FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB)
ANNO III – n° 22
PRIM A PARTE
M AGGIO 2015
SOMMARIO
Editoriale – R. M erlino
Valutazione del Valdarno Cinema Fedic 2015 – R. M andolesi
A proposito di Valdarno Cinema Fedic 2015 – B. Rizzo
La Prem iazione: Valdarno Cinema Fedic 2015
Unica 2016 – Opere scelte – La Redazione
Un im portante Quaderno su “La Resistenza e il Cinem a” – P. M icalizzi
SALOTTO FEDIC
San Giovanni Valdarno sabato 9 m aggio 2015 ore 09.00 – G. Ricci
FEDIC SCUOLA
Cam pus Estivo – naturalm entecinema – L. Biggi
LO SCAFFALE
Guardare Birdm an e ritrovare Carver – F. Felloni
Una valle sullo schermo – B. Rizzo
ATTIVITÀ DEI CINECLUB
Opera vincitrice al 65o Valdarno Cinem a Fedic – “Lezuo” – Cinevideo Bergamo
Prem io “Luciano Becattini” – “Giglio Fiorentino” – Cinevideo Bergamo
Andrea Sim onetti – La m ia vita tra palco e regia – Cinevideo Bergamo
Il m eglio del 65o Valdarno Cinema Fedic – Cinevideo Bergamo
L’ultim a esaltante fatica del Cineclub: il docum entario “I Castelli del Piacentino” –
Cineclub Piacenza “Giulio Cattivelli”
La Fedic in visita a Piacenza – A. Casola
YoungERcard volontari protagonisti di I love m ovies – Cineclub C. Zambelli
Cortocircuito 2015 – Circolo Savonese Cineamatori – Fedic
Conclusa la Rassegna del Nuovo Cinem a Latino Am ericano – M . Demata
MISFF66 – G. Ricci
BACKSTAGE
Un nuovo cortom etraggio prodotto e… – Circolo Savonese Cineamatori – Fedic
Kirie eleison – Immagini e Suono
La bellezza dell’acqua – Immagini e Suono
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Tutto deve passare per le mani del regista e sta a lui dire sì o no, e suggerire miglioramenti.
Viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul tavolo e dire: "Silenzio! È così
che si farà, e sarò io che me ne occuperò".
Ridley Scott
NOTIZIE
EDITORIALE
Carissimi,
credo che per poter
espletare al meglio
la funzione di Presi
dente sia estremamente importante
conoscere le diverse realtà (i Cine
club) che compongono la FederaRoberto Merlino
zione.
Consapevole di questo, ho accettato
di buon grado gli inviti che mi sono
stati rivolti e -compatibilmente con
tanti altri impegni- ho affrontato con
piacere alcune “trasferte”, anche
piuttosto lontane.
Questo mi ha consentito di incontrare
realtà dinamiche ed operose, ricche di
iniziative interessanti e di qualità,
spesso poco conosciute al di fuori
dell’ambito territoriale.
Mi sono prodigato per far sì che
questo meraviglioso patrimonio di
lavoro ed entusiasmo non rimanesse
circoscritto alla cronaca locale, ma
avesse un respiro più ampio e,
soprattutto, potesse essere conosciuto (e, magari, imitato!) da tutti i
Cineclub FEDIC d’Italia (tramite il
Nuovo FEDIC Notizie, il Sito FEDIC,
Facebook-FEDIC, il Videogiornale
FEDIC, ecc.). Ho cercato di far capire
che, attualmente, esistono notevoli
opportunità
(artistiche,
culturali,
economiche, informative, ecc.) che
loro stanno sfruttando solo in minima
parte.
Un’altra cosa che mi ha colpito (e
commosso!) è l’affetto con cui sono
stato accolto. Ho voluto cogliere, in
questo, un segno di approvazione per
il lavoro che tutt o il Consiglio FEDIC
n° 22 –
sta portando avanti con impegno e
serietà, nell’interesse dei Soci e dei
Club.
La prossima tappa che mi aspetta è
quella di Camaiore (LU), dove uno dei
Cineclub più freschi d’iscrizione-FEDIC
ha organizzato un Festival che si
preannuncia particolarmente interessante.
Sarà l’occasione per ritrovare, nel
Salotto FEDIC, amici vecchi e nuovi,
pronti a scambiarsi opinioni, avanzare
proposte e, in primo luogo, vivere tre
giornate in modo intelligente e
divertente.
Rob erto Merlino
Presidente FEDIC
NOTIZIE
Valutazione del
VALDARNO CINEMA FEDIC 2015
Prima di tutto vorrei
ringraziare tutto lo staff
dirigenziale di questa
33a Edizione per l'ospitalità offertami in qualità
di
r appr es entante
FEDIC nonché Consiglier e per l'UNICA .
Comunque spero di
non peccare d'ingratitudine se mi permetto
Rolf Mandolesi
di evidenziare qualche
inc ongr uenz a o di s ugger ir e modif ic he
in merito.
Già nel mio articolo post-concorso del 2014 sul
“nuovo FEDIC NOTIZIE” (n. 13 pag. 13), avevo
fatto un’analisi generale sulla struttura della
manifestazione e qualcosa è stato accettato e
migliorato. Ho notato una maggiore pubblicizzazione dell'evento, anche se mancava ancora
lo striscione pubblicitario del Festival in una via
del centro urbano. Nella sala cinematografica
gli annunci delle singole opere erano più
dettagliate, corredate con i tempi di durata e
l'appartenenza alle singole sezioni. Rispetto
all'anno scorso dopo ogni singola proiezione
giustamente sono state accese le luci ed a
metà dei programmi mattutini e pomeridiani
inseriti degli intervalli. Necessiterebbe in
aggiunta un segnale acustico che avverta la
ripresa delle proiezioni. Ho gradito anche
un’altra novità e cioè i Quaderni Sangiovannesi. Però in questi tempi di magra dobbiamo
anche rimediare, cioè cercare di accorciare la
durata del Festival nazionale FEDIC, direi non
più di 3 giorni, utilizzando per il relativo periodo
di svolgimento anche una festa nazionale (25
aprile oppure il 1° maggio), rendendo così più
appetibile la presenza degli autori, soprattutto
quelli che non sono ancora in pensione. Pertanto si dovrebbe rinunciare ai
lungometraggi, sia a quelli in concorso che a
quelli del MASTERCLASS, ai "crow dfunding"
od eventi similari.
n° 22 –
VALDARNO CINEMA FEDIC è nato come
Concorso per Autori FEDIC di cortometraggi,
non commerciali, alternativi, indipendenti, ma
non per Autori professionisti. Per visionare
quest'ultimi possiamo andare al cinema. Sarei
curioso di sapere a quanto ammontava
quest'anno la spesa per l'ospitalità a Francesca
Detti, Alessandro Izzo, Paolo Cioni, Guglielmo
Favilla, Alessio Vassallo, Mauro Gervasini,
Abel Ferrara e consorte, Carlo delle Piane e
consorte, Federico Bondi, Matteo Bianchini,
Paolo Scopetani, Ugo Baistrocchi e Terenzio
Cugia, tutti personaggi validi, ma rappresentanti del cinema professionale o televisivo, a
cui noi della FEDIC non desideriamo aderire.
