FOGLI D’INFORMAZIONE A CURA DELLA FEDIC (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CINECLUB) ANNO III – n° 22 PRIM A PARTE M AGGIO 2015 SOMMARIO Editoriale – R. M erlino Valutazione del Valdarno Cinema Fedic 2015 – R. M andolesi A proposito di Valdarno Cinema Fedic 2015 – B. Rizzo La Prem iazione: Valdarno Cinema Fedic 2015 Unica 2016 – Opere scelte – La Redazione Un im portante Quaderno su “La Resistenza e il Cinem a” – P. M icalizzi SALOTTO FEDIC San Giovanni Valdarno sabato 9 m aggio 2015 ore 09.00 – G. Ricci FEDIC SCUOLA Cam pus Estivo – naturalm entecinema – L. Biggi LO SCAFFALE Guardare Birdm an e ritrovare Carver – F. Felloni Una valle sullo schermo – B. Rizzo ATTIVITÀ DEI CINECLUB Opera vincitrice al 65o Valdarno Cinem a Fedic – “Lezuo” – Cinevideo Bergamo Prem io “Luciano Becattini” – “Giglio Fiorentino” – Cinevideo Bergamo Andrea Sim onetti – La m ia vita tra palco e regia – Cinevideo Bergamo Il m eglio del 65o Valdarno Cinema Fedic – Cinevideo Bergamo L’ultim a esaltante fatica del Cineclub: il docum entario “I Castelli del Piacentino” – Cineclub Piacenza “Giulio Cattivelli” La Fedic in visita a Piacenza – A. Casola YoungERcard volontari protagonisti di I love m ovies – Cineclub C. Zambelli Cortocircuito 2015 – Circolo Savonese Cineamatori – Fedic Conclusa la Rassegna del Nuovo Cinem a Latino Am ericano – M . Demata MISFF66 – G. Ricci BACKSTAGE Un nuovo cortom etraggio prodotto e… – Circolo Savonese Cineamatori – Fedic Kirie eleison – Immagini e Suono La bellezza dell’acqua – Immagini e Suono pag. “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 2 3 4 5 7 8 10 10 11 11 12 12 13 14 14 15 16 17 “ “ “ “ “ “ “ “ “ “ 20 21 22 23 25 26 27 27 28 29 Tutto deve passare per le mani del regista e sta a lui dire sì o no, e suggerire miglioramenti. Viene un momento in cui si deve gridare, picchiare il pugno sul tavolo e dire: "Silenzio! È così che si farà, e sarò io che me ne occuperò". Ridley Scott NOTIZIE EDITORIALE Carissimi, credo che per poter espletare al meglio la funzione di Presi dente sia estremamente importante conoscere le diverse realtà (i Cine club) che compongono la FederaRoberto Merlino zione. Consapevole di questo, ho accettato di buon grado gli inviti che mi sono stati rivolti e -compatibilmente con tanti altri impegni- ho affrontato con piacere alcune “trasferte”, anche piuttosto lontane. Questo mi ha consentito di incontrare realtà dinamiche ed operose, ricche di iniziative interessanti e di qualità, spesso poco conosciute al di fuori dell’ambito territoriale. Mi sono prodigato per far sì che questo meraviglioso patrimonio di lavoro ed entusiasmo non rimanesse circoscritto alla cronaca locale, ma avesse un respiro più ampio e, soprattutto, potesse essere conosciuto (e, magari, imitato!) da tutti i Cineclub FEDIC d’Italia (tramite il Nuovo FEDIC Notizie, il Sito FEDIC, Facebook-FEDIC, il Videogiornale FEDIC, ecc.). Ho cercato di far capire che, attualmente, esistono notevoli opportunità (artistiche, culturali, economiche, informative, ecc.) che loro stanno sfruttando solo in minima parte. Un’altra cosa che mi ha colpito (e commosso!) è l’affetto con cui sono stato accolto. Ho voluto cogliere, in questo, un segno di approvazione per il lavoro che tutt o il Consiglio FEDIC n° 22 – sta portando avanti con impegno e serietà, nell’interesse dei Soci e dei Club. La prossima tappa che mi aspetta è quella di Camaiore (LU), dove uno dei Cineclub più freschi d’iscrizione-FEDIC ha organizzato un Festival che si preannuncia particolarmente interessante. Sarà l’occasione per ritrovare, nel Salotto FEDIC, amici vecchi e nuovi, pronti a scambiarsi opinioni, avanzare proposte e, in primo luogo, vivere tre giornate in modo intelligente e divertente. Rob erto Merlino Presidente FEDIC NOTIZIE Valutazione del VALDARNO CINEMA FEDIC 2015 Prima di tutto vorrei ringraziare tutto lo staff dirigenziale di questa 33a Edizione per l'ospitalità offertami in qualità di r appr es entante FEDIC nonché Consiglier e per l'UNICA . Comunque spero di non peccare d'ingratitudine se mi permetto Rolf Mandolesi di evidenziare qualche inc ongr uenz a o di s ugger ir e modif ic he in merito. Già nel mio articolo post-concorso del 2014 sul “nuovo FEDIC NOTIZIE” (n. 13 pag. 13), avevo fatto un’analisi generale sulla struttura della manifestazione e qualcosa è stato accettato e migliorato. Ho notato una maggiore pubblicizzazione dell'evento, anche se mancava ancora lo striscione pubblicitario del Festival in una via del centro urbano. Nella sala cinematografica gli annunci delle singole opere erano più dettagliate, corredate con i tempi di durata e l'appartenenza alle singole sezioni. Rispetto all'anno scorso dopo ogni singola proiezione giustamente sono state accese le luci ed a metà dei programmi mattutini e pomeridiani inseriti degli intervalli. Necessiterebbe in aggiunta un segnale acustico che avverta la ripresa delle proiezioni. Ho gradito anche un’altra novità e cioè i Quaderni Sangiovannesi. Però in questi tempi di magra dobbiamo anche rimediare, cioè cercare di accorciare la durata del Festival nazionale FEDIC, direi non più di 3 giorni, utilizzando per il relativo periodo di svolgimento anche una festa nazionale (25 aprile oppure il 1° maggio), rendendo così più appetibile la presenza degli autori, soprattutto quelli che non sono ancora in pensione. Pertanto si dovrebbe rinunciare ai lungometraggi, sia a quelli in concorso che a quelli del MASTERCLASS, ai "crow dfunding" od eventi similari. n° 22 – VALDARNO CINEMA FEDIC è nato come Concorso per Autori FEDIC di cortometraggi, non commerciali, alternativi, indipendenti, ma non per Autori professionisti. Per visionare quest'ultimi possiamo andare al cinema. Sarei curioso di sapere a quanto ammontava quest'anno la spesa per l'ospitalità a Francesca Detti, Alessandro Izzo, Paolo Cioni, Guglielmo Favilla, Alessio Vassallo, Mauro Gervasini, Abel Ferrara e consorte, Carlo delle Piane e consorte, Federico Bondi, Matteo Bianchini, Paolo Scopetani, Ugo Baistrocchi e Terenzio Cugia, tutti personaggi validi, ma rappresentanti del cinema professionale o televisivo, a cui noi della FEDIC non desideriamo aderire. Perciò suggerirei di programmare nella mattinata o nel pomeriggio del primo giorno il FEDIC SCUOLA, nella serata l'inaugurazione del Festival e la proiezione di un lungometraggio di una