LO SCAFFALE D'OLTRARNO è
uno scaffale speciale di novità,
repechages, editori indipendenti,
saggi e romanzi di qualità
selezionati periodicamente dallo
scrittore residente ALESSANDRO
RAVEGGI, curatore del ciclo di
incontri NEL LABORATORIO
DELLO SCRITTORE, un
esperimento ''d’adozione'' reciproca
tra lo scrittore fiorentino e la
Biblioteca Pietro Thouar.
Da aprile ad ottobre 2014, lo
scrittore residente avrà un proprio
spazio in biblioteca dove
condividere con altre voci della
letteratura italiana e toscana
tematiche appassionate e attuali,
consigliare libri imperdibili, parlare
di trame, di personaggi e d’idee con
lettori e amanti di romanzi e poesia,
aprendosi ai quartieri e agli abitanti
dell’Oltrarno che vorranno far parte
di questo esperimento di
condivisione
LO SCAFFALE D'OLTRARNO
Scrivere, infatti, è un lavoro artigianale, d’incisione, di chimica emotiva,
d’intaglio sulla memoria, ma anche d’apertura ed inclusione, una
corrispondenza di sguardi ed esperienze: la casa dello scrittore-artigiano è
una serra, un vivaio trasparente.
Presentiamo la prima selezione di titoli.
NUOVE ACQUISIZIONI
Alessandro Raveggi, Nella vasca dei terribili piranha, Milano: Effigie, 2012
L'immagine di felicità che custodiamo è del tutto intrisa, zuppa. Felicità che potrebbe
risvegliare tacitamente la vendetta, nell'acqua che abbiamo incamerato. In altre
parole, nell'idea di felicità risuona ineliminabile l'idea di emersione. Un enigmatico
ragazzo anfibio, attraversando identità e lavori disumani, si diffonderà come una
leggenda urbana. Una leggenda che viene forse da lontano: sarà quel mitologico
uomo pesce, che riemerge di frequente fin dalla storia più remota dell'umanità?
Questo romanzo picaresco narra per punti di vista l'avventura in Europa di questo
Colapesce straniero. Un'avventura che lo porterà ad essere uno stripper surreale a
Parigi, agognato dalla quarantenne Carolina, preda di una setta di attrici pensionate.
O a fare da testimonial involontario a Berlino di Vittorio Buono, astuto manager
romano di enfants prodiges. Infine, a capeggiare una rivolta di clandestini nel bel
mezzo di una rediviva Alluvione, a Firenze. Dove il suo cammino s'incrocerà con
quello del minuto nerd Alfredo, di ritorno da un Erasmus passato svogliatamente
nello studio di un marchingegno divinatorio che possa risolvere l'apatia degli italiani.
Chi saranno gli emersi, e chi i sommersi, di questo Gran Finale Abissale che si
svolge in Italia, dopo aver viaggiato assieme al lettore tra le Canarie e la Spagna,
l'Europa centrale, la Scandinavia e il Messico?
Alessandro Raveggi, La trasfigurazione degli animali in bestie, Massa:
Transeuropa, 2011
Un libretto d'istruzioni per la Conquista. Una composizione musicale ipnotica e
avvolgente, che ne accompagna le gesta. Un canto arcaico e attuale, e una danza
tribale ed elettronica, che riproducono le visioni di uno Scontro di Civiltà. In allegato il
CD Audio "A smile for Timbuctu".
Roberto Vigevani, Dalla pancia di un orso bianco, Milano: Adelphi, 1992
Dei racconti di Roberto Vigevani si potrebbe dire: sono storie tristissime, scosse però
da un insopprimibile riso. L’autore infatti sembra servirsi della sua straordinaria forza
comica per smuovere il peso di ossessioni lancinanti, che ritroviamo variate in tutte le
sue storie: disparati resoconti da una terra fantastica che ci è sinistramente familiare
(e non è un caso che molti abbiano notato delle rassomiglianze fra l’universo di
Vigevani e quello di Woody Allen). I personaggi di queste storie hanno da gran
tempo rinunciato a capire – ma continuano a cercare direndersi ragione del proprio
stato: e intanto guardano il mondo, come «dalla pancia di un orso bianco», con occhi
penetranti e stupefatti.