Perciò suggerirei di programmare nella mattinata o nel pomeriggio del primo giorno il FEDIC
SCUOLA, nella serata l'inaugurazione del
Festival e la proiezione di un lungometraggio di
una personalità del cinema professionale da
onorare o premiare, riservando le restanti 2
giornate (20 ore per proiezioni, discussioni e
"salotto FEDIC") unicamente ai cortometraggi
degli autori FEDIC ed indipendenti, garantendo
però la relativa visione di tutte le opere iscritte.
Così facendo si eliminerebbe anche la preselezione. Due giurie, quella della preselezione e
quella definitiva sulle stesse opere iscritte
nell'ambito di un Festival, non è mai
una soluzione ottimale, cosicché consiglierei la
scelta di una giuria qualificata purché non
dell'ambiente del cinema professionale, che
però sia presente in sala. D'altra parte anche
in Olanda, Austria, Francia, Germania e
Svizzera il loro Festival nazionale più importante non dura più di 3 giorni, sfruttando la
festività dell'Ascensione, che da noi è stata
cancellata da tempo.
Conclusione: un film che è stato visto da
pochissimi spettatori non esiste! Perciò per un
autore di cortometraggi è più importante la
visione della sua opera davanti ad un pubblico
numeroso, che non l'assegnazione di un eventuale premio. Ma così come è strutturato attualmente VALDARNO CINEMA FEDIC sopracitato, il legittimo desiderio non viene esaudito.
n° 22 –
NOTIZIE
Negli anni passati ho frequentato parecchie vol
te il Festival nazionale della FNC (Federazione
nazionale cineamatori) a Castrocaro Terme e vi
garantisco che la partecipazione personale
degli autori alla manifestazione era assai
numerosa, anche se allora, nei programmi
giornalieri, non c'era traccia del cinema professionale! Eppure gli organizzatori di allora, e per
tanti anni, non hanno mai chiuso in rosso. Si
alloggiava in alberghi convenzionati ma agli
autori non venivano offerti né pranzi giornalieri
né rimborsi spese per pernottamenti, un
usanza che non viene praticata neanche nei
Festival per cortometraggi non commerciali
all'estero.
Nella speranza che queste mie considerazioni
facciano riflettere, vorrei ricordare agli autori
della FEDIC quanto aveva scritto tempo
addietro Cesare Zavattini: “Quante volte si era
detto che il giorno che la macchina da presa
sarebbe stata nelle mani di tutti, quello avrebbe
potuto essere giorno di rivoluzione: nel senso
di un cinema come avanguardia morale innanzi
tutto, contributo specifico a una cultura di
azione.”
Rolf Mandolesi
Presidente Super 8 & Video Club M erano
A PROPOSITO DI
VALDARNO CINEMA FEDIC 2015
Con l’evento speciale di
domenica
sera
10
maggio si è conclusa la
33ª Edizione di Valdarno Cinema Fedic per il
66º Concorso Nazionale
“Premio Marzocco”.
Vorrei innanzi tutto ringraziare tutta l’Organizzazione, specialmente
nelle persone del Presidente, dei Direttori Orga
Beppe Rizzo
nizzativo e Artistico, per
il lavoro svolto, riconoscendo loro la prerogativa che gestire una Rassegna corposa come
quella del Valdarno, non è cosa semplice né
facile, considerando anche il non altissimo
budget a disposizione.
Come ogni manifestazione è d’uopo fare un
bilancio a bocce ferme e, quindi, mi permetto di
esprimere qualche suggerimento, cosa che ho
fatto sabato mattino in occasione del “salotto
Fedic” dove, ascoltando anche i commenti di
una ventina di Soci presenti all’incontro, dopo
ampia discussione, è stato rilevato quanto
segue:
poiché i contributi ai Soci Fedic
comprendono due notti + due buoni
pasto, ne consegue che molti autori
sono propensi a recarsi a San Giovanni
negli
ultimi
due
giorni,
quindi
programmare gli spazi Fedic nelle prime
due mattine diventa una collocazione
poco indov inata, anche per ché c oloro
che non abitano in Toscana difficilmente
-
che non abitano in Toscana difficilmente
possono essere presenti alle ore 9 del
primo giorno; inoltre io personalmente
penso che gli spazi Fedic rappresentino
qualcosa come una ghettizzazione: a
mio avviso tutti i corti, spazio Fedic e
Concorso, dovrebbero essere mischiati
– indicando sempre quelli dei Cineclub
– e spalmati per tutto il periodo della
Rassegna a partire dal pomeriggio di
mercoledì, posizionando le scuole al
mercoledì mattino. A noi autori poco
interessa la suddivisione Spazio Fedic e
Concorso:
questo
interessa
all’Organizzazione, a noi sta a cuore
che le nostre opere siano proiettate,
siano viste;
un problema condiviso da tutti i presenti
è stato quello dei lungometraggi, poiché
tolgono molto spazio ai corti. Per far
comprendere meglio la cosa, dirò che
nella Rassegna appena conclusa, sono
stati
programmati
10
(dieci)
medio/lungometraggi a partire da 56
minuti di durata in su (non ho
considerato quelli attorno ai 40’); se non
consideriamo quattro lungometraggi
importanti
(“Roma
città
aperta”,
“Pasolini”, “Io sto con la sposa” e
aggiungerei “Amore tra le rovine”),
proiettati per venire incontro alla
cittadinanza valdagnese, gli altri sei
avevano una durata complessiva di 420
minuti (7 ore).
In sette ore si potrebbe proiettare un
gran numero di cortometraggi. E v or rei
n° 22 –
NOTIZIE
aggiungere che noi autori veniamo a
San Giovanni per vedere Cinema e non
televisione: vedere sullo schermo un
personaggio che racconta qualcosa anche se importante come potrebbe
essere un problema sociale - davanti a
una telecamera fissa, questa è
televisione e non Cinema.
CONCLUSIONE
Mi permetto di suggerire quanto segue:
-
-
eliminazione parziale dei lungometraggi,
programmandone soltanto uno per sera
per le quattro serate; tre lunghi tra quelli
professionali e uno tra quelli giunti alla
Rassegna e accettati fuori concorso;
posizionamento dello Spazio Scuola
nella prima mattina della Rassegna;
spalmare i corti (Spazio Fedic e
Concorso mischiati) nelle tre mattine e
nei
quattro
pomeriggi,
trovando
ovviamente la collocazione necessaria
agli Eventi speciali e alle Masterclasses;
-
ottimo annunciare i film, come avviene
effettivamente, dicendo durata film e
nome autore a luce accesa, e
aggiungerei… senza indicare se a
Concorso o in Spazio Fedic, evitando,
quindi, la ghettizzazione;
- ripristinare una consuetudine simpatica
e cioè quella di mettere a disposizione
del pubblico alcune bottiglie d’acqua
nella hall del cinema.
Non mi rimane che ringraziare per l’attenzione
e rimanere fiducioso affinché la nostra
Rassegna Fedic di San Giovanni Valdarno
diventi la più importante Rassegna dei Corti in
Italia.
Un saluto cordialissimo.