personalità del cinema professionale da onorare o premiare, riservando le restanti 2 giornate (20 ore per proiezioni, discussioni e "salotto FEDIC") unicamente ai cortometraggi degli autori FEDIC ed indipendenti, garantendo però la relativa visione di tutte le opere iscritte. Così facendo si eliminerebbe anche la preselezione. Due giurie, quella della preselezione e quella definitiva sulle stesse opere iscritte nell'ambito di un Festival, non è mai una soluzione ottimale, cosicché consiglierei la scelta di una giuria qualificata purché non dell'ambiente del cinema professionale, che però sia presente in sala. D'altra parte anche in Olanda, Austria, Francia, Germania e Svizzera il loro Festival nazionale più importante non dura più di 3 giorni, sfruttando la festività dell'Ascensione, che da noi è stata cancellata da tempo. Conclusione: un film che è stato visto da pochissimi spettatori non esiste! Perciò per un autore di cortometraggi è più importante la visione della sua opera davanti ad un pubblico numeroso, che non l'assegnazione di un eventuale premio. Ma così come è strutturato attualmente VALDARNO CINEMA FEDIC sopracitato, il legittimo desiderio non viene esaudito. n° 22 – NOTIZIE Negli anni passati ho frequentato parecchie vol te il Festival nazionale della FNC (Federazione nazionale cineamatori) a Castrocaro Terme e vi garantisco che la partecipazione personale degli autori alla manifestazione era assai numerosa, anche se allora, nei programmi giornalieri, non c'era traccia del cinema professionale! Eppure gli organizzatori di allora, e per tanti anni, non hanno mai chiuso in rosso. Si alloggiava in alberghi convenzionati ma agli autori non venivano offerti né pranzi giornalieri né rimborsi spese per pernottamenti, un usanza che non viene praticata neanche nei Festival per cortometraggi non commerciali all'estero. Nella speranza che queste mie considerazioni facciano riflettere, vorrei ricordare agli autori della FEDIC quanto aveva scritto tempo addietro Cesare Zavattini: “Quante volte si era detto che il giorno che la macchina da presa sarebbe stata nelle mani di tutti, quello avrebbe potuto essere giorno di rivoluzione: nel senso di un cinema come avanguardia morale innanzi tutto, contributo specifico a una cultura di azione.” Rolf Mandolesi Presidente Super 8 & Video Club M erano A PROPOSITO DI VALDARNO CINEMA FEDIC 2015 Con l’evento speciale di domenica sera 10 maggio si è conclusa la 33ª Edizione di Valdarno Cinema Fedic per il 66º Concorso Nazionale “Premio Marzocco”. Vorrei innanzi tutto ringraziare tutta l’Organizzazione, specialmente nelle persone del Presidente, dei Direttori Orga Beppe Rizzo nizzativo e Artistico, per il lavoro svolto, riconoscendo loro la prerogativa che gestire una Rassegna corposa come quella del Valdarno, non è cosa semplice né facile, considerando anche il non altissimo budget a disposizione. Come ogni manifestazione è d’uopo fare un bilancio a bocce ferme e, quindi, mi permetto di esprimere qualche suggerimento, cosa che ho fatto sabato mattino in occasione del “salotto Fedic” dove, ascoltando anche i commenti di una ventina di Soci presenti all’incontro, dopo ampia discussione, è stato rilevato quanto segue: poiché i contributi ai Soci Fedic comprendono due notti + due buoni pasto, ne consegue che molti autori sono propensi a recarsi a San Giovanni negli ultimi due giorni, quindi programmare gli spazi Fedic nelle prime due mattine diventa una collocazione poco indov inata, anche per ché c oloro che non abitano in Toscana difficilmente - che non abitano in Toscana difficilmente possono essere presenti alle ore 9 del primo giorno; inoltre io personalmente penso che gli spazi Fedic rappresentino qualcosa come una ghettizzazione: a mio avviso tutti i corti, spazio Fedic e Concorso, dovrebbero essere mischiati – indicando sempre quelli dei Cineclub – e spalmati per tutto il periodo della Rassegna a partire dal pomeriggio di mercoledì, posizionando le scuole al mercoledì mattino. A noi autori poco interessa la suddivisione Spazio Fedic e Concorso: questo interessa all’Organizzazione, a noi sta a cuore che le nostre opere siano proiettate, siano viste; un problema condiviso da tutti i presenti è stato quello dei lungometraggi, poiché tolgono molto spazio ai corti. Per far comprendere meglio la cosa, dirò che nella Rassegna appena conclusa, sono stati programmati 10 (dieci) medio/lungometraggi a partire da 56 minuti di durata in su (non ho considerato quelli attorno ai 40’); se non consideriamo quattro lungometraggi importanti (“Roma città aperta”, “Pasolini”, “Io sto con la sposa” e aggiungerei “Amore tra le rovine”), proiettati per venire incontro alla cittadinanza valdagnese, gli altri sei avevano una durata complessiva di 420 minuti (7 ore). In sette ore si potrebbe proiettare un gran numero di cortometraggi. E v or rei n° 22 – NOTIZIE aggiungere che noi autori veniamo a San Giovanni per vedere Cinema e non televisione: vedere sullo schermo un personaggio che racconta qualcosa anche se importante come potrebbe essere un problema sociale - davanti a una telecamera fissa, questa è televisione e non Cinema. CONCLUSIONE Mi permetto di suggerire quanto segue: - - eliminazione parziale dei lungometraggi, programmandone soltanto uno per sera per le quattro serate; tre lunghi tra quelli professionali e uno tra quelli giunti alla Rassegna e accettati fuori concorso; posizionamento dello Spazio Scuola nella prima mattina della Rassegna; spalmare i corti (Spazio Fedic e Concorso mischiati) nelle tre mattine e nei quattro pomeriggi, trovando ovviamente la collocazione necessaria agli Eventi speciali e alle Masterclasses; - ottimo annunciare i film, come avviene effettivamente, dicendo durata film e nome autore a luce accesa, e aggiungerei… senza indicare se a Concorso o in Spazio Fedic, evitando, quindi, la ghettizzazione; - ripristinare una consuetudine simpatica e cioè quella di mettere a disposizione del pubblico alcune bottiglie d’acqua nella hall del cinema. Non mi rimane che ringraziare per l’attenzione e rimanere fiducioso affinché la nostra Rassegna Fedic di San Giovanni Valdarno diventi la più importante Rassegna dei Corti in Italia. Un saluto cordialissimo. Beppe Rizzo Presidente Cine Club Alassio LA PREMIAZIONE I vincitori della 33° edizione del Valdarno Cinema Fedic “L’isola che c’era” di