Testimonianze di Vescovi su Medjugorie “Una grande parte di pubblico aspetta da noi precisazioni riguardanti fatti che avvengono nella parrocchia di Medjugorje, dove sei “ragazzi” dicono di vedere la Santa Vergine. E’ certo che ciò non è stato suggerito loro da terzi, ed essi non sono stati incoraggiati da nessuno a raccontare cose false, certamente non dalla Chiesa. Tutto porta a credere che questi ragazzi non mentano… Quando gli ebrei cercarono di far tacere gli apostoli, un dottore della Legge, altamente rispettato da tutto il popolo, Gamaliele, dichiarò all’assemblea degli ebrei: “Non preoccupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!”. Atti 5, 38-39” Monsignor Pavao Zanić, Vescovo di Mostar (Glas Koncila, 16 agosto 1981, p.1) Dopo aver inizialmente sostenuto la testimonianza dei sei veggenti all’inizio delle apparizioni, nel 1981, Mons. Zanić (Vescovo di Mostar) cambiò parere e negò l’autenticità delle apparizioni (1). (Nota n. 1) Il 22 marzo 1995, l’Arcivescovo Frane Franić, all’epoca Ordinario alla Sede Metropolitana che nel 1981 includeva Medjugorje, spiegò a Denis Nolan e a Suor Emmanuel le ragioni per cui Mons. Zanić cambiò idea. Egli venne a conoscenza di ciò in una riunione della conferenza episcopale jugoslava: “Uno dei veggenti mi rimproverò a nome della Vergine, e la Vergine non ha mai rimproverato nessun Vescovo!”. La conferenza accolse la richiesta di Mons. Zanić e la risposta dell’Arcivescovo Franić non fu scritta negli appunti di questo incontro. Eccola: “Ma nel libro dell’Apocalisse, lo Spirito Santo rimprovera sette vescovi!”. Preposto alla Commissione d’inchiesta voluta da Roma per la sua posizione di titolare della diocesi, nel 1986 egli espresse al Cardinale Ratzinger un giudizio negativo. La notizia rimbalzò sulla stampa e molti credenti, anche fra i membri del clero, da allora non ebbero più notizie. Ma il Cardinale Ratzinger respinse quella conclusione negativa e cosa senza precedenti nella storia delle apparizioni, il Vescovo locale (Mons. Zanić) fu sollevato dall’incarico. Questo fatto non ebbe molta risonanza. Roma sciolse la Commissione del Vescovo Zanić e rimise il tutto nelle mani della Conferenza Episcopale Jugoslava. Venne perciò nominata una nuova Commissione sotto la presidenza di Mons. Komarica (Vescovo di Banja Luka, Bosnia Erzegovina). Negli anni 1984 e 1985 il professor Joyeux, scienziato di fama internazionale, sottopose i veggenti a specifici esami durante le estasi. I risultati di questa ricerca, presentati da Rev. René Laurentin in quel video Scientific and Medical Studies on the Apparitions at Medjugorje (NS. Video), scartarono senza possibilità di appello sia la tesi della mistificazione da parte dei veggenti che quella della loro instabilità mentale. Come avviene per ogni altro luogo di apparizioni che non sia stato espressamente accettato o rifiutato dalla Chiesa, sono permessi i pellegrinaggi privati (organizzati da laici, indipendentemente dal numero dei partecipanti), mentre non sono permessi quelli diocesani “ufficiali”, (organizzati da vescovi o sacerdoti). Naturalmente, vescovi e preti possono partecipare ai pellegrinaggi privati a titolo personale. E per assistere spiritualmente i pellegrinaggi. A giudicare dal numero di particole consacrate distribuite ogni giorno, Medjugorje è una delle principali mete di pellegrinaggio del mondo. Alla fine del 1996 Medjugorje ha accolto oltre 20 milioni di pellegrini, Fra il 1981 e il 1996 vi sono giunti oltre trentamila (30.000) preti e vescovi, molti dei quali personalmente incoraggiati dal Papa. Il 21 novembre 1990 Mons. Komarica (presidente della Commissione) celebrò a Medjugorje la Messa dei pellegrini e annunciò che altri vescovi della Commissione sarebbero seguiti: cosa che si verificò fino allo scoppio della guerra. In conformità alla consuetudine della Chiesa, ciò costituì un riconoscimento del culto e dei pellegrinaggi. Nell’omelia egli riconobbe i buoni frutti di Medjugorje, preghiera e conversione: “La Commissione riconosce questi frutti”. Il 28 novembre 1990 giunse a Roma la seguente notizia: “Sulla base delle indagini fin qui condotte non è stato accettato il carattere soprannaturale delle apparizioni e rivelazioni…”. L’informazione, di carattere privato, era inserita in un contesto più ampio, e i vescovi della Commissione non avevano inteso renderla pubblica perché non definitiva. Fu resa nota attraverso un’indiscrezione che causò grande confusione. L’ 11 aprile 1991, a Zara, la Conferenza Episcopale responsabile della Commissione promosse Medjugorje come luogo di preghiera. Questo non è ancora il “sì” finale da parte della Chiesa, ma è un “sì” di grande importanza. E’ certamente un incoraggiamento aperto ad organizzare pellegrinaggi (e un invito ai sacerdoti affinchè vadano ad amministrare i Sacramenti). L’edizione tedesca del 31 maggio 1991 dell’Osservatore Romano riportava i punti base decisi dalla Conferenza Episcopale Jugoslava per la guida pastorale e liturgica per i pellegrini del santuario di Medjugorje. Il 17 giugno 1991, la Commissione diede vita a una Conferenza Liturgica e Pastorale composta da due vescovi e da due teologi al fine di aiutare i frati francescani a rispettare nel migliore dei modi la dottrina cattolica nel Santuario. Nel settembre 1991, durante una conferenza a Vienna, il Cardinal Ratzinger disse che la Chiesa non aveva ancora definito la propria posizione: “Noi siamo aperti. La Commissione procede nel suo lavoro. Continuiamo ad aspettare e pregare”. Il 28 agosto 1991, alla conferenza teologica di Aigen, in Austria, il Cardinale Ratzinger riportò queste parole pronunciate dai Vescovi della Jugoslavia: “Vogliamo occuparci affinchè questo luogo, diventato luogo di preghiera e di fede, rimanga in profonda unità con tutta la Chiesa e lo diventi sempre di più”. (Gebetsaktion, 22, 1992, pag.4) Mons. Ratko Perić, il nuovo di Mostar, si recò a Medjugorje il 16 giugno 1993 per cresimare 150 ragazzi. Nel corso della sua omelia richiamò i punti principali stabiliti dalla Commissione l’11 aprile 1991, e cioè: - Medjugorje è ufficialmente riconosciuta come luogo di preghiera e venerazione. - Una conferenza liturgico-pastorale vigila perché nelle officiature della parrocchia si rispetti il giusto ruolo della Santa Vergine. - Il giudizio della Commissione è stato significato con l’espressione: non constat de supernaturalitate” (v. Dichiarazione) Questa frase in lingua latina indica che, allo stato attuale, non è ancora possibile pronunciarsi sulla realtà soprannaturale dei fenomeni, ma che tale possibilità rimane aperta per il futuro (esiste un’altra frase canonica: “Constat de non supernaturalitate” che la Commissione non ha usato. L’impiego di quest’ultima espressione starebbe ad indicare che è stata definitivamente accertata la falsità dei fenomeni). Poche persone hanno dimestichezza con queste sottigliezze canoniche, ed è per questa ragione che, anche fra i membri del clero, è circolata la voce che la Commissione aveva dato responso negativo e che, conseguentemente, erano sconsigliati o proibiti i pellegrinaggi a Medjugorje. Le cose non stanno affatto così ma, al contrario, ci sono tutte le ragioni per sperare che in futuro sia riconosciuta l’autenticità soprannaturale delle apparizioni. Nel frattempo, però, occorre essere pazienti: l’attesa per una dichiarazione favorevole potrebbe infatti durare anche mezzo secolo. C’è forse un solo caso in cui la Chiesa abbia riconosciuto la apparizioni mentre esse erano ancora in corso? Quanti anni, dopo l’ultima apparizione, ha aspettato la Chiesa prima di riconoscere Lourdes o Fatima? Ora, a Medjugorje, secondo quanto affermano Mirjana Dragicević e Ivanka Ivanković, Nostra Signora ha promesso che apparirà loro (una volta all’anno) fino alla morte. La promessa risale a quando conobbero il decimo segreto e cessarono di vedere giornalmente la Madonna come era avvenuto fino a quel momento (25 dicembre 1982 per Mirjana e 5 maggio 1985 per Ivanka). Può darsi che la Madonna prometta la stessa cosa agli altri veggenti quando affiderà loro il decimo segreto. Al momento essi ne conoscono solo nove ed essi sono ancora ben giovani. Se la Chiesa dovesse attendere soltanto dieci anni dopo la morte dell’ultimo veggente… molti di noi sarebbero passati da tempo a miglior vita. Il Cardinal Kuharić dichiarò: “Dopo tre anni di studi condotti dall’apposita Commissione, noi vescovi abbiamo riconosciuto Medjugorje come luogo di preghiera, come Santuario… Per quanto concerne il soprannaturale, abbiamo detto che non siamo ancora in grado di pronunciarci affermativamente… Perciò lasciamo che questo aspetto sia oggetto di ulteriore accertamento. La Chiesa non ha fretta”. (Glas Koncila, agosto 1993). Il 27, 28 e 29 gennaio 1995 si riunì a Mostar, per la prima volta nella storia, la Conferenza