Beppe Rizzo
Presidente Cine Club Alassio
LA PREMIAZIONE
I vincitori della 33° edizione del Valdarno Cinema Fedic
“L’isola che c’era” di Alberto Gambato
vince il Premio Marzocco intitolato a Marino Borgogni
La Giuria della 33ª edizione del Valdarno Cinema Fedic composta da Stefano Della Casa,
Presidente, Valentina Carnelutti e Valentina D’Amico, dopo aver visto le 23 opere ammesse
al Concorso, si è riunita il giorno 8 maggio 2015 presso la sede del Festival per
l’attribuzione dei riconoscimenti previsti dal regolamento, ed ha deciso di assegnare
all’unanimità:
– Il Premio Marzocco simbolo della Città di San Giovanni Valdarno, intitolato a Marino
Borgogni, alla migliore Opera in assoluto L’isola che c’era di Alberto Gambato.
– Il Premio speciale Amedeo Fabbri miglior cortometraggio a L’isola che c’era di Alberto
Gambato.
Motivazione: per la maturità espressiva e per l’interesse della storia, raccontata con
semplicità e con senso dello spettacolo nell’amb ito della ricostruzione storica.
NOTIZIE
n° 22 –
– Il Premio speciale Adriano Asti per il miglior lungometraggio a Rada di Alessandro
Abba Legnazzi.
– Il Premio Luciano Becattini per il miglior documentario a Rada di Alessandro Abba
Legnazzi.
Motivazione: per l’intensità con la quale si raccontano i personaggi che animano la
narrazione e per la ricerca stilistica e formale che emerge nel ritratto della casa di riposo
per naviganti.
– Il Giglio fiorentino per il miglior attore: a Stefan Hitruc e Emanoil Jighirgiu di Have
Sweet Dreams di Ciprian Suhar.
Motivazione: per la forza con la quale i due ragazzi propongono due personaggi stretti in
una difficile situazione familiare e amb ientale.
– Il Giglio fiorentino per la miglior attrice a Vincenza Fasulo di Tacco12 di Valerio
Vestoso
Motivazione: Per la forza e la simpatia del personaggio che, pur apparendo limitatamente,
rimane impresso nella mente.
– Il Premio Fedic a Non puoi nasconderti di Andrea Olindo Bizzarri e Oreste Capoccia
Motivazione: Un film divertente, scandito con ottimo ritmo e una b uona interpretazione dei
piccoli attori
– Il Premio Banca del Valdarno a La repubblica dei ragazzi di Dario Albertini
Motivazione: Un documentario che racconta una storia poco conosciuta, ricostruendo
un’interessante esperienza.
Premi collaterali:
– Il Premio ANPI a La brezza degli angeli di Stefano Ballini.
– Il Premio Giuria Giovani a L’amore ormai di Roberto Gneo e Massimo Pellegrinotti.
Motivazione: Per la capacità di mostrare una storia tra amore e incub o, per la ricerca
formale nell’uso del b ianco e nero e del colore e per il tono simile a quello di una favola
nera.
– Il Premio Basaglia a Un atto di dolore di Joe Bastardi.
Motivazione: Si potreb b e dire che la motivazione è infine semplice: il film è b ello, al
servizio di queste notevoli facce di attori, tagliate da una fotografia che ‘raffredda’ i toni di
un contenuto ad alta intensità emotiva e b ypassa il rischio di drammatizzare ciò che non
ne ha b isogno. Ci è piaciuto questo regista e come gira, la macchina a mano che segue le
azioni e le movimenta e la macchina fissa delle interviste ai ragazzi che ci costringe fermi,
ad ascoltare le loro vite violate. Potreb b e b astare per premiare un film ma aggiungiamo
questa motivazione che riguarda l’argomento del film, un tema sociale importante che
rappresenta un punto di incontro tra le ragioni ideali del nostro Centro e la sensib ilità
dell’autore.
La Redazione
n° 22 –
UNICA 2016
OPERE SCELTE
Durante lo svolgimento del Festival Valdarno Cinema Fedic 2015 sono state selezionate le
opere che rappresenteranno l’Italia al Festival Internazionale dell’UNICA 2016.
La Giuria composta da:
Bruno Pastori (Cineclub Claudio Pastori)
Valentino Giorgi (Cineclub Corte Tripoli Cinematografica)
Vivian Tullio (Segretaria Fedic)
ha scelto:
E ORA BALLIAMO NOI (durata: 10’)
di Franco Fais
Cineclub Cagliari
COUNTDOWN (durata: 11’)
di Rolf Mandolesi
Cineclub Super8 & Videoclub Merano
ROVINE (durata: 6’)
di Giorgio Sabbatini
Cineclub Piemonte
NON PUOI NASCONDERTI (durata: 5’)
di Andrea Olindo Bizzarri
e Oreste Capoccia
Cineclub Corte Tripoli Cinematografica
La Giuria ha, inoltre, dichiarato che la scelta non è stata facile poiché molte erano le opere
interessanti ma penalizzate, per i requisiti Unica, dalla loro lunghezza e dai dialoghi troppo
preponderanti rispetto alle immagini.
La Redazione
n° 22 –
UN IMPORTANTE QUADERNO
SU “LA RESISTENZA E IL CINEMA”
di Paolo Micalizzi
In occasione delle
celebrazioni del 70mo
Anniversario della Liberazione d’Italia il
n.57 del Quaderno di
Storia Contemporanea, pubblicato in
questi giorni dalle
Edizioni Falsopiano di
Alessandria, è dedicaPaolo Micalizzi
to al tema “La Resistenza e il Cinema”.
In esso appaiono due Saggi del
sottoscritto: riguardano “Cinema e Resisten
za in Emilia-Romagna” e il film di Florestano Vancini “Le stagioni del nostro amore”. Il
primo è un excursus sulle opere (film e
documentari) girati nel territorio emilianoromagnolo, dove la Resistenza ha avuto un
ruolo di rilievo. Il saggio prende l’avvio dal
film “Paisà”(1946) di Roberto Rossellini, il
cui ultimo episodio, g i rato all e foci del Po,
contiene immagini drammatiche che
rimangono indelebili negli occhi degli
spettatori di tutto il mondo.
Sono, soprattutto, le immagini dei partigiani che vengono gettati nel fiume,
cadaveri con la scritta “partigiano” che
passavano lentamente nel fiume come lo
stesso Rossellini ebbe modo di vedere.
Il saggio prosegue con altri film significativi
della Resistenza in Emilia-Romagna: “I
sette fratelli Cervi” (1968) di Gianni
Puccini,”Corbari”(1970) di Valentino Orsini,
“L’ultimo giorno di scuola prima delle
vacanze di Natale” (1974) di Gian Vittorio
Baldi,” Novecento” (1976) di Bernardo
Bertolucci, “L’Agnese va a morire” (1976) di
Un’inquadratura di Ingrid Thulin che
interpreta Agnese nel film “L’Agnese va a
morire” di Giuliano Montaldo.
Un’immagine tratta dal film “Paisà” di
Roberto Rossellini.
Giuliano Montaldo, ”Le lunghe ombre”
(1987) di Gianfranco Mingozzi, la fiction
televisiva “Al di là delle frontiere” (2004) di
Maurizio Zaccaro, fino ad arrivare a
“L’uomo che verrà” (2009) di Giorgio Diritti.