Alberto Gambato vince il Premio Marzocco intitolato a Marino Borgogni La Giuria della 33ª edizione del Valdarno Cinema Fedic composta da Stefano Della Casa, Presidente, Valentina Carnelutti e Valentina D’Amico, dopo aver visto le 23 opere ammesse al Concorso, si è riunita il giorno 8 maggio 2015 presso la sede del Festival per l’attribuzione dei riconoscimenti previsti dal regolamento, ed ha deciso di assegnare all’unanimità: – Il Premio Marzocco simbolo della Città di San Giovanni Valdarno, intitolato a Marino Borgogni, alla migliore Opera in assoluto L’isola che c’era di Alberto Gambato. – Il Premio speciale Amedeo Fabbri miglior cortometraggio a L’isola che c’era di Alberto Gambato. Motivazione: per la maturità espressiva e per l’interesse della storia, raccontata con semplicità e con senso dello spettacolo nell’amb ito della ricostruzione storica. NOTIZIE n° 22 – – Il Premio speciale Adriano Asti per il miglior lungometraggio a Rada di Alessandro Abba Legnazzi. – Il Premio Luciano Becattini per il miglior documentario a Rada di Alessandro Abba Legnazzi. Motivazione: per l’intensità con la quale si raccontano i personaggi che animano la narrazione e per la ricerca stilistica e formale che emerge nel ritratto della casa di riposo per naviganti. – Il Giglio fiorentino per il miglior attore: a Stefan Hitruc e Emanoil Jighirgiu di Have Sweet Dreams di Ciprian Suhar. Motivazione: per la forza con la quale i due ragazzi propongono due personaggi stretti in una difficile situazione familiare e amb ientale. – Il Giglio fiorentino per la miglior attrice a Vincenza Fasulo di Tacco12 di Valerio Vestoso Motivazione: Per la forza e la simpatia del personaggio che, pur apparendo limitatamente, rimane impresso nella mente. – Il Premio Fedic a Non puoi nasconderti di Andrea Olindo Bizzarri e Oreste Capoccia Motivazione: Un film divertente, scandito con ottimo ritmo e una b uona interpretazione dei piccoli attori – Il Premio Banca del Valdarno a La repubblica dei ragazzi di Dario Albertini Motivazione: Un documentario che racconta una storia poco conosciuta, ricostruendo un’interessante esperienza. Premi collaterali: – Il Premio ANPI a La brezza degli angeli di Stefano Ballini. – Il Premio Giuria Giovani a L’amore ormai di Roberto Gneo e Massimo Pellegrinotti. Motivazione: Per la capacità di mostrare una storia tra amore e incub o, per la ricerca formale nell’uso del b ianco e nero e del colore e per il tono simile a quello di una favola nera. – Il Premio Basaglia a Un atto di dolore di Joe Bastardi. Motivazione: Si potreb b e dire che la motivazione è infine semplice: il film è b ello, al servizio di queste notevoli facce di attori, tagliate da una fotografia che ‘raffredda’ i toni di un contenuto ad alta intensità emotiva e b ypassa il rischio di drammatizzare ciò che non ne ha b isogno. Ci è piaciuto questo regista e come gira, la macchina a mano che segue le azioni e le movimenta e la macchina fissa delle interviste ai ragazzi che ci costringe fermi, ad ascoltare le loro vite violate. Potreb b e b astare per premiare un film ma aggiungiamo questa motivazione che riguarda l’argomento del film, un tema sociale importante che rappresenta un punto di incontro tra le ragioni ideali del nostro Centro e la sensib ilità dell’autore. La Redazione n° 22 – UNICA 2016 OPERE SCELTE Durante lo svolgimento del Festival Valdarno Cinema Fedic 2015 sono state selezionate le opere che rappresenteranno l’Italia al Festival Internazionale dell’UNICA 2016. La Giuria composta da: Bruno Pastori (Cineclub Claudio Pastori) Valentino Giorgi (Cineclub Corte Tripoli Cinematografica) Vivian Tullio (Segretaria Fedic) ha scelto: E ORA BALLIAMO NOI (durata: 10’) di Franco Fais Cineclub Cagliari COUNTDOWN (durata: 11’) di Rolf Mandolesi Cineclub Super8 & Videoclub Merano ROVINE (durata: 6’) di Giorgio Sabbatini Cineclub Piemonte NON PUOI NASCONDERTI (durata: 5’) di Andrea Olindo Bizzarri e Oreste Capoccia Cineclub Corte Tripoli Cinematografica La Giuria ha, inoltre, dichiarato che la scelta non è stata facile poiché molte erano le opere interessanti ma penalizzate, per i requisiti Unica, dalla loro lunghezza e dai dialoghi troppo preponderanti rispetto alle immagini. La Redazione n° 22 – UN IMPORTANTE QUADERNO SU “LA RESISTENZA E IL CINEMA” di Paolo Micalizzi In occasione delle celebrazioni del 70mo Anniversario della Liberazione d’Italia il n.57 del Quaderno di Storia Contemporanea, pubblicato in questi giorni dalle Edizioni Falsopiano di Alessandria, è dedicaPaolo Micalizzi to al tema “La Resistenza e il Cinema”. In esso appaiono due Saggi del sottoscritto: riguardano “Cinema e Resisten za in Emilia-Romagna” e il film di Florestano Vancini “Le stagioni del nostro amore”. Il primo è un excursus sulle opere (film e documentari) girati nel territorio emilianoromagnolo, dove la Resistenza ha avuto un ruolo di rilievo. Il saggio prende l’avvio dal film “Paisà”(1946) di Roberto Rossellini, il cui ultimo episodio, g i rato all e foci del Po, contiene immagini drammatiche che rimangono indelebili negli occhi degli spettatori di tutto il mondo. Sono, soprattutto, le immagini dei partigiani che vengono gettati nel fiume, cadaveri con la scritta “partigiano” che passavano lentamente nel fiume come lo stesso Rossellini ebbe modo di vedere. Il saggio prosegue con altri film significativi della Resistenza in Emilia-Romagna: “I sette fratelli Cervi” (1968) di Gianni Puccini,”Corbari”(1970) di Valentino Orsini, “L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale” (1974) di Gian Vittorio Baldi,” Novecento” (1976) di Bernardo Bertolucci, “L’Agnese va a morire” (1976) di Un’inquadratura di Ingrid Thulin che interpreta Agnese nel film “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo. Un’immagine tratta dal film “Paisà” di Roberto Rossellini. Giuliano Montaldo, ”Le lunghe ombre” (1987) di Gianfranco Mingozzi, la fiction televisiva “Al di là delle frontiere” (2004) di Maurizio Zaccaro, fino ad arrivare a “L’uomo che verrà” (2009) di Giorgio Diritti. Senza dimenticare alcuni documentari incentrati principalmente sulle vicende dei Cervi e sulla strage di Marzabotto”. n° 22 – L’analisi del film “Le stagioni del nostro amore” (1966) di Vancini evidenzia la denuncia del regista del tradimento degli ideali della Resistenza negli anni 60 da parte degli intellettuali di sinistra. Anouk