Valerio Magrelli, Il sangue amaro, Torino: Einaudi, 2014
A otto anni dall'uscita di "Disturbi del sistema binario", la nuova raccolta di Valerio
Magrelli si presenta estremamente articolata rispetto alla precedente. Diviso in dodici
sezioni e in due metà di 55 poesie ciascuna, "Il sangue amaro" affronta un ampio
ventaglio di argomenti. Si va da poesie su artisti, poeti o amici, a una sorta di ipertesto sul tema della lettura, dalla ripresa dell'antico genere dei calendari, al poemetto
"etologico" "La lezione del fiume". A ciò si aggiungono versi civili ("Cave!" e "Il
Policida"), che si alternano ora a parti più lievi ("Piccole donne" e "Paesaggi laziali")
ora a un'approfondita riflessione intorno al rumore, alla musica, all'acustica
("Otobiografi"). Un caso a sé è costituito dalla forte presenza religiosa che si ritrova,
sia pure in una prospettiva critica, nelle composizioni dedicate all'immagine del
Natale o al dibattito sull'eutanasia. Il cuore del libro, però, va individuato nel capitolo
ispirato al motto paolino, e poi kierkegaardiano, di "Timore e tremore". E questa
infatti l'impronta di una scrittura segnata da quella "età dell'ansia" che, sebbene covi
ormai da lungo tempo, non è evidentemente ancora giunta alla sua piena
maturazione.
Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989), Milano: Garzanti, 2009
Vengono qui raccolte per la prima volta tutte le opere poetiche di Antonio Porta: da
quelle degli esordi negli anni Cinquanta, quando si firmava ancora con il nome
anagrafico di Leo Paolazzi, fino alla morte, che lo colse all'improvviso il 12 aprile del
1989. Un percorso letterario che aiuta a riscoprire una delle voci più forti e incisive
della poesia italiana. "Scrivere poesia, confidava Antonio Porta a Luigi Sasso,
curatore nel 1980 di una monografia su di lui per II Castoro, 'è un fatto quasi
inevitabile in certi momenti della mia esistenza in cui agisco con il linguaggio e
interagisco con quello che accade non solo a me, ma alla realtà del nostro tempo'. Si
può muovere da qui per accostarsi a un'esperienza di scrittura protratta per oltre un
quarantennio... Agire con il linguaggio, interagire con ciò che accade: è in sintesi il
percorso di ogni poeta. Ma per Porta scrivere poesia significava qualcosa di più
vincolante ed estremo di quanto lasciasse intendere quella spoglia dichiarazione:
voleva dire stare dentro la radicalità della parola e della lingua, e da lì esplorare il
confine tra vita e morte, perimetrare il dentro che reclude il corpo, lo espone alla
lacerazione e all'asfissia, e fare spazio all'evento esterno che accade al di là della
barriera, nel fuori di una realtà che si manifesta come urto, trauma, deformazione e
violenza" (dall'introduzione di Niva Lorenzini).
Giovanni Cocco, La caduta, Roma: Nutrimenti, 2013
L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza dell'uomo e la collera della natura. Dal primo
rintocco del terzo millennio fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia
nella polvere, una tumultuosa trama di eventi un disordine scientifico e incontrollabile
- infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione. Parigi è
stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro
volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande
uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un
presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue
scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un
cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da
poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
Donald Barthelme, Atti innaturali, pratiche innominabili, Roma: Minimum fax,
2005
Dopo "Ritorna, dottor Caligari", un'altra raccolta di short stories di Donald Barthelme.
