj-y òW-og 12) 65. osser.) — 6. siedo . 1 Indicativo | Soggiunt. | Ottativo | 49 Imperativo | Infinito §. 147. v»^' 50 Verbi irregolari 100 abbiam detto, che la divisione dei verbi ?i ba,sa sul raj^orto del laiaa ywbale col abbiamo poi trattato i verbi che sono compresi nelle classi indicate al g|. lO^^ Vi i quali formano il loro presente in modo diverso da quello ivi esposto. A seconda d^la maniera particolare, colla quale formano il presente dal tema verbale, li dividerenqft %li^^to cl^si Nel tema §. del presente, e sono altri verbi ^ con altre suddivisioni. '.-'' . * ' .;?" y * Classe quinta. n tema del presente formasi dal A. tema verbale aggiungendogli un suffisso in cui si trova uà r- Tema Presente ^. -- Future Aor. pass. i Trevaopat itvS' 2i. tvfXdvio, colgo (tci'xw, preparo CI. IV.^ ! fftàS-ov \fta& Trw&óì'Ofiai, ricerco Perfetto Acrisie Moto 21. ÌM9é*K.{(ihj&idy]&t6o'k^9 m. inilar&àvoftai, ditìieiitico 22. ntìf^óno, apprendo SI :rrtma/.tttl. ìrervxiput, di 'tw-fov \Tvx jrado tétevxa I i Al tema verbale F. 25. /ìfw'tii, turo ;i8i; 26. *xv«0|ua(, vengo (<§y-,^|-)lx ii'7r-4z 27. ijnaxvio^tai, prometto si aggiunge suffisso ve-o. t^iaa /Siaw (ffZ*)'''''''<X'Z';'<"'|ii«i si '^i^Ta^iai lyfiai 'imfiTiv Ji^ofiai, G. Al tema verbale il yntaxóiirp' aggiunge il ^vTttaxti^Mt suffisso w-ia. 28. «JUa'yw (per ila-ì'v-io) I spingo, caccio is^S I . §. I-fS. ir.hjkai.iai ecc. Il tema del presente Classe sesta (Incoativi). formasi aggiungendo al tema verbale, se so ano (ffxf), ovvero t-axo (i-a^), se esce in consonante. Molti verbi presente (v- §. 138). Questi verbi chiamansi incoativi fcome in lat. nuHio il cominciamento d' una azione. A. \ I * ' Temi che escòno in vocale, ma i esce in vocale, hanno il il suffis- raddoppiamento del verbi in scoj, perchè molti espri- che non ammettono raddoppiamento del presente. | 83 Presente — 55 Presente ' Tema , i^'V - 64 — — — 55 Molti Ter^i di significato attiro, e specialBteBte quelli che indicano un' azione corporale » mentale (p- e- cammino, mangio, apprendo) hanno nel futuro la forma media conservando tuttavia il significato attivo. Eccone l' elenco. 2- ignoro canto odo 2. $óu), un grido qaofiai ènaivéao(itti 26. iiraivib), lodo 27. èa&lw, mangio l'do/iai 18. tAot'jUaCw, mando dXala^oftai di guerra 5. à(iaq%dv(a pecco 49. Ttì^ao), salto 25. etjUi, e àlala^to àftaQT^ao^ai Futuro Presente Futuro sono àyvofjaofiai moveofiai 3. óxoi'w, 4. dilaAaCw, Presente Futuro Presente 1. dyvoéo), eao^iai am- d-avfjLdaonai miro 29. ^«w, corro d-evaoj.iai. 30. ^ijgaw, caccio d-r^qdaonoLi 50. Ttìjdrjaofiai miw, bevo Ttioftai 51. niTTco), cado 52. rrA*'w, navigo Ttsaóìfioci n'kevaof.iai e Trilet'aofjuat Trri'w, TTvsvaoi.tat e soffio Q. à?ra»T«w,incontro àTrttrtrjao^ai e 31. drjQsvca, caccio &rjQeiaonai 32. &iyydvw, tocco D-l^oftat. àrroXaiu, gusto 7. 34. ^Qciay.o), salto «^Tra^w, rubo uqTtdaofiai, 9. ^adiCw, cammino ^adiovfxai 35. 8. 10. /JatVw, ^luiaofiai 12. ^XtJtu), vedo piiìpio e 36. /.Àot'w, piango 13. ^hiaìuo, 37. yXéTTTO), rubo ^Xfìponai vado (lohn^tai «uo^ì 14. (9oaw, grido, jSoK'<wf/«t 15. yejlaw, rido yeldaof^iai 56. Tvwd-dvo^i, xlaioofiai e x^'i/w/iai e più raro: ytohUaco Sd.kayxàva), ottengo Xrj^o^tai 61. (T/WTFTw, derido avuóìjiouai 62. aJTOvdd^ù), m'af- OTTOvddaoftai e 40. hxfi^ayw, prendo ktjipoixai 41. ^iav9dvo), ap- fiuSijaofiai 63. avu^aivsi, accade av(i^i']aeTai mordo dij^ofiai da^dpo, dormo òaq^ao^ai 43. olda, so eiaof.iai olud^o^iai 44. oJjUftJtw, gemo (di età più tarda: 04|uw|w^ 20. dsldù), temo ósiao^ai 21. dt^^ffxw, corro òqdaofiai 22. diwTua, inseguo dui^o^iai e oftvi'fii, giuro più raro 46. ógtt'w, vedo 23. iy/Mi-ud^w, lodo èyyuofudaofiai. 47. Tratte}, giuoco \2i.èyxdaxio, spalan- èyz"''''^!""