Aimée ed Enrico Maria Salerno in un’immagine tratta dal film “Le stagioni del nostro amore” di Florestano Vancini. Due immagini tratte dal film “Lo avrai camerata Kesserling. Bologna e la resistenza” di Giampaolo Bernagozzi e Pierluigi Buganè. Evidenziate anche le opere sulla Resistenza degli autori Fedic Giampaolo Bernagozzi e Pierluigi Buganè, soprattutto “Lo avrai camerata Kesserling. Bologna e la Resistenza” (1976) rievocante lotte partigiane e contadine e figure di donne partigiane come Renata Viganò dal cui libro Montaldo ha tratto il film con Ingrid Thulin, e di Renzo Ragazzi (che si avviò alla professione di regista televisivo militando nel Cineclub Fedic Ferrara) “I figli non sono della guerra. Bondeno-Febbraio 1945” che ricostruisce la vicenda delle donne del bondenese (vicino Ferrara) che per evitare il rastrellamento dei propri figli da parte dei tedeschi assaltarono nel 1945 il municipio del paese per distruggere gli elenchi dell’ufficio leva. Un film che fu accolto allora in maniera contrastante sia da destra che da sinistra, ma che nel tempo indusse ad ammettere, come testimoniato dagli avvenimenti verificatesi dal 68 in poi, che in effetti aveva anticipato i tempi. Un numero importante questo, introdotto dal critico Lorenzo Pellizzari, che comprende analisi di carattere generale, ma anche relative a film che hanno segnato la Storia del cinema, al quale hanno dato un loro contributo una quindicina di studiosi, tra cui Roberto Lasagna e Mathias Balbi che collaborano anche alla Rivista on line “Carte di Cinema”. Un Quaderno da leggere, che arricchisce la conoscenza del rapporto tra Cinema e Resistenza in Italia e porta a riflettere su eventi significativi della Storia del nostro Paese. n° 22 – SALOTTO SAN GIOVANNI VALDARNO sabato 9 maggio 2015 ore 09.00 Salotto FEDIC Il sabato è la giornata conclusiva del Valdar no Cinema FEDIC e tutti i Soci FEDIC presenti a Valdarno sono confluiti all’ormai tradizionale Salotto FEDIC presso il Cine ma Masaccio sede del Festival. Venti Giorgio Ricci Soci in rappresentanza di tredici Club. L’introduzione del Presidente, Roberto Merlino, è stata breve ed ha avuto per oggetto il significato del salotto FEDIC e la parola è passata subito ai presenti. Immediatamente e senza indugio è stato accolto l’invito quasi ci fosse un’urgente necessità di affrontare subito il discorso del Festival che si concludeva quel giorno in quello stesso locale. Segno evidente di due punti: il Festival era stato seguito bene dai presenti e il sentimento di affetto che ci lega a questo che è il più vecchio degli eventi organizzati dalla FEDIC. Ne è nato un confronto fra i presenti con un ordine proprio delle persone mature che rispettano il prossimo e le sue opinioni e il tempo è volato con tanti suggerimenti d a portare al comitato organizzatore del Festival, ben appuntati dalla solerte segretaria Vivian Tullio. È stata una esperienza che ci ha fatto riflettere sulla indubbia validità del salotto FEDIC, poi confermata dall’incontro che il Presidente ed il Vice Presidente hanno avuto il pomeriggio successivo, domenica 10, con i rappresentanti del Comitato organizzatore del Festival ai quali sono stati esposti i suggerimenti scaturiti dal salotto FEDIC e che sono stati tutti accolti con molto interesse e gratitudine. Secondo elemento scaturito dal Salotto è, indubbiamente, il rafforzamento dei legame fra Soci e Club che si sono ritrovati uniti nel manifestare idee comuni e condivise. Bella esperienza anche questa che sostiene la convinzione, già maturata durante e dopo l’Assemblea ordinata del febbraio scorso a Montecatini, secondo la quale a detta dei più, in FEDIC si respira una piacevole aria di rinnovamento. Giorgio Ricci Vice Presidente Fedic n° 22 – n° 22 – LO SCAFFALE a cura di Federico Felloni Guardare Birdman e ritrovare Carver di Federico Felloni Un libretto dalla copertina rossa con un titolo che ad una prima occhiata poteva ricordare il peggior romanzetto d'amore per adolescenti alle prime armi. Anni fa, ma non troppo, ho gestito per un lungo periodo una piccola libreria che nella mia immaginazione doveva Federico Felloni essere un cenacolo e la realizzazione di un sogno ma che nella realtà mi faceva passare giornate intere fra inventari, resi, bolle, spedizioni e fatture di ogni tipo. In una di queste interminabili serate immerso in un mare di libri mi capitò fra le mani questo volumetto nel settore libri usati che io presi e buttai in un angolo col pensiero poi di farlo sparire come altri titoli che velleitariamente non ritenevo degni di comparire nei miei scaffali. Solo il nome dell'autore, omonimo di un calciatore ai tempi del mio amato Chelsea, mi fece sfogliare le pagine di questo raccolta di racconti tutta imperniata su quattro amici, una bottiglia di gin, i discorsi sull’amore e sulla sua diversa percezione tra abusi, minacce, omicidi, suicidi, odio, rancori e poi avanti con un’altra bottiglia di gin... Una, se non la più bella raccolta che abbia mai avuto modo di leggere nella mia vita. Raymond Carver (che nulla aveva a che fare col calciatore...), era un personaggio riservato, tormentato, più volte vittima dell’alcolismo e delle persone che gli stavano accanto. La sua vita, ella stessa un romanzo si sviluppa nella prima metà del 900 negli Stati Uniti dove, nonostante la famiglia fosse sempre alle prese con gravi problemi economici, il padre ispirò al figlio la passione per i libri. A vent’anni Raymond trasferitosi in California, seguì lezioni di scrittura creativa e sposa Maryann Burk, che aveva messo incinta: aveva diciotto anni e la moglie sedici. La nascita di un secondo figlio, poco tempo dopo, rese ancora più difficili le condizioni economiche della giovane coppia. Carver continuò tuttavia a scrivere strappando il tempo al lavoro, scrivendo sul tavolo di cucina, in garage, nell’automobile parcheggiata. Tra molte difficoltà, riuscì a condurre avanti gli studi. A ventinove anni incominciò a bere e, ormai alcolizzato, oltre a rischiare la vita, finì più volte in cella per ubriachezza. Nel 1977 Carver iniziò una cura disintossicante che gli permise di liberarsi dall’alcolismo, utilizzando la somma ricevuta per la pubblicazione del suo primo libro Vuoi star zitta per favore? Che lo impose sulla scena letteraria, facendogli ottenere un immediato successo. Acclamato ormai come scrittore di