Senza dimenticare alcuni documentari
incentrati principalmente sulle vicende dei
Cervi e sulla strage di Marzabotto”.
n° 22 –
L’analisi del film “Le stagioni del nostro
amore” (1966) di Vancini evidenzia la
denuncia del regista del tradimento degli
ideali della Resistenza negli anni 60 da
parte degli intellettuali di sinistra.
Anouk Aimée ed Enrico Maria Salerno in
un’immagine tratta dal film “Le stagioni del
nostro amore” di Florestano Vancini.
Due immagini tratte dal film “Lo avrai
camerata
Kesserling.
Bologna
e
la
resistenza” di Giampaolo Bernagozzi e
Pierluigi Buganè.
Evidenziate anche le opere sulla
Resistenza degli autori Fedic Giampaolo
Bernagozzi e Pierluigi Buganè, soprattutto
“Lo avrai camerata Kesserling. Bologna e
la Resistenza” (1976) rievocante lotte
partigiane e contadine e figure di donne partigiane come Renata Viganò dal cui
libro Montaldo ha tratto il film con Ingrid
Thulin, e di Renzo Ragazzi (che si avviò
alla professione di regista televisivo militando nel Cineclub Fedic Ferrara) “I figli
non sono della guerra. Bondeno-Febbraio
1945” che ricostruisce la vicenda delle
donne del bondenese (vicino Ferrara) che
per evitare il rastrellamento dei propri figli
da parte dei tedeschi assaltarono nel 1945
il municipio del paese per distruggere gli
elenchi dell’ufficio leva.
Un film che fu accolto allora in maniera
contrastante sia da destra che da sinistra,
ma che nel tempo indusse ad ammettere,
come testimoniato dagli avvenimenti
verificatesi dal 68 in poi, che in effetti aveva
anticipato i tempi.
Un numero importante questo, introdotto
dal critico Lorenzo Pellizzari, che comprende analisi di carattere generale, ma anche
relative a film che hanno segnato la Storia
del cinema, al quale hanno dato un loro
contributo una quindicina di studiosi, tra cui
Roberto Lasagna e Mathias Balbi che
collaborano anche alla Rivista on line
“Carte di Cinema”.
Un Quaderno da leggere, che arricchisce la
conoscenza del rapporto tra Cinema e
Resistenza in Italia e porta a riflettere su
eventi significativi della Storia del nostro
Paese.
n° 22 –
SALOTTO
SAN GIOVANNI VALDARNO
sabato 9 maggio 2015
ore 09.00
Salotto FEDIC
Il sabato è la giornata
conclusiva del Valdar
no Cinema FEDIC e
tutti i Soci FEDIC
presenti a Valdarno
sono confluiti all’ormai
tradizionale
Salotto
FEDIC presso il Cine
ma Masaccio sede
del Festival. Venti
Giorgio Ricci
Soci in rappresentanza di tredici Club.
L’introduzione del Presidente, Roberto
Merlino, è stata breve ed ha avuto per
oggetto il significato del salotto FEDIC e la
parola è passata subito ai presenti.
Immediatamente e senza indugio è stato
accolto l’invito quasi ci fosse un’urgente
necessità di affrontare subito il discorso del
Festival che si concludeva quel giorno in
quello stesso locale. Segno evidente di due
punti: il Festival era stato seguito bene dai
presenti e il sentimento di affetto che ci
lega a questo che è il più vecchio degli
eventi organizzati dalla FEDIC.
Ne è nato un confronto fra i presenti con un
ordine proprio delle persone mature che
rispettano il prossimo e le sue opinioni e il
tempo è volato con tanti suggerimenti d a
portare al comitato organizzatore del
Festival, ben appuntati dalla solerte
segretaria Vivian Tullio.
È stata una esperienza che ci ha fatto
riflettere sulla indubbia validità del salotto
FEDIC, poi confermata dall’incontro che il
Presidente ed il Vice Presidente hanno
avuto il pomeriggio successivo, domenica
10, con i rappresentanti del Comitato organizzatore del Festival ai quali sono stati
esposti i suggerimenti scaturiti dal salotto
FEDIC e che sono stati tutti accolti con
molto interesse e gratitudine. Secondo
elemento scaturito dal Salotto è, indubbiamente, il rafforzamento dei legame fra
Soci e Club che si sono ritrovati uniti nel
manifestare idee comuni e condivise.
Bella esperienza anche questa che
sostiene la convinzione, già maturata
durante e dopo l’Assemblea ordinata del
febbraio scorso a Montecatini, secondo la
quale a detta dei più, in FEDIC si respira
una piacevole aria di rinnovamento.
Giorgio Ricci
Vice Presidente Fedic
n° 22 –
n° 22 –
LO SCAFFALE
a cura di Federico Felloni
Guardare Birdman e ritrovare Carver
di Federico Felloni
Un libretto dalla copertina rossa con un titolo
che ad una prima occhiata poteva ricordare
il peggior romanzetto
d'amore per adolescenti
alle prime armi.
Anni fa, ma non troppo,
ho gestito per un lungo
periodo una piccola
libreria che nella mia
immaginazione doveva
Federico Felloni
essere un cenacolo e la
realizzazione di un sogno ma che nella realtà
mi faceva passare giornate intere fra inventari,
resi, bolle, spedizioni e fatture di ogni tipo.
In una di queste interminabili serate immerso in
un mare di libri mi capitò fra le mani questo
volumetto nel settore libri usati che io presi e
buttai in un angolo col pensiero poi di farlo
sparire come altri titoli che velleitariamente
non ritenevo degni di comparire nei miei
scaffali.
Solo il nome dell'autore, omonimo di un calciatore ai tempi del mio amato Chelsea, mi fece
sfogliare le pagine di questo raccolta di racconti
tutta imperniata su quattro amici, una bottiglia
di gin, i discorsi sull’amore e sulla sua diversa
percezione tra abusi, minacce, omicidi, suicidi,
odio, rancori e poi avanti con un’altra bottiglia
di gin... Una, se non la più bella raccolta che
abbia mai avuto modo di leggere nella mia vita.
Raymond Carver (che nulla aveva a che fare
col calciatore...), era un personaggio riservato,
tormentato, più volte vittima dell’alcolismo e
delle persone che gli stavano accanto. La sua
vita, ella stessa un romanzo si sviluppa nella
prima metà del 900 negli Stati Uniti dove,
nonostante la famiglia fosse sempre alle prese
con gravi problemi economici, il padre ispirò al
figlio la passione per i libri. A vent’anni
Raymond trasferitosi in California, seguì
lezioni di scrittura creativa e sposa Maryann
Burk, che aveva messo incinta: aveva diciotto
anni e la moglie sedici.