* co verso uno la bocca, lo beffeggio, 48. Trdaxco, softo 45. I 3. Il passivo di molti verbi transitivi ha il anovòdaio fretto 64. ffi'^iVx-w(c£ii),zufolo av^^oftai 65. •ch.TO}, produco ré^oftai 66. rpézw, corro ÓQUi-ioùficu 67. Tpwyw, rodo TgtJ|0|Uoi 68. i-fj'x«''Wi ottengo Tsv^ofxai vevao^iai e yvdaoficu, 18. daxvw, ^tvaouai ^ftjao^tai aiyijao^iai 59. aiydco, taccio 60. aibJTtdci), taccio auoTrijaofiai 42. viw, nuoto, chio 17. y/yyaJffxw Trevaofiai chiedo, molto raro: nevaolfiai 57. é«Wi scorro 58. ^oqiico, sorbo 38. xoAo'^w, punisco 'AoXdaofiai prendo e comprendo 16. y)7^d<Ty.w, invec- yTjQÓaofiai 19. S-OQOvftai mi fatico xa^ov^at, cammino (?)f(TOjUot 11. /Stów, vivo (aoristo y.dfivù), TTJ'frffoi'JUOl 54. Tiviyo), soffoco 7rvi^Oftai,ovfictt 55, Tto^éu, desidero nod-éao^ai e aTtoXavao^iai e 33. &vrja-Ma, muojo d^avmfiai- àiroXavao) e 69. v^QiCw, insolen- v^gioCfiai e òiiov^M v^qÌoo), att. tisco òfióaw 70. (pevyu), fuggo oìpo^iau 71. cpd-dvù}, prevengo (jp5i/(T0ji(ai. ?ra/|ojuai e 72. x«o''«w, sbadiglio xovovfiai ywqi^aofica e 73. ymqiw, cedo jra<|o?f(ot Ttdaofuxi Zwpifffw medio Cpass. med valore iw (p€v^oti.iai ). Il futuro ha la forma passiva. etazww svergogno, alaxvvoi.iai mi vergogno, fut. /.aro-yJ,/vw, mi alaxvv9i]ao^tai e aìaxvvov(.iai ttTtaXldtToj, allontano, d-rcuXM-cto^iai, me depongo, a. niateyJj.&tp' e y.areyJdì'tp', coricai ne vado AtJTi'w, contristo, limolai, sono afflitto, fut. med. aor. pass. dmnlXdyriV, fut. dTraìlayijaofiat óufllÓTTùì, scamoio, rftijAtóyrv, mi riconciliai «TtToAtóiTTw, scambio, awrjklayrjv, mi riconciliai èloTTÓio, accorcio, «ÀaTrfffajfJojiiaj, soccombo STrsiyw, spingo, fTielyo^iai, m' affretto karidoì, convito, katidoftai, gozzoviglio eùqtfaifbj, rallegro, evqQÓvérjv, mi rallegrai fut. evqiQttvov fitti e tvifqavdijaoiitat (nqi(fio, piego . tatQdftjy, mi volsi ópyt'Cw, irrito: òqyitofiai, mi adiro, fut. ÒQyiovi.iai, raro: òqyia9rjao(iai ògiidco, spingo, oQfitjd^vai, mettersi in marcia, affret- tarsi, f. òqfiTjOOfitti TTSQaiów, trasporto, pass, col TrA.cD'att), f. m. oltrepasso faccio errare, svio, pass, erro (fo^tw, intimorisco, iqo^i^Shriv, impaurii (faivio, mostro, ((fdvrjv, apparvi da (palvofioi * — 56 — ìa^ hanno anche valore passivo: ìaofiai curo, alcuni le forme medie valgono così pel passivo che Le forme passive di molti deponenti iixofiai ricevo, idixi>rjv fui ricevuto; in To: i-uniofiai imito, /if/iZ/o^/Kai ho imitato e fui imitato. 4. Verbi di Significato transitivo -,;; 1. l'oriy/Jt T. §. 2. ^alvio nei Cy. §. p. 46), 3. fondo V — fit^Tj-xa poeti fo andare, coli' aoristo: sono andato v. §. 139. 7. i'^rjaa, a) àteo (calo, velo), dtaw, i'draa, tdil^tp'. b) óvofi ai e di'vit) (\. §. 146. 4) mi calo, tramonto (sole i, mi nascodo. fut. mi invece è «/?i^ andai intransitivo /?i^ffw,- affondo: dtaoftai, tócv, óidiiux; %ataòi<a af- v.aTadioi.iai •:'.'f'\"j ;' /^ 4. ] ed intransitivo. 139. 6. èxdvto riva ti svesto èvdvio Ttvà ti vesto '"' • a) b) natura fv. §. cfn'vj fui curato, pier l' atti- — — tyi.Svo^tai ivóuofiai ti i, •;.. mi svesto. mi vesto. produco, qiavj, i'fCaa; vengo generato, nasco, i'fvv (jpi'o/iOT " " '..- sono <pvv) fui generato, divenni, né<fT%a (cfl-vcu, di ' 142. 17). a^twvfu smorzo, i'a^saa smorzai. b) a^iwv^tai mi estinguo, l'a/Ji;»' mi spensi 5. a) .'*- •:'. V ' 6. a) (Txi'ÀÀtu disecco (v. §. .' '\ ,-.. 7. . - [_'^ 8. •-."' a) iyiiqio sveglio, èyeqd, ^ystqa, iyi]y£Q-/.a, èyijyeQuai, tjytQd-t]v, b) iyéi'QOi.iai a) desto, aor. II. perdo, (ikhfiai, (lat.) 9. a) Tiditv) persuado, b) TTtid-ofiai -.^ttm&a, credo, vkò tjyq't^irjv mi (§. ' - --' svegliai, iyQijynqa sono desto. lokeaa, òlió^-Aa, perdidi v. §. 144. B. 4. wÀójiojv, ohoka -ì^ '"! 123.) ...' perii. i"^ ndaw, tntiaa, nininna, jteia&rjaofiai verrò persuaso. ubbidisco, Tiiiaonai, tndaiyrp/, TrtTteiafiai sono persuaso (raro . perf. IL confido). 10. a) (palvio mostro, (fovóì, eiprjva, 7ti(ftty-f.tt ho mostrato, Tittfaa^iai, i(fdv&rpi. b) (faivoi-iai appajo, i(favrjv apparvi, favijaofitti, niqtjva sono apparso. >"5*' ninqaya 11. TTQciaaù) faccio, perf. II. TttTrqSxa ho fatto, ; (p. e. ,r "' 13. a) ayvv^u rompo, e'a|a ruppi (trans.). b) ayriftai mi spezzo, Idyrjv, perf. II. laya sono rotto. .: .'