Episcopale della Bosnia Erzegovina. Nella dichiarazione rilasciata dopo i lavori non si fece menzione di Medjugorje. Il tempo a loro disposizione fu dedicato ai tragici risultati della “pulizia etnica” nella loro diocesi. Al momento che la Commissione nominata da Roma rappresenta la sede ufficiale su Medjugorje, d’ora in poi la proibizione di organizzare pellegrinaggi non è più di competenza di singoli sacerdoti o vescovi. Essi possono dare consigli a titolo personale, ma ogni fedele che va a Medjugorje resta in totale comunione con la Chiesa. Il 6 agosto 1996, il dottor Navarro-Valls, portavoce della Santa Sede, dichiarò al servizio d’informazione cattolica: “Voi non potete impedire ai pellegrini di andare a Medjugorje, a meno che le apparizioni non siano state riconosciute false. Poiché questo non è avvenuto, ogni persona è libera di recarvisi, se lo desidera”. In un reportage del SIC diffuso un po’ più tardi lo stesso giorno, egli annuncia: “Inoltre quando i fedeli di fede cattolica vanno in pellegrinaggio, essi hanno diritto ad essere accompagnati da una guida spirituale, cosicchè la Chiesa non impedisce ai preti di unirsi a pellegrinaggi organizzati da laici a Medjugorje, in Bosnia-Erzegovina”. Egli insiste dicendo: “Niente è cambiato nella posizione della Chiesa nei riguardi di Medjugorje… La Chiesa e il Vaticano hanno detto “no” al fatto che i cattolici vadano a Medjugorje? NO ! (SIC Parution, 21 agosto 1996) (2). (Nota n. 2) (Questo testo è disponibile a Roma). (Ciò è dovuto ad una grande confusione causata da una dichiarazione errata del quotidiano “La croce” del 6 giugno 1996, che intitolava: “Il Vaticano conferma il divieto dei pellegrinaggi a Medjugorje”. Sfortunatamente, questo errore fu ripreso dai giornali stranieri, seminando dubbi tra le persone che, a migliaia, annullarono le prenotazioni per i pellegrinaggi…). Il 14 maggio 1989, il vescovo Sylvester Treiner (USA), attestò davanti a 7000 persone all’Università di Notre Dame (Indiana, USA) che durante la sua visita “ad limina” effettuata in anticipo quell’anno, egli aveva parlato privatamente con il Papa. Egli dichiarò: “Torno da Medjugorje, là succedono cose meravigliose”. Il Papa rispose: “Sì, è bene che i pellegrini vadano a Medjugorje e facciano la penitenza. E’ buona cosa !”. Durante un’intervista con Mons. Kurt Knotzinger, presidente dell’Istituto Ecclesiastico “Marian Lourdes Committee”, Mons. Pavao Hnilica, S.J. affermò: “Il riconoscimento di Medjugorje da parte della Chiesa non è possibile finchè sono in corso le apparizioni. Tuttavia, il silenzio della Chiesa significa anche che, finora, Roma trova che tutto sia sul binario della legalità. Già da molto tempo la Chiesa avrebbe levato la sua voce se, considerato l’afflusso di milioni di pellegrini, qualcosa avesse lasciato a desiderare sia sotto il profilo teologico che quello biblico o morale”. Attualmente il Santuario di Medjugorje gode di una situazione analoga a quella di Rue du Bac: riconoscenza ufficiale del culto, non riconoscenza delle apparizioni (3). (Nota n. 3) Per quanto riguarda Rue du Bac, cosa assai curiosa è il fatto che nessuna approvazione episcopale ha mai dichiarato autentici i messaggi dati dalla Vergine a Suor Catherine. Certo, nel 1836, l’arcivescovo di Parigi, Mons. Quélen, ordinò un’inchiesta riguardante le medaglie e, arrivando alla conclusione che queste erano volute dal Cielo, ne autorizzò la coniatura. Ma non si arrivò mai a nessuna conclusione riguardante le visioni della mistica. Intanto la Chiesa, canonizzando Catherine Labouré, ha implicitamente riconosciuto le apparizioni di Rue du Bac. Il 25 marzo 1994, il Vescovo Hnilica, presidente del movimento “Pro Deo et Fratribus” che si interessa dell’evangelizzazione dell’Europa dell’Est, scelse Medjugorje per celebrare il decimo anniversario della Consacrazione della Russia e del Mondo al Cuore Immacolato di Maria ad opera del Papa Giovanni Paolo II. Per l’occasione invitò i fedeli mariani di tutto il mondo ad andare a Medjugorje per rinnovare la consacrazione in unione col Santo Padre. Intervenne l’Arcivescovo Frane Franić, e così fecero il Vescovo Nicholas D’Antonio di New Orleans (USA) e molti sacerdoti. Il 5 agosto 1988, Mons. Michael Pfeifer, Ordinario della diocesi di Sant’Angelo, Texas (USA), indirizzò alla sua dicesi una Lettera Pastorale: “Il Vangelo, Maria e Medjugorje”. “Durante la mia visita ‘ad limina’ a Roma con i Vescovi del Texas nello scorso aprile, in una conversazione privata con il Santo Padre, gli chiesi che cosa pensasse di Medjugorje. Il Papa parlò assai favorevolmente di quei fatti… Dire che a Medjugorje non accade nulla significa negare la testimonianza vivente e orante di centinaia di migliaia di persone che sono state là”. L’invito di tre Vescovi slovacchi ai veggenti contenuto in una lettera ufficiale agli uffici parrocchiali di Medjugorje, costituisce una ulteriore testimonianza della considerazione dei vescovi per Medjugorje. Nel marzo 1990 l’Arcivescovo Metropolita Slovacco Jan Sokol di Trnava, che era già stato più volte a Medjugorje, il Vescovo Alojz Tzac di Kosice e il Vescovo greco-cattolico Jan Hirka di Presov firmarono l’invito che permise a Ivan Dragicević di visitare il loro paese e di dare la sua testimonianza davanti a migliaia di persone, principalmente giovani. L’Arcivescovo Johannes Joachim Degenhardt, della diocesi di Padeborn, nel marzo 1991 indirizzò nella sua diocesi una lettera dal titolo: “Medjugorje: una spinta a rinnovare la vita cristiana”. Prendendo mossa dalle notizie contraddittorie della stampa, dopo aver citato l’opinione del Cardinal Ratzinger e il fatto che Medjugorje “…fa esplodere apertamente l’insopprimibile bisogno di vita religiosa”, l’Arcivescovo espresse il suo convincimento personale: “Proprio come nei grandi santuari classici, meta di pellegrinaggi, anche a Medjugorje continua l’invito al rinnovamento della vita dopo la purificazione e la conversione… E’ chiaro che questo invito è rivolto a tutta la Chiesa”. Il Cardinale Siri, di Genova, espresse la sua valutazione dei fatti al Vescovo Hnilica nel 1989: “Ho notato che le persone che tornano da Medjugorje diventano apostoli. Rinnovano le parrocchie. Si riuniscono in gruppi di preghiera. Pregano davanti al Santissimo Sacramento. Organizzano conferenze, nelle discussioni costituiscono elementi di spicco e portano a Medjugorje altre persone. E questi gruppi di preghiera si espandono sempre di più. Essi rinnovano la Chiesa!”. (Gebetsaktion n.4, 1990) Al momento di presentare l’ambìto premio Sapienza 1985, il Cardinale Agnello Rossi, Decano del Collegio dei Cardinali dichiarò: “In veste di presidente della giuria del premio letterario “Lettera ai credenti”, conferisco il premio al libro “Mille incontri con la Vergine”, nel quale Padre Janko Bubalo, OFM, relaziona i suoi dialoghi con i veggenti di Medjugorje”. L’Arcivescovo Gregory Yong di Singapore e l’Arcivescovo Philip Hannan di New Orleans hanno accreditato pubblicamente Medjugorje per il rinnovamento delle loro diocesi: “Non abbiamo mai visto la chiesa piena di fedeli come ora per la Messa dei giorni feriali. Vediamo i frutti di quanto accade a Medjugorje”. (The tablet, 30 luglio 1988, USA). In seguito al terzo viaggio a Medjugorje, l’Arcivescovo Gabriel Gonsum Gonaka della Nigeria, dichiarò: “Sebbene non sia sempre facile e possibile, vorrei che i preti della mia diocesi vengano a Medjugorje perché essi possano vedere e vivere questa esperienza. Non permetto a nessuno, nemmeno a me stesso di avere pregiudizi, poiché ciò equivarrebbe a giudicare senza vedere. In veste di Arcivescovo, vorrei invitare tutti quelli che non l’hanno ancora fatto, a venire a Medjugorje”. (Press Bulletin, 15 maggio 1995). Il Cardinale Glemp, Primate della Polonia, nella sua omelia tenuta il 13 ottobre 1995 in occasione di una Messa a Fatima, dichiarò: “attraverso la Madre di Dio, Madre della Chiesa, le persone si avvicinano le une alle altre… a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje, nei Balcani… non soltanto essi sperimentano la pace divina, ma fortificano la loro vita di fede”. Lo stesso mese, il Cardinale Ruiz Echevarria affermò nella sua omelia durante la Conferenza mariana all’equatore a Quito: “La mia presenza qui vuole confermare la mia certezza che lo slancio verso il rinnovamento della Chiesa all’equatore e nel mondo intero proviene da gruppi formatisi a Medjugorje”. (Press Bulletin, 24). Il Cardinale Frantisek Tomasek affermò il 21 novembre 1987: “Vorrei dire ai sacerdoti che desiderano andare a Medjugorje: la cosa più importante è la vostra esperienza personale; questa esperienza non avrà bisogno di altre parole: l’esperienza della vicinanza di Dio è decisiva. La conseguenza di tale esperienza non può essere che quella di portare innanzi e diffondere quello