La nascita di un secondo figlio, poco tempo
dopo, rese ancora più difficili le condizioni economiche della giovane coppia. Carver continuò
tuttavia a scrivere strappando il tempo al lavoro, scrivendo sul tavolo di cucina, in garage,
nell’automobile parcheggiata. Tra molte difficoltà, riuscì a condurre avanti gli studi. A ventinove anni incominciò a bere e, ormai alcolizzato, oltre a rischiare la vita, finì più volte in
cella per ubriachezza. Nel 1977 Carver iniziò
una cura disintossicante che gli permise di
liberarsi dall’alcolismo, utilizzando la somma
ricevuta per la pubblicazione del suo primo
libro Vuoi star zitta per favore? Che lo impose
sulla scena letteraria, facendogli ottenere un
immediato successo. Acclamato ormai come
scrittore di racconti, Carver smise di scriverne,
abbandonò l’insegnamento morendo a soli
cinquanta anni, per un tumore ai polmoni.
Quella copia de Di cosa parliamo quando
parliamo d'amore un titolo solo in apparenza
banale fece strani giri, passò mani e persone
cercando, a modo suo, di parlare ad ognuna di
queste, dell’amore in maniera speciale, analizzando ogni aspetto e sfumatura anche quelle
più opache e invisibili, infondendo nell'episodico lettore un senso di amaro entusiasmo, visto che l’amore è l’unico sentimento inspiegabile fino in fondo ed anche l’unico elemento a
tenerci vivi.
Sparito dalla mia vista da anni, senza la
possibilità di sfogliarlo mi è risuonato nella
mente alla visione del capolavoro di Alejandro
Gonzalez: Birdman che racconta le vicende di
Riggan Thompson, una star che ha raggiunto il
successo planetario nel ruolo di Birdman, un
super-eroe mascherato ma che alla soglia dei
60 anni vuole dimostrare di essere anche un
bravo attore e decide di lanciarsi in una folle
impresa: scrivere l'adattamento del racconto di
Carver, dirigerlo e interpretarlo in uno storico
teatro di Broadw ay.
Il film il cui tema principale è l'ego, in particolare quello maschile e l'incapacità di distinguere
l'amore degli altri dalla loro approvazione,
scandaglia l'animo umano cimentandosi in una
serie praticamente infinita di piani-sequenza
all'interno dei quali gli attori recitano senza inter
n° 22 –
ruzioni come su un palcoscenico teatrale, entrando e uscendo continuamente dal teatro, in
cui si svolge prevalentemente l'azione, alla
strada e dentro e fuori i camerini, i corridoi, il
backstage del teatro stesso, in un gioco continuo di immagini rifratte attraverso specchi e
spiragli di luce.
L'intrecciarsi di queste due opere è bizzarro ma
non troppo visto che in fondo “amore” è la
parola più usata, a volte a sproposito, nel
cinema e nella letteratura e, credo, anche nella
vita di ognuno di noi.
Pensandoci bene adesso ricordo dove vidi per
l'ultima volta la copia famosa del capolavoro di
Carver, in un angolo, dimenticata, mai letta. Chi
l'aveva ricevuta non aveva capito di cosa si
parla quando si parla d'amore...
UNA VALLE SULLO SCHERMO
di Stefano Beccastrini
preparatevi alla lotta di Piero Bargellini.
Ebbene, Stefano Beccastrini fu l’autore dei
testi. E ciò conferma, se ce ne fosse bisogno,
la sua competenza, la passione, l’entusiasmo
per il Cinema.
Lo ripeto: questa non vuole essere una recensione del libro di Beccastrini, ma semplicemente un commento per ribadire la gioia
provata nel tenere tra le dita una pubblicazione
sul Cinema che è servita per ampliare la mia
conoscenza sulla settima arte in un luogo
incantevole e fantastico, quale quello toscano.
Insomma, il libro è un tassello importante nel
mosaico letterario cinematografico.
Non è necessario essere un critico cinematografico per affermare
che “Una valle sullo
schermo” di Stefano
Beccastrini è una pubbli
cazione che fa onore al
Cinema, al Cinema tout
court.
Vorrei aggiungere le
mie impressioni, positiBeppe Rizzo
ve, a quelle es pres s e
nella Presentazione di Enzo Brogi, nella
Prefazione di Stefania Ippoliti e nel commento
di Simone Emiliani.
Di ogni regista l’autore descrive la vita, le
opere, i fallimenti e i successi, e svela certe
curiosità interessanti. Di quel “briccone divino”
di Benigni apprendiamo, per esempio, che è
stato più bravo nei film diretti da altri che da se
stesso, ma poi…venne La vita è bella “e fu un
miracolo”. Leggiamo che il “Mulino della Loren”
faceva parte della scenografia del film La bella
mugnaia di Mario Camerini, con la Loren,
Mastroianni, De Sica, Yvonne Sanson. E che
dire di Giovanni Fago e del suo Pontormo. Un
amore eretico? Beccastrini ci fa anche comprendere quanto le localizzazioni cinematografiche di certi film siano talvolta piuttosto
approssimative.
Il capitolo, poi, dedicato a San Giovanni
Valdarno è, per noi frequentatori del Valdarno
Cinema, un capitolo entusiasmante: San
Giovanni e il Cinema: storia di un lungo amore.
Apprendiamo, tra le altre cose, che nel 1969 vi
f u gir ato il f ilm Abbandonate ogni speranza,
Beppe Rizzo
Presidente Cine Club Alassio
n° 22 –
ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC
n° 22 –
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n° 22 –
L’ULTIMA ESALTANTE “FATICA” DEL CINECLUB:
il documentario “I CASTELLI DEL PIACENTINO”
Il piacentino è uno dei territori con la maggiore
presenza di costruzioni fortificate. Sembra che
un tempo ci fossero oltre trecento castelli, di
più quindi di quelli della provincia di Parma.
Dei tanti castelli di un tempo, di alcuni restano i
ruderi e si erge ancora l’imponente sagoma.
Fortunatamente ce ne sono diversi ben conservati, altri sono stati trasformati, restaurati e
difesi contro il degrado a cui li avrebbero
condannati i secoli.
Non tutti i castelli piacentini sono visitabili e non
tutti comunque offrono la possibilità di essere
ammirati nei loro interni, fatti di complessi
edilizi di pregio racchiusi nel cerchio delle loro
mura, di mobili, dipinti, di armature, di affreschi
artistici che ornano i sontuosi saloni ove
trascorrevano la loro vita le aristocrazie del
passato.
Castello di Agazzano.
Fin dagli anni 60, cineamatori dell’allora
Cineclub Piacenza filmarono diversi castelli.
Nel 1971, in collaborazione con il Provveditorato agli studi di Piacenza, il sodalizio realizzò un documentario completo su pellicola in 8
mm., sonorizzato su una sottile pista magnetica
applicata a margine della pellicola stessa.
Pur nella modesta qualità delle immagini di
allora, ma con un sapiente commento registrato da voce professionale, il documentario
I CASTELLI DEL PIACENTINO ebbe un notevole successo e venne proiettato un po’
dovunque e in diverse scuole della provincia.
Il Cineclub di oggi, ribattezzato con il nome del
grande Giulio Cattivelli, non poteva non pensare di rifare con le attuali moderne tecnologie
il documentario.
L’occasione l’ha data l’EXPO 2015 per realizzare il progetto accarezzato da tempo: far
“vedere” con un video in alta definizione i nostri
castelli, farli “scoprire” a chi non li avesse visitati, raccontando in breve la loro storia, mostrando le artistiche e storiche ricchezze dei
loro interni e dell’ambiente paesaggistico
circostante.
