Cd e Video SCHUBERT SIBELIUS VIVAlDJ POULENC Symphonies Nos. 8 &9 Piano Pieces Dialogues des Carmélites Berliner Philharmoniker / Carlo Maria Giulini Testament / SBT 1463/ Distr.: Sound and Music / 1977 / ADD / Live / Libretto: suff. Vladimir Ashkenazy Triton / sacd / EXCL-OOO 17/ Distr.: Milano Dischi / DDD /2007/ Libretto: buono Le Quattro Stagioni, Concerti per flauto **** **** Artistico: Tecnico: P iù di novanta concerti con la Filarmonica di Berlino nell'era di Herbert von Karajan (dal 1967 al 1992) testimoniano della considerazione di cui godeva il maestro Carlo Maria Giulini a Berlino. La sua personalità cortese, il tratto umano e signorile lo mettevano in quella categoria di direttori con cui le orchestre prediligono lavorare, stanche forse del divismo e delle sue implacabili regole. Giulini a Berlino diresse molta musica sacra e alcuni cardini del repertorio austro tedesco, da Mozart a Mahler. Un repertorio che da quelle parti conoscevano molto bene. La critica reagiva sottolineando la personalità originale di Giutini, permeata di umanità e la delicatezza con cui trattava la melodia di Schubert, privilegiando un approccio decantato sia nello stacco dei tempi che nel fraseggio. Questo lo rendeva, secondo i suddetti critici, un direttore poco italiano, intendendo per "italiano" lo stereotipo del direttore di temperamento (lasciando da parte il "perfezionismo" e il mito del "tiranno" incarnato da Toscanini che destò ammirazione fra tutti i direttori d'orchestra attivi a Berlino prima della guerra.) Le ripetizioni e i contrasti drammatici della Grande non spaventano Giulini, che mantiene la sua linea di condotta, ispirata e angelicata, anche quando si sente la necessità di una stretta o di una tensione maggiore, spesso dando l'impressione di una fragilità discorsiva non perfettamente rapportata alle sonorità robuste e pesanti dei "forte': Comunque, prendendo in prestito da Paul Hindemith il titolo di una sua composizione, una nobilissima visione. GIOVANNI GAVAZZENI 80 **** ***** Artistico: Tecnico: an Sibelius ebbe un rapporto tormentato con il pianoforte. Iniziò gli studi musicali sugli 88 tasti, mostrando una preferenza per l'improvvisazione più che per le lezioni vere e proprie. Si dedicò poi al violino, puntando a una carriera da virtuoso e apprezzandone quella cantabilità che nel pianoforte non ritrovava. Il suo vasto repertorio di musiche pianisti che però non deve stupire. Da sapiente artigiano, il finlandese compose molte raccolte di pezzi brevi, che all'epoca venivano acquistate da parecchi dilettanti, «per assicurare pane e burro» ai figli; se ne lamentava però, perché quest'attività, remunerativa ma puramente / J '- commerciale, gli toglieva tempo . ~.. ed energie per J ~ . ': progetti più importanti. Eppure questo cd non manca di gradevolezza, di suggestioni sonore e di armonie inconsuete, che impreziosiscono anche i momenti in cui l'elaborazione formale non è tra le più raffinate, come con i Cinque pezzi op. 85', dagli accattivanti titoli floreali. Non è un caso, credo, che i brani migliori del cd siano l'Improvviso n. 5, con una scrittura ad arpeggi di carattere quasi liutistico che è molto affine alla sensibilità del compositore, e il celebre Valse triste. Il buon esito del cd va sicuramente attribuito a Vladimir Ashkenazy, che si accosta a questo repertorio con amore e dedizione. Le atmosfere brumose delle foreste scandinave si ritrovano nell'incisione, interamente effettuata in Finlandia. Con una chicca: la versione del Valse triste che chiude il cd è stata registrata ad Ainola, nella casa di Sibelius e sul pianoforte a lui appartenuto. CLAUDIA AI3BIATI Andrea Grimineffì / I Solisti Filarmonici Italiani Decca / 4764670/ Distr.: Universal Music Italia / 2011 / DDD / Libretto: buono / Italiano Artistico: Tecnico: **** ***** Gritton, Brunet, Isokoski, Resmark, Guilmette, Richter / Bayerisches Staatsorchester/ Kent Nagano /Dmitri Tcherniakov, regia / Andy Sommer, regia video Bel Air Classiques / dvd / BAC061 / Distr.: Ducale 1201 O/ NTSC, HD, 16:9 / PCM 2.0, DD 5.1 / Libretto: insuff. C on curiosità un po' sadica si digitano subito i movimenti più virtuosistici e arroventati deHe celeberrime Quattro Stagioni vivaldiane. Quelli dove il violino sappiamo essere messo a dura prova. Figuriamoci un flauto traverso. Sì, perché la particolarità di quest'incisione è che la parte solistica non spetta al consueto strumento ad arco, ma a quello a fiato che, ricordiamo, deve lavorare non . [J ~~:~ ~oa~l~che .-' col fiato. E dunque con dei limiti oggettivi di velocità e sonorità. Sorpresa: la cosa funziona. L'agile flauto di Andrea Griminelli riesce nelle raffigurazioni sonore di tempeste e temporali vari ed assortiti fra cielo e mare. Certo, a volte l'orchestra d'archi dei Solisti Filarmonici Italiani s'inghiotte senza troppi complimenti il battagliero aerofono, ma complessivamente l'operazione ha un senso. Infatti era prassi non inusuale che nel '700 si trasponessero per diversi organici brani famosi. Aveva una funzione divulgativa in un'epoca sprovvista della velocità di comunicazione odierna, ed era una vera e propria arte di cui moltissimi compositori fecero uso, Bach in testa. Le trascrizioni del cd non sono del tempo, ma dello stesso Griminelli, e ben inquadrano la proteiforme arte "parallela" alla composizione che nell'era barocca esplicava le immense possibilità celate in lavori capaci di andare ben oltre le modalità esecutive per le quali erano stati concepiti. Completano il disco i concerti con flauto solista (quelli veri) intitolati La notte, La tempesta di mare, Il cardellino e Il Gran Mogol. NICOLETTA SGUBEN *** ***** Artistico: Tecnico: L a paura di vivere, la fede come fuga o come forza, la fragilità e il coraggio dell'essere umano di fronte alla morte, l'immolarsi per una causa superiore: Dialogues des Carmélites, l'opera che Francis Poulenc, cattolico ritornato a credere in età già matura, trasse nel 1956 dall'omonimo dramma del fervido credente Georges Bernanos, solleva argomenti intimi e profondi e lo fa attraverso una partitura splendida e opulenta, segnata ancora da reminiscenze debussyane. Protagonista è la giovane nobildonna BIanche de la Force che, angosciata dal mondo, si ritira in un convento di Carmelitane, tra le quali vivrà fino a quando per ordine delle autorità l'esistenza del convento stesso sarà messa in pericolo; rifugiatasi nella desolata magione di famiglia, ritornerà poi per salvare le suore che si sono disposte al martirio sul patibolo e, perso ogni terrore, si sacrificherà per loro. La storia, che trae spunto da un episodio vero, sembra priva di fondamento qualora non si sappia quando e dove è ambientata: in Francia, ai tempi della Rivoluzione Francese e del suo furore anticlericale. Per questo ci sembra imperdonabile che Dmitri Tcherniakov l'abbia spostata nell'epoca in cui l'opera fu composta, per un mal riposto desiderio di avvicinarla al pubblico che ottiene, logicamente, l'effetto opposto. In questa edizione della Bayerisches Staatsoper di Monaco, Dialogues des Carmélites si avvale di una compagnia di buon livello ma trova il maggior punto di forza nell'ottima direzione di Kent Nagano, nitida, dettagliata, ricca e particolarmente sensibile alla stretta relazione tra musica e parola che la parti tura prevede. PATRI ZIA LUPPI