•_ a) TT^yn-fu attacco, conficco, 7n;|w, titTf^a, jrtTir^yfiai sto fermo, ijonxd^. b) m^yw^ttt. resto attaccatto, gelo, ninriya sto attaccatto, sono saldo, inàyrpi. 15. ^yyv^u spezzo, " ... 14. ' . male. ev, tiaxiCg) sto bene, 12. àviiiìxa ho aperto, dvti^ìya sto aperto v. §. 144. B. 6. i.. . mi b^ (Miniai pereo, òlovftat, ,' "'. spento. b) a-«.iXh)^iai inaridisco (intr.), taxi);»' inaridii, ayàifoo^iai, eax^j^xa. [.'.: ' mi sono Cp- 46), ea^ipia, 142. 10). i'^^ya sono spezzato. 16. a) a^Ttto faccio putrefare. b) arJTto^tai marcisco, aiatjTta son marcio, iaSnrpi. 17. a) •. ' Tifxftj liquefaccio. b) rTJMftat intrans., èraxrp' t , • '. .'. mi liquefeci, TéTtjna sono liquefatto. 18. a) ex7rA.»^rr((jff)w e xara/rAjJrrw spavento. b) ir.-{jMxra-')rtì.fiTTO(.iai, mi spavento, stupisco, aor. f|-(xar-) £7rXayrp>. 19. yslvonai passivo usato soltanto nel pres. imperfetto, e nasco, ma 1' aoristo lyeivanrpr prodassi, da yiyvo/jai. Si notino ancora perf. II. Tt&ì]Xa i verbi che hanno nel perf. II. significato del presente, p. e. ^óìXca fiorisco, il fiorisco. fjaivoftai infurio, fittvov(iai, ifidvrp', perf. iii(irp>a infuiio, furente, adirai. t ':'-: ^<\^Èi^)h^- f <* ma fialvm faccio furente, eiirjva feci E I. I e n e — &7 A4ri|l#.f l^e »o t i z D i i. wb can, cM: Pra|M9Ì2MM cb* rtfgoM iM V /- ^^ ;^y ; a) n Genitivo. ^^vU il dinanzi a — — - 'Ex ed W/ro da. IIqó davanti (e rare volte) per, a favore di. p«r, inveee dL "Evtma a, cagione di (sta quasi sempre dopo il suo caw; Uvev vocale, da o di, fuori. — i Moza. b} *& io. 3» «£<?*' II Ditivo. eon: atv Qetp, con Dio, coU'ajoto di Dio> e) Accusativo. '^MctgMC oMcavorso^ durante. II. il ^là t per, f»^ — — — Elg ed 'Eg in, verso, oofitzo, a. — Zig Preposizioni che reggono due casi, cioè (ki. ad) sSffl'endosi a : r Accusative tieoitiva diù x^''>*f»>, dopo lungo a traverso af& par meezo tuo. teni- Jià sé per per «agiene- tua. te, Aà Kttfd verso, contiu, Karà all' ingiù. yviófii^v secondo l'opinione — significa inol- tre per, a traverso, traversalmente. hFn^^V SApra» per 0- » ftivore di. HI. Il 'TT^r/g Preposizioni che reggono tre casi, cioè Genitivo. iiifiql e IltQÌ sopra, al di sopra, al di là. Il L' Accusativo. DaUv». '.^fiqì e lìt^i circa, per, circa, intorno, di. JMevcc con — 'Etti in. I 1 I a cagio- ne di "Eni su, sopra, : 'yifiqi e Ih^i circa, in circa. I oltre, dopo ( in aÌTiTi dopo di {Mtra fra, poetic.) IWpog (jctó ffow, con te, per iO£«zo.tu(^.o.€;))l tuo aiuto.l rpite tioqù da: roZ ^aatliiog, Jla^ presso, al fianco veniva dal re. apud^. Jli^ a, da, rispetto, dinanzi : n^óg a. Terso, oltra. TT^òg 9iùv dinanzi agli Deij Tbt^ àviartj 'Eni, verso, a lui). MetA di dopo. (lat. Ilttqd a, verso, contri vicino. | (coram 'Xn6 i7i^ a, vOTse, giusta. Diis). da, sotto VX":^ a, sotto. 'Xnó sotto. , .. V--;C^ . _ j^** — 58 DeldfaiettoOmerieo. :^- 'KC- §. 1. Della quantità. Sillabe che contengono una vocale lunga o un dittongo, sono lunghe per natura. (V. Gr. § 2.16.) 2. Lunga per posizione dicesi quella sillaba, la cui vocale breve è susseguita da due o più consonanti che non sieno una muta e usa liquida, sia in quella stessi voce, sia in quella che le vien die1. tro, p. e. tv aniaai yXafvQoìai ^ - " - VTtttTS %Qtióyi(oy Tovxo xorà \ I Mtl ; mnta con X, iai!>iant> tquì (i, - -. Perfino un semplice l, v, v, fi, nolQ<n> ò 3. Vocali ^|'-| xoToAèf ijg nel tema l"". oìW terminano - - - - tao» Una ficf -. -=^ | principio delle ^ in posizione: posizione i fa parole lìnetn nttviv «/(« ^è vtqng "- |-t-- |---| drjv - - - \ --. una parola diventano innanzi ad nn altra xj jjvij inn - - " - - - - - (=xot Ytlfiaai). sillaba breve può diventare lunga nell'arsi, specialmente poi innanzi alla cesura àiwxr,fif*oi |--h||'"'| vocale laninzi alle pirole poi, che comin- . ciavano anticamente da F, resta lunga la vocale finale noi sUfiaatv 4. ag, ^ - - temere) e in dr^ (a lungo) oèS" S^ tvi di (òsìaai, lunghe o dittonghi che in tesi (abbassameutq) brevi: | fanno in Omero quasi sempre q I pure così ^ - " -^ -" •- \ Osserv. Anche una consonante t^r^o- . NB. La prima sillaba di un dattilo o di uno spondeo si dice essere in arsi (aìdta), perchè si pronuncia con un certo alzamento di voce, e la sillaba consecutiva chiamasi la sillaba in tesi (abbassamento), perchè si proferisce meno spiccatamente. § 3. Delle vocali. iitf]. usano la vocale o, Omero ha spesso n fr. Gram. §. 