che si è provato, il messaggio”. (Intervista a Gebetsaktion, 1988 n°1). Durante il terzo pellegrinaggio a Medjugorje, il vescovo Henry Kennedy (Australia) dichiarò: “Queste apparizioni sono per me le stesse di Lourdes e di Fatima. Riconosciamo Medjugorje. Molti vescovi vi si sono recati, non ci sono pericoli (dovuti alla guerra). I cattolici in particolare devono essere informati di ciò, devono venire! Qui a Medjugorje si respira l’aria di una pace soprannaturale”. (Eco di Medjugorje, ottobre novembre 1995). La parrocchia di Medjugorje ha registrato i nomi di oltre 45.000 sacerdoti che hanno visitato quei luoghi. Più di 200 vescovi, di cui 10 cardinali, in rappresentanza di ogni continente, sono andati là per giudicare di persona. Essi hanno testimoniato la loro gioia (La lista che segue non contiene nomi di cardinali che hanno scelto di venire in maniera non ufficiale). Alcuni nomi, fra gli altri: - Cardinal Timothy Manning, Los Angeles, California (USA) Cardinal Emmanuel Wamala, Arcivescovo di Kampala (Uganda) Cardinal Jean Margéot Port Louis (Isole Mauritius) Cardinal Vinko Puljić, Arcivescovo di Sarajevo (Bosnia Erzegovina) Arcivescovo emerito Frane Franić, Split (Croazia) Arcivescovo Gorny Kazimierz, Cracovia (Polonia) Arcivescovo Patrick Flores, San Antonio, Texas (USA) Arcivescovo Philip Hannan, New Orleans, Louisiana (USA) Arcivescovo Giuseppe Casale, Foggia (Italia) Arcivescovo Donat Chiasson, Moncton (Canada) Arcivescovo Sablan Apuron Guam (Oceania) Arcivescovo George Pearce, Suva (Isole Fiji) Arcivescovo Pantin Anthony, Trinidad (Indie dell’Est) Arcivescovo J.J. Degenhardt, Paderborn (Germania) Arcivescovo Edwardo G. Amaral, Maceio (Brasile) Arcivescovo Emmanuel Milingo, (Zambia) Arcivescovo Jose Hipolito de Morais, Lorena (Brasile) Arcivescovo Jean Chabbert, Perpignan (Francia) Arcivescovo Gabriel G. Ganaka, Jos (Nigeria) Arcivescovo Spanedda, Oristano (Italia) Arcivescovo Franc Perko, Belgrado (Serbia) Mons. Leonard, Namur (Belgio) Mons. Paolo Alfonso (Brasile) Mons. Carlos Talavara (Messico) Mons. Mimole Ili (Malawi) Mons. Giulio Calabrese, Nunzio Apostolico in Argentina Mons. Antun Hofman, Passan (Austria) Mons. Christian Werner, Vienna (Austria) Mons. Masseroni, Mondovì (Italia) Mons. Tonino Bello, Molfetta (Italia) Mons. Bettazzi, Ivrea (Italia) Mons. Nicholas D’Antonio, New Orleans, Louisiana (USA) Mons. Carl A. Fisher, Los Angeles, California (USA) Mons. Michael Pfeifer, San Angelo, Texas (USA) Mons. Francis A. Quinn, Sacramento, California (USA) Mons. Sylvester Treinen, Boise, Idabo (USA) Mons. Stanley Ott, Bâton Rouge, Louisiana (USA) Mons. Patrick Zieman, Los Angeles, California (USA) Mons. H. J. Kennedy, Armidale New Galles del Sud (Australia) Mons. Thomas O’Connell, Los Angeles, California (USA) Mons. T. Carboni, Macerata (Italia) Mons. Jose Gabriel Diaz Cueva, Guayaquil (Ecuador) Mons. Lawrence Graziano y Antionelli, San Miguel (Ecuador) Mons. Seamus Hegarty, Donegal (Irlanda) Mons. Paolo Hnilica S. J. Vescovo titolare di Rusado Mons. Murilo Krieger, Santa Catarina (Brasile) Mons. Myles McKeon, Bunbury (Australia) Mons. Thomas McMahon, Brentwood (Inghilterra) Mons. Gratian Mundadan, Bijnor Province (India) Mons. John Baptist Odama, (Uganda) Mons. M. Quedraogo, Quahigouya (Burkina Faso) Mons. Timothee Pirigisha, Bukavu (Zaire) Mons. Matthias Chimole, Lilongwe (Malawi) Mons. Antonio Tobias, San Fernando (Filippine) Mons. Daniel Tomaselle, Marilia (Brasile) Mons. Severiano Potani, Solwesi (Zambia) Mons. Hilario Chavez Joya, Casas Grande (Messico) - Mons. Hermin Santana, San Juan (Porto Rico) Mons. Angelico Melotto Mazzardo, Solola (Guatemala) Mons. Maurice Chequet, Ottawa (Canada) Mons. Juan Rodolfo Laise, San Luis (Argentina) Mons. Manuel Menendez, San Martin (Argentina) Mons. Lahaen Petrus Frans, Sakania (Zaire) Mons. Aloysio José Leal Penna, Bauru (Brasile) Mons. George Speltz, St. Cloud, Minnesota (USA) Mons. Janoš Penzes, Subotica (Serbia) Mons. Vitalis Djebarus, Bali (Indonesia) Mons. Patrick Quenon, Manila (Filippine) Mons. Ricardo Ramirez, Las Cruces, Nuovo Messico (USA) Mons. Armando Ochoa, Los Angeles, California (USA) Mons. Raymond Mpezele, Livingston (Zambia) Mons. Jean-Louis Jobidon, Quebec (Canada) Mons. Bonaventura da Gangi (Italia) Mons. R. McHugh (Canada) Mons. Thomas Connolly, Baker, California (USA) Mons. Homero Leite Meira, Irece (Brasile) Mons. Luis Maria Estrada, Izabal (Guatemala) Mons. Serafino Spreafico, Grajau (Brasile) Mons. Andre Richard, Bathurst (Canada) Mons. Jeronimo Prigione, Lauriaco (Messico) Mons. John Mone, Glasgow (Scozia) Mons. Donald Montrose, Stockton, California (USA) Mons. Domingos Wisniewski, Apucarana (Brasile) Mons. Daniel Nuñez, Chiriqui (Panama) Mons. J. Yobst, Broome (Australia) Mons. Joseph Devine, Motherwell (Scozia) Mons. Nicola De Angelis, Toronto, Ontario (Canada) Mons. Pearse Lacey, Toronto, Ontario (Canada) Mons. Gilbert Aubry, S.Denis, Isole Réunion (Francia) Mons. Roman Danylak, Toronto, Ontario (Canada) Mons. Basil, Saskatoon, Saskatchewan (Canada) Mons. Sebastian, Olinda (Brasile) Mons. Richard Parime, Orange, California (USA) Mons. Agostinho Kist, Diamantino (Brasile) Mons. Lorenzo Castellani, Roma (Italia) Mons. Isidoro Quinones Barraza, Juarez (Messico) Mons. Giuseppe Varelanga, Salerno (Italia) Mons. Michael Wiwchar, Chicago (USA) Mons. Francesco Mirabella, Palermo (Italia) Mons. Ruben H. di Monte (Argentina) Mons. Lagrange, Gap (Francia) Mons. Pierre Dumaine, San José, California (USA) Mons. Augustine Harris, Middlesborough (Inghilterra) Mons. Zbigniew Joseph Kraszewski, Varsavia-Praga (Polonia) Mons. Marcelo P. Carvalheria, Guarabire (Brasile) Mons. Mario Zanchin, Fidenza (Italia) Mons. Carlos Talavera, Coatzacoalcos-Veracruz (Messico) Mons. Josip Uhac (Croazia) Mons. Franck Hillary, New York, NY (USA) Mons. Moged Elhachem, Beirut (Libano) Mons. Stanislas Chirokoradiouk, Kiev (Ucraina) Mons. Deogratias Byabazaire, Hoima (Uganda) Mons. Frederick Drandua, Arua (Uganda) Mons. Joseph Oyanga, Lira (Uganda) Molti vescovi e cardinali senza essere stati a Medjugorje hanno avuto modo di apprezzarne i buoni frutti e molti di loro hanno manifestato apertamente la loro fede nella presenza della Madonna. Alcuni nomi: - Cardinal Augustine Mayer (Presidente Pontificio della Commissione Ecclesia Dei) Cardinal Jaime Sin, Manila (Filippine) Cardinal Agnello Rossi, Roma (Decano del Collegio dei Cardinali) Cardinal Joseph Glemp (Primate della Polonia) Cardinal Franjo Saper (ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) Cardinal Frantisek Tomasek (Repubblica Ceca) Cardinal Joseph Bernardin, Chicago, Illinois (USA) Cardinal John J. Carberry, St Louis (USA) Cardinale (designato) Hans Urs Von Baltasar (Svizzera) Cardinal Silvano Piovanelli, Firenze (Italia) Cardinal Alfons Maria Stickler, Roma (Italia) Cardinal Corrado Ursi, Napoli (Italia) Cardinal Edward Bede Clancy, Sydney (Australia) Cardinal Bernardino Echeverria Ruiz, Quito (Ecuador) Cardinal Giuseppe Siri, Genova (Italia) Cardinal Hans Hermann Groer, Vienna (Austria) Cardinal Gordon Gray, Edimburgo (Scozia) Cardinal Ali Lebrun, Caracas (Venezuela) Cardinal Ernesto Corripio, Mexico (Messico) Cardinal Juan Jesus Posadas, Guadalajara (Messico) Cardinal Stickle, Linz (Austria) Arcivescovo Diba (Austria) Mons. Roderick Wright, Argyll & Isles (Scozia) Mons. Gregory Yong Sooi Ngean (Singapore) Mons. Jan Sokol, Trnava (Repubblica Ceca) Mons. Wilfrid Napier, Durban (Sudafrica) Mons. Daniel Sheehan, Omaha, Nebraska (USA) Mons. Alois Sustar, Lubiana (Slovenia) Mons. José M. Navas (Presidente della Conferenza episcopale dell’Equatore) Arcivescovo Angelo Kim (Presidente della Conferenza Episcopale Coreana) Arcivescovo Luis Hinojosa, La Paz (Bolivia) Arcivescovo Leonard Anthony Faulkner, Adelaide (Australia) Arcivescovo Gonzales, Quito (Ecuador) Arcivescovo Enrique Santos, Tegucigalpa (Honduras) Arcivescovo Marcos McGrath, Panama (Panama) Arcivescovo Carlos Quintero, Hermosillo (Messico) Arcivescovo Rafael Bello Ruiz, Acapulco (Messico) Arcivescovo Domingo Roa Perez, Maracaibo (Brasile) Arcivescovo Tulio Chirivella, Barquisimeto (Venezuela) Arcivescovo Antonio Pagano, Ischia (Italia) Mons. Eugenio Binini, Massa (Italia) Mons. Gomerio, Rovigo (Italia) Mons. Luciano Giovanetti, Fiesole (Italia) Mons. Girolamo Grillo, Civitavecchia (Italia) Mons. John J. Meyers, Peoria, Illinois (USA) Mons. Kirby, Clonfer (Irlanda) Mons. Rogers, Auckland (Nuova Zelanda) Mons. John Cuneen, Wellington (Nuova Zelanda) Mons. Aliprandi, Cuneo (Italia) Mons. Domenico Peccile, Latina (Italia) Mons. Lino Garavaglia, Cesena-Sarsina (Italia) Mons. Mario Cecchini, Usinaza (Italia) Mons. Silvio Bonicelli, San Severo (Italia) Mons. Joseph Mercieca, Valletta (Malta) Mons. Niangoran Teky, Is. Man (Malta) Mons. Nikol Chuchi, Goao (Malta) Mons. Raul Horacio