Lo stile di Barthelme è quello sperimentale e pirotecnico che i lettori già conoscono;
nei suoi racconti è facile trovare una metropoli contemporanea invasa dai pellerossa,
un pallone aerostatico che si espande fino a coprire il cielo di Manhattan, un Esame
Nazionale per gli Scrittori con tanto di diploma finale, e Bob Kennedy in mantellina
nera, maschera e spada: Barthelme riesce come nessun altro a mescolare i materiali
pop della cultura americana, a ridisegnare l'universo in maniera esilarante,
inquietante o commovente. Con una prefazione di Aimee Bender.
Felisberto Hernandez, Le ortensie, Roma: La Nuova Frontiera, 2014
Celebrato da Calvino, García Márquez, Cortázar e Onetti, Felisberto Hernández è
uno scrittore irregolare che sfugge a ogni classificazione. In questa nuova raccolta è
pubblicato, dopo tanti anni, "Le Ortensie" (1949) il suo testo più lungo e più celebre. Il
protagonista, un uomo elegante che vive in una grande casa nera, nutre
un'eccentrica passione per le bambole che ogni notte fa sistemare in una sorta di
tableau vivant. Un giorno, temendo la morte della moglie, fa costruire una bambola a
sua immagine e somiglianza, Ortensia. A poco a poco il rapporto innocente e la
percezione che il protagonista ha di Ortensia si evolvono fino a giungere alle estreme
conseguenze: la bambola si umanizza mentre l'uomo si fa bambola. Gli altri racconti
che compongono la raccolta sono: "La casa allagata", "Pip", "Il coccodrillo",
"Lucrezia", "La casa nuova", "L'avvelenata" e "Ursula".
Davide Orecchio, Città distrutte. Sei biografie infedeli, Roma: Gaffi, 2011
Un regista sovietico in esilio, una desaparecida argentina, un'intellettuale romana
solitaria, un giornalista siciliano tra fascismo e comunismo, un bracciante molisano,
un diplomatico tedesco: ogni personaggio una "città distrutta" dal potere, dall'autorità
dello Stato, della politica e dei totalitarismi. Percorsi esistenziali che avrebbero voluto
essere diversi ma che, interrotti e contrastati da una storia collettiva calendarizzata
da altri, non si compiono e non toccano la felicità. L'opera rielabora e accresce il
genere biografico mescolandolo alla finzione. Le fattezze di ciascun ritratto
sopravvivono come un calco alla sua matrice, fino a sembrare biografie: ma è tutto
rubato! Sono echi, repliche di originali, biografie fittizie ispirate a vite effettive.
Tommaso Pincio, Lo spazio sfinito, Roma: Minimum Fax, 2010
In un mondo alternativo terribilmente bello e malinconico, Jack Kerouac si prepara a
passare nove settimane nello spazio per conto della Coca-Cola Enterprise. Marilyn
Monroe fa la commessa in una libreria. Il tirannico Arthur Miller si è comprato una
casa sulla cascata dove vive con sua moglie, la triste e bellissima Norma Jeane.
Qualche conto sembra in effetti non tornare. Norma e Marilyn non dovrebbero ad
esempio essere la stessa meravigliosa ragazza, colei che illuminò i desideri di milioni
di persone accendendo una luce nelle stanze più buie degli animi maschili?
Ambientato durante gli anni Cinquanta, "Lo spazio sfinito" è popolato dai personaggi
del nostro immaginario collettivo (oltre a Kerouac, Marilyn e Miller c'è Neal Cassady,
e il giovane Holden...), i quali però, attraverso le loro vicende di solitudine, desiderio,
amicizie infrante, cuori spezzati e vite da ritrovare, si rivelano paurosamente simili a
noi.
Marco Belpoliti, L'età dell'estremismo, Milano: Milano, 2014
"Viviamo sotto la minaccia continua di due prospettive egualmente spaventose,
anche se apparentemente opposte: la banalità ininterrotta e un terrore inconcepibile."