È stata così costituita una troupe di appassionati videomaker che si è dedicata con
passione a girare un filmato su alcuni castelli
visitabili del piacentino. Dieci per l’esattezza:
Agazzano, Bobbio, Rocca d’Olgisio, Paderna,
Rivalta, Gropparello San Pietro in Cerro,
Castell’Arquato, Sarmato e Vigoleno.
Il documentario è stato ora ultimato ed è
prevedibile il suo successo per le stupende
immagini dall’alto, per la sua elevata qualità,
ma soprattutto per i suoi contenuti. Ha la durata
di 90 minuti, in versione anche in lingua inglese
per gli stranieri dell’EXPO 2015 ed è stato
stampato in numerosi DVD. Il filmato è stato
realizzato grazie all’impegno dei videoamatori
del Cineclub Adele Marenghi, Bruno Agosti,
Renato Bersani, Gianluigi Ruzzenenti e Silvano
Tinelli. È stato presentato al pubblico nella
stupenda cornice di Palazzo Galli a Piacenza,
con la partecipazione di un numeroso pubblico
(oltre 250 persone).
Castello di Paderna.
n° 22 –
LA FEDIC
IN VISITA A PIACENZA
Erano anni che il Presidente Giuseppe Curallo, del prestigioso Cineclub "Giulio Cattivelli"
di Piacenza, desiderava avere un incontro presso la Sede da parte della FEDIC,
Federazione Italiana dei Cineclub, con la quale il Cineclub vanta un’ iscrizione pluriennale.
Una serie di circostanze favorevoli ha fatto sì che martedì 19 maggio alla presenza del
Presidente Giuseppe Curallo, del Vice Presidente Domenico Antro, della Segretaria Adele
Marenghi e del Consigliere Gianluigi Ruzzenenti sono stati fatti gli onori di casa ad alcuni
esponenti del Consiglio FEDIC.
Presenti per la FEDIC: il Presidente Onorario Massimo Maisetti, il Presidente Roberto
Merlino, il Vice Presidente Giorgio Ricci, il Consigliere Pierantonio Leidi, il Presidente della
Consulta Lombardia Alessandro Casola e Mariateresa Caburosso. Assenze giustificate
(causa impegni inderogabili), altri due consiglieri: Giorgio Sabbatini responsabile del
“nuovo Fedic Notizie” e la Segretaria Fedic Vivian Tullio.
L’emittente televisiva Tele Libertà ha potuto testimoniare con due interviste l’evento con
il noto conduttore Prof. Alberto Brenni.
Presso la Sede i rappresentanti della Fedic hanno illustrato tutti i vantaggi che la
Federazione offre ai Cineclub federati ed ai Soci iscritti, privilegi a volte poco conosciuti o
meno evidenti. Le opportunità offerte, per un Cineclub molto attivo come il "Giulio
Cattivelli", potrebbero aumentare la visibilità e il prestigio tanto al singolo Socio quanto al
Circolo. L’ospitalità è poi proseguita con un pranzo presso una trattoria tipica locale.
La calorosa accoglienza e l’interesse mostrato per alcune tematiche di opportunità ai Soci,
hanno fatto sì che in un prossimo futuro, una riunione del Consiglio della FEDIC, possa
effettuarsi proprio a Piacenza, al termine della quale, tutta la dirigenza della FEDIC sarà a
disposizione dei Soci del Cineclub "Giulio Cattivelli" per illustrare i nuovi programmi da
svolgere in ambito federativo ed eventualmente rispondere ai quesiti inerenti il mondo
pratico dei videomaker e amministrativo del Cineclub.
Alessandro Casola
Foto ricordo di Alessandro Casola.
n° 22 –
YoungERcard
volontari protagonisti di I love movies
Notizia del m ese di m aggio 2015
Tra i progetti youngERcard dell’area di Reggio
Emilia ce n’è uno che unisce cinema, territorio
e cittadinanza attraverso il lavoro di sei giovani
volontari. Si chiama I love m ovies ed è stato
proposto dal Cineclub “Claudio Zambelli”.
Siamo esattamente a Boretto, piccolo comune
sulla riva destra del Po, dove lo scorso 19
aprile si è conclusa con successo la prima
rassegna Aperi-Cinem a.
Il cineclub Claudio Zambelli di Boretto
e il progetto per Youngercard
Le origini del Cineclub Claudio Zambelli
risalgono all’estate del 2001, quando un gruppo
di persone appassionate di cinema decidono di
inaugurare questa struttura dedicandola ad un
amico scomparso.
Nato come associazione, il Cineclub in questi
anni ha fatto della promozione e diffusione
della cultura cinematografica uno degli obiettivi
primari, da perseguire organizzando eventi,
proiezioni, dibattiti, convegni, mostre e quant’al
tro potesse concorrere a fare del cinema un
bene culturale fruibile alla collettività.
In questo contesto nasce dunque il progetto I
love movies che ha visto protagonisti attivi ben
sei giovani del territorio, coinvolti concretamente nell’attività di progettazione e realizzazione di una vera rassegna cinematografica.
Riempire il cinema di coetanei è stato l’obiettivo
che per settimane ha ispirato i sei partecipanti.
Loro sono: Francesca Am ezzani, Gloria
Anderle,
Eleonora
Carrara,
Nicolò
Menegatti, Diego Mari e Giulia Sandri.
Ma di cosa si sono occupati in pratica?
I ragazzi hanno affiancato gli operatori dell’associazione nell’organizzazione della rassegna
cinematografica, collaborando alla stessa
gestione delle giornate di proiezione in
programma. Insieme hanno pianificato la
programmazione dei film e curato anche gli
aspetti comunicativi con un occhio al mondo
dei social.
I temi della rassegna
La composizione del cartellone di film non è
stata casuale. I ragazzi hanno scelto quattro
pellicole abba- stanza recenti e accomunate
– seppur nella loro diversità – da un comun
denominatore tematico: il tema dei rapporti
famigliari. I film proiettati sono stati Grand
Budapest
Hotel
di
Wes
Anderson;
Instruction not included, film del 2013 di
Eugenio Derbez; Interstellar di Christopher
Nolan ed, infine, Gone girl. L’amore bugiardo di David Fincher. Un’immagine di famiglia
atipica collega come un sottile filo rosso le
quattro pellicole, invitando ad una riflessione
che supera l’immagine canonica e tradizionale
di famiglia a cui eravamo abituati fino ad un
ventennio fa.
Avvicinare i giovani alla settimana arte
“Il segreto del successo di Nuovo Cinema
Paradiso è dovuto al fatto che generazioni di
n° 22 –
persone in tutto il mondo ritengono la sala
cinematografica un luogo di educazione”, diceva Giuseppe Tornatore.
Eleonora Carrara cita le parole del grande
regista per spiegare, sul sito dedicato alla
rassegna, le ragioni che hanno spinto lei e tutto
il gruppo a credere in questo progetto.
La loro è una proposta forse anche provocatoria verso coloro che credono che quella del
cinema sia un’arte morta, superata dai prodotti
della televisione e del digitale.