racconti, Carver smise di scriverne, abbandonò l’insegnamento morendo a soli cinquanta anni, per un tumore ai polmoni. Quella copia de Di cosa parliamo quando parliamo d'amore un titolo solo in apparenza banale fece strani giri, passò mani e persone cercando, a modo suo, di parlare ad ognuna di queste, dell’amore in maniera speciale, analizzando ogni aspetto e sfumatura anche quelle più opache e invisibili, infondendo nell'episodico lettore un senso di amaro entusiasmo, visto che l’amore è l’unico sentimento inspiegabile fino in fondo ed anche l’unico elemento a tenerci vivi. Sparito dalla mia vista da anni, senza la possibilità di sfogliarlo mi è risuonato nella mente alla visione del capolavoro di Alejandro Gonzalez: Birdman che racconta le vicende di Riggan Thompson, una star che ha raggiunto il successo planetario nel ruolo di Birdman, un super-eroe mascherato ma che alla soglia dei 60 anni vuole dimostrare di essere anche un bravo attore e decide di lanciarsi in una folle impresa: scrivere l'adattamento del racconto di Carver, dirigerlo e interpretarlo in uno storico teatro di Broadw ay. Il film il cui tema principale è l'ego, in particolare quello maschile e l'incapacità di distinguere l'amore degli altri dalla loro approvazione, scandaglia l'animo umano cimentandosi in una serie praticamente infinita di piani-sequenza all'interno dei quali gli attori recitano senza inter n° 22 – ruzioni come su un palcoscenico teatrale, entrando e uscendo continuamente dal teatro, in cui si svolge prevalentemente l'azione, alla strada e dentro e fuori i camerini, i corridoi, il backstage del teatro stesso, in un gioco continuo di immagini rifratte attraverso specchi e spiragli di luce. L'intrecciarsi di queste due opere è bizzarro ma non troppo visto che in fondo “amore” è la parola più usata, a volte a sproposito, nel cinema e nella letteratura e, credo, anche nella vita di ognuno di noi. Pensandoci bene adesso ricordo dove vidi per l'ultima volta la copia famosa del capolavoro di Carver, in un angolo, dimenticata, mai letta. Chi l'aveva ricevuta non aveva capito di cosa si parla quando si parla d'amore... UNA VALLE SULLO SCHERMO di Stefano Beccastrini preparatevi alla lotta di Piero Bargellini. Ebbene, Stefano Beccastrini fu l’autore dei testi. E ciò conferma, se ce ne fosse bisogno, la sua competenza, la passione, l’entusiasmo per il Cinema. Lo ripeto: questa non vuole essere una recensione del libro di Beccastrini, ma semplicemente un commento per ribadire la gioia provata nel tenere tra le dita una pubblicazione sul Cinema che è servita per ampliare la mia conoscenza sulla settima arte in un luogo incantevole e fantastico, quale quello toscano. Insomma, il libro è un tassello importante nel mosaico letterario cinematografico. Non è necessario essere un critico cinematografico per affermare che “Una valle sullo schermo” di Stefano Beccastrini è una pubbli cazione che fa onore al Cinema, al Cinema tout court. Vorrei aggiungere le mie impressioni, positiBeppe Rizzo ve, a quelle es pres s e nella Presentazione di Enzo Brogi, nella Prefazione di Stefania Ippoliti e nel commento di Simone Emiliani. Di ogni regista l’autore descrive la vita, le opere, i fallimenti e i successi, e svela certe curiosità interessanti. Di quel “briccone divino” di Benigni apprendiamo, per esempio, che è stato più bravo nei film diretti da altri che da se stesso, ma poi…venne La vita è bella “e fu un miracolo”. Leggiamo che il “Mulino della Loren” faceva parte della scenografia del film La bella mugnaia di Mario Camerini, con la Loren, Mastroianni, De Sica, Yvonne Sanson. E che dire di Giovanni Fago e del suo Pontormo. Un amore eretico? Beccastrini ci fa anche comprendere quanto le localizzazioni cinematografiche di certi film siano talvolta piuttosto approssimative. Il capitolo, poi, dedicato a San Giovanni Valdarno è, per noi frequentatori del Valdarno Cinema, un capitolo entusiasmante: San Giovanni e il Cinema: storia di un lungo amore. Apprendiamo, tra le altre cose, che nel 1969 vi f u gir ato il f ilm Abbandonate ogni speranza, Beppe Rizzo Presidente Cine Club Alassio n° 22 – ATTIVITÀ DEI CINECLUB FEDIC n° 22 – n° 22 – n° 22 – n° 22 – n° 22 – n° 22 – L’ULTIMA ESALTANTE “FATICA” DEL CINECLUB: il documentario “I CASTELLI DEL PIACENTINO” Il piacentino è uno dei territori con la maggiore presenza di costruzioni fortificate. Sembra che un tempo ci fossero oltre trecento castelli, di più quindi di quelli della provincia di Parma. Dei tanti castelli di un tempo, di alcuni restano i ruderi e si erge ancora l’imponente sagoma. Fortunatamente ce ne sono diversi ben conservati, altri sono stati trasformati, restaurati e difesi contro il degrado a cui li avrebbero condannati i secoli. Non tutti i castelli piacentini sono visitabili e non tutti comunque offrono la possibilità di essere ammirati nei loro interni, fatti di complessi edilizi di pregio racchiusi nel cerchio delle loro mura, di mobili, dipinti, di armature, di affreschi artistici che ornano i sontuosi saloni ove trascorrevano la loro vita le aristocrazie del passato. Castello di Agazzano. Fin dagli anni 60, cineamatori dell’allora Cineclub Piacenza filmarono diversi castelli. Nel 1971, in collaborazione con il Provveditorato agli studi di Piacenza, il sodalizio realizzò un documentario completo su pellicola in 8 mm., sonorizzato su una sottile pista magnetica applicata a margine della pellicola stessa. Pur nella modesta qualità delle immagini di allora, ma con un sapiente commento registrato da voce professionale, il documentario I CASTELLI DEL PIACENTINO ebbe un notevole successo e venne proiettato un po’ dovunque e in diverse scuole della provincia. Il Cineclub di oggi, ribattezzato con il nome del grande Giulio Cattivelli, non poteva non pensare di rifare con le attuali moderne tecnologie il documentario. L’occasione l’ha data l’EXPO 2015 per realizzare il progetto accarezzato da tempo: far “vedere” con un video in alta definizione i nostri castelli, farli “scoprire” a chi non li avesse visitati, raccontando in breve la loro storia, mostrando le artistiche e storiche ricchezze dei loro interni e dell’ambiente paesaggistico circostante. È stata così costituita una troupe di appassionati videomaker che si è dedicata con passione a girare un filmato su alcuni castelli visitabili del piacentino. Dieci per