23) p. e. àyogi^, Egli allunga spesso e in ei, n in oi- p. e. Sùvog, xQvos^'*i< n:avlvs, ftolyog. Più di rado si trova M 0, Nei 1 per casi ove gli Attici ai per a, ao 2. tj (^i^j si per «, p. e nvnii^, aìcróg, tiOijfiiPog. cambia sovente eu «per au) in p.e. l^iQiidùo e ^iQiideut (metathesis quantitatis>. §. 3. Del concorso delle vocali. si fa secondo le regole esposte nel §. 15 e 16. della Gram. Si noti soltanto cha contraggono sempre in ev p. e. q<ilivviag. 2. Spesso si omette la contrazione: di%ioy nais, oig, &àqaing; all'incontro la contrazione ha luogo non di rado in parole che gli Attici lasciano sciolte: come Jp^ (<«e'>St, pioaui (!lnijaag\. Due vocali che non fanno dittongo, nella pronuncia si fondono assai volte in un suono lungo misto («nWCijffig), p. e. 'Acqùàeio, -mqia, fiìj aU/>g, ÌtiÙ ov. La eo ed sov contrazione si ^ §r4.1ato (V. Gr. §. j'U 17). L' iato è permesso; :.[-/ tei;, 1. dopo 2. 89 le parole sono disgiunte a le vocali , : i , I 3. se la vocale finale è 4. se P. una vocale e. finale - 1. Traiól Sfivviv, - 2. X)h'finte, ov vi t' 3. àvTt9t<it 4. nlayx^f] mezzo della cesura e dell' interpunzione, lunga e si trova in arsi, lunga viene abbreviata essendo posta in Xidvar^t -' I - tesi ;,.] S. - innanzi ad un' altra. >• •••... w)-""!-""!--"xj-""!-" ìfrti - ^ " Vdóvaang j - , oììim iaccv - - « « . Oss. L' iato è soltanto apparente innanzi alle parole che anticamente avevano S'sol dtióvds vita9m ( -- Yoi-«h>òi), oidi %i tqymp ( - Yiqywv). §.5. il digamma, Elisione. In Omero si elidono anche le vocali or, £, e e o nella declinazione e conjngazione; minazioni fitti, aai, tal, aSai; ot in fiol, zoi; i in ini. §.0. Innanzi a consonanti si possono omettere nttQé, nord (àuonon^): aq, av, irdq, -mot. p. a. Apocope. , le vocali finali brevi in Squ e ,7 cu. nella ter- „ aelle preposizioni àpd, — n — 59 assimila a qualsivoglia consooante seguente; il v di a»' si assimila al l ed al f< sapente e innanzi al n si cambia in n, p. e. xatt miinv,. tlòó òirafur, teòx xoQvqitjv, xaiiure, à»~^^ità. »dftfioqt, aiXi^ai, S^i nidiùv. La forma at'e^ao deriva da óFFc^tki» Oss. T del wìt si — §. 9. Delle consonanti. In molti casi le consonanti dentali e gutturali rimangono inalterate innanzi a 1. p. e. ÌSfisvy (i, iuiiU>^-9fiirog, àxaxfiivog. 2. a innanzi a a non sempre si perde e le consonanti dentali mute si assimilano nodai). susseguente, p. e. taao^iai, noaai ( ò Si raddoppiano in molti casi lu consonanti semplici, e specialmente poi il, n, v, tkXapov, TÓaaog, i'aotvoy. Sitjrws, ififiadov, — òf;j-(?-porog, da ^Qovóg e q, come anche |i« e A si inserisce /?, lat. morior^, fiifi-fi-luma dal tema fiko—fiol. (v. Gram. §. 151. 2, 13). trólig e nóltfiog. Si notino nróAig e irrólifiog Tra n 4. = sp3S8o al e a: (f hqotós a om, ^ma /uo^, = 5. Non 6. Anticamente cominciavano a e 9, digamma è infrequente la metatesi di col p. i e. ^Qaog maqiir] e xqaòit), e ^Qdaos. aywfu, étJmmftat, avaS, aaiv, eoQ vocaboli: (lat. ìXkÌs, e/rog, eQyov (ted. Werk ), JWv;h (tem. F*g), «ff^ijg (vestis), "arTSQog (lat. vespen, etog, Idsìv (lat. video), iov (lat. viola ìg (laL viS', ìaog, olxog (lat. vicus, viclnus, oìvog (lat vinum 1. Con sigma digamma principiavano antiver), i'&og, linoai 1 lat. vigiuti 1, tigcj, fut. ìqìu lat. vebum ìmìv, ). — camente (.lat. i vocaboli àvdavd), aor. ìding =. aFldtng, Nel e: ié, evade=ta¥ade, ^^g suus", suàvis— suadvisj ^dt'g, (lat. ? ; - a¥e (ìa,t. se), og=ffFog e ^ihiìng (lat. suescot Omerico alla consonante da ìaog. dialetto iiixoat, ìtatj , iniziale originale di certe voci viene sostituita la vocale Declinazione. §. Una I. plurale, p. e. Terminazioni particolari ad Omero. d' Omero è ^xCO forma che il genitivo e il dativo singolare e • dal con forza, &^Qtj-<f* alla porta. novto-qn dal mare, naq' avT6-<fi presso di loro (1' è sempre accentato^. ì^ 1. S. terminazione propria ei-vij-q'iv 2. ex letto, filrj-tfiv 3. «e aTi^Sea-fiv dal petto, ttoqù vttl-<f>tv presso le navi. II. Le terminazioni locali &t, &ev, 6s si trovano spesso in Omero; il de enclìtico si aggiunge per lo più all'accusativo: oYxo-&t a casa, xi^p-ó-^t nel cuore, ovqav6-9eì> dal cielo, "Idij-^ev dall' Ida, olxó»^, icóìuvde, cWe dónovóe nella sua casa, '!A'id6gde=£lg'.Aidov. Sono La = i| àUg. irregolari fiyade in fuga, i'^ate in terra. terminazione &ty fa le veci della terminaziono del §.9. Prima 1. Invece dell' « finale nel singolare declinazione. genitivo, p. e. è(itd-eì'=ènov, e| Temi àX69er in a. Omero ha sempre ij, eccetto il solo &eà. maschili esce in a p. e. tjtjtórà cavaliere, vs^hffBqha 2. Il nominativo singolare di alcuni adunatore dei nubi, confr. il lat. poSta. 3. Il genitivo singolare dei nomi maschili esce in óo sta (contratto a), p. e. Idr^iào e "jtfoeiòew, 'Eofteloì. 4. D genitivo 5. n dativo plurale esce in oin{v) . -Ji'i 1. n 8. n '- plurale s--'-^-." --V'. esce in :. /,V iw» Ccontratto óv) ébìv 27?, §. di rado in 10. Temi mg In 0. p. Seàtty, e. mìimt, vanéniv p. e. ^((ijoir, néffnje. ' . , '. genitivo singolare conserva la terminazione più antica io ed esce quindi in oto; rarissima 8i trova la desinenza 0-0, più frequente la desinenza attica ov, p. e. m>éftou>, {fio-=ol Od. I. 70). 2. Il genitivo e dativo duale emono in ouv p. e. wftotif. m^ dativo plurale esce in oiai(r), otg p. e. ^eoìm ^aug. 1 — §. 1 «5 — Seconda ^eoliuzionft. . n genitìvT) e datiro duale teimioa in o#(v p. e. ttvSwip. dativo plorale ha la terminazione pia antica am{i') oltre all'attica ai'»); ti tÉnùiMMÉi in consonante si aggiungono amendue le terminazioni a mezzo della vocale congiuntiva e, p. e. nné-seaiy e rroool, òraì(i-t-iuv, fitXt-i-aai (invece di ^tXta-i-aaiv) e fSéltaai, vt'xv aai, spesso pelò si trova Ktstìtt6 rtri-tom, {hytiei<Q-t-aoi (attico ifiyargaai). 3. I temi in a per lo piii non si contraggono,- ing può centrarsi in «rg, ft. «. <9i((i««$. 1. 2 II « L' e della uscita dei temi in g, invece che colla vocale della tdrminazioi^ canlcae spesso aititi, eìidtìag .— e 'tdi'tag. colla vocale che lo precede, p. e. anf^i I ti'Mni composti di -Akiog si declinano così: 'HQordijg, 'HQay.'lf;og, 'Hgaxl^, "Hfcmt^a. '- L' o dei temi in ag 4 I temi i indebolisce spesso in si conservano il loro «, p. o. nìòag, otàto^, e'vóu. p. e. nóviig, /.tiivuog. i, * _ . •,r," »-,-;$• Oss. TtóìUg (_moXig) ha queste forme: Plur. nom. trnheg, nnkijts Sing." gen. Trnhng, jrnXrpg idatt. mh^i TTóAr, gen. noXìt'ìv e nóXii datt. TroXi-taat accilS. temi in tv allungano 1' e ta/ao però anche le forme attiche. 6. l in j; per compenso del §. 13. F :!rr>)ijng. eli30, p. e. rróX^g, n6i,t5. ^aadf>i, jJajjiJi; si incoi»- Aggettivi. Invece dell' ù il femminile della prima declinazione ha t], p. e. 2. I temi in v formano il loro femminile in tta gau. iitjg), tu 1. óiy.alrj, e,l trj, eùnxgij. p. e. lia^ùtc « /?«i^*\, cJxta, tvgtlr^g. trovano in Omero ameniiiie i tini ttoXv e ttoAIt iu qinsi tutti i cajroli'tg, jcoX^tg, ìcnX^fw, 7coXiaai ovvjro noXiai o si del genere maschile e neutro: iroXXóg e uoXXot; noXitaai, jroXiag 4. I comparativi e superlativi in uov, lamg si trovano pi^ frequenti in Ooisro che presso gli Àttici p. e. yXvxlMv (yXvxi-g), fidaauv e (ir/xiaTog ifiax-q-óg), (fiXìwv (qiXog). 3. Di TToXvg (rrniXi-g') si §. Oltre fila si trova in Omero la 13. Dei numerali. forma §. 