Scarrone Carrero, Florida (Uruguay) Mons. Enrique Hernandez, Caguas (Porto Rico) Mons. German Morales, Zipaguira (Colombia) Mons. Alfonso Maria Toriz, Queretaro (Messico) Mons. Francisco Aguilera, Mexico (Messico) - Mons. Antonio Troyo, San José (Costa Rica) Mons. Javier Navarro, Guadalajara (Messico) Mons. Brendan Oliver Comiskey, Wexford (Irlanda) Mons. Bruno Tommasi, Lucca (Italia) Mons. Andrea Gemma, Isernia (Italia) Mons. Bosco Lin Chi-nan, Kaohsiung (Taiwan) Mons. Paul Waldshmidt, Portland, Oregon (USA) Mons. Paul Shan Kuo-his, Kaohsiung (Taiwan) Mons. Joseph Wang-Xu-jung, Taichung (Taiwan) Mons. Luke Lin Hsien Tang (Taiwan) Mons. Domingos Lam Ka Tseung, Macau (Macao) Mons. Kenneth Steiner, Portland, Oregon (USA) Mons. John Sheets, South Bend, Indiana (USA) Mons. Joseph Devine, Motherwell (Scozia) Mons. M. Couve de Murville, Birmingham (Inghilterra) Mons. Thomas McMahon, Brentwood (Inghilterra) Mons. Ambrose Griffiths, Newcastle (Inghilterra) Mons. Vincent Logan, Dunkeld (Scozia) Mons. Mario Conti, Aberdeen (Scozia) Mons. Edward Kojnok, Roznjava (Slovacchia) Mons. Kevin Rafferty, Ausuaga (Scozia) Mons. Charles Grahmann, Dallas, Texas (USA) Mons. Dyba, Fulda (Germania) Mons. Malysiak Albin, Cracovia (Polonia) Mons. Innocent Lotocky, Chicago, Illinois (USA) Mons. Wladyslaw Miziolek, Varsavia (Polonia) Mons. Reginald Cawcutt, Cap (Sudafrica) Mons. Roberto Lückert Leon, Cabimas (Venezuela) Mons. Oscar Rodriguez, Tegucigalpa (Honduras) Mons. Lazaro Perez, Autlan (Messico) Mons. Timothy J. Harrington, Worcester, Massachusetts (USA) Mons. Bernard J. Flanagan, Worcester, Massachusetts (USA) Mons. Adalberto Nzdana (Camerun) Il Nunzio Apostolico a Parigi, Mons. Antonetti, espresse nel 1994 la sua fede negli eventi di Medjugorje: “La Santa Vergine parla a Medjugorje da 10 anni, e nessuno l’ascolta!”. Il Pro-Nunzio in Jugoslavia, Mons. Francesco Colasuono, a quel tempo rappresentante della Santa Sede in Russia, affermò il 31 luglio 1985 che “Medjugorje è l’evento di questo secolo. E dobbiamo studiarlo molto attentamente sia dal punto di vista teologico che da quello scientifico”. In “Medjugorje: A Time for Truth and A Time for Action” (Medjugorje: Un Tempo per la Verità e Un Tempo per l’Azione”) di Denis Nolan, USA, sono raccolte le testimonianze di 40 vescovi (fra di esse quelle di 10 cardinali). Notiamo, ad esempio, quanto dice il Cardinal Frantisek Tomasek: “Personalmente sono convinto che Medjugorje sia la continuazione di Lourdes e Fatima. Poco alla volta il Cuore Immacolato di Maria trionferà. E sono anche profondamente convinto che Medjugorje ne sia il segno”. (Gebetsaktion n°17, 1990) Il Cardinale Gordon Josh Gray (Scozia) disse: “So che il Papa desiderava un anno mariano in onore della Madre di Dio a Medjugorje. So che il Papa stesso accetta le apparizioni di Medjugorje… poiché ci sono numerosi fatti che provano l’autenticità di queste apparizioni”. (Le apparizioni di Medjugorje: considerazione critica”), “The apparitions of Medjugorje: A critical Consideration Ivan Koedic, Zagreb, K. Fresimeir, 1994, p.70). Mons. Frederick Druandua definì Medjugorje un luogo di preghiera e dichiarò: “…Non posso dire che la Vergine non appaia… La gente arriva e cambia la vita. Molti si confessano… quando ritornerò a casa dirò ai miei sacerdoti di riservare un giorno della settimana all’adorazione e a tutti di recitare il Rosario”. Dopo essere stato a Medjugorje, Mons. Deogratias Byabazaire disse: “Mi ha molto impressionato la Messa della sera dove tutti sono raccolti in preghiera pur senza capire la lingua… le parole della Vergine sono semplici come quelle di una mamma”. Mons. Joseph Oyanga rimase molto colpito da Medjugorje: “Le persone che vengono qui realizzano una comunione reciproca e si sentono uguali, nonostante che vengono da ogni parte del mondo”. Mons. Adalberto Nzdana è restato 5 giorni a Medjugorje in incognito con il desiderio di vivere il programma di tutti. Egli ringrazia la Madonna e chiede di benedire il suo popolo, poiché ha trovato qui una vera scuola del Vangelo”. Un vescovo inglese, Mons. Augustine Harris, è stato profondamente colpito da Medjugorje: “Qui Maria ci insegna la vera pace, la Madonna non vuole che parliamo sempre di pace e non andiamo in profondità nel cuore… Dobbiamo fare attenzione che la preghiera entri nel cuore e lo cambi…”. Il vescovo sottolinea anche la grande sincerità della confessione: “La gente qui è veramente pronta ad incontrarsi faccia a faccia con se stessa. Sono pronti a pentirsi e a fare penitenza. Sono convinto che questa è l’esperienza più forte di Medjugorje: rinnovarsi e convertirsi. Devono partire da qui con la decisione forte di continuare a pregare a casa loro, personalmente nelle loro famiglie e nei gruppi di preghiera”. Il Vescovo Tarcisio Carboni (Italia): “Quando visito un luogo di apparizioni non è per ammirare chiese e monumenti. Mi siedo in un confessionale e, dal tono delle confessioni, formo la mia convinzione. Sono stato a Medjugorje. Non sono andato a cercare i veggenti o i sacerdoti locali. Ho solo confessato per due giorni ed è stato sufficiente per convincermi che il Signore è presente a Medjugorje, e con Lui la Santa Vergine !”. (Eco di Medjugorje, febbraio 1987). Mons. John Magee, già segretario del Santo Padre: “Indubbiamente la apparizioni (a Medjugorje) sono vere”. (Intervista con David Little, Canada). Mons. Murilo Krieger (a Roma con due altri vescovi): “Venendo a Roma dal Brasile avevamo un unico desiderio: andare a Medjugorje e restarvi per due settimane alla scuola di Maria… Non avrei mai sognato che ci fossero state preparate tali e tante grazie” (omelia a Medjugorje, 21 gennaio 1988). Due anni dopo, per il numero del 29 aprile 1990 di National Catholic Register (USA), il Vescovo dichiarò: “Parlai con il Santo Padre il 24 febbraio 1990… gli dissi che ero stato a Medjugorje tre volte e che vi sarei tornato la settimana successiva. Egli commentò semplicemente: “Medjugorje è un grande centro di spiritualità !”. Mons. Angelico Melotto: “A Medjugorje ho vissuto esperienze che mi hanno assai impressionato. Voglio restare alla scuola di Maria”. (omelia registrata a Medjugorje nel novembre 1988) Un intero continente ha accolto Medjugorje: il Cardinale Edward Bede Clancy, Australia, ha chiesto a tutti i vescovi del continente di permettere al veggente Ivan e a padre Slavko di andare a parlare nelle loro diocesi. Fu così che essi nel gennaio 1993 poterono incontrare 150.000 persone. Numerosi altri vescovi hanno accolto i veggenti nelle loro diocesi e alcuni di essi li hanno ricevuti nelle loro residenze. Mons. Hnilica ha visitato la Russia nel 1991 con la veggente Marija Pavlović. L’arcivescovo di Sarajevo, Cardinal Vinko Puljić, subito dopo aver ricevuto a Roma la berretta di cardinale dal Santo Padre, visitò Medjugorje nel viaggio di ritorno a Sarajevo (dicembre 1994). Il 15 gennaio 1992 (sette mesi dopo lo scoppio della guerra), il Cardinale Franjo Kuharić, Primate di Croazia, consacrò solennemente il suo paese al Cuore Immacolato di Maria e (fatto che richiamò molto l’attenzione) scelse il titolo di “Regina della Pace” per implorare l’aiuto della Vergine. Prima della consacrazione, fatta assieme al membri della Conferenza Episcopale Croata e a 10.000 fedeli, il Cardinale disse: (4) (Nota n. 4) Questa dichiarazione del Cardinale Kuharić fu pubblicata il 26 gennaio 1992 nel Glas Koncila (settimanale cattolico-croato), e il 7 febbraio 1992 nell’edizione tedesca dell’Osservatore Romano. “Nel mondo sono molte le persone che credono che la Madre di Dio si sia stabilita sui monti dell’Erzegovina e quale Regina di Pace, abbia lanciato a Medjugorje un appello per la pace… In una società brutalizzata dal disprezzo di Dio che arriva perfino alla distruzione degli esseri umani… Dio rivela la potenza del cuore materno ! Egli manda la Santissima Vergine Maria proprio in questi tempi e in questo mondo per attirare nuovamente gli uomini all’unico Redentore… “Nei suoi messaggi alla Chiesa e al mondo la Beata Vergine Maria richiama all’invito di Gesù alla consapevolezza: ‘Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; pentitevi e credete al Vangelo’ (Mc 1,15)… “Chiunque si affida a Lei troverà sicuramente il Redentore! Con la sua mano materna Ella conduce ciascuno sulla via della salvezza! Con tale confidenza noi vogliamo ora affidarci, votarci e consacrarci a Lei, Regina della Pace!”. Il 27 settembre 1992, il Cardinale, il Cardinal Kuharić dichiarò a Gebetsaktion: “Coloro che credono a questi messaggi (della Madonna a Medjugorje) e sono convinti nella loro coscienza che con questi messaggi loro possono spingere la gente al bene, alla conversione, alla pace, devono farlo è una questione di coscienza”. Nel 1983 disse al Rev. David du Plessis, suo amico: “Come posso dubitare che Medjugorje sia opera di Dio? Sai che mezzo milione di giovani si sono arresi a Cristo? Il Signore sta scuotendo questo paese! Ogni fine settimana ci vogliono da cinquanta a sessanta sacerdoti per raccogliere le confessioni e consigliare questi giovani! E’ tutto a causa di queste apparizioni!”