l’esattezza: Agazzano, Bobbio, Rocca d’Olgisio, Paderna, Rivalta, Gropparello San Pietro in Cerro, Castell’Arquato, Sarmato e Vigoleno. Il documentario è stato ora ultimato ed è prevedibile il suo successo per le stupende immagini dall’alto, per la sua elevata qualità, ma soprattutto per i suoi contenuti. Ha la durata di 90 minuti, in versione anche in lingua inglese per gli stranieri dell’EXPO 2015 ed è stato stampato in numerosi DVD. Il filmato è stato realizzato grazie all’impegno dei videoamatori del Cineclub Adele Marenghi, Bruno Agosti, Renato Bersani, Gianluigi Ruzzenenti e Silvano Tinelli. È stato presentato al pubblico nella stupenda cornice di Palazzo Galli a Piacenza, con la partecipazione di un numeroso pubblico (oltre 250 persone). Castello di Paderna. n° 22 – LA FEDIC IN VISITA A PIACENZA Erano anni che il Presidente Giuseppe Curallo, del prestigioso Cineclub "Giulio Cattivelli" di Piacenza, desiderava avere un incontro presso la Sede da parte della FEDIC, Federazione Italiana dei Cineclub, con la quale il Cineclub vanta un’ iscrizione pluriennale. Una serie di circostanze favorevoli ha fatto sì che martedì 19 maggio alla presenza del Presidente Giuseppe Curallo, del Vice Presidente Domenico Antro, della Segretaria Adele Marenghi e del Consigliere Gianluigi Ruzzenenti sono stati fatti gli onori di casa ad alcuni esponenti del Consiglio FEDIC. Presenti per la FEDIC: il Presidente Onorario Massimo Maisetti, il Presidente Roberto Merlino, il Vice Presidente Giorgio Ricci, il Consigliere Pierantonio Leidi, il Presidente della Consulta Lombardia Alessandro Casola e Mariateresa Caburosso. Assenze giustificate (causa impegni inderogabili), altri due consiglieri: Giorgio Sabbatini responsabile del “nuovo Fedic Notizie” e la Segretaria Fedic Vivian Tullio. L’emittente televisiva Tele Libertà ha potuto testimoniare con due interviste l’evento con il noto conduttore Prof. Alberto Brenni. Presso la Sede i rappresentanti della Fedic hanno illustrato tutti i vantaggi che la Federazione offre ai Cineclub federati ed ai Soci iscritti, privilegi a volte poco conosciuti o meno evidenti. Le opportunità offerte, per un Cineclub molto attivo come il "Giulio Cattivelli", potrebbero aumentare la visibilità e il prestigio tanto al singolo Socio quanto al Circolo. L’ospitalità è poi proseguita con un pranzo presso una trattoria tipica locale. La calorosa accoglienza e l’interesse mostrato per alcune tematiche di opportunità ai Soci, hanno fatto sì che in un prossimo futuro, una riunione del Consiglio della FEDIC, possa effettuarsi proprio a Piacenza, al termine della quale, tutta la dirigenza della FEDIC sarà a disposizione dei Soci del Cineclub "Giulio Cattivelli" per illustrare i nuovi programmi da svolgere in ambito federativo ed eventualmente rispondere ai quesiti inerenti il mondo pratico dei videomaker e amministrativo del Cineclub. Alessandro Casola Foto ricordo di Alessandro Casola. n° 22 – YoungERcard volontari protagonisti di I love movies Notizia del m ese di m aggio 2015 Tra i progetti youngERcard dell’area di Reggio Emilia ce n’è uno che unisce cinema, territorio e cittadinanza attraverso il lavoro di sei giovani volontari. Si chiama I love m ovies ed è stato proposto dal Cineclub “Claudio Zambelli”. Siamo esattamente a Boretto, piccolo comune sulla riva destra del Po, dove lo scorso 19 aprile si è conclusa con successo la prima rassegna Aperi-Cinem a. Il cineclub Claudio Zambelli di Boretto e il progetto per Youngercard Le origini del Cineclub Claudio Zambelli risalgono all’estate del 2001, quando un gruppo di persone appassionate di cinema decidono di inaugurare questa struttura dedicandola ad un amico scomparso. Nato come associazione, il Cineclub in questi anni ha fatto della promozione e diffusione della cultura cinematografica uno degli obiettivi primari, da perseguire organizzando eventi, proiezioni, dibattiti, convegni, mostre e quant’al tro potesse concorrere a fare del cinema un bene culturale fruibile alla collettività. In questo contesto nasce dunque il progetto I love movies che ha visto protagonisti attivi ben sei giovani del territorio, coinvolti concretamente nell’attività di progettazione e realizzazione di una vera rassegna cinematografica. Riempire il cinema di coetanei è stato l’obiettivo che per settimane ha ispirato i sei partecipanti. Loro sono: Francesca Am ezzani, Gloria Anderle, Eleonora Carrara, Nicolò Menegatti, Diego Mari e Giulia Sandri. Ma di cosa si sono occupati in pratica? I ragazzi hanno affiancato gli operatori dell’associazione nell’organizzazione della rassegna cinematografica, collaborando alla stessa gestione delle giornate di proiezione in programma. Insieme hanno pianificato la programmazione dei film e curato anche gli aspetti comunicativi con un occhio al mondo dei social. I temi della rassegna La composizione del cartellone di film non è stata casuale. I ragazzi hanno scelto quattro pellicole abba- stanza recenti e accomunate – seppur nella loro diversità – da un comun denominatore tematico: il tema dei rapporti famigliari. I film proiettati sono stati Grand Budapest Hotel di Wes Anderson; Instruction not included, film del 2013 di Eugenio Derbez; Interstellar di Christopher Nolan ed, infine, Gone girl. L’amore bugiardo di David Fincher. Un’immagine di famiglia atipica collega come un sottile filo rosso le quattro pellicole, invitando ad una riflessione che supera l’immagine canonica e tradizionale di famiglia a cui eravamo abituati fino ad un ventennio fa. Avvicinare i giovani alla settimana arte “Il segreto del successo di Nuovo Cinema Paradiso è dovuto al fatto che generazioni di n° 22 – persone in tutto il mondo ritengono la sala cinematografica un luogo di educazione”, diceva Giuseppe Tornatore. Eleonora Carrara cita le parole del grande regista per spiegare, sul sito dedicato alla rassegna, le ragioni che hanno spinto lei e tutto il gruppo a credere in questo progetto. La loro è una proposta forse anche provocatoria verso coloro che credono che quella del cinema sia un’arte morta, superata dai prodotti della televisione e del digitale. “Oggi i migliori prodotti sono racchiusi in altri contenitori, magari nelle serie tv, molto più libere di sperimentare e non vincolate ai gusti di un pubblico mainstream”, scrive Eleonora. “In quello che sembra essere il periodo più buio del cinema