1. Personal l'u, ìr^g, ìj, t«v; oltre 14. Pronomi rtasa^sg ans'je nlavQs;. — 4 61 — * Pronome indefinito e pron. interrogativo: Sing. gen. TÌo, Ttv ' ^,r Plnr. gen. rlior dat. tì^) ..' , dat. tioiai ' neutro plur. Saaa. In oarig resta spesso inalterata la prima parte: oug, ozso o itùnai, OTivae, ueut. pi. iiaaa. C L'aumento j spessissimo, p. si oipette §. 1. Le vmh fu e tico, iarffiinaEioni antiche m BOg. ed ottativo ' u g a z i n 15. Aumento. n §. :> 2. La 2 féi, e. ^ìj per oneo o orrsv, -if^ e. ;- Sieiii, 'V onpa, ouiaTf . \ .j " Vis per elle, Kwte per IXeae. i'ìt], - -^-v-./'- , : ,;..^ ;^ i^.v- 16. T«rminazioni personali. a9a^ ai si trovano più di S3vente in Onnero che nel dialetto at- nel soggiuntivo (p. e. tfUkoui, /.ttlfoiui, iS.-iui, e.. H^tlrja^a, -/.latoia^a, (ialr]a9a, (ìaloiai^a). . óyàyco^u, èS-ilrjM, ^aXrjof, a^a . ' iiel p. med. sing. di spesso non si contrae p. òdiQeai, sogg. ixicci, imper. pàXleo, imperf. e. aor. wdvaao. duale e la 1. plur. med. finiscono spesso in ^teaùov e (tea^a, p. e. rtirhaaiuaOa. 3. persona plur. invece che in vcm e vio termina non di rado in atai- e ato, p. e. dsòaitnai, èmrerqttffaTai, TLtiato e xt'oro lattico t-Asivro), Titrpoliìjaco, ytvoiaio 5. L' infinitivo termina spesso in //«y«i, abbreviato /(f, p. e. pres. TV7tTÌitev{ai), fut. à^éfitv^at), tkiUo ^contratto La 4 La 3. i'irltv), i. pars, 4«r. il^ifuv ai} perf. Te9vàf4év(ai), aor. pass, ^a^l^^ltv:al^. L'ìnf. aor. li. aii. termina anche in ittv, p. e. Idtetv. ." . , 17. Soggiuntivo. §. Nel dialetto Omerico il soggiuntivo buon numero di volte non differisce dall' indicativo per db conceine la quantità della vocale che precede la terminaìiioue: Yoiitv per uoiiev, niqtvofitv per xoTtaatTai per vjntiaarjrai^ aor. II. pass. daiitUve per daiiiìjie ( daiitjie \ Si deve quindi por mente a distinguere le forme dell' a. I. attivo dalle forme corrispondenti del futuro. che Stftnofitv, I». Verbi §. ^i contratti. «w presentano forma: 1) sciolte, 2) contratte, ovvero 3) distratte, vale a dire in alle vocali risultanti dalla coutrazions si premette uu' altra vocale breve accentata dello stesso suono: 1. I verbi in l^ntti, ÒQ^i^, fhkiiai, ìMav (fut. da ihxhio). A cagione del metro però si inserisce talvolta una vocale lunga p. e. fjìióioaa (attic. ìjiSoaa da ifiàto), ovvero la vocale breve sta dopo la vocale che risulta dalla contrazione, p. e. ^liénvcts (attico iJifiùivTeg. 2. I verbi in 4: jdittnagbi et o iw subiscono alcune tv, p. e. volte la contrazione, so dalla contrazione possono risultare téhl, zthxai. Alcune voci contraggono le per anomalia in ly, p. e. òoqm^irpr (A>gjr«() ceno). Si noti l'inf. irreg. (fo^t^vai {tfoqéot porto). Nelle forme sciolte lungato si trova ti invece delta vocale caratt. del 3. I verbi in ów ammettono per r in del tema co, p. e. tema e; p. e. hililem. lo più la contrazione delle vocali. Nelle forme sciolte viene al* vnvwovies- Forme distratte sono àqòioai Cattic. ÓQovai), dijwyev (at- tic. dìfiohv). §.19. Tema Vi SODO molti qnisto), ittltio (divido), /(f^jUij^i'Cw doj ha il tema ìviti. 1. no^n A^e r^ tema verbale. 'H-'" "' j;. §. I verbi puri che piano spesso questo del presente e che hanno y per carattere, p. e. (taovltio ^erzo), cthtTratt» fcon(curo, medito j, noXtititw ( combatto^, mvffeìJitfit batto,- iyiaet* j^sgri- -verbi in tia ape. 20. FuL e aor. I. att. e med. non hanno 'una vocale lunga innanzi al a del càdtaaofiai, vt'nuaae, hdwaoe; fut. e dell' aoristo, raddopalcnni invece nel fot. elidono il «igina, p. e. da f^ta). tper tnqiaei da mtfiiiwfH), i^wai 2. Alcuni «erbi ia l, fi, e, ^ conservano il a nel fot. p e. èKtlaeqtev (ritUbuf, aie^a (xei^), {oq-yvfu). Nella forma .aoristica òfpiXketev (^èfftìXio) si è assimilato il a al X. 3. Alcuni verbi formano l'aor. I. att. e medio senza il 0, p. e. ìxieva e tsvte (ze(i*=xn'«i)y (fer iqt'aovci StfdfW iatiu), ^levato (àisvoitai), ixi^, apgg. ^ti^o/i^, mf. tìjoi inaiai). •iTrfiHifrJÉirfri \'àìMiÈià I^ov, I|«s aso e o{}atv e. anche a dell' si , participio dvaófuvos ^OJ. il 62 .