+ Stile ed identità dell’animatore Giacomo Prati + Cosa vedremo, sentiremo e faremo • STILE E IDENTITA’ DELL’ANIMATORE - Buone prassi dell’animatore • L’animatore lavora in gruppo • Gli elementi che caratterizzano lo stile dell’animatore • Tappe per la formazione di un animatore + Stile ed identità dell’animatore Il libretto di istruzioni dell’animatore d’Oratorio + L’animatore come un motore • perché l’animatore mette in moto l’anima dei ragazzi • perché per funzionare deve avere tutti gli ingranaggi oleati • perché il motore è il cuore dell’auto • perché il motore non funziona senza il giusto carburante • perché necessita di manutenzione e di continui pit stop + Decalogo dell’ani-motore 1. Amare il motore generale e la “casa di produzione”: noi siamo amati da Dio, e questo amore va scoperto 2. Amare chi ci guiderà: l’animatore è una moto guidata dai ragazzi 3. Il rodaggio è importante: prepararsi è importante; avere un po’ di ansia missionaria 4. Utilitaria e non taxi: non è un servizio a tariffa e a tempo 5. Wow, che scuderia!: si lavora con la comunità educante e il gruppo animatori + Decalogo dell’ani-motore 6. Niente paura se ci sporchiamo: essere animatori vuol dire arrivare a casa con mani e viso colorati 7. Un motore modello: fa in modo che i ragazzi pian piano camminino da soli 8. Un motore che viene da una storia: l’animatore conosce i propri ragazzi 9. Un motore tutto sprint: un animatore deve far innamorare i propri ragazzi 10. Un motore pronto a tutto: non si vergogna, si mette in gioco + Stile ed identità dell’animatore Un animatore, tante possibili caricature... + Diversi tipi di animatore Animatore multitasking Super efficiente, sa organizzare attività e percorsi con precisione e fantasia. Su di lui si può contare perché è garanzia di responsabilità e puntualità. Purtroppo, però, finisce a volte con l’essere troppo impegnato e pignolo e questo lo porta ad essere troppo distante dai ragazzi, non riuscendo così a trovare l’empatia necessaria per un motore perfetto. + Diversi tipi di animatore Animatore supercilindrata È il motore scintillante di un bolide, attira i bambini e li diverte, ha humor e sa coinvolgere i ragazzi, partecipa attivamente e non si stanca mai di stare con loro. A volte dimentica di far parte di una scuderia, preferisce l’assolo e si svela poco collaborativo. Potrebbe essere talmente egocentrico da divenire noioso. + Diversi tipi di animatore Animatore young spirit Estro, gioia e fantasia. Questa configurazione garantisce divertimento, allegria e festosità. Un animatore dalle alte prestazioni giocose, ma a volte banale e superficiale. Non capisce quando esagera e si rivela spesso fannullone, banale e rompiscatole. + Diversi tipi di animatore Animatore ausiliario È l’animatore sempre pronto ad aiutare i bambini, riesce ad alternare, con semplicità, disponibilità e affabilità. E’ amichevole e altruista al tempo stesso. Spesso, però, non riesce ad imporre abbastanza la propria autorità e con i suoi modi può diventare invadente e stressante. + Diversi tipi di animatore Animatore caterpillar Inarrestabile, una forza della natura, non ama i fronzoli, si spende senza remore e non si arrende di fronte ad ostacoli o problemi inutili. Purtroppo, però, può diventare presuntuoso e solitario, autoritario, superficiale e arrogante… da tenere sotto controllo. + Diversi tipi di animatore Animatore da esposizione Non si impone sugli altri, riesce a lasciare il segno, ma con moderazione. Sta al proprio posto senza intralciare il lavoro altrui. La sua scarsa personalità non lo rende incisivo, tanto da non poterlo considerare una guida autorevole. + L’animatore più grande E’ colui che: • Ascolta • Cammina con • Parla con • Condivide • Lascia andare + L’animatore più grande E’ colui che sperimenta assieme ai suoi compagni di viaggio più giovani le esperienze che possono condurre alla maturazione. E’ colui che percorre per primo la strada, perché ha le conoscenze e i mezzi per farlo senza cadere in un burrone o nelle