“Oggi i migliori prodotti sono racchiusi in altri
contenitori, magari nelle serie tv, molto più
libere di sperimentare e non vincolate ai gusti
di un pubblico mainstream”, scrive Eleonora.
“In quello che sembra essere il periodo più buio
del cinema non bisogna perdere la speranza. Il
cinema ha indubbiamente perso quell’aura
magica che aveva ai tempi dei nostri nonni ma
quello che vogliamo trasmettere con questa
r as s egna è un mes s aggio s emplic e:
riabituiamoci al cinema.
Un happy hour per raccogliere fondi
Per rendere ancora più animata e aperta alla
socializzazione l’esperienza, i ragazzi hanno
proposto un happy hour prima di ogni
proiezione. Mentre il primo è stato offerto a tutti
i partecipanti, per i successivi è stato richiesto
un contributo di un solo euro. La raccolta fondi
ha un fine ben preciso.
Attraverso questa iniziativa si vuole, infatti,
fornire un sostegno allo stesso Cineclub nel
processo di raccolta dei fondi necessari per la
conversione alla tecnologia digitale delle
attrezzature
fondamentali
al
suo
funzionamento.
Per una struttura di dimensioni così ridotte i
costi da fronteggiare sono di per sé proibitivi,
ecco perché si stanno moltiplicando varie
iniziative a sostegno dell’Associazione, per
allontanare sempre più il rischio che la struttura
possa essere chiusa.
Cineclub Claudio Zambelli
Approfondimenti
Il sito ufficiale del Cineclub Claudio Zambelli
La pagina Facebook del Cineclub
Per le foto utilizzate si ringrazia il:
Cineclub Claudio Zambelli
CORTOCIRCUITO 2015
IL CIRCOLO SAVONESE CINEAMATORI - FEDIC ha dato il via a “CORTOCIRCUITO”: si tratta di
una serata di proiezione dei film provenienti da MISFF, da Valdarno Cinema Fedic e da Fedic
Scuola.
n° 22 –
La prima città in cui è stata proposta la serata è Albisola Superiore,
un Comune con il quale il Circolo collabora da molti anni e in cui
l’Amministrazione ha sempre tenuto in massima considerazione le
proposte avanzate dal Circolo stesso.
La serata si è svolta il 15 maggio alle ore 21 presso il Cinema Leone
di Albisola Superiore. L’affluenza del pubblico è stata buona e chi era
presente ha apprezzato con entusiasmo i cortometraggi i cui titoli
sono contenuti nella locandina allegata. Prima della fine dell’anno la
manifestazione sarà presentata ad Altare, nell’entroterra ligure, a
Savona e Quiliano (un Comune alle spalle di Savona).
Nella fotografia sono ritratti l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Giovanna Rolandi e
il Presidente del Circolo Savonese Cineamatori – Fedic Nicolò Zaccarini.
n° 22 –
Conclusa la Rassegna
del Nuovo Cinema Latino Americano
Da qualche giorno si è conclusa la Rassegna
sul nuovo Cinema Latino Americano che iI
Centro Ejelson (decisivo per gli ottimi rapporti
con il Festival del Cinema Latino-Americano di
Trieste) e la nostra associazione Rive GaucheArteCinema hanno organizzato in cinque
serate qui a Firenze allo spazio Alfieri.
E’ tempo di fare un
bilancio degli aspetti
positivi ed anche
delle problematiche
che sono insorte.
Sono state cinque
serate per un totale
di 10 film, il meglio
del cinema proveniente
dai
Paesi
Latino Americani sia
come retrospettive di
film girati nel passato
(e comunque assolutamente inediti in ItaItalia) sia come nuove proposte di film prodotti
in tempi recentissimi. I film inediti in Italia sono
stati ben 9 su 10.
Dunque il pubblico ha potuto vedere per la
prima volta in assoluto 9 film che non avrebbe
mai visto nei circuiti normali. Da rimarcare il
fatto che tutto questo è stato possibile solo a
Firenze, grazie all’accordo col Festival del
Cinema Latino-Americano di Trieste.
Nel merito i film sono stati tutti di grande pregio
e valore. Una menzione speciale meritano, a
nostro giudizio i due film su Neruda e i due film
della serata finale: La demora, vincitore
dell’edizione 2014 del Festival di Trieste e
l’appassionante road movie Tierra sin mal del
bravissimo Juan Carlos Valdivia, premio per la
migliore regia.
Altro aspetto positivo è stata la scelta dello
Spazio Alfieri che è sembrata veramente la
sede ideale per ospitare questo evento, sia
s otto il profilo logistico e per il modo ottimale
col quale è organizzata la sala, sia sotto il
profilo dell’assistenza professionale offerta
prima e durante le proiezioni.
E’ stata molto gradita nell’ultima serata la
presenza e l’intervento prima dei due film del
Presidente del Festival del Cinema Latino
Americano di Trieste, Rodrigo Díaz, che non
solo ha commentato i due film in programma,
ma ha condiviso col pubblico e con noi tutti
l’appassionante storia ormai trentennale del
Festival Latino Americano, fin da quando, nei
primissimi tempi si aveva a che fare con
durissimi problemi a causa della scarsità delle
risorse a disposizione. Problemi poi superati
grazie alla tenacia degli organizzatori ed in
primis appunto di Rodrigo Díaz.
La sua presenza è stata graditissima anche
perché ci ha testimoniato la sua convinta
adesione alla nostra iniziativa e il suo consenso
proseguire questa collaborazione per poter
continuare ad offrire a Firenze il meglio del
cinema Latino Americano anche nei prossimi
anni.
Vogliamo anche ricordare gli altri ospiti
graditissimi in precedenti serate, come il Prof.
Bruno Coppola, che ha commentato Días de
Vinilo e il Prof. Alessandro Rocco, esperto dei
film tratti da racconti o sceneggiature di García
Márquez.
Tra gli aspetti problematici da considerare per il
futuro c’è da segnalare che il pubblico ha
mostrato di gradire maggiormente le serate
tematiche (sono state due, quella su Neruda e
quella su Garcia Márquez) oltre che la serata
finale.
n° 22 –
Ha
mostrato
di
gradire meno invece
i film non inseriti in
uno specifico tema o
comunque collegati
in qualche modo fra
loro.
Inoltre il pubblico non
ha del tutto gradito
l’orario delle 19.00
come inizio del primo
film ed è stato più
presente in genere al
film delle ore 21.30,
anche nell’ultima serata, allorché alle
19.00 è stato proiettato il film vincitore del Festival di Torino,
preferendo intervenire più massicciamente al
film delle 21.30, ll road movie Tierra sin mal.
Si tratta di dati molto utili per le prossime
edizioni della nostra Rassegna, per le quali
comunque occorrerà fare, tra le associazioni
organizzatrici una riflessione se sia opportuno
Fra i Festival con cui FEDIC esce allo scoperto
quindici volte all’anno in modo ufficiale ce n’è uno,
quello Internazionale di Montecatini che si terrà in
quella cittadina nel prossimo mese di ottobre.