. (Simple and Profound, p. 198 Paraclet Press, 1985, USA). Mons. M. Couve de Murville, il Vescovo Thomas McMahon e il Vescovo Ambrose Griffith hanno ricevuto Ivan Dragicević in Gran Bretagna nel 1994. Insieme a padre Slavko hanno concelebrato la Santa Messa. In America, nel 1993 si sono tenute più di cento conferenze ispirate alla chiamata della Madonna a Medjugorje. Nel 1991 il Vescovo Nicola D’Antonio, all’apertura della conferenza su Medjugorje presso l’università di Notre Dame, dichiarò: “Avvengono più conversioni a Medjugorje che in ogni altra parte del mondo. Non ricordo che in passato si sia verificato nulla di paragonabile agli eventi di Medjugorje!”. Nel suo saluto alla Conferenza Nazionale di Notre Dame del 1994, il Vescovo Hnilica riferì le parole del Santo Padre a un gruppo di Americani in viaggio verso Medjugorje: “Nostra Signora di Medjugorje salverà l’America!”. Occorre notare che solamente in questo giorno tre vescovi francesi si sono recati a Medjugorje (i Vescovi di Perpignan, di Gap, di Saint-Denis), e non si contano quelli che vi sono andati in incognito. Certi hanno aperto le loro chiese per serate di preghiera e conferenze, altri le hanno vietate. Altri vescovi progettano di andare a Medjugorje. Un numero sempre maggiore di sacerdoti vengono a Medjugorje non solo per dare assistenza spirituale ai pellegrini, ma per iscriversi alla scuola della Beata Vergine. Passano lunghe ore in confessionale dove spesso vivono esperienze straordinarie. Molti di essi affermano: “Da quando sono sacerdote, non ho mai visto cose come queste!”. La testimonianza di uno fra i più grandi teologi del nostro secolo, il Cardinal (nominato) Hans Urs von Baltasar: “Un solo pericolo per Medjugorje: che la gente non si dedichi con la dovuta attenzione!”. “La teologia di Medjugorje suona vera. Sono convinto della sua verità. Dal punto di vista cattolico tutto quanto concerne Medjugorje è autentico. Tutto ciò che accade là è così evidente e convincente!”. (Intervista con padre Richard Foley, S. J., novembre 1985). Von Baltasar si incontrò con la veggente Marija Pavlović in Germania. Tra i più grandi testimoni di Cristo, Madre Teresa dice ai pellegrini diretti a Medjugorje: “Dite a tutti coloro che vanno a Medjugorje: pregate la Vergine che ci dia la medicina per curare l’AIDS”. “Ringrazio Nostra Signora di Medjugorje. So che molti vanno là e si convertono. Ringrazio Dio che ci guida in questo modo e in questi tempi”. L’8 aprile 1992 Madre Teresa scrisse di sua mano a Denis Nolan: “Noi preghiamo una ‘Ave Maria’ a Nostra Signora di Medjugorje prima della Santa Messa…” (il 12 agosto 1991). Tra le grandi figure della Chiesa , il Santo Padre ha manifestato molte volte la sua fede in Medjugorje, ciò non è più un segreto per nessuno. Egli ha invitato molti vescovi e sacerdoti ad andare a Medjugorje. Ha ricevuto alcuni dei veggenti, fra essi Mirjana Dragicević. La veggente dice che per il momento non rivelerà nulla di quella conversazione, eccetto queste parole del Santo Padre: “Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje”. Ecco alcune parole del Santo Padre: A Mons. Hnilica egli disse: “Medjugorje è una continuazione di Fatima”. (26 marzo 1984). “Oggi il mondo ha perso il senso del soprannaturale. Molte persone lo hanno cercato e trovato a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno e la penitenza sacramentale”. Nel 1987, in occasione del pellegrinaggio dei croati con Monsignor Franić, arcivescovo di Split, il Papa disse: “Prego ogni giorno perché ci sia una buona soluzione per Medjugorje”. A Mons. Patrick Flores, del Texas (USA) nell’agosto 1989 il Papa disse (pubblicato nel Messaggio di Pace, Montreal): “Lasciateli andare, vanno a pregare. Quando ci andrà anche lei, preghi per me”. A volte la gente segue i vescovi, talvolta, però sono i vescovi a seguire la gente” (Messaggio di Pace, Montreal, 11 febbraio 1989). Monsignor Angelo Kim (Corea) rese noto questo dialogo con il Papa avvenuto l’11 novembre 1990: “- Grazie a voi la Polonia è stata liberata dal comunismo. - Non per merito mio, ma per opera della Vergine, come Ella afferma a Fatima e a Medjugorje”. Nel numero del 3 febbraio 1991, la rivista “Homme Nouveau” citò, da una conversazione dell’Arcivescovo di Kzangju con il Santo Padre: “In Corea, nella città di Naju, c’è una statua della Madonna che piange”. Il Papa commentò: “E ci sono dei vescovi, come in Jugoslavia che sono contrari… Ma dobbiamo tener conto della risposta della gente, delle molte conversioni… Tutto ciò è in linea col Vangelo. Questi fatti devono essere studiati attentamente”. In un’intervista pubblicata nell’aprile 1992 da Medjugorje Gebetsaktion, fu chiesto al Cardinal Franjo Kuharić, Primate della Croazia: “Lei crede che non abbiamo ascoltato nel dovuto modo questa voce di pace che veniva dalla Regina della Pace a Medjugorje e che, se fossero state riconosciute come vere le apparizioni della Madre di Dio, avremmo ricevuto molte più grazie?”. Il Cardinale rispose: “Questa rimane una questione aperta”. A Padre Jozo Zovko, parroco all’inizio delle apparizioni, il 17 giugno 1992 il Papa disse: “Le do la mia benedizione. Coraggio! Io sono con voi! Dica a Medjugorje che io sono con voi. Proteggete Medjugorje!”. Il 24 novembre 1993, tutti i vescovi della Conferenza Episcopale dell’Oceano Indiano cenarono con il Papa. Al termine di questo incontro, essi riportarono le parole del Papa che disse: “Come disse Urs Von Baltasar, Maria è la Madre che avverte i propri figli. Molti sono titubanti riguardo Medjugorje e le apparizioni che avvengono da molti anni. Ma il messaggio è rilasciato in un contesto particolare, esso corrisponde alla situazione del paese. Il messaggio insiste sulla pace, sulle relazioni tra i cattolici, gli ortodossi, i musulmani. Questi messaggi sono la chiave per comprendere ciò che avviene e ciò che avverrà nel mondo”. L’Arcivescovo Jean Chabbert di Perpignan (Francia), in occasione della sua visita a Medjugorje nel luglio 1994, affermò: “Medjugorje è l’unica risposta ai gravi problemi del mondo di oggi. Io so per certo che il Papa è convintissimo dell’autenticità delle apparizioni…”. (Naša Ognjišta, novembre 1994) Nell’autunno del 1994 alcuni Centri per la Pace stavano organizzando una serie di conferenze di padre Slavko da tenersi nel gennaio-febbraio 1995 in Sud America. L’Arcivescovo di Asuncion (Paraguay) Mons. Felipe Santiago Benites, era esitante. Non si sentiva sicuro di dover consentire l’uso della chiesa per incontri su Medjugorje. Perciò chiese che padre Slavko fornisse delle lettere di presentazione da parte del provinciale dei francescani e del Vescovo di Mostar. Trovandosi a Roma nel novembre 1994, chiese al Papa se fosse conveniente acconsentire a questi incontri nello spirito di Medjugorje particolarmente con la presenza di un prete di Medjugorje. Il Papa rispose con queste parole: “Autorizzate tutto ciò che riguarda Medjugorje!”. L’Arcivescovo non ritenne più necessario altre raccomandazioni. Chiamò il Centro per la Pace e diede il suo permesso perché il Papa in persona lo aveva dato! La notizia che il Papa aveva detto “Autorizzate…”, si propagò come un incendio per tutto il Sud America con il risultato che ben otto paesi furono visitati da padre Slavko e spalancarono le porte delle loro chiese e cattedrali al messaggio di Medjugorje!”. Non si contano gli incoraggiamenti del Santo Padre a vescovi e sacerdoti per andare a pregare a Medjugorje. E c’è di più: il Papa legge ogni mese il messaggio che la Madonna dà a Medjugorje e le informazioni sul piccolo villaggio che vengono pubblicate da “Eco della Regina della Pace”. Il 19 novembre 1994, durante un’intervista con il dr. Max Domej, Mons. Franjo Komarica, Presidente della Commissione, affermò: “Medjugorje è un fenomeno di per se stesso, e la Chiesa non ha ancora pronunciato la parola finale su di esso. Come sapete, c’era una spiegazione data dalla Conferenza Episcopale Jugoslava nella quale, secondo gli studi effettuati fino a quel momento – e questo significa che le ricerche non sono ancora concluse perché sfortunatamente è scoppiata la guerra – è stabilito che dovremmo considerare Medjugorje come un fenomeno. Ci sono anche, naturalmente, da quanto so, buoni frutti in tutto il mondo ma ci sono ancora alcune cose da chiarire e dobbiamo aspettare la decisione del Papa o del Magistero della Chiesa”. (Medjugorje Gebetsaktion 1994, 4° quadrimestre) Nel febbraio 1995, alcuni Vescovi croati hanno incontrato il Santo Padre a Roma. Un vescovo croato dice che durante l’incontro, Mons. Zanić (l’ex vescovo di Mostar in pensione) ha chiesto al Santo Padre: “Sua Santità, quando viene a Mostar?” Giovanni Paolo II ha risposto: “Oh, pensavo mi chiedesse, quando viene a Medjugorje?”