sabbie mobili. Li mette in guardia contro i pericoli più gravi. Li sostiene se necessario. ma li lascia camminare con le proprie gambe: non è detto che i ragazzi vivano l'attività al mio stesso modo, li lascio vivere l'attività a modo loro + Le buone prassi dell’animatore Le attitudini e gli strumenti + L’esperienza da animatore Fare esperienza di Oratorio e di attività estiva. Fare esperienza di cosa vuol dire organizzare un progetto di Oratorio o Grest insieme al gruppo animatori e al proprio coordinatore, assumendo ruoli precisi che ha individuato insieme al proprio coordinatore. Fare esperienza di servizio di volontariato a 360° non solo verso ragazzi più giovani, ma anche verso adulti e anziani, verso diversamente abili, verso persone che vivono profondi disagi (campi di lavoro, campeggi e campi scuola, vacanze o periodi di accompagnamento a persone diversamente abili, servizio mensa/accoglienza caritas, servizio di organizzazione, staff, manovalanza a eventi parrocchialidiocesani, …) + L’esperienza da animatore Fare esperienza di cosa vuol dire prendersi cura di ragazzi più piccoli (con i propri fratelli o cugini, giocando con bimbi più piccoli nella zona dove abita, a scuola, …) Fare esperienza di contesti di relazione sociale ed educativa dove è a contatto con figure a lui pari (amici, coetanei, compagni di scuola, colleghi, …) e con persone più grandi di lui (genitori, insegnanti, educatori, sacerdote, allenatore, amici adulti, …) Fare esperienza di gioco, da solo, con i pari, con ragazzi più piccoli, con persone adulte. + La formazione dell’animatore • cercare di andare a Messa la domenica e avere una vita di fede attiva; • frequentare gli incontri di catechesi; • leggere e ascoltare la Bibbia; • frequentare qualche corso di formazione per apprendere le basi pedagogiche ed animative del fare l’animatore; • confrontarsi col proprio coordinatore e col parroco, e imparare ad averne fiducia; • confrontarsi e condividere le esperienze col gruppo animatori, e imparare ad averne fiducia; • allenarsi a provare, riprovare, sbagliare e migliorare! + “Non ci fidiamo più l’uno dell’altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti” Don Tonino Bello + Buone prassi... di FIDUCIA • La fiducia è lo stato d’animo che comunica un senso di sicurezza che viene dal profondo convincimento che qualcuno o qualcosa sia conforme alle nostre attese. • CI SI CONFRONTA ASCOLTANDO IL PARERE DI TUTTI • CI SI FIDA DI CHI HA PIU’ ESPERIENZA • NON CI SI CONTRADDICE DI FRONTE AI RAGAZZI (E AI GENITORI) • SI “CUSTODISCE” CIO’ CHE VIENE DETTO IN EQUIPE. • SI “VUOTA LA COPPA” FRATERNAMENTE + Gli strumenti • il proprio corpo e la propria capacità di comunicare; • il proprio cuore, la propria capacità di volere bene, il proprio vissuto, per prendersi cura dei ragazzi, farli sentire amati, e fargli degli esempi frutto della propria esperienza che li aiutino a crescere; • il proprio carattere (una volta che ho scoperto i miei doni e le mie attitudini); • la propria formazione (una volta che ho fatto un po’ di esperienza formativa); + Gli strumenti • gli oggetti che possono servire a un animatore di Oratorio per educare e per fare animazione: la Bibbia, un taccuino e una matita, un pallone, un fischietto, una chitarra, il megafono, la macchina fotografica, libri, canzoni… • il segno distintivo dell’animatore (maglietta, cappellino, o altro), perché è identificativa, è punto di riferimento per i ragazzi, perché aiuta a dare le regole e a condividerle; • il gruppo degli animatori, con il quale vivere amicizia, confrontarsi, scontrarsi, vivere insieme, del quale fidarsi e sul quale contare… • il diario-blog, uno strumento che aiuti l’animatore (e il gruppo) a fare auto-riflessione, a verbalizzare quindi focalizzare la propria esperienza educativa. + “Prendersi cura significa soprattutto saper ascoltare le parole, i gesti e i silenzi dei ragazzi, significa interessarsi a loro e farsi trovare pronti nei momenti delicati della loro vita.” (Don Lorenzo Milani)