Questo Festival da anni è reso possibile grazie alla
perizia ed alla abnegazione di alcuni volontari
appassionati di cinema iscritti ai Cineclub della
FEDIC e viene finanziato in piccola parte da privati
e, in massima parte, dal comune di Montecatini e
dai contributi ministeriali. FEDIC si pone come
“garante” verso tutti coloro che danno vita a queste
iniziative: volontari, privati, amministrazioni pubbliche locali e Ministero per i beni artistici e culturali.
È in questa ottica, e nell’intento di mettere in pratica
la posizione di “garante”, che il 26 maggio 2015 il
Presidente della FEDIC Roberto Merlino ed il suo
Vice Giorgio Ricci, si sono incontrati all’Hotel
Belvedere di Montecatini Terme c on Marcello Zep-
conservare la caratteristica di Rassegna come
in questa prima edizione fiorentina (10 film
suddivisi in 5 lunedì) oppure non sia meglio
adottare la formula “Festival” e cioè una “tre
giorni” consecutivi di film, una full immersion
nel cinema Latino Americano, formula adottata
con buon successo dall’Odeon sempre di
Firenze per vari Festival di cinema proveniente
da numerose realtà straniere.
In definitiva stiamo parlando di una Rassegna
con molte luci e qualche ombra utilissima per
migliorare e migliorarci ancora con la finalità di
offrire agli appassionati di cinema un prodotto,
il cinema Latino Americano, ancora troppo
poco conosciuto in Italia, e che invece, sta
dando vita, nella varietà delle situazioni delle
diverse realtà, ad una stagione veramente
nuova ed entusiasmante.
Prof. Marino Demata
Presidente Rive Gauche – ArteCinema
pi, Presidente dell’Associazione Montecatini Cinema, che organizza il Montecatini International Short
Film Festival, ed il Tesoriere, della stessa associazione, Dr. Simone Gabbadoni per esaminare e
discutere il bilancio consuntivo e quello preventivo dell’Associazione in oggetto.
L’incontro, iniziato alle ore 16, è stato pervaso da
spirito cordiale e costruttivo ed ha riguardato
un’attenta disamina sia delle singole voci di costo
del bilancio consuntivo che dell’aspetto artistico
della manifestazione, ed è terminato alle 19,50 con
la piena condivisione di un bilancio preventivo 2015
che contempla alcuni importanti spostamenti nell’investimento delle risorse e nell’ indirizzo artistico del
Festival, senza stravolgerne le finalità e mantenendone lo spirito di internazionalità che lo ha sino ad
oggi contraddistinto, cercando nel contempo di
suggerire elementi atti a favorire la partecipazione,
attiva e passiva, di tutti gli appassionati di cinema.
I rappresentanti della FEDIC hanno sottolineato
l’apprezzamento del notevole sforzo condotto dal
Presidente del MISFF Marcello Zeppi per il
raggiungimento dell’obiettivo, pregandolo di farne
partecipe tutti i suoi bravissimi collaboratori, sottolineando, inoltre, i sentimenti di gratitudine che tutta
la FEDIC nutre nei loro confronti.
Giorgio Ricci
Vice Presidente Fedic
n° 22 –
BACKSTAGE
UN NUOVO CORTOMETRAGGIO PRODOTTO E REALIZZATO
DAL CIRCOLO SAVONESE CINEAMATORI – FEDIC 2015
Sono iniziate le riprese del corto dal titolo Al-Fred. Il testo, completamente originale, è
stato scritto da Nicolò Zaccarini e Daiana Giacchino: una storia romantica ma, nello stesso
tempo, un quasi-documentario con finale a sorpresa.
Per ricercare gli attori, il Circolo ha fatto una campagna pubblicitaria con una locandina ad
hoc che invogliasse soprattutto giovani (ma anche meno giovani) a partecipare alle
selezioni.
Questo il Cast:
Giada Moretti – Davide Ottone – Fernando Rosa – Daiana Giacchino – Mariella Tissone –
Cesare Fabiano – Jacopo Marchisio – Fermin Torello – Asya Cenere.
Le riprese si svolgono tra Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle, Cengio. La
troupe è composta da validi collaboratori: Giovanni Minardi - Mauro Damonte – Giuseppe
Mascarino – Fermin Torello e Daiana Giacchino .
Le riprese del Back stage sono di Fernando Rosa e Luciano Bersano.
Il trucco viene gentilmente eseguito da Asya Cenere.
La regia è stata affidata a Nicolò Zaccarini.
n° 22 –
IMMAGINI E SUONO
L'associazione culturale Immagini e Suono è attivamente impegnata nel
settore audiovisivo e non poteva mancare un cortometraggio scolastico.
Si tratta di un videoclip musicale realizzato dall'Autore Lauro Crociani presso
l'Istituto Superiore Alberghiero "P.Artusi" di Chianciano Terme.
Una trentina gli studenti che vi hanno partecipato con la presenza del
docente Umberto Pinto.
Il ruolo principale è stato rivestito da Antonello Belli docente dell'Accademia
dell'Arte di Roma, ha rappresentato l'uomo arcobaleno che con la sua danza
porta un risveglio nelle coscienze degli esseri umani.
Kirye eleison (missa luba) è il titolo del lavoro. Danza come movimento di
conversione verso il centro di luce, unità e fratellanza tra i popoli. Il Kirie è un
bellissimo canto sacro, eseguito dai tamburi congolesi assume una
particolare vibrazione che affonda nei secoli, penetrando nell’animo dello
spettatore in ritmi primitivi >come battito del cuore.
Sentiamo cosa ne pensa il suo Autore:
"E' di sicuro un lavoro spiazzante, iconoclasta, una ricerca di verità assoluta
che ritorna e riparte da Melchisedek, cercando di togliere polvere dalle
strutture mentali. Un videoclip fortemente voluto da due anni, finalmente è in
dvd, l'ho desiderato tantissimo. Visto il mondo che ci circonda devo dire che
non mi aspetto nulla, ma ci tengo a dirlo: in cuor mio è un gran regalo che ho
fatto ai trenta studenti di varie etnie."
Adesso il videoclip parteciperà ai vari Concorsi e Rassegne riguardanti i
lavori scolastici, naturalmente sarà anche così nei confronti della Fedic.
n° 22 –
LA BELLEZZA DELL’ACQUA
“La bellezza dell’acqua” è il nuovo corto nato in casa Immagini e Suono.
Un grazie allo stimolo giusto che ci ha dato lo Stage nazionale Fedic
nell’indire il concorso sul tema “Acqua”.
Una storia flash, solo 120 secondi per narrare due sguardi che si intrecciano
maliziosamente con loro l’immaginazione vola irrefrenabile nel desiderio, il
tempo di un sorso.. nulla più.
L’idea è di Lauro Crociani legatissimo, tra l’altro, alla storia dell’acqua che è
stata da sempre al centro della cittadina termale dove vive.
Alessandra Palazzi, Fabio Pirastu, Luigi Benedetti, Francesco Bacconi gli
attori di questo cortissimo.
Cast tecnico composto da Cristiana Vitalesta, Michele Pedatella e Lauro
Crociani.
Musica originale di Claudio Bosio con il brano accattivante “Due mondi
separati”, una collaborazione che sta divenendo sempre più intensa. Visione
e sensazioni ora al pubblico.
Fine Prima Parte
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Nuovo FEDIC notizie n.22 prima parte