. Il 6 aprile 1995, una delegazione croata si è recata in visita ufficiale dal Santo Padre. Era presente anche il Vice Presidente, Sig. Radić (in rappresentanza del Presidente Tudjman) ed il Cardinal Kuharić. Dopo aver letto il suo discorso ufficiale, Papa Giovanni Paolo II ha detto: “Voglio andare a Spalato, Marjia Bistrica e a Medjugorje!”. Il 15 marzo 1997, il presidente Tudjman di Croazia venne in pellegrinaggio a Medjugorje, dove in presenza del vescovo di Mostar e dei francescani, dichiarò che in due occasioni recenti, il Papa gli disse: “Anch’io vorrei andare a Medjugorje”. (Giovanni Paolo II) Il semplice fatto che egli voglia andare a Medjugorje è un importante passo verso il suo riconoscimento. Papa Leone X e il quinto Concilio del Latran affermarono: “per quanto riguarda le rivelazioni profetiche, il Papa è il solo giudice”. Il servizio d’informazioni a Roma riporta una testimonianza pubblicata nel Messaggero il 6 febbraio 1997: Una statua che è stata portata dal santuario mariano di Medjugorje a Civitavecchia (Italia) versò lacrime di sangue quattordici volte dall’inizio dell’anno 1995. Questo fenomeno è stato dichiarato soprannaturale da un gruppo di esperti teologi, dopo aver studiato il fatto per circa due anni. Quando la statua fu esposta per la venerazione dei fedeli il 17 giugno 1995, il vescovo di Civitavecchia, Mons. Grillo dichiarò pubblicamente davanti a 3.000 persone e 24 preti: “Questa grazia ci viene da Medjugorje”. Naturalmente, Medjugorje ha i suoi detrattori. In parte dovuti all’antagonismo di vecchia data tra i francescani e il clero secolare, e in parte originati dall’ostilità che colpisce tutti i centri di grazia. In Europa l’opposizione a Medjugorje è capeggiata dal movimento francese “Contro-riforma” con il Rev. George di Nantes. Quest’ultimo scrisse la prima dichiarazione contro l’autenticità di Medjugorje accampando ragioni teologiche. Da anni accusa pubblicamente i Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II di eresia formale fino al punto di presentare in Vaticano un “Libro Accusatorio contro Papa Giovanni Paolo II per Eresia, Scisma e Scandalo”, in cui si chiede ufficialmente alla Chiesa di processare il Santo Padre, davanti al proprio tribunale, in quanto “Giudice Supremo della Fede”. Segnaliamo anche fra i più accaniti oppositori Mons. Zanić (allora Vescovo di Mostar). Nell’ottobre 1993, in un’intervista trasmessa dalla televisione francese, egli riassunse la sua posizione come segue: La Madonna non è apparsa a Medjugorje, il fenomeno è un’aberrazione, i Francescani continueranno a mentire. Tutte queste persone dovrebbero ora dichiarare: “Ebbene, è stata tutta una nostra invenzione”. (5) (Nota n. 5) Mons. Hans Urs Von Balthasar è considerato uno dei più grandi teologi del nostro tempo. Egli fu un membro permanente delle commissioni pontificie teologali. Ha scritto numerosi libri riguardanti la teologia e gli ammendamenti. E’ anche conosciuto come un’eccellente guida nei ritiri spirituali. Prima della sua morte spedì una lettera a Mons. Zanić, allora vescovo di Mostar: “Monsignore ! Che deplorevole documento avete diffuso nel mondo ! Sono profondamente deluso di vedere che voi degradate la funzione del vescovo in questa maniera. Invece di mostrar pazienza come vi è stato raccomandato dai vostri superiori, tuonate e scoccate lance infiammate addosso a persone innocenti e di buona reputazione, degne di rispetto e della vostra protezione. Le vostre accuse sono state riconosciute false da più di un centinaio di fedeli”. (Citato da padre Ljudevit Rupćić nel The truth about Medjugorje, Ljubuški-Humac, 1990, p.134). Mons. Ratko Perić, il nuovo Vescovo di Mostar, continua a camminare nella stessa direzione. Ma, poiché il Vescovo Zanić fu sollevato dall’incarico nel 1987 ad opera del Cardinal Ratzinger, il vescovo locale non ha più lo stesso potere discrezionale per quello che concerne ‘i fatti di Medjugorje’. Questi sono stati affidati alla Commissione d’Inchiesta della Conferenza Episcopale, di cui Mons. Komarica è il presidente. Questa conferenza comprende oggi quattro vescovi della Bosnia Erzegovina. Tuttavia il vescovo di Mostar continua a pronunciarsi sui fatti di Medjugorje. (6) (Nota n. 6) Nella nota ufficiale del Segretario di Stato Vaticano N. 150. 458 del 1/04/85, il Cardinal Casaroli pregò Mons. Zanić di: “sospendere la diffusione di queste dichiarazioni personali”. Egli aveva in effetti sparso i suoi resoconti (non ufficiali) in tutto il mondo. Il suo successore continua nella stessa direzione. Durante il Sinodo sulla Vita Consacrata svoltosi a Roma nel novembre 1994, davanti al Santo Padre e agli altri vescovi riuniti, il Vescovo Perić dichiarò: “Le presunte apparizioni (di Medjugorje) creano non poca confusione e divisione, non solo nella Chiesa locale. Pertanto attendiamo che la Santa Sede usi le sue vie per rendere piena e ferma l’unità di quella Chiesa particolare”. (Avvenire, 11 ottobre 1994). (7) (Nota n. 7) Nell’aprile 1995, avendo saputo che il Santo Padre voleva venire a Medjugorje, Mons. Perić dichiarò: “Non ho chiesto al Santo Padre di vietare il pellegrinaggio a Medjugorje né di condannarlo in nessuna maniera. Ho detto: “Trovate i mezzi per consolidare Medjugorje nell’unità della nostra Chiesa nella diocesi di Mostar. La più grande difficoltà per avviare definitivamente le ricerche sta nel fatto che le apparizioni continuano. Nessuno sa quando termineranno”. (Intervista a Gabriel Meyer, 30 aprile 1995, pubblicata nella rivista Mary’s people). Su questo punto i veggenti dicono che le apparizioni termineranno con la loro morte. Per conoscere la posizione della Chiesa, i fedeli devono far riferimento alle dichiarazioni delle persone nominate da Roma. Le altre dichiarazioni danno soltanto dei giudizi personali. E’ altrettanto importante differenziare due realtà distinte riguardanti il luogo delle apparizioni: da una parte il villaggio, la sua parrocchia cattolica, i suoi sacerdoti e i suoi fedeli, sottomessi all’Ordinario del posto; dall’altra parte, il fenomeno delle apparizioni discusse che costituisce una realtà in se stessa. Nel caso di Medjugorje, poiché il “fenomeno” non è più sotto l’autorità dell’Ordinario del luogo, per non provocare dei giudizi negativi riguardo le apparizioni o per non disconoscerle è importante che i conflitti o altri problemi inerenti la parrocchia o i suoi sacerdoti non vengano presi in considerazione. Gesù e Maria non hanno per caso eletto Nazareth come loro “città” nonostante la reputazione poco gloriosa della sinagoga locale? Per contro, il Nuovo Testamento non ci mostra che si può cadere in mano a falsi profeti anche all’interno di comunità edificanti? E’ auspicabile che ogni diocesi regoli in maniera interna e discreta le difficoltà inevitabili che essa incontra, soprattutto quando si tratta di persone consacrate. (8) (Nota n. 8) Padre Jozo Zovko, un prete che soffrì la prigione per la sua fede e che fu lo strumento di migliaia di conversioni, in occasione di una missione in Canada, dovette assistere alla Messa e ricevere la Comunione come un semplice laico, come un ragazzo in punizione, poiché alcune lettere negative riguardanti il suo incontro furono spedite ai vescovi locali prima del suo arrivo (1995). Infine è auspicabile che ogni ricerca su Medjugorje sia condotta in ogni paese da un vescovo che abbia accesso alle informazioni per primo, al fine di evitare delle “copie” di articoli nei bollettini diocesani, scritti da una massa di persone mal informate. In tutto il processo esistono tre parti: l’accusa, la difesa e infine il giudice regolarmente designato (quest’ultima parte è rappresentata dal Cardinal Ratzinger per Medjugorje, Presidente della Congregazione per la Dottrina della Fede al tempo in cui è scritto questo libretto) e da Mons. Komarica (Presidente della Commissione). Il fatto di pubblicare ancora una parte di accusa, quando le altre due si sono già espresse e quando la questione è già stata risolta con l’autorità della Santa Sede, potrebbe indurre il lettore a commettere errori. Ecco un esempio recente: nel giugno 1996 un quotidiano cattolico pubblicò un articolo d’effetto errato (vedere pagina 14) riferendosi ad un divieto proveniente dal Vaticano riguardante i pellegrinaggi a Medjugorje. Questa è l’accusa. Alcune persone reagirono reclamando una dichiarazione ufficiale riguardante i pellegrinaggi; questa è la difesa. Infine il 21 agosto, il portavoce della Santa Sede, il dott. Navarro-Valls risolse il conflitto con una dichiarazione giusta ed equilibrata (Cf. p. 13). Con ciò è stato sanato ogni