- trara spessa volte n ei « ianinzi alle terminazioai persoDftli nell' aor. L, W-vàuuat , óóiTso di fi .•3>n') f )rin iti a questo mnlo gli imperativi: p. e. filijaeó {Salpa);' ùStcs (Syci), oìas (q^Qtt) , gli iafiniti d^ifiey^ai), aautoifiev, neXevatfisym, e HQ-»vftt Invece 4. I. 24). §. 1. n 2. I soli «I. Perfetto. raddoppiamento non si tralascia mai nel dialetto Omerico faccetto dexarai, ma diòsyiiat'). I perfetti tfiuoQa (jitiQo^iat) o tuavuai (aivcji Simo formati a guisa dei verbi che cominciano da ^. Circa inirra — YtFokna (più che perfetto iciLrtiv \ ioQya -= Pè'Fo^yo vedi Qram. §. 115; èe^fiiiios ^= aa* (otiQtt, corda, catena, couf. il lai. ser-o aiQ^tivos r . aspirazione, p. poi participi, p. temi x/xo.Ta e. e. in vocale formino xó;rr(t> TisrpvCai (-= >. I. Spesso si incontra il perf. IL, sempre però senia Persino dei te ni in vo3ale si trovano forme senza x, spieeialmento ^SÀ.utj'àca xatiyw), rc^i^ùrog e te^yijórog ijhf^aìUi}). ), parf il jrifuyiaji 93. §. Più che perfetto. Omero ha conservato le d'^sinenze antichi ta, eag, es v), le quali contratte danno «'»») oAtf(7. Oram. §. 118», p. e. iiti^iJTrta, idia io sapeva (per ^'d-wa/t lat vi-deram;, he^iJTrsas, lóse o jjót]; 3, sing. (ièpXriyLtiv, òtòunvrìiutv, a». §. La terza persona Aor. ililx9i]aca> da ftlp'i-^ti ipiyrvfu), dai.tiitTe i i, plurale esce e volte pass. II. in i'xfa^tv óóftvtjfd), aa/T^i] ((Tijtto»» Oss. Di haQ7cip' {TtQma) si tiova §. Nei poemi 1. spasso I. ev invece che in rjfiav, p. e. itilx^sv (per per i/.iàdijaaf da -nttìvio , tqcuptv (per hQaipijaon' da tqitfM , 2. Il soggiuntivo va spesso eseutj ila e )ntra/iioue; l'è pareschie volte si allunga, e la vocalo che precede la terminazione s' abbrevia spesso nel dmle e nel plurale, p. e. séQsi^éii) (eó^iarua, fuyéoHn 1. d' Omero anche l' il sogg. Tqanttoiuv (per metatesi). «4. Verbi in /«. ^ indicativo pres. dei verbi in ;a è formato a foggia' dei verbi contratti p. e. ti9éig, didnìa9a, òiàoì. 2. Nella terza plur. imperf. e aor. II. si aggiunge spesso»/'— cr) invece che «rav alla vocale breve tema p. e. ìtv { =l'effav), tatai> e actii' ( tacìjaay), tlìav e /JaV (^—e^ìjaavj, eq>av e q>a> (^:=e<pa- del . OOf, irfvv ( - tffZaav ). 3. Nel sogg. dell'aor. II. att. si abbrevia, secondo il bisogno del verso, la vocale aggiunta alla vocale caratteristica del tema e questa si allunga; la vocale a del tema può indebolirsi in«, il quale si allunga non di rado in et. 1^ g» , 9iuo 2 ^eise, ^'5s 3 ^e/fl, ^rj Pers. 1 S iùtjai, itarj Duale o^vS' Pia iraQ-atijetw £ .aitiofitp, (rriiofiev, Pers. 1 ^iume», 9ùo(iei' naia-pélofup i 4. I verbi - ' ' Aor. ' %. ... '"^ %i(, nel dialetto d' Omero ha Pres. ind. plur. 3. Uìai, sogg. sing. 3. ott. ind. ifpta, plur. 3. Taccf, sogg. tiot, Aor. med. ind. n le forme seguenti ignorate dagli Attici: tijai, iaf. «cfievat. ^m Imperf. sing. e òp-^t), pi. 3. trio. Fut. fjaia, (ài>)-iaa, ott. aor. inf. 1. tur, piar. B.ÌW. lu^-ifui'. àp-iacufu. verbo eìfu (ii quale nei poemi di Omero ha pura il significato del pres. „io vade" ) dfil io sono, oìóa io so, e ^fttu siedo, presentano anch' essi alcune Javiazioni dal dialetto atUeò: > 5. ' «•5Ind. Iirp Ott. Scgfl. Aoristo Fut. Imperfetto i.f. Skig. infu 1 Ittffc.fM» im9a il' 3 H. ?/(«» et) irfiiv 1 'LOfisy, iiiev 31 t'imi ' Sing. éUiil i'w, 2 3 per-iia/ r^a, i'lifitv{atì taao saat, £ig tiitv ai ) pait. i'toai(v foy, fóvrng tw i i'rjfìSa I li;a<, i^fft, 1); tot ta, f,tv, ir^v, rjr^v taaeivat ^ Plur. 1 eìfiiy 3 la<K(>') Sing. olJa 1 ) I eiò^au tóitj part tìdopev 1 ìdpev Plur. 31 fifiai: plur. fdtn. ìJt//,(r( >;4i'(Jj;, ^'Jm Il tìdere 21 . (iat. I 3. pi. Torat e éi'arot ftoro iitoto, §. 3A. Aoristo secondo. Molti aoristi secondi dei verbi in i%Ta, licTw, l'xrcrro (tema xTa=:x«»', pres. w iq>9lv oéxto (di^ofiai), c/mxto e /lìxro ^ì^a9ai,it»mA^Xrj=^al,pves.