non bisogna perdere la speranza. Il cinema ha indubbiamente perso quell’aura magica che aveva ai tempi dei nostri nonni ma quello che vogliamo trasmettere con questa r as s egna è un mes s aggio s emplic e: riabituiamoci al cinema. Un happy hour per raccogliere fondi Per rendere ancora più animata e aperta alla socializzazione l’esperienza, i ragazzi hanno proposto un happy hour prima di ogni proiezione. Mentre il primo è stato offerto a tutti i partecipanti, per i successivi è stato richiesto un contributo di un solo euro. La raccolta fondi ha un fine ben preciso. Attraverso questa iniziativa si vuole, infatti, fornire un sostegno allo stesso Cineclub nel processo di raccolta dei fondi necessari per la conversione alla tecnologia digitale delle attrezzature fondamentali al suo funzionamento. Per una struttura di dimensioni così ridotte i costi da fronteggiare sono di per sé proibitivi, ecco perché si stanno moltiplicando varie iniziative a sostegno dell’Associazione, per allontanare sempre più il rischio che la struttura possa essere chiusa. Cineclub Claudio Zambelli Approfondimenti Il sito ufficiale del Cineclub Claudio Zambelli La pagina Facebook del Cineclub Per le foto utilizzate si ringrazia il: Cineclub Claudio Zambelli CORTOCIRCUITO 2015 IL CIRCOLO SAVONESE CINEAMATORI - FEDIC ha dato il via a “CORTOCIRCUITO”: si tratta di una serata di proiezione dei film provenienti da MISFF, da Valdarno Cinema Fedic e da Fedic Scuola. n° 22 – La prima città in cui è stata proposta la serata è Albisola Superiore, un Comune con il quale il Circolo collabora da molti anni e in cui l’Amministrazione ha sempre tenuto in massima considerazione le proposte avanzate dal Circolo stesso. La serata si è svolta il 15 maggio alle ore 21 presso il Cinema Leone di Albisola Superiore. L’affluenza del pubblico è stata buona e chi era presente ha apprezzato con entusiasmo i cortometraggi i cui titoli sono contenuti nella locandina allegata. Prima della fine dell’anno la manifestazione sarà presentata ad Altare, nell’entroterra ligure, a Savona e Quiliano (un Comune alle spalle di Savona). Nella fotografia sono ritratti l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Giovanna Rolandi e il Presidente del Circolo Savonese Cineamatori – Fedic Nicolò Zaccarini. n° 22 – Conclusa la Rassegna del Nuovo Cinema Latino Americano Da qualche giorno si è conclusa la Rassegna sul nuovo Cinema Latino Americano che iI Centro Ejelson (decisivo per gli ottimi rapporti con il Festival del Cinema Latino-Americano di Trieste) e la nostra associazione Rive GaucheArteCinema hanno organizzato in cinque serate qui a Firenze allo spazio Alfieri. E’ tempo di fare un bilancio degli aspetti positivi ed anche delle problematiche che sono insorte. Sono state cinque serate per un totale di 10 film, il meglio del cinema proveniente dai Paesi Latino Americani sia come retrospettive di film girati nel passato (e comunque assolutamente inediti in ItaItalia) sia come nuove proposte di film prodotti in tempi recentissimi. I film inediti in Italia sono stati ben 9 su 10. Dunque il pubblico ha potuto vedere per la prima volta in assoluto 9 film che non avrebbe mai visto nei circuiti normali. Da rimarcare il fatto che tutto questo è stato possibile solo a Firenze, grazie all’accordo col Festival del Cinema Latino-Americano di Trieste. Nel merito i film sono stati tutti di grande pregio e valore. Una menzione speciale meritano, a nostro giudizio i due film su Neruda e i due film della serata finale: La demora, vincitore dell’edizione 2014 del Festival di Trieste e l’appassionante road movie Tierra sin mal del bravissimo Juan Carlos Valdivia, premio per la migliore regia. Altro aspetto positivo è stata la scelta dello Spazio Alfieri che è sembrata veramente la sede ideale per ospitare questo evento, sia s otto il profilo logistico e per il modo ottimale col quale è organizzata la sala, sia sotto il profilo dell’assistenza professionale offerta prima e durante le proiezioni. E’ stata molto gradita nell’ultima serata la presenza e l’intervento prima dei due film del Presidente del Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, Rodrigo Díaz, che non solo ha commentato i due film in programma, ma ha condiviso col pubblico e con noi tutti l’appassionante storia ormai trentennale del Festival Latino Americano, fin da quando, nei primissimi tempi si aveva a che fare con durissimi problemi a causa della scarsità delle risorse a disposizione. Problemi poi superati grazie alla tenacia degli organizzatori ed in primis appunto di Rodrigo Díaz. La sua presenza è stata graditissima anche perché ci ha testimoniato la sua convinta adesione alla nostra iniziativa e il suo consenso proseguire questa collaborazione per poter continuare ad offrire a Firenze il meglio del cinema Latino Americano anche nei prossimi anni. Vogliamo anche ricordare gli altri ospiti graditissimi in precedenti serate, come il Prof. Bruno Coppola, che ha commentato Días de Vinilo e il Prof. Alessandro Rocco, esperto dei film tratti da racconti o sceneggiature di García Márquez. Tra gli aspetti problematici da considerare per il futuro c’è da segnalare che il pubblico ha mostrato di gradire maggiormente le serate tematiche (sono state due, quella su Neruda e quella su Garcia Márquez) oltre che la serata finale. n° 22 – Ha mostrato di gradire meno invece i film non inseriti in uno specifico tema o comunque collegati in qualche modo fra loro. Inoltre il pubblico non ha del tutto gradito l’orario delle 19.00 come inizio del primo film ed è stato più presente in genere al film delle ore 21.30, anche nell’ultima serata, allorché alle 19.00 è stato proiettato il film vincitore del Festival di Torino, preferendo intervenire più massicciamente al film delle 21.30, ll road movie Tierra sin mal. Si tratta di dati molto utili per le prossime edizioni della nostra Rassegna, per le quali comunque occorrerà fare, tra le associazioni organizzatrici una riflessione se sia opportuno Fra i Festival con cui FEDIC esce allo scoperto quindici volte all’anno in modo ufficiale ce n’è uno, quello Internazionale di Montecatini che si terrà in quella cittadina nel prossimo mese di ottobre. Questo Festival da anni è reso possibile grazie alla perizia ed alla abnegazione di alcuni volontari appassionati di cinema iscritti ai Cineclub della FEDIC e viene