Susan Sontag lo scriveva nel 1965, ma quasi cinquant'anni dopo le cose non sono
cambiate. Al contrario, ogni giorno ci dispensa dosi massicce tanto di banalità quanto
di terrore: dal kitsch televisivo e politico alla fantascienza catastrofica che trionfa al
cinema, dalle devastazioni di Cernobyl' e Fukushima alle tragedie delle Torri gemelle
e di Bali. Così un inquietante filo rosso lega Hitler e Disney, un film come Matrix e
l'arte post human, le luci spente di Pyongyang e la teoria freudiana dell'oblio. E su
tutto domina un'estetica che è anche una condanna: quella del frammento, delle
macerie, eternamente declinate in muri distrutti, con corredo di catarsi mediatica,
solo per essere ricostruiti altrove, precarie frontiere di nuovo e sempre trasgredite. La
cifra di questa nostra "età dell'estremismo".
Vanni Santoni, Personaggi precari, Roma: Voland, 2013
Nati sul fortunato blog con lo stesso nome, ed evolutisi negli anni tra riviste, radio,
fumetti e quotidiani, gli spaesati 'personaggi precari' raccontano un panorama umano
stralunato e sempre in affanno, ma vigile e disperatamente autoconsapevole. Vanni
Santoni, con questo progetto di lungo corso che vede oggi la sua edizione definitiva
in volume, ha portato la narrazione del precariato dalla semplice cronaca alla stessa
struttura del testo, dando vita a un vero e proprio universo di monadi stranite,
ironiche, malinconiche, spietate. Postfazione di Raoul Bruni.
Vittorio Sereni, Poesie e prose, Milano: Mondadori, 2013
Per poche altre figure della lirica italiana novecentesca si può dire, come scrisse di
Vittorio Sereni l'amico e critico Pier Vincenzo Mengaldo, che "l'uomo e il poeta
facevano tutt'uno". Per il poeta di Luino, infatti, la poesia era una divorante passione,
vissuta senza falsi pudori; una passione fatta di attese, della capacità di selezionare i
componimenti, tanto che ognuno appare a noi inevitabile. come Leopardi, come
Mallarmé, Sereni concentra il suo estro su pochi testi, essenziali, derivati da una
assoluta necessità interiore e dotati di una impareggiabile finitezza formale. Ma
accanto all'esigenza di scrivere versi, Sereni sentì altrettanto potente quella che egli
stesso chiamava "la tentazione della prosa". Dell'una e dell'altra produzione dà conto
questo ricco volume che riunisce integralmente le raccolte poetiche, da "Frontiera"
(1941) a "Stella variabile" (1981), la sua scelta di traduzioni "Il musicante di SaintMerry", i due volumi di prose, "Gli immediati dintorni" e "La traversata di Milano",
infine un'ampia scelta di testi critici dedicati all'arte e alla letteratura. Con uno scritto
di Pier Vincenzo Mengaldo
ALTRI TITOLI CONSIGLIATI
Roberto Vigevani, Lo studio dell'ebraico e l'arte della manutenzione della vecchiaia, Firenze: Nicomp, 2012
Silvio D'Arzo, Casa d'altri e altri racconti, Torino: Einaudi, 1999
Winfrid G. Sebald, Austerlitz, Milano: Adelphi, 2002
Paolo Volponi, Il pianeta irritabile, Torino: Einaudi, 1978
Guido Morselli, Roma senza papa. Cronache romane di fine secolo ventesimo, Milano: Adelphi, 1979
Thomas Pynchon, L'arcobaleno della gravità, Milano: Rizzoli, 1999
Italo Calvino, La giornata di uno scrutatore, Torino: Einaudi, 1963
Witold Gombrowicz, Ferdydurke, Milano: Feltrinelli, 1993
Marco Vichi, Il commissario Bordelli, Milano: TEA, 2004
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