conflitto e abbiamo una risposta chiara della Chiesa. Ogni lettera che riprendeva la parte dell’accusa, ormai sorpassata, senza informare sugli esiti del processo, non si faceva eco della Chiesa. (9) (Nota n. 9) Nel 1981, Mons. Zanić condannò severamente due francescani, e dichiarò che il loro atteggiamento “provava che la Vergine non era apparsa”. Questa lettera di discredito continua a propagarsi, ma senza far riferimento né del seguito né della fine della questione: il 27 marzo 1993, 11 anni più tardi, l’alto Tribunale della Santa Sede rese noto il suo verdetto riguardo alla questione, e discolpò i francescani, dichiarando che “per il caso N. 17907/86CA, Mons. Zanić ha agito tempestivamente. L’espulsione di questi due preti e la loro condanna ad statem laicalem sono state giudicate ingiuste e illegali” (Mir i Dobro, N. 2, 1983). In una lettera a Suor Emmanuel (15 aprile 1997), Mons. Franić (Arcivescovo emerito di Split) scrisse: “La Chiesa ha confermato con ciò, quello che la Santa Vergine aveva detto 11 anni prima a Vicka”. Il vescovo di Mostar sa che il Papa ha un vivo desiderio di venire a Medjugorje. In questo caso, perché il Santo Padre non ha potuto ancora realizzare il suo desiderio? Sappiamo che Giovanni Paolo II è rispettoso delle persone. Egli non vieterà la visita a Medjugorje senza esservi prima andato e invitato dall’Ordinario del luogo. Speriamo che questo invito non tardi ad arrivare. Trovandosi in Bosnia Erzegovina (12-13 aprile 1997), il Santo Padre ha voluto far conoscere il suo attaccamento a Medjugorje, ma in un modo discreto, per non opporsi apertamente al vescovo. Alla cattedrale di Sarajevo come nello stadio di Kosovo, egli aggiunse queste parole al suo testo scritto: “Kraljice Mira, moli za nas!” (Regina della Pace, prega per noi!). Al ritorno a Roma, egli dichiarò all’assemblea del mercoledì (16 aprile): “Durante la guerra, i pellegrinaggi dei fedeli ai santuari mariani della Bosnia Erzegovina non hanno cessato (…). I fedeli continuarono a domandare alla Madre delle Nazioni e Regina della Pace di intercedere perché la pace ritorni in questa regione martirizzata”. Non c’è che un solo Santuario Mariano in Bosnia Erzegovina: quello di Medjugorje!”. (10) (Nota n. 10) Il quotidiano croato Slobodna Dalmacjia intitolò il 18 aprile 1997: Il Santo Padre conferma Medjugorje?!”. Giovanni Paolo II non impone niente di forza, non potrebbe mai contrariare un vescovo pubblicamente. Con ciò egli dà un ottimo esempio a tutta la Chiesa. Egli lascia che la preghiera svolga la sua opera nel tempo. Auguriamoci che le porte di Mostar Medjugorje gli siano presto aperte! In questo momento più punti sono chiari ai preti e ai fedeli: - Tutti possono venire a Medjugorje con pellegrinaggi privati (i pellegrinaggi ufficiali sono vietati). Tutti possono leggere e pubblicare i messaggi perché non c’è nessun divieto da Roma. Roma non ha ancora riconosciuto le apparizioni come ha fatto per Lourdes, la questione resta aperta. Medjugorje è stata riconosciuta dai vescovi della ex-Jugoslavia come luogo di preghiera e santuario mariano. Concludiamo dicendo: “Certamente, bisogna seguire l’autorità della Chiesa. Nel frattempo, prima che essa si pronunci, bisogna progredire spiritualmente; poiché essa non potrà mai pronunciarsi riguardo al nulla, ma su una cresima che implica la crescita del bambino. La Chiesa confermerà ciò che è nato da Dio”. (Risposta della Vergine ad una domanda che è stata posta dai veggenti nel 1986 riguardo il riconoscimento delle apparizioni da parte della Chiesa). Sei ragazzi, di modesta preparazione culturale, sono in grado di tenere in piedi per 28 anni una montatura del genere? (28 anni al tempo in cui questo scritto viene posto su internet) E’ possibile che “l’invenzione” di un gruppo ristretto di frati possa promuovere milioni di conversioni in tutto il mondo, e la trasformazione di milioni di vite ad opera di Cristo? E’ possibile che questa “invenzione” porti al rinnovamento di intere diocesi, alla nascita di migliaia di gruppi di preghiera, alle riconciliazioni di migliaia di famiglie o al fiorire di un numero incalcolabile di vocazioni sacerdotali e religiose? Non si conosce l’albero dai suoi frutti ? Appendice DICHIARAZIONE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE JUGOSLAVA SU MEDJUGORJE. In occasione della sessione ordinaria della Conferenza dei Vescovi Jugoslavi tenutasi a Zara, Croazia, dal 9 all’11 aprile 1991, fu rilasciata la seguente DICHIARAZIONE “I vescovi hanno seguito gli eventi di Medjugorje, fin dall’esordio, attraverso il Vescovo della diocesi (Mostar), e la Commissione nominata dal Vescovo (Mostar) e la Commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava su Medjugorje. “Sulla base delle risultanze attuali non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni di origine soprannaturale (“non constat de supernaturalitate”). “Tuttavia, le folle di credenti che giungono a Medjugorje da tutto il mondo, mossi dalla fede e spinti da altre ragioni, hanno un vivo bisogno di attenzioni e cure pastorali da parte del vescovo diocesano e, con lui, anche degli altri vescovi, affinchè tanto a Medjugorje quanto in tutto ciò che a Medjugorje s’ispira, possa essere incoraggiata una sana devozione alla Santa Vergine nel rispetto dell’insegnamento della Chiesa. “A tal fine i vescovi emaneranno opportune direttive di carattere liturgico-pastorale, Di pari passo procederanno, attraverso le apposite commissioni, l’aggiornamento e le indagini sugli eventi di Medjugorje”. I Vescovi Jugoslavi; Zara, 10 aprile 1991. (Pubblicato su Glas Koncila, Zagabria, 5 maggio 1991) “Non constat de supernaturalitate” “Non è vero che dal documento riassuntivo rilasciato dai vescovi a fine novembre risulti esplicitamente che nulla di soprannaturale accade a Medjugorje. I Vescovi hanno scritto: ‘non constat de supernaturalitate’ (cioè: ‘non è dimostrato che si tratti di fatti soprannaturali’) e non ‘constat de non supernaturalitate’ (cioè: ‘è accertato che i fatti non sono di ordine soprannaturale’). Fra la prima e la seconda espressione c’è un’enorme differenza. La prima formulazione non consente ancora un’interpretazione definitiva, ma è aperta a nuovi sviluppi”. (Mons. Franc Perko, Arcivescovo di Belgrado, Serbia) A tuttora non c’è più una commissione per Medjugorje. Come agirà la Chiesa, a breve e a lungo termine, riguardo agli eventi di Medjugorje? E’ difficile dirlo. Con lo scioglimento della Conferenza Episcopale Jugoslava (CEJ), non esiste più una commissione che si occupi degli eventi. Nel frattempo Medjugorje prosegue il suo corso, certa che alla fine, come dice la Scrittura, l’albero si riconoscerà dai frutti. (Eco di Medjugorje, luglio-agosto 1997) A PROPOSITO DI MEDJUGORJE UN PO’ PIU’ DI CHIAREZZA (Editoriale apparso in Glas Koncila, Zagabria, 5 maggio 1991) La recentissima dichiarazione dei vescovi cattolici della Repubblica Federale Socialista Jugoslava è un classico esempio della loro secolare consuetudine di prudenza ecclesiastica. E’ la dimostrazione che la Chiesa prende in considerazione soprattutto i fatti e che è sempre principalmente interessata al bene spirituale dei fedeli. E’ universalmente noto che, in seguito alle notizie sulle apparizioni della Madonna che si ripetono ormai da più di 10 anni, Medjugorje è diventata meta sia di fedeli che di curiosi. E’ vero che la Madre di Dio vi appare realmente e che dà dei messaggi? I vescovi, attendendosi coscienziosamente a ciò che è di loro competenza, dichiarano che ‘Sulla base degli accertamenti svolti, questo non può ancora essere affermato’. Il contenuto e il significato di tale dichiarazione vanno considerati a due diversi livelli. In questi casi, il primo e basilare livello è che i contenuti di queste possibili, cosiddette, rivelazioni private non possono essere compresi tra quelli della fede rivelata e vincolante. Perciò né i vescovi né lo stesso Papa hanno l’autorità per stabilire che la Madonna è realmente apparsa in un luogo, né quello di imporre ai fedeli di crederlo. Il magistero della Chiesa è infallibile, a condizioni ben note: soltanto quando afferma che qualcosa fa parte, oppure no, della rivelazione che la Chiesa ha ricevuto nel tempo apostolico e che è contenuto nelle Scritture e nella Tradizione. Nulla di quanto non sia compreso nelle Scritture o nella Tradizione può essere definito dottrina di fede da parte del magistero o reso vincolante per i credenti. Di conseguenza, solo chi non ha conoscenza di queste cose può attendersi che i vescovi risolvano per noi la questione delle apparizioni di Medjugorje in modo da consentire di sapere esattamente che cosa dobbiamo credere o non credere. Ma, d’altra parte, perché essi stanno facendo indagini tanto accusate? Perché è loro dovere accertare se quello che avviene là e che da là viene