finanziato in piccola parte da privati e, in massima parte, dal comune di Montecatini e dai contributi ministeriali. FEDIC si pone come “garante” verso tutti coloro che danno vita a queste iniziative: volontari, privati, amministrazioni pubbliche locali e Ministero per i beni artistici e culturali. È in questa ottica, e nell’intento di mettere in pratica la posizione di “garante”, che il 26 maggio 2015 il Presidente della FEDIC Roberto Merlino ed il suo Vice Giorgio Ricci, si sono incontrati all’Hotel Belvedere di Montecatini Terme c on Marcello Zep- conservare la caratteristica di Rassegna come in questa prima edizione fiorentina (10 film suddivisi in 5 lunedì) oppure non sia meglio adottare la formula “Festival” e cioè una “tre giorni” consecutivi di film, una full immersion nel cinema Latino Americano, formula adottata con buon successo dall’Odeon sempre di Firenze per vari Festival di cinema proveniente da numerose realtà straniere. In definitiva stiamo parlando di una Rassegna con molte luci e qualche ombra utilissima per migliorare e migliorarci ancora con la finalità di offrire agli appassionati di cinema un prodotto, il cinema Latino Americano, ancora troppo poco conosciuto in Italia, e che invece, sta dando vita, nella varietà delle situazioni delle diverse realtà, ad una stagione veramente nuova ed entusiasmante. Prof. Marino Demata Presidente Rive Gauche – ArteCinema pi, Presidente dell’Associazione Montecatini Cinema, che organizza il Montecatini International Short Film Festival, ed il Tesoriere, della stessa associazione, Dr. Simone Gabbadoni per esaminare e discutere il bilancio consuntivo e quello preventivo dell’Associazione in oggetto. L’incontro, iniziato alle ore 16, è stato pervaso da spirito cordiale e costruttivo ed ha riguardato un’attenta disamina sia delle singole voci di costo del bilancio consuntivo che dell’aspetto artistico della manifestazione, ed è terminato alle 19,50 con la piena condivisione di un bilancio preventivo 2015 che contempla alcuni importanti spostamenti nell’investimento delle risorse e nell’ indirizzo artistico del Festival, senza stravolgerne le finalità e mantenendone lo spirito di internazionalità che lo ha sino ad oggi contraddistinto, cercando nel contempo di suggerire elementi atti a favorire la partecipazione, attiva e passiva, di tutti gli appassionati di cinema. I rappresentanti della FEDIC hanno sottolineato l’apprezzamento del notevole sforzo condotto dal Presidente del MISFF Marcello Zeppi per il raggiungimento dell’obiettivo, pregandolo di farne partecipe tutti i suoi bravissimi collaboratori, sottolineando, inoltre, i sentimenti di gratitudine che tutta la FEDIC nutre nei loro confronti. Giorgio Ricci Vice Presidente Fedic n° 22 – BACKSTAGE UN NUOVO CORTOMETRAGGIO PRODOTTO E REALIZZATO DAL CIRCOLO SAVONESE CINEAMATORI – FEDIC 2015 Sono iniziate le riprese del corto dal titolo Al-Fred. Il testo, completamente originale, è stato scritto da Nicolò Zaccarini e Daiana Giacchino: una storia romantica ma, nello stesso tempo, un quasi-documentario con finale a sorpresa. Per ricercare gli attori, il Circolo ha fatto una campagna pubblicitaria con una locandina ad hoc che invogliasse soprattutto giovani (ma anche meno giovani) a partecipare alle selezioni. Questo il Cast: Giada Moretti – Davide Ottone – Fernando Rosa – Daiana Giacchino – Mariella Tissone – Cesare Fabiano – Jacopo Marchisio – Fermin Torello – Asya Cenere. Le riprese si svolgono tra Savona, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle, Cengio. La troupe è composta da validi collaboratori: Giovanni Minardi - Mauro Damonte – Giuseppe Mascarino – Fermin Torello e Daiana Giacchino . Le riprese del Back stage sono di Fernando Rosa e Luciano Bersano. Il trucco viene gentilmente eseguito da Asya Cenere. La regia è stata affidata a Nicolò Zaccarini. n° 22 – IMMAGINI E SUONO L'associazione culturale Immagini e Suono è attivamente impegnata nel settore audiovisivo e non poteva mancare un cortometraggio scolastico. Si tratta di un videoclip musicale realizzato dall'Autore Lauro Crociani presso l'Istituto Superiore Alberghiero "P.Artusi" di Chianciano Terme. Una trentina gli studenti che vi hanno partecipato con la presenza del docente Umberto Pinto. Il ruolo principale è stato rivestito da Antonello Belli docente dell'Accademia dell'Arte di Roma, ha rappresentato l'uomo arcobaleno che con la sua danza porta un risveglio nelle coscienze degli esseri umani. Kirye eleison (missa luba) è il titolo del lavoro. Danza come movimento di conversione verso il centro di luce, unità e fratellanza tra i popoli. Il Kirie è un bellissimo canto sacro, eseguito dai tamburi congolesi assume una particolare vibrazione che affonda nei secoli, penetrando nell’animo dello spettatore in ritmi primitivi >come battito del cuore. Sentiamo cosa ne pensa il suo Autore: "E' di sicuro un lavoro spiazzante, iconoclasta, una ricerca di verità assoluta che ritorna e riparte da Melchisedek, cercando di togliere polvere dalle strutture mentali. Un videoclip fortemente voluto da due anni, finalmente è in dvd, l'ho desiderato tantissimo. Visto il mondo che ci circonda devo dire che non mi aspetto nulla, ma ci tengo a dirlo: in cuor mio è un gran regalo che ho fatto ai trenta studenti di varie etnie." Adesso il videoclip parteciperà ai vari Concorsi e Rassegne riguardanti i lavori scolastici, naturalmente sarà anche così nei confronti della Fedic. n° 22 – LA BELLEZZA DELL’ACQUA “La bellezza dell’acqua” è il nuovo corto nato in casa Immagini e Suono. Un grazie allo stimolo giusto che ci ha dato lo Stage nazionale Fedic nell’indire il concorso sul tema “Acqua”. Una storia flash, solo 120 secondi per narrare due sguardi che si intrecciano maliziosamente con loro l’immaginazione vola irrefrenabile nel desiderio, il tempo di un sorso.. nulla più. L’idea è di Lauro Crociani legatissimo, tra l’altro, alla storia dell’acqua che è stata da sempre al centro della cittadina termale dove vive. Alessandra Palazzi, Fabio Pirastu, Luigi Benedetti, Francesco Bacconi gli attori di questo cortissimo. Cast tecnico composto da Cristiana Vitalesta, Michele Pedatella e Lauro Crociani. Musica originale di Claudio Bosio con il brano accattivante “Due mondi separati”, una collaborazione che sta divenendo sempre più intensa. Visione e sensazioni ora al pubblico. Fine Prima Parte