^ttlXcit),àhfO,ulio (dXlnftat), cpi'f/adat, part. apv^//ieK>S to), t^lijio, si formano a guisa dell' aoristo II. dai Terbi Arw>, ffstw', li-io ott. in fu, p. e. (p97zo, inf. ffOifiiry, (ftiy-rvfit). §. ( e si xrt/Vwi otto a«. Forme iterative. Le forme iteratÌTe indicano la ripetizione dell'azione; esse sono riconoscibili dalle lettere «nt, inflettono come l' imperfetto dei verbi in cn Vi sono impeifetti ed aoristi iterativi. I verbi in w aggiungono ai temi rispettivi v. §. 22 ) nell' imperfetto e nell'aoristo le desinenze «rww e o%ófH7v, innanzi iìXbi'), alle quali havvi per lo più la vocale * e Ttek-e (TMO (jriXofiai), ^oa%-i-ayixn>in(finaTuo (q^yu). Vi sono però anche ben di lado la vocale «, e. p. qì-w-ia-a-z/ìv [^ìiriv)), Vk-e-axE (aJp/wi, ', alcune forme iterative nell' aoristo primo: p. e. tx-t-omo» qry-t-ane ìXd-ua-ane (iiaéito), prijoà-avieto ifiipvrjOTuo). foggiano le forme iterative in a-nov e amt-irp/ Anche òidó-€TMv, ^iinvi-(ni£TO, vU-aneto (luti-tai), tarutv per ia-awv (lìfii). dei verbi in //i si p.e. tqia-aitav, ara-incov, Aggiunte e currezioni: 30 r»t » »» r, "» „ «»» t, »« rig. i ìeg. maschile e neutro invece rlie iiafcliile neu in. 37 „ 7 „ Un» conRimaiite denide min» rome pure il r ecc. 39 „ 9 dal basto Irg a'{ invece rh' ùi|. Hlla |<ag. 18. $ hS (tùSttCfiav) inverr che tviaiftor. 56 „ leg. XQilaaav invier che xptCaaor, 65 nel D. Duale \rf. ot'v 'nvei-e rh. ot';, e $. 66 ie i li'C- {^ivo; invece che ^iivos. 78 1 „ Nell'altivo la prima euc. „ n 1^ prima ere. (V. S 101. 3) 104 2 „ (V. S- 101. 2) „ „ (v $ K». 2). rig. 4 leg. KXtiiui invece che xpn;». 105 1 „ (v, ^. 101. 3) « n fxtoptt. 116 29 Si nnfi che il perf I. ìjnaxa fu poco usato, ed è piii eeei*nte VliMiaiidt-nJ d>-l pcrf. <• i i i » 3»» 121 128 '3* 139 1*1 48 „ a 40 dd — leg. t-Tt-TtU-x-tt-r invece che f-ji-Xé-x-u ""••• » 1 „ 28 » „ lojKìtov „ 15 „ ^pC'O*!)», e J. 142, rig al nura. i. US. iSivft[tu invece che S^v/if^iiu. e lig. 16 lee. i-S>iQ<iv ^ataav .nvrce che t l<)iir-9uaati. Quanio alla vocale fund. dei Inni in il, q valgunii ecc. Neli'aoris'O I. paHsivo invece che „\ell'aarisio pusi-ivo" e si inseriaoa alla fine di qnenla proposi ione: nell' aorisro II. si asciunee ai i.-ma verbale il snln ( che si allunga coiae I' c sufH-KO 9(. 8i noli che i&i!if9>iv è ferma usa'a da Krodoto. Il Icg 126 127 rig. ' pioperispnnieno invere yf S leg. » I. elle • *»'• laoìiov (tema /il^). „ „ 3 r. Ire. \... peri.^poroen» apparieagouo invece che «pparieugo, erg. 19 leg. àUS-^-«oftm. ,,' — * * " ''.... » — P»(. 11, raselU V 64 — inveee ohe I, e nel modello ìjtoq os, ìiTog t; pag. 12, rig» alt, leg. àjvx'ii-ét, ixQaiiìt, is; peg. 13, rig. 18 leg. nòl^t-ti)tK; pag. 15, nel modello liog. dat. femm. leg. /o^^atfi); pàg. 16, rig. 6. sing. Dentro. utfaXqt, $. i6. rig. 8, leg. ^n^; pag. 2t, $. 66. ini. ind. neutro, rig. 4. leg. Srqv; pag. 22, ^. 70. rig. 7, leg. MfyuQait; tìg.B,'ÈXrvatvttót; pag. 26, $. 93. rig. 1,leg. rjvtÓQ^oov; pag. 26, $. 97. part. fem. geo. Tiumongf, imp. pass. 3. pera. sing. leg. riuaa&a; pag. 28, j. 99. pres. sogg. pass. 3. pera, duale Ug. dt]liSa^ov; pag,29, g. 103. CI. tersa, 3. alóUm; pag. 30, %. 108. A. avv. rig. 6, leg. y^du (do oracoli); pag. 31, $. 113. nel modello rig. 2, 1^. t-^v-w; pag. 32, rig. 3^ leg. natiiv-att-aa; pag. 31, $. 119. nei modelli, nlt. riga, leg. earatt. o inreee che u; pag. 36, $. 124. B. riga alt. tem. veri. (fgUy; pag. 37, $. 129. rig. 2, leg. xaXi-aio, xi-xliì-xa; $. 133. rig. 2, leg. ixittvaa; pag. 38, voc. fond. car. del fìitnro leg. a, e, ì, u, nei modelli (pagaaio; pag. 39. alt. rig. leg. Stiafu; pag. 45, §. 142. terzultima riga flefllioral fioi; pag. 46, rig. 29, leg. fSi; pag. 48, al N. 4. aogg. leg. t-r\-zt; pag. 49, al N. 7, leg. Perf. II., rig. 31, leg. (fojxcóf). ^.ieiJUÈÉ,àJàìàà dei Bonii aentri leg. . sS5s^«^*>v'^?^-j5*'^"^'- ; iST'' -x :Bt^. v'ji;. '.- Delfo stesso autore De si ordine et temporibus, svet, Saloigra v , trovano vendibili queste opere: quibus compoaiierit commentatio. Novi f,-; • Horatiiis? singulas ; treh djanjh. ' satiras , ; -^:#