proclamato è totalmente conforme alle verità di fede rivelate e alla dottrina morale. Se si accerta che non ci sono deviazioni di alcun genere e le rivelazioni e i messaggi sono conformi alla fede e alla morale cattolica, essi, come massima autorità, possono proclamare che non ci sono obiezioni all’accorrere dei fedeli in quel luogo né allo sviluppo della vita spirituale nel senso di quei messaggi. In caso contrario sarebbe loro dovere segnalare gli errori e prevenire gli abusi. Le espressioni contenute nella recente dichiarazione indicano che le indagini procedono anche in questo senso. Ma il maggior vigore delle dichiarazioni rivela che i nostri vescovi si rendono soprattutto conto dell’effettivo accorrere di un gran numero di fedeli e di curiosi a Medjugorje e considerano doveroso assicurarsi che queste folle ricevano un corretto annuncio della fede e una catechesi ortodossa e aggiornata in modo che i Santi Sacramenti vi siano amministrati degnamente e correttamente; specialmente che la devozione mariana di Medjugorje si sviluppi in accordo con l’ortodossia cristiana. Sicuramente, come il documento stesso afferma, è lecito aspettarsi direttive liturgico-pastorali in accordo con le solenni celebrazioni che si tengono a Medjugorje. Se è lecito aspettarsi questo, potrebbe allora realizzarsi anche una proposta fatta parecchio tempo fa, che fu pure riportata in Glas Koncila, e cioè che la cura dei vescovi per Medjugorje sia divisa tra due commissioni. Una dovrebbe continuare ad indagare per arrivare ad appurare se si tratti o meno di apparizioni o rivelazioni soprannaturali, mentre l’altra dovrebbe prendersi cura di una corretta e salutare guida delle folle che accorrono a Medjugorje. Ciò in considerazione del fatto che è effettivamente possibile che la prima di queste due commissioni continui ad indagare per lungo tempo ed eventualmente decidere, o meno, di pubblicare i risultati delle proprie ricerche, mentre la cura pastorale di tali folle non può essere rimandata, dal momento che il flusso di pellegrini non conosce sosta. Per molti fedeli di tutto il mondo, questa dichiarazione costituirà un considerevole aiuto in materia di cose di coscienza. In particolare coloro i quali sono venuti a Medjugorje motivati dalla fede, d’ora in poi sapranno che i pellegrinaggi sono sottoposti alla cura ordinaria e responsabile dei successori degli apostoli. Questa è la reale novità di questo documento. LASCIAMO LA PAROLA ANCHE AI “PICCOLI” Mary Jo Chenevert, un’infermiera del Michigan (USA) di 37 anni, trascorre la maggior parte delle sue vacanze a Medjugorje. La Madonna ha stampato la sua bellezza sul suo volto fresco e gioioso. Un giorno il Signore le sussurrò al cuore che avrebbe incontrato personalmente il Santo Padre. A Mary Jo sembrava impossibile che questo potesse accadere fin quando un prete polacco, un certo Fr. Mike Dylag, amico personale del Papa, la invitò a compiere un pellegrinaggio di una settimana a Roma. Nel pellegrinaggio erano incluse diverse udienze private con il Santo Padre! Mary Jo formulò un proposito segreto: quello di parlare al Santo Padre di Medjugorje! Purtroppo, quando arrivò a Roma, il Papa si ruppe la spalla e tutte le udienze furono cancellate. Mary Jo rimase comunque ferma nel suo proposito; in cuor suo sapeva che l’avrebbe visto. Ed effettivamente l’ultima sera fu miracolosamente fatta entrare, assieme ad un gruppo polacco, nell’anticamera degli appartamenti privati del Papa. Finalmente Giovanni Paolo II apparve, con il braccio ingessato, evidentemente sofferente per il dolore della frattura. Inaspettatamente si fermò proprio in corrispondenza di Mary Jo e la strinse a sé con l’unico braccio libero. A questo punto fece qualcosa di eccezionale: con la sua unghia tracciò sulla fronte di Mary Jo un grosso segno di croce, come nel gesto di porre un sigillo. Sorpresa, dolore e gioia ! Mary Jo dimenticò completamente Medjugorje… Il Santo Padre le parlò in polacco, ma ella non comprese una sola parola. Egli le accarezzò il volto ed ella fu solo capace di sussurrare: “Mio Dio! Mio Dio!”, era completamente rapita dall’espressione di così intenso dolore che leggeva sul suo volto. Ella vedeva Gesù soffrire in lui. Poi il Papa si staccò da lei e camminò per una decina di metri, poteva solo vederlo di spalle e se ne stava andando, solo allora le tornò in mente la sua decisione di parlargli di Medjugorje! Le stava sfuggendo l’occasione? Si ricordò dei rosari che aveva portato da Medjugorje per lui e che erano stati benedetti dalla Madonna stessa durante un’apparizione. Tentò di darli ad una delle guardie perché li consegnasse al Papa, ma questa si rifiutò. Allora allungò la mano gridando: “Vengono da Medjugorje!”. All’udire la parola ‘Medjugorje’ il Papa si voltò e un sorriso radioso comparve sul suo volto. “Medjugorje?” domandò. Si avvicinò lentamente a Mary Jo, prese delicatamente i rosari con gli occhi gonfi di lacrime e disse in inglese: “Fai tutto ciò che puoi per proteggere Medjugorje!”. “Ma, Santità”, replicò Mary Jo, “sono solo una persona!”. “Prega perché Medjugorje sia protetta!” egli insistette. Nell’allontanarsi baciò i rosari e se li portò al cuore. Era il 21 novembre 1993, giorno della festa della Presentazione di Maria al Tempio. LA DICHIARAZIONE DEL PORTAVOCE DEL VATICANO Il 21 agosto 1996 è giunta da Roma una dichiarazione che tocca tutto il mondo cattolico. In effetti a seguito degli articoli ambigui o erronei di qualche giornale che asseriva che i pellegrinaggi a Medjugorje erano proibiti, il Portavoce del Vaticano Dr. Joachim Navarro-Valls, ha voluto rimettere le cose in chiaro, per il grande pubblico. Il C.N.S. (il più grande organo di notizie cattoliche negli Stati Uniti) aveva ripreso la dichiarazione spiacevole del giornale cattolico “La Croix”. Nella sua intervista il Dr. Navarro-Valls ha dunque riprecisato: “Voi non potete dire alla gente che non può andare a Medjugorje fino a quando il fenomeno delle apparizioni non sia dichiarato falso. Ciò non è stato fatto; pertanto tutti coloro che vogliono possono andare. La Chiesa ha forse vietato di andare a Medjugorje? NO! Quando i fedeli cattolici si spostano, essi hanno diritto ad un accompagnamento spirituale, ecco perché la Chiesa non impedisce ai sacerdoti di accompagnare i fedeli a Medjugorje nei pellegrinaggi organizzati da laici” (la dichiarazione si trova su Internet all’indirizzo: http://www.nd.edu/~mary/emmanuel.html o a Roma, tel. 06 66 784 612) Medjugorje gode del favore di Roma per quanto riguarda i pellegrinaggi privati. Esistono altri luoghi d’apparizione in cui ogni pellegrinaggio, anche privato, è proibito. Non è il caso di Medjugorje. Da più di quindici anni, se la Congregazione per la Dottrina della Fede avesse voluto fare una Notificazione negativa su Medjugorje, l’avrebbe già fatto. Il semplice fatto che il Vaticano abbia lasciato andare a Medjugorje venti milioni di pellegrini senza metterli in guardia contro la minima deviazione teologica o pastorale nei “messaggi” ricevuti dai veggenti, è già un avvenimento notevole e positivo. E’ significativo che il 13 ottobre 1996 a Fatima il Cardinal Glemp (Primate della Polonia) abbia citato Medjugorje tra i grandi santuari mariani del mondo. Il Cardinale Echevarria dichiarava lo stesso mese, durante la grande Conferenza Mariana a Quito: “La mia presenza qui desidera confermare la mia convinzione che per rinnovare la Chiesa, l’impulso viene dai gruppi di Medjugorje, in Ecuador e nel mondo intero!”. Queste informazioni sono state compilate da: Sr. Emmanuel Maillard, della Comunità delle Beatitudini. Residente a Medjugorje dal 1989, completa la sua vocazione alla preghiera con l’assistenza ai pellegrini. E’ autrice dei libri: Medjugorje giorno per giorno (Editrice Shalom), tradotto in sette lingue; Il meraviglioso segreto delle anime del Purgatorio (Editrice Shalom) tradotto in inglese, francese, spagnolo; Bambini, aiutate il mio Cuore a vincere! (Editrice Shalom). Le “news” che manda da Medjugorje dall’1 al 15 di ogni mese vengono pubblicate nei rispettivi paesi. Medjugorje, anni ’90 (Editrice Shalom) tradotto in francese, italiano e polacco. Denis Nolan (Notre Dame, Indiana, USA), dal 1988 al 1994 fu direttore di “Queen of Peace Ministries”, responsabile della Conferenza Nazionale su Medjugorje all’Università di Notre Dame. Con la collaborazione di Milona von Habsburg, poliglotta, residente a Medjugorje dal 1985 al 1996. Al servizio della parrocchia, conosce personalmente la maggior parte delle persone coinvolte nei fatti di Medjugorje. Adesso è sposata a Parigi. L’autrice di questo libretto, pubblicato nel 1999, è Suor Emmanuel Maillard per la: Editrice Shalom srl Via San Giuseppe 57/bis 60020 Camerata Picena (AN) Autorizzazione a pubblicare